Cinofili stanchi sett ott 2013

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PUBBLICAZIONE GRATUITA -

ANNO 2, NUMERO 4 - SETT./OTTOBRE 2013

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Iniziamo, innanzitutto, con una ERRATA CORRIGE. Nello scorso numero nel sommario ed in copertina avete trovato L’OLFATTO DEL CANE a pag. 22, per poi vedere a pag. 21 un articolo sulla alimentazione del cane. Ce ne scusiamo, ma siamo umani, qualche errore ci sta, sperando di non perseverare e diventare, perciò, diabolici. In secondo luogo, vogliamo ringraziare tutti quelli che ci hanno letti, fra Issuu.com e Calameo.com circa 2000. Siete sempre in tanti a seguirci. Abbiamo diversi progetti in porto, fra i quali rendere il nostro magazine online un sito da cui attingere informazioni di ogni genere riguardanti i cani, sempre nel rispetto dell’attendibilità delle fonti. Ma di questo magari ne parleremo in modo più dettagliato nel prossimo numero. Crescono ancora le pagine ed aumentano anche gli articolisti: abbiamo ‘arruolato’ fra i nostri collaboratori nella stesura di questo magazine l’educatore Angelo Romanò che ci parlerà del Biosensor e la veterinaria omeopata Cristina Pederzani che tratterà dell’uso dell’Omeopatia nelle patologie comportamentali e ci parlerà in un secondo articolo di una sua grande amica. Inoltre, da parte del nostro Johnny Bassetto, una intervista a Giovanni Giacobbe Giacobbe, noto cinofilo professionista di vecchia data., autore del libro L’IO E IL CANE. Da questo numero, inoltre, abbiamo inserito nel Sommario il collegamento ipertestuale alle pagine di riferimento così potrete accedervi senza dover sfogliare tutto il magazine. Come al solito auguriamo a tutti una buona lettura.

IN COPERTINA

Cani pariah dell’Africa sud orientale

La Redazione 2


SOMMARIO Editoriale Cani al cinema: Il cane del tenente Colombo Can che abbaia... L’omeopatia nel trattamento delle patologie comportamentali Stimolazione Neurologica precoce - Bio Sensor Malva Predazione e dintorni Lo stress nel cane Perché pagare ‘così tanto’ un cucciolo? Giovanni Giacobbe Giacobbe, l’Io e il Cane Storia dell’Unità cinofila da soccorso in Italia Siamo così diversi dai nostri cani? Alimentazione, un po’ di chiarezza - Le vitamine e la loro funzione C’è posta per Fido Dizionario dei termini tecnico-scientifici Un uomo, la sua famiglia, i suoi cani I Cani nella Poesia Origine del comportamento sociale -Seconda parte Umorismo canino

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di Giovanni Padrone - Pe-

ter Falk è stato il protagonista di diverse serie cult sulla polizia investigativa iniziate nel 1968 (Colombo) e portate avanti saltuariamente fino all’ultima serie del 2003 (Il ritorno di Colombo). Il tenente Colombo è un investigatore particolare, molto trasandato ma con una capacità deduttiva ineguagliabile. Egli possiede anche un cane che, come per il gatto di Colazione da

Tiffany, non ha un nome dal momento che il tenente non è riuscito a trovargliene uno che lo soddisfasse particolarmente, tant’è che lo chiama ‘Cane’. Del resto di Colombo non si sanno molte cose: ad esempio, non si conosce il suo nome di battesimo e non si vede mai nemmeno la moglie che, a sua detta, è la più abile collaboratrice di Colombo. Il cane, invece, si vede in qualche episodio sia nelle serie degli anni ‘70, sia nel ‘Ritorno di Colombo’, serie girata una ventina di anni più tardi: è un basse-

thound che pare non molto sveglio per la verità, che si accuccia indipendentemente da quello che gli viene detto. A sentire il tenente Colombo, però, Cane ha un fiuto straordinario giacché lo aiuta a risolvere diversi casi. Peter Falk ci ha lasciati il 23 giugno 2011 dopo un lungo periodo in cui ha sofferto di Alzheimer. Questo breve testo vuole essere un piccolo e personale tributo di chi scrive ad un attore personalmente ammirato per la caratterizzazione pronta e sagace che ha distinto il piccolo ed apparentemente innocuo personaggio da lui interpretato.

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di Giovanni Padrone - Prendendo spunto da un noto detto popolare, ho voluto fare alcune considerazioni sui nostri amici a 4 zampe. Innanzitutto, è vero che ‘can che abbaia non morde’? In parte sì. Ovvero, quando il cane emette tutta una serie di segnali sonori, fra cui l’abbaio, per cui vi avvisa che se non si rispetta la sua zona intima (e spesso anche la sociale) egli partirà con un attacco vero e proprio, l’abbaio non sarà seguito dal morso se voi vi allontanate ed in questo modo abbassate la tensione, nel pieno rispetto degli spazi sociali (prossemica) del cane che vi è di fronte. E’ però vero che ci sono cani che abbaiano, partono da una lunga distanza ed attaccano senza apparente motivo. In questo caso parliamo, però, di cani, con qualche forte problemino relazionale. Cercherò di spiegare come e perché può avvenire una aggressione in condizioni di normalità, escludendo, cioè, le situazioni anomale e/o patologiche. Partiamo dalle ‘vittime sacrificali’. Parliamo di alcune categorie professionali a rischio di morso. Solitamente sono persone che indossano ‘strani’ indumenti, come divise, cappelli, caschi, occhiali da sole, che portano folte barbe, che hanno un diverso colore ed un diverso odore della pelle. In quest’ultimo caso, il cane può aggredire non perché abbia qualche velleità razzista nei confronti dei ‘colored’, ma perché il cane è un abitudinario: vivendo in una comunità come la nostra in cui la maggior parte della gente appartiene alla tribù dei ‘visi pallidi’, gli resta alquanto incomprensibile vedere una persona con un colore diverso. Questo problema può essere risolto facilmente dando al cane fin da cucciolo la possibilità di conoscere il maggior numero possibile di persone, includendo anche coloro i quali sono di origine africana e/o asiatica. Se vivete in una città multietnica siete davvero fortunati, perché il vostro piccolo Fido quando diventerà un grande e prestante cane adulto non avrà nulla per cui entrare in tensione ed aggredire malauguratamente un’innocente persona che non aveva alcuna malevole intenzione. Fra queste persone da conoscere, naturalmente includiamo tutti coloro i quali vestono ‘stranamente’ che prima o poi avranno un contatto fisico con noi: postini, vigili urbani, agenti delle forze dell’Ordine, portapizza e... veterinari. Già, perché il veterinario, essendo il medico del cane, spesso e volentieri si trova a dover affrontare un cane mordace, solitamente molto ansioso di vederlo (nel vero senso della parola). Le ragioni sono tante. L’emissione da parte di altri cani di feromoni di allarme che indicano l’ambulatorio veterinario come luogo pericoloso (e nonostante i veterinari, sapendo questo, si sforzino di pulire e disinfettare a più non posso, qual-

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che traccia rimane sempre), esperienze traumatiche avute nel passato con quel medico o altri medici, una aggressione subita in ambulatorio da parte di un altro cane o animale domestico (come ad esempio un gatto). Ma l’unica ragione può essere anche solo la traccia feromonale rilasciata da altri cani che mette in moto uno stato di agitazione e difesa da un pericolo che non si conosce. In questo caso, però, il cane può ringhiare ma può anche partire con un attacco senza alcun preavviso: questo dipende dallo stato di ansia in cui si trova e soprattutto se non intravvede alternative, come la fuga. Le altre categorie di persone a rischio, come già scritto più sopra, sono le persone in divisa o che indossano strani copricapo, come caschi per moto o berretti con visiera (e magari anche un paio di occhiali da sole oscurati). In questo caso il cane può non identificare la persona come umano perché viene a mancare una parte fondamentale: la faccia. Senza faccia il cane non può identificare le intenzioni della persona e, per questa ragione, può partire attaccando come forma preventiva. Anche in questo caso può esservi una serie di abbai e ringhi e se la persona non si allontana il cane attacca. Un’altra ragione per cui il cane può attaccare con o senza preavviso (dipende sempre dallo stato in cui si trova) è l’invasione del proprio spazio personale, la cuccia ad esempio. Mettiamo il caso che il cane in quel momento stia dormendo ed un intruso (il proprietario) all’improvviso entri e disturbi il suo sonno e il cane si svegli di soprassalto. In questo caso può avvenire malauguratamente che il cane reagisca attaccando il proprietario senza nessun preavviso. Del resto è accaduto pure a me di incavolarmi con mia moglie (dicendole anche ‘Chi sei?’ ‘Vattene via!’) perché in uno stato pre-sonnambolico. E quindi, non ci meravigliamo se anche il cane può avere una reazione così istintiva. Come dice quel detto: non svegliare il can che dorme...

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Infine, parliamo un attimo di quella che viene definita dai più una manifestazione della ‘predatorietà’ del cane e che in realtà non lo è (si veda il seguente articolo a pagina 10). Come ribadito più volte, la predatorietà di un cane viene espressa quando un cane insegue una preda, la cattura, la uccide e se la mangia. Considerando che in tutta la globalità del mondo canino, le razze che possono ancora esprimere al completo la sequenza predatoria sono davvero molto poche a causa della selezione umana (che ne ha alterato spesso le funzionalità per deviarle verso altri ambiti), è facile comprendere quanto sia inesatta l’affermazione di cui sopra. Tutte le altre manifestazioni di inseguimento hanno altri scopi, ad esempio allontanare un competitore (un altro cane o un gatto) o qualcosa che disturba la quiete del cane (un ciclista, un’auto, una moto). Ho avuto a che fare con un dobermann che inseguiva al di là della staccionata le biciclette perché ne aveva paura. E’ bastato lavorare un po’ sulla calma del cane per insegnargli che poteva stare tranquillo. Le biciclette non erano più un pericolo per lui. E del resto, considerare una bici come qualcosa di commestibile, alla fine può risultare molto indigesto e dannoso. Anche con l’Alka Selzer. E dunque, per concludere, è vero che can che abbaia non morde? La risposta è: non sempre. Giovanni Padrone Educatore cinofilo A.C.C.S.C. RAVENNA Sito: http://www.sussurra-al-tuo-cane.com/ Gruppo Facebook: https://www.facebook.com/groups/eilcanedecise/

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di Cristina Pederzani - Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un progressivo incremento dell'interesse comune per il benessere animale e ad una maggior attenzione per la salute psico-fisica dei nostri compagni di vita con la coda. Anche le figure professionali addette al loro benessere e specializzate in problemi comportamentali sono considerevolmente aumentate e le persone molto più disposte a scegliere di farsi aiutare da qualcuno competente in materia. Ora, in questa giungla di persone che si prodigano per la salute psichica del cane e del gatto sono di gran moda i comportamentalisti. Io ho fatto una scelta differente e lavoro sui problemi comportamentali con le medicine alternative, l'omeopatia, la fitoterapia, i fiori di Bach.

e l’uso non è a lungo termine come molti ancora pensano: se la scelta del rimedio è corretta non ci vuole molto tempo a ristabilire un equilibrio emozionale e mentale. A molte persone fa paura l'idea di approcciarsi con uno psicofarmaco, mentre l'utilizzo di un rimedio naturale che spesso da risultati migliori rispetto ai soliti “prozac” prescritti viene accolta decisamente più serenamente. Ma andiamo con ordine.

L'omeopatia nasce in Germania nell'800 da un certo dott.Hannemann , che utilizzando rimedi vegetali, minerali ed animali si accorse che con dosaggi fortemente diluiti poteva guarire svariate patologie. Ora, la cosa interessante è che in omeopatia non vengono solo presi in considerazione i sintomi per i quali i clienti bussano alla nostra porta, ma tutto l'animale, in tutte le sue sfaccettature. Se, per esempio, il cane ha un problema di aggressività non si considererà solo la sua aggressività ma tutto ciò che quel cane è: quale è il suo carattere, che tipo di emozioni prova, quali sono le sue paure, che cosa lo fa arrabbiare o lo rende felice, se è un freddoloso o un caloroso, se ha gusti alimentari particolari, se ha patologie fisiche ecc. Solo dopo un attento esame della I risultati sono meravigliosi, totalità dei sintomi di quel CINOFILI STANCHI

soggetto si giunge a prescrivere un rimedio. Ecco perché in medicina comportamentale la scelta alla fine si limita ai soliti due o tre farmaci, mentre chi si occupa di omeopatia deve fare i conti con più di 3000 rimedi e prescrivere quello giusto. Perché ogni dettaglio è importante, ogni singolo soggetto, come per noi umani, è diverso dagli altri e va valutato nella sua meravigliosa unicità. Ma come funziona un rimedio omeopatico? Tutto si basa sulla teoria dei simili. “Il simile cura il simile”, un medicamento capace di produrre alcuni effetti in un soggetto sano è in grado di curare effetti simili in un soggetto malato. Se per assurdo io prendessi una dose di un rimedio qualsiasi avrei sicuramente l'esordio di alcuni sintomi, che sono quegli stessi sintomi che vengono curati con quello stesso rimedio in chi presenta naturalmente i sintomi. Ora, l'argomento è piuttosto difficile da comprendere ma sappiate che il modo in cui agisce un rimedio non è recettoriale né biochimico...è energetico, siamo nell'ambito della fisica quantistica: attraverso i quanti di energia l'organismo ritrova pian piano la sua energia e ogni tassello torna al suo posto. La diluizione dei rimedi omeopatica è effettuata in ac10


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qua o alcool e per i problemi comportamentali di solito si utilizzano diluizioni piuttosto alte, cioè con minor quantitativo di principio attivo. Paradossalmente minore è il contenuto della “sostanza” più questa è in grado di penetrare in profondità nell'organismo e agire a livello mentale ed emozionale. Contemporaneamente alla terapia omeopatica è necessaria una terapia riabilitativa con un istruttore cinofilo che assieme all'omeopata possa seguire il cane nei vari step della guarigione. Ci sono tantissimi casi che potrei citare, me ne viene in mente uno abbastanza recente riguardante un bassotto. BILLO, bassotto, 1 anno e mezzo, maschio intero. Non ti lascia entrare in casa, abbaia incessantemente, attacca ai garretti e poi retrocede (peggio con gli uomini), non accetta bocconcini, vocalizza per tutto il tempo della consulenza, ogni piccolo movimento scatena nuovi attacchi, all'esterno si lancia su biciclette, cani, persone, tira al guinzaglio.

