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PUBBLICAZIONE GRATUITA ANNO 3, NUMERO 1 - GEN./FEB. 2014
Siamo ancora qui con voi per festeggiare un paio di fatti: innanzitutto siamo letti anche in molti paesi stranieri e, poiché chi ci legge al di là del confine spesso non conosce la nostra lingua e per questo deve ricorrere ad un qualche software di traduzione, abbiamo deciso da questo numero di inserire on line una versione in lingua inglese della nostra bella rivista di informazione cinofila. La stessa si chiamerà ‘No sillest things ABOUT DOGS’ (Non diciamo sciocchezze sui cani) ed all’interno di essa i lettori d’oltr’Alpe e d’oltre Oceano avranno la possibilità di capire finalmente cosa scriviamo senza tanti patemi d’animo dovuti a traduzioni parziali dei testi (beh... Sappiamo tutti come spesso i traduttori online traducono!!!). Dobbiamo ringraziare Dora ed il marito statunitense che si sono prestati nella verifica e correzione dei testi.
IN COPERTINA
La Redazione
Nativi della Nuova Guinea con i loro cani
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SOMMARIO Editoriale Cani al cinema: Hachiko il tuo migliore amico L'apparato digerente nel cane e sommin.ne di carne cruda Cuccia o box? L’arrivo di un cucciolo Cani, neotenia e realtà scientifica Bello e bravo è possibile? Il giardino, la ‘tomba’ del cane C’è posta per Fido Il comportamento di gioco I cani nella Poesia: Er Gatto e er Cane Umorismo canino
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di Giovanni Padrone ‐ In una fredda sera d'inverno un cucciolo si ritrova sulla banchina della stazione di Bedridge. Pochi secondi dopo è già pronto a scodinzolare dinanzi alle scarpe di Parker, un professore di musica di ritorno da un viaggio di lavoro, l'uomo dal quale non si separerà mai più fino alla fine dei suoi giorni. Infrangendo le regole di casa che vietano tassativamente a qualsiasi cucciolo di tornare a far parte della famiglia dopo la morte dell'ultimo cagnolino Luke, Parker non se la sente proprio di lasciare il batuffolino di pelo al canile o parcheggiato in stazione in attesa che qualcuno vada a reclamarlo. Mentre cerca di convincere la moglie a tenerlo con loro e di capire di più sul suo nuovo piccolo ami-
co, l'uomo scopre che non si tratta di un cane qualsiasi ma di un esemplare di razza akita, una particolare e rarissima razza di cani giapponesi gli shogun addestrano per la caccia ed i combattimenti, fedeli e devoti ma per nulla compiacenti agli uomini. Per compiere una qualsiasi azione gli akita devono avere sempre una ragione, un motivo speciale. Non si sa come sia finito nella stazione dei treni di quella cittadina e sul collare ha una targhetta di legno con inciso il suo nome, Hachi, che in giapponese significa 8, un numero considerato fortunato per la sua forma armonica, che arriva a toccare il cielo e poi ritorna sulla terra. Inizia così la storia d'amore tra Hachi e Parker, fatta di popcorn sgranocchiati davanti alle partite di baseball in tv, di corse, di divertenti siparietti, di barbecue in giardino e di risate. Ogni mattina Hachi accompagna il suo padrone al treno per poi andarlo ad aspettare alle 17 puntuale tutti i giorni sullo stesso muretto, gli basta il rumore del treno da lontano per correre da casa alla stazione ad attendere il suo inseparabile amico. Passando sempre per la stssa strada diventa a poco a poco amico di tutti, del guardiano della stazio-
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ne, del venditore di hot dog, della signora della drogheria e della commessa della libreria. Una routine che si interrompe il giorno in cui Parker per la prima volta non scende dal treno e non torna a casa. Durante una lezione il professore viene infatti colpito da ictus e muore sotto gli occhi dei suoi studenti. Sconvolte dalla perdita la moglie e la figlia del professore faranno di tutto pur di non far mancare ad Hachi l'amore e le attenzioni che merita ma lui non vorrà saperne di perdere la speranza di rivedere il suo inseparabile amico tor-
nare a casa e per nove lunghi anni, con la pioggia, con la neve e con il sole, continuerà a tornare nello stesso posto alla stessa ora in nome di un amore assoluto e incondizionato. Lasse Hallstrom americanizza una storia vera che in Giappone è entrata a far parte del folklore e che ha reso un cane, il vero Hachiko, un eroe nazionale 4
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sin dagli anni '20, epoca in cui un professore universitario di Tokyo prese sotto la sua ala protettrice un cucciolo di akita che anche dopo la morte del suo padrone ha continuato ad attenderlo in stazione per 9 lunghi anni. Da allora fu eretta in ricordo di Hachiko una statua di bronzo nel punto preciso in cui il cane ha aspettato invano il suo padrone, sono stati scritti libri per ragazzi e nel 1987 una produzione giapponese decise di realizzarne un lungometraggio riscuotendo un grandissimo successo di pubblico. Dopo qualche flop di troppo finalmente il cineasta svedese adottato da Hollywood, riesce a raccontare in maniera delicata e appassionata una storia d'amore assoluto arrivando al cuore come accadde per grandi classici quali Chocolat e Le regole della casa del sidro. Solo che stavolta si tratta di una storia vera, di un
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amore puro e senza limiti che ha unito un cane e il suo padrone fino alla morte. Il cineasta candidato all'Oscar ben due volte per la sceneggiatura de La mia vita a quattro zampe e Buon compleanno Mr. Grape sceglie di regalare al pubblico di tutto il mondo questa piccola grande storia d'amore che guarda alla vita con ottimismo e positività che va a pizzicare le corde giuste commuovendo anche i cuori più duri. Coraggiosa sicuramente la scelta di Hallstrom di far ruotare metà film intorno ad un cane, personaggio che non parla e non fa altro che ripetere quotidianamente le stesse cose tentando di sopravvivere in attesa di rincontrare il suo amato padrone. Non aiuta ad essere allegri neanche la colonna sonora del film, accorata e struggente, decisamente perfetta per il contesto. Con l'aiuto della soggettiva in bianco e nero che mostra il mondo anche dalla prospettiva di Hachiko, Hallstrom si prende tutto il tempo necessario per la costruzione del rapporto tra i due senza tenere fuori lo spettatore da dinamiche e sfumature che spesso sfuggono in film di questo gener. I veri eroi sono quelli come Hachiko, quelli che sanno amare, che sanno apprezzare i piccoli gesti, le piccole cose che fanno parte della quotidianità, perché niente è per sempre, tutto finisce e muore tranne il ricordo delle persone
che si sono amate in vita e del tempo speso con loro. Rinunciando alla pomposità sentimentaloide che spesso contraddistingue i suoi lavori, Hallstrom è riuscito stavolta a realizzare una pellicola ricca di realismo, mai ammiccante o ridondante, assai drammatica ma non per questo patetica, con uno stupendo esemplare di akita come primo attore, un cagnolone dallo sguar-
do furbo e fiero, allo stesso tempo dolce e pieno di malinconia, dotato di una mimica facciale e di un'espressività davvero fuori dal comune. Consigliato a tutti, cinefili e cinofili, grandi e piccini, uomini e donne, a chi ha un cane ma anche a chi non ce l'ha e a tutti quei mascalzoni che in preda a deliri di inumanità e di ingratitudine decidono di disfarsi dei loro amici a quattro zampe. 5
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di Roberto Mannu L'apparato digerente dei cani è più corto rispetto all’uomo (circa la metà): il cibo viene assimilato ed elaborato in modo diverso dall'uomo, l’acidità gastrica è in grado di combattere i batteri presenti nel cibo. Questo è il motivo per cui sono meno suscettibili ad intossicazione da Escherichia coli, Salmonella ecc. In natura, gli animali sanno cercare quei cibi che soddisfano le loro esigenze nutrizionali. Ad esempio i lupi prima di mangiare il muscolo o osso, mangiano il contenuto dello stomaco, il fegato, pancreas e intestino, tessuti ricchi di enzimi fondamentali per la digestione. I Cuccioli del Lupo sono svezzati e mantenuti dal cibo rigurgitato contenente gli enzimi digestivi. L’integrazione con enzimi digestivi trova indicazione per quei soggetti che hanno difficoltà digestive per un esaurimento pancreatico. Il trattamento termico, modifica o distrugge molte sostanze nutritive importanti - fino al 100% la perdita di alcune vitamine, fino al 60% la perdita di alcuni aminoacidi, fino al 10% la perdita di alcuni acidi grassi. Prebio-
tici ed enzimi possono essere distrutti. Il calore sui grassi causa ossidazione che porta dapprima alla formazione di perossidi e di idroperossidi e poi di acidi grassi a catena corta. Inoltre la glicerina che si libera è un composto altamente tossico. L’acido linoleico, come il linolenico, preziosi per la sintesi dei fosfolipidi, subiscono con il calore delle modifiche strutturali che li rendono inattivi. Il grasso cotto ritarda l’assorbimento di calcio, magnesio, ferro e rallenta lo sviluppo delle ossa. Gli animali nutriti con carne cotta vivono meno a lungo ed hanno minori capacità di riproduzione inoltre tendono a sviluppare maggiori malattie mentre l’alimentazione cruda rende perfino più agevole il parto.
