Juggling Magazine #76, september 2017

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issn 1591-0164. Poste Italiane SpA sped. in a.p. 70% DCB Viterbo. Contiene allegato P. e allegato R. € 3,00

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Piergiorgio Milano, Pasadilla - foto di andrea macchia

bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno XIX, n. 76, settembre 2017 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) h www.jugglingmagazine.it e jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 347 6597732 Direttore Responsabile Marcello Baraghini Direttore Editoriale Adolfo Rossomando Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h www.ruggieripoggi.it t 06 57305105 Distribuzione Nuovi Equilibri t 0761 352277 f 0761 352751 Stampa Pixartprinting Stampato il 20 settembre 2017 In copertina European Juggling Convention 2017, Lublin (Polonia) Foto di Jacub Pecio

Con il sostegno di

Giocoleria che passione. Nel celebrare la 40^ edizione della EJC dedichiamo ampio spazio su questo numero ai giocolieri. A quelli che hanno segnato un’epoca di rivoluzione, a quelli che questa rivoluzione stanno spingendo in ulteriori e nuovi territori. Circo e Mediterraneo. Mentre continuiamo a battere le piste che il circo ha creato nell’Europa del Nord e in quella Centrale,

partiamo alla scoperta del circo nei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo e che da questa prossimità traggono ispirazione e influenze. Una ricerca che ci vedrà impegnati nei prossimi anni nel valorizzare e promuovere i suoi esiti, i suoi protagonisti. Studi e Ricerche. Sul fronte degli studi e delle ricerche sul circo, sempre più frequenti e approfondite, dedichiamo spazio alle giovani entusiaste “penne” che le loro ricerche sono state capaci di portare in contesti internazionali, in attesa del prossimo incontro alle Giornate di Studio alla Statale di Milano. Formazione continua. Terminato il XVI Meeting degli Operatori di Circo parte subito la formazione annuale SFERA. Una conferma dell’impegno di CircoSfera nel fornire al settore percorsi ed occasioni di aggiornamento professionale. Chapiteau Mon Amour. Tutti a Bologna a fine ottobre per Città di Circo, iniziativa/rassegna a cura del Forum FNAS delle Compagnie sotto Chapiteau, occasione importante di incontro e confronto da non perdere. Adolfo Rossomando

EDITORIALE

direttore editoriale Juggling Magazine


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eJc2017

22/30 LUGLIO, LUBLIN (POLONIA) www.ejc2017.org

foto di Jacub Pecio

intervista a Joanna del core team La prima EJC che abbiamo organizzato nel 2012 a Lublin è stata una grande esperienza. C’era una bella atmosfera e tutti erano

contenti, ma sfortunatamente arrivarono solo 1500 giocolieri, un po’ per la lontananza, un po’ forse per la poca stima nei con-

fronti di organizzazioni polacche. Ma sicuramente chi è venuto ha raccontato al suo ritorno di una bella EJC e questo ha contribuito per questa seconda edizione a vincere tutte queste infondate remore. Ma la EJC2012, oltre a lasciarci con un buco finanziario grosso e difficile da riappianare, ci lasciò la consapevolezza che avremmo potuto gestire bene una EJC. Unita ai feed back molto positivi da parte di media e dell’amministrazione, questa consapevolezza ci ha spinto a candidarci per una seconda volta. La coincidenza che vedeva nel 2017 l’anno di celebrazione del 700° anniversario della città di Lublin e della 40° edizione della EJC ci sembrava un’occasione unica. Al Comune è piaciuta l’idea e ci hanno fornito subito garanzie di supporto organizzativo, ora che conoscevano bene come funziona una EJC. Oltre al Comune anche altre associazioni e ONG si erano offerte per aiutarci e quest’anno ci siamo ritrovati una task force di tecnici davvero eccezionale.

reasons to be cheerful

Abbiamo imparato tanto dall’edizione del 2012. La prima cosa su cui abbiamo lavorato per la EJC2017 è stato un piano finanziario solido, che contasse anche sui contributi della città e del Ministero della Cultura. Questa volta non potevano sbagliare, e quando le pre-iscrizioni sono arrivate in abbondanza ci siamo sollevati e abbiamo capito che ce l’avremmo fatta. Abbiamo posto attenzione anche su aspetti apparentemente marginali ma importanti per i giocolieri, come la copertura di feltro sul pavimentodella palestra, oppure la distribuzione nell’area della EJC

#atributeto40EJCs #ejc2017 #ejcjunkies #ejc40yearsandrunning

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Jc2017 dei vari servizi e palchi. La partecipazione alla EJC2017 di oltre 3000 giocolieri è stato un grande successo, che ripaga tutti dei tanti sforzi profusi: A cominciare dal core team, rimasto lo stesso del 2012 e composto da 5 persone, per proseguire poi con i circa 30 coordinatori di aree specifiche, e naturalmente tanti giocolieri che si sono proposti come volontari durante l’EJC. Dal 2012 la nostra organizzazione è cresciuta tantissimo, anche grazie alla EJC di quell’anno. L’amministrazione comunale era rimasta positivamente sorpresa della EJC2012 e ci ha dato

molto credito e supporto, anche economico, per i nostri progetti. Ora abbiamo un training space che non avevamo prima, una convention di giocoleria ogni anno, masterclass, workshop, e supporto economico della città e della regione. Hanno creduto in noi e possiamo dire che oggi Lublin è dventato il polo più importante per quanto riguarda le arti circensi in Polonia, con qualche centinaio di persone che si allenano regolarmente, e molti vengono da diverse città del paese per unirsi al nostro team. Alla EJC di quest’anno abbiamo avuto 150 giocolieri polacchi iscritti, al di fuori di tutto quelli coinvolti nell’organizzazione, un vero record. Saremo stati circa 300 polacchi qui quest’anno, mentre di solito non ne vedevi più di 20/30 alle EJC. Tra i nostri obiettivi futuri quello di aprire una scuola di circo, che in Polonia non esiste ancora, o meglio un Centro di Arti Circensi dove si faccia formazione, ricerca, spettacoli, etc Il Circo in Polonia non è ancora pienamen-

te riconosciuto, ma l’anno scorso abbiamo potuto finalmente partecipare ad un bando sulle politiche sociali utilizzando lo strumento circo come soggetto di una campagna nazionale sulla cittadinanza

attiva. Le cose stanno cambiando e anche sulla stampa cominciano a prestare attenzione al circo di oggi.

la eJc ha festeggiato quest'anno i suoi 40 anni.... uno degli eventi più longevi e visionari nel panorama della rinascita delle arti circensi in europa. il nostro contributo a questa lieta ricorrenza è stata una carrellata di 40 mini video interviste raccolte a lublin. tra gli intervistati una variegata compagine di veterani della eJc e di giocolieri che, da quando l’hanno scoperta, difficilmente mancano alle eJc.

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comPagnie lPm - Piti Peta hofen show compagnielpm@gmail.com “3 paesi, 3 giocolieri, 3 oggetti. Uno spettacolo realizzato con umorismo, follia, e tecniche segrete mai viste prima da un pubblico umano. 3 personaggi vivono in un universo assurdo, con logiche contraddittorie, dove regna la stupidità e dove la giocoleria è la madre lingua. Il Piti Peta Hofen Show è un mix di 3 stili personali completamente differenti, caratterizzati dal gioco teatrale, dall’improvvisazione e dall’ossessione per gli oggetti. Questo spettacolo è adattabile a qualsiasi luogo e qualsiasi circostanza immaginabile come pioggia, tempeste o vulcani in eruzione” Questa è la descrizione del Piti Peta Hofen Show fornita sul web dai membri della Compagnia LPM: li abbiamo incontrati alla EJC2017 e poi al Cirk Fantastik e ne abbiamo approfittato per farci raccontare la genesi del loro spettacolo.

Un giocoliere di clave tedesco (Hannes), uno di palline brasiliano (Lucas) e uno di cerchi spagnolo (Andres). Ci siamo conosciuti alla scuola Le Lido nel 2013. Già durante il primo anno di formazione avevamo cominciato a mettere in scena qualche numero insieme. Poi siamo andati ad alcune convention di giocoleria in Brasile, e lì abbiamo proposto 20 minuti a mezza strada tra un numero di cabaret e uno spettacolo. Uniti dalla passione per la giocoleria siamo presto diventati amici, colleghi, conviventi, e abbiamo fondato insieme a Juan e

foto di Jacub Pecio

Rodri, altri due giocolieri conosciuti a Le Lido, la Compagnia LPM. Successivamente io e Andrei abbiamo frequentato il terzo anno a Le Lido e al termine siamo stati invitati ad un festival per realizzare uno spettacolo di 45 minuti. In 4 settimane creammo questo spettacolo, debuttando nel dicembre 2016, replicato con successo in molti festival in Italia (Circumnavigando, Scenica, Pennabilli, La Strada) in Brasile, Germania, Belgio, Portogallo e altri paesi d’Europa. Abbiamo anche appreso che non è facile inserirsi in questo settore. È l’inizio della nostra carriera, e lo stiamo facendo senza alcun supporto organizzativo. Avevamo molta voglia di creare qualcosa insieme, anche se all’inizio era difficile. Mescolavamo oggetti diversi in scena, e poco a poco lo spettacolo ha preso forma, ma per noi non è ultimato e vogliamo ancora lavorarci. Ciascun trick e ciascuna scena ha una sua storia dietro, un suo significato, che abbiamo scoperto insieme, perchè siamo giocolieri, amici, colleghi, conviventi. Proviamo a mixare tante idee nostre e farle diventare del gruppo. Ci interessa portare in scena noi stessi in un modo in cui di solito gli artisti non fanno, soprattutto a livello energetico. Ci piace dare tutto sul palco, non solo il nostro cuore e la nostra anima. Proviamo a mostrare la giocoleria, che è la nostra dolce ossessione, non solo come una tecnica ma come un veicolo per tutte le emozioni, dalla tristezza all’allegria. Questo è in sostanza la nostra ricerca, che avevamo già personalmente avviato prima di entrare a Le Lido, dove abbiamo poi acquisito tante competenze teatrali, di messa in scena, di scrittura. È stato naturale per noi trovarci insieme e cominciare questo percorso. Sapevamo che lo spettacolo che stavamo mettendo in piedi è uno spettacolo che sarebbe stato maggiormente apprezzato da un pubblico di giocolieri, perchè siamo giocolieri, amiamo la giocoleria e dai giocolieri riceviamo sempre feed back interessanti. È uno spettacolo che è uscito da noi, autentico. Il processo di creazione ci ha dato molto, lo facciamo per noi principalmente, e crediamo che per questo funzioni. È uno spettacolo nuovo, con uno stile differente e il pubblico vive con noi l’intera esperienza.

trovate su fb Juggling magazine, cercando attraverso uno degli # elencati nel titolo o scrollando i post fino alle date della eJc, le 40 risposte e i 40 sorrisi raccolti alla domanda unica: “per quale/i ragione/i, oltre al desiderio di giocolare in compagnia, continui a tornare ogni anno con piacere alla eJc?”

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Jc2017 wes Peden

www.wespeden.com

Giocolo ininterrottamente da 22 anni; agli inizi ero attirato dalla tecnica, ero assetato di tutti i trick che gli altri sapevano fare. Poi a circa 14/15 anni, influenzato da Jay Gilligan e Sean McKinney, che facevano sempre qualcosa di originale e interessante da vedere, ho cominciato ad inventare i miei trick. In seguito ho cominciato a far crescere insieme la mia tecnica e la mia creatività, due skill che considero complementari e che ho coltivato molto negli anni in cui frequentavo la scuola di circo DOCH. Negli ultimi due anni mi sono invece focalizzato su trick che avesse un senso portare in scena e includere nei miei spettacoli. Toppa tecnica rischia di diventare noiosa, o poco interessante per il pubblico, e ora mi chiedo sempre quale routine sia la migliore per far rimanere il pubblico con me, fargli avere voglia e curiosità di seguirmi, di vedere cosa farò subito dopo. Il pubblico è un riferimento importante e mi piace portare in scena qualcosa che non hanno visto prima e che li sorprenda. Provo nuovi attrezzi, nuove forme e al contempo, continuando la mia ricerca sulla tecnica pura, sto lavorando sul mio nuovo video che contiene tutto il mio repertorio tecnico più avanzato, che probabilmente non andrà mai in scena, oppure richiederà anni per arrivarci. Infine una grande parte del mio lavoro è postare video di giocoleria sul web. Mi piace vedere video cool postati online da altri giocolieri, mi dà molta energia e provo a fare lo stesso per alimentare questo scambio.

Il mio nuovo show “Zebra” è una reazione a “Volcano vs. Palm Tree”, dove alterno l’esplosività alla calma ed esploro la possibilità per queste due attitudini di coesistere. È uno spettacolo che ha un focus sugli oggetti che giocolo (fiori, vestiti, gonfiabili, etc.), sul setting, sull’energia e sul mood che porto in scena. Desidero che “Zebra” sia più intricato, più interlaccato, voglio trovare delle tecniche e andare in profondità, in modo da non sembrino solo “un altro trick con le palline”. Utilizzando le luci creerò un focus solo sul movimento delle clave, mentre io passerò in secondo piano. Mi occuperò anche del suono (affidarsi ai tecnici a volte mi porta nervosismo, non sai mai se faranno tutto alla perfezione, come richiedono i miei spettacoli...). Gestirò le luci con una serie di pedali posti in diverse parti del palco e la musica sarà tutta suonata su vinile, un oggetto molto delicato e che manipolerò come se fosse un oggetto da giocolare.

foto di florence huet

Nel processo di creazione lavoro su idee che elaboro durante la mia ricerca o che mi appassionano nella vita. Nell’ultimo spettacolo ho presentato elementi di giocoleria con il gomito che mi erano sembrati ad un certo punto interessanti da proporre. Poi ho cominciato a sviluppare la tecnica del cerchio che rotea intorno al mio braccio, che avevo già esplorato in un video con Tony Pezzo dove lavoro con due cerchi e un devil stick. Ho anche la passione per l’abbigliamento strano, e ho cominciato a cucire sui costumi e sugli oggetti pezzi di frange, per poi far diventare questa frangia un accessorio, come una corda per saltare e usarla insieme agli attrezzi di giocoleria. Con questi tre numeri ho costruito l’ossatura dello spettacolo, e mentre “Volcano

vs. Palm Tree” era pieno di colori “Zebra” l’ho basato solo sul bianco e nero. Così una cosa si sovrappone all’altra e prende forma uno spettacolo. In ogni caso la giocoleria è tutto ciò in cui sono interessato nelle performance. Sono interessato anche in altre forme espressive che sorprendono il pubblico, e pongo molta attenzione sui costumi, le luci, la musica, ma non posso immaginare un mio spettacolo senza la giocoleria.