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I sintomi omeopatici che ho rilevato sono i seguenti: Territoriale, Geloso e continua ricerca di attenzione, Non tollera pettorine o cappottini, Diffidente, Ama rintanarsi. Il suo nucleo mentale, cioè il tema mentale principale presente è “Tutto è una minaccia”. Ora, se consideriamo che abbiamo di fronte un bassotto e non un Golden retriever alcuni che io definisco sintomi sono in realtà tratti caratteriali di razza, ma dobbiamo anche fare i conti con la gravità di questi sintomi, tenendo conto che la vita dei proprietari e del cane stesso sono fortemente limitati vista la enfatizzazione in senso negativo di alcuni di questi sintomi. Prescrivo Lachesis, un rimedio ricavato da un veleno di serpente. Questo rimedio cura tutti questi sintomi, e li farebbe insorgere in un soggetto sano, come detto prima, per la legge dei simili. I serpenti non ricevono cure parentali e il soggetto che ha bisogno di questo rimedio lotta per farsi amare con ogni mezzo. Il suo mezzo è l'esagerazione. La voce assume una valenza imperativa (loquacità), presenta attacchi fuori controllo ed è intollerante alle costrizioni (pettorine, collari ecc). La posologia è di 5 gocce al giorno di un dosaggio piuttosto diluito, la sua durata varia in base alla risposta del soggetto. Dopo 20 giorni di tera-

pia Billo è più sereno lascia entrare in casa le persone senza aggredirle ed i tempi dell'abbaio sono notevolmente ridotti, ora è possibile portarlo in passeggiata anche se persiste l'avversione alle biciclette che sopraggiungono da dietro.

Associando il rimedio omeopatico con una riabilitazione che gli fornisca competenze, maggior sicurezza in se stesso, autostima ed autoefficacia, nel giro di pochi mesi Billo torna ad essere un bassotto come qualsiasi altro.

CRISTINA PEDERZANI Medico veterinario omeopata Docente di medicine alternative ai corsi istruttori SIUA Educatore cinofilo SIUA Cell. 346-6964342 E-mail: cristinapederzani@yahoo.it

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Molti sono stati gli studi sul comportamento animale e molti sono stati gli esperimenti fatti su di essi, talora con metodi gentili e a volte utilizzando animali come cavie da laboratorio. Sicuramente i metodi utilizzati hanno portato a capire determinati comportamenti e sono stati, alla luce dei fatti e malgrado tutto, propedeutici al miglioramento degli stessi. Oggi il comportamento animale subisce continue modifiche sostanziali e sottopone i soggetti a stress sempre maggiori, ma le tecniche odierne ci permettono di intervenire con metodi idonei ed appropriati nel pieno rispetto dell’indivi-duo stesso, anche perché in una società antropocentrica gli eventi che interagiscono con il cane sono spesso correlati alla natura umana e non alla natura canina. Ma che cosa differenzia gli individui? Qual è quel "di più" che alcuni soggetti hanno? Molti pensano che la performance del cane abbia un’origine ereditaria. Alcuni studi effettuati su cavalli affermano che performance di velocità avevano origine ereditaria solo per il 35% ed il restante 65% era relativo a nutrizione, gestione e allenamento. Tali studi trattano in prevalenCINOFILI STANCHI

za l'aspetto fisico, di performance e velocità, ma non intellettivo, trascurando quello che di più importante c’è nell’individualità e nelle capacità intellettive.

no cuccioli trascurati portando effetti contrari a quello per cui sono predisposti. Ma di che cosa tratta il programma "bio sensor" o "Super dog"?

Le doti che taluni individui hanno sono spesso legate alle esperienze, e alla capacità degli stessi nel legarle assieme. Tanti sono stati i programmi di miglioramento su animali, tante sono state le selezioni, ma pochi sono gli allevamenti (amatoriali e non) che utilizzano tecniche e metodi di selezione consolidati. Molte differenze tra individui possono essere spiegate avendo utilizzato i metodi di stimolazione precoce, differenze che mettono in luce sostanziali risultati dati dall'osservazione stessa. Studi di Scott e Fuller affermano che a cuccioli poveri di stimoli quando si dava loro la possibilità di scegliere, preferivano rimanere nel canile. Altri fratelli della stessa cucciolata, con piccoli quantitativi di stimolazione esterna tra la quinta e l’ottava settimana di vita, erano più curiosi e attivi. Quando le porte dei canili si lasciavano aperte, questi ultimi uscivano per primi e gli altri rimanevano dietro, in atteggiamento timoroso e diffidente nei confronti di tutto ciò che non fosse familiare.

E' un programma nato negli Stati Uniti che come obiettivo aveva il miglioramento dei cani utilizzati per fini strategici e militari. Il programma evidenziò i periodi ottimali di vita del cucciolo, dove la stimolazione neurologica precoce forniva ottimi risultati.

Pochi stimoli quindi produco-

Il metodo consiste in cinque semplici esercizi:  Stimolazione

tattile

sui

polpastrelli  Cucciolo in posizione eretta  Cucciolo a testa in giù  Cucciolo in posizione supina  Stimolazione termica Nessuno di loro è presente normalmente durante la prima fase di vita del cane e questo lo sottopone a degli stimoli in più. L’esperienza ci mostra che alcune volte i cuccioli reagiscono a questi esercizi in maniera anormale, mentre altri li sopportano senza preoccupazioni. In entrambi i casi, se si vuole utilizzare questo metodo, bisogna assolutamente essere cauti e avere esperienza alle spalle, mai improvvisarsi 12


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Ovviamente questo è solo una piccola parte del complesso mondo dei nostri fedeli amici ma che può dare l’inizio a quel piccolo “di più” che gli permetterà di superare prove di vita in modo agevole e con meno stress, soprattutto in una fase iniziale dove il mondo da esplorare è più complesso di quello naturale. perché un eccesso di stimola-  Miglioramento della perzione può avere effetti con- formance cardio-vascolare trari.  Battiti del cuore più forti  Ghiandole surrenali più Dallo studio dei cuccioli che forti hanno partecipato al program-  Maggiore tolleranza allo ma originario “Biosensor”, stress sono emersi cinque principali  Maggior resistenza alle benefici: malattie.

Mi piace immaginare che le potenzialità acquisite tramite stimolazione possano essere di aiuto alla loro crescita, senza ovviamente negarne le curiosità e la bellezza del periodo. Angelo Romanò - http:// www.cuccioliprodigio.it

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Questo racconto ha vinto nel 2011 il premio letterario ‘I Cani nella storia ‘

di Cristina Pederzani - Non ero sicura di volerti nella mia vita quando mio fratello mi chiese di sceglierti da una cucciolata. Avevo nella testa l'idea di un Setter Inglese e lui mi stava proponendo un cucciolo di Golden Retriever. “Vediamo”- mi dissi. Cosi, guidai per un paio d'ore , fino ad arrivare ad una cascina sperduta tra le campagne cremonesi, interamente circondaL'inverno era sprofondato ta da campi. definitivamente alle mie Sentivo il bisogno di un cane spalle. perchè mi ero appena trasferita in una casa nuova, lascian- “E il momento giusto per un do ai miei genitori il nostro cucciolo”- pensai -”avremo caro Roy, un Setter vecchio e tutta l'estate davanti per divertirci insieme”. piuttosto malandato. Ero immersa in questo traStavano falciando il maggen- volgente tripudio di sensazioni visive e olfattive, mentre go. attendevo all'interno di un E Maggio stava esplodendo elegante giardino l'arrivo dei con tutto il suo fervore, con i cuccioli. suoi verdi brillanti in contrasto con un cielo limpido e di un Mi fu tutto più chiaro quando turchese talmente carico da dalla porta di un garage vidi ruzzolare fuori a velocità surisultare abbacinante. personica un gruppo di esseRespirai a fondo quell'aria di rini animati color giallo grano che si disperdevano in orinascita. gni direzione come proiettili impazziti. CINOFILI STANCHI

Erano così carichi di energia che rendevano ovattato e spento tutto il resto: gli insetti si paralizzarono nei loro ricoveri, gli uccellini si zittirono per un istante. Quando la cucciolata di Golden faceva il suo esordio in giardino, era come se il resto del mondo stesse in silenzio ad assistere. Fu così anche per me. Io, che esprimo sempre qualunque tipo di emozione mi passi per la testa, ero ammutolita. La loro neonata bellezza, ricoperta di un pelo lanoso biondo come il grano maturo; le zampette grassocce e ancora insicure; lo sguardo dolcissimo che sembrava leggerti nel cuore; la loro fervida voglia di scoprire, di conoscere, di provare. Naturalmente divenni quasi subito il bersaglio di questa folle corsa, anche perché rappresentavo “ ciò che di diverso c'era in giardino”. Mi piegai sulle ginocchia , e fu allora che anche quei cuccioli che avevano preso un'altra temporanea direzione si rivolsero correndo , o me14


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glio, rotolando, verso di me.

Tutti.

Volevo godere in modo “carnale” di quello spettacolo e realizzare ciò che la mia anima mi stava gridando dal fondo; mi gridava di toccarli, di abbracciarli, di baciarli : pura gioia.

Tranne uno.

Parlava il mio corpo, perché la voce era rimasta incastrata nella gola. Quando le emozioni sono troppo forti, le parole vengono a mancare. E quei piccoli diavoli saltavano e giocavano sulle mie gambe, mi leccavano la faccia e mi graffiavano con le loro nuovissime unghiette. Erano indistinguibili l'uno dall'altro. Mi sentivo in uno stato di estasi, una specie di nirvana in cui non occorre meditazione; è l'effetto che da sempre mi fanno i cani. “ Non esiste cosa più bella, li vorrei tutti, sarà una scelta veramente difficile”Non la fu. Perché quando mi rialzai, i piccoli diavoli vestiti di giallo tornarono a rotta di collo verso la madre che nel frattempo era uscita, travolgendola con tutta la forza del loro giovane spirito.

tri ?-

Ma “gli altri” non esistevano più. Il mio cuore in quel moQuel cucciolo rimase ai miei mento, era totalmente, indispiedi, continuando a scodin- solubilmente suo. zolare in modo compulsivo. Si alzava sulle zampette per Rimasi così, a stringerla forte tra le mie braccia. E' la senfarsi prendere in braccio. sazione di un nucleo duro Accolsi la sua richiesta.. Ci che sublima dentro, divenenguardammo per un lungo, do improvvisamente inconsiestatico istante. stente , e lasciando aperto un varco che inizia a trasudare “Come si chiama questo?- emozioni, che si susseguono Dissi rivolgendomi ad Anna, e rincorrono in modo sempre proprietaria dei genitori e più vorticoso, fino a creare un'unica , gigantesca piena. della cucciolata. “Non hanno ancora il nome, Una medicina per l'anima. e mi sembra sia una delle femmine. E' quella con il pe- “E' lei, non ho alcun dubbio”lo più rosso”“Un vero, piccolo diavolo”Ne controllai il sesso e si, era femmina, una splendida, morbidissima ragazzina di un biondo scuro, luminoso come i suoi occhi furbi e al contempo saggi.

“ Bene, come la vorresti chiamare?”Non risposi, perché mi accorsi che i nomi che avevo pensato fino a quel momento non le si addicevano.

La strinsi forte a me.

I suoi occhi brillarono ancora una volta nei miei. Mi sentii sciogliere l'anima : “Ancora non ho deciso”baciavo ed annusavo questo cagnolino nella brezza pri- Mi guardai attorno. maverile e qualcosa , dentro, aveva già spalancato una Lo sguardo cadde su un picporta dell'inconscio e mi ave- colo cespuglio di fiori lilla, va comunicato che ERA LEI. con delicate striature viola intenso , posto vicino alla recinzione del giardino. “ E' lei”- dissi. “Vuoi dare un' occhiata più Avevano fatto da poco la loapprofondita anche agli al- ro comparsa dopo quell'in15


viglioso fiore primaverile, negato. un'anima dolce e forte al temTi restituirò tutta la dolcezza di A quei tempi studiavo Omeo- po stesso. cui avrai bisogno quando la tua patia e Fitoterapia ed ero abbastanza preparata sulla natu- Mi hai donato incondizionata- vita, in vecchiaia , prenderà una ra di ciò che stavo guardando. mente sicurezza e calma in piega più difficile. tutti questi anni, amandomi “MALVA SYLVESTRIS.”- come nessun uomo avrebbe Tu mi hai insegnato ad affrontare tutto con semplicità, ma con potuto fare. intensità. “ Come, prego?”Quando non avevo nulla atSarò al tuo fianco quando sarai “ Quel fiore..... è Malva. So- torno a me, tu c'eri. tu a chiedere aiuto a me. no fiori delicati, un fragile regalo della primavera. Ma Tu c'eri e non mi hai mai lasotto questa fragilità, si na- sciata, tu mi hai asciugato le Malva, penso che quel nome sconde un cuore forte e con lacrime ancor prima che sgor- fosse tuo da sempre,da prima molte virtù. La Malva era gassero dagli occhi, sei rima- della tua stessa esistenza, quanchiamata “ il rimedio per tutti sta al mio fianco nella malat- do ancora eri una piccola stella i mali”, nel linguaggio dei tia, ammalandoti tu stessa pur nel cielo. fiori simboleggia l'amore ma- di non rinunciare a me. Perterno e la Calma. Il suo sapo- ché nessuno avrebbe potuto Qualcuno l'aveva deciso prima di noi. re è dolce, e il decotto viene allontanarti da me. utilizzato come lenitivo e co- Tu mi hai accolta con gioia me idratante. Per il corpo e anche quando ero arrabbiata, E ci ha dato un suggerimento per lo spirito. Un emolliente stanca, svogliata; mi hai rac- attraverso la natura. Credo che colta senza chiedere mai nulla a volte il flash di un istante sia per l'anima.”in grado di comunicare, d'istinin cambio. to, una grande verità : quel fioTi chiamai Malva. E ancora adesso, mentre mi re, in quel posto, in quel moPerché eri un fiore delicato. regalo questi momenti di mento, rappresentava lo specscrittura sonnecchi ai miei chio della tua anima. Un fiore fragile. piedi ; ogni tanto mi guardi, Dolce, bellissima MALVA. E tenerti stretta a me mi tra- ci guardiamo, ci diciamo che smetteva Calma, serenità. abbiamo bisogno l'una dell'alQuando comunicai al mio tra; che tu sei completa se io compagno il nome che avevo sono al tuo fianco. scelto per lei, ci trovammo E sai, percepisci che è lo stesCRISTINA PEDERZANI perfettamente d'accordo per- so per me. Medico veterinario omeopata ché lui, appassionato di vini Docente di medicine alternative ed esperto sommelier trovò Questa parte del cammino, ai corsi istruttori SIUA l'abbiamo vissuto in pienezza del buono in quel nome: Educatore cinofilo SIUA Malva, è il diminutivo di e gioia, e quando ci sono state Cell. 346-6964342 E-mail: cristinapederzani@yahoo.it Malvasia!!!delle interruzioni di infelicità le abbiamo superate, ancora Ora, a distanza di sette anni, una volta insieme. sono pienamente convinta che fu un segno del destino l'aver- Ti restituirò tutto l'amore che ti incontrata. Tu sei un mera- a volte senza pensare, ti ho verno rigido.

