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SFERICO NUMERO 1 02 MARZO 2O24
CIRCO
bollettino informativo
dell’Ass. Giocolieri e Dintorni
Pubblicazione trimestrale
Anno XXVII, n. 102, marzo 2024 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9
del 21 novembre 2002
Associazione
Giocolieri & Dintorni
viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) jugglingmagazine.it progettoquintaparete.it jugglingmagazine@hotmail.com
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Finito di stampare il 20 marzo 2024
In copertina
Arte Sferica, di Elena Lazzara The
Looking Glass era la definizione in inglese antico dello specchio e, insieme alla “sfera di cristallo”, sono entrambe entrate nell’immaginario collettivo come metaforiche porte d’ingresso in un mondo magico, irreale, bizzarro, dove poter viaggiare nel tempo, o in altri tempi.
Allo stesso modo l’arte “sferica “, coniata dalla giovane Elena Lazzara utilizzando palle di contact juggling, ci proietta nel fantastico “circo di oggetti”, che tanta ricerca continua ad alimentare.
Ad accompagnarci nel viaggio tra circo e oggetti ci saranno su questo numero anche la compagnia Grensgeval, autrice del libro Dating Objects and Devoted Obsession , e il sorprendente giocoliere Carlo Cerato, con riflessioni da unire coi puntini su la poetica+il bello+gli oggetti
Sorprende sempre, e positivamente, la profondità di pensiero e la determinazione di giovani artisti e drammaturghi di circo, insieme alla loro passione per gli attrezzi che hanno scelto come compagn* di viaggio. Le loro testimonianze dirette non mancano mai su JM, perché è nell’ascoltarli che la loro arte ci si svela appieno.
EDITORIALE
E in questo continuo raccontarsi il circo, che pur prescinderebbe dalla necessità di un testo, riscopre fuori dalla scena il piacere e il desiderio di Circus Dialogues . Non a caso si moltiplicano incontri, tavole rotonde, presentazioni, spesso moderate da una nuova generazione di critici e giornalisti di circo. Anche a questi momenti prestiamo attenzione su JM, allargando condivisione e dibattito ai nostri lettori. Sulle strade della penisola procede intanto il nostro lavoro/invito per completare insieme “La Mappa del Circo”. Inauguriamo così una serie di “schede” utili per orientarsi nel mondo del circo in Italia. E mentre OCA DOC ci ricorda come l’arte continui a riqualificare i nostri borghi più antichi, inauguriamo anche una serie di mini-guide alla scoperta del circo nelle nostre città.
Ma la scoperta non è solo geografica, e grazie a Giorgio Enea Sironi allarghiamo lo sguardo sul mondo della magia e dell’illusionismo, proprio come la FNAS, annunciando un suo storico cambio di passo, allarga il suo sguardo sulle outdoor art Sono invece i nostri programmi AltroCirco e Circosfera a tenere sempre alta l’attenzione e lo studio sui temi dell’inclusione (spingendosi oltre gli stereotipi del corpo circense) e della pedagogia circense (presentando un libro sulle capacità motorie nel circo educativo).
Non è un bel sentire lì fuori, oltre l’incanto della bolla del circo; ma vogliamo cominciare questo nuovo anno con una nota di speranza, perché il circo e la pace possano tornare.
Adolfo Rossomando direttore editoriale Juggling Magazine
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Con il sostegno di
du
ph
Revel PucksCirque
Demain
Laurent Bugnet
UN PIANETA DI FESTIVAL
di Raffaele De Ritis
Proliferano nel mondo i festival competitivi, oltre il fascino della gara: ispirazioni, stimoli e scambi
Per quanto possa essere un limite, la competizione forgia il DNA delle arti, quanto il dibattito che ne deriva. Nelle arti figurative, all’inizio del secolo scorso, i “salons” hanno cullato la nascita delle avanguardie moderne; i film e i dischi sono spesso ricordati per i premi vinti, così come i romanzi. Ballerini, violinisti e soprani accedono all’industria attraverso la competizione. Perfino i maghi. E così anche il circo, questo strano mondo tra record atletici e interpretazione
ispirata. Le competizioni circensi sono in un perenne gradino sopra il rigore da campionati di pattinaggio artistico (pur senza le selezioni di una federazione) e uno sotto il glamour popolare degli Oscar cinematografici. Ma oltre i premi, di sicuro, il circo è un grande business: il raduno di impresari e manager in grandi festival rappresenta un’industria transnazionale che serve milioni di persone in tutto il mondo, superata solo da quella dei concerti dal vivo. E tra professionisti e seguaci, resta un’ampia comunità mondiale senza pari nelle arti dello spettacolo.
TENTATIVO PER UNA MAPPA DEI CONCORSI DI CIRCO
Delineare una “stagione festivaliera” per il circo è diventato un compito difficile negli ultimi decenni. Infatti non c’è quasi settimana all’anno senza una competizione internazionale del settore, dal Kazakhistan a Dallas. Un tour de force per l’osservatore ostinato, ancor più per i membri delle giurie (che, forse troppo spesso, sono a volte gli stessi ovunque). C’è comunque una linea di percorso più solida di altre, che va più o meno da ottobre a febbraio. Tolti gli appuntamenti clou di Monte-Carlo e Parigi, una manciata di altri festival in questo arco del calendario ha preso la forma preziosa di tesoro per talent-scout: A Latina (Italia) nel mese di ottobre, Budapest (Ungheria) nel mese di gennaio e Girona (Spagna) nel tardo mese di febbraio si è certi di trovare tra il pubblico e nei foyer la créme de la créme della professione. E di recente il Salieri Festival di Legnago è entrato a far parte del calendario autunnale. Altrettanto calda è la Russia con ben due sontuosi festival internazionali a Mosca (“Artist” e “Idol”) e uno a S.Pietroburgo (“Without Borders”). Per non parlare della Cina, dove a novembre si alternano biennalmente i festival mondiali a Wu Han e Wu Quiao: forse i più spettacolari del pianeta. In Francia, di fianco a festival più longevi (Massy e Grenoble) si sono affermati concorsi di rilevo anche in centri minori (come S.Paul Les Dax o Bayeux) che hanno rivelato artisti importanti. Alcuni progetti di festival sono riusciti a delineare missioni identitarie: la valorizzazione della musica e della messa in scena al Salieri in uno “stiloso” progetto artistico globale; l’esclusività di proposte extra-europee a Girona; l’incrocio tra circo e varietà contemporanei di “Young Stage”a Basilea; o l’originale a vetrina dell’”Italian Circus Festival” a Roma, riservata ai talenti italiani ma dedicata anche allo sguardo di osservatori internazionali.
Il risultato è che a gennaio il moderno viaggiatore dei festival, giungendo alla doppia mecca festivaliera (Monte-Carlo e Parigi) non farà che riscoprire i talenti scremati dagli altri festival: con la gradita aggiunta del brio equestre a Monte-Carlo e delle sorprese d’avanguardia a Parigi.
Un tempo classificati come concorsi di circo “tradizionale”, i festival in realtà oggi affiancano ormai numeri di forme non convenzionali, in programmi dove gli allievi delle scuole di circo o gli artisti di formazione familiare sono presenti nella stessa misura.
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ph Laurent Bugnet
ph Centre de Presse
ph Laurent Bugnet
Troupe Flying Jordan Tribble (USA) - Festival di Monte-Carlo
Mukhamadi Sharifzoda - Cirque de Demain
Ricce Meticce Cirque de Demain
I FESTIVAL DI CONCORSO
COME FORME “TRASFORMATIVE”
È indubbio che la vetrina di un concorso trasformi la carriera di un artista. Il vincere un premio è relativamente meno importante
della visibilità: i mille occhi dell’industria sono fonte di contratti, spesso a lunghissimo termine; i fotografi fermano l’esibizione nelle riviste specializzate e sul web; il pubblico di colleghi e appassionati rende popolare un nuovo artista; i video coi cellulari, quando non le trasmissioni tv (Arte per il Demain, la Rai e non solo per Monte-Carlo), ne rendono visibile il lavoro a chiunque, spesso in forma integrale. Il giorno dopo l’esibizione di un numero particolarmente interessante, tutto il mondo circense ne conosce già i dettagli. Ma la trasformazione è anche quella del contenuto artistico. Prepararsi per un festival vuol dire creare un investimento per qualcosa che poi resta: lavorare sulla coreografia, creare nuovi costumi o musiche; o porsi già da anni prima del concorso l’obiettivo di inediti trick e passaggi acrobatici. Emblematico è anche lo sforzo degli artisti “contemporanei”, non legati alla forma-numero ma a creazioni ampie: nel loro caso si tratta di ridurre uno spettacolo di un’ora e oltre a una costruzione “chiusa” di sette minuti; renderlo adeguato all’immediatezza di una platea meno intima, dunque con ritmi più asciutti e meno passaggi concettuali (cosa che non sempre riesce), o costumi e musiche di impatto più spettacolare. Ad esempio, al Cirque de Demain 2024 Marica Marinoni è tornata per l’occasione a lavorare sulla forma “numero” (vedi intervista a seguire), che per gli artisti contemporanei è generalmente limitata alle presentazioni di fine corso. Così come per artisti più tradizionali, vi è lo sforzo di adeguarsi alle estetiche attuali, che il confronto della competizione valo-
rizza sempre maggiormente (esiste un punteggio “presentazione” che fa media con quello per la “tecnica”). Al festival di Monte-Carlo 2024 si è visto un emblematico esempio di questi processi trasformativi: le Kolev Sisters (per metà italiane) sono nate in una famiglia di circo; formatesi all’Accademia del Circo, si sono strutturate per anni come guest act di “Mystére” – Cirque du Soleil” a Las Vegas consolidando tecnica inarrivabile ed estetica attuale: la loro conquista del Clown d’Oro non ha fatto che consacrare agli occhi del mondo il loro percorso come uno dei mano a mano femminili più importanti della storia del circo. Il premio non a caso è andato ex-aequo a Elvis Errani, ulteriore esempio di trasformazione. Domatore classico, ha rivoluzionato il proprio lavoro creando un pezzo coreografico con due anziane elefantesse, con le quali ha passato la vita, e una danzatrice. Si è oltre il numero di animali di stile dimostrativo, e il minimalismo creativo non prevede frustini o strumenti. Solo mani nude, carezze tra umani e animali, parole sussurrate nelle grandi orecchie e movimenti non innaturali, qui coniugati alla danza. La sfida di un festival può essere anche un’occasione di presa di coscienza ed evoluzione di sensibilità.
LE IDENTITÀ E LE “FABBRICHE”
DEI NUMERI DA FESTIVAL
Chi va in pista rappresenta non solo sé stesso ma, idealmente, la cultura e il territorio che lo ha generato. I festival hanno creato la riconoscibilità degli stili: ecco “i canadesi”, quelli dell’incrocio elegante tra accademismo da modern dance e showbiz; “gli ucraini”, riconoscibili dalla stilizzazione unica del gesto e l’elevata performance; opposti agli spettinati “francesi” dalle idee sorprendenti, compiaciuti in transizioni meditative e t-shirt accuratamente sgual-
cite. Molte di queste culture creano “in laboratorio” i numeri destinati ai festival. È il caso certamente dei cinesi o di alcune compagnie russe (come quella di Gia Eradze), il cui investimento è notevole: dall’ingegneria degli accessori alla quantità di artisti, fino a venti per un numero di pochi mi-
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Cirque du Demain
Kolev Sisters Montecarlo
China Acrobatic Troupe
ph Centre de Presse
ph Centre de Presse
ph Laurent Bugnet
Duo Disar (Uzbekistan) - Festival di Monte-Carlo Compagnie Alexis Gruss (Francia) Festival di Monte-Carlo
Bruno Toso Cirque de Demain
nuti. Al Cirque de Demain 2024 si è vista una troupe cinese con una macchina idraulica a pannelli mobili di plexiglas che permettevano intricatissimi passaggi di bouncing juggling, fino a quel momento neanche mai immaginati. Sono numeri che per la loro grandiosità non avranno quasi mai mercato oltre a quello domestico. Vi sono anche casi in cui il numero viene “fabbricato” di concerto tra il festival e l’artista, pur sapendo che sarà impossibile replicarlo in seguito. È il caso del festival di Girona, che nell’edizione 2023 ha voluto proporre per la prima volta al mondo un numero di trapezisti volanti con due quadrupli salti mortali. Per l’occasione, la famiglia messicana Caballero aveva chiuso temporaneamente i suoi due circhi in America, riunendo le famiglie per l’esibizione spagnola. Per l’edizione di febbraio 2024, sempre a Girona, il festival ha commissionato alla famiglia cilena Gonzales la troupe di trapezisti più numerosa della storia: 15 artisti aerei, di cui tre porteur; e ovviamente un quadruplo salto mortale. A volte lo scopo è anche ce-
IL VOCABOLARIO ACROBATICO
I festival da sempre giocano anche un ruolo nell’aggiornamento delle discipline. I due numeri forse più emblematici del circo attuale, la ruota cyr e i tessuti aerei, videro la luce proprio al Festival del Cirque de Demain, negli anni ’90. Questo vale anche per l’ibridazione con tecniche esterne al vocabolario circense. All’ultimo Italian Young Talent Festival si è visto un numero di overboard (poi trionfante nel successivo New Generation di Monte-Carlo); Nell’edizione 2024 del Demain si è visto per la prima volta un numero di slackline in un festival circense (già presentato in qualche spettacolo attuale); alcuni numeri esisten-
lebrativo: nell’edizione 2024 di MonteCarlo, la famiglia di Alexis Gruss (la più antica e prestigiosa compagnia equestre al mondo), ha specialmente composto dei “tableaux” estratti dai suoi spettacoli: un percorso creativo paradossalmente tipico del “contemporaneo”.
OLTRE LO SPETTACOLO
ti vengono potenziati in occasione dei festival: come la “ruota della morte” in varianti doppie o triple. Le soluzioni più complesse diventano modelli preziosi per i produttori di circhi spettacolari, come Soleil o Flic-Flac. Lo stesso avviene anche per generi meno “tecnici”: sempre Girona ha mantenuto negli anni un nuovo filone di scoperta della clownerie sudamericana, che ha in seguito portato nuova linfa nei tendoni europei.
Vi è infine un ruolo dei festival che va oltre lo spettacolo: è il labirinto di incontri e scambi che nessuna forma virtuale potrà mai escludere. Oltre alla spontaneità dei contatti tra artisti, produttori, semplici appassionati, sono aumentate le forme collaterali. Al Demain è efficace lo spazio Pro, che organizza colloqui e tavole rotonde; a Monte-Carlo l’Eca e la Federation Mondiale du Cirque propongono cicli di conferenze; a Latina si svolge il “caffè letterario”. È poi in espansione lo spazio dedicato alla cultura e alla memoria: se nel foyer del Cirque de Demain c’è sempre spazio per due o tre progetti innovativi di pittori, scultori o designer, il Salieri è nato come progetto artistico ampio che coinvolge la comunità urbana, con installazioni d’arte o un interessante forma di interazione tra artisti e fotografi. Vi è poi la valorizzazione della memoria del circo: le prime due grandi mostre circensi hanno visto la luce proprio all’inizio del 2024. A Monte-Carlo è stata inaugurata un’imponente esposizione sui 50 anni del festival, con centinaia di costumi e interessanti postazioni multimediali; al festival di Budapest, una grande mostra ha raccolto il meglio delle più emblematiche collezioni circensi del mondo. Pur in un tempo dominato dalle immagini virtuali, i festival sono ormai una festa per gli occhi anche oltre la pista.
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RUGGIERIPOGGI.IT
ph Valerie
Thenard Beal Vtbcircus
ph Centre de Presse
Troupe Acrobatica di Wu Han (Cina) - Festival di Monte-Carlo
Johan Stockmar - Cirque de Demain
MARICA MARINONI Q
intervista di A.R.
Era dal 2019 che io ed il Cirque du Demain giocavamo a rincorrerci mutualmente. Un invito a partecipare mi era arrivato dopo gli exit al CNAC. Poi è sopraggiunta la pandemia, e subito dopo un contratto in Canada con la Compagnia 7 Bis. Così l’anno scorso si è ripresentata l’opportunità e ho finalmente avuto la possibilità di partecipare al concorso nel gennaio 2024. Ho chiesto a Francesco Sgrò di essere al mio fianco per la preparazione e per accompagnarmi al festival. Avevo in lui piena fiducia poiché, essendo stato il mio primo insegnante di roue cyr quando ero alla FLIC, conosceva molto bene il mio lavoro. Da allora siamo sempre rimasti in contatto ed è lui che ha composto le musiche del mio echappèes al CNAC nel 2019. Condividere con lui quest’avventura era quasi una conseguenza logica del nostro incontro.
Ospitati dalla FLIC, che ci ha messo a disposizione tutto ciò di cui avevamo bisogno, la preparazione al festival è stata molto intensa; per l’intero mese che precedeva la data ci siamo visti tutti i giorni per ripetere il numero e lavorare sui dettagli. Tanto lavoro con l’attrezzo, ma anche tanta preparazione mentale per essere pronti ad affrontare ogni evenienza.
Il numero portato al Demain è un’elaborazione del numero che ho scritto nel 2019, arricchito di tutta la tecnica che ho creato e acquisito da allora. Credo che la giuria abbia visto e premiato la completezza del numero in tutti i suoi aspetti; dalla tecnica, alla ricerca sull’attrezzo, composizione musicale, il costume ed il portare con poesia una forma contemporanea che potesse essere apprezzata anche da chi fa un tipo di circo più classico. Essendo arrivati molto preparati al festival, dentro di me aspettavo un risultato, ma riuscire a vincere il festival e tornare a casa con il Grand Prix ed il premio del Presidente della Repubblica è stata una vera sorpre-
sa, tra l’altro un premio finora mai attribuito ad un numero solo. E stata un’esperienza molto emozionante sotto tutti gli aspetti. C’era l’adrenalina della gara, tanto stress, ma tra gli artisti regnava un clima amichevole, solidale e anche ironia per una competizione dove quasi non ha senso paragonare stili e discipline così diversi tra loro. Aspettare 4 anni per partecipare a questa competizione mi ha permesso di affrontarla con un po’ di distacco e quello che all’inizio era un sogno, una cosa irraggiungibile, sono riuscita a ridimensionarla con il tempo. Resta comunque un’esperienza incredibile che mi ha aiutato a chiarirmi le idee sul futuro; mi ha convinto a continuare a provare a crescere come autrice di circo nel circuito del circo contemporaneo francese, che è quello che mi gratifica di più e mi permette di esprimermi.
Una delle linee guida del mio lavoro è quella di superare i confini tecnici e concettuali della mia disciplina, utilizzando come punto di partenza il mio rapporto conflittuale, crudo e performativo. Cerco di portare la ruota in scena trattandola come un cerchio di ferro, lavorando sulla sua personificazione e affidandomi a proprietà
fondamentali come la ciclicità, la ripetizione e il movimento ipnotico. In quanto autrice emergente vedo la scena come uno spazio dove offrire il proprio corpo e impegnarlo in un atto di generosità verso il pubblico, ed allo stesso tempo un campo di battaglia dove difendere le proprie verità. Oltre all'aspetto tecnico della disciplina, per me è molto importante sperimentare e vivere una femminilità libera sul palcoscenico, senza filtri e senza censure. Presentare un linguaggio fisico che possa rapidamente abbattere le barriere tra ciò che è considerato "maschile" e « femminile », mettendo sottilmente in discussione i ruoli della mascolinità e della femminilità sul palcoscenico (e nella società), per abbattere le aspettative a priori del pubblico rispetto ad un corpo, proponendo l’immagine di donna forte, dinamica e... muscolosa. In questo senso presentare il mio lavoro in un festival come il Cirque de Demain è stata un’occasione di provare la forza e legittimare tutte queste decisioni prese in anni di allenamenti e riflessioni, con la speranza di riuscire a parlare ai giovani circensi emergenti e sopratutto a tutte le giovani donne del circo contemporaneo per incoraggiarle nel loro percorso.
