Cinofili stanchi nov dic 2013

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PUBBLICAZIONE GRATUITA -

ANNO 2, NUMERO 5 - NOV./DIC. 2013

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Ringraziamo ancora chi ci segue (e siete davvero tanti). Ci piacerebbe, però, che fra i tanti che vengono contattati on line si recepisse maggiormente che chi partecipa alla stesura di questo magazine lo fa per il beneficio di tutti i cinofili A TITOLO GRATUITO. Tant’è che il giornale è gratis, scaricabile gratuitamente da CALAMEO o ISSUU. A parte questo, si avvicina il Natale e ci auguriamo che Santa Klaus porti ai nostri amici a 4 zampe tanti bei regali: non vorremmo più vedere il traffico clandestino di cuccioli dall’est Europa, non vorremmo più vedere cani maltrattati o abbandonati, soprattutto non vorremmo più vedere episodi incresciosi come quelli presentati da STRISCIA LA NOTIZIA che, nonostante qualche malpensante scriva o dica, rende alla comunità un servizio pubblico (che dovrebbe fare mamma RAI e che non fa). Noi non siamo per le guerre fra tradizionalisti e genti listi, fra chi usa il collare a scorrimento, quello fisso o la pettorina: a noi interessa il rispetto del cane. Il resto sono tutte banalità portate avanti per marketing, egocentrismo o fanatismo da personaggi che evidentemente non hanno molto chiaro il ‘senso del discorso’, fare accrescere una già scarsa cultura cinofila nel nostro Paese. Per il resto, auguriamo a tutti i nostri amici lettori ed ai loro cani un Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

IN COPERTINA

Famiglia di New Guinea Singing Dogs

La Redazione

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SOMMARIO Editoriale E ci risiamo Cani al cinema: 101 Dalmatians Quando il cane tira al guinzaglio Il lupo del Gran Paradiso Il lupo dalla criniera Le doti caratteriali dei cani Associazioni cinofilo-sportive: obbligo di ricevuta? Fobie e apprendimento operante Cani e umani sono ansiosi allo stesso modo? I sali minerali e la loro funzione C’è posta per Fido Cibo spazzatura per animali domestici Cani che si azzuffano per una carezza I cani nella Poesia: Cerbero (Divina Commedia) Umorismo canino

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Zucvbnm,asdrthlq 3


Dopo l’ennesimo episodio portato alla cronaca da Stri‐ scia la Notizia in cui un noto addestratore sedicente ‘genti‐ lista’ dimostra di essere l’esat‐ to opposto, insieme alla pro‐ prietaria di un Malinois che percuote ripetutamente il ca‐ ne stesso per indurlo a ‘mollare la presa’ (con contor‐ no di altra persona che inter‐ viene per frustare il cane ed altri che stanno a guardare) la Redazione di Cinofili Stanchi, d’accordo con i collaboratori del magazine online, ha deciso di intervenire nel merito. In‐ tanto, si vuole ribadire che tutti noi siamo da tempo inso‐ spettabile contro l’uso becero della violenza fisica che si ve‐ de in quel video ed in altri portati nel passato alla luce dallo stesso programma. Assi‐ stere a queste scene racca‐ priccianti fa davvero male a noi che da sempre cerchiamo di dare un messaggio di cultu‐ ra etologica nel rispetto della identità del cane. Se questo non bastasse, esistono anche studi degli ultimi anni che di‐ mostrano il cane avere una sfera affettiva e relazionale nei confronti del proprio par‐ tner umano, che il Canis fami‐ liaris è una entità cosciente e con alte capacità cognitive. Mentre in quell’orrido video capita di ascoltare le parole del noto ‘cinofilo’ in cui egli afferma il cane essere un ani‐ male stupido, privo di senti‐ menti e di aver lasciato i suoi CINOFILI STANCHI

cani anche due giorni senza mangiare. Davvero compli‐ menti. La reazione avuta da FederCinofila, che l’ha sospeso in attesa di maggiori accerta‐ menti, era il minimo che ci si potesse aspettare. Noi di Cinofili Stanchi aborria‐ mo da sempre i metodi coerci‐ tivi, l’uso di violenza e di mez‐ zi che causano dolore ai nostri amici a 4 zampe. Noi siamo per il rispetto, per la coopera‐ zione attuata tramite la rela‐ zione e/o metodi basati sul Rinforzo Positivo, che voglia‐ mo ricordare ai suoi detrattori non è solo il premio in cibo (farebbe molto bene leggere qualche recente libro sulla teoria del rinforzo). E’ capita‐ to in rete di vedere alcuni comportamenti che sincera‐ mente ci hanno un po’ lasciati perplessi: dal voler ‘quasi’ di‐ fendere l’addestratore per ne‐ gare l’evidenza dei fatti, alla difesa ad oltranza dello stesso, all’omertà di alcuni. Dovrem‐ mo essere abituati ai club e alle sette dell’orrido; in rete ce ne sono molte. Sinceramente non si riesce a capire come si possa avere questo comporta‐ mento di fronte alle scene di violenza che si vedono nel vi‐ deo. Tanto per ribadirlo, poiché altrove si è letto che si tratta ‘...dell’ennesimo attacco con‐ tro l’Utilità e Difesa...’ il Sig. Edoardo Stoppa, reporter del servizio di Striscia la Notizia, non nomina mai durante tutto

il video questa attività cinofila. Personalmente riteniamo que‐ sta un’altra occasione persa: persa perché si proferiscono improperi e falsità contro un programma che spesso fa ser‐ vizio pubblico (che magari do‐ vrebbe fare la RAI) e trova tanti altarini e scheletri negli armadi di un’Italia ammalata, anziché riconoscere i tanti li‐ miti (diciamo così) e problemi presenti nella nostra cinofilia; persa una seconda volta per‐ ché anziché muoversi e fare pulizia da tanti personaggi che usano metodi duri (per non dire coercitivi) anche solo per ‘educare’ i cani, si utilizza una politica che altrove viene defi‐ nita COVER UP, COPERTURA, fino a negare i fatti; persa una terza volta perché c’è gente che si scaglia contro i ‘gentilisti’ anziché riconoscere quanto sopra, in una guerra di religione che nulla dovrebbe avere a che fare con la cinofili‐ a. Cui prodest (a chi giova)? Pro‐ babilmente solo a coloro i quali non vogliono cambiare la propria mentalità nono‐ stante i proclami. Falsi procla‐ mi. LO STAFF DI CINOFILI STANCHI

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Z a w e l j m

The staff of

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di Giovanni Padrone - Tratto dal romanzo di Dodie Smith I cento e una dalmata. È considerato il 17º classico Disney secondo il canone ufficiale. La vita di due giovani maschi, un uomo e il suo cane, procede monotona nella Londra dei primi anni quaranta (lo si capisce dalle macchine, dai modelli di telefono e dall'assenza di elettrodomestici) sino a quando uno dei due scapoli decide che è ora di cambiare. La decisione è presa da Pongo, un dalmata compagno di vita dell'umano e inesperto compositore di musica Rudy Radcliff. I due, per non stare tra i bombardamenti della guerra finita da poco, vivono in periferia, in un appartamentino da scapolo a due passi da Regent's Park. Quando Pongo appostato alla finestra di casa nota una coppia di femmine adatta a loro dirigersi al parco coinvolge l'ignaro

Rudy in un rocambolesco incontro; tanto buffo quanto risolutore. Tra le rispettive coppie nasce l'amore. Rudy sposa la bionda Anita e Pongo "sposa" la maculata Peggy, dopo le ricostruzioni delle case danneggiate dalla guerra già dimenticata. Nella nuova casa elegante in cui i quattro sono andati a vivere, coadiuvati dalla simpatica governante Nilla, Peggy è in dolce attesa e forse anche Anita. Prima della nascita dei cuccioli dalmata, tutto sembra procedere bene, quando appare sulla scena una vecchia compagna di scuola di Anita: l'eccentrica e benestante proprietaria di un'azienda di moda Crudelia De Mon, che, venuta a sapere della notizia, si presenta in casa di Rudy e Anita, ma i due benevoli padroni le rivelano che i cuccioli non sono ancora nati e di ripassare tra qualche settimana. Il grande giorno è arrivato e

Peggy dà alla luce ben 15 cuccioli. A rompere la bellissima atmosfera è ancora una volta la presenza di Crudelia che, sbandierando la sua elevata situazione economica, decide di acquistare tutti i cuccioli, anche se il suo intento reale è quello di utilizzare la loro pelle per realizzare pellicce maculate, l'enorme passione della sua vita. Per fortuna Rudy si oppone categoricamente alla vendita e Crudelia, infuriata, decide di chiudere ogni rapporto con Anita. La perfida donna assolda allora due manigoldi per rapire e uccidere i cuccioli. Nonostante Gaspare e Orazio siano due veri imbecilli, riescono nell'intento di sottrarre i piccoli cani alla governante quando questa rimane sola ad accudirli. Scotland Yard indaga sullo strano rapimento, ma a questo punto i genitori Pongo e Peggy, capendo che gli umani non sono in grado di rintracciare i loro cuccioli, lanciano un disperato grido di aiuto ai loro simili. In men che non si dica il "telegrafo canino" è innescato. Il passaparola che i cani di tutta la città raccolgono e amplificano, rimbalza sino ai limiti della stessa Londra. Anche gli animali della provincia e della campagna circostante recepiscono la richiesta di aiuto. Tra di loro ci sono il Capitano, un cavallo dal pelo fulvo; il sergente Tibs, un gatto strambo; e il Colonnello, un cane che raccoglie il messaggio sparso da 7


Peggy e Pongo, e che subito dopo s'accorge che nella vecchia casa De Mon, vista in lontanza, c'è del fumo che esce dal camino. Così, insospettito, si dirige sul posto insieme al sergente Tibs, e scopre che proprio lì Gaspare e Orazio tengono prigionieri ben 99 cuccioli dalmata. Tra di loro ci sono anche i 15 cuccioli scomparsi, mentre gli altri sono stati regolarmente acquistati al negozio di animali da Crudelia. Appena la notizia della scoperta del luogo dove sono tenuti prigionieri i loro piccoli raggiunge, sempre grazie al telegrafo canino, Pongo e Peggy, questi si precipitano immediatamente in loro soccorso. I due riescono coraggiosamente a far scappare dalla casa i loro cuccioli, anche con l'aiuto del grande Danese e del sergente Tibs, ma a causa della neve per terra, durante il tragitto i cuccioli lasciano delle tracce. Crudelia, aiutata da Gaspare e Orazio, segue le impronte dei cuccioli, ma questi essendo più furbi di quanto pensassero si nascondono sotto un ponte in cui scorre un fiume ormai ghiacciato per non lasciare più tracce. Durante una bufera, Pongo e Peggy si rendono conto che i cuccioli sono esausti e quindi si rifugiano in una fattoria lì vicino.

