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BIAC 2013 > 2023

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CIRCOSFERA.IT

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Biennale Internazionale Des Arts Du Cirque

di Simon Carrara co-direzione BIAC

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Lavoro con Archaos dal 2000, da quando Archaos si stava stabilendo a Marsiglia e stava aprendo uno spazio di residenza (CREAC). Mia mamma era produttrice, mio padre uno dei due fondatori di Archaos, così le performing art sono un ambito dove sono cresciuto fin da piccolo. Quando ero molto giovane dissi ai miei genitori che non avrei mai lavorato in questo settore, ma poi si sotto chapiteau, così abbiamo creato il Village Chapiteau. presentò questa opportunità di lavoro e avendone i requisiti decisi di fare una prova. Ho cominciato a occuparmi dello sviluppo del progetto, per poi passare dell'amministrazione. Ospitavamo già allora tra le 12 e le 20 compagnie all’anno in residenza, e la metà del mio tempo lavorativo era a contatto con loro. Nel 2012 abbiamo ricevuto l'etichetta di Pole National du Cirque e nel 2013, all’interno degli eventi per Marsiglia Capitale Europea della Cultura, abbiamo creato le basi per la BIAC, che poi lanciammo con questo nome nel 2015.

Dopo l'amministrazione mi sono occupato della direzione finanziaria, poi Deputy Director e ho cominciato a lavorare con Guy Carrara e Raquel Rache de Andrade sulla programmazione artistica. È interessante il tema di lavorare in un'impresa familiare. La fiducia reciproca è un elemento importante, ed è un requisito che ancora cerco ogni volta che dobbiamo assumere nuovo staff. Inoltre i miei studi di sociologia da ragazzo mi aiutano nel mettere il nostro lavoro in un contesto più ampio e nel fare analisi più articolate.

E fin dall’inizio volevamo valorizzare il ruolo della donna nel circo contemporaneo, in un’epoca dove non tante donne si dedicavano alla direzione e scrittura di spettacoli. Oggi almeno il 40% degli spettacoli che offriamo sono scritti dalle donne, così come il 50% di quelli che coproduciamo. Tutte queste sono ancora oggi le ragioni della BIAC e le più importante per noi.

L’ultima tournè di Archaos è datata 2010, e si aprivano allora le porte per un nuovo corso. Per noi era chiaro fin dall'inizio che volevamo organizzare il più grande festival di circo del pianeta, in una grande città, e non era uno scherzo. Avevamo la sensazione che il circo ne avesse bisogno. Quando racconti che lavori nel circo è sempre complicato far capire cosa fai esattamente, perchè nell'immaginario collettivo il circo è legato spesso solo all'itineranza dei tendoni del circo tradizionale. Fin dalla prima edizione della BIAC la nostra ambizione era di poter mostrare allo spettatore, nell'arco di una settimana, un ventaglio di spettacoli che valorizzasse la diversità nel circo di oggi, nei contenuti e nei luoghi di rappresentazione. Ci interessava creare un programma intenso, anche

In questa scommessa ha giocato un ruolo importante poterci presentare come Archaos. Non avevamo alcuna esperienza nell'organizzazione di festival, ma aveva- mo tante competenze nella produzione, gestione di grandi eventi, team numerosi, organizzare show in grandi città e di lunga durata, campagne pubblicitarie importanti. È stato un vantaggio anche essere una compagnia riconosciuta, con un grande passato, che ispirasse fiducia e professionalità. Questo ci ha aperto molte porte, sia con i partner, sia con la community degli artisti, che hanno sempre creduto nel nostro progetto. Una fiducia che ci ha fatto superare anche le inevitabili difficoltà dell'avvio di un progetto così grande. Nel tempo abbiamo costruito un'ottima relazione con la città di Marsiglia, indipendentemente dall’amministrazione di turno. C'è una relazione molto proficua con i nostri partner, con incontri collettivi 3 o 4 volte l'anno per pianificare le nostre attività, compreso il lavoro di supporto agli artisti e la mediazione culturale che operiamo nelle scuole della città. BIAC è il maggior festival di performing art della regione, ed è un evento di rilievo anche per una città così grande come Marsiglia. Sembra strano che un'arte così marginale nel panorama dello spettacolo dal vivo possa assumere questi primati, ma volevamo fin dall'inizio avere questo impatto, in una regione dove il circo non era ancora particolarmente diffuso. Di certo BIAC promuove molto il circo nella regione e Art Sud, agenzia regionale per lo spettacolo dal vivo, ci confermano che da quando esiste BIAC c'è anche più circo nei teatri della regione, e più pubblico giovane, perché il circo è tra le performing art quella che lo attrae maggiormente.

