Juggling Magazine # 103 - june 2024

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JUGGLINGMAGAZINE.IT ASSOCIAZIONE GIOCOLIERI & DINTORNI issn 1591-0164 Poste Italiane SpA sped. in a.p. 70% DCB Viterbo. Contiene allegato P. e allegato R. € 3,00 CIRCO DALVIVO NUMERO 103 GIUGNO 2O24

bollettino informativo

dell’Ass. Giocolieri e Dintorni

Pubblicazione trimestrale

Anno XXVII, n. 103, giugno 2024

Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002

Associazione

Giocolieri & Dintorni

viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) jugglingmagazine.it progettoquintaparete.it jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 340 6748826

Direttore responsabile

Luigi Marinoni

Direttore editoriale

Adolfo Rossomando

Social Media Manager

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Grafica e impaginazione

Studio Ruggieri Poggi ruggieripoggi.it 339 5850916

Distribuzione

CPC Logistica

0761 275776

Stampa Pixartprinting

Finito di stampare il 20 giugno 2024

In copertina

Ell Circo D’ell Fuego

MAD Convention, Anversa (BE) foto di Ysabel Jongeneelen

Il circo contemporaneo è molto più di un semplice spettacolo di acrobazie, equilibrismi e giocoleria; è un vero e proprio movimento artistico, una comunità globale che riunisce artisti, performer e appassionati da tutto il mondo. Caratterizzata da un'incredibile diversità di talenti, stili e discipline, questa comunità rappresenta una celebrazione dell'innovazione, della creatività e dell'espressione personale, capace di creare nuove forme artistiche che sfidano le aspettative e rompono le barriere tra le discipline. Le dinamiche della comunità del circo contemporaneo sono alimentate da strutture, eventi e festival internazionali che fungono da centri di incontro, scambio di idee e apprendimento. Artisti di diverse culture e background si riuniscono in questi contesti, condividendo le loro conoscenze, uno scambio che non solo favorisce la crescita tecnica, ma anche l'arricchimento culturale e la formazione di legami duraturi tra persone provenienti da contesti diversi. Questo approccio culturale contribuisce alla crescita dell'intera comunità, rendendo l'arte circense più accessibile e inclusiva, ispirando anche il pubblico a esplorare nuove frontiere di possibilità e immaginazione. (CHATGPT)

E DITORIALE

Raffaele De Ritis

“Giocoliere alla Taverna del Moro”, 2023

Syntografia generativa

Le conoscenze dell’Intelligenza Artificialeche evidentemente comprendono anche il circo contemporaneo - sono al centro di un dibattito intenso ed attuale. Ma la produzione di testi e di immagini non è la sola caratteristica della IA. Le sue applicazioni si spingono ben oltre, come abbiamo avuto l’occasione di esplorare visitando la illuminante esibizione (A)I Tell You, You Tell Me, allo ZKM di Karlsruhe (DE), in occasione del Meeting Annuale di Circostrada. Sarà interessante, per certi versi cruciale, vedere come l’IA verrà utilizzata per lo sviluppo del circo, che alle tecnologie più avanzate si è aperto senza alcun timore o remore in tutte le epoche, tutelando i principi etici che gli hanno permesso di creare una comunità internazionale vasta, inclusiva e coesa. Nel prossimo numero di JM andremo alla scoperta di questi nuovi orizzonti. Nel frattempo su questo numero continuiamo a goderci le meraviglie di un circo contemporaneo live che, a tutte le latitudini, vive una incredibile e infinita stagione di autenticità.

Adolfo Rossomando direttore editoriale Juggling Magazine

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Con il sostegno di

UP FESTIVAL

21/03 – 01/04 BRUXELLES (BELGIO) upupup.be/festival

UP festival, evento biennale diffuso nella città di Bruxelles, ha registrato quest’anno numeri da record: 12 giorni di programmazione, 15 luoghi di spettacolo, 28 spettacoli, 63 repliche, 150 artisti, 12.500 spettatori, 300 professionisti, tra cui 140 programmatori provenienti da 21 paesi, 30 presentazioni di progetti/creazioni. Il suo cuore pulsante è stata la nuova sede di UP – Circus & Performing Arts, nel quartiere di Molenbeek, una delle 19 municipalità della regione di Bruxelles. Ne approfittiamo per chiedere ad una vulcanica Catherine Magis, fondatrice e direttrice artistica di UP – Circus & Performing Arts, di presentarci la nuova struttura che ha accolto questa edizione del festival e il lungo percorso fatto per arrivarci.

intervista a Catherine Magis direzione artistica

Quando nel 1995 sono rientrata a Bruxelles da Montreal ero impegnata nel teatro fisico e avevo bisogno di un posto per allenarmi e fare ricerca, formazione. Ma la gente mi diceva che ero pazza, che non era possibile gestire un posto dove si fa- cesse in formazione,contemporanea allenamento, creazione, distribuzione e programmazione. Coscien- te di condividere questa esigenza con molti altri artisti mi misi alla ricerca di una struttura. Il Circo non era allora riconosciuto in Belgio ed era difficile coinvolge- re le istituzioni in un progetto del genere. Così agli inizi abbiamo dovuto autofinanziarci e trovarci una sede. Vengo da una famiglia numerosa, con 5 fratelli e una sorella, tutti coinvolti in progetti di volontariato, di cittadinanza attiva, e in quegli anni il loro supporto è stato fondamentale. La nostra prima sede fu l'Ancient Glaciere di Saint Gilles, una struttura enorme, e siccome la mia compagnia si chiamava Cie Catastrophe, no- minai il posto Espace Catastrophe. Il primo anno utilizzammo 2 stanze da 250 mq, ma c'era tanto spazio ancora nella struttura e non ci volle molto per occupare in pochi anni 1500 mq. Inol- tre la struttura aveva al suo interno un grande cortile, uno spazio prezioso per l’organizzazione di festival ed eventi.

La stampa si rivelò molto interessata fin dall'inizio al nostro progetto. Il circo contemporaneo era una novità allora, ed io facevo attenzione ad invitare sempre i giornalisti ai nostri eventi. Tutto crebbe velocemente negli anni successivi: i progetti, le iniziative, così come il nostro festival, lo spazio che utilizzavamo e attrezzavamo all’in-

terno della struttura. Col tempo abbiamo co- minciato a cercare una sede più grande. Men- tre eravamo impegnati in progettazioni euro- pee per la rivitalizzazione delle aree urbane abbiamo trovato una sponda con il quartiere di Koekelberg, nella zona nord di Bruxelles. L’architetto che aveva realizzato gli spazi di Circa ad Auch, in Francia, progettò per noi un nuovo centro da costruire nel quartiere. Tutto sembrava fantastico, avremmo final- mente lavorato in una struttura costruita se- condo le nostre esigenze. Abbiamo lavorato per 8 anni alla realizzazione di questo ambi- zioso progetto, dal 2012 al 2019, ed avevamo già calendarizzato le fasi di costruzione. Sfor- tunatamente all’indomani delle elezioni muni- cipali del 2019 il nuovo sindaco della Munici- palità di Koekelberg decise di cancellare com- pletamente il progetto. Fu un brutto colpo. Eravamo davvero distrutti.

Ma ho la “testa dura” e con tutto lo staff ci siamo rimboccati le maniche. Avevamo già dimostrato la nostra capacità di organizzare eventi su larga scala, come nel 2018, il seminario internazionale FRESH CIRCUS, in collaborazione con Circostrada. La Regione di

PROGETTOQUINTAPARETE.IT
Permit Oh Permit Side-Show ph Sarah Vanheuverzwijn Natalie Reckert & Mark Morreau Nathalie Inside Out ph Gilles Spoo FOCUS PRO ph Catherine Magis

Bruxelles, ascoltando le nostre richieste e proposte, ci mostrò diversi posti dove avremmo po tuto trasferirci all'interno di Mo lenbeek, un quartiere in pieno sviluppo, servito molto bene dai trasporti pubblici e molto vicino alla Gare du Midi, che accoglie treni provenienti da tutta Euro pa. Siamo così entrati nel 2021 in un edificio che era il quartier generale della ditta Delhaize, in ventori alla fine del 19imo seco lo del concept di negozi che ven dono alimentari e casalinghi, da cui poi sarebbero nati i moderni supermercati. Un edificio molto grande, con un ampio piazzale, per un’area com- plessiva di ben 6.700 mq.

Inaugurammo la nuova sede a settembre 2021, rinominandola "UP - Circus & Performing Arts" e ridefinendo il nostro progetto per gli anni a venire attorno a più ambiti di lavoro, uniti e complementari: la programmazione stagionale degli spettacoli e durante il nostro festival, le residenze, la formazione degli artisti, trasmissione & mediazione, nonché la strutturazione del settore professionale. Lo sviluppo del nuovo “UP” ha comportato importanti cambiamenti per il team, in termini di struttura, programmazione, logistica e squadra tecnica, così come in termini di funzionamento, gestione e manutenzione delle infrastrutture, implementazione e sviluppo di progetti. Il team ha lavorato sulla nuova sede basandosi su 7 linee guida: Ottimizzare gli spazi così come sono/erano; Limitare interventi strutturali pesanti o costosi; Recuperare, ordinare, riciclare, donare; Assumere tecnici in un momento in cui le opportunità di lavoro erano quasi inesistenti; Collaborare con le imprese dell'economia sociale; Organizzare una “libreria” di attrezzi per oggetti inutilizzati; Progettare attrezzature che possano essere facilmente smontate/rimontate/riciclate.

Il nuovo luogo è aperto a tutto il pubblico, appassionato di circo e non, attraverso una serie di progetti comunitari/collaborativi che verranno implementati nei prossimi mesi/anni: bar/ristorante, coworking, luogo

civiche. L'Esplanade consente inoltre l'acco- glienza degli chapiteau ed è il banco di prova delle espressioni artistiche negli spazi pub- blici: tecniche di circo all'aperto, arti di stra- da, arti urbane, parkour, slackline, skatebo- ard, danza verticale. Disponiamo di spazi condivisi con progetti resi- denti e ovviamente,rimaniamo, un luogo di scambio at torno alle pratiche e alle forme artistiche correlate: arti urbane, arti digitali, multimedia lità, nuova magia, tea tro, danza, ecc.

Per quanto riguarda le au torità di Molenbeek, il no stro arrivo nel quartiere è stato accolto con entusia smo. Il nostro team, quel li di Citydev e della Regio ne lavorano in buona si nergia con i diversi servizi comunali: Urbanistica, La vori Pubblici, Cultura, Coesione Sociale ed altri Dipartimenti.

La sfida era importante: investire in pochi mesi in un edificio di 3.000 mq per renderlo un luogo attrezza to al 100% per il lavoro cir cense, la formazione, la creazione, la ri- cerca, la produzione, le prove, gli spetta- coli, la trasmissione, l'incontro, la costru- zione, il magazzino e dando anche, ovviamente, il benvenuto al pub- blico. Una sfida resa possibile gra- zie all'esperienza acquisita dal no- stro team durante lo sviluppo del progetto di costruzione a Koekel- berg. Proviamo oggi un certo or- goglio, anche se siamo molto esausti dopo questi primi mesi di grandi attività, che si sono succe- dute a ritmi molto sostenuti in una struttura che "funziona abbastan- za bene."

Oggi siamo riconosciuti e sovvenzionati come “Scenic Center” e siamo il partner principale delle creazioni circensi nel Belgio francofo- no. UP ha sede nella City, nel cuore di Bruxelles, nella Regione della Capitale. Cro- cevia di arti, crocevia di cul- ture, crocevia di nazionalità (a Bruxelles convivono 180 nazionalità e si parlano 100 lingue). Siamo un riflesso della città, dove diversità e multiculturalità si interse- cano; è il terreno fertile per gli incontri artistici di oggi e di domani. Spesso parago- nato ad un alveare, che vive, cresce, si evolve e si trasforma, ascoltando sempre la vivacità di uno dei settori più creativi del mo- mento.

UP – Circus & Performing Arts è l’immagine di ciò che abbiamo sognato per tanti anni, spingendo i pensieri e le proposte il più lontano possibile. La nostra esperienza di quasi 30 anni di lavoro sul campo, al centro della creazione, al fianco degli artisti, unita alla nostra conoscenza in termini di progetti architettonici, ci permette oggi di proporre/sviluppare un Centro Scenico “completo”, al servizio di un settore artistico calato in una dimensione sociale, aperta al mondo e agli altri; abbastanza per creare, speriamo, nuovi SPEC’ACTOR.TRICE.S pazzi per il circo quanto noi!

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PSS PSS Baccalà Clown ph Pierre Colletti
UBA, Smart Cie ph Philippe Theunissen Reclaim, Théatre d’un Jour ph Christophe Raynaud de Lage

LES FILLES DU RENARD

intervista di A.R.

a Johanne Humblet direttrice artistica foto di Kalimba

Pratico il filo dall'età di 8 anni e, ad esclusione dell’acrobatica, non ho praticato altre discipline circensi. Ho scelto direttamente il filo, fre- quentando l'Accademia Fratellini per la mia formazione professiona- le e, poco più di 10 anni fa, ho deciso di fare del funambolismo la mia professione.

Quando ho lasciato la Fratellini, la mia prima creazione è stata la più bella... mio figlio. Ho iniziato la mia carriera diventando mamma. Al- l'inizio davo molte lezioni e scrivevo il progetto didattico per la pratica amatoriale della Fratellini. Ho lavo rato per molte compa gnie, per di- versi anni, come interpre- te filferrista.

Poi ho deciso di diventare un fu- nambolo e ho la- vorato molto per padroneggiare l'equilibrio con il bi- lanciere.

Mi piacciono le grandi altezze e una volta provato il bi lanciere tra le mani, ho subito visto la moltitudine di possibi lità che mi si aprivano. Ci sono ancora tante cose da immaginare ed esplorare a grandi al tezze, e questo mi dona moltissima ispirazione. Mi sento così libera quando sono sul filo. È una sensa- zione che non riesco a trovare da nessun'altra parte. Questo lavoro è la mia passione, è come una droga. Mi piace creare. Ne ho bisogno.

I PROGETTI ARTISTICI

Dopo varie esperienze all'interno di nu- merose compagnie ho deciso di costituire la mia compagnia per non sentirmi più li- mitata e poter creare in libertà. Nasce così nell’agosto 2016 la Compagnie Les filles du renard pâle Difendo i miei pro- getti artistici. Oggi ho una mia identità artistica che si sviluppa solo grazie agli incontri e alle esperienze che faccio. Abbiamo diversi all'internoprogetti della compagnia, sia indoor sia outdoor su larga scala.

Gradualmente mi sto anche muovendo verso la trasmissione.

Condivido la mia esperienza per formare persone che saranno in grado di andare in scena, ma anche per sostenere una giova- ne compagnia di artisti in uscita dal CNAC. Tutti i miei spettacoli sono eseguiti con musica originale dal vivo. Questo è molto importante per me. Nella mia scrittura, combino circo e drammaturgia musicale per dare allo spettacolo tutta l'intensità che desidero. Il suono di Révolte per esempio è stato elaborato per garantire la

diffusione nello spazio. È un po' come il cinema, solo che è live al 100%!

In questi ultimi anni mi sono dedicata alla realizzazione del trittico Résiste / Respire / Révolte ou tentatives de l’échec. C'è un filo rosso di pensieri che attraversa e collega le 3 opere, ma non è necessario vedere tutto per afferrarlo; inoltre le parti possono essere viste anche in ordine sparso.

Résiste. Creazione 2019. Pezzo per filo molle, musica viscerale, tecnico impegnato, funambolo scosso. Résiste parla di resistenza individuale. Quando tutto crolla intorno a noi, come possiamo reagire restando dritti, senza cadere, come adattarci costantemente a ciò che ci accade per continuare ad andare avanti. Le due artiste si influenzano a vicenda, ma alla fine si ritrovano sole ad affrontare le proprie difficoltà. La fine dell’opera avvia una relazione che apre alla possibilità di non essere più soli.

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lesfillesdurenardpale.com PÂLE
RESISTE RESPIRE

Respire. Creazione 2021. Un funambolo ad alta quota con note rock e punk. Respire mette in scena gli attraversamenti sul filo a grandi altezze. Per me è sinonimo di libertà. Lascio la mantella e la gonna sul filo per esprimere l'eliminazione del superfluo. Una traversata alla ricerca di se stessa che delinea il percorso per rivendicare pienamente la donna che sono.

Révolte ou tentatives de l’échec Creazione 2023. Scrittura per cinque artisti sul palco. Rivolta come urgenza di vivere, di sentirsi vivi. In Révolte si parte dall'individuo per arrivare al collettivo. La definizione di rivolta parla di un bisogno di agire, di un bisogno di azione. Lo spettacolo parla del percorso di rivolta, del sistema di coalizione. Come fidarsi l'una dell'altra, come essere d'accordo, fidarsi, se una si lascia andare l'altra cade, il confronto... Per ritrovarsi insieme alla fine dello spettacolo. È finalmente alla fine dello spettacolo che la rivolta può avere inizio.

LE RAGAZZE DELLA VOLPE

PALLIDA

Abbiamo scelto questo nome con la mia amica Virginie Fremaux, che realizza tutta la grafica per la com-

sti circensi, musicisti, responsabili del suono e delle luci sul palco, tecnici dei lavori su fune, amministratore, responsabile della logistica, responsabile diffusione, ufficio contabilità, addetti stampa, regista video, fotografo, illustratori, impaginatori editoriali, costruttori, ingegneri, costumisti, ufficio associativo, calzolaio… E la lista resta aperta!

pagnia. Volevamo un nome che ci rappresentasse, nell'immaginario, che portasse alla creatività, che fosse selvaggio e femminile. Questo nome ci rappresenta bene! Ci sono molte compagnie di circo femminili e non ci si dovrebbe più nemmeno chiedere la ragione della loro esistenza. Perché dobbiamo sempre difenderci e dimostrare la nostra le gittimità? Sono una donna, sì! Faccio il circo, sì! Ho costruito la mia compagnia grazie al su dore della fronte e ad anni di duro lavoro, sì! Oggi devi solo essere una donna e fare il circo!

Sono felice di poter realizza re le mie creazioni che rap presentano le mie lotte, le mie idee, i miei valori. Espri mono messaggi sull'assun zione di rischi, sul supera mento dei limiti, sulla so rellanza e sull'essere più forti insieme. La nostra specificità risie de proprio in questo lavo ro sull’assunzione del ri schio. Superiamo co stantemente noi stesse. Mi piace creare, innova re, ricercare nuovi ma teriali nel circo e altro ve. Per questo mi cir condo di un team soli do senza il quale nulla di tutto ciò sarebbe possibile! Un team composito che comprende una moltitudine di persone con diverse professioni: arti-

La compagnia Les fills du renard pâle è stata fondata il 14 agosto 2016 a Châlons-en-Cham- pagne. I progetti artistici di Les filles du renard pâle riguardano il superamento di se stessi, la ricerca dei limiti e il loro superamento, il tutto in un tenace desiderio di condivisione artistica, incontri e scambi. Tutti i progetti della Compa- gnia sono accompagnati da musica dal vivo. Jo- hanne Humblet, fondatrice e direttrice artistica della compagnia, ha debuttato alla Scuola del Circo di Bruxelles, passando per Espace Cata- strophe e nel 2003 ha cominciato la sua for- mazione professionale all'Accademia Fratellini. Attratta dalla grande altezza, Johanne prima di fondare la sua compagnia è stata in scena al- l’interno di molte creazioni e compagnie, tra cui Sodade (Cirque Rouages), Soritat (Cie Timshel), La Quincaillerie Lamoureux (Cie Max et Maurice), Les Cabanons (Buren Cirque), London 2012 (con Cie Les Colporteurs, Kom- plex CirqueKapharnaüm, Bijou). Sullo schermo, tra gli altri, è apparsa nel corto-metraggio Les acrobatiques – , di Catherine Cabrol, e nel film

L’affaire Farewell, di Christian Cario. Nel 2021, Johanne diventa artista associata al Bonlieu Scene Nationale di Annecy e al PALC Pole National Cirque du Grand Est.

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REVOLTE

INTER-MAGAZINE CIRCUS FESTIVAL

Caro pubblico, presentiamo con orgoglio la prima edizione di IMAC. Unico nel suo design, IMAC riunisce 5 riviste internazionali di circo, 8 spettacoli e 8 studenti del MA Arts du spectacle dell'Université Libre de Bruxelles. Vi invito a sedervi e a lasciarvi trasportare dai pensieri dei nostri autori. Consenso, critiche, domande: tutto è benvenuto!

Un ringraziamento speciale a UP – Circus & Performing Arts e al network INCAm, per aver reso possibile questo festival.

Cordiali saluti, Franziska Trapp.

LIVING VINTAGE QUANDO

LA MATERIA

VIENE MESSA ALLA PROVA

Tra poche ore gli spettacoli si susseguiranno fino a tarda sera. Gli artisti presenti sul posto si stanno quindi preparando di conseguenza. All'interno del gruppo a cui appartengo, ci sforziamo, nel miglior modo possibile, di coltivare una prospettiva analitica. "Tu prendi appunti per il prossimo spettacolo?», ci chiediamo tra di noi. Dall’esterno è facile notarci. Siamo gli unici che palesemente non stanno lavorando in questo momento. Senza dubbio stasera non parteciperemo a nessuno spettacolo. Dipendenti? No. Troppo disinvolti. Giornalisti allora? Nessuno dei due. Troppi. Sarebbero troppi soldi da sborsare per la redazione. La risposta corretta: studenti di arti dello spettacolo.

