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Continuiamo questa nostra avventura insieme a voi, una avventura che ci sta portando sempre più dentro il mondo canino. Indipendentemente dal fatto che voi siate cinofili professionisti o semplici proprietari di cani, state iniziando a mutare la vostra visione su cosa vuol dire ‘cane’: non un animale di cui abusare, ma un compagno di vita da comprendere e da aiutare a vivere nella nostra società. Certi di farvi cosa gradita, ecco il nuovo numero di marzo / aprile 2015 con nuovi articoli e le nostre rubriche. Come sempre: buona lettura a tutti.
Diana cacciatrice arte etrusca V secc. a.C.
La Redazione
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Editoriale
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Cani al cinema: Snow dogs
pag.
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Il cane in famiglia - parte seconda
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Cuccioli: dal veterinario
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Mitologie cinofile: R. S. G.
pag. 16
La superiorità assoluta dell’uomo...
pag. 22
L’olfatto - parte seconda
pag. 26
L’alimentazione del cane
pag. 30
I cani nella Poesia
pag. 34
Umorismo canino
pag. 35
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di Giovanni Padrone -
Ted Brooks è un affermato dentista di Miami, orfano di padre. Un giorno, nello studio dove lavora arriva un testamento
proveniente
dall'Alaska; Ted è convinto che si tratti di uno sbaglio, ma sua madre Amelia gli confessa la verità: è stato adottato e quindi è lui proprietario del testamento, poiché la sua madre naturale è morta da poco e gli lascia tutti i suoi beni in una cittadina dell'Alaska, Tolketna. Decide dunque di partire e lì stringe amicizia con Barb, la proprietaria di un bar, che gli fa conoscere il posto. Parte dell'eredità è composta da una muta di otto cani da slitta, con i quali non riesce ad instaurare un rapporto amichevole. Decide anche di scoprire chi è il padre naturale, scoprendo che è James Johnson (chiamato "Thunder Jack", per essere ancora vivo dopo essere stato colpito due volte da un fulmine). Thunder Jack, vuole che Ted gli venda i cani in cambio che gli sia detta la verità sui suoi 4
veri genitori. A questo punto Ted torna a Miami ma, grazie ad una foto rinvenuta casualmente dalla madre adottiva,
scopre
che
Jack non gli ha raccontato la verità e decide cosÏ di tornare a Tolketna. Nel frattempo è iniziata la Sfida Artica, una leggendaria gara tra cani da slitta, e Jack partecipa. Dopo che tutti i concorrenti si fermano a una delle tappe a causa del maltempo, questi decide di proseguire per cercare di guadagnare tempo sugli avversari, ma scompare nella tormenta. Ted, venuto a conoscenza
della
situazione
quando torna a Tolketna, si avventura con i suoi cani alla ricerca del suo vero padre e riesce a salvargli la vita dopo che questi si era rotto una gamba. Alla fine Ted si fidanza con Barb e tempo dopo la sposa e con lei apre uno studio odontoiatrico nei pressi della cittadina.
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di Giovanni Padrone 6
In che lingua insegnare? Al contrario di quanto si narra ancora in certi ambiti cinofili, la lingua ufficiale per i cani non è il tedesco, né l’inglese. In realtà i cani sono in grado di associare un qualsiasi suono ad una qualsiasi azione. Per cui, che voi diciate SEDUTO o SITZ o SIT o qualsiasi altra cosa, una volta che il cane ha imparato che a quella parola corrisponde l’abbassare il sedere sui propri talloni, ogni volta che voi la pronuncerete il cane eseguirà la stessa azione. Sempre in certi ambiti c’è l’abitudine di urlare al cane i ‘comandi’ (che in realtà, dovrebbero chiamarsi ‘stimoli/segnali’) come se il cane fosse sordo. In realtà il cane ci sente molto bene, anzi è in grado di percepire frequenze che le nostre limitate orecchie non riescono nemmeno a captare. L’urlare è una reminescenza di un genere di addestramento che veniva utilizzato fra fine 19.mo ed inizio 20.mo secolo nei corpi cinofili della polizia prussiana, dove il Colonnello Konrad Most era convinto che anche per l’addestramento dei cani il mezzo migliore fosse la disciplina militare. Lasciamo perdere che già 2400 anni prima Senofonte parlava di rinforzo positivo, ma per quale ragione urlare al cane? Di sicuro nessuna ragione scientifica. E nemmeno uditiva. Anzi, ci si rende conto che usando un tono di voce simile a quello che si usa quando si gioca coi bambini piccoli, acuto ed alquanto stupido, si ottengono migliori risultati che urlare al cane. A meno che non si debba lavorare in ambiti specifici, come la ricerca sotto macerie. Insegnate al vostro cane con la vostra lingua. Di sicuro, però, il cane riesce a comprendere meglio frasi brevi (Fuffy, siediti) che frasi complesse e lunghe, come ad esempio “Ora il babbo vuole che Fuffy si sieda, così poi arriverà un bel premio”. Un segnale deve essere breve e di rapida associazione all’azione. Una frase troppo lunga non fa comprendere al cane cosa si voglia. E del resto, se ci pensate, se capitate di fronte ad uno straniero che vi dice “Drink, please” e magari vi fa il gesto del bere con la mano, capite subito che la persona probabilmente ha sete anche se non conoscete l’inglese. Mentre se vi dice “Hi i’m from England. Please, i’m very thirsty and i wold like to drink something” (Salve, sono inglese. Per favore, sono molto assetato e vorrei bere qualcosa) e magari nemmeno vi fa il gesto del bere, di sicuro la sua comunicazione vi creerà forte imbarazzo perché non comprenderete ciò che vuole. In alternativa potrete pensare: Sei in Italia, impara l’italiano. Ma questo vuol dire alzare un muro, non aprire una comunicazione. Dovete sempre mettervi nei panni di chi vi ascolta, umano o cane che sia. Se non siete chiari, il vostro messaggio non giungerà a buon fine. Per questo mi piacciono molto quegli scienziati che parlano e scrivono chiaro, nonostante si occupino di materie scientifiche, mentre non amo molto chi utilizza un fraseggio molto complicato e spesso incomprensibile. Quando entrate nel corso del tempo in confidenza col vostro cane, questi può capire an7 che frasi più complesse di un semplice “Fido siedi”, soprattutto grazie al vostro tono del-
la voce. Ma, poiché la maggior parte delle persona non frequenta un campo cinofilo, né svolge attività cinofilo – agonistiche, se col vostro cane parlate sempre in ‘madrese’ (ovvero utilizzando quel ‘tono acuto e stupidotto’ che si usa con i bambini) state sicuri che egli avrà un maggiore stimolo a cooperare quando si lavora ed a relazionarsi con voi. Di sicuro questo è molto più stimolante che non ricevere ordini urlati come se voi foste un ufficiale prussiano del 19.mo secolo. Naturalmente, considerando che il linguaggio sociale del cane è per buona parte composto dai rituali sociali, ovvero dal complesso di segnali chimici, sonori e visivi che compongono la sua gestualità sociale, anche noi possiamo nei nostri limiti (linguaggio feromonale ridotto e al più involontario) comunicare visivamente. E’ una situazione che viene sfruttata da chi deve lavorare con i cani per il cinema o gli spot televisivi, questo perché sul set non si deve sentire alcuna voce al di fuori di quella degli attori. Dovete essere sicuri di essere interessanti per il vostro cane. Di sicuro, se appartenete a quelle persone che tengono i cani in cortile tutto il giorno e vi affacciate solo un paio di volte per nutrirli, impedite che avvengano le interazioni necessarie e di sicuro il vostro vi degnerà di uno sguardo giusto il tempo di iniziare a mangiare. Perciò, cercate di essere onesti con voi stessi: siete interessanti oppure no? Chi convive con un cane nel vero senso della parola ha sicuramente quel quid che può renderlo interessante ai suoi occhi. E questo è un grosso vantaggio. Potremmo effettuare sessioni di lavoro usando completamente la gestualità del corpo e senza proferire alcuna parola al di fuori delle gratificazioni verbali.