La scelta della roue cyr è stata abbastanza intuitiva. Ho scelto la ruota come mezzo di espressione perché ti porta dove il corpo fluttua, e poi ricade, poi risale, lo trovo molto affascinante. Lei si muove con te, sembra avere vita propria, ti prende e ti tira, poi si fa tirare, con lei sei al tempo stesso manipolatore e manipolato. In seguito ho scoperto in lei il luogo dove riesco a trovare la mia voce e la possibilità di esprimere cose che non riuscirei a dire altrimenti. Questo attrezzo mi attira per il costante stato di disequilibrio nel quale mi porta... Uno stato d’incertezza dove l’incertezza non è confusione ma arricchimento e profondità, un’occasione di perdersi per poi ritrovarsi. La ruota mi confronta costantemente con me stessa e mi da l’occasione di imparare.
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Ma.marinoni
Demain
Firco
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Laurent
ph L. Réau
Bugnet
SMELLS LIKE CIRCUS
16/20 GENNAIO, GHENT (BELGIO) miramiro.be/en/event/smells-like-circus-5 circuscentrum.be/nl/was-smells-circus-2024
di A.R.
Smells Like Circus è un festival biennale di circo nato nel 2015 a Ghent, una delle maggiori città belghe, da VIERNULVIER (centro culturale molto attivo in città, precedentemente noto come Vooruit) e Circuscentrum (Centro di supporto delle arti circensi delle Fiandre). L’obiettivo originario di questa iniziativa era incoraggiare i teatri a programmare circo. Nonostante in quegli anni le arti circensi contemporanee fossero in pieno sviluppo, gli spettacoli solo raramente venivano inseriti nella programmazione dei teatri. Circuscentrum si è rivolto a Vooruit come partner per invertire questa tendenza, e questo ha portato alla prima edizione di Smells Like Circus nel 2015. La programmazione è stata caratterizzata fin dall’inizio dando spazio a spettacoli che fossero all’intersezione tra circo e altre arti performative. Il risultato è un programma vivace che si distingue da quello che si può scoprire nei festival circensi “più classici”.
Nel 2022 il festival ha aperto un suo nuovo corso: VIERNULVIER & Miramiro diventano i partner principali, con CAMPO, Kopergietery, Circuscentrum, CC Evergem, The Circus Dialogues e Circusplaneet che completano la line up. “Il motivo di questo cambiamento” spiega Noemi De Clercq, direttrice di Circuscentrum “deriva
dal mutato contesto istituzionale. Con l’attuazione del nuovo decreto sul circo all’inizio del 2021, Circuscentrum è
stato investito del nuovo ruolo come centro di risorse e supporto per il settore circense, in rapida crescita nelle Fiandre e a Bruxelles. Circuscentrum oggi non è più
coinvolto nella programmazione e nella produzione di Smells Like Circus. Il co-cordinamneto del festival è ora passato a Miramiro e VIERNULVIER. Circuscentrum rimane comunque coinvolto nel festival in qualità di centro risorse ed ha il compito di sviluppare all’interno del festival un programma professionale adeguato che, selezionando temi attuali ed alimentando il dibattito, intende contribuire attivamente allo sviluppo del settore circense. Il focus di Circuscentrum si sposta così dalla programmazione di circo per un vasto pubblico all’offrire un programma di incontri e dibattiti per professionisti nazionali e stranieri. L’obiettivo è riunire il settore e alimentarlo con buone pratiche che provengano dal circo e da altri ambiti.”
Ogni edizione di Smells Like Circus ricerca un filo conduttore nella programmazione che si estende anche al programma professionale. L’edizione 2022 ha selezionato progetti che mettono in discussione le norme del circo e di altre discipline, ma anche il nostro rapporto con la questione di genere e il modo in cui modella il nostro mondo. Il festival si è
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VanThorhout ph Bart Grietens
Pli ph
Sarah Vanheuverzwijn
aperto così principalmente agli artisti, ai temi e all’estetica queer, con la partecipazione speciale di Queef e Bebe Books.
La settima edizione del festival 2024 estende i confini del circo contemporaneo con un programma sorprendente ricco di spettacoli circensi, musica, danza, teatro e conferenze, occasionalmente approfondendo lo sguardo sul clowning. I partner hanno deciso di puntare sulla figura del clown, che nel circo contemporaneo assume forme espressive diverse rispetto a quelle del circo classico. Qual è l’essenza che rimane? Come lavorano oggi gli artisti con tutto ciò nei loro processi creativi? Perché la figura del clown continua ad affascinare? Alcuni drammaturghi sono stati invitati a condividere le loro idee sul clown durante la “Breakfast conversation” che ha dato il via alla edizione 2024. Più avanti Bram De Laere ha inaugurato il programma di critica circense, in cui giovani critici alle prime armi vengono guidati nella visione e nella scrittura di circo, con una esposizione del clown in una prospettiva storica.
Non solo clown a Smells Like Circus 2024, ma un ventaglio di spettacoli, sapientemente amalgamato, che esplorava molte sfac-
cettature del circo di oggi, distribuito in diversi luoghi di spettacolo della città. Un’interessante selezione di compagnie belghe ha accolto il pubblico (Marius Lefever, Jef Van der Burght en Senne Vanderschelden con Silly Symphonies, Rode Boom - Kurt Demey & Hans Beckers con Ritselingen, Alexander Vantournhout con VanThorhout, Sinking Sideways con Cécile, Geert Belpaeme con Please (don’t) let me be (mis)un-
derstood, Grensgeval con KORROL), insieme ad ospiti internazionali (Le P’tit Cirk (FR) con Un Dîner pour 1, Inbal Ben Haim (IL) con Pli, Delgado Fuchs (CH ) con DOS, Wes Peden (SE/US) con Rollercoaster, Sacékripa (FR) con Vu.Vue). I numerosi sold out durante gli spettacoli e la numerosa affluenza di professionisti del settore, hanno anche in questa edizione suggellato il grande successo della programmazione offerta.
Smells Like Circus presta regolarmente grande attenzione a un programma professionale creato da Circuscentrum, in collaborazione quest’anno con Around About Circus. Cinque giorni di talk, workshop, incontri, presentazioni e dibattiti per esplorare le evoluzioni del settore circense. Nelle accoglienti sale del notevole edificio storico di VIERNULVIER, un vero gioiello architettonico di fine ‘800, si sono svolti una ricca serie di incontri molto partecipati, a partire da due interventi efficacemente moderati: una conversazione sul clowning con Micha Goldberg e Geert Belpaeme e un incontro con la compagnia Grengsgeval sulla loro ricerca pratica sugli oggetti circensi di nuova creazione. Due eventi pomeridiani hanno visto gli artisti di Defracto open studio condividere frammenti del prossimo spettacolo Monochraturé e i partner del progetto europeo Circus Without Circus illustrare la fusione tra pratiche circensi e non circensi.
Infine, ma non meno importanti, tre eventi specificamente legati al ruolo dei media e della critica nel circo contemporaneo: l’incontro del network INCAm, il lancio di Circus Dialogues Archive, oltre al già citato programma di formazione per principianti di critici circensi. Circuscentrum, in qualità di membro di
INCAm (International Network Circus Art media projects), una rete che si concentra sull’informazione e sulla critica circense per uno sviluppo nel/del settore, ha facilitato e ospitato un incontro di tre giorni di una delegazione di membri INCAm, i quali hanno discusso le sfide e le opportunità future del circo, coadiuvati dalla partecipazione di ospiti esterni provenienti dal mondo dei media e delle politiche culturali europee. The Circus Dialogues è nato come progetto di ricerca artistica nel 2018, finanziato dalla KASK School of Arts, interessata alla ricerca sperimentale e agli scambi tra pratica e teoria circense. Il progetto, inizialmente guidato da Bauke Lievens, Quintijn Ketels, Sebastian Kann e accompagnato da Vincent Focquet, dopo dieci anni di dialogo e scambio, di cambiamento di forma tra lettere aperte, libri, simposi, settimane di ricerca e incontri, ha iniziato il 2024 con il lancio di circusdialogue.com , un nuovo sito web e archivio online che consigliamo vivamente di visitare.
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Le Petit
Cirk ph
Sarah Vanheuverzwijn
Pitches ph
Tom Van Mele
Ritselingen
grensgeval.eu
Il nucleo artistico di Grensgeval è composto da Hanne Vandersteene e Mahlu Mertens. Entrambi hanno studiato all’Accademia di teatro di Maastricht. Hanne ha approfondito le sue conoscenze al KASK e Mahlu sta conducendo una ricerca post-laurea sul teatro giovanile a Antwerp.
La compagnia, che si è esibita in oltre 13 paesi diversi, mescola il circo con altre forme d’arte e lo inietta con una dose di anarchia, poesia e punk, rendendolo ampiamente accessibile attraverso il loro linguaggio fisico, sensoriale e visivo. Sul palco costruiscono un mondo in cui il pubblico è al centro e talvolta ha anche un ruolo attivo. Un pubblico eterogeneo, sia per età che per background (culturale), in patria e all’estero.
intervista di A.R. a Hanne Vandersteene, direttrice artistica
IL PUBBLICO
Grensgeval è un’espressione idiomatica fiamminga per significare una situazione borderline, ai confini. Lavorare ai confini è la nostra specificità. Ai confini delle discipline artistiche, tra il circo e altre espressioni artistiche, tra spettacoli per adulti e per bambini.
I nostri spettacoli sono sempre più un’esperienza. Per noi i sensi sono molto importanti, e abbiamo lavorato su quelli che permettono con facilità di percepire vedere, toccare, ascoltare. Da questa ricerca è nato un trittico, dove abbiamo lavorato con i suoni (Murmur), con la pittura (Plock!), e con oggetti (Karroll).
Il nostro trittico tra arte e processo di creazione, suoni, colori, oggetti, nasce dal desiderio di trovare ambiti di ricerca artistica e relazione con il pubblico, sia adulto, sia bambini. All’inizio era più un concept che emergeva dai nostri pensieri, ma gradualmente nel lavoro con gli oggetti la pratica acquisiva sempre più forza.
Per noi era evidente, fin dall’inizio della nostra storia, che cercavano una relazione più forte e diretta con il pubblico. Volevamo che la frase ricorrente che gli artisti rivolgono al pubblico “Non avremmo potuto fare questo spettacolo senza di voi” diventasse ancora più reale. Non è un processo facile, e ci abbiamo pensato a lungo su come facilitarlo. Abbiamo fatto molte prove in questo senso, perchè non tutto funziona allo stesso modo. Abbia-
mo inoltre lavorato ad uno spazio scenico prossimale e perimetrico, in modo che il pubblico fosse più vicino e potesse interagire più spontaneamente. Sappiamo che durante la performance la vicinanza degli adulti ai loro bambini è importante, altrimenti i bambini invaderebbero lo spazio. Ma, oltre a coinvolgerli durante lo spettacolo, lasciamo che i bambini possano a fine spettacolo interagire liberamente, con la nostra supervisione, con lo spazio scenico e gli oggetti. Notiamo che a quel punto fanno cose che non avrebbero fatto senza vedere lo spettacolo.
Ci sforziamo di rendere accessibili i nostri spettacoli e lo spazio scenico anche a spettatori svantaggiati, e l’uso di materiali e oggetti così tattili, facilita il coinvolgimento da parte di tutti. Di solito
bambini o giovani adulti con difficoltà di apprendimento, con autismo o disturbi della comunicazione sensoriale che percepiscono il nostro spazio scenico come libero per potersi esprimere. Pensiamo sia importante creare spettacoli anche per un pubblico svantaggiato, un pubblico molto bello che ci sorprende sempre nelle sue reazioni.
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GRENSGEVAL
@SMELLS LIKE CIRCUS
murmur ph Geert Roels
Plock ph Bart Grietens
ph Hanne Vandersteene
GLI OGGETTI
Siamo molto interessati all’incontro con gli oggetti sul palcoscenico, su come si incontrano con gli artisti, e su come il pubblico percepisce questo incontro, ed è per questo che abbiamo cominciato da lì. Ci siamo accorti che creare un nuovo oggetto porta anche a creare nuove storie. Una clava è ormai così riconoscibile sul palcoscenico, ed anche se la vesti o la decori in un modo particolare, richiamerà sempre ad un immaginario legato nel tempo alle clave. Come racconta Melody Nolan: “Ogni volta che scegli un oggetto di circo questo oggetto porta con sé una certa narrativa, o un’idea di cosa potresti farci, anche se il tuo lavoro andasse in una direzione diversa”. Per questo abbiamo deciso di lavorare con oggetti che non fossero tradizionalmente utilizzati nel circo.
Abbiamo avviato il processo creativo coinvolgendo 3 architetti che avevano già lavorato in ambiti teatrali o alla costruzione di oggetti di scena. A loro abbiamo dato carta bianca nel concepire oggetti che avrebbero potuto creare una relazione interessante
con gli artisti. Abbiamo poi fatto incontrare gli artisti con queste creazioni, alimentando una collaborazione reciproca tra artisti e architetti per ulteriori modifiche agli oggetti. Tra le tante modifiche ne abbiamo sperimentate molte che riguardavano l’ordine di grandezza, quindi uno o molti, più grande o più piccolo, e ogni cambio portava nuove scoperte.
L’incontro degli artisti con gli oggetti ci ha permesso di constatare come, tra i vari oggetti disponibili, fossero solo pochi a scatenare l’interesse da parte degli artisti. Questa corrispondenza tra artisti e oggetti era qualcosa di unico che nasceva anche prima di cominciare a lavorarci, senza che l’avessimo programmata. Una relazione passionale che spingeva a lavorarci per conoscerne le possibilità e che noi abbiamo definito “devoted obsession”.
Ci sono oggetti che rivelano subito tante possibilità, altri che richiedono una ricerca più lunga per manifestare le loro potenzialità. Altri sono così grevi nella loro condizione di oggetti che prendono la scena senza dare spazio a trasformazioni o ad assumere altri significati nella narrazione. Da tutta questa ricerca poi emergono le pratiche che tutti avvertiamo come quelle che vorremmo portare in uno spettacolo, qualcosa per cui mostri eccitazione,
trasporto, percepisci che lì c’è qualcosa di interessante da esplorare. A volte non devi nemmeno ricercarlo, ma è lì che aspetta la possibilità di manifestarsi improvvisamente.
Avevamo già condiviso la nostra ricerca con alcune persone ma avvertivamo che la condivisione era molto circoscritta e senza una traccia scritta. Nel circo abbiamo tanta ricerca basata sulla pratica, ma per la scrittura il campo è meno battuto. Incute anche timore mettere cose per iscritto, perché non sei mai sicuro possa essere la parola finale sul tema, ma metterle per iscritto d’altra parte ce le rendeva anche più chiare. Ricevuto lo stimolo da Circuscentrum per realizzare una pubblicazione da disseminare nel settore, ci abbiamo lavorato tutti insieme all’interno della compagnia, sforzandoci di renderlo un oggetto piacevole, facile da portare in tasca. È nato così un libro tascabile dal titolo: Dating Objects and Devoted Obsession
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Korrol Murmur Plock!
ph Hanne Vandersteene
Korrol ph Gieke Merckx
AROUND ABOUT CIRCUS
aroundaboutcircus.com
di
Valentina Barone coordinamento editoriale
Nel panorama attuale delle pubblicazioni digitali e cartacee internazionali, esistono magazine, piattaforme e canali social media che esplorano in maniera molto differente l’ecosistema del circo contemporaneo. L’interesse che li anima si basa sull’esigenza di elaborare un progetto accademico, dare voce alla community di settore o come strumento di comunicazione per una specifica organizzazione culturale.
Nel periodo di lockdown ho avuto il compito di mappare per il network internazionale Circostrada le fonti media internazionali che si occupano di circo contemporaneo. Questa collaborazione mi ha permesso di conoscere meglio il panorama multiforme dei progetti che raccontano il circo da più latitudini e approcci, applicando all’ecosistema una selezione degli esempi più affini a quello che consideravo mancante: una narrazione indipendente in grado di restituire a un pubblico interdisciplinare gli aspetti di ricerca a priori di questa manifestazione artistica in lingua inglese. La scelta è stata quella di rivolgersi agli autori, organizzazioni, alle azioni e ai processi che esplorano il rapporto tra essere umano, ambiente e apparati in ambito europeo.
La riflessione teorica sul circo contemporaneo è in divenire, esistono ancora pochi autori e testi dedicati all’esplorazione degli intenti e modalità in atto, anche per questo è necessario produrre nuova letteratura. Scrivere di circo contemporaneo, sia dal punto di vista dell’analisi giornalistica e teorica, sia da parte degli artisti circensi nelle pagine di approfondimento, è una pratica estremamente rara: questo dipende dalla mancanza di condizioni strutturali, anche economiche, che consentano il necessario scambio e la riflessione congiunta su concetti, termini e argomenti. Anche la relazione con il pubblico, quando si basa su testi promozionali che spiegano i contenuti degli spettacoli in modo aleatorio, risulta complicata. Spesso la comunicazione sul circo sottolinea l’enfasi poetica della sua “stranezza”, senza riuscire a raccontarne le dinamiche di relazione e i suoi protagonisti.
Around About Circus è una pubblicazione digitale che si inserisce nell’ecosistema media attuale e supporta le organizzazioni culturali europee curando interventi di riflessione in ambito internazionale.
Attiva anche all’interno del network informale INCAm, la piattaforma digitale fornisce un approfondimento continuativo, capace di seguire le dinamiche della creazione artistica di circo contemporaneo partendo dalle conversazioni con i suoi protagonisti, producendo articoli, recensioni, report di eventi, festival e approfondimenti tematici. La pubblicazione affianca diverse realtà culturali divulgando contenuti specifici, coordinando interventi di riflessione dal vivo, moderando tavole rotonde e proponendo una masterclass sulla scrittura critica e la storia del circo contemporaneo. La sua mission è di sviluppare un interesse crescente verso la multidisciplinarietà del circo attraverso le voci dei suoi autori e di riflettere sulla capacità relazionale di un’arte che esplora il mondo ponendosi in ascolto e in relazione con l’altro da sé. La creazione della pubblicazione digitale rappresenta una modalita� interattiva e aggregativa che, anche attraverso una propria comunicazione strutturata e sinergica agli eventi, sostiene in tempo reale la scena internazionale, con un sito web funzionale e accessibile a chiunque.
PROGETTOQUINTAPARETE.IT 10 JUGGLINGMAGAZINE. IT
circusartsmagazines.net
INCA m (International Network of Circus Arts media projects) riunisce i media project sulle arti circensi attivi nel settore. In questo numero presentiamo due piattaforme
online: Around About Circus, nata di recente, e eJuggle, la cui genealogia comincia nel 1947
EJUGGLE LA RIVISTA ONLINE DELLA IJA
juggle.org/ejuggle
Q e E ijajugglers
M IJAvideo
di Martin Frost IJA Communications Director
Nella sua lunga storia la International Jugglers’ Association (IJA), fedele al suo motto di "fornire assistenza agli altri giocolieri", ha utilizzato una varietà di media per condividere informazioni sulla giocoleria con i suoi membri e il pubblico in generale.
Tre anni prima della fondazione dell'IJA, il futuro cofondatore dell'IJA Roger Montandon aveva già iniziato a pubblicare il Juggler's Bulletin e a spedirlo per posta ai giocolieri che si abbonavano. Dal 1944 al 1949 fu per lo più mensile, seguito da alcuni numeri speciali. Nel 1949, la IJA Newsletter divenne la pubblicazione ufficiale dell'IJA, con una frequenza per lo più mensile fino alla metà del 1981, e per gran parte di quel tempo venne prodotta su una macchina ciclostile. La IJA Newsletter , soprattutto nei primi anni, comprendeva lettere di giocolieri da tutto il mondo che racconta -
vano cosa accadeva nelle loro regioni. In genere alla fine di ogni anno la newsletter includeva un elenco dei membri dell'IJA. Nei 32 anni dell' IJA Newsletter , si sono succeduti molti redattori diversi, alternandosi ogni due o tre anni circa. L'ultimo redattore è stato Bill Giduz, che nel 1981 ne migliorò notevolmente la qualità, trasformandola in Juggler's World , che era una vera e propria rivista, con impaginazione professionale e tantissime foto, invece che pagine dattiloscritte e fotocopiate. Juggler's World è stato pubblicato trimestralmente fino al 1998, con Bill Giduz come redattore per tutto quel tempo. Grazie, Bill! Quando Bill si ritirò, l'IJA sostituì Juggler's World nel 1998 con JUGGLE Magazine, che aveva un aspetto professionale simile. JUGGLE è stata pubblicata bimestralmente fino al 2006 da Stan Allen, con Alan Howard come redattore, e poi per altri cinque anni fino al 2011 con Alan Howard come editore e redattore.