La performance Living della compagnia Be Flat a cui assisteremo non si svolge in una sala per spettacoli o sotto un tendone, ma in un negozio di antiquariato. Questo è vivere il vintage. Una volta lì, nulla suggerisce che tra pochi istanti avrà luogo uno spettacolo circense.

E però. Un dettaglio disturba ancora il paesaggio. Un uomo seduto vicino all'ingresso tiene in equilibrio sulla testa un enorme vaso. "Benvenuti! Per favore date un'occhiata!", ci dice. Andiamo avanti come se nulla fosse successo. Dopo alcuni minuti di girovagare per il negozio, il pubblico viene richiamato in prossimità di una rampa coperta da un tappeto. In cima alla pendenza c’è una donna, armata di sci ai piedi. Determinata, parte subito. Gli applausi scoppiano come se i Red Devils avessero appena segnato un gol. Non appena abbiamo finito, siamo invitati a spostarci nella sala succes-

Questo QR code vi condurrà nelle differenti location mediatiche del festival IMAC!

siva. Letti, materassi e decorazioni per la camera da letto sono sotto i riflettori. “BOUH”. All'improvviso, uscendo da un armadio, un artista circense si diverte molto a spaventare uno spettatore. Ora che gli dedichiamo la nostra attenzione fa una serie di acrobazie spostandosi di letto in letto. In questo momento, tra il pubblico compaiono alcune smorfie. Il colpevole: i movimenti traballanti dell'acrobata. A parte le esclamazioni di stupore, nessuno dice nulla. Ma certi sguardi tradiscono la stessa preoccupazione. "Romperà questo materasso saltando così forte." “Lascerà cadere qualcosa fluttuando in aria?". Anche noi studenti di arti dello spettacolo siamo in tensione. Ma per quanto riguarda il concetto di estetica del rischio: lo conosciamo. Siamo consapevoli che in realtà ogni acrobazia viene ripetuta più e più volte, in modo che il rischio sia minimizzato. Ma questa volta l’ambiente inganna tutti. Ogni passo e gesto del pubblico è attentamente calcolato, in modo da non provocare la caduta di mobili fragili. Tuttavia gli artisti che si esibiscono sono totalmente contrari a questa dinamica. Ci giocano perfino, con i loro gesti goffi. E ci crediamo tutti.

Ora passiamo alla stanza successiva. L’estetica del rischio continua ad essere spinta oltre i limiti. Un artista circense si arrampica sull'altro e si ritrova in vertica-

Living Be Flat

le, con i piedi in alto. Usa le spalle del suo partner come supporto per le mani, il tutto in mezzo a oggetti fragili. I due sfiorano alcuni scaffali, traballano qua e là prima di finire vicino a un muro. L’agile, sempre in equilibrio verticale, appoggia i piedi contro il muro, in modo da rimanere a testa in giù. In questo momento l'attenzione di metà pubblico si concentra sul proprietario del locale, che ha assistito anche lui allo spettacolo dall'inizio, per verificare che tutto sia sotto controllo. Rimane impassibile. È calmo o non vuole mostrare preoccupazione? Impossibile indovinare. Il duo continua il numero. “120 € a scaffale, qualcuno è interessato?" urla l'uomo sospeso in aria. "Nessuno? Beh forse questo vaso per 80 € allora?". Inizia allora un giro della stanza, determinato a continuare l’asta. Ammirazione, risate e preoccupazione si mescolano nella stanza. Quando l'agile ritorna finalmente a terra, questo segna la fine dello spettacolo. Gli applausi si diffondono per tutta la sala. È così che, per la prima volta, assistiamo a un'estetica del rischio che non si concentra sugli artisti, ma sugli oggetti che li circondano. La nostra preoccupazione non riguardava l’uomo, ma gli oggetti. Questo spettacolo, che sembra un intrattenimento innocente, non rivela forse le nostre attenzioni troppo pronunciate per il consumismo?

foto di Louis Hautier
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SIC Gli equilibrismi dell’arte

Quello che si è chiamato Nuovo Circo è certamente l’ambito in cui si è andato consolidando il nostro nome, ma l’esperienza di cui sono portatori Fabiana Ruiz Diaz e Giacomo Costantini, direttori artistici del SIC e di Circo El Grito, è fortemente radicata nella tradizione. Erede diretto di quel teatro girovago fatto di s昀da all’equilibrio, 昀asco clownesco e fascino del tendone, piuttosto che tradire, El Grito prova a tradurre la tradizione per farle superare il 昀ume insidioso della solitudine che sembra avere la meglio in questo nostro tempo dicile. Quello stare insieme indispensabile al circo e a tutte le arti sceniche. Confrontandoci con il teatro, la danza, la musica, in questi anni non abbiamo fatto altro che rinnovare un patto antico. Un patto che ci attribuisce il compito di tradurre quelle arti nel linguaggio semplice e popolare di una pista: di quel cerchio che tiene insieme alto e basso, volo e torta in faccia.

Allo sguardo dell’altro su di un treno o di un autobus, alla possibilità che inneschi un dialogo presente, opponiamo teste chine sui monitor, inseguendo connessioni che ci sconnettono dal presente e dagli altri. Così, tenere seduta e in ascolto una platea, sembra impossibile. Perseguire un teatro necessario richiede un lavoro di ricerca costante. Coltivare la tradizione circense, esige una forte spinta innovativa. Sarebbe stupido negare le criticità che comporta il titolo di Centro Nazionale. Nell’acronimo SIC/Stabile di Innovazione Circense abbiamo sintetizzato una grande ambizione: guadagnare stabilità, senza perdere spinta innovativa e nomadismo; diventare plurali senza perdere identità.

Se da una parte si sviluppano ricerche orientate verso produzioni leggere, capaci di stare in una valigia e ritrovare il rapporto con la strada, dall’altra non si rinuncia a indagare la macchina scenica del teatro, accettando la s昀da a un circuito impermeabile come quello italiano. Nasce da questo Luz de Luna, adando il sogno di un’acrobata alla cura, prima di una grande danzatrice e poi di un inventore di macchine teatrali. Viaggia speditamente su questa linea L’uomo calamita, per la soddisfazione di un ambizioso illusionista e la complicità di un letterato anonimo. E se Cronache Circensi si propone come un lavoro quasi didattico sulla natura di questa nostra arte, Un amour en coleurs punta sull’essenza del linguaggio, lasciando alla storia il ruolo della suggestione e ai rapporti fra gli artisti, il puro gioco. Il principio, guida più istintiva che progettuale, è quello degli inneschi.

Giacomo oggi indaga le potenzialità di un misterioso “veriscopio” dentro cui in昀lare le teste dei suoi spettatori, mentre Fabiana il senso del colore e la sua forza evocativa. Entrambi interessati ad alimentare il confronto con mondi vicini e linguaggi diversi. Allo chapiteau si associa un’arena destinata ad accogliere la nuova generazione di artisti, magari dopo una residenza in Agreste che, a Sambucheto (MC), si fa casa/laboratorio. A San Severino Marche, l’ospitalità della Municipalità, o昀re l’opportunità di consolidare il rapporto con una comunità all’interno di un teatro ottocentesco di rara bellezza. E le tournée tendono a consolidare rapporti, facendo delle strutture mobili, luoghi d’incontro ricor-

rente, capaci di far dialogare le proprie produzioni con quelle di artisti con cui si prospettano collaborazioni virtuose. In questa fase El Grito privilegia un approccio sistemico, che valorizzi interazioni fra soggetti, competenze, strumenti, territori, relazioni. Relazioni che, senza far crescere smisuratamente la dimensione aziendale, permettano lo sviluppo di progettualità più complesse, privilegiando le relazioni, obiettivo che anima anche il rapporto con gli altri centri nazionali. E a proposito di arte e occupazioni, manca “solo” l’anello di una committenza che, se riconosce e apprezza la nostra qualità artistica, stenta a dare il giusto valore economico al lavoro, mantenendo il settore in bilico.

L’equilibrio è assai instabile. Imparare a stare sul 昀lo resta allora decisivo. Un 昀lo utile anche a ricucire gli strappi che ci dividono in tante piccole isole. Intanto, a darci 昀ducia, quella miriade di lucette dei dispositivi che illuminano in modo funereo i volti in platea, si spengono, e quei volti li vediamo catturati da una danzatrice che vola, a ricordarci il senso e la bellezza di questa nostra impresa: un’opportunità che coltiviamo per continuare a essere Comunità.

ph Simona Alvani (sinistra) ph Giulio Paravani (destra)
Online: https://www.sic-elgrito.com 7 JUGGLINGMAGAZINENUMERO102MARZO20 24

A SAFE(R) SPACE FOR DANGER

10-12 APRILE ANVERSA (BELGIO) circus-a-safer-space-for-danger.be

di A.R.

Nel corso della loro carriera, i professionisti del circo passano da un ruolo all'altro, dagli scenari informali a quelli formali, assumendo ruoli di educatori, artisti, insegnanti, organizzatori; creare o esibirsi, insegnare o allenarsi, sia sul palco, in palestra che dietro le quinte. La vita nel circo mette continuamente in discussione i confini, piega le regole e cambia prospettive, spesso in stretta interazione con gli altri. Mentre ci si sposta tra questi mondi, come possiamo garantire un ambiente sicuro per noi e per gli altri?

Ricchissima la proposta di workshop.

Workshop sulla sicurezza fisica : Prevenzione, primo soccorso e riabilitazione per lesioni acute dei tessuti molli (Inne, Kriz e Wim); Monitoraggio della salute e del benessere degli artisti circensi (Marion Cossin, CRITAC e Janine Stubbe, Codarts); Esercizi fisici e tecniche di respirazione per migliorare la vitalità mentale (Bjorn Fierens).

Parte da questa cruciale domanda la brillante idea di organizzare una conferenza internazionale sulla sicurezza nel circo - declinata nelle sue tre macro componenti: tecnica, fisica e psicosociale - concretizzata da Circuscentrum, centro per lo sviluppo del circo fiammingo, sempre attento alle tematiche importanti per il settore del circo.

Con 146 partecipanti provenienti da 16 paesi, 3 tavole rotonde, 12 workshop e la visita del ministro-presidente fiammingo Jan Jambon, la conferenza è stata un grande successo, e viene da chiedersi come mai il settore abbia atteso così a lungo per arrivarci!

C’è da dire che la rete delle realtà di circo fiamminghe, che vede Circuscentrum rivestire un importante ruolo di facilitatore, ha avviato da qualche anno un percorso condiviso e articolato sulla sicurezza, creando le condizioni per concepire una conferenza internazionale dove far confluire competenze e contenuti in via di sviluppo a tutte le latitudini del circo.

Una veloce carrellata evidenzia la ricchezza e la varietà degli argomenti trattati, cominciando dalle due keynote di apertura, a cura di Gaia Vimercati (Queering the Leadership, critica del mito di un circo progressivo) e di Franziska Trapp (I believe I can fly, I believe she could fall, la percezione del rischio nella drammaturgia del circo contemporaneo).

Workshop sulla sicurezza psicosociale: “Flag System” – uno strumento per valutare il comportamento trasgressivo (Engagement Arts); Spazi di sicurezza mentale: riconoscere il pericolo e parlare apertamente! (Miradonna Sirkka e Amanda Homa); Creare spazi più sicuri nei festival di circo (moderatrice Valentina Barone). Workshop sulla sicurezza tecnica: Rigging creativo nel circo: Rope Design e Rigging Design come pratica artistica (Saar Rombout); Nei panni dei rigger, workshop pratico sull’allestimento delle attrezzature (Jan Naets e Noé Robert).

L’estrema cura con cui la conferenza è stata assemblata viene evidenziata da molte iniziative a corollario del programma, incluso la concomitanza della conferenza nella stessa area cittadina del MAD festival e della MAD convention. In vista della conferenza, i team organizzatori di Circuscentrum, Ell Circo D'ell Fuego e

MAD Festival, sono stati guidati dall'abile esperienza di Plan SACHA, ente che supporta gli organizzatori di eventi nello sviluppo di protocolli per rispondere a comportamenti aggressivi o intimidatori. Ne sono derivati una Carta della Sicurezza adottata da tutti i partecipanti, e le figure dei “Care Angel”, messe a disposizione perché tutti avessero qualcuno a cui rivolgersi in caso di problemi o di disagio. Nell’ampio androne della struttura che ospitava l’evento è stata allestita una Poster Gallery con postazioni dove era possibile dialogare liberamente e direttamente con rappresentanti o esperti di iniziative sulla sicurezza. Molto apprezzata anche l’iniziativa che ha visto momenti salienti della conferenza brillantemente illustrati con creatività e ottima sintesi dalle infografiche di @VisualityEU. Tra gli extra anche l’evento di disseminazione dei risultati del progetto biennale RIGGERS, curato dalla FEDEC. Infine il sito web creato per la conferenza non solo verrà aggiornato con i materiali prodotti durante la conferenza, ma accoglierà nel tempo anche altri materiali ed iniziative di rilievo sul tema della sicurezza nel circo.

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foto di Sarah Vanheuverzwijn Safety in Flanders

A Wider Space to Be Safer

QUEL BUON VENTO CHE SOFFIA DA ANVERSA

di Federico Toso

Chi segue OCA Doc, sa che tre sono le linee tematiche che caratterizzano gli articoli che condividiamo: gli sviluppi internazionali del settore, i progetti artistici di valore nei contesti sociali e la sicurezza negli spazi di lavoro. Ad aprile siamo stati ad Anversa accogliendo l'invito di Circuscentrum a partecipare alla prima conferenza internazionale sulla sicurezza nel circo, inteso in tutti gli spazi entro cui esso si esprime: allenamento, creazione, formazione, confronto e scambio.

È stata una boccata di aria fresca e necessaria. L’inizio di una presa di responsabilità, anche informativa, per un cambiamento che nasce come esigenza profonda di interrogarsi in tempo per prevenire. Di questo cambiamento facciamo parte tutti, procede per azioni sensibili, a volte si presenta per sperimentazioni ingenue, eppure sincere, ma è un processo che si è innescato parallelamente in tutto il mondo e parte dal ridefinire la nozione di sicurezza in termini molto più inclusivi.

Sicurezza è integrità fisica. Circo è farsi male, inevitabilmente, quindi circo è anche materia di prevenzione e ricerca in ambito medico. Mancano ancora strumenti omogenei di racolta di dati sanitari, relativi a infortuni, effetti diretti e indiretti, tempi di recupero e terapie, per produrre una letteratura scientifica in grado di facilitare la valutazione dei rischi e l'individuazione delle misure di prevenzione o i corretti percorsi di riabilitazione dopo un infortunio. La conferenza ha trattato alcune possibili interpretazioni e sperimentazioni in corso, ma un grosso salto di qualità sarà possibile soltanto quando attiveremo procedure omogenee e strumenti condivisi di raccolta dati, così da agevolare l'elaborazione di modelli di

previsione e intervento sempre più precisi. Materie e temi che delineano già un possibile follow-up di cooperazione transnazionale.

Sicurezza è integrità psico-emotiva

Parallelamente la sicurezza comincia ad assumere nuova risonanza di significato proprio perché supera il mero concetto di rischio fisico. La conferenza è stata in grado infatti di portare testimonianze e spunti che hanno aperto lo sguardo anche su un concetto di sicurezza che diviene piuttosto rivolto al benessere personale: della sfera mentale ed emotiva, della protezione da relazioni aggressive o trasgressive, del consenso reciproco. In questo senso i relatori hanno colto bene le considerazioni sui luoghi, introducendo urgenze che si declinano in modo diverso tanto in relazione agli spazi del circo (formativi, creativi, distributivi etc.) che alle relazioni duali del tipo maestro/allievo, regista/ artista, organizzatore/distributore in cui il disequilibrio di potere favorisce i comportamenti prevaricatori.

Sicurezza è fare rete

Anche con aspetti emozionali inattesi, la conferenza con cui si è concluso RIGGERS, il progetto internazionale promosso da FEDEC, ha restituito infine un terzo punto di vista sul tema della sicurezza. Laddove il rigger di circo applica una generica competenza tecnica in contesti con specifiche qualità di gestione del rischio molto diverse rispetto a quelli usuali di lavoro, abbiamo apprezzato che il focus non sia solo stato rivolto all’output ufficiale del progetto. È diventato così uno spunto importante la costruzione, tra rigger di formazione anche molto diversa, di uno spazio sicuro di “non giudizio”, in cui fosse possibile ascoltarsi anche nella condivisione degli errori. Errori inconfessati

che sono diventati il vero motore di confronto e crescita collettiva del percorso che ad Anversa volgeva a conclusione. Questo bisogno di uno spazio protetto di sicurezza, in cui poter parlare della fragilità del rigger e della sua paura di sbagliare, rigger da cui dipende la sicurezza delle persone del circo, è stato l'impatto emozionale più significativo di questa chiusura di progetto.

Al futuro

Conferenze così ce ne vogliono e devono transitare anche altri paesi. Far raccontare le esperienze locali e metterle in confronto con le buone pratiche internazionali, diffondere cultura della sicurezza, allargare lo spettro del territorio di rischio da tenere in considerazione.

In Italia lo spazio giusto, per questa politica di settore, è quello del Tavolo Nazionale della Sicurezza (TaNa Sicura) per il quale è giunto il momento di un salto di operatività importante. Non solo per poter accogliere e diffondere modelli e buone pratiche internazionali, ma per poter raccontare le sperimentazioni importanti che anche in Italia si stanno portando avanti. L'obiettivo è la piena consapevolezza di tutto il comparto e poter affermare la sicurezza come cultura dominante dal primo allievo di un corso amatoriale all'ultimo dei professionisti del pericolo.

Nell'immagine: workshop "In riggers’ shoes"

Photo credits: OCA Doc Online: https://www.circus-a-safer-space-fordanger.be/

DOC Servizi - Cooperativa di spettacolo 9 JUGGLINGMAGAZINENUMERO102MARZO20 24

RIGGERS

COSTRUIRE

UNA COMMUNITY INTERNAZIONALE

fedec.eu/en/riggers

di Lorenzo Albiero FEDEC, responsabile progetto RIGGERS

È un pomeriggio di ottobre del 2019 ad Auch, in Francia, durante il festival Circa. Dodici individui sono seduti in un salone, discutono tra loro. “Quella performance non rispettava le condizioni minime di sicurezza.”; “Ma aspetta, cosa intendi per condizioni minime? Chi le stabilisce?”; “Studenti e studentesse non

possono assumersi gli stessi rischi dei professionisti…”; “E quali regole dovrebbero rispettare? E chi dovrebbe fargliele rispettare?”

Il progetto RIGGERS - React, Invent, Get together for a Goal: Expertise in Rigging Services è nato da queste domande, e da tante altre riguardanti la sicurezza e il rigging nel circo.

Cosa sarebbe il circo senza un po’ di rischio? Ogni circense deve imparare fin da subito a gestire e controllare i rischi legati alla sua pratica artistica. Per questo, ogni scuola di circo ha almeno una persona responsabile di tutti gli aspetti legati alla sicurezza. Questa persona può avere titoli diversi (“tecnico della sicurezza”, “direttore tecnico”, per esempio), ma in ambito internazionale viene comunemente chiamata “rigger”. Le responsabilità del rigger in

una scuola sono molteplici: installazione dei punti di ancoraggio e delle attrezzature, manutenzione delle stesse e degli spazi di formazione, garanzia che le regole di sicurezza siano applicate dal personale della scuola, supporto tecnico alla creazione artistica, concezione di nuove attrezzature, trasmissione delle regole di base e di buone pratiche agli studenti, che le useranno poi per tutta la loro carriera.

Quel giorno del 2019 ad Auch, la FEDEC ha organizzato una riunione informale dedicata ai rigger, dove un piccolo gruppo ha raccontato che, a scuola come nel mondo professionale, il lavoro di questi professionisti rimane spesso

invisibile, fino a quando non si verifica un incidente. In molte scuole i rigger si sentono spesso isolati, con un pesante fardello di responsabilità sulle spalle. Per di più, a livello internazionale non esistono standard di sicurezza comuni per l’installazione e l’allestimento di attrezzature e spazi, e solo pochi paesi hanno un quadro legislativo dedicato. Questo accade nonostante studenti, insegnanti e professionisti si spostino sempre più da un paese all'altro: secondo lo studio sui membri FEDEC del 2020, in Europa quasi la metà degli studenti delle scuole di circo proviene dall'estero. Infine, in molti paesi le scuole faticano a trovare persone competenti per il mestiere, poiché non esiste un accordo su quali debbano essere le responsabilità e le competenze richieste.

Il progetto RIGGERS è un primo passo per provare a rispondere a questi bisogni, e nasce con l’obiettivo di porre in contatto tra loro i rigger delle scuole di circo, mettendo a disposizione spazi e tempi per creare una comunità che getti le basi per la professionalizzazione del settore.

Il progetto è stato finanziato dal programma Erasmus+ della Commissione Europea, e gestito da Stockholm University of

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RIGGERS Slack
ph FEDEC Ecole Nationale de Cirque
FED-Talks

the Arts (SKH, Svezia) in collaborazione con la FEDEC – International Network for Professional Circus Education (FEDEC, Belgio). Iniziato nel gennaio 2022, e durato due anni e mezzo, ha permesso a circa 20 rigger di 10 scuole diverse di partecipare a più di 20 eventi di formazione, studio e scambio sul tema della sicurezza, sia in presenza che online. RIGGERS ha inoltre collaborato con diversi festival e centri nazionali per la diffusione dei suoi risultati.

