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PUBBLICAZIONE GRATUITA ANNO 3, NUMERO 2 - MAR.APR. 2014
Assolutamente siamo contenti di essere ancora una volta qui con voi per festeggiare un lieto evento: nell’ultimo bimestre con lo scorso numero di CINOFILI STANCHI, il nuovo ABOUT DOGS per gli amici stranieri e gli arretrati abbiamo di gran lunga superato le 10.000 visualizzazioni. Ragione in più per continuare nella strada della convinzione che il nostro progetto iniziato nel settembre 2012 era ben fondato, perché si proponeva innanzitutto di dare informazioni il più corrette possibili (il che escludeva pseudo-cinofilie di dubbia provenienza, leggende metropolitane, pusillanimi illazioni e via discorrendo) a chiunque volesse usufruire della nostra rivista a TITOLO GRATUITO. Non ci sforzeremo mai abbastanza di ribadire questi due importanti punti. Eccoci, dunque, con il nuovo numero di CINOFILI STANCHI in cui ci siamo impegnati ancora una volta a ricercare notizie, nozioni, informazioni interessanti. In questo numero ospitiamo anche l’amica Angela Riva che in una lunga intervista che ha impegnato il sottoscritto, Marcello Messina e Michele Caricato ha cercato di carpire per i frequentatori del suo sito (www.shibamania.it) i segreti che sono alla base di una buona relazione cane/proprietario. E dunque, a tutti una buona lettura.
In copertina
Petroglifo presso il sito di Tassili n’Ajier (Algeria) datato circa 12.000 a.f.
La Redazione
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SOMMARIO Editoriale Cani al cinema: Belle e Sébastien Dalla parte del cucciolo La vita sedentaria dell’uomo e del cane La filariosi cardio-polmonare Le interviste di Johnny Bassetto Una slitta per un cane o un cane da slitta? È bello ciò che è bello o è bello ciò che piace? I cani nella Poesia: Ora io sono un ospite celeste Umorismo canino
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di Giovanni Padrone - L ultima star canina della pellicola arriva da questo film, versione cinematografica del noto cartoon giapponese che venne trasmesso in TV all inizio degli anni 0 del secolo scorso una trentina di anni fa e non mi meraviglierei se adesso prendesse a tutti la frenesia di avere un pastore dei Pirenei o un suo simile, il pastore maremmano - abruzzese . Conoscendo i trascorsi del passato, i cani del momento seguono la moda del momento, poi ci si dimentica di loro quasi fossero un attrezzo non piu utile e non dei compagni di vita. Auguriamoci che non sia così anche questa volta.
Ci sono voluti tre pastori dei Pirenei per fare una Belle: «Un cane solo non bastava, si sarebbe stancato troppo» racconta il regista Nicolas Vanier. Alpinista e documentarista,Belle e Sebastien, al cinema in questi giorni, è il suo primo lungometraggio.Il film è ispirato a una serie televisiva di grande successo in Francia negli anni Sessanta molti bambini nati in quegli anni furono chiamati Sebastien in onore del piccolo protagonista . )n )talia conosciamo meglio il cartone animato giapponese in onda negli anni Ottanta: Sebastien vive in montagna con il nonno e diventa amico inseparabile della cagnona semi-randagia Belle, con cui vive molte avventure tra i monti. )l film al cinema e ambientato durante la seconda guerra mondiale, e oltre a Sebastien Felix Bossuet e al nonno Tcheky Karyo c e un dottore coraggioso che, oltre a curare Belle, aiuta gli ebrei a fuggire dalla Francia alla Svizzera, inter-
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pretato da Dimitri Storage. )l film, in realta, e girato nella valle della Maurienne in Savoia, al confine con il Piemonte.
«Abbiamo lavorato in tre momenti diversi: in estate, in autunno e in inverno» racconta Storage. «Si dice che gli elementi piu difficili con cui girare siano gli animali, i bambini e la montagna, e noi li avevamo tutti e tre. Ma e andata bene». Anche con Belle?
«Piu che un cane, un pony» commenta l'attore, cui per la prima volta e stata affidata una parte da "buono": «Di solito mi scelgono per fare il tossicodipendente, il rapinatore di banche, il pusher... Tornando a Belle, non ho paura dei cani, comunque, anche se non ne avuti solo da piccolo. (o dei bambini, invece che finalmente hanno potuto vedere un mio film, gli altri erano poco adatti : abitiamo a Parigi e gli unici animali che sono abituati a incontrare sono i piccioni, quindi sono stato contento quando mi hanno raggiunto sul set in montagna. )n quanto a me, ragazzo di citta, ho fatto di tutto per essere credibile ed evitar di sembrare uno appena uscito dal metro. Del protagonista del film ho invidiato la liberta: non va a scuola, non ha compiti da fare, non deve mandare sms a nessuno, gira tra i monti dove vuole. Credo che guardando il film sia bambini che adulti penseranno, ma che fortuna, vivere così...».
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di Angelo Romanò - L'ultima volta abbiamo visto l'arrivo di un cucciolo e la sua introduzione nel nostro nucleo familiare, detto anche gruppo sociale. )l cucciolo ha bisogno di relazionarsi con noi e noi con lui, ma in che modo e opportuno farlo? Capira veramente quello che vogliamo comunicare? Come colmare il divario linguistico tra noi e lui? Una buona predisposizione ad apprendere ed interpretare la comunicazione canina e necessaria per un corretto controllo ed una corretta relazione. Molto spesso agiamo senza pensarci, ma azioni che per noi sono naturali e che fanno parte del nostro linguaggio spesso non corrispondono alle stesse nella comunicazione canina. Linguaggio e comunicazione interagiscono con tutte le nostre attivita mentali e, come tali, possono essere influenzate o modificate o possono anche influenzare o modificare determinati comportamenti dell'altra persona od essere vivente. La realta animale e complessa ed ancora oggi non si comprende completamente il significato di comunicazione come lo intendiamo noi, ma
molti studi ci possono aiutare ad interpretarne la maggior parte. Percezione e realta non sono sempre uguali da individuo a individuo. Ad esempio noi processiamo le informazioni provenienti dalle nostre esperienze, dalle aspettative, dalle convinzioni ed altro, e le processiamo in modo unico in quanto soggettivo della nostra realta. Facendo un esempio semplice, un determinato episodio come una cena a due, una semplice uscita o un viaggio puo essere interpretato e descritto da due persone in maniera nettamente diversa identificando quei particolari che per noi sono soggettivamente rilevanti. La realta soggettiva quindi e diversa da quella reale e l'impegno che porremo nel comunicare efficacemente con il nostro cane determinera il risultato. Comunicare efficacemente significa utilizzare gesti, suoni e parole adatte per quel tipo di situazione. Esistono tre tipi di comunicazione ben distinte tra loro, ma che nella realta vengono percepite come veicolo per un unico messaggio. Cio che diciamo, ovvero il contenuto che per noi e molto importante, ma puo essere altrettanto importante e valido per il nostro interlocutore?
Oltre al contenuto dobbiamo analizzare il modo in cui viene veicolato, ovvero come lo diciamo o meglio trasmettiamo . Comunicazione verbale, paraverbale e non verbale, cosĂŹ si dividono i vari tipi di comunicazione. Verbale in quanto si esprime o veicola attraverso parole che utilizzano delle regole e convenzioni come la sintassi, i periodi, la grammatica ed il "vocabolario" di termini a noi noti. Una comunicazione verbale efficiente prevede che le regole siano comuni ad entrambi gli individui, sia di chi trasmette il messaggio, sia di chi lo riceve. Paraverbale, si occupa dell'intonazione della voce, del suo suono, dell'inflessione, del volume e del timbro, tutte regole che non sono scritte, come la comunicazione verbale, ma che per esperienza facciamo nostre come anche l'inflessione dialettale. Non verbale, che nel nostro caso e la piu importante, comprende le posture, il gesticolare, le espressioni facciali o qualsiasi movimento che possiamo compiere con il nostro corpo. Ma realmente in che modo incide la nostra comunicazione? La comunicazione verbale, per quanto sia molto importante e piena di conte-
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nuti, ricopre solo il % di cio che comunichiamo, mentre la comunicazione paraverbale il 3 %, per cui il tono, il timbro, l'inflessione e l'espressione della voce sono importanti in quanto atti a sottolineare il contenuto che vogliamo trasmettere. )l restante 55% viene veicolato attraverso la comunicazione non verbale. E' strano, come gia detto, che la percezione sia diversa dalla realta, realta che il nostro fedele amico interpreta in maniera precisa in quanto il veicolo principale per relazionarci con lui e la comunicazione non verbale e paraverbale. Per fare un esempio di come noi non ci rendiamo conto delle nostre modalita di comunicazione, proviamo ad immaginarci davanti ad un bambino piccolo che non ha imparato ancora a parlare o che sa solo qualche parola. La nostra comunicazione sara rivolta tutta su di lui, ci inginocchieremo, portandoci alla sua altezza, apriremo le braccia e le agiteremo come per dire "vieni qui" e con voce calma inviteremo il bambino a venire. Esempio pieno di comunicazione, dal nostro sguardo, dalla postura che assumiamo, dalla nostra espressione facciale, dal movimento delle nostre braccia, dal timbro della voce, dal volume, dall'inflessione della stessa e non solo, da come siamo vestiti, se porCINOFILI STANCHI
tiamo un cappello o no, dall'ambiente che ci circonda, se e una bella giornata con tanto sole che entra dalle finestre o una giornata nuvolosa, se siamo in casa o all'aperto e cosĂŹ via. Questo esempio lo dovrete tenere a mente anche quando inizierete a lavorare con il vostro cane. E' ancora un cucciolo, non sa niente del mondo che lo circonda e dobbiamo insegnargli tutto dall'inizio. )niziamo dalla nostra postura, non ci chiniamo verso di lui ma favoriamolo mettendoci in ginocchio, non ridiamogli in faccia mostrando i denti, in natura mostrare i denti per lui significa aggressivita e non vogliamo che il cucciolo si spaventi. Utilizziamo un
tono di voce pacato, lui leggera molto il suono e l'inflessione che utilizzerete non il contenuto. Aiutiamoci con dei bocconcini, con un "bravo" o con qualsiasi cosa che per lui sia segno di premio, guardiamo se scodinzola e facciamogli capire cosa e giusto. )gnoriamo i comportamenti che a non ci interessano o indesiderati, non poniamogli neanche attenzione, attenzione che per lui puo essere interpretata come rinforzo. Siamo noi a guidarlo dunque e lui imparera cio che noi saremo in grado di trasmettere.
