CIRCO INCLUSIVO NUMERO 99 GIUGNO 2O23 JUGGLINGMAGAZINE.IT ASSOCIAZIONE GIOCOLIERI & DINTORNI issn 1591-0164 Poste Italiane SpA sped. in a.p. 70% DCB Viterbo. Contiene allegato P. e allegato R. € 3,00
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dell’Ass. Giocolieri e Dintorni
Pubblicazione trimestrale
Anno XXV, n. 99, giugno 2023
Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002
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Finito di stampare il 20 giugno 2023
In copertina
Artista Nanda Schütterle-Podedworna foto di @artofayni da un progetto di Marine Maringer
In questi ultimi quattro decenni siamo cresciuti e abbiamo nutrito il mondo del circo contemporaneo, in tutte le sue declinazioni e applicazioni, osannando una pratica gioiosa, inclusiva, creativa delle arti circensi – e una sua trasmissione – come capisaldi e metafore di un mondo migliore dove realizzarsi.
La valenza sociale del circo ha posto forte l’accento su codici etici, su “un circo per tutti e per ognuno” che, accogliendo l’alterità, annullasse le distanze. Principi che hanno ispirato e ispirano una grande fetta del circo di oggi, alimentati anche dai crescenti movimenti planetari di emancipazione e rivendicazione di diritti che caratterizzano questa epoca.
Il circo come scelta di vita, terreno di buone pratiche, strumento e opportunità per liberare il proprio corpo, la propria mente e il proprio animo.
“Mens sana in corpore sano” scriveva il poeta romano Decimo Giunio Giovenale per denunciare il clima morale corrotto in cui viveva la società romana del suo tempo. Un motto poi adottato impropriamente e che ancora troneggia nelle palestre di società sportive e nelle home page di salutisti e personal trainer.
Con il sostegno di
Ma cosa significa oggi “corpore sano” e “mettere il corpo al centro della scena/pista”? Quali sono i parametri di “sano e perfetto” adottati da chi gestisce scuole professionali e/o crea programmazioni di circo? In che modo l’autenticità, la vulnerabilità, la potenza, l’incanto, la diversità del corpo liberano il sentire dell’artista e del pubblico? E quanto omologata deve essere una “mens sana” per ottenere spazio e attenzione nel circo contemporaneo?
Da sempre riceviamo infinite testimonianze di persone che, avvicinandosi alla pratica amatoriale del circo, incontrano un luogo di ascolto e opportunità dove poter dare libero spazio alla propria personalità. Ma emergono anche alcune denunce di chi, spesso in ambito professionale, incontra purtroppo anche discriminazione, se non abuso. Le due testimonianze di Sabine Maringer e Yotam Peled che pubblichiamo raccontano la tensione tra le potenzialità di inclusione e sviluppo, contrapposte alle insidie della discriminazione, dei pregiudizi che pure serpeggiano all’interno del nostro settore. Entrambi esortano a un maggiore impegno nell’alimentare il confronto, affrontare i temi, portarli alla luce, aprirsi a buone pratiche.
Un impegno che anche Juggling Magazine è chiamato ad assumersi con maggiore consapevolezza – nelle foto, nei testi e nei link a contenuti online – per rappresentare tutto il circo che c’è, per stimolare il dibattito su come valorizzarlo.
Adolfo Rossomando direttore editoriale Juggling Magazine
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EDITORIALE
Yotam
Peled ph Valentin Braun
PARTIAMO DALLA TUA STORIA PERSONALE…
Sono nata e cresciuta a Split, dove ho praticato ginnastica a livello agonistico da 4 a 12 anni, costretta poi a fermarmi per un infortunio. Una volta guarita non ero più nel mood di fare agonistica, ma desideravo ancora impegnarmi in attività con un alto grado di allenamento tecnico. A 16 anni, in un periodo in cui mi divertivo con la break dance, incontro il circo grazie a un amico. Dopo un workshop di acrobatica, tenuto a Split da un performer tedesco, ho cominciato ad allenarmi da autodidatta come contorsionista e acrobata. Terminate le scuole superiori decisi di perseguire una carriera da performer di circo, scelta al tempo considerata molto esotica qui da noi. Volevo andare all'Etage a Berlino. Ma al tempo la Croazia non era parte della EU, i miei genitori non erano di grande supporto e l’impresa troppo costosa. Andai comunque a Berlino, dove partecipai ad alcune audizioni, rendendomi conto che una carriera artistica era alla mia portata. Per mantenermi cominciai a fare busking, girando in Europa, ma questo non era la mia passione. Fu al Festival Novog Cirkusa a Zagabria che scoprii il circo contemporaneo, esibendomi in seguito lì più volte. Nel 2009, primo anno in cui la Croazia poteva applicare per Jeunes Talent Cirque Europe, con il mio partner Jacov Labrović scrivemmo un progetto per una performance di 60 minuti che superò le preselezioni, fino ad essere eletta tra i progetti vincitori. Questo evento cambiò completamente i miei orizzonti e le mie possibilità. Per 5
anni girammo moltissimo in USA, Europa, con lo spettacolo “C8H11NO2”, che è la formula della Dopamina, una storia personale intima sulla salute mentale dove si toccava il tema della schizofrenia.
uno spazio e un programma per le residenze, cambiando molti posti. Nel 2019 portammo un Loop pour l'Homme in estate davanti allo Youth Center. Ci trovammo con 600 persone di pubblico, segno evidente che Split era pronta per queste proposte. Nel 2020, nel pieno della pandemia, partì a settembre la prima edizione del Peculiar Families Festival (PFF), programmando tutto outdoor. E tra la prima e la seconda edizione trovai il tempo di fare un figlio.
Il titolo del festival nasce dalla combinazione di tre diversi pensieri. 1) Sappiamo quanto siano strette, intime e talvolta peculiari le relazioni tra gli artisti nei collettivi circensi per resistere all'intensità della vita circense. Vogliamo portare queste relazioni sotto i riflettori e applaudirle. 2)
Vogliamo creare queste relazioni tra il pubblico, gli organizzatori e gli artisti e condividere questa magia insieme. Vogliamo cancellare i confini tra il palco e il pubblico. 3)
PECULIAR FAMILIES FESTIVAL
Nel 2015 decidemmo di prenderci una pausa di riflessione. Jacov tornò ad occuparsi di scultura e io cominciai a occuparmi di produzione. Girando tanto sognavo da tempo di poter organizzare un festival a Split. Ho cominciato così dalla gavetta, con piccole cose, le prime ricerche fondi,
Questa è una provocazione nei confronti dei politici di destra in Croazia, che stanno cercando di attuare la loro agenda in cui la vera famiglia è solo quella tradizionale.
ROOM 100 organizza ogni anno il PFF, ma l’edizione
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foto Andrija Zokić
18 / 22 APRILE, SPLIT (CROAZIA) peculiarfamilies.org cirkorama.org cirkusfera.org cirkobalkana.org
Intervista di A.R. ad Antonia Kuzmanić direttrice artistica
Amer Cabanni / CIA°104 Runa
Nikolina Komljenović Tanka linija
2023, di scala più ampia dovendo ospitare il meeting annuale Circostrada, ha visto la partecipazione organizzativa anche di Cirkusfera da Belgrado, e Cirkorama da Zagabria. Non viviamo nella stessa città, alcuni nemmeno nella stessa nazione, ma ci sentiamo quotidianamente ed è quasi come avere una sola organizzazione con uffici in 3 città diverse.
Di solito programmiamo al PFF performer internazionali, con uno spotlight sulla Croazia. Quest'anno la proporzione si è invertita e la sua offerta di spettacoli triplicata, se consideriamo anche i work in progress del progetto Circus Without Circus. Un’edizione speciale per noi, grazie alla presenza di tanti operatori stranieri venuti per il Meeting Circostrada, a cui volevamo davvero presentare cosa c'è in Croazia e nella regione. In questo senso avere qui lo chapiteau di CirkoBalkana è stato un grande vantaggio, oltre che una prima opportunità per il pubblico locale di assistere a spettacoli di circo all’interno di uno chapiteau.
QUALI SORPRESE HA PORTATO QUESTA EDIZIONE?
La sorpresa più bella è stata la partecipazione così massiccia di programmatori e operatori stranieri. Forse siamo una regione davvero esotica all’interno del
network Circostrada! La cosa peggiore è quella che è sempre la peggiore ogni anno: la produzione. Le location che abbiamo mostrano durante il festival tutta la loro fragilità e inadeguatezza. In sostanza ci concedono le mura, ma tutto il resto dobbiamo procurarlo noi. Non abbiamo supporto tecnico, attrezzatura tecnica, ci mancano le infrastrutture. Tutti facciamo tutto, dalla biglietteria alla tecnica, all'organizzazione degli spazi, etc. Non abbiamo budget per im-
una coproduzione tra Un Loop pour l'Homme e artisti croati e mostra un impianto drammaturgico più “francese”, ma contenuti che nascono dalla regione balcanica.
Personalmente quello che preferisco nel circo è l’impegno e il coinvolgimento in performance che parlano di temi sociali, personal background, atmosfere intime, che portano un messaggio. Ma il nostro pubblico va avvicinato gradualmente a questi esiti e quindi programmiamo anche performance di più facile intrattenimento per avvicinarlo. Oltre al festival abbiamo una programmazione annuale, con presentazione da parte dei gruppi in residenza. Portiamo anche spettacoli di alta qualità in altri luoghi della città, villaggi e comunità più piccole, in aree appartate e luoghi non convenzionali (come in cima alla montagna). Tanto lavoro organizzativo, ma è uno dei programmi che preferisco, molto interessante e con un grande ritorno.
COSA SIGNIFICA VIVERE E LAVORARE A SPLIT?
piegare altri, e per fortuna abbiamo amici e volontari che vengono per aiutarci. La nostra è un’economia molto ridotta, con contributi davvero minimi da parte delle istituzioni centrali.
COSA CARATTERIZZA L'ARTE DEL CIRCO NELLA VOSTRA REGIONE?
