CINOFILI STANCHI
V O L U M E
2 ,
N U M E R O
2
M A G G I O / G I U G N O
2 0 1 3
Eccoci di nuovo...
SOMMARIO:
Cani al cinema
1
La scelta del cucciolo
2
Progetto ‘Un cane per amico’ e ‘Fattoria didattica’
3
C’è Posta per Fido
3
Differenti modalità di Selezione Genetica applicate nell’allevamento canino
4
Dmitri Belayev e le volpi domestiche
5
Intervista a Roger Abrantes
6/7
Uno sguardo negli occhi
8
Luca Felician: l’uomo dal tocco magico
9/ 10
Il carattere e lavoro nel cane corso
10/ 13
Un grazie di cuore a tutti gli amici che seguono ogni nostro numero di CINOFILI STANCHI. Ci da molta soddisfazione il fatto che ci seguiate così numerosi. Probabilmente perché c’è desiderio in voi nel crescere il vostro bagaglio culturale cinofilo. Il nostro principio di offrire a chiunque lo voglia una corretta informazione basata sul rispetto di un minimo di canoni scientifici e cercando di tenere lontane leggende metropolitane e credenze di dubbia provenienza sembra ottenere un certo consenso. E, di questi tempi, il fatto che un magazine online sia distribuito gratuitamente ha una certa rilevanza. Questo continua a stimolarci ed a farci pensare che quando l’ottobre scorso siamo partiti col primo numero non avevamo tutti i torti. Anzi, probabilmente avevamo tutte le ragioni.
Un'altra cosa che qui non troverete mai è l’insulto nei confronti di chi la pensa diversamente: il nostro ‘business’ (se così si può chiamare) è inculcare nella gente
una corretta informazione cinofila che permetta un modo di vivere più equilibrato fra proprietario e cane. In questo nuovo numero iniziano a collaborare con noi l’alle-vatore DAVIDE BRESSI e l’educatrice DEBORA SEGNA, anche loro presi come noi dall’entusiasmo di questa iniziativa: Davide vi consiglierà nel modo migliore riguardo
il momento in cui decidere di fare entrare nella vostra famiglia un nuovo compagno a 4 zampe, mentre Debora ha chiesto al noto etologo Roger Abrantes di spiegare alcune cose sulla genetica dei cani. Da questo numero, inoltre, abbiamo aperto una rubrica che abbiamo soprannominato ‘Le interviste di Johnny Bassetto’ in cui periodicamente intervisteremo amici cinofili più o meno noti. In questo numero apre le ‘danze’ Luca Felician. Ci auguriamo che presto altri amici cinofili vorranno entrare a far parte della nostra famiglia. Noi non siamo un ‘branco’ chiuso. Amiamo socializzare con chiunque lo voglia. Forse perché questo ci insegnano quotidianamente i nostri compagni a 4 zampe. Non ci resta altro che augurarvi una buona lettura. La Redazione
Cani al Cinema: Lassie Lassie è un cane di razza rough collie, protagonista di decine di film, serie televisive, cartoni animati, fumetti e centinaia di romanzi apparsi dal 1938 fino ai giorni nostri. Il breve racconto Lassie Come‐ Home (Torna a casa Lassie) del‐ l'angloamericano Eric Knight fe‐ ce la sua prima comparsa il 17 dicembre del 1938, quando fu pubblicato sul Saturday Evening Post: racconta la storia di un fedele cane collie che percorre
1
centinaia di miglia attraversando nati di film sui cani, non perdete‐ terreni impervi per tornare a vela. casa del ragazzo suo padrone. La storia fu estesa e due anni dopo ne fu pubblicato il libro dalla John C. Winston Publishing Com‐ pany. Nel 1942 la casa cinemato‐ grafica MGM ne acquistò i diritti e nel 1943 uscì il film Lassie Come Home. Da allora non si contano più i film, le serie televisive ed i remake. Tuttora la MGM sta girando i nuovi episodi di una Una giovanissima Liz Taylor al fianco di Lassie nuova serie tv. Se siete appassio‐
PAGINA
2
BALTO magnifico maschio del BRS PASSION ITALIAN ROTTWEILER KENNEL
“Oltre alla bellezza funzionale è da considerare anche l'aspetto sanitario dei riproduttori e del resto della genealogia”
La scelta del cucciolo Prima di entrare nel vivo dell'argomento è bene aprire una parentesi di fondamentale importanza, che servirà per aiutarvi a compiere una scelta oculata. Per i non addetti ai lavori e non solo, è bene conoscere lo standard ufficiale diramato dalla Federazione Cinologica Internazionale, il quale spiega in modo semplice e comprensibile le caratteristiche principali del Rottweiler, evidenziando i difetti ed illustrando la morfologia e il carattere della razza. Dopo ciò, è consigliabile sempre acquisire ulteriori informazioni leggendo alcuni libri sulla razza, anch'essi di facile comprensione, reperibili in commercio. Stabilito che cane di razza è da considerarsi tale solo se il soggetto è provvisto del pedigree e che vendere un cane senza pedigree è vietato dalla legge italiana, concludiamo questa piccola parentesi dicendo che il cane in possesso di pedigree non vi assicura però di avere acquistato o adottato un soggetto in "tipo" e quindi conforme a standard. Consultando il pedigree, conosceremo la genealogia del nostro cucciolo (padre, madre, nonni ecc.) avremo dei nomi sui quali poter effettuare delle ricerche. Navigando sul web è facile infatti reperire informazioni
utili, specie se si tratta di soggetti conosciuti. Tutti i pedigree sono consultabili inoltre anche on-line sul sito ENCI, il quale nella sezione "libro genealogico on-line", mette a disposizione un intero data base presso il quale troverete informazioni preziose su ogni cane, come i dati anagrafici, i risultati radiografici delle anche e dei gomiti, i risultati acquisiti in esposizioni cinofile nazionali ed internazionali ecc. Oltre alla bellezza funzionale è da considerare anche l'aspetto sanitario dei riproduttori e del resto della genealogia, i quali dovranno essere stati sottoposti al controllo ufficiale radiografico per la displasia dell'anca e del gomito presso un medico referente. Chiedete sempre all'allevatore di mostrarvi i certificati ufficiali dei riproduttori. Tutte queste informazioni, nel loro insieme, vi aiuteranno a valutare il cucciolo e ovviamente la serietà dell'allevatore. Inutile dire che chiunque potrà affermare di allevare dei buoni soggetti, ma certamente in questo senso, sarà allevatore più attendibile chi avrà ottenuto risultati in esposizioni cinofile. Preparare un cane per competizioni sportive ed esposizioni richiede investimenti in termini di tempo e denaro ed è l'u-
nico modo per ottenere un giudizio ufficiale per i propri soggetti che testimonino la tipicità o meno di un cane. Purtroppo alcuni ritengono più opportuno scegliere il proprio cucciolo senza prendere in considerazione quanto detto sopra e soffermandosi su altri fattori come quelli economici oppure quelli legati alla distanza (acquisto questo cucciolo perché il prezzo è molto conveniente e perché non devo percorrere molti km per averlo). Altri invece si rivolgono presso negozi d'animali che a volte commerciano cuccioli di provenienza straniera, importanti probabilmente illegalmente, spesso in condizioni sanitarie precarie, privi di garanzie ecc. Nella speranza che questo articolo vi sia stato utile, approfittate di un giorno libero e cogliete l'occasione per visitare di persona alcuni allevamenti. Il cane è per tutta la vita!