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di Giovanni Padrone - Per il cane, come per l’uomo, vale il motto latino MENS SANA IN CORPORE SANO. Infatti, qualsiasi sia la sua taglia o mole ad un cane necessita un minimo di attività sia fisica che mentale, perché possono sorgere problemi di vario genere che partono dal suo ingrassamento eccessivo e relativi problemi cardiocircolatori a comportamenti stereotipati sintomo dell’insorgere di forti problemi del comportamento. Come per l’uomo, anche per il cane la sedentarietà è nociva. Il passaggio da un ambiente tipicamente rurale in cui i ritmi erano dettati dalle colture agricole e dalle altre attività connesse, come l’allevamento del bestiame o la pastorizia, ad un tipo di vita incentrata sulla industrializzazione e su uno stile di vita più sedentario ha sotto certi aspetti influito negativamente sulla psiche e sul fisico umano soprattutto con l’avvicendarsi ed il progredire della tecnologia elettronica; se, ad esempio, una volta si andava in campagna ad osservare la natura, ora si preferisce vedere in tv un documentario, lontani da ‘pericolosi’ incontri ma vicino a pericoli di altro genere: il colesterolo alla base della maggior parte delle patologie cardiovascolari che colpiscono l’uomo. Dall’altro lato, tutto questo ha influito negativamente nella relazione con il proprio cane, egoisticamente costretto dal compagno umano a cambiare i propri ritmi e cercare di adattarsi ad una vita che non gli è consona. Bisogna rendersi conto che i cani sono nati per essere attivi (qualcuno dice ‘lavorare’)fisicamente e/o mentalmente. Evolutisi a partire da circa 130.000 anni fa al fianco dei nostri lontani cugini estinti Homo neanderthalis, successivamente hanno imparato a collaborare lavorando insieme ai nostri antenati ed accompagnandoci nel corso della storia per migliaia di anni, assumendo nelle culture dei vari paesi nuove funzioni: se, in effetti, l’antenato del cane era fondamentalmente uno spazzino, i cani successivamente sono stati impiegati dall’uomo nella caccia, nel trasporto, nella conduzione delle greggi, in guerra, nella guardia di case e bestiame e, più recentemente, in attività ludico-sportive. I loro parenti selvatici, i canidi che popolano l’intero globo, passano la maggior parte delle loro ore di veglia a caccia di cibo, nella cura della prole, nella difesa del territorio e svolgendo attività ludica all’in-terno del proprio gruppo. Conducono la loro vita in maniera alquanto complessa ed impegnati ad interagire socialmente e risolvendo semplici problemi necessari per la loro sopravvivenza. Il lavoro più comune per molti cani da compagnia oggi è mangiare a più non posso senza alcuno scopo. Non serve più guadagnare il loro mantenimento e invece devono adeguarsi ai nostri stili di vita più sedentari. Ottengono il loro cibo gratuitamente in una ciotola e sono spesso confinati soli e inattivi per la maggior parte della giornata. Questa mancanza di scopo lascia i cani senza sbocco per la loro naturale tendenza all’attività psicofisica e contribuisce allo sviluppo di problemi comportamentali. Una ulteriore condizione che i cani moderni devono affrontare a causa della sedentarietà è la mancanza di opportunità per esercitarsi. Alcuni proprietari fanno l'errore di credere che se un cane ha accesso ad un cortile si stia esercitando. Ma il cane non viene invogliato a svolgere da solo una qualsiasi attività (o comunque non molto) oltre ad aspettare che qualcuno lo faccia rientrare. Quello che a lui necessita è l'interazione con il proprio partner umano. Bisogna ricordare, inoltre, che fra le patologie presentate l’obesità (che spesso accompagna la sedentarietà dei nostri cani) in Europa colpisce circa il 20% dei cani adulti e che la sterilizzazione riduce il metabolismo di circa il 25% per la minore attività ormonale a cui solitamente si associa un notevole incremento dell’appetito. Contemporaneamente a questo le modifiche comportamentali dei cani tendo9
no a portare ad una maggiore sedentarietà ed è per tali motivi che di solito si consiglia un regime alimentare più controllato (30% in meno di calorie) rispetto ad un adulto integro in regime di mantenimento. Problemi derivanti dalla mancanza di esercizio ed attività psichica. I cani possono essere come bambini. Se non viene dato loro qualcosa di costruttivo da fare per sfogare la propria energia, troveranno qualcosa da fare per conto proprio, e non è detto che possa piacere! E’ tipico il comportamento di escavazione del giardino (con buche che nulla hanno da invidiare alle talpe) per noia e per la totale assenza di attività da parte del proprietario. Alcuni dei problemi di comportamento più comuni riscontrati nei cani che non ricevono sufficiente stimolazione fisica e mentale sono: Masticazione
distruttiva di oggetti, graffiamento degli stipiti e delle porte Escavazione del giardino o del pavimento di casa (distruzione dei tappeti o del parquet) Comportamenti esplorativi, come le incursioni nei rifiuti Iperattività, eccitabilità e attività notturna Eccessivo gioco predatorio e sociale Comportamenti mordaci Comportamenti stereotipati (ad es. tail-chaising) Comportamenti sostitutivi (ad es. leccamento degli arti con conseguente granuloma) Comportamenti di ingaggio eccessivi (richiesta di attenzione) con vocalizzazioni accentuate ed insistenti (abbaiare e guaire). Tutti questi fenomeni sono solitamente legati all’insorgere di patologie ansioso-depressive ben note in letteratura accademica e a chi si occupa di cani problematici. E’ dovere di chi vive con un cane occuparsi del suo benessere sia fisico che mentale e perciò sarà necessario attivarsi al fine di evitare l’insorgere di situazioni difficili da gestire. Questo non vuol dire che ognuno di noi è obbligato a frequentare un campo dove a pagamento si svolgono attività di vario genere; tuttavia, si è in obbligo di costruire delle iniziative che possano tenere impegnato il cane insieme a noi per un certo lasso di tempo nell’arco della giornata.
Benefici dell'esercizio fisico e del gioco mentale La buona notizia è che mantenere il vostro cane sano, felice e fuori dai guai con l'esercizio quotidiano è molto divertente e offre numerosi vantaggi, tra cui:
Aiuta a ridurre o eliminare i problemi di comportamento comuni sopra elencati, come scavare e abbaiare eccessivamente, masticare oggetti e l’iperattività Aiuta a tenere voi ed i vostri cani sani, agili e flessibili Aiuta a ridurre i problemi digestivi Aiuta i cani timidi o paurosi a costruire l’autostima e ad avere fiducia nel proprietario Aiuta i cani inquieti a calmarsi ed a riposare rilassati 10
Aiuta a mantenere sotto controllo il peso dei cani (e magari anche il vostro).