BIAC è una macchina molto grande gestita da un core team ristretto di 7 persone, che ci lavorano a tempo pieno, affiancati da un direttore tecnico che lavora con noi l'80% del suo tempo. L’organico in ufficio coinvolge fino a 15 persone, con mansioni come il forum pro, la segreteria, la biglietteria, il coordinatore del Village Chapiteau. Nei due mesi della BIAC abbiamo circa 110 persone che sono coinvolte, la maggior parte tecnici, oppure staff che accolgono il pubblico e gli artisti. E stiamo parlando solo del nostro staff che si occupa dei grandi eventi di apertura, di chiusura e del Village Chapiteau. Poi ci sono tutte le persone che sono coinvolte nelle altre location partner che ospitano spettacoli della BIAC, che nel suo complesso offre più di 70 spettacoli, accoglie più di 400 tra artisti e tecnici, e vende oltre 100.000 biglietti.

Ma lo sbigliettamento è una piccola parte del nostro budget. Samo supportati dalla Città di Marsiglia, il Dipartimento, la Regione, il Ministero della Cultura e BNP, che ci sostiene fin dall'inizio. Il turnover della BIAC oscilla tra 1,8 e 2 milioni di euro, se consideriamo quello che organiz- minimo potenziale di crescita del pubblico, nel Village Chapiteau, dove la percentuale di biglietti venduti si avvicina al 91% della capacità, mentre nelle altre location la percentuale aumenta ancora. Sarebbe difficile organizzare una cosa più grande, e non siamo sicuri sia una priorità per la BIAC.

Il resto del lavoro di Archaos è spesso in qualche modo legato alla BIAC, con le resi- za direttamente Archaos, ma raggiunge un totale di 3,5 milioni di euro, se includiamo tutto l'indotto dei partner che ospitano spettacoli durante la BIAC. Ho la sensazione che sia difficile per BIAC diventare ancora più grande. Abbiamo un denze artistiche e le co-produzioni che poi vedono luce alla Biennale. Inoltre gestiamo un luogo permanente per l'allenamento. Ogni artista professionista ha facoltà di registrarsi e allenarsi, pagando una somma irrisoria di pochi euro al giorno.

Volevamo che questa fosse una edizione speciale, non solo perchè era il decimo anno, ma anche perchè l'edizione precedente era stata nel 2019, e quindi era ancora più importante che ci fosse un'edizione! Ma l'incontro con il pubblico è stato incredibile. Per l'opening abbiamo avuto 13.000 spettatori e per la chiusura 18.000. Non abbiamo mai ricevuto così tanti e calorosi ringraziamenti dal pubblico, dagli artisti, dai pro, dai partner. In questi ultimi 3 anni abbiamo lavorato tanto, anche a eventi che poi non hanno potuto avere luogo per la crisi pandemica. Era un continuo stop & go e avevamo la triste sensazione che la cultura non fosse più una cosa importante per il mondo. Era possibile andare a pregare in chiesa ma non andare a teatro per uno spettacolo. Molte certezze stavano saltando, ma ricevere tutti questi ringraziamenti mi ha riportato la convinzione che siamo necessari e importanti per le persone.

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