Elenco degli intervistati:

concertino, ray, Karo, markus furtner, anne schaap, davide cattaneo, ron trickett, mïark, Paul anderson, garry rossiter, sonja boeckmann, dado, tom renegade, deena frooman, Jack, luke burrage, Pierret Priam, elisabeth gräf, matthias romir, Valeria Volpe,

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VaclaV Peca & bol#1 bol.vaclavpeca.com Studio graphic design e durante un laboratorio di rilegatura presso la mia università dovevamo realizzare un libro fatto a mano con il contenuto di nostra scelta. Poco prima avevo letto un libro con Q&A, uguali per tutti, rivolte a graphic designer, e mi era piaciuto il concetto di poter confrontare le loro risposte. Ho fatto una cosa simile con i giocolieri, proponendo 8 domande che andavano dagli attrezzi alla filosofia della loro giocoleria. Sono stato molto felice di vedere che la maggior parte dei giocolieri interpellati rispondevano alle domande e il risultato è veramente potente. Nel libretto ho incluso anche un’intervista ad Alan Šulc, mio idolo sin dall’infanzia. È senza dubbio il miglior giocoliere di bouncing al mondo, ma non frequenta le convention di giocoleria e molti giocolieri sono curiosi di sapere qualcosa di più su di lui. Terminato il lavoro ho deciso di dare continuità a questo progetto e ho trasformato il libro in una zine non periodica. Vediamo se riesco a pubblicare un prossimo numero, magari proprio per la prossima EJC ;)

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Queste le domande a cui hanno risposto 14 giocolieri: 1) Quali palline usi al momento? 2) Quali palline usavi in passato? 3) come descriveresti il tuo stile? 4) c’è stato nella tua carriera un momento in cui ha radicalmente cambiato il tuo approccio alla giocoleria? 5) Quale ritieni sia il rapporto tra diligenza e talento nel tuo caso? 6) Quale trick avevi ritenuto abbordabile, senza poi riuscire ad apprenderlo? 7) su quale trick stai lavorando al momento? 8) la tua definizione di Juggling Come anteprima di Bol#1, e invito a leggerlo online, pubblichiamo tutte le risposte alla domanda numero 4. lucas adverse sì, prima giocolavo maurizio orlando Si, quando ho solo con le palline ma un anno fa parcominciato a fare laboratori di teatro lando con giocolieri come Vilchis and e lezioni di organic juggling ai worYerel Ahumada mi hanno ispirato nel kshop di Stefan Sing e Guillaume Marprovare le clave. Ora non ho più trick o tinet. concept che mi interessa esplorare daniela Paličková Durante un worcon le palline, ma ce ne sono molti che kshop di Marco Paoletti nel 2012 mi interessa approcciare con le clave. marco Paoletti Sì, molti. Oggi preferisco giocolare con le emozioni. In pasdelaney bayles La mia visione sulla sato preferivo giocolare con gli giocoleria non è cambiata da quando oggetti. ho iniziato ad allenarmi. Kenny cheung Ho avuto un cambialuca Pferdmenges Quando sono mento radicale nella mia carriera nel andato alla mia prima convention. 2014/2015 quando giocolavo davvero Avevo giocolato in precedenza ma poco a causa di un mio problema pernon avevo idea di cosa si poteva reasonale. Quando mi sono ripreso mi lizzare allenandosi duramente. Da sono accorto che non potevo vivere allora mi alleno duramente. senza la giocolaeria e ho cominciato ad ori roth Forse non radicalmente, ma allenarmi ancora più intensamente. La dopo aver stabilito nel 2005 il mio giocoleria da allora è diventata una record con 7 palline mi sono operato grande parte della mia vita in termini di di appendicite e non ho più inseguito passione, carriera e comunità di amici. quelle performance ripiegando su routine con meno oggetti. sean gandini Ho radicalmente cambiato le mie prospettive sulla giocoleofek snir No. ria quando ho scoperto la danza. ty tojo No. Ho sempre pensato alla lewis Kennedy Sì, dopo aver visto il giocoleria come una opportunità per me stesso e per vedere posti e pervideo ‘Shower Bounce Trick’ con il giosone che non avrei mai incontrato coliere Mark Kolbusz. Sono rimasto altrimenti. sorpreso di quanto abbia approdfondito la giocoleria di rimbalzo con la testa. stanislav Vysotskyi Durante la creaSe non fosse stato per lui non avrei zione in cui avevo le mani legate da potuto rispondere a questa domanda. una corda. Il focus era sulla giocoleria coi piedi e questo mi aprì un nuovo alexander Koblikov Dopo essere mondo e nuovi trick basati su lanci e approdato ai festival ho cominciato prese con i piedi. Questo accadeva ad esibirmi di più e allenarmi di meno nel 2012, sebbene avessi già cominperchè mi rimaneva meno tempo per ciato a investigare la giocoleria coi allenarmi e dovevo conservare le mie piedi dal 2004–2005. energie per gli spettacoli.

Jochen Pfeiffer, gora Krisztian, deirdre toher, henry’s, anna K Kemp, Jochen haensel, evl anders, daniel schambacher, Philip nicolai, Vašek Peca, guillaume martinet, bob carr, tobias horstmann, Jolien ouwehand, wolfgang schebeczek, wes Peden, marek Żmuda, andi nitsche, lauge spin benjaminsen, miroslaw urban, lisa dale

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m mirabilia

international circus & Performing arts festiVal

27 GIUGNO / 2 LUGLIO, FOSSANO (CN) www.festivalmirabilia.it

di fabrizio gavosto direttore artistico

foto di andrea macchia

A Mirabilia, festival multidisciplinare, coesistono oggi circo, danza, teatro e teatro di strada; il pubblico passa da un linguaggio all’altro e spesso a Mirabilia scopre e viene conquistato da spettacoli basati su nuovi linguaggi e forme espressive. Sono proprio gli spettacoli di ricerca e di confine a riscuotere grande approvazione e interesse, grazie alla fiducia nella direzione artistica e al tam-tam spontaneo fra il pubblico appassionato e fidelizzatosi in questi undici anni di Mirabilia. Logicamente, anche le forme più tradizionali riscuotono grande attenzione, specialmente se frutto di residenze sul territorio e contatto con l’audience locale, come quest’anno per “Born to be Circus” del Circo Zoè. Il festival diventa sempre più un crogiolo di creazioni ad-hoc di altissimo livello, come Avignone, Tarrega, Edimburgo (dove vengono creati circa 15 spettacoli ogni anno che si vedranno solo lì). L’obbiettivo non è programmare spettacoli, ma sostenere un sistema di creazione artistica che interagisca con il territorio e i suoi spazi, con i suoi punti di forza e con i luoghi più difficili, per poi circuitare le creazioni in giro per il mondo. Le circa 130 repliche e 60 compagnie nell’arco di 5 giorni (oltre alle “Anteprime Mirabilia”) sono state davvero molte, desideriamo ridurre questi numeri per concentrarsi su nuovi e più complessi per-

corsi. Le linee di sviluppo del festival ricercano infatti sempre più la transdiciplinarietà e non solo la multidisciplinarietà, una fucina in cui possano nascere e svilupparsi le nuove tendenze.

circa 26.000 abitanti bisogna “popolare culturalmente” anche la periferia. Dal 2017 vengono coinvolte per la prima volta le frazioni con spettacoli realizzati ad hoc, come “Foreign”di Houseclowns, ideato da Daniel Romila per la regia di Carlo Maria Rossi, concepito per accom-

Posti suggestivi, come il chiostro del Castello degli Acaja, per il quale i Defracto hanno creato il geniale”Dystonie” e Compagnie du Chaos ha ideato “Nonada”, sono cornici meravigliose per il pubblico e per le compagnie; ma in una città di

pagnare il pubblico in una riflessione sul tema dello straniero, del migrante, volutamente realizzato nello spazio non teatrale dell’ Officina del Possibile. Un emporio sociale che comprende una bottega di vendita di abiti usati, un laborato-

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mirabilia infatti un importante tessuto di festival di teatro di strada, ma nel circo contemporaneo era ancora considerata a livello internazionale un “buco nero”. Con il focus sull’Italia proposto a Mirabilia ai partecipanti al Meeting Circostrada, abbiamo contribuito a creare un ponte di comunicazione e rendere visibili i molti progressi fatti. L’incontro era volto anche a creare

tempo, risorse, energie per preparare in modo accurato le loro presentazioni, che hanno riscosso grande successo, creando interesse nei principali festival e centri di creazione europei. Altra sorpresa per i membri del network Circostrada è stata la visita ai centri per il circo e alle R.A (Residenze Artistiche MIBACT) di Torino, strutture che pochi

cooperazioni stabili con Paesi protagonisti di un intenso sviluppo del settore circo, o che lo stanno avviando. Ecco dunque a Mirabilia il “focus on Ireland”, nazione con cui stiamo sviluppando collaborazioni per la mobilità degli artisti, come fatto in passato con FiraTarrega, in vista di Galway 2020 capitale europea della cultura.

A caratterizzare questa XI edizione di Mirabilia è stato senza dubbio il General Meeting di Circostrada, network di cui Mirabilia è parte, per la prima volta in Italia, che ha portato il festival a proporre una vetrina della realtà italiana ed europea. L’Italia ha

Grande sorpresa è stata la maturità con cui compagnie italiane (Laden, Lapso, Teatro dei Venti, etc) hanno presentato i loro work in progress agli oltre 160 operatori stranieri presenti. Per la prima volta ho visto compagnie nazionali investire

operatori stranieri conoscevano. Sono ormai tanti gli spazi, meccanismi e strumenti di sostegno e finanziamento di cui spesso nemmeno gli artisti italiani sono a conoscenza. Si cerca spesso all’estero quello che ora è disponibile in Italia, mentre molte compagnie straniere già conoscono e sfruttano il sistema italiano delle Residenze Artistiche. Fondamentale per Mirabilia il nuovo spazio “Spazio0”, che dal 2018 sarà dedicato 365 giorni l’anno alle residenze di circo, danza e teatro. Lo spazio si basa sul concetto di “Res Publica”, ossia di tutti, ed accoglie compagnie in creazione, ma anche scuole, associazioni del territorio, in un concetto di spazio aperto per ora molto raro in Italia, con un sistema di selezione basato unicamente sulla disponibilità. In pochi mesi sono decine le compagnie che lo hanno usato gratuitamente, per pochi giorni come per lunghi periodi. Fondamentale è stata la collaborazione con la Scuola di Circo FLIC. Dopo la tromba d’aria e alluvione del giorno prima del festival ci ha permesso di risolvere moltissime emergenze, dimostrando un alto livello di competenza, responsabilità, e professionalità degli allievi del primo anno, impegnati ben al di là del loro ruolo previsto. Si riparte dunque con l’organizzazione del 2018 (25 giugno / 1 luglio), che vedrà l’evoluzione del percorso intrapreso, con creazioni in situ e la presenza di importanti compagnie nazionali ed internazionali.

foto di Perla Ferraris

rio-negozio di rigenerazione di mobili usati, un magazzino del dono - gestito dalla Caritas di Fossano - che dona derrate alimentari e prodotti di uso quotidiano. Anche il lavoro con Max Vandervost, costruito sul concetto del riciclo e della solidarietà, è stato programmato all’ Officina del Possibile, in collaborazione con la Fondazione che segue questo spazio, sviluppando con l’artista laboratori di “riciclo musicale” offerti a diversamente abili. Il lavoro verso un coinvolgimento di nuovi pubblici è costante. Il workshop di social media storytelling #Comunicacirco, condotto da Simone Pacini, ha permesso per il secondo anno consecutivo al pubblico di raccontare il “suo” Festival e i “suoi” luoghi del Festival. Il progetto Kaleidos, coinvolgendo le scuole di circo ludico educative, permette ai giovani allievi di incontrarsi, di incontrare artisti professionisti, di vedere spettacoli importanti, di coinvolgere anche i bambini della città e i centri estivi del territorio. Nei prossimi anni svilupperemo ancor più la co-programmazione, per creare rete e circuito, come fatto quest’anno grazie alla collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, che ci ha permesso di programmare e circuitare l’interessante “Copyleft” della Compagnia belga Garage 29 e il meraviglioso “Inverted Trees” di Isashi Watanabe. Continueremo a ospitare work in progress, come “Primi tratti su costa. Studio su Moby Dick” della compagnia Teatro dei Venti, che debutterà nel 2018, e come i work in progress degli artisti in residenza, quali Lapso Cirk e Laden Classe.

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laden classe

foto di andrea macchia

ladenclasse.com Terminata la Scuola di circo Flic ci siamo ritrovati in tre (Leonardo Cristiani, Enrico Formaggi e Javier Varela Carrera) legati da un’amicizia che aveva voglia di sfociare in un’esperienza artistica. Era il 2015 e abbiamo deciso di scommettere su un progetto comune partendo da zero. Ognuno aveva discipline e competenze diverse (roue cyr, giocoleria, trapezio, danza, mano a mano, musica...) e ci è sembrato potesse essere un bel mix. Abbiamo cercato una ragazza per completare la formazione e aumentare il potenziale di portés acrobatico, banchina e partnering. Dopo audizioni con diverse voltigeuse abbiamo selezionato Lucia Granelli (Scuola di circo Vertigo ed ESAC) lavorando con lei per riadattare ciò che era già stato fatto e creare nuovi spunti insieme. Laden Classe è il nome di una vecchia lavatrice contro cui uno di noi ha sbattuto la testa. La lavatrice, oltre a dare il nome alla compagnia, rappresenta simbolicamente la miscela delle arti da noi proposta. Il titolo dello spettacolo “193 problemi” nasce invece in un periodo non troppo positivo per la compagnia quando, all’accensione di un pc, venivano rilevati 193 problemi. Da quel giorno abbiamo cominciato a scrivere una lista di tutti i problemi che incontravamo (furti, problemi con documenti, luoghi di residenza inesistenti, infortuni…) Crediamo nel potenziale comunicativo del circo contemporaneo come arte multidisciplinare capace di trasmettere messaggi e sensazioni. Durante la costruzione e creazione dello spettacolo, avviata nel 2016, si è delineata la “firma” della compagnia che, con derisione, irriverenza e

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surrealismo, vuole far riflettere su temi importanti come la convivenza degli esseri umani o le difficoltà dei migranti. In scena si presenta spesso la nostra idiozia quotidiana e il nostro prenderci in giro. Ci piace che le cose appaiano leggere, che arrivino attraverso immagini metaforiche e non sermoni o prediche.