Esercizio psicofisico - Prima di iniziare Per quanto riguarda l’esercizio psichico, quello rivolto alle capacità cognitive del cane, non vi è alcuna controindicazione. Per quanto riguarda l’esercizio fisico, è meglio verificare con il veterinario lo stato di salute del vostro cane in modo da programmare una tabella degli esercizi appropriata. In tal modo si può controllare che il vostro cane non abbia eventuali problemi di salute che possono essere aggravate dall’esercizio fisico e suggerire attività sicure. Alcune considerazioni su dimensioni, razza ed età sono: •Le razze con il naso corto o piatto (razze brachicefali = molossoidi) possono avere problemi di respirazione, quando esercitate con eccesso, soprattutto nei climi caldi. •L'esercizio fisico è ideale per i cani giovani ed energici, ma la corsa o l'esecuzione di alcune attività (ad es. alcuni esercizi di agility) non sono consigliate per i cani troppo giovani (sotto i 12 mesi), le cui ossa non hanno finito di crescere. Per cui è consigliabile inizialmente utilizzare quelle attività che non creino problemi alle articolazioni e passare successivamente ad esercizi più complessi. •I cani di grandi dimensioni sono più esposti a infortuni del legamento crociato, all'artrite e alla displasia dell'anca, la corsa sostenuta può essere difficile per le loro articolazioni e le ossa. Se si possiede un cane di grossa taglia, assicurarsi che sia in buone condizioni per poter svolgere certe attività. •Una volta che un cane raggiunge i suoi anni d'oro, l’osteoartrite può causare dolore e zoppia dopo un intenso esercizio fisico. E’ perciò utile ridurre l’intensità del lavoro. Per quanto riguarda le attività in cui il cane utilizza le proprie facoltà mentali e cognitive, naturalmente, non esiste alcun problema: si può spaziare come meglio si crede. Più il cane aumenta il proprio bagaglio informativo, maggiore sarà la sua capacità di rispondere.
Esercizio psicofisico - Esercitare il proprio cane Con uno stile di vita più sedentario oggi i proprietari di cani sono spesso chiamati a trovare sbocchi sufficienti per una notevole energia naturale dei loro animali domestici. I cani sono più atletici di noi, ma ci sono una varietà di modi per mantenerli allenati, partendo da attività che non richiedono molta energia da parte nostra alle attività che esercitano entrambi, cane e proprietario. La necessità di allenare i cani varia a seconda della loro età, dimensioni, razza ed individuo. La maggior parte beneficia enormemente dal quotidiano esercizio aerobico (corsa e nuoto), così come almeno una mezz’ora di camminata. Restano da individuare le attività che più si adattano alla personalità del proprio cane e gli interessi naturali. Un esperimento può essere fatto con le idee qui sotto esposte per vedere ciò che è più pratico e divertente per il proprio fidato amico.
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A – Esercizi di attività olfattiva e mentale in cui è richiesta l’attenzione del cane sul proprietario Esercitare il proprio cane non significa che bisogna essere atletici. Se si preferisce non correre o fare lunghe passeggiate, bisogna prendere in considerazione due approcci: 1. Focus sull’attività mentale. Esercitare le capacità cognitive del proprio cane con attività ludica di vario genere, come giochi in cui sia coinvolta la risoluzione di problemi con un obiettivo finale (come riuscire a raggiungere in qualsiasi modo qualcosa di interessante), esercizi di ‘obbedienza’ o free-style, o attività che tengano impegnato il cane per un certo tempo come l’uso del kong. In questo modo si evita un eccessivo esercizio fisico. 2. Focus su esercizi che aumentano l’attività fisica del cane mentre il partner umano assiste in piedi o seduto. In questo caso si può spaziare in vario modo: palline, frisbee o bastoni, da nascondere e trovare, da prendere al volo e riportare, gioco del tira e molla con una corda, ecc. Se il cane gode della compagnia di altri cani, altre opzioni facili includono portarlo al parco, organizzando gruppi di gioco con amici o vicini di casa che hanno cani o portarlo in un campo cinofilo dove si svolga attività ludica per qualche ora al giorno. Queste opzioni danno al cane la possibilità di sperimentare il gioco sociale con gli altri cani.
Esercizi per cani iperattivi Passeggiate al guinzaglio Lo sapevate che i proprietari di cani corrono in media 300 minuti a settimana, mentre le persone senza cani camminano poco oltre i 150 minuti? A quanto pare, i nostri cani ci spingono a rimanere attivi! Le passeggiate coi cani portano un sacco di luoghi interessanti con odori da indagare. In queste si possono prevedere esercizi sufficienti per cani di razza piccola, cani anziani e pantofolai incalliti. Per vivacizzare le passeggiate, si deve variare il percorso di tanto in tanto per dare al cane la possibilità di esplorare nuovi odori e nuovi luoghi. Se il cane è vecchio, non è abituato ad esercitarsi, è sovrappeso o ha problemi di salute, iniziare con una passeggiata di 10/15 minuti ogni giorno e aumentare gradualmente la durata. Per i cani giovani, sani o di mezza età, le passeggiate al guinzaglio così corte probabilmente non forniranno abbastanza esercizio.
Corsa al guinzaglio, con pattini o in bicicletta Questi sono ottimi modi per esercitare un cane sano e mantenersi in forma. Insegnare al vostro cane a camminare senza tirare al guinzaglio è il primo passo essenziale per la creazione di una sicura e divertente corsa insieme, o pattinando oppure in bicicletta. Se il cane si getta avanti, tira di lato o è in ritardo rispetto a quando si cammina, i problemi che potrebbero derivare quando ci si muove velocemente potrebbero essere molti! Ad esempio un cane che costantemente tira al guinzaglio può danneggiare la sua gola, e non è divertente neanche per il proprietario. Ecco alcuni consigli e cose da considerare quando con il proprio cane si decide di correre: • Le persone sono in realtà più adatte per fare jogging o la corsa su lunga distanza. Anche quando cacciano o conducono un gregge, i cani tendono a muoversi in brevi ed intensi tratti a velocità sostenuta con tappe intermedie. I cani che svolgono questa attività, si fermano ad annusare intorno, eliminare le proprie deiezioni e a guardare i dintorni. Se si fa jogging con il proprio cane al guinzaglio, bisogna fare attenzione a non sopravvalutare le sue capacità e andare troppo lontano. Perciò è sempre valido il discorso di iniziare con percorsi brevi ed aumentare gradualmente la distanza. 12
• Se il cane ha l’abitudine di annusare intorno durante la passeggiata quotidiana, probabilmente tenterà di fare lo stesso quando si corre, pattina o si va in bicicletta. Bisognerà, perciò, insegnare a mantenere l’attenzione sul proprietario durante l’esercizio fisico. Il modo migliore per farlo è con regolarità premiando con gratificazioni verbali e contatto fisico. • Anche in questo caso, il jogging o la corsa sostenuta non sono consigliati per i cani giovani le cui ossa non hanno finito di crescere. Può anche essere duro con le articolazioni dei cani grandi. Se avete un cane giovane, verificate sempre con il veterinario per sapere quando è sicuro incominciare a correre. Se avete un cane di grossa taglia, chiedere al veterinario se è sicuro per lui correre con voi. Insegnare a un cane a non tirare al guinzaglio può essere difficile, non esitate a ricorrere all'aiuto di un addestratore, istruttore o educatore cinofilo. Un allenatore professionista offrirà lezioni di gruppo o private che possono darvi aiuto con la camminata al guinzaglio.
Esercizi senza guinzaglio Senza guinzaglio si può camminare, correre, fare escursioni a piedi o in bicicletta in una grande proprietà recintata o in un parco. Il vostro cane può impostare il suo ritmo, annusare e studiare l’ambiente, fermarsi quando è stanco e correre ogni volta che vuole. Siate sicuri di avere il vostro cane ben addestrato a venire in modo affidabile quando viene chiamato.
Nuoto Alcune razze sono cani d'acqua naturali e non richiedono formazione o acclimatazione all'acqua, ma anche i cani che non sono allevati per le attività in acqua possono imparare a fare una nuotata di tanto in tanto. Ecco alcuni suggerimenti per il nuoto divertente e sicuro con il vostro cane: •Introdurre il vostro cane in acqua il più presto possibile, preferibilmente quando è ancora un cucciolo. •Indipendentemente dall'età del vostro cane, assicurarsi che le prime esperienze con l'acqua siano piacevoli. Cercate un posto tranquillo con acqua poco profonda. •Non forzate mai il vostro cane in acqua e non lasciatelo entrare in acque profonde finché non siete sicuri delle sue capacità natatorie. E’ molto utile lanciare una palla vicino a riva ed aumentare progressivamente la distanza fino ad avventurarsi dove l’acqua è un po' più profonda. •Portate acqua fresca da bere per il vostro cane. Anche i fiumi di acqua dolce ed i laghi possono contenere parassiti e batteri dannosi. •Non lasciate che il vostro cane, nuoti in presenza di forti correnti. •Non permettere che il vostro cane salti in acque profonde in una piscina o un lago, perché può farsi prendere dal panico e annegare. Senza una rampa facilmente accessibile, non può essere in grado di uscire da una piscina o di risalire. •Se il cane è sovrappeso o si vuole andare in barca o nuotare nei laghi, è bene attrezzarlo di giubbotto salvagente. •Tenere il cane lontano da feci, pesci e molluschi morti presenti sulla spiaggia, che possono contenere tossine e parassiti. •Assicurati che il cane abbia accesso all’ombra. Troppo sole può portare ad un colpo di calore. Se avete un cane senza peli o di colore chiaro, chiedete al veterinario come utilizzare una crema solare sulle sue zone esposte, come il naso, le orecchie e lo stomaco. •Sciacquare le zampe del vostro cane dopo essere stati in spiaggia per lavare la sabbia irritante e l’acqua salata. •Asciugare le orecchie del vostro cane dopo aver giocato in acqua per prevenire le infezioni dell'orecchio. 13
•Se il vostro cane ha un folto manto, pulitelo accuratamente dopo che l’avete asciugato dopo una nuotata.