Davide Bressi Allevatore BRS Passion Italian Rottweiler Kennel
(http://www.brspassion.it/)
CINOFILI STANCHI 2
VOLUME
2,
NUMERO
2
PAGINA
3
Progetto ‘Un cane per amico’ e ‘Fattoria didattica’ Il 24 aprile scorso è iniziato un percorso formativo con le scuole elementari del distretto scolastico di Cervia. In collaborazione fra loro l’agriturismo Palazzo Manzoni di San Zaccaria (RA) e l’Associazione di Cultura Cinofila Sussurra al tuo Cane di Ravenna, nelle persone di Massimo Bottura (titolare dell’agriturismo nonché apprezzato allevatore di levrieri e giudice ENCI) e Giovanni Padrone (Presidente e responsabile tecnico dell’ACCSC, nonché educatore cinofilo) hanno avviato questo
doppio progetto di istruzione scolastica nel quale vengono spiegate le attività dell’agriturismo ed avviati i bambini al contatto con gli animali domestici. Nella seconda parte dell’incontro (che in totale dura circa tre ore) viene spiegata la storia della relazione fra cane ed uomo e si insegna ai bambini come approcciarsi correttamente ai cani sconosciuti per evitare reazioni indesiderate. In questo modo essi imparano da un lato il perché il rapporto affettivo fra cane e uomo sia così profondo e
C’è posta per Fido
Ci scrive la Signora Lella di Rimini la quale riferisce che “Il mio cane all'inizio aveva paura di tutto, poi piano piano ha cominciato a fidarsi di me. Adesso mi ascolta, l'unica cosa nella quale non riesco a rassicurarla è la paura per le persone. Io ho un figlio con 2 bimbi e sinceramente quando mi vengono a trovare, mi sento molto stressata, perché lei abbaia ed è molto agitata. Ho avuto altri 2
cani, non del canile e non ho mai avuto questo problema e non so come risolverlo, cerco di portarla in posti dove ci sono persone e se incontriamo qualcuno con un cane è più rilassata, ma ha sempre paura dell'umano rispetto a quando è arrivata ad agosto ora è sicuramente un'altro cane, ma questa fobia non riesco a fargliela passare. Alla signora abbiamo riferito che la probabile patologia è da
dall’altro lato le basi per comprendere il linguaggio sociale dei cani. Un break fra le due iniziative ha permesso ai bambini ed alle maestre di assaggiare i prodotti tipici dell’agriturismo. Gli incontri previsti sono stati 4: 24 aprile, 3 maggio, 8 maggio, 15 maggio. Le maestre ed i bambini sono rimasti tutti estremamente soddisfatti per le informazioni ricevute. Sotto l’articolo, alcune foto degli incontri scattate dalla fotografa Tania Melnikova (www.taniushkafotografia.com)
riferire ad una mancanza di adattamento ambientale che protratta nel tempo si è cronicizzata (sospetta SPS di terzo livello). Le è stato perciò consigliato di effettuare una visita presso uno specialista delle patologie del comportamento il quale potrà, una volta stabilito se il problema è quello indicato o altro analogo, stabilire le iniziative del caso
3
PAGINA
4
Differenti Modalità di Selezione Genetica Applicate in Allevamento Canino Numerosi allevatori conservano i loro cuccioli più promettenti per migliorare qualitativamente il loro allevamento, facendo ricorso a uno o più stalloni esterni per rinnovare le "linee di sangue" delle loro genealogie. La selezione consiste nello scegliere i riproduttori per ottenere dei cuccioli conformi all’obiettivo prestabilito...
La Selezione consiste nello scegliere i riproduttori per ottenere in un lasso di tempo più o meno lungo dei cuccioli conformi all'obbiettivo prestabilito. Diversi i metodi di selezione che possono permettere all'allevatore di raggiungere lo scopo :
SELEZIONE GENETICA. Tecnica di selezione che tenta di predire il valore genetico dei riproduttori utilizzati tramite la valutazione dei suoi antenati, discendenti e collaterali. CONSANGUINEITA’ (o ENDOGAMIA). Il principio di questa tecnica è semplice: consiste nell'accoppiare due soggetti imparentati allo scopo di fissare le loro qualità. Il grado di "consanguineità" è direttamente rintracciabile attraverso la lettura del Pedigree. Il coefficiente di parentela: 100% tra fratelli e sorelle, 50% padre-figlia o madrefiglio, 25% tra nonni e nipoti ecc. Bisogna però ricordare che questa tecnica fissa sia le qualità che i difetti ed è quindi importante" partire con dei riproduttori con caratteristiche di "purezza" irreprensibili.
SELEZIONE FENOTIPICA. Questo metodo ignora volontariamente qualsiasi ricerca genealogica, consiste nell'accoppiare due riproduttori di qualità nella speranza di ottenere dei cuccioli che somiglino loro. Tecnica che può a volte por- O U T - C R O S S I N G tare a risultati inattesi. Con questo metodo se-
lettivo, l'allevatore fa ricorso ad un'altra stirpe (linea di sangue) per le qualità che spera possano migliorare la qualità del lavoro. Da questa tipologia di accoppiamento si aspetta che combini al meglio le qualità delle due diverse linee e che apporti appunto quel miglioramento sperato.
ROBERTO MANNU Allevatore Riconosciuto E.N.C.I. - F.C.I. econ Affisso ‘DI ALBASCURA’ - Iscritto al Registro degli Addestratori Cinofili Sezione 1 Cani da Utilità
Nilo di Albascura
CINOFILI STANCHI 4
VOLUME
2,
NUMERO
2
PAGINA
5
DMITRI BELAYEV E LE VOLPI DOMESTICHE Questo illustre scienziato dell’Unione Sovietica effettuò con le volpi argentate un noto esperimento durante un quarantennio (dagli anni ’50 agli ’80 prima del 2000). Lo scopo originale era quello di capire i meccanismi della ‘domesticazione’, ma in realtà è servito a capire come può essere avvenuta l’evoluzione del cane tramite la selezione artificiale (non essendo mai avvenuta la ‘domesticazione’ del cane secondo i canoni della stessa), mentre sotto un altro punto di vista ha dimostrato alcuni fattori occorsi a partire dal momento in cui i lupi di Lazaret iniziarono a tollerare la presenza dei nostri antenati e si avvicinarono alle discariche per sfruttarne le risorse alimentari. Della possibile domesticazione della volpe si era già a conoscenza fin dal diciannovesimo secolo. Nel suo libro ‘The book of dogs’ nel 1919 E. H. Baynes scriveva: "…Ho avuto molte volpi rosse americane in cattività, e quella che ho allevato da cucciolo è diventata mansueta quasi come un cane. Mi seguiva nelle mie passeggiate ed era pronta a correre a casa. Le volpi di questa specie si lamentano, guaiscono e abbaiano come i cani e, allo stesso modo, sorridono e scodinzolano quando provano piacere, seppelliscono i prodotti alimentari che non possono mangiare al momento e girano in cerchio sui loro letti prima di coricarsi. Ma nonostante queste similitudini e nonostante il fatto che esse diventano talvolta amiche dei cani domestici, sembra che esse non siano strettamente legate a qualcuno…" Probabilmente già a conoscenza di queste opinioni, quando arrivò presso l’allevamento di volpi argentate a Novosibirsk (capitale della omonima regione autonoma russa che confina con il Kazakistan), Belayev decise di fare un esperimento, anche perché si era accorto che una stretta minoranza di volpi mostrava maggiore tolleranza per la presenza di umani ed era meno aggressiva. Egli pensò che questo fosse un carattere ereditario trasmissibile e