Per me è molto punk, auto-sostenibile. Tutti sono per forza di cose multitask, e questo si riflette anche sull'estetica delle performance. Le difficoltà e i limiti che affrontiamo vengono portati anche in scena, e apprezzo molto che lo si faccia, senza nascondere le difficoltà in cui lavoriamo. Non abbiamo una tradizione di circo qui in Croazia, quindi non c'è un link a quel patrimonio, a quella estetica. E nemmeno c'è relazione con il teatro, dramma, l’opera. Così c'è molta più libertà di sviluppo nel circo. Duel per esempio è
Spilt è una città dove è scoppiato da qualche anno il turismo di massa. Tutte le istituzioni culturali sono nel centro - teatri, biblioteche, musei, galleriema nessuno più vive nel centro, che è diventato un immenso airbnb. L'amministrazione in questi anni ha investito solo nello sviluppo dell'offerta turistica, e anche l'offerta culturale va in quella direzione, limitandosi alla sola stagione estiva. Non è un caso se nel programma offerto ai membri di Circostrada abbiamo inserito anche un giro anti-turistico nelle periferie della città. Fuori dal centro i residenti hanno a disposizione solo piccole biblioteche e col tempo hanno perso il desiderio e la necessità di partecipare ad attività culturali. Così ci piace poterli riagganciare, poter portare il circo in periferia, strutturare il festival per avvicinare i residenti, programmandolo nella bassa stagione turistica, con location lontano dal centro città. E i risultati si vedono. Con il tempo vedo affacciarsi a PFF facce nuove, ma anche facce che ci hanno già seguito e che ritornano.
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Danka Sekulović & Tjaž Juvan The ways of being
Mismo Nismo Žonglerski koncert
IL CIRCO IN CROAZIA E NELLA REGIONE
Circostrada, network internazionale di circo contemporaneo e outdoor art, pubblica regolarmente guide, studi, relazioni ed elenchi professionali. Sul suo portale fornisce libero accesso a numerosi documenti, risorse tematiche e una mappa interattiva che identifica altri portali di risorse in Europa e nel mondo. La pubblicazione “Contemporary Circus & Outdoor Arts in Croatia and the region”, lanciata nell’aprile scorso al Meeting Annuale Circostrada tenutosi a Split (Croazia) e ospitato all’interno del Peculiar Families Festival, fornisce una panoramica dei settori del circo contemporaneo e delle outdoor art in Croazia e nella regione in generale, attraverso una serie di testimonianze a cura di professionisti che hanno contribuito al suo sviluppo.
Pubblichiamo una riduzione dell’intervista a Jadranka Žinic´ Mijatovic’ contenuta integralmente nella pubblicazione di Circostrada. Attiva sulla scena culturale indipendente dal 2000 come performer, produttore e regista nell'associazione Cirkorama, e successivamente nel collettivo CirkoBalkana, lavora come insegnante di circo ed è membro della giuria regionale per le nomination di CircusNext.
L'anno scorso, il festival regionale CirkoBalkana, co-organizzato da Cirkorama con sede a Zagabria (Croazia) e Circkusfera di Belgrado, (Serbia) ha celebrato il suo decimo anniversario. Come avete creato una connessione tra il livello locale, quello regionale e infine quello internazionale?
CirkoBalkana è una creazione nata dall’entusiasmo e nella mente di pochi amici – in seguito anche colleghi – innamoratisi del circo contemporaneo e delle outdoor art all'inizio degli anni 2000. Anche prima di fondare le nostre rispettive organizzazioni ci muovevamo e scambiavamo conoscenze tra Zagabria e Belgrado. In qualche modo era naturale, poiché la scena degli artisti di strada che usavano tecniche circensi in entrambi i paesi era piccola e frammentata. In una regione dove non esisteva una tradizione circense autoctona o scuole di circo, quello che ci accomunava era lo scambio reciproco di conoscenze apprese viaggiando alle convention di giocolieri e di acrobatica. Oppure grazie ad artisti provenienti dall’Europa occidentale che venivano nella nostra regione per il Festival del-
l'Espressione Teatrale AlternativaFAKI organizzato dal Autonomous Cul tural Center Attack!, per le convention di acrobatica organizzati dall'allora Triko (oggi Triko Circus Teatro) e per il Festival of Street Magicians organizza ti dall’associazione Cˇarobnjakov šešir. Oltre agli artisti di passaggio durante il viaggio attraverso il Balca ni, che si fermavano nelle nostre città e ci insegnavano nuove tecni che. Così il carattere internazionale della nostra scena è presente nelle radici stesse della nostra arte e dei nostri progetti. Negli anni si sono profilate affinità, sono state fon date organizzazioni e collabora zioni basate su preesistenti ami cizie e collaborazioni artistiche individuali.
Circosfera e Cirkorama hanno trovato nello sviluppo del circo contemporaneo la loro comune direzione.
Con il desiderio di rafforzare la scena, abbiamo avviato il progetto Circus Art Labora tory, basato sulla formazio ne per tutto l'anno su tecni che circensi "insolite e di
vertenti". Il progetto coinvolgeva giovani artisti progressive dell'Europa occidentale che sono venuti a Zagabria e a Belgrado, tenendo laboratori intensivi ed esibendosi con spettacoli (tra questi My! Laika/SideKunst Cirque e Johan Swartvagher con il collettivo Martine a la Plage). Attraverso lo stesso progetto, Marie Mercadal, una trapezista francese della Cie Cirk' Oblique è venuta più volte nella nostra regione. A quel tempo, Cirk'Oblique è stata la prima compagnia sotto tendone disposta a venire nella regione e collaborare con
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circostrada.org
È stato proprio il Circo Art Laboratory che ci ha incoraggiato a creare un festival nella regione, anche se i luoghi che avevamo a disposizione non erano adeguati per l'organizzazione di un festival. Eravamo coscienti del fatto che un festival, oltre a fornire agli artisti della regione una panoramica sugli esiti recenti dell’arte circense, opportunità di formazione, scambio e socializzazione in uno spazio adeguato, avrebbe fornito la visibilità di cui avevamo bisogno per azioni di advocacy nelle sedi istituzionali al fine di posizione l'arte circense nelle politiche culturali della regione. Fin dall’inizio il festival ha manifestato la sua vocazione internazionale, organizzato da tre partner paritari Cirkorama dalla Croazia, Circkusfera da Serbia e Cirk' Oblique dalla Francia. Grazie agli artisti ospiti, ad un’atmosfera rilassata e al riconoscimento dall'Institut Français Serbia, la voce sul festival si è diffusa rapidamente fuori dai confini della regione, innescando molte reazioni positive nelle organizzazioni di circo dell'Europa occidentale. Allo stesso tempo, rafforzati da questo reazione, anche se ancora senza alcun riconoscimento in patria, abbiamo sviluppato ulteriori collaborazioni a livello locale e regionale, collegandoci con altre organizzazioni in Croazia, Slovenia e Serbia. Il festival è stato così ospitato a Pola dall’Ass. Cˇarobnjakov šešir, a Novi Sad dal Ludifico e Kreativni Pogon, e in Lubiana dal Teatro Ana Monro. Un network collaborativo stava prendendo forma a livello locale e regionale. Possiamo affermare che la nostra storia ha fatto il suo percorso in modo insolito, passando prima da uno sviluppo simultaneo di carattere regionale e internazionale, per poi costruire al livello locale, dove i risultati sono diventati visibili solo di recente.
Quali sono le specificità di possedere e di lavorare con un tendone da circo?
Quando abbiamo iniziato a pianificare l'acquisto dello chapiteau, il nostro buon amico, il direttore della scuola di circo di Turbul, Pierre Chartier, ci ha avvertito che gestirlo non è un lavoro semplice. Consapevoli della complessità, dopo anni di gavetta sotto l'occhio vigile di Cirk'Oblique e poi di Side Kunst Cirque, pensavano che fosse comunque la cosa giusta da fare. Acquistarne uno avrebbe significato ridurre i costi che avevamo ogni volta che dovevamo far venite uno chapiteau dalla Francia, oltre a fornire uno spazio circo itinerante per artisti della regione e per il festival. (…) Possedere e mantenere un tendone da circo nella nostra regione è, a dir poco, particolare, considerata l'eterna penuria di finanziamenti. (…) Non abbiamo riscaldamento, quindi le programmazioni sono attive solo durante i mesi caldi dell'anno. Inoltre è difficile ottenere un permesso per montarlo nelle città della regione, dal momento che le autorità ancora non percepisco lo chapiteau come uno spazio per la promozione e lo sviluppo delle arti. Fortunatamente a Zagabria e Belgrado riceviamo aiuto da Zagreb Center for Independent Culture e da centri giovanili di Pogon e Bitef Festival. C'è anche la sfida dei mezzi che trasportano lo chapiteau e le attrezzature. (…) A volte viaggiamo per 48 ore per distanze che normalmente richiedono 6 ore. Non sembra affatto attraente! Tuttavia, vivere con uno chapiteau ci consente quella itineranza che tutti bramiamo. Ci dà l'opportunità di vivere in un collettivo, condividere la quotidianità e idee artistiche, scendere giù dal letto e ritrovarsi sul palco a creare, far crescere i nostri figli in un ambiente stimolante, creativo e senza paura. Nonostante tutte le preoccupazioni, lo chapiteau ci regala una zona autonoma per l'arte e la vita, una piccola utopia di circo in una realtà incerta.
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CirkoBalkana ph Andrija Zokić SLOVENIA
CROAZIA SERBIA BOSNIA
UN CIRCO OLTRE LA BELLEZZA
Q shibari.circus
di Sabine Maringer MA
So che affronterò un argomento che solleva molte domande, sono sicura che alcune persone si sentiranno personalmente attaccate. E sono totalmente consapevole di trattare un argomento che porterà alla luce vergogna e dolore, un argomento di cui raramente parliamo in pubblico. Rischio forse molto con questo testo, ma non mi interessa più. L'amore per il mio corpo vale più dell'opinione degli altri.
Prima di affrontare l’argomento, ecco da dove vengo. Sono stata un artista circense e una danzatrice per circa 20 anni. Ero così stanca del settore che volevo ritirarmi dal circo, così ho avviato una nuova professione. Sono diventata una Dominatrice. Come nel circo, questa è una professione molto centrata sul corpo. In entrambe le persone ti ammirano anche per come appare il tuo corpo. Ma qualcosa stava cambiando. Mi ci è voluto un po' per rendermene conto. Ho perso massa muscolare, sono ingrassata, avrei dovuto sentirmi a disagio con il mio corpo e pensavo che le persone non mi apprezzassero più. Invece quello che è successo mi ha sorpreso. Le persone hanno iniziato a farmi complimenti per il mio corpo non allenato, mi confidavano quanto stessi bene e per la prima volta in 20 anni ho potuto amare il mio corpo così com'è. Questo mi ha fatto pensare. Questo mi ha reso triste.