A partire dal 2006, l'IJA ha anche inviato via email una eNewsletter mensile (curata da Don Lewis e Martin Frost) ai membri per tenerli aggiornati sulle attività dell'IJA, incluso il prossimo festival IJA, World Juggling Day e altre particolari novità degne di nota. L'IJA ha anche pubblicato video dell'IJA Festival dagli anni '80 agli anni 2010, prima su VHS e poi su DVD. Contenevano un paio d'ore di generale copertura del festival più un paio d'ore delle routine complete di tutti i concorrenti che nei campionati di giocoleria sul palco. Video dei festival IJA 2012-2019 sono disponibili per i membri IJA in eJuggle
Dal 2012 l'IJA pubblica eJuggle, una rivista online (curata da Scott Seltzer) con nuovi articoli ogni settimana, inclusi articoli sulla storia della giocoleria, avvenimenti attuali, podcast, tutorial, profili/interviste, oppure video dei trick del mese raccolti nelle Juggling News
Quasi tutti gli articoli sono disponibili al pubblico, mentre alcuni sono disponibili ai soli membri dell'IJA. eJuggle ha pubblicato finora oltre 2000 articoli, di cui oltre 200 pubblicati nel 2023, e ne sono stati tradotti oltre 250 in spagnolo e oltre 60 in giapponese.
ARCHIVI
Negli archivi online sono consultabili molte annate delle newsletter IJA e tutto Juggler’s World, così come tutte le eNewsletter, insieme a eJuggle. Disponibili in formato pdf e a pagamento le raccolte complete di Juggler’s World e JUGGLE
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FABIANA RUIZ DIAZ
elgrito.net
spazioagreste.com
sic-elgrito.com
in conversazione con Giorgio Enea Sironi
I primi stimoli artistici arrivano in casa. Mio padre è un famoso cantante di cumbia, vincitore di due dischi d’oro e uno di plati no; già nella pancia di mamma ascolta vo le musiche della tradizione musi cale popolare uruguayana. Altra grande fonte di ispirazione è stata la mia bisnonna, di origine meticcia, per metà indigena e per metà dai colonizzatori spagnoli, molto dedita alla cura della terra. Da lei ho appreso la disciplina, la tenacia, la contemplazione, ad aspettare che da un seme nasca il frutto.
L’Uruguay è un paese molto piccolo, dove non esiste il circo tradizionale, più presente in Brasile e Argentina. I primi artisti che ho visto arrivavano dall’estero, soprattutto clown, giocolieri e trampolieri di circa 4 metri di altezza. Da lì è nata la mia forte curiosità per questo mondo e ho iniziato a viaggiare per l’America Latina, a soli 17 anni, per conoscerne le culture e per incontrare altri artisti che facevano spettacoli di strada. Sono arrivata in Europa giovanissima, agli inizi degli anni 2000, per partecipare all’European Juggling Convention a Brema e Rotterdam, dove ho potuto incontrare giocolieri come Anthony Gatto, Jay Gilligan, Albert Lucas, Stefan Sing, Jerome Thomas, Jean Daniel, che mi hanno allargato l’orizzonte di questo mondo.
In Europa ho scoperto anche altre forme di spettacolo, come il teatro e la danza. Un giorno visitando il Centre Pompidou a Parigi, sono rimasta incantata vedendo dei video di compagnie storiche, come Pina Bausch, che mi toccavano corde emotive prima sconosciute. Così come la pittura di Chagall, Vangogh, Monet, Magritte ed
altri, ancora oggi punti di riferimento della mia creatività. Mi ritengo un’autodidatta, non ho frequentato scuole e mi sono sempre allenata da sola, condividendo visioni e opinioni con gli artisti che incontravo viaggiando. Tra i tanti ricordo Roberto Gascat, artista di una dinastia circense da 6 generazioni, che si muoveva tra Venezuela e Cuba. Quando formammo un quartetto aereo latino mi insegnò da zero i tessuti aerei, diventati poi la mia specialità.
Dopo tanto viaggiare per tutta Europa, ho trovato finalmente casa all’Espace Catastrophe, a Bruxelles, e lì ho incontrato i miei due maestri: Michelin Vandepoel, che lavora “sur le rire”, “il clown” e il “jeu de piste”, e Louis Spagna, il regista di 20 decibel, il primo spettacolo di sala del Circo El Grito. Con loro ho iniziato a capire cosa è la struttura di uno spettacolo, come usare la tecnica per raccontare una storia e trasmettere un’emozione, non solo per eseguire un trick che faccia scattare l’applauso. Più recentemente ho avuto la fortuna d’incontrare la ballerina coreografa Raffaella Giordano, grande maestra del movimento e dello stare in scena, che mi ha accompagnata nel processo creativo del mio primo spettacolo solista, LiminaL
Il momento in cui ho capito che i miei sogni si stavano realizzando è stato quando 20 decibel debuttò nel festival “Pistes de Lancement” di Espace Catastrophe a Bruxelles. Prima l’idea di una compagnia di circo mi sembrava inverosimile. Ma piano piano iniziammo ad essere parte di questa realtà, già dal nostro primo spettacolo Scratch & Stretch per i festival di strada, replicato 180 volte in una sola estate, e poi definitivamente con 20 Decibel. Un altro
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LiminaL Uomoarbusto ph Marco Gentili
momento che avrò sempre nel cuore è quando arrivò il nostro tendone, nel 2011, e lo montammo in 4 persone, Giacomo Costantini, Gaetano Costantini, Domenico De Vita e io. Sono stata settimane a guardarlo, a sentirne l’odore, a immaginare come lo avremmo decorato e a quanti spettacoli avremmo programmato.
Nel 2022 abbiamo festeggiato 15 anni di attività di Circo El Grito e abbiamo annunciato la nascita del “SIC - Stabile di Innovazione Circense”, uno dei 4 centri internazionale di produzione multidisciplinare dedicato al circo contemporaneo. Un progetto a lungo termine che da tanto tempo avevamo immaginato come un’evoluzione possibile di El Grito. Dopo anni di spettacoli, regie, direzioni artistiche, ricerca, ci sembrava naturale diventare anche uno spazio di creazione, e abbiamo potuto realizzarlo grazie al sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Marche. Con il SIC vogliamo incoraggiare la diffusione e lo sviluppo nazionale e internazionale di un circo di creazione, una forma di spettacolo multidisciplinare innovativa e aperta ad altri linguaggi della scena. Vogliamo favorire l’incontro tra culture, discipline e generazioni differenti per trasmettere l’amore per la cultura autenticamente popolare del circo, capace di attrarre un pubblico eterogeneo e trasversale. La sede è il Teatro Feronia di San Severino Marche, come diffusione nazionale e internazionale abbiamo il nostro Chapiteau e un’arena viaggiante aggiunta recentemente, mentre Spazio Agreste è il luogo dedicato alla creazione e alle residenze.
Amo vedere spettacoli di qualsiasi tipo, basta che mi suscitino emozioni. Agli inizi mi allenavo di continuo per avere una tecnica più solida, approfondire e conoscere nuovi trick, ma dopo qualche anno di
spettacolo di strada ho iniziato a vedere spettacoli di circo, molti dei quali non mi toccavano nel profondo. Mi interessavano invece i lavori di compagnie che fondevano diversi linguaggi: circo, danza, teatro, scultura, pittura, letteratura, etc. Ho iniziato a lavorare sul ritmo, sullo spazio, sul personaggio, facendo attenzione a il movimento autentico del corpo, e la presenza in scena.
La cosa che mi coinvolge di più è la nascita del personaggio, le sue caratteristiche e le sue eccentricità. Mi piacciono anche gli oggetti e le “scenografie viventi”, come le chiamo io, quelle che si trasformano da una cosa ad un’altra che nemmeno pensavi possibile. Mi affascina quella meraviglia visuale causata dalla trasformazione dello spazio. Con LiminaL volevo fare uno spettacolo nel nostro tendone, perciò l’ho svuotato completamente e ho messo solo un letto appeso al centro, ispirandomi a Little Nemo in Slumberland, fumetto di inizio ‘900, che racconta di questo bambino che ogni notte va a letto e fa sogni incredibili, vivendo avventure pazzesche e si sveglia l’indomani puntualmente cadendo dal letto. Da lì sono partita, ricostruendo un interno del circo sognante, con il pubblico a 360 gradi, dove poter realizzare i sogni di una circense in volo. Utilizzo diversi postazioni nello chapiteau dove, accompagnata da un pianista, si manifestano i sogni; lascio visibile al pubblico ciò che solitamente è nascosto, la macchina scenografica e i movimenti dei macchinisti, così da far apprezzare tutto ciò che accade in scena. LiminaL è un dramma circense di questa donna che vive in un circo abbandonato. “LiminaL” significa “confine”, ”appena prima” e può evocare il concetto di preparazione a un passaggio. Per me è rappresentato dallo stato del dormiveglia, dove reale e irreale si confondono.
colo sul femminile, sulla notte, sui sogni, sui mondi straordinari. Non sapevo come sarebbe stato accolto, e la risposta positiva del pubblico e della critica è stata una sorpresa. Vuol dire che sono riuscita a trasmettergli ciò che è nato dal puro bisogno di esprimermi artisticamente. L’idea adesso è di farlo girare nel circuito internazionale, e ci terrei molto che venisse programmato nei grandi festival Latinoamericani. Con un titolo in spagnolo rappresenterebbe per me il ritorno alla mia terra d’origine. La forma teatrale mi permette di farlo viaggiare più del circo e di fare così nuove esperienze, scoprire nuovi universi, far nascere collaborazioni nuove.
Dopo il debutto a Roma di Luz de Luna, mio secondo spettacolo solista per il teatro, sono molto felice. L’ho realizzato in poco tempo, e pur provenendo in parte da LiminaL è diventato uno spettacolo totalmente nuovo. Quando faccio uno spettacolo penso sempre: “cosa racconto? cosa voglio dire? e Luz de Luna è uno spetta-
Dopo Luz De Luna immagino già un seguito per costruire una trilogia che parta da LiminaL, in cui si racconta questa donna acrobata in un circo abbandonato che vive in solitudine immaginandosi il circo quando era attivo. Prosegue poi con Luz del Luna, in cui questa donna circense in viaggio si ritrova nel teatro e lo fa vivere con nuove forme, atmosfere e nuovi colori, per continuare con un terzo spettacolo a cui sto già pensando. Vorrei far coincidere momenti della mia biografia con questa trilogia. Nel primo spettacolo sono ancora giovane e leggera, desiderosa di gioco e divertimento. Poi, diventata mamma, ho un’altra consapevolezza, da donna adulta. Nel terzo capitolo continuerò a parlare di questo scorrere del tempo, probabilmente cercando di immaginare il futuro dopo guerre, pandemie, catastrofi e crisi climatica che viviamo oggi. Mi chiederò che mondo lasceremo a quelli che vengono dopo di noi? Che mondo immagino per un domani? Vorrei partire dalla neve, dal gelo della solitudine che ci avvolge oggi, con l’idea d’incontrare un pinguino saggio, un orso polare che mi fa conoscere il suo habitat, un soldatino di piombo che richiama l’umanità e le favole, ma che rappresenta anche poeticamente la forza militare che ci opprime. Vorrei fargli tante domande.
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20 decibel ph FrancescaTecardi
ph Simona Albani
FRANCESCO SGRÒ
fabbricac.it cordatafor.com
Il circo che voglio fare è esigente e aperto a tutte le forme di contaminazione. Si affida al potere drammatico che è intrinseco al movimento acrobatico, fa a meno degli apparati o ne inventa di improbabili. Fa della dinamica di un gruppo il materiale stesso dell’opera. Si basa certamente su una tecnicità molto elevata e sulla cura della qualità del movimento, ma anche sulla ricerca di nuovi principi di impegno. Il movimento è pensiero in azione.
Vengo dalla provincia e questo è un valore che mi porto nel cuore. Ho vissuto gran parte della mia vita in una città operaia e contadina dove non ho mai sentito parlare di teatro, tantomeno di circo. Sono stato salvato dalla scuola che mi ha instillato il seme del teatro e dell’essere in scena già a quindici anni, e poi da Giuseppe Porcu, un vero traghettatore di anime che ora come allora folgora le persone portandole nel mondo dell’arte con naturalezza e semplicità.
Così ho incontrato l’arte di strada, le Convention dei giocolieri, scoprendo insieme a Giuseppe un mondo piccolo ma in velocissima espansione in quegli anni. Tra una Convention e l’altra nascono i Fuma che’nduma, prima come gruppo artistico e poi come scuola di circo. La missione dei Fuma che’nduma era duplice: educare bambini e ragazzi all’arte circense e utilizzare questa forma d’arte come metodo di costruzione di comunità. Siamo agli inizi degli anni 2000 e c’era nell’aria un gran desiderio di scoprire cosa fosse il circo contemporaneo,
IL CIRCO CHE VORREI
l’atmosfera artistica in Italia e Francia era incandescente, gli artisti volevano sporcarsi, scoprire nuove possibilità ed esplorarle insieme. Questo periodo, in cui tutto sembrava possibile, mi ha incastrato nel circo e convinto che sarebbe potuto essere il resto della mia vita.
Tutto questo fervore mi aveva regalato una quantità notevole di possibilità di stare in scena o mettere in scena altre persone e, quando arrivai alla scuola di circo di Torino nel 2002 che negli anni successivi sarebbe diventata la Flic, avevo già una certa esperienza. La scuola mi aiutò fortemente a crescere dal punto di vista tecnico facendomi scoprire un’infinità di modi in cui il circo poteva essere messo in scena.
Sino a questo punto, la scrittura scenica si basava solo sul piacere personale, mi piaceva un’idea e la mettevo in pratica, non c’erano filtri, tantomeno regole.
Questo periodo ha portato con sé qualcosa di preziosissimo: la possibilità di sbagliare, che è esattamente ciò che consiglierei ad un giovane artista. Ma intanto ero già immerso in una creazione con un collettivo chiamato 320Chili; l’intento era di costruire spettacoli complessi, entrare e mettere in scena quello che forse ci stava più a cuore, ossia la cura del movimento fisico acrobatico. 320Chili infatti verrà riconosciuto come una compagnia contemporanea ma non di puro circo, nel 2011 vincemmo il premio Equilibrio dedicato alla danza contemporanea. Il nostro modo di comporre era selvaggio e profondamente caotico. Provavamo cose, copiavamo modi, provavamo a rifare cose già viste e così facendo ne costruivamo di nuove, lavoravamo in qualsiasi posto, le residenze artistiche circensi non esistevano proprio, quindi i nostri luoghi erano spesso chiese, piccole sale, centri diurni, qualsiasi luogo dove un amico ci dicesse “siete benvenuti”.
Quando nel 2012 divenni direttore artistico della Flic si aprì una delle esperienze più incredibili della mia vita e per questo dovrò ringraziare per sempre l’incoscienza di Matteo Lo Prete che scelse ai tempi un direttore artistico di 32 anni per una scuola già lanciata a livello internazionale. Nei sei anni successivi ho realizzato centinaia di creazioni con gli studenti e non solo, ho sperimentato il circo in moltissime forme spingendo gli oltre 60 studenti in direzioni che spesso io stesso non conoscevo. Avevo libertà assoluta e iniziai a capire come funzionavo.
Nella mia visione la scrittura si inserisce come un filo che unisce e sottende le singole figure ed unendole le modifica creando spazio per la nascita di significati che emergono lentamente all’interno della pratica. La drammaturgia quindi non può che nascere successivamente a un lavoro di scrittura di questo genere e molto spesso è difficile separare le due cose, una modifica continuamente
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14 JUGGLINGMAGAZINE. IT ph Manuela Giusto
ph Andrea Macchia ph Luca Quaia
l’altra perché in fondo sono forma e sostanza dello stesso essere.
Mi semplifica la vita pensare ad una frase di una fantastica regista Edit Kaldor che dice una cosa rivoluzionaria, la drammaturgia di qualsiasi evento umano può essere ridotta a un’unica domanda: “Does it make sense?”
Cosa può dire il circo? Con il circo non si può dire tutto probabilmente, ma fino a dove possiamo spingerci? La delicatezza è uno dei requisiti fondamentali per un drammaturgo che si approccia al circo, perché i significati possono essere molti ed agire troppo velocemente, senza dare tempo al lavoro di manifestarsi, potrebbe cancellarne le tracce. Il significato che nasce dalla relazione tra i movimenti può alterare il loro significato individuale, qual’è il posto giusto per ogni cosa?
Ho sentito il bisogno di creare uno spazio dove domande come queste fossero importanti.
Fabbrica C nasce per questo, per creare contesti in cui portare il circo ad un senso più profondo, sviluppare spazi di condivisione da riempire di questioni, sperimentare insieme ad altri artisti non solo circensi le possibilità di questa forma d’arte.
Bello! la nostra ultima creazione mette in relazione la dinamica di un gruppo di acrobati con la potenza di un attore ed un testo teatrale creando una forma che interroga nuove possibilità di scrittura del circo. Il lavoro fatto con Marica Marinoni, ormai collega ed amica, e la sua vittoria al Festival Mondiale del Cirque de Demain si inseriscono esattamente in questo solco, creando un nuovo modo di comporre la roue cyr sulla scena.
Mi sembra comunque molto attinente al mio lavoro quella che Marianne Van Kerkhoven nel 1994 definiva “drammaturgia minore”, cioè una scrittura che tiene in considerazione quello che avviene all’interno della creazione, come gli artisti interagiscono con i principi che arrivano dal regista, quali relazioni si instaurano all’interno del processo, e solo successivamente attivare una drammaturgia maggiore dove lo spettacolo prende vita attraverso la sua interazione, attraverso il suo pubblico e attraverso ciò che accade al di fuori della sua orbita.
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Bello! la creazione
Bello! il trailer ph Andrea Macchia
CROSS OVER IL CIRCO COME ESPRESSIONE ARTISTICA
PLURALE
13 GENNAIO, TORINO flicscuolacirco.it
ca ad opera di autori/autrici diversi/e, quale forma di ecologia della cura verso la comunità, che non può essere infinitamente creativa, in opposizione al plagio e al diritto d’autore.
Cross Over è stato un punto di partenza, che attraverso storia, critica ed esperienza diretta, ha delineato una strada per il circo al centro del mondo dell’arte contemporanea, quale risorsa artistica e
di Giovanna Milano Curatrice e Stevie Boyd Direttore artistico FLIC
A lato della presentazione degli spettacoli Materia, Materia 2.0 Film for Polystyrene e Materia 3.0: Aerogami, presso il Centro Internazionale per le Arti Circensi Spazio FLIC, è sorta l’idea di aprire un momento di ascolto e dialogo per raccontare i nuovi territori a cui è approdato il circo. Approfondire i concetti di autorialità, circo di creazione, emancipazione, agentività, pluralità, repertorio, riproducibilità e trasmissione in una visione d’insieme che ha messo al centro del mondo dell’arte contemporanea il circo. È nato così il convegno Cross Over, organizzato da FLIC Scuola di Circo in collaborazione con Cordata FOR, curato da Giovanna Milano e Teresa Noronha Feio, insieme a Stevie Boyd e Francesco Sgrò. Durante l’incontro sono emersi diversi punti di vista, idee che arricchiscono, nutrono e aiutano a far crescere il settore in chiave autoriale e innovativa.