La prima fase della creazione, in cui abbiamo giocato, sperimentato e condiviso le rispettive esperienze, è servita anche a rafforzare lo spirito del gruppo. Miscelare musica dal vivo e circo, testi, arti marziali, danza, come se ognuno avesse preso la sua valigia e l’avesse fatta scoppiare accanto alle altre in modo che tutto il contenuto si confondesse. In questo cercare di

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fondersi era necessario organizzare la creazione per cui ci siamo dati obiettivi e regole, strutturando training, momenti di trasmissione e “autoapprendimento”. Molte scene sono il risultato di principi fisici studiati a lungo, altre sono nate da deliri notturni all’apice della stanchezza, come uno dei monologhi presenti nello spettacolo, che parla del Cactus, “l’unica pianta senza problemi!”, elemento simbolico diventato centrale nello spettacolo. Tutte le scene sono state centrifugate molte volte e, andando a rivedere vecchi video, a volte diventano irriconoscibili. Abbiamo infine coinvolto i feedback del pubblico e le opinioni di sguardi esterni; ci siamo chiesti spesso se quello che ci frullava nella testa arrivasse allo spettatore in modo chiaro e leggibile. Fin da subito abbiamo voluto supportare il progetto partecipando a bandi e cercando residenze con piccoli sostegni alla produzione. Partecipare a bandi e concorsi, non è certo divertente come allenarsi o bere una birra parlando dello spettacolo, ma fa parte del lavoro e abbiamo visto che anche in Italia, insistendo su un miglioramento del sistema, qualcosa si muove. Nel nostro piccolo abbiamo avuto molte soddisfazioni e sostegni dai nostri partner italiani che vogliamo ringraziare, insieme alle singole persone che ci hanno aiutato. In co-produzione con Scuola di circo FLIC. Con il sostegno di: Festival Mirabilia, Festival Cirk Fantastik, Teatro Julio Cortazar, Teatro Nucleo, Scuola di Circo Vertigo, Estruch Fabrica de Creatiò, Espai de Circ Cronopis, Teatro Palafolli, Festival Dinamico, La Corte Ospitale. Ringraziamenti speciali a: FabbricaC, Flower Power Torino.


mirabilia guillaume martinet www.defracto.com

Amo la giocoleria oggi così come l’ho amata fin dai primi approcci. Con la giocoleria ho scoperto tante cose, continuo a praticarla con gioia e sono contento del posto che ha nella mia vita. Per me la giocoleria è innanzitutto una relazione del corpo con gli oggetti, nello spazio e nel tempo. E la mia relazione con tempo, spazio, il corpo, gli oggetti, me stesso e il mondo è diventata più profonda grazie alla giocoleria. In ogni spazio che vivo/abito mi piace spostare le cose per vivere quello spazio appieno. Stessa cosa con il tempo; ora ho una percezione diversa del tempo, so che in uno stretto lasso di tempo si possono fare tante cose, e posso usare ogni singolo secondo per qualcosa di rilevante. Mi piace ancora giocolare con molti oggetti, anche se lo faccio meno che in passato. La giocoleria significa poter toccare le cose, anche in senso metaforico, oltre che reale, e la mia giocoleria ora è diventata più fisica. Un aspetto che mi piace approfondire, perchè credo ci sia tantissimo da esplorare in questa direzione. Prima danzavo spesso, ora danzo di meno ma sono più coinvolto fisicamente con la giocoleria. All’inizio le due cose erano separate, e ora sono connesse. La relazione col suolo, con il movimento del corpo è molto più ampia ora. Come cado, come afferro gli oggetti, tutte queste cose passano ora sia attraverso la tecnica della giocoleria sia il movimento corporeo. Due giocolieri in particolare mi hanno avvicinato a questo mondo - Pich, Emmanuel Perez - prendendomi sotto la loro ala portandomi alle convention. L’incontro con questo mondo mi ha colpito fin dall’inizio. Percepivo che c’erano delle potenzialità e avevo delle idee di cose da realizzare. Mi piace ancora andare alle convention, poter restituire l’energia che ho ricevuto, vedere cosa fanno gli altri, dare un consiglio quando me lo chiedono. Mi piace la comunità dei giocolieri e la convention è un luogo in cui mi sento felice.

Andare su un palco è stata una grande esperienza per condividere le mie emozioni con il pubblico. Non sarei capace di fare lo stesso con la danza, il teatro, la commedia, ma posso farlo attraverso la giocoleria. Il pubblico regala delle emozioni molto forti. Sapere che ci sono persone che seguono i miei lavori e che vedono i miei spettacoli è una grande soddisfazione; per questo continuo a lavorare duro ed essere autentico. Voglio che il pubblico percepisca sempre questa tensione, indipendentemente se lo spettacolo piaccia o meno. Quando vado in creazione per me significa muovermi, staccarmi dal presente, che comunque adoro, ed entrare in un’altra dimensione. La giocoleria ha portato tanti interrogativi nella mia vita e quello che faccio di conseguenza è una sorta di risposta a tutte queste domande. Cosa significa fare un nuovo spettacolo? essere espressivi? comunicare qualcosa? creare un linguaggio della giocoleria? Amo le domande perché, senza necessariamente cercare le risposte, mi stimolano a fare cose, a crescere. Con “Flaque” volevamo spingere oltre i limiti fisici, con “Dystonie” volevamo invece esplorare i limiti dello spazio all’interno del quale realizziamo lo spettacolo. È impegnativo entrare in creazione: ci sono sempre dei dubbi, devi trovare soluzioni, fare qualcosa di nuovo e di autentico, non usare le cose che hai già fatto e che sai funzionerebbero. Non sappiamo mai che tipo di giocoleria porteremo in scena, lo scopriamo durante la creazione. Per questo mi piace lavorare in team, perchè ognuno porta delle buone motivazioni nella creazione. Defracto è una compagnia creata da Minh Tam Kaplan, Guillaume Martinet, David Maillard, Laure Caillat. La compagnia ha realizzato diversi progetti in cui hanno collaborato André Hidalgo, Van-Kim Tran, Joseph Viatte e Eric Longequel come giocolieri, autori o interpreti, Grégory Adoir come tecnico e Camille Talva come production manager. Ma soprattutto è un luogo dove vogliamo poter creare progetti, e dove non sempre siamo tutti coinvolti. Sono felice di aver partecipato alla creazione di questa compagnia, e aver realizzato tutto questo mi regala una enorme motivazione per continuare a lavorare duro e apprezzare insieme al pubblico la giocoleria che porto in scena.

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rastelli festiVal 9/11 GIUGNO, BERGAMO

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ambaradan.wordpress.com/2017/05/19/rastelli-festival-2017 di lorenzo baronchelli direttore artistico

foto di matteo erba

Un intero fine settimana dedicato alla memoria di Enrico Rastelli, straordinario artista di livello internazionale con forti radici nella città di Bergamo. Da sempre riconosciuto come uno dei più grandi giocolieri della storia, il “signore dell’equilibrio” è stato un vero innovatore della sua arte, la cui influenza si avverte ancora oggi negli stessi attrezzi divenuti di uso comune. Padrone di un repertorio vastissimo di tecniche, benché superate, la sua fama rimane ineguagliata. La sua maestria nel mescolare gli stili è stata precorritrice dell’attuale movimento del circo contemporaneo, basato sull’intreccio di modalità comunicative che hanno portato a concepire le arti circensi in una nuova ottica, sempre meno legata allo chapiteau e aperta a nuove esplorazioni. Partendo da tutto questo patrimonio artistico e storico è nato il festival, con l’intento di puntare i riflettori sull’arte della giocoleria, sulla sua ricerca artistica e i suoi protagonisti, nelle sue forme tradizionali e contemporanee. Protagonisti principali della prima edizione sono stati infatti i Gandini Juggling, tra i maggiori interpreti in attività. Figura altrettanto significativa ospitata in questa

edizione, con uno visione anche storica, è stata quella di Jérôme Thomas, uno dei

ca. Un’occasione unica per assistere ad un suo personale “the best of” che ha incantato la platea. La sera seguente abbiamo riproposto il concorso per giocolieri under 35 “Rastelli

padri della giocoleria contemporanea, creatore di un proprio inconfondibile stile denominato “giocoleria cubica”. Nella splendida cornice del Teatro Sociale di Città Alta ha presentato con la propria talentuosa compagnia lo spettacolo “Petite Constellation”, realizzato appositamente per il festival, in cui sono confluiti tutti i 35 anni della sua infaticabile ricerca poeti-

Award” unito ad una Gran Galà, la “Rastelli Night”, con alcuni ospiti internazionali. Anche quest’anno il concorso si è distinto per l’alto livello tecnico dei partecipanti provenienti da tutto il mondo, che hanno proposto routine molto interessanti e innovative. Si è aggiudicata il premio la francese Audrey Decaillon, con una performance molto intensa e coinvolgente, mescolando

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rastelli teatro e danza sulle note di una sinfonia classica, a premiarla la nipote di Rastelli, Enrica. Molto apprezzati gli interventi degli ospiti del Galà, l’italiano Giuliano Proietti e l’inglese Luke Burrage, in un interessante confronto tra stile classico e moderno, senza dimenticare un po’ di humor. Diversi i momenti formativi proposti, imperdibili quelli con Thomas e Burrage, due enciclopedie viventi della giocoleria. In conclusione, una tappa del torneo internazionale di

giuliano Proietti www.giulianoproietti.com Sono nato a Roma 38 anni fa, ma mi sento spiritualmente apolide. Anche se il cognome potrebbe trarre in inganno, non provengo da una famiglia di artisti. Ho imparato a giocolare in una stanza d’ostello a 20 anni con tre arance ed ho iniziato a praticare per hobby a 23, da autodidatta. Due anni dopo mi trasferivo a Torino per frequentare la scuola di circo Vertigo, dove mi sono diplomato nel 2006 e dove ho avuto la fortuna di incontrare nomi importanti del panorama artistico e pedagogico internazionale ed iniziare io stesso ad insegnare. Da allora ho continuato a formarmi e praticare varie tecniche come piattaforma per la crescita personale ed artistica. Attivando quella sana e perversa combinazione di autismo e autodisciplina tipica del giocoliere, ho scelto di portare in scena la Giocoleria classica perché sono sempre stato un appassionato di virtuosismi, nell’arte in generale, cosi ho scelto di omaggiare la Giocoleria della vecchia scuola. Il palcoscenico, la pista e la piazza mi hanno permesso di reinventarmi e soprattutto di affrontare le mie paure nella vita. Un atto di rivincita, di auto-scoperta e al contempo profondamente meditativo. Ho percepito da subito la Giocoleria come una metafora molto forte dell’esistenza, nel suo essere la quintessenza dell’effimero, fragile e maestosa, ma anche una strada senza fine. Ho sempre tenuto un occhio sulla scena contem-

combat “Fight Night” dove i giocolieri si sono scontrati in combattimenti uno contro uno per il divertimento del pubblico presente in piazza Vecchia, nel cuore della città. Alla luce delle prime due edizioni il festival continua la sua evoluzione, sempre alla ricerca di un equilibrio tra l’essere un evento specialistico di settore ma anche per il grande pubblico, consapevole delle difficoltà che questo comporta. Vorrei che il festival diventasse un punto di rife-

rimento per tutti i giocolieri professionisti ma non solo, uno spazio di sperimentazione e creazione che sostenga la ricerca artistica a tutti i livelli. Non una convention tradizionale quindi ma un luogo di incontro per lo sviluppo di quest’arte che in futuro si apra maggiormente agli spazi aperti della città, un festival che sia anche un evento urbano diffuso nei suggestivi spazi del nostro borgo storico. La sfida del Rastelli Festival continua!

poranea, con tutte le sue contaminazioni e poi ho unito la Giocoleria al mio stile comico di intrattenimento. La risata infatti è la mia seconda arma di condivisione. Nello spettacolo posso abbassare la guardia e utilizzare anche l’errore a beneficio della risata, veicolando la tecnica come pretesto per freddure, battute, provocare e coinvolgere gli spettatori in quello che faccio. Mi piace l’idea di comicità di Monica Vitti: “una ribellione di fronte all’angoscia, alla tristezza e alla malinconia della vita”. Nel mio gotha personale di giocolieri storici troviamo vari giganti tra cui Ernest Montego, Enrico Rastelli, Evgeni Biljauer, Francis Brunn, Trixie Firschke, Lottie Brunn, Alexander Kiss, Italo Medini, Paolo Bedini e, contemporanei, Anthony Commarota, Michael Chirrick, Edward Skwirky, Denis Paumier, Mark Kolbusz, fra i tantissimi che vi lascio immaginare! Qualche anno fa ho avuto l’onore di conoscere ed intervistare Vinicio Chiesa, fratello di Sergio, e ricevere preziosi consigli da una leggenda vivente. Proporre un repertorio di giocoleria classica oggi vuol dire essere un ponte tra passato e futuro (grazie Jerome Thomas!), mantenendo viva una tradizione fatta di pura tecnica e amore passionale, aggiungo io. Vorrei salutarvi con una citazione di Massimiliano Truzzi: “Puoi allenarti tutto il giorno. Essere straordinario. Ma appena diventi un po’ nervoso…. arrivederci!” ed una di Francis Brunn, intervistato dal presidente della IJA Gene Jones nel 1981: “La Giocoleria è senza limite. L’unico limite è la mia immaginazione, ed è ancora vivace!”

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rastelli Jerome thomas

www.jerome-thomas.fr foto di giada calamida

Non faccio più nuovi spettacoli e tour, mi interessa invece occuparmi di creazione e interagire con le persone durante la creazione. Sto lavorando ad una replica di Ecoc, un mio spettacolo del 1995, rinominato Magnetic, che nella prima parte vedrà 4 giocoliere lavorare anche con bande elastiche, canne da pesca, mentre io giocherò con la luce e con la musica. Voglio rifare inoltre tutti i miei “solo” da quando ero giovane, circa 15 spettacoli, ambientarli su un palchetto di 7 mq. in posti diversi (in campagna, sul prato, in posti abbandonati..) di fronte ad una telecamera, per farne un film. È un progetto nato con il supporto delle Istituzioni, per me è un onore e insieme una responsabilità, e voglio lavorarci bene. Ci sono forse solo 5 giocolieri della mia generazione ancora attivi e vorrei strutturare un mio lascito alle prossime generazioni.

Mi occupo anche di formazione. Tengo workshop e da 3/4 anni ho avviato un lungo lavoro con scuole professionali come CNAC, Fratellini, Vertigo. Oggi tutto è su video, su internet e puoi imparare a giocolare seguendo i tutorial online. La tradizione della trasmissione da maestro ad allievo va scomparendo. Ci sono aspetti positivi in questo, come facilitare e stimolare le scelte personali, ma si perde la connessione con l’emozione, il sentimento, che è qualcosa che trasmette un maestro. La giocoleria è un lavoro duro; l’oggetto, la tensione, la temperatura, l’umidità nell’aria, la luce, il suono, lo spazio, ci sono tantissimi parametri che influenzano la tua performance e il tuo allenamento. E credo che queste cose non si possano apprendere davanti ad un video. Sono infine impegnato nel settore, per la promozione delle arti circensi, per capire meglio dove siamo e dove vogliamo andare. Faccio parte del sindacato del circo contemporaneo, insieme a molti direttori di compagnie ed autori. Lavoriamo a stretto contatto con il Ministero, i poli del circo; c’è molto confronto tra queste organizzazioni, perché ormai il circo contemporaneo ha 40 anni in Francia, sta praticamente diventando “classico”, e tutte queste persone stanno lavorando per dare un significato a questa esperienza. Sono inoltre stato eletto dagli autori come rappresentante del circo nella società francese per i diritti degli autori. Ci occupiamo di grandi temi, ma anche di piccole grandi cose. Ho ottenuto per esempio di cambiare i parametri che stabiliscono la lunghezza di uno spettacolo. Prima lo spettacolo era per definizione di 1 ora, e qualsiasi cosa sotto questa lunghezza veniva considerato un spettacolo “corto”, ed ora abbiamo abbassato a 15 minuti lo spartiacque. Oppure abbiamo cambiato la definizione e non usiamo più “arti del circo” ma diciamo solo “circo”. Piccole grandi cose, importanti però per i professionisti del settore.

intervista di a.r. La giocoleria all’inizio è un divertimento, ma quando diventa il tuo lavoro, ti permette di comprarti una casa, quando devi spiegare ai bambini che girano indemoniati per casa che le tue palline sono delicati attrezzi di lavoro, allora devi trovare anche il tempo di allenarti con costanza, e la mattina io conservo ancora il mio appuntamento giornaliero con la giocoleria. La mia giocoleria ora è più metaforica e concettuale che performativa, ricerco meno la grande tecnica e il grande impegno fisico, e alla mia età è comprensibile. Ultimamente ho collaborato con un musicista contemporaneo, mi interessa molto la musica, in special modo quella generata attraverso pattern di giocoleria e attrezzi che facilitino questo obiettivo. La giocoleria è un’arte che evolve con i tempi. I sigari si usavano perchè al tempo nei cabaret i signori venivano anche per fumare un sigaro, e così il cilindro, allora un accessorio diffuso dell’abbigliamento. Oggi invece si lavora molto con oggetti di plastica, io sto usando anche il polistirolo, e vedo giovani giocolieri lavorare con materiali diversi.