perciò, approfittando della sua posizione di sovrintendente dell’allevamento iniziò a separare queste volpi dalle altre per accoppiarle ed allevare la prole. Dopo alcune generazioni egli ottenne degli animali con caratteristiche sia fisiche che comportamentali totalmente diverse dalle altre volpi. In effetti, queste volpi mostravano cambiamenti di colore del manto con macchie bianche sulla fronte e sul petto (ciò che gli scienziati chiamano ‘macchie da domesticazione’), spesso si trattava di animali bicolori, la coda era arricciata e le orecchie pendenti. Con le ultime generazioni le volpi assomigliavano a dei veri e propri cani, soprattutto dal punto di vista comportamentale erano evidenti i segni di un attaccamento nei confronti degli umani, in quanto comportamenti caratteristici erano lo scodinzolio della coda e rituali di accoglienza al loro arrivo, erano completamente scomparsi l’istinto di fuga e l’aggressività, anzi le volpi accettavano volentieri il contatto fisico fino a farsi prendere in braccio. Ricerche successive lo studio di Belayev hanno dimostrato che le volpi selezionate per una maggiore tolleranza all’uomo trasmettevano per via genetica generazione dopo generazione queste mutazioni comportamentali così come quelle fisiche che avvenivano nel frattempo; ad esempio fu rilevato nei cuccioli di volpe non selezionate una riduzione degli atteggiamenti di esplorazione ed un incremento delle risposte aggressive nei confronti degli umani intorno ai 45 giorni quando cioè vi è un aumento di glucocorticoidi nel sangue; nei cuccioli di volpe addomesticata questi fatti non avvengono o sono posticipati (i comportamenti di esplorazione sono prolungati fino al sessantesimo giorno di età, mentre le risposte aggressive e l’aumento di glucocorticoidi non sono presenti). L’esperimento di Belyaev continua tuttora dopo molti anni dalla sua morte ed un analogo esperimento viene seguito dalla dottoressa Anna Kukekova presso la
Cornell University negli USA. I suoi studi hanno confermato da un lato l’ipotesi che i primi protocani per sfruttare la nicchia ecologica delle discariche umane ridussero progressivamente la distanza di fuga fino a tollerare la presenza dell’uomo e, d’altro canto, ha evidenziato i meccanismi dei primi processi selettivi effettuati dai nostri antenati. Cosa ci ha dimostrato questo esperimento? Innanzitutto che il processo di selezione artificiale è molto più rapido di quello naturale, a dimostrazione di quanto già si supponeva. Inoltre che la selezione umana stessa molto probabilmente è iniziata selezionando cani che caratterialmente erano più portati alla compagnia dell’uomo. Infine, che il processo selettivo artificiale causò una riduzione delle dimensioni dei cani, fino a quel momento paragonabili al coevo lupo europeo. D’altro canto, però, lo stesso processo ci può spiegare perché i lupi di Lazaret, probabili progenitori della linea evolutiva che portò al cane, avevano essi stessi dimensioni più contenute rispetto ai lupi dell’epoca: adattamento a condizioni di vita diverse (passaggio dalla caccia alla nutrizione delle discariche, quindi meno cibo, dimensioni più piccole). Del resto, se guardiamo gli animali prettamente spazzini come coyote o sciacalli essi stessi sono molto più piccoli dei lupi.
Gli esperimenti di Belayev ci dimostrano quanto rapido sia il processo di selezione artificiale rispetto al naturale
Dal libro ‘...E il cane decise di incontrare l’uomo’ autore Giovanni Padrone
L’esperimento di Novosibirsk ha prodotto volpi simili in tutto e per tutto al cane
5
PAGINA
6
I Fenotipi sono determinati, in vari gradi, dal genotipo e dalla interazione dell’organismo con l’ambiente.
Roger Abrantes
Intervista a Roger Abrantes Qualche anno fa ho avuto il grande onore di conoscere il famoso etologo Roger Abrantes durante il mio corso di Istruttore Cinofilo e sono rimasta davvero colpita da quest’uomo incredibilmente preparato e appassionato del proprio lavoro, una vera fonte di ispirazione per tutti gli amanti degli animali. L’anno scorso l’ho contattato per parlargli del sito dedicato al Canadian Inuit Dog (razza nordica che ad oggi rischia ancora l’estinzione), ed ho “osato” chiedergli se avesse potuto scrivere un articolo per noi. Non pensavo che potesse dire di sì, ma lo ha fatto e dopo pochi giorni mi ha inviato questo articolo che è un prezioso contributo per tutti coloro che vogliono saperne di più sul ruolo della genetica e dell’ambiente nello sviluppo di un animale e del suo comportamento. L’articolo traccia alcune linee guida molto interessanti anche per gli allevatori. Sono davvero felice di questo articolo, e credo proprio che tutto questo sia anche la dimostrazione che se continui a crederci a volte i tuoi sogni possono diventare realtà. Ringrazio di cuore il Prof. Roger Abrantes per il suo contributo e Fabrizio Giammatteo per la traduzione in lingua Italiana :)! —————————— GENI, AMBIENTE E ALLEVAMENTO I geni codificano i tratti che un organismo mostre-
rà, sia fisici che comportamentali, ma i geni non sono tutto. Anche l’ambiente di quell’organismo giocherà un ruolo cruciale nel modo in cui i geni si esprimeranno. I geni giocano un ruolo importante nell’aspetto e nel comportamento di un organismo. I Fenotipi (l’apparenza di un organismo) sono determinati, in vari gradi, dal genotipo (la somma di tutti i geni) e dalla interazione d e l l ’ o r g a n is mo c o n l’ambiente. Alcuni tratti sono più modificabili da fattori ambientali, altri meno. Per esempio, mentre il colore degli occhi è completamente determinato dalla codifica genetica, i geni determinano quanto un individuo può crescere in altezza, ma l’alimentazione ed altri fattori esperiti da quell’or -ganismo, determinano il risultato finale. In poche parole: l’ambiente in sé non può creare un tratto genetico, ma solo pochi tratti sono l’esclusivo prodotto della sola codifica genetica. Lo stesso principio si applica al comportamento. Il comportamento è il risultato della codifica genetica e degli effetti dell’am-biente su quel particolare organismo. L’apprendimento è un particolare adattamento all’ambiente che alcune specie mostrano. In piccole popolazioni, come le razze con un limitato numero di individui, il contributo genetico tende ad essere prevalen-
te, perché non c’è abbastanza varietà. Perciò è molto importante che gli allevatori prestino particolare attenzione alle discendenze, che tengano registri impeccabili, che testino gli individui e scelgano con cura quale sistema riproduttivo usare. Eventuali fallimenti po -trebbero portare a risultati altamente indesiderabili in poche generazioni, con la popolazione media che mostrerà tratti fisici e comportamentali indesiderati. Alleviamo animali per diversi motivi. Allevare significa combinare il 50% dei geni di un animale (un maschio) con il 50% dei geni di un altro animale (unafemmina) e nel vedere cosa succede. Non possiamo mai scegliere singoli geni e combinarli per creare un animale perfetto, ma sapere quali tratti sono dominanti, quali sono recessivi ed essere in grado di leggere i pedigree ci sarà di aiuto. Gli animali che selezionate per l’allevamento oggi avranno impatto sulla popolazione futura (a meno che non userete nessun esemplare della loro prole per gli allevamenti futuri).Ecco alcune linee guida per l’allevamento (ispirato da ‘20 Principles of Breeding Better Dogs’ di Raymond H. Oppenheimer). Scegliere con cura i due animali che volete far accoppiare. Se avete solo un
Segue a pag. 7
CINOFILI STANCHI 6
VOLUME
2,
NUMERO
numero limitato di esemplari a vostra disposizione, dovrete aspettare un’altra generazione per avere un qualunque progresso. Come regola empirica, dovreste aspettarvi che i figli siano migliori dei genitori. Le previsioni statistiche potrebbero non essere vere nell’ambito di un piccolo numero di animali (come in una cucciolata). La previsioni statistiche sono accurate quando sono applicate a popolazioni grandi. Il pedigree è uno strumento che vi aiuterà ad imparare quali tratti, desiderabili o indesiderabili, è probabile che un animale avrà. Se avete uno scopo ben definito per il vostro programma di allevamento, cosa che dovreste avere, potreste volere migliorare uno specifico aspetto, ma non dimenticate che l’animale è un tutt’unico. Per enfatizzare una o due caratteristiche di un animale potreste compromettere la bontà e la funzionalità dell’intero organismo. Sebbene, in generale, grandi cucciolate siano un indice di buona salute e di buone condizioni di allevamento, la quantità non significa qualità. La qualità è il prodotto di uno studio attento, della pazienza di aspettare il momento in cui il giusto materiale sia disponibile per l’accoppiamento, della valutazione di quanto avete già prodotto ,e soprattutto, di avere un programma di allevamento che guardi ad almeno tre generazioni successive a quella che state producendo oggi. I difetti ossei sono i più difficili da cambiare. Non perdete tempo con un