Attività sportiva per cani Sports come agility, flyball, obedience, rally-o e freestyle possono dare a voi e al vostro cane un intero nuovo mondo di esercizi divertente e tutto da esplorare. Le attività per gruppi di razza specifici includono sleedog, sheepdog, coursing, racing, prove di ricerca. Naturalmente, queste sono solo indicazioni per chi ad un certo punto può provare il desiderio con il proprio cane di avviare una attività agonistica, sempre nel rispetto dell’identità del cane.
Arricchire la vita del vostro cane La noia e l'energia in eccesso sono due ragioni comuni per i problemi comportamentali nei cani. Ciò ha senso perché sono destinati a condurre una vita attiva. I cani selvatici spendono molte ore di veglia a procacciarsi il cibo. I cani domestici ci hanno aiutato nel lavoro per migliaia di anni e la maggior parte sono stati selezionati per uno scopo specifico come la caccia, la guardia o la pastorizia. Ad esempio, i retrievers sono stati allevati per individuare e recuperare la selvaggina anche in acqua. I segugi, come i beagles, sono stati selezionati per stanare conigli, volpi e altre piccole prede. I cani come i pastori tedeschi, i Collies, i bovari e i cani da pastore in genere sono stati allevati per la guardia o la conduzione del bestiame. Se i cani un tempo lavoravano per noi, la loro attività fisica e mentale una volta dipendeva da un sacco di esercizio e dal problem solving (provate a vedere un border collie all’opera con un gregge di pecore). Ma che dire adesso? E’ spesso difficile lavorare a tempo pieno con il proprio cane in una routine quotidiana frenetica che lascia poco tempo. Ma se si ha un fitto calendario e non si possono svolgere (se non saltuariamente) le varie attività più sopra menzionate, è possibile trovare un aiuto. Si consideri il seguente risparmio di tempo e modi per aggiungere qualche emozione ed attività alla vita del vostro cane: •Esaminate la possibilità di portare il vostro cane in un rifugio/pensione dove possa svolgere anche attività ludica almeno un paio di volte a settimana. •Se l’abitazione è abbastanza vicina al luogo di lavoro, tenete in considerazione di andare a casa per trascorrere la pausa pranzo con il vostro cane. •Se non potete, fatevi aiutare da un dog sitter per portare fuori il cane a passeggiare. •Se avete poca disponibilità di denaro cercate aiuto fra i parenti a cui siete legati e che non lavorano durante il giorno e chiedete loro se sono disposti a portar fuori il vostro cane mentre siete al lavoro. In definitiva tenete sempre a mente il motto latino che ha aperto questa trattazione: MENS SANA IN CORPORE SANO. Per voi e per il vostro cane.
Giovanni Padrone Educatore cinofilo Autore dei libri SUSSURRA AL TUO CANE E IL CANE DECISE DI INCONTRARE L’UOMO CINOFILI STANCHI
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di Roberto Mannu - La
dei sintomi. Pertanto ri-
fetto retroattivo. Pertan-
prevenzione
sulta
la
to è totalmente inutile
è
fonda-
fondamentale
mentale in quanto con-
profilassi
(prevenzione)
anticipare eccessivamen-
sente di evitare di con-
che va effettuata per
te la prima somministra-
trarre una malattia che
tutto il periodo delle
zione, mentre è fonda-
normalmente
richiede
zanzare con la sommini-
mentale
una terapia complessa e
strazione mensile di ap-
profilassi fino al mese
potenzialmente
positi farmaci.
successivo alla scompar-
molto
sa
pericolosa. La prevenzio-
proseguire
delle
la
zanzare.Ad
ne va effettuata per tut-
Essi agiscono tutti allo
esempio a Milano, dove
to il periodo delle zan-
stesso modo, cioè bloc-
le zanzare generalmente
zare con la somministra-
cano lo sviluppo delle
compaiono intorno a fi-
zione mensile di apposi-
larve
dalle
ne marzo e scompaiono
ti farmaci.
zanzare nel cane e han-
verso la fine di ottobre,
no
la prima somministrazio-
La
filariosi
cardio-
polmonare non è una malattia inguaribile, ma richiede
una
complessa,
due
caratteristiche
fondamentali: somministrati
vanno ogni
30
giorni e posseggono ef-
ne potrà essere effettuata all'inizio di aprile e l'ultima a novembre.
terapia
costosa
potenzialmente
inoculate
e
molto
pericolosa. Inoltre spesso i danni causati dal parassita non sono reversibili e quindi, anche dopo
l’
eliminazione
della filaria, non si ha una
totale
remissione
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fusi in tutte le
Esiste anche un farmaco
aree e in par-
in formulazione inietta-
ticolare
in
bile che una volta som-
quelle urbane.
ministrato si accumula
L’utilizzo
di
nell'organismo del cane
farmaco
e viene rilasciato lenta-
con il più am-
mente. Per questa ca-
pio spettro d’
ratteristica tale prodotto
un
Numerosi sono i farmaci
azione garantisce quindi
deve
attualmente in commer-
il modo più sicuro per
unicamente dal Medico
cio: sono in compresse
proteggere il cane sia
Veterinario.
o spot on e alcuni di es-
dalla filaria che dai pa-
si sono efficaci anche
rassiti intestinali più co-
sui parassiti intestinali.
muni: il tutto con una
essere
inoculato
singola somministrazioTuttavia tra questi ultimi
ne mensile di un singolo
esistono notevoli diffe-
prodotto.
renze di spettro d'azione, cioè di numero di parassiti contro cui agiscono: alcuni, infatti, sono efficaci solo su due parassiti (Ascaridi e Anchilostomi), altri su tre, eliminando, oltre che i due precedenti, anche i Tricuridi.