RIGGERS prevedeva tre risultati concreti:

1 I FED-Talks: una serie di video tutorial nei quali i partecipanti al progetto condividono buone pratiche in materia di sicurezza e rigging. “Come va ispezionato il proprio attrezzo ad ogni utilizzo por poterlo usare in sicurezza?“ troverete la risposta a questa e ad altre domande sul sito della FEDEC.

2 Un’area di lavoro dedicata su Slack, un’app di messaggistica gratuita che permette di organizzare le conversazioni per “canali”, dedicati ognuno a un tema specifico. L’area di lavoro RIGGERS su Slack ha permesso alla comunità di espandersi, accogliendo sia informazioni di base e aggiornamenti sul progetto, sia discussioni tecniche tra rigger. Chiunque sia interessato, può avere accesso all’area di lavoro cliccando sul link nella pagina web dedicata sul sito della FEDEC.

Ma i risultati intangibili e inaspettati sono stati molti di più. Il progetto ha creato legami duraturi tra i rigger, dando vita a collaborazioni e sinergie tra scuole. C’è chi ha ricevuto consulenze specifiche per la realizzazione di punti d’ancoraggio in un nuovo edificio, chi ha potuto assumere nuovi rigger, e c’è chi ha semplicemente ricevuto buoni consigli su dove acquistare un sistema di sgancio a tre anelli.

Tra i suoi effetti secondari, il progetto ha contribuito anche a portare la sicurezza al centro dell’agenda del settore. Non a caso, il progetto si è chiuso lo scorso aprile ad Anversa, alla conferenza internazionale “Circus, a safe(r) space for danger”, dove i rigger del progetto hanno potuto riunirsi, partecipare a workshop, e soprattutto raccontare a un pubblico appassionato due anni e mezzo di incontri e scambi. Quello che i rigger hanno raccontato è che il risultato più importante del progetto RIGGERS è stata senza dubbio la creazione di una comunità internazionale. Una comunità che è una rete di sicurezza per rigger esperti e alle prime armi, uno spazio dove condividere saperi e pratiche, porre domande, cercare supporto, lanciare nuove iniziative.

3 Una ricerca sul mestiere del rigger nelle scuole di circo. Un primo tentativo di mappare il settore degli specialisti che si occupano di tutti gli aspetti legati alla sicurezza e al rigging. Pubblicata nell’aprile 2023 e disponibile gratuitamente sul sito della FEDEC, la ricerca è una prima raccolta sistematica di dati che possano supportare interventi e azioni sul tema sicurezza.

Rafforzare e far crescere la comunità è l’obiettivo della FEDEC per i prossimi anni. A febbraio è stato presentato un nuovo progetto dedicato alla sicurezza. Se approvato, permetterà di aprire la comunità a nuove scuole, in particolare a quelle del settore giovanile, e di sviluppare una pedagogia della sicurezza circense, formando i rigger a trasmettere al meglio le loro conoscenze, e producendo nuovi FED-Talks per diffondere i risultati su ampia scala.

RIGGERS

Capofila: Stockholm University of the Arts (Svezia)

Partner: FEDEC – International Network for Professional Circus Education(Belgio), AFUK (Danimarca), Codarts (Paesi Bassi), Cirko Vertigo (Italia), Studio Folie (Estonia), ENC (Canada), ESAC (Belgio), Ésacto’Lido (Francia), Fontys (Paesi Bassi), NCCA (Regno Unito), SKH (Svezia) Partner associati: Circuscentrum (Belgio), École de Cirque de Quebec (Canada), En Piste (Canada), festival Circa (Francia), festival Circolo (Paesi Bassi), Festival Mondial du Cirque du Demain (Francia), festival Sul Filo del Circo (Italia)

Programma: Erasmus+

Durata: Gennaio 2022 – Aprile 2024

Budget: 240.461,00 €

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workshop
CircActive
RIGGERS alla conferenza ph Sarah Vanheuverzwijn

MAD FESTIVAL

Il mio background non viene dal circo, ma dalla sociologia, e questo è comunque tornato utile nelle mie direzioni artistiche. Le mie prime esperienze come manager di eventi culturali sono iniziate nel cinema e poi su eventi di grande scala, per una ONG nella città di Anversa, fondata nel 1993 durante Anversa Capitale Culturale Europea. Un ottimo assessore alla cultura creò allora una struttura indipendente per organizzare ogni 2/3 anni eventi culturali in grande scala. Ho cominciato con un grande evento sul pittore barocco Antoon van Dyck, dove affiancavamo esposizioni più tradizionale a fanfare itineranti, artisti di strada, modern art. Ho organizzato molti eventi di questo genere, spesso in collaborazione con il summer event che aveva luogo in città, attraverso il quale mi sono avvicinato anche al circo contemporaneo e alle performing art. Nel 2001 realizzammo un evento enorme sulla moda, Moda/Fashion 2001 Landed/Geland e nel 2004 lanciai un winter festival, denominato Wintervuur (Fuoco Invernale). Il concept prevedeva che la gente potesse incontrarsi e conoscersi intorno ad un fuoco, con un bicchiere caldo tra le mani. Un evento conviviale, che ogni due anni cambiava quartiere della città, sempre nelle periferie, coinvolgendo la comunità che lì viveva, e coinvolgendo anche gli arti-

sti a lavorare in situ e con gli abitanti. Molte passeggiate nella natura, visite guidate, teatro itinerante, con tante performance e tanto circo.

Il Wintervuur è durato a lungo e quando è arrivata la pandemia abbiamo compreso che era arrivato il momento di proporre qualcosa di diverso. In quegli anni si stava scrivendo un nuovo decreto per il circo

SIEN VAN ACKER

E Sien Van Acker

Dopo aver perfezionato le sue abilità di funambola a Tilburg e Toulouse, Sien Van Acker interpreta in More is More una regina del dramma che canta le sue note stonate a voce alta e orgogliosa, una pop star vestita di peluche e innumerevoli cambi di costume, capace di incantare il pubblico.

nelle Fiandre. Avevo intanto conosciuto Ell Circo d'ell Fuego (ECDF), che spesso interveniva nelle nostre programmazioni. Abbiamo così pensato che potevano costruire una collaborazione più strutturata,

“Il mio stile sul filo si traduce in una qualità dinamica, disordinata, eccentrica e complessa, con l’intento di abbandonare la postura statica e tesa di un ballerino di filo teso. Cerco la connessione tra il filo teso e il teatro, alla ricerca di una percezione diversa del filo teso. Devo invece ai laboratori sul clown il mio senso di umorismo, che si fonde con un senso di vulnerabilità, sfruttando entrambi nelle mie creazioni. Mi piace vedermi come una narratrice. Durante la mia formazione professionale ad ACAPA ho avuto molte opportunità di creare ed esibirmi, per sperimentare e sbagliare, per trovare quello che voglio dire al pubblico. Ho sviluppato personaggi, usato testi, ho fatto burlesque classico. Ho provato ad uscire dalla mia zona di comfort ed esplorare. Al giorno d'oggi sto ancora cercando, e trovandomi in un clima più politico ho anche la necessità di parlare apertamente. Mi scopro come una femminista con una profonda passione per il rosa e la vulva. Posso riassumere in cinque parole il mio manifesto. Cinque pilastri che si adattano perfettamente al mio intento e alla mia visione del ruolo di un artista. "Apertura — autenticità — spirito — giocosità — responsabilità".

di Dré Demet direzione artistica foto di Nadia Denys
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ANVERSA (BELGIO) madfestival.be Chloé Moglia La Spire
11-14 APRILE,
Sien Van Acker Glorious Bodies Mad festival

unendo le forze. È nato così il MAD festival, oggi alla sua seconda edizione, a cui si affianca in parallelo la MAD convention, scegliendo come finestra temporale il periodo delle vacanze pasquali in Belgio. I giovani della convention spesso fanno workshop con artisti del festival, e a chiusura delle attività confluiscono qui al festival, e magari vedono in scena gli artisti con cui si sono allenati. Ci piace molto poter offrire questa opportunità a giovani praticanti di circo.

Per il festival abbiamo montato diversi big top, un open stage pomeridiano, spettacoli open air nel parco. Tutti gli spettacoli sotto chapiteau sono andati sold out, ma offrivamo anche spettacoli all'aperto gratuiti, affinchè tutti potessero vedere qualcosa, incontrare il circo e l'atmosfera gioiosa del village nel parco.

GLORIOUS BODIES

Volevamo che l'idea di un pizzico di follia entrasse anche nel titolo del festival e il nostro motto "circus as a state of mind" apre le porte ad una multidisciplinarietà e interdisciplinarietà che avvicina al circo anche altri performer, offrendo ad un vasto pubblico il benvenuto nell'intrigante mondo del circo.

Non cerco effetti speciali, ma spettacoli che stimolino l'interazione con la città e con il pubblico, attirare e far fermare i passanti che si incuriosiscono. Ci sono molte ragioni per cui abbiamo scelto questa parte della città. ECDF ha qui la sua sede in un grande edifi-

cio, molto ben attrezzato e organizzato. Abbiamo poi un parco dove solitamente viene molta gente, di diversa estrazione sociale, per giocare e fare picnic. È la zona infine che apparteneva ai vecchi dock, una parte molto caratteristica delle città portuali. Essere lì, circondati dalle darsene e dai canali dove ancora vive gente nelle barche, viene vissuto come un luogo identitario, un posto particolare, di quelli che in una città dove c’è tanto turismo diventa sempre più difficile trovare.

circumstances.be/productions/glorious-bodies

Glorious Bodies è uno spettacolo commovente e pieno di speranza sulla capacità dei nostri corpi, sul vedere e sull'essere visti, sul confine tra circo classico e contemporaneo. In scena sei acrobati, tra i 55 e i 67 anni, ciascuno con un passato nello sport, nel circo, nell’arte di strada, ora riuniti in questa creazione per la regia di Piet Van Dycke. Winfried Deuling, Astrid Schöne, Det Rijven, Thorsten Bohle, Paul Griffioen e Johannes Fischer, dopo una intera vita trascorsa con la passione per l’acrobatica e lo spettacolo dal vivo, dimostrano che invecchiare rimane un tabù nella nostra società e sicuramente nel mondo del circo. Le loro interviste video raccolte sul sito sono una testimonianza incredibilmente viva. Al pari degli atleti professionisti la maggior parte degli acrobati interrompe il regime di allenamento intensivo dopo una certa età. Non in questo caso! Glorious Bodies fa luce in un modo unico sul processo di invecchiamento, a cui noi tutti siamo soggetti, smantellando i cliché sulla vecchia generazione. Una performance impressionante, affascinante e divertente che mostra di cosa è effettivamente capace il corpo umano quando ad abitarlo sono persone speciali, che continuano a credere in se stessi e dare spazio alle proprie passioni. Sicuramente uno degli spettacoli più emozionanti in circolazione.

Ci sono molte cose interessanti che avvengono nel mondo del circo oggi. Vedere quest'anno affiancata al festival e alla convention anche la conferenza internazionale sulla sicurezza ci motiva a ospitare regolarmente in futuro altre conferenze. Per noi sarebbe importante per esempio lavorare sull'ecologia e l'ambiente, che in qualche modo è in linea con il tema affrontato quest'anno sulla sicurezza. Nei pressi di Anversa ci sono stabilimenti petrolchimici, e il tema dell'ambiente qui è molto sentito, così mi piacerebbe portare questi temi anche negli spettacoli che offriamo. Come festival il percorso è lungo per diventare un “enviromental friendly festival”, perchè ospitiamo anche big top che si muovono con carovane importanti, come Circus Rolando. Ma sono compagnie che amiamo, a cui il pubblico belga è affezionato, che fanno lavori incredibili e a cui non vogliamo rinunciare per il momento.

13 JUGGLINGMAGAZINENUMERO102MARZO20 24 Panorama Kino Theatre ph Jostijn Ligtvoet
Nawar Circus Ronaldo
Cie

MAD CONVENTION

12-14 APRILE, ANVERSA (BELGIO) ecdf.be

Gli anni in cui come Ell Circo D’ell Fuego (ECDF) organizzavamo la Extreme Convention (EC) è stato uno dei periodi più belli della mia vita. Ogni anno per me accadeva qualcosa di magico. Erano anni molto funky, con tanta energia, motivazione, possibilità, bellezza, e un'organizzazione che metteva le persone insieme. La nostra scuola era stata fondata ad inizio degli anni 2000, con giovani allievi talentuosi che accedevano già allora a

scuole professionali come CNAC, DOC, Montreal, oppure venivano ingaggiati dal Soleil, o ancora fondavano le proprie compagnie. Nella EC abbiamo costruito la nostra comunità, con i nostri allievi che venivano su tecnicamente forti e con tanta voglia di condividere con gli altri. Non abbiamo mai fatto corsi per le masse, ma ci dedicavamo con attenzione a quelli che mostravano maggiore attitudine. Chiedevamo sempre ai nostri allievi se avevano il

EC. Qualche volta era bello, qualche volta era pesante, e anche verso le altre organizzazioni avevamo un atteggiamento machista. Eravamo 5 giovani ragazzi e pensavamo di poter decidere tutto noi. Era forte, ma anche criticabile, così abbiamo deciso di dirottare quella energia per creare condizioni di sicurezza e stabilità, e questo ha cambiato totalmente anche la nostra organizzazione.

corpo e lo spirito giusto per farlo davvero, perché sarebbe potuto diventare la loro professione, altrimenti rischiavano solo di farsi male.

Nell'ultima

edizione del 2016 della EC abbiamo avuto 650 partecipanti e 120 trainer. Era diventata davvero enorme, e anche gli spettacoli diventavano migliori ogni anno. Avevamo una venue fantastica, l’atmosfera era incredibile, abbiamo tutti bellissimi ricordi. Eravamo molto punk ai tempi della

Avevamo tanti allievi giovanissimi da far crescere, che necessitavano di un ambiente più attento e abbiamo cominciato a stabilizzarci, anche nelle nostre vite private. Capimmo che la EC non era più la nostra identità, forse in futuro le giovani generazioni punk la riprenderanno, ma noi decidemmo di fermarci al culmine del successo e della popolarità. Fu una decisione difficile. Ci siamo presi un anno di stop per capire senza la EC cosa avrebbe partorito ECDF. Volevamo ripartire con qualcosa di piccolo. e nel 2019 abbiamo organizzato l'Acrobat Festival. La location era nel parco, vicino al fiume, con campeggio e caravan, molto gipsy, con famiglie, molto più soft e libero rispetto alla EC, con in tutto 160 persone. Fu l'occasione per noi di cementare nuovamente la nostra organizzazione, che ora conta più donne al suo interno e che ha adottato i principi della sociocrazia. Ci sono voluti 5 anni, ma i risultati sono entusiasmanti.

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foto di Ysabel Jongeneelen
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Poi nel 2019 arrivarono i tagli dei sovvenzionamenti dal Ministero della Cultura, un taglio trasversale del 40% su tutti gli eventi culturali, che ci impediva di finanziare questo tipo di eventi. Cercammo quindi un partner altro e lo trovammo nella municipalità di Anversa, ed è lì che

Il 60% degli insegnanti qui alla convention sono della ECDF e quest'anno ci sono più artisti del MAd festival che ho convinto a venire qui a dare dei workshop. Penso di portarla avanti ancora 2 anni centrata sui giovani, per poi gradualmente inserire anche un livello più professionale di masterclass.

incontrammo Dré Demet e decidemmo di unire le forze per il MAD festival e la MAD convention.

A differenza della EC, dove il programma era dedicata ad una platea internazionale di alto livello, per la MAD convention abbiamo concepito un programma che si rivolgesse a praticanti di livello medio-basso, che vivessero nelle Fiandre e in Vallonia. Volevamo che potessero sentire che questa convention gli appartiene, un posto dove potessero ritrovarsi, conoscersi, e gradualmente ora la partecipazione si sta allargando a Francia, Germania, Olanda. Quest’anno abbiamo ridotto la durata dei workshop per fare spazio ad una fascia oraria finale che ospiti gli open stage dei partecipanti. In serata invece i partecipanti vanno al MAD festival a vedere gli spettacoli. Tutti sono contenti con questa nuova formula.

La MAD convention richiede comunque un allestimento importante e tanta attrezzatura. Il tanto materiale che abbiamo approntato è per 50% nostro, perchè investiamo tanto nei materiali e nella sicurezza, il 10% viene da altre scuole scuole di circo e il resto lo abbiamo noleggiato da associazioni sportive. Il nostro prossimo obiettivo sarà offrire un compenso sempre più adeguato agli insegnanti per i workshop che offrono.

Pensiamo che come scuola siamo solidi ormai, con oltre 1000 allievi che frequentano i nostri corsi, 6 persone in ufficio e oltre 30 insegnanti. Personalmente, oltre a coordinare ECDF, sono impegnato nell’organizzazione della convention, insegno, sono anche performer, e mi occupo di partneriati con altre realtà. Ma per il futuro abbiamo anche altre idee.

Sarebbe bello poter investire risorse anche nel facilitare la creazione, la formazione, le residenze, offrire opportunità per poter intraprendere nuove carriere. Qui nelle Fiandre sono disponibili supporti governativi alle scuole, ai progetti, alle compagnie, e siamo una delle 8 scuole di circo amatoriali strutturalmente sostenute. Ci sono 4 spazi di residenza che funzionano bene, Domeloff, Mira Miro, Cirklab a Leuven e Perplex, ma sono tutti festival, e crediamo di poter dare un grande contributo anche in questa direzione.

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Il Circusstad Festival, uno dei maggiori del paese, si svolge nel centro di Rotterdam, nella grande piazza dello Schouwburgplein, la “piazza del teatro”, ristrutturata come isola pedonale nel 1996. Grazie ad una brillante politica culturale e sociale lo spazio è oggi vivacemente frequantato e ospita ben 60 eventi culturali ogni anno. Nel festival, frutto di una virtuosa collaborazione quindicennale tra quattro sog-

de Doelen, Luxor Theatre di recentissimo ammodernamento – e i più distanti Museo Marittimo e Laurenskerk. Non c'è recinzione intorno a Schouwburgplein e ogni anno circa 40.000 persone vi transitano liberamente durante il festival a prendere uno spuntino o un drink, a partecipare a un laboratorio di circo o ad acquistare i biglietti per gli spettacoli sul posto, il cui clou è stato rappresentato dal Gran Galà che si è tenuto il 4 maggio nel Luxor Theatre.

In questa atmosfera festosa e partecipata, con le istituzioni culturali e la direzione artistica molto attente ai temi sociali, non è un caso se "Il potente circo femminile" sia stato scelto come tema dell'XI edizione del festival. Come afferma il direttore artistico Menno van Dyke: “Le donne potenti hanno sempre avuto un ruolo nel circo. La forma e l’interpretazione di quel ruolo si stanno evolvendo. Molti dati raccolti mostrano che le donne sono meno rappresentate nei fe-

stival di circo contemporaneo rispetto ai colleghi uomini (fonte: 'La forza nei numeri: The 34%' su CircusTalk.com). Circusstad intende ribaltare la situazione presentando quest’anno una grande maggioranza di artiste, più della metà degli oltre cento artisti circensi, con spettacoli diretti da donne che affrontano temi femministi. Un buon esempio è Raven, del trio berlinese Still Hungry, dove le sfide della maternità moderna sono al centro di questa performance emozionante e divertente. Anche le donne di Aloft di Chicago padroneggiano in Brave Space un circo partecipato e al femminile. Oppure prendi la protagonista Diana Rodri-

pazzi chitarristi in Circ'Olé. Queste presenze hanno fornito anche l’opportunità per una buona conversazione con diverse generazioni di donne circensi sulle onde della storia, sugli sviluppi sociali e sul potente circo femminile. Una delle mattine è stata dedicata ad una talk animata da 4 protagoniste della scena: Firenza Guidi regista e direttrice di Delusional, I killed a man', Det Rijven, acrobata dei 'Glorious Bodies', Camilla Pessi clown della Compagnia Baccalà, Anika Baines allieva al IV anno della Fontys Circus and Performance Art di Tilburg.

Un'ora e mezza in cui si è discusso su cosa vuol dire lavorare come donna nel mondo del circo. La clown Camilla Pessi, ad esempio, raccontava di quando si presentava ai tecnici teatrali come rappresentante del duo Baccalà (un uomo e una donna), troppo spesso veniva ignorata e veniva ascoltata solo la sua controparte maschile. "Ma anche solo difendere le proprie capacità aiuta." Toccante anche la testimonianza della donna trans Diana Salles, con la sua performance Delusional – I killed a man, in cui ha dato forma alla sua transizione in modo sorprendente avvalendosi della regia di Firenza Guidi.”

Tra le note divertenti e provocanti del festival il pesce d’aprile organizzato dalla direzione artistica, che il 1 aprile ha sparso la voce di uno sciopero che gli artisti avrebbero indetto contro lo spettacolo Acrobot, in cui l’artista Daniel Simu divide la scena con un robot acrobatico da lui costruito e programmato, eseguendo insieme classiche e innovative figure di mano a mano. Una forma di protesta e denuncia degli artisti contro gli sviluppi della tecnologia che tagliano posti di lavoro, invece che aumentare l’occupazione. Anche questo un dibattito molto attuale, soprattutto all’alba dell’ingresso della IA, con cui si sta confrontando tutta la società civile e il mondo del lavoro. Chiaramente il geniale spettacolo di Daniel Simu è stato invece apprezzatissimo, con abbondanti passaggi anche sulle reti TV nazionali.

foto di Joke Schot
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5 ROTTERDAMMAGGIO(OLANDA) circusstad.nl/en
1 –
Acrobot art Daniel Simu ph Benedikt Loeffler
azione, creazione e formazione, il nostro mantra per il 2024!

di Martina Soragna direttrice artistica del Network

Il network delle Pagliacce festeggia quest'anno il terzo anno di vita: un triennio di progetti, cooperazione, ispirazione e...qualche fallimento, come nelle migliori famiglie!