2
buon animale che non si può riprodurre bene. I migliori sono quelli che sopravvivono e che sono in grado di passare i loro geni alle future generazioni. Quando avete approssimativamente l’animale che volete, utilizzate l’outcrossing con moderazione. Per ogni caratteristica desiderabile che acquisirete, otterrete anche molti aspetti indesiderabili che dovrete eliminare nelle generazioni successive. L’inbreeding è il metodo più veloce per ottenere le caratteristiche desiderabili. Può spingere in avanti tratti nascosti che potrebbero essere indesiderati e che volete eliminare. Tuttavia, inbreeding ripetuti possono aumentare le probabilità di una prole affetta da tratti recessivi o deleteri. Una volta che avete ottenuto le caratteristiche che volete, il line-breeding con sporadici outcrossing sembra essere l’approccio più prudente. L’allevamento non crea niente di nuovo a meno che non incappiate in mutazioni favorevoli (che sono rare). Quello che otterrete è quello che era già lì per iniziare. Poteva essere rimasto nascosto per molte generazioni, ma era lì. I cuccioli di una stessa cucciolata condividono una media del 50% di geni comuni, ma è solo una media. Ogni elemento ottiene in modo casuale un 50% di geni dal maschio (padre) e il 50% dalla femmina (madre), ma non necessariamente il 50% esatto da entrambi. I tratti ereditari sono ereditati in misura uguale da entrambi i genitori. Non aspettatevi da risolvere tutti i problemi in una generazione.
PAGINA
Se il peggior animale della vostra ultima cucciolata non è migliore del peggior animale della vostra prima cucciolata, non state facendo progressi. Se il miglior animale della vostra ultima cucciolata non è migliore del miglior animale della vostra prima cucciolata, non state facendo progressi. Non scegliete un animale per la riproduzione per la migliore o la peggiore cucciolata che ha prodotto. Valutate il valore totale per la riproduzione di un animale dalla media del maggior numero di figliolanze possibili. Tenete a mente che la qualità è la combinazione della bontà e della funzionalità. Non è semplicemente la mancanza di tratti indesiderabili, ma anche la presenza di tratti desiderabili. E’ l’animale nel suo complesso che conta. Siate oggettivi. Non lasciate che i vostri sentimenti influenzino la scelta del vostro materiale per la riproduzione. Siate realistici, ma cercate l’eccellenza. Tentate sempre di ottenere il meglio che potete. Ma state attenti: quando alleviamo animali per speciali caratteristiche, stiamo giocando con il fuoco, cambiando il genoma che la selezione naturale ha creato e testato nel corso dei secoli.
7
L’inbreeding è il metodo più veloce per ottenere le caratteristiche desiderabil. Tuttavia possono aumentare le probabilità di prole affetta da tratti recessivi o deleteri.
DEBORA SEGNA Educatrice cinofila Velletri (Roma)
7
PAGINA
8
Guardarsi negli occhi è sinonimo di confidenza relazionale
Farsi guardare negli occhi dal proprio cane vuole anche dire che il vostro cane ha una estrema fiducia in voi.
Uno sguardo negli occhi Molti cinofili alle prime armi si trovano spesso in difficoltà perché i propri cani non li guardano negli occhi. Questa è una azione che viene richiesta in alcune attività cinofilo-sportive come ad esempio Obedience o Utilità e difesa. Ma di sicuro non è male neanche nella vita quotidiana. Anzi, in questo caso è auspicabile. E dunque, in che modo possiamo attivare questo comportamento nel nostro cane? Esistono, sostanzialmente due vie: lavorare in condizionamento e lavorare sulla relazione. CONDIZIONAMENTO. Lasciando perdere quella parte del condizionamento che costituisce maltrattamento per il cane (purtroppo questo comportamento può essere costruito anche tramite la 'punizione positiva' ed il 'rinforzo negativo') possiamo sicuramente lavorare sul 'rinforzo positivo' premiando il cane (e non solo attraverso l'uso del cibo) ogni volta che ci guarda negli occhi. Fondamentalmente anche il 'gioco' del nascondere un bocconcino in mano ponendo poi la stessa fra i nostri occhi e quelli del cane (segue le regole del condizionamento. I pro: il cane in cambio di una gratificazione impara già dopo due o tre volte che guardarvi negli occhi è un comportamento richiesto. I contro: trattandosi di condizionamento è un apprendimento 'meccanico' e non è direttamente connesso con ciò che io ritengo più importante in un rapporto fra cane e proprietario: la relazione affettiva. Si tratta, perciò, di un metodo che può avere una relazione 'fredda' fra cane e proprietario. Inoltre, non vi è dal mio punto di vista un concepimento del lavoro di tipo
cooperativo e paritario anche se è meglio così che attraverso l'uso di metodi coercitivi. RELAZIONE. Un cane può iniziare fin da cucciolo a guardarvi negli occhi se gli permettete un rapporto molto confidenziale. Non è richiesto alcunché, il cane in quanto animale sociale si autogratifica attraverso qualsiasi azione che rinforza il legame sociale. L'affettività che può essere data al proprio cane è dunque la via più auspicabile per costruire il legame sociale. Se ci pensate un cane che vi guarda negli occhi in modo alquanto naturale è sicuramente un cane che ha una estrema fiducia in voi. Che vi chiamiate 'leader' o 'partner' poco importa. Magari per lui siete il suo 'fratellone' (se uomo) o la sua 'sorellona' (se donna) con cui divertirsi ogni volta che è possibile. Del resto, se guardiamo i comportamenti sociali dei cugini selvatici del cane, come lupi, licaoni e dholes, i membri della stessa famiglia spesso si guardano negli occhi quando fanno 'relazione' sociale. Le dholes indiane, ad esempio, quando sono libere da questioni di procacciamento alimentare passano la maggior parte del tempo a giocare e non lo fanno sicuramente guardando altrove al di là dello sguardo di chi sta di fronte. Stessa cosa si può dire di lupi e licaoni anche se queste due specie più del gioco utilizzano altri comportamenti per rinforzare i legami sociali (come ad esempio il momento del pasto). Se guardiamo i cani che vivono in condizioni di feralità o randagismo possiamo notare che i membri di una stessa famiglia o gruppo sociale usano spesso lo sguardo fra i tanti comportamenti che servo-
no a rinforzare la relazione. E se guardiamo in ambito domestico, cani conviventi non hanno sicuramente abitudini diverse, anzi il primo segno di un contatto sociale è proprio incrociare lo sguardo, guardare negli occhi il proprio convivente. Dunque, perché non farlo anche noi con il nostro cane? Poi, il passo da quello che si fa nella quotidianità a questioni di ordine 'lavorativo' (come ad esempio preparare il proprio compagno canino ad affrontare delle competizioni di obedience) non richiederà nulla di artificiale né di complicato da attuare; sarà abbastanza facile trasferire qualcosa che è in uso nella propria normale relazione affettiva in ambito diverso. Io ed i miei cani ci guardiamo spesso negli occhi: se uno di loro sta facendo qualcosa e mi guarda in segno di assenso, se ci stiamo coccolando, se stiamo camminando. E se stiamo 'lavorando'. I pro: lavorare su questo comportamento attraverso la relazione rinforza la relazione stessa. Contro: nessuno o forse è un approccio che richiede un po' più di tempo se si prende un cane già adulto, ma necessitare di più tempo in questo caso non è negativo. Per concludere, ciò che io dico sempre è abbiate fiducia nelle capacità mentali e, soprattutto, sociali del vostro cane: lui arriverà sempre prima di voi laddove voi vorreste arrivare.