Antropomorfismo, cinomorfismo e zoofilia In cinofilia esistono tre grandi problemi e sono quelli qui presentati. Vediamoli uno ad uno. 1 - ANTROPOMORFISMO. Da una parte abbiamo persone che considerano i cani come una stregua di ‘bambini’ viziati e come tali li trattano. Nella maggioranza dei casi le persone che si relazionano in quel modo con i loro pargoli a 4 zampe soffrono di carenze affettive o di altri problemi esistenziali che cercano di rimpiazzare riversando sui propri cani un affetto morboso e smisurato. Naturalmente, mostrare affetto nei confronti dei nostri compagni a 4 zampe è normale, tant’è che ne siamo ricambiati. Un altro discorso è, invece, trattarli come una 8
stregua di infante che vive nella bambagia, il che nella maggioranza dei casi non permette ai cani di affrontare le situazioni della propria vita: si stressano di fronte a qualsiasi stimolo, anche piccolo, vanno in ansia, non sono in grado di stare senza i proprietari. Poi esiste una forma di falso antropomorfismo, quello che propugnano alcuni cinofili professionisti che vogliono far passare per tali le più recenti scoperte di etologi e biologi i quali si sono accorti dopo Darwin (in effetti, il padre dell’evoluzione delle specie ne parlava già un secolo e mezzo fa) che vi sono alcuni fattori comuni fra tutti i mammiferi, noi inclusi, e che perciò vi deve essere stata e deve esservi ancora una costante evolutiva all’interno di questa grande famiglia animale. Possiamo notare anche noi (che non siamo insigni scienziati) che l’affettività mostrata nei confronti dei propri figli da una madre di canguro, o di caribù, di elefante, o di primate, di lupo, o di cane hanno molto in comune con l’affetto mostrato da una madre umana al proprio figlio. E’ facile notare quando il nostro cane, ma anche un altro mammifero, prova dolore, piacere, gioia o ansia, repulsione o attrazione. Eppure, per questi insigni cinofili, spesso né laureati né studiosi di etologia o biologia, questo è antropomorfismo, o per meglio dire a volte possono ammettere i sentimenti positivi, ma non ammettono che provino sensazioni negative. La professoressa Marian S. Dawkins respinge l’antropomorfismo come un modo di interpretare le menti e i sentimenti degli altri animali, ma l’antropomorfismo basato sull'empatia e l’attenta osservazione è un valido approccio per avere inferenze ragionevoli sulle altre specie, soprattutto perché possiamo vedere il loro mondo coi loro occhi, cercando attraverso il nostro. Devo dare ragione al prof. Mark Bekoff su diverse cose e soprattutto sul fatto che è meglio infischiarsene di chi sparla senza sapere nemmeno di cosa parla, soprattutto se questi ‘emeriti personaggi’ non hanno nemmeno chiaro il significato della parola ‘antropomorfismo’. E non dimentichiamoci che per taluni prendere un cane a calci nel sedere o usare il collare elettrico per costringerlo ad eseguire determinati comportamenti non è tortura, né maltrattamento, perché i cani sono stupidi, non sentono dolore e devono soltanto essere grati ai loro ‘padroni’ (la parola partner sociale è sconosciuta) che consentono loro di sopravvivere. Secondo l’Enciclopedia Treccani, il termine antropomorfismo (dal greco ἄνθρωπος, "uomo" e μορϕή, "forma") designa, in senso lato, la tendenza a con9
ferire aspetto umano alla realtà esterna e alla natura. In ambito antropologico, l'antropomorfismo è c onsid erato un tratto cara t t er i s t i c o delle metafisiche arcaiche che ricercano un equilibrio 'simpatetico' fra uomo e natura. In questa accezione antropomorfismo si oppone ad antropocentrismo: infatti è proprio quando non vede più nella natura un universo di spiriti e di esseri dotati di caratteristiche umane e dissolve l'immagine immediatamente antropomorfa del mondo, che l'uomo, conquistando una conoscenza oggettiva della natura, si pone al centro della realtà. In senso più ristretto, per antropomorfismo si intende, invece, la creazione politeistica di un pantheon divino cui si attribuiscono connotazioni umane, ivi compresa la corporeità. L'antropomorfismo è presente in molte religioni antiche; forme di rappresentazione antropomorfa sono presenti anche nella Bibbia, dove si parla di viso, labbra, bocca, occhi, mani di Dio e a Dio si ascrivono sentimenti propri dell'uomo. Al di fuori del campo religioso, il termine indica un'espressione artistica o architettonica che tende a riprodurre la figura umana. Ordunque, antropomorfismo riferito ai cani starebbe ad indicare una tendenza ad attribuire caratteristiche umane ai comportamenti di un animale, il cane appunto. Però, non dimentichiamoci che non si può parlare di antropomorfismo quando è ormai chiara la continuità evolutiva che esiste fra tutti i mammiferi. Di certo non dirò mai che i miei cani sono in grado di accendere la tv (anche se è possibile farlo con un po’ di training) o prelevare da un bancomat (anche se lavorandoci un pochino, questo lo si può insegnare), né che sono in grado di parlare, ma di comunicare poiché hanno un loro linguaggio sociale. Quindi, cosa sarebbe per questi esperti ‘antropomorfizzare un comportamento’? Probabilmente solo rendersi conto che il nostro cane è un essere senziente in grado di provare tutta una serie di emozioni, sentimenti, reazioni sia positive che negative. E probabilmente anche una coscienza, di sicuro molto di più degli energumeni che frequentano certi campi cinofili. 10
2 - CINOMORFISMO. Cinomorfismo è un termine che io ho coniato, (dal greco κύων, “cane” e μορϕή, "forma") e sta a significare che abbiamo degli umani convinti che comportarsi da cani li faccia rendere più comprensibili ai cani stessi. Sappiamo di chi fra i suoi insegnamenti ai propri clienti invita a defecare ed urinare per ‘marcare il territorio’, altri che suggeriscono di prendere il cane per la collottola perché questo è un metodo punitivo comprensibile (si dice: “la madre, quando vuole punire i suoi cuccioli, fa così”), altri il ribaltamento ventrale. Per arrivare a chi è addirittura convinto che il cane identifichi nel partner umano un suo simile. Bene: al di là della assoluta inesattezza e risibilità di queste teorie, queste persone evidentemente hanno una visione distorta o una completa ignoranza dell’etologia e della psicologia del cane, il quale viene considerato non dotato di una eccellente intelligenza (di sicuro ne ha molto più di chi fa queste affermazioni) come in effetti ha. Inoltre, dobbiamo anche considerare che il nostro sistema feromonale è molto limitato e qualora fossimo anche in grado di esprimere visualmente alla perfezione i rituali sociali dei cani o riuscire ad imitare qualche loro segnale sonoro, avremmo il nostro sistema feromonale che ci ‘fregherebbe’, poiché è davvero molto limitato (feromoni sessuali e d’allarme). Sfregassimo i piedi per terra dopo aver urinato o defecato, probabilmente lasceremmo solo qualche traccia di acido butirrico che da quel forte odore di formaggio ai nostri piedi quando sudano. 3 - ZOOFILIA. Si tratta di una patologia psicosessuale nota anche come Zooerastia. Di essa abbiamo già trattato sul numero di Nov./Dic. 2014 per cui rimando allo stesso.