L’emancipazione dell’artista, da attore ad autore di circo, grazie alle scuole che hanno preso dal teatro gli strumenti necessari per smuoversi dalla logica paratattica orizzontale dell’esibizione, ha portato il circo a occupare la scena teatrale, a pensarsi come un’arte di creazione e a scrivere sapendo legittimare forme di scrittura scenica plurale. La pluralità dei linguaggi è emersa dal racconto degli artisti invitati, che hanno evidenziato gli strumenti utilizzati per produrre un lavoro artistico autoriale, mettendo l’accento sulla singolarità dell’espressione artistica, senza dichiarare un unico linguaggio scenico condiviso. Per esempio le arti plastiche si affiancano al linguaggio fisico dell’attore, gli oggetti di polistirolo si trasformano in attori a tutti gli effetti, il cinema diventa parte integrante del processo creativo del circo. Così il linguaggio artistico circense assume una ca-
pacità trasformativa e dialogica che gli permette di porre le discipline circensi al centro o al servizio della creazione, secondo le necessità narrative e drammaturgiche. Gli artisti al contempo assumono la nuova responsabilità della libertà creativa di spostare il territorio circense dallo chapiteau, al teatro, al museo d’arte contemporanea, alla strada.
Affinchè questa pluralità sia, per le nuove generazioni, un’ottica attraverso cui guardare al processo creativo è necessario garantire strumenti, spazi, economie e dispositivi a sostegno della creazione come ad esempio Surreale - residenza artistica di circo contemporaneo, La Parola ai Corpi - progetto di ricerca sulla drammaturgia del gesto circense, The Sphere progetto sostenuto da Creative Europe, da cui si è sviluppato il concetto di gemmazione, ossia la prosecuzione di una ricerca artisti-
creative. Ma serviranno spazi e tempi dedicati, perchè le forze artistiche, sociali, amministrative ed epistemologiche che hanno a che fare con l’accesso al sapere, alla costruzione di discorsi e significati complessi, possano interagire in un’ecologia di sistema che metta in relazione e al servizio la teoria e la pratica artistica.
Ringraziamo i relatori che hanno partecipato: Maria Baranauskaitè (artista), Jan Daems (regista e direttore artistico), Utka Gavuzzo (artista), Filip Jacobson (regista cinematografico) Morgana Morandi (artista), Alessandro Pontremoli (Professore di Storia della Danza e della performance - DAMS, Università degli Studi di Torino), Andrea Salustri (artista), Claudio Stellato (artista), Gaia Vimercati (ricercatrice e responsabile comunicazione Quattrox4).
PROGETTOQUINTAPARETE.IT 16 JUGGLINGMAGAZINE. IT
Materia 2.0
Materia 2023 for The Sphere
Materia 2.0
ph Filip Jacobson
Materia ph Susana Chico
Materia 3.0
Aerogami ph Elizabeth Tagantseva
di Silvia Garzarella, Emanuele Regi, Ludovica Taurisano e Gaia Vimercati
“FUORI ASSE FOCUS | Ai confini del circo” è una rassegna organizzata da Quattrox4 per promuovere il circo contemporaneo come arte di creazione. 3 giorni, 4 spettacoli e diversi incontri col pubblico in Triennale Milano Teatro. In questo spazio di ragionamento condiviso abbiamo posto le basi per la costruzione di un discorso con strumenti diversi: un glossario, un podcast, una tavola rotonda.
Gaber, cantando di destra e sinistra, diceva che le parole definiscono il mondo. Con il linguaggio, infatti, possiamo ridefinire e sfumare i confini del pensabile, superare i paradigmi onni-definitori che conosciamo e farlo grazie a quella forza performativa che è propria del linguaggio stesso. Per le arti, specie quelle performative, tracciare un percorso di parole non sempre aiuta a trattenere l’effimero dell’atto. L’evento teatrale è, appunto, evento: la tensione tra corpi e spazi sussiste anche nell’assenza verbale e qualsiasi racconto postumo non può mai restituire ciò che davvero è stato: si può provare a rielaborare l’evento sul piano mentale, organizzarlo in una riflessione, e, con la giusta distanza, trasformarlo in pensiero critico, affinché vi sia continuità tra la teoria e la prassi, tra l’arte e la vita stessa.
Quando, qualche anno fa, ci siamo avvicinati al circo contemporaneo temevamo di non essere pronti. Eravamo certi che, da appassionati spettatori del mondo performativo, avremmo apprezzato l’incursione emotiva e sinestetica in territori sconosciuti. Ma da critici – nel senso di persone che provano a sviluppare un pensiero su quanto visto, per apprendere, diffondere e insieme progredire – sentivamo che ci mancavano gli strumenti giusti.
( PER ) FORMARE PAROLE, SUONI, IDEE
ESPERIMENTI PER DARE VOCE AL CIRCO CONTEMPORANEO
20/21 GENNAIO, MILANO altrevelocita.it quattrox4.com
Avevamo visto tanto nei teatri italiani, ma il circo contemporaneo no. CI sfuggiva ad esempio il suo essere vivo e in mutamento, che niente ci avrebbe preparati, né ci preparerà mai, alle sperimentazioni che sa mettere in campo. Ma se avevamo visto così poco era forse perché l’offerta era oscurata, marginalizzata? Esistono ancora arti di serie A e B? Ci sono luoghi della cultura, della sotto-cultura, della paracultura, che si censurano vicendevolmente? Dentro un perimetro ideologico che gioca a fare la gerarchia delle muse, e che quindi sostiene e promuove economicamente in modo impari, eventi come Fuori Asse Focus stimolano a ribellarsi: e così è toccato a noi provare a ridefinire i confini dei nostri strumenti interpretativi.
Il primo passo è stato proprio trovarle, le parole.
Abbiamo studiato, abbiamo cercato le espressioni più giuste per veicolare ciò che deve essere visto e sentito, prima che raccontato. Lo abbiamo fatto con il supporto di artiste e artisti, poco abituati a parlare di sé, ma capaci di una gestualità evocativa da permetterci di inventare nuove parole. Così eccoci con attrezzi nuovi, scalpelli, chiavi per entrare consapevolmente nel mondo del circo: circomorfosi (un sostantivo per diventare altro attraverso la propria disciplina), liberrare (un verbo per esprimere la forza creativa dell’errore), tragicoreutico (un aggettivo per il gesto che è capace di sublimare l’imminente del tragico attraverso il tangente ironico) e altre parole in movimento per formare un glossario. Parole nuove, parole trasformate, parole sincretiche di altre parole della tradizione, per restituire un lampo della complessità di ricerca di cui la drammaturgia contemporanea dà prova.
E dal corpo di un vocabolario immaginato, siamo passati a quello degli spazi e delle persone che li abitano, con l’obiettivo di dargli una voce, perché le parole non bastavano e non potevamo accontentarci di confini soltanto alfabetici. Così è nata l’idea di un podcast, per scoprire che rumore fa il circo contemporaneo. Con un microfono alla mano abbiamo esplorato il dietro le quinte di Fuori Asse Focus alla ricerca di suoni impossibili: le palline sulle mani del giocoliere, il rumore degli equilibrismi sul filo molle, i moschettoni e gli applausi, l’affanno e le idee. Ne è scaturito un ciclo di quattro racconti da ascoltare in cuffie, un modo per condividere l’incanto di un’arte viva e in costante movimento.
Infine ci siamo chiesti insieme perché lo stavamo facendo e, una domenica mattina, abbiamo organizzato una tavola rotonda sul ruolo della critica. A partire da una pagina bianca tutta da riempire, e una sala piena oltre ogni nostra aspettativa, ci siamo ritrovati tappezzati di domande e stimoli nuovi: come educare a un confronto? Chi conferisce autorità e legittimità? voglio un MEGAFONO: dove lo trovo? ma se conta solo il numero che ho su Instagram che senso ha che mi impegni a scrivere?
A chiunque voglia agguantare un megafono, consegniamo le chiavi dei nostri strumenti: il glossario, il podcast, il dibattito –un bacino per nuove idee, dubbi laceranti, intuizioni non canoniche, posizioni dissenzienti. Gettiamo le basi del discorso orizzontale e collettivo, seminiamo senza aspettarci il cambiamento dirompente, perché tutto ciò che ha valore richiede tempo. E perché la cultura e i suoi processi dovrebbero essere un atto comune e condiviso. «La libertà», cantava sempre Gaber, «è partecipazione».
Il Glossario (Per)formare Parole e Fuori Asse Podcast sono distribuiti da Altre Velocità. Redazione intermittente sulle Arti Sceniche Contemporanee con il supporto di Quattrox4.
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Alessandro
Fuori Asse ph
Villa
Fuori Asse Podcast
LA POETICA IL BELLO GLI OGGETTI NELLA GIOCOLERIA
di Carlo Cerato carlocerato.com
Nel mio lavoro non cerco né la poesia né la bellezza di per sé (io non so cosa cerco, io cerco) ma non posso fare a meno, in quanto artista, di incappare in questi due argomenti in moltissime occasioni e discussioni.
Un giorno, ascoltando Umberto Galimberti (un filosofo moderno italiano) parlare della bellezza1, qualcosa ha fatto clic nella mia testa, a mo’ di magneti che finalmente si uniscono. Ho unito i puntini ed, insieme ad una giraffa, è uscito un ragionamento.
Ecco qui la mia concettualizzazione pseudo intellettuale riguardo ad una relazione possibile tra poetica, bellezza, oggetti, sotto forma di puntini da collegare.
1 Secondo Platone, i poeti “non per magisterio di arte fanno tutti questi poemi belli, ma sì perché entusiasti” (“entusiasta” inteso come “pieno di dio”).
2 I poeti sono poeti perché pieni di dio.
3 Come ci spiega Galimberti, “gli dei abitano la follia, la contaminazione del significato, il sacro. Sono la confusione dei codici. Il poeta parla a partire da questo fondo folle. Ognuno di noi è folle, la ragione la usiamo per intenderci, per comunicare, ma tutti quanti noi abbiamo un sottofondo di follia” (dove la follia è intesa come il contrario della ragione).
4 I poeti sono pieni di dio e gli dei abitano la follia.
5 La follia è il contrario della ragione.
La ragione si regge (anche) sul principio di non contraddizione aristotelico, che dà un significato/utilizzo univoco agli oggetti: una pietra è una pietra, e non anche un’altra cosa, una sedia è una sedia, e la si usa per sedersi.
7. Folli, bambini e poeti sanno bene che tutto è polivalente: una pietra è un gioco, una sedia è una macchina, una bottiglia è “un’arma da sbattere sulla testa del fratellino più piccolo”, la luna è un’amante.
8. Tutte le cose possono essere polivalenti ma attraverso la ragione le abbiamo dato spesso un significato univoco, che ci serve per comunicare, per prevedere i comportamenti degli altri e ragionare più velocemente in generale.
9 La polivalenza sta all’opposto della ragione, quindi nella follia, quindi nella poetica. I puntini si uniscono. La giraffa prende forma. Le definizioni si fanno fluide, il diagramma di Venn complicato e disordinato. Non è più questione di identità, nome, conoscenza, ma di proprietà, esplorazione e scoperta.
Vecchi oggetti diventano nuovi e dalle nuove possibilità.
10 Per molti versi, la polivalenza nell’utilizzo di un oggetto da parte di un bambino/folle/poeta ricorda la relazione tecnica/artigianale con il mondo materiale propria alla giocoleria (forse del circo in generale?): nello stesso modo con cui una bottiglia in mano ad un bambino o ad un folle può diventare un’arma ad uso improprio, in mano ad un giocoliere può diventare oggetto di giocoleria.
11 Questo modo di pensare arriva quasi naturalmente nella mente di qualcuno che pratica giocoleria: è la risposta alla domanda “cosa/cos’altro posso fare con questo oggetto?” che ci porta a trovare nuovi utilizzi, nuovi trick, nuova tecnica con vecchi oggetti.
12 Questa domanda ci porta a trovare tecnica nuova, quindi inusuale.
13 Così è arrivato il primo ad aver lanciato le palline per fare una “doccia”, il primo ad aver messo in equilibrio una clava, il primo che ha preso e rilanciato un diablo come una pallina, il primo che ha fatto contact con un cono gelato. Tutti poeti folli: prima le palline si usavano solo per fare la cascata, le clave per essere lanciate con un giro, il diablo per essere lanciato e ripreso su un filo, il gelato per essere leccato.
14 Così, l’utilizzo degli oggetti nella giocoleria diventa inusuale e polivalente, quindi poetico, trasgredendo la ragione.
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Magenta ph Andrea Macchia
15 Il bello nasce proprio attraverso una trasgressione della ragione: Kant dice che il bello è ciò che piace “senza concetto”2, senza la ragione. Qualcosa che non sappiamo spiegare, e che non capiamo fino in fondo, ma che ci piace.
16 Infatti Galimberti dice che il bello “è una dimensione simbolica (cioè “che mette insieme”, secondo l’etimologia greca di “simbolo”). Cosa mette insieme la bellezza? Il sensibile con l’ineffabile, che è ciò che non puoi esprimere, però percepisci che c’è”.
17 Il bello è ineffabile, non ha bisogno della ragione, quindi è folle, quindi è poetico.
18 Ne deduciamo che nella giocoleria l’uso inusuale di oggetti trasgredendo la ragione (poetico) se ci piace ma ineffabilmente (senza ragione), è bello.
19 Per cui la giocoleria, quando utilizza in nuovi modi vecchi oggetti, è inusuale e polivalente, quindi senza ragione, e se ci è piaciuta è bella e poetica.
20 Ma ma ma, c’è un ma.
21 Per lo spettatore (soprattutto se non giocoliere), questo tipo di bellezza, non è intrinseco nella giocoleria. Per capire cosa sia inusuale e polivalente all’interno del mondo della giocoleria, devi sapere almeno un po’ cosa è usuale.
22 Al momento esiste un’immagine stereotipata del giocoliere e della giocoleria usuale nella cultura popolare.
23 Infatti in alcuni casi lo spettatore non giocoliere può percepire un distacco dall’usuale, ineffabilmente, come una vaga sensazione di novità, che da un senso di curiosità e sorpresa: succede per esempio guardando un numero di Emmanuel Ritoux, che usa le stesse palline degli altri, ma pure un pubblico inesperto ne percepisce la novità.
24 Però questa sensazione è chiaramente presente quando l’oggetto appartiene alla quotidianità dell’osservatore e viene utilizzato in maniera inaspettata.
25 Un giocoliere che giocola con le sue clave non ci sorprende di per sé, un giocoliere che in una scena al ristorante prende 3 bottiglie e giocola ormai non ci sorprende più di tanto, ma Phia Ménard che prende un sacchetto di plastica, lo tagliuzza, lo scoccia, e lo fa volare come una medusa fuor d’acqua in Vortex3, ci lascia generalmente a bocca aperta per qualche momento.
26 Ma ma ma, un altro ma.
27 Quando vediamo Michael Moschen fare contact con una sfera di cristallo (o usare i suoi 3 cilindri, o quasi qualunque altra cosa Michael abbia fatto), una sensazione di inusuale e di meraviglia molto simile ci tocca. Eppure le sfere di cristallo non appartengono alla nostra quotidianità, non hanno una funzione chiara preesistente che Michael ha trasgredito in maniera poetica. Che dire di Andrea Salustri, che in “Materia” utilizza forme astratte di polistirene?
28 Dov’è l’inusuale?
Nella giocoleria (e probabilmente nel circo in generale) l’utilizzo di materiali (vetro, legno, plastica…) e leggi fisiche (gravità, oscillazioni, attrito con l’aria…), può risultare inusuale, inaspettato, provocando lo stesso effetto.
29. Non utilizzo i termini “inusuale”, “tecnica” e “circo”, in maniera casuale. Sono termini che ho letto associati a questo tipo di discorsi in un testo di Sebastian Kann, nel quale ci propone una sua possibile definizione di “circo”: “la performance di relazioni inusuali tra i corpi e i loro ambienti materiali”4. Qualcosa di questa definizione mi è sempre piaciuto e sento che in qualche modo ha a che fare con questi argomenti. Artisti come Michael e Phia per me fanno esattamente questo.
30 Nella stessa tesi
Kann definisce la “tecnica” come “la membrana non vivente di procedure e oggetti procedurali che mediano l’interazione del corpo umano con il mondo” 5: possiamo forse dire che allora la relazione inusuale di cui si parlava prima è “tecnica” inusuale, trasformando la definizione di circo in “la performance di tecniche inusuali”
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31 Quindi, se l’ambiente materiale è l’insieme di materia e leggi fisiche + le relazioni inusuali sono tecnica inusuale = l’utilizzo che Michael fa della sua sfera di cristallo è una tecnica inusuale, quindi trasgredisce la ragione, quindi è folle, quindi è poetico, e se ci piace in maniera ineffabile è bello.
32 Secondo i greci, “techne” (da cui deriva “tecnica”), il saper fare, differisce da “episteme” (da cui deriva “epistemica”), il sapere.
33 Nel contesto della giocoleria/ circo contemporaneo e dell’arte in generale un risultato “tecnico” è gerarchicamente inferiore a “epistemico”, in quanto l’epistemico può comunicare chiaramente un punto di vista, una problematica, una narrazione, partecipando al discorso razionale sociale attraverso la trasparenza delle sue proposizioni.
L’espistemico/trasparente viene premiato per la sua persuasività e il suo successo retorico mentre il tecnico/opaco viene percepito come incoerente, ambiguo, fatto da artisti che non hanno niente da dire.6
34 Ma Erik Åberg direbbe che “la natura della giocoleria potrebbe non allinearsi così bene con ciò che si può facilmente spiegare in una narrazione o in un concetto, ma potrebbe essere che ciò che non si può facilmente spiegare in una narrazione o in un concetto è ciò che dà profondità alla giocoleria”7, che è una frase di una chiarezza e di una bellezza sconcertante.
O forse sono solo troppo fan di Erik.
35 Ambiguo, opaco, tecnico, bello, ineffabile, inusuale, polivalente, folle, entusiasta, poetico. Ambiguo.
1 “Lectio magistralis di Umberto Galimberti | La bellezza: legge segreta della vita | 30.09.2017” tutte le citazioni di Galimberti di questo testo sono prese da qui
2 “Critica del Giudizio” Immanuel Kant, 1790
3 Cie Non Nova cienonnova.com/portfolio/vortex
4 “Taking back the technicality” Sebastian Kann
5 “Taking back the technicality” Sebastian Kann
6 Riassunto maldestro di una parte del testo di Sebastian Kann “Contemporary circus but not quite yet”
7 Erik Åberg and Jay Gilligan “Objects Episodes 7”
8 Estratti presi da “Arthur Ganson: Moving sculpture” a partire dal minuto 13:15:
9 Estratti presi da “Ivar Heckscher Interview #1” a partire dal minuto 6:20
36 Andate su internet, scrivete “Arthur Ganson yellow chair”, guardate questa opera, leggete questo testo trascritto da un discorso di Arthur: “quando realizzo queste opere, cerco sempre di trovare un punto in cui sto dicendo qualcosa di molto chiaro e molto semplice, ma anche allo stesso tempo molto ambiguo. E penso che ci sia un punto tra la semplicità e l’ambiguità che può permettere allo spettatore di trarre qualcosa da esso”.8
37 Questa sedia non parla di qualcosa, è qualcosa. Non parla di nuovi modi di relazionarsi al mondo materiale, è un nuovo modo di relazionarsi al mondo.
38 Questa sedia, così come il lavoro di Michael Moschen, Phia Ménard e tanti altri, ci tocca, fa sognare, fa sorridere, confonde, ci fa chiedere “come ho fatto a non pensarci prima?” allo stesso tempo di “come fa?” e “chissà cos’altro si può fare?”. Questa sensazione ci fa tornare bambini, diventare folli, sentire un po’ poeti.