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uPsidedown – circus and sPace riflessioni sul circo come oggetto di studio 28/30 GIUGNO, MUNSTER (GERMANIA) www.zirkuswissenschaft.de

testo e foto di ilaria bessone circus and sPace Dopo il successo della conferenza “Semiotics at the Circus” del 2015, Franziska Trapp e il suo team dell’Università di Munster hanno organizzato e ospitato quest’anno un secondo appuntamento internazionale, rivolto a studiosi del circo provenienti da tutto il mondo e da ambiti accademici molteplici. Il programma di UpSideDown – Circus and Space prevedeva panel tematici seguiti da brevi dibattiti; lezioni frontali tenute da quattro tra i più noti studiosi di circo nel mondo: Paul Bouissac (Toronto), Philippe Goudard (Montpellier), Patrick Leroux (Montreal), Peta Tait (Melbourne); un workshop interdisciplinare su genere e ruolo delle donne nell’università e nel mondo del circo; un programma serale ricco di spettacoli. I titoli dei panel - ‘pista, teatro e strada’; ‘analisi della performance e spazio’; ‘la pratica del circo e lo spazio’; ‘costruire e attraversare confini’; ‘la creazione di spazi culturali’ – sottolineano il fil rouge della conferenza: la questione dello spazio nel circo tradizionale, nuovo e contemporaneo. In che modo la scelta, l’utilizzo e la gestione dello spazio influenzano il significato delle performance circensi? In che modo artisti e spettacoli si adattano a diversi contesti culturali, e quali sono gli effetti di queste contaminazioni? Come si colloca il corpo circense nello spazio, come viene impiegato per spostarsi e creare? Queste domande hanno accolto un’enorme diversità di temi, interessi, e approcci di studio e ricerca. Ad esempio, la presentazione di un semiotico del circo come Paul Bouissac verteva sulle specificità del circo tradizionale come forma culturale (una “religione umanista che glorifica il corpo”) in cui l’aspetto del sacro e del rituale rappresentano il principale oggetto di studio. In altri casi gli interrogativi di ricerca riguardavano interessi di tipo estetico, culturale, storico o politico. Approcci di tipo pedagogico si concentravano invece su come il movimento circense nello spazio venga appreso e incorporato da artisti e studenti. studiare il circo Solo negli ultimi anni il campo degli ‘studi sul circo’ (circus studies) ha cominciato a crescere e strutturarsi, grazie ad alcune pubblicazioni fondamentali, alla creazione di reti regionali e internazionali di ricercatori, e al supporto di noti studiosi e università. La peculiarità di questo campo è proprio la multidisciplinarietà www.jugglingmagazine.it

della letteratura di riferimento e la varietà dei modi di intendere e definire la ricerca. Ricerche diverse tra loro per tutto il resto – come l’analisi della capacità dei corpi di disegnare linee nello spazio in una particolare performance circense e lo studio degli aspetti manageriali, gestionali, organizzativi e finanziari delle imprese circensi - sono accomunate esclusivamente da un oggetto di indagine di per sé già vario, fluido e molteplice: il circo. A questa diversità di interessi e approcci si somma l’eterogenea composizione del pubblico attratto dalla ricerca sul circo e da eventi come la conferenza di Munster: studenti, ricercatori e professori, ma anche artisti, insegnanti, direttori di scuole e progetti, etc. La situazione che ne risulta è particolarmente variegata e richiede grandi sforzi comunicativi. Atmosfere e allestimenti troppo formali, parole e espressioni erudite, spesso ostiche, toni distaccati, freddi, poco coinvolgenti, premesse date per scontate sono la normalità per una conferenza, in cui le aspettative non sono certo di divertirsi, né di comprendere a fondo tutto ciò che viene detto. Tuttavia, quando si parla di circo che per definizione vuole l’eterogeneità, la contaminazione, l’innovazione, la partecipazione e il coinvolgimento sensoriale e emotivo - varrebbe forse la pena di cercare modi e strategie alternative per allargare accessibilità e possibilità di comprendere e intervenire. A Munster, una bella iniziativa in questo senso è stata la presenza di un disegnatore che si è occupato di prendere appunti e tradurli in note scritte, disegni, vignette e schemi che riassumevano i contenuti dei vari interventi, rendendoli accessibili ad un pubblico più vasto. Le tavole illustrate saranno trasformate in una mostra itinerante e consultabili sul sito https://www.uni-muenster.de/Kulturpoetik/en/zirkuswissenschaft/konferenz/UpSideDown2017.html, dove trovate già tutti gli abstract della conferenza”. costruire Ponti e tracciare fili Rafforzando il dialogo tra mondo accademico e pratica circense, ricerche scientifiche d’interesse per molti potrebbero diffondersi, essere lette, discusse, arricchite. Il mondo accademico apparirebbe meno distaccato e blindato dietro concetti complicati e parole difficili. Discussioni, collaborazioni, incontri tra prospettive diverse genererebbero nuova conoscenza.


Da una parte, chi studia, scrive ed espone dovrebbe sempre assumersi la responsabilità di essere compreso/a, di catturare l’attenzione e utilizzare un linguaggio comprensibile ai più: parole semplici, comunicazione non-verbale, entusiasmo, interazioni con il pubblico. Chi organizza eventi legati alla ricerca dovrebbe invece cercare strategie nuove e realmente efficaci di diffusione e di gestione dei tempi e dello spazio: conduzione vivace, momenti informali, disposizione circolare piuttosto che frontale. Dall’altro lato, occorrerebbe chiarire alcuni malintesi diffusi sulla ricerca e la sua funzione: spesso la ricerca non arriva a risultati immediati, chiari, precisi, non può permettersi di dispensare facili soluzioni e ricette. Molto più spesso, investigare significa sollevare nuovi dubbi, critiche e quesiti, anziché rispondere in modo chiaro e conciso a domande o richieste. La presentazione del mio lavoro a Munster è stata una sorta di prova generale per la discussione della tesi di dottorato che ho sostenuto la settimana successiva. Come spesso capita, non è stata una prova facile né rassicurante, ma ha svolto la sua funzione di sottolineare carenze e lacune, generare riflessioni relative al mio lavoro in particolare, e al mondo accademico e alle modalità di comunicazione che impiega in generale. Da diversi anni tento di percorrere un filo sospeso tra il mondo dell’università e della ricerca, e quello dell’insegnamento e della pratica circense. Mi capita di chiedermi se questo filo esista davvero, se una comunicazione efficace tra questi due mondi spesso troppo presi ognuno dalle proprie prospettive, idee e urgenze, sia possibile. Mi consolo pensando che il circo in questo momento storico è il migliore dei laboratori per sperimentare: siamo nel posto giusto, al momento giusto. j u g g l i n g m a g a z i n e numero7 6 s e t t e m b r e 2 0 1 7


oltreoceano: nell’ombelico del circo

testo e foto di giulia schiavone there is a thread you follow1 Dopo un primo anno di definizione teorica di un progetto di ricerca di dottorato2 centrato sull’incontro tra le Scienze dell’Educazione e il Funambolismo, con un focus sull’equilibrio quale dimensione psicofisica essenziale per la crescita, non solo del funambolo, ma di ciascun essere umano, a settembre del 2016 inizio a tessere i primi contatti per l’indagine sul campo. Avvalendomi di una metodologia di ricerca qualitativa3, basata sullo studio di caso come strategia privilegiata per la raccolta dei dati, documento il training di A. Loreni, unico funambolo italiano specializzato in camminate su cavo d’acciaio a grandi altezze. È grazie a lui che ben presto fuoriesco dalla mia ‘comfort zonÈ percependo come “il bilanciamento sia un costante movimento dentro e fuori l’equilibrio. Se tu cerchi di afferrarlo, cadi”4 (T. Björfors & K. Lind 2009) e stringendo i primi contatti con istituti di ricerca internazionali potenzialmente interessati/interessanti per il mio campo di indagine. La risposta decisiva arriva da oltreoceano, con l’approvazione di un Visiting Scholar per i mesi di maggio-luglio 2017 presso la Concordia www.jugglingmagazine.it

University di Montréal, supervisionata dal prof. P. Leroux, congiuntamente a un periodo di ricerca presso la National Circus School (ENC). sul filo del mondo Rimango felicemente sorpresa dall’accoglienza riservatami dai canadesi e dal pulsare di vita che pervade ogni angolo di questa esplosiva città. Trascorro settimane nella biblioteca dell’ENC, un luogo speciale, un archivio mondiale in cui sono catalogate e ordinate una moltitudine di ricerche e studi dedicati alle arti circensi, per una revisione della letteratura che possa dirsi finalmente internazionale! E Anna-Karyna, l’amorevole responsabile della biblioteca, mi riserva un tavolo, colmo di libri ... sull’equilibrio! “Ogni ragazza dovrebbe divenire una funambola. È un esercizio elegante e salutare. Sviluppa una rara serie di muscoli e di fiducia in se stessi e insegna a camminare correttamente sulla strada”, mi spronano a continuare su questo filo le parole scritte nel 1913 dalla celebre funambola statunitense B. Millman. the tight wire is my thread A giugno, quando gli studenti dell’ENC approfondiranno la propria disciplina sotto lo sguardo di differenti insegnanti,

entro nel vivo della ricerca sul campo, attraverso osservazioni quotidiane di un training psicofisico di filo teso, attrezzo fondamentale per chi sceglierà poi le grandi altezze. Radicamento ed espansione mi insegnano Brin & Joel, i due studenti fil ferristi di cui documento l’allenamento, insieme a Nathalie H., Nathalie S. & Pierre, che con passione si alternano nell’insegnamento. “Senza questo tirare non sarei, gravità che cerco di fuggire, solo per sentirmi nuovamente abbracciare […]. Mi rendo conto che è sempre stata la mia scelta, di partire, di qualsiasi esperienza a tornare”, racconta Joel5. È nella tenacia e nella determinazione di questi giovanissimi performer che vedo finalmente incarnarsi quel principio di embodied mind (F. Varela F., E. Thompson E. & E. Rosch 1992), disciplinamento di corpo-mente, a lungo studiato. Una presenza e competenza a esserci che richiede concentrazione e rigore, regola e libertà, coraggio e passione; una pratica di centratura ed equilibratura psicofisica (P. Petit 2014; A. Loreni 2017), che si traduce in un percorso di crescita potenzialmente ricco di elementi significativi per la formazione dell’uomo in genere e per l’educatore nello specifico. Come il


foto di Patrice lamoureux 2017

auditions & beyond...

performer cerca un equilibrio precario in condizioni estreme, anche l’educatore si trova infatti a dover sostenere prove analoghe, necessitando di un continuo bilanciamento in situazioni di cambiamento/trasformazione. Quali tecniche poter dunque attingere da questo meticoloso training per affinare un ascolto attento del corpo superando le paure della mente? “Il filo teso è il mio filo. Continuo avanti su di esso come continuo avanti nella mia vita”, racconta poeticamente Brin con disarmante semplicità durante un’intervista6. Alle osservazioni del mattino si uniscono pomeriggi dedicati al “Circus Dramaturgy project”, un programma di ricerca promosso dalla Concordia University in collaborazione con l’ENC che vede ricercatori, insegnanti e allievi dell’ENC lavorare fianco a fianco con l’obiettivo di integrare processo artistico e ricerca accademica. Il focus principale per noi risiede nell’osservare la relazione tra insegnante/allievo/attrezzo. Che cosa può raccontarci/significare una precisa sequenza di movimenti? In che modo gli spettatori possono divenirne parte? L’attrezzo come limite/risorsa, prolungamento del corpo?

comPlètement cirQue! Festival “Montréal Complètement Cirque” & Summer School in “Québec Performing Arts on the World Stage: a focus on contemporary circus, theatre and large-scale installations”. La scuola estiva internazionale, coordinata dal prof. P. Leroux, organizzata congiuntamente a uno dei festival più significativi sul panorama circense mondiale, prevede l’alternarsi di lezioni frontali, workshop e perfomance. Al mattino discussioni e seminari di approfondimento sulle Performing Arts in Québec, nel pomeriggio incontri con artisti, registi e produttori e la sera visione di performance permetteranno di vivere un salutare bilanciamento tra dimensione teorica ed esperienza estetica. E penso che non vorrei essere su altro filo se non qui. A Montrèal. Ora!

1

W. Stafford (1998).

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Dipartimento di Scienze Umane

Il 10-13 Luglio 2017, come inviata sul campo per il nostro Magazine, mi trovo alla TOHU, nel cuore pulsante della Cité des arts du cirque (Montréal), uno spazio di creazione, sperimentazione e fertile contaminazione, per assistere ad un evento unico: per la prima volta infatti tre tra le più importanti compagnie al mondo di circo contemporaneo (Cirque du Soleil, 7 Fingers and Cirque Eloize), aprono le porte ad audizioni condivise. 45 giovanissimi artisti provenienti da differenti scuole e con differenti background (principalmente ginnasti e circensi) si mostrano in tutta la loro travolgente energia e carica vitale. Dmitry Belyaykov, Acrobatic Talent Scout per il Cirque du Soleil, mi racconta che le audizioni in questione si focalizzano in particolare su tre aspetti: preparazione fisica, acrobatica e creazione artistica. Per quanto concerne la prima ciascun concorrente presenterà due sequenze liberamente scelte di movimenti, a seguire esercizi di acrobatica sia in singolo sia in coppia; infine esercizi volti ad approfondire la dimensione artistica attraverso elementi di danza e teatro fisico. Ciascuna delle tre compagnie, nello scegliere i candidati, pone l’accento su specifici e differenti aspetti, a seconda dei nuovi progetti in essere. Dmitry, in particolare, mi racconta che il Cirque du Soleil è ora teso alla ricerca di artisti che prediligano una particolare disciplina, con un’ottima preparazione fisica, unitamente a una forte personalità e capacità di entrare in relazione con il pubblico. Be here now!

per la Formazione “Riccardo Massa”, Università degli Studi di Milano-Bicocca. 3

L. Mortari (2003;2007); M. van Manen (1990).

4

Traduzioni effettuate dall’inglese da chi scrive.

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Intervista, ENC, 2017.