PER CONCLUDERE Al cane serve un buon compagno che sia in grado di aiutarlo a risolvere ogni piccolo problema quotidiano, non certo un ‘padrone’ despota e scontroso che impone regole assurde di vita. Forse l’unica regola valida è cercare di essere voi stessi. Cercate di capire i suoi bisogni, rendetelo attivo mentalmente e fisicamente (soprattutto se appartiene ad una razza che tende con molta facilità al sovrappeso). E se qualcuno si scandalizza perché lo accarezzate e ve lo coccolate, forse è il caso di cambiare amicizie.
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di Angelo Romanò - Cominciare con il piede giusto significa attuare brevi strategie e accorgimenti che a lungo termine premieranno il lavoro svolto. Molti dei problemi che insorgono in un comportamento del cucciolo possono trascinarsi per mesi o addirittura segnare eventi spiacevoli che si rileveranno problematici in seguito. L’esempio concreto lo possiamo avere quando ci rechiamo dal veterinario. La maggior parte delle persone si reca solo in caso di necessità e quando insorge un problema che da soli non possono risolvere, quindi l’evento è classificato 13 per il
cane dallo spiacevole al molto spiacevole con punta di paure altissime, un po’ come noi quando ci dobbiamo recare ad una visita specialistica o in ospedale. La necessità però deve essere abbinata a delle strategie migliori che ci permettano di curare il nostro cucciolo o di farlo curare da altre persone. Partiamo quindi dalle basi. Attitudine ad essere manipolato (fisicamente): i cuccioli sono vivaci, difficile tenerli a freno, ma quando serve, soprattutto per un’iniezione bisogna che restino fermi, almeno per il tempo necessario per completare l’operazione. In questo caso si può lavorare già a casa mettendo il cucciolo dapprima su una piccola superficie appoggiata a terra per poi passare a un tavolo. Premiatelo quando sta fermo e tranquillo sulla superficie, toccatelo per far vedere che non succede niente e poi, dopo averlo fatto scendere, fategli le feste. Questi piccoli gesti rimarranno impressi positivamente nel cucciolo. Ripetete l’operazione più volte nell’arco della settimana e ricordatevi di premiarlo subito appena vedete che sta fermo e tranquillo e si lascia toccare. Una volta che il cucciolo sa stare fermo possiamo fare il passo successivo, ovvero aprire la bocca, toccarlo sul muso, controllare le orecchie, insomma fare tutte quelle piccole operazioni di riferimento che riguardano la testa. Si comincia a controllare nell’orecchio, se tutto va bene si premia e si gioca. Il secondo controllo si fa alla base del collo all’altezza delle tonsille massaggiandolo. Anche qui se tutto va bene, premio e si passa a control14
lare gli occhi. Il muso, la più sensibile delle parti della testa, viene alla fine partendo dalle labbra, massaggiandole, per poi aprire la bocca e controllare il flusso sanguineo premendo leggermente con un dito sulle gengive per poi rilasciarlo subito (se una volta premute ritornano rosa come prima in breve tempo va tutto bene). A questo punto il passo successivo prevede lo spostamento della testa a destra o sinistra rispetto al corpo. Ma quando serve fare questo tipo di spostamento? Serve per non far vedere al cane il veterinario o noi, questo perché può servire per un prelievo, una puntura o altro che possa provocare dolore al cane. L’associazione diretta tra dolore e quello che sta vedendo potrebbe perpetuare anche a casa. Se per esempio stiamo facendo una puntura al cane e lui ci guarda mentre gliela stanno facendo e accusa dolore, potrà associare alla nostra visione il fatto. Da qui nascono i primi momenti di sfiducia che, come detto, possono perpetuarsi a casa. Le condizioni cambiano ma molto spesso l’associazione con il dolore rimane, quindi in questi casi è meglio girare la testa da un’altra parte, verso un muro, una scrivania o una finestra. La stessa cosa poi va fatta per le zampe prendendone una alla volta e tirandole leggermente. Il cucciolo sentendosi in difficoltà tenterà di divincolarsi dalla presa … lasciamolo fare, anche se la prima volta non si fa toccare le zampe non è un dramma, bisogna avere pazienza e riprovare magari proponendogli un premio mentre prendiamo la zampa. Dalle zampe passiamo all’addome, molto spesso in una visita con problemi di tipo gastrico, la prima cosa che si fa è palpare l’addome. Massaggiamolo con una mano sotto la pancia. Come ultimo aspetto, non meno importante, una volta finita la visita premiatelo per la sua pazienza e coraggio. Così facendo avrete un cucciolo modello ed il veterinario vi farà sicuramente i complimenti. 15
“C’era una volta un lupo cattivo…” e ora non c’è più. In questa rubrica vogliamo trattare dei tanti miti e leggende che governano il pensiero di certa cinofilia, quella cinofilia autoreferenziale che mai si aggiorna da un punto di vista scientifico (troppa fatica) e che allo stesso tempo si considera la verità assoluta in tutto l’Universo. Ma nell’Universo ci sono civiltà molto più evolute della nostra che già da tempo hanno abbandonato le favole e le mitologie per adattarsi ad un cosmo fatto di fisica e matematica, di materia, antimateria e materia oscura, di gravità, forza elettromagnetica e concretezza. Del resto l’oro dei Nibelunghi non è mai stato trovato, la Terra è sferica e non piatta e le mosche si sa da tempo che non nascono per generazione spontanea...