Questa
pro-
prietà è molto importante essendo questi ultimi parassiti molto dif-
Roberto Mannu Allevatore Cinofilo - Ric. E.N.C.I. -F.C.I. Iscritto nel Registro degli Addestratori E.N.C.I. Sez. 1 Cani da Utilità 17
L’amica Angela Riva è una cinofila amante dello Shiba Inu, nonché titolare del sito www.shibamania.it. Nel gennaio scorso ha effettuato una intervista a Marcello Messina, Giovanni Padrone e Michele Caricato. La riproponiamo di seguito. Indirettamente ospitiamo volentieri anche Michele Caricato che con le sue opinioni ha contribuito ad ampliare le conoscenze scaturite dall’interessante colloquio on line. (N.B. MC = MICHELE CARICATO, MM = MARCELLO MESSINA, GP = GIOVANNI PADRONE) La Redazione di Angela Riva - D. - Quando hai deciso di diventare educatore cinofilo? M.C. Da bambino, come tanti, adoravo gli animali e mi prendevo cura di diversi cani randagi. Ho capito da subito di voler fare della mia passione una professione e ho iniziato da subito a viaggiare in diversi paesi per imparare. M.M. All' età di 8 anni, mi appassionai ai cani, anche se provenivo da una famiglia di non cinofili. Durante le vacanze da alcuni parenti lontani ebbi la fortuna di conoscere gli Schnauzer giganti e poter passare l'estate a giocare con loro. Il loro carattere mi fece innamorare dei cani, cosi ogni compleanno, Natale e promozione chiedevo di regalarmi uno o più libri di cani, la maggior parte erano monografie di razza o libri sull' addestramento. Cosi provavo leggendo i manuali ad educare i cani di alcuni amici di famiglia, i risultati non erano dei migliori , siamo sinceri ma dentro di me si accese una passione che mi spinse a frequentare prima come spettatore e come allievo un campo addestramento della mia città. Gli anni passarono come tutte le passioni continuai a coltivarle ,ma all' età di 15 anni decisi d' approfondire l'argomento “educatore cinofilo e problemi comportamentali” quando dopo anni convinsi i miei genitori a comprarmi un cane, Diak detto Romeo un epagneul breton ,che inizialmente aveva problemi di timidezza ma in quegli anni (1996) pochi sapevano come risolvere il problema cosi cercai da solo d' aiutarlo ,sicuramente feci degli errori ma dopo circa 1 anno ,Romeo calcava le gare di bellezza, faceva pet therapy in scuole ed ospedali e divenne fino al 2011 il mio inseparabile amico d' avventura. Se sono qui a rispondere a questa intervista lo devo a lui che mi ha fatto innamorare e mi ha spinto a migliorarmi per poterlo capire ,comprendere ed aiutare nel miglior modo possibile. G.P. Alla fine del 2006 inizialmente per capire come lavorare coi miei cani e poi ho scoperto di essere più interessato alla etologia ed alla psicologia dei cani. D. - Hai seguito corsi specifici per diventarlo? Se si quali? Se no, come hai imparato la tua professione? M.C. Ho dedicato molti anni allo studio prima di diventare “professionista”. Il corso più lungo è durato 3 anni poi altre esperienze e stage. CINOFILI STANCHI
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M.M. Come ho scritto nella precedente domanda mi sono formato prima sui libri, poi frequentando un campo addestramento. Dopo qualche anno in Italia si iniziò a parlare di metodo gentile, cosi intrapresi il primo livello del corso istruttori presso la scuola “Centro studi del cane” dove grazie al suo docente Luca Rossi, imparai a lavorare con gentilezza ed approfondire alcune tematiche quali la psicologia del cane ed il clicker training. Successivamente frequentando diversi stage in Italia ed all' estero, fra questi non posso dimenticare il mio periodo di formazione negli Stati Uniti che mi hanno permesso d' approfondire alcune tematiche e di conoscere alcune tecniche che mi permettono ogni giorno di lavorare nel miglior modo possibile. Credo che i migliori maestri siano i cani con cui vivo e con cui lavoro ogni giorno. G.P. Nel 2007 ho conseguito il diploma da istruttore cinofilo e poi affiancandomi ed iniziando a collaborare con il veterinario comportamentalista con cui tuttora collaboro: è stato lui a darmi una formazione per iniziare con questa attività. D. - Cosa ti piace di più di questa professione? M.C. I cani hanno un entusiasmo ed una gioia di vivere incredibile e una sensibilità ed un animo talmente nobile che non passa giorno senza che siano capaci di affascinarmi. M.M. Cosa mi piace? Beh diciamo che è diventato uno dei scopi della mia vita, non potrei fare altri lavori . Nonostante lungo il mio percorso posso incontrare falsità, ostacoli ed ipocrisia, non mollo e continuo perchè faccio il lavoro più bello del mondo, che mi permette di lavorare, di conoscere cani di ogni razza, carattere e vederli cambiare. Renderli felici mi appaga. G.P. Avere la possibilità di operare con tanti cani e perciò estendere le mie conoscenze sul loro modo di apprendere, interagire, socializzare oltre al recupero comportamentale vero e proprio per il quale già da diversi anni non seguo più uno schema fisso ma cerco di capire le ragioni per cui un cane ha un problema e intervenire di conseguenza. D. - Ci sono razze con cui lavori più volentieri o hai più esperienza? M.C. Il mio primo “maestro” era Americano e specializzato in cani nordici e mi ha trasmesso una grande passioni per questo tipo di cani. M.M. Mi piace lavorare con tutti i cani, direi che non amo lavorare con alcuni tipi di proprietari, infatti da 2 anni non accetto tutti i bipedi . Le razze con cui ho maggior esperienza sono i molossi, i terrier, gli Akita inu e gli Shiba, sia perchè sono fra le razze più rappresentative negli ultimi 10 anni e sia perchè sono fra le razze con cui ho vissuto . G.P. Posso dire di avere poca esperienza con i molossoidi in genere (pochi casi fra i tanti che ho trattato) ma per questo ho in programma per il prossimo anno di andare a formarmi da un collega oltre che amico. In genere con tutte le altre razze lavoro tranquillamente. D. - Quali sono i problemi principali che ti vengono esposti dai proprietari di cani? M.C. Sono spesso legati all’iperattività con le relative conseguenze (distruttività, fuga, abCINOFILI STANCHI
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baio ecc..) M.M. I problemi maggiormente su cui lavoro sono casi d' aggressività, cani che non obbediscono e cani da preparare per i ring espositivi. G.P. In genere problemi di gestione, cani mal socializzati, cani conviventi che litigano. D. - Preferisci lavorare da solo col cane o insieme al padrone? M.C. Il padrone è fondamentale. M.M. Dipende, il top sarebbe lavorare in squadra: istruttore, cane, nucleo familiare. Sono convinto che i lavori di squadra portano sempre i loro risultati. Lavoro singolarmente cioè io ed il cane solo quando ho cani molto aggressivi e quindi per sicurezza preferisco lavorarli da solo inizialmente e con cani che sporadicamente porto in handling, perchè lì amo creare un rapporto quasi simbiotico e di "stima" fra me ed il cane. G.P. Se il proprietario non è partecipe ogni recupero comportamentale ha come unico destino il fallimento. Perciò, cerco di coinvolgere entrambi. D. - Quanto incidono gli errori dei proprietari sui problemi comportamentali dei cani? M.C. Gli errori che derivano dalla nostra apprensione e emotività creano spesso dei grossi problemi al cane. Gli sbagli “tecnici” su obbedienza o altro invece sono facili da risolvere. M.M. Dipende da caso a caso, credo che nella maggior parte dei casi al 70% G.P. Moltissimo, soprattutto la trascuratezza nel tempo. Molti problemi presi nell’immediato andrebbero risolti in maniera molto più celere. Invece di solito si aspetta che ‘scoppi il bubbone’ e questo vuol dire impiegare molto più tempo. D. - Quanto incidono gli errori di chi ha cresciuto il cane nei primi due mesi di vita nei problemi comportamentali dei cani? M.C. Nel caso di cani primitivi nei due mesi è possibile fare un lavoro incredibile che da al cane gli strumenti necessari per essere sereno, sicuro e adatto ad ogni situazione. M.M. Beh anche qui dipende da caso a caso, comunque ( parlo da allevatore) noi abbiamo la nostra responsabilità ,anche se il nucleo familiare e l' ambiente della famiglia adottante ha la sua buona responsabilità, come precedentemente spiegato. G.P. Moltissimo. Bisogna considerare che esistono patologie comportamentali legate ad uno scarso o mancante imprinting che avviene proprio in quel periodo. In questo caso il cane ha difficoltà di apprendimento, scarsa o assente socializzazione intra e/o interspecifica. D. - Pensi che tutti i proprietari di cani, indipendentemente dalla razza o dal tipo, dovrebbe21