Ora sono nel mio settimo mese di ricerca sull'argomento: “Sesso e Circo e Oltre la Bellezza” è una linea laterale della mia ricerca. Dato che la mia vita non dipende più da compensi nell'industria del circo, sento che è molto più facile parlare. Ed eccomi qui.
A CIRCUS BEYOND BEAUTY
Quando parlo di corpi in questo testo parlo di corpi di tutti i sessi allo stesso modo. Se dico "NOI" intendo tutti coloro che sono coinvolti nell'industria circense, compreso il pubblico. Quando parlo dell'industria circense mi riferisco all'industria circense professionale.
A chi appartiene il corpo del circo? Chi decide quali tipi di corpo saranno messi in scena? Chi determina come dovrebbe apparire il corpo di un artista circense? Chi stabilisce un limite di età per gli artisti sul palco? Chi plasma le aspettative del pubblico nei confronti del corpo di un artista circense di classe? Chi stabilisce gli standard di un bel corpo da circo? Sappiamo tutti la risposta. La risposta è che il corpo del circo appartiene all'industria del circo. Decidono quali tipi di corpo saranno messi sul palco, come dovrebbe apparire il corpo di un artista circense e il limite di età per gli artisti sul palco. Modellano le aspettative del pubblico nei confronti del corpo di un artista circense di classe e stabiliscono gli standard di un bel corpo da circo.
La pressione per essere perfetti nell'industria del circo è immensa. Da noi ci si aspetta una tecnica perfetta, atti perfetti e corpi perfetti. Non ci è permesso invecchiare o mostrare il nostro vero aspetto. Invece, nascondiamo i nostri
corpi in costumi che nascondono ciò che crediamo non dovremmo mostrare. Ci alleniamo, patiamo la fame e modelliamo i nostri corpi per proiettare l'immagine che pensiamo che il pubblico del circo e i programmatori vogliano vedere. È una spirale costante, un avanti e indietro, un miserabile gioco di ping pong. E in qualche modo siamo tutti d'accordo con le regole. Ma la verità è che siamo di così tante dimensioni, fatture e forme diverse, ognuna delle quali porta con sé infinite variazioni di codici genetici. I nostri corpi invecchiano in modo diverso, formandosi, deformandosi e trasformandosi in modi completamente diversi. Siamo magri, scarni, muscolosi, forti, abbiamo fianchi larghi, seno piccolo o grande, cosce sode o strette. Abbiamo le rughe sui nostri volti, i nostri seni risaltano o si incurvano, tendiamo a sviluppare addominali o meno. Ci alleniamo, digiuniamo e mangiamo in modo sano e nonostante ciò abbiamo ancora la cellulite. Abbiamo le pieghe della pancia e i muscoli delle braccia ballano quando salutiamo. Abbiamo i capelli grigi o siamo calvi, smagliature sui glutei, sulle cosce e sul seno. Abbiamo cicatrici da incidenti e il nostro corpo cambia dopo la gravidanza. Tutti invecchiano e cambiano; siamo esseri umani e non esiste in natura essere "perfetti".
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foto @artofayni
artista Maja Karolina Franke
Abbiamo interiorizzato ciò che è bello e ciò che non lo è. Valutiamo noi stessi, confrontiamo noi stessi, odiamo noi stessi e giudichiamo gli altri in base agli standard fissati per noi da coloro che controllano il settore. I nostri corpi sono macchine e quando iniziamo la nostra carriera come artisti circensi, in qualche modo diamo il controllo sui nostri corpi alle autorità sbagliate. Ci sostengono, ci dirigono e ci governano. Seguiamo semplicemente queste linee guida e dimentichiamo ciò che vogliamo, come ci sentiamo dentro di noi e come vediamo noi stessi e gli altri corpi. Viviamo una bugia, e lo sappiamo. Temiamo di non essere contrattati o assunti da un’impresa o da un festival, quindi giochiamo al gioco della perfezione del circo. Ci siamo esibiti bene e con passione e gioia, e ci siamo amati e apprezzati
per essere stati amati e ammirati dal pubblico per essere stati perfetti. Tuttavia, tutto questo è solo un'illusione, l'illusione del perfezionismo nel mondo del circo. È tempo di liberarsi da questa nozione. Affrontiamolo. Sì, abbiamo un grosso problema con la vergogna per il corpo e l'età nel circo contemporaneo. Anche se pensiamo di essere così lungimiranti con atti sperimentali e ricerche elaborate, dobbiamo fare quel miglio in più per vedere davvero i nostri vicoli ciechi. Tutti hanno rughe, pieghe della pancia, cellulite, smagliature e grasso corporeo, come fa un intero settore a pensare che gli artisti circensi dovrebbero avere un corpo perfetto?
Come funziona?
Ognuno può fare le proprie ricerche da solo, ma arriverà alla stessa conclusione: ci manca la diversità sul palco per età, corporature, genere, ruoli di genere e origine. Dove sono sui palcoscenici professionali tutti i diversi corpi che vediamo nei progetti e nelle scuole di circo sociale? Dove sono tutti i veri corpi sul palco? E non parlo di “lavaggio della diversità”.
che selezionino umani, non illusioni. Quanto sarebbero diversi gli spettacoli? Quanto diversamente il pubblico percepirebbe il circo diverso? Quanto più rilassati, leggeri e felici ci sentiremo come artisti con noi stessi? E quanto più rilassati, leggeri e felici si sentirebbe il pubblico quando vedrebbe la realtà sul palco e
RUGGIERIPOGGI.IT
Circus beyond beauty artista Maja Karolina Franke
artista Ariane Öchsner
CIRCUSDANCEFESTIVAL
20-29 MAGGIO, COLONIA, GERMANIA circus-dance-festival.de
di
OVERHEAD PROJECT
CircusDanceFestival, nato nel 2019, è parte integrante di un progetto più ampio curato dalla compagnia Overhead Project, fondata nel 2008, della quale sono direttore e coreografo. Oltre alla produzione di spettacoli e al festival il progetto prevede anche l’offerta di residenze artistiche, una piattaforma per giovani artisti emergenti, una cooperazione con istituti universitari per lo scambio tra studenti di danza e di circo, la pubblicazione della rivista annuale VOICES.
Una serie di attività rese possibili grazie a finanziamenti extra dedicati a compagnie riconosciute, come la nostra, e che utilizziamo con l’obiettivo di stimolare e promuovere lo sviluppo del circo contemporaneo in Germania attraverso un confronto con la danza.
Far incontrare Circo e Danza non è un processo molto comune in Germania, e in questo ci distinguiamo. La danza contemporanea è riconosciuta e finanziata in Germania come una forma artistica, al pari del teatro, mentre il circo contemporaneo comincia ad essere riconosciuto solo ora.
Gli stessi fondi che ci hanno permesso di realizzare un progetto così articolato vengono dalla danza, e non dal circo. Un sistema insolito che sta producendo risultati apprezzabili, contribuendo a far emer-
gere e riconoscere il circo attraverso il traino della danza. Dopotutto i confini tra circo e danza sono molto labili e il settore danza attiva costantemente collaborazioni con le altre arti, registrandone benefici e traendone ispirazione. Anche con la rivista VOICES, che ospita testi accademici - una consuetudine nella danza contemporanea - andiamo nella direzione di smuovere l'attenzione degli operatori di altre arti e delle istituzioni. Così come è rilevante la collaborazione universitaria che realizza uno scambio tra studenti di scuole professionali di danza con quelli dell’ESAC.
Ci sentiamo unici in questo format, e il progetto ampio che coordiniamo, è una nostra caratteristica. Il CircusDanceFestival, e tutte le altre attività di circo, sono possibili solo perchè alle spalle hanno una compagnia solida e strutturata, capace di affrontare questa complessità attraverso un timing abbastanza serrato. Il nostro team è cresciuto negli anni, e conta oggi almeno sette persone, impegnate in modo continuativo, una full time, il resto freelance. Copriamo tutti i ruoli necessari, dall’amministrazione alla produzione, alla comunicazione, alle relazioni internazionali, alla ricerca fondi, supportati dal finanziamento di diversi enti ed istituzioni, a livello locale, regionale e statale.
COLONIA, BUZZ E LA SCENA DEL CIRCO IN GERMANIA
La Germania ha un ordinamen to culturale che lascia alle re gioni della federazione l'auto nomia per le politiche culturali, e sempre più stati federali sono aperti a finanziare il circo, come la North-Rhine Westfalia, molto aperta anche verso il circo. Inoltre lo Stato Centrale a un certo punto è entrato con suoi finanziamenti nel supporto alla cultura per progetti interre gionali, e di recente questo sup porto è stato riservato anche al circo contemporaneo.
Tim Behren direzione artistica foto di Franziska Schardt
PROGETTOQUINTAPARETE.IT 8 JUGGLINGMAGAZINE. IT
Less
CircusDanceFestival
Kuerdas ph Marisol Valqui Julius
Alice Rende Passages
Left
Overhead Project What
Colonia è una città speciale, la stessa organizzazione federale per la promozione del circo contemporaneo (BUZZ), che anche noi abbiamo contribui to a creare, è nata qui nel 2011, e da allora sono accadute tante cose. Lo stesso luogo dove teniamo il festival, chiamato Latibul, è uno spazio di circo dove si tengono corsi amatoriali per centinaia di bambini, ragazzi e adulti. La nostra compagnia ha qui la sede perchè è uno dei pochi posti in Colonia dove puoi fare circo in ambienti strutturati. C'è una bella collaborazione con Latibul; il progetto di supporto ai giovani emergenti è fatto in collabo razione con loro e le creazioni dei giovani talenti trovano posto anche nella programmazione del CircusDanceFestival. Anche grazie alla nascita di BUZZ c’è ora un esteso lavoro di networking in Germania. Abbiamo diversi festival di circo in Germania e i direttori dei festival per esempio si incontrano per scambiarsi info utili e visioni. A novembre abbiamo anche la Notte del Circo, giunta alla sua seconda edizione, coordinata da BUZZ e dalle singole città coinvolte. È come un festival esteso in tutto il paese, sempre con biglietteria, ma con una varietà di propo-
Nella sttssa Colonia il pro gramma è molto vario. Un’iniziativa ulteriore che offre visibilità al circo contemporaneo e avvici na nuovo pubblico. La scena professionale tedesca del circo con temporaneo è ancora ristretta. Ma ci sono artisti tedeschi che vanno a studiare e lavorare all'estero e che tornano in Ger mania con nuove idee ed entusiasmo.