LA REGRESSIONE SOCIALE GUIDATA Ritenuta un tempo la panacea per risolvere qualsiasi problema comportamentale, fu pubblicizzata per lungo tempo da Jean Fennell, la quale scrisse tre libri dicendo sempre le stesse cose e reputando la sua applicazione come un modo pratico per lavorare sul ‘linguaggio sociale’ del cane. Attualmente la stessa viene usata anche da scuole pseudofilosofiche e new age anche se gli esercizi che la compongono sono camuffati da altro. Ma in cosa consiste? In pratica si tratta di 4 esercizi aventi lo scopo di ‘gerarchizzare’ il cane, renderlo cioè un subalterno del proprietario: 1.Ritualizzazione dei pasti. Il cane mangia sempre dopo il proprietario, poiché il capobranco decide quando mangiare e lo fa sempre per primo. In realtà, se guardiamo i branchi di canidi sociali, quando vanno a caccia tutti si organizzano per coordinare una strategia efficace per catturare le prede e, una volta uccise, mangiano tutti insieme senza questioni di precedenza (a parte il fatto che magari qualcuno si butta sulla stessa parte che già qualcun altro aveva iniziato a mangiare e nascono dispute). Il capobranco in un gruppo sociale organizzato quale è quello dei lupi o dei licaoni è il padre, ma anche la madre. In secondo luogo, se vi è la presenza di cuccioli, tutti gli adulti provvedono a nutrire loro per primi. Inoltre, il comportamento alimentare fra tutti i canidi sociali è un rinforzante sociale. Per cui alla fine dove sarebbe la logica di questo ‘esercizio’ non si capisce. 2.Riposo. I cani non possono dormire coi proprietari né sostare su divani e poltrone, perché i luoghi del riposo e quelli ‘alti’ sono a discrezione del capobranco. In quest’ultimo caso, sarei curioso di vedere quei lupi che vivono in pianura come fanno ad avere ‘luoghi alti’; magari si arrampicano sugli alberi. Detto questo, la realtà etologica è che il riposo fra i canidi sociali è un forte aggregante sociale (esatto!!!), tant’è che, ad esempio, l’itticione
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(Speothos venaticus) e la dhole asiatica (Cuon alpinus) amano molto dormire e riposare ammassati. Questo avviene anche coi cani. Per portare un altro esempio le comunità familiari di dingo riposano aggregate. Dunque, se desiderate riposare col vostro cane, dovete prestare attenzione alla loro igiene e mantenere il cane pulito e protetto dai parassiti, per cui anche con salviette umidificate (in vendita nei supermercati e negli stores per cani) potete provvedere a pulire i loro piedi prima di andare a dormire e tenere lontano ospiti indesiderati con un antiparassitario. E, per concludere questo punto, troverete che in effetti molti cani amano molto starvi attaccati durante il riposo. Di sicuro questo comportamento aiuterà le relazioni sociali e non sarà uno stimolo per uccidere il vostro coniuge, come letto recentemente su un quotidiano nazionale: questo avviene per altre ragioni. 3. Gestione del saluto. Al rientro mai assecondare il vostro cane quando viene a salutarvi, perché il capobranco decide se e quando farlo. In realtà, i membri di una comunità di canidi sociali rimasti nelle vicinanze di una tana corrono a salutare i propri genitori e parenti (altri fratelli, cugini e zii) al rientro da una battuta di caccia o da una esplorazione territoriale. E tutto questo fa parte di ciò che in etologia viene definito ‘rituale di saluto’ che a sua volta fa parte di quel gruppo di comportamenti noti come ‘rituali sociali’. Per cui, anche in questo caso non vi è alcuna logica in questo atteggiamento suggerito, se non il fatto che magari un cane di 70 kg che vi salta addosso può atterrarvi, ma la soluzione è abbastanza semplice, insegnargli a non farlo fin da quando è un cucciolo. 4.Gestione delle soglie di casa. Questa per me è la più geniale. Bisogna sempre prestare attenzione a non far passare il cane da una porta prima del proprietario, perché è il capobranco che passa per primo dalle soglie. Considerando che solo in presenza di cuccioli la ‘tana’ non è esattamente preclusa agli adulti che non siano la madre o il padre, ma piuttosto per questioni di opportunità (qualcuno deve stare fuori a vigilare che non vi siano ‘pericoli’ in atto, come l’arrivo di una iena, un orso o canidi concorrenti) e spesso di spazio (i dingo occupano tane di altri animali, i lupi, le dholes e i licaoni cercano anfratti naturali che spesso hanno spazi molto ristretti per tutti), l’unica motivazione che io posso trovare logica è il fatto di abitare al bordo di una strada trafficata per cui è sicuramente opportuno pensare alla sicurezza del proprio cane e uscire per primi in modo tale che si evitino dannosi incidenti (nessuno vuole far finire sotto un auto il proprio cane). Non è, quindi, qualcosa da fare sistematicamente. Alcuni, come già accennato, hanno cercato di ammodernare questa visione camuffando gli esercizi per qualcosa di cognitivo, ma non essendovi alcuna logica etologica rimane comunque qualcosa al di fuori della realtà. Ad esempio, questi esercizi usati su cani ansiosi o iper - attaccati creano forti disagi, su cani con un buon temperamento assoluta indifferenza. Ciò che serve in effetti è avere un sano equilibrio e buon senso; questo richiede che fin da cucciolo venga data al cane la possibilità di conoscere gli stimoli, saperli gestire e, se questo risulta difficile, il proprietario deve trovare il modo di aiutarlo ad esempio andando da un buon educatore cinofilo. Per il resto, gestite la vostra vita sociale ed affettiva senza tanti giochetti inutili.
Giovanni Padrone 17
DISPONIBILE ON LINE in formato pdf ed epub (Kindle Amazon)
In quanti e quali modi i cani cercano di farsi capire dai proprietari? Come comunicano fra loro? Questo libro è il frutto di 5 anni di studio, uno studio approfondito, della etologia e del comportamento sociale dell’unica specie animale che nel corso della propria storia ha deciso di evolversi in compagnia dell’Homo sapiens. Scoprirete che il cane ha un linguaggio sociale, relazionale, emozionale ed affettivo molto complesso che è frutto di una evoluzione durata milioni di anni, pervenuta dagli antichi Canidi che l’hanno preceduto nel corso della storia evolutiva della Terra. Attraverso le esperienze dirette ed il confronto con gli studi scientifici Giovanni Padrone, educatore cinofilo studioso dell’etologia e della evoluzione del cane (per le quali ha già pubblicato nel 2012 ‘E il cane decise di incontrare l’uomo’) affronta i vari aspetti che spesso sono ragione di conflitto da parte del genere umano, cercando di spiegare chiaramente tutte le sfaccettature del comportamento canino. Allo scopo di rendere questo testo più completo, egli ha osservato per diverse settimane un gruppo di cani randagi viventi sulle colline vicino a Ravenna e ne ha annotato le similitudini e le differenze rispetto ai cani che vivono in compagnia dell’uomo. Nel libro è presente anche un ampio etogramma del cane, dove sono identificati e descritti oltre 150 comportamenti che il nostro amico a 4 zampe attua nelle proprie interazioni sociali ed ambientali. Un libro per tutti coloro che desiderano ampliare le proprie conoscenze sull’etologia del Canis familiaris.