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ENC, 2017. j u g g l i n g m a g a z i n e numero7 6 s e t t e m b r e 2 0 1 7


circo, che dramma?

foto di Tom van Mele

la scrittura la scoPerta Il tema dibattuto della scrittuLa mia formazione si sviluppa ra non credo sia centrata sulle attraverso studi di teatro e Rubrica a cura di Milo Scotton che sonda i confini della nuova differenze di potenzialità filosofia dell’arte, e sebbene drammaturgia circense, con interviste a professionisti per condiespressiva tra Circo e Teatro, stia terminando un progetto di videre le loro esperienze, la loro poetica, il pensiero alla base ma è in corso una battaglia ricerca di 4 anni presso il della creazione di un’opera. che nel circo deve ancora Dipartimento di Arte Drammaessere combattuta, mentre tica, credo che il lavoro del teatro e danza l’hanno già Drammaturgo sia anche un affrontata (per lo meno nella po’ frutto dell’inventiva, della Fiandre). E la ricerca consiste ricerca personale e culturale nel trovare una relazione con dell’individuo. la tradizione. In questo senso, Ho scoperto il circo, quando trovo molto eccitante il fatto vivevo in Gran Bretagna. Il di dedicarmi al circo in questo primo tipo di circo che abbia momento storico. mai visto, “Giffords Circus”, È un sottile equilibrio tra l’avere era neo-tradizionale (molto un’idea di partenza molto chiara “racconto delle favole”). Girae forte che nel circo - dal mio no con carovane in legno, punto di vista - è principalmente cavalli ed una motrice dipinta un impulso fisico, ma ben radizebrata. Il primo circo in cato in un dialogo concettuale nuovo stile è stato invece al preciso. Poi si tratta veramente Festival d’Avignone, la comdi tuffarsi a fondo in quella idea pagnia Maboul Distortion, ed approfondire il concetto. sempre sotto chapiteaux. Mi Questa ricerca approfondita sono interessata al circo pernella materia dell’ignoto inizia ché credevo mancasse qualnel lavoro corporeo al suolo e, cosa nelle pieces di teatro e almeno nel caso del mio prodanza che vedevo all’epoca, getto con Alexander, è in perlopiù nelle Fiandre. effetti diventata il tema stesso della ricerca. Lui ha lavorato in stuMolti spettacoli che vedevo sembravano mancare di immediatezdio sviluppando un dialogo fisico e coreografico sempre in riferiza nella comunicazione, come se la presenza del pubblico non mento alle mie suggestioni sull’idea concettuale di base. Una volta fosse fondamentale alla rappresentazione, mentre questo era che esiste una bozza grezza di quel materiale, lì inizia veramente il molto differente negli spettacoli di circo. Così, all’inizio, sono mio lavoro: orientare il materiale prodotto verso questo o quel stata molto attratta dagli aspetti rituali del circo, sui quali ho significato proponendo differenti prospettive, inclusa la prospettibasato la scrittura della mia tesi. Gradualmente, mi sono avviciva di colui che guarda dall’esterno le azioni fisiche. nata al lavoro di Drammaturga, sia nel circo sia nel teatro. Dopo Ciò significa che il mio lavoro e la mia voce come regista, in un qualche tempo, e principalmente attraverso il lavoro con la Comcerto senso, parlano sempre di cosa significhi osservare qualcopagnia “Un Loup pour l’Homme”, sono arrivata alla conclusione che ridurre il circo al desiderio di uno spazio rituale condivisibile fosse un ideale più che altro romantico e nostalgico. Quando ho cominciato a lavorare con Alexander Vantournhout, il mio concetto ha subito una virata decisa. Sono passata dall’essere la Drammaturga da lui ingaggiata, all’essere autrice della mia stessa opera. In collaborazione con Alexander credo di aver trovato gradualmente la mia voce come autrice, e parallelamente dato forma alla mia comprensione e definizione di cosa fosse il circo. foto di Bart Grietens

bauKe lieVens

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sa. Lo sguardo, inteso come senso di prospettiva, per me è una tematica centrale nel mio lavoro come autrice. Nella creazione di Anecksander, Alexander ha principalmente generato il materiale fisico. È stato molto bravo a ridurre il movimento coreografico (acrobatico e danzato) da complesso a semplice, per scomporlo e ridurlo all’essenzialità delle sue componenti. All’inizio di un processo di costruzione, mi capita spesso di vedere i movimenti complessi come frasi o set indifferenziati di azioni. Più il tempo avanza, più riesco a riconoscere l’articolazione dei movimenti e possiamo iniziare una fase del lavoro nei dettagli. Ma all’inizio lavoro principalmente sugli schemi di movimento, sui loro possibili significati o su cosa possano diventare. La videocamera è stata parte integrante del nostro lavoro, dal momento che Alexander ama sia il ruolo dell’artista in scena, sia quello dell’autore, e quindi plasmare dall’esterno il lavoro. La registrazione gli permette sia di osservare quello che ha appena generato, sia di utilizzarla come forma di comunicazione tra noi. Non la usiamo però come archivio e cancelliamo la maggior parte dei video la sera stessa. Evito inoltre di riguardare il materiale a casa la sera, per mantenere la purezza del mio sguardo in sala. Il mio ruolo dipende essenzialmente dalla persona con cui collaboro. Quando sono ingaggiata come Drammaturga, in una situazione dove è chiara la presenza di un regista, lavoro attraverso lui o lei. Quando collaboro a creazioni in “collettivo” prendo sovente posizioni più decise e marcate. Chiaramente questo può variare da compagnia a compagnia, e dipende dal fulcro dell’esistenza della compagnia stessa. Chi sono? Di cosa hanno realmente bisogno? Talvolta, in un collettivo, serve piuttosto qualcuno che prenda il ruolo del mediatore, capace di fornire alla compagnia strumenti per una comunicazione tra le parti più agevole e per alleggerire le difficoltà insite nel processo di creazione. Nel lavoro con Alexander, sostanzialmente ho diretto quello che osservavo per condurlo nella direzione drammaturgica condivisa da me e lui, essendo entrambi autori della piece. Abbiamo inoltre avuto una collaborazione esterna con Dries Douibi.

foto di Emilie Bonje

Progetti A febbraio abbiamo debuttato con la nuova piece “Raphael” e al momento sto terminando un progetto di ricerca artistica di 4 anni presso il Dipartimento di Drammaturgia della scuola d’arte dove insegno. È un progetto di ricerca che combina il lavoro artistico e di scrittura. Nello sviluppo del progetto di ricerca collaboro con svariate compagnie di circo come drammaturga, realizzo i miei progetti personali con Alexander, ho scritto le “Open Letter to the Circus” e organizzo conferenze con artisti circensi da tutta Europa chiamate Encounters. In questi incontri sperimentiamo differenti formati di conversazione per parlare del circo. Il progetto di ricerca ha infatti due obiettivi: esplorare diverse modalità di “creare circo”; sviluppare un possibile vocabolario invitando al dialogo sul tema della creazione circense e al confronto tra vocabolari diversi e possibilmente contraddittori. Sto lavorando anche ad un Master Program per la Ricerca Circense nella scuola dove insegno (KASK School of Arts a Ghent, Belgio) e inizierò un nuovo progetto di ricerca in Febbraio 2018 sulla differenza tra “fare circo” e “praticare circo”, un percorso nel quale sarò accompagnata dall’artista Fiammingo Quintijn Ketels e da Sebastian Kann, artista e giovane drammaturgo. j u g g l i n g m a g a z i n e numero7 6 s e t t e m b r e 2 0 1 7


https://blinkcircus.jimdo.com/ foto di lorenzo mastroianni

Dopo una serie di esposizioni in gallerie d’arte e spazi espositivi con opere di grande formato, il fotografo surrealista Lorenzo Mastroianni decide di sperimentare l’esposizione delle sue opere in altri contesti (strade, piazze, parchi) con altri formati. Nasce così nel 2010 Blink Circus, un’installazione d’arte viaggiante, uno spettacolo itinerante in stile anni ‘20, in un piccolo chapiteau di 35 metri quadri. Una fiaba fotografica realizzata da Lorenzo, che ne cura anche scenografie, costumi, installazioni e video. All’interno dello chapiteu trovano spazio 7 installazioni in

stile circense (grande e piccolo carillon, ruote meccaniche, un libro gigante contenente porticine e finestre, piccole case in sospensione e un albero di gabbie per uccelli...) tutte contenenti fotografie in miniatura, in stile surrealista-circense, e tutte realizzate con parti delle scenografie utilizzate sul set fotografico. La compagnia è composta da 2 artisti, che accolgono e dirigono i visitatori all’interno dello chapiteau, in un percorso onirico con musiche luci e suoni sincronizzati, accompagnati alla scoperta di questo mondo fantastico, in assoluta libertà e senza limite di tempo! Tutte le opere all’interno sono in miniatura e possono essere osservate attraverso lenti d’ingrandimento che vengono consegnate agli spettatori all’ingresso dell’installazione. Nelle sue opere Lorenzo elimina sempre tutte le ombre, con un sapiente uso dell’illuminazione, cercando, al contrario delle regole fotografiche, un’illuminazione bidimensionale piatta che conferisca ai suoi scatti una sensazione pittorica. Attraverso la lente d’ingrandimento si ritorna invece all’allungamento dei piani e delle distorsioni dando l’impressione ottica della terza dimensione. “Cambiare il rapporto tra opera e visitatore” racconta Lorenzo, “Ritengo molto importante limitare l’ingresso a 10 massimo 15 spettatori per volta così che lo spettatore possa fondersi completamente con le opere, apprezzando giochi di luce, venature, distorsioni, finestre e porte in miniatura, alla scoperta dei piccoli dettagli compresi nelle composizioni delle immagini. Per tutto il tempo che ritiene necessario. La lente d’ingrandimento è studiata per farlo isolare e condurlo ad un rapporto diretto, intimo con l’opera stessa. Deve entrare in una stanza ed uscire da un mondo”. i sette Progetti fotografici Il primo è un omaggio a Luci della Ribalta di Chaplin, dove ricorre il clown e le ballerine di danza classica, ed un tributo al fotografo Jan Saudek. Queste immagini sono tutte raccolte in una piccola galleria d’arte in miniatura, pensata e

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progettata per un solo spettatore alla volta. Il secondo progetto del 2011 è nell’installazione carillon, incentrato sulla tematica circense è un omaggio a Fellini, al suo mondo visionario, e un tributo ai fotografi George Hoyningen Huene detto H-H (costumi da bagno di izod, 1930) e Dali Atomicus di Philip Halsman, 1948 Il terzo progetto è del 2012 ed è il primo di una trilogia con la stessa base scenografica ma di tre colori diversi (bianco, oro e blu). L’installazione con scenografia bianca è in due scatolebauli allestite con un omaggio all’architettura razionalista. Nelle immagini un tributo al fotografo Horst p Horst e le bambole del balletto meccanico di Schlemmer rivisitato in

chiave circense. La seconda serie della trilogia, Oro, del 2013, è un omaggio a Klimt ed i pittori russi, nell’installazione delle case nere (omaggio a Vincent di Tim Burton). La terza serie della trilogia, il blu, del 2014 è un omaggio a Yves Klein e Innocenzo X di Velasquez e le immagini si trovano nella installazione delle gabbie oro. Il 2015 è l’anno dei ritratti di soli uomini, 15 scatti, con omaggio tributo a Diane Arbus e Irina Ionesco installate nelle ruote ingranaggi che simboleggiano il tempo. Il 2016 è l’ultimo lavoro sul ritratto di donne, solo 6 esposte, dedicato al Canto VII dell’Inferno Dantesco, con il lampadario nell’installazione che ricorda appunto la struttura dei gironi infernali.

Lorenzo Mastroianni è nato il 25 agosto 1980 a Isola del Liri (FR). Specializzato in fotografia di ritratto è un fotografo professionista dal 2003. Nel 2010 inizia un lavoro di ricerca artistica sul ritratto surrealista, il progetto Blink Circus. Le sue opere in miniatura esposte nel suo piccolo tendone da circo verranno esposte in moltissimi festival d’arte contemporanea, teatro di strada e circo contemporaneo a Berlino, Bruxelles, Barcellona, Parigi, Lugano, Locarno, Losanna, Berna, Bellinzona,Vienna, Graz, Maribor, Skopje, e in oltre 180 festival nelle città italiane. Nel 2011 la Fiap (Federation International of Photographic Art) di Parigi nomina il progetto Blink Circus tra le mostre più belle dell’anno nel proprio almanacco. La rivista Vogue e AD dedicano ampi servizi alle opere ed al progetto dell’artista e nel 2012 è l’unico fotografo italiano invitato ad esporre nella notte del Vogue Fashion’s Night Out. Tiene corsi di fotografia di base e avanzata, seminari di fotografia surrealista, workshop e nel 2016 fonda la Blink Art Academy, di cui è Direttore Artistico. j u g g l i n g m a g a z i n e numero7 6 s e t t e m b r e 2 0 1 7


annaffiare di Vino le radici 17/19 MAGGIO CHIESETTA DI SPUGNOLE SCARPERIA S.PIERO A SIEVE (MUGELLO - FI)

foto di Jorg fischer/ teatro schabernack

di sarah georg Ass.Cult. Melquiades/ DrumRum Teatro Quando il presente si fa confuso e il futuro incerto, dare uno sguardo al passato può essere un ottimo modo per trovare nuove forze e il coraggio di aprire porte finora lasciate chiuse. Ecco nascere allora, il Primo Incontro Informale degli Artisti di Strada Storici, col nome di Annaffiare - Di Vino - Le Radici. Grazie alla gentile collaborazione del Gruppo della Casa del Campaiolo e della parrocchia di Tagliaferro (e per l’interessamento personale di Claudia Naldi e Giulia Bani) che hanno messo a disposizione con una formula di baratto i locali della foresteria, abbiamo radunato alcuni di quegli artisti che tra i venti e i trent’anni fa, hanno riportato per le strade d’Italia una forma d’arte antica e popolare senza grandi mezzi, a volte inventandosi di sana pianta strumenti, modalità e tecniche. Quelli che sono scesi in strada perché lì avrebbero trovato le persone vere, e con queste avrebbero potuto comunicare. L’idea di partenza era che queste persone, che di fatto hanno profondamente modificato il panorama culturale italiano e creato quello che per molti oggi è un mestiere a tutti gli effetti, sono tutti artisti, tutti attivi, con una solida esperienza e con degli importanti principi etici da promuovere. Per anni si sono incontrati in maniera spontanea ai primi festival, hanno fatto nascere coordinamenti regionali, movimenti nazionali, dato vita alla stessa FNAS, offerto materiale umano ed intellettuale per la nascita e la diffusione di innumerevoli manifestazioni e festival. Poi, per l’ingrandimento del mercato, per il fisiologico cambiamento delle mode, forse per qualche disillusione avuta Strada facendo (la maiuscola è voluta), per la diminuzione di interesse verso spettacoli che richiedono un pubblico disposto a una comunicazione reale e predisposizione all’ascolto ed organizzatori sempre più alla ricerca dell’evento spettacolare e di intrattenimento disimpegnato, www.jugglingmagazine.it

Erano presenti sono scivolati lentamente in secondo piano, e i rapall’incontro: porti interpersonali si sono fatti più distanti. Riunirli significava riallacciare fili, far ripartire adrian Kaye sinapsi, mettere in moto collaborazioni e progetti, angelika georg ricordarci che c’è ancora tantissimo da dare non angelo Picone ‘O capitano solo come singole compagnie, ma con la forza del antonio ‘o lione gruppo e con una particolare attenzione alla dimenbeppe boron sione Etica del lavoro in, con, su, per, tra Strada. bernd witthüser Barnelli Due proposte di progetto sono già in corso d’opera, celina scarlatti ovvero la creazione di un centro che sia residenza cesare bardaro per artisti agée e contemporaneamente luogo di costantino Pucci incontro e scambio, oltre che formazione per le fabio calabrò nuove generazioni, e un evento in cui si dimostri che felice Pantone un mondo a misura d’uomo, in cui l’arte sia offerta franca Pampaloni e non imposta e l’impatto sia sostenibile ed ecologabriele stoppa gico, è possibile, oltre che necessario. Jorg fischer Non lo sapevamo, ma questo incontro è stato lucia osellieri anche l’occasione per passare ancora due giorni e marco neri fare più di un brindisi insieme a Barnelli (al secolo maurizio fabbri Bernd Witthüser), che recentemente è passato a michele roscica suonare su altre, più eteree strade. È un conforto ombretta Zaglio aver vissuto insieme, così recentemente, un roberto di lernia Rufino momento di bella e affettuosa condivisione. saeed fekri Per dirla in breve, ci siamo incontrati per attuare un santosh dolimano processo di cura e rispetto di noi stessi e dell’ angolo sarah georg di mondo che ci ha accolti e per ricordarci che possiaserena galella mo ancora migliorarlo, un metro quadrato alla volta. stefano corrina Ci auguriamo che ci sarà un seguito e che, se per Valentin haeker cominciare abbiamo avuto bisogno di chiuderci fra noi per ritrovarci, potremo presto creare occasioni e spazio di apertura ed inclusione anche per chi non ha potuto esserci ma forse ci sarà, e di chi tanto “storico” non è. Chi nel frattempo voglia collaborare, o far suoi i principi fondanti di etica e sostenibilità, o creare ulteriori occasioni di scambio e d’incontro, è benvenuto. magari prima scambiamo due parole. e un bicchiere di buon vino.