Manca ancora un'offerta formativa professionale, se si escludono quelle esistenti di stampo tradizionale, e questo è uno dei terreni su cui lavorare in futuro.
Nel nostro paese esiste anche un vasto circuito di varietà, che attrae molti artisti di circo, e sono attive ancora compagnie di circo classico molto conosciute, come il Krone, Roncalli. Noi non veniamo da questo mondo, ma gli artisti che studiano circo imparano che il circo viene da lontano. Non c'è ancora molta collaborazione con questi complessi e questo per noi è motivo di riflessione per capire come inserire anche il circo contemporaneo in questa narrazione.
IL PUBBLICO
Tra le ragioni che ci hanno spinto ad organizzare un festival c’era anche la necessità e l’opportunità di un evento che fornisse maggiore visibilità al circo e incontrasse un nuovo pubblico. Purtroppo le prime edizioni del festival hanno coinciso con il periodo della pandemia, costringendoci a realizzare l’intera programmazione in streaming attraverso una piattaforma online che riproduceva lo spazio che ospita il festival. Sono state edizioni virtuali ma molto partecipate dal pubblico. Oggi che siamo tornati in presenza il nostro pubblico arriva prevalentemente dalla danza e dal circo in Colonia, incluso il pubblico che segue la nostra compagnia e i frequentatori di Latibul.
Il pubblico giovane è consapevole della nostra offerta artistica e avvertiamo il cambiamento che il nostro festival sta portando nell'immaginario tradizionale del circo. Abbiamo un pubblico giovane, molto diverso dal pubblico che va alle stagioni di teatro. Le nostre proposte toccano anche temi politici, sociali, e questo è un terreno sul quale i giovani sono molto sensibili. Il circo “made in Germany”, senza voler generalizzare, mostra un interesse particolare per topic esistenziali, legati anche all’attualità del mondo e della società. Sarà interessate vedere dove approderà in futuro. Spettacoli come EZ di Elena Zanzu e Contra di Laura Murphy avvicinano al circo nuovo pubblico che vi arriva perché interessato al tema che affrontano.
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The
is
Viktor Černický PLI Cie Barks / Bastien Dausse
Pantographe
MOVIPUSSI
Q muovipussimusic m.soundcloud.com/muovipussi
Muovipussi è composto da tre membri: Milla Lahtinen, Heidi Finnberg e Niklas "Niki" Blomberg. Milla e Niki hanno entrambi un background nel circo e Niki e Heidi hanno entrambi un background nella musica classica e contemporanea. Milla si è esibita con varie compagnie circensi prima e durante la sua permanenza a Muovipussi e Niki ha lavorato come compositrice, musicista e performer prima e durante l’esistenza di Muovipussi. Heidi ha lavorato come assistente sociale e ora sta svolgendo alcuni lavori diversi oltre a fare parte di Muovipussi.
Muovipussi è stata fondata nel 2018 quando Niki ha contattato alcuni amici per chiedere se insieme volessero registrare un album punk in un giorno d'estate a Helsinki. Fu allora che Milla e Heidi si incontrarono per la prima volta. Quel giorno hanno suonato e registrato un sacco di canzoni, la maggior parte delle quali non girano più così tanto, senza però essere state dimenticate. Tutti condividevamo il sogno di poter fare qualcosa di divertente e rumoroso insieme. Col passare del tempo ci siamo resi conto che volevamo solo divertirci insieme e creare un'atmosfera in cui tutti potessero sentirsi sicuri di esprimersi in qualsiasi modo desiderassero, senza sentirsi giudicati o sotto pressione. Musicalmente c'erano (e ci sono ancora) aspirazioni a fare qualcosa di diverso dai successi radiofonici mainstream, ma qualcosa con cui le persone potessero relazionarsi. Tutti e tre amiamo ritmi e melodie e tanti generi diversi. Non abbiamo mai voluto attenerci a uno stile di musica o performance, ma esploriamo costantemente stili e suoni e ci sentiamo felici di sperimentare con la musica e la creatività. Il progetto Muovipussi sta diventando sempre più un esperimento di suoni, comportamenti e modi diversi di esprimersi.
Muovipussi significa "borsa di plastica" in finlandese. Il nome non ha un significato profondo né è radicato in qualche pensiero o affermazione provocatoria. È solo un nome a caso tirato fuori tanto tempo fa da qualcuno che non è nemmeno parte della band. Tuttavia ci piace il fatto che sia un nome per niente tradizionale per una band; non è in alcun modo spettacolare o glorioso. Muovipussi ha effettivamente cercato di sbarazzarsi del termine "punk" quando descrive la musica. Dal momento che il gruppo realizza molti tipi diversi di canzoni ed è ispirato da molti stili diversi, usiamo piuttosto un termine come "musica elettronica eclettica con influenze pesanti nel metal e nel rap". Sembra molto difficile mettere la nostra musica in una specifica scatola di generi perché gli stili sono molto scorrevoli, fluidi e cambiano costantemente. Il gruppo non ha sposato alcun stile o genere specifico e siamo totalmente consapevoli che in futuro potremmo fare qualcosa di completamente diverso rispetto ad ora - forse tra un anno saliremo su un palco con cappelli Stetson e canteremo allegre canzoni country con un tocco di Schlager.
Nel nostro DNA alberga il desiderio di esibirci coltivando qualsiasi tipo di arte. Il circo è solo un aspetto di tutto questo,
anche se sicuramente una parte divertente di quello che facciamo! Abbiamo iniziato come gruppo musicale nel 2018 ed a un certo punto è diventato ovvio per noi che volevamo includere sempre più elementi circensi/comici/teatrali nelle nostre esibizioni. Nel 2020 abbiamo quindi avuto l'idea di realizzare uno spettacolo completo e abbiamo iniziato a lavorarci quando la pandemia ha cominciato a limitare le nostre vite. Quando abbiamo iniziato a esibirci con Noise Juice durante il covid avevamo un pubblico di 7 persone alla volta a causa delle restrizioni! Ma nel corso degli anni abbiamo assistito a un'interessante evoluzione del suonare per diversi tipi e dimensioni di pubblico. Ci sono alcune cose che influenzano la sensazione dello spettacolo: il luogo (dimensioni, com'è la scena e quanto sei vicino al pubblico), la dimensione del pubblico e persino la stagione o il clima. Molto spesso riusciamo a creare un'atmosfera piacevole e accogliente insieme al pubblico e questo ci rende sempre felici. Abbiamo per esempio apprezzato molto la nostra esibizione al CircusDanceFestival di Colonia, dove abbiamo avvertito l'energia del pubblico che si fondeva con la nostra.
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Jonathan Rossi
ph Cosmin Cirstea ph Wilhelm Blomberg
YOTAM PELED
yotampeled.com
Sono nato in un kibbutz, 34 anni fa, crescendo in una comunità di circa 200 persone, basata sulla pratica agricola, dove tutti si conoscevano e mangiavano insieme. Nel 2000 ci siamo trasferiti con la famiglia in città, alla ricerca di un ambiente culturale più aperto, e forse anche per permettermi di liberare la mia identità sessuale e di genere.
Mio padre è un allenatore di atletica e da ragazzo facevo sport, così in città ho cominciato a praticare capoeira, un’arte marziale in cui potevo in qualche modo anche danzare. Ho praticato capoeira per diversi anni in un'accademia, ma mi sentivo limitato dallo stile dei movimenti e dalla contrapposizione binaria uomo / donna. Volevo essere soft, ma non ero sicuro di poterlo essere lì. Non so nemmeno se desiderassi danzare; ero timido e in Israele la danza, per lo più classica, era relegata ad una pratica femminile. Arrivò comunque il tempo della leva militare obbligatoria e dopo 3 anni di servizio civile e militare a 21 anni ero pronto per scelte forti. Abbandonai l’idea di studi universitari e decisi di intraprendere un corso professionale di danza a TelAviv. Attraverso la danza desideravo liberare il mio corpo, capivo di averlo cercato per tutta la vita, ma in quell’ambiente trovai poco spazio per la creazione e l'improvvisazione. Fu solo nel
2011 che, grazie a degli artisti di strada, visitai la Sandciel Circus School, uno spazio immerso nel verde con tanti artisti e hippies che si allenavano e si esibivano. Ho subito pensato che fosse il posto giusto per me. Mi iscrissi alla formazione triennale, che offriva un approccio contemporaneo, molto libero, con discipline da apprendere ma anche tanto focus su creazione, performance, ricerca e molta danza. Dopo due anni l'insegnante mi chiese se davvero volessi fare circo, perchè per lei era chiaro che io volessi danzare. Mi suggerì di andare in Europa e nel 2015 lasciai Israele per trasferirmi a Berlino, lavorando in produzioni di danza, dove il mio background nel circo veniva sempre "messo a frutto", con molti numeri di climbing e di acrobatica. Presto mi stancai anche di questo ambiente. Vivere a Berlino mi permetteva però di essere più soft e di allinearmi con la mia identità sessuale. Grazie alla scoperta di una scena underground e della club culture incontrai una community dove prevalevano concetti che mi interessavano, come l’accettazione, la celebrazione, il rituale, la catarsi. Ballare sui dance floor dei club mi metteva a mio agio.
Cinque anni fa arriva la mia prima creazione, un solo sul tema della transizione da Israele all'Europa, dall'esercito alla danza, ai club. In scena indosso divisa e stivali, stimolando una ricerca su come il corpo possa ammorbidirsi in luoghi rigidi. L’anno successivo diedi vita al mio primo groupie, con altri 5 danzatori e me come coreografo. Nacque Alpha, che evocava la mitologia, il rituale, l’identità di genere; una science fiction su cosa sarebbe successo se la Bibbia fosse stata scritta diversamente, in un mondo quasi "matriarcale". Il mio lavoro rimane comunque interdisciplinare perchè mi piace lavorare con oggetti, e con il mio corpo come materiale, una
cosa che mi ha sempre affascinato. Nel mio solo Migrena2x2 uso le kettebell, un attrezzo progettato per il cross training, esplorando come la verticalità e oggetti molto pesanti possano influenzare il corpo, aprire spazi poetici che mi interessano. Negli ultimi anni ho anche ripreso contatto con le arti marziali. Mi interessa esplorare come puoi coreografare uno scontro e sto lavorando con due boxer, un danzatore e me ad uno spettacolo con il pubblico intorno a 360°.
È un vero privilegio potermi esprimere come artista, soprattutto se penso a tanti queer artist nel mondo che vivono una sorta di oppressione.