CARNE CRUDA: BATTERI E.... ALTRE ERRATE CONVINZIONI Una domanda preoccupa alcuni di voi: "I batteri nella carne cruda (se per caso ne rimangono) fanno male al mio cane?" Si, i batteri della carne potrebbero fare male al vostro cane SE lui avesse un sistema immunitario indebolito oppure degli altri gravi problemi di salute. Le
diete a crudo vengono anche accusate di danneggiare il pancreas e i reni, quando in realtà questi problemi sono già presenti e vengono solo messi in evidenza dal cambio di dieta. Il cane è ben equipaggiato contro i batteri. La sua saliva ha proprietà antibatteriche. Contiene infatti il lisozima, un enzima che distrugge i batteri pericolosi. Il tratto digerente è corto e fa transitare il cibo e i batteri velocemente senza che questi abbiano il tempo di proliferare. L’ambiente molto acido del sistema digerente (diversamente dal nostro) è anche un buon deterrente contro la colonizzazione dei batteri. La gente spesso ripete che nelle feci dei cani c’è la salmonella (anche in quella dei cani che mangiano le crocchette) senza che questi mostrino dei sintomi della malattia, come prova del fatto che il cane è infettato di salmonella. Nella realtà questo prova soltanto che il cane è in grado di far passare la salmonella attraverso il suo sistema digerente senza problemi. Il cane può quindi essere un veicolo per la salmonella, ma la so7
luzione è semplice: non mangiate le feci del vostro cane e pulitevi le mani dopo che le avete raccolte (incredibile!!!!). Un cane affetto da un “avvelenamento da salmonella” non è chiaramente sano, soprattutto se lo si mette a confronto con un cane che mangia lo stesso cibo ma che è perfettamente sano. Il primo cane ha subito un “calo” nel suo sistema immunitario che ha permesso ai batteri di diventare un problema. Per utilizzare la terminologia della medicina omeopatica, questo è solo un ulteriore sintomo di cui l’animale soffre per una malattia cronica. Non solo: le crocchette irritano l’intestino ma forniscono anche un ambiente umido e caldo pieno di zuccheri non digeriti e amidi che sono cibo per i batteri. Questo spiega come migliaia di animali che mangiano mangimi soffrono di una malattia chiamata Small Intestinal Bacterial Overgrowth in breve SIBO (Lonsdale, T. 2001. Raw Meaty Bones. pag 85). Al contrario le ossa carnose creano un ambiente molto ostile per i batteri, dato che sono facilmente digeribili e non contengono carboidrati, amidi CINOFILI STANCHI
e zuccheri che nutrono i batteri. RIASSUMENDO: il cibo crudo richiede masticazione: esercizio essenziale per i denti; la necessaria masticazione assicura un’insalivazione appropriata; il cibo crudo preserva i denti e lo stomaco dai danni del cibo cotto; i cibi crudi posseggono le giuste proporzioni tra sostanze nutritive e quelle di scarto; i cibi crudi tendono ad impedire dannose combinazioni di alimenti; i cibi crudi posseggono vitamine, enzimi, sali, acidi, carboidrati, proteine, e grassi in forma organica, cioè altamente assimilabili; i cibi crudi non possono essere facilmente adulterati così come oggi avviene per i cibi inscatolati;
LA COTTURA INVECE: distrugge il corredo vitaminico, specie delle vitamine termolabili: enzimi, ormoni, antiossidanti naturali: elementi che sono alla base delle difese naturali dell’organismo; cambia ciò che era organico in inorganico rendendolo inutilizzabile dall’organismo; specialmente le vit. B e C solubili in acqua, si dissolvono alla prima cottura; causa grande perdita di minerali solubili, dal 20 al 70%; la cottura a vapore produce una perdita dal 22 al 43%; produce acido urico che danneggia lo stomaco, intestini, reni, fegato, polmoni, cuore causando artrite, reumatismi, gotta, cancro.
il cibo crudo non fermenta rapidamente.
Roberto Mannu Allevatore Cinofilo Ric. E.N.C.I. -F.C.I. Iscritto Registro degli Addestratori E.N.C.I. Sez. 1 Cani da Utilità 8
di Davide Bressi - Ci siamo, finalmente è arrivato a casa il nostro cucciolo, è stupendo, coccolone, giocherellone, un amore! “Sai cara, dobbiamo fargli una casetta tutta sua. Avrà bisogno anche lui dei suoi spazi e noi in certi momenti avremo esigenza di lasciarlo solo e in casa potrebbe fare danni o farsi male. Acquistiamo una cuccia o un box?” In questo numero di “Cinofili Stanchi” parliamo di consigli per gli acquisti. E’ appena passato il Natale, ma per un regalino al nostro Fido c’è sempre tempo.
Per chi decide di crescere il proprio cane in giardino (tanto poi entra sempre in casa, altro che giardino) ci sono due soluzioni pratiche
che offrono comfort e ripa- la cuccia vi dura da Natale ro dalle intemperie. Potete a Santo Stefano, come si acquistare una cuccia o un suol dire. box. Posizionatela in una zona La prima soluzione la con- di semi-ombra nel periodo siglio a chi non ha molto estivo, mentre per l’inverno spazio in giardino e per chi meglio scegliere una zona il vuole affrontare una spesa più soleggiata possibile. La economicamente più ridi- cuccia offre un vantaggio mensionata. Una buona sicuramente economico cocuccia deve essere costruita me già detto in precedenza con materiali di alta qualità, e soprattutto di minor inche possa garantire riparo gombro, ma ha anche degli dal sole in estate e mante- svantaggi rispetto al box. nere al caldo il cane in inverno. La maggior parte Si presenterà sicuramente delle cucce professionali l’esigenza di lasciare il cahanno tutte il tetto realizza- ne in sicurezza per qualche to con materiale coibentato ora, magari per separarlo da con paratie e pedane in altri cani per evitare gravipannelli coibentati o legno danze indesiderate durante impermeabilizzato. In com- il periodo del calore. mercio vi sono diverse misure e forme. Da evitare sicuramente le cucce in plastica o materiali non termici. Non offrono riparo dal sole e disperdono il calore generato dal corpo del cane. Le cucce non rifinite accuratamente, prive di materiale anti-rosicchiamen La soluzione più completa, -to le sconsiglio; altrimenti comoda e sicura, per chi ha 9
spazio ovviamente, è il box. Anche in questo caso vi sono in commercio di varie misure e tipologie. Il box vi consente di tenere il vostro cane sempre al caldo e libero di girare al suo interno essendo questi di misura nettamente maggiore rispetto ad una semplice cuccia. Personalmente preferisco box con pedana sollevata dal terreno in legno trattato e ricoperto con materiale lavabile e impermeabile per facilitare la pulizia quotidiana. Box suddiviso in zona notte e zona giorno con impianto elettrico e piletta di scarico per far defluire i liquami.
molto rigido al fine di rendere ancora più confortevole la loro casetta, da posizionare anch’esse in zona notte. Il tetto del box ovviamente in materiale coibentato, mentre per le paratie potete optare sia per il coibentato che per il legno impermeabile. Il restante tutto con rete e porta zincata. Attenzione alle rifiniture, che siano anti-rosicchiamento come per le cucce. Le misure del box a mio parere non devono essere inferiori a 8 mq complessivi, un box 4 metri x 2 metri è più che sufficiente per un cane. E’ possibile aggiungere al box uno sgambatoio
ovvero una zona recintata con rete zincata adiacente al box dove il cane può usufruire di ulteriore spazio. Una spesa fatta bene all’inizio produrrà sicuramente un risparmio notevole nel tempo e tanto confort e salute al vostro cane.