KAZZOO, KAZZOO, KAZZOO! testo e foto di serena galella “Kazzoo, Kazzoo, Kazzoo! Ora ti metti a scrivere su di me? Ahahah...” avrebbe detto Bernd ridendo. Non ho mai conosciuto uno che se ne strafottesse tanto del successo e che ne riscuotesse sempre, ad ogni esibizione. Barnelli ha evitato il successo che lo ha perseguitato per tutta la vita. In Germania era famoso Bernd Witthuser e con Westrupp aveva avuto un enorme successo come cantautore di protesta “Westrupp e Witthuser”. Erano gli anni ‘70 e lui era il primo cantautore a cantare in tedesco dopo la seconda guerra mondiale, all’epoca si cantava in inglese. Ma non era solo questo, cantava di droghe, contro la chiesa, il sistema. Era primo in classifica e le case discografiche lo corteggiavano, proponevano di cambiare look e promettevano tutte le sere sul palco. “Ma siamo matti!” Lui se n’è andato in Italia, in vacanza, con Otto, invitati da un amico in Maremma. Vanno a suonare per strada e li vede qualcuno, c’è chi dice lo stesso Benigni. Partecipano alla trasmissione di Arbore “L’Altra Domenica” e di nuovo il successo. E loro che fanno? Lasciano la RAI. “Non capivamo un cazzo, neanche parlavano inglese, non ci pagavano tanto e ce ne siamo andati a suonare a Piazza Navona, ci divertivamo di più”. Certo! Una volta in piazza si sono resi conto che erano improvvisamente famosi. Anche in Italia. Barnelli in Germania è un mito, al festival “Herzberg” arrivavano con i suoi vecchi LP, che comprano a caro prezzo, e gli chiedevano l’autografo: “cosa vuoi che ti scrivo?” chiedeva ai malcapitati “quello che ti pare” “OK!” e scriveva “quello che ti pare” Bernd Witthuser!

bernd “barnelli” witthuser (1944-2017)

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Bernd è stato un artista che ha amato profondamente quello che faceva, che non ha mai smesso di suonare, di creare, scrivere. Dedicava gran parte del suo tempo a suonare, “ginnastica per le dita”, dopo il caffè e i giornali del mattino, almeno due ore. Era un musicista, un cantautore, un poeta. Un Uomo. Un Uomo vero. Uno che ha provato in tutti i modi ad essere scontroso, antipatico, a volte arrogante, strafottente e che, suo malgrado, ha sempre riscosso successo, con il pubblico, con le donne, con i bambini che non lo temevano, con gli animali più selvatici di lui che spesso andavano a trovarlo e si fermavano per un po’. Perché non era come voleva far credere. Sotto la scorza c’era un uomo sensibile, onesto, generoso, che amava fare musica più di ogni altra cosa, che pote-

va fare qualsiasi cosa. È stato un ottimo attore in varie occasioni. E ballava da dio! Quando suonava la grancassa con i piedi danzava dando il ritmo alla sua musica. E tutta la grande anima usciva dalla sua voce, una voce profonda, unica, bellissima, piena di tutto quello che ha vissuto, di tutta l’intensità con la quale ha vissuto. La prima volta che ho visto Otto e Barnelli avevo 12 anni. Erano ospiti fissi a “L’Altra Domenica” di Arbore. Una trasmissione strepitosa! Tanti personaggi stravaganti, sketch divertenti, le prime apparizioni di un Benigni esilarante e due musicisti assurdi, pieni di strumenti: violino, chitarra, voce, armonica, grancassa, rullante, piatti, campanelli e stornelli assieme a maracas e kazoo il tutto addosso e suo-

nato contemporaneamente. Incredibile! Stavo vedendo e ascoltando due one man band che suonavano assieme, gli unici, i soli: “Otto e Barnelli”. Non avrei mai immaginato che dopo 15 anni sarei stata parte di quel mondo, avrei conosciuto e ascoltato dal vivo quel duo visto in televisione da adolescente. Quando Otto e Barnelli scendevano in piazza, io avevo 12 anni, questi 40 anni trascorsi hanno visto cambiare profondamente il mondo degli artisti di strada. Loro erano degli eroi per noi che iniziavamo negli anni ‘90; oggi magari è più facile, ci sono le scuole di circo, il circo-teatro ha in qualche modo sdoganato il teatro di strada, che resta una forma d’arte con le sue problematiche di sempre. I genitori, oggi, sostengono le scelte dei giovani anche grazie al nostro contributo. Anche grazie a Otto e Barnelli. Barnelli ha vissuto a modo suo, sempre, senza guardarsi indietro e allo stesso modo, forse con la stessa determinazione, se n’è andato. Ci ha lasciato tanto e ci mancherà tanto, perché è impossibile inventarne un altro. I ricordi sono tanti, troppi, ma non bastano a colmare il vuoto che ha lasciato. Chiamatelo come volete, per me rimane il mio Schatz, un vero Tesoro.

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circo e med gallura busKers festiVal 17/23 LUGLIO, SANTA TERESA DI GALLURA www.gallurabuskers.it

Intervista ad alberto Pisu ideatore e direttore del Festival

foto di fausto ligios

Nasco come batterista, ho fatto le mie prime esperienze con diverse band cagliaritane negli anni ‘90; poi l’incontro con Elena Ledda artista sarda tra le più apprezzate nel panorama della world music. Abbiamo girato il mondo e fatto concerti in moltissimi festival di musica e contestualmente in quegli anni continuavo la mia formazione in una scuola di musica a Los Angeles. Nel 2005 ho deciso di fermarmi in Sardegna, per coltivare anche altre passioni che seguivo da anni, come quella per il cinema, in particolare quello etno - musicale. Con l’associazione culturale “Dietro le quinte”, da me fondata nel 1997 e della quale sono presidente, abbiamo organizzato rassegne, incontri, laboratori musicali dedicati ai bambini, ai diversamente abili, agli anziani in diversi centri della Sardegna. Ho avviato rassegne ad esso dedicate in tutta la Sardegna in collaborazione col centro Flog Tradizioni Popolari di Firenze. Quando sono arrivato a Santa Teresa, oltre a proseguire l’attività cinematografica, grazie alle competenze, relazioni e l’esperienza acquisita negli anni, e grazie alla sensibilità dell’Assessore comunale, nel 2013 ho organizzato la prima edizione del Gallura Buskers Festival – Rassegna Internazionale di Artisti di Strada. Cittadini, turisti e amministrazione, hanno da subito riconosciuto la valenza del progetto da tanti punti di vista. Grazie al Gallura Buskers Festival, abbiamo fatto scoprire il piacere di ritrovarsi nelle strade per fruire di arte a 360°, di vedere tantissimi spettacoli di circo e teatro di strada, potendo apprezzare la leggerezza con cui questi artisti amano e affrontano la vita, con la sete di partecipazione e divertimento popolare; questa è la conseguenza di un duro lavoro avviato da anni. Un processo complesso, ma anche una bella esperienza che continua a crescere e a dare belle soddisfazioni. Ogni anno ci arrivano circa 400 proposte di spettacoli, che selezioniamo con molta cura. Quando possibile viaggio per visitare altri festival e magari scoprire personalmente tanti nuovi artisti interessanti. Il pubblico del GBF è vasto ed eterogeneo, di tutte le età, prevalentemente di famiglie, con tanti turisti anche stranieri. L’altissimo livello degli artisti e degli spettacoli proposti ogni anno, oltre alla connotazione “popolare” del festival favoriscono il coinvolgimento della comunità e dei numerosi visitatori , e nell’aria si inizia a percepire già da tempo prima, l’attesa per questo speciale appuntamento dell’estate in Gallura.

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foto di Giancarlo Abozzi

diterraneo simona atZori www.simonarte.net

foto di Paolo Genovesi

Nata a Milano nel 1974 Simona Atzori è figlia di genitori sardi, ma pur essendo priva di braccia dalla nascita, non si è mai persa d’animo. Potenziando e concentrandosi sull’uso degli arti inferiori si è avvicinata alla pittura all’età di quattro anni come autodidatta e all’età di sei inizia a seguire corsi di danza classica. Nel 1983 entra a far parte dell’Associazione dei Pittori che Dipingono con la Bocca e con il Piede (V.D.M.F.K.). Nel 2001 si laurea in “Visual Arts” presso la “Univesity of Western Ontario”, Canada. Partecipa a mostre collettive e personali in tutto il mondo e alla sua brillante carriera di pittrice si aggiungono numerosi successi nel campo della danza che la portano a danzare con grandi etoile come Roberto Bolle e Marco Pierin, oppure in grandi eventi, come la cerimonia di apertura delle Paraolimpiadi invernali di Torino o la Danza del Grande Giubileo di fronte al Papa. Il 3 Dicembre 2012 Simona viene insignita dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana dal Presidente Giorgio Napolitano. “Se avessi avuto paura sarei andata all’indietro, invece che avanti. Se mi fossi preoccupata mi sarei bloccata, non mi sarei buttata, avrei immaginato foschi scenari e mi sarei ritirata. Invece ho immaginato. Adesso sono felice, smodatamente, spudoratamente felice. Ed è una gioia raccontarla, questa mia felicità.” Dotata di una vitalità e di un temperamento di straordinaria positività, impegnata insieme alla Fondazione Fontana in prima persona per creare in Kenya un aiuto per il sistema educativo, Simona Atzori lavora anche come formatrice, conducendo incontri motivazionali per studenti o dipendenti di grandi aziende. I suoi seminari, di grande impatto, mostrano come l’atteggiamento possa fare la differenza. Simona è una donna sorridente che ha un messaggio forte per ognuno di noi e al Gallura Buskers Festival, nella sua terra, ci ha regalato, oltre ad una performance di danza con la sua compagnia, intercalata da momenti di pittura sul palco, un lungo incontro con il pubblico di rara autenticità, nel quale ha raccontato se stessa, rispondendo alle tante domande, le più disparate, arrivate da una platea completamente rapita. “Amo l’arte perché mi consente di comunicare direttamente sotto il filo della coscienza, di accedere al linguaggio della pelle d’oca, della pancia, delle strette allo stomaco, delle lacrime, del sorriso. Quel linguaggio è come un abbraccio universale. Non importa se hai le braccia o non le hai, se sei lunghissimo o alto un metro e un tappo, se sei bianco, nero, giallo o verde, se ci vedi o sei cieco o hai gli occhiali spessi così, se sei fragile o una roccia, se sei biondo o hai i capelli viola o il naso storto, se sei immobilizzato a terra o guardi il mondo dalle profondità più inesplorate del cielo. La diversità è ovunque, è l’unica cosa che ci accomuna tutti. La tua arte parla di te, al di là di tutto, racconterà chi sei, indipendentemente da quello che gli altri vedono.” (dal libro “cosa ti manca per essere felice”, di Simona Atzori)

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circo e med acirKaos e il circo alle baleari www.acirkaos.org di federico cortes

foto di Jennifer arques e estefani medina

Ho cominciato a fare circo a Barcellona nel 2005 alla Macabra, dove ho apprezzato subito l’impegno sociale e la

tacoli e occasioni di condivisione delle competenze. Dopo due anni che ero sull’isola ho cominciato a sentire il desiderio di realizzare cose sull’isola anche con altri, e dalla fusione delle mie competenze per il circo, quelle di Anna l’educazione sociale, e quelle di Edgar per l’audio visual, nasce nel 2012 Acirkaos. Abbiamo prima realizzato feste informali di circo, musica e altre arti e dopo noleggiato uno spazio a Ciudedella dove abbiamo realizzato laboratori fino a farlo diventare sede per corsi annuali regolari, che oggi hanno luogo in tre distretti municipali dell’isola. Acirkaos è oggi un progetto integrale con vari ambiti, il suo nome rimanda a qualcosa si caotico, ma anche a qualcosa che unisce, come la passione comune per il circo, il divertimento e il gioco, la voglia di mescolare le differenti discipline dei suoi fondatori. Organizziamo programmazioni di eventi, parate durante le feste, negli ultimi anni ci siamo orientati anche verso lo spettacolo di circo sociale. Il circo è anche spettacolo come risultato e come processo e

creatività artistica che questa comunità esprimeva. Per alcuni anni ho continuato il mio lavoro come informatico, ma col tempo mi sono appassionato al circo e ho scelto di seguire le sue piste. Nei primi anni ero più orientato a fare spettacoli, mentre in questi ultimi mi sono interessato di più alla pedagogia del circo. A Menorca sono arrivato nel 2010, invitato per fare uno spettacolo, e ci sono rimasto. Sono arrivato qui con tutta l’energia degli anni alla Macabra, organizzando subito spetwww.jugglingmagazine.it

negli anni abbiamo generato attività e scambi giovanili che potessero alimentare questo aspetto. È importante sperimentare noi stessi nuove forme di spettacolo, per poter poi coinvolgere i ragazzi nell’esibirsi in pubblico. La scuola di circo per bambini e adolescenti è la colonna vertebrale dell’associazione. Per dare continuità a questa attività, ma anche ospitare altre esperienze che possano completare la nostra esperienza e sviluppare il nostro progetto, organizziamo nel corso dell’anno alcuni eventi. Uno di questi, il principale, è “El Encuentro de Circo Sociale”, un evento a cadenza biennale, giunto alla sua quinta edizione, che si svolge nell’arco di due settimane, diventando ogni volta più partecipato, nella cui programmazione trovano spazio laboratori, scambi internazionali, spettacoli, concerti, conferenze. Qui sulle isole la grande difficoltà sono le rare opportunità di formazione, e lo scarso sviluppo del settore se comparato alla Cataluna, o altre regioni peninsulari. Però dopo 5 anni di lavoro molto duro qui sull’isola abbiamo

guadagnato la stima e l’attenzione delle istituzioni, cominciamo a vedere i primi risultati, e la gente si relaziona al circo in modo differente. Ci aiuta sicuramente anche vivere in un posto così bello, un elemento attrattivo che motiva formatori e artisti a venire alle Baleari! La compagnia Circ Bover è nascuta alle Baleari già 12 anni fa, e negli anni ha contribuito a diffondere il circo nell’arcipelago. Solo a Menorca oggi contiamo 3 associazioni attive: Acirkaos, Espai de Circ, Arrels de Circ e delle compagnie di circo, oltre alla Escuela de Clown Bont’s di Eric De Bont.