Nel panorama odierno delle performing art tutto può essere tutto e i confini si assottigliano, ma nel circo vedo più possibilità di portare il tuo corpo in posti sconosciuti ed esplorare l'elemento del rischio, dell’errore. Il mio interesse artistico va verso la vertigine, il fallimento, che rappresentano per me una forma di vulnerabilità. Significa essere in uno spazio, anche di scrittura o coreografico, dove tutto può ancora succedere. La mia pelle è sensibile a cosa mi accade intorno, può reagire, avvertire stadi d’animo.
La maggior parte della mia vita mi sono esibito, e so che devo prendermi del tempo per comprendere me stesso. Quando dico che sono una persona queer lo dico perchè realizzo che per molto della mia vita mi sono adattato alle aspettative degli altri. Nel circo in qualche modo ho avvertito che ci fosse più ascolto e spazio per quello che tu vorresti essere ed esprimere. Mi auguro che nel circo ci sia sempre più attenzione verso il pubblico, verso temi politici/sociali, che non rimanga puro intrattenimento.
La coreografia non è l'obbiettivo ma solo una navicella per portarti altrove, e per me una buona performance trasporta il pubblico in un viaggio dalla traettoria non lineare, che li porta a interrogarsi.
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ph Valentin Braun
ph Marisol Valqui Julius
INCAM (International Network of Circus Arts Media projects)
riunisce i media project sulle arti circensi attivi nel settore.
In questo numero un report sul recente meeting INCAm, sapientemente curato da Tim Behren e Valentina Barone.
di Valentina Barone Circus-DanceFestival International Relations
MEETING INCAM @ CIRCUSDANCEFESTIVAL 2023
Dopo l'ultimo incontro al Mirabilia Festival nel 2022, una tavola rotonda organizzata durante l’edizione 2023 di CircusDanceFestival ha ospitato a Colonia alcune delle voci europee del network INCAm. Parte del Discussion Program che ogni mattina ha accompagnato il festival - durante il quale è stato pre sentato anche l’ultimo numero di VOICES, rivista annuale del CircusDanceFestival prodotta da Theater der Zeit- l'incontro è stato concepito per dare spazio ad alcune delle voci che dietro le quinte creano contenuti dedicati al circo contemporaneo. Esplorando i temi più diversi, ciascuno con un modo diverso e singolare di riflettere la nicchia di questa forma d'arte culturale, Tadaa Magazin, dalla Germania, YANA magazine, dalla Francia, Dynamo Magazine, dalla Danimarca, e Circus Thinkers platform, dalla Svezia, hanno condiviso pensieri su quali sono i contributi che producono, sull'etica che ne sta alla base e sulle sfide future di questa forma d'arte. Moderato da Ruby Burgess - dal Regno Unito, autrice del podcast Not My Monkeys - e collaboratrice della pubblicazione digitale The Circus Diaries – la tavola rotonda è stato uno scambio mirato e informale di buone pratiche che hanno rivelato il cuore delle loro attività e l'interesse alla base del fare comunicazione per il settore circense. Il dialogo ha preso le mosse dall’analisi della curatela che sta alla base di ogni progetto per poi passare al come ogni rivista o media riflette il bisogno autoriale e l’espressione artistica di ciascuno dei suoi autori. Ciascun partecipante ha
sottolineato l'aspetto vocazionale della pubblicazione, intrecciando un dialogo sulla naturale urgenza di voler mostrare al mondo gli aspetti più sconosciuti del mondo del circo.
Parlando di YANA, pubblicazione cartacea dedicata alla "giocoleria emozionale", Florence Schroeder ha spiegato come la giocoleria sia spesso vista da una prospettiva molto ristretta, ma è paradossalmente caratterizzata da una comunità eterogenea in tutto il mondo, che spesso non mostra le proprie abilità in pubblico attraverso esibizioni, ma si esercita dietro le quinte per il puro piacere di farlo. Portare l'evidente gioia della giocoleria in sè e rivelare l'attitudine nascosta di ogni protagonista, rappresentano il cuore di YANA, che si posiziona come una vera e propria rivista d'arte dedicata alla giocoleria.
Dominikus Moos di Tadaa Magazin ha rivelato ulteriori dettagli sulla rivista tedesca stampata a Colonia. Con un piccolo team di redattori, amanti della fotografia e della grafica, la pubblicazione esplora con
un occhio di riguardo all'arte visiva i temi più diversi, coinvolgendo gli artisti professionisti tedeschi ed internazionali nel trasporre la vitalità del circo contemporaneo su carta stampata.
Parlando di Dynamo Magazine, Elena Stanciu ha spiegato che l'esigenza di base della pubblicazione può essere ricondotta ai tempi della pandemia. La rivista pubblicata da Dynamo Workspace rappresenta una possibilità per coinvolgere il pubblico parlando del circo contemporaneo come forma d’arte ed è stata cruciale per dare un segno di presenza nel settore, esplorando una varietà di temi tangenti ad una visione autoriale del circo.
Nick Zelle della piattaforma Circus Thinkers, creata dalla ONG svedese Cirkus Syd, ha raccontato del gruppo internazionale che, dall'aprile 2020, si riunisce online una volta alla settimana per condividere letture circensi e scambiare riflessioni. Le conseguenze di questo scambio hanno portato alla creazione di una pubblicazione corale annuale, Circus Thinks, giunta al suo terzo anno di vita. In questo caso specifico, il processo dietro le quinte è affascinante perché raccoglie i punti di vista di ogni partecipante. Dalla scrittura all’editing, all’impaginazione finale, ogni processo è individuale ma gestito con adesione collettiva e simultanea da diverse parti del mondo.
La conversazione si è poi rivolta alle sfide future all’interno del sistema culturale. Ogni partecipante ha sottolineato la necessità di voler implementare un modello economico sostenibile all’interno della propria struttura e la necessità di relazionarsi di più alle organizzazioni culturali che sostengono il circo contemporaneo, ribadendo che ogni pubblicazione nasce ed è stata possibile fino ad oggi grazie all'amore incondizionato per questa forma d’arte.
PROGETTOQUINTAPARETE.IT 12 JUGGLINGMAGAZINE. IT circusartsmagazines.net
foto di Franziska Schardt
EDERA, INTRECCI DI CIRCO
“Edera, intrecci di circo” – uno dei 7 progetti di circo vincitore di Boarding Pass Plus 2022/2024 –ha completato due tappe di percorso previste per la primavera 2023, la prima a Barcellona e la seconda in Liguria, sotto lo chapiteau di Teatro Nelle Foglie. Ecco un breve report.
di Marta Finazzi direzione artistico del progetto
Le due tappe di lavoro avevano caratteristiche molto diverse tra di loro. Nella prima tappa, tenutasi a Barcellona. l'impegno è stato diretto su due fronti. Da una parte il lato artistico con il supporto dato alla compagnia Duo Bau, una compagnia molto giovane uscita solo da un anno dalla formazione professionale a Carampa. Il Duo bau è stato impegnato in una serie di laboratori artistici e drammaturgici, accompagnati anche dall’occhio esterno dei Dois Acordes, una compagnia che ha fatto già tanta strada dopo la partecipazione al Bording Pass 2022, risultando di recente vincitrice a Circus Next.
La seconda parte della tappa a Barcellona è stata finalizzata a tessere relazioni con realtà di circo catalane, spazi che possono offrire residenze e supporto alla creazione, o interessate a programmare spettacoli. Tra queste la Central del Circ, Ateneu Popular 9 Barris, la Scuola di Circo Rogelio e lo spazio di creazione La Bonita, che ha ospitato la tappa di creazione del Duo Bau. Tutte realtà che offrono residenze e interessati a vario livello a collaborazioni internazionali.
"Grazie a Boarding Pass – raccontano Sole e Maria del Duo Bau –abbiamo avuto modo di avanzare notevolmente con il progetto del nostro duo. Abbiamo avuto l'opportunità di conoscere nuovi spazi artistici nei quali siamo state in residenza, potendo cosí proseguire con l'investigazione nel nostro progetto. Con l'immenso supporto ricevuto da Marta, Elena e Nico, del Teatro Nelle Foglie, abbiamo sbloccato dei punti chiave per poter continuare con la realizzazione del nostro spettacolo. L'occhio attento, gentile e stimolante di questi professionisti ci ha spronato ed aiutato a mettere in linea tutte le nostre idee, consentendoci così di poter proseguire in maniera autonoma con il processo di creazione."
Invece la seconda parte, svoltasi sotto lo chapiteau di Teatro nelle Foglie a maggio è stata focalizzata sulla creazione dello spettacolo delle ragazze e di riflessione su come il loro lavoro può essere più facilmente circuitabile, affiancando un tutoraggio artistico ad un orientamento per l’immissione nel mondo del lavoro.
Per quanto riguarda la creazione del lavoro nuovo di Teatro nelle Foglie entreremo nel vivo ad agosto prossimo, ma a Barcellona abbiamo già intessuto una rete di contatti con realtà interessate ad ospitare fasi della creazione dello spettacolo.
“Questo progetto – testimonia Ludovica Andreacci - mi sta offrendo l’opportunità di confrontarmi con realtà di circo di alto livello che hanno una forte risonanza sui territori in cui operano. Come giovane operatrice culturale “Edera” rappresenta un’esperienza estremamente formativa e stimolante, che sta aprendo sicuramente nuovi cammini, con tutta l’emozione di poter pensare al futuro e concretizzare progetti e visioni. Nella tappa di Barcellona abbiamo avuto il piacere di incontrare figure della scena del circo contemporaneo catalano, che hanno accolto con grande piacere la proposta di rafforzare la rete internazionale per poter creare nuovi canali e non alimentare solo quelli già esistenti, e questo scambio è stato d’ispirazione e ha messo in moto riflessioni e provocato idee. Siamo a pochi giorni dalla tappa di Bruxelles, con tantissima curiosità di conoscere una prospettiva e un approccio diverse sia da quella spagnola che italiana.”