Davide Bressi Brs Passion Rottweiler Kennel San Marco in Lamis (FG) http://www.brspassion.it/it/ home-page
La pedana in legno sollevata dal terreno garantisce, a differenza del massetto in calcestruzzo, isolamento dalla umidità e freddo in tutte le zone del box. I cani rimarranno sempre caldi. E’ possibile montare all’interno della zona notte un ulteriore piccola cuccia o posizionare dei tappeti per cani. Oppure consiglio piccole pedane riscaldabili alimentate a corrente elettrica per le zone dal clima CINOFILI STANCHI
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SSION A P S R B F NEL O N E K R E L I CI/FCI N E o t u ROTTWE i c s o n riale rico o t a m a o t n e Allevam is (FG) m a L n i o c r a San M
cell. 328-5972631
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Sito: www.brspass ion.it ss a p rs b @ fo in : il a -m E 11
di Angelo Romanò - Chi ama gli animali prima o poi vorrà beneficiare della loro compagnia, decisione non facile perché presuppone una coscienza nel valutare i cambiamenti che questo piccolo essere porterà nel nostro modo di vivere e nel nostro nucleo familiare; lavoro, ferie, incontri, weekend, cambierà veramente molto di quello che noi davamo per scontato fino a un minuto prima, Cambierà sopratutto in meglio per noi, perché con gioia vorremo condividere con il nostro piccolo amico le esperienze che fino ad ora facevano parte solo della nostra routine. Come gestire al meglio il suo arrivo? Quali possono essere gli ostacoli, i pericoli che potremo incontrare? Come preparare un luogo a lui non familiare e nel quale passerà il resto della sua vita? Prima di tutto, essendo
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piccolo, dovremo preoccuparci di tutti quei pericoli che per lui potrebbero essere dannosi o addirittura fatali, quindi la parola d ’ ordine è "precauzione"; custodite quindi in un luogo sicuro tutti quei prodotti che possono essere nocivi o pericolosi come ad esempio detersivi, medicinali o anche piccoli oggetti che potrebbe prendere in bocca per gioco, distruggere con i dentini aguzzi ed ingoiare. Leviamo dalla sua portata tutti questi oggetti e procuriamoci un piccolo gioco adatto a lui che potrebbe essere nella sua educazione. Secondo aspetto da non sottovalutare è il cambiamento d ’ ambiente: odori, rumori nuovi, intensi e/o diversi da quelli che fino al giorno prima era abituato a sentire, i giochi con i fratelli e la mamma che di colpo cessano. L'arrivo quindi in un ambiente non familiare al primo impatto potrebbe scatenare piccole paure, soprattutto se molti componenti della famiglia si
avvicinano, cosa a cui non è abituato. Cosa fare quindi per accogliere in modo meno traumatico il nuovo arrivato? Facciamoci dare una piccola coperta (o un lembo) dall'allevatore sulla quale lui, i fratelli e la mamma hanno riposato in modo tale da traghettare gli odori a lui noti anche nel nuovo ambiente. Poniamo il lembo all'interno della nuova cuccia, in modo che comprenda che quello sarà il luogo in cui potrà riposare e sentirsi sicuro, e lasciamogli esplorare l'ambiente da solo. Se avete altri animali l'approccio dovrà essere graduale quindi supervisionate sempre. Quando sarà pronto verrà lui stesso a cercarvi e voi lo ricompenserete con un premio o at12
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tenzioni, rinforzando così la sua voglia di stare con voi. Scegliamo un posto consono al suo soggiorno, lontano da caloriferi, porte o finestre perchè troppo caldo o freddo e sbalzi improvvisi di temperatura potrebbero avere conseguente negative sulla sua salute. Il posto migliore potrebbe essere in un angolo della stanza, dove possa dormire tranquillo rannicchiato nella sua cuccia la quale potrà essere usata anche per riposare quando si sentirà stressato. Il cucciolo passa la maggior parte del tempo a riposare ed è bene che in questi momenti venga lasciato tranquillo. Questo gli permetterà di recuperare le energie e sarà pronto per giocare e divertirsi con voi. Ricordiamoci di limitare il gioco a pochi minuti alla volta. Di notte potrebbe sentirsi solo, visto che prima dormiva con i fratelli, e potrebbe quindi abbaiare od ululare per richiamarli. Per far sì che si senta in compagnia una borsa dell'acqua calda ed un giocattolo potrebbe essere d'aiuto. Parliamo ora del trasporto perchè anche il trasporto
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ha una componente importante nello sviluppo del cucciolo. Cani non abituati ad essere trasportati in macchina potrebbero soffrire nel tragitto ed associare il viaggio ad una spiacevole esperienza. Come comportarsi in questi casi? Chiediamo all'allevatore di non farlo mangiare prima del viaggio, o per lo meno di limitare al minimo la sua
razione, per non avere problemi di rigurgito durante il viaggio. Informiamoci inoltre se il cucciolo è abituato o meno al trasportino, prezioso strumento che ci consentirà di portarlo con noi ovunque, se non è abituato spendiamo 5/10 minuti di tempo per fargli imparare ad entrarci con dei premi lasciandolo anche giocare all'interno. Questo esercizio va fatto prima di andarlo a prendere definitiva-
mente e l'associazione che si deve ottenere con questo strumento deve essere un'esperienza più che positiva. Proviamo dunque a lasciarlo qualche secondo a porta chiusa con qualche boccone all'interno, il tempo di mangiare ed apriamo la porta del trasportino, aumentiamo poi gradualmente il tempo e se possibile lasciamo che si riposi all'interno. Ricordate che il trasportino è il mezzo migliore per portare il vostro cane in giro con voi in quanto sicuro per entrambi. Prendere in braccio un cucciolo pauroso o tremante potrebbe infondere in lui ulteriore paura. Le vostre attenzioni ed il vostro modo di comunicare in maniera protettiva non lo aiuterebbero a calmarsi ma ad avere piuttosto, secondo il suo schema comunicativo, ulteriore paura. Ricordiamo di farci dare dettagli sulla sua dieta per evitare problemi intestinali dovuti ad un eventuale cambio di alimentazione. Per passare ad un altro alimento avremo tutto il 13
tempo, per i primi giorni è meglio continuare l'alimentazione già fornita dall'allevatore. Per quanto riguarda gli orari, all'inizio attenetevi agli stessi orari dell'allevatore e gradualmente, di giorno in giorno spostatelo verso l'orario più consono al vostro stile di vita per piccoli stati ansiosi. L'orologio biologico del cucciolo è preciso e quando è ora il cucciolo è pronto per la pappa. Somministrate la quantità giornaliera suddivisa in 3/4 pasti, così come era già abituato prima e lasciate sempre a disposizione una ciotola con dell'acqua pulita.
tendo il cucciolo sopra (o portandolo in giardino). Se sporca nel luogo esatto facciamogli capire con un "bravo!" che ha sporcato nel posto giusto, altrimenti nessun rinforzo, puliamo e ritentiamo la prossima volta. Così facendo capirà in fretta che è meglio sporcare nel posto giusto per ricevere attenzioni. Fate visitare il vostro cucciolo dal veterinario, entro un paio di giorni possibilmente, per accertare il suo stato di salute, verificare i trattamenti fatti come vaccinazioni, sverminazioni e in base alla stagione gli antiparassitari adottai, ma anche per instaurare un rap-
porto positivo con l'ambiente e con lo staff, così facendo si abituerà alle visite più volentieri. Se volete potere provare a fare una finta visita anche a casa per abituarlo meglio qualche giorno prima di portarlo. Ora siete Voi il punto di riferimento, il cucciolo vi seguirà e farà di tutto per avere la vostra attenzione, ma dategliela solo quando si comporta bene. L'educazione è importante, ma questo lo vedremo sul prossimo numero.