In vendita nelle migliori librerie on line (per info sull’acquisto del libro cartaceo: giovannipadrone@gmail.com)
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di Debora Segna - Ogni volta che vedo immagini cruente nei confronti di animali penso a quanto ci sia di poco intelligente in quello che fa l’uomo. Uccidere animali o distruggere intere foreste non fa di noi dei buoni abitanti di questo pianeta. Cercare di “dominare” il mondo a discapito di un altro essere vivente non mi sembra una scelta saggia, la vita esisteva ancora prima di noi e forse continuerà ad esistere sempre, oggi ci troviamo in un epoca in cui non bisogna lottare contro altri animali per sopravvivere, ogni nostro comportamento distruttivo non ha alcuna giustificazione, perché potremmo, senza alcun problema convivere e cooperare pacificamente con tutti gli esseri viventi ma forse è più facile prevaricare che cercare di capire e rispettare chi è semplicemente “diverso” da noi. L’uomo ha la tendenza di vedere nella “diversità” qualcosa di negativo ma la diversi-
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tà non può essere peggiore o migliore di noi, la diversità è semplicemente la vita, basta fermarsi ad osservare le cose sotto altri punti di vista per comprendere che ciò che vediamo come un “demone” può essere un arcobaleno. Mi piacerebbe che vi fermaste a riflettere su queste meravigliose parole del grande naturalista Charles Darwin, il quale aveva compreso già nel lontano 1860 che “non esisteva alcuna differenza fondamentale fra l’uomo e i mammiferi più elevati per ciò che riguarda le loro facoltà mentali”. La specie umana, come tutte, si sarebbe prodotta secondo le leggi della “selezione naturale” e, come tutte, esisterà finché sarà in grado di adattarsi all’ambiente in cui vive. Ma chi riuscirà ad adattarsi ad un mondo che stiamo cambiando troppo in fretta? I cambiamenti naturali avvengono in migliaia di anni, quelli ad opera dell’uomo in pochi decenni. La differenza fra l’intelligenza e il linguaggio dell’uomo e quelli degli altri animali è, per Darwin, una differenza di grado e non di tipo, nel senso che l’uomo non è superiore a nessuno. ll potere acceca l’intelletto ed uccide la nostra anima. Londra 1860 “Capisco che la conclusione principale dei miei studi possa dispiacere a molte persone ma inevitabile, che l’uomo si scopre essere quello che è veramente: un animale tra gli animali. Non c’è, in effetti, alcuna ragione di credere che l’uomo si sia sottratto alla legge naturale apparendo sulla terra in maniera diversa dagli altri esseri viventi. Ho dimostrato, prove alla mano la sua origine, grazie alle indubitabili affinità con il suo antenato, la scimmia. L’uomo non è dunque il re della creazione piazzato sul mondo da una volontà divina come lo vorrebbe la Bibbia ma appartiene più naturalmente ad una varietà di esseri viventi che si è evoluta come le altre durante milioni di anni, battendosi per la sopravvivenza della specie. E siccome in ogni competizione vince il migliore, l’uomo grazie alla facoltà della parola ha progredito culturalmente accelerando la propria evoluzione naturale fino ad ottenere una posizione predominante sul regno animale. Non contento di questa supremazia, si è messo a scavare un abisso tra la sua natura e la loro 23
fino a considerarsi, presuntuosamente, l’immagine di Dio! Io, Charles Darwin, ho fatto luce sulle origine dell’uomo. Per il resto, questo grandioso concetto che è la vita ed il mistero del principio dell’universo sono insolubili per noi, quindi, mi limito a dichiararmi agnostico poiché la verità assoluta è incerta.“ Charles Darwin
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Recettori VR1: sono più di 200 e sono simili alle cellule dell’odore presenti nella cavità nasale.
Recettori VR2: composti anch’essi da oltre 200 recettori e si ipotizza che questi possano essersi evoluti dai recettori del sapore.
Recettori FPR (formilpeptidi), che sono composti da solo 7 recettori e sembrano essere preposti al rilevamento degli stati di salute degli individui.
Tuttavia, le molecole feromonali cui queste tre classi di recettori sono preposte, sono incerte o non note. Recenti esperimenti hanno dimostrato che alcune proteine urinarie nei topi utili a trattenere i feromoni volatili presenti nelle urine, possono agire tali e quali ai feromoni stessi ed indurre comportamenti di difesa. Un altro gruppo di molecole coinvolto nella attivazione dell’OVN appartiene al cosiddetto Complesso Maggiore di Istocompatibilità (CMI); in questo caso si tratta di 5 peptidi che sono presenti sulla membrana cellulare come un complesso di antigeni di su-perficie e differiscono a seconda della specie animale di appartenenza, poiché dipendono dal background genetico del singolo animale. E se una volta si pensava che questi peptidi costituissero la base di riconoscimento di ogni singolo individuo, le ricerche non ne danno conferma. In questa situazione ancora incerta e non definita completamente, sappiamo però che le molecole sessuali vengono rilevate dall’OVN sia nel cane (e nei Canidi) che nel gatto (e nei Felidi) e probabilmente in molti altri mammiferi se non in tutti. Per finire, se sono state ben definite le tre grandi famiglie di recettori vomeronasali e sono stati trovati alcuni dei leganti che li attivano, non si è ancora ben definita la corrispondenza fra recettori e leganti stessi, tranne che per un peptide della ghiandola lacrimale che attiva un recettore della seconda famiglia (VR2) e crea nella femmina di topo il comportamento di incurvamento della schiena. I cani, come gli altri mammiferi, rilevano le tracce odorose pesanti attraverso l’OVN, mentre quelle leggere subiscono un percorso di ricono-scimento diverso, attraverso il canale olfattivo e le papille gustative. Il naso è utile anche per il rilevamento di altre tracce odorose. La capacità di individuare la direzione di una pista è molto utile per i predatori e prove effettuate con le moderne razze di cani suggeriscono che essi ancora oggi hanno questa capacità. Dei cani da pastore tedeschi addestrati allo scopo hanno sempre seguito la traccia di una 27
persona nella direzione corretta. Il comportamento di tracciamento era diviso in tre fasi. Durante la fase di ricerca si sono mossi in fretta, annusando 10-20 volte a respiro. Una volta che i cani avevano trovato il sentiero, nella fase di decisione fiutarono per un periodo più lungo e rallentato, annusando 2/5 impronte. Nella fase finale di inseguimento, una volta che avevano stabilito la direzione da seguire, gli animali si m u o v e v a n o rapidamente. Se gli odori erano quelli previsti dalla prova, i cani li hanno sempre rilevati senza alcuna differenza nella concentrazione dell’odore nell’aria sopra a due impronte consecutive che erano state fatte fino a 20 Il bloodhound è noto per la sua capacità di seguire le tracce odorose minuti prima. Fonti Bibliografiche G. Padrone - Armonia a quattro zampe - 2014 - Narcissus D. Berthoud thesis - Communication through scents: Environmental factors af-fecting the urine marking behavior of the domestic dog, Canis familiaris, kept as a pet – 2010 - Anglia Ruskin University T. D. Wyatt – Pheromones and Animal Behavior – 2003 – Cambridge University Press