Giovanni Padrone Educatore cinofilo Autore dei libri ‘Sussurra al tuo cane’ ‘...E il cane decise di incontrare l’uomo’
CINOFILI STANCHI 8
VOLUME
2,
NUMERO
2
PAGINA
9
Luca Felician: l’uomo dal tocco magico Conosco Luca Felician di fama, siamo amici su una nota community ed entrambi condividiamo la passione per i cani. Luca si occupa di cani da molto più tempo di me. In lui ho scoperto una persona disponibile e soprattutto competente. Per questo gli ho chiesto se poteva essere ‘oggetto’ di una intervista per il nostro magazine e lui ha subito accettato. L’intervista stessa è, per me, motivo di forte interesse e di condivisione della filosofia di fondo che accompagna il lavoro di Luca Felician nella attività agonistica e nel recupero comportamentale dei cani problematici. D. Per chi non ti conosce, puoi fare una breve storia del tuo percorso formativo cinofilo? R. Davvero difficile farla in poche parole, nella mia vita ci sono sempre stati cani, i miei presero una piccola meticetta quando avevo un anno, mio nonno ha sempre avuto pastori tedeschi, e penso di essere stato un "cagnaro" (in senso buono) fin dai primi giorni di vita. A livello cinofilo la mia formazione arriva prima di tutto dalla strada, nel senso che ho avuto la fortuna di vedere e lavorare con moltissimi cani, prima ancora di frequentare la scuola (Pet Format) e dare gli esami da istruttore. Negli anni ho seguito molti seminari, ascoltato e visto lavorare professionisti, ma direi che i migliori insegnanti che ho avuto sono sempre stati i cani. D. In che cosa consiste il tuo metodo di lavoro coi cani? R. Il mio metodo di lavoro consiste nel non avere un metodo. A mio avviso la cinofilia di questi ultimi anni si è schematizzata in scuole di pensiero che poco hanno a che fare con i cani e il lavoro che sta dietro a loro. Non può esistere secondo me un metodo, perché ogni cane è una entità con emozioni, sentimenti e comportamenti unici e un buon istruttore deve avere un ventaglio di soluzioni da poter utilizzare con ogni cane. Lavoro principalmente con cani con problemi di comportamento (oltre a fare Disc Dog e Ri-cerca) e ogni giorno ti trovi a dover affrontare cose nuove e stimolanti. Sono i cani che ti dicono come lavorare e se
stai lavorando bene. L'importante è saperli osservare. D. Molti non sanno che da anni lavori con un cane cieco. Brevemente, potresti dire ai lettori di Cinofili Stanchi in che modo è cambiato il tuo approccio addestrativo? R. Blues ha notevolmente cambiato il mio modo di approcciarmi ai cani e mi ha aiutato molto a capire quanto diamo per scontate certe cose. Riuscire ad ottenere i risultati straordinari che ho ottenuto con lui non è stato semplice, ho dovuto rimettermi in gioco e scardinare alcuni dogmi che mi ero fatto. Ho lavorato molto col tatto (senso che ora utilizzo moltissimo quando lavoro coi cani), cosa che prima praticamente non consideravo o addirittura facevo, ma sbagliando. Lavorare con i cani ciechi non è semplice, non mi reputo un esperto, ma ho fatto un po' di esperienza e devo dire che la sensibilità che devi avere con loro per insegnargli ad essere indipendenti serve tantissimo poi quando ti interfacci con cani vedenti, diventa tutto molto più semplice ed istintivo. D. In genere a che età un cane può iniziare ad essere addestrato/istruito seguendo il tuo metodo di lavoro? Con quali metodiche prosegui il lavoro durante la crescita da cucciolo ad adulto? Il mio "metodo" si basa molto su un principio fondamentale: far fare al cane il cane.. sembra una banalità ma ad oggi vedo tantissimi cani frustrati e, permettetemi il francesismo, con le palle piene di seduti, terra, resta e via discorrendo.. non sto dicendo che siano sbagliati, ma sto dicendo che io comincio da ben altre cose. Inizio dalle esperienze che faccio fare ad un cane, comincio dalla libertà, dal gioco, dalla relazione con me (o col proprietario), se parlo di un cucciolo aspetto prima di impostare qualsiasi comando, obbedienza o costrizione (per me il guinzaglio è una costrizione). Il cane deve avere piacere a fare le cose con me e devo rendergli interessante quello che gli propongo e, all'inizio, gli propongo semplicemente la conoscenza del mondo, insieme. Per tutto il resto ci
sono gli altri anni. Però quegli anni saranno divertenti se impostati bene all'inizio. D. Puoi spiegarci come si svolgono le prove di disc dog durante una competizione? R. Il DiscDog si divide in due discipline il Freestyle e il Distance. Il Freestyle (fatto con 5 o più dischi fino a 10 - a seconda le regolamento), il più conosciuto e spettacolare, è una sequenza di tricks, evoluzioni, lanci a tempo di musica (per un totale di 90/120 secondi a seconda dei regolamenti). Creo, in sostanza, una coreografia con il mio cane lanciando dischi e presentando tricks. Il Distance, fatto con un disco solo è una disciplina per cui, in un minuto, devi ottenere più punti possibile lanciando il disco in campo gara segnato (in genere da 0 a 50mt) e diviso in zone. più lontana è la zona più alto è il punteggio. E’ una disciplina di precisione e coordinazione con il cane. un buon binomio riesce a fare anche 5 lanci in un minuto in quinta e ultima zona.
Oggi vi presentiamo Luca Felician, istruttore cinofilo, atleta di disc dog insieme ai suoi cani. La sua particolare abilità: interagire e lavorare con un cane cieco attraverso il tatto
D. Cosa pensi dell'impiego degli sport cinofili e/o delle altre attività in ambito di recupero comportamentale dei cani? R. Penso sia una cosa da prendere seriamente in considerazione. personalmente lo faccio spessissimo con il discdog (tanto che nel corso istruttori da me tenuto, ho previsto un modulo specifico dell'utilizzo del DiscDog nel recupero comportamentale). Ci sono molte attività che aiutano i cani, e lo si fa con il gioco, con la positività e l'allegria. Questo mondo a volte è troppo serio e spesso sdrammatizzare con un'attività ludica è buona cosa. Se poi riusciamo ad avere le competenze e l'abilità di utilizzare queste attività per aiutare cani con problemi, beh penso non ci sia cosa migliore. Ovvio che poi tutto dipende da che tipo di problema ha il cane, ma alla fine, se cominciassimo a metterci un pochino di più ad osservarli troveremmo straordinarie attività per aiutarli! D. Cosa consiglieresti a chi adotta un cane cieco? Quali possono essere i margini di miglioramento e cosa bisogna evitare?