Angelo Romanò - http:// www.cuccioliprodigio.it
Arriverà il momento in cui il cucciolo dovrà sporcare, è più che normale, ma piccoli accorgimenti ci aiuteranno a capire quando. Ogni volta che ha mangiato, ha giocato o si è svegliato, quelli sono i momenti in cui maggiormente ha lo stimolo ad evacuare. In questi casi, se non disponiamo di un piccolo giardino, aiutiamoci con una traversina e metCINOFILI STANCHI
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di Giovanni Padrone - Fin da quando sono entrato in cino‐ filia ho trovato un ambiente alquanto ostile alle novità. Anch’io nel mio breve percor‐ so (in fondo parliamo di me‐ no di 10 anni) sono passato attraverso le teorie che anda‐ vano per la maggiore, quali la gerarchia, la dominanza, il ca‐ pobranco, Jean Fennell (Cesar Millan mai) e la neotenia, tant’è che se si leggono i miei scritti su qualche forum di di‐ versi anni addietro (2007 e 2008 ad esempio) e li si con‐ fronta con ciò di cui tratto da 3 anni a questa parte sui so‐ cial network noterà una diffe‐ renza enorme. Questo, perché inizialmente grazie alla mia inesperienza mi affidavo ad articoli scritti da cinofili più o meno noti ‘accreditati’ nella nostra cinofilia. Poi, però, il mio cervello ha iniziato a ra‐ gionare per conto proprio ed ho capito che se ‘qualcosa non suonava la nota giusta’ voleva dire che c’era qualcosa che non andava. Per cui, visto che non riuscivo a trovare ri‐ sposte ai miei dubbi negli scritti di quei personaggi che occupano il loro posto nel mondo cinofilo italiano, decisi di cercare altrove. Mi misi, perciò, alla ricerca di articoli e testi scientifici che si occu‐ pavano di cani. Fu così che mi si aprì un mondo nuovo, pie‐ CINOFILI STANCHI
no di risposte che conferma‐ rono i miei dubbi su molti aspetti che riguardano il ca‐ ne. Capii, in definitiva, le va‐ rie cose che non quadrava‐ no, a conferma delle mie os‐ servazioni sui cani con cui lavoravo o interagivo, inclusi i miei. E se una volta qualcu‐ no mi derideva per il mio so‐ stenere a spada tratta argo‐ menti ‘arcaici’ (senza peral‐ tro spesso non argomentare le ragioni del proprio pen‐ siero), ora non ride più, anzi probabilmente per queste persone sono già molto oltre le loro conoscenze. In tre anni ho raccolto circa 3000 fra studi e testi scienti‐ fici ed ho compreso che se si vuole parlare di cani ci si de‐ ve documentare su varie di‐ scipline scientifiche. Ho stu‐ diato e approfondito attra‐ verso le prove genetiche e quelle archeologiche e pale‐ ontologiche come sia nato il cane ed ho capito che la sto‐ riella del cacciatore che a‐ dotta i cuccioli di lupo non è altro che una romantica fa‐ voletta senza alcun fonda‐ mento: la realtà è che per arrivare dal lupo al cane so‐ no occorse varie decine di migliaia di anni di evoluzio‐ ne naturale avvenuta in con‐ temporanea all’evolversi delle specie umane (prima i Neanderthal e poi i nostri
diretti antenati, i Cro Ma‐ gnon). E mi fa piacere che qualche autorità scientifica inizi a parlare di questo ar‐ gomento, anche se purtrop‐ po su altri argomenti siamo ancora alle calende greche. Pazienza: i percorsi culturali richiedono tempo per svi‐ lupparsi ed ho fiducia che entro la fine del terzo mil‐ lennio qualche ulteriore pro‐ gresso avverrà. Uno degli argomenti in cui molti sono ancora fermi a 30/40 anni addietro, o forse più, è la teoria neotenica o Neotenia che ha l’unico pre‐ gio di essere stato il primo tentativo pseudoscientifico di dare una classificazione alle varie razze canine. Que‐ sta teoria, elaborata inizial‐ mente da Konrad Lorenz, aveva la pretesa di classifica‐ re i cani secondo la loro pre‐ sunta vicinanza o lontanan‐ za alle caratteristiche infan‐ tili dei cuccioli di lupo, pro‐ genitore del cane. La teoria inizialmente suddivideva i cani in quattro gruppi, poi Raymond Coppinger ne ag‐ giunse un quinto, quello dei cani ‘iperlupini’. Poi, avven‐ ne nella seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso che il genetista Robert K. Wayne pubblicò un suo stu‐ dio (Cranial morphology of domestic and wild canids: the 16
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influence of development on morphological change ‐ 1986) in cui smentiva fosse possibile affiancare le varie morfologie craniali delle raz‐ ze canine ai membri giovani o infantili del lupo grigio. Fu così che R. Coppinger, non potendo confutare questa ricerca, ravvide la sua opi‐ nione sulla Neotenia e la rin‐ negò, mentre altri trovarono un percorso alternativo, o per meglio dire passarono dal pedomorfismo (dal greco paedos = bambino) all’etero‐ cronia (che corrisponde alla differenza nell’andamento temporale dei processi di sviluppo fra due organismi legati evolutivamente, un antenato vivente ed una nuova specie che da questo si è evoluta, come nel caso del lupo e del cane). Però, quando una teoria zoppica, o per meglio dire si basa su dati non certi, prima o poi è destinata a cadere. In effetti, anche se da noi è rimasta u‐ na cosa passata sotto silen‐ zio (i complottisti parlereb‐ bero di insabbiamento), an‐ che questa ultima ipotesi è stata smentita grazie, so‐ prattutto, ad una scienziata e ricercatrice allieva dello stesso Raymond Coppinger: Abby G. Drake che con uno dei suoi ultimi studi (Evolution and development of the skull morphology of canids: An investigation of morphological integration and heterochrony) ha provato che non vi sono
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analogie fra gli assi crani‐ ali di qualsiasi cane e quelli dei lupi di qualsiasi età in base a quanto sta‐ bilito dai sostenitori della Neotenia eterocronica. Ma, naturalmente, non c’è solo la dottoressa Drake, affermata ricercatrice ri‐ conosciuta in ambito mondiale, a smontare questa teoria, sotto certi punti di vista assurda (mi ricordava un po’ quei dis‐ corsi di certi ‘scienziati’ na‐ zisti per cui le caratteris‐ tiche del volto umano ris‐ pecchiavano ciò che l’umano era: se sei un pregiudicato hai quella faccia lì). Gli studi sono molteplici, almeno quanto gli scienziati che li hanno portati avanti. Nonostante questo, esiste sempre uno zoccolo duro che non crede a prescindere ai cambiamenti, quasi che le teorie scientifiche fossero più un credo religioso piut‐ tosto che la spiegazione del momento che può variare per l’evoluzione dei mezzi tecnici e delle conoscenze che vengono approfondite nel tempo e si evolvono col pensiero umano. Certo, oggi sarebbe alquanto ridicolo parlare di generazione spon‐ tanea delle mosche o di Ter‐ ra piatta, quando si sa che le mosche hanno un processo di crescita che va dalle uova, alle larve, alle mosche stesse e la Terra è un globo imper‐ fetto. Ma la fantasia umana non ha limiti. Per cui chi
Rappresentazione della teoria neotenica
vuole restare indietro ne su‐ birà prima o poi le conse‐ guenze. Di sicuro la denigra‐ zione del nuovo che questi personaggi hanno d’habitude non ne aumenta le capacità intellettive. Ma noi non siamo qui per discu‐ tere di oscuri personaggi che sembrano fuoriuscire da una favola dei fratelli Grimm (anche se a loro piacciono molto le favole), ma per di‐ scutere di altro. Tornando alla neotenia, alla fine questa ‘teoria’ risulta essere stata solo qualcosa basato su nulla di scientifico, ma sulla osservazione di uno zoologo ed etologo che vinse il premio Nobel per i suoi studi sull’imprinting avicolo (e di certo non sulle sue va‐ rie elucubrazioni sui cani). Certamente gli si riconosce il tentativo di aver cercato in qualche modo di suddivide‐ re le razze canine, ma pur‐ troppo non era la strada giu‐ sta (e lo zoccolo duro, prima o poi, si metterà l’animo in 17