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di Giovanni Padrone - In etologia si definisce PREDAZIONE un tipo di interazione antagonistica in cui un organismo predatore usa come fonte di cibo un altro organismo preda. Il comportamento tipico di un mammifero predatore è INDIVIDUARE LA PREDA, INSEGUIRLA, CATTURARLA, UCCIDERLA, DISSEZIONARLA e MANGIARLA (nell’immediato o in un tempo successivo). Dunque, il presupposto è che un animale predatore catturi e uccida una preda per alimentarsi. Un altro presupposto è che il predatore sia conscio di cosa sia una preda. (e qui, considerando che c’è una certa corrente di pensiero che vorrebbe i cani alimentati tramite l’uso di proteine vegetali, possono sorgere alcuni dubbi). Ora, in presenza di questo quadro è possibile pensare che un cane uccida un gatto ‘perché considerato una preda’ o ‘insegua un’auto perché preso dall’istinto predatorio’? Perché da un lato si parla delle capacità di problem solving del cane e quindi della sua estrema intelligenza e dall’altro lato lo si fa passare come un animale scemo? Bene, anzi male. Analizziamo la situazione. 1 – Gatto. Il gatto è potenzialmente un predatore tale e quale al cane. Come il cane ha subito un processo di selezione attraverso il quale l’uomo ne ha alterato alcune caratteristiche comportamentali. Lavoro riuscito solo in parte, poiché il gatto era e resta un animale estremamente individualista ed opportunista, mentre il cane si è evoluto da animali altamente sociali e questo ne ha facilitato l’affiancamento al genere umano. Un cane non ucciderà mai un gatto per mangiarselo (a meno che non sia stato addestrato fin da cucciolo a farlo). Quando un cane uccide un gatto lo fa solo per questioni competitive e per mancanza di socializzazione nei confronti di una specie domestica che solitamente coabita col cane e ci si relaziona. Del resto, se spostiamo l’attenzione all’ambiente selvatico, spesso vediamo scontri fra leoni e iene o fra lupi e coyote in cui solitamente il predatore più grande insegue quello più piccolo e lo uccide senza nutrirsene proprio per appropriarsi del cibo in disputa. Quindi, scordatevi di parlare di PREDAZIONE, ISTINTO PREDATORIO e sinonimi quando un cane uccide un gatto o un altro potenziale competitore (un furetto o un altro cane).

Leoni cacciano un bufalo

2 – Auto, biciclette, moto. Quando un cane parte all’inseguimento di un mezzo meccanico si

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può parlare di predazione? Absolutely not. Probabilmente il tutto avviene perché il cane non si è ancora abituato a questi mezzi che, se del resto ci pensiamo, non hanno più di 300 anni per le biciclette e 120 anni per auto e moto. Ci sarebbe da chiedersi se nell’antichità i cani inseguissero carri e bighe, ma a giudicare dalle rappresentazioni artistiche (sumeri, egizi, greco-romani e via discorrendo) sembrerebbe proprio di no. Evidentemente il suono del motore a scoppio o della catena nella bicicletta in alcuni cani producono ansia o comunque una sorta di fastidio che inducono i nostri cani a rincorrere quei mezzi per fermare il rumore (tant'è che a motore spento o bici ferma i cani non reagiscono; fosse per loro una preda l'attaccherebbero comunque. E’ alquanto banale la scusa di chi da nell’impulso ad inseguire la predatorietà: un animale predatore affamato di fronte ad una preda che non si muove attacca comunque). Del resto la maggioranza dei cani, se abituati fin da piccoli, non ha questo problema con i mezzi di locomozione umani. 3 – Galline, conigli, & c. In questo caso possiamo parlare di predazione SE un cane insegue e cattura uno di questi animali domestici per poi mangiarlo subito o in un tempo successivo. Effettivamente abbiamo un potenziale predatore che insegue, cattura, uccide e mangia una potenziale preda. E quindi possiamo parlare di PREDAZIONE. 4 – Altri cani. In questo caso parliamo di un comportamento deviato, indotto dall’uomo (ad esempio nei cani che combattono fra loro) e/o con forti problemi sociali intraspecifici (ad esempio nel cane che soffre di dissocializzazione primaria o fobie sociali). Non si parla di predazione, anche se fra le pratiche usate da chi induce i cani all’abbattimento di altri cani vi è l’induzione al cannibalismo. Un cane da combattimento si ferma quando ha ucciso un altro cane, non lo mangia. Deve ancora nascere, come alcuni ‘esperti’ sostengono, un cane geneticamente selezionato per uccidere e mangiare altri cani. Non diciamo fesserie. Non pensiamo che il gameness, ovvero il perdurare nell’azione, corrisponda a questo. 5 – Esseri umani. Qui il dubbio resta. Probabilmente cani affamati ed in determinati condizioni patologiche e/o di asocialità nei confronti del genere umano possono attaccare l’uomo e mangiarlo (come del resto fanno altri predatori, ad esempio leoni e tigri). Tuttavia, si sa per certo solo di cani selvatici che hanno attaccato i nostri simili per invasione del loro territorio. Arcinoto il caso dei dingo delle isole Fraser ad oriente dell’Australia che attaccavano i turisti ogni volta che questi entravano in zone in cui erano presenti e stanziali questi cani selvatici.

Orsi si contendono una preda

L’unico caso in cui si può parlare di PREDAZIONE del cane è quando ad esempio un levriero o levrieri in muta catturano una lepre, la uccidono e se la mangiano. Negli altri casi il termine è usato in maniera alquanto impropria, per non dire inappropriata. La definizione che da Joel Dehasse di aggressività predatoria nel suo ‘IL CANE AGGRESSIVO’ è, appunto,inappropriata. Egli, infatti, da questa descrizione: “Il cane è un predatore, può cacciare tutto ciò che si può ma-

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giare.” I cani, come i cinesi, mangerebbero ‘tutto ciò che cammina’ che se in parte può essere vero, non corrisponde però alla realtà. Non dimentichiamoci che al di là delle origini lupine, ormai lontane, i progenitori dei cani erano animali spazzini, tant’è che nei villaggi africani i pariah vengono ancora utilizzati per quello scopo (mangiano tutte le schifezze possibili, incluse le feci umane ed il vomito). Il cane è considerato dalla biologia un animale mesocarnivoro, ovvero un animale che si nutre per il 50/70% del proprio fabbisogno calorico di proteine animali, includendo anche cadaveri putrefatti (per questo i cani amano molto odori per noi terribili).

Kung fu master cat

E’ da considerare ‘predatore’ un pechinese, uno shi tzu, un cane da pastore o un chi hua hua? In realtà, non tutti i cani sono in grado di cacciare, anzi quelli in grado di cacciare veramente, ovvero esprimere al completo la sequenza predatoria, sono davvero pochi rispetto alla globalità dei cani. Parliamo dei levrieri, dei cani di tipo spitz/nordico, alcuni terrier per prede piccole e di alcune razze fra i molossoidi. Tutti gli altri cani a causa della selezione umana hanno subito talmente tanti e tali mutamenti comportamentali da non essere più in grado di cacciare (si veda, ad esempio, la mutazione del comportamento predatorio nel border collie).

Cani da combattimento in Afghanistan

Dehasse ancora scrive: “E’ una preda un qualunque individuo in movimento, con il quale il cane non sia stato imprintato, né col quale abbia socializzato adeguatamente.” Secondo la biologia pre19


datore è chi cattura e mangia prede, cioè un carnivoro, preda è un animale che viene mangiato da un altro animale; però questo solitamente corrisponde anche al fatto che il secondo, ossia la preda, si nutre di piante e quindi è un vegetariano/erbivoro. Un predatore solitamente uccide un altro predatore, perché in concorrenza su una preda o un territorio (come del resto si è già ribadito più sopra). Un predatore molto raramente uccide un suo competitore per nutrirsene. (come ad esempio fanno i leoni che uccidono i cuccioli di un altro leone per sterminare la sua progenie). Questo avviene in specie, come le iene ad esempio, che sono in grado di mangiare qualunque cosa, anche cadaveri in avanzato stato di decomposizione ed in condizioni estreme possono attuare forme di cannibalismo, come in periodi di carestia per esigenze di sopravvivenza. Dire che ‘il cane’ ha nel suo etogramma la predazione è solo parzialmente vero: dipende dal cane, o per meglio dire dalla razza a cui appartiene e all’interno della razza anche dal singolo soggetto (esistono cani che fuggono di fronte ad una preda, certo molto rari). Ribadisco, un pechinese, ma anche un bulldog inglese (nonostante la passata storia di cane da combattimento contro i tori, gli interventi sulla sua genetica negli ultimi 120 anni ne hanno fatto un animale impotente che in Natura non avrebbe scampo), un carlino, un retriever, un collie non sono in grado di iniziare, terminare o non hanno al completo la sequenza predatoria; un levriero sì, anzi quest’ultimo la conosce tutta a menadito. Ho convinzione che vi siano alcuni termini in cinofilia per i quali debba essere rivisto il significato, soprattutto perché la cinofilia non può esentarsi dai riferimenti di tipo biologico e/o etologico; uno di questi riguarda l’aggressività predatoria, l’istinto di predazione, la predatorietà. Tutto quello che verte intorno al significato di cosa sia effettivamente il PREDARE. Un altro riguarda l’imprinting eterospecifico (fra specie diverse), ma questa è un’altra storia... Bibliografia J. Dehasse - Il cane aggressivo W. Cresswell ed altri - Does an opportunistic predator preferentially attack nonvigilant prey? C. Sillero - Zubiri ed altri - Canids: Foxes, Wolves, Jackals and Dogs W. McDonald, C. Sillero - Zubiri - Biology and Conservation of wild Canids

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di Marcello Messina - Parlando con amici mi è stato lanciato l’invito nello scrivere un articolo riguardante lo stress nel cane. Lessi gli appunti di una amica cinofila, cercai i miei ma fra un trasloco ed un altro non sono riuscito a trovarli, così presi il vocabolario e cercai la parola Stress, in modo da potermi aiutare come fonte d’ispirazione. La parola Stress (ingl. pressione, oppressione, tensione) è uno stato dell’organismo caratterizzato da una sindrome specifica (aumento dell’attività del sistema nervoso simpatico, elevata produzione di catecolamine, ipertensione, ecc.) che può essere scatenata da vari fattori ( infezioni, ferite, gioia, rabbia, superlavoro, ecc.). Riassumendo con il termine ‘stress’ si definiscono gli insiemi di singoli fenomeni che determinano un aumento dell’attività dell’organismo.

Pertanto concettualmente lo stress è un “barometro del no-

stro stato” con cui l’organismo reagisce a stimoli interni ed esterni, aiutandoci a superare quella determinata situazione. Lo stress viene considerato la malattia del nuovo millennio; questa affermazione non è proprio esatta, in quanto fin da quando esistiamo lo stress ci ha permesso di sopravvivere, adattandoci ai numerosi mutamenti ambientali. Il ricercatore Dott. H.Seyle ha introdotto la distinzione fra i vari tipi di stress, denominati Eustress e Distress. Molti di voi si chiederanno: “di che tipi di stress stiamo parlando?”, ”io conosco solo quello della suocera o della moglie”, oppure “perché esistono vari tipi di stress?” Gli studi condotti da H.Seyle hanno portato alla suddivisione dello stress in 2 gruppi: -Stress Positivo (EUSTRESS, significa, letteralmente, "giusto stress") : Proviene dal greco eucrasìa, cioè "giusta miscela di umori", comunemente conosciuto come omeostasi. L’Eustress non è altro che un’ attivazione necessaria dell’organismo che porta ad ogni singolo individuo (sia esso uomo, cane, gatto, ecc.) a mettere in campo le migliori energie portandoci ad avere un miglioramento delle proprie capacità. Viene denominato Stress positivo in quanto è uno stress di tipo fisiologico e non patologico .

-Stress Negativo (DISTRESS): Con il termine Distress rappresentiamo l'aspetto negativo dello stress. Intendiamo come Distress tutto ciò che produce un sovraccarico di stimoli interni ed esterni e risulta dannoso all’organismo. Negli ultimi anni il concetto di stress è stato messo in relazione all’assenza o riduzione del benessere psico-fisico, danneggiando cosi la nostra salute e produttività se parliamo di performance. In altre parole, quando si parla di stress, comunemente si parla di Distress.

Lo stress, e la modalità di superamento sono del tutto soggettive, pertanto ci possono essere soggetti che superano quel determinato stimolo senza alcuna variazione ,senza andare in Distress e ci sono individui che anche se lo stimolo si presenta in minima parte gli provoca delle reazioni di stress negativo. In una classe di alunni o in un campo addestramento dove ci sono diversi cani, noteremo che non tutti gli individui ad un deter21


minato stimolo rispondono nella stessa maniera, trovando cosi diverse strategie di superamento dello stress. La parola individuo ch e utilizzo sempre, è propriamente utilizzata in quanto si parla di individui (soggetti singoli) e non gruppi, per esempio non è detto che se il mio Boxer superi lo stress d’abbandono, anche se tutti i boxer riescono a farlo. Ogni soggetto, indifferentemente dalla razza, dal sesso e dal ceto sociale ha un modo differente di soglia di stress e di strategia per poterla superare.