ro seguire corsi di educazione? M.C. Se un corso “classico” risulta noioso ci sono tante attività che si possono fare con il cane (piste, ricerche, trekking, prove naturali). Il cane è una passione. Si, dovrebbe essere naturale aver voglia di fare tante cose con lui. M.M. Io credo di si! Non tanto per avere il cane che sia un simil "Rex" ma per poter imparare a capirlo, comprenderlo ed a comunicare con lui. Senza fretta ma solo con l'idea di intraprendere un percorso di crescita insieme. G.P. Io vedo il discorso un po’ più in profondità. Abbiamo in Italia una scarsa cultura della relazione cane/umano. Se si iniziasse dalle scuole elementari a istruire i ragazzini cosa vuol dire tutto questo, molto probabilmente avremmo meno cani abbandonati, meno cani maltrattati e più cani compresi, il che automaticamente vorrebbe dire avere più ‘relazioni stabili’. D. - Ti va di raccontare brevemente qual è stato il caso più complesso che sei riuscito a “risolvere”? M.C. Per restare in tema di nordici, lo scorso anno ho lavorato con uno shiba inu molto difficile, diffidente anche con i proprietari, molto scostante, poco legato alla famiglia e spesso talmente intimorito da non muoversi per tutto il giorno dalla sua cuccia. Abbiamo impostato un programma di Natural Pet Training con stimolazione all’attività e affiancato un cane tutor. E’ stato molto bello veder risbocciare la voglia di vivere, giocare e lavorare in questo cane. M.M. Il caso che porterò nel cuore, sempre, è di un meticcio di Dogo Argentino/pit bull: un anno e mezzo di lavoro ma con il duro lavoro ho portato un cane che ha morso il bambino di casa, ad essere un cane capito, compreso e felice. Ricordo quando passavo dal suo cancello e lui abbaiava felice. Diversi colleghi avevano rifiutato il caso, ma come dice un mio amico e collega: "se non è difficile non mi piace". G.P. In relazione a quanto risposto al punto 8 un meticcio di taglia piccola di 5 anni rimasto orfano della madre e quindi senza alcun imprinting. Un meticcio che se fosse stato di taglia maggiore sarebbe sicuramente stato soppresso, mentre invece in poco più di un anno io e i proprietari l’abbiamo fatto diventare un cane gestibile. Da considerare che la prima volta davanti a me si prese la coda e se ne staccò un pezzo con un morso (dopo aver roteato come un derviscio) e la settimana successiva morsicò la proprietaria. Con lui ho dovuto aspettare ogni volta che mi proponesse qualcosa di nuovo per interagire e questo voleva dire, soprattutto nel primo periodo, attendere anche due mesi. Questo è uno di quei casi in cui la pazienza è l’unico motore che può aiutare nel recupero del cane. D. - Che consigli daresti ad una persona che vuole iniziare a fare il tuo lavoro? M.C. Non fare corsi teorici! L’unico modo per diventare un bravo educatore o istruttore è immergersi nel lavoro appieno quindi cercate un istruttore che vi faccia lavorare (e studiare) dieci ore al giorno per un paio d’anni, dopo di ché sarete pronti. In Italia è possibile avere un diploma anche con poche settimane di frequenza teorica ma se volete essere a livello deCINOFILI STANCHI
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gli altri istruttori in Europa sono richiesti 2 anni per essere educatore e altri 2 per la qualifica di istruttore. M.M. Il consiglio che darei (e che do a tutti) è di diffidare dai corsi veloci, formula week end e che accettano molti iscritti. Ma di lavorare con calma e con tanta pratica, solo così si può imparare. Non si impara in un anno ma in anni di lavoro, prima su se stessi, poi col proprio cane e poi con tanti cani...non puoi reputarti educare o istruttore se non hai mai lavorato con un cane. E consiglio di diffidare dalla disinformazione che ormai viene largamente diffusa per fini commerciali, ma di provare e sperimentare ciò che vi viene detto prima d' adottarlo come metodologia. G.P. Non pensare che è un business, che non è qualcosa per cui fare del marketing. Dopo anni sono sempre più convinto che il nostro lavoro è innanzitutto un servizio pubblico e guadagnare sulle disgrazie altrui (anche se non sempre è così) non è molto etico. Quando vedo che le persone non hanno i mezzi per poter tirare avanti, non chiedo nulla (a parte la riconoscenza se il caso va a buon fine). Per il bene del cane io vado avanti ugualmente. D. - Pensi che il web e soprattutto i social network abbiano migliorato il livello medio della cultura cinofila in Italia? M.C. Assolutamente si. M.M. Ne parlavo ieri a cena fra allevatori. Il web è un arma a doppio taglio. Abbiamo la fortuna di poter avere scambi culturali ma anche la sfortuna di diffondere tante notizie false, prive di fondamenti scientifici che non fanno altro che confondere i proprietari ed i neofiti. G.P. Se l’ha migliorato non lo so. Di sicuro ha permesso a molti di avere uno scambio di opinioni che prima dell’avvento dei social network non era possibile. D. - Se dovessi dare un voto all’ Italia nella materia “educazione cinofila” che voto gli daresti? M.C. Penso 6. Abbiamo fatto un grande sforzo e abbiamo dei buoni propositi per il futuro. Manca tanto la conoscenza delle vere esigenze di un cane e di come farlo felice ma ci proviamo. M.M. Rispetto ai paesi che ho visitato siamo anni luce lontani, 10 e lode in grandi paroloni ma 4/5 in pratica, parlando per le nuove leve, invece per i vecchi "artigiani" 6/7 per paroloni e 7/8 per il lavoro pratico. G.P. Devo proprio darlo? Un 4 scarso, perché la gente si fida di ciò che si vede in tv (vedi Millan, ma anche altri personaggi) senza sapere quello che c’è dietro, perché la gente si fida di sedicenti guru e altri personaggi che militano in cinofilia che spesso non hanno le conoscenze scientifiche né l’esperienza pratica per potersi identificare con la figura che io considero essere un vero cinofilo professionista. E questo grazie al fatto che da noi non esiste 23
una struttura scolastica in cui imparare a capire il linguaggio sociale dei cani e lavorare con loro (cosa presente in molti paesi d’Europa, negli USA e perfino in Sud Africa). D. - Hai mai lavorato con uno shiba inu? se si che problema aveva? M.C. Ho allevato Shiba Inu e quindi ho avuto il piacere di avere a che fare con un bel po’ di problemi, soprattutto all’inizio. Considero lo Shiba una razza stimolante , divertente e “superiore”. Ho visto delle performance incredibili fatte da questi cani (ho avuto anche uno Shiba da Obedience). M.M. Oltre ad essere possessore di uno shiba di 10 anni, solo nel 2013 ho lavorato con 15 shiba inu, provenienti da tutta Italia. Il problema comune a molti era la non conoscenza della razza e l'essersi affidati a colleghi che lo paragonano e lavorano con uno shiba come se fosse un border collie. Invece bisogna lavorare in modo molto “nipponico” come lo amo chiamare, basato tutto sulla calma, il rispetto e la relazione anzichè su classi di socializzazione o lavori non idonei ad uno shiba. G.P. Ci sto lavorando tuttora. Si tratta sempre di qualche problema di gestione (il gatto dei vicini). Fra l'altro si dimostra sempre un cane molto recettivo. D. - Cosa potresti consigliare in “termini di educazione" ad un futuro proprietario di questa razza? M.C. 1. Innamoratevi! E comportatevi come tali. Trasmettetegli una vera gioia di vivere, di uscire, esplorare e conoscere cose, persone, cani ed altri animali (fino ai cinque mesi dovrebbe essere la vostra sola attività). 2. Abituatelo al contatto ma senza diventare appiccicosi, non siate assillanti o apprensivi, lasciate che sia lui a prendere l’iniziativa. 3. Fate tante esercizi di educazione in casa, con il cane libero. 4. Mostratevi molto distaccato se prova ad essere più indipendente di quanto sia accettabi-
le. 5. Portatelo a fare una gita nei boschi, mangiate assieme, guadate un fiume e fermatevi a riposare sotto un albero. 6. Correte. 7. Non dategli mai da mangiare come fosse un bambino, lo Shiba è fiero e vuole trovarlo o guadagnarselo. Non accetta carità o compassione. 8. Non avete la minima idea del fiuto che ha uno Shiba Inu. E’ capace di riconoscere un legnetto che avete lanciato in mezzo a centinaia di legnetti. Se uno Shiba non usa il naso e non lavora utilizzando questo senso sarà molto frustrato quanto noi se ci facessero vivere con una benda sugli occhi. M.M. Il primissimo consiglio è di stare attenti al fattore moda, di contattare allevatori seri ed affermati e diffidare di allevatori che allevano o importano 10/20 razze. Successivamente consiglio di conoscere bene la razza, la sua storia, perchè nella storia dello shiba inu ho troCINOFILI STANCHI
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vato il giusto approccio per lavorare con loro. G.P. Studiare l'etologia del cane (parlo di testi scientifici), osservare i suoi comportamenti e cercare soprattutto di interpretarli per ciò che sono e non per le leggende metropolitane che si sentono in giro. In particolare un cane non ambisce a scalare una gerarchia né a conquistare il mondo in barba al compagno umano. Lo shiba inu ha una antica storia di cooperazione nata 10/12.000 anni fa quando gli Jomon emigrarono dall'Asia in Giappone insieme ai suoi antenati. E' probabilmente una delle razze più antiche. Cani che vengono da così lontano meritano il nostro rispetto perché, nonostante tutto, ci sono ancora fedeli. Molti problemi sorgono perché il proprietario presume di sapere tutto sul cane e poi non si ferma nemmeno a guardare quello che il suo cane fa. Impariamo a guardare.
Giovanni Padrone
Michele Caricato Marcello Messina
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di Debora Segna - Oggi vi propongo l’articolo del musher Andrea Schembri, dell’Associazione di sleddog “Cani Avventura“, presente sul territorio Laziale, a Campaegli nel Comune di Cervara di Roma, che in modo semplice ed affascinante ci accompagnerà nel fantastico mondo dei cani da slitta: lo sleddog. Lo sleddog (sled: slitta – dog: cane) purtroppo è uno sport ancora poco conosciuto ma estremamente interessante, appassionante e praticabile da tutti, perché per chi vuole intraprendere questa disciplina non è necessario possedere un cane da slitta o una slitta attaccata ad un cane ;), ma lo si può fare in molti modi diversi che vanno dal traino sulla neve, a quello su terra e a tutte le altre discipline correlate a questo sport come il dog-trekking, lo skijoring e il canicross. Andrea, vi “trascinerà” in questo bellissimo mondo, facendovi comprendere al meglio cosa significa fare sleddog e cooperare in modo simbiotico ed empatico con un team di cani. Per chi volesse avere altre informazioni su questo sport, potete contattare Andrea Schembri. Buona lettura e buon divertimento! “Nella vita gli esami non finiscono mai“, disse il grande Eduardo De Filippo. Ogni volta che intraprendo una nuova avventura, salendo sulla mia slitta, sento l’eco di queste parole. Nel Febbraio 1995, dopo aver ricevuto in dono una cucciola di Siberian Husky, razza che per indole e morfologia incarna inequivocabilmente terre selvagge e sconfinate, è iniziato il mio approccio al magico mondo dei cani da slitta.