pace). Ordunque, se non è possibile classificare le razze canine in base alla loro vici‐ nanza o meno a condizioni di gioventù del loro antenato, il lupo grigio, quale può essere una soluzione valida? Fonda‐ mentalmente abbiamo due vie (che probabilmente in qualche punto possono pure coincidere). La prima, basata sulla vicinanza/lontananza temporale ai cani antichi. Il primo gruppo, quello più vicino ai cani antichi (13.000/15.000 anni fa), comprende le razze origi‐ natesi dagli antichi ‘spitz’ naturali, ovvero gli spitz/ nordici odierni che hanno una storiografia archeolo‐ gica documentata (akita, shiba, husky, laika, basenji e dingo, ad esempio) ed i levrieri (saluki, ad esem‐ pio). E poco importa che geneticamente, se si eccet‐ tuano basenji, dingo e salu‐ ki, non sia più possibile di‐ mostrare la loro antichità per via degli incroci avve‐ nuti negli ultimi due secoli. Un secondo gruppo è quello costituito dai molossoidi antichi che apparvero per la prima volta intorno a 10.000/11.000 anni fa con l’avvento della pastorizia nel Levante Mediterraneo (Turchia e zone limitrofe); cani da guardia alle greggi come i pastori dell’Anatolia o quelli dell’Asia centrale. Un terzo gruppo è composto da cani che sono stati sele‐ zionati in epoca storica, so‐ prattutto nel periodo greco ‐romano: cretan hound, ca‐ ne corso, maltese, meliteo, CINOFILI STANCHI
gani ed è per tale ragione cirneco, ecc. che fra i levrieri, gli unici L’ultimo gruppo è costituito ad appartenere a questo da tutti quei cani seleziona‐ gruppo, annoveriamo ti dall’uomo negli ultimi l’Irish wolfhound, di di‐ due/tre secoli: dal pastore mensioni molto più grandi tedesco, al dobermann, al rispetto al record‐dog in carlino. altezza Giant George (alano Però, questa classificazione tedesco recentemente non sarebbe comunque in scomparso). Inoltre, sia grado di trovare un punto in maschi che femmine pos‐ comune, al di là della crono‐ siedono dei muscoli iper‐ logia, che potesse spiegare trofici e lunghi ed uno stra‐ dal punto di vista comporta‐ to adiposo molto ridotto mentale analogie fra le varie (col plicometro ho verifica‐ razze appartenenti ad un de‐ to in alcuni ‘atleti’ essere terminato gruppo. Anzi, alla intorno al 2/3% della mas‐ fine sono più le differenze sa corporea totale). delle similitudini. Allora, la L’ormone della crescita agi‐ classificazione migliore, dal sce probabilmente fino ad mio punto di vista, è quella una certa età (3/5 anni) individuata da Piero Alquati quando l’ipofisi gradual‐ (noto cinologo del nostro Pa‐ mente smette di produrlo. ese) ed è probabilmente Citando l’Alquati si può di‐ l’unica che può spiegare real‐ re che “...la maggiore attivi‐ mente le differenze compor‐ tà di altre ghiandole (n.d.a. tamentali esistenti fra gruppi tiroide e ipofisi) favorirà diversi di razze e le similitu‐ l’evoluzione delle forme dini fra razze diverse corporee esprimendo razze all’interno di uno stesso con toraci meno sviluppati gruppo. Egli ha individuato 9 (n.d.a. in larghezza) della profili ormonali fra i cani che norma esaltando la predo‐ fanno capo a tre gruppi prin‐ minanza degli arti – costel‐ cipali. lazione endocrina con pre‐ Dolicomorfi (iper – normali – valente azione cataboliz‐ sub). Cani longilinei, con zante – tipo costituzionale una certa ipertrofia mu‐ di appartenenza: dolico‐ scolare, un profilo ormo‐ morfo. Questa costituzione nale tipicamente genera i levrieroidi.” catabolico/tiroideo domi‐ nato dall’attività di ipofisi Mesomorfi (iper – normali – (ormone della crescita) e sub). Laddove esiste il ter‐ tiroide (che mantiene alto mine greco ‘mesos’ (=nel il metabolismo). L’ipofisi, mezzo, mediano) abbiamo però, per quanto ne so io sempre condizioni di equili‐ brio, in questo caso ormo‐ (avendo studiato endocri‐ nologia per altri motivi di nale. I cani mesomorfi (in studio) agisce anche sulla genere cani da pastore, i ca‐ crescita muscolare e di ni nordici/spitz e la mag‐ gior parte dei cani da cac‐ tutti gli altri tessuti ed or‐ 18
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cia) hanno un profilo or‐ monale in assoluto equili‐ brio fra l’anabolismo ed il catabolismo. Come sostiene l’Alquati “Nel caso di equili‐ brato funzionamento della costellazione endocrina, avremo una anatomia cor‐ porea dove le dimensioni del torace e la lunghezza degli arti tendono ad equi‐ valersi – tipo costituzionale di appartenenza: meso‐ morfo. Questa costituzione genera i lupoidi, i braccoidi, i volpinoidi che differisco‐ no fra loro più per le carat‐ teristiche somatiche che per quelle costituzionali....” Brachimorfo (iper – normali – sub). Molto voluminosi e massicci, con grandi masse muscolari (dovute ad una forte produzione di ormoni anabolizzanti come il testo‐ sterone), ma anche adipe per via di una scarsa attivi‐ tà tiroidea. Molti molossoi‐ di nel corso della loro evo‐ luzione hanno subito anche una riorganizzazione del cervello, per via della scato‐ la cranica particolarmente ‘quadrata’, non riscontrabi‐ le negli altri due gruppi di cani. “...La maggiore attività di alcune ghiandole (gonadi) favorisce la massa corporea, esprimendo raz‐ ze con grandi toraci predo‐ minanti sulla lunghezza de‐ gli arti a costellazione en‐ docrina con prevalente a‐ zione anabolizzante – tipo costituzionale di apparte‐ nenza: brachimorfo. Questa
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costituzione genera i mo‐ lossoidi”. Così scrive l’Alquati. I vari ormoni sono coinvolti nei processi psichici e men‐ tali, per cui una maggiore produzione di ormone tiroi‐ deo darà origine a cani mag‐ giormente reattivi (come in effetti sono la maggior parte dei levrieri), mentre una maggior produzione di testo‐ sterone produrrà dei cani più pacati e sicuri. E un cane me‐ somorfo avrà un equilibrio ormonale fra i due. Dunque, le differenze caratteriali non sono tanto dovute ad una presunta scala neotenica che la scienza ha largamente smentito (nonostante le leg‐ gende che ancora si leggono ed ascoltano in giro, così è), quanto al profilo ormonale che una determinata razza possiede. E se proprio si vuo‐ le andare a fondo nella que‐ stione, basta documentarsi: gli studi sull’influenza degli ormoni sul comportamento (animale o umano) sono in‐ numerevoli e facilmente re‐ peribili on line. Alcuni vengo‐ no citati alla fine di questo articolo, qualche riga più sot‐ to. Come al solito, ribadisco an‐ cora una volta: ognuno è li‐ bero di credere alle leggende che più lo aggradano, ma l’unica certezza in tutto que‐ sto resta la Scienza e tutto ciò che riesce a dimostrare: la neotenia, per quanto ri‐ guarda i cani, non ha alcuna base scientifica, anzi negli