In questo tempo di avvio e decollo del progetto tante sono state le occasioni di crescita per la nostra comunità di pagliacce che ad oggi conta 127 iscritte da tutto lo stivale (e qualcuna oltrAlpe)

La comunità si è ra昀orzata e le contaminazioni artistiche e professionali tra donne clown sono diventate una costante, anche grazie alla nascita dei gruppi territoriali che creano occasioni d'incontro nelle varie regioni, dimostrando la valenza nazionale del progetto, per quanto molte azioni ancora si concentrino su Torino dove risiede il nucleo operativo originario del progetto.

Così al teatro Furio Camillo di Roma, alla Convention Di Giocoleria (ACDC), presso il Collettivo Clown di Milano vari appuntamenti hanno coinvolto le pagliacce per condividere palco, esperienze e nuove progettualità, terreno fertile per contaminazioni artistiche nate "dal vivo" che si sono aggiunte a quelle on-line!

La comunità di donne clown sta attraversando un momento di ri昀essione e metamorfosi, in cui il network cerca di essere ricettivo e propositivo, intercettando le nuove esigenze artistiche che artist@ e compagnie manifestano e mettendo in atto proposte. Emerge un desiderio di昀uso delle donne clown italiane di confrontarsi con tematiche contemporanee e sociali, accogliendo la s昀da dei nostri tempi in cui l'artista può davvero essere

"miccia esplosiva" di cambiamento culturale e lente d'ingrandimento di una società profondamente in crisi.

In risposta a questa esigenza, il network per il 2024 ha deciso di proporre un ciclo di incontri di formazione che supportino la ricerca artistica delle pagliacce, in un'ottica di innovazione del linguaggio e di nuove drammaturgie clown, sottolineando ancora una volta la potenza della risata come accensione di cambiamento, “scrostandola” da quell'idea d'intrattenimento passivo a cui spesso è stata associata.

Uno scenario nuovo soprattutto in Italia, per cui fonte d'ispirazione sono state anche sicuramente le donne clown oltre con昀ne. Le artiste spagnole che hanno partecipato al festival delle Pagliaccce 2023 sono state grande fonte d’ispirazione! Il frutto di questa ricerca e delle nuove creazioni, vedrà i primi risultati probabilmente a partire da ottobre/novembre 2024 e nel 2025 il network ha in previsione di valorizzare e promuovere spettacoli che sperimentino nuovi linguaggi e a昀rontino tematiche contemporanee.

Anche quest’anno il percorso di formazione si divide tra incontri digitali on-line e workshop. Gli incontri on line sono dedicati al contrasto degli stereotipi di genere, incentivando la ricerca artistica verso proposte di clown donne che non rivestono ruoli sociali tradizionali, aprendo la ricerca verso una riscrittura dei ruoli delle donne clown in scena. La modalità on line permette ad un vasto pubblico di incontrare nomi di spicco del settore - ad esempio da poco abbiamo fatto una bella chiacchierata con Hilary Chaplain - ma è anche il luogo per presentare testi di settore o parlare di drammaturgia clown.

Per quanto riguarda i workshop la proposta si è ampliata, quest’anno proponiamo un laboratorio di clown con Pepa Plana aperto a tutt@ e ben tre proposte per professionist@: un workshop di creazione condotto da Colette Gomette e Hélène Gustin, che convergerà in una creazione presentata al Pagliacce Festival, che si svolgerà a Torino tra il 10 e il 13 ottobre e, uno condotto da Gardi Hutter e una proposta di formazione su comunicazione strategica, management e internazionalizzazione condotto da Annalisa Bonvicini. Per quel che riguarda invece i progetti in essere con le scuole, il network continua con i laboratori di "clown e parità di genere", rivolti ai bambini e alle bambine delle scuole primarie.

Insomma vogliamo proprio cambiare l’idea nella testa delle generazioni future: si può essere mamme e lavorare e essere mamme clown è “una cosa seria”!

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#VogliaDiConvention è stata la costante che ha accompagnato anche questa III edizione della ACDC, senza farsi condizionare dai primi giorni di cattivo tempo. Abbiamo visto un bel miscuglio di generazioni e questo fa sempre piacere. Tanti minorenni, molti giovanissimi, e una rappresentanza anche di old school, come I Giullari del Diavolo, Diego Draghi, Beppe Tenenti, la famiglia Mirabella, Valentin e altri. Una presenza importante che ci piace facilitare ai nostri eventi. In complesso abbiamo registrato un amento dei partecipanti, circa 200 in pre-registrazione e 150 alla porta, oltre a 50 di staff e 30 tra invitati e artisti. Un bel numero e abbiamo ora un “villaggio” pronto ad accoglierne anche fino a 500.

In generale ho notato un modo di vivere la convention salutare e divertito, con un buon livello agli open stage e un buon livello anche in palestra, che ha ospitato allenamento libero, ma anche i divertenti “Giocolieri senza Frontiere”, una “Fight Night”, l’immancabile “Renegade” – con un gruppo nuovo di giocolieri che si è accollato la sua organizzazione. La palestra giocolieri la vedo come un santuario, un rifugio aperto 24 ore su 24, e ci è dispiaciuto averne limitata la fruizione per organizzare gli open stage e lo spettacolo di Stefan Sing. In programma anche un Gala di maggiore profilo internazionale, presentato dalle eclettiche Martina Soragna e Silvia Leniado (cie Le Due e Un Quarto), con giocolieri del calibro di Toto, Stefan Sing e Toby Walker e tanti altri artisti, come il Duo Full House, che tutti insieme hanno reso la serata indimenticabile. Purtroppo ci siamo resi conto di non aver potuto garantire le condizioni per esibirsi al 100%. Questo ci è dispiaciuto molto e l’anno prossimo noleggeremo uno chapiteau dove possiamo creare condizioni migliori sia per gli artisti, sia per il pubblico. Lì potremo dirottare anche gli open stage, così da lasciare più aperta e fruibile la palestra.

Il programma ha ricalcato il modello “classico” delle convention così come noi le abbiamo cono-

sciute. Rispetto alle edizioni precedenti abbiamo portato a 6 giorni la durata, abbiamo programmato un intrattenimento musicale con dj prima e dopo gli spettacoli serali, che ha funzionato ottimamente. Miglioramenti ci sono stati anche nella gestione e accoglienza degli ospiti e a livello logistico (un container bagni in più, il sistema elettrico migliorato, il noleggio di gazebo, tornato provvidenziale nei giorni di pioggia!). Ci siamo dati più regole e più ferree, per definire meglio e collettivizzare l'informazione su cosa offriamo a chi viene invitato a vario titolo, in modo da dare le stesse risposte ad ogni singola domanda/richiesta. Nel rispetto di chi versa la quota di iscrizione abbiamo fatto qualche controllo in più, notando purtroppo più di qualche "furbettə". Il tema è annoso, e bisogna sempre trovare una giusta mediazione tra il garantire pari diritti e non rendere la convention un luogo di "controllo". La convention però si mantiene con i proventi delle iscrizioni e del bar. Pur offrendo un giorno in più non abbiamo aumentato la quota di iscrizione, e col tempo e con l'aumento dei partecipanti contiamo anche di ridurla. Ma il principio che tutti debbano contribuire egualmente va difeso.

Qui alla ACDC il nostro team è costituito da soli volontari e la nostra organizzazione interna è molto orizzontale. Non ci sono capi, o persone che decidono da soli, siamo divisi in gruppi (cucina, bar, infoshop e serigrafia, tecnico, smontaggio, etc.). Ogni gruppo ha uno o più coordinatori, che si coordinano tra di loro, attivi già in fase di preparazione oltre che durante l'evento. I gruppi di lavoro, già rodati negli anni, rimangono pressochè invariati alla ACDC e al Teverina Buskers, e questo permette di crescere e migliorare a un gran

ritmo. Facciamo poche riunioni collettive dello staff – oltre 25 persone - il resto accade attraverso gruppi whatsapp specifici e uno generale. Ma ci riserviamo anche riunioni collettive “emozionali“ , dove lasciamo spazio a dinamiche di team building, concentrandoci molto sull'umanità, sull'ascolto, sul prevenire il burn out, e devo dire che stanno funzionando molto bene.

È stata una bellissima convention, ma è stata dura passare attraverso lo stress, la fatica, il freddo. Due settimane di tanto lavoro, in cui non puoi fare nient'altro della tua vita. Ora digeriamo questa bellissima edizione e ci prepareremo alla prossima, sperando che le prossime elezioni amministrative a Celleno confermino una giunta che continui a sostenerci e ospitarci. Nel frattempo rinnovo l'invito a chi ha già organizzato grosse convention in Italia di unire le nostre forze e ricreare una convention italiana.

PROGETTOQUINTAPARETE.IT 18 JUGGLINGMAGAZINE. IT
ph GMphotoblique
di Simone Romanò team organizzativo
ph GMphotoblique ph AR ACDC A ‘ CONVENTION DE’ CELLENO 30 APRILE – 5 MAGGIO, CELLENO (VT) ilcircoverde.com/acdc
primi giorni recap finale

STEFAN SING

POSTMODERN JUGGLING

stefansing.com

APPROCCIO INTUITIVO

All'inizio di ogni carriera da giocoliere gli oggetti sono lì per creare schemi. Il giocoliere giocola l'oggetto. Ma più giocolo, più questa relazione inizia a sgretolarsi. I modelli/eventi esterni hanno un effetto immediato sull’interno e viceversa. La divisione tra interno ed esterno non è più valida e la giocoleria inizia a giocolare il giocoliere. La giocoleria è un luogo prima che inizi il linguaggio. Ogni possibile relazione nella giocoleria ha il suo posto per esistere e mostrarsi, ma dobbiamo essere consapevoli che la fusione (non-relazione) è una parte sostanziale di ogni relazione.

Oltre alla formazione tecnica, che significa incorporare sequenze, consolidare lanci/prese e renderle riproducibili, mi concentro molto su un approccio basato sull’improvvisazione. Questo approccio "intuitivo" è alla base di tutto il mio lavoro ed è il motivo per cui trovo ancora così interessante la giocoleria. Giocolare senza alcuna intenzione. Essere il più vuoto possibile per lasciare che la vita risplenda attraverso la giocoleria. In questo approccio intuitivo la giocoleria non è più nelle mie mani. È la vita a muovere me e i miei trick e non le intenzioni cerebrali. La mia cascata con tre palline non è mai la stessa. Posso assistere a cambiamenti nella mia giocoleria senza aver avuto l'intenzione di cambiarla.

Chiaramente quando dirigo un gruppo, come con i 7 artisti e un musicista di Critical-Mess, il lavoro si sposta su un livello più coreografico e l'improvvisazione e/o la gestione degli imprevisti diventa più difficile.

Vedo un chiaro spostamento nella mia giocoleria verso una sorta di giocoleria "molecolare". Quali sono gli elementi più piccoli della giocoleria? C'è stato un passaggio dagli schemi alle unità di lanciopresa a qualsiasi tipo di movimento il più piccolo possibile. Tutto può diventare giocoleria. Tutto è importante. Niente è più importante: distruggi la gerarchia! Più piccoli sono gli elementi, maggiore è la libertà che hai per prendere decisioni intuitive. Lo spazio intorno a me è diventato molto più una tela su cui posso dipingere, dove le palline diventano più simili a pennelli. Visto da un'altra prospettiva, le palline diventano punti e se vengono lanciate velocemente diventano una linea, oppure se più palline vengono messe in gioco creano un campo energetico.

LE INFLUENZE

Devo dire che la mia ispirazione raramente viene dal mondo della giocoleria. Sono principalmente ispirato dalla danza, dal teatro, dalle arti visive, dalla cosmologia, dalla fisica quantistica, dal mio pensiero (e da quello di altri) sulla vita. La giocoleria contemporanea è ancora una cosa nuova ed è ancora profondamente radicata in un modo antico di pensare al circo. Sono molto curioso di vedere in che modo e fino a che punto la giocoleria si trasformerà. Sto cercando di portare la danza e il teatro nella giocoleria, ma senza considerarli mondi a sé stanti. La danza è già nella giocoleria, devi solo farla emergere; ci muoviamo mentre giocoliamo e bisogna comprendere i movimenti inerenti alla giocoleria e prenderli come un trampolino di lancio per farli apparire e crescere.

palla, sono colpito dal fatto che la superficie di una palla è assolutamente antigerarchica. Non c'è punto sulla sua superficie che sia principale e divisivo verso tutti gli altri. Se fossimo una formica bidimensionale e camminassimo sulla superficie della palla, ci perderemmo nell'uniformità. Il bianco contiene tutti i colori dello spettro della luce visibile e in-

Lo stesso accade con il teatro: giocoleria, schemi, sequenze sono già significativi e metaforici. Una cascata ha un significato intrinseco diverso da una cascata inversa. Un tiro alto effettuato in silenzio può essere visto come un congelamento del tempo. La filosofia sta cercando di spiegare, o nei tempi moderni, di descrivere il mondo. La giocoleria può essere uno specchio del mondo. Se descrivi la giocoleria, descrivi il mondo.

PALLINE BIANCHE

Ho sempre visto infinite possibilità nella manipolazione delle palline, e se qualcosa è infinito non può diventare noioso. Puoi cambiare il proverbio cinese "Puoi vedere il mondo intero in una tazza di tè" in "Puoi vedere il mondo intero in una palla bianca". Come approccio più intellettuale alla forma di una

consapevolmente ho scelto questo colore poiché c'è un elemento antigerarchico nel "bianco". In sintesi per me la palla bianca è l'oggetto più astratto della giocoleria. È il perfetto portatore di significato e dà al pubblico (e all'artista) la libertà di interpretare/ proiettare ciò che è nella loro mente in quel momento.

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ph Guunter Kraammer
Entropia
Marcin Koscielny
ph

GIOCOLIERI ITALIANI

LA NUOVA GENERAZIONE

jugglingmagazine.it/i-protagonisti/conventionegiocolieri/riflessioni-di-giocolieri-italiani

Erano gli inizi degli anni 2000, anni in cui cominciavo a far girare 3 palline da tennis camminando in avanti in giro per la casa e, a i miei occhi, la giocoleria in Italia iniziava e finiva con gli utenti dello storico forum giocoleria.org. Shay, Sid, Diablista, Kasetta, Moon, e molti altri si confrontavano in discussioni di incommensurabile valore (almeno per me) riguardo a trick, siteswap, tipi diversi di clave o palline, metodi di allenamento. Parte di questa generazione di giocolieri italiani è ancora attiva nel mondo della giocoleria, esibendosi, insegnando o comunque in attività collegate al circo in generale, altri sono passati a lavori più tradizionali.

Ma da chi è composta la NUOVA generazione dei giocolieri italiani? Ne citerò alcuni basandomi sulla mia conoscenza di appassionato di giocoleria, assiduo frequentatore di convention e frequentatore occasionale di festival di circo. Essere Under 30 e italiani di nazionalità sono stati i miei filtri preliminari, assolutamente arbitrari.

Partiamo dalla top 40 juggler, la classifica fatta a fine di ogni anno da Luke Burrage, che si basa sui voti dei giocolieri da tutto il mondo. Negli ultimi 2 anni ben 3 giovani giocolieri Italiani sono entrati nella popolare chart:

Salvo Stassi (@salvothejuggler) , palermitano di 26 anni, è con pochi dubbi il miglior giocoliere tecnico italiano (tralasciando il circo classico che conosco fino a un certo punto). Scopre la giocoleria a 14 anni, quando incontra l’artista Luca Taisho, che diventerà il suo maestro e col quale si esibirà in strada per diversi anni. Le sue combinazioni di piroette, siteswap, overhead e backcross, in particolare dalle 5 alle 7 palle , sono di valore assoluto (è attualmente detentore del record del mondo di 7 palle sopra la testa).

Carlo Cerato (@carlo.cerato), classe 1995, Cunese e orgoglioso di esserlo, frequenta nell’ordine Fuma che n’duma, Flic e CNAC. Creatività, ironia, stile informale nella presentazione e tanto pensiero alla base del suo lavoro. Ispirandosi a Micheal Moschen, il suo lavoro mira a espandere i confini della disciplina, orientando la ricerca tanto alle tecniche quanto agli oggetti utilizzati. Il suo spettacolo solista llabyellov è un manifesto di tutto ciò.

Il veneziano Brian Simoncin , in classifica l’anno scorso, è salito alla ribalta della scena internazionale con il video della “IJA trick of the month” due anni fa (ma tantissimi già lo conoscevano dal suo prolifico profilo IG). 28 anni, un passato di flowerstick, a 17 anni alla convention Brianzola scopre le clave, che diventano il suo attrezzo principale. La sua è una ricerca profondissima, basata su elementi di trap, scissor roll, swing, wall plane e body throw, con 3 e 4 oggetti prevalentemente.

25 anni di Novara, Alice Lombardi (@Alice Lombardi) si appassiona alla giocoleria all’età di 9 anni, poi una breve parentesi all’Ecole Nationale de Cirue Shems’y in Marocco, in seguito anche per lei biennio alla Flic. Si fa notare l’anno scorso per il video della serie “IJA trick of the month” filmato a Montecassiano nella cui descrizione si legge “Durante i miei studi mi sono stancata di raccogliere sempre le palle, quindi mi sono messa a terra. Questo è stato l'inizio della mia ricerca personale con i piedi”. Antipodismo, body throw e armoniosa sinergia fra danza, acrobatica e giocoleria caratterizzano lo stile di Alice. Attualmente si esibisce in duo con Andrès Schlein nella compagnia Chalibares.

Per una più esaustiva gallery di giovani giocolieri italiani consultare la sezione presente su jugglingmagazine.it

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Salvo Stassi Carlo Cerato Brian Simoncini Carlo Cerato ph Andrea Macchia Salvo Stassi Brian Simobcini Alice Lombardi Alice Lombardi

Kekko (@kek_komplex) , nato a Bra nel 2002, inizia giovanissimo alla scuola di Fuma che n’duma (mi colpì un suo numero alla convention Brianzola in quel periodo), frequenta poi il biennio della Flic e adesso è alla scuola superiore CNAC in Francia. Palline verdi (gioca anche clave comunque), stile spumeggiante, dinamico ed estremamente espressivo, è uno dei giovani giocolieri più interessanti, non solo in Italia.

Torniamo in Sicilia, a Catania precisamente, dove troviamo Giorgio Maria Lagana, 28 anni, in arte Giorgioliere (@Giorgioliere), che inizia il suo percorso circense in Messico alla scuola di circo di Guadaljara nel 2014, per poi studiare teatro, tecnica di clown, danza e acrobatica. Performer a tutto tondo, riesce nel difficile compito di unire una vita di spettacolo di strada a una ricerca innovativa incentrata su clave tagliate e incastrate fra loro, creando immagini e pattern interessantissimi.

Sofia Pilloni (@sofiapilloni)

Tris di hooper adesso: Cominciamo con Greta Causin (@gretahoops_performer), 26 anni, veneziana adesso a Milano, scopre la giocoleria a 15 anni dopo un passato nella danza. Il primo approccio è con i poi, per poi dedicarsi agli hoop dopo l’ejc di Brunico nel 2015. Autodidatta, inizia con un hoop per poi spostarsi gradualmente verso il multihooping. Al Gala della convention di giocoleria di Celleno di quest’anno si è fatta notare per eleganza, pulizia nell’esecuzione ed alto livello tecnico generale.

28 anni di Castelfiorentino, ha conosciuto la giocoleria a 14 anni, ma solo da 2 ha deciso di dedicarcisi completamente. Nel suo background 13 anni di danza classica, moderna e contemporanea, assieme a workshop di giocoleria e teatro. La sua giocoleria è un riuscitissimo mix di balance e toss juggling, caratterizzato dall’uso di siteswap e body throw, di solito prerogativa dei classici attrezzi da lancio.

Ilaria Orsetti (@ilariaorsetti) di Ancona, ha conosciuto l'hula hoop 4 anni fa mentre studiava all'università. Diplomata alla Flic, frequenta poi per 1 anno il Crac de Lomme in Francia. Oggi 28 enne, nella sua giocoleria si passa agilmente da pattern più tradizionali come i Branson roll, a sorprendenti trick di balance rimbalzi e roll con 1 e 2 hoop.

In chiusura due riflessioni di carattere generale. Primo, la quasi totalità degli artisti citati si sono formati all’interno di una o più scuole di circo, in Italia e/o all’estero. Tornando col pensiero agli inizi del 2000, quando non erano ancora presenti percorsi di formazione circense paragonabili a quelli odierni e la maggior parte dei migliori giocolieri italiani era, a vari livelli, autodidatta, mi pare chiara la tendenza da parte delle nuove generazioni a preferire una formazione più strutturata e istituzionale. Il secondo dato che salta all’occhio è la grandissima varietà di stili e attrezzi presenti in questa seppur breve lista, e di nuovo riscontro una differenza rispetta a una ventina di anni fa, dove palline e clave, principalmente usate toss, la facevano da padrone. Questa tendenza riflette probabilmente l’espansione del concetto giocoleria come disciplina in generale; è comunque confortante, in un certo senso, che l’Italia sia al passo coi tempi, almeno in questo.