39 “Sembra che la manipolazione di oggetti (nel contesto dell’arte) sia un’area così nuova per noi che l’intera questione della nostra relazione con le cose motiva il fatto che entriamo nella composizione (artistica) senza analisi del contesto mondiale, rimanendo con quel «oh, cos’è questo?». Abbiamo discusso più volte di «sì, e se ci fossero palle di vetro? o «se ci fossero oggetti volanti? [...] E se facessimo tutto sott’acqua?». Ci sono così tante domande riguardo all’umano e la materia che potrebbero/dovrebbero essere esplorate… Quindi sono felice di far parte di un progetto di composizione per la manipolazione, che è privo dell’idea completa (del contesto mondiale); solo con l’idea del contesto mondiale che l’uomo sa troppo poco della sua relazione con le cose.
[...] Mi piacerebbe molto che le persone (cioè voi) che si occupano di composizione mettessero un particolare interesse nelle differenze tra le cose. Cibo, plastica, virtualità, ferro, vetro, qualsiasi cosa, tutte queste cose, perché sono così poco curate, e il mondo è così pieno di spazzatura, così completamente pieno di spazzatura che non riusciamo quasi più a posare i piedi per terra perché ci sono cumuli di spazzatura ovunque, perché l’umano non si è curato delle cose”.9
40 Nell’epoca del consumismo e del disastro ecologico, questa è arte il cui centro è l’attenzione alla materialità, arte che non ci espone il problema della nostra relazione al mondo in maniera trasparente e pedante, ma ci mostra chiaramente altre, inusuali relazioni al mondo materiale.
Non le definitive, non le migliori, non la soluzione al problema ecologico; altre, che ci ricordano che ce n’è sempre delle altre.
Tutto questo, potendo rimanere astratto, inusuale, musicale, tra ambiguo e semplice.
41 Mamma mia, perchè vi dico tutto ciò? Boh.
42 Questo testo è confuso.
43 Ma bello. yea.
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ph Arthur Ganson
« Arthur Ganson
» Ivar Heckscher
∆ Object episodes 7
¿ Umberto Galimberti
IN_FLOW FESTIVAL
METAMORFOSI DELLA CONVENTION INDIANA
29/1 – 4/2 2024 ARAMBOL, GOA, INDIA E InFlow Festival
di Meri Inthehoop
In principio era InJuCo. Acronimo di Indian Juggling Convention, fu il primo tentativo di creare un raduno di giocolieri in quel di Arambol, Goa: fucina artistica ed immancabile tappa dell’hippie trail sin dagli anni ’60/’70. Da allora il flusso migratorio non si è mai interrotto e il fermento creativo ha continuato a crescere: dalla musica, alla danza, alle arti figurative e performative. Nel 2008 quindi, per iniziativa di Tom, un expat tedesco, venne organizzata la prima edizione di InJuCo, nello slargo di fronte a casa sua, sotto alle palme da cocco. Io sono arrivata nel 2015, alla ricerca di una community tra la giungla e
l’oceano, che potesse aiutarmi a crescere artisticamente e dove potessi dare in maniera concreta il mio contributo. Per la prima volta sentii parlare di Arambol e comprai un biglietto di sola andata, con l’intenzione di inserirmi nell’organizzativo della convention. È stato più facile di quanto pensassi: un messaggio su FB, un incontro davanti ad un chai, ed ero responsabile dei workshop. Tutto, infatti, era gestito e finanziato da una sola persona, che cercava volontari disposti ad aiutarlo nell’impresa, ovviamente retribuiti a pacche sulla spalla. Amici ed artisti, indiani e non, uniti dalla voglia di fare e di condividere. Ma anche con tutta la buona volontà del mondo, realizzare una convention in un paesino dell’India comporta i suoi problemi!
foto di Rajvi Vaja @vayamedia_photography
funziona; dove a molte domande la risposta è uno scuotimento di testa, che nessuno sa se vuol dire sì o no. Il tutto ad un ritmo estremamente lento e dilatato. Shanti Shanti.
Nonostante le difficoltà, negli anni InJuCo è diventato un appuntamento fisso, che riunisce artisti e performer da varie parti del globo, dando vita ad una piccola, ma creativa e soprattutto coesa community. Goa è sempre più un centro nevralgico per vari tipi di arti, in una continua contaminazione tra circo, acrobatica, musica, teatro e danza. Da anni Bliss Circus a Palolem si è affermata come importante scuola per discipline aeree, mentre il Jungle Dance Theatre, proprio ad Arambol, è un punto di riferimento a livello internazionale per la danza. Più di recente anche La Gota, scuola di circo nata in Colombia, ha spostato la sua sede da queste parti, contribuendo ad alzare il livello e l’affluenza di performer e circensi.
Nella realtà edulcorata dell’Arambubble la convivenza pacifica tra diverse culture è fuori discussione. Europei, asiatici, sudamericani e indiani convivono in un melting pot difficile da trovare da altre parti. La community israeliana è grande quasi quanto quella russa, che collabora tranquillamente con quella ucraina e la maggioranza è contro la guerra. E in questo scenario
Oltre a questioni logistiche, come trovare un posto, di dimensioni decenti, con un pavimento decente, con servizi, un palco, service audio e luci, con della buona ombra, etc… si aggiungono tutte le complicanze e stranezze di default dell’India, dove niente funziona, ma alla fine tutto
A causa dell’intrinseca natura folle e magica dell’India, e della sua parte più anomala che è Goa, qui la bolla è reale e le cose succedono davvero, in un incessante scambio e travaso di culture, saperi e colori che esulano da molte delle problematiche del mondo reale.
la convention è sempre stata un modo per riaffermare questa unità, questa voglia di realizzare insieme del bello, al di là dei conflitti.
Ecco perchè quando quest’anno è stato annunciato, con un post, che la convention sarebbe saltata in protesta al conflitto israelo-palestinese, siamo tutti cascati dal pero, anche se eravamo al corrente delle grosse problematiche gestionali dell’edizione precedente, ovviamente a causa di quei (pochi) soldi da spartire, culminate in accuse e minacce.
Così, dopo un paio di giorni di spaesamento, si è presto cominciato a sentire un brusio di voci dal basso, tutte che dicevano la stessa cosa: “la convention la facciamo da soli!”.
È nata così una prima riunione, per capire come muoverci e come suddividere i compiti. In cima alla lista trovare un nuovo nome, così da tracciare una linea netta rispetto al passato. Nasce così InFlow Festival, coordinato da un team di 6 donne, da tempo coinvolte come volontarie, a cui poi si sono aggiunti altri. Avevamo 10 giorni per fare logo, grafiche, promozione, reclutamento volontari, accordi con locali e realizzazione spettacoli. Gli anni di esperienza alle spalle hanno fatto sì che ognuno sapesse esattamente cosa fare. Il tutto in maniera spontanea, con uno spirito di collaborazione e supporto che è andato avanti senza intoppi per tutta la settimana. La formula, il posto e lo svolgimento delle giornate era la stessa, ma lo spirito di collaborazione e realizzazione dal basso era completamente rinnovato!
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La settimana comincia: all’inizio un po’ in sordina e a rilento, crescendo fino al punto che tra il sabato e la domenica non ci sono più spazi fisici e temporali per inserire workshop. Oltre a giocoleria e flow art, tanto yoga e derivati, ma anche Danze Indiane, Fotografia o Parkour.
La sera, invece, ci sono gli spettacoli. L’Open Stage è stato presentato dalla nostra Gaia Ma, al suo debutto all conduzione. Il Cabaret ha avuto un tocco molto francese e il Renegade...no, non ha niente a che vedere con quello che conosciamo! La Fire Night, gestita interamente dal gruppo Driada, ha lasciato a bocca aperta anche i fuochisti più navigati, mentre la serata di Gala, condotta da Mr. Banana, ha visto l’alternarsi di numeri comici o poetici, folli o concettuali. Da Karcocha, presentatosi nel tardo pomeriggio con mio incredulo stupore, a Beppe di Compagnia Autonoma Tenenti, con un pezzo di giocoleria dedicato a Giako. E ancora acrobatica, hula hoop, fuoco, clownerie: uno spettacolo entusiasmante e di livello, tenuto in piedi dalla maestria degli artisti che vi hanno partecipato.
Come sempre alla fine della convention si è tutti un po’ tristi, ma ci si porta a casa nuove amicizie, abilità, progetti, collaborazioni, amori... e ci si rivede il giorno dopo al sunset!
Sì perché, anche se si torna a casa, si vive tutti nel raggio di 5/10 km massimo. Quindi la fine della convention è solo l’inizio di una nuova fase nella bolla. Finchè dura. Fino a fine stagione. Poi ci si rivede l’anno prossimo. E stiamo già preparando la seconda edizione di In_Flow Fest!
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“Che cos’è per te una sfera?” È la prima domanda che rivolgo ad una persona che incontro per la prima volta nel mio cammino. Studio questa forma dal 2003 sviluppandola, negli anni, in diverse espressioni: pittura, scultura, incisione, performance, teatro, giocoleria, fotografia e design. La sto studiando anche in chimica, fisica, astronomia, geometria, musica, botanica... mi interessa il “suo” modo di manifestarsi su questo pianeta. Tutto è iniziato venti anni fa, quando di anni ne avevo 22 e stavo ospitando un mio amico a Roma, che è arrivato a casa giocolando con tre palline. Sono rimasta incantata. Ho iniziato a giocolare e non mi sono fermata per una settimana. Giocolavo con la musica in sottofondo, mangiavo, dormivo e mi lavavo. Nient’altro. Avevo dimenticato tutto: università, hobby, socialità. Mi sono poi rituffata nel mondo, ma
ELENA LAZZARA
RICERCATRICE SFERICA
Q @elesferica
senza più smettere di giocolare, perfino per strada e nel tragitto per andare all’università. Poi un giorno, mentre scendevo le scale della metro, incontrai un ragazzo che stava giocolando con una sfera da contact juggling. È stato un incontro magico. Dopo esserci scambiati alcuni trick mi disse: “Quando torni a casa se hai un’arancia prova a giocolare con quella, così vedi se ti piace e poi magari compri una sfera”. Un’arancia? Trovai un cesto ad aspettarmi. Fu amore a primo contatto e da vent’anni porto sempre almeno una sfera con me, ovunque vado.
Dopo un anno incontrai “casualmente” un amico che stava scrivendo un monologo teatrale che parlava anche di un giocolie re. Cominciò lì la mia avventura come mimo giocoliere e in tre mesi portammo due spettacoli in due teatri diversi di Roma. Durante le prove del secondo spet tacolo, il mio personaggio protagonista doveva morire verso la fine dello spetta colo, ed io avrei dovuto rappresentare anche la sua anima e il drastico cambia mento della sua condizione. Provai a gio colare nelle maniere più disparate ma non riuscivo a percepire un vero cambiamen to, fino a quando, mentre stavo dipingen do le scenografie, la sfera mi cadde sul colore e rotolando lasciò una scia colora ta sul pavimento. Fu una rivelazione. Quin di, al momento della morte del protagoni sta, al mio personaggio cadeva la sfera in un secchio pieno di colore e da lì, una volta raccolta, ricominciava a giocolare “dipin gendo” il suo corpo con la sfera. Questo fu anche il cambiamento più impor tante della mia vita. Mollai l’università e mi iscrissi all’accademia di belle arti con l’in tento di imparare a dipingere con le sfere. Tra moltissime difficoltà e mille peripezie riuscii a far accettare questa ricerca in am bito accademico e iniziai a sperimentare nel mondo della pittura, dell’incisione e della grafica. Poi in giro per l’Europa per sei anni, attraverso performance di strada
con sfere, musica e pittura, creando le basi per un’arte “sferica”.
Nel 2008, a Malaga, ho realizzato un progetto, dietro la casa Picasso, riunendo artisti provenienti da 22 paesi del mondo. Nel progetto si dipingeva tutti insieme una casa mata - casetta a torretta tipica malaghegna - seguendo tre regole: attitudine positiva, silenzio e ognuno poteva sovrapporsi all’arte dell’altro. E solo in quel momento si poteva parlare enfatizzando così il dialogo con rispetto. Sì, perchè l’arte sferica unisce. È un’arte inclusiva. Un’arte che lavora su Ego per tirare fuori Anima, dove si crea insieme.
In seguito ho fatto un salto dimensionale nel mondo digitale e mi sono specializzata in Graphic Design allo IED, conseguendo un master in Digital Marketing a Milano. Oggi, dopo diverse mostre in giro per l’Europa, Italia ed Egitto (l’ultima a Luxor), lavoro come Digital Art Director e Visual designer a Roma e online, valorizzando pro-
La mia ricerca sferica, attualmente, è particolarmente incentrata nella fotografia, ma non precludo ulteriori approfondimenti in altri ambiti. “Me voy a mi bola” e sto organizzando un nuovo progetto che mi vedrà impegnata in un “viaggio sulla sfera con la sfera”. Let’s keep “in contact”!
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2024 E OLTRE
osservatoriocirco.it
Dopo la pubblicazione dei dati raccolti nel 2023, declinati sia nella forma di un dossier, sia nella forma di mappa geolocalizzata online, ci apprestiamo nel 2024 a riprendere il lavoro. Un lavoro che imposteremo in modalità continuativa, per offrire sempre più aggiornati strumenti di comprensione del settore circo, alcuni dei quali presentiamo già su questo numero di JM.
SCHEDE TEMATICHE SUL CIRCO IN ITALIA
Periodicamente pubblicheremo schede tematiche curate da esperti del settore. All’interno della ricchissima diversità di esiti, declinazioni e diffusione che offre oggi il circo, offriremo una panoramica su specifiche categorie, generi, discipline, circuiti oggi attivi in Italia. In questo numero di JM riportiamo le prime due: “Il Circo Classico in Italia” (a cura di Dario Duranti) e “Magia e Illusionismo in Italia” (a cura di Giorgio Enea Sironi)
GUIDA AL CIRCO NELLE CITTÀ ITALIANE
“Il Circo in Città” sarà il nome della serie con la quale offriremo un primo orientamento a chi vuole scoprire spettacoli di circo nella propria città. Partiremo con le città maggiori, facendoci accompagnare da esperti conoscitori della storia e della scena di circo, inaugurando la serie con Roma.
MAPPA GEOLOCALIZZATA
Sono attive le due mappe geolocalizzate, differenziate in “organizzazioni/compagnie” e “professionisti di circo”. Ringraziamo nel frattempo e di cuore le oltre 200 organizzazioni e i 300 professionisti che hanno reso possibile questi esiti. Le nostre stime di parlano di un settore molto più ampio e ci auguriamo che anche altri soggetti possano contribuire a popolare La “Mappa del Circo” con la loro unicità e i loro dati.
un’iniziativa di
con il sostegno di
RACCOLTA DATI 2024
La tua realtà o il tuo nominativo non compaiono ancora sulle mappe geolocalizzate online presenti su osservatoriocirco.it? Individua il qrcode specifico rivolto alla tua organizzazione/compagnia, o a te come figura individuale professionista, e compila il questionario online per darci la possibilità di inserirti nella mappa. Contribuisci anche tu alla realizzazione di una mappa che esprima la vivacità del circo su tutto il territorio italiano.
organizzazioni o compagnie a prevalenza circo
organizzazioni multidisciplinari che programmano o producono anche circo organizzazioni di clown dottori produttori e rivenditori di attrezzature circensi figure individuali professionisti di circo
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MAPPA ONLINE DEI PROFESSIONISTI DI CIRCO
MAPPA ONLINE DELLE ORGANIZZAZIONI/COMPAGNIE
Il successo di pubblico registrato ad inizio anno all’auditorium Parco della Musica di Roma per la rassegna di circo contemporaneo OPS!, con i numerosi sold out in una delle sedi di spettacolo più prestigiose della Capitale, sollecitano una riflessione su quale programmazione di circo sia presente nelle città italiane - dalle metropoli alle città di provincia - come questa offerta incontra i favori del pubblico e come si è trasformata negli anni e fino ad oggi. Cominceremo questo viaggio partendo proprio da Roma, il cui fascino attrae visitatori da ogni epoca e da ogni parte del mondo. Ma possiamo considerare Roma anche una capitale del circo, al pari di altre metropoli europee? Negli anni la città, pur ospitando eventi e spettacoli di assoluto rilievo internazionale, ha alternato stagioni di grande intensità a periodi meno ricchi di proposte, anche se negli anni più recenti l’offerta di spettacoli si sta diffondendo su tutto il territorio e per buona parte dell’anno. Attenti osservatori della scena romana ci accompagneranno nella scoperta dell’offerta attuale di circo nella capitale, aiutandoci a comprenderne la diversità.
Roma è del resto la culla stessa della parola “circo” e del suo spazio scenico di origine. Ci ricorda Raffaele De Ritis la secolare passione dei romani per il circo: “le stesse vestigia antiche, come il Mausoleo di Augusto o il Teatro di Marcello, divennero sede nell’800 per le tournée delle maggiori compagnie equestri ed acrobatiche d’Europa, così come i teatri storici: nel sottosuolo del Teatro Argentina furono persino costruite le scuderie per i cavalli. In quel secolo Roma ebbe almeno cinque o sei circhi stabili e semistabili, primo fra tutti il teatro-circo Alibert. Nel ‘900, il Teatro Adriano (oggi un cinema) ospitò leggende del circo come i Fratellini; e lo Jovinelli fu un trampolino per molti circensi (senza dimenticare la troupe del leggendario Buffalo Bill in Vaticano). Tra le due guerre, Roma ospitava regolarmente i maggiori tendoni tedeschi e francesi, in genere a S.Giovanni e poi a piazzale Ostiense”. “Dopo il 1970” continua De Ritis, “la leggendaria area di Viale Colombo (e poi piazzale Clodio) diventa la sede in cui i grandi circhi italiani presentavano, spesso per mesi, spettacoli internazionali favolosi, sempre seguiti dalla stampa: negli anni ’80 non era raro avere a Roma tre grandi circhi contemporaneamente, anche grazie alla nascita di un modello innovativo come il Golden Circus Festival (ed è proprio sulla Colombo che nel 2002 arriva il Soleil). Ma la prima spinta innovativa si era già avuta negli anni ‘50: con il clamoroso arrivo del circo cinese al Teatro Sistina, e del Circo Sovietico, con ripetute tournée; spinta ripresa negli anni ‘80 da due progetti semistabili: il Tendastrisce di Paolo Pristipino (con esclusive come il nuovo circo coreano) e il Palanones di Walter Nones (compagnie russe e cinesi), iniziando a costruire a Roma un pubblico circense adulto. Negli anni ’80 il Teatro Vittoria del compianto Attilio Corsini è il pioniere del nuovo circo: arrivano grazie a lui Jango Edwards, Le Cirque Imaginaire e soprattutto Zingaro, montato al mattatoio di Testaccio. L’arrivo di proposte contemporanee lo si dovrà poi grazie all’Auditorium Parco della Musica, con festival e stagioni di circo contemporaneo dai primi anni Duemila (con Gigi Cristoforetti o Giorgio Barberio-Corsetti); e poi alle proposte di Romaeuropa. Il circo resta sempre spettacolo di massa, anche in forme innovative. Teatri privati hanno accolto grandi classici internazionali come Slava Snowshow o Cirque Eloize; il Cirque du Soleil è tornato più volte con il proprio tendone; nel circuito dei palasport sembra avere buon esito Le Cirque’s Top Performers. Negli ultimi anni, tendoni tradizionali si sono adeguati con formule nuove
cesso al pubblico romano, come le produzioni della famiglia Zoppis (circo di Cuba, Circo Acquatico). Oggi il pubblico popolare può contare su molti circhi tradizionali nei quartieri, e l’International Young Talent festival sembra poter introdurre un nuovo tassello alla passione millenaria dei romani per il circo”.