Quando mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sullo sleddog, inizialmente ho accettato con un po’ di reticenza poiché nonostante la mia quasi ventennale esperienza sui trail (piste), mi sento e rimango semplicemente un appassionato. Nell’impegnarmi a scrivere alcune riflessioni sull’argomento, farò solamente dei semplici accenni tecnici cercando di non sottovalutare, un aspetto solitamente trascurato, quello psicologico del vero protagonista di questa disciplina: il cane. Nel corso dei secoli, l’uomo ha effettuato una selezione delle varie razze canine al fine di poter ottimizzare il loro impiego in molteplici attività. Tuttavia, nell’intento di migliorare l’aspetto morfologico di ogni singola razza, probabilmente ha tralasciato la natura fondamentale dell’animale ovvero l’individualità. Se volessimo utilizzare un’analogia con il gioco del calcio potremmo affermare, senza dubbio che in una squadra, tutti i giocatori concorrono alla vittoria con la loro individualità e compiti specifici. CINOFILI STANCHI
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In egual misura applichiamo gli stessi concetti nello sleddog, con la muta, composta in genere da 4 a 16 cani, che collabora come una squadra ma, come in ogni squadra emerge la figura del Leader, ovvero l’elemento più recettivo e duttile, non necessariamente un capobranco, come i non addetti ai lavori potrebbero pensare, in grado di rispondere prontamente ai segnali (comandi), del musher e a mantenere la giusta andatura durante il percorso. Tuttavia alla formazione della squadra concorrono anche altri ruoli:
Gli Swing-dog subito dietro ai Leader, elementi polivalenti, capaci di sostituire in caso di necessità un leader e allo stesso tempo comportarsi come dei team-dog;
I Team-Dog: la squadra centrale, il motore;
I Wheel-Dog subito a ridosso della slitta, i più robusti, quelli che devono sopportare il peso più gravoso. Per chi volesse avvicinarsi a questa disciplina, è possibile praticarla anche con un solo cane (Skijoring, Dog-bike, canicross) deve tenere in considerazione, come accennato precedentemente, oltre un’istintiva predispozione del cane, l’eventualità che il nostro amico a quattro zampe, nonostante sia stato selezionato dall’uomo per questo lavoro, possa non avere nessuna voglia di trainare una slitta. Nel corso della mia esperienza con i Siberian-Husky, ho avuto modo di incontrare alcuni esemplari con una forte e innata predisposizione al traino e altri fortemente reticenti a questo tipo di attività. Per ovviare a questa carenza, un ruolo fondamentale può essere svolto dal grado di empatia che il musher riesce ad instaurare con i propri cani. Con il mio Siberian-Husky sono stato fortunato nell’attività di traino sin dall’inizio. Akela (così si chiamava), appena vedeva una muta che partiva per un allenamento, si gettava immediatamente al suo inseguimento trainando per 8 km o più il sottoscritto, e la mountain-bike alla quale era agganciata con la linea di traino, come se per lei fosse stata un’attività naturale. Questa esperienza mi ha portato ad una riflessione: rispettare e non sottovalutare l’istinto atavico e naturale del cane. Successivamente, allenandomi da solo, non è stato sempre così facile, spesso Akela non partiva senza uno stimolo (altri cani che correvano in team) che attirasse la sua attenzione e la invogliasse a partire. Non conoscendo in quel momento persone che mi potessero consigliare al riguardo, cominciai ad avere delle difficoltà. In seguito, gradualmente, grazie anche al dog-trekking, ho cercato di stimolare il suo istinto con “rinforzi” vocali positivi ogni qualvolta eseguiva correttamente delle mie indicazioni. C’è voluto più di un anno, ma alla fine sono riuscito a fare di lei un’ottima Leader.
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Da questa esperienza ho potuto capire che il Dog-trekking, per chi non ha la possibilità di “addestrare” il proprio caneintroducendolo all’interno di una muta esperta, potrebbe essere fondamentale. Io ho avuto la fortuna di allenarmi in luoghi con numerosi sentieri e incroci, impartendo con naturalezza i primi comandi convenzionali: Hike (partenza),Gee (destra), Haw (sinistra), Easy (rallenta) e Stop (fermo). All’inizio, contemporaneamente al comando vocale, esercitavo una leggera trazione sulla linea di traino nella direzione che intendevo far seguire, indicandola allo stesso tempo con il braccio, ed ogni volta che il cane eseguiva correttamente un comando, lo rinforzavo con un bel “bravo”. E’ molto importante stimolare il cane con il timbro della voce e rinforzarlo con gratificazioni verbali. Il mio piano di allenamento era strutturato in questa maniera:
Prima settimana: esecuzione di rettilinei, partenze e stop (quest’ultimo ottenuto attraverso una trazione del cane verso me stesso, al momento del comando;
Seconda settimana: solo svolte a destra; Terza settimana: solo svolte a sinistra;
Quarta settimana: impartivo tutti i comandi che il cane aveva imparato nelle settimane precedenti. Recentemente, parlando con alcuni Musher Alaskani, si ragionava sulla necessità di avere comandi univoci per i cani. Questo mi ha trovato parzialmente d’accordo, in quanto se è vero che nella loro realtà professionale, al fine di ottimizzare le mute, c’è un continuo scambio di cani, motivo per cui si rende necessario una uniformità nei comandi, nell’ambito dilettantistico (soprattutto Italiano) è alquanto differente, poichè si verifica molto di rado lo scambio di esemplari fra i musher. Ritornando all’introduzione allo sleddog e al successivo step di allenamento di un cane da slitta, ritengo che sia opportuno applicare metodi istruttivi percebibili dal nostro amico a quattro zampe come un gioco. Soprattutto nel caso di cuccioloni, che dai 6 mesi di vita in poi, possono inziare il training in modo graduale. All’inizio si fa sentire una leggera trazione, senza mai caricare eccessivamente su:
peso; durata dell’allenamento;
incitamento verbale, che non dovrebbe mai essere troppo enfatizzato, poichè potrebbe sovraeccitare o innervosire troppo i cani fino a stressarli. E’ altrettanto importante:
dare una certa continuità agli allenamenti;
allenare il cane a piccoli step, aumentando i tempi di durata del “lavoro” progressivamente; lavorare con giuste temperature: In genere le razze nordiche prediligono temperature piut30
tosto basse (soprattutto se inferiori allo 0), anche se alcuni cani possono lavorare con temperature che si avvicinano ai 15 °C. Il surriscaldamento corporeo può inoltre essere soggettivo, ossia, collegato alla razza o all’individualità del cane stesso. Per esempio, molti soggetti non tollerano temperature superiori ai 7 °C, mentre altri possono sopportare temperature leggermente più elevate. E’ necessario inoltre valutare il giusto apporto calorico e la corretta alimentazione per il cane atleta. Qualsiasi tipo di esercizio, impegna l’apparato muscolare in misura superiore alle prestazioni richieste per la routine quotidiana dell’animale. Un’alimentazione equilibrata è quindi condizione imprescindibile per la copertura del fabbisogno energetico e lo sviluppo dell’apparato muscolare dell’animale e va commisurata, in base alle specifiche necessità: tipologia, intensità del lavoro svolto e condizioni ambientali. In linea generale i fabbisogni energetici di un cane sono proporzionati al tempo e all’intensità dell’attività sportiva svolta. Per la prima ora di lavoro il fabbisogno energetico deve essere incrementato del 10%, mentre nel caso in cui il lavoro si protragga per alcune ore, l’aumento è stimato del 40-50%. Normalmente carboidrati e lipidi rappresentano la fonte energetica principale per il muscolo, ma parlando del lavoro intenso e prolungato dei cani da slitta, sono soprattutto i secondi a costituire la benzina per la propulsione muscolare. Soltanto una piccola percentuale dell’energia metabolizzata deriva dall’utilizzo di carboidrati, infatti diversamente da quanto osservato negli atleti umani, nel cane un “carico eccessivo di carboidrati”, prima di una gara o di un allenamento, riduce la resistenza e favorisce la comparsa di un’andatura rigida, per eccessiva produzione di acido lattico. Nei cani atleti, vi è indubbiamente un aumento del fabbisogno di proteine, rispetto a soggetti sedentari. Secondo alcune interpretazioni scientifiche il contributo degli aminoacidi per scopi energetici può essere incrementato del 5-15% , tuttavia è necessario contenere l’apporto proteico in modo da non far gravare su fegato o reni un sovraccarico di lavoro. Da non sottovalutare inoltre l’equilibrio idrico, strettamente correlato all’equilibrio termico. In caso di aumento della temperatura corporea, come durante un lavoro intenso e prolungato, viene infatti attivata una dispersione di calore tramite l’evaporazione. Se il calore non venisse disperso, a causa di una scarsa idratazione, si avrebbe un aumento progressivo della temperatura corporea con il rischio di un “colpo di calore”. Infine è necessario ricordare che comunque l’attività fisica, anche se svolta correttamente e supportata da una adeguata alimentazione, comporta sempre uno stress e l’usura delle articolazioni, per cui si rende consigliabile la somministrazione di integratori alimentari, i cosidetti agenti condroprotettori, quali glucosamina e condroitina. La condroitina e la glucosamina sono sostanze chimiche che si trovano normalmente nel nostro organismo e in quello del cane: l’organismo in genere le usa per produrre diverse altre sostanze chimiche coinvolte nella costruzione dei tendini, dei legamenti, delle cartilagini e del liquido vischioso che circonda le articolazioni. Sono comunque spesso presenti normalmente negli alimenti per cani che si trovano in commercio, specialmente nelle linee sportive. Fondamentale ricordare, che acqua e cibo (spesso miscelati in un’unica soluzione brodo31
sa) vanno somministrati distanti dall’attività fisica, per evitare spiacevoli inconvenienti, primo fra tutti la torsione dello stomaco. A conclusione di quanto detto, sperando che questo articolo sia stato percepito semplicemente come una breve cronistoria della mia esperienza, voglio consigliare questo tipo di attività sportiva, a tutti coloro che nutrono una passione per la natura, per gli spazi aperti, ma anche ai proprietari di cani non necessariamente di razza nordica. Nell’approccio a questo mondo, pensate sempre al vostro cane, senza mai sottovalutate il suo istinto, cercando di interpretare le sue reali esigenze (e non le vostre) e attitudini, senza stressarlo ma stimolandolo sempre come se fosse tutto un gioco. Avrei voluto cercare di spiegare in maniera sintetica cos’è per me lo sleddog, ma risulta difficile, semplicistico e riduttivo definirlo come uno sport invernale, praticato facendo trainare una slitta da cani nordici su distese innevate. Non è così! Lo sleddog è soprattutto l’ululato dei cani alla partenza, il fruscio dei pattini della slitta sulla neve, il vento gelido che ti sfiora il viso, affrontare la natura con la natura: I CANI . Lo sleddog è uno stile di vita, fatica. Quella fatica che affronti con i tuoi compagni di viaggio e che ti fa sentire all’arrivo, più carico di energie di quando sei partito, rimpiangendo il giorno ormai trascorso.