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Con il
sostegno di
ederaintreccidicirco.eu
SCENICA
15 ANNI DI SCENICA
Scenica nasce nel 2009 a Vittoria, una cittadina del ragusano di 65.000 abitanti, dalla volontà di un gruppo di amici che costituivano l'Associazione Culturale Santa Briganti, per anni organizzatrice di un varietà di spettacolo dal vivo, iniziato nel 2002 e apertosi subito anche al circo, in un panorama veramente desolato, con pochissime proposte culturali all’orizzonte. La prima sperimentale edizione di Scenica è targata 2009. Tre giorni e sei spettacoli, tutte compagnie di amici, senza alcuna sovvenzione, con spettacoli al costo di un caffè, una scelta davvero popolare. Dal 2010 ci rendiamo conto che Scenica ha un’elevata potenzialità, che il territorio è pronto ad accogliere un festival diverso e lo reclama. Cominciamo quindi a lavorare ad una progettualità che guarda lontano, chiedendo anche supporto alle istituzioni. Già nel 2010 il festival punta a quanto di più importante accade sulla scena nazionale e internazionale, programmando, ad esempio, la prima nazionale di 20 Decibel della compagnia El Grito, ma soprattutto manifesta la sua vocazione multidisciplinare, con un posto importante riservato al circo per la sua capacità di coinvolgere un pubblico ampio e trasversale.
Fino alla sua decima edizione il festival diventa così un appuntamento fisso per la cittadinanza, ma senza essere ancora considerato un evento di punta, pur ospitando compagnie importanti e ricevendo un’ottima risposta da parte del pubblico.
La svolta arriva nel 2018 con il riconoscimento del FUS, come festival di circo non competitivo. Questo supporto ci permette di lavorare su un piano di respiro triennale e ci consente di strutturarci in modo più incisivo e stabile da un punto di vista organizzativo, motivandoci a rafforzare le relazioni territoriali già avviate negli anni precedenti. Miglioriamo e rendiamo più efficaci anche i tempi di lavoro: a partire da ottobre dell’anno precedente si progetta già l’evento di maggio dell’anno successivo. Scenica diventa così un appuntamento sicuro e un punto di riferimento per chi vive qui, con diverse realtà siciliane che cominciano a contattarci per collaborazioni. Ad oggi Scenica è l'attività principale della nostra organizzazione e ci coinvolge ormai per tutto l'anno. Il core team è composto
biglietteria, accoglienza, responsabili di spazio. Al suo interno anche un nutrito gruppo di volontari che provengono dai laboratori teatrali e di canto che organizziamo durante l’anno, tutti entusiasti e molto giovani, e in questa edizione abbiamo anche dei minorenni!
ACCOGLIENZA
da una decina di persone, con un’età media di 40 anni, a cui durante il festival si aggiungono altre 40 persone almeno, suddivise nei vari settori: mensa, logistica,
La posizione geografica, è uno dei nostri co-direttori. Non possiamo prescindere dell'essere lontani dalla scena contemporanea italiana ed europea. Far arrivare qui gli arti sti, che spesso viaggiano con mezzi propri e grandi strutture o scenografie a seguito, è sempre complicato. Per questo per noi l'accoglienza va di pari passo con la qualità della programmazione ed entra nella top five delle cose intorno a cui viene costruito il festival. Non potremmo pensare a Scenica senza questa elevata cura che diamo all'accoglienza degli artisti, degli operatori e del pubblico, perno intorno al quale immaginiamo l’intero festival. Quest'anno abbiamo ospitato una tappa di RoundTrip, progetto nato nell'ambito di Boarding Pass 2022/2023, e avevamo tanti opera-
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di Andrea Burrafato direzione artistica
Sandro Joyeux e band ph Toto Clemenza
KerTheatre Mandiay e N Diay e phGiovanni Battag lia
6-21 MAGGIO, VITTORIA (RG) scenicafestival.it
tori presenti a Vittoria, per la prima volta tutti insieme, eravamo increduli! E forse neanche loro si aspettavano di trovare un festival con un’atmosfera così familiare eppure così professionale!
In secondo luogo avvertiamo forte il senso di responsabilità come presidio culturale e artistico dell’estremo meridione europeo: Scenica è un evento che per caratteristiche non esiste in Sicilia e sicuramente non nel sud est della Sicilia. Probabilmente siamo la bandiera del circo più a sud d'Europa.
Avvertiamo a più livelli la nostra vicinanza al mare e all'Africa. La nostra città, e più in generale tutta la costa ragusana, può contare su una ampia comunità proveniente dal continente africano e soprat-
to e fotografato una delle compagnie ospitate al festival, Circo Zoè; un laboratorio creativo rivolto ai più piccoli con le Fossick Project durante il quale i partecipanti hanno creato, disegnato, musicato e animato i loro personaggi usando la tecnica delle ombre. Sono momenti preziosi questi, i fruitori del festival diventano anche protagonisti, assumono un ruolo attivo e spesso ciò è utile anche per coinvolgere nuove fette di pubblico.
LA DIMENSIONE ARTISTICA
spettacolo a pagamento! In genere poi proponiamo un carnet festival, una sorta di fidelizzazione. Agevolazioni di ogni sorta insomma, chi ha voglia di venire non mancherà di certo perché il costo del biglietto è proibitivo! Inoltre il festival è concepito perché uno spettatore possa seguire tutti gli spettacoli nel corso di ogni week end, alternando spettacoli di corto, medio e lungo formato, indoor e outdoor. Offriamo al pubblico un viaggio spiazzante e sempre sorprendente, capace di proporre performance di diverso genere e formato.
Il festival, pur non avendo un fil rouge che attraversa le varie edizioni, esprime in qualche modo un’idea drammaturgica riconoscibile anno dopo anno. Di sicuro quello che cerco è trovare la multidisciplinarietà non solo come evento caratteristico del festival ma anche come elemento che caratterizza ciascuno spettacolo. Più uno spettacolo è non etichettabile in un genere preciso, più è adatto a Scenica.
tutto dal Magrheb. È per questo motivo che da anni tentavamo di inserire in programma eventi che potessero coinvolgere anche questa fetta di pubblico. Con questo proposito, per l’edizione 2023, abbiamo creato una vera e propria sezione del festival, dal titolo Raccordi: una serie di incontri, presentazioni di libri, concerti e spettacoli organizzati in collaborazione con enti e cooperative che si occupano di accoglienza e integrazione. Forse è stata una delle novità di cui andiamo più fieri.
Contenti anche di aver ripristinato momenti di formazione che mancavano da qualche anno: una masterclass di fotografia tenuta da Stephanie Gengotti dal titolo Storytelling e ritratto ambientato con diversi appassionati che hanno segui-
Arriviamo alla XV edizione di Scenica con una programmazione veramente importante per dimensioni: circa 50 repliche distribuite su 3 week end di maggio, un periodo ampio che non avevamo mai coperto e una risposta di pubblico che, nonostante il meteo avverso, è stata sorprendente, con numeri mai registrati prima. Tutti gli spettacoli a pagamento sono andati sold out e gli spettacoli gratuiti in strada coronati da grandi cerchi, registrando presenze da tutta la regione, anche dalle aree di Palermo e Catania. Il festival accoglie un pubblico trasversale, grazie ad una proposta estremamente variegata, concepita per i bambini, famiglie, adulti, con spettacoli di grande fruibilità per un target popolare, ma anche con proposte per un pubblico colto e curioso aperto alle sperimentazioni. La fascia adolescenziale è quella più difficile da coinvolgere e la avviciniamo con eventi all'aperto e una politica di prezzi molto agevolata: a Scenica il ridotto bambini è diventato un ridotto under 19: solo 5 euro per ogni
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Curtain CallCircus UnArtiq ph Toto Clemenza
Circo Ramingo ph Giovanni Battaglia
Cie La M u e t t e
LeFaux Orchestra
Sono cresciuto nella periferia torinese, in contesti non proprio esaltanti, e il mio incontro con il circo, come per molti della mia generazione, è stato casuale. Durante un’occupazione a scuola partì un laboratorio di giocoleria, grazie a qualcuno che era infervorato e di ritorno dalla EJC di Karlsruhe. Avevo 15 anni quando con un gruppo di coetanei, quasi antagonisti della prima generazione di giocolieri torinesi, fondammo i Rufus Juggler. La passione per le arti performative e il desiderio di farne una professione erano già presenti allora e nel 2002 decisi in maniera totalmente irrazionale di iscrivermi alla promozione iniziale della FLIC, che considero il mio primo passo importante nel mondo della professione circo.
Nel 2004 mi trasferisco a Toulouse per studiare a Le Lido. Lì cresce il mio interesse verso la danza contemporanea, abbandonando la mia specialità circense, scala di equilibrio, e nel 2006 vado a vivere ad Amsterdam, dove frequento la SNDO, scuola per lo sviluppo della nuova danza. Nel frattempo ho lavorato in Slovenia con il coreografo Branko Potocan e ho co-fondato il collettivo 320Chili, uno dei primi gruppi italiani di circo contemporaneo, vincendo Equilibro nel 2010, premio per la danza, con Ai Migranti. Intanto nel 2008 creo con altri 7 artisti il collettivo Tupperware, e mi trasferisco a Bruxelles. Per necessità, istinto, o testardaggine inizio a muovermi solo e a lavorare come perfomer per altri artisti tra cui James Thierre, Sidi Larbi Cherkaoui e David Zambrano. Faccio una bellissima esperienza di lavoro site specific nel 2009 con Rodrigo Pardo: Piero on the roof. Nel 2013 smetto e decido di tornare a creare i miei spettacoli, da solo, con l’eccezione nel 2020 quando riprendo il ruolo di
Boris Gibè nella creazione solista l’Absolu, della compagnia Les Choses des Rien, perché ho il cuore infranto, e lo spettacolo mi spaventa; mi sembra un’ottima cura dell’altro. Parallelamente lavoro come coreografo, consulente artistico, insegnante di danza e teatro fisico, un po’ alla Flic –mia casa base - e un po’ in giro tra Francia, Belgio, Italia e Grecia. Dal 2009 ho creato: Ai migranti, Denti, do you love me?, Pesadilla, White Out, Au Bout des Doigts, Vague e adesso un’altra avventura sta partendo. Alcuni degli ultimi lavori sono site specific: falesie, montagne, spiagge. Adoro il teatro il buio e la sala, ma con Au bout des doigts mi divido tra natura e palcoscenico, speriamo continui…
Oltre al lavoro fisico e al gusto per il virtuosismo, amo anche il racconto, la narrazione. Mi piace il carattere nazional popolare del circo, sapere che possa arrivare a tutti, e che allo stesso tempo resti lo spazio dove esiste l'insolito, il non visto, che può diventare tutto, anche se poi ovviamente ci sono sempre la vertigine, l'equilibrio, la sospensione, il rischio e tanto altro. Già al liceo frequentavo corsi di scrittura creativa e nei miei spettacoli
c'è sempre la voglia di raccontare. Ho amato il gesto sopra ogni cosa ma, pur restando il motore primo, ora mi piacciono nuovamente anche le parole. Mi piacerebbe dire che faccio teatro fisico, ed un posto dove mi diverto moltissimo è alla FLIC quando faccio le regie per gli spettacoli collettivi degli allievi, perchè ho 30 persone che fanno cose che io non so fare e quindi lascio che si occupino loro del circo, e posso dedicarmi a creare mettendo insieme corpo e parola. Alcune delle cose belle che ho creato sono nate proprio lì, peccato che durano una notte sola!