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suc-
ACDC Celleno
Roma Europa Festival
Erika Togni ph
Alfredo Sanguigni
ACDC ph Alessio Paolelli
a
SuperMagic
osservatoriocirco.it
cura di A.R. ROMA
Leonardo Varriale, artista, insegnante e giovane programmatore di circo, che proprio nelle piazze e nei teatri di Roma ha incontrato e conosciuto prima il teatro di strada e poi il circo contemporaneo, delinea l’offerta romana in una serie di macroaree:
Festival e rassegne di circo contemporaneo. Oltre alla citata rassegna OPS! sono attive nella programmazione di eventi una variegata serie di organizzazioni. Tra queste le scuole di circo presenti nella capitale le cui programmazioni coinvolgono anche i propri allievi, sul palco e nell’accoglienza del pubblico, contribuendo nella creazione di un’atmosfera particolare. Oltre a Battiti, manifestazione ormai al suo decimo anno di vita, la Compagnia Materiaviva organizza nelle periferie anche Fuori di Circo, e nelle periferie è attiva anche la Scuola Romana di Circo, con il festival Circo Polo. Inoltre altre organizzazioni culturali, con una struttura organizzativa e amministrativa già rodata e impegnate da tempo con programmazioni multidisciplinari, si sono recentemente aperte al circo, utilizzando i fondi per l’Estate Romana e quelli più recenti per le periferie, come Città Ideale, Anomalie, Attraversamenti Pubblici, Dominio Pubblico. Le loro programmazioni sono rivolte ad un pubblico ampio di famiglie, adulti, bambini, principalmente legati a territori in cui sono proposte le attività. Programmazioni multidisciplinari in stagioni e rassegne teatrali. Auditorium Parco della Musica, Vascello, Brancaccio, Vittoria, India, Auditorium della Conciliazione, Olimpico, sono diversi i teatri romani che ospitano occasionalmente spettacoli di circo, sia in modo indipendente, sia partecipando a programmazioni diffuse, come REF o la rassegna Orbita-Spellbound. In quest’area le proposte sono molto variegate, e generalmente vengono programmati artisti e compagnie di calibro internazionale, rivolgendosi ad un pubblico di famiglie, oppure ad appassionati di teatro, abituati a frequentare le sale teatrali. Festival di strada, artisti di strada, spazi sociali, convention. Un vivace fiorire di spazi ed eventi che hanno con alterne vicende annualmente movimentato il tessuto urbano (le convention romane alla Torre fin dal 2000 di cui ora ne ha preso l’eredità la convention di Celleno, Circofficina Porto Fluviale, Strike, le piazze di Trastevere), per poi raggiungere anche le periferie e la provincia (Carpineto, Celleno, Tolfa). Un’offerta rivolta ad un pubblico che ama vivere gli spazi urbani, ma anche a generazioni di giovani appassionati e praticanti di circo, spesso pubblico e artisti al tempo stesso.
Giorgio Enea Sironi, professionista della comunicazione, esperto di illusionismo, ci descrive invece le particolarità dell’offerta di spettacoli di magia presenti nella Capitale
“A Roma la magia gode di una programmazione di rilievo internazionale che non ha nulla da invidiare alle grandi capitali europee. La XX edizione di Supermagic, con i suoi 22.000 spettatori, dimostra che, oltre ad essersi consolidato un pubblico eterogeneo interessato al genere, altri eventi simili e concorrenziali sopragiunti negli anni a seguire non hanno leso la tenuta di pubblico. Proprio da una costola del Supermagic sono nate altre realtà, prima fra tutte il Teatro Alba, un teatro dedicato esclusivamente all’intrattenimento magico, attivo dal 2008 al 2019, vero e proprio incubatore e vivaio di talenti che oggi operano professionalmente sulla scena. Su questa spinta sono nate altre iniziative, come nel 2012 l’organizzazione Teatro Fantastico, che ha portato in scena per sette anni al Teatro Vittoria spettacoli di illusionismo, oppure l’esperienza più recente di Abracadabra al Teatro Ghione, giunto alla sesta edizione.
Non è un caso quindi che proprio Roma faccia da cornice a un evento importante come le selezioni dei campionati europei Fism (Fédération Internationale des Sociétés Magiques) organizzato dal Circolo degli Illusionisti della capitale, o che spettacoli nuovi come Incanti, in programma a maggio al Teatro Olimpico, puntino a conquistare la piazza romana.
Considerazioni finali.
Il successo di Supermagic passato dal Teatro Vittoria al Teatro Olimpico, poi per un anno al Teatro Brancaccio e nell’ultima edizione all’Auditorium della Conciliazione è dovuto al format in sé e al pubblico che ha saputo fidelizzare ovunque esso trovi collocazione.
Con un pubblico così numeroso e fidelizzato credo sia giunto il momento di offrire format più ricchi e articolati. Prendendo spunto ad esempio dal Festival Internacional de Magia di Madrid e dal Magic Wip a La Villette di Parigi, che offrono una serie di spettacoli diversi tra di loro, in un arco di tempo più lungo, anche di due o tre mesi, oltre ad attività di formazione e divulgazione culturale”.
OPS!
RASSEGNA DI CIRCO CONTEMPORANEO
La seconda edizione di OPS!, rassegna di circo contemporaneo realizzata ad inizio gennaio 2024 dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con il SIC –Stabile di Innovazione Circense, centro di produzione circense fondato dal Circo El Grito, ha presentato diverse sfaccettature del circo contemporaneo. All’Auditorium Parco della Musica di Roma il pubblico ha potuto apprezzare estratti di lavori dei tre Centri di produzione SIC / Stabile di Innovazione Circense, blucinQue Nice e Teatro Necessario con la partecipazione di due ospiti speciali: Stefan Sing, grande innovatore della giocoleria contemporanea e il Duo Kaos virtuosi dell’acrobatica in bicicletta. In programma anche la prima assoluta di Luz de Luna di Fabiana Ruiz Diaz, con un susseguirsi di quadri e numeri ricchi di immaginazione, e infine lo spettacolo Respire, della compagnia italo-belga Cie Circocentrique, che dal 2012, con oltre 300 rappresentazioni, non smette mai di incantare il pubblico di tutto il mondo.
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Darcy Oake ph Edoardo Cascarino
Duo Kaos Time to Loop ph Stefan Gorg
IL CIRCO CLASSICO IN ITALIA
di Dario Duranti
Il panorama del circo classico italiano si regge su un tessuto di famiglie impegnate in questo settore da tre-cinque generazioni in possesso di competenze artistiche, ma per la natura dell’attività, anche di spiccate competenze nella logistica, nell’allestimento delle strutture, nella gestione di campagne pubblicitarie e nel reperimento delle aree su cui proporre le proprie attività di spettacolo. Questi elementi le rendono imprese autonome sia nel contesto circense che in quello più ampio dello spettacolo viaggiante, anche in base alla stagionalità.
È interessante osservare infatti, come il numero dei complessi circensi può subire una oscillazione del 20% a seconda dei periodi dell’anno. Se confrontiamo due periodi estremi nel corso di un anno (giugno, come riferimento estivo e dicembre, per l’inverno) possiamo notare che nella stagione estiva si riduce il numero di complessi attivi (a giugno erano all’incirca una quarantina) e al loro interno si alleggeriscono le compagnie (con una contrazione delle scritture) per rendere le strutture più agili, in grado di visitare centri minori, località marine e montane, luoghi di villeggiatura. Mentre in inverno si superano le cinquanta unità, con spettacoli più corposi e compagnie più nutrite, per visitare le grandi città e presentarsi nella forma più completa all’appuntamento festivo, durante il quale i circhi registrano maggior affluenza.
Questo modello “a fisarmonica” esemplifica la flessibilità degli impresari circensi che, a seconda dei momenti dell’anno, si adattano alle esigenze del mercato, dedicandosi nei periodi estivi ad altre forme di spettacoli e attività, aventi caratteristiche simili a quelle del circo (per l’itineranza, le forme di comunicazione, il rapporto col pubblico), ma che non necessitando di chapiteau, sono particolarmente adatti ai climi estivi e alla richiesta del pubblico di trascorrere serate all’aperto. Tra queste per esempio trovano una collocazione gli spet-
tacoli di auto acrobatiche (con circa una decina di nuclei attivi nel nostro paese, tra marzo e ottobre); le arene estive, ossia piccole strutture che propongono spettacoli d’arte circense all’aperto molto difficili da censire; teatri viaggianti di burattini.
Detto questo numerosi complessi circensi (circa l’80 %) sono attivi tutto l’anno, magari con una pausa di qualche settimana nei mesi più caldi. Fino a qualche anno, quando nel resto d’Europa era consentita la presenza di animali esotici negli spettacoli circensi, era consuetudine una sorta di “esodo” estivo di numerosi circhi italiani verso i paesi del bacino Mediterraneo (quali ex Jugoslavia, Grecia, Turchia, Cipro, Nord Africa), oltre che Benelux, Francia e Spagna. Da una quindicina d’anni a questa parte, anche a seguito delle restrizioni in materia di utilizzo di animali negli spettacoli, si è ridotto fortemente questo rito stagionale. Tuttavia una decina di ditte italiane (Togni, Zoppis, Bellucci, Alessandrini, Bizzarro,…) ha creato dei mercati alternativi semi-permanenti in Spagna, Romania, Russia e Bielorussia, Grecia, Tunisia e Algeria, trasferendo in questi paesi le loro attività per tournée che possono superare la durata di una stagione arrivando fino a un anno.
Se fino a una decina di anni fa era possibile suddividere i complessi italiani in tre o cinque categorie in base alle dimensioni delle strutture, al numero di posti a sedere e di
dipendenti, negli ultimi anni, soprattutto dopo la Pandemia, sono venuti meno i trequattro complessi di grandi dimensioni che attraverso una turnazione concordata, agivano quasi in esclusiva sui grandi capoluoghi di regione (prevalentemente Milano, Torino, Napoli, Firenze, Roma). Questo ha reso possibile l’accesso a piazze molto ambite a complessi di categoria inferiore ai precedenti che oggi dispongono di chapiteau del diametro di circa 38-40 metri e circa ottocento-mille posti a sedere, dimensioni comunque ragguardevoli per realtà in grado di proporre fino a 1012 spettacoli alla settimana nel periodo invernale. Anche la vasta platea dei piccoli circhi di famiglia si è ridotta o comunque si è dotata di strutture e mezzi più confortevoli e all’avanguardia. Anche complessi molto piccoli a conduzione familiare oggi risultano più strutturati, disponendo di ambienti curati e materiali moderni. La maggioranza dei complessi si colloca in una fascia mediana, sia per dimensioni che per livello dello spettacolo.
L’INDUSTRIA DEL CIRCO
Il Circo Italiano è sempre stato leader a livello europeo non solo per quanto riguarda gli spettacoli e il livello artistico, ma anche per l’indotto che genera a livello produttivo. Nel Nord Italia (per ragioni storiche in parte legate alla presenza sul territorio dei quartieri invernali dei maggiori complessi italiani) si trovano almeno una decina di ditte specializzate nella produzione di chapiteau, tensostrutture, gradinate, carpenteria metallica per il circo che producono materiale per tutti i complessi italiani, esportando le proprie creazioni in tutto il mondo (compresi Oriente, Stati Uniti e America Latina).
L’INFORMAZIONE ON LINE
Un panorama così ricco a composito trova una rappresentanza istituzionale e sindacale nell’Ente Nazionale Circhi, presieduta da Antonio Buccioni, che dal 1969 pubblica la rivista “Circo” organo ufficiale dell’associazione di categoria (attiva anche on line sul sito circo.it), oggi unica testata cartacea sul circo tradizionale. Più ricca e variegata l’offerta di informazione on line sul circo con il portale dell’Associazione Circusfans Italia (Circusfans.eu), di cui quest’anno ricorrono i 25 anni dalla messa
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INCANTO La vita dei circensi Salieri Circus Awards
Int. Circus Festival of Italy
Festival di Latina ph Christophe Roullin
Gravity Circus ph Davide De Masi
in rete. Un punto di riferimento per gli appassionati è il Club Amici del Circo (fondato nel 1975) che riunisce circa 200 soci e dal 2003 dà vita al portale di informazioni amicidelcirco.net. Questi ed altri portali (CircusNews.it, PassioneCirco.net…) rendono il nostro paese quello più attivo per l’informazione circense on line in Europa.
FESTIVAL
LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA
DEL CIRCO
La diffusione della cultura circense oltre a questi strumenti si avvale del Centro Educativo di Documentazione delle Arti Circensi (CEDAC) curato all’Associazione Nazionale Sviluppo Arti Circensi (ANSAC) e presieduto da Antonio Giarola, che conserva la più importante raccolta documentaria aperta al pubblico sulla storia del Circo Italiano. Da quindici anni l’Associazione Circo e Dintorni, nell’ambito del progetto Open Circus organizza presso l’Università degli Studi di Milano le Giornate di Studio sull’Arte Circense, un laboratorio aperto agli studenti e alla cittadinanza che propone numerosi incontri con artisti e compagnie italiane e internazionali e con autorevoli professionisti dello spettacolo dal vivo.
MUSEI
A fianco a esposizioni temporanee, affidate per lo più a iniziative private di collezionisti, trovano spazio alcuni Musei permanenti aventi l’obiettivo di conservare e trasmettere la storia del Circo. A Imperia, presso la fiabesca Villa Grock, ha luogo il Museo del Clown dedicato al celebre Adrian Wettach, in arte “Grock”. All’interno del parco divertimenti Fiabilandia (Rivazzurra, Rimini), la famiglia Casartelli ha realizzato il “1° Museo Didattico Circense Italiano”. A Gello (PI) la Cooperativa Chez Nous le Cirque ha realizzato un piccolo Museo attingendo a cimeli di varie famiglie circensi.
L’Italia è stata il primo paese europeo a dar vita negli anni Novanta a Festival di Circo, nella formulazione competitiva (ossia competizioni di artisti volti a designare un palmarés e ad aggiudicarsi premi d’Oro, d’Argento e di Bronzo), che potessero competere con il Festival Internazionale dei Monte Carlo fondato nel 1974 dal Principe Ranieri. Oggi il panorama italiano dei Festival competitivi si presenta ricco e variegato con tre proposte ciascuno con una propria fisionomia caratteristica e autorevolezza nazionale ed internazionale. A Latina ha sede l’International Circus Festival of Italy, aperto ad artisti professionisti, italiani e internazionali, con la vocazione di proporre nel nostro Paese grandi attrazioni internazionali e le eccellenze italiane. A Legnago (VE) da due anni si tiene il Salieri Circus Award unica manifestazione d’arte circense al mondo a proporre esibizioni circensi accompagnate dalla musica classica eseguita da un’orchestra sinfonica dal vivo. Infine a Roma ha luogo l’Italian Circus Talent Festival dedicato ai giovani talenti italiani, giunto anch’esso alla sua seconda edizione, un trampolino di lancio per gli artisti del futuro.
Altre manifestazioni celebrano durante l’anno l’arte circense in forma non competitiva, registrando ottimi consensi di pubblico (sia in termini qualitativi che quantitativi). Tra questi merita una menzione Funambolika, il Festival Internazionale del Nuovo Circo di Pescara giunto alle XVII edizione. Il Festival Open Circus di San Donà di Piave dedicato a Moira Orfei. E il Circo Teatro Ambrosiano organizzato presso il delizioso Teatro Gerolamo di Milano.
La trasmissione delle tecniche circensi è affidata all’ Accademia d’Arte Circense di Verona, voluta e fondata da Egidio Palmiri nel 1989 e oggi diretta da Andrea Togni. L’istituto, unica realtà convittuale in Europa, svolge una duplice funzione: da un lato consente ai giovani provenienti da famiglie circensi di beneficiare con continuità dell’istruzione scolastica, e dall’altro di concentrarsi su una formazione tecnica completa, mettendo a punto un numero con cui esibirsi in contesti professionali. In altre regioni circensi di tradizione che
hanno cessato l’attività itinerante stanno dando vita a progetti di formazione. Quello più solido e strutturato è il Piccolo Circo dei Sogni di Paride Orfei e Sneja Nedeva a Peschiera Borromeo (MI) che organizza corsi per bambini, ragazzi e adulti, mantenendo un solido legame con la tradizione.
SITI DI INFORMAZIONE circusfans.eu amicidelcirco.net circo.it circusnews.it passionecirco.net
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE cedacverona.org
MUSEI DEL CIRCO fiabilandia.it (Museo didattico sul Circo Italiano) museodelcirco.it
ISTITUTI DI FORMAZIONE accademiadartecircense.it piccolocircodeisogni.com
PRODUZIONE STRUTTURE PER CIRCHI specialcoverings.com canobbio.com amteloni.com fratelligrego.com anceschicarlo.it anceschi.it rossante.it
TIPOGRAFIE SPECIALIZZATE robertofazzini.it
Litoprint Italia
FESTIVAL COMPETITIVI festivalcircoitalia.com saliericircus.it italiancircustalentfestival.it
EVENTI E FESTIVAL NON COMPETITIVI funambolika.com opencircus.it
Festival Open Circus dedicato a Moira Orfei teatrogerolamo.it/spettacoli/cir coteatro-ambrosiano
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Accademia Arte Circense
Circo Nazionale di Cuba by Medrano
Salieri Circus Awards ph Massimo Bolognini
Gianni Rossi ph Tamburrini osservatoriocirco.it
ILLUSIONISMO MAGIA E IN ITALIA
Il settore della magia italiana è vivace e in continuo mutamento tra associazioni, riviste, negozi, case editrici specializzate e altre realtà.
Fondato nel 1952, punto di riferimento fondamentale per i prestigiatori italiani da circa settanta anni è il Club Magico Italiano (CMI), che conta 500 soci circa in tutta Italia e 42 delegazioni sul territorio nazionale. Ogni anno organizza tra settembre e ottobre Il Congresso annuale Internazionale del Club Magico Italiano ad Abano Terme (Padova). La sua rivista ufficiale, Magia Moderna, fondata nel 1954, è una delle riviste italiane di settore più importanti. Al suo interno opera il CMI College, un organismo che vuole promuovere la
crescita e la diffusione dell’Arte Magica in Italia anche selezionando artisti italiani in grado di rappresentare il CMI nei contesti di Gala e Concorsi nazionali ed internazionali. Altra associazione presente sul territorio nazionale con sedi regionali dette anche Ring, l’International Brotherhood of Magicians (IBM) è attiva a Milano, Trieste, Padova, Roma, Napoli, Taranto. La “Confraternita Internazionale dei Maghi” è la più grande organizzazione mondiale, con
membri in 88 paesi. Fondata nel 1922, oggi l’IBM comprende i migliori maghi professionisti e migliaia di entusiasti hobbisti. La sua rivista ufficiale in lingua inglese è The Linking Ring. Un’altra realtà nazionale con sedi regionali che riunisce anche prestigiatori è il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP) un’associazione educativa di promozione sociale, che promuove un’indagine critica nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell’insolito con l’obiettivo di diffondere la mentalità scientifica e lo spirito critico. Il CICAP nasce nel 1989 per iniziativa di Piero Angela e di un gruppo di scienziati, intellettuali e appassionati. Tra le sue principali attività c’è la pubblicazione della rivista semestrale Magia, dedicata alla cultura magica. Masters of Magic (MOM) è una organizzazione nata nel 2008 con sede a Torino che promuove la magia, a livello nazionale e internazionale, attraverso l’organizzazione di eventi come il Congresso magico di Saint Vincent o il Campionato mondiale di magia FISM (l’ultimo
svoltosi a Rimini nel 2015). Altre sue atti vità vanno dalla formazione e consulenza per le aziende all’organizzazione di eventi corporate e di format televisivi. In preparazione il Campionato Europeo di Magia FISM a Saint Vincent e Torino dal 23 al 26 maggio 2024 e il Campionato Mondiale di Magia FISM che l’Italia ospiterà nuovamente a Torino nel 2025. La Federazione Internazionale delle Società Magiche (FISM) fondata nel 1948 coordina 112 club nazionali e internazionali affiliati da tutto il mondo, rappresentando circa 100.000 maghi da 48 paesi e organizza ogni 3 anni un congresso dove i migliori maghi al mondo competono per ottenere il premio più ambito nelle varie categorie: grandi illusioni, magia generale, magia da scena, close up, cartomagia, parlour magic e nuove invenzioni.