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di Davide Bressi - L’alimentazione è un tema delicato e molto discusso in ambito cinofilo. Il cane è un mammifero prettamente carnivoro, che ama anche ingerire frutta ed erba di varie specie, ma dalle quali, a differenza della carne, non è dipendente. Ovvio che nel corso degli anni si sia adattato a ciò che l'uomo li ha offerto, ma la sua conformazione morfologica e il suo comportamento in natura dove può esprimere pattern motori predatori completi indicano la sua appartenenza alla categoria dei carnivori. La forte dentatura è composta da 42 denti. La mascella e la mandibola, a differenza degli erbivori, hanno un movimento verticale. Gli incisivi e canini appuntiti strappano la carne mentre i molari e premolari seghettati la dividono in bocconi grandi quanto basta per essere ingerita senza essere sminuzzata. E' chiaro che il cane non mastica. Nella saliva sono presenti enzimi che svolgono attività antibatterica tipico dei carnivori i quali sono esposti a batteri di svariato genere. Il cane come tutta la famiglia dei canidi, sono attratti da animali in decomposizione e consumano la propria preda a più riprese nell'arco dei giorni. Posseggono un apparato digerente corto e con un Ph gastrico particolarmente acido, adatto a digerire velocemente proteine e grassi animali. L'abbondanza di acido cloridrico, come gli enzimi della saliva, svolge attività antibatterica ed è importante per la digestione delle carni. In relazione a quanto detto, riesce difficile non affermare che la dieta migliore per il nostro cane sia quella più naturale possibile. Pertanto sta prendendo sempre più consistenza l'idea che il cane debba seguire una dieta basata sul “fresco” composta da carne cruda, con osso e frutta e verdura. Questo tipo di dieta chiamata BARF ovvero Bones and Raw Food e/o Biologically Appropriate Raw Food elaborata anche dal Dottor Ian Billinghurst è ultimamente molto utilizzata nel nostro paese ed è spesso oggetto di confronto. Un programma alimentare che inizialmente ha diviso la medicina veterinaria e altri addetti ai lavori, ma considerando la natura della specie e appurati i riscontri positivi sui soggetti di diverse razze e taglie, si può tranquillamente affermare che i benefici sono molteplici. E' chiaro che l'assenza del cereale e la carne rigorosamente somministrata cruda con tanto di grasso e osso sono le caratteristiche di questa dieta. I cibi freschi e crudi mantengono intatti i propri valori nutrizionali e ovviamente si ha la consapevolezza di ciò che il proprio cane realmente si ciba. I vantaggi della BARF sono ampiamente dimostrati, studi scientifici a parte, a dirlo sono gli stessi cani che l'hanno provata e mai più lasciata. Per esempio i cani affetti da allergie di origine alimentare o soggetti con scarsa assimilazione dei nutrienti. Diversi allevatori affermano che con la BARF anche l'aspetto legato alla riproduzione è migliorato sostanzialmente. La scomparsa di coprofagia per i cani affetti da questo disturbo, che spesso è riconducibile all'alimentazione, e la riduzione del quantitativo delle feci è uno dei tanti benefici. La muta del pelo, che dovrebbe avvenire due volte l'anno, ritrova la propria regolarità. Questi alcuni dei tanti lati positivi di questa dieta che sicuramente è più impegnativa rispetto al mangime, ma più salutare. E' opportuno consultarsi con uno specialista 30
medico veterinario per programmare e bilanciare la dieta BARF onde evitare alcuni alimenti dannosi e quantitativi errati che potrebbero portare a squilibri. Evitare dunque il fai da te, sempre! L'alimentazione secca ovvero con le classiche crocchette sono il metodo più semplice e conosciuto ed ancora il più utilizzato. Le aziende produttrici di mangime secco vengono incontro alla clientela proponendo prodotti mirati per età, taglia, attività fisica e razza del cane. Non esiste, a mio modo di vedere, il mangime migliore. Vi sono mangimi di prima, seconda e terza fascia di qualità ecc. Resta comunque il fatto che pur alimentando con mangime di qualità diversi cani della stessa razza è possibile che alcuni di questi presenti problematiche. Senza scendere troppo nei dettagli e in concetti tecnici, vediamo come scegliere un prodotto di qualità. E’ importantissimo saper comprendere le quantità degli ingredienti, che chiarisco sin da subito, sono elencati per legge in ordine decrescente di peso. Il primo ingrediente elencato sarà dunque il più presente come quantitativo. I mangimi migliori in assoluto sono i “Grain Free” ovvero senza cereali. Sono prodotti che mirano ad eliminare le intolleranze alimentari e ad aumentare l'assorbimento delle componenti nutrizionali. Sono principalmente composti da alte percentuali di carne e/o pesce con frutta e verdura. Negli ingredienti le prime voci elencate sono carne fresca e/o carne disidratata disossata con le rispettive percentuali. Mi vorrei soffermare un attimo sul discorso carne fresca. La carne fresca è un inganno commerciale in quanto il consumatore è convinto di acquistare un prodotto con percentuali elevatissime di carne (spesso dichiarano 70% di carne, 30% frutta e verdura), ma ignora che la carne fresca verrà successivamente disidratata per la lavorazione con conseguente perdita di peso e dunque di quantità. E' preferibile dunque acquistare un mangime con elevate quantità di carne/pesce disidratato se si vuole aver la “certezza” di una reale quantità di prodotto. E' importante valutare il carico proteico di questa tipologia di mangimi con il proprio medico veterinario. Alcuni di questi sono stati studiati per cani che vivono a temperature rigide, che svolgono attività fisica elevata. Un eccesso proteico protratto per diverso tempo potrebbe causare problemi gravi al vostro cane. Come sempre la quantità di razione giornaliera va distribuita in base al tipo di vita condotta dal soggetto. Altra tipologia di mangimi sono quelli con carne fresca e/o disidratata come ingrediente principale e con riso e/o mais ed eventualmente frutta e verdure. Anche qui sono spesso riportate le percentuali di carne e di cereale, ma se così non fosse, ricordiamoci che la normativa globale prevede che gli ingredienti dei mangimi devono sempre essere riportati nell'etichetta in ordine di quantità decrescente, cioè dall'ingrediente in quantità più presente all'ingrediente in minor quantità. E' doveroso sottolineare che la qualità proteica di questi mangimi è diversa rispetto ai Grain Free. Mentre nel Grain Free abbiamo proteine solo di origine animale, nel mangime con carne e cereali siamo in presenza di proteine animali e vegetali (proteine dei cereali). Dunque la percentuale proteica riportata nella tabella nutrizionale è la somma di proteine animali e vegetali. Ho spiegato in precedenza che il cane ha una conformazione adatta a digerire la carne e quindi le proteine di origine 31
