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DRAMMATURGIA SPECIFICITÀ E SFIDE

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CIRCOSFERA.IT

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di Audrey Louwet

Audrey Louwet, acrobata aerea, drammaturga. Nel suo portfolio una lunga serie di creazioni per la Cie Azein, di cui è direttrice artistica. Audrey affronta l’annoso tema del rinnovamento della drammaturgia circense in una conferenza seguita da un vivace dialogo con il pubblico degli operatori presenti alla BIAC.

Nella vita impariamo a camminare, parlare, muoverci grazie all’osservazione dei gesti di altri e ai neuroni specchio che ci aiutano nel ripetere questi movimenti. A teatro e a cinema possiamo spesso identificarci con quello che accade. Sono comportamenti, movenze, emozioni che conosciamo o a cui possiamo relazionarci. Nel circo invece l'acrobatica e il virtuosismo esprimono gesti troppo avanzati perché il pubblico possa immaginare di riprodurli. Per questo il circo suscita emozioni di paura e di ammirazione, perchè quello che facciamo con il corpo è molto raro e complesso, indecifrabile dai neuroni specchio di uno spettatore comune. Che facciamo nella creazione con queste emozioni di paura e di ammirazione che scateniamo nel pubblico? Cerchiamo di rinforzarle, cancellarle, modificarle, sublimarle?… e quello che accade tra una performance e l'altra ha un grande rilievo ai fini drammaturgici…

Le attrezzature nel circo sono spesso anche la scenografia, e alcune routine entrano con forza sulla scena. Per esempio: un quadro creano, alto 5 metri, con 8 metri di materassi, divisi su 4 pezzi, molto pesanti, che prendono tanto spazio; oppure il magnesio che dobbiamo metterci sulle mani tra un'acrobazia e l'altra. Partendo da queste esigenze come scriviamo lo spettacolo? Oppure come lo stravolgiamo? Per esempio, io volevo continuare a portare acrobazie in scena, ma senza gli apparati tecnici, così con il mio partner abbiamo creato una nuova disciplina…

La Drammaturgia, è uno stato mentale. Non significa essere un regista, un direttore, ma attivare una funzione connessa con tutte le altre funzioni che concorrono alla creazione di uno spettacolo. Personalmente la suddivido in drammaturgia sulla piccola scala, che ci vede impegnati nello scrivere uno spettacolo portando in scena tecniche di circo, e drammaturgia sulla grande scala, che ha invece l’obiettivo di stabilire una connessione tra quello che avviene nello spettacolo e quello che avviene nel mondo.

Partendo da questo offro qui una serie di spunti, in ordine sparso, con cui ci confrontiamo oggi nella drammaturgia dello spettacolo di circo, con l’intento di contribuire ad alimentare il dibattito sul suo sviluppo. Sono solo alcuni spunti, di una lunga serie, e non ci sono soluzioni che valgano sempre e per tutti. Sono scelte personali da fare e tante soluzioni, una per ogni spettacolo. Non ci sono verità assolute, ma più siamo consapevoli delle scelte, più possiamo prendere in considerazione delle soluzioni.

Quando siamo in pista abbiamo a che fare con il bisogno di recuperare energie, respirare. Non possiamo saltare per un'ora di seguito. Lo spettacolo segue le necessità e il ritmo della respirazione degli artisti. Cosa facciamo allora con le pause a cui siamo obbligati, quale senso gli diamo e come le scriviamo? In realtà la caratterizzazione di uno spettacolo riguarda solo parzialmente la performance acrobatica,

In scena prendiamo dei veri rischi con il nostro corpo. Se mi infortuno durante uno spettacolo questo mi riguarderà personalmente, e anche seriamente. È difficile per un artista allontanarsi dal proprio corpo e calarsi nel personaggio, perchè dobbiamo essere coinvolti al 100% nella performance tecnica. Questa è una grande specificità del circo, e questa discontinuità ha un effetto sul personaggio che portiamo in scena o su cosa vogliamo che interpreti. Ed è qualcosa da cui non possiamo prescindere quando scriviamo uno spettacolo di circo…

Ho lavorato con un cane in scena, e quando arrivi con un animale in scena, anche se non fa niente di particolare, lui prende tutta l'attenzione. È pazzesco. Devi fare qualcosa di davvero eclatante per attirare su di te l'attenzione. L'animale porta se stesso in scena senza filtri, e questo è molto forte, attraente. Un tema che appartiene al passaggio da piccola a grande drammaturgia. La capacità di essere nel corpo lì, in quel momento, perchè il corpo ha un'energia incredibile, e noi usiamo l'intelligenza del corpo. Per me lo scopo della grande drammaturgia oggi è quella di riportarci ad una maggiore connessione con il corpo…

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