Oltre a queste grandi associazioni esistono realtà indipendenti e localizzate altrettanto importanti come a Milano il Club Arte Magica (CLAM) attivo dagli anni settanta e diretto e animato da un volto noto della magia in televisione, Raul Cremona o il Circolo della Magia di Torino (CADM), attivo dai primi anni Settanta e che oggi vanta una sede storica, il Teatro Juvarra, con area bar, biblioteca e sala didattica per le attività dedicate ai circa 300 iscritti: conferenze magiche, corsi per ragazzi e adulti. Altro importante polo culturale è la Corte dei Mira-
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Alberto Giorgi ph Francesca Tecardi
osservatoriocirco.it
coli di Livorno che organizza il Convegno Annuale di Storia della Magia giunto alla quarta edizione: un incontro tra storici della magia, appassionati e curiosi in cui si ripercorrono le gesta dei maghi del passato con tanto di esposizione di attrezzi originali, libri e manifesti antichi. Per i curiosi che vogliono saperne di più, a Cherasco, nelle Langhe, dal 2013, c’è Il Museo della Magia , un percorso a tappe attraverso la storia della magia con tanto di biblioteca specializzata consultabile dal pubblico.
CMI, MOM, CADM, CLAM, il Club Magico Bartolomeo Bosco di Torino e Il Circolo degli Illusionisti di Roma sono i circoli italiani affiliati alla FISM, per volontà dei
quali è nato l’ITA TEAM, per scegliere, formare e candidare illusionisti ai campionati europei e mondiali. L’ultima selezione per partecipare al FISM europeo del 2024 è stata organizzata dal Circolo degli Illusionisti di Roma e si è tenuta a febbraio presso il Teatro degli Eroi di Roma.
Punti di riferimento per la magia italiana non sono però solo le associazioni ma anche i negozi specializzati che ogni anno si riuniscono a Torino per la fiera Expomagia . Solo a Roma sono attivi Eclectica , nato negli anni settanta come Curiosità e Magia e tra i primi a importare prodotti dall’estero, La Porta Magica , attiva da oltre quarant’anni, pubblica opere prime di autori italiani e traduce testi classici fondamentali per professionisti, Il Castello di carte specializzato in cartomagia e close up, Tra Palco e Realtà negozio che ospita un piccolo museo della magia anche sede di corsi e incontri aperti agli appassionati, Assokappa con due sedi a Varese e Alessandria, punto di incontro e promotore di eventi dedicati ai giovani prestigiatori.
Tra le case editrici che meritano di essere citate la casa editrice Florence Art con la sua ampia collana di libri dedicata alla magia con traduzioni di autori importanti come Roberto Giobbi, Juan Tamariz, Eugene Burger, Max Maven, Eric Mead e i prodotti e le pubblicazioni della Mistery Academy dedicate specificamente al settore del mentalismo.
ASSOCIAZIONI magician.org clubmagicoitaliano.it cicap.org rivistamagia.it mastersofmagic.tv clubartemagica.org amicidellamagia.net cortemiracoli.it
MUSEO DELLA MAGIA museodellamagia.it
NEGOZI DI SETTORE eclecticamagic.com laportamagica.it ilcastellodicarte.it trapalcoerealta.net assokappa.it
CASE EDITRICI florenceartedizioni.com mysteryacademy.it
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Rubrica di meraviglie a cura di Giorgio Enea Sironi
Abracadabra ph Enrico Porcaro
Circolo della
Magia di Torino
Gaetano Triggiano ph Francesca Tecardi
Archivio Luce Masters of Magic IGT Francesco Della Bona
YEGENIY VORONIN
maestrovoronin.com
Ho iniziato prestissimo a fare magia, già all’età di 11 anni, per poi formarmi alla scuola di circo di Kiev in Ucraina, studiando anche recitazione con il metodo Stanislavskij. Ma avevo una innata predisposizione per la comicità e per questo provavo a combinare la magia con la pantomima e il teatro, strumenti essenziali per qualsiasi personaggio si voglia sviluppare, che sia un mago, un giocoliere, un performer.
Ho iniziato a frequentare i concorsi di magia, le convention, e la mia carriera è cominciata come assistente del mago. Al tempo vigeva il divieto di alcoolici e io impersonavo un assistente che faceva la routine della bottiglia e del bicchiere. I primi ingaggi in occidente arrivano negli anni ‘90 dai varietà e dinner show tedeschi. La prima volta che sono andato in Germania non avevo il visto per oltrepassare il confine. Chiesi al controllore del treno di farmi salire per intrattenere i viaggiatori fino al confine con la magia. Mi diede uno scompartimento e quando arrivò la polizia alla frontiera avevo riempito lo scompartimento dei miei attrezzi e mi stavo esibendo circondato da viaggiatori. Riuscii a passare il confine e a vincere il concorso come numero originale. Tornai due anni dopo e rivinsi. Iniziai a sviluppare sempre di più il mio personaggio del Maestro, l’obiettivo non era creare effetti, ma far emergere il personaggio, soprattutto attraverso gli errori.
Prima del 1988 non era possibile in Russia aprire un teatro privato, ma nel 1988 ho potuto fondato a Kiev il primo teatro per maghi, richiamando gli illusionisti più bravi come Victor Voitko, Galina e altri che per tutto il periodo del regime sovietico erano divisi tra di loro. In questo teatro organizzavo anche corsi di teatro, coreografia, scenografia, lingua inglese.
A Natale 2023 il Teatro Ghione è stato il palcoscenico per il sesto anno di Abracadabra, La notte dei miracoli con un cast di artisti internazionali molti dei quali per la prima volta in Italia: la giapponese Masayo, lo statunitense Stuart Mac Donald, il francese Adrien Quillien e la coppia di mentalisti austriaci Anca e Lucca. Tra tutti spicca l’icona della magia e star del circo mondiale Yevgeniy Voronin che con il suo personaggio Maestro Voronin condensa in maniera unica e originale magia, pantomima e comicità. teatroghione.it/spettacoli/abracadabra-2023
seconda. Quando arrivò il mio turno la moglie Pam lo chiamò dicendogli di guardarmi perché assomigliavo a lui agli inizi. Dopo avermi visto venne da me e mi disse “Se vuoi sarò il tuo padre magico”. Come lui non avevo mai conosciuto mio padre e questo divenne un gioco tra noi ogni volta che ci incontravamo. Una volta a San Francisco venne ad aiutarmi come consulente per il Teatro Zinzanni e ho un ricordo splendido di quei giorni. Altra influenza importante è stato il turco Buka, uno dei primi credo a combinare magia e comicità. Negli anni ’80 era raro vedere la magia comica. Ma anche Adriano Celentano di cui vedevo i film ha influito molto sul mio modo di muovermi e camminare molleggiando. Il mio personaggio si può definire un clown bianco che però fallisce. Il clown ha sempre bisogno di conflitto e nel mio caso sono gli oggetti a essere in conflitto con me. La chiave è nella mia non reazione, nel rimanere impassibile, lanciare coriandoli. Quando ero piccolo c’era il clown bianco e quello rosso, uno dipendeva dall’altro. Per il lavoro solista ho fatto diventare i miei attrezzi i miei partner, gli oggetti si animano, reagiscono. In Asia ho sentito dire che quando il clown lavora in “solo” fuori è bianco e dentro è rosso. Questo contrasto dona profondità al personaggio.
Per i giovani di oggi consiglierei di concentrarsi sullo sviluppo del personaggio, questa è la cosa più importante, provare e riprovare tutte le possibilità e gli effetti per andare in profondità, non rimanere mai in superficie. Un lavoro lungo e difficile, ma ripaga sempre nel futuro.
Tra i personaggi che mi hanno ispirato da sempre primo fra tutti The Great Tomsoni di Johnny Thompson, che ho incontrato per la prima volta nel 1991 in occasione dello show “Magic hands” organizzato da Manfred Thum. Lui lavorava nella prima parte dello show, io nella
Per il futuro voglio continuare con i dinner show, che per me sono una vera e propria forma d’arte contemporanea, internazionale, che unisce circo, varietà, opera, comedy. Recentemente anche l’Oriente si sta aprendo a questo forma di spettacolo, come in Cina e Vietnam.
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ph Fima Gelma
ph Gala Lebedev
ph Magicat Entertainment
RAYMOND CROWE
Tra gennaio e febbraio all’Auditorium della Conciliazione sono stati 22.000 gli spettatori della ventesima edizione di Supermagic che ha visto il ritorno di alcuni tra i migliori artisti delle passate edizioni: Les Chapeaux Blancs rinomati per unire magia e teatro nero, l’eccentrico illusionista in kilt Lord Martin e l’originale e innovativo Enzo Weyne. Novità nel cast di quest’anno il canadese Darcy Oake che reinterpreta il classico numero di tortore con un approccio travolgente e i francesi Florian Sainvet, che interpreta un futuristico robot illusionista e Léa Kyle specializzata nell’arte del trasformismo. Un altro maestro della comedy magic che spiccava nel cast, il mago, mimo, ventriloquo e shadow artist australiano Raymond Crowe. supermagic.it
liardo che mi costò 4 dollari e di cui sono ancora oggi fiero, perché ero l’unico performer in mezzo a illusionisti con grandi attrezzi di scena. Un altro numero di cui sono molto orgoglioso è la giacca danzante, che viene dalla mia passione per l’animazione delle marionette e dal fatto che quando facevo le ombre cinesi dovevo togliermi la giacca. Pensai che sarebbe stato bello farla volare e chiesi al prestigiatore Tommy Wonder, che aveva inventato un sistema di levitazione molto originale, di aiutarmi. Anche grazie a lui questo è diventato un numero importante del mio repertorio.
Ma il numero che mi ha dato notorietà è sicuramente quello delle ombre. Nel 2007 è diventato virale, anche grazie a internet, e lo hanno iniziato a richiedere in tutto il mondo. Anche in questo numero ci sono invenzioni originali, come la mano grande che prende la mano del bambino, ispirata alla mano di mio figlio. Considerato che il mio personaggio originale non è riconducibile al mago tradizionale, ho fatto parte come The Unusualist alla grande produzione The Illusionists, che mi ha dato modo di esibirmi di fronte alle platee di tutto il mondo e a Broadway. Oggi un mio sogno sarebbe ad esempio trasferirmi in un paese europeo, conoscerne meglio la cultura e la lingua. Credo che il mio numero possa registrare qui una risposta più ampia, contenendo echi del vaudeville, del clown, della pantomima e mostrando di base una sensibilità più europea.
Sono nato ad Adelaide, in Australia, e da ragazzo avevo come hobby la magia, il teatro di marionette, il circo. Un giorno leggendo il giornale vidi l’annuncio di una scuola di mimo, non sapevo cosa fosse né avevo mai visto un mimo all’opera, ma decisi di frequentarla e questa decisione mi ha cambiato la vita. Tutto quello che faccio oggi, compreso la maggior parte delle tecniche che uso, sono ancora basate su quello che ho imparato al tempo. La mia insegnante era la ballerina e coreografa cecoslovacca Zora Šemberová, famosa per essere stata nel 1938 la prima Giulietta nell’opera di Prokoviev. Nel 1968 si era trasferita in Australia e insegnava movimento agli attori teatrali. Da allora ho continuato a frequentarla e chiederle consigli, fino alla sua morte nel 2012, all’età di 99 anni. Agli inizi del mio percorso non ero molto bravo (ride), facevo spettacoli per bambini e nei centri commerciali. Poi sono entrato come attore e marionettista nel Patch Theatre di Adelaide, una compagnia specializzata in spettacoli per le scuole. Ma il lavoro diventava molo faticoso, anche a causa dei continui spostamenti, e a un certo punto ho deciso di dedicarmi solo all’intrattenimento per privati e aziende, concentrandomi sui miei numeri.
La mia carriera artistica è cominciata davvero quando la parte preponderante è diventata inventare i miei numeri, i miei effetti magici, migliorare le mie abilità. Un processo lento, lungo e faticoso ma anche entusiasmante. Nel 1996 partecipai alla trasmissione World Greatest Magic con un numero con delle palle da bi-
Un consiglio che darei a chi intraprende una carriera artistica nel campo dell’illusionismo o del circo, oltre a essere originale, è “essere umani”. Se sei umano potrai farti capire al mondo, travalicare ogni barriera linguistica e culturale, toccare le persone nel profondo, e in questo la lezione di Charlie Chaplin è sempre valida. Un altro maestro che mi ha molto ispirato su questo aspetto è George Carl. Credo anche che sia importante imparare il più possibile dal teatro, dalla danza, dal mimo, dal clown, da ogni forma d’arte che possa aiutare a essere più completi. Fondamentale sarebbe servirsi sempre di un regista o di un coreografo che possa osservare dall’esterno, dare consigli sul numero e immaginare la reazione del pubblico.
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raymondcrowe.com
Rubrica di meraviglie a cura di Giorgio Enea Sironi
ph Edoardo Cascarino
ph Edoardo Cascarino
COCOON NOMADIC WELLNESS
IL NUOVO PROGETTO DI PAOLO LOCCI, BRIGATA TOTEM
Era il numero 75 di Juggling Magazine. Era il 2017. Da allora sono passati 7 anni. Sono Paolo Locci, fondatore della compagnia artistica “BrigataTotem” e circense da vent’anni. Ho portato il mio spettacolo Hobo in giro per il mondo, dal Sud America all’Asia, collaborando con numerose compagnie. Parallelamente al circo, ho iniziato ad avvicinarmi ad un altro universo, molto vicino a quello circense: il settore del benessere.
Scambiando pareri con colleghe e colleghi, è emerso un desiderio di avere luoghi e tempi adeguati per farsi trattare “on the road”, per potersi rilassare all’interno di un festival. La cura di se aiuta anche l’esperienza artistica: sentirsi “coccolati” da un festival, aiuta sicuramente a lavorare meglio!
Negli ultimi anni, parallelamente al mio spettacolo HOBO , ho iniziato proporre trattamenti all’interno di festival sotto a un piccolo gazebo…ma da un po’ di tempo non mi bastava più. Il sogno è cresciuto, è diventato più ambizioso, un sogno che oggi sta prendendo forma. Da alcuni anni mi ronzava nella testa l’idea di spostarmi con un villaggio nomade, un piccolo luogo dove poter fare trattamenti e completare l’esperienza di benessere con una sauna… altra mia grande passione.
Ho iniziato ad informarmi, a fare ricerche,
L’attrazione alle discipline orientali ed olistiche nasce dalla conoscenza profonda del “corpo super utilizzato” di atlete, atleti e circensi. Da sempre sono stato interessato al movimento del corpo in tutte le sue possibilità, dapprima con il Judo che ho praticato fin da piccolo, e più avanti con lo Shiatsu, discipline che mi hanno insegnato il rispetto del corpo, ma soprattutto ad avere delle “radici nomadi”, a sapermi adattare ovunque ci si trovi, oltre ad avere un grande ascolto verso le persone che tratto.
Ma è nella tradizione dei massaggi thailandesi che ho trovato la maggiore affinità: cinque anni fa, nel 2019, sono diventato terapeuta riconosciuto, diplomandomi all’ International Thai Massage School di Chiang Mai nel Nord della Thailandia.
Da allora, pratico massaggi thaï e decontratturanti: in questi anni ho creato un mix di queste due pratiche che ho scoperto essere di grande aiuto verso le problematiche più comuni di acrobati, ballerini e circensi. Ho un’innata curiosità verso queste discipline, ma decisivi sono stati anche alcuni incidenti lungo il mio percorso artistico. Momenti terribili che mi hanno spinto a prendermi cura della mia salute e poi di quella di colleghi, colleghe e di tutti quelli che ne avranno bisogno. Mi sono reso conto, in questi 20 anni di tournée; che non si ha mai il tempo necessario per prendersi cura di se stessi, montaggi e smontaggi faticosi, migliaia di chilometri alla guida da un festival all’altro, ore ed ore trascorse al computer per programmare il lavoro e, spesso, anche durante i festival, tra un cambio di piazza e l’altro non si ha nemmeno il tempo di fare 10 minuti di stretching nel post spettacolo.
più ne parlavo, più mi rendevo conto che l’idea mi piaceva, le possibilità erano sempre di più, i bozzetti sui miei quaderni anche. Sì! Volevo una tenda nomade e una sauna su ruote. Mi immaginavo come un custode del benessere, un mix tra circense, terapeuta e camionista. In questo tornado di pensieri e nottate insonni, decisivi sono stati alcuni incontri nella comunità circense. Davide Cattaneo, direttore di Play Juggling e grande appassionato di saune, Annalisa Bonvicini, già manager circense, mi ha ascoltato e accompagnato a “portare a terra” le mie idee ed organizzarle nel miglior modo, Andrea Montevecchi, artista della compagnia Bromos, che con grande fantasia ha creato insieme a me il materiale video, Andrea Biondo Niccolai, già pittore del Circo Paniko e di molte realtà circensi, a cui ho affidato l’identità visiva del progetto, Linda Vellar, grande artista ed esperta di astri. I confronti con loro e con tante altre persone del settore sono stati fondamentali per partire.
E piano piano, è nato COCOON - Nomadic Wellness, il connubio perfetto del mio spirito nomade, della mia attività di acrobata e delle pratiche olistiche. Credo di aver cambiato più di 30 nomi prima di arrivare a quello definitivo. E non
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&mestieripersone
ringrazierò mai abbastanza amiche, amici che mi hanno consigliato e supportato in questo processo – Carla Giovannini, decisiva nella scelta del nome finale, e Caterina Fabbri che mi ha sopportato dall’inizio delle mie folli visioni.
COCOON - dall’inglese “bozzolo” - vuole essere uno spazio protetto di ascolto, rispetto e armonia, un luogo di rigenerazione, rinascita e cura di sé stessi.
Come sarà composto COCOON? La sauna avrà la forma di una botte e sarà realizzata in legno di abete siberiano, potrà accogliere fino ad otto persone, avrà delle piccole finestre, uno spogliatoio ed un terrazzino per rilassarsi e chiacchierare.
Sarà adagiata su un rimorchio che trainerò con il mio camion abitazione. Al fianco della sauna monterò una tenda glamping di sei metri di diametro: sarà il luogo dedicato ai massaggi thaï e decontratturanti, ma anche uno spazio per stare in compagnia al caldo. Al suo interno vi sarà una stufa a legna, coperte, tappetini, tisane. La tenda sarà anche uno spazio di condivisione: potrà accogliere altre discipline olistiche, ospitare attività, laboratori e workshop di altre/i professioniste/i.
COCOON - Nomadic Wellness inizierà a girare nell’inverno 2024, ma per realizzarlo chiedo ancora sostegno alla comunità circense (e non solo). Sotto la luna nuova di febbraio, Plutone in Acquario, con l’inizio dell’anno cinese del Drago, è partita la raccolta fondi su Produzioni dal Basso. Ogni donazione è un passo che facciamo insieme per la realizzazione di COCOON. Grazie
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sostieni COCOON
di Lara Miglietti
CORPI CIRCENSI OLTRE GLI STEREOTIPI
Il corpo circense è un argomento estremamente complesso, che può essere affrontato da infinite prospettive, ma sappiamo che in quanto corpo scenico è un produttore di cultura, con la forza di modellare le percezioni del pubblico e sfidare le norme.
altrocirco.it
Il corpo delle donne
Il pubblico ha delle aspettative su quel corpo in scena e numerosi fattori influiscono sulle percezioni come i costumi, le movenze e la gestualità, oltre al ruolo ricoperto; ogni interprete è portatore e portatrice delle proprie sfumature individuali e come ci insegna Lecoque qualunque sia il gesto compiuto, l’artista entra in relazione con lo spazio che lo circonda e nasce in lui/lei e nel pubblico uno stato emotivo particolare.
Ma che tipo di movenze, ruoli e abilità sono diffuse nell’infinito panorama circense di oggi? Che tipo di gestualità viene promossa?