Segue a pag. 10
9
PAGINA
10
Il carattere e lavoro nel cane corso
Danila All. Scudo di Talos
di Marcello Messina - I tests caratteriali dedicati ai cani non sono una materia così recente, come si potrebbe far credere. Già nel 1935 i coniugi Menzel presentarono al Congresso Cinologico Mondiale di Francoforte una loro proposta di test caratteriale da applicare ai cani basandosi su loro studi in psicologia canina. Dopo qualche anno si iniziò a valutare le diverse componenti caratteriali dei cani ( impulsi, docilità, mordacità, tempra,etc) e in base ai risultati dei test si incominciò a disegnare una mappa caratteriale per ogni singolo utilizzo del cane. Ad esempio: SOGGETTO PER COMPAGNIA: Temperamento: Vivace ma non troppo Tempra: media Docilità: altissima Socialità: altissima Possessività: media-bassa Aggressività: medio - basse Combattività: medio - basse SOGGETTO DA ESPOSIZIONE: Temperamento: Vivace
Tempra: media Docilità: alta Socialità: alta Possessività: medio - bassa Aggressività: non troppo elevante Combattività: non troppo elevate SOGGETTO DA LAVORO O PER FINI DA GUARDIA E DA DIFESA: Temperamento: Vivace Tempra: medio - dura Docilità: corretta Socialità: buona Possessività: alta Aggressività: alta Combattività: alta Vigilanza: altissima Curiosità: elevata I tests caratteriali sono stati diverse volte trattati da autori meritevoli in cinofilia come Alquati e Scanziani ,che hanno avuto il merito d’ aggiornare e
modernizzare gli studi dei coniugi Menzel. Nel campo dell’ etologia e della psicologia canina i passi avanti ci sono stati e non sarebbe certo una cattiva idea quella di utilizzarli per incominciare a trovare nuove
applicazioni che possano migliorare dal punto di vista zootecnico gli aspetti caratteriali dei soggetti. Negli Stati Uniti come anche in Cecoslovacchia (anni 60) hanno incominciato ad occuparsi di tests caratteriali per la valutazione del quoziente intellettivo (Q.I.) del cane adulto , portando numerose informazioni per quanto riguarda i tipi d’intelligenza (addestrativa, comunicativa, sociale,ecc.), aiutando cosi molti allevatori a selezionare meglio le proprie linee di sangue e gli addestratori ad approcciarsi in modo più scientifico con ogni singolo individuo. I tests caratteriali non devono esser visti solo come spunto di selezione , ma anche come un modo scientifico e tecnico per aiutare i proprietari di cani a tracciare tramite i tests una “mappa psicologica” del loro soggetto permettendo loro di valutare le potenzialità del soggetto per poter correggere e/o potenziare le sue doti caratteriali, permettendo cosi d’ avere un sano rapporto uomo/animale. La Socie-
Segue a pag. 11
Luca Felician: l’uomo dal tocco magico Da pag. 9 R. A chi adotta un cane cieco prima di tutto dico GRANDE!!! Scherzi a parte, non è semplice, ma avrete delle emozioni infinite e delle soddisfazioni enormi. I margini di miglioramento sono pressoché infiniti. Blues, il mio diversamente vedente, gioca a discdog, con la palla, insegue lepri e cani, va in giro senza guinzaglio, se lo vedete in giro (sembra una battuta!) non direste che è cieco totale! Cosa bisogna evitare? una cosa su tutte: mettere il cane sotto una campana di vetro! proteggerlo da tutto e tutti! Non sto dicendo che dovete metterlo in pericolo, ma sicuramente voro consiste nel non avere un me-
todo. A mio avviso la cinofilia di questi ultimi anni si è schematizzata in scuole di pensiero che poco hanno a che fare con il cani e il lavoro che sta dietro a loro. Non può esistere secondo me un metodo perchè ogni cane è un'entità, con emozioni, sentimenti e comportamenti unici e un buon istruttore deve avere un ventaglio di soluzioni da poter utilizzare con il cane. Lavoro principalmente con fargli fare delle esperienze (possibilmente guidate da voi!) fategli tirare una capocciata alla sedia, altrimenti non imparerà mai a gestire lo spazio! fategli fare gli incontri con gli altri cani, altrimenti non imparerà
mai a relazionarsi correttamente! non commiseratelo.. i cani tra di loro non lo fanno.. chi siamo noi per doverlo fare? Trattali come cani e vi daranno tutto. Io ogni tanto lo prendo anche in giro e gli dico "occhio a dove vai!" E una cosa su tutte: divertitevi con i vostri cani!!!
Luca Felician & Friend
CINOFILI STANCHI 10
VOLUME
2,
NUMERO
tà Amatori Cane Corso (unica società specializzata riconosciuta dall’ ENCI) ha dimostrato sempre una spiccata sensibilità riguardo alla valutazione caratteriale dei soggetti ,adottando come mezzo di valutazione inizialmente il CAL1 e successivamente ed attualmente il CAL2. COS’E’ IL CAL 2 Il Cal 2 ( CERTIFICATO DI ATTITUDINE AL LAVORO N° 2) ha la funzione di testare la domesticità, la socievolezza la sensibilità nervosa, la tempra del cane e l’ istinto predatorio. E’ una prova fondamentale per verificare le doti naturali del cane senza che venga fatta una vera e propria preparazione agonistica come richiesto per altre prove di lavoro (vedi ipo,sch). Il CAL 2 è quindi un test per la valutare delle qualità genetiche del cane ,pertanto è di fondamentale importanza che i riproduttori superino questa prova al fine di verificarne le loro doti caratteriali,per poter permettere d’ inserire in riproduzione soggetti non solo belli e sani ma anche caratterialmente validi. L’ ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) ha deliberato l’ 01.07. 2006. l’ obbligo del CAL2 per l’omologazione del titolo di Campione Italiano di Bellezza e di Campione Sociale. IL CANE CORSO OGGI Tutti gli amanti della razza, devono considerare che oggi il cane non vive più nelle masserie ma in società , pertanto dobbiamo incominciare a selezionare non solo cani con doti caratteriali da difesa ma anche con spiccate doti d’ affidabilità ed equilibrio nel contesto sociale in cui ci troviamo. Per tanto l’ ENCI ha studiato CAE -1, test che mira a certificare un cane socialmente affidabile e senza problematiche di comportamento prendendo in con-
siderazione il binomio caneconduttore nella vita quotidiana. REGOLAMENTO CAE-1 CAE-1 Test di Controllo dell’Affidabilità e dell’Equilibrio Psichico per Cani e Padroni Buoni Cittadini approvato dal
2
Consiglio Direttivo del 4.8.2010 su parere conforme della Commissione Tecnica Centrale del 30.9.2009 in vigore dal 15 ottobre 2010. Art. 1 - PRINCIPI E FINALITÀ Il CAE-1 è un test di controllo
dell’affidabilità e dell’equilibrio psichico dei cani nonché della capacità di controllo da parte del conduttore. Le condizioni di vita del cane sono estremamente cambiate con il fenomeno dell’urbanizzazione. In particolare i cani si trovano a confrontarsi con numerosi stimoli ambientali nelle città e lo spazio per soddisfare liberamente le loro necessità di movimento è sempre più limitato. Se da un lato bisogna soddisfare le necessità dei cani offrendo loro condizioni di vita appropriate alla loro natura, dall’altro lato l’ambiente urbano richiede un corrispondente impegno da parte dei proprietari responsabili della loro convivenza con gli esseri umani. L’ENCI, anche attraverso i Gruppi Cinofili e le Associazioni Specializzate riconosciute, promuove percorsi formativi per proprietari di cani con rilascio di specifica attestazione al fine di svolgere un importante compito sociale di supporto ai proprietari dei cani e di garanzia per i tutti i cittadini. Il CAE-1 è un test che mira a certificare un cane socialmente affidabile e senza problematiche di comportamento prendendo in considerazione il binomio cane-conduttore nella vita quotidiana. A tal fine più persone possono sostenere il test del CAE-1 con lo stesso cane, in quanto un soggetto può avere comportamenti diversi a seconda del conduttore. Art. 2 - NORME GENERALI Il presente regolamento stabilisce le norme che disciplinano il test CAE1. Gli esercizi per la verifica del