-Fase di resistenza: L’opposizione all’ evento principale si intensifica, riducendo gli altri stimoli secondari. -Fase di esaurimento: Avviene quando lo stress dura troppo a lungo, l’organismo non riesce a reggere lo stimolo raggiunto. Procurando fattori di rischio, quali malattie e decesso in casi estremi.

Gli agenti scatenanti dello stress (chiamati tecnicamente stressor) possono essere di diQUALI SONO I SINTOMI versa natura: DELLO STRESS? -Stressor fisici : Shock elettrico,esposizioni a forti tempera- I Sintomi che fanno pensare che l’ individuo (cane) sia ture quali freddo e caldo -Stressor ambientali: Esposi- stressato sono: zione a forti rumori, intensa -Danneggiamento degli oggetti attività fisica) -Stressor metabolici: Riduzio- -Disturbi intestinali : Diarrea,vomito sono campanelli ne dei livelli glicemici -Stressor psicologici: Una pro- d’allarme che ci comunicano che il soggetto è sotto stress. va d’ esame -Eccessiva perdita di pelo -Stressor affettivi: Lutto -Stressor alimentari: Tutte le -Esagerata cura del corpo sostanze che contengono caf- -Eccessivi vocalizzi -Forfora nel corpo feina. -Irrequietezza: Il cane cammiLe reazioni allo stress vengo- na senza sosta avanti ed indietro,non riuscendo a rilassarsi. no suddivise in tre fasi : -Inappetenza -Fase di Allarme: Dove -Ipersessualità /Iposessualità l’impulso nervoso e la produ- -Irregolarità del ciclo sessuale zione ormonale (Cortisolo) -L’ atto di monta: Se il soggetaiutano l’organismo a superare to monta, non in presenza di soggetti in calore, può essere quel determinato stimolo. CINOFILI STANCHI

scaturito da una fonte di stress (conviene prima di parlare di stress escludere la causa gerarchica) -Manto di colorazione scadente -Mordere il guinzaglio durante l’addestramento e la passeggiata -Nervosismo : il cane mostra timore nervoso e con scarsa concentrazione -Naso che gocciola -Odore sgradevole e cattivo alito -Reazioni eccessive: Il cane reagisce allo stimolo mostrando ansia, paura, aggressività. -Urinare e defecare: In situazioni di grande paura o a seguito di un improvviso spavento il soggetto inizia a defecare a causa della produzione dell’attivazione del sistema simpatico che segnala al colon di rilasciare feci, o urinare a causa della modificazione dell’equilibrio idro-salino. -Voracità -Scarsa capacità di concentrazione. -Stereotipie: inseguirsi la coda, abbaiare di continuo.

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IL MIO CANE E’ STRESSA- Quante ore dorme al giorno? TO? Quante ore rimane da solo?

Il tuo cane è aggressivo?

Sei curioso di sapere se il tuo cane è stressato? Compila il test e se vuoi mandamelo al mio indirizzo email info@marcellomessina.com scrivi come oggetto: TEST STRESS ed avrai una mia risposta con il risultato del test.

Vi segue ovunque per casa?

Il tuo cane si insegue la coda?

Quante volte esce al giorno?

Il tuo cane ha difficoltà di con-

Durata di ogni singolo uscita?

centrazione? Il tuo è sottope-

Il cane cammina prevalente-

so? Cosa mangia il tuo cane?

mente al guinzaglio o libero?

Vive con altri animali?

Durante le uscite ha modo di

Se si quali?

interagire con altri cani?

Che rapporto ha con gli altri

Il tuo cane è ansioso?

Come si comporta nell’ interazione con altri cani? Ad una minaccia il cane come si comporta? Giochi regolarmenCOPIA ED INCOLLA (COMPILANDO IL QUE- te con il tuo cane? STIONARIO) ED INVIALO Come giochi con il Ainfo@marcellomes-sina.com tuo cane? Nome: Pratichi dello sport con il tuo Cognome: cane? Professione: Se si, quale? Età: Quante volte a settimana? Città: Quanto dura ogni singola sesInformazioni sul cane sione? Razza: Soffre di allergie? Età: Soffre di dermatiti? Sesso: Ha frequentemente diarrea o E’ sterilizzato? vomito? Stile di vita del cane: Il tuo cane è inquieto? Dove trascorre il giorno? Il tuo cane è iperattivo? Dove dorme?

animali di casa? Distrugge tutto quello che trova? Abbaia in modo eccessivo? Concludendo ogni cane che ha soddisfatti i suoi bisogni e vive secondo i principi di benessere animale, non snaturando la sua natura è un cane felice.

MARCELLO MESSINA Istruttore cinofilo esperto in problemi comportamentali e relazionali www.marcellomessina.com 23


ALLEVAMENTO DI BOXER E CANI CORSO Cell. 348-8029763 www.allevamentoscudoditalos.com 24


di Roberto Mannu - Molte persone sono solite pensare che spendere 800-1000 € per un ottimo cucciolo sia: “pagare così tanto”. Questa attività, se svolta in modo professionale, serio ed onesto verso i nostri cani, i nostri futuri clienti e lo Stato Italiano non è certamente foriera di incassi “stratosferici”, anzi è proprio l’esatto contrario. Questa è una attività che si prosegue a svolgere solo per la passione che l’allevatore mette ogni giorno nel proprio lavoro. Da anni sento questi discorsi sul prezzo alto dei cuccioli in allevamento, e potrei dire alle persone che pensano che sia alto questo prezzo per un cucciolo di provare ad investire tempo e denaro in quest’attività fatta di mille sacrifici, di ore continue di lavoro e spesso anche notturno (le femmine non partoriscono sempre di giorno e/o all’ora che ci aggrada), di privazioni continue (zero vacanze e weekend, cinema, teatro, ecc.) perché se si hanno molti cani presenti in allevamento, non ci si può assentare per molte ore, di giorni poi non se ne parla nemmeno! Ma anche a livello finanziario il discorso non cambia poi molto: pensate forse solo alla cifra finale che l’allevatore incassa, ma, esistono anche le

uscite, e vi garantisco che per mantenere i nostri cani in condizioni psicofisiche ottimali queste sono molto alte e a volte non coprono gli incassi. Certo soffermarsi solo sulla cifra finale, pagata dal cliente, la fa sembrare un’attività molto remunerativa, ma, se l’allevatore è un professionista con P.I., deve fatturare tutti i suoi cuccioli, versa allo stato il 21% di Iva ogni trimestre e paga le tasse, già come si evince da questi due punti ecco che i 1000€ incassati iniziano a non essere proprio i 1000 incassati. Poi mettiamoci tutto il lavoro che c’è dietro: in primis l’acquisto del luogo e delle strutture che devono essere a norma di legge, il costo dei riproduttori ed il loro perenne mantenimento in alimenti, antiparassitari esterni, compresse per la filaria, vaccini per i cuccioli e per gli adulti, il truciolo depolverizzato, i detergenti per la pulizia quotidiana, il commercialista, la luce consumata quando si hanno varie lampade da 150-250Watt accese per tenere al caldo le cucciolate nate da poco, e soprattutto le svariate ore di

lavoro quotidiano per 365 giorni l’anno. Non dimentichiamoci gli “screening” sanitari su tutti i riproduttori presenti in allevamento (displasia anche e gomiti, lussazione rotula del ginocchio, oculopatie, cardiopatie ecc..), la pubblicità, un sito web... Ecco: dal prezzo “alto” togliete ancora tutte queste voci (ma ce ne sarebbero altre). Prima di affermare che il cucciolo da 8001000 € sia “pagare tanto”, bisognerebbe riflettere e provare ad immergersi in toto in questa realtà fatta di enormi sacrifici, ma che il comune “fruitore” nemmeno riesce ad immaginare, si è soliti fare i conti senza l’oste, si vedono in allevamento un certo numero di cuccioli e si fanno subito i “conti”. Ma come si vede da questo lungo elenco di spese vive e continue, un buon cucciolo, con tutte le spese effettuate e le ore di lavoro svolte, dovrebbe costare molto di più! Ma si fa prima a pensare solo al costo finale che ci viene richiesto dall’allevatore: il resto non conta.

Roberto Mannu Allevatore Cinofilo Ric. E.N.C.I. -F.C.I. Iscritto Registro degli Addestratori E.N.C.I. Sez. 1 Cani da Utilità 25


di Johnny Bassetto - Giovanni Giacobbe Giacobbe è un personaggio noto della cinofilia italiana. Un personaggio positivo, molto positivo. Ci conosciamo su Facebook da alcuni anni. Certo, in questo modo non possiamo dire che sia nata un’amicizia, ma poco ci manca. Io ho molto rispetto di lui e credo che sia così anche da parte sua. Avendo egli una lunga esperienza in cinofilia, nonostante l’ancora giovane età (almeno rispetto a me) ed essendo anche una persona importante in questo martoriato ambiente ho ritenuto fosse giusto che egli esponesse attraverso questa intervista i suoi punti di vista su vari argomenti. L’intervista, fra l’altro, ha rivelato alcuni aspetti umani della vita di Giovanni che io non conoscevo. A maggior ragione ho molta stima di lui.

1 - Puoi raccontarci la tua storia cinofila? Hai qualche aneddoto simpatico in merito? R. Innanzitutto grazie dell’invito. Porgo i miei saluti a tutti i cinofili, stanchi.. o ancora infervorati che siano. La mia storia cinofila è una storia di CINOFILI STANCHI

amore che affonda le sue radici nella mia famiglia. Ma non perché sia mia madre che mio padre erano amanti dei cani, ma perché (come molti cinofili sono certo sapranno riconoscere guardandosi dentro.. n.d.a.) da piccolissimo ho istintualmente cercato di colmare quei vuoti dell’affettività che l’essere figlio di una famiglia “impropria” ha generato in me. Le privazioni affettive sono terre dai meandri talvolta inesplorabili anche dal più attento osservatore dei fenomeni psichici, ma nel mio caso non ci voleva molto a leggere la causa del disagio: ero figlio unico di madre nubile infatti.., con una Mamma innamoratissima del proprio figlio, unica Sua ragione di vita,

ma tenuta ad andare a lavoro mattina e pomeriggio proprio per farmi crescere al meglio delle proprie possibilità, con l’orgoglio e la forza che soltanto una mamma credo possa avere. Mio padre con il quale ho ritrovato il rapporto poco meno di cinque anni fa.. Era un ex accademista dell’aeronau-tica, Repubblichino convinto ( è del 1923) che già nella mia primissima infanzia mi spronava a crescere in fretta per diventare uomo. Mi diceva sempre “un soldato non piange!”; avevo .. tre o quattro anni. Quale essere vivente più di un cane poteva concedermi un amore rassicurante forse perché controllabile..? Una corrispondenza biunivoca di affetto reciproco incondizionato? E’, questo , uno scambio di amore da poter gestire con la serenità che solo un animale come il cane, slegato da ogni logica umana, ma, paradossalmente, indissolubilmente 26


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legato all’uomo nella sua essenza più profonda, può donarci . Il mistero è che certo io a tre anni non potevo saperlo, non razionalmente almeno, ma mia Madre mi raccontava che già al mio primo contatto con un cane fu amore.. e fu unione in breve. “Intuitus eum , amavit”. Riconosciutolo (guardandolo dentro), lo amò. Dio riconobbe l’Uomo.. ed io amo pensare che Dio ci abbia donato il cane perché esso sa amarci guardando dentro di noi , oltre tutte le nostre storture , oltre tutti i nostri disturbi della personalità.., là dove tutti gli uomini sono uguali, nella loro essenza di creature. La mia storia cinofila poi è in rete.. la trovate semplicemente scrivendo il mio nome su un motore di ricerca, ma la mia storia d’amore per il cane, la mai storia di cinofilo.. dunque, quella spero di averla fatta immaginare al lettore, attraverso la scintilla che l’ha generata. 2 – Di quali specialità cinofilosportive ti occupi ed in che modo affronti il lavoro coi cani? Hai un metodo specifico o magari ti adatti alle esigenze del momento? Hai preferenze di razza per il lavoro sul campo oppure no? Se sì, puoi spiegare le ragioni? R. In generale cerco di occuparmi comunque, e prima di ogni altra cosa, della relazione che debba sottendere a qualsiasi attività perpetrata dall’uomo in-

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sieme al cane. Nello specifico potrei dire: dello sviluppo delle acquisizioni degli scambi semiotici tra uomo e cane, che sono l’ontogenesi di una specie animale che Neruda aveva meravigliosamente descritto come un animale a sei zampe e una coda.. Però cerco di farlo rammentandomi della necessità di rispettare l’alterità del cane, la sua essenza, cioè, di “altro fuori da noi” . Non voglio che il cane diventi per me una “protesi identitaria”, così come mi sforzo di far sì che tutti coloro che vengono da me con il loro cane, imparino a riconoscere i loro (pur “eventuali”

s’intenda.. n.d.a.) disturbi proiettivi di tipo narcisistico o reificato, e che comprendano per contro l’opportunità di non antropomorfizzare, né tanto meno umanizzare, il proprio cane. Credo nella corrispondenza biunivoca dello sguardo tra uomo e cane come scintilla di un momento relazionale che possa essere prodromico alla comunicazione. Insomma credo che l’incrociarsi degli sguardi tra uomo e cane sia alla base di ogni forma di comunicazione

possibile, e che qualunque “esercizio” di qualunque disciplina , dovrebbe poggiare su una relazione mediata dall’intesa. E’ per questo che mi piace l’utilità e difesa, soprattutto nella sua espressione moderna, fatta di esercizi, si, ma anche di attenzione all’equilibrio dinamico del rapporto. L’ambito dei cani da soccorso , di protezione civile e l’ambito della Pet Therapy, hanno poi riempito il “crogiolo” delle mie esperienze, ma non l’hanno colmato.. e non credo che sarà mai colmo , neanche tra sessant’anni.. Lavoro con ogni cane che giunga da me, dal Chihuahua al Pastore del Caucaso passando ovviamente anche per il più singolare tra gli incroci, nel meraviglioso caleidoscopio che questa specie ci consegna attraverso i soggetti “meticci” più vari. Credo che un professionista si riconosca dalla capacità di saper lavorare con ogni cane, benché, paradossalmente, è lavorare con ogni proprietario... l’impegno più arduo di un buon educatore/istruttore/ addestratore. 3 – Come vedi questa continua guerra tipicamente italiana fra tradizionalisti e gentilisti? Non pensi che sarebbe meglio unirsi tutti per il bene dei cani e non restare ognuno 27