Costretti però a passare ancora sulla neve, Crudelia li localizza di nuovo, ma i cuccioli riescono comunque ad arrivare sani e salvi in una città vicina dove, su idea di Pongo, si buttano tutti in mezzo alla fuliggine per sembrare dei terranova e passare inosservati. Pochi alla volta, i cuccioli salgono su un autobus a due piani AEC Routemaster diretto a Londra, ma accidentalmente Crudelia li scopre e l'insegue, finendo però per scontrarsi con il furgoncino dei suoi due aiutanti Gaspare ed Orazio, poi tutti e tre cadono in un burrone e vengono raggiunti e portati in galera dalla polizia. Una volta a casa, Rudy e Anita riabbracciano i loro cani e decidono di comprare una casa più grande in campagna dove poter tenere il loro figlio e tutti e 99 i cuccioli, con

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Nilla, mentre Rudy diventa ricco con disco d'oro con una canzone composta da lui su Crudelia, per farla riflettere su ciò che ha fatto. Il cartoon nel tempo ha avuto anche un seguito e due versioni cinematografiche dove Glen Close ha interpretato il ruolo di Crudelia Demon, la perfida cattiva che voleva farsi la pelliccia coi cuccioli di dalmata.


molo ambientale negativo (come un suono o un odore spiacevole) oppure cercare di fuggire da ‘quella cosa che lo infastidisce’ (come potrebbe essere un collare troppo stretto). La gente ancora non comprende che il cane non nasce né col collare né col guinzaglio e perciò il sopportare questi due mezzi di controllo è un comportamento che deve essere insegnato. Fondamentalmente vi sono cinque metodi di insegnamento, ciascuno con i suoi pro ed i suoi contro: 1 - Ogni volta che il cane inizia a tirare, voi improvvisamente andate nella direzione opposta richiamando la sua attenzione (chiamandolo per nome o dandogli qualche istruzione come PIEDE) e lodandolo con enfasi (BRAVOOOOO) quando vi segue. Il tutto va eseguito ogni qual volta il cane tende a tirare. Il lato positivo di questo metodo è che dopo alcune volte il cane in effetti impara a seguirvi, i lati negativi sono il fatto che se voi strattonate nella direzione opposta a a volte il tirare al guinzaglio può voler dire, ad esempio, quella del cane e lui è di moallontanarsi da qualche sti- deste dimensioni rischiate di

di Giovanni Padrone - Uno dei problemi di gestione che più affliggono i proprietari di cani è il fatto che questi tendano a tirare al guinzaglio come cani da slitta e le passeggiate diventino qualcosa di assolutamente stressante per cane e proprietario. Alcuni addestratori ed educatori suggeriscono che questo è un comportamento che permette di riconoscere nel cane la dominanza. Non vi è nulla di più falso e sbagliato: innanzitutto per le ovvie ragioni etologiche che non vedono fra i canidi sociali (compresi i cani domestici) il comportamento di dominanza come modus vivendi, problemi comportamentali a parte; in secondo luogo la maggior parte dei cani che tirano è spesso tendenzialmente ansiosa, introversa ed

fargli male; inoltre se il cane è particolarmente pesante o forte e voi siete un fuscello, potete correre il grosso rischio di essere voi a farvi trascinare nella direzione opposta. 2 - Nel secondo metodo non fate altro che arrestarvi in attesa che il cane smetta di tirare. A quel punto lo chiamate a voi, lo lodate quando arriva e riprendete la camminata. Anche in questo caso l'insegnamento richiede diverse sedute. Il lato positivo è che si tratta di un metodo particolarmente delicato per il cane; i negativi sono che serve molta pazienza ed esercizio con il medesimo rischio del primo metodo di essere trascinati via con cani di dimensioni consistenti. 3 - Il terzo metodo è basato sui principi del condizionamento operante con l'utilizzo del clicker. E' però possibile utilizzare la voce o un clicker visivo su cani ipersensibili al suono del clicker o sordi. In questo caso modelleremo il comportamento con il solo uso di istruzioni verbali o usando il clicker visivo come si usa normalmente un clicker acustico. Con questa tecnica il lato positivo è il 'rinforzo positivo' (ovvero lo stimolo che serve a memorizzare il comportamento): questo, infatti, innesca solita9


mente l'interesse del cane per l'esercizio. I lati negativi sono tre: nel caso di un uso sbagliato del clicker nella tempistica rischiate di rinforzare un comportamento diverso e rovinare il lavoro, cosa da non trascurare; in secondo luogo, come già scritto, il clicker non può essere usato sui cani che presentano patologie ansioso / depressive o sono comunque ipersensibili al suono del clicker stesso: per questa ragione è preferibile l'uso della voce o il clicker visivo dotato di una piccola lampadina che si accende e spegne. Infine, nel condizionamento operante un uso sbagliato del rinforzo positivo, soprattutto i premi in cibo, può portare il cane a deconcentrarsi dall'esercizio e ritardare l'acquisizione del comportamento, come è possibile che egli impari ad effettuare il comportamento solo se premiato e una tempistica di premiazione errata può rinforzare un altro comportamento. 4 - Un quarto metodo, forse il più difficile da comprendere, utilizza i principi dell'apprendimento sociale nel quale il cane imita i comportamenti dell'uomo. In questo caso vengono utilizzate la gestualità del corpo ed altre componenti, come la prossemica. I lati positivi sono tre: rispetto ai metodi di insegnamento basati sul condizionamento il cane non rischia la dipendenza psicologica dal cibo o dagli altri geCINOFILI STANCHI

neri di rinforzo, il cane impara a ragionare da sé e reinterpretare eventualmente il comportamento, infine l’uso dell’apprendimento sociale prevede come unico rinforzo l’auto gratificazione (che può essere anche il solo interagire col proprio partner umano. I lati negativi sono sempre due: la lunghezza del tempo con cui il cane apprende e le

difficoltà iniziali dell'istruttore di capire i meccanismi e le movenze giuste da utilizzare. In questo caso serve molta pazienza, ma i risultati possono essere sicuramente i migliori. 5 - Esistono, infine, le pettorine educative con le quali il cane solitamente smette quasi subito di tirare. Però, al contrario di quanto molti pensano (e dicono) queste non sono la panacea che risolve tutti i problemi e da sole non servono, poiché succede spesso che una volta tolte il cane possa riprendere a tirare. Per tale ragione è utile abbinare le pettorine ad uno dei metodi di insegnamento precedentemente de-

scritti. Considerate che la pettorina dovrebbe essere un mezzo provvisorio da utilizzare ed il cane dovrebbe imparare a seguirvi al passo anche senza guinzaglio. Anzi, inizialmente io preferisco insegnare al cane a stare al fianco senza guinzaglio per introdurlo successivamente. Naturalmente in questo caso bisogna avere a disposizione uno spazio ben recintato per evitare che il cane scappi. Perciò, armandovi di pazienza e lavorando costantemente potrete anche voi avere il vostro cane che vi segue al guinzaglio come se eseguisse una buona condotta da obedience. L'unico dilemma resterà se far stare il vostro cane alla vostra sinistra (come è d'uso fra i professionisti), se tenerlo alla vostra destra (più logicamente per via della strada al di là del marciapiede) o se insegnargli a stare all'uno o all'altro lato a seconda della situazione. A voi, dunque, quest'ultima scelta.

Giovanni Padrone Educatore cinofilo Autore dei libri

‘SUSSURRA AL TUO CANE’ ‘...E IL CANE DECISE DI INCONTRARE L’UOMO’

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di Angelo Romanò - Aria umida, quella che all'alba ti entra nei polmoni caldi non ancora abituati a respirarla, temperature per la stagione abbastanza basse, fresche particelle d'acqua sospese in aria che si sentono sulla pelle, si fa fatica ad ingranare, a mettere a fuoco la visuale nei sentieri stretti, a volte fangosi a volte rocciosi, scivolosi a tal punto che due gambe non bastano per sorreggersi, gambe già affaticate dalla salita precedente con pendenze e sentieri al limite dell'equilibrio, sentieri scivolosi per la posizione a sud e per la pioggia battente del giorno precedente, il battito del cuore ed il respiro affannoso si sentono nelle orecchie, rimbombano, e coprono gran parte dei tuoi sensi, vento ascensionale che dalla valle porta l'eco dell'affluente, boschi a perdita d'occhio, alberi, foglie e paesaggi che dopo poco tempo sembrano tutti uguali ma che chi vive all'interno li conosce molto bene, odori portati dal vento, un odore diverso dagli animali che conosce, sudore che lascia una traccia quasi indelebile al passaggio, il rumore dei passi in lontananza amplificati dal carico che ti porti, non adatti per un ambiente come quello, il tuo respiro affannoso, segno di stanchezza, i tuoi movimenti, scoordinati dall'impervio terreno a tal punto da risultare un chiaro eco per le sue orecchie ed un punto esatto nello spazio per la sua vista, si, perché lui è lì, da tempo allerta, fermo, che ti osserva da lontano, in alto, calmo e senza far rumore e perfettamente miCINOFILI STANCHI

metizzato nella vegetazione ascoltando ed elaborando i tuoi movimenti, facendoti capire che quella è casa sua, il suo territorio, il suo ambiente, lasciando dei segni sul percorso che solo un occhio attento ed un essere dal fiuto eccezionale può discriminare e tu lì sei fuori luogo. Ululati in lontananza confermano la sua presenza, chiari a tal punto da sottolineare e marcare senza incertezze il suo territorio, monito ed avviso per tutti quelli che ci vivono.

maggior parte non si conoscevano e che hanno saputo in maniera del tutto semplice e naturale condividere la loro esperienza e conoscenza. Si pensa che la migrazione ed i nuovi insediamenti del lupo in Val Soana sia cominciato dagli Appennini attraversando le Alpi marittime fino a nord in Piemonte ed Valle d'Aosta fino all'estremità del parco del Gran Paradiso, montagne la cui presenza di ungulati (camosci, cinghiali), volpi ed altri piccoli animali fanno della

5 - 8 settembre, partenza per il Parco dl Gran Paradiso, 750 chilometri di biodiversità protetta dove da pochi anni si pensi che soggiorni un branco di lupi. Partenza quindi per un campo che prevede l'osservazione dell'antenato del cane organizzato dall'associazione Canislupus Italia (http://www.canuslupus.it), centro per lo studio e documentazione sul lupo. La partecipazione è stata molto alta ed eccezionale è stata la qualità umana, partendo dalle competenze fino alla capacità di formare un gruppo da parte di persone che per la

dieta del lupo una risorsa primaria. Il suo insediamento nasce dalla necessità di sopravvivere muovendosi su vaste aree alla ricerca di un territorio che gli permetta una dieta adeguata, da qui diventando stanziali, si riproducono e gli elementi giovani migrano coprendo nuove aree. Questo è il primo campo che si svolge nel territorio del Gran Paradiso ed è stato organizzato in stretta collaborazione con i responsabili del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il contributo 12


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del PNGP è stato fondamentale, sia per aver accolto la proposta sia per la grande disponibilità e competenza del territorio. Lo stesso vale per l'organizzazione di Canislupus Italia e per la presenza del suo presidente, uno dei più grandi esperti di lupo in Italia. Conoscere i posti dove un insediamento di lupi si è stabilito è molto importante soprattutto per l'impatto che esso ha sulla popolazione locale e per la difesa del patrimonio zootecnico. La convivenza è possibile, ad oggi esistono strumenti di comprovata efficacia che permettono una prevenzione contro danni derivanti dalla predazione. Non sempre quando si affronta un viaggio ed una permanenza breve si ritorna con dei risultati concreti, molte sono le incognite che separano la programmazione dalla realtà; le condizioni del tempo, gli spostamenti, la decisione dei punti dove fare osservazione in base alla possibilità o meno dell'attraversamento degli animali, gli strumenti (verifiche e impostazioni) e molto altro. Tutto è pronto da tempo e da tempo molte persone come me aspettano questo momento, anche loro diverse, lavori diversi, esperienze diverse e anche loro con forti motivazioni. L'inizio del campo ha avuto un prologo molto fortunato, dopo esserci uniti ad un GuardiaParco per un sopralluogo presso un allevatore che ha subito l'uccisione di un agnello su presunta predazione (caso che non ha niente a che vedere con lupi), si sente in lontananza una corale lupina. Dapprima non si distingueva bene il suono a causa del vento forte, ma dopo qualche istante l'emissione era chiara. Dal tono sembravano giovani lupi, sicuramente più di uno. Da

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quel momento in poi non si udimmo più nulla. Il posizionamento delle fototrappole in punti in cui si presumeva la presenza e la battuta su sentieri, alla ricerca di elementi comprovanti la sua presenza, sono stati determinanti. L'attività è poi proseguita, escursioni e dislivelli altissimi da cui abbiamo potuto osservare una buona presenza di fauna alpina, camosci, qualche capriolo, marmotte, poiane, gheppi, qualche aquila e qualche volpe di notte. L'epilogo del campo ci ha visto riuniti nell'osservazione dei filmati catturati dalle foto-trappole e qui abbiamo avuto una meritata sorpresa. Un'esemplare di lupo dalle giovani linee con prole che si ferma per una breve sosta preceduto da un piccolo. La conferma effettiva di un piccolo branco è quindi

arrivata. Ogni commento sul filmato lo lascio a voi. (http://m.youtube.com/channel/ UCX1YPi-kpNS4msMwks-E6jg#/ watch?v=ZEVdaus-qo0)

Questi momenti ti permettono di fermarti, fare delle analisi, confronti e riflettere a lungo; riflettere anche sul modo di relazionarci con i nostri compagni a quattro zampe, sulle loro necessità e sulla loro diversa specializzazione. La biodiversità necessita rispetto, la diversità tra le nostre abitudini e quella del nostro compagno sono a volte abissali e di questo dobbiamo prenderne atto. Sforzandoci di dedicare più tempo a capire le sue necessità e lasciando da parte le nostre, solo così potremo affrontare un corretto percorso di relazione. Angelo Romanò - http:// www.cuccioliprodigio.it