CAE-1 dovranno essere effettuati in un ambiente sufficientemente ampio (es. parco, campo sportivo, piazza), anche nell’ambito di altre manifestazioni autorizzate dall’ENCI. La verifica dell’idoneità del luogo è affidata agli esperti giudici ENCI in base alle previsioni di cui all’articolo 4. La richiesta di effettuazione del CAE-1 deve pervenire all’ENCI
PAGINA
11
almeno tre mesi prima della data di svolgimento. L’ENCI può autorizzare il test senza vincoli di distanze minime chilometriche e concomitanze con altre manifestazioni ENCI, provvedendo a comunicare al comitato organizzatore la concessione del CAE-1. Al superamento del test, da parte del binomio caneconduttore, è previsto il rilascio di un tesserino di riconoscimento (patentino) riferito ad ogni binomio. Poiché un cane può partecipare a più test con differenti conduttori, lo stesso soggetto può avere più patentini che ne riconoscano la conduzione certificata. La quota di iscrizione dei binomi al CAE-1 è determinata dall’ENCI con delibera del Consiglio Direttivo. Art. 3 – ISCRIZIONE L’iscrizione è l’atto scritto necessario per ammettere un cane a partecipare al test. Nessun cane può essere ammesso se non possiede il microchip identificativo e se sprovvisto della dichiarazione di avvenuta iscrizione all’anagrafe canina. Deve essere in regola con le normative sanitarie ed avere un’età minima di 15 mesi. Possono partecipare al test anche cani
non iscritti al Libro genealogico del cane di razza. La scheda di iscrizione di un binomio al CAE-1 deve pervenire al comitato organizzatore entro i termini da questo prefissati e deve contenere necessariamente i seguenti dati: 1. nome del cane 2. numero microchip identificativo; 3. data di nascita del cane 4. razza, per i cani iscritti al Libro genealogico; 5. sesso; 6. nome del conduttore; 7. nome del proprietario; 8. codice fiscale del conduttore; 9. indirizzo del conduttore; 10. e-mail del conduttore; 11. indirizzo del proprietario; 12. e-mail del proprietario; 13. firme del conduttore e del proprietario che ne autorizza la conduzione. Il comitato organizzatore dovrà predisporre il catalogo dei binomi partecipanti, con le informazioni di cui sopra. Sono esclusi dal CAE-1 i cani af-
Segue a pag. 12
11
PAGINA
12
Expo Nazionale C.A.C. di Ostiglia (MN) 11 aprile 2011 Marcello Messina con Kurt
Emma All. Scudo di Talos
fetti da malattie della pelle e da ogni altra malattia contagiosa, le femmine chiaramente in lattazione. Possono partecipare le femmine in calore, ma devono essere poste, nell’ordine di partenza, alla fine dell’esame. Tutti i binomi dovranno effettuare il test completo in un solo giorno. Art. 4 – ESAMINATORI Il CAE-1 è giudicato dagli esperti giudici ENCI di prove di utilità e difesa, agility, mondioring, protezione civile e obedience. E’ compito del comitato organizzatore comunicare all’ENCI la proposta di giuria, che provvederà alla ratifica. Ogni esperto giudice può valutare al massimo 40 binomi nel corso di una giornata. Qualora il numero di binomi iscritti fosse superiore, il comitato organizzatore dovrà richiedere all’ENCI l’autorizzazione per un numero sufficiente di giudici. La valutazione espressa dall’esperto giudice per il rilascio o meno del patentino è insindacabile. Il binomio potrà ripresentarsi a sostenere il test. Art. 5 - DESCRIZIONE DEL TEST (fase preliminare di indifferenza). Il cane deve essere presentato dal conduttore munito di collare e guinzaglio che non possano procurare alcuna sofferenza all’animale. L’esperto giudice deve verificare l’effettiva corrispondenza del binomio, prima dell’inizio del test. I cani, dunque, devono essere sottoposti ad un primo controllo base di indifferenza da effettuarsi attraverso il semplice controllo del microchip identificativo inoculato con quello riportato nel catalogo. Il controllo di indifferenza (un cane non può essere eccessivamente timoroso o aggressivo) continua comunque durante tutta la durata del test e può determinare l’esclusione dallo stesso. Anche i cani che hanno superato il primo controllo base di indifferenza (lettura codice microchip) ma che dimostrano difetti comportamentali durante il test devono
essere immediatamente esclusi dall’esperto giudice e non supereranno il test. Art. 6 - ESERCIZI Esercizio n. 1 Su indicazione dell’esperto giudice il conduttore impartisce un comando di arresto al cane, trattenuto da un guinzaglio di almeno tre metri. Si allontana di alcuni passi. Su indicazione dell’esperto giudice passano nei pressi del cane alcuni operatori (non più di due per volta) a diverse andature: camminando
tranquillamente e con una camminata spedita. Valutazioni. Il soggetto deve rimanere approssimativamente nell’area indicata dal conduttore anche in presenza degli stimoli. E’ consentito al conduttore impartire ordini sia verbali che gestuali al cane per mantenerlo nell’area prefissata. Non può superare la prova il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività al passaggio degli operatori. Esercizio n. 2 Il soggetto è trattenuto da un guinzaglio di almeno tre metri, dovrà rimanere nei pressi del conduttore. Un operatore in bicicletta passa nel campo visivo del cane. Valutazioni. E’ consentito al conduttore impartire ordini sia verbali che gestuali al cane per mantenerlo vicino o per arrestarlo se tende ad inseguire la bicicletta. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività al passaggio della bicicletta. Esercizio n. 3 Il soggetto è trattenuto ad un
guinzaglio di almeno tre metri, dovrà rimanere nei pressi del conduttore. Un cane di sesso opposto a quello testato viene immesso nell’area di test, tenuto al guinzaglio da un operatore. Valutazioni. E’ consentito al
conduttore impartire ordini sia verbali che gestuali al cane per mantenerlo vicino o per arrestarlo se tende ad avvicinare l’altro cane. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività alla
presenza dell’altro cane. Esercizio n. 4 Il soggetto è trattenuto ad un guinzaglio di almeno tre metri, dovrà rimanere nei pressi del conduttore. Successivamente un operatore spinge un passeggino nel campo visivo del cane. Valutazioni. E’ consentito al conduttore impartire ordini sia verbali che gestuali al cane per mantenerlo vicino o per arrestarlo se tende ad avvicinarsi al passeggino. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività al passaggio del passeggino. Esercizio n. 5 Il soggetto è trattenuto ad un guinzaglio di almeno tre metri, dovrà rimanere nei pressi del conduttore. Successivamente un operatore corre (jogger) nel campo visivo del cane passandogli vicino. Valutazioni. E’ consentito al conduttore impartire ordini sia verbali che gestuali al cane per mantenerlo vicino o per arrestarlo se tende ad inseguire l’operatore. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con