Anche i festival diventano tanti alle Baleari. Oltre al nostro Encuentro de Circo Social a Minorca, a Maiorca c’è il festival


diterraneo Circaire, alla sua seconda edizione, che offre anche uno showcase di artisti delle Baleari. A Ibiza parte ora la prima edizione di Circolar, un incontro di circo nato sulla scia di quello che abbiamo realizzato qui a Menorca. A Formentera questo fine di settembre si realizzerà la seconda edizione del Que Celeste Festival, un evento dalla matrice ecologista orientato alla musica e al circo. Infine Circ de le Cultures è un altro festival da tanti anni presente qui alle Baleari. Curiosamente la necessità di collegarci alle altre realtà presenti sulle isole è arrivata dopo esserci collegati alle realtà nazionali che lavoravano nel nostro stesso ambito. Da quattro anni abbiamo fondato in Spagna la FEECSE (Federazione Spagnola delle Scuole di Circo Sociali e Educative) e in questi anni, rendendoci conto delle potenzialità di una rete, abbiamo capito che stavamo già lavorando con piccole reti informali “isolane”. Abbiamo così deciso a maggio del 2017 di creare tutti insieme CircBalear, una rete delle realtà ci circo alle Baleari, con l’obiettivo di costruire collaborazioni e scambi sempre più intensi nell’arcipelago.

dudu

www.duduarnalot.com Eduard Arnalot, Dudu, scopre la sua vocazione clownesca fin da bambino e più tardi, per dare corpo e struttura alla sua inventiva, si forma con clown e mimi professionisti, tra cui Eric de Bont, John Davidson, Moshe Cohen, Johnny Melvin, David Gol, mostrando il suo entusiasmo anche per l’interpretazione che la scuola dei clown russi hanno saputo dare a quest’arte. Dal 1995 è clown e attore in diverse compagnie teatrali, di clown e di circo (Cous Cous Clown, Discípulos de Morales, La Fura dels Baus, S’arruga, Essència de Nit, Unicornis, ...) e nel 2005 realizza il suo primo primo spettacolo “solo”, "Dudadas", performance teatrale di clown gestuale. Artista eclettico nello stesso anno fonda la banda di musica gipsie "Le trup" in cui suona il basso, per poi unirsi alla banda di musica folk " LesTigretons", sua formazione attuale.

Dal 2007, maturato un suo stile personale, Dudu si impegna nella trasmissione delle sue conoscenze ed esperienze attraverso corsi e workshop di clown e mimo in centri civici / sociali, scuole, università (UAB) e collabora con Payasos sin Fronteras e Pallassos en Rebeldía in progetti di solidarietà in Spagna, Nicaragua e Palestina. Dopo essersi esibito nelle strade e nelle piazze di Spagna ed Europa nel 2010 realizza “Calma”, spettacolo per sala, e nel 2011 viene chiamato a far parte per due anni nel cast di “Alegria”, del Cirque du Soleil, nel ruolo del Purple Clown. Dopo questa esperienza realizza il suo spettacolo di strada "El Niu", mentre al Encuentro de Circo a Menorca ha presentato quest’anno un’anteprima del suo nuovo lavoro “Insomni”, spettacolo dall’immaginario onirico con esilaranti momenti di interazione col pubblico, nel quale Dudu mostra la sua maestria nell’arte del mimo e la passione per un clown che sappia emozionare pur senza pronunciare una parola.

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Quattrox4 al cubo

una casa del circo contemPoraneo a milano Quattrox4.com

di gaia Vimercati

foto di alessandro Villa

È un pomeriggio afoso di metà estate e Milano è deserta. In via Andolfato 10, Filippo e Clara rivestono cubi di polistirolo armati di bostik e PVC, come hanno imparato a fare da Claudio Madia alla Piccola Scuola di Circo. È lì che hanno conosciuto Elisa e Marco più di 10 anni fa, prima di fondare Quattrox4, l’associazione di circo contemporaneo nata dall’unione delle loro forze e dei loro sogni. I lavori per il cambio sede continuano ininterrottamente dal 19 giugno, data di apertura del cantiere. Per Quattrox4 il 2017 è un anno di decisioni importanti. Elisa, che a Quattrox4 segue il coordinamento dei corsi di circo per bambini e i progetti di circo nelle scuole, dice che è tempo di crescere e che da questa consapevolezza deriva la decisione di trasferirsi in una sede vicina ma decisamente più grande. “Fortunatamente abbiamo sempre più richieste di iscrizione ai corsi. Il quartiere ha risposto molto positivamente in questi anni, e ora lo spazio di via Pericle, in cui siamo nati, ci sta stretto. Abbiamo bisogno di una casa più grande per accogliere tutti e per dare vita a

tanti nuovi progetti che abbiamo in cantiere. Pensiamo di avere la possibilità di crescere e ne siamo molto contenti ma dobbiamo procedere con sempre più attenzione per non venire meno al nostro metodo e alla nostra filosofia.” Oltre ad aumentare il numero dei corsi di circo, Quattrox4 vuole incrementare il suo impegno nel settore circense a livello culturale, dedicandosi alla promozione del circo contemporaneo come linguaggio della scena, cosa che da quest’anno potrà fare anche grazie alla vittoria del bando Funder35 di Fondazione Cariplo. Con il progetto FUORI ASSE – Il circo contemporaneo a Milano, Quattrox4 vorrebbe instaurare un ponte tra circo contemporaneo e teatro, facilitando l’ingresso di quest’arte espressiva nei palinsesti teatrali della città. “Finalmente adesso possiamo farlo” – continua Filippo - “Sei anni fa siamo partiti forse con un po’ di incoscienza, ora abbiamo una grande occasione di crescere e migliorare, come ci insegnano alcune buone pratiche estere. Siamo convinti che il circo contemporaneo abbia enormi

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potenzialità espressive, sociali e culturali. Riteniamo che programmare questo linguaggio ancora poco conosciuto in Italia richieda grande responsabilità e per farlo speriamo di riuscire a intensificare le collaborazioni già in atto (teatro Gerolamo, Zona K, cascina Martesana) e a instaurarne di nuove, con il municipio di zona 2 e con il teatro Maciachini, prossimo all’apertura: pensiamo che il circo contemporaneo possa diventare uno strumento di riqualificazione urbana e umana della città, soprattutto delle zone periferiche in cui siamo cresciuti come realtà.” In questa cornice si inserisce anche Piani in Bilico, produzione Quattrox4 di Clara Storti e Filippo Malerba, spettacolo di circo contemporaneo pensato per la scena teatrale che, dice Clara, “parte dalla nostra volontà di esplorare la dimensione aerea e di renderla uno spazio abitabile e quotidiano. Dopo 3 anni di creazione speriamo di debuttare questo inverno e poter inaugurare una tournée nonostante le esigenze tecniche dello spettacolo, che rappresentano ancora un grosso impedimento in Italia”. Nel 2011 Quattrox4 nasceva un po’ per gioco, come spesso

accade coi grandi sogni che si realizzano. Elisa, Clara, Marco e Filippo cercavano un posto abbastanza grande in cui potersi allenare in totale autonomia. Chi mai si sarebbe aspettato di dover trasferirsi in una nuova sede quasi tre volte più grande, per accogliere adulti, bambini e professionisti che hanno trovato in quattrox4 un posto accogliente e stimolante dedicato al circo contemporaneo? I quattro soci fondatori si avvicinano al circo partendo da porti molto diversi: c’è Marco appassionatosi di circo al liceo e ai tempi appena laureato in scienze motorie, che nella vita vuole fare il formatore di discipline circensi; c’è Elisa, che trova nel circo un nuovo senso alla sua esperienza da ginnasta, declinata assieme agli studi in scienze dell’educazione; c’è Clara, che a 16 anni intraprende un percorso di formazione circense specializzandosi in acrobatica aerea, parallelamente a una formazione da scenografa e grafica; e c’è Filippo, che si innamora del circo da bambino e che ora si sdoppia tra le vite di performer, organizzatore circense ed esperto in materia. Per tutti loro “il senso del circo è quello della condivisione, sportiva e umana, motivo


per cui fin da subito abbiamo deciso di aprire le porte del nuovo spazio a chi volesse avvicinarsi alle potenzialità espressive e artistiche del circo”, dice Clara con un pizzico di emozione. I risultati di questa apertura si sono visti negli anni e si vedono soprattutto oggi: in questa estate caldissima di lavori di trasloco sono tanti i soci e gli amici Quattrox4 passati a dare una mano coi lavori di ristrutturazione o a innaffiare le piante del nuovo cortile. Per lo spazio si aggirano munite di rulli e vernice anche Gaia, Aurora e Caterina, che da settembre entreranno ufficialmente a far parte del team. “Per gestire uno spazio così grande con la progettualità a esso connessa” dice Marco, “servono più energie. Se siamo arrivati fin qui in quattro, ora abbiamo bisogno di nuove mani e nuove teste che ci aiutino ad arrivare molto più in là”. Tra i nuovi progetti c’è spazio anche per ragionamenti di settore: nel 2015 in seno a Quattrox4 è nato Censimento Circo Italia, che ora, assieme al Progetto Quinta Parete, persegue l’obiettivo di creare un osservatorio permanente sul settore circense italiano,

promuovendo una raccolta dati annuale e una mappa di settore geolocalizzata. Quest’anno inoltre Quattrox4 è stata tra i fondatori di ACCI – Associazione Circo Contemporaneo Italiano e lavora nel team di Circosfera, con la speranza che il circo possa essere sia regolato e normato come pratica sportiva, sia riconosciuto e sviluppato come linguaggio artistico. Se entusiasmo e determinazione sono sempre stati l’ingrediente principale finora, cosa cambia dunque con questa nuova versione di Quattrox4? I ragazzi sembrano concordi su questo. “In questi anni abbiamo capito che col circo contemporaneo la partita è seria: finora abbiamo gettato le basi di un sogno: quello di fare del circo il nostro lavoro. Ora che abbiamo capito che questo sogno che avevamo da bambini si può realizzare (e in ampia parte si è realizzato), vorremmo concretizzarlo a 360 gradi, e rendere questo spazio un incubatore di processi sociali e culturali che si autoalimentino, massimizzando l’impatto che il circo contemporaneo può avere sulla società, sia da un punto di vista umano che culturale.” Siete tutti invitati!

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REGISTRO NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO EDUCATIVO Il Registro nasce con l’intento di fornire informazioni sul lavoro delle scuole, promuovere e facilitare le collaborazioni, gettare le premesse per un riconoscimento del settore e la creazione di un network nazionale. Le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.circosfera.it

Piemonte Arcobaleno via delle Fontane 60, 13011 Borgosesia (VC) Ilaria Sitzia 348 8123417 www.sportarcobaleno.it