per sé per il bene del marketing o delle proprie ideologie? R. Preferirei non dare giudizi etici di sorta, ma rimettere al Lettore questa possibilità, non prima però di averVi consegnato il mio approccio filologico alla lettura di questa diatriba che oscura la luce della ricerca: << La dottrina dei tropismi, in sintesi, individua le risposte in relazione agli stimoli esterni, quali reazioni direzionali. La direzione assume la codificazione di “tropismo positivo” quando è rivolta alla sorgente dello stimolo e di “tropismo negativo” quando si estrinseca nell’antitetica direzione, assumendo l’espressione definita “evitamento”. Ma se l’uomo si fosse servito della scienza per la scienza.. questo sarebbe stato il punto d’inizio per capire, mentre per molti versi questa teoria è stata, inopinatamente, l’inizio dell’incomprensione culturale che ha portato in sé il germe della fine dell’approccio dialogico; infatti “l’ereticale” approccio di coloro i quali hanno attribuito una connotazione morale ai termini -positivo (tropismo)- e –negativo (tropismo) -, ha dato il là alla contrapposizione tra “supposti” concetti di bene e male. Il “bene” ed il “male” , tradotti surrettiziamente da qualcuno (eufemisticamente intellettualmente poco onesto.. n.d.a.) nello scontro tra un presunto (e CINOFILI STANCHI

inesistente n.d.a.) “metodo classico” ed un “metodo gentile” (pretestuosamente antagonista del male n.d.a.) . Più in generale queste due categorie sono state estrapolate da un altro assai più vasto e per tanto assai più dirompente conflitto che è quello tra i difensori dell’animalità e quelli dell’animalismo. Tornando per ora alla “nicchia” dei nostri amati cani, la cosa peggiore della pretestuosa guerra tra tradizione ed innovazione è che se tra i sostenitori della (questa si esiste invece n.d.a.) “vecchia maniera” (eufemisticamente obsoleta n.d.a.) non è prevalso il buon senso dell’ascoltare col cuore e con la mente il cambiamento dei tempi e le acquisizioni che hanno riletto i comportamenti dei cani alla luce delle possibilità cognitive che questa specie si è scoperto possedere, dall’altro lato tra i sostenitori del “metodo gentile” l’intento (sacrosanto n.d.a.) di spazzare via i retaggi insensatamente machisti della “vecchia maniera” , ha coinciso con un tentativo di epurazione della opposta frangia , se possibile più violento.. della violenza giustamente aborrita con sdegno, di cui questa “vecchia maniera” era purtroppo talvolta pregna. Così l’inesistente metodo classico ed il supposto metodo gentile sono divenuti per i sostenitori delle due espressioni, reciprocamente tesi ed antitesi della verità.. là

dove di chi ha opposto sterile proterva resistenza al felice cambiamento dei tempi e della conoscenza, lo ha fatto molto spesso semplicemente per difendersi dalla gogna dell’ostracismo lanciato da quella frangia del gentilismo che anziché auspicare la conversione (culturale n.d.a.) ha condannato al rogo (sempre culturale..) tutti senza distinzione, anche chi pure, ed erano i più, l’amore per il cane non l’aveva invero mai tradito con la violenza. E dall’altra parte i sostenitori del “metodo classico” si sono trincerati dietro i muri del valore dell’esperienza in campo (che non funziona però a scatti di quantità, ma di qualità semmai..) arroccandosi alle volte anche su posizioni indifendibili.. anche per gli osservatori più moderati. >>

4 – In qualità di ‘ex controllore’ dell’ENCI cosa 28


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hai proposto per migliorare l’attuale situazione? Cosa è andato o sta andando in porto? R. Non so se il ruolo che ho avuto possa realmente essere definito di “ex controllore”, perché l’ENCI è strutturata in maniera così articolata da avere bisogno di un Consiglio Direttivo di quindici elementi e di una serie di altre figure, quanto di vari uffici , commissioni etc. che annoverano molte, ..molte teste al loro interno. E per altro questo appare, e certamente è , sano principio democratico generato dalla necessità di debellare sul nascere ogni germe di despotico autoritarismo. Ma naturalmente ciò vuol dire anche che non possa esistere un controllore onnisciente, ed ovviamente anche se esistesse, questa condizione sarebbe ben lungi dalle mie possibilità intellettive ed intellettuali verosimilmente.. Allora ho potuto fare ciò che mi è stato dato dalle conoscenze acquisite nei miei ambiti esperienziali. E’ stato credo buon risultato modificare in maniera radicale il vecchio regolamento Nazionale delle prove di lavoro, inserendo non semplici cambi di esercizi, ma mutamenti radicali nei concetti d’applicazione, che hanno reso la disciplina Utilità e Difesa , spiegata secondo parametri moderni ed allogata in una dimensione puramente sportiva e non

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più ancorata all’obsolescenza del cane da difesa come era visto un tempo, poiché per altro rammento al Lettore essere oggi vietata per legge ogni forma di addestramento volta ad esaltare l’aggressività dei nostri cani. Rimando il Lettore alla lettura del nuovo regolamento della classe esordienti da me concepito, per comprendere la dimensione di questo mutamento concettuale. Inoltre ho potuto riferire ad i tra Ministri che ho incontrato nel corso del mio mandato (od ai Loro Gabinetti) quanto da me concluso sul mondo dell’Allevamento e dell’Addestramento Cinofilo, e che consiste in una relazione reperibile in rete e della quale, per esigenza giornalistica, riporto solo una mia chiosa scritta su un noto social network : “ Il mondo dei cani è l'epitome dei disturbi di personalità e sin qua nulla di nuovo. Ma oltre ad essere l'epitome delle connotazioni autoreferenziali dell'ego, adesso più che mai è l'epitome delle connotazioni autoreferenziali di supposti paradigmi di professionalità, che il più delle volte si estrinsecano in "imperdibili" diatribe intellettualoidi, quasi sempre a sfondo sarcastico-didascalico-sofistico volte a denigrare l'altro per perorare la propria causa con mirabolici concetti cinotecnici dei supposti professionisti (e non solo..). Ora siccome sul bene e

sul male sin dai tempi.. abbiamo preteso di mangiare il frutto della conoscenza e siccome comunque tale dualismo ontologicamente giungerà sino alla fine del tempo, ma siccome sino a prova contraria un professionista è colui il quale è in regola con l'erario e con gli enti di previdenza sociale, io passerò dall'atarassia all'impegno che profonderò con ogni mia forza, non certo per il discernimento sul bene e sul male, ma almeno sui furbi.. Perché pagare le tasse ed avere una regolare partita IVA mi costa tanti di quei soldini l'anno, che il pensiero che devo toglierli a mia figlia mentre altri sguazzano nel paradiso dell'elusione fiscale ma continuano a voler essere chiamati ed a professarsi "professionisti", ha colmato la misura. E quando la misura è colma piove per tutti.” La pioggia.. s’intenda sarà una nuova Legge che spero il Legislatore s’impegni a promulgare per porre fine agli scempi. 5 – Anche tu, come me, hai scritto un libro il cui titolo è ‘L’io e il cane . Io, naturalmente, l’ho molto apprezzato, perché interessante e scritto in maniera molto chiara. Puoi spiegare ai lettori di Cinofili Stanchi di cosa tratta? R. Ne “L’io e il cane” c’è tutto quello che ho appreso in questi primi vent’anni di cinofilia.. Ma 29


proprio tutto.., sentimenti , emozioni, conoscenza didascalica e conoscenza spirituale degli accadimenti. C’è la mia ricerca interiore e la mia ricerca cinotecnica. Insomma ci siamo io ed il cane, ma dove ” io , autore” mi sono messo di lato per raccontarmi solo -di profilo- , tentando di occupare il meno spazio possibile, per lasciare il ruolo preminente all’ “ Io “ di ognuno di noi, senza la pretesa però di consegnare acquisizioni nomologiche di alcun tipo , ma solo il risultato dell’onestà intellettuale (almeno) di una vita di ricerca.

le tasse ed avere una regolare partita IVA mi costa tanti di quei soldini l'anno, che il pensiero che devo toglierli a mia figlia mentre altri sguazzano nel paradiso dell'elusione fiscale ma continuano a voler essere chiamati ed a professarsi "professionisti", ha colmato la misura. Circa il Disegno di Legge che ho preparato, posso dire che un Parlamentare Regionale Siciliano lo ha fatto suo adeguandolo alla realtà Siciliana (ricordo al Lettore che siamo una Regione a Statuto Speciale) presentandolo all’ARS e potrete trovarlo in rete. Un DDL Nazionale è invece nelle mani di un Parlamentare Nazionale che lo ha affidato all’Ufficio Legislativo del suo partito per le correzioni necessarie perché possa essere presentato in breve, sempre che il Governo regga.

6 – Veniamo ora alla tua attuale battaglia personale che io personalmente condivido. Parlo della tua iniziativa di costituire un sindacato dei cinofili per portare avanti proposte di legge a favore della cinofilia in Parlamento. Ce ne puoi parlare in maniera dettagliata? R. Alla prima parte di questa domanda ho risposto poco fa , ma in corsivo riporto le motivazioni che mi spingono alla creazione di un sindacato: pagare

7 – In riferimento all’episodio di Striscia la Notizia del marzo scorso, parlo del video in cui si vedono degli addestratori usare il collare elettrico sui cani, come è secondo il tuo punto di vista la situazione in Italia? C’è la possibilità di instaurare maggiori controlli in modo che chi è iscritto all’albo ne rispetti il codice etico e chi non lo fa sia allontanato per sempre dai campi cinofili? R. Nelle prove di IPO a me tan-

CINOFILI STANCHI

to care , i regolamenti sono cambiati così da indurre a più miti consigli i fautori di metodiche d’addestramento “sbrigative”, penalizzando notevolmente nel punteggio tutte quelle espressioni dei cani in gara che possano far trasparire segni di evidente sottomissione a causa di dinamiche d’addestramento coercitive. Segni di eccessiva sottomissione sono considerati i segnali di calma e di stress , quali potrebbero essere solo per fare qualche esempio pratico al lettore, l’alzare la zampa con deferenza al cospetto del proprio conduttore stando seduto davanti a lui, quanto lo sbadiglio come segnale manifesto di stress, così come il portare le orecchie all’indietro o la coda ferma e bassa. Questi esempi devono indurre un giudice attento a ritenere scarso o nullo il piacere del cane al lavoro col proprio conduttore, penalizzando come detto il risultato del binomio in termini i punti e qualifiche (sintesi di giudizio n.d.a.). S’intende che tale penalizzazione non ha solo il senso matematico correlato ad una sterile attribuzione di punteggi, ma ha un senso ben più importante che è quello di voler disincentivare ogni metodica d’addestramento basata sull’inopinato utilizzo di sistemi coercitivi. Per intenderci, soltanto per fare l’esempio più eclatante, questo è ciò che 30


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N U M E R O

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S E T T ./ O T T .

è avvenuto quando si è compreso che il collare elettrico, strumento balzato al “disonore” delle cronache grazie ad i servizi choc del programma televisivo assai noto in Italia “Striscia la Notizia”, veniva usato da una frangia di “sportivi” un tempo assai esigua, poi via via sempre più numerosa (ma oggi in enorme costante decremento n.d.a.) come strumento d’addestramento per ottenere prestazioni più precise e più rapide dai cani, facendo leva proprio sulle dinamiche del condizionamento classico intersecate con la risposta volontaria di evitamento. Così infatti era possibile ottenere “sbrigativamente” esecuzioni rapide e precise di esercizi come il terra tanto per fare l’esempio più immediato. Una volta insegnato il terra magari smanacciando il cane sulla testa una frazione di secondo dopo l’utilizzo del comando di riferimento, era possibile sostituire alla manata l’impulso elettrico, così da indurre nel cane il medesimo comportamento volontario di evitamento, al semplice comando terra, senza però che il conduttore dovesse fare più uso però di alcuna gestualità basata su movimenti del corpo di sorta. S’intende che per evitare almeno gli - sfaceli - legati alla “paura pura” generata da una correzione non riconducibile ad alcuna azione (all’evidenza.., almeno per il cane

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n.d.a. ) del proprio conduttore, e dunque concettualmente “incomprensibile” come lo sarebbe per noi l’essere spintonati da un fantasma ad esempio, tale intervento, nella espressione meccanica, doveva essere comunque stato in precedenza perfettamente “assimilato” dal cane attraverso una serie innumerevoli di interventi manuali, e attraverso tali interventi, doveva essere già stata appresa la risposta volontaria di evitamento, correlata (il mettersi a terra da parte dl cane). Il cane partendo infatti dal riflesso involontario di paura, comprendeva che l’assumere la posizione di terra o di seduto, solo per fare due esempi semplici, costituivano la soluzione per “evitare” ogni dolore. Questo rendeva le esecuzioni più rapide e precise accorciando i tempi dell’insegnamento, e tali correzioni soprattutto, non abbisognavano più di alcun intervento manuale del conduttore (impossibile in gara pena la squalifica) ma lasciavano nel cane chiari segni d’inopinata sottomissione. Tutto ciò sino a quando dall’alto.. non siano stati cambiati i regolamenti per la presa di coscienza dei vertici della cinofilia e della cinotecnia ufficiale, sospinti al cambiamento anche dalla necessità di dar seguito alle istanze di rinnovamento provenienti da quella parte dell’opinione pubblica sensibile

al tema della tutela dei diritti degli animali e del loro benessere. E’ stata dunque questa rivoluzione culturale sul tema degli animali, il prodromo di questi epocali cambiamenti che ha riguardato questa parte della cinofilia. E questo non è accaduto soltanto nel mondo dei cani, ma in molti altri mondi, passando dal mondo degli animali del circo a quello delle balene e della loro caccia magari, ma comunque, pur su scale diverse, tutto nel senso del rispetto dell’ecologia nel senso più ampio del termine. Per fare un esempio vicino al mondo della cinofilia , potremmo guardare anche a ciò che è successo nel mondo dell’equitazione. Un tempo i cavalli utilizzati nella splendida quanto difficile disciplina del salto ad ostacoli, erano cavalli piuttosto rustici. I quali però molto spesso abbattevano le barriere nonostante i rinforzi negativi dati (forse molti si stupiranno) dalle barriere elettrificate, così come dai parastinchi chiodati magari. E lo si poteva riconoscere un cavallo così addestrato, poiché magari saltando sgroppava in maniera evidente, come riflesso involontario dato dalla reazione di irritazione legata ai reiterati allenamenti basati sui rinforzi negativi predetti . Così venne il tempo di utilizzare per queste discipline cavalli più nevrili , atleticamente più dotati , ma soprattut31