Citando Firenza Guidi “Credo fermamente che i corpi raccontino storie senza a volte aver bisogno di tante parole. Storie che parlano in modo più subliminale a livelli diversi e a persone diverse. Il corpo è anche il punto di partenza del genere.”
Ciò che portiamo in scena, non sono solo immagini, sono comunicazione, sapere, educazione, memoria. Possono essere lo specchio preciso di alcuni comportamenti. Come si può fuoriuscire dal riduttivo e autoriduttivo ruolo di oggetto sessuale?
Se come sostiene Foucault i corpi sono “il tessuto della cultura stessa” e “la performance offre un modo per trasmettere la conoscenza attraverso il corpo”, arriviamo alla domanda cruciale: quale tipo di corporeità vogliamo rappresentare?
Diversi studi hanno indagato quanto le immagini e rappresentazioni nei media (pubblici-
tà, programmi TV, film, serie) riproducono stereotipi molto polarizzati di maschile e femminile, sostenendo quanto questi possano esser letti sia come potenziali di mutamento sia come strumenti di consolidamento degli stereotipi più tradizionali. L’immaginario di femminilità, ed anche quello di mascolinità, che vengono divulgati non rappresentano solo un modello, ma anche una “gabbia di aspettative”. Le rappresentazioni proposte online aderiscono con estrema difficoltà ai corpi a cui sono destinate, generando un costante sforzo di ricerca di conformità a un modello ideale che allo stesso tempo rappresenta la più diffusa (e quasi unica) opzione. Il meccanismo stereotipizzante non raggiunge solo gli immaginari dei corpi, delle professioni o dei comportamenti, ma determina e regola anche il sistema delle relazioni.
Ciò che contraddistingue Instagram da tutti gli altri social network, è la pratica comune di utilizzare dei filtri nelle foto per migliorare l’immagine di sé stessi e per promuovere standard di bellezza irraggiungibili e idealizzati. Questi standard irrealistici creano una discrepanza tra ciò che è il corpo attuale ed il corpo ideale, causando una diminuzione drastica della propria soddisfazione corporea.
Lo studio promosso dalla Dalhousie University e della
REGISTRO NAZIONALE PROGETTI DI CIRCO SOCIALE
Piemonte Fondazione Uniti per Crescere Insieme via Pacchiotti 79, 10146 Torino Sara Sibona 011 19836531 unitipercrescereinsieme.it
Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 jaqule.com
Pirilampo Regione Faule 7, 10060 Macello (TO) Ilaria Bessone 339 202288 E pirilamposcuoladicirco
Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 teatrazione.com
Lombardia Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 campacavallo.com
Hops via Lanzi 51, 20872 Comate d’Adda (MB) Sara Papadato 348 0069417 scuola-circo-hops.it
Quattrox4 via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 quattrox4.com
Spazio Circo Bergamo corso Roma 84 A, 24068 Seriate (BG) Manlio Casali 393 0082506 spaziocircobergamo.it
Spazio Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 spaziokabum.it
Veneto Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 circoinvaligia.it
Kervan-Circolarte via Fiorano1D, 35100 Padova Valentina Sperandio 351 2169653 E Associazione Kervan
Ludika Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Sara Marchesini 345 2153828 ludicacirco.com
Friuli Venezia Giulia Circo all’inCirca via Cividina 17, 33100 Udine (località Molin Nuovo) Alessandro Papa 340 6052371 circoallincirca.it
Trentino-Alto Adige Animativa via Max Vailer 11, 39011 Lana (Bz) Reinhard Demetz 0473 239564 animativa.org
Emilia Romagna Arterego via Piave 19, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Roberto De Marchi 339 7508734 arterego.org
Circo Sotto Sopra piazza dei colori, 40138 Bologna Mariagrazia Bazzicalupo 328 7312861 circosottosopra.com
TaDam Circo via Allevi 13/A, 29122 Piacenza Dario Rigolli 333 1532976 tadamcirco.com
Abruzzo Cirque Brutal Via Stradonetto snc, 65128 Pescara Benedetta Cuzzi 3516273546 E Cirque Brutal
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Louise Leers
Gardi Hutter
York St John University ha indagato vari aspetti del perfezionismo attraverso una meta-analisi in larga scala, di 25.000 partecipanti circa; la ricerca ha sottolineato che il perfezionismo influisce maggiormente sui giovani, evidenziato da un modello competitivo societario dove posizione sociale e performance ricoprono un ruolo primario.
Ritengo che come esperti del mondo circense abbiamo la responsabilità di contrastare il perfezionismo socialmente imposto, smantellando l’idea che la soddisfazione di queste aspettative sia l’unico modo per ricevere approvazione sia in ambito artistico che lavorativo.
Lo studio condotto nel 2022 da Simon e colleghi sull’indagine della dipendenza da Instagram e della conseguente internalizzazione cognitiva degli standard di attrattività fisica, ha evidenziato una maggiore suscettibilità del mondo femminile agli ideali
Ma cosa si indica con il termine perfezionismo? È la ricerca di impeccabilità, accompagnata da standard e aspettative estremamente elevati nei confronti di sé stessi, per la paura di essere valutati negativamente.
socioculturali con i seguenti rischi: oltre a quelli già citati, vi sono maggiori rischi legati a livelli di oggettificazione del corpo e sviluppo di tratti di personalità maladattativi come il perfezionismo riferito alla propria apparenza fisica.
È necessario dunque che come esperti del settore ci impegniamo a:
• essere promotori e promotrici di alternative alla dittatura dei corpi perfetti, per esplorare possibilità di un altro corpo possibile oltre a quello televisivo e dei social;
• sostenere lo sviluppo della ricerca, in ogni suo ambito che sia artistica, accademica e pedagogica;
• problematizzare e combattere le disuguaglianze legate al genere, nell’industria del circo, come ad esempio analizzare gli stereotipi che determinano i ruoli in ambienti formativi ed in scena, individuare rappresentanze e pratiche discriminanti, insieme alla sottorappresentanza nei ruoli di direzione e programmazione;
• Sensibilizzare e denunciare le violenze sessiste e sessuali.
Le performance circensi dovrebbero permetterci, invece, di vedere i corpi in vari scenari che allentano la pressione da queste categorie normative. Dovremmo offrire strumenti per orientarci nello spazio con l’Altro e accettare diverse modalità di movimento nel mondo. A tal proposito Lorena Zanardo ne “Il Corpo delle donne” ci aiuta a riflettere:
“L’autenticità costituisce uno dei diritti fondamentali dell’uomo. Ma essere autentici richiede di saper conoscere i nostri desideri e i nostri bisogni più profondi.”
Siamo in grado di guardarci l’un l’altra oltre lo sguardo mainstream? I corpi dicono sempre qualcosa di più della lingua e di chi vorrebbe dominarli, e cosa ci stanno dicendo?
Toscana Antitesi Teatro Circo via Guidiccioni 6b, 56017 Ghezzano-San Giuliano Terme (PI) Martina Favilla 349 6304211 antitesicircoteatro.it
Badabam strada valacchio casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 347 7856564 badabam.it
Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 circoliberatutti.it
Circo Tascabile p.zza Cairoli 4/c, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 circotascabile.com
Contraerea Via Pasqui 58, 52100 Arezzo Nicoletta Martini 3391244235 contraerea.it
En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 enpiste.it
Saltimbanco c/o Nuovo Teatro delle Commedie via G.M. Terreni 5, 57122 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 saltimbancoscuolacirko.it
Sottosopra via Pievani Landi 42, 52100 Arezzo Simona Serafini 339 3840294 arezzosottosopra.it
Marche Circoplà c/o Spazioplà via Vanoni 11, 60030 Serra De Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 circopla.it
Visionaria via Gabrielli SNC, 60131Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 visionaria.org
Lazio Circo Svago piazzale Aldo Moro 45, 00041 Albano Laziale (Rm) Jacopo Beretta 331 8681147 circosvago.it
Corpi Pazzi via Bertero 13, 00156 Roma Luca Marinari 3335234005 corpipazzi.net
Campania Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Corsaro
Puglia CircoLaboratorioNomade via Sferra Cavallo Snc, loc. Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 E Circo.LaboratorioNomade
Cirknos via vecchia Frigole 36, 73100 Lecce Giorgia Basilico 333 410 916 E cirknos
Tabarin Via Prov.
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Gallipoli Alezio (P.co Angelica) 73052 Parabita (LE) Luca Andolfi 340 9640101 spaziotabarin.com
Tenrock Teatro Circo c.da Marmorelle SS.16 Adriatica Nord 70100 Brindisi Gabriele Cagnazzo 333 7823307 tenrock.it Un Clown per Amico/Circo Botero st. Modugno Carbonaro 4/8, 70123 Bari Michele Diana 348 0535875 unclownperamico.com
Sicilia Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 340 3928905 circopificio.it Clatù via San Josè Maria Escrivà 3, 95030 Tremestieri (CT) Maria Elena Rubbino 340 1723934 E Clatù
ALTROCIRCO.IT
Sardegna Teatro Circo Maccus via dei Gerani s.n. Sant’Isidoro 09044 Quartucciu (CA) Virginia Viviano 347 9650413 teatrocircomaccus.com
Antoinette Concello
Lara Assadi
CAPACITÀ MOTORIE
NEL CIRCO EDUCATIVO
di Lapo Botteri
Sono un artista di strada e un insegnante di circo dal 2002 e questo libro riassume quasi vent’anni di vita, d’insegnamento e di formazione. L’opera nasce dalla mia tesi di laurea in scienze motorie, ma prima di prendere la forma attuale, ha subito notevoli trasformazioni. Molti amici e colleghi mi hanno aiutato a trasformare una tesi in un testo approfondito che affronta l’argomento dell’insegnamento della parte motoria del circo ludico educativo in maniera chiara ed esaustiva.
In tanti hanno creduto in questo progetto fin dal 2017, quindi i miei più profondi ringraziamenti vanno a Craig Quat, il primo promotore di questa mia idea, poi a tutto il gruppo di studio 3C, un progetto europeo di pedagogisti circensi in seno al quale il testo ha avuto le sue prime sperimentazioni teorico/pratiche, ed infine al gruppo di CircoSfera e soprattutto a Stefano Bertelli, che hanno avuto una parte importantissima nella stesura finale e nella pubblicazione del manuale.
Il mio percorso di studio e la mia carriera hanno avuto un’evoluzione non molto lineare. Ho iniziato scienze motorie nel 2001, venendo dal mondo dello sport. ma la situazione è cambiata velocemente quando ho iniziato velocemente ad ap-
passionarmi sempre di più alle arti del circo e sempre meno agli sport tradizionali.
Nel 2003 ho lasciato l’università per dedicarmi completamente all’apprendimento ed all’inse gnamento del circo, e nel 2004 ho incontrato Giocolieri e Dintorni, al cui interno era già attivo un programma di sviluppo del circo educativo, in seguito denominato CircoSfera!
istruttori sportivi e genitori che desiderano introdurre il circo ludico educativo nel contesto educativo e formativo dei bambini e dei ragazzi. Attraverso una serie di approfondimenti teorici e pratici, il testo spiega come il circo possa diventare uno strumento efficace per lo sviluppo delle abilità motorie, cognitive, sociali ed emotive dei giovani.
Le scienze motorie hanno costruito la mia forma mentis e Giocolieri e Dintorni ha aggiunto tutta quella parte artistica/creativa e sociale di cui un insegnante di circo ha bisogno. Queste sono le basi che mi hanno permesso di avere vent’anni di felice ed appagante carriera d’insegnante di circo e questo testo riassume l’intero percorso d’insegnamento e di crescita personale.
È importante dire che questo libro non è un racconto di vita, ma un manuale che propone un approccio scientifico e obbiettivo all’argomento. È quasi un lavoro di traduzione dal gergo tecnico delle scienze motorie al vocabolario comune del circo. Il libro si propone di fornire una guida completa per educatori, insegnanti,
Capacità Motorie nel Circo Ludico Educativo contiene più di 100 esercizi e giochi per contestualizzare le nozioni tecniche. Ritengo che gli esempi pratici siano fondamentali per uscire del puro nozionismo, che risulta essere un difetto di alcuni testi classici dell’educazione fisica. La teoria infatti deve essere una struttura invisibile dell’apprendimento motorio, paragonabile al cemento che costituisce la struttura portante delle case, a cui però gli abitanti quasi non fanno caso. Alo stesso modo i nostri allievi frequentano le nostre lezioni in maniera coinvolgente, divertente e spensierata, senza quasi accorgersi dell’enorme lavoro che sta alla base!
Sperando di essere riuscito a dare un contributo allo sviluppo di questo entusiasmante settore auguro una buona lettura e buon lavoro a tutt*
PROGETTOQUINTAPARETE.IT JUGGLINGMAGAZINE. IT 40
Piemonte Arcobaleno via delle Fontane 60, 13011 Borgosesia (VC) Ilaria Sitzia 348 8123417 sportarcobaleno.it
Flic via Magenta 11, 10128 Torino Matteo Lo Prete 011 530217 flicscuolacirco.it
Jaqulè Via Ponsati 69, 10040 Volvera (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 jaqule.com
Macramè Strada dei Sent 16, 12084 Mondovì (CN) Marco Donda 347 8251804 scuoledicircomacrame.blogspot.it
Pirilampo regione Faule 7, 10060 Macello (TO) Ilaria Bessone 375 7969457 E pirilamposcuolacirco
Ri-Circo via Granaroli 10, 15122 San Giuliano Nuovo (AL) Daniele Pistone 327 9125174 Q RiCirco
Sportica Gym via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 0121 795590 sportica.it
Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 teatrazione.com
Lombardia Allincirco via Crispi 53, 22100 Como Fabio Giangreco 339 6657570 allincirco.it
Campacavallo Via Gorlini, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 campacavallo.it
Quattrox4 Via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 02 36525176 quattrox4.com
Scuola di Arti Circensi e Teatrali via Sebenico 21, 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 scuolaarticircensiteatrali.com
Spazio Circo Bergamo c.so Roma 84/a, 24068 Seriate (BG) Manlio Casali 393 0082506 spaziocircobergamo.it
Spazio Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 spaziokabum.it
Trentino Alto Adige Animativa via Cermes 2, 39011 Lana (BZ) Reinhard Demetz 0473 239564 animativa.org
Friuli Venezia Giulia Circo all’inCirca via Cividina 17, 33100 Udine Irene Giacomello 340 6052371 circoallincirca.it
Veneto Barbamoccolo via Maestri del Lavoro 36, 30037 Scorzè (VE) Manuela Polacco 339 4652122 barbamoccolo.it
Circo in Valigia via Falgare 33, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 circoinvaligia.it
Circo Volante via Scortegara 166, 30035 Mirano (VE) Laura Ugolini 340 8598292 circovolante.it
Kervan-Circolarte via Fiorazzo 1D, 35136 Padova Valentina Sperandio 351 2169653 E Associazione Kervan
Ludica Circo Loc. Corbellar 7, 37020 Verona Stefania Garaccioni 347 9121866 ludicacirco.com
Liguria Circo Galleggiante via Castelfidardo 1, 19122 La Spezia Chiara Martini 339 5772543 circogalleggiante.it
SiRCUS c/o Teatro Internaz. di Quartiere, Pz.tta Cambiaso 1, 16123 Genova Barbara Vecchio 010 8600232 sarabanda-associazione.it
sYnergiKa piazza Palermo 12, 16129 Genova Annalisa Alcinesio 338 1172011 synergikaasd.com
Emilia Romagna Arterego via Piave 19, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Roberto De Marchi 339 7508734 arterego.org
ArtinCirco via della Repubblica 6, 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Maila Sparapani 329 2347981 artincirco.it
Circolarmente via Zerbini 9, 43126 Parma Albert Horvath 338 3939743 circolarmente.it
Circo Sotto Sopra p.zza dei Colori 28/a, 40138 Bologna Giorgia Nason 328 0178208 circosottosopra.com
Circus Atmosphere c/o palestra comunale via Boselli, 47923 Rimini Silvia Fonti 351 9409020 E circus.atmosphere
OfficinAcrobatica Via Sebastiano Serlio 25/2 / via Stalingrado 12, 40128 Bologna Silvia Salvadori 333 2751155 officinacrobatica.com
TaDaM Circo via Allevi 13, 29121 Piacenza Dario Rigolli 333 1532976 tadamcirco.com
Toscana Antitesi Teatro Circo via Guidiccioni 6b, 56017 Ghezzano-S. Giuliano Terme (PI) Martina Favilla 349 6304211 antitesiteatrocirco.it
Badabam Str. della Tressa 5, 53100 Siena Margherita Gamberini 366 4811081 badabam.it
Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Stefano Bertelli 340 0810499 circoliberatutti.it
En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Federica Piccardi 347 5398775 enpiste.it
K-production piazza Viani 6, 55049 Viareggio (LU) Claudia Sodini 328 1447868 E Kproduction - teatro circo scienza
Passe-Passe via Sorripa 50, 50026 San Casciano in Val di Pesa (FI) Charlotte Koehler 333 6367663 passepasse.it
Saltimbanco c/o Nuovo Teatro delle Commedie via G.M. Terreni 5, 57122 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 saltimbancoscuolacirko.it
Umbria Circo Corsaro piazza Vanvitelli 1/a, 06034 Foligno (PG) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Foligno
Circo Instabile via Birago 4, 00124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 E Circoinstabile
Sul Filo e Dintorni Località Padella 37, 05018 Orvieto (TR) Soledad Prieto 389 4318892 LosFilonautas.com
Marche Aria di Circo via Achille Grandi 45, 60131 Ancona Caterina Del Giudice 388 7533247 ariadicirco.com
Circoplà c/o Spazioplà Via Vanoni 11, 60030 Serra dÈ Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 circopla.it
Visionaria via Gabrielli, 60131 Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 visionaria.org
Abruzzo Cirque Brutal Via Stradonetto snc, 65128 Pescara Benedetta Cuzzi 351 6273546 E Cirque Brutal
Lazio Accademia Materia Viva via M. Marulo 54, 00143 Roma Roberta Castelluzzo 06 45491296 accademiamateriaviva.it
Circoraggio via Baccano 10, 00188 Roma Ombretta Di Simone 339 8258627 E ScuolaCirco Circoraggio
Circo Svago p.zza Aldo Moro 45, 00041 Albano Laziale (RM) Jacopo Beretta 331 8681147 circosvago.it
Palestra Popolare Corpi Pazzi Via Bertero 13, 00156 Roma Luca Marinari 333 5234005 corpipazzi.net
Vola Voilà via dei Pescatori snc, 00124 Roma Anna Paola Lorenzi 342 5451353 volavoila.it
Campania Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Corsaro
Puglia Circo Laboratorio Nomade via Sferracavallo snc, 74012 Crispiano (TA) Marco Massafra 333 4292637 circolaboratorionomade.com
Circolare Via Brindisi 126, 72019 San Vito dei Normanni (BR) Anna Pinto 380 1274099 E CIRCOlareFestivaldelleArtiCircensi Cirknos via Vecchia Frigole 36, 73100 Lecce Giorgia Basilico 333 4100916 E Cirknos
Tabarin Via Prov. Gallipoli Alezio (P.co Angelica) 73052 Parabita (LE) Luca Andolfi 340 9640101 spaziotabarin.com
TenRock Teatro Circo c.da Marmorelle SS 16 Adriatica Nord, 72100 Brindisi Gabriele Cagnazzo 333 7823307 tenrock.it
Un Clown per Amico / Circobotero Str. Modugno Carbonara 4/8, 70131 Bari Michele Diana 348 0535875 unclownperamico.com
Sicilia Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 329 7169258 circopificio.it
Gigliopoli via S. Antonio 6 Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281274 gigliopoli.org
Spazio Kiklos via Esopo 20, 90011 Bagheria (PA) Mario Barnaba 328 1668183 E spaziokikloscoworkingart
Sardegna Teatro Circo Maccus via dei Gerani s.n. 09044 Quartucciu (CA) Virginia Viviano 347 9650413 teatrocircomaccus.com
CIRCOSFERA.IT REGISTRO NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO EDUCATIVO
ph Loris Salussolia