Sofia Pilloni Ilaria Orsetti Greta Causin Giorgio Maria Lagana Giorgioliere Greta Causin Sofia Pilloni
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Ilaria Orsetti ph Davide Garrone kekko Kekko

artistica

In barca, tra i flutti, guardo la riva mentre mi avvicino alla splendida Stresa e noto tra gli alberi invernali un’esplosione di colori: lo Chapiteau Peppino Medini si staglia sulla riva regalando allegria e spensieratezza al panorama. Le isole Borromee, silenti nella bruma invernale, sembrano nascondere misteriosi segreti su cui domina l’Unicorno Alato in cima al Palazzo Reale dell’Isola Bella. Potrebbe diventare un gioiello di Festival, penso!

Questo festival a carattere competitivo è stato ideato dal Circo Peppino Medini per il Comune di Stresa, individuando questa magica location che si popolerà di arte effimera, entrando nel cuore degli spettatori per poi svanire qualche giorno dopo al pari di un sogno.

Conoscere l’origine delle cose è importante, avere un passato permette di tracciare la dinamica di un movimento che sia esso artistico, sportivo o tecnologico. In questo caso siamo fortunati, vediamo scriversi la storia proprio alla sua origine. Qui sulle rive del Lago Maggiore nasce la prima edizione del Festival Internazionale di Circo di Stresa! Ringrazio la famiglia Medini per avermi onorato della Direzione Artistica e poter contribuire alla sua nascita. Sono sicuro che avrà un destino magico, proprio come il luogo che lo ospita. Fabrizio Medi-

FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CIRCO DI STRESA

17/18 FEBBRAIO, STRESA (VB) icfstresa.it

ni e sua moglie Dulce Alves allestiscono magnificamente un’accoglienza stilosa sulle sponde del lago, le prenotazioni esauriscono i posti disponibili dell’Hotel Primavera. Che bailamme!!, L’unicorno alato, uno dei simboli delle Isole Borromee, ci ispira e con Valeria Quatrale inventiamo il premio della kermesse: gli Unicorni d’Oro, Argento e Bronzo...

In 40 giorni abbiamo vagliato più di 200 proposte di partecipazione, sconvolgendo le nostre giornate tra video, mail, calendari e ringrazio di cuore Alex Castrechini per il sostegno e la consulenza artistica. Decido che la selezione artisti sarà fatta rispettando il Circo del giorno d’oggi tra tradizionale, neoclassico e contemporaneo. Un panorama vasto che rispetti lo stato dell’arte attuale tra artisti, interpreti, autori/creatori e performer.

La scuola di circo Chapitombolo Academy è gruppo ospite a rappresentare il volano giovanile della nuova filiera circense, Christian Medini porta in scena magistralmente un archetipo del circo classico: l’Uomo Forte ed il presentatore Christian

Seminara (MovieLand) rende stilosa e frizzante una serata ricchissima di performance filmata dalla Madò Productions! Artisti da Messico, Belgio, Polonia, Rep.Ceca, Francia, Ucraina, Italia, Moldavia, USA, Germania, Portogallo, Brasile, Irlanda, Spagna si sono presentati entusiastici ad un pubblico sbalordito dal livello della manifestazione.

Dalla Kermesse di artisti emerge una voglia incredibile di proiettarsi verso il futuro nel rispetto del passato, tra attrezzi nuovi e antichi, con giovani artisti capaci di esaltare la tradizione sperimentando nuovi linguaggi. Un’arte effimera che entra nel cuore degli spettatori per poi svanire e lasciare tutti con un dolce retrogusto nostalgico, tra colori ambrati, da lucido ricordo ormai sbiadito, ma pur sempre un sogno realizzato dal vivo in questi tempi di astrusi valori digitali.

Artisti provenienti dai quattro angoli del globo si sfidano con le loro arti per conquistare i premi messi in Palio. Requisiti per la vittoria? Passione, Tecnica, Dedizione, Artisticità, Originalità, Musicalità, Divertimento.

La giuria e il pubblico hanno potuto votare i propri beniamini che si sono esibiti per la meraviglia di tutti. Una giuria altisonante, composta da tre membri di esperienza tradizionale e tre componenti con esperienze contemporanee, siede al tavolo per l’arduo compito di dover comparare percorsi artistici differenti per identità, qualità e stili, ma ugualmente entusiastici per freschezza e ardore.

Così trascorrevano le ultime ore precedenti al Festival, tra pensieri, ipotesi, sogni e prospettive future. A tre mesi dalla conclusione dell’evento sono ancora vivi nella memoria gli applausi e il successo dei sold out che hanno ottenuto le repliche del Festival, la gioia del pubblico festante, i Giurati, i Direttori di circo stranieri presenti come ospiti, gli eccellenti artisti di questa prima edizione. Qualcuno ha vinto, qualcuno si è commosso, tra tutti ha trionfato il Circo, il più Grande Spettacolo del Mondo, capace di sostenere le proprie radici e rinnovarsi sempre!

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foto di Valerio Iglio Davide Medini Sophia Tepla Morgan & Roxi

TRAC FESTIVAL

TEATRO RICERCA

ARTE CIRCO

SOTTO CHAPITEAU

17 DIC 2023 / 17 FEB 2024

LA SPEZIA

teatrocivico.it/trac_festival

Questo inverno alla Spezia è nato un festival dedicato all’esplorazione di nuovi linguaggi espressivi attraverso il teatro di ricerca e il circo contemporaneo. La rassegna, promossa dal Comune della Spezia, è stata realizzata grazie alla collaborazione tra Teatro Civico della Spezia e Artificio23 (una realtà con oltre 20 anni di attività, tra cui eventi come Andersen Festival ‘98-’19 e ARIA Festival Cinque Terre/Porto Venere/isola Palmaria).

L’idea è nata in una sera d’estate, quando con il Sindaco del Comune della Spezia Pierluigi Peracchini ci siamo ritrovati a parlare del desiderio di creare sul territorio un polo vitale che potesse essere contenitore e generatore di proposte per esplorare nuovi linguaggi espressivi solitamente meno accessibili e conosciuti al pubblico. Da lì il coinvolgimento di Alessandro Maggi, direttore del Teatro Civico della Spezia, per iniziare a dare forma al progetto con contenuti e modalità operative.

La volontà condivisa era quella di dare forma a un luogo fisico per la fruizione del circo contemporaneo e del teatro di ricerca, attraverso spettacoli innovativi e popolari di prestigiose compagnie internazionali, affiancati da un ciclo di apprendimento articolato che potesse coinvolgere amatori, curiosi e addetti ai lavori. Una tipologia di proposta tra le più diffuse nel circuito internazionale dei festival, che mescola le carte per contenuti e modalità. Altra caratteristica di TRAC è quella di svolgersi nel bellissimo chapiteau messo a disposizione dalla Compagnia Teatro nelle Foglie, immerso per l’occasione nei giardini storici della Città in prossimità del lungomare del Golfo dei Poeti, capace di sorprendere e di creare relazioni magiche tra pubblico e artisti. Ad aggiungere magia al Festival, l’atmosfera suggestiva delle festività natalizie in cui si dispiega TRAC fin dai suoi primi appuntamenti, tutti accolti con calore e gioia.

Alla sua 1^ edizione TRAC Festival ha riunito oltre 3.000 spettatori, offrendo 35 appun-

tamenti in due mesi di spettacoli e workshop. Il programma, con 20 repliche di cui 13 da tutto esaurito, si è articolato in una sezione dedicata al teatro di ricerca a cura del direttore del Teatro Civico della Spezia Alessandro Maggi - che ha visto protagonisti Enrico Bonavera, Roberto Anglisani, Jacob Olesen, Unterwasser Theater Company e Sonics - e una sezione di circo contemporaneo a cura di Leonardo Pischedda di Artificio23, con Les Rois Vagabonds (FR), Magik Fabrik (FR), Cirque de la Guirlande (FR), Circ Pistolet (CA) e la scuola di circo spezzina Circo Galleggiante.

TRAC Festival è stato anche workshop e formazione. Un' offerta formativa rivolta a operatori ma anche amatori, appassionati e curiosi, articolata in 15 giornate tra laboratori, workshop e incontri di formazione negli ambiti del teatro, circo e danza, realizzato in collaborazione con Chiara Martini di Circo Galleggiante. Un ventaglio di discipline fondamento di ogni percorso di formazione per le arti performative: l’arte del clown con Philip Radice, commedia dell’arte con Enrico Bonavera, mano a mano con Cirque de la Guirlande, giocoleria con Tommaso Negri, acrodanza con Davide Bonetti, oltre agli incontri con il pubblico insieme a Les Rois Vagabonds e Magik Fabrik.

le del territorio, turisti, passanti incuriositi dallo chapiteau illuminato. Eravamo incerti rispetto alla risposta a questa 1^ edizione ambientata in una zona poco frequentata durante le serate invernali, ma la partecipazione è stata meravigliosa.

TRAC Festival è stata una bellissima novità e un evento sorprendente che intendiamo far crescere nelle sue varie anime insieme alle altre realtà coinvolte. Per dare il via a questa prima edizione abbiamo lavorato

TRAC ha fatto incontrare età e sensibilità diverse: chi conosce i progetti per luoghi fuori dall’ordinario di Artificio23, professionisti dei settori coinvolti, abbonati alla stagione del Teatro Civico, famiglie, scuo-

con energia e passione in tempi ridotti, ricevendo in cambio una risposta curiosa ed entusiasta da parte della Città. Guardando già avanti ci piacerebbe strutturare una sinergia fra TRAC Festival e AND Festival, altro progetto ideato e prodotto da Artificio23 nelle piazze della Spezia nel mese di luglio, dedicato al teatro di strada e giunto alla sua 3^ edizione. Sarebbe bello poter creare un grande filo conduttore sfaccettato che possa portare la bellezza del circo contemporaneo e del teatro di strada nel Golfo dei Poeti tutto l’anno.

PROGETTOQUINTAPARETE.IT 24 JUGGLINGMAGAZINE. IT
ph Gabriele
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Amici
Badiale
Enrico

NICE FESTIVAL CHIERI

15-21 APRILE

GRUGLIASCO (TO) blucinque.it/nice-festival2024-chieri

Il Nice Festival di Chieri, alla sua terza edizione, organizzato dal Centro nazionale di produzione blucinQue Nice, in collaborazione con Fondazione Cirko Vertigo, si inserisce all’interno di una serie di eventi a cadenza annuale di cui fanno parte anche il Nice Festival Settimo Torinese, il Festival Sul Filo del Circo di Grugliasco e il Nice Festival Moncalieri. Una programmazione articolata e diffusa sul territorio grazie anche al partenariato con i comuni di Chieri, Grugliasco, Moncalieri, Settimo Torinese. Molte le novità di questa edizione, che ha chiuso con oltre 2500 spettatori e 17 sold out, con gli spettacoli al coperto tenuti sotto lo Chapiteau Nice, che circuiterà anche nelle altre città ospitanti i Nice Festival. La programmazione artistica ha visto in pista Compagnia Duo Kaos, con Time to Loop, spettacolo tra movimento, eleganza e acrobazie in bicicletta; La Barque Acide, con lo spettacolo Tira che, utilizzando differenti tipi di corde, analizza la complessa matassa incomprensibile che è l’essere umano; Accademia Perduta / Romagna Teatri, con lo spettacolo Rime insaponate, spettacolo leggero, creato intorno all’oggetto più impalpabile, evocativo, delicato, surreale e divertente di sempre: la bolla di sapone. Sold Out anche per le 10 repliche in programma di Officina Oceanografica Sentimentale di Compagnia Samovar, spettacolo di spatole, rotelle e onde per 7 viaggiatori in una roulotteatro. Una piccola perla di circo contemporaneo.

Ogni mattina, nei giorni infrasettimanali, un doppio appuntamento dedicato alle scuole del territorio ha visto ben 376 giovani studenti ingaggiati in un tour guidato nello Chapiteau Nice, seguito dalla visione dello spettacolo Bohème Now, dove i giovani artisti

dell’Accademia Cirko Vertigo si raccontano in controluce attraverso i personaggi dell’opera pucciniana e a cui i giovani studenti hanno potuto porre domande alla scoperta della varietà di professioni del circo contemporaneo. I giovani artisti dell’Accademia Cirko Vertigo sono stati anche i protagonisti di Impromptu –Chi è Chi, opera corale diretta da Jérôme Thomas, padre della giocoleria contemporanea, che segna il loro debutto sul palcoscenico. La programmazione è stata arricchita inoltre dalle incursioni musicali dell’associazione chierese Drum Theatre, diretta da Sergio Cherubin, che coinvolge nei suoi progetti ragazzi diversamente abili.

La giornata del 20 aprile è stata tra le più intense. Oltre ad offrire spettacoli per tutta la famiglia fin dal pomeriggio, affiancata a un laboratorio gratuito di tecniche circensi seguito da Fondazione UCI, ha visto in programma la tavola rotonda Circo tra arte e occupazione. Un momento di confronto e discussione, moderato da Paolo Stratta, organizzato in occasione della Giornata mondiale del circo nell’ambito del progetto Container. Lavoro. Imprese. Comunità della Città di Chieri. Al centro, il tema dell’occupazione e del lavoro nel mondo del circo contemporaneo. Preziosi i contributi video degli storici del circo Pascal Jacob e Raffaele De Ritis e di Antonio Buccioni, il messaggio dell’Onorevole Federico Mollicone, gli interventi di Nicola Campostori, Alessandro Pontremoli, Gianluca Cavedo, Andrea Zardi, Paolo Verri, Adolfo Rossomando, Alfonso Cipolla, Antonio Giarola, Luisa Cuttini e Dario Duranti. Presenti i centri di produzione blucinQue Nice con Elena Andreasi, SIC / Stabile di Innovazione Circense con Carlo Bruni e Teatro Necessario con Giulia Guiducci.

Alla tavola rotonda è seguito lo spettacolo Coppelia Project della Compagnia blucinQue, diretto da Caterina Mochi Sismondi. Bambola meccanica e illusione, corpo fuori asse, appeso e inerme, come una marionetta che cerca il modo di immedesimarsi e allo stesso tempo di liberarsi: Coppelia project riporta l’attenzione al tema dell’identità, della maschera che ciascuno di noi indossa e della donna vista nella sua fragilità ma anche nella sua forza, grazie ai differenti ruoli che è in grado di rivestire.

25 JUGGLINGMAGAZINENUMERO102MARZO20 24
blucinQue, Coppelia ph Andrea Macchia ph
Inpromptu, Accademia Cirko Vertigo ph AM Ritratti
Andrea Macchia
intervento di Paolo Verri

MEMORIAL NANDORFEI

19/28 APRILE, PESCHIERA BORROMEO (MI) memorialnandorfei.it

Nando Orfei (1934 – 2014), fratello di Liana e Rinaldo Orfei, cugino di Moira Orfei, padre di Paride, Ambra e Gioia Orfei, sposato dal 1963 con l’artista circense Anita Gambarutti, è stato uno degli artisti e impresari di circo più importanti del ‘900. Sin da giovane si esibì come attore comico, domatore, giocoliere e clown negli spettacoli di famiglia, contribuendo significativamente alla dif-

Prima ancora della pandemia avevamo intenzione di organizzare un festival dedicato a mio padre Nando Orfei, ma l’idea di un festival ci sembrava riduttiva come formula, quasi banale, e l’abbiamo lasciata cadere. Così quest'anno, in occasione del decennale della sua scomparsa, abbiamo deciso di realizzare un memorial in suo onore. Un evento più articolato e diffuso sul territorio, che potesse coinvolgere la città di Peschiera Borromeo, dove lui ha vissuto gli ultimi suoi anni e dove si è speso tanto, anche per la fondazione del Piccolo Circo dei Sogni, la nostra scuola di circo.

fusione e alla promozione delle arti circensi in Italia e all’estero.

Nella sua esperienza cinematografica, annovera quattro pellicole, tre delle quali dirette da Federico Fellini, suo grande amico. In suo onore, dal 2017, al Festival Internazionale del Circo di Montecarlo è stato istituito il Premio Speciale Nando Orfei.

da Gioia Orfei e allestita nella Biblioteca Comunale, e un convegno dedicato interamente a Nando Orfei.

L'evento, che ho organizzato con l'apporto di mia moglie Snezhinka e mio figlio Cristian, si è avvalso della accorata collaborazione di tutta la famiglia Orfei, dell’intero settore e di molte istituzioni, locali e nazionali. Abbiamo concepito un programma che prevedesse, oltre agli spettacoli serali realizzati con l’apporto scenografico di mia sorella Ambra, anche una mostra fotografica dedicata a papà, curata

Si sono uniti a noi qui a Peschiera Borromeo mia zia Liana, madrina dell’evento, i miei cugini Rolando dall'Ungheria, Carlo Manfedini, mia cugina Cristina figlia di Liana. Questo evento ha riunito dopo circa 30 anni tutta la nostra grande famiglia, cosa a cui papà teneva molto. Oltre alla famiglia Orfei si sono spesi tantissimo anche molte altre personalità del circo, e nella giornata del convegno abbiamo ascoltato l’appassionata lectio magistralis di Alessandro Serena e i toccanti interventi di Dario Duranti, Antonio Giarola, Massimo Malagoli, Flavio Michi, Francesco Mocellin, oltre alle testimonianze di noi familiari. L'intero progetto è stato co-

ordinato da uno straordinario Roberto Bianchin, con la stessa passione e lo spirito che caratterizzava mio padre. Infine a papà in questi giorni è stato anche intitolato un luogo pubblico, il giardino botanico di Peschiera Borromeo, un tipo di omaggio riservato purtroppo ancora solo a poche altre personalità del circo italiano.

Le tre serate di spettacoli sono state tutte sold out, sotto un tendone di 600 posti, e l’intero evento ha ricevuto molta eco in tutto il settore internazionale del circo, con una lunga lista di prenotazioni per l’anno prossimo! Tra il pubblico, oltre gli addetti del settore ho notato con sorpresa tantissimi giovani che conoscevano papà non solo come artista di circo, ma anche come attore di cinema. E con loro anche tanti giovanissimi che lo conoscevano per fama, nonostante non l’avessero mai incontrato. Una vera icona del circo, che amava il pubblico giovane, considerandolo la linfa per il

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NANDORFEI un sogno di famiglia Alessandro Serena racconta

futuro del circo. Spesso, tra una tournèe e l’altra, passava per Peschiera e si soffermava nella nostra scuola per assistere alle lezioni, dando anche consigli, soprattutto ai giocolieri. Veniva per stare un'oretta e si tratteneva poi tutto il giorno.

Amava il circo, amava il pubblico e non perdeva occasione per manifestarlo. "Il circo è Arte, il circo è Cultura, Il Circo è e sarà sempre il più grande spettacolo del mondo" sono le frasi che rivolgeva sempre al pubblico alla fine dello spettacolo.

È stato bello vedere in platea anche tante persone del circo contemporaneo, attratti dalla possibilità di conoscere un personaggio come mio padre. Sono radici che arricchiscono tutti e tutto il circo.

Nel Piccolo Circo dei Sogni abbiamo circa 300 persone iscritte ai nostri corsi. È impressionante il numero di persone che si sono avvicinate alla pratica del circa da 30 anni a questa parte, che vogliono essere

attivamente parte di questo mondo. Un cambiamento epocale rispetto a quello che era un mondo affascinante, ma difficile da penetrare. La prima parte della mia vita l'ho vissuta completamente immerso nel mondo del circo di tradizione, con tournè infinite e uno stile di vita particolare. Poi, quando a 40 anni mi sono fermato per aprire la nostra scuola la mia vita è cambiata e ho imparato a conoscere ed apprezzare anche il circo contemporaneo. Ho capito che era in continuità con quello di tradizione, che poteva portare nuova linfa per proiettare l'intero mondo del circo nel terzo millennio, e perfino stimolare il circo di tradizione ad un rinnovato corso in linea con le sue radici.

Personalmente questo memorial è stato devastante per me a livello sentimentale. Mi sembrava che papà fosse presente con noi in quei giorni, una presenza che non solo io ho avvertito. Rivivere nella mostra fotografica a lui dedicata tutta la sua vita, la sua arte, la carriera è stato un grosso strappo al cuore per me, e più volte durante i miei interventi ho dovuto gestire un grosso magone in

gola. È stato al tempo stesso difficile e bellissimo, sono contentissimo che siamo riusciti a realizzarlo e creare le basi perché questo Memorial diventi un momento importante nel calendario circense.

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Nando Orfei e Anita Gambarutti

Il valore culturale dell'arte di strada

Il 7 maggio 2024, al Teatro Carcano di Milano, si è tenuto l'incontro pubblico " Il valore sociale e culturale dell’Arte di strada ", evento organizzato da FNAS - Federazione Nazionale Arti in Strada, con il patrocinio del Municipio 1 del Comune di Milano, che ha offerto una pre z iosa occasione di ri fl essione sull'essenziale contributo degli artisti performativi alla rigenerazione urbana e alla trasformazione delle città.

Interventi e dibattiti hanno approfondito il ruolo delle amministrazioni comunali, i regolamenti esistenti, le esperienze passate e le prospettive future, mettendo in luce non solo il valore sociale, ma anche il potente impatto culturale dell'arte di strada unendo tradizione e innovazione.

Marco Ciari, responsabile dell' Ufficio Torino Creativa, ha aperto la prima tavola rotonda parlando del ruolo dell'amministrazione comunale nella facilitazione dell'uso artistico dello spazio pubblico. Claudio Calvaresi, urbanista, ha discusso dell'importanza dell'arte di strada nella costruzione collettiva dello spazio pubblico. Daniele Romano del Collettivo Clown ha esplorato la trasformazione dell'arte di strada dal punto di vista degli artisti e dei cittadini, mentre Veruska Mandelli, Assessora alla Cultura del Municipio 8 di Milano, ha parlato dell'esperien z a del teatro diffuso. Dario Buccino, musicista e Vice Presidente ASM, ha chiuso la prima sessione con un intervento sull'importanza degli artisti come educatori nella prevenzione dei comportamenti antisociali.