Lombardia

Trentino Alto Adige Friuli Venenzia Giulia Veneto

Liguria

Emilia Romagna

Toscana

Marche

Abruzzo Umbria Lazio

Puglia Sicilia Sardegna

Chapitombolo via Baldichieri 18, 14013 Monale (AT) Olivia Ferraris 339 7740738 www.chapitombolo.it Circo Clap via Don Giovanni Minzoni 17, 28041 Arona (NO) Laura Cantù 328 8891533 www.circoclap.it Dimidimitri S.S. 299 c/o Cascina Cavallotta via Valsesia, 28100 Novara Alessio Ricci 346 9812214 www.dimidimitri.com Flic Scuola di Circo via Magenta 11, 10128 Torino Dario Sant’Unione 339 8394275 www.flicscuolacirco.it Fuma che n’duma via dei Salici 16, 12035 Racconigi (CN) Giuseppe Porcu 333 2742858 bimbocirco.wordpress.com Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Macramè Strada dei Sent 16, 12084 Mondovì (CN) Marco Donda 347 8251804 www.scuoledicircomacrame.blogspot.it Microcirco c/o Macramè str. dei Sent 16, 12084 Mondovì (CN) Carla Acquarone 337 266505 www.microcirco.it Sportica via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 340 4644248 www.sportica.it Teatrazione via Artom, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com UP Str. Salimau 1/E int. 1 12060 Pocapaglia (CN) Maria Grazia Ielapi 339 7532815 www.upscuoladicirco.com Vertigimn via Mottalciata 7, 10154 Torino Fabrizio Fanizzi 338 4189800 www.vertigimn.com Ambaradan viale Lombardia 53, 24020 Torre Boldone (BG) Lorenzo Baronchelli 339 5695570 www.ambaradan.org Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.campacavallo.com Giocolarte via Acerbi 33, 27100 Pavia Marco Lam 393 8392809 giocolarte.wordpress.com Hops via Lanzi 51, 20872 Cornate (MB) Sara Papadato 348 0069417 www.scuola-circo-hops.it Kabum via Guicciardini 114, 20100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 www.spaziokabum.it Piccola Scuola di Circo via Messina 48, 20154 Milano Camilla Peluso 0234690170 www.piccolascuoladicirco.it Quattrox4 Via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 346 0026972 www.quattrox4.com SBOCC via V. Veneto 1, 21010 Cardano al Campo (VA) Luana Facchetti 347 2785195 www.sbocc.it Scuola di arti circensi e teatrali via Sebenico 21, 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 www.milanoclownfestival.it Spaziocirco via Carrobbio 6, 20093 Cologno Monzese (MI) Sonia Belotti 338 7813115 www.spaziocirco.it Spazio Circo Bergamo via Gaetano Scirea 11, 24060 Telgate (BG) Manlio Casali 393 0082506 www.spaziocircobergamo.it Teatro Circo Puzzle Str. Padana Superiore 28, 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) Silvia Vetralla 348 7461009 www.teatrocircopuzzle.com Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana (BZ) Reinhard Demetz 0473 239564 www.animativa.org Arteviva via Bari 32/L, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 FB Arteviva Cooperativa Bolla di Sapone via S. Antonio 20, 38100 Trento Tommaso Brunelli 348 8852925 www.bolladisaponetrento.it Circo all’inCirca via Piemonte 84/8, 33100 Padernò (UD) Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it Skiribiz via Marinelli 6, 33033 Codroipo (UD) Marco Grillo 340 8304849 www.skiribiz.com Ancis Aureliano via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) Giovanni Evaristo Arnaldi 347 2261288 www.dottorclownitalia.org Barbamoccolo via delle Motte 12/c2, 30020 Martellago (VE) Manuela Polacco 339 4652122 www.barbamoccolo.it Circo in Valigia via Panzotti 6, 36040 Salcedo (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 349 1632427 www.circoinvaligia.it Ludica Circo Loc. Corbellara, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.ludicacirco.com A testa in giù Progetto circo via Ada Negri 9/A, 19126 La Spezia (SP) Chiara Martini 339 5772543 www.atestaingiu.it/progetto-teatro/progetto-circo Circo Mirtilla strada Ronchi Brighei 1/c, 18100 Imperia Nadir Spagnolo 329 2950023 www.2clown.com Facciamo Circo via Segalara 5, 19038 Sarzana (SP) Alina Lombardo 339 5878441 www.facciamocirco.it sYnergiKa piazza Palermo 12, 16129 Genova Annalisa Alcinesio 338 1172011 www.synergikaasd.com Arterego via Piave 19, 40132 Casalecchio di Reno (BO) Pietro Morea 347 7121221 www.arterego.org ArtinCirco Via Tolara di Sopra 88, 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Nando e Maila 328 6493203 www.artincirco.it Body Studio via Paradisi 7a, 42100 Reggio Emilia Susi Alberini 338 1397924 www.bodystudio1.com Circolarmente via Mantova 4/b, 43100 Parma Albert Horvath 347 3131604 www.circolarmente.it 100% Circo Casa la Marga 69, 52010 Subbiano (AR) Simona Serafini 339 3840294 centopercentocirco.wordpress.com Antitesi Scuola di Circo via Guidiccioni 6b, 56017 San Giuliano (PI) Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Badabam via Montarioso 9, 53100 Siena Margherita Gamberini 347 7856564 www.badabam.it Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Samuele Mariotti 333 4022331 www.circoliberatutti.it Circo Libre via Sambre 32, 50014 Fiesole (FI) Raffaella Fileni 388 7439717 www.circolibre.it Circo Tascabile P.zza Cairoli 4/c, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 www.circotascabile.com En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 www.enpiste.it K-Circus piazza Viani 6, 55049 Viareggio (LU) Claudia Sodini 328 1447868 FB Claudia Sodini Mantica Scuola di Circo via del Terminillo 20, 58100 Grosseto Ilaria Signori 328 9089250 www.compagniamantica.it Saltimbanco Scuola arte del cirko via degli Acquaioli 60, 57121 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 www.saltimbancoscuolacirko.it Aria di Circo via Goito 4, 60121 Ancona Caterina del Giudice 388 7533247 FB Aria di Circo Circoplà c/o Spazioplà Via Vanoni 11, 60030 Serra dÈ Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 www.circopla.it La Valigia delle Meraviglie v.le G. Bovio 73B, 60044 Fabriano (AN) Marco Censi 340 2380553 www.lavaligiadellemeraviglie.it TOC via Hermada 10, 61121 Pesaro (PU) Marco Coccioli 349 0967990 www.tocaps.it Visionaria via Maestri del Lavoro, Teatro Panettone, Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 www.visionaria.org Il Circo della Luna via D’Aurelio, 66020 San Giovanni Teatino (CH) Valentina Caiano 347 0082304 FB Circo Della Luna Circo Instabile via Birago 4, 06124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 www.circoinstabile.it Sul Filo e Dintorni Località Padella 37, 05018 Orvieto Soledad Prieto 389 4318892 www.lastronauta.com Accademia Materia Viva via Camilla 44, 00181 Roma Roberta Castelluzzo 06 97616026 www.accademiamateriaviva.it Bigup Scuola di Circo piazza Lodi 10, 00182 Roma Leonardo Varriale 347 6531329 www.bigupcirco.it Catapulta Teatro Circo via Terme di Traiano 38, 00053 Civitavecchia (RM) Novella Morellini 333 2004091 FB Catapulta Teatro Circo Circus Bosch p.zza San Pancrazio 7, 00152 Roma Valeria Zurlo 333 6888554 www.circusboschtuttoilcirco.com Vola Voilà Via dei Pescatori snc, 00124 Roma Anna Paola Lorenzi 342 5451353 www.volavoila.it Circo Laboratorio Nomade via Sferracavallo snc, 74012 Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 FB Circo LaboratorioNomade Un Clown per Amico / Circo Botero strada Modugno Carbonaro 4/8, 70123 Bari Michele Diana 348 0535875 www.unclownperamico.com Circ’Opificio via Lanza di Scalea 960, 90100 Palermo Marika Riggio 340 3928905 www.circopificio.it Gigliopoli via S. Antonio 6 Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281274 www.gigliopoli.org Edu Clown via Alghero 84, 07100 Sassari Daniele Zucca 320 0262024 asso.educlown@gmail.com

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REGISTRO NAZIONALE PROGETTI DI CIRCO SOCIALE Il Registro nasce con l’intento di fornire informazioni sul lavoro delle associazioni, promuovere e facilitare le collaborazioni, gettare le premesse per un riconoscimento del settore e la creazione di un network nazionale. Le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.altrocirco.it

Piemonte Fondazione Uniti per Crescere Insieme via Pacchiotti 79, 10146 Torino Sara Sibona 011 19836531www.unitipercrescereinsieme.it

Lombardia

Friuli Venezia Giulia Veneto Toscana

Emilia Romagna Lazio Campania Puglia Sicilia

Fuma che n’duma via XX Settembre 30, 10022 Carmagnola (TO) Giuseppe Porcu 333 2742858 www.bimbocirco.wordpress.com Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Teatrazione via Rismondo 39/f, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Bruna Ventura 349 1470123 www.giocolarte.wordpress.com Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.campacavallo.com Quattrox4 via Privata Pericle 16, 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 quattrox4.com Spazio Bizzarro via del Portone 6, 23887 Olgiate Molgora (LC) Nicola Bruni 333 1903879 www.spaziobizzarro.com Spazio Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Damiano Petitti Roreto 3494568018 www.spaziokabum.it Circo all’inCirca via Piemonte 84/8, località Padernò, Udine Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it Ancis Aureliano Onlus via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) www.dottorclownitalia.org Circo in Valigia via Panzotti 6, 36040 Salcedo (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 349 1632427 www.circoinvaligia.it Ludica Circo viale Verona 107, 37100 Fumane (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.hermete.it Badabam strada valacchio casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 347 7856564 www.badabam.it Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 www.circoliberatutti.it Circo Tascabile via Filicaia 2, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 www.circotascabile.com En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 www.enpiste.it Scuola di Circo Antitesi via Guidiccioni 6b, San Giuliano Terme, Pisa Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Circostrass via Gilioli 48, 41012 Carpi (Modena) Cosetta Bottoni 347 1718894 www.circostrass.it Inerzia via Francesco Grimaldi 127, 00146 Roma Leonardo Varriale 347 6531329 www.inerzia.org Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 FB Scuola di Circo Corsaro Social Circus quartiere Leuca, Lecce Dario Cadei 335 5407829 FB Social Circus Quartiere Leuca Un Clown per Amico/Circo Botero st. Modugno Carbonaro 4/8, 70123 Bari Michele Diana 348 0535875 www.unclownperamico.com Circ’Opificio via Giuseppe Lanza di Scalea 960, 90146 Palermo Marika Riggio 340 3928905 www.circopificio.it

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audience engagement nelle scuole di circo progettoquintaparete.it Il progetto Quinta Parete > OPEN ha tra i suoi obiettivi di fondo quello di raccogliere e valorizzare le testimonianze delle persone coinvolte nelle attività delle scuole di circo coinvolte nel progetto. Presentiamo qui una anteprima delle testimonianze raccolte, espressione di un ampio ventaglio di situazioni, emozioni, motivazioni, risultati. Queste le 4 semplici domande rivolte a tutti: 1 2 3 4

cosa ti ha motivato a scendere in pista? in che ruolo sei stato coinvolto? cosa è cambiato nel tuo immaginario sul circo? cosa porti via da questa esperienza?

flic scuola di circo 1) la reale società ginnastica di torino è una "società" non una palestra: è un luogo che ti spinge ad essere socio, a partecipare, ad incontrare e fare esperienza. Questo mi ha spinto a partecipare a flic/haus. Per no limits in parte vale la stessa cosa, in parte c'è stato il bisogno di dare coronamento al lavoro di un anno e la voglia di approfondire l'amicizia con gli altri ragazzi che hanno costruito questa giornata con me. 2) in no limits il coinvolgimento è stato a vari livelli: ho aiutato a preparare il materiale, sono stato protagonista durante i minuti del mio saggio, o meglio, coprotagonista con gli altri due ragazzi che erano con me, sono stato manovalanza nello smontare. 3) l'immaginario che abbiamo del circo è di un qualcosa di molto artistico ed evanescente, con persone estrose dalla personalità eccentrica che fanno cose rischiose e folli. Probabilmente c'è parte di questo, ma dietro quello che si vede dall'esterno o quando siamo spettatori il circo è molto altro: è dedizione, è fatica, sofferenza, volontà di precisione, preparazione meticolosa, attenzione al dettaglio, è attenzione alla sicurezza. www.jugglingmagazine.it

4) Più di tutto gratitudine, verso chi ha pensato, organizzato, preparato, supportato, costruito, seguito, smontato queste manifestazioni. ci sono i miei istruttori, i compagni di corso, i ragazzi che erano in scena con me, chi mi ha truccato, chi mi ha aiutato a trovare le attrezzature e i costumi... Poi c'è la consapevolezza: una costante scoperta e riscoperta di sé, quella strana sensazione per cui il mondo si ripiega su se stesso e ti trovi da solo al contro di un universo quando sali sull'attrezzo e tutto il resto scompare. Giacomo Marzolla, Medico chirurgo, 36 Jaqulè 1) mi ha spinto a metterci la faccia il voler aiutare, mettere delle idee e il pensiero che queste ultime potessero essere realizzate. non ho avuto esitazioni da superare anche perché è stato molto bello e il gruppo di lavoro è stato meraviglioso 2) nel disegno dei baffi e nella costruzione della macchina su cui sarebbe poi stato appoggiato il cappello 3) ho capito che il circo è un modo per stare insieme e divertirsi sempre 4) è stata una nuova esperienza disegnare la scenografia di uno spettacolo, mi porterò per sempre nel cuore l'allegria e le

risate che ci sono state costruendo questa scenografia Sara Spartiti, studentessa, 14 a testa in giù – Progetto circo 1) desideravo fare un percorso per mia figlia, per dedicarle

tempo giocando da amiche e complici, fare qualcosa per avvicinarmi a lei comprendendo cosa la entusiasma tanto di questa attività; conoscere le attività effettivamente svolte entrando di persona nell'atmosfera. 2) ho sostenuto mia figlia nell'acroyoga; ho imparato ad usare il trapano calandomi nel ruolo del "papà" ;) ho giocato giochi di gruppo come non facevo da quando ero bambina, divertendomi, fidandomi dei miei compagni e cercando di far si che loro si fidassero" 3) il circo per me era animali, clown, giocolieri, acrobati e poco più. da grande non ho avuto esperienza di circo e da mamma non ho mai voluto

portare la bimba per via degli animali. adesso ho capito che il circo può essere una vera e propria scuola di vita. 4) la voglia di giocare e mettermi in gioco guardando con gli occhi di bambina. ho sco-

perto che questo percorso ha fatto tanto bene a me in realtà, perché mi ha riportato indietro nel tempo e di conseguenza questo mi ha decisamente avvicinato a mia figlia. Francesca Biaggini, Impiegata e gestione case vacanza, 40 facciamo circo 1) ho frequentato l’accademia di belle arti di carrara. ho sempre dipinto ma non trovavo un filone mio, che scaturisse dalla pancia e dal cuore. nel 2000 mi imbattei per caso nel cirque bidone. fu un amore a prima vista: vidi un mondo poetico e colorato che mi rappresentava. (...) da lì iniziarono a nascere i primi quadri a tema circense. l’incontro poi con faccia-


ta. tutti elementi che, come il circo, mi stimolano emozioni e sensazioni bellissime. Enrica Pizzicori, Pittrice, 40

mocirco, perché sono anche mamma di una bambina che frequentò i suoi corsi, e con il raduno annuale mi ha permesso di dare al mio lavoro artistico anche una finalità pratica. 2) ho ideato e creato le illustrazioni e segni grafici per il materiale informativo della manifestazione, con l’obiettivo di racchiudere e raccontare

in un’immagine le sue atmosfere calde e colorate. 3) ho scoperto che esiste un mondo circense accessibile anche ai bambini. un mondo che è ancora nascosto ma molto grande. Quindi, anche sul piano artistico, è per me un forte stimolo a inserire il mondo dell’infanzia in questo mio immaginario e nella sua rappresentazione. 4) il ricordo e le immagini di condivisione, allegria, spensieratezza e, soprattutto, libertà! e poi c’è un elemento tutto personale: l’ambientazione temporale del raduno (aprile) che per me corrisponde alla fine del buio inverno e all’inizio della stagione calda, luminosa, colorata, profuma-

arcobaleno 1) avevo voglia di provare qualcosa di nuovo, di mettere alla prova le mie capacità in qualcosa di diverso e di divertente. l'unica cosa che all'inizio mi tratteneva era la paura di sovraccaricarmi di impegni. tuttavia mi sono resa conto che c'è sempre tempo. 2) nel progetto io e le mie compagne eseguiamo prese e lanci sfruttando le nostre abilità da cheerleader e le affianchiamo alla parte teatrale che abbiamo sviluppato nel corso degli incontri. 3) il circo mi ha sempre affascinato e attirato molto. l'ho sempre ritenuto spettacolare e ho sempre stimato molto gli artisti circensi e questo mio pensiero è rimasto tale. non pensavo però che ci fosse così tanto lavoro nella preparazione di un esercizio. 4) mi porto dietro tutte le emozioni che ho provato, tutti i rapporti di amicizia che ho stretto. ma soprattutto mi porto dentro la voglia di rimettermi in gioco sempre. Céline Mandia, Studentessa di Biotecnologie, 19 chapitombolo 1) sono la mamma di una ragazzina che frequenta la scuola chapitombolo da 6 anni e cerco di essere sempre presente nelle attività della scuola dando la mia disponibilità. 2) riordinare, pulire i locali per pranzo e cena, scattare alcune foto per documentare le attività delle due giornate di workshop 3) ho compreso che il mondo dei circensi è composto per la maggior parte da persone disponibili, ricche di pensieri positivi, energia pura 4) la possibilità di scambiare informazioni, il saper fare degli artisti, nei confronti dei ragazzi che stanno iniziando il loro percorso artistico Marina Valente, Infermiera, 54

1999 2017 STUDIO RUGGIERI POGGI 18 ANNI DI INVECCHIAMENTO studioruggieripoggi

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nuoVe declinaZioni del circo in italia UNA MAPPA ONLINE

progettoquintaparete.it/mappe-del-settore Questa mappa interattiva online visualizza i soggetti che promuovono il circo in Italia oggi, incoraggiandone la pratica e la visione, evidenziando la stretta connessione tra le scuole, le compagnie e le realtà programmatrici, dando testimonianza dell’impatto complessivo del circo in Italia. Valorizzando un settore in crescita, che si configura come una comunità, con il potenziale di una filiera altamente inclusiva e stratificata. La mappa include i soggetti che hanno partecipato alla raccolta dati 2015/2016 e verrà aggiornata con frequenza annuale. La prossima Raccolta Dati è prevista per ottobre 2017. Per un maggior dettaglio dei dati raccolti si rimanda alle note pubblicate su www.progettoquintaparete.it/raccolta-dati-sullenuove-declinazioni-del-circo-in-italia/ La realizzazione di questa mappa e della raccolta dati rientra nel programma di indagini e studi che il progetto Quinta Parete conduce nel corso del triennio 2015/2017 ed è promossa in collaborazione con Censimento Circo Italia.




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