animale. Il cereale oltre ad offrire proteine di scarsa qualità, composto da amminoacidi semplici e non completi, contiene carboidrati che vengono digeriti con difficoltà in quanto il cane non possiede sufficienti enzimi salivari. E' possibile infine trovare la voce "derivati" nella lista degli ingredienti di questa tipologia di mangime. I derivati sono scarti di macellazione come ossa, piume di pollame, lische del pesce ecc. e causano feci farinose e molto asciutte se presenti in quantità elevate. Infine vi sono i mangimi con altissima concentrazione di cereale (riso e mais) posti nella lista degli ingredienti al primo posto, a seguire esigue quantità di carne o pesce con eventuali sottoprodotti e derivati. Questi mangimi sono solitamente economici e di qualità inferiore alle altre due tipologie sopra descritte. Ricapitolando, la voce carne o pesce può essere completata con la dicitura fresca, disidratata, ma anche con sottoprodotti e derivati. E' possibile trovare anche la voce "farine di carne" le quali sono derivati di tessuti di mammiferi o pesci con organi e ossa, senza la presenza di piume, zoccoli, zampe, pelle, sangue. Sul retro del sacchetto di mangime oltre agli ingredienti è presente la tabella nutrizionale. Umidità: acqua presente nel mangime. Proteine: sono composti organici utili alla costruzione muscolare. Grassi: detti anche lipidi, sono sostanze utili al fabbisogno energetico. Ceneri: sono materiali inorganici ricavati dall'incenerimento delle sostanze organiche. Abbiamo poi altre voci quali vitamine, minerali ecc. di notevole importanza, delle quali parlerò più avanti, che sono molto sensibili nella lavorazione industriale. Proteine. Le proteine si dividono in due grandi categorie: animali e vegetali. Le animali sono presenti nel latte, pesce, uova e carne. Sono composte da amminoacidi complessi indispensabili per l’ipertrofia e mantenimento muscolare, ma svolgono anche altre funzioni di vitale importanza. Sono dunque considerate di alto valore nutrizionale perché contengono tutti gli amminoacidi essenziali all’organismo dell’animale. Le vegetali sono presenti nei cereali, legumi, frutta secca. Queste sono considerate incomplete e composte da amminoacidi semplici. Le proteine vegetali non offrono dunque la stessa qualità e quantità di amminoacidi delle proteine animali. Personalmente le considero superflue sia nel cane che nell’uomo, specialmente nella dieta mirata alla costruzione muscolare. E’ importante dunque capire la reale quantità di proteine animali. Un eccesso di cereali 32
nel mangime, comporterà un valore proteico elevato, ma di scarsa qualità. Grassi. Sono molecole che l’organismo utilizza per produrre energia. La loro quantità è importante perché assieme alle proteine vengono utilizzati nei momenti di sforzo muscolare. Considerando che in natura il cane non mangia carboidrati, i grassi sono una risorsa indispensabile. Il cane a differenza dell’uomo produce grassi buoni e difficilmente va in iperlipidemia. La quantità di grassi come quella proteica va regolata in base al tenore di vita del cane. Un cane sportivo avrà sicuramente una dieta ricca di proteine e grassi, mentre un cane da salotto che conduce una vita poco movimentata avrà una dieta povera di proteine e grassi. Ceneri. A mio parere, il livello deve essere più limitato possibile. Sono sostanze come già detto inorganiche. Ceneri alte possono significare che il mangime sia composto da sottoprodotti di macellazione, materiale scadente come ossa, piume ecc. Vitamine. Sono composti organici necessari per molti dei processi che hanno luogo nel corpo di un cane come nell’uomo. Ogni vitamina ha una funzione specifica e il suo apporto varia a seconda della razza, dell’età (accrescimento, cane adulto, anziano), del tenore di vita (cane sportivo o non attivo), gravidanza per i soggetti di sesso femminile. La carenza di vitamine spesso rendono il corpo vulnerabile, esponendolo a rischio infezioni, malattie ed infortuni. Nei mangimi secchi, come accennato in precedenza, le vitamine patiscono particolarmente il processo di lavorazione. Ecco perchè vengono spesso integrate. Periodi di stress come l’educazione e l’addestramento richiedono maggiore apporto. Va detto però che non bisogna esagerare e farsi consigliare sempre da un medico veterinario possibilmente specializzato in nutrizione perché alcune vitamine possono avere effetti boomerang nel tempo. Evitare dunque il fai da te! Le vitamine si suddividono in due grandi categorie: Vitamine liposolubili A, D, E, K solubili nei grassi e che vengono quindi immagazzinate nel tessuto grasso del corpo. L’organismo attinge a questa riserva quando i livelli di tali vitamine si esauriscono. Una dose eccessiva di queste vitamine possono essere dannose nel cane. Vitamine idrosolubili C, B1, B2, B3, B5, B6, B7, B9, B12, H. Queste vitamine possono essere facilmente assorbite e utilizzate dal corpo. Ad eccezione della vitamina B12, le vitamine idrosolubili non vengono immagazzinate nell'organismo in quantità apprezzabili. Dal momento che qualsiasi eccesso di queste vitamine viene facilmente espulso dal corpo, il rischio di tossi33
cità è relativamente basso. Questo significa che i cani hanno bisogno di una fornitura costante di tali vitamine nella loro dieta. In breve andiamo a conoscere la loro funzione. La vitamina A è fondamentale per la vista e per la cute del cane. Stimola la rigenerazione, la protezione della pelle e delle mucose ed è essenziale per un mantello sano. Quantitativi eccessivi possono causare danni permanenti e, nei casi peggiori, portare alla degenerazione o all'ingrossamento del fegato, danni alle ossa e disidratazione. Una corretta dose è quindi essenziale. La vitamina A è anche un antiossidante e riduce l'effetto dannoso dei radicali liberi. E’ contenuta nei vegetali (specialmente nelle carote), nel latte, fegato. La vitamina D responsabile della formazione di denti e ossa aiuta l’organismo ad assimilare e immagazzinare il calcio. E’ importante nei cani giovani per assicurare la giusta calcificazione delle ossa. Una sua carenza può causare danni all’apparato scheletrico: (ossa poco calcificate, articolazioni gonfie, osteomalacia, osteoporosi ecc.) Una quantità eccessive di vitamina D, durante un periodo prolungato, può essere dannosa e causare depositi maggiori di calcio negli organi e nei vasi sanguigni. E’ contenuta nell’olio di fegato di pesci e nel lievito. La vitamina E importante per il sistema immunitario. La sua carenza può portare a disturbi per la crescita, problemi muscolari come atrofia muscolare e problemi al tessuto nervoso e ghiandolare. Nei cani utilizzati per la riproduzioni può causare una ridotta fertilità. E’ un antiossidante ed è indispensabile per l’assorbimento della vitamina A. E’ contenuta nei semi di cereali, negli ortaggi a foglia larga, nei semi e frutti oleosi, e negli oli. Inoltre, in quantità minore, anche nel fegato, nelle uova e nei latticini. La vitamina K garantisce la corretta funzionalità di alcune proteine che formano e