ultimi 30 anni è stata presso‐ ché smontata, sia che si parli di pedomorfosi, sia che la si voglia definire come un effet‐ to dell’eterocronia. RIFERIMENTI: R.K. Wayne ‐ Cranial morpho‐ logy of domestic and wild ca‐ nids: the influence of develo‐ pment on morphological change A.G. Drake ‐ Evolution and development of the skull mor‐ phology of canids: An investi‐ gation of morphological inte‐ gration and heterochrony B.C. Taylor ed altri – Hormo‐ nes and the development and expression of aggressive be‐ havior S. H. Liening, R. A. Josephs – It is not just about testostero‐ ne: physiological mediators and moderators of testosterone’s behavioral ef‐ fects L. P. Aronson, W. J. Dodds – The effect of hypothyroid fun‐ ction on canine behavior K. Simpson – The role of te‐ stosterone in aggression W. J. Dodds – Behavioral is‐ sues with thyroiditis
Giovanni Padrone Educatore cinofilo Autore dei libri SUSSURRA AL TUO CANE E IL CANE DECISE DI INCONTRARE L’UOMO 19
di Marcello Messina ‐ Chi mi conosce sa il fine del mio operato e la scelta dei miei accoppiamenti che mi‐ rano al Bello e Bravo ed ov‐ viamente sano. Molti “colleghi” ed appassionati la pensano diversamente, sen‐ tendomi dire spesse volte, che chi pensa al cane Bello e bravo ha solo cani mediocri , che meglio un cane con Best in show alla mondiale e che ha paura della sua ombra piuttosto di un cane eccel‐ lente in esposizione con no‐ tevoli doti caratteriali. Cosi vista la pausa pranzo ho de‐ ciso di scrivere il mio punto di vista. Ogni singola razza è sta‐ ta creata e voluta dal‐ l’uomo, per fini utilaristi‐ ci (guardia, difesa, caccia, pastorizia, etc.). E’ ormai noto il legame ancestrale fra l’ uomo ed il cane e del loro sodalizio ed il lo‐ ro prezioso contributo co‐ me ausiliario nella caccia e nella pastorizia. Ogni nostro antenato, ac‐ coppiava e selezionava in base alle proprie esigenze ed al proprio modello i‐ deale d’ ausiliario. Sicura‐ CINOFILI STANCHI
mente i nostri ante‐ nati non pensavano al concetto di “razza”, con‐ cetto nato successivamen‐ te quando si incomincia a parlare di cinofilia ufficia‐ le. Fino a quel periodo non si poteva parlare di razza, ma di ceppi, tipi più o meno fissati nel corso dei secoli, ad esempio i nostri conterranei Mastini Na‐ poletani si sono appesan‐ titi rispetto al loro antena‐ to che accompagnava le legioni romane per fini bellici. IL CONCETTO DI RAZ‐ ZA: Dal punto di vista zootec‐ nico, una razza è un “insieme di individui fra loro omogenei per carat‐ teristiche di tipo e funzio‐ nali,trasmissibili alla pro‐ pria prole”. Per ottenere questo obiet‐ tivo è necessario tenere sotto controllo un pool di soggetti fra loro simili fi‐ no a quando nelle non si ha omogeneità nel corso delle varie generazioni.
Successivamente sono na‐ te l’esposizioni di bellezza e le gare di lavoro, nate dall’esigenza dei cinofili di confrontarsi con altri appassionati e per poter sottoporre i propri “prodotti” alla valutazio‐ ne zootecnica di giudici qualificati. Diversamente dai nostri antenati cinofili, la nostra attuale concezione di scindere bellezza e lavoro non aveva alcun significa‐ to in quanto un cane bello ma che non ferma (nel ca‐ so del setter) , sicuramen‐ te non sarà un cane com‐ pleto, come un border collie che non sa raduna‐ re le pecore anche se pluri campione. IL SIGNIFICATO DI BEL‐ LEZZA OGGI: Le gare di bellezza come anche le prove di lavoro hanno contribuito al mi‐ glioramento delle razze canine, potendo seguire delle linee guida nella se‐ lezione del cane di razza pura (lo standard ufficia‐ le) ,permettendo cosi una maggiore omogeneità e 20
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miglioramento delle qua‐ lità naturali. Almeno que‐ sto era il fine iniziale del‐ le competizioni cinofile . Oggi invece viviamo ogni singolo evento cinofilo, un evento agonistico fine a se stesso, dividendo spesse volte le due cate‐ gorie bellezza e lavoro per poter avere dei sog‐ getti con l’esaltazione del‐ le caratteristiche di tipo o di performance richieste ad un soggetto per poter diventare campione. Iniziando a selezionare ogni singolo accoppia‐ mento non affidandosi ad una reale verifica zootec‐ nica ma al campione di moda che vince al mo‐ mento, a dispetto dei suoi difetti, portando ad un piano di selezione dettato dalla “moda” e non ad un miglioramento zootecnico e fissare le caratteristiche del proprio tipo ideale, causando spesse volte u‐ na esaltazione del‐ l’ipertipo (soggetti più al‐ ti, più pesanti, maggior‐ mente angolati) per poter rendere il soggetto più scenico durante le gare di bellezza, non capendo
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che questo tipo di selezio‐ na va a creare solo delle caricature della razza che si sta allevando. Un esempio che mi viene in mente quando parlo di ipertipo è l’ esempio fra un ginnasta ed un culturi‐ sta, i muscoli ipertrofici escludendo il lato esteti‐ co: ma hanno una loro funzionalità pratica??? Secondo me no. IL SIGNIFICATO DI BEL‐ LEZZA IN ZOOTECNIA: Il grande cinologo Sola‐ ro , diceva : “la bellezza va oltre il piacere sensoriale, cioè orientata verso il piace‐ re intellettuale”. Ogni allevatore zootecni‐ co pone come suo tra‐ guardo di selezione di‐ verse tipologie di bellez‐ za, come insegna il Prof. Cornevin, parlando di bellezza convenzionale ( forma di bellezza detta‐ ta dalla moda), bellezza di adattamento ( è la for‐ ma di bellezza più inte‐ ressante dal punto di vi‐ sta zootecnico, in quanto si definisce tale bellezza
l’insieme di una perfetta sintonia tra armonia, tra forma e funzione), bellez‐ za armonica (si riferisce alla giustezza delle pro‐ porzioni, come il cinologo Solaro insegna). Per il cane, per bellezza dovrebbe mirare ad una tipologia funzionale, mi‐ rando a conservare le ca‐ ratteristiche di tipo che permettono il suo impie‐ go originario. Pertanto un Cane Corso di 60 kg a li‐ vello zootecnico è un cane poco interessante, come lo è un Setter inglese che non ha interesse per la selvaggina. Rimanendo fedeli al con‐ cetto di bellezza zootec‐ nica, un soggetto è bello se è anche bravo. LE PROVE DI LAVORO: Oggi le prove di lavoro dal punto di vista agoni‐ stico non vanno a selezio‐ nare ed a valutare le varie doti naturali del cane, ma vanno a premiare la sua velocità d’ esecuzione e la sua scenicità. 21
Un setter o un pointer che cacciano con la velo‐ cità che hanno in una prova, non dureranno tutta la mattinata a cac‐ ciare; infatti le prove du‐ rano pochi minuti e non ore, come nella caccia pratica. Invece si dovreb‐ be iniziare a selezionare i soggetti non per la loro scenicità o velocità ma per l’intelligenza e de‐ strezza nel risolvere i problemi. Il concetto di cane ai giorni nostri è mutato da cane rurale con fini di performance a cane di ca‐ sa, cane da compagnia. Pertanto sarebbe utile se‐ lezionarli non solo per la ferma o per il morso, ma anche per l’equilibrio e l’alta socialità intraspeci‐ fica ed interspecifica da permetterci così di poter avere un cane gestibile e sereno nel contesto mo‐ derno. CONCLUDENDO: Un pastore belga Mali‐ nois che sa saltare 2 m o che morde da 100 punti ma per tipo si discosta notevolmente dai canoni CINOFILI STANCHI