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Chrysocyon brachyurus, ovvero il crisocione o ‘lupo dalla criniera’ (che non è un lupo, nonostante il nome, ma è molto più simile alla volpe) è un canide del sud America relativamente alto (80/85 cm al garrese) ma con una struttura molto leggera (i maschi non pesano più di 25 kg). Come in tutti i canidi non vi è dimorfismo sessuale accentuato fra maschi e femmine. Tendenzialmente è un animale solitario, ma quando trova una compagna convive con lei per tutta la vita, rispettando i canoni di monogamia della maggioranza dei canidi. Tuttavia, rispetto ad altre specie di canidi, il crisocione maschio mostra un diverso rapporto con la propria femmina (e viceversa): infatti, durante tutte le osservazioni fatte dai ricercatori, in nessuna coppia stabile si è mai verificato all’interno del proprio territorio un rapporto di collaborazione stretto come mostrato in altri canidi sociali, anche se talvolta sono state osservate coppie stabili riposare, cacciare o viaggiare insieme. Solitamente, i due riproduttori vivono una vita indipendente l’uno dall’altra fino al momento dell’accoppiamento e tornano a vivere in regime di di

Giovanni

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separazione nello stesso territorio dopo che i figli sono in età per allontanarsi e cercare una nuova compagna. La femmina ha un solo estro all’anno e dura 5 giorni. In questo periodo vi è un notevole incremento delle vocalizzazioni e dei marcamenti. Il corteggiamento è caratterizzato da approcci frequenti, esplorazioni ano - genitali reciproche e comportamenti di gioco. L’accoppiamento termina, come negli altri canidi, con il ‘nodo’ che resta attivo per diversi minuti. La gestazione dura circa 65 giorni e la femmina solitamente partorisce 1/3 neonati. Le tane sono tutte sul terreno ed i crisocioni sfruttano i ripari naturali. Le cure parentali, svolte da entrambi i genitori (ma con preponderanza della madre che non esita ad aggredire il maschio se osa qualche attenzione nei confronti dei cuccioli), subiscono una riduzione a partire dal 30.mo giorno, momento in cui i cuccioli stessi iniziano ad alimentarsi tramite il rigurgito di cibo da parte del padre e della madre; intorno alle 15 settimane i cuccioli sono svezzati. Quando i figli raggiungono l’anno di età abbandonano la tana e la famiglia di origine spontaneamente. Intorno ai due an-

ni di età andranno alla ricerca di una propria compagna dalla quale non si divideranno mai. L’alimentazione è onnivora, tant’è che sono stati spesso ritrovati resti di frutta fra le sue feci. Le sue prede preferite non sono gli armadilli ed i formichieri abbondanti nei territori in cui vive, ma prede di dimensioni più ridotte come piccoli roditori o uccelli che cattura al volo e spesso si nutre anche di carcasse di animali morti. Questo perché non essendovi nella propria specie comportamento di caccia cooperativa, il crisocione non può permettersi di tentare la sorte con prede più grandi di lui e rischiare di essere ucciso nell'intento. Il suo nutrimento può perciò rivolgersi solo ad animali di piccole dimensioni. Tutto questo avviene durante la notte, perché di giorno questo canide preferisce poltrire all’ombra della foresta tropicale. In questa specie è presente il comportamento competitivo sul cibo, tant’è vero che già fra i cuccioli spesso avvengono scontri ritualizzati dove gli stessi ringhiano, mordono l’aria ed arrivano a mordere il fratello che ha l’ardire di andare oltre un certo limite. Nonostante nel proprio terri14


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torio convivano con altri predatori, non è mai stato osservato comportamento di competizione per il cibo nei confronti degli altri carnivori, in particolare Cerdocyon thous e Pseudalopex vetulus che condividono lo stesso regime alimentare. Il linguaggio sonoro del crisocione è composto da vocalizzazioni con un ampio spettro di variazioni che vanno dall’ululato simile a quello del lupo grigio e del coyote ad abbai come quelli dei cani di

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al primo estro della femmina); i due non costituiscono mai branchi stabili (cioè comunità sociali fisse con più di tre individui), ma solo permanenti (fino a quando i figli sono in grado di uscire dal nucleo familiare). Questa specie utilizza alcuni rituali relazionali come avviene fra altri canidi, anche se i suoi membri mostrano una accentuata competitività sul cibo ed un alto senso della territorialità con i membri della propria specie.

2. Comportamenti rituali per ridurre le tensioni agonistiche, presenti a partire dal momento in cui i cuccioli iniziano a sviluppare attività motoria, visiva ed acustica regolare (già intorno ai 20 giorni abbiamo l’appoggiare le zampe sulla groppa ed il mostrare il ventre stesi a terra che viene utilizzato spontaneamente in presenza dei genitori). 3. Fra i cuccioli, i giovani e gli adulti sono stati osservati comportamenti di gioco che tendono a rinforzare la socialità ed il legame affettivo. 4. Abbandono volontario della famiglia di origine per accoppiarsi e costituire un nuovo nucleo sociale.

Chrysocion brachyurus, il ‘lupo’ dalla criniera

Tratto dall’ebook “...e il cane decise di incontrare l’uomo” di Giovanni Padrone educatore cinofilo (autore anche del libro “Sussurra al tuo cane”)

grande taglia, a ringhi emessi I comportamenti che Crisocione condivide con i canidi a basso volume. aventi una maggiore socialità, In definitiva, Chrysocyon sono, dunque: brachiurus è un canide semisolitario che vive in coppia a 1. La cura della prole alla partire dal momento in cui quale entrambi i genitori parun maschio ed una femmina tecipano fino a quando i figli decidono di convivere (cioè sono autosufficienti. 15


di Marcello Messina - Importante è aver ben chiaro che ogni soggetto ha una sua singola maniera di reagire ai mutamenti ambientali, questa sua differenziazione dipende anche dal carattere dell'individuo. Il carattere è formato dalle doti innate e dalle esperienze derivanti dall'apprendimento. Quando si parla d'esperienze erroneamente si riferisce sempre ai primi mesi di vita di un soggetto, invece di pensare che ad ogni entità biologica, noi come il cane, le esperienze che vive giornalmente dal primo giorno dopo la nascita all’ultimo giorno di vita permettono di arricchire attraverso l’appren-dimento delle nuove esperienze i propri comportamenti, che portano a modificare continuamente il proprio carattere. Pertanto, il carattere subisce delle continue modificazioni, seppur lente, in stretta correlazione con il proprio bagaglio culturale e d'esperienze vissute.

dagli esseri viventi che interagiscono con lui. Le Doti Naturali non sono peculiari dell'una o dell'altra razza, come Piero Scanziani, scriveva nel suo libro: “Ogni cane è insieme da guardia, da caccia, da compagnia. Chi pensa che un setter o un pastore sia una bestia diversa da un molosso o da un pechinese non è un cinologo né un cinofilo” Ma possiamo benissimo notare che alcune caratteristiche naturali sono maggiormente evidenti in una determinata razza piuttosto che in un altra, per via della loro funzione e selezione da parte dell'uomo. Per esempio un Labrador Retriever sarà un ottimo riportatore ma mai un ottimo cane da Utilità e difesa o da Ferma, questo perché il Labrador è stato selezionato per compiti ben precisi.

caratteristica caratteriale che non può essere modificata. Credo che in ogni attività sportiva occorra un cane con buon temperamento che gli permette di muoversi, correre ed agire con prontezza. Quando valutiamo il temperamento di un soggetto, dobbiamo valutare precedentemente l'età e la costituzione del soggetto sotto esame, in quanto un soggetto anziano o un molosso avranno un temperamento inferiore ad un soggetto giovane e magro. Esempio: Un cane di temperamento vivace reagirà con prontezza sia all'arrivo del proprietario (stimolo esterno positivo) sia all'aggressione di un malintenzionato (stimolo esterno negativo). Un cane con temperamento vivace sicuramente sarà pronto ad agire al minimo stimolo come ad esempio al colpo di voce del conduttore. TEMPRA

Trovo poco etologicamente corretto parlare del gran carattere del fratello di un cane che si propone per monte, perché come sopra scrivevo, ogni cane ha una sua precisa personalità, un carattere diverso dagli altri; in parte questo viene trasmesso dai genitori per via genetica, in parte viene influenzato dall'ambiente e CINOFILI STANCHI

Le doti naturali sono: E' la misura della capacità di TEMPERAMENTO sopportazione a stimoli esterni sgradevoli o dolorosi. Velocità di reazione del cane La tempra si misura in molle o agli stimoli esterni siano essi scarsa, media o dura. La tempra positivi o negativi. come il temperamento non Il temperamento può risultare possono essere modificati. scarso, presente o vivace. Importante ricordare che è una Esempio: 16


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Pestiamo una zampa involontariamente al nostro cane, se il cane: -Piange, zoppica, si ferma ha una tempra Molle; -Si rifiuta di proseguire la passeggiate ha una tempra Molto Molle -Non farà caso all'accaduto avrà una tempra Dura. -Il cane fa un leggero guaito e poi prosegue ha una tempra Media. Un soggetto con tempra molle sicuramente dovrà essere scartato da attività cino-agonistiche e riproduttive in quanto non idoneo a tali attività. Invece, un soggetto con tempra dura sarà difficile d'addestrare e dovrà essere lavorato solo da istruttori/addestratori di comprovata esperienza. AGGRESSIVITA' E' quell'impulso alla lotta come reazione a uno stimolo minaccioso rivolto a lui stesso, al suo territorio o alle persone che ama. L'aggressività non è per forza una problematica comportamentale ma semplicemente una dote naturale che non può mancare nel cane, in quanto ha un ruolo primario per la conservazione della specie. Si ritiene l'aggressività problematica solo quando il cane esibisce reazioni aggressive ingiustificate e prive di controllo da parte del proprietario. Un cane equilibrato esprime aggressività se la situazione contingente la richiede .

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Esistono diverse forme d'aggressività: -Competitiva -Da dominanza -Da timore -Da dolore -Territoriale -Predatoria (anche se non è secondo me etologicamente corretto parlare d'aggressività predatoria, in quanto un lupo quando morde una preda, non lo fa per aggressività ma per istinto predatorio) -Materna -Appresa -Idiopatica (nda. in un prossimo articolo parlerò in modo più specifico dell'aggressività che merita un approfondimento maggiore)

DOCILITA' Si intende per docilità quella caratteristica che permette al cane di accettare spontaneamente l'uomo come suo leader (nda. Leader da to lead = condurre). Pertanto un cane docile sarà sempre desideroso d'ascoltare e di lavorare con il suo conduttore. La docilità può essere Scarsa, media o buona. Un cane troppo docile può avere tanto desiderio di compiacere il suo conduttore, a tal punto da non esser capace di prendere da solo delle decisioni. Importante ricordare che un minimo d'indipendenza è necessaria per evitare alcune problematiche relazionali, ad esempio quando il cane rimane solo e piange. Importante: quando si parla di Docilità non confonderla con la sottomissione .

Quando parliamo di Utilità e difesa, molti confondono il concetto combattività con aggressività. Infatti, nei cani da lavoro per questo sport si richiede un’ottima qualità della VIGILANZA combattività piuttosto di una esaltazione del comportamento E' quella capacità di avvertire un possibile pericolo esterno, aggressivo. sia diretto al cane che al nucleo familiare in cui vive. La vigilanza, si manifesta semCOMBATTIVITA' pre in modo più accentuato E' la capacità di rispondere ad all'interno del territorio dove un impulso spiacevole, con at- vive il cane rispetto all'esterno. teggiamento di lotta nei con- Inducendo cosi il cane a fare la fronti dell'avversario sia esso guardia assumendo atteggiaintraspecifico (un altro cane) menti vigili ed attenti verso gli stimoli che scatenano questo che interspecifico (es. uomo). Un cane combattivo esprime tipo di comportamento. questa dote durante il morso, Un addestramento specifico quando inizia a dimenarsi per può modificare ed esaltare quesbatacchiare la “preda”. Di soli- sta qualità naturale. to un cane combattivo è di tem- La vigilanza può essere scarsa, media o alta. pra medio-dura.

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Una vigilanza eccessiva non favorisce la concentrazione del cane che nelle fasi di obbedienza può far risultare il cane eccessivamente distratto. Molti pensano che la vigilanza sia un comportamento solo appreso da parte del proprietario, conoscendo che in natura esistono soggetti destinati all' interno del branco (nucleo familiare) a questo tipo di compito.