La seconda tavola rotonda, moderata da Eleonora Ariolfo, Direttrice di FNAS, ha visto la partecipazione di Giuseppe Boron, P residente di F N A S , che ha discusso delle potenzialità e degli sviluppi futuri dell'arte performativa nello spazio pubblico. Michele Cerruti But della Fonda z ione P istoletto ha presentato il caso studio " FNAS LAB Torino 2021 ".

Valerio Aldrighi, burattinaio, e Rita Pelusio, attrice e regista, hanno condiviso le loro esperienze, evidenziando l'importanza della strada come luogo di espressione e crescita artistica.

Il convegno ha dimostrato come le arti di strada rappresentino molto più di un semplice fenomeno

sociale: sono una componente vitale del patrimonio culturale contemporaneo, capace di generare valore artistico e sociale. La nuova Outdoor Arts Italia, attraverso eventi come questo, continuerà a promuovere una visione che riconosce l'importanza e il potenziale delle arti di strada nel contesto culturale moderno, raffor z ando il loro ruolo di arte pubblica per eccellenza.

Maggio è stato un mese importante anche per la presenza di FNAS in due eventi speciali inseriti nella XII edizione del Torino Fringe Festival al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, una location non convenzionale che ha valorizzato ancora di più il lavoro delle tre compagnie selezionate per FNAS SHOWCASE OFF, un programma di incontri di presentazione di progetti artistici, spettacoli di strada e performance site specific organizzato nell’ambito di festival nazionali, che ha fornito agli artisti la possibilità di presentare un estratto dei loro progetti agli operatori del settore e al pubblico.

Il secondo appuntamento, sempre al MAUTO di Torino, è stato FNAS Talk “ Le arti quali strumento di cambiamento ” in cui è stato presentato il progetto O nda P a zz a, il filo della memoria, reali zzato in collaborazione con l'Associazione Teatro dei Venti di Modena e con il sostegno del Ministero dell'Istruzione e del Merito. Il progetto ha visto il coinvolgimento di tre istituti piemontesi e ha avuto come scopo quello di trattare insieme agli studenti la tematica " mafia e legalità " utili zz ando lo strumento del linguaggio artistico.

FNAS - Federazione Nazionale Arti in Strada Via Agostino da Montefeltro 2, Torino 10134 - +39 331 3349484 Fb @fnasartedistrada - Ig @fnasitalia - Ln @fnas

LES CHAPEAUX BLANCS E LA BLACK ART

La Black Art è un principio in base al quale qualsiasi cosa dipinta di nero non può essere vista se posizionata su uno sfondo nero. La sua scoperta viene attribuita a Max Auzinger intorno al 1885, una scoperta fatta casualmente mentre guardava un attore dalla faccia nera che recitava una scena ambientata al buio. Solo i denti bianchi e gli occhi dell'uomo erano visibili guardando dal palco. Si dice che la Black Art, come tecnica illusionistica teatrale sia stata applicata per la prima volta il 28 giugno 1885 da Ben Ali Bey, nome d'arte di Auzinger, per l'apertura del suo spettacolo “Meraviglie indiane ed egiziane”. Da allora numerosi illusionisti hanno usato questa tecnica come il Dr. Lynn per la sua celebre illusione "Thauma”. Ci sono però anche prove che suggeriscono che alcuni principi fondamentali utilizzati nell'Arte Nera furono impiegati negli spettacoli teatrali religiosi del 1400 e del 1500 per migliorare le sospensioni e le levitazioni degli attori. Alcuni sostengono che il mago italiano Giuseppe Pinetti usasse questa tecnica a fine settecento. Per lo storico Ottokar Fischer già nella prima metà del diciannovesimo secolo vari maghi presentavano un'illusione spettacolare che si trova ancora oggi nei programmi degli illusionisti, “The Vanishing Horse”. Oggi la Black Art è uno dei principi più utilizzati della scenotecnica non solo per la progettazione di grandi illusioni ma è sempre più usata nelle moderne tecniche di manipolazione e nel close up. Louis-Olivier Ostrowsky in arte Omar Pasha è stato l’illusionista più noto a livello internazionale che proseguendo una tradizione famigliare che per 4 generazioni ha utilizzato e perfezionato la Black Art, è arrivato a creare uno dei più grandi numeri della storia dell’illusionismo. Numero che ha ispirato anche quello dei Les Chapeaux Blancs.

In occasione della ventesima edizione di Supermagic a Roma abbiamo incontrato l’illusionista Claude Brun che insieme a Jérôme Elfenstein, formano una coppia di artisti molto particolari, Les Chapeaux Blancs.

“La magia per me è cominciata in Corsica, dove sono nato, con i primi giochi di carte, ho lavorato successivamente a Parigi nei casinò concentrandomi sulla manipolazione delle carte. Nel 2005 a un Congresso

della Federazione Francese Artisti Prestigiatori (FFAP) ho incontrato Jérôme Elfenstein con cui successivamente abbiamo creato Les Chapeaux Blancs. In quel periodo avevo deciso di passare dalla manipolazione alla scena. Con Jérôme abbiamo creato un primo spettacolo di magia di un’ora, uno spettacolo più visuale e teatrale, in cui i maghi sono vittime delle loro magie, dei loro oggetti, immersi in una atmosfera onirica. Avevamo visto Omar Pasha ed eravamo rimasti folgorati dalla Black Art, abbiamo deciso quindi di iniziare a sperimentare con questa tecnica dal 2008. Abbiamo visto poi altri numeri di black art ma più semplicistici, con un brutto uso della luce o con troppi colori fluorescenti, un po’ come nel Teatro Nero di Praga. Volevamo fare qualcosa di più puro e minimalista e sentivamo che con la Black Art potevamo fare tanti effetti di magia nuovi e così ci siamo messi a inventare con questa tecnica effetti magici originali. Jérôme aveva già un numero

visuale di ombre cinesi con proiezioni video e conosceva Monique Nakachian la produttrice della famosa trasmissione televisiva francese “Le plus grand cabaret du monde”. Il momento in cui decidemmo di debuttare con il numero è molto divertente. Dopo due anni di lavoro di scrittura e creazione avevamo deciso di montare il numero e lo avevamo inviato in visione a Monique per avere un parere, mai avremmo pensato di essere subito scritturati per la trasmissione. Perciò il debutto del numero è stato proprio a “Le plus grand cabaret” nel 2010. Nel 2012 vinciamo il primo premio al Campionato del mondo di magia a Blackpool e iniziamo a girare in tutto il mondo. Successivamente abbiamo lavorato sempre di più sul ritmo del numero mentre la struttura è rimasta da allora più o meno la stessa. La cosa curiosa è che chi osserva il nostro numero pensa che ci siano più persone dietro le quinte a manovrarci come nel teatro di marionette e molto materiale tecnico. Una volta ci siamo esibiti a Los Angeles per l’Award Show nel 2017 di fronte a David Cop-

perfield e quando ci venne a salutare rimase sorpreso nel vedere che in realtà eravamo solo noi e che il materiale era ridotto all’essenziale.”

Rubrica di meraviglie a cura di Giorgio Enea Sironi
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Les Chapeaux Blancs
chapeaux-blancs.com
Omar Pasha Harry Potter and The Cursed Child Les Chapeaux_Blancs Omar Pasha

INCANTI

IL NUOVO ILLUSIONISMO ITALIANO incantishow.com

Dopo un primo debutto al Teatro Franco Parenti di Milano e un passaggio al Teatro Sala Umberto di Roma è in tournée nei principali teatri italiani uno spettacolo di illusionismo che sta facendo molto parlare, un raffronto tra grandi maestri del teatro e il loro rapporto con il sogno e l’incanto e sei giovani talenti dell’illusionismo che utilizzano la loro arte per esprimere dei contenuti andando al di là della mera esibizione di bravura. Ne abbiamo discusso con l’ideatore, mentalista e artista in scena Andrea Rizzolini in occasione delle date al Teatro Olimpico di Roma.

Ci conosciamo tutti da molto tempo e per motivi diversi. Io e Filiberto Selvi ci siamo incontrati al primo Congresso di Magia e siamo cresciuti artisticamente insieme. Assieme a lui, che è di Torino, ho conosciuto Niccolò Fontana, Piero Venesia e successivamente, all’interno della Squadra Nazionale di Magia, Francesco Della Bona e Dario Adiletta. Lo spettacolo nasce nel contesto della preparazione dei Campionati del Mondo di Magia in Canada. In quel momento confrontandoci tra di noi ci siamo resi conto che si stava delineando un nuovo modo di fare magia in Italia. Già nel 2022, e anche prima, si parlava di un modo italiano di fare magia fortemente caratterizzato dall’aspetto teatrale. Per noi la magia è uno strumento, un linguaggio finalizzato non soltanto a suscitare emozioni nel pubblico ma soprattutto a esprimere dei contenuti analoghi a quelli che hanno espresso, a loro modo, grandi drammaturghi nelle loro opere.

Le creazioni della nostra compagnia aiutano a gettare uno sguardo più ampio su che cosa vuol dire essere un illusionista e sulle arti con cui l’illusionismo può dialogare. Le nostre formazioni e background diversi trovano diretta espressione nelle nostre performance. Piero ha una formazione teatrale, lavora come attore nel teatro di prosa ed è particolarmente portato per il mimo e il teatro fisico, mentre io sono più interessato agli aspetti registici. Inoltre i miei studi di filosofia del linguaggio trovano una diretta espressione nel mio modo di approcciare e praticare il mentalismo e soprattutto di intenderlo. Niccolò Fontana è dottore in psicologia clinica e nel suo numero porta in scena un’interrogazione sull’origine dei sentimenti umani e su ciò che distingue gli esseri umani dalle macchine. Dario Adiletta ha un passato di ballerino e interpreta uno sciamano che esegue una danza della pioggia, che è capace di domare l’acqua, un numero nato da un trauma personale vissuto da bambino in cui ha rischiato di affogare. Filiberto Selvi invece ha una formazione musicale ed è primo violino in numerose orchestre. Francesco Dalla Bona studia cinema ed è interessante il suo lavoro sulla temporalità, sul ricreare effetti propri del cinema come lo slowmotion dal vivo e applicarli alla manipolazione da scena.

Lo spettacolo parte dalla celebre frase di Shakespeare “Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita” e dalla domanda “Di che sostanza sono fatti i sogni?”. Ci interroghiamo su cosa è che noi illusionisti facciamo sul palco, perché da un certo punto di vista ciò che facciamo è far sognare il pubblico. Sognare, incantare vuol dire mostrare che nella realtà c’è qualcosa che va oltre la semplice apparenza.

Il nostro obiettivo è stato creare un precedente mettendo a tema il rapporto tra quello che facciamo sul palco e quello che accade di solito sul palcoscenico di un teatro, ricercando l’opinione non degli illusionisti ma del pubblico teatrale. Senza fare apparire macchine o volare elefanti, cosa che tutti si aspetterebbero, in realtà si può creare ugualmente la sensazione dell’illusione anche solo con

Come la Magia Nouvelle, che ha avuto grande diffusione in Francia negli ultimi 20 anni, è figlia del contesto culturale in cui è nata, con una grande presenza di spettacoli senza testo che dialogano spesso con il circo contemporaneo, così la magia in Italia si deve confrontare con l’importante tra-

le parole.

Lo spettacolo assume la forma del gala di magia, perché è quella più comune, ma la stravolgiamo con un cast fisso, facendo sì che le transizioni tra i numeri siano parte integrante dello spettacolo e lavoriamo su luci e scenografie in maniera diversa.

dizione del teatro di prosa italiano. Abbiamo riflettuto molto sulla figura dell’illusionista e sui diversi modi di fare illusionismo, delinando tre filoni chiave: il Meta-illusionismo di Penn & Teller, l’illusionismo che definiamo diegetico della Magie Nouvelle e il Neo-illusionismo di Derek Del Gaudio, a cui noi ci ispiriamo, che spinge i limiti del linguaggio illusionistico nella direzione della performance artistica e dell’arte contemporanea.

La Magie Nouvelle sì pone il problema del linguaggio artistico, ma lo fa togliendo la figura dell’illu-

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Piero Venesia ph Francesco Rossetto Filiberto Selvi ph Sebastian Konopik Dario Adiletta ph Sebastian Konopik Andrea Rizzolini ph Sebastian Konopik

sionista dal palcoscenico, ritenendo che la sua figura sia all’origine del male, essendo molto legati alla figura di Robert Houdin.

forma e sui contenuti che possono essere espressi all’interno di questa forma d’arte. Dimostrare che quest’arte ha dei contenuti che possono essere espressi soltanto all’interno di essa così come la musica, la danza, la letteratura sono capaci di esprimere bene certe cose nel loro campo, ma non necessariamente sono capaci di esprimere le une le cose delle altre.

In particolare insieme a Niccolò e Piero vogliamo tentare di ridefinire il ruolo e il compito dell’illusionista anche scrivendo un Manifesto del Neo Illusionismo che renderemo pubblico a breve. La nostra preoccupazione è capire cosa possiamo esprimere, di che cosa possiamo parlare attraverso l’illusionismo, quale è la sua forma specifica. La Magie Nouvelle ha lavorato molto sulla forma, sul come della magia, su cosa rende qualcosa magico, e gli studi in campo antropologico di Valentine Losseau sono stati fondamentali per indagare l’essenza della magicità. A me interessa poco l’esperienza della magia, ma interessa lavorare sulla

Del Gaudio ha posto la questione fondamentale di che cosa si può dire con questo linguaggio. Con lui ci sono altri eccellenti illusionisti, come Luke Jermay, Ben Hart, che però non approfondiscono cosa si può dire e cosa non si può dire con la magia. Solo Del Gaudio riprende in qualche modo la problematica dei limiti di Wittgenstein, per cui ci sono cose di cui non si può parlare. Cosa che il mago classico non fa, perché pensa che si possa esprimere qualsiasi cosa con un gioco di carte.

Quando mi chiedono quali sono i testi del mentalismo cito Così è se vi pare di Pirandello, Le ricerche filosofiche di Wittgenstein e 1984 di Orwell, per mostrare come questo linguaggio possa essere osservato da un punto di vista nuovo. Un altro obiettivo per il futuro è utilizzare questo linguaggio per mettere in scena opere teatrali di autori come La tempesta di Shakespeare, il Faust di Goethe, La grande magia di De Filippo, le opere di Pirandello, che secondo me è il più grande mentalista italiano. La magia potrà essere nobilitata in Italia solo se sarà portata sui palcoscenici dei teatri stabili e lo possiamo fare solo se dimostriamo che ci possiamo inserire in quella forma e che possiamo stravolgerla dall’interno dando prospettive nuove alla drammaturgia.

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Rubrica di meraviglie a cura di Giorgio Enea Sironi Niccol Fontana ph Sebastian Konopik Francesco Della Bona ph Giulia Palmigiani

PAOLO NANI

Giorgio Enea Sironi in conversazione con Paolo Nani

Ho iniziato a fare il pittore a 5 anni ma nessuno nella mia famiglia era artista e mi prospettava l’idea di poterne fare una professione. Tutti facevano un lavoro che odiavano, la vita è fatta per soffrire, non c’è niente da fare. Ho frequentato l’Istituto d’Arte dove c’era Gianni Guidi, Maurizio Bonora, artisti ferraresi in gamba e oggi affermati che mi incoraggiarono a proseguire su quella strada. Poi mi sono iscritto al DAMS di Bologna, indirizzo artistico. Avevo una band di musica improvvisata, facevamo dei concerti, ma ancora non pensavo minimamente al teatro. Volevamo sperimentare, vivere in un altro modo, essere alternativi, era il nostro ideale di vita, non andare in fabbrica o in ufficio. Suonavo la chitarra classica, adesso suono molti strumenti, alcuni brani per ogni strumento.

sono capitato a Modena al Festival nazionale dell’Unità per vedere l’Odin Teatret, una compagnia danese, lo spettacolo era il Libro delle danze. Dopo averli visti sono rimasto sotto shock per

loro passo 12 anni intensissimi di spettacoli e tournèe ma un certo punto mi mancava di fare qualcosa di più leggero. Durante una tournée di 4 mesi tra Mosca a Parigi che si chiamava Carovana della Pace insieme ai Licedei e altri gruppi polacchi e russi, giunti a Copenaghen vedo un manifesto di Nullo Facchini, allievo del Teatro Nucleo e creatore del Teatro Cantabile 2. Nullo mi propose subito di rimanere a Copenaghen per creare qualcosa insieme. Era il 1990 e da allora ci sono rimasto fino a oggi, per 34 anni, perché dopo una settimana ero innamorato di una danese e oggi sono nonno.

Il teatro non mi interessava ancora, era per me la cosa più pallosa dell’universo, fino a quando un giorno con alcuni amici

giorni interi, non avevo mai visto tanta bellezza e tanta forza in una volta sola. Successivamente arriva il Teatro Nucleo a Ferrara, una compagnia di teatro fisico drammatico di livello internazionale che si ispirava all’Odin e a Grotowsky. Decido di iscrivermi a un loro corso e dopo un mese mi unisco a loro, era il 5 novembre del 1978. Con

Nel 1992 decidiamo di creare uno spettacolo visuale e internazionale, che stesse in una valigia, con cui potessimo girare tutto il mondo e che arrivasse a tutti, raffinato e popolare allo stesso tempo, e che potesse diventare un classico proprio come il romanzo Esercizi di Stile di Raymond Queneau a cui ci ispiravamo. Abbiamo fatto una trentina di scene e da quelle abbiamo scelto le 15 migliori. Agli inizi du-

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paolonani.com/it
La Lettera ph Cinzia Campana La Lettera
Nucleo 1985 ph
Teatro
Luca Gavagna

rava 45 minuti poi più lo eseguivo più si riempiva di nuovi dettagli e sfumature. Dopo 10 anni, ad esempio, ho trovato per caso un chewing gum sotto il tavolo e adesso lo metto io apposta per farne una gag, mettendomelo in bocca. La Lettera è stata la mia scuola perché è un esercizio continuo, ho imparato lo strumento degli stili, cosa può nascere nel mescolarli insieme. Quando faccio un nuovo spettacolo penso sempre a che stile voglio giocare. Ad esempio, per Jekyll On Ice mi sono ispirato al romanzo Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde, inizialmente lo spettacolo si chiamava Jekyll and Hyde, volevo fare uno spettacolo in cui mia madre non mi riconoscesse, comico e drammatico, e ho costruito un clown ispirato a Obelix, al timing dello scoiattolo dell’Era Glaciale, che fosse bello da vedere anche senza che nulla accadesse. Poi ci ho messo la storia e gli esperimenti con il gelato.

Con La Lettera ho girato 44 paesi ma a un certo punto sentivo che si stava esaurendo. Ho fatto un altro spettacolo Aliensc’è vita sulla terra ma mi ero diretto da solo e non era stata una buona idea. Poi ho fatto Arte di morire ridendo nel 2003 insieme a Kristian Ingimarsson in cui, a differenza della Lettera, c’è un equilibrio tra comico e drammatico, essendo una storia di due clown di cui uno, cioè io, scopre di essere malato mortalmente. È la storia di una crisi, uno spettacolo comico e contemporaneamente toccante in cui per esempio c’è una scena finale in cui il clown è rimasto solo e mentre passo io come un fantasma, lui non mi vede, ma io lo vedo e gli lascio come dono una mela che abbiamo usato durante tutto lo spettacolo. E lui se ne accorge. Il Teatro Nucleo mi aveva insegnato proprio questo: che c’è la profondità, ed era questo che a un certo punto volevo reintegrare.

Anche in Piccoli miracoli seguo questo percorso, cercare di mettere insieme bel-

lezza, profondità e leggerezza e ritornare alla mia prima passione e attività di artista figurativo. Piccoli Miracoli nasce con Frede Guldbrandsen con cui ho fatto più spettacoli ed è partito dal disegno di un gatto e di un pesce. Insieme a mia figlia, che è disegnatrice e ha fatto l’assistente alla regia, abbiamo fatto più di 1500 disegni per arrivare alla storia e parallelamente si è andato definendo questo personaggio solitario che però vuole anche compagnia, abbiamo scelto le musiche e il resto. E come per La Lettera lo spettacolo si è andato definendo con il tempo, replica dopo replica, scoprendo e trovando gli elementi che andavano a comporre il personaggio. Come per La Lettera fare uno spettacolo è un lavoro lungo dove le cose continuano ad approfondirsi nel tempo, a me piace fare spettacoli che durano decenni, Jekyll On Ice ha 13 anni, Arte di Morire Ridendo ha 21 anni… Sempre mia figlia Clara Luna ha recentemente creato L’incredibile viaggio di Frida ideato insieme a me e Frede Gulbrandsen, che ho prodotto e diretto. Recentemente abbiamo fatto degli esperimenti per un prossimo spettacolo e ho trovato un’artista italiana, mia allieva. che vogliamo coinvolgere: Alice Bossi. Il prossimo obiettivo è fare uno spettacolo con loro.

Vita e teatro sono inscindibili per chi come per me da ragazzino ancora in stato confusionale il teatro arriva come un colpo di fulmine. E anche trasferire agli altri questa passione e la conoscenza che

ho accumulato mi è venuto sempre naturale. Con Teatro Nucleo ho iniziato subito a insegnare nei loro corsi e da allora non ho mai smesso. In Danimarca ho insegnato 5 anni nella scuola del Teatro Cantabile 2. Con il tempo ho elaborato un mio metodo dove ho isolato alcuni elementi grazie ai quali una scena funziona ovvero il gioco drammaturgico, lo stile, il timing e il personaggio con le sue intenzioni. Ci può essere uno spettacolo senza personaggi e senza intenzioni ma se non c’è gioco, stile e timing non c’è spettacolo. Se non c’è gioco non si capisce nulla, senza stile è brutto a livello visuale e se non c’è timing il pubblico si annoia. Quando insegno lavoro intorno a questi elementi.