to così tanto più sensibili da non poter far pensare di poter essere addestrati con i mezzi succitati. E questo è più o meno ciò che è successo anche con i cani. Dacché in un podio ad un mondiale di addestramento si presentarono tre cani con la museruola, si percepì che probabilmente ci si era spinti troppo oltre con l’utilizzo di soggetti sempre più aggressivi. Fu infatti assai singolare vedere i migliori tre cani della manifestazione, che per concetto avrebbero dovuto anche essere i tre soggetti più “sotto controllo” dei proprietari perché meglio addestrati secondo l’esito della gara, aver bisogno di mettere una museruola per salire su un podio, per la stretta distanza con altri due uomini e con altri due cani . Questo, che fu solo un episodio, diede comunque inizio, a mio giudizio, ad una svolta epocale che avrebbe ridisegnato il senso di questa meravigliosa disciplina sportiva , restituendo cani più docili e più gestibili a delle manifestazioni, che pur mantenendo il significato della selezione del cane da difesa, si sarebbero in seguito orientate alla ricerca di un cane da difesa “sportiva”. In sostanza oggi il cane da IPO ha più le caratteristiche di un karateka con tutto il corollario della disciplina interiore ed esteriore che tale arte marziale contempla, piuttosto che le caratteristiCINOFILI STANCHI

che dello “street fighter”, cioè di un combattente con poche regole e tanta aggressività da sfogare. Ma perché ciò accadesse ci sono voluti anni di selezione attenta da parte di allevatori appassionati, per stemperare gli ardori legati all’aggressività interspecifica, a favore della selezione di soggetti sempre più docili, equilibrati sicuri di sé e soprattutto “costruiti” sul pilastro di una eccezionale pulsione predatoria, prima e con maggior forza, che sul pilastro

delle doti aggressive. 8 – Infine, cosa consiglieresti ad un lettore di Cinofili Stanchi che si appresta per la prima volta a vivere con un cane in famiglia? Che fare se si tratta di un cucciolo o di un adulto? R. Non mi è bastato un libro per scrivere su questo. E non mi è bastato, a dire il vero, neppure il mio secondo libro, che ho appena terminato di scrivere. Come potrei rispondere in poche righe..? Però posso ricordare al lettore che l’Amore per un cane non è fatto solo di purezza di sentimenti.. Non basta amare i

cani per rispettarli nella loro essenza di esseri senzienti. L’amore è fatto di purezza di sentimenti si, certo, ma anche di etica oggettiva ed etica relazionale. E l’etica relazionale dice che bisogna rispettare questo animale come altro fuori da noi, così come i nostri figli sono altro fuori da noi e non possiamo pretendere che siano il risultato dei nostri desideri “proiettivi” o peggio del nostro volere, nonostante la metà del loro patrimonio genetico almeno , sia il nostro. Infine per amare occorre tanta volontà.. Ed il primo e più grande sforzo di volontà da fare con i nostri cani è quello della loro conoscenza, come ci suggerisce anche la lingua Ebraica , nella quale “fare l’amore” si dice “dahat”, ma che, letteralmente, significa “conosce-re”.. Fate lo sforzo di conoscere i Vostri cani, ma ricordatevi che “non l’erudizione educa la mente”, per cui non sarà né la più dotta delle pubblicazioni cinotecniche, né, tanto meno, il più ispirato dei libri di cinofilia a consegnarVi i segreti della relazione con essi, ma solo l’onestà intellettuale della Vostra ricerca. E se sarete fortunati infine, il tempo che vivrete con essi Vi farà desiderare di guardare gli uomini e vederli come ci vedono i cani: tutti uguali..

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Sabato 28 settembre dalle ore 09:00 alle ore 18.00 e domenica 29 settembre dalle ore 09.00 alle ore 13.00 Programma teorico 1) L'origine del cane 2) Il cucciolo, l'adolescente, l'adulto: i periodi di crescita psichica del cane 3) La comunicazione ed il linguaggio sociale del cane 4) L'apprendimento del cane 5) La gestione del cane problematico Programma pratico 1) Apprendimento attraverso l'uso del rinforzo positivo - apprendimento classico - apprendimento operante (clicker T.) 2) Apprendimento cognitivo - apprendimento imitatorio ed emulativo apprendimento ambientale 3) Cani con problemi di gestione e comportamento

Le iscrizioni saranno aperte fino al 10 Settembre Per richiedere la scheda di iscrizione e richiedere informazioni sulle modalitĂ di pagamento inviare una mail a dialbascura@libero.it INFO VITTO E ALLOGGIO: ALBERGO RISTORANTE PIZZERIA ITALIA VIA XX33SETTEMBRE 28 - SILVANO D'ORBA - AL- TEL 0143 841115


di Roberto Mannu - Nel mio lungo percorso cinofilo ho avuto il privilegio e l’onore di vivere intensamente la Cinofila da Soccorso (13 anni). Iniziai ,come in molti hanno fatto, da semplice volontario della Protezione Civile Settore U.C. da Soccorso, preparando il mio primo cane : Igor (Rottwei-ler). Durante questi 13 anni ho percorso tutte le tappe all’interno dell’associazione, prima volontario, poi conduttore ed infine Presidente e Responsabile Area Tecnica della S.C.O. (Squadra Cinofila Operativa) di Genova e poi della Val Borbera (Al). La S.C.O. era iscritta all’al-lora Registro Regionale (Li-guria) e Censita dal Dipartimento della Protezione Civile di Roma e Iscritta al Registro della Provincia di Alessandria. Voglio oggi ricordare e rendere onore ad un Settore che troppe volte viene ridimensionato e sottostimato, mentre

invece è uno dei Settori “forti” della nostra Cinofilia e dell’organizzazione della Protezione Civile. Probabilmente gli albori di una nascita di Gruppi di U.C. da Soccorso, appare il giorno 06/ Maggio/1976. Questa data è impressa ancora nella mente di milioni di Italiani, perché è la data del terremoto che sconvolse e devastò il FRIULI. Quasi 1000 i morti in quel terremoto di eccezionale violenza, dove moltissime persone si “improvvisarono” soccorritori del popolo friulano, colpito duramente dal Sisma. A quell’epoca non esisteva una struttura organizzativa di Protezione Civile , come invece accade negli ultimi decenni. I soccorsi erano per lo più svolti da volontari spontanei e da qualche A.P. (assistenza pubblica): difatti il termine stesso Protezione Civile non era stato ancora coniato. In quei giorni di paura, morte e distruzione nella

mente di alcune persone volonterose che accorsero in soccorso del popolo friulano, alcune facente parte delle varie A.P. operanti sui luoghi devastati dal Sisma, prese forma un’idea comune, un progetto ambizioso per l’epoca e per come era “organizzata” la macchina dei soccorsi, quello di costituire un Gruppo di “specia-listi” per ogni settore nel quale occorreva essere organizzati nel momento in cui si doveva intervenire su una calamità. Questi “specialisti” andavano ricercati all’inter-no del mondo del volontariato ed ognuno per quella specialità che lo contraddistingueva. Ogni settore doveva essere composto da tutte quelle componenti che potevano e dovevano essere necessarie al superamento di una grave emergenza nazionale. In quegli anni, il volontariato era per lo più a livello esclusivamente sanitario, mentre il progetto che si voleva portare avanti prevedeva di passare ad una organizzazione composta da più settori specialistici,con un unico coordinamento e che potesse essere allertato 24h su 24. Furono individuati questi Settori Specialistici: Ricognizione - Cucina Trasmissioni - Sanitario Fuoristrada e Subaqueo.

CINOFILI STANCHI

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Naturalmente è solo un breve riassunto degli albori della Cinofilia da Soccorso , ma un doveroso OMAGGIO a uomini e cani che hanno operato e continuano ad operare con immense difficoltà, in operazioni di Protezione Civile e su ogni calamità nazionale ed internazionale.

Verso la fine del 1976 e gli inizi del 1977 si iniziò a pensare ad un Settore Cinofilo, avendo visto operare sul terremoto del FRIULI U.C. da Soccorso Svizzere e Francesi, per cui si pensò di cercare di creare anche in Italia un Gruppo di U.C. da Soccorso da impiegare nelle varie calamità ed inserite nel progetto del Coordinamento . Il pioniere di questo “nuovo” settore è stato Pino GALLOTTI, persona che svolgeva la sua attività cinofila nel Parmense ed aveva avuto la sua formazione in Cecoslovacchia nel periodo subito successivo la seconda guerra mondiale. La preparazione dei cani da soccorso era rivolta alle due specialità: Ricerca persone scomparse in Superficie e sotto Macerie. Il metodo adottato all’epoca dal GALLOTTI era il metodo americano, cioè con indumento. Il suo Gruppo si chiamava

Un “ringraziamento” particolare va a tutti i miei amici cani che con me hanno condiviso questa meravigliosa esperienza di vita, Grazie a: Igor, Diuty, Ara, Altea, Fedra, Ombra, Jessy(Rottwei-ler), Dora (Labrador), Satanica “I LUPI” ( so per certo che (Meticcio), Winny (Golden era attivo ancora fino a pochi Retriever), Assia (Pastore Teanni fa), e ognuna delle U.C. desco) ed altri ancora. da Soccorso presenti veniva sottoposta a ferrea preparazio- Zampa sul cuore a tutti. ne e non si poteva saltare un addestramento, pena la sospensione, senza una motivata giustificazione. A questo punto con l’ingresso del Gruppo U.C. da Soccorso , si completava il quadro di tutti i Settori richiesti , il Coordinamento con tutti i propri Settori di appartenenza e specialistici era formato. Solo dopo molti decenni fu coniata la terminologia che oggi tutti noi conosciamo: PROTEZIONE CIVILE, per molti decenni furono Roberto Mannu con Ara chiamate “Colonna Mobile”.

Roberto Mannu Allevatore Cinofilo Ric. E.N.C.I. -F.C.I. Iscritto Registro degli Addestratori E.N.C.I. Sez. 1 Cani da Utilità 35


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La fedeltà di un cane è un dono prezioso che impone obblighi morali non meno impegnativi dell’amicizia con una creatura umana. (K. Lorenz) di Debora Segna - Chiunque abbia vissuto in modo empatico con dei cani sa benissimo che questi animali sono dotati di sentimenti con una vita emotiva molto ricca e con una comunicazione complessa e differente dalla nostra ma, sfortunatamente, non tutti la vedono allo stesso modo. Anche se molto spesso l’uomo ha l’arroganza di pensare che la bontà, la pazienza, la tolleranza, la comprensione e il buon senso, siano caratteristiche appartenenti solo alla sua specie, la realtà sembra essere un po’ diversa. Si parla dell’essere umano come l’animale più senziente ed evoluto rispetto a qualsiasi altro essere vivente presente sul nostro pianeta, ma spesso mi chiedo rispetto a che cosa siamo più evoluti. Sicuramente sappiamo costruire grattacieli, parlare, ed elaborare formule matematiche ma di certo non siamo in grado di strappare la carne con i denti, volare, respirare sott’acqua o correre ve-

loci come un ghepardo; ed il più delle volte il nostro essere tolleranti o pazienti ha un limite di gran lunga inferiore rispetto a quello di un animale non umano. Riusciamo a fare delle liti furibonde anche per cose futili, possiamo arrivare a picchiarci o peggio ancora ad uccidere qualcuno se ci viene detta una parola fuori luogo. Quante volte avete visto un animale combattere o uccidere un altro simile per cose banali? Il più delle volte un animale prima di arrivare ad un scontro di natura (più o meno) violenta utilizza tutta una serie di segnali (segnali calmanti) per far capire all’altro la sua volontà di non entrare in conflitto.

convenendo così alla fine, che gli animali potessero avere una vita emotiva molto significativa e profonda. La prova più evidente è che tutti i mammiferi condividono la stessa struttura cerebrale, quella del sistema limbico che controlla le emozioni. Charles Darwin (1872/1998) sosteneva l’idea della continuità evolutiva, affermando che le differenze tra specie fossero differenze di grado, piuttosto che di genere. Marc Bekoff descrive gli animali non umani come individui dalla personalità ricca, con una mente collegata ad emozioni, esseri senzienti con complesse vite affettive passibili di relazione empatica. Nel mondo della cinofilia si fanno tantissimi errori perché si hanno ancora delle convinzioni sbagliate riguardo la comunicazione e le emozioni degli animali. Ogni giorno (involontariamente) diversi proprietari di cani con i loro atteggiamenti rinforzano negli animali comportamenti sbagliati.