SOCIALITA' E' l'attitudine a rapportarsi con l'uomo in modo semplice e naturale. Da non confondere come spesso molti fanno Socialità con Socializzazione. La socialità può essere quindi intraspecifica (verso animali della stessa specie) o interspecifica (verso animali di specie diverse). La socialità è influenzata soprattutto nel periodo definito dell'Imprinting, età preposta per l'individuazione dei partner sociali disponibili. La socialità si misura in scarsa, media, buona. POSSESSIVITA'

Quando esaminiamo la vigilanza di un soggetto, dobbiamo stare attenti a valutare alcuni concetti strettamente correlati, tipo il tempo di concentrazione (ricordiamoci che i tempi di concentrazione del cane sono diversi che nell'uomo), il territo- E' la capacità dell'animale di rio dove esaminiamo il soggetto considerarsi “proprietario” di qualcosa (giocattolo) o di quale la curiosità. cuno (altro cane o persona). Ricordiamoci sempre che è cor- E' una caratteristica apprezzabirelata con la tempra per esem- le perché se ben canalizzata può risultare utile nell'addestramento pio: del cane. Soggetto molto vigile = tempra La possessività si misura in bassa, media, alta. E può essere scarsa modificata ed accentuata stimoSoggetto mediamente vigile = lando precocemente i cuccioli. Spesse volte un soggetto possestempra ottima sivo viene ritenuto erroneamente problematico e chiamato Soggetto con aggressività possessiCURIOSITA' va. E' l'interesse che il cane mostra Una possessività alta può risulverso il mondo esterno e per tare problematica se il proprietatutto ciò che può attirare la sua rio non riesce a gestirla. Ad esempio, quando due fidanzati si attenzione . Questa è una dote importantissi- abbracciano ed il cane si mette ma, in quanto un cane apatico fra i due amanti facendo in mosicuramente ha scarse possibilità do di separarli. Sicuramente l'edi imparare un esercizio o un ducazione ed un addestramento specifico possono indirizzare comportamento. Concludendo questa dote natu- questa dote nel modo giusto. rale non deve mai essere repressa anzi esaltata per processi di Mettiamo in pratica quanto letto. educazione e d'addestramento. CINOFILI STANCHI

Se cerco un cane per....come deve essere? SOGGETTO PER COMPAGNIA: Temperamento: Vivace ma non troppo Tempra : media Docilità : altissima Socialità : altissima Possessività : medio - bassa Aggressività : medio - bassa Combattività : medio - bassa SOGGETTO DA ESPOSIZIONE: Temperamento : Vivace Tempra : media Docilità : alta Socialità : alta Possessività : medio - bassa Aggressività : non troppo elevata Combattività : non troppo elevata SOGGETTO DA LAVORO O PER FINI DA GUARDIA E DA DIFESA: Temperamento : vivace Tempra : medio - dura Docilità : corretta Socialità : buona Possessività : alta Aggressività : alta Combattività : alta Vigilanza : altissima Curiosità : elevata

MARCELLO MESSINA Istruttore cinofilo Esperto in problemi Comportamentali e relazionali ANIMAL WELLNESS Www.marcellomessina.com 18


di Roberto Mannu Trattiamo oggi un argomento delicato, che seppur di fondamentale importanza rappresenta solamente uno dei tanti aspetti dei quali occorre essere informati se si riveste una qualunque carica all’interno di una Associazione (di qualsiasi tipo): un Ente non profit è tenuto obbligatoriamente a rilasciare ricevuta o scontrino per le somme incassate? La risposta immediata al quesito è “no”, cui far seguire però, per amore di verità, alcune precisazioni. Andiamo con ordine: il Decreto Ministeriale 21 dicembre 1992, n. 6016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 300 del giorno successivo e d i n t i t o l a t o “Esonero dall’obbligo di rilascio della ricevuta e dello scontrino fiscale per determinate categorie di contribuenti” ha

stabilito che le Associazioni non siano tenute ad emettere scontrino o ricevuta fiscale in caso di cessione di beni o prestazione di servizi. Tale Decreto all’articolo 1, punto 15, ha infatti stabilito che “Non sono soggette all’obbligo di documentazione disposto dall’art. 12, comma 1, della legge 30 dicembre 1991, n. 413, le categorie di contribuenti e le operazioni sotto elencate: (…) operazioni poste in essere dalle associazioni sportive dilettantistiche che si avvalgono della disciplina di cui alla legge 16 dicembre 1991, n. 398, nonché dalle associazioni senza fini di lucro e dalle associazioni pro – loco, contemplate dall’art. 9 – bis della legge 6 febbraio 1992, n. 66”. Questo a conferma di quanto precisato, e cioè che le Associazioni non so-

no soggette all’obbligo di emissione di ricevuta o scontrino fiscale. Veniamo ora alle precisazioni: - il fatto che le Associazioni non siano “soggette all’obbligo di documentazione …” non significa che esse non debbano o non possano emettere ricevuta, ma che non ne siano obbligate. Pare una precisazione banale ma così non è: ciò significa che laddove un Ente decida di emetterle, queste ricevute devono essere corrette sotto il profilo formale (oltre che ovviamente sostanziale); - ferme le prescrizioni di legge, l’assenza assoluta di imposizione fiscale sulle attività istituzionali, dal momento che non si versano imposte di sorta sui corri19


spettivi incassati per il raggiungimento delle finalità sociali, induce a ritenere che, nell’ipotesi di verifica fiscale, molto ben gradite siano a tutti gli accertatori le pezze giustificative a sostegno di una ricostruzione a posteriori della contabilità. Ciò dal momento che molto differente è indicare ai Funzionari incassi per 10 oppure 10 ricevute da 1 che portano ad un totale di 10. Questa in sintesi la Legge che "regolamenta" il fisco per le associazioni "sportive" dilettantistiche e cinofile. Ma direi che esiste un dato di fatto inequivocabile: questa regolamentazione viene eseg u i t a d i e t r o "autocertificazione" dell'associazione, e che se si è associazione dilettantistica..è chiaro che sei un dilettante che ti occupi di cinofilia sportiva con il proprio cane, che prepari e partecipi ad eventi sportivi con il tuo cane all'interno di un associazione. Per cui , all'interno di codeste associazioni non devono essere richieste somme di danaro dai privati per prestazioni cinofile di Educazione e/o Addestramento del binoCINOFILI STANCHI

mio ,cosa che può fare solo un "Professionista" del settore in possesso di P.I. . Altrimenti la parola DILETTANTISTICA non avrebbe più senso di esistere! Così come lo "scopo di lucro" non deve essere presente all'interno di un associazione ONLUS . Ma nel momento in cui , all'interno di associazioni Onlus, Sportive / Dilettantistiche, operano Professionisti e Specialisti del settore Educazione e Addestramento....ecco che non mi sembra che vengano RISPETTATE tutti gli Arti-

coli, Comma e n° di leggi descritte nella regolamentazione sulle associazioni Onlus. Per cui, visto che siamo in Italia, che resta pur sempre il Paese di Pulcinella...fatta la Legge..trovato l'inganno...Ma se andiamo ad esaminare tutto nei dettagli, ci sarebbe da parlarne e molto seriamente, perché tutto questo, secondo il mio pensiero, non è regolare.

Roberto Mannu Allevatore Cinofilo Ric. E.N.C.I. -F.C.I. Iscritto Registro degli Addestratori E.N.C.I. Sez. 1 Cani da Utilità 20


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di Giovanni Padrone - Alla base di un buon equilibrio psichico del cane vi è un equilibrato periodo di crescita nei primi tre mesi di vita del cucciolo durante il quale, prima attraverso la madre e poi con l’aiuto del partner umano, egli impara a reagire in maniera corretta agli stimoli ambientali e sociali. Tuttavia, esperienze fortemente negative successive a questo periodo, anche in età adulta, possono causare nel cane dei traumi che se trascurati sfoceranno in fobie. Uno dei grandi problemi che assillano i proprietari di cani è quanto avviene per mano umana la notte fra il 31 dicembre e l’1 gennaio con il fracasso provocato dallo scoppio di petardi e fuochi d’artificio che mandano in ansia i nostri fedeli amici. Le cronache della notte di San Silvestro ci narrano di alcuni morti e centinaia di feriti fra gli umani, ma soprattutto di centinaia di animali d’affezione (cani, gatti, conigli, ecc.) morti per lo spavento. Sarebbe a questo punto logico proibire su tutto il territorio nazionale l’uso di questi ammennicoli esplosivi, perché inutili e spesso dannosi per la salute nostra e dei nostri animali. Dico questo, non perché mosso da uno spirito da ‘animalista oltranzista’, ma per la mia professione di educatore cinofilo che spesso mi vede nelle vesti di rieducatore di cani affetti da fobie di vario genere, fra cui gli scoppi hanno una parte molto importante. Per i lettori di Cinofili Stanchi ho pensato di inserire su questo numero un articolo illustrativo di quelle tecniche che solitamente io ed altri educatori usiamo per il trattamento delle fobie. Resta il fatto che quanto qui illustrato deve essere seguito da persona competente ed il fai da te può essere pericoloso e creare maggiori problemi al cane. Onde per cui il mio consiglio è il seguente: se vi trovate nella condizione di avere un cane con fobie acustiche o di altro genere, chiedete l’aiuto ad un educatore cinofilo o, nei casi più gravi (quelli in cui sia necessario l’uso di una terapia farmacologica in appoggio), di un veterinario comportamentalista. Ciò che qui viene illustrato vi sarà d’aiuto per meglio comprendere ciò che si sta applicando. Inoltre, queste tecniche non sono la panacea che risolve ogni problema; sta nell’abilità di chi le applica modificarle o trovare all’occorrenza valide alternative qualora non funzionino a dovere. Bisogna essere eclettici. Lo diceva anche un noto filosofo morto nel 1973 il cui nome era Bruce Lee. TEORIA DELL’APPRENDIMENTO OPERANTE I cani come tutti gli animali agiscono per prove ed errori, principio basilare del condizionamento operante. Secondo lo stesso la produzione di un certo comportamento si ripeterà qualora si ottenga l’effetto sperato (agendo da rinforzo al comportamento stesso), mentre si estinguerà se otterrà un effetto neutro o nullo. Questa legge, formulata da Thorndike ancor prima di B. F. Skinner, è nota come legge dell’azione/effetto: “Quando una azione prodotta porta ad un obiettivo ben determinato ha maggiore probabilità di ripetersi se una situazione simile si ripete nel tempo. Ciò non avviene per quelle azioni che hanno portato all’insoddisfazione del soggetto che le ha prodotte: in questo caso le stesse tenderanno a scomparire di fronte a situazioni analoghe.” Ne è un classico esempio il box di Skinner, una scatola con una linguetta esterna che premuta faceva cadere dei chicchi di mais: il piccione, imparato questo, tornava ogni volta a spingere la linguetta per mangiare il mais. Aveva usato esattamente la legge dell’azione/effetto. Il rinforzo è lo stimolo che a seconda della sua presenza o meno permette la ripetizione o l’estinzione di una azione. Tramite esso si può modellare o aumentare l’intensità dell’azione stessa (modellando il comportamento si può rendere più preciso ciò che si chiede al cane). Abbiamo quattro tipi di rinforzo: • Cibo – Il più usato (ed a volte abusato) perché immediato. Si sfruttano i bisogni primari del cane (l’istinto di sopravvivenza) per rinforzare i comportamenti che gli si chiede di produrre. • Pallina – Si sfrutta l’istinto di predazione del cane per ottenere gli stessi risultati del cibo. Molti cani considerano questo genere di rinforzo molto più importante del cibo stesso. • Pezza – Si sfrutta l’istinto di competizione del cane tramite il combattimento amichevole. Anche in questo caso vi sono cani che preferiscono questo genere di ricompensa al cibo. • Contatto sociale/Lode – Alcune azioni possono essere costruite e rinforzate anche solo accarezzando ed