eccessivo timore o aggressività al passaggio dell’operatore. Esercizio n. 6 Terminati gli esercizi, il conduttore con il cane di fronte all’esperto giudice, dovrà dimostrare di essere in grado di manipolare ed accudire il cane (ispezionare le zampe ed i testicoli, mostrarne la dentatura, spazzolarlo o rimuovere corpi estranei). Valutazioni. Il soggetto dovrà rimanere tranquillo durante la manipolazione. del conduttore. È
CINOFILI STANCHI 12
VOLUME
2,
NUMERO
consentito al conduttore impartire ordini al cane per mantenerlo tranquillo. Non può superare il test il
soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività alle manipolazioni. Esercizio n. 7 Mentre il conduttore procede con il cane al guinzaglio, più operatori (2-4) incrociano il binomio da direzioni diverse. Almeno un operatore deve sfiorare il cane in maniera casuale, ed almeno una delle persone deve avere un abbigliamento inusuale (cappello a larghe tese, mantello, ecc.). Valutazioni. Il soggetto dovrà rimanere tranquillo, o facilmente controllabile, al passaggio degli operatori o di eventuali altri passanti. E’ consentito al conduttore impartire ordini al cane per mantenerlo tranquillo. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività al passaggio degli estranei. Esercizio n. 8 Mentre il conduttore procede con il cane al guinzaglio, un operatore che si era precedentemente posizionato su una panchina, o analogo sedile, lungo il tragitto con un giornale aperto, chiude rumorosamente il giornale, si alza e procede a passo veloce in direzione del binomio, incrociandolo perpendicolarmente. Valutazioni. Il soggetto dovrà rimanere tranquillo, o facilmente controllabile, al passaggio dell’operatore. E’ consentito al conduttore impartire ordini al cane per mantenerlo tranquillo. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o
aggressività al passaggio dell’operatore. Esercizio n. 9 Un operatore, su indicazioni dell’esperto giudice, si avvicina frontalmente al binomio, rivolge alcune parole al cane e stende il braccio per stringere la mano al conduttore. Valutazioni. Il soggetto dovrà rimanere tranquillo, o facilmente controllabile, all’arrivo dell’operatore. E’ consentito al conduttore impartire ordini al
2
cane per mantenerlo tranquillo. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività all’arrivo od al saluto dell’operatore. Esercizio n. 10 Un operatore si avvicina con fare inoffensivo al binomio con un ombrello chiuso, picchiettandolo sul terreno. Giunto vicino al binomio apre l’ombrello con naturalezza e poi si allontana. Valutazioni. Il soggetto dovrà rimanere tranquillo, o facilmente controllabile, all’arrivo dell’operatore ed all’apertura dell’ombrello. E’ consentito al conduttore impartire ordini al cane per mantenerlo tranquillo. Non può superare il test il soggetto che
non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività. Superamento del test Per ogni esercizio possono essere assegnati fino a 10 punti per un totale di 100. Il punteggio minimo per il superamento del CAE-1 è di almeno il 50% in ciascuno esercizio ed il 70% del totale dei punti disponibili. In ogni caso l’esperto giudice dovrà interrompere il test se il cane si dimostra pericoloso o fuori controllo. (Fonte del Regolamento: www.enci.it) COMMENTO RIGUARDO IL CAE-1 Sono pienamente convinto che l’ obiettivo sia un primo passo verso la rivalutazione del rapporto tra l’uomo e il cane nella società moderna. Il CAE-1, è un test che inizierà a mettere dei freni a sedicenti brevetti privati organizzati da singoli individui e da associazioni non riconosciute dal Ministero che vedono nel brevetto solo uno scopo di lucro e non tanto una promozione del concetto di proprietà responsabile. Solo i proprietari che si dimostrano in grado di gestire correttamente il loro cane nelle più svariate situazioni quotidiane e solo i cani affidabili e realmente ben educati otterranno il brevetto ,sperando cosi di incominciare a non vedere più sia in expo,che per strada cani non gestibili e proprietari totalmente incapaci di saper gestire il proprio animale. Credo che sia realmente il
PAGINA
13
primo test caratteriale dell’ E.N.C.I. che valuta il binomio Uomo-Cane nel contesto sociale, ovvero la capacità del proprietario di relazionarsi in maniera corretta con il proprio fedele compagno, dimostrando di saperlo gestire, nei diversi momenti della giornata. Iniziando a valorizzare ed a dare un importanza anche zootecnica alla relazione con il nostro amico, sperando d’ iniziare ad avere anche un accreditamento della figura del cane agli occhi della società moderna. RINGRAZIAMENTI Io credo che sia di fondamentale importanza ringraziare il Club di Razza che sta dimostrando vivo interesse nei confronti del Cane Corso. Vorrei anche ringraziare il Sig.Danilo Giorgio che già nel 1998 facendo un punto sulla razza, ci consigliò lavorare su precisi “binari tecnici” per la selezione della razza (salute—carattere morfologia) ,proponendo il controllo dei riproduttori anche da un punto
di vista caratteriale. Infine vorrei ringraziare: Dott. F. Bruno, Sig.V. Indiveri, Dott. P. Breder, Sig. G. Sereni, Sig. S. Gandolfi, i fratelli Malavasi, Prof. M. Agiolillo, ed i giudici Morsiani, Vandoni, Perricone (spero di non aver dimenticato nessuno) per aver lavorato in modo laborioso verso il recuperato di una delle razze più amate sia in Italia che all’ estero. Grazie a loro possiamo vantarci d’ avere fra le nostre razze autoctone uno dei molossoidi più versatili,che non mancherà occasione parlarvene in un mio prossimo articolo su canicorsomagazine e qui su Cinofili Stanchi.
MARCELLO MESSINA Allevatore ‘Scudo di Talos’ Boxer e Cani Corso
13
CINOFILI STANCHI Un periodico mensile edito dai Cinofili Stanchi I nostri educatori, addestratori e cinofili professionisti sono presenti a Ovada (AL), Sermide (MN), Ravenna, Ancona, Velletri e San Marco in Lamis (FG). Piemonte cell. 347-5760185 Lombardia cell. 348-8029763 Emilia Romagna cell. 338-1841201 Marche: cell. 338-3787447
Cinofili Stanchi nasce dall’idea di quattro cinofili di professione (Marcello Messina, Roberto Mannu, Gianluca Gherghi e Giovanni Padrone) che hanno unito le proprie menti ed esperienze per creare un punto di riferimento per chi vive col proprio cane e necessita di corrette informazioni per migliorare il proprio regime di vita. ‘Cinofili stanchi’, perché stanchi della totale disinformazione che regna nella cinofilia nostrana, stanchi di chi fa marketing sulla ignoranza delle persone, stanchi delle leggende metropolitane che sembrano governare le menti di chi dovrebbe diffondere una corretta cultura cinofila e non lo fa. Chiunque desideri contribuire col proprio sapere sarà ben accetto dopo aver aderito al nostro codice etico che pone avanti a tutto il benessere psicofisico del cane.
Lazio: cell. 338-6523430 Puglia: cell. 328-5972631 Email: cinofilistanch@yahoo.it
I FONDATORI
Noi siamo i nostri cani...
SIAMO SU FACEBOOK https://www.facebook.com/groups/cinofilistanchi/
14