Quello che consiglio ai giovani è sempre muoversi, girare, andarsene, togliere le radici, uscire dai propri confini, per rendersi conto che ci si può inventare la vita,

per assumere un altro atteggiamento mentale. Questo è quello che ho voluto fare io, viaggiare per sentirmi vivo, non strappare lungo l’area tratteggiata. Non è per tutti ma per le mandorle amare, e ce ne è una ogni kilo, che si sente sola fino a quando non ne incontra altre. Che si sente in dovere di andare a cercare oltre a un mondo che non le appartiene.

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Jekyll on Ice Jekyll On Ice ph So ren Meisner Arte di morire ridendo ph Gabriele Zucca

CTF ADVANCED

caravancircusnetwork.eu altrocirco.it

A marzo 2024 a Tampere, Finlandia, si è tenuto l’incontro e il seminario conclusivo di CTF Advanced, progetto di cooperazione strategica della durata di 28 mesi, finanziato dal programma Erasmus + e realizzato dal capofila Sorin Sirkus (Finlandia) in partenariato con Caravan Circus Network (Belgio), AltroCirco (Italia), Cirkus Cirkör (Svezia), Cirqueon (Repubblica Ceca) e Galway Community Circus (Irlanda).

Gli obiettivi del progetto erano:

CHE

COSA È CIRCUS TRANSFORMATION (CTF)?

+ La valutazione del programma di formazione per insegnanti di circo sociale Circus Transformation in Action (CTF) e in particolare dei cicli 4, 5, 6 a cui tra 2018 e 2022 hanno partecipato oltre 60 operatori e operatrici di circo provenienti da membri di Caravan in Turchia, Montenegro, Lussemburgo, Belgio, Francia, Finlandia, Repubblica Ceca, Slovenia, Palestina, Irlanda, Italia.

+ Il potenziamento pedagogico e il miglioramento organizzativo del programma CTF

+ La creazione di reti eterogenee che a livello nazionale o locale rafforzino la collaborazione tra organizzazioni di circo sociale e altre organizzazioni del settore educativo, giovanile e sociale

+ Gettare le basi per una fase di follow up di CTF, in particolare attraverso la creazione di una rete di alumni

CTF Advanced inizia nel 2022 con un incontro di avvio del progetto a Tampere, e include quattro workshop di durata variabile tra i 2 e i 5 giorni a Praga, Stoccolma, Galway, e Siena. I workshop sono dedicati al coordinamento e aggiornamento tra il team di ricerca e i gruppi di lavoro su diversi temi chiave individuati all’inizio del progetto (valutazione, certificazione, rete, etc), al monitoraggio del progetto e alla produzione di documenti e linee guida per il miglioramento di CTF.

CTF è un programma di formazione per insegnanti di circo educativo e sociale creato da Caravan e i suoi membri una decina di anni fa, in risposta alla crescente necessità di riconoscimento e standardizzazione qualitativa del settore. Si basa su una ricerca realizzata tra il 2009 e il 2011 da Caravan e 6 dei suoi membri in collaborazione con l’Università di Bruxelles nell’ambito del programma Leonardo da Vinci. Questa ricerca mise in evidenza alcune competenze chiave per operatori e operatrici di circo sociale, raggruppate in 5 macro-aree: (A) Contesto sociale; (B) L’atto dell’insegnamento; (C) Gestione e Facilitazione dell’insegnamento; (D) Tecniche Circensi e Creatività; (E) Elementi Fondamentali.

Piemonte Clap Circo Laboratori Arti Performative via Fratelli Bandiera 17, 28041 Arona (NO) Pasquale Di Palma 328 4986109 clap.zone

Fondazione Uniti per Crescere Insieme via Pacchiotti 79, 10146 Torino Sara Sibona 011 19836531 unitipercrescereinsieme.it

Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 jaqule.com

Pirilampo Regione Faule 7, 10060 Macello (TO) Ilaria Bessone 339 202288 E pirilamposcuoladicirco

Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 teatrazione.com

Lombardia Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 campacavallo.com

Hops via Lanzi 51, 20872 Comate d’Adda (MB) Sara Papadato 348 0069417 scuola-circo-hops.it

Quattrox4 via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 quattrox4.com

Spazio Circo Bergamo corso Roma 84 A, 24068 Seriate (BG) Manlio Casali 393 0082506 spaziocircobergamo.it

Spazio Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 spaziokabum.it

Veneto Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 circoinvaligia.it

Kervan-Circolarte via Fiorano1D, 35100 Padova Valentina Sperandio 351 2169653 E Associazione Kervan Ludika Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Sara Marchesini 345 2153828 ludicacirco.com

Friuli Venezia Giulia Circo all’inCirca via Cividina 17, 33100 Udine (località Molin Nuovo) Alessandro Papa 340 6052371 circoallincirca.it Trentino-Alto Adige Animativa via Max Vailer 11, 39011 Lana (Bz) Reinhard Demetz 0473 239564 animativa.org

Emilia Romagna Arterego via Piave 19, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Roberto De Marchi 339 7508734 arterego.org

Circo Sotto Sopra piazza dei colori, 40138 Bologna Mariagrazia Bazzicalupo 328 7312861 circosottosopra.com

TaDam Circo via Allevi 13/A, 29122 Piacenza Dario Rigolli 333 1532976 tadamcirco.com

Abruzzo Cirque Brutal Via Stradonetto snc, 65128 Pescara Benedetta Cuzzi 3516273546 E Cirque Brutal

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NAZIONALE
REGISTRO
PROGETTI DI CIRCO SOCIALE

COSA È CARAVAN CIRCUS NETWORK?

A seguito di questa ricerca, Caravan e i suoi membri creano un manuale per formatorə di circo sociale, The Guidebook for Social Circus Trainers) e un programma di formazione di 20 giorni, preparato, testato e valutato in 8 paesi: nasce così Circus Transformation in Action.

Attualmente CTF è giunto alla sua ottava edizione ed è strutturato in 4 moduli da 5 giorni ciascuno. Ogni modulo è ospitato e facilitato da un diverso membro di Caravan: AltroCirco ad esempio ospita dal 2021 il modulo C di CTF 6, 7 e 8 e dal 2018 ha inviato 10 operatori e operatrici selezionatə tramite call tra la rete italiana.

Caravan è una rete internazionale di scuole di circo sociale e educativo in Europa, Medio Oriente, Africa e Asia. La rete nasce nel 2008 dal desiderio di 7 scuole di circo europee di promuovere il circo come strumento educativo e sociale, creando opportunità di scambio, formazione, volontariato, ricerca, divulgazione. Dal 2016 AltroCirco è uno dei 21 membri che Caravan attualmente ha in 18 paesi di tutto il mondo.

I RISULTATI DI CTF ADVANCED

La ricerca valutativa dei cicli 4, 5, 6 di CTF ha analizzato la prospettiva di partecipanti, formatori e formatrici, e degli stakeholders, indagando l’impatto della formazione a livello personale, professionale e organizzativo. I dati sono stati raccolti attraverso metodi misti: questionari online, focus group, metodi visuali e creativi, tra cui l’utilizzo di immagini e disegni, workshop di teatro e di circo.

L’impatto della formazione riguarda in particolare una maggiore sicurezza e consapevolezza nell’insegnamento e nella gestione dei gruppi, grazie all’apprendimento di tecniche, strumenti e teorie, ma anche al rafforzato senso di appartenenza a una comunità globale. L’opportunità di conoscere scuole, professionistə, contesti di circo sociale e programmi europei ha inoltre creato opportunità di mobilità internazionale con fini di studio, volontariato e lavoro, potenziando le carriere di partecipanti e formatorə

I risultati mettono poi in evidenza la centralità del corpo e dell’arte nel costruire metodologie di insegnamento, ricerca e valutazione per il circo sociale; la vulnerabilità in quanto aspetto chiave dell’apprendimento; la necessità di creare spazi coraggiosi, oltre che sicuri, e di aggiornare le pratiche di circo sociale accogliendo le istanze della società civile e le questioni sociali contemporanee.

L’intero report della ricerca sarà pubblicato a breve sul sito di Caravan.

L’edizione 2024-25 della Formazione Italiana Circo SocialeFiX integra contenuti e metodologie derivate da queste esperienze internazionali e dalla partecipazione attiva di AltroCirco allo sviluppo del circo sociale in Europa.

Toscana Antitesi Teatro Circo via Guidiccioni 6b, 56017 Ghezzano-San Giuliano Terme (PI) Martina Favilla 349 6304211 antitesicircoteatro.it

Badabam strada valacchio casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 347 7856564 badabam.it

Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 circoliberatutti.it

Circo Tascabile p.zza Cairoli 4/c, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 circotascabile.com

Contraerea Via Pasqui 58, 52100 Arezzo Nicoletta Martini 3391244235 contraerea.it

En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 enpiste.it

Passe-Passe via Sorripa 50, 50026 San Casciano in Val di Pesa (FI) Julien Morot 371 1287774 passepasse.it

Saltimbanco c/o Nuovo Teatro delle Commedie via G.M. Terreni 5, 57122 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 saltimbancoscuolacirko.it

Marche Circoplà c/o Spazioplà via Vanoni 11, 60030 Serra De Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 circopla.it

Visionaria via Gabrielli SNC, 60131Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 visionaria.org

Lazio Circo Svago piazzale Aldo Moro 45, 00041 Albano Laziale (Rm) Jacopo Beretta 331 8681147 circosvago.it

Corpi Pazzi via Bertero 13, 00156 Roma Luca Marinari 3335234005 corpipazzi.net

Campania Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Corsaro

Puglia CircoLaboratorioNomade via Sferra Cavallo Snc, loc. Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 E Circo.LaboratorioNomade Circolare via Brindisi 126, 72019 San Vito dei Normanni (BR) Anna Pinto 380 1274099 E CIRCOlareFestivaldelleArtiCircensi Cirknos via vecchia Frigole 36, 73100 Lecce Giorgia Basilico 333 410 916 E cirknos Tabarin Via Prov. Gallipoli Alezio (P.co Angelica) 73052 Parabita (LE) Luca Andolfi 340 9640101 spaziotabarin.com Tenrock Teatro Circo c.da Marmorelle SS.16 Adriatica Nord 70100 Brindisi Gabriele Cagnazzo 333 7823307 tenrock.it Un Clown per Amico/Circo Botero st. Modugno Carbonaro 4/8, 70123 Bari Michele Diana 348 0535875 unclownperamico.com

Upendi via Bologna 15, 70024 Gravina in Puglia (BA) Mario Iacovelli 080 9266780 upendi.it

Sicilia Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 340 3928905 circopificio.it

Clatù via San Josè Maria Escrivà 3, 95030 Tremestieri (CT) Maria Elena Rubbino 340 1723934 E Clatù Sardegna Teatro Circo Maccus via dei Gerani s.n. Sant’Isidoro 09044 Quartucciu (CA) Virginia Viviano 347 9650413 teatrocircomaccus.com

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ALTROCIRCO.IT

IL CIRCO E I SUOI ALTRI

28 FEBBRAIO / 3 MARZO, BOGOTÀ (COLOMBIA) circusanditsothers.org artemotion.org/achura-karpa altrocirco.it

Circus and its Others (CaiO) è un progetto di ricerca internazionale e cross-disciplinare che esplora le modalità in cui le pratiche di circo contemporaneo si relazionano con i temi della differenza e dell’alterità. Dal 2014, anno del lancio del progetto in occasione di una giornata di studio, CaiO ha organizzato 3 conferenze internazionali (Montreal 2016; Praga 2018, Davis/online 2021), e diretto la pubblicazione di un numero della rivista peer-reviewed Performance Matters (Vol 4., nos. 12, 2018). CaiO raccoglie le istanze di ricercatori e ricercatrici mossə dal desiderio “di continuare ad affermare gli studi sul circo come campo [riconosciuto] e allo stesso tempo resistere alla sua piena istituzionalizzazione” (website CaiO), interrogando discorsi e pratiche di inclusione ed esclusio-

ne attraverso domande e riflessioni sul circo e i suoi margini. La quarta edizione del Convegno si è tenuta a Bogotà dal 28 febbraio al 3 marzo 2024, in concomitanza con la prima edizione del Festival Achura Karpa. Il nome del Festival, che fonde la parola quechua achuray, il cui significato è “modo di condividere, luogo d’incontro”, e karpa (da carpa, ‘tendone’ in castigliano), rende omaggio alle popolazioni native del territorio andino. La locandina mostra il rituale di volo associato alla fertilità dei Voladores de Papantla, espressione del rispetto per la natura, la spiritualità e la comunità. Questa forma di acrobazia rituale, oggetto di appropriazione culturale come intrattenimento da parte dei poteri coloniali, rappresenta un’immagine chiave per un incontro che intende esplorare le radici e l’identità del circo latinoamericano e in particolare amerindiano. “Vogliamo offrire una prospettiva più ampia del circo, delle arti e delle società di oggi” spiega Olga Lucía Sorzano, direttrice e fondatrice di Artemotion, organizzazione che ha dato vita all’incontro in co-produzione con il Centro Nacional de las Artes Delia Zapata Olivella e il gruppo di ricerca ‘Circus and its Others’ e con il supporto delle Ambasciate di Brasile e Canada.

La programmazione intendeva celebrare e riconoscere la molteplicità e la diversità del circo odierno: includeva compagnie di circo contemporaneo da Brasile, Colombia, Svezia e Canada; artistə di strada argentinə; la compagnia Artcirq che unisce la cultura tradizionale Inuit della regione artica del Canada a pratiche artistiche contemporanee; compagnie tradizionali di circo latinoamericano come il Colectivo Circo Amazonas e Transatlan Cirque, che raccontano miti e leggende della regione attraverso il linguaggio del circo; e per-

formance rituali di popolazioni indigene come i già nominati Voladores de Papantla dello stato messicano di Veracruz. Diversi i linguaggi in scena: accanto ai numeri di discipline classiche del circo, spettacoli che fondevano il circo alla danza all’utilizzo di oggetti non convenzionali. Nello spettacolo H2O della compagnia colombiana Cacatua tre danzatorə e acrobatə con corpi, origini e qualità molto diverse parlano dell’acqua come elemento dinamizzatore, somatico e sensoriale, creando una proposta inclusiva di messa in scena.

CaiO e Achura Karpa rappresentavano un’opportunità di catalizzare lo sviluppo della scena circense locale e regionale e della rete internazionale, di affermare il circo come forma d’arte e disciplina accademica in Colombia e in America Latina, di rafforzare il mercato e l’offerta di spettacoli, richiamando l’attenzione del pubblico e delle istituzioni culturali.

L’evento ha ospitato oltre 150 artistə e compagnie e un pubblico che ha superato le 10.000 persone, raggiungendo il sold-out tutte le sere. Il successo dell’incontro dimostra la necessità di guardare al circo come un movimento globale, valorizzando e supportando modalità di praticare e di studiare l’arte circense diverse dal mainstream del cosiddetto Nord o Ovest del mondo.

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CAiO line up Achura Karpa

CaiO 2024 invitava a sfidare l’idea che il capitalismo, il patriarcato e lo stato nazione costituiscano forme ‘naturali’ di organizzazione sociale, immaginando un’umanità e una società del 21esimo secolo fondate sul valore della differenza e della solidarietà: in che modo la storia e il potere agiscono sulle pratiche circensi, sulla ricerca e sulle reti internazionali, in particolare in America Latina, dove la divisione tra circo professionale e sociale è frutto di un costrutto occidentale (Sorzano 2018)? in una regione in cui le mobilitazioni artistiche supportano la trasformazione politica (Pinochet-Cobos 2021)? in che modo le pratiche e le performance di circo offrono alternative per reimmaginare le relazioni tra esseri umani e con l’ambiente?

“LA DIFFERENZA

CHE FA LA DIFFERENZA”

Secondo l’UNHCR, in Colombia c’erano nel 2022 quasi 7 milioni di persone sfollate, il numero più alto del mondo, e circa 2,5 milioni di persone rifugiate provenienti dal Venezuela. Il nord del paese è una zona di confine pericolosa e molto trafficata da migranti che tentano di raggiungere gli Stati Uniti. Questa situazione riflette lo stato attuale della globalizzazione che da un lato modifica i concetti di locale e globale, dall’altro rafforza le relazioni di potere tra Nord e Sud del mondo, maggioranza e minoranze, poteri coloniali e popolazioni indigene.

il risultato di complesse dinamiche di colonizzazione e delle conseguenti diaspore e genocidi” (2012, p.42).

La colonizzazione ha messo in atto processi di marginalizzazione, esclusione, appropriazione non solo di popoli, terre e risorse, ma anche di voci, idee, sistemi di conoscenza, definendo cosa è ‘normale’, e cosa conta come differenza. Queste dinamiche danno forma anche al campo globale del circo: cosa è arte e cosa no, chi e che cosa accede ai circuiti formali e ai fondi, che cosa è oggetto di ricerca e studio. Uno studio e una pratica decoloniale del circo trascende i sistemi di conoscenza basati su ciò che è “razionale, secolarizzato, serio, misurabile, scritto e individuale” (Sorzano 2022); decostruisce la dualità tra normalità e alterità; mette in crisi il mainstream e valorizza voci e idee marginalizzate, escluse e oppresse. Gaztambide-Fernández teorizza la solidarietà come necessità di immaginare relazioni umane basate allo stesso tempo su differenza e interdipendenza, più che su affinità e interesse personale. La solidarietà è relazionale, transitoria e creativa: si fonda sulla differenza come principio unificante e sul valore ontologico della relazione; sul rifiuto della staticità; su ciò che non si può esprimere a parole, sull’inaspettato; sulla cultura come luogo di azione, cambiamento e dissonanza.

Rubén Gaztambide-Fernández, professore dell’Università di Toronto e keynote a CaiO 2024, analizza il ruolo centrale dell’incontro con ciò che è ‘diverso’, ‘altro’, nella società contemporanea. Ciò che conta come “differenza” oggi non è frutto di un processo “naturale o spontaneo, ma

ALLO SPECCHIO

“La testa ovattata, nelle nuvole, come un punto incrociato tra gli occhi, un nodo dolorante. Come se avessi poca pelle”. Scrivevo così nei miei appunti di viaggio il 2 marzo 2024, frastornata dal traffico, dallo smog e dalla tensione del quartiere Candelaria di Bogotà e debilitata dal mal di montagna. Un’esperienza molto diversa dalle altre edizioni di CaiO a cui ho partecipato, in Nord America e in Europa. La salute vacillante mi ha impedito di godermi le

cinque giornate di presentazioni e spettacoli come avrei voluto. Allo stesso tempo però ho conosciuto, toccandola con mano, la generosità, la cura e la solidarietà su cui si fondava l’evento, ancor più che sulla macchina complessa fatta di collaborazioni istituzionali, uffici stampa, catering e traduzioni simultanee. Mi resta una profonda gratitudine nei confronti di tutte le persone che si sono prese cura di me, anche trascurando altre mansioni, con medicine di tutti i tipi (iniezioni, bevande naturali, abbracci, parole di conforto). Alla vulnerabilità legata alla mancanza di forze si è aggiunto l’effetto di un’altra esperienza, destabilizzante quanto necessaria. Durante CaiO e Achura Karpa, le presentazioni, le performance e le conversazioni raccontavano voci, riflessioni, persone, culture, modi di creare e andare in scena quasi sempre esclusi o marginalizzati dal circo che si sta costruendo oggi in Italia e in Europa. Mi sono interrogata su quello che rappresento, su come le mie azioni e il mio lavoro contribuiscano a raf-

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forzare sistemi di oppressione. Su quanto sia necessario uno sforzo, un lavoro costante di decostruzione, riflessione, ricerca, dialogo. Ho lasciato il convegno con domande aperte sul ruolo del circo nella società contemporanea, sul potere, la solidarietà, la decolonizzazione e l’accessibilità delle pratiche circensi, e sul mio posizionamento. L’opportunità di ascoltare esperienze diverse e complesse, di fare esperienza di modi altri di fare e intendere l’arte circense, di entrare in contatto con visioni entusiaste e prospettive critiche, mi ha lasciata ispirata e motivata, ma anche sopraffatta, affaticata: da dove cominciare? Cosa fare di tutte queste informazioni?

FARE DEL PROPRIO MEGLIO

“Do the Best You Can Until You Know Better, Then When You Know Better, Do Better” con questa citazione di Maya Angelou si è concluso uno dei miei interventi preferiti di tutto il convegno, che ha lasciato il segno sia per i contenuti che per le modalità di conduzione.

Se il modello medico mira ad ‘aggiustare’, curare le persone con disabilità, il modello sociale sposta l’attenzione e la responsabilità sul contesto, e mette in evidenza la necessità di cambiare la società. Disabilità e neurodiversità sono espressioni della diversità umana: non vanno nascoste o messe in esposizione, ma valorizzate lasciando spazio a nozioni altre di tempo, orario, attenzione, concentrazione. L’invito è quindi passare dalla restrizione all’autenticità, rompendo le norme che impongono un certo modo di vivere lo spazio e il tempo, in scena e tra il pubblico.