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usando parole di lode nei confronti del cane. I rinforzi possono essere positivi (come nei quattro casi elencati) o negativi, come nel caso in cui si effettua una azione spiacevole (tirare le redini al cavallo a destra) per indurre l’animale a compiere un determinato comportamento (andare a destra) che non appena viene prodotto causa l’immediata eliminazione dell’azione spiacevole (il cavallo va a destra e si smette di tirare le redini). Nell’apprendimento operante è prevista anche la punizione (positiva e negativa) che tuttavia ai fini educativi e, soprattutto, quelli rieducativi del cane è controproducente e può provocare risposte negative da parte del cane come manifestazioni di aggressività. La punizione è alla base dei metodi addestrativi tradizionali basati sulla coercizione per indurre il cane a compiere una azione. Poiché si tratta comunque di metodi irrispettosi della identità e soprattutto dell’intelligenza e della psicologia del cane non è concepita nello svolgimento delle terapie che agiscono sulla modifica del comportamento. TECNICHE DI ESTINZIONE BASATE SUL CONDIZIONAMENTO OPERANTE Al condizionamento operante appartengono alcune tecniche che servono a ridurre ed estinguere reazioni esacerbate agli stimoli facenti parti di patologie ansioso/depressive, come le fobie sociali o quelle per gli scoppi, oltre al normale apprendimento che può essere utilizzato per il controllo del cane in determinate patologie (come la sindrome IS/IA). Queste tecniche sono il CONTROCONDIZIONAMENTO, la DESENSIBILIZZAZIONE, l’ESTINZIONE ed il FLOODING CONTROLLATO. Desensibilizzazione E’ una terapia che serve ad insegnare al cane a non reagire più ad uno o più stimoli fobogeni ai quali risulta ipersensibile (es. spari, fuochi d’artificio, temporale, ecc.). La tecnica inizia sottoponendo il cane allo stimolo con una intensità talmente debole da non causare nessuna rea-zione da parte sua. Dopo diversi tentativi in cui il viene premiato, si aumenta lievemente l’intensità dello stimolo e si ripete il tutto. Passando progressivamente a livelli di difficoltà sempre più alti si insegna al cane a non reagire allo stimolo che prima gli causava reazioni eccessive. Ad esempio, mi è capitato di dover lavorare con Lucky, un meticcio simil-labrador che per un petardo scoppiato a breve distanza era diventato ipersensibile agli scoppi. Con la proprietaria abbiamo lavorato in modo tale da fargli ascoltare dei piccoli scoppi da una notevole distanza e gradualmente, nel corso delle settimane successive (2 mesi e mezzo), siamo arrivati ad appena 50 metri, senza che il cane reagisse. Si tratta di un processo lungo che richiede molto tempo (a volte mesi) per avere successo pieno. La terapia è molto vantaggiosa, soprattutto se il cane è in grado di generalizzare (trasferire, cioè, la medesima mancanza di reazione a suoni analoghi); in caso contrario si rischia che il cane familiarizzi solo con lo stimolo a cui è stato desensibilizzato, ma non guarisca completamente e, perciò, continui ad avere reazioni negative con stimoli simili. Questo è un rischio concreto con suoni registrati anche se molto fedelmente: il cane impara a non reagire, ma in presenza di un suono ‘naturale’ ha comunque la stessa reazione di paura. Nel caso di fobia sociale ci sono alcune possibilità: avvicinare il cane gradualmente e premiarlo ad ogni passo in cui egli non ha alcuna reazione, oppure la persona stessa si avvicina gradualmente e premia il cane (gettandogli dei bocconcini dalla distanza). Una terza via, che di solito io uso, è quella di lasciare libero il cane in una stanza abbastanza ampia, lo stimolo fobogeno (la persona) resta fermo seduto su una sedia o un divano senza guardare il cane. Getta dei bocconcini sempre più vicino a se stesso fino a quando il cane arriva a mangiare dalle mani. Questo genere di attività può richiedere da qualche giorno a qualche settimana. Tutto dipende dalla frequenza dell’iniziativa e dalle capacità di apprendimento del cane. Estinzione Quando un comportamento non viene rinforzato in alcun modo, questo scompare. Abbiamo, dunque, una estinzione del comportamento stesso. A volte l’attenzione del proprietario può costituire rinforzo (es. ordinare al cane di smettere di abbaiare senza insegnargli il significato di quella azione, può rinforzare l’abbaio stesso). Va, comunque, detto che l’estinzione risulta essere il metodo mi23


gliore per eliminare i comportamenti indesiderati: abbai e latrati incontrollati, richiesta eccessiva di attenzione o cibo, ecc. Il rischio principale che si corre con questa tecnica è di cedere talvolta alle richieste del cane, in maniera tale che ci si trovi di fronte ad un rinforzo di significato superiore (bisogna assolutamente evitare di gratificare nel tempo il comportamento sbagliato del cane): soprattutto quando il cane è abituato a lavorare col rinforzo in addestramento, conosce bene la tecnica del rinforzo intermittente (o discontinuo) e può, quindi, considerare l’attimo di debolezza del proprietario come una conferma da parte del partner umano a ripetere quella azione che in realtà si voleva estinguere. Immersione controllata (flooding) La tecnica di immersione tradizionale consiste nel sottoporre l’animale ad uno stimolo fobogeno fino alla scomparsa di ogni sua reazione. Il cane è bloccato o lasciato in uno spazio limitato, comunque senza vie di fuga. L’intensità è quella massima. La tecnica finisce quando il cane, per abituazione, non reagisce più allo stimolo che gli causava stress. Il grande rischio di questa terapia è di portare il cane da uno stato di fobia ad uno depressivo (cioè risolvere un problema per trovarsi di fronte ad un altro problema). Inoltre, spesso la reazione del cane è talmente violenta che lo si sottrae allo stimolo prima dell’abituazione allo stimolo stesso. Per questo si preferisce utilizzare una forma di immersione definita controllata, nella quale lo stimolo fobogeno è, appunto, controllato e contenuto ad un livello in cui la reazione del cane sia inferiore. Successivamente si aumenta l’intensità dello stimolo, come per la desensibilizzazione. A questo modo si possono curare le paure e le fobie sociali, alle auto, ai rumori (ad esempio, se il cane ha paura della confusione della gente, lo si lascia col proprietario ad una cinquantina di metri da un folto gruppo di persone). Il proprietario non deve interagire, fingendo che il cane non sia presente. Il cane, rassegnato, ad un certo punto si stenderà a terra. L’accortezza è di non togliere troppo presto il cane dallo stimolo controllato per evitare la sensibilizzazione allo stesso (la fuga e l’allontanamento precoce sono considerati dal cane un rinforzo del comportamento negativo). Controcondizionamento Si impedisce qualsiasi reazione negativa del cane mettendolo in condizione di incompatibilità con la reazione indesiderata. Si coinvolge il cane in una attività per lui molto interessante e, al momento di massima concentrazione, viene attivato lo stimolo che provoca il comportamento da eliminare. Si deve fare in modo che l’eccitazione per l’attività in corso soverchi la paura per lo stimolo stesso. Il risultato può essere raggiunto in due modi: - Gioco: per eliminare la paura, si coinvolge il cane in un gioco che ne provochi una forte eccitazione ed a quel punto si produce lo stimolo fobogeno; - Cibo: è possibile far mangiare il cane e generare lo stimolo ad intensità ridotta durante il pasto, in modo tale da combinare controcondizionamento e desensibilizzazione. Il rischio che si corre con questa tecnica è di ottenere un effetto opposto a quello desiderato qualora la reazione allo stimolo negativo sia più intensa di quella che deve controcondizionare il cane: quest’ultima attività può essere considerata dal cane come annunciatrice dello stimolo stesso e provocare una reazione negativa ancora maggiore. Questo va evitato soprattutto se si intende estinguere il comportamento attraverso l’uso del cibo, perché può indurre il cane al rifiuto del cibo stesso. Per evitare questo, si utilizza una forma di controcondizionamento nella quale si inserisce una distrazione, uno stimolo, cioè, che provochi l’interruzione di una sequenza comportamentale. Il cane si ferma per identificarlo e ciò permette di ottenere l’attenzione del cane e proporgli una attività alternativa. Ad esempio, il cane inizia una sequenza comportamentale. L’educatore schiocca le dita, chiama il cane o emette un suono con la bocca (fischio, verso, ghigno, ecc.). La sequenza, in questo modo, viene interrotta un attimo e l’educatore ne approfitta per proporre un gioco o un’altra attività incompatibile con la sequenza che stava per svolgersi (il cane attiva l’istinto predatorio quando vede una bicicletta in movimento. Al momento in cui passa un ciclista e ci si accorge che il cane sta per scattare, si richiama il cane e, una volta seduto, lo si premia). La tecnica può essere applicata alle medesime problematiche indicate per il controcondizionamento normale, estendendola a quelle strumentalizzate (latrati inopportuni, rifiuto di cibo, ingestione di feci, inseguimenti, fughe durante il richiamo). Il ri-

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schio principale, in questo caso, è il fatto che il cane si può abituare allo stimolo distraente, per cui è d’uopo proporre qualcosa subito dopo la sua attivazione, altrimenti il cane a poco a poco non reagisce più, riprendendo l’attività interrotta. UN ESEMPIO: LA FOBIA PER I TEMPORALI In questo caso riporto una mia esperienza personale ed è un esempio di come spesso l’uscire dagli schemi ed essere eclettici possa portare a risultati insperati. Teodora di Palazzo Manzoni è ospitata da tre anni in casa nostra; è la madre di Opalino, uno dei nostri cani: entrambi sono levrieri della razza whippet. Da quando è entrata nel nostro nucleo sociale misto (due umani e quattro cani) Teodora ha saputo inserirsi, imparando dagli altri cani i ritmi e le dinamiche sociali. Nel nostro gruppo non esiste competitività, a dimostrazione che con il dovuto criterio questa può essere esclusa dal rapporto fra cani conviventi. Quando Teodora è arrivata a casa nostra aveva due problemi da risolvere: il primo riguardava gli scooter e, con l’aiuto di qualche coinquilino, ho lavorato in controcondizionamento e desensibilizzazione ed ora Dorys (questo il soprannome di Teodora) non guarda nemmeno più le moto. Il problema più grande, però, era un altro: una forte fobia per i temporali durante i quali iniziava a tremare, agitarsi fino ad urinare sul pavimento. Questa situazione è presente in molti cani ed è di difficile soluzione, poiché durante un temporale avvengono vari fenomeni che coinvolgono i sensi dei cani. Infatti, non vi è solo il lampeggiare dei fulmini, il fragore del tuono, lo scrosciare della pioggia o il fischiare del vento; durante il temporale avvengono altri due fenomeni per noi impercettibili che il cane invece avverte molto bene: il cambio di pressione atmosferica e le scariche elettrostatiche presenti nell’aria. E’ forse una delle fobie più difficili da risolvere proprio per il coinvolgimento di tutte queste situazioni che se da un lato possono essere risolvibili con le tecniche sopraindicate per quanto riguarda i rumori (solitamente si utilizza inizialmente un suono registrato per poi trasferire l’esperienza al suono naturale), dall’altro lato non possono portare il cane a tollerare le altre manifestazioni atmosferiche. Con Dorys ad un certo punto mi trovai in un vicolo cieco: nulla di quanto utilizzato nella norma riusciva a risolvere la situazione. Finché ebbi l’idea di fare un’altra cosa che si rivelò un’idea vincente: per eliminare i lampi chiusi le finestre, per coprire almeno in gran parte i rumori della tempesta alzai il volume dello stereo usando un brano di musica classica rilassante (come ad esempio il concerto n. 23 seconda parte di Mozart) prendere Teodora con me sul divano, confortarla e giocarci insieme in modo da avere la sua attenzione tutta su di me. Ora, dopo diversi mesi in cui abbiamo lavorato a questo modo (riducendo gradualmente il volume dello stereo) Teodora è diventata abbastanza tollerante nei confronti dei temporali: certo ancora si gira ma non trema più né produce minzioni emotive. Dovessi trovare una similitudine con una delle tecniche summenzionate, molto probabilmente potrei asserire che si tratta di una mia versione personalizzata del controcondizionamento, ma non è esattamente controcondizionamento. Concludendo, vorrei ribadire ancora una volta che il presente articolo serve solo a mostrare come io opero in ambito comportamentale in presenza di fobie e che ciò che ho scritto può aiutarvi a comprendere meglio le terapie comportamentali che vengono utilizzate sui vostri cani. NON IMPROVVISATEVI EDUCATORI!!!