dello standard di razza, sarà un bravissimo ago‐ nista ma non sarà un Ma‐ lin, come non lo sarà un pluri campione che ha paura del figurante. Allevare significa innan‐ zitutto non snaturare la natura del cane, ma pre‐ stare maggior attenzione alle sua qualità morfolo‐ giche e caratteriali, mi‐ rando ad ottenere sogget‐ ti tipici, armoniosi, equi‐ librati, capaci di poter ga‐ reggiare nelle varie disci‐ pline cinofilo ‐ sportive che possono migliorare ed esaltare il binomio ca‐ ne‐padrone. L’ etica di ognuno di noi che intende accoppiare due soggetti non deve es‐ sere l’agonismo, ma il ri‐ spetto della razza che a‐ ma, mirando al migliora‐ mento delle qualità e non alla loro esaltazio‐ ne di per‐ formance. Il cane bello e bravo de‐ ve essere un obiet‐ tivo zoo‐
tecnico per ottenere un soggetto completo. Il tut‐ to è possibile ottenendo la collaborazione con al‐ tri allevatori, con i giudi‐ ci e con i club di razza, per poter lavorare in si‐ nergia, poter valorizzare meglio e migliorare le qualità di razza. Marcello Messina Esperto in problemi compor‐ tamentali ‐ Animal Wellness
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di Debora Segna - Oggi voglio affrontare uno degli argomenti più discussi con i proprietari di cani: il giardino. Penso che la condanna di molti possessori di cani, nonché di questi ultimi, sia quella di avere un bel giardino a disposizione, per via delle motivazioni che spiegherò in seguito. Il giardino rappresenta per la maggior parte delle persone (profane in materia cinofila), la soluzione ideale per appagare i bisogni psicofisici del loro animale. A volte però la percezione della realtà non rispecchia quello che accade effettivamente. Durante il primo incontro con un cliente è mia abitudine fare molte domande al fine di avere un anamnesi dettagliata riguardo la storia del cane, così da poter fare una diagnosi corretta del problema o dei problemi, qualora ce ne fossero realmente. Alla domanda “fa uscire mai il cane?” la risposta del proprietario è generalmente: “Beh, si, ha tanto giardino a disposizione”, oppure “ha un bellissimo giardino, l ’ho comprato appositamente per i miei cani”, oppure “ho un terreno molto grande, il mio cane è contentissimo, cosa può volere di più?!?” La mia contro risposta è che “loro invece hanno bisogno di molto di più!”. I cani, come gli esseri umani, per sentirsi realmente appagati sia nella mente che nel corpo hanno bisogno di continui stimoli, come: vedere persone diverse, animali diversi ed ambienti diversi. Il mondo del cane è fatto di odori che possono trovarsi nell ’aria ma soprattutto nei luoghi che esplora. Il vedere luoghi diversi e sentire odori nuovi, rappresenta una cosa molto importante al fine di prevenire problemi comportamentali. L ’ interazione con altri ambienti, che chiamiamo socializzazione ambientale, è la migliore valvola di sfogo e fonte di crescita per un cane. Se un cane vive costantemente in un giardino è un cane infelice, dopo un pò di tempo l ’animale conosce alla perfezione ogni angolo ed ogni odore presente in quel luogo, e quando gli stimoli iniziano a scarseggiare o ad essere addirittura assenti ecco che subentra la noia. La noia non è che l’ inizio di una catena di una serie di comportamenti più o meno fastidiosi o addirittura gravi che manifesterà in seguito il cane. I problemi più frequenti che si manifestano a causa di una scarsa o assente socializzazione ambientale sono: cane che scava le buche, vasi portati in vari punti del giardino, cavi elettrici distrutti, buchi nella rete, distruzione di qualunque cosa che sia alla portata
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del cane, e nei casi più gravi: leccamento di alcune parti del corpo, in particolar modo delle zampe, grattamento ossessivo, mordicchiamento e automutilazione di parti del corpo, soprattutto della coda e delle zampe, rincorrersi la coda, anche con possibile mordicchiamento e automutilazione, girare su se stessi (spinning), camminare sullo stesso percorso (avanti e indietro, in cerchio). Se questi comportamenti si ripetono frequentemente sono indice di una vera e propria patologia chiamata stereotipia. A volte possono manifestarsi problemi di bulimia (assenza di sazietà alimentare), e molto spesso paure, fobie, ansie, stress. Se dovesse manifestarsi almeno uno di questi problemi ricordatevi che il cane non vi sta facendo un dispetto, come spesso sento dire ma sta solo manifestando un disagio, quindi sarebbe opportuno intervenire tempestivamente, contattando un educatore-comportamentista per evitare che la situazione degeneri. Nessun essere vivente è felice di passare tutta la vita rinchiuso in un solo luogo senza poter avere la possibilità di vedere il resto del mondo, ed allora, perché un cane dovrebbe esserlo? Sareste felici se qualcuno vi rinchiudesse in un giardino tutto il giorno per tutti i giorni della vostra vita? Per quanto possiate essere affezionati ad un luogo o amare profondamente un libro del vostro autore preferito, dopo un pò diventerebbero comunque noiosi perché l ’uomo proprio come gli animali ha bisogno di stimoli diversi per sentirsi vivo. Il benessere mentale è la strada giusta per arrivare a quello fisico e questo è un diritto inalienabile di tutti gli esseri viventi.
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Per i vostri problemi quotidiani di gestione o per questioni relative ai comportamenti dei vostri cani scrivete alla e-mail cinofili stanchi@yahoo.it e vi sarà risposto in questa rubrica. Dal Veneto ci scrive il Sig. Vittorio. “Ho da 4 anni un cane mix collie e qualcos’altro che si mostra affettuoso in tutto e per tutto. Per esigenze di lavoro sono costretto a stare fuori casa 10/12 ore al giorno, tranne il sabato e la domenica. Quando viene lasciato solo in giardino scava le buche e a volte scappa. Abbiamo provato a frequentare anche un campo cinofilo, ma non c’è stato nulla da fare. Che cosa ci potete consigliare?”. R. Signor Vittorio, da quello che leggo mi pare che Lei non faccia nulla per attirare l’attenzione del Suo cane. Il cane viene lasciato solo in giardino, il cane si annoia e per questo scava buche oppure scappa. Ora, non voglio obbligare nessuno a fare scelte che magari non piacciono, però lasciare il cane solo in giardino, nonostante a molti sembri un ambiente ‘naturale’ per il nostro amico a 4 zampe, vuol dire non dargli la possibilità di sfogare le proprie esigenze sociali e mentali. Il cane in giardino è come il leone in gabbia. Non avendo modo di liberare col proprietario le proprie energie, trova un modo suo per farlo. Di certo non avrà più talpe nel sottosuolo, se vogliamo trovare un lato positivo; ma avere il giardino che assomiglia ad un campo bombardato è molto sintoCINOFILI STANCHI
matico del problema. Quando si prende un cane bisogna avere la responsabilità di capire le sue esigenze e soddisfarle. Di sicuro, ad esempio, non consiglierei mai l’acquisto di un cane a una persona che sta fuori casa 10/12 ore al giorno e limita le interazioni col proprio cane ai due pasti quotidiani. Di sicuro, un cane da pastore, tanto per fare un esempio, starebbe meglio su in collina a pascolare le pecore tutto il giorno che stare rinchiuso in casa tutta la giornata senza far nulla. Per il cane, nonostante sia un abitudinario, questa è una situazione davvero deprimente. Le consiglio, perciò, di rivolgersi ad un educatore che sia pratico nella risoluzione di questo genere di problemi. Distinti saluti.