Erin Ball è un’acrobata aerea che si definisce “bianca, demifemme e amputata sotto entrambe le ginocchia”. Maxime Beauregard è suo partner di arte e di vita, e si definisce “un piccolo umano bianco, autistico, trans non binario, con dolori cronici nei polsi e nella schiena”. Raccontano le loro performance, in cui l’accessibilità è parte integrante della ricerca artistica ed estetica, e non un obbligo a cui sottostare, e la creazione di spazi performativi ‘rilassati’ (relaxed performance and audience spaces) trasforma la rottura delle norme in una pratica creativa stimolante e appagante.

La piena accessibilità non esiste, perché ogni persona ha necessità particolari che limitano o facilitano l’accesso a spazi e la fruizione di esperienze e prodotti. Appunto per questo, possiamo solo continuare a informarci, in modo da saperne di più e poter fare sempre meglio. È fondamentale però ricordarsi del principio “Nothing about us without us”:

nulla che riguardi un certo gruppo deve essere fatto senza le persone che appartengono e si identificano in quel gruppo.

CONNESSIONI

Volo a Bogotà da Rio de Janeiro insieme a Pati Sousa. Oltre ad essere una grande artista brasiliana e insegnante di circo alla Escola Nacional de Circo di Rio, Pati è un’amica-sorella che in diverse occasioni mi ha aperto gli occhi su quanto razzismo e sessismo siano profondamente radicati nella nostra società, sulla violenza e sofferenza che provocano, sull’invisibilità del privilegio, del fatto che molte opportunità e possibilità di coglierle che ho avuto nella vita sono dovute all’essere una persona bianca, cisgender, neurotipica, di classe media e con cittadinanza europea.

Pati è una delle artiste ospiti di Achura Karpa. Il suo spettacolo chiude i cinque giorni di Festival, e la scelta non appare casuale perché Outono riprende le fila di tanti temi trattati. Si tratta di un monologo di circo-teatro interpretato e diretto da Pati stessa. Lãn, una donna enigmatica, immersa nella propria coscienza, riflette sulla condizione umana e in particolare sulla propria appartenenza, in quanto individuo, al mondo e alla società. Il percorso di Lãn tra terra e aria, sospensione e caduta, è fatto di incidenti, momenti di svolta, determinazione e perdita del controllo. Gesti e movimenti raccontano storie di ingiustizia e di violenza, solitudine e attraversamenti difficili, ma anche di amore, forza, speranza. Nella sala del Centro Nacional de las Artes Delia Zapata Olivella, una sensazione di unione e gratitudine, di empatia e solidarietà, si è fatta strada tra il pubblico, come un filo invisibile intessuto tra palco e platea. Per ore dopo lo spettacolo le persone che riconoscevano Pati per strada si avvicinavano commosse per salutarla e abbracciarla con un calore riconducibile sia ai temi trattati e alle tecniche acrobatiche, che al contesto socio-politico del Festival. La vulnerabilità e l’imprevedibilità sono comuni denominatori per qualsiasi vita umana. E vedere una donna nera esibirsi in un solo sulla scena di un festival di circo contemporaneo internazionale è raro, ed è come una finestra che si spalanca su nuovi scenari, sogni, mondi possibili.

• Gaztambide-Fernández, R. (2012) Decolonization and the pedagogy of solidarity. Decolonization: Indigeneity, Education & Society Vol.1, No.1, 41–67.

• Pinochet-Cobos, Carla. “Disrupting normalcy. Artistic interventions and political mobilisation against the neoliberal city.” Social Identities, vol. 27, no. 5, 2021, pp. 538-554. Sorzano, Olga Lucia. “Is Social Circus the ‘Other’ of Professional Circus?” Performance Matters, vol. 4, nos. 1-2, 2018, pp. 116-133.

• Sorzano, O.L. (2022) Reflecting on circus and decoloniality. In: Caravan Circus Network, Circus as Intercultural Encounter Guidebook: 48–52.

• UNHCR (2024). Colombia Situation: https://reporting.unhcr.org/operational/situations/colombia-situation#:~:text=Colombia%20has%20one%20of%20the,world%2C%20standing%20at%206.8%20million.

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FESTIVAL IPOTETICO

L’ARTE DELL’UNICITÀ

10/12 MAGGIO, MONTELUPO FIORENTINO (FI), spazioipotetico.com/ii-festival-ipotetico

di Andrea Bianca Maragliano e Samuele Mariotti

Ass. Spazio Ipotetico

Festival Ipotetico non è un festival, ma un’ “Ipotesi di Festival”, perché nell’ipotesi sta la rivoluzione, perché le ipotesi possono cambiare il modo con cui guardiamo il mondo e le persone.

Festival Ipotetico, giunto alla sua seconda edizione, nasce con la volontà di dare spazio e visibilità a progetti e compagnie che lavorano con la disabilità, utilizzando il linguaggio dell’arte, della bellezza e dell’unicità. Il programma ha visto l’alternarsi di laboratori artistici, spettacoli di circo, teatro, danza e clown, mostre, live painting, incontri, il tutto pensato per essere accessibile e fruibile per tutti, al di là del modo di comunicare o della motricità.

In Spazio Ipotetico esistono 7 miliardi di categorie. In Spazio Ipotetico nessuno è diverso, nessuno è uguale: chiunque è unic*, chiunque è persona.

L’ipotesi può superare le barriere mentali e fisiche e può arrivare nel non ancora pensato, rompendo lo stigma e i pregiudizi sulla disabilità, creando possibilità, spazi di incontro e immagini alternative. Al festival se ne sono viste di tutti i colori e di tutte le sfumature: corsi di giocoleria tenuti da persone in sedia a rotelle, danzatrici di 90 anni con danzatori di 9, lezioni e workshop di disegno tenute da persone autistiche. Uno spazio dove non si parla più di diagnosi, etichette o disabilità, ma della bellezza che può nascere dall’unicità di ogni persona e dal fare le cose insieme, in processi collettivi e di comunità.

foto di Giorgia Mariano

Quest’anno il festival ha visto la partecipazione di 43 Artiste e Artisti, 8 Compagnie, 17 associazioni e strutture che lavorano nel sociale, con 7 spet tacoli e 5 performance (circo, clown, danza, teatro, acrobatica aerea), 11 labora tori (danza, giocoleria funzionale, bolle, circo, letture e albi illustrati, acrobatica, di segno, serigrafia, atletica, colori naturali), 4 mostre (pittura, fotografia) e 2 dj set. Il festival ha accolto circa 1200 persone provenienti da tutta Italia, persone che hanno partecipato alle attività, a un pen siero, a una piccola utopia, a nuovi modi di stare insieme. Una comunità che perse gue una visione che non si esaurisce con la fine del festival, ma prosegue durante tutto l’arco dell’anno.

quello stigma sociale che vede la persona disabile come in un costante stato di non-possibilità.

In spazio ipotetico ogni persona ha diritto alla sua unicità!

Spazio Ipotetico è uno spazio aperto. Il festival è organizzato dall’Ass. Spazio Ipotetico, realtà nata per generare luoghi e occasioni in cui ripensare l’incontro di due concetti generalmente associati solo a scopi riabilitativi o terapeutici: arte e disabilità. Uno spazio in cui ogni persona – al di là della classificazione o diagnosi assegnata - possa incontrare il piacere e la bellezza dell’arte, ed esprimersi attraverso un processo creativo libero e orientato ai suoi bi-

Lo “spazio” dell’associazione è sia fisico, costituito da un tendone da circo sito a Montelupo Fiorentino, modulabile e strutturato in base ai progetti per essere accessibile e accogliente, dove viene svolta gran parte delle attività del progetto; sia non fisico, rappresentato dalla costruzione di una comunità sempre più grande che ha scelto di avvicinarsi ai temi dell’arte e della disabilità in accordo con il manifesto dell’associazione, il cui ultimo punto afferma:

In Spazio Ipotetico lo spazio è ipoteticamente tuo. In Spazio Ipotetico ogni voce è ascoltata, ogni ipotesi sondata, ogni polimorfia valorizzata e ogni bizzarria accolta.

E a te che stai leggendo, quale ipotesi vorresti proporci?

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SIMPOSIO SUL CIRCO EDUCATIVO

10 MAGGIO, ALTO ADIGE animativa.org

unibz.it

La Libera Università di Bolzano, Facoltà di Scienze della Formazione, insieme all'Ass. Animativa (BZ), promotrice da 30 anni delle arti circensi in Alto Adige, hanno organizzato il simposio "Circo educativoZirkuskunst und Bildung", partendo da 3 domande centrali: qual è il contributo della pedagogia circense all'educazione?

Quale potenziale può essere scoperto e rafforzato nei bambini e nei giovani? Come può il circo promuovere l'integrazione e lo sviluppo olistico?

cense, evidenziando le singole sfide particolarmente rilevanti nell‘attuale pedagogia del circo.

Michael Pigl (DE), fondatore del Circo inclusivo Sonnenstich e co-fondatore del “Berliner Zentrums für Bewegte Kunst”, pedagogo sociale diplomato e docente di pedagogia circense ha presentato alcuni modelli di formazione per l'educazione circense e la didattica inclusiva per il circo e le arti del movimento, input che hanno trovato un’applicazione pratica nel suo laboratorio pomeridiano sul modello In.Zirque, presentando metodi educativi e artistici innovativi concepiti come "design universale dell'apprendimento".

Presso il campus universitario di Bressanone (BZ) si sono così riuniti relatori di spicco provenienti da Germania e Italia, offrendo un programma di 4 keynote e diversi laboratori, rivolto a insegnanti, professionisti dell'educazione, genitori, operatori sociali e studenti, con traduzioni simultanea in italiano e in tedesco per facilitare la comprensione di entrambi i gruppi linguistici presenti.

Ha aperto le danze, Alessandra Farneti (BO), prof.ssa emerita della Facoltà di Scienze della Formazione e autrice di diversi libri, che ha offerto una panoramica sugli aspetti psicologici delle arti circensi con particolare riferimento alla figura del clown, illustrando le arti circensi come strumento di crescita psicologica che favorisce l’inclusione e la comunicazione, illustrando diverse ricerche condotte in diversi contesti di disagio.

A seguire, Daniel Patschovsky (DE), educatore di circo BAG (network nazionale per il circo educativo in Germania), docente di educazione circense all'Università di Colonia, ha fornito una panoramica sulle diverse potenzialità dell'educazione cir-

Antonella Brighi (FI), professoressa ordinaria di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione, oltre che coordinatrice della materia per l’Ass. Italiana di Psicologia, ha offerto una keynote sulla prevenzione del bullismo e sul contributo dell’educazione circense.

Dopo un break allietato da performance di alcuni artisti di Animativa, nel pomeriggio Ilaria Bessone, sociologa, referente per la ricerca e le relazioni internazionali di AltroCirco e co-fondatrice di Pirilampo APS (TO), ha intrecciato nel suo laboratorio ‘Lo spazio del circo sociale’ la prospettiva sociologica con le pratiche circensi, per ripensare il circo sociale come spazio sicuro, libero e coraggioso.

elementi costruttivi di una pedagogia orientata a valorizzare le attività che si propongono ai giovani.

Dino Leonetti, medico e fondatore dell’associazione “In Compagnia del Sorriso” (BT) e autore di libri su circo e autismo, ha tenuto un laboratorio sul clown e i bambini con disturbi dello spettro autistico, arricchendolo con elementi per sperimentarsi e confrontarsi attraverso gli occhi di un clown all’interno delle varie forme di autismo.

Sulle ragioni del simposio interviene Reinhard Demetz, presidente di Animativa APS: "Animativa cresce e il circo fa scuola: per noi è un'importante pietra miliare portare il circo all'università. Dai suoi inizi, più di 30 anni fa, la pedagogia circense ha continuato a svilupparsi ed è oggi uno strumento educativo riconosciuto. Il potenziale e i benefici per la salute sia fisica che psichica sono molteplici e questo simposio è stato un passo importante per parlarne con serietà." “La nostra collaborazione con Animativa è un ulteriore passo avanti nell'impegno della nostra università a promuovere un approccio integrato all'educazione", afferma Vanessa Macchia, ricercatrice e co-organizzatrice per la Facoltà di Scienze della Formazione. "Il circo è molto più di uno spettacolo, è anche un'opportunità di apprendimento e di crescita per la società nel suo complesso".

André Casaca, direttore artistico e pedagogico del Teatro C’art ComicEducation (FI), ha presentato l'Educazione Comico-Relazionale, frutto di uno studio centrato sulla diversità, sulla maturazione dell’identità individuale e sulla relazione tra le persone, tutti

Seguirà a breve un volume curato dai professori dell'università che riassumerà i risultati del simposio. Considerato il successo dell‘evento, l'università è aperta a ulteriori collaborazioni con Animativa e vorrebbe contribuire a rendere misurabili i benefici dell'educazione circense anche attraverso metodi scientifici.

PROGETTOQUINTAPARETE.IT JUGGLINGMAGAZINE. IT 40
a cura del Direttivo di Animativa APS

Piemonte Arcobaleno via delle Fontane 60, 13011 Borgosesia (VC) Ilaria Sitzia 348 8123417 sportarcobaleno.it

Clap-Circo Laboratori Arti Performative via Fratelli Bandiera 17, 28041 Arona (NO) Pasquale Di Palma 328 4986109 clap.zone

Flic via Magenta 11, 10128 Torino Matteo Lo Prete 011 530217 flicscuolacirco.it

Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 jaqule.com

Macramè Strada dei Sent 16, 12084 Mondovì (CN) Marco Donda 347 8251804 scuoledicircomacrame.blogspot.it

Pirilampo regione Faule 7, 10060 Macello (TO) Ilaria Bessone 375 7969457 E pirilamposcuolacirco

Ri-Circo via Granaroli 10, 15122 San Giuliano Nuovo (AL) Daniele Pistone 327 9125174 Q RiCirco Sportica Gym via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 0121 795590 sportica.it

Squilibria Circo c/o SSD CH4 Sporting Club via Trofarello 10, 10127 Torino Francesca Casaccia 011 678366 squilibria.it

Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 teatrazione.com

UP Scuola di circo via Mercantini 9, 12042 Bra (CN) Maria Grazia Ielapi 339 7532815 upscuoladicirco.com

Lombardia Allincirco via Crispi 53, 22100 Como Fabio Giangreco 339 6657570 allincirco.it Campacavallo via Gorlini, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 campacavallo.it

Quattrox4 via Andolfato 10, 20126

Milano Elisa Angioni 02 36525176 quattrox4.com

Scuola di Arti Circensi e Teatrali via Sebenico 21, 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 scuolaarticircensiteatrali.com

Spazio Circo Bergamo c.so Roma 84/a, 24068 Seriate (BG) Manlio Casali 393 0082506 spaziocircobergamo.it

Spazio Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 spaziokabum.it

Trentino Alto Adige Animativa via Cermes 2, 39011 Lana (BZ) Reinhard Demetz 0473 239564 animativa.org

Arteviva via Bari 32/L, 39100 Bolzano Sara Zanol 340 2395065 arteviva.bz.it

Friuli Venezia Giulia Circo all’inCirca via Cividina 17, 33100 Udine Irene Giacomello 340 6052371 circoallincirca.it

Veneto Barbamoccolo via Maestri del Lavoro 36, 30037 Scorzè (VE) Manuela Polacco 339 4652122 barbamoccolo.it

Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 circoinvaligia.it

Circo Volante via Scortegara 166, 30035 Mirano (VE) Laura Ugolini 340 8598292 circovolante.it

Kervan-Circolarte via Fiorazzo 1D, 35136 Padova Valentina Sperandio 351 2169653 E Associazione Kervan Ludica Circo Loc. Corbellar 7, 37020 Verona Stefania Garaccioni 347 9121866 ludicacirco.com

Liguria Circo Galleggiante via Castelfidardo 1, 19122 La Spezia Chiara Martini 339 5772543 circogalleggiante.it

SiRCUS c/o Teatro Internaz. di Quartiere Pz.tta Cambiaso 1, 16123 Genova Barbara Vecchio 010 8600232 sarabanda-associazione.it sYnergiKa piazza Palermo 12, 16129 Genova Annalisa Alcinesio 338 1172011 synergikaasd.com

Emilia Romagna Arterego via Piave 19, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Marco Marinelli 346 0361362 arterego.org

ArtinCirco via della Repubblica 6, 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Maila Sparapani 329 2347981 artincirco.it

Circolarmente via Zerbini 9, 43126 Parma Albert Horvath 338 3939743 circolarmente.it

Circo Sotto Sopra p.zza dei Colori 28/a, 40138 Bologna Mariagrazia Bazzicalupo 328 0178208 circosottosopra.com

Circus Atmosphere c/o palestra comunale via Boselli, 47923 Rimini Silvia Fonti 351 9409020 E circus.atmosphere

OfficinAcrobatica via Sebastiano Serlio 25/2 / via Stalingrado 12, 40128 Bologna Silvia Salvadori 333 2751155 officinacrobatica.com

TaDaM Circo via Allevi 13, 29121 Piacenza Dario Rigolli 333 1532976 tadamcirco.com

Toscana Antitesi Teatro Circo via Guidiccioni 6b, 56017 Ghezzano-S. Giuliano Terme (PI) Martina Favilla 349 6304211 antitesiteatrocirco.it

Badabam Str. della Tressa 5, 53100 Siena Margherita Gamberini 366 4811081 badabam.it

Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Stefano Bertelli 340 0810499 circoliberatutti.it

Circo Libre via Sambre 32, 50061 Fiesole (FI) Raffaella Fileni 388 4228248 circolibre.it

En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Federica Piccardi 347 5398775 enpiste.it

K-production piazza Viani 6, 55049 Viareggio (LU) Claudia Sodini 328 1447868 E Kproduction - teatro circo scienza

Passe-Passe via Sorripa 50, 50026 San Casciano in Val di Pesa (FI) Julien Morot 371 1287774 passepasse.it

Saltimbanco c/o Nuovo Teatro delle Commedie via G.M. Terreni 5, 57122 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 saltimbancoscuolacirko.it

Sottosopra via Pievani Landi 42, 52100 Arezzo Simona Serafini 339 3840294 arezzosottosopra.it Zac! v.le Toselli 43 int.5, 53100 Siena Alessandro De Luca 351 7379418 zaccircus.it

Umbria Circo Corsaro piazza Vanvitelli 1/a, 06034 Foligno (PG) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Foligno Circo Instabile via Birago 4, 00124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 E Circoinstabile Sul Filo e Dintorni Località Padella 37, 05018 Orvieto (TR) Soledad Prieto 389 4318892 LosFilonautas.com

Marche Aria di Circo via Achille Grandi 45, 60131 Ancona Caterina Del Giudice 388 7533247 ariadicirco.com

Circoplà c/o Spazioplà Via Vanoni 11, 60030 Serra dÈ Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 circopla.it

Visionaria via Gabrielli, 60131 Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 visionaria.org

Abruzzo Cirque Brutal via Stradonetto snc, 65128 Pescara Benedetta Cuzzi 351 6273546 E Cirque Brutal

Lazio Accademia Materia Viva via M. Marulo 54, 00143 Roma Roberta Castelluzzo 06 45491296 accademiamateriaviva.it

Circoraggio via Baccano 10, 00188 Roma Ombretta Di Simone 339 8258627 E ScuolaCirco Circoraggio

Circo Svago p.zza Aldo Moro 45, 00041 Albano Laziale (RM) Jacopo Beretta 331 8681147 circosvago.it

Palestra Popolare Corpi Pazzi via Bertero 13, 00156 Roma Luca Marinari 333 5234005 corpipazzi.net

Vola Voilà via dei Pescatori snc, 00124 Roma-Casal Palocco Anna Paola Lorenzi 342 5451353 volavoila.it

Campania Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Corsaro

Puglia Circo Laboratorio Nomade via Sferracavallo snc, 74012 Crispiano (TA) Marco Massafra 333 4292637 circolaboratorionomade.com

Circolare via Brindisi 126, 72019 San Vito dei Normanni (BR) Anna Pinto 380 1274099 E CIRCOlareFestivaldelleArtiCircensi Cirknos via Vecchia Frigole 36, 73100 Lecce Giorgia Basilico 333 4100916 E Cirknos

Tabarin via Prov. Gallipoli Alezio (P.co Angelica) 73052 Parabita (LE) Luca Andolfi 340 9640101 spaziotabarin.com

TenRock Teatro Circo c.da Marmorelle SS 16 Adriatica Nord, 72100 Brindisi Gabriele Cagnazzo 333 7823307 tenrock.it

Un Clown per Amico / Circobotero Str. Modugno Carbonara 4/8, 70131 Bari Michele Diana 348 0535875 unclownperamico.com

Upendi via Bologna 15, 70024 Gravina in Puglia (BA) Mario Iacovelli 080 9266780 upendi.it

Sicilia Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 329 7169258 circopificio.it

Gigliopoli via S. Antonio 6 Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281274 gigliopoli.org

Spazio Kiklos via Esopo 20, 90011 Bagheria (PA) Mario Barnaba 328 1668183 E spaziokikloscoworkingart

Sardegna Teatro Circo Maccus via dei Gerani s.n. 09044 Quartucciu (CA) Virginia Viviano 347 9650413 teatrocircomaccus.com

CIRCOSFERA.IT REGISTRO NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO EDUCATIVO
www.festivalmirabilia.it Per maggiori informazioni DUEMILAVENTIQUATTRO XVIII EDIZIONE Gimme Shelter Alba
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Mirabilia “On the Road” Mirabilia “The Festival” Cuneo 28/08-01/09 Busca 22-25/08 Con il sostegno di: Festival accessibile: Un festival di: In collaborazione con: Partner: Nel 2023 il Festival Mirabilia è stato sostenuto da
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