GIOVANNI PADRONE Educatore cinofilo Scrittore dei libri Sussurra al tuo cane ...e il cane decise di incontrare l’uomo

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STAGE DI OBEDIENCE 14/15 DICEMBRE 2013 con

ANNA MARIA CINI

Uno dei rari esempi italiani di cinofilia sportiva dove traspare il benessere ed il rapporto con il proprio cane. Anna Maria Cini si è cimentata in varie attività cino-sportive quali: Agility, Obedience, IPO, Sheep Dog, utilizzando solo metodologie gentili. Con uno dei suoi Pastori belgi Malinois, Velvet,ha raggiunto la massima qualifica in IPO 3 (utilità e difesa), ed è stata vincitrice del trofeo ENCI di Obedience e in SheepDog ha ottenuto valutazione max di 10 su 11.Mai successo in Italia. Alcuni dei tanti risultati di Anna Maria Cini: Campione italiano di obedience (Onice) - Primo cane non di razza border e tra i primi in Italia Vincitrice Trofeo Enci di obedience (Velvet) Nazionale italiana obedience (squadra ed indiv.) 2003-2004-2005 (Onice) Nazionale italiana obedience (squadra ed indiv.) 2007-2008-2010 (Velvet) Nel 2006 Onice era ritirata, Velvet troppo giovane, 2009 Velvet infortunata con Erak: Mondiali obedience 2012-2013 (premio dei giudici quale miglior binomio del mondiale), Campione italiano di obedience, IPO2 Mondiale obedience FMBB 2003 (Onice) Obedience 3 con Erak a 16 mesi !!! Erak è figlio di Velvet e nipote di Onice, la terza generazione in casa !! Lo stage sarà incentrato sull' OBEDIENCE sia a livello agonistico che a livello amatoriale anche solo per scoprire una disciplina divertente, e poter condividere col proprio cane un esperienza nuova ed arricchente.

COSTO: EURO 120,00 (2 GIORNI) EURO 80,00 (1 GIORNO) EURO 80,00 (Uditori) PARTECIPANTI: Massimo 10 DOVE SI SVOLGE: A.S.D. ANIMAL WELLNESS Sermide (Mn) SCADENZA ISCRIZIONI: 10 Novembre 2013 INFO ED ISCRIZIONI: Marcello Messina cell. 3488029763 email: info@marcellomessina.com

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ALLEVAMENTO DI BOXER E CANI CORSO Cell. 348-8029763 www.allevamentoscudoditalos.com 27


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di Debora Segna - Gli scienziati già sanno che cani ed umani mostrano comportamento ansiogeni simili derivanti da una stessa base genetica, e rispondono in maniera simile alle cure farmacologiche, ma recenti studi, in cui sono stati osservati otto Dobermann affetti da Disturbo Compulsivo Canino (DCC), condotti dalla Dottoressa Niwako Ogata, che insegna etologia al Purdue University College of Veterinary Medicine in Indiana, hanno evidenziato con esami di laboratorio, che cani affetti da DCC e persone affette da disturbo ossessivocompulsivo (DOC) condividono le stesse anomalie cerebrali (Fonte National Geo-

graphic). Ma come si manifesta il Disturbo compulsivo Canino (DCC)? Questa malattia psichiatrica può manifestarsi in vari modi e di diverso grado, se il vostro cane mostra comportamenti ripetitivi, come inseguire continuamente le ombre o luci, rincorrersi ossessivam ente la coda (spinning), o “fissazione” per alcuni giochi, animali (mosche, lucertole), fino al leccamento ossessivo di alcune parti del corpo (come più comunemente zampe e coda) fino ad arrivare all’automutilazione, allora il vostro cane può essere affetto da DCC.

La Dottoressa Jill Goldman, etologa californiana, che da molti anni lavora con cani affetti da DCC ci spiega come gestire un cane affetto da questo disturbo. Come gestire un cane ossessivo-compulsivo? “Per prima cosa, i padroni dei cani dovrebbero prestare attenzione a ogni comportamento troppo ripetitivo, come inseguire le ombre, dare morsi all’aria, mordersi i fianchi o il pelo, inseguire la propria coda o masticarsi a sangue le zampe. Nel caso si notasse uno di questi comportamenti ossessivi, è bene non assecondarli. Per esempio, se quando un cane insegue la propria coda gli si presta attenzione, c’è il rischio che si senta incoraggiato e continui a farlo. “Si deve evitare di alimentare il fuoco”, dice Goldman. Un altro suggerimento, continua, può essere quello di individuare i fattori di stress che potrebbero innescare l’azione ripetitiva. Per esempio, se si notasse che il proprio cane intraprende un comportamento ripetitivo per reazione a un rumore forte, 29


evitare quel rumore sarebbe la cosa migliore da fare. Goldman suggerisce anche di tenere il proprio cane occupato con qualche tipo di attività ricreativa. Per esempio, c’è una vasta gamma di giochi rompicapo che contengono cibo. Prima che i cani fossero addomesticati, passavano molto tempo e utilizzavano molta energia mentale alla ricerca di cibo; ora viene semplicemente riempita loro una ciotola. Simili giocattoli stimolanti permettono ai cani di resistere allo stress, consentendo loro di impegnarsi in qualcosa di più costruttivo rispetto al comportamento ripetitivo. Un gioco che, invece, per i cani è sconsigliato: usare quei puntatori laser usati per giocare con i gatti. In alcuni casi, inseguire la luce potrebbe sovraeccitare l’animale.

Nel caso in cui notaste alcuni glio nella gestione del vostro di questi comportamenti cer- cane, prima che la situazione cate di comprendere il vostro possa degenerare. cane perché alla base di determinati atteggiamenti c’è sempre una motivazione, ed è bene quindi rivolgersi ad un esperto educatorecomportamentalista, che possa seguirvi al me-

Se alleviare lo stress e distrarli non funzionasse, a quel punto potrebbe essere utile combinare questi approcci con la somministrazione di ansiolitici da parte del veterinario, aggiunge Goldman. Infine, se si è molto frustrati per il proprio cane, Ogata invita a “ricordarsi che i cani sono stati addomesticati dagli umani”. Siamo “responsabili del loro comportamento, e di prevenire e affrontare il problema sforzandoci di comprenderlo meglio”.” CINOFILI STANCHI

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di Davide Bressi - In quest’ultimo articolo legato all’alimentazione parleremo dei sali minerali. Con questa trilogia di articoli si chiude l’argomento alimentazione, ma prima di cominciare vorrei ringraziare le persone che mi hanno seguito attraverso la consultazione gratuita di “Cinofili Stanchi”. Ringrazio anche coloro che mi hanno scritto via mail e colgo l’occasione per girare i complimenti ricevuti alla squadra di “Cinofili Stanchi”. Cominciamo col dire che i Sali minerali sono composti inorganici e il cane come l’uomo non è in grado di

CINOFILI STANCHI

sintetizzarli autonomamente e dunque devono essere introdotti con l’alimentazione. E’ fondamentale un bilanciamento di tutti i composti per un buon funzionamento dell’organismo. Possiamo suddividerli in due categorie: Macroelementi presenti nell'organismo in quantità relativamente elevate. Fanno parte di questa categoria il calcio, il cloro, il fosforo, il magnesio, il potassio, il sodio e lo zolfo. Microelementi presenti nell’organismo in quantità relativamente minori. Fanno parte di questa categoria: Ferro, Rame, Zinco,

Fluoro, Iodio, Selenio, Cobalto, Manganese, Molibdeno. Di seguito un elenco dei principali Sali minerali che a noi interessa approfondire: Calcio: è coinvolto in diversi processi quali la coagulazione del sangue e la stimolazione di nervi e muscoli. Una sua carenza può portare ad alterazione del processo di condrogenesi e osteogenesi con conseguente indebolimento dell’apparato scheletrico e quindi a fratture spontanee. Un suo eccesso è altresì da considerarsi pericoloso perché favorisce patologie quali la displasia dell’anca e l’osteocondrosi.

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SSION A P S R B F NEL O N E K R E L I CI/FCI N E o t u ROTTWE i c s o n riale rico o t a m a o t n e Allevam is (FG) m a L n i o c r a San M

cell. 328-5972631

ion.it

Sito: www.brspass ion.it ss a p rs b @ fo in : il a -m E 33


Un eccesso di calcio ostaco- nervoso. Favorire razione all’apparato schelela l’assorbimento del fosfo- l’insorgenza di patologie car- trico e riduzione della fertiliro. diache e renali. tà. Fosforo: Il fosforo ha un ruolo importante in ogni reazione chimica all’interno dell’organismo poiché è presente in ogni cellula. E’ importante nell’utilizzazione dei grassi, dei carboidrati e delle proteine, per lo sviluppo, il mantenimento, la riparazione e la mediazione sia all’interno che all’esterno delle cellule e per la produzione di energia. Stimola le contrazioni muscolari, ivi comprese le regolari contrazioni del muscolo cardiaco. E’ bene tener presente che un eccesso di fosforo crea ingenti danni renali. Un’assunzione insufficiente di fosforo scaturisce difficoltà nella crescita, cattiva qualità delle ossa e dei denti e altri disturbi ossei come l’osteoporosi. Uno squilibrio nel rapporto calcio-fosforo può manifestarsi con malattie quali artrite, rachitismo e carie dentaria. Sodio: anche il sodio come gli altri elementi può essere dannoso e non poco se in eccesso nell’organismo. E’ contenuto nel sale e non solo. Un eccesso di sodio (ipernatriemia) nel nostro cane può causare emorragie, ematomi, infarto dei vasi cerebrali, trombosi venose, ischemia del tessuto CINOFILI STANCHI

Magnesio: livelli elevati di magnesio nel sangue possono causare gravi problemi cardiaci e neurologici, ma anche problemi ai tessuti muscolari.

Potassio: carenze possono causare aritmia cardiaca e problemi muscolari. Scarso appetito, stanchezza. Un eccesso di potassio può essere la conseguenza di una riduzione della funzionalità renale. Zinco: un equilibrio errato può portare ad un calo delle difese immunitarie e una riduzione della fertilità nelle fattrici.

Ferro: carenza di ferro, come è noto, porta anemia con conseguente riduzione di globuli rossi nel sangue responsabili del trasporto di ossigeno. Un calo di ferro abbassa il livello immunitario e crea inappetenza.

Rame: un equilibrio errato può causare anemia, alterazioni muscolari, della cute e del pelo.

Davide Bressi Brs Passion Rottweiler Kennel San Marco in Lamis (FG) http://www.brspassion.it/it/ home-page

Manganese: una mancanza di equilibrio di manganese nel sangue può causare alte34


Per i vostri problemi quotidiani di gestione o per questioni relative ai comportamenti dei vostri cani scrivete alla e-mail cinofili stanchi@yahoo.it e vi sarà risposto in questa rubrica.

per insegnare ai propri cuccioli le giuste reazioni. E’ abbastanza tipico che il cane assuma come unica forma di risposta a qualsiasi stimolo l’aggressività incontrollata che Lei ha così ben descritto.

Da Bari scrive la signora Maria Pia. “Smilzo è un meticcio di 4 anni di piccola taglia che abbiamo preso ad una settimana dalla nascita perché la madre è morta. Fin da quando aveva circa 5 settimane di vita ha manifestato una forte aggressività che nel tempo è sempre più peggiorata. Ora nessuno gli si può avvicinare per accarezzarlo. Accetta solo la presenza delle persone al momento in cui deve mangiare. E’ molto aggressivo nei confronti degli altri cani coi quali spesso si azzuffa e torna a casa piuttosto malconcio. Da qualche tempo ha anche iniziato a girare intorno per prendersi la coda e quando ci riesce la prende a morsi fino a sanguinare.

Consideri che questi cani possono essere paragonati a quei bambini abbandonati da piccoli nella foresta o nella giungla che una volta ripresi all’interno di un nucleo sociale umano non sono mai riusciti ad adattarvisi con forti problemi di discernimento.

Noi non sappiamo più come comportarci. Il nostro veterinario ci ha suggerito la soppressione, ma siamo molto titubanti su questo. Abbiamo un forte senso di colpa, per non aver fatto il possibile per poterlo aiutare”.

A parte Le invio i contatti di un professionista cinofilo che opera in Puglia, il quale probabilmente sarà in grado di dare un aiuto al suo Smilzo. Vorrei, infine, precisare che un cane in quelle condizioni psichiche e sociali potrà recuperare solo una minima parte di quello che si è perso nei primi mesi di vita; tuttavia potrà sicuramente diventare nel tempo un cane gestibile.