Quest'anno compio un po’ di anni ed è difficile fare un bilancio. Da un lato non cambierei mai quello che ho fatto, per quello che ho visto, imparato, le persone che ho conosciuto, la mentalità che ho maturato. Dall'altro realizzi di essere ancora in un percorso di una difficoltà estrema, senza alcuna garanzia, in piena precarietà. Una condizione che in passato quasi mi divertiva, o forse solo non ci pensavo. Di fatto per trovare un supporto un po’ più stabile sono dovuto “emigrare” anche io. È solo grazie al supporto di enti come Wallonie Bruxelles Teatro Danza, Wallonie Bruxelles International e al famoso statuto d’artista, che una serie di problemi belli grandi sono diventati meno spaventosi.
Kubric diceva "Un film è per il 95% un matrimonio con un'idea" e con “matrimonio” intendeva il più medioevale ed epico dei vincoli, da cui non ti puoi sottrarre, se sei disposto ad accettarlo il resto è solo intuizione e lavoro. Perché ho fatto circo quindi ancora non lo so, forse una serie di coincidenze, sfighe e fortune che hanno tracciato il mio percorso; io volevo fare l’osteopata. Mi sono iscritto e mai presentato 4 volte. Ma il mio carattere si è forgiato sugli insegnamenti mitici dei miei genitori, dai quali ho imparato che nella vita devi “farti il culo”. In qualche modo ho sempre fatto quello che volevo, anche quando sembrava impossibile o insensato, e lo devo anche all’unico mentore che non mi ha mai mollato, mia madre: “Dio esiste ed è onnipotente, ma non sei tu. Quindi rilassati!” (Lucia)
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foto di Andrea Macchia
PIERGIORGIO MILANO piergiorgiomilano.com @
RENCONTRE DES JONGLAGES
30 MARZO – 1 MAGGIO, LA COURNEUVE (PARIS) maisondesjonglages.fr
intervista di Lea Legrand a Vincent Berhault direttore artistico
foto di Tomas Amorim
La programmazione del RDJ la finalizzo grazie a tante piccole «antenne» che mi circondano, oltre chiaramente alle tante proposte che mi arrivano direttamente dagli artisti. Siamo presenti in tante reti, come Circostrada nella scala europea, o
La Maison des Jonglages riveste un posto abbastanza particolare nel panorama francese. Siamo ovviamente parte del mondo del circo, ma abbiamo una specificità legata alla giocoleria contemporanea e siamo riconosciuti per la nostra perizia. Allo stesso tempo possiamo aprire nuove porte in luoghi dove non ci aspettano, dove il circo non è per forza atteso. Nella relazione con l'oggetto che ci caratterizza siamo liberi per esempio di andare verso le marionette, o verso il teatro dell’oggetto. Una delle nostre mission è infatti il progetto di ricerca e sviluppo, dove esploriamo anche come la giocoleria possa relazionarsi allo sport, alla scienza e, attraverso la rivista Jonglages, creare dei legami con la ricerca accademica.
Questa apertura di visioni si riflette anche nella programmazione del RDJ, soprattutto durante il cuore del festival, quando presentiamo 16 spettacoli in due giorni e mezzo. In questa occasione possiamo permetterci di vedere proposte molto centrate sulla giocoleria - come Emil Dahl, Morgan Cosquer, oppure Runners della compagnia Hippana Maletaaffiancate da altre proposte dove ci allontaniamo un po’ da quello che ci immaginiamo sia l’ambito della giocoleria. Credo sia interessante per i giocolieri entrare in contatto con altri campi disciplinari. Questa ampiezza di programmazione ci permette inoltre di attirare un pubblico che non è per forza interessato alla giocoleria ma che, varcando la no-
stra soglia, scopre un universo molto ricco, fatto di proposte realizzate da giocolieri, anche se non propriamente di giocoleria. Una dinamica in crescita che provo ad ascoltare.
Mi piace anche selezionare spettacoli che visti uno dietro l'altro si concatenano bene e offrono spunti uteriori. Come per esempio Holy , di Emil Dahl - una proposta molto audace che riesce a sacralizzare la giocoleria nella sua purezza, offrendo una tecnica finissima - seguito subito dopo da Stickman di Darragh McLoughin, dalla scrittura drammaturgica estremamente spinta, un altro elemento che ritengo sia necessario oggi nella giocoleria e negli arti circensi
Réseau Territoire de Cirque in Francia, o Réseau Arts de la Rue a Îles de France. Incontro e parlo spesso con altri programmatori, ma parlo anche tanto con gli artisti, che mi aggiornano sulle cose che fanno, come Florence Huet per esempio, una giocoliera che risiede a Stoccolma, che conosce bene il mondo delle convention e dei giocolieri, nonchè autrice del magazine YANA.
Essere in ascolto e in conversazione con gli artisti è per me un lavoro quotidiano, che dura tutto l’anno. Accogliamo delle compagnie in residenza, co-produciamo spettacoli, seguiamo processi di creazione, siamo costantemente in relazione con artisti e compagnie. Magari ora è un po’ presto per parlare della programmazione di RDJ 2024, ma sto già considerando alcune proposte. Pling Klang degli artisti Etienne Manceau e Mathieu Despoisses, con Bram Debelaire come sguardo esterno e autore delle decorazioni, è un pro-
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Morgan Cosquer
Hippana Maleta Runners
Cie Underclouds Inertie
Cirque du Ravi Florent e Lestage
getto originale che mi interessa programmare. Ci sarà anche sicuramente Perfect Timing di Juan Duarte e Namer Golan, oltre al progetto di Roxana Kuwen Arsalan della compagnia Bolbol. Con il progetto europeo The Sphere , insieme ai partner e agli artisti coinvolti, stiamo indagando le possibilità e modalità di trasmissione del repertorio artistico. È un progetto estremamente dinamico, intenso e abbastanza complesso nel quale abbiamo incrociato le varie conoscenze a livello europeo con gli altri partner, come il Berlin Circus Festival o Cordata FOR a Torino. Non solo da un punto di vista artistico ma anche nell’indagine delle tante implica-
INCONTRI PRO
maisondesjonglages.fr/revue/accueil
di Lea Legrand
zioni della trasmissione ed evoluzione del repertoro artistico. Incluse le modalità per rendere sostenibile il processo, renderlo di beneficio agli autori e a chi elabora nuove versioni delle opere, immaginando soluzioni alternative alla compensazione economica dei diritti d’autore. Qui al RDJ era prevista una tappa del progetto, nella quale abbiamo visto Materia di Andrea Salustri e Materia 3.0 di Utka Gavuzzo, che ha presentato un work in progress che prende spunto dall’opera di Andrea Salustri.
Con il 2023 entriamo nel terzo anno di The Sphere e la considero una bella esperienza che mi ha permesso di interrogarmi molto sulla nozione di repertorio nel circo, e soprattutto nella giocoleria.
Rencontre des Jonglages, oltre alla programmazione di spettacoli, ospita regolarmente degli incontri professionali dedicati alla giocoleria di oggi. «Ogni anno, –racconta Cyrille Roussial, coordinatore delle talk e caporedattore della rivista online Jonglages – vengono invitati artisti, compagnie, professionisti di rilievo nel mondo della giocoleria, interrogandoli sul loro percorso e sul loro contributo allo sviluppo specifico della giocoleria, e più in generale del circo contemporaneo e altre arti performativel circo. La rivista Jonglages, insieme a Artcena e altre realtà importanti dell’ambito della giocoliera e del circo, definiscono i temi da affrontare». Il primo tra i temi scelti quest’anno ha come titolo «Davanti e/o dietro l’oggetto?», un tema proposto da Jean Michel Guy. Molte le suggestioni emerse dal confronto di artisti e pro presenti all’incontro, che sono partiti dall’idea di considerare due contesti estensione del nostro pensiero: «chi giocola» e «cosa viene giocolato». Per esempio l’oggetto senza il corpo non può esistere, entrambi si valorizzano reciprocamente, ma il giocoliere ha la possibilità di differenziarsi in base al modo di muoversi, far vivere l’oggetto e lo spazio. Altra prospettiva riguarda cosa gli artisti vogliono mostrare al pubblico, che cosa vede il pubblico e che cosa vogliamo invece nascondergli. Se c'è della magia nello spettacolo il davanti e il dietro è un aspetto che deve essere gestito con maestria (Félix Didou, Cie L’Ombre). Trovare la posizione ideale è inoltre cruciale nel permettere una visione e un’estetica più importanti, cioè non essere né troppo avanti, né troppo indietro, evitare di essere cancellato/trasparenti o di cancellare l’oggetto. Per Gaëlle Coppée, Cie Scratch, l’oggetto è rassicurante, come un pelouche. Mentre per Félix il giocoliere è come uno Jedi che deve avere la capacità di controllare tante cose.
Proposto da Cyrille Roussial e Vincent Berhault, insieme ad Artcena è invece il secondo tema: «Che cosa significa sba-
gliare/fallire, fare degli errori?» La questione degli errori nella giocoleria viene vissuta da alcuni artisti come un trauma, pur riconoscendo che per il pubblico è quasi più interessante lo spettacolo con errori, perchè altrimenti sembra tutto troppo facile. Per tanti la caduta è subita, non è una cosa controllata, e fa un po’ paura. Gli artisti non sono infallibili, gli errori espongono una vulnerabilità. Invece per Morgan Cosquer, Cie Endogène, gli errori, il fallimento sono sempre un'opportunità per creare qualcosa di nuovo. Gli errori permettono di crescere e mostrare la fragilità, ma anche la forza, del giocoliere. Al livello delle creazione, c'è la grande ansia di non piacere al pubblico o al programmatore quando si incappa in errori, ma la conclusione è che l’essere umano deve sbagliare e che magari l’artista deve essere perdonato se si sbaglia creando.