mantengono forti le ossa. Favorisce la coagulazione del sangue in presenza di ferite. E’ contenuta nei vegetali. Vitamina C rinforza il sistema immunitario e aiuta alla formazione e rimarginazione del tessuto connettivo. È anch’essa un antiossidante. I cani sintetizzano quantità sufficienti di vitamina C nel fegato e nei reni. E’ contenuta specialmente nelle verdure fresche, negli agrumi e nei kiwi. Il complesso vitaminico B comprende molte vitamine essenziali, come la B1, B2, B3, B5, B6, B7, B9, e B12: svolgono un ruolo importante nei processi metabolici del cane. Stimolano la rigenerazione della cute e delle mucose. Aiutano ad incrementare la produzione di globuli rossi. Una carenza di queste vitamine può portare a un disturbo metabolico e neurologico. Sebbene si debba evitare di fornire al proprio cane quantitativi eccessivi di vitamina B per un periodo prolungato, le vitamine appartenenti a questo gruppo non sono considerate tossiche, poiché vengono espulse facilmente dal corpo. Sono contenute principalmente nei cereali, nel lievito, nel fegato e nella carne. La vitamina B1 contribuisce a regolare il metabolismo aumentando la capacità di assimilazione del calcio e fosforo. Mi34
gliora il funzionamento delle cellule nervose e del muscolo cardiaco. Aiuta anche a proteggere il tratto gastrointestinale. Le vitamina B2, B5, B6 e B9 (B9 detta anche acido folico) sono sostanze fondamentali per il metabolismo di proteine, amminoacidi, grassi e carboidrati. Agiscono sulla sintesi ormonale e sulla produzione di globuli rossi. Aiutano il benessere della cute del cane. La vitamina B3 (PP) è essenziale per la protezione della mucosa dell’apparato digerente. La vitamina B7 (H) contribuisce alla produzione e all'esaurimento degli acidi grassi e all'esaurimento degli amminoacidi. Grazie alle sue molteplici funzioni, svolge anche un ruolo determinante nel favorire la salute di unghie, pelle e manto del cane. La vitamina B12, , è fondamentale per la crescita e di vitale importanza per la formazione di emoglobina. Riduce l'incidenza di malattie cardiovascolari. E’ contenuta in alimenti di origine animale e quindi carne (fegato in particolare), pesce, latte e uova. Sali minerali. I sali minerali sono composti inorganici e il cane come l’uomo non è in grado di sintetizzarli autonomamente e dunque devono essere introdotti con l’alimentazione. E’ fondamentale un bilanciamento di tutti i composti per un buon funzionamento dell’organismo. Possiamo suddividerli in due categorie: Macroelementi presenti nell'organismo in quantità relativamente elevate. Fanno parte di questa categoria il calcio, il cloro, il fosforo, il magnesio, il potassio, il sodio e lo zolfo. Microelementi presenti nell’organismo in quantità relativamente minori. Fanno parte di questa categoria: Ferro, Rame, Zinco, Fluoro, Iodio, Selenio, Cobalto, Manganese, Molibdeno. Di seguito un elenco dei principali Sali minerali che a noi interessa approfondire. Calcio: è coinvolto in diversi processi quali la coagulazione del sangue e la stimolazione di nervi e muscoli. Una sua carenza può portare ad alterazione del processo di condrogenesi e osteogenesi con conseguente indebolimento dell’apparato scheletrico e quindi a fratture spontanee. Un suo eccesso è altresì da considerarsi pericoloso perché favorisce patologie quali la displasia dell’anca e l’osteocondrosi. Un eccesso di calcio ostacola l’assorbimento del fosforo. Fosforo: Il fosforo ha un ruolo importante in ogni reazione chimica all’interno dell’organismo poiché è presente in ogni cellula. E’ importante nell’utilizzazione dei grassi, dei carboidrati e delle proteine, per lo sviluppo, il mantenimento, la riparazione e la mediazione sia all’interno che all’esterno delle cellule e per la produzione di energia. Stimola le contrazioni muscolari, ivi comprese le regolari contrazioni del muscolo cardiaco. E’ bene tener presente che un eccesso di fosforo crea ingenti danni renali. Un’assunzione insufficiente di fosforo scaturisce difficoltà nella crescita, cattiva qualità 35
delle ossa e dei denti e altri disturbi ossei come l’osteoporosi. Uno squilibrio nel rapporto calcio-fosforo può manifestarsi con malattie quali artrite,rachitismo e carie dentaria. Sodio: anche il sodio come gli altri elementi può essere dannoso e non poco se in eccesso nell’organismo. E’ contenuto nel sale e non solo. Un eccesso di sodio (ipernatriemia) nel nostro cane può causare emorragie, ematomi, infarto dei vasi cerebrali, trombosi venose, ischemia del tessuto nervoso. Favorire l’insorgenza di patologie cardiache e renali. Magnesio: livelli elevati di magnesio nel sangue possono causare gravi problemi cardiaci e neurologici, ma anche problemi ai tessuti muscolari. Potassio: carenze possono causare aritmia cardiaca e problemi muscolari. Scarso appetito, stanchezza. Un eccesso di potassio può essere la conseguenza di una riduzione della funzionalità renale. Zinco: un equilibrio errato può portare ad un calo delle difese immunitarie e una riduzione della fertilità nelle fattrici. Manganese: una mancanza di equilibrio di manganese nel sangue può causare alterazione all’apparato scheletrico e riduzione della fertilità. Ferro: carenza di ferro, come è noto, porta anemia con conseguente riduzione di globuli rossi nel sangue responsabili del trasporto di ossigeno. Un calo di ferro abbassa il livello immunitario e crea inappetenza. Rame: un equilibrio errato può causare anemia, alterazioni muscolari, della cute e del pelo.
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Da quando gli antenati del cane 130.000 anni fa lasciarono la vita selvatica per convivere insieme all’uomo, qualcosa è cambiato. Infatti, nono-stante in natura fosse già presente la convivenza fra specie diverse, cane e uomo hanno esaltato ai massimi livelli la cooperazione interspecifica, arrivando a veri e propri scambi culturali: il cane impara dall’uomo e l’uomo impara dal cane. E’ questo l’unico modo che l’essere umano ha per poter carpire dal proprio compagno i segreti che lo rendono un animale particolare, una sinfonia a 4 zampe. Il libro racconta le origini, l’evoluzione, la psicologia e tutti i meccanismi che sono alla base di questo straordinario binomio unico nel suo genere ed unico in Natura; è rivolto a tutti i cinofili, dall’uomo e dalla donna comune al professionista che intendono aggiornare le proprie co -noscenze e magari vedere sotto un altro punto di vista cosa sia vivere il proprio cane. In formato PDF.
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Ficcando il naso nero nel vetro, il cane aspetta, aspetta sempre qualcuno. Infilo la mano nel suo pelo, io pure aspetto qualcuno. Ricordi, cane, c´è stato un tempo quando una donna abitava qui. E chi era essa per me? Forse una sorella, una moglie forse, e forse, talvolta, sembrava una figlia a cui dovevo il mio aiuto. Essa è lontana... Ti sei fatto zitto. Più non ci saranno altre donne qui. Mio bravo cane, sei bravo in tutto, ma che peccato che tu non possa bere!
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