Giovanni Padrone

R. Signora Maria Pia, purtroppo i problemi da Lei descritti sono abbastanza comuni e tipici nei cani la cui storia parte da un distacco precoce dalla madre. Questo perché con la mancanza della figura materna il cucciolo non è stato in grado di filtrare gli stimoli ambientali e sociali attraverso l’imprinting e le altre iniziative che la stessa madre utilizza

A.C.C.S.C. RAVENNA

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di Roberto Mannu - La die- to succederebbe se un erbivoro neralmente mal digerito, sosta ta ideale per ogni essere vivente è sicuramente quella stabilita dalla natura a seconda la specie di appartenenza, la conformazione fisica, l’apparato digerente, quello dentale, enzimatico, immunologico, istintuale ecc. Nutrirsi in modo difforme alla propria specie significa incorrere inevitabilmente a malattie di vario genere. Per noi esseri umani che per qualunque altra specie animale. La dieta ideale per un animale carnivoro, cioè per un cane o un gatto domestico, è quella cui si nutrirebbero spontaneamente allo stato naturale, non certo quella fatta di un miscuglio di prodotti secchi tipo croccantini che risultano trattati, denaturati, derivati di carni, estratti di proteine, cereali, sottoprodotti di origine vegetale, oli, grassi, lieviti, coloranti, conservanti e molti altri additivi chimici, che una volta giunti nell’intestino di un cane o di un gatto vengono assorbiti nella circolazione sanguigna e influiscono sui vari apparati. In natura gli animali terricoli sono raggruppati in tre categorie: carnivori, erbivori e frugivori. Non esiste una quarta categoria di animali onnivori: se la natura l’avesse prevista l’avrebbe fornita degli strumenti necessari a metabolizzare correttamente tutto ciò che quella specie usa mangiare. Se un animale carnivoro si nutrisse come un erbivoro si ammalerebbe fino a morire; altrettanCINOFILI STANCHI

si nutrisse allo stesso modo dei nell’intestino dove produce carnivori (vedi mucca pazza). tossine. Alcuni veleni attraversano la parete intestinale finenE’ risaputo che i cani, animale do nella circolazione sanguicarnivoro, non digerisce gli a- gna. A questo punto l’animale midi perché non ha l’enzima manifesta segni di malattia. I amilasi, che il gatto ha bisogno cuccioli di frequente manifestadi integrare l’aminoacido tauri- no diarrea e problemi cutanei. na, mentre noi esseri umani non abbiamo l’enzima uricasi Per i veterinari la cura solitaper neutralizzare gli acidi urici mente prevede medicinali a della carne. La carenza forte impatto che contribuiscodel’aminoacido taurina nel gat- no ad intossicare ulteriormente to può determinare problemi l’organismo dell’animale, cauanche seri, né il ricorso ad inte- sando patologie genetiche, ingratori può sempre scongiurare fettive, parassitarie, frattura alle tali pericoli: come nella dieta zampe, malattie epatiche, cutaumana (gli integratori, elementi nee, cardiopatie, intestinali, catseparati dalle loro armoniche e tivo alito orale, dentali e cancro bilanciate composizioni natura- e altre patologie connesse con li) non portano gli stessi bene- l’età. Gli animali logorati da tali fici, anzi molto spesso risultano patologie hanno maggiori proessere dannosi. babilità di morta prematura. Malattie che scompaiono moGli animali carnivori, nella fat- dificando il regime alimentare e tispecie cani e gatti, non di- pulendo denti e gengive agli spongono degli enzimi digestivi animali. Il cattivo stato di saluadatti per qualità e quantità a te e le conseguenti sofferenze metabolizzare alimenti vegetali, riguardano la stragrande magsia cotti che crudi. In particola- gioranza degli animali domestire quando i cereali vengono ci a livello mondiale. Le indagicotti, amidi, proteine e grassi si ni svolte su animali domestici denaturano e diventano tossici. sofferenti da immunodeficienIl cibo innaturale compromette za acquisita dimostrano che la salute dei nostri animali. I hanno riacquistato la loro funresidui del cibo in scatola si zione e uno stato di salute ottiattaccano ai denti e alimentano male quando gli sono state i batteri della placca dentale, somministrate delle ossa crude come conseguenza si hanno e polpose, che fungono da aligengive infiammate, alito catti- mento e da medicina. Alcune vo e veleni batterici che inde- ricerche condotte dalla stessa boliscono le difese immunitarie Nestlè hanno rilevato che la del loro organismo. Il cibo durata media dei gatti alimentaspazzatura a base di cereali, ge- ti esclusivamente con cibo in36


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misurano in miliardi di euro, ma oltre a questi vi sono immensi costi ambientali, oltre le risorse assorbite dai canili municipali. Inoltre è da considerare che i cani alimentati con cibi spazzatura sono più irascibili, Ma la maggior parte dei veteri- più imprevedibili e più difficili nari raccomanda cibi industriali da addestrare. per animali come miglior alimento per i nostri animali; so- Il problema dell’alimentazione stengono che la carne cruda dei nostri animali è complesso porta rischi a causa dei batteri e e non di facile soluzione, spedella carenza di calcio, soprat- cialmente se si pensa ai tanti tutto le ossa sono un pericolo canili. Compito ingrato ed etiper la rottura dei denti. Ma io camente impossibile sarebbe ritengo che gli alimenti nutritivi per gli animalisti dover sommiadatti agli animali carnivori de- nistrare della carne ai loro vono essere crudi e facilmente compagni animali. La cosa midigeribili, dovrebbero essere gliore a mio avviso sarebbe grezzi, compatti e adatti ad es- quella di reperire (purtroppo) sere masticati a lungo. In so- resti di carne consumati da stanza dovrebbero poter man- qualche conoscente ancora ongiare come natura ha previsto nivoro, oppure chiedere gli aper loro, cioè: pollame, conigli, vanzi di carne ai supermercati pesce ed in forma intera o al o ai ristoranti. In questo caso limite polpose ossa crude. In sarebbe una sorta di estenuante ogni caso è opportuno prende- ricerca di cibo. E quando un re l’iniziativa di dare sempre al giorno tutta l’umanità sarà venostri animali del materiale da getariana si potrebbero utilizzamasticare a lungo, oltre alle ne- re gli animali morti di morte cessarie sostanze nutritive. naturale. Ma questo appartiene ad un futuro ingrato quanto I nostri animali vengono gior- lontano. nalmente avvelenati dai cibi spazzatura senza che i politici, Certo il pasto secco ormai aligli avvocati, gli stessi veterinari mento base di cani, gatti o di o i media prendano posizione qualunque altro animale carniin merito ad un così grosso voro domestico, risolve non problema, troppo pavidi per avanzare critiche ad un sistema di cose che potrebbe essere poco conveniente. dustriale non raggiungono i 12 anni di vita a causa della morte per insufficienza renale o cancro. Mentre la società Mars ha riferito che l’80% degli animali soffre di malattie gengivali.

A livello mondiale le cifre del fatturato di prodotti per animali domestici è inferiore solo a quello dei prodotti petroliferi. Le conseguenze economiche si

pochi problemi, allo stesso modo del cibo industriale per gli umani che vivono nelle grandi metropoli per la difficoltà oggettiva di attingere direttamente agli alimenti naturali; ma se un cibo in scatola composto da alimenti cotti, trattati, con aggiunta di coloranti, conservanti, lieviti, aromatizzanti, è nocivo per gli esseri umani tanto più lo è per i nostri animali. L’alimento cotto è sempre inappropriato sia per noi esseri umani che per i nostri animali i quali prima o poi sviluppano patologie di vario genere, dal momento che ogni specie è strutturata per alimentarsi con cibi adatti alla sua natura. Insomma, dobbiamo porre più attenzione all’alimentazione dei nostri animali domestici perché se si ammalano dipende in gran parte da cosa diamo loro da mangiare, diversamente non si spiega perché gli stessi animali allo stato naturale non sviluppano mai le suddette patologie. Non che (a mio avviso) si debba rinunciare del tutto ai prodotti secchi tipo croccantini (questo renderebbe impossibile la vita a molti di noi) perché scarsi o privi dei nutrienti necessari, ma considero un grave errore considerarli ottimali per la loro dieta.

Roberto Mannu Allevatore Cinofilo Ric. E.N.C.I. -F.C.I. Iscritto Registro degli Addestratori E.N.C.I. Sez. 1 Cani da Utilità 37


di Giovanni Padrone - Nel 2013 d.C. ci si aspetterebbe che l’evoluzione umana avesse portato progresso parimenti in ogni dove, mentre spesso si assiste, ad esempio, al progresso tecnologico ed al regresso di altre materie. In questo caso parliamo della cinofilia nostrana in cui si fanno battaglie senza senso pro o contro quel tipo di collare o pettorina, pro o contro quella fede (tradizionalista o gentilista) e non si pensa al concreto, ai veri problemi che possono affliggere una relazione... la relazione fra cane e proprietario. Di fronte a questa sottocultura in cui Guelfi e Ghibellini continuano a combattersi senza alcun motivo (ed io sinceramente non capendo le ragioni, al di là del marketing, me ne sto molto volentieri fuori da queste inutili dispute), sfuggono le problematiche che affliggono la coppia cane/umano che per lavorare in simbiosi dovrebbe avere un certo equilibrio psichico/ sociale. Cosa che, naturalmente, non avviene quando c’è qualche piccolo o grande problema di comunicazione. Uno di questi è il fatto che spesso cani conviventi entrino in competizione fra loro. Ancora più spesso si tratta di due femmine e magari una delle due è stata anche sterilizzata. Ma, l’uomo o la donna comuCINOFILI STANCHI

ni, di fronte all’inesperienza si trovano spesso a dover affrontare argomenti che nulla hanno a che vedere con l’etologia del cane e che spesso danno un contentino, una spiegazione del problema approssimativa dovuta spesso a dicerie e leggende cinofile, diffuse anche da persone che dovrebbero avere la competenza professionale di riconoscere i propri limiti. Io stesso continuo a dire di avere molto da imparare e che sbagliare è umano per cui se sbaglio lo dico senza alcun problema. Non ho mai creduto nelle Deità o nei semi Dei infallibili, soprattutto quando dietro le loro chiacchiere c’è un lauto compenso ed una conoscenza etologica di un settantennio fa o quando la conoscenza etologica è inesistente. Come ogni cosa anche la Scienza evolve: un tempo si pensava che l’Universo fosse nato grazie ad una esplosione (Big Bang), ora si parla di Inflazione, si pensava che lo stesso Universo ad un certo momento della propria storia si sarebbe fermato per poi implodere, ora si sono scoperte la materia e l’energia oscura e si è capito che il nostro Universo probabilmente esaurirà in espansione la sua energia fra 100 miliardi di anni. Prendendo esempio da questo, anche in cinofilia spererei di vedere questo genere

di cambiamenti, ma la stessa sembra essere invasa (invasa e non pervasa) da varie correnti filosofiche che vanno dal cane dominante e prepotente che deve essere dominato per evitare che scali la scala gerarchica ed abbia velleità di conquista del mondo umano ad altre in cui il cane ha una visione più che altro disneyana, alla Lilly e il vagabondo in cui la romanticheria umana ha preso il posto della vera natura del cane. Nel mezzo, c’è qualcuno che cerca, invece, di capire le ragioni dei comportamenti del cane. E’ un po’ nel mio piccolo quello che cerco di fare anch’io insieme agli amici che contribuiscono ogni volta alla stesura di questo magazine. La questione di fondo in questo mio scritto trae spunto da una richiesta di aiuto su un noto Social Network, Facebook, al quale partecipo da diversi anni. Una iscritta ad un gruppo di amanti dei Rottweiler parla delle sue due cagne, madre e figlia, che spesso si azzuffano quando è il momento delle coccole e presuppone dai comportamenti della madre che la stessa sia ‘il capobranco’ e che perciò tenda a dominare la figlia. In un post successivo aggiunge che la madre è stata sterilizzata. Io le rispondo che le due femmine sono in competizione e che non c’è alcun capobran38