Fino a qualche anno fa molti scienziati erano decisamente scettici riguardo al fatto che gli animali fossero in grado di provare emozioni ma grazie agli studi di molti etologi famosi, fra cui il Prof. Marc Bekoff, e l’interesse mostrato anche da parte di studiosi di altre discipline ( biologia, antropologia, psicologia, filosofia, teologia), si è avuta una rivoluzione di pensiero Ma quanto è importante coriguardo questo argomento, noscere il linguaggio del ca-

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ne? Come comunica il nostro amico a quattro zampe ? Bisogna sapere prima di tutto che il cane non conosce il nostro linguaggio ma è un animale visivo, che comunica con i segnali del corpo, ed ogni nostro gesto per lui corrisponde ad un messaggio ben preciso che gli stiamo inviando. Il cane impara a riconoscere le nostre parole attraverso le associazioni gestuali e non bisogna arrabbiarsi se a volte fa cose che sono il contrario delle nostre aspettative, per noi alcuni atteggiamenti significano una cosa ma per il nostro cane possono significare tutt’altro. Prima di imputare errori ai nostri animali bisognerebbe avere l’umiltà di mettersi dall’altro capo del guinzaglio, cercando di prendere sempre in considerazione il CINOFILI STANCHI

loro punto Prestate anche molta attenzione al guinzaglio, non di vista. strattonatelo, non mandatelo Quando so- mai in tensione perché un no in giro guinzaglio rigido può comucon il mio nicare al cane una situazione cane a volte di pericolo. mi capita di vedere per- Per capire se il vostro cane sone che mostra una predisposizione hanno degli al gioco o all’interazione paa t t e g g i a - cifica potrete vedere le sementi non guenti posture corporee codel tutto me orecchie ben erette, coda corretti o scodinzolante molto morbic o m p l e t a - da, corpo rilassato, inchini, mente sba- saltelli, ecc. e in alcuni casi gliati con i abbaio stridulo di richiesta. loro cani. Per esempio ci so- Chiaramente la voglia di reno proprietari che, quando lazionarsi deve essere reciincontrano un altro cane, proca anche per l’altro cane trascinano via il loro tirando che si è incontrato per strail guinzaglio, a volte quasi da. Imparare a capire quanimpiccandolo, o ancora do il nostro cane esprime la prendendolo in braccio, no- volontà di volere fare una nostante il fatto che il loro cosa o meno è decisamente animale avesse mostrato una importante al fine di prevepropensione molto esplicita nire situazioni spiacevoli o nel voler giocare o sempli- problematiche comportacemente relazionarsi con mentali. l’altro. Altre volte mi è capitato addirittura di veder pu- D’altro canto non si deve nito il proprio cucciolo neanche insistere nel fare (frustato con il guinzaglio) interagire un cane con i suoi solo perché “a detta del pro- simili (anche se questi coprietario” stava giocando in municano atteggiamenti pamodo troppo irruento. Così cifici), buttandolo sull’altro facendo il cane imparerà da- cane, quando mostra chiaragli atteggiamenti del pro- mente segnali di paura come prietario che l’altro cane per esempio: postura rigida può essere una minaccia o d e l c o r p o , o r e c c h i e qualcosa comunque di cui all’indietro, coda abbassata, preoccuparsi, determinando e segnali calmanti come così paure o aggressività nei (sbadiglio, leccatina sul naconfronti dei propri simili e so, zampa anteriore alzata, timore del proprio padrone. girerà la testa ecc). Quello 38


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che vogliamo noi non sempre corrisponde a ciò che vuole il nostro cane e forzare le cose potrebbe essere controproducente. I nostri atteggiamenti influenzano molto la vita emotiva dei nostri cani perché siamo noi a gestirli. Osservare la loro comunicazione ed imparare a rispettare le distante ci aiuta a prevenire molte situazioni spiacevoli. I cani come gli esseri umani hanno il loro spazio personale, la loro zona di comfort, che li separa e li protegge dal resto del mondo, che può variare a secondo del loro stato emotivo, di chi gli sta di fronte e dell’ambiente in cui si trovano. La studio dei gesti, dei comportamenti, dello spazio e delle distanze all’interno di una comunicazione verbale e non verbale, si chiama prossemica ed è tanto importante negli animali quanto lo è per l’uomo.

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spugne ed apprendono molte cose per osmosi, sia negative che positive. Mantenere un atteggiamento tranquillo aiuterà molto il vostro animale a relazionarsi nella maniera corretta. Nella gestione di un cane, come del resto in molte altre situazioni nella vita, la capacità di guardare le cose La prossemica (da un disegno di F. Gianmatteo) da altre prospettive è davvero fondamentale. di voi e vivrete così dei momenti più sereni. Ricordate che le nostre regole umane non sono le loro regole, piegare la volontà del cane sotto la nostra non vi porterà a raggiungere alcun risultato positivo. Infine cercate di ascoltarvi e di gestire le vostre emozioni, perché i nostri cani sono come delle

Quando tenete il vostro cane al guinzaglio osservatelo attentamente e cercate di cogliere i messaggi che invia quando si sta avvicinando un suo simile. Se riuscirete a capire cosa sta comunicando e a non a forzare (come spesso accade) incontri con altri cani (o persone), lui imparerà a fidarsi 39


di Davide Bressi Nell’ultimo numero di “Cinofili Stanchi” abbiamo discusso di alimentazione. Un tema molto delicato e complesso. Si è parlato di proteine, grassi e ceneri e dell’importanza di una dieta equilibrata e sana. Oggi parleremo delle principali vitamine mentre nel prossimo numero del nostro magazine on-line continueremo la discussione affrontando l’argomento inerente i sali minerali e il ruolo che ricoprono nell’organismo del cane. Incominciamo dicendo che le vitamine sono composti organici necessari per molti dei processi che hanno luogo nel corpo di un cane come nell’uomo. Ogni vitamina ha

CINOFILI STANCHI

una funzione specifica e il suo apporto varia a seconda della razza, dell’età (accrescimento, cane adulto, anziano), del tenore di vita (cane sportivo o non attivo), gravidanza per i soggetti di sesso femminile. La carenza di vitamine spesso rendono il corpo vulnerabile, esponendolo a rischio infezioni, malattie ed infortuni. Nei mangimi secchi le vitamine patiscono particolarmente il processo di lavorazione e perdono di qualità. Dunque potrebbe essere necessario aggiungere alla dieta del cane alimenti freschi di origine vegetale e animale. Per chi possiede soggetti con particolari problemi gastrointestinali, e una minima variazione/integrazione della

dieta con altri alimenti comporterebbe problemi di digestione, può optare per integratori vitaminici in polvere o capsule da miscelare alla pappa del nostro amico. Periodi di stress come l’educazione e l’addestramento richiedono maggiore apporto. Va detto però che non bisogna esagerare e farsi consigliare sempre da un medico veterinario possibilmente specializzato in nutrizione perché alcune vitamine possono avere effetti boomerang nel tempo. Evitare dunque il fai da te! Le vitamine si suddividono in due grandi categorie: Vitamine liposolubili A, D, E, K solubili nei grassi e

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che vengono quindi immagazzinate nel tessuto grasso del corpo. L’organismo attinge a questa riserva quando i livelli di tali vitamine si esauriscono. Una dose eccessiva di queste vitamine possono essere dannose nel cane. Vitamine idrosolubili C, B1, B2, B3, B5, B6, B7, B9, B12, H. Queste vitamine possono essere facilmente assorbite e utilizzate dal corpo. Ad eccezione della vitamina B12, le vitamine idrosolubili non vengono immagazzinate nell'organismo in quantità apprezzabili. Dal momento che qualsiasi eccesso di queste vitamine viene facilmente espulso dal corpo, il rischio di tossicità è relativamente basso. Questo significa che i cani hanno bisogno di una fornitura costante di tali vitamine nella loro dieta. In breve andiamo a conoscere la loro funzione. La vitamina A è fondamentale per la vista e per la cute del cane. Stimola la rigenerazione, la protezione della pelle e delle mucose ed è essenziale per un mantello sano. Quantitativi eccessivi possono causare danni permanenti e, nei casi peggiori, portare alla degenerazione o all'ingrossamento del fegato, danni alle ossa e disidratazione. Una corretta dose è quindi essenziale. La vitamina A è anche un antiossidante e riduce l'effetto dannoso dei radicali liberi. E’ contenuta nei vegetali (specialmente nelle carote), nel latte, fegato.

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La vitamina D responsabile della formazione di denti e ossa aiuta l’organismo ad assimilare e immagazzinare il calcio. E’ importante nei cani giovani per assicurare la giusta calcificazione delle ossa. Una sua carenza può causare danni all’apparato scheletrico: (ossa poco calcificate, articolazioni gonfie, osteomalacia, osteoporosi ecc.) Una quantità eccessive di vitamina D, durante un periodo prolungato, può essere dannosa e causare depositi maggiori di calcio negli organi e nei vasi sanguigni. E’ contenuta nell’olio di fegato di pesci e nel lievito. La vitamina E importante per il sistema immunitario. La sua carenza può portare a disturbi per la crescita, problemi muscolari come atrofia muscolare e problemi al tessuto nervoso e ghiandolare. Nei cani utilizzati per la riproduzioni può causare una ridotta fertilità. E’ un antiossidante ed è indispensabile per l’assorbimento della vitamina A. E’ contenuta nei semi di cereali, negli ortaggi a foglia larga, nei semi e frutti oleosi, e negli oli. Inoltre, in quantità minore, anche nel fegato, nelle uova e nei latticini. La vitamina K garantisce la corretta funzionalità di alcune proteine che formano e mantengono forti le ossa. Favorisce la coagulazione del sangue in presenza di ferite. E’ contenuta nei vegetali.

un antiossidante. I cani sintetizzano quantità sufficienti di vitamina C nel fegato e nei reni. E’ contenuta specialmente nelle verdure fresche, negli agrumi e nei kiwi. Il complesso vitaminico B comprende molte vitamine essenziali, come la B1, B2, B3, B5, B6, B7, B9, e B12: svolgono un ruolo importante nei processi metabolici del cane. Stimolano la rigenerazione della cute e delle mucose. Aiutano ad incrementare la produzione di globuli rossi. Una carenza di queste vitamine può portare a un disturbo metabolico e neurologico. Sebbene si debba evitare di fornire al proprio cane quantitativi eccessivi di vitamina B per un periodo prolungato, le vitamine appartenenti a questo gruppo non sono considerate tossiche, poiché vengono espulse facilmente dal corpo. Sono contenute principalmente nei cereali, nel lievito, nel fegato e nella carne. La vitamina B1 contribuisce a regolare il metabolismo aumentando la capacità di assimilazione del calcio e fosforo. Migliora il funzionamento delle cellule nervose e del muscolo cardiaco. Aiuta anche a proteggere il tratto gastrointestinale.

Le vitamina B2, B5, B6 e B9 (B9 detta anche acido folico) sono sostanze fondamentali per il metabolismo di proteine, amminoacidi, grassi e carboidrati. Agiscono sulla sintesi Vitamina C rinforza il sistema ormonale e sulla produzione di immunitario e aiuta alla forma- globuli rossi. Aiutano il beneszione e rimarginazione del tes- sere della cute del cane. suto connettivo. È anch’essa 42


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La vitamina B3 (PP) è essen- Per concludere, vorrei soffermarziale per la protezione della mu- mi brevemente sulla gestione alimentare del cane sportivo. cosa dell’apparato digerente. Come già detto, il cane “atleta” La vitamina B7 (H) contribui- necessita di una dieta mirata in sce alla produzione e all'esauri- quanto il carico di lavoro e lo mento degli acidi grassi e all'e- stress sono diversi rispetto ad un saurimento degli amminoacidi. cane che gode di una vita sedenGrazie alle sue molteplici funzio- taria. Gli infortuni che si presenni, svolge anche un ruolo deter- tano non sono dovuti sempre a minante nel favorire la salute di cause accidentali o errata prounghie, pelle e manto del cane. grammazione atletica, ma a diete inadeguate. L’alimentazione corLa vitamina B12, , è fondamen- retta oltre che al miglioramento tale per la crescita e di vitale im- della massa e potenziamento muportanza per la formazione di scolare favorisce il recupero tra emoglobina. Riduce l'incidenza le sessioni di allenamento ridudi malattie cardiovascolari. E’ cendo al minimo i rischi legati contenuta in alimenti di origine all’attività sportiva. animale e quindi carne (fegato in Personalmente in questi anni graparticolare), pesce, latte e uova. zie alla programmazione di una

dieta veramente equilibrata e sana ho risolto diversi problemi e ottenuto molti risultati in allevamento. I cibi freschi e lavorati correttamente garantiscono una migliore digeribilità che si concretizzano con una miglior assimilazione degli alimenti. Il che vuol dire salute e benessere del nostro cane garantita sempre!!

Davide Bressi Brs Passion Rottweiler Kennel San Marco in Lamis (FG) http://www.brspassion.it/it/ home-page

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Per i vostri problemi quotidiani di gestione o per questioni relative ai comportamenti dei vostri cani scrivete alla e-mail cinofili stanchi@yahoo.it e vi sarà risposto in questa rubrica.

qui. In realtà, il problema da Lei descritto mi da forte preoccupazione, poiché i sintomi indicati sono quelli tipici della sindrome distimica del pastore tedesco, una patologia che ha origini ereditarie.

Ci scrive la signora Silvia dalla Provincia di Bologna. “Abbiamo un pastore tedesco che sembra diventare aggressivo senza alcun motivo. Se in quel momento qualcuno gli è vicino rischia di farsi molto male. Lui è calmo e poi all’improvviso esplode. Non sappiamo più cosa fare né come comportarci. Ha già morsicato dei vicini e anche il postino”.

Perciò, i tentativi di recupero comportamentale sono vani nella maggioranza dei casi. Dovrà, perciò valutare quali altre iniziative siano possibili da adottare con l’aiuto di un veterinario comportamentalista. Purtroppo, in questo caso l’unica figura professionale che può essere utile a risolvere parzialmente il problema.

R. Signora Silvia, il postino è una vittima sacrificale abituale per i cani aggressivi (come può vedere dal titolo di questa rubrica). Ma l’umorismo si ferma

Rinforzo – Qualsiasi stimolo od evento che produce un aumento nella probabilità di comparsa della risposta che lo ha preceduto. Sentimento – Condizione affettiva positiva o negativa che dura nel tempo (al contrario delle emozioni che sono provvisorie). Simbiosi - Associazione fra due o più individui appartenenti a specie vegetali o animali diverse, in modo che dalla vita in comune traggano reciproco vantaggio. Somestesi - Percezione della propria superficie corporea. Tassonomia – Criterio di classificazione degli organismi viventi. In Zoologia, ad esempio, tramite la Tassonomia vengono assegnati un nome ed un prenome in latino ad ogni animale in modo da identificarne chiaramente il genere di appartenenza (ad esempio Canis) e la specie (ad esempio lupus); un ulteriore prenome tende ad identificare, laddove presente, la sottospecie (ad esempio pallipes). Topognosi - Conoscenza delle diverse superfici o materiali su cui si cammina.