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Per i vostri problemi quotidiani di gestione o per questioni relative ai comportamenti dei vostri cani scrivete alla e-mail cinofili stanchi@yahoo.it e vi sarà risposto in questa rubrica. Da Napoli ci scrive la Signora Luce. “Vivo con due femmine meticcie, una di 3 e l’altra di 6 anni. Ho sempre cercato di dare la precedenza su tutto alla femmina più anziana, in modo da rispettare la loro gerarchia. Da alcuni mesi, però, cercano ogni occasione per litigare. Spesso quando do attenzione a una o all’altra, oppure quando preparo da mangiare. Ho paura a lasciarle da sole in casa. Per questo quando devo uscire le divido e le lascio una in una stanza e una nell’altra.”.
minili dovrebbero favorire la secrezione di ormone serotonina e calmare i soggetti) anziché fra maschi (i quali cercano comunque di rimanere entro i canoni della ritualizzazione). Pare che una minor presenza di testosterone sia la causa di questo problema. Valuterà l’educatore che Le ho indicato le iniziative idonee per il caso.
Giovanni Padrone A.C.C.S.C. RAVENNA
R. Gentile Signora Luce, questa purtroppo è la dimostrazione che la ‘gerarchia’ ai cani non interessa. La competizione, quando avviene, è sulle risorse non certo perché un cane cerca di ‘scavalcare’ l’altro ed ambisce a ‘dirigere’ il ‘branco’. Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un educatore (i riferimenti li ha avuti via e-mail) che possa vedere direttamente le due cagne e, perciò, capire meglio di chi qui scrive e non può osservare i fatti e gli antefatti che scatenano questa competitività. Competitività che nella mia esperienza è molto frequente fra femmine. Purtroppo, bisogna anche dire che quando questo avviene è molto più facile arrivare a danni seri fra cani di sesso femminile (nonostante in teoria gli ormoni femCINOFILI STANCHI
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di Davide Bressi - E sì, è
proprio vero ..ogni scarrafone è bello a mamma soja. Queste le parole di una celebre canzone di Pino Daniele. Un selezionatore , per migliorare la qualità della razza, deve però togliere il prosciutto dagli occhi e osservare con obbiettività un proprio soggetto, cogliendo prevalentemente la prima parte del quesito posto nel titolo, ovvero è bello ciò che è bello . In cinofilia un cane viene valutato secondo criteri ben definiti e Ignazio Barbieri spiega bene nel suo libro i quattro tipi di bellezza. Bellezza Convenzionale: riguarda la moda ed è di lieve importanza (varietà di colori, acconciature del cane, varietà dei colori) Bellezza
Armonica:
riguarda lo studio delle proporzioni delle singole parti che compongono il cane. Bellezza Adattamento al lavoro: consiste nell’armonia che si viene a creare tra le singole parti sopraccitate, tale armonia permette ad un soggetto di svolgere al meglio il lavoro al quale è stato destinato. Punto di vista funzionale. Bellezza Psichico e
Morale: considera le qualità caratteriali di un soggetto grazie alle quale quest’ultimo potrà essere utile all’ uomo.
In conclusione, dice il Barbieri, un soggetto deve essere esaminato sotto tre punti di vista: Estetico, Funzionale e Psichico. Pregi, difetti, vizi e tare in cinofilia sono elementi che consentono al selezionatore come al giu35
dice di razza di valutare un soggetto. Il pregio è il perfetto adattamento di una regione del corpo in rapporto ad una determinata funzione. L’insieme dei pregi delle diverse parti del corpo costituiscono la bellezza del soggetto stesso. I pregi si dividono in assoluti o relativi. Assoluti: comuni tutte le razze
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Relativi: richiesti per alcune razze.
Il difetto è ovviamente il contrario del pregio e si verifica quando una regione del corpo è costruita in maniera diversa dallo scopo per il quale è stato destinato. I difetti si dividono in assoluti, relativi, congeniti e acquisiti. Assoluti: comuni tutte le razze
rispetto ai primi Congeniti: trasmissibili Acquisiti: difficilmente trasmissibili
I vizi rientrano nel concetto di bellezza psichica e sono sempre trasmissibili, perciò gravissimi. Le tare sono alterazioni della pelle e delle ossa alle quali bisogna dare poco conto se interessano la bellezza estetica, ma considerarle in pieno se ostacolano la funzionalità del soggetto.
In conclusione un occhio tecnico e preparato deve cogliere ed elaborare quanto sopra detto al fine di dare un giudizio completo e corretto. Il miglioramento della razza non può che passare da occhi esperti quali i giudici di razza. Le esposizioni di bellezza organizzate dagli enti preposti sono gli unici luoghi dove un soggetto può essere giudicato ufficialmente.
Davide Bressi Brs Passion Rottweiler Kennel San Marco in Lamis (FG)
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Relativi: meno gravi CINOFILI STANCHI
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Ora io sono un ospite celeste Marina Svetaeva
Ora io sono un ospite celeste nel tuo paese. Ho visto l’insonnia del bosco e dei campi il sonno. Da qualche parte nella notte gli zoccoli strappano l’erba. Pesante è il sospiro di una mucca nella stalla assonnata. Io ti dirò con tutta la tenerezza e la malinconia dell’oca guardiana e delle oche che dormono. Le mani affogate nel pelo del cane, il cane canuto. Poi, verso le sei, l’alba è arrivata.
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CINOFILI STANCHI Un periodico cinofilo edito dai CINOFILI STANCHI I nostri collaboratori (educatori, addestratori, allevatori e cinofili professionisti) sono presenti a Ovada (AL), Sermide (MN), Castellazzo novarese (NO),Parma, Ravenna, Ancona, Velletri e San Marco in Lamis (FG). Piemonte: OVADA -AL- cell. 347-5760185 Castellazzo Nov.se -NO- cell. 339-7397499 Lombardia cell. 348-8029763 Emilia Romagna PARMA cell. 346-6964342
Cinofili Stanchi nasce dall’idea di quattro cinofili di professione (Marcello Messina, Roberto Mannu, Gianluca Gherghi e Giovanni Padrone) che hanno unito le proprie menti ed esperienze per creare un punto di riferimento per chi vive col proprio cane e necessita di corrette informazioni per migliorare il proprio regime di vita. ‘Cinofili stanchi’, perché stanchi della totale disinformazione che regna nella cinofilia nostrana, stanchi di chi fa marketing sulla ignoranza delle persone, stanchi delle leggende metropolitane che sembrano governare le menti di chi dovrebbe diffondere una corretta cultura cinofila e non lo fa. Chiunque desideri contribuire col proprio sapere sarà ben accetto dopo aver aderito al nostro codice etico che pone avanti a tutto il benessere psicofisico del cane.
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