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co. Mi vengono chiesti chiarimenti riguardo a questa mia affermazione. E allora partiamo da quello che io (ed altri) ritengo una visione distorta del mondo sociale dei cani, dopo di che spiegherò il mio punto di vista (o per lo meno ci si potrà arrivare una volta che avrò sciolto il bandolo della matassa). L’AGGRESSIVITÀ - Dire che l'aggressione è molto diffusa fra gli animali è un eufemismo estremo. Nella maggior parte dei giorni della loro vita, gli animali si difendono dalla minaccia percepita, competono per le risorse, cercano di ottenere un pasto e cercano di evitare di diventare un pasto. Gli animali senza capacità di normali livelli di aggressività sono sommariamente eliminati dal pool genetico. Come la paura, l'aggressività è "buona" in natura, in quanto migliora la sopravvivenza e la possibilità di riproduzione. Il problema con i cani da

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compagnia nella nostra vita inizia con la presunzione che la selezione umana abbia cancellato con successo tutte le forme di aggressività, salvo eccezioni patologiche. Mentre i cani con problemi neurologici, squilibri endocrini e altre anomalie organiche in buona fede possono comportarsi in modo aggressivo, di conseguenza, la stragrande maggioranza dell'aggressività nei cani domestici sarebbe altamente adattabile in un contesto naturale. Il fatto che l'aggressione non è stata eliminata nel cane domestico potrebbe essere il risultato di pratiche selettive, la difficoltà insita nella rimozione di una così vitale capacità, o di entrambi. Pratiche di allevamento sub-ottimali, la formazione e la zootecnia possono quindi aver cospirato per peggiorare le cose.

lupi in cattività e un decennio dopo ne pubblicò i risultati. Da premettere che quei lupi non appartenevano allo stesso branco ma erano totalmente estranei; perciò, in quelle condizioni tendevano a lottare e Schenkel presuppose che questo avvenisse al fine di stabilire una gerarchia di tipo lineare in cui un maschio dominava sugli altri. Trattandosi di lupi in cattività, estranei fra loro, oggigiorno verrebbe subito da pensare il motivo di tali ‘adattamenti ambientali’. Di contro, essendo a quell’epoca l’etologia agli albori molti scienziati (incluso K. Lorenz) presero per comportamento normale ciò che avveniva fra i lupi in cattività. Grande errore mai fu fatto. Successivi studi dei lupi allo stato selvatico (a partire da D.

CANE DOMINANTE L’idea della dominanza nacque agli albori dell’etologia, circa a metà degli anni ’20 del secolo scorso, quando si osservarono delle GALLINE (e non cani) nel comportamento di alimentazione. Successivamente, intorno agli anni ’40, lo zoologo R. Schenkel iniziò una osservazione di alcuni

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Mech e L. Boitani) dimostrarono, invece, che la società dei lupi è tutt’altra cosa. Innanzitutto, un branco di lupi è una unità sociale di tipo familiare in cui i due riproduttori sono i genitori di tutti gli altri membri (a parte qualche cugino e/o zio che può inserirsi nel contesto, molto più raramente qualche lupo estraneo). I lupi mitigano le dispute attraverso una lunga serie di rituali sociali, se vi è aggressività questa avviene nei confronti di lupi estranei alla famiglia o di branchi concorrenti che osano entrare nel territorio di competenza. Un secondo errore fu quello di assimilare i comportamenti sociali dei cani a quelli dei lupi... ma parliamo sempre dei lupi sbagliati, quelli in cattività di Schenkel. Da qui nacque l’idea di cane dominante, cane capobranco, quasi quasi cane col moschetto pronto a dominare il proprietario, una visione distorta che mi ricorda molto certi discorsi che si facevano fra la prima e la seconda guerra mondiale in amCINOFILI STANCHI

bito militare e per propaganda. In realtà, discendendo da una subspecie di lupo estinta (Canis lupus variabilis), il cane ha un background comune agli altri canidi sociali (e non solo ai lupi) e, come tale, non ha acquisito comportamenti dominanti né da capobranco (comportamenti tipici di altre specie animali come leoni e iene... anche se non sempre). Altri mutamenti, però, hanno cambiato diverse cose: nel cervello non è più presente la parte frontale che si occupava di far sopravvivere gli antenati del cane in ambiente selvatico, la selezione umana ha reso molte razze inabili nella caccia delle prede (eccettuati levrieri, nordici e pochi altri nessun cane è in grado di predare nel vero senso del termine); solitamente un cane ben inserito in ambito antropico preferisce la compagnia di un umano a quella di un proprio simile (con le dovute distinzioni: in realtà in qualche razza è ancora viva la vita di gruppo fra cani, come nel Fila brasileiro).

E dunque, un cane non sarà mai dominante a meno che non si trovi in una condizione patologica: cane dissocializzato, cane asociale, cane antisociale. Spesso un cane è aggressivo per paura, altre volte perché è ansioso, altre volte ancora perché non vi è un buon rapporto col proprietario (a causa del proprietario). Quando due cani vanno in competizione sulle attenzioni e sull’affettività del proprietario è evidente che qualcosa non va nel rapporto. CANE CAPOBRANCO – Premesso che il branco in etologia ha una sua struttura ben determinata, il nucleo familiare (società chiusa ad altre specie animali), premesso che in realtà i ‘capobranco’ fra i canidi selvatici sociali sono i genitori degli altri, come si è visto poco più sopra, la domanda sorge spontanea: se fra i cani si è visto che solitamente preferiscono il proprietario ad altri cani (grazie al doppio imprinting), come è possibile parlare di capobranco (indipendentemente che si tratti di un despota o di un leader) se fra i cani manca la struttura sociale di base, cioè il nucleo familiare (che, ribadisco, poco più sopra ho scritto trattarsi di struttura sociale chiusa ad altre specie)? Inoltre, i cani da strada, siano essi randagi o pariah tendono a vivere come singoli, a volte in coppia e molto più rara40


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mente in tre o più elementi. I gruppi numerosi sono molto rari e nella maggioranza dei casi si tratta di cani non direttamente imparentati fra loro. Solo i cani selvatici o ferali tendono a tornare ad un tipo di società simile a quella dei propri antenati. Inoltre, considerando la storia evolutiva di cane ed uomo, partendo dai loro antenati 500.000 anni fa, come è possibile che questi vivessero nella Preistoria con un certo equilibrio simbiotico ed ora i cani all’improvviso sembrano voler prendere le redini del gioco? Semplicemente perché anche questa storia è sempre frutto dell’errata interpretazione data allo studio di Schenkel sui lupi in cattività. LUPI non CANI. In realtà, la socialità dei cani appartiene a quei sistemi sociali definiti autopoietici, cioè con meccanismi che tendono a produrre un certo equilibrio relazionale, allontanando ciò che può perturbare il sistema (come un cane aggressivo, ad esempio) e favorendo ogni iniziativa atta a rinforzare l’equilibrio (ad esempio i rituali sociali che servono a sedare le dispute). LA COMPETITIVITÀ – Allora, per quale ragione due cani/cagne arrivano ad azzuffarsi per il proprietario o altre risorse presenti in casa? Di sicuro i cani non vivono per

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la competizione, il loro sistema sociale come si è visto tende a mantenere un certo equilibrio e a sedare le risse attraverso tutta una serie di iniziative e rituali che servono a ridurre le tensioni. Una ragione per cui due cani arrivano allo scontro e quindi alla competitività su qualcosa può trarre origine da diverse situazioni trascurate durante la crescita dei cani ed anche un profilo ormonale alterato magari da una sterilizzazione (femmine particolarmente recettive possono diventare aggressive grazie alla conversione di antrostenedione in testosterone). Un altro motivo che spesso viene trascurato è il fatto che non tutte le razze canine e nemmeno tutti i cani hanno le competenze per comunicare e relazionarsi in maniera congrua: c’è una forte probabilità che cani di razze diverse arrivino al contrasto per questa ragione e all’interno di una razza anche cani con storie sociali totalmente differenti (Prendo un altro cane per aiutare il mio vecchio cane spesso ha come risultato che i problemi vengono moltiplicati per due). Tuttavia, di solito il tutto scoppia dopo una serie di vicende succedute durante la vita dei cani di cui non ci si è accorti o non si è data l’importanza che meritavano. I comportamenti acquisiti e rinforzati possono portare a

questo. Anche una cattiva o mal riuscita socializzazione può produrre lo stesso risultato. Personalmente ho notato questo problema più fra femmine che maschi conviventi, soprattutto se una delle femmine è sterilizzata: la mancanza totale di ormoni estrogeni (che hanno effetto calmante stimolando la serotonina ed altri ormoni preposti alla calma) fa perdere totalmente il controllo, le cagne arrivano a farsi male sul serio, non vi è controllo del morso ed arrivano a ferirsi anche in maniera molto grave. Le soluzioni: separare i ‘contendenti’, ma questo non risolve il problema; nel caso di femmine operate si può provare una terapia ormonale e feromonale a supporto di una terapia comportamentale, per i maschi feromoni e terapia comportamentale. La terapia comportamentale dovrebbe fondamentalmente consistere nell’aiuto di un cane regolatore/insegnante o che dir si voglia, un cane con alte competenze sociali in grado di reindirizzare le velleità belliche verso migliori ambiti, meglio ancora se ci si avvale della cooperazione di più cani con queste abilità.

Giovanni Padrone Educatore cinofilo Ravenna 41


CERBERO - Divina Commedia - Dante Alighieri Inferno - Canto sesto Al tornar de la mente, che si chiuse dinanzi a la pietà d'i due cognati, che di trestizia tutto mi confuse, novi tormenti e novi tormentati mi veggio intorno, come ch'io mi mova e ch'io mi volga, e come che io guati. Io sono al terzo cerchio, de la piova etterna, maladetta, fredda e greve; regola e qualità mai non l'è nova. Grandine grossa, acqua tinta e neve per l'aere tenebroso si riversa; pute la terra che questo riceve. Cerbero, fiera crudele e diversa, con tre gole caninamente latra sovra la gente che quivi è sommersa. Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, e 'l ventre largo, e unghiate le mani; graffia li spirti ed iscoia ed isquatra.

Cerbero in una rappresentazione di Gustave Doré (19.mo secolo)

Urlar li fa la pioggia come cani; de l'un de' lati fanno a l'altro schermo; volgonsi spesso i miseri profani. Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo, le bocche aperse e mostrocci le sanne; non avea membro che tenesse fermo. E 'l duca mio distese le sue spanne, prese la terra, e con piene le pugna la gittò dentro a le bramose canne. Qual è quel cane ch'abbaiando agogna, e si racqueta poi che 'l pasto morde, ché solo a divorarlo intende e pugna, cotai si fecer quelle facce lorde de lo demonio Cerbero, che 'ntrona l'anime sì, ch'esser vorrebber sorde... Cerbero in una rappresentazione di Guglielmo Giraldi (15.mo secolo) 42


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CINOFILI STANCHI Un periodico cinofilo edito dai CINOFILI STANCHI I nostri collaboratori (educatori, addestratori, allevatori e cinofili professionisti) sono presenti a Ovada (AL), Sermide (MN), Castellazzo novarese (NO),Parma, Ravenna, Ancona, Velletri e San Marco in Lamis (FG). Piemonte: OVADA -AL- cell. 347-5760185 Castellazzo Nov.se -NO- cell. 339-7397499 Lombardia cell. 348-8029763 Emilia Romagna PARMA 346-6964342

Cinofili Stanchi nasce dall’idea di quattro cinofili di professione (Marcello Messina, Roberto Mannu, Gianluca Gherghi e Giovanni Padrone) che hanno unito le proprie menti ed esperienze per creare un punto di riferimento per chi vive col proprio cane e necessita di corrette informazioni per migliorare il proprio regime di vita. ‘Cinofili stanchi’, perché stanchi della totale disinformazione che regna nella cinofilia nostrana, stanchi di chi fa marketing sulla ignoranza delle persone, stanchi delle leggende metropolitane che sembrano governare le menti di chi dovrebbe diffondere una corretta cultura cinofila e non lo fa. Chiunque desideri contribuire col proprio sapere sarà ben accetto dopo aver aderito al nostro codice etico che pone avanti a tutto il benessere psicofisico del cane.

RAVENNA cell. 338-1841201 Marche: cell. 338-3787447

I FONDATORI

Lazio: cell. 338-6523430 Puglia: cell. 328-5972631 Email: cinofilistanch@yahoo.it

Noi siamo i nostri cani...

SIAMO SU FACEBOOK https://www.facebook.com/groups/cinofilistanchi/

Cerca di essere una brava persona come il tuo cane pensa tu sia. Per questa e tante altre ragioni non maltrattare, né abbandonare il tuo migliore amico. Chi maltratta o abbandona un cane non è una brava persona. 44


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