Giovanni Padrone A.C.C.S.C. RAVENNA

Simbiosi fra anemone di mare e pesce pagliaccio

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di Roberto Mannu - Questa è una storia recente che ha per protagonista di un incidente la nostra Chantal, sconvolgendo noi tutti emotivamente. La nostra cucciola nasce l’1 luglio 2012 da Arabella & Unkas Di Albascura; all’età di 70gg (circa) perde totalmente e di netto la zampa anteriore sinistra. Un solo grido nel momento dell’arto reciso, nessuna perdita di sangue (se non pochissime gocce), la corsa su tre zampe, con la spalla sinistra che toccava il terreno, per venire da me al momento in cui l’ho chiamata perché non la vedevo. Appena visto quello che gli era capitato, un attimo di smarrimento insieme alla mia Titti, poi senza perdersi d’animo abbiamo immerso l’arto amputato in un bicchiere colmo d’acqua ossigenata per 10 minuti buoni. Subito dopo l’ho adagiata a terra e lei tranquillamente camminava (come poteva..) sugli arti rimasti e cercava il nostro sguardo chiedendo attenzioni e coccole. Mai, e ribadisco, mai un lamento, eppure era solo una piccola cucciola a cui avevano amputato un arto! Mezz’ora dopo averla medicata, eravamo dal nostro amico e veterinario di fiducia

(dottor Piero Biollo), il quale, dopo averla visitata e controllata, non ha nemmeno dovuto dare un solo punto, talmente netta era la recisione sull’arto. Durante il viaggio di ritorno non emette un lamento ma si accoccola dolcemente tra le mie braccia. Martina, nostra figlia, si prese cura di lei nei giorni successivi all’evento traumatico; insieme, subito dopo il suo incidente, decidemmo che lei sarebbe rimasta a casa con noi. Oggi Chantal è felice e serena insieme a noi, non patisce della mancanza del suo arto, anzi gioca e corre (anche abbastanza veloce per avere tre zampe) insieme ad altri cani piccoli e adulti. Questa è una storia che non avrei voluto raccontare, volevo tenerla per me; per noi, erano scelte nostre, come molte altre che riguardano i nostri cani. Se ho scelto di raccontarla, è solo per far capire a certa gente come vive con i suoi cani un vero Allevatore Cinofilo, cosa porta dentro

il suo cuore un uomo che vive di e per i cani. Certa gente che “sputa sentenze” senza avere la minima cognizione delle vicissitudini di una cucciola e della sua Famiglia, non può comprendere il senso di determinate scelte, perché estranea a tutto ciò che vivo e che mi appartiene! Questa è la nostra storia, la storia di una cucciola “sfortunata”, la storia che unisce la nostra Famiglia e la storia di un uomo, un allevatore, sì, uno di quelli che solitamente è additato per “lucrare” e “sfruttare” i cani e quando è il momento di “sbarazzarsi” dei cani che non “servono” più. Ecco, questa è la Nostra storia, una storia che unisce uomini e cani in un tutt’uno.

Roberto Mannu Allevatore Cinofilo Ric. E.N.C.I. -F.C.I. Iscritto Registro degli Addestratori E.N.C.I. Sez. 1 Cani da Utilità 46


UN CANE E’ MORTO - P. Neruda Il mio cane è morto. Lo sotterrai nel giardino insieme ad una vecchia macchina ossidata. Lì, non più sotto, ne più sopra, si unirà con me un giorno. Ora ormai se ne è andato col suo pelame, la sua maleducazione, il suo naso freddo. Ed io, materialista che non crede nel celeste cielo promesso per nessun umano, per questo cane o per ogni cane credo nel cielo, sì, credo in un cielo dove io non entrerò, però lui mi attende ondulando la sua coda di ventaglio perché io al giungere abbia amicizie. Ahi, non dirò la tristezza sulla terra di non averlo più per compagno perché mai fu per me un servitore. Ebbe verso me l’amicizia di un riccio che conservava la sua sovranità, l’amicizia di una stella indipendente

senza più intimità dell’essenziale, senza esagerazioni: non si arrampicava al mio vestiario e senza chiedermi nulla. coprendomi di peli o di acari, non strofinava contro il mio giAhi quante volte volli avere coda nocchio andando unito a lui per le rive come altri cani ossessivi. del mare, nell’Inverno di Isla Negra, No, il mio cane mi guardava dandomi l’attenzione necessaria, nella grande solitudine: in alto l’aria l’attenzione necessaria a far comprendere a un vanitoso trapassata di uccelli glaciali e il mio cane che saltava, irsuto, che essendo cane lui, colmo con quegli occhi, più puri dei di voltaggio marino in movimento: miei, perdeva il tempo, ma mi guarda- il mio cane vagabondo e fiutante inalberando la sua coda dorata va fronte a fronte all’Oceano e alla con lo sguardo che mi riservò sua spuma. tutta la sua dolce, la sua pelosa vita, la sua silenziosa vita, vicino a me, senza mai importunarmi,

Allegro, allegro, allegro come i cani sanno essere felici, senza nient’altro, con la tirannia della natura sfrontata. Non c’é addio al mio cane che è morto. E non c’é né ci fu menzogna tra di noi. Già se ne andò e lo interrai, e questo era tutto.

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di Giovannni Padrone - Il paleontologo Xiaomin Wang, curatore del Museo di storia naturale di Los Angeles, ha effettuato studi molto approfonditi su cugini molto stretti dei canidi: i Borofagini. Questi mammiferi carnivori apparvero oltre 30 milioni di anni fa insieme al più antico canide, Leptocyon vulpinus, e sono entrambi quindi due rami evolutivi paralleli provenienti dagli antichi Hesperocyonidae, apparsi circa 4/6 milioni di anni prima, e non due rami conseguenti l’uno dell’altro (prima i Borofagini, poi i Canidi) come fino a qualche anno fa si presupponeva.

che anche i grandi Borofaginae apparsi 16 milioni di anni fa fossero degli attivi cacciatori in gruppo. Come sostiene lo scienziato “...Anche se la differenza nella morfologia del cervello è interessante, non sembra essere sufficiente ad escludere un comportamento sociale nei Borofagini. La relazione funzionale tra morfologia del cervello esterno e un comportamento complesso come la socialità non è ben definito. D'altra parte, l'associazione fra caccia di gruppo con una dentatura da ipercarnivori, delle mascelle forti, una ridotta flessibilità delle zampe anteriori e una massa corporea superiore a 21 kg seGli studi di Wang hanno por- gue considerazioni sia energetato ad una conclusione: anche tiche che funzionali.” se non sono state trovate prove definitive, ma solo forti indizi, Per quanto riguarda le specie si deduce che circa 16 milioni estinte direttamente connesse di anni fa i Borofaginae au- con le specie di Canidi viventi, mentarono le proprie dimen- abbiamo Canis arnensis e C. sioni e mutarono la morfologia Falconeri che hanno volume craniodentale, probabilmente corporeo adatto a far pensare perché si specializzarono nel di questi antichi canidi come a cacciare prede più grandi dei cacciatori attivi in branco: (mentre in precedenza le spe- infatti il primo è stimato fra i cie appartenenti a questo grup- 21 e i 28 kg di peso, il seconpo erano tendenzialmente ipo- do oltre i 25 kg. Del resto, ancarnivori, durofagi (man- che l’apparato dentale fa pengiatori di animali con conchi- sare che si trattasse di animali glia) e probabilmente spazzini. molto attivi nella caccia. CoConsiderando che sia i canidi me sostiene Carlo Meloro più grandi (lupi, licaoni e dho- dell’Università degli Studi di les, ma anche il piccolo Speo- Napoli nel suo studio (Pliothos venaticus del sud Ameri- Pleistocene large carnivores ca), sia la specie di ienidi di from the Italian peninsula: dimensioni maggiori (Crocuta functional morphology and crocuta) sono attivamente cac- macroecology - 2007), “...Di ciatori in branco, è facile pre- solito Canis etruscus è consisupporre per comparazione derato un cacciatore in branco CINOFILI STANCHI

ma non vi è alcuna prova formale o ricostruzione paleoecologica di un tale comportamento. Vale la pena ricordare che C. etruscus è uno dei canidi più abbondanti in Italia (Raia et al. 2006b) e, probabilmente, in Europa...” ed anche “...Tra i canidi, entrambi gli esemplari di Canis etruscus sono classificati come mangiatori di carne di grosse prede. Ciò significa che tale ‘cane’, nella penisola italiana, probabilmente era già un cacciatore in branco e la sua somiglianza morfologica con il lupo attuale è sicuramente sorprendente...”

Canis etruscus

Considerando che C. etruscus (in particolare la sottospecie C. e. mosbachensis) viene reputato essere il diretto antenato del lupo grigio (Canis lupus) è a questo punto facile capire da dove abbia avuto origine la caccia in branco di quest’ultimo. Ma questo comportamento sociale è solo uno dei tanti che il lupo ha acquisito dai suoi antenati e che il cane ha ereditato, almeno in parte, trasferendone alcuni dall’antico branco al proprio compagno simbiotico, l’essere 48


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umano. Perché, in effetti, i comportamenti atti a rinforzare il legame sociale fra i lupi sono molti e variegati, così come per le altre specie di Canidi altamente sociali. Ed i cani ne hanno di analoghi che utilizzano nei confronti dei propri simili e dei propri compagni umani, oltre che ad altri animali domestici conviventi. Sempre che siano in grado di comunicare coi cani. Vi è la fondata certezza che fra diverse specie estinte vi fosse una convivenza molto stretta all’interno di gruppi sociali più o meno numerosi, probabilmente già prima del lupo grigio gruppi che godevano di una certa coesione familiare. A parte gli antenati del lupo, ad esempio, un forte candidato sembra essere Canis dirus, un grosso Canide molto simile al lupo, apparso oltre un milione e mezzo di anni fa nel nord America e scomparso alla fine dell’ultima glaciazione. Questo grosso carnivoro visse ai tempi in cui nel Nord America esistevano altri grandi predatori, come Smilodon fatalis (che condivideva con C.d. una forte socialità nei confronti dei propri simili, similmente al leone) e Arctodus simus, un orso alto 3,5 metri e pesante una tonnellata, probabilmente un predatore solitario. Anche in questo caso i paleontologi hanno tratto le loro conclusioni basandosi sui resti di numerosi C. dirus ritrovati attorno a delle prede, presso il sito californiano di Rancho la Brea, un antico deposito di asfalto naturale vicino a Los 49

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Angeles che intrappolò per innumerevoli millenni molti rappresentanti delle varie specie animali che nel Pleistocene vivevano nei paraggi. Quando un bisonte o un equino finivano intrappolati nella presa mortale del catrame, i predatori vi si avventarono presupponendo evidentemente di avere un facile pasto. In realtà tutti fecero la stessa fine. Fra questi predatori i più numerosi furono i C. dirus (del quale sono stati individuati oltre 2.000 scheletri) ed è per questa ragione che si è ipotizzato quanto sopra.

dall’acqua e dal fango ed altre sopravvissero al grande diluvio. Fra queste, il lupo, il cane che già da un po’ aveva seguito una sua strada lontano dall’ambiente selvatico ed il compagno del cane: l’uomo.

N.B. La prima e la seconda parte di questo articolo sono l’introduzione al primo capitolo del terzo libro che sto scrivendo sui cani dal titolo ‘I miei cani parlano...’ in cui tratto del comportamento sociale dei nostri amici a 4 zampe. Una anteprima che ho voluto regalare ai fedeli lettori del nostro magazine. Il nuovo libro (in formato pdf) sarà disponibile fra fine 2013 e inizio 2014.

Canis dirus

Quando il lupo grigio si trasferì dall’Eurasia all’America circa 100.000 anni fa, entrò in contatto con il suo lontano cugino e sicuramente ebbero a disputare le stesse prede di cui entrambi si nutrivano. Ma, mentre il lupo sopravvisse all’ultima glaciazione, C. dirus si estinse, probabilmente perché non fu in grado di adattarsi ai rapidi cambiamenti climatici che questo evento comportò. Perché, come per i dinosauri ed altre specie in passato, fu un meteorite di grandi dimensioni a schiantarsi al suolo e causare lo scioglimento improvviso della calotta glaciale a nord dell’equatore. Fu così che molte specie s c o m p a rv e ro c a n c e l la t e

Giovanni Padrone Educatore cinofilo autore dei libri ‘Sussurra al tuo cane’ ‘...E il cane decise di incontrare l’uomo’


14 settebre 2013 c/o ANIMAL WELLNESS A.S.D. - SERMIDE MN Stage rivolto a tutti gli appassionati di Molossi, Mastini, Molossoidi, Cani da presa e terrier di tipo bull Verranno trattati i seguenti temi: -Storia ed evoluzione -Psicologia del molosso -Tecniche d'educazione ed addestramento specifiche -Tecniche d'addestramento sportivo specifiche -Test caratteriali -Preparazione atletica del cane da lavoro -Come rapportarsi con un molosso STAGE PRATICO Relatore: Simone Simonante Istruttore cinofilo e giudice ufficiale ANPC Giudice ufficiale Allevatore Dogo Argentino e Rottweiler Scadenza iscrizioni: 24 Agosto 2013 Costo iscrizione: Euro 80,00 Luogo: A.S.D. ANIMAL WELLNESS Campo ufficiale ANPC Sermide (Mn) PER INFO ED ISCRIZIONI: Marcello Messina 348-8029763 info@marcellomessina.com 50


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CINOFILI STANCHI Un periodico cinofilo edito dai CINOFILI STANCHI I nostri collaboratori (educatori, addestratori, allevatori e cinofili professionisti) sono presenti a Ovada (AL), Sermide (MN), Castellazzo novarese (NO),Parma, Ravenna, Ancona, Velletri e San Marco in Lamis (FG). Piemonte: OVADA -AL- cell. 347-5760185 Castellazzo Nov.se -NO- cell. 339-7397499 Lombardia cell. 348-8029763 Emilia Romagna PARMA 346-6964342

Cinofili Stanchi nasce dall’idea di quattro cinofili di professione (Marcello Messina, Roberto Mannu, Gianluca Gherghi e Giovanni Padrone) che hanno unito le proprie menti ed esperienze per creare un punto di riferimento per chi vive col proprio cane e necessita di corrette informazioni per migliorare il proprio regime di vita. ‘Cinofili stanchi’, perché stanchi della totale disinformazione che regna nella cinofilia nostrana, stanchi di chi fa marketing sulla ignoranza delle persone, stanchi delle leggende metropolitane che sembrano governare le menti di chi dovrebbe diffondere una corretta cultura cinofila e non lo fa. Chiunque desideri contribuire col proprio sapere sarà ben accetto dopo aver aderito al nostro codice etico che pone avanti a tutto il benessere psicofisico del cane.

RAVENNA cell. 338-1841201 Marche: cell. 338-3787447

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Cerca di essere una brava persona come il tuo cane pensa tu sia. Per questa e tante altre ragioni non maltrattare, né abbandonare il tuo migliore amico. Chi maltratta o abbandona un cane non è una brava persona. 52


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