Giovanni Padrone A.C.C.S.C. RAVENNA
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di Giovanni Padrone Analizzando le origini del comportamento di gioco, ci accorgiamo che fra tutti i canidi sociali totalmente o parzialmente è presente nelle interazioni sociali che servono a rinforzare i legami nei gruppi familiari. Non solo giocano i cuccioli, ma anche gli adulti. In particolare, fra le dholes (Cuon alpinus) dell ’India è sicuramente l’ attività che viene più frequentemente usata nei periodi di calma, quando non si deve uscire per cacciare e mangiare. Ed è quella che maggiormente influisce nei rapporti affiliativi fra membri della stessa famiglia. Il gioco consiste nel darsi zampate e piccoli morsi, saltarsi addosso, lottare, rincorrersi, scattare all ’ improvviso in una direzione diversa da quella
originale, fingere di attaccare per poi fermarsi. Il gioco avviene in qualunque luogo le dholes stiano riposando, perfino dentro a un fiume. Anche nel cane il gioco svolge un aspetto molto importante nel complesso dei comportamenti sociali e ne influenza di continuo lo sviluppo sociale e l ’apprendimento per tutta la sua vita. Analogamente a quanto avviene per le dholes che, come si è visto qualche riga fa, usano per rinforzare i legami sociali proprio il gioco. Si tratta di un comportamento che agisce come mediatore nella formazione di una visuale sociale equilibrata. I rituali di minaccia e di pacificazione appaiono fin da quando i cuccioli sono in grado di vedere e muoversi con un certo equi-
librio; non richiedono uno sforzo eccessivo nell ’ apprendimento. Basta guardare come interagiscono fra loro i componenti di una cucciolata di 30/40 giorni ed osservare come essi fingano di attaccarsi e poi si riappacifichino. Certo, visto che a quell ’età non sono ancora in grado di controllare le proprie azioni può succedere che qualcuno si faccia male: un morso dato troppo forte può far scaturire il pianto di uno di loro, ma immediatamente si interrompe l ’azione e se non si interrompe interviene la madre a calmare le acque. Considerando il tempo che occupa questa interazione, si ritiene che il gioco agonistico abbia un ruolo molto importante nello sviluppo sociale dei cani. Il gioco dipende da una elevata 29
Figura 1 ‐ Gioco sociale. Durante le fasi di gioco i partecipanti possono simulare comporta‐ menti di minaccia, ringhiando, grugnendo ed abbaiando, scambiarsi i ruoli e non farsi assolu‐ tamente nulla. Nelle foto: Opalino (whippet di 6 anni) e Rubelia (whippet di 4 mesi) interagi‐ scono nel gioco sociale. (Foto by Tania Melnikova© )
tolleranza, dall’affetto e dalla fiducia che c ’è fra membri della stessa famiglia e questo spesso serve come modulatore sociale degli antagonismi che possono sorgere eventualmente fra membri dello stesso gruppo: l ’ interazione ludica resta solo fino a quando i giocatori agiscono amichevolmente. Però non possiamo considerare il gioCINOFILI STANCHI
co solo come una forma di scambio affettivo, poiché si tratta in realtà di una attività che serve a sviluppare le capacità dei cuccioli senza il rischio di danni reciproci. L ’agonismo del gioco è un modo naturale dei cuccioli per valutare fin dove i propri limiti arrivano ed è una anteprima all ’ulteriore sviluppo comportamentale e so-
ciale che avverrà nel tempo e che produrrà un cane adulto equilibrato. Bisogna ricordare che il gioco serve a stabilire fra i cuccioli chi può essere un buon compagno nelle attività ludiche e chi no. Se la famiglia comprende anche un padre (spesso così non è) egli potrà aiutare la madre nella formazione e nell ’insegnamento dei 30
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propri figli, trasformando le proprie ‘lezioni’ in divertimento. Solo tenendo conto di questa naturale evoluzione il cane quando sarà adulto potrà avere un giusto atteggiamento e rispondere correttamente a nuove richieste. Gioco e formazione, incluso l ’ eventuale apprendimento indotto dall’ uomo, non sono cose contrarie, anzi è il caso di lavorare in parallelo con entrambi, poiché niente crea maggior motivazione del gioco. Naturalmente, i cani giocano anche con i proprietari se questi glielo consentono. Le interazioni saranno sempre simili a quelle che avvengono con i propri simili. Quella frangia di cinofili che vede nel cane adulto un animale che deve sempre essere ‘serio’ , controllato, quasi freddo, vede un animale che non esiste. Certo, un cane controllato è un cane che fa tutto quello che gli si
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ordina (al pari di un soldatino di fronte al proprio Comandante), ma anche un cane che vive una vita sociale rilassata, tranquilla, idonea al proprio etogramma (parola tanto amata dalla cinofilia italiana ma che evidentemente ha assunto un significato differente dalla sua origine: etogramma sta per campionario dei comportamenti emessi propri di una specie animale, inclusi i comportamenti sociali; per molti cinofili nell ’ etogramma sono compresi solo i comportamenti più comodi, quelli sociali chi se ne frega) e di conseguenza alla propria etologia, può essere ugualmente un animale che risponde alle esigenze del momento, soprattutto quando è in gioco la sua sicurezza. Ogni cane ha il suo personale ed individuale carattere. Possiamo avere cani che sono degli eterni giocherelloni e cani che non amano molto
questa attività, cani estroversi e cani introversi, cani amici di tutti e cani che riservano le proprie attenzioni sociali solo nei confronti di chi con loro convive. Una regola fissa non esiste. Se il vostro cane ama giocare, lasciateglielo fare. Questo perché costringere un cane a non esprimere il proprio essere deprime la sua personalità. E ciò corrisponde ad un maltrattamento psicologico.
Giovanni Padrone Educatore cinofilo Autore dei libri SUSSURRA AL TUO CANE E IL CANE DECISE DI INCONTRARE L’UOMO 31
ER GATTO E ER CANE Trilussa Un Gatto soriano diceva a un barbone: Nun porto rispetto nemmanco ar padrone, perch茅 a l'occasione je sgraffio la mano; ma tu che lo lecchi te becchi le b貌tte: te mena, te sfotte, te mette in catena c贸r muso rinchiuso e un cerchio c贸r bollo sull'osso der collo. Seconno la moda te taja li ricci, te spunta la coda... che belli capricci! Io, guarda, so' un Gatto, so' un ladro, lo dico: ma a me nun s'azzarda de famme 'ste cose...Er Cane rispose: Ma io...je so' amico!
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CINOFILI STANCHI Un periodico cinofilo edito dai CINOFILI STANCHI I nostri collaboratori (educatori, addestratori, allevatori e cinofili professionisti) sono presenti a Ovada (AL), Sermide (MN), Castellazzo novarese (NO),Parma, Ravenna, Ancona, Velletri e San Marco in Lamis (FG). Piemonte: OVADA -AL- cell. 347-5760185 Castellazzo Nov.se -NO- cell. 339-7397499 Lombardia cell. 348-8029763 Emilia Romagna PARMA 346-6964342
Cinofili Stanchi nasce dall’idea di quattro cinofili di professione (Marcello Messina, Roberto Mannu, Gianluca Gherghi e Giovanni Padrone) che hanno unito le proprie menti ed esperienze per creare un punto di riferimento per chi vive col proprio cane e necessita di corrette informazioni per migliorare il proprio regime di vita. ‘Cinofili stanchi’, perché stanchi della totale disinformazione che regna nella cinofilia nostrana, stanchi di chi fa marketing sulla ignoranza delle persone, stanchi delle leggende metropolitane che sembrano governare le menti di chi dovrebbe diffondere una corretta cultura cinofila e non lo fa. Chiunque desideri contribuire col proprio sapere sarà ben accetto dopo aver aderito al nostro codice etico che pone avanti a tutto il benessere psicofisico del cane.
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Cerca di essere una brava persona come il tuo cane pensa tu sia. Per questa e tante altre ragioni non maltrattare, né abbandonare il tuo migliore amico. Chi maltratta o abbandona un cane non è una brava persona. 34