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LES FAUVES

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CIRCOSFERA.IT

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Alla BIAC la Cie EaEo ci stupisce ancora una volta. Sotto il loro nuovo tendone, assistiamo a “Les Fauves”. Dentro e al di fuori della pista “giocolieri in libertà” del calibro di Eric Longequel, Johan Swartvagher - nel duplice ruolo anche di direttori artistici – accompagnati da Neta Oren, Wes Peden, Emilia Taurisano, mentre la vocalist/musicista Solène Garnier crea l’atmosfera musicale live dello spettacolo.

intervista di A.R.

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a Johan Swartvagher co-direttore artistico

Condivido con Eric Longequel la co-direzione artistica di les Fauves, e questa è la nostra prima creazione insieme. Tutto è cominciato 5 anni fa quando Thomas Renaud, allora direttore della Maison des Jonglages e Marc Jeancourt di l’Azimut ci chiedevano che forma avrebbe potuto avere uno show di sola giocoleria sotto un tendone da circo.

Questa suggestione ci convinse ad accogliere la sfida per realizzare qualcosa di abbastanza sperimentale, sotto uno chapiteau dalla forma avveniristica che, arrivando in città, attraesse gli spettatori. Una sorta di navicella spaziale dove prendiamo per mano un pubblico vasto e lo portiamo a scoprire della giocoleria non ordinaria.

La prima cosa che facemmo con Eric fu il casting. Chiamammo Neta Oren, Wes Peden, Emilia Taurisano, la vocalist/musicista Solène Garnier. Questo cast era per noi chiaro fin dall'inizio. Volevamo uno spettacolo di giocoleria, e della giocoleria che ci piace.

Ci piaceva poter presentare una parte intima degli artisti, dagli stili così diversi, farli conoscere come persone e artisti prima di vederli in scena come performer. Volevamo che entrare nella tenda fosse un'esperienza particolare per il pubblico, che potessero muoversi liberamente all'inizio tra le varie postazioni e poi raccogliersi nel- l'arena centrale a vedere uno spettacolo collettivo degli artisti. Les Fauves è quindi uno spettacolo in due atti: la prima parte è un serraglio: il tendone, nei suoi spazi interni ed esterni, può essere visitato come un museo vivente. Incontriamo giocoleria con le piante dei piedi, giocoleria subacquea, giocoleria a distanza, giocoleria in trance. La seconda parte è una celebrazione dell'impermanenza: una lotta contro la gravità e l'oblio, vinta solo durante lo spettacolo, solo sotto il tendone, solo sotto i riflettori. Perché alla fine, come nella vita reale, gli oggetti ricadono al suolo, siamo bili. Anche per loro era la prima volta che concepivano una struttura così grande. È stata per tutti noi un’impresa trovare le risorse e realizzare il tendone, con tutto quello che c'è ora dentro, perchè nessuno di noi veniva da esperienze del genere. I primi due anni della produzione sono trascorsi anche nel trovare le realtà che volessero cofinanziare il nostro progetto, il cui investimento iniziale è stato consistente.

Per noi, appassionati di giocoleria, questa avventura ci impegna full time. On tour siamo in 10, ma il team è composto da 12 tutti un po' più grandi, e quello che è successo non c'è più. Quando ci chiesero se volevamo sviluppare l'idea avremmo potuto anche optare per una forma più ridotta. All'inizio avevamo anche pensato ad una struttura fatta di piccoli tendoni collegati da corridoi, ma alla fine ha prevalso l'idea di una struttura unica e ampia, più versatile per ospitare in futuro anche altre programmazioni o compagnie, eventi, spettacoli di aerea, etc.

Il tendone è stato realizzato insieme a Dynamorphe, un collettivo specializzato in progetti artistici con strutture gonfia- persone, e nelle prime fasi della produzione c'erano ovviamente coinvolte molte più figure. Ora che lo spettacolo è pronto dobbiamo portarlo in giro, e questo implica montaggi e smontaggi, l’itineranza, imprevisti, e tutta una serie di attività cui prima non dovevamo dedicarci. Io ho interrotto ogni altro mio progetto personale, e vedremo dove ci porterà questa avventura. In realtà il futuro è ancora da scrivere, per ora siamo impegnati a far girare e conoscere Les Fauves. Col tempo capiremo cosa aggiungere.

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