La rivista Jonglages ha inoltre invitato Anne-Agathe Prin a illustrare la sua originale traettoria professionale che ha attraversato il mondo della giocoleria. Partita dalle performance flash al semaforo, Anne Aghate Prin ha poi organizzato una juggling convention, prodotto spettacoli, lavorato come artista per Gandini Juggling e le Cirque du Soleil, diventando anche una «diffusora» per grandi compagnie come Ea Eo e Gandini Juggling. Una parabola davvero intensa che le ha permesso acquistare una visione davvero ampia del settore e di condividerla con i presenti.
«L’ultimo incontro – spiega nuovamente Cyrille Roussial – è stato dedicato allo sviluppo del lavoro MATERIA, di Andrea Salusti, da parte di altri artisti, ed è stato coordinato con il supporto dei partner del progetto The Sphere. Il dibattito si è allargato fino ad ipotizzare altri scenari, come la possibilità di trasmettere tra artisti le conoscenze di uno spettacolo, permettendo di seguirne il filone e al suo interno creare un nuovo spettacolo, con materiale differente. Oppure come regolare la trasmissione dei repertori in modo alternativo a quello attuale dei diritti d’autore. È in questa logica che è stato presentato al festival lo spettacolo work in progress di Utka Gavuzzo “Materia 3.0 Aerogami”. Utka e Andrea hanno così potuto confrontarsi sugli interrogativi che sorgono intorno a questa trasmissione».
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Utka Gavuzzo Materia 3.0 Aerogami
ANNI FORMATIVI
Ho imparato a giocolare all'età di 7 anni e prima di allora ricordo solo di aver visto la giocoleria in uno spettacolo di strada e in tv. Inoltre alle scuole primarie il mio insegnante sapeva giocolare e ricordo che volevo imparare. La giocoleria è stata una parte importante della mia vita e della mia identità nel corso di tutti i nove anni delle primarie. Alla fine ho capito che desideravo giocolare tutto il giorno, tutti i giorni e che solo una carriera da giocoliere professionista me lo avrebbe permesso.
Tra il 2011 e il 2014 ho frequentato la DOCH a Stoccolma, sotto la guida di Jay Gilligan. Per molti anni, oltre alla giocoleria, mi sono occupato di equilibrio di oggetti, soprattutto con le clave sulla fronte e altri trick particolari, come bilanciare due clave sul viso contemporaneamente che, seppur riuscendoci, sembrava goffo e brutto da vedere. Nell'autunno del 2013 sono riuscito a realizzare un flash con 9 clave e 9 prese, un obiettivo a cui avevo lavorato per anni. Quando ci sono riuscito mi è sembrato meraviglioso, ma anche un po' vuoto. Mi sono chiesto: "E adesso?"
ANELLI
Nel novembre dello stesso anno, ho avuto la fortuna di partecipare insieme a 21 giocolieri e 2 musicisti allo spettacolo Center of Gravity, per celebrare il 70° compleanno di Ivar Heckscher, dove rimasi impressionato da Sean Blue e Patrik Elmnert. Il loro stile di giocoleria era rilassato, morbido e bello da vedere. Ho capito che avrei voluto fare altrettanto, e per questo avevo bisogno di un bell'oggetto. La mia scelta cadde sugli anelli per diverse ragioni: è una bella forma, piacevole alla vista; è un oggetto semplice, fatto di un unico pezzo e materiale; la sfida per le
cose difficili mi appassiona e gli anelli sono più difficili da bilanciare di una clava; mi permettono di mantenere un forte legame con la giocoleria (la comunità, la sua storia e la cultura); volevo dimostrare quanta giocoleria ancora inesplorata fosse possibile.
HOLY
Volevo mostrare gli anelli nella loro interezza e il loro equilibrio era la migliore tecnica per mostrare un cerchio ininterrotto. Una delle prime idee a cui ho lavorato è stata quella di bilanciare due anelli appoggiati l'uno contro l'altro sulla fronte. Mi ci sono voluti alcuni anni per padroneggiare questa tecnica, ed è ancora il mio trucco preferito, non solo perché l’ho allenato fin dall'inizio, ma anche per quanto è bello. Col tempo ho iniziato a mettere in sequenza i tanti trick che scoprivo, filmandoli e ordinandoli in base al numero di anelli usati.
La ricerca è partita ad inizio 2014, ma non volevo correre nel realizzare HOLY e ci sono voluti sei anni prima del suo debutto. Avevo alcuni dubbi sullo spettacolo. Chi avrebbe voluto osservare 45 minuti di giocoleria monotematica con musica soporifera? Ho provato il materiale in molti contesti diversi, di fronte a grandi e bambini, sul palco e in contesti più informali. Quando la risposta è diventata estremamente positiva, ho pensato che valesse la pena debuttare.
La quantità di nuove idee ha iniziato a esaurirsi e nel 2019 ho smesso di fare ricerca e mi sono dedicato alla messa in
scena. Innanzitutto volevo che la giocoleria fosse il centro di tutto, dargli lo spazio che merita e dimostrare che la giocoleria potrebbe riempire quello spazio. Quindi ho ridotto ai minimi termini tutto il resto. Luce, suono, scenografia, abiti, movimento del corpo, teatralità. Allo stesso tempo c'erano cose pratiche che volevo tenere. Bere acqua sul palco, in parte perché ne avrei avuto bisogno e per evidenziare la sua importanza per la vita sulla terra; evitare di mettere gli anelli sul pavimento, e per questo ho deciso di avere sul palco un piedistallo.
Quando ripenso all’intero processo di creazione, mi rallegra vedere che erano coinvolti solo giocolieri: Johan Rinman, musicista e giocoliere per hobby da più di 20 anni. Erik Åberg, celebre storico della giocoleria e futurista, ha realizzato il piedestallo della scenografia. Wes Peden, giocoliere, era il consulente di giocoleria per questo progetto. Einar Kling Odencrants, artista circense e fotografo che ha iniziato come giocoliere, ha filmato la prima e montato il trailer. Teresa Santos, ballerina e giocoliera per hobby, ha scattato le foto promozionali di questo pezzo.
Nel febbraio 2020, HOLY ha debuttato a Stoccolma, in Svezia, di fronte a 120 persone. In futuro desidero continuare a portare in giro HOLY il più possibile e applicare il suo concept alla mia routine quotidiana, con l'obiettivo principale di trovare la pace.
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EMIL DAHL emildahl.com
ph Teresa Santos
ph Tomas Amorim
CIE SCRATCH
ciescratch.eu
di Gaëlle Coppée, Denis Michiels, Tom Boccara
TRAIETTORIE
Gaëlle. Originaria di Bruxelles, 33 anni, un master in giornalismo, si è formata in giocoleria presso la FAAACJ (fabbrica di arti e creazione di giocoleria alternativa e autogestita) e durante corsi di clownerie (Michel e Christine Dallaire, Eric Blouet,...).
Denis. Viene da un villaggio chiamato "L'Ecluse", 33 anni, ha studiato informatica e si è gradualmente formato in clownerie e giocoleria nel corso di diversi workshop.
Tom. Nato a Bruxelles, 33 anni, appassionato di circo fin da bambino, ha studiato cinema allo IAD - Istituto per diventare regista, si è formato come clown partecipando a laboratori, ha diretto spettacoli circensi e oggi dirige anche film.
Gaëlle e Tom si incontrano tredicenni alla scuola di circo di Bruxelles, dove realizzano i loro primi spettacoli di diabolo insieme (open stage, freestyle). Dopo la formazione fondano con alcuni amici la Cie Scratch, realizzando 2 spettacoli collettivi: “T.N.T” e “Split”. Gaëlle e Denis, dopo essersi incontrati all'università all'età di 23 anni, realizzano "Mousse". Infine, tutti e tre insieme, Gaëlle, Tom e Denis, creano lo spettacolo "Drache Nationale".
AMICIZIA
Ci conosciamo da molto tempo e la nostra amicizia è parte integrante di ciò che cerchiamo di coltivare nel nostro lavoro, in scena, ma anche nella vita. Fin dalla prima residenza come trio, ci siamo sentiti molto a nostro agio nell'improvvisare sequenze insieme, con molta complicità, uno spirito comune, come se ci conoscessimo da sempre.
La giocoleria è presente fin dall'inizio del processo di creazione. Quando elaboriamo un concept ci chiediamo costantemente come le nostre idee possano essere espresse attraverso la giocoleria per raccontare una storia umana, ma anche la storia dei nostri punti di forza e di debolezza.
DRACHE NATIONALE
In Drache Nationale, usiamo parole, giochi e giocoleria per parlare di "cosa possiamo fare quando tutto va a rotoli". Nella vita ci sono piccoli problemi e grandi problemi.
Amiamo lavorare insieme perché siamo amici e abbiamo la stessa sensibilità artistica. Ci piacciono i clown, i giocolieri, l'umorismo e le emozioni. Ci piace essere generosi e trasparenti sul palco e lavorare per affinare la sensibilità e l’onestà intellettuale, essere se stessi sul palco.
RICERCA ARTISTICA
Uno degli obiettivi principali del nostro lavoro è cercare di esprimere storie personali, sentimenti, emozioni attraverso la giocoleria, la recitazione e adottando un'economia di mezzi. Fare molto con poco per invitare lo spettatore a usare la propria immaginazione, per risvegliare qualcosa della nostra infanzia, tutto è possibile. Osare per creare una tempesta, uno spettacolo degno di Las Vegas o una grande opera, ma con giocattoli e costumi acquistati al discount. Ci piace provare idee che a prima vista sembrano perdenti. Divertirsi a credere in loro e finire per amarle. Non ci piace prenderci troppo sul serio e lo facciamo molto seriamente. Un altro obiettivo della compagnia è quello di condividere un momento di convivialità, divertimento, emozioni e complicità con il pubblico. Una relazione importante che dà senso a ciò che facciamo.
Come affrontarli? Nello spettacolo sviluppiamo diverse scene con situazioni difficili (quasi una lista delle peggiori sfighe, una prima festa da ballo dove è difficile destreggiarsi, la morte di un migliore amico, ...) e proviamo a vedere come possiamo far fronte o meno alle disgrazie che bisogna affrontare.
Ci siamo resi conto che tutte queste "Draches" (ovvero "forti piogge" in francese, molto frequenti in Belgio, specialmente durante le festività nazionali!) accadono nella vita senza preavviso e ne fanno parte. La sfida è riuscire a conviverci. Non è sempre facile essere positivi, ma abbiamo notato che stare insieme aiuta ad andare avanti. Che di fronte alle avversità buona parte dell'antidoto è da ricercarsi nei rapporti umani. "È una merda, ma stiamo insieme" e insieme possiamo riderci sopra, piangerci sopra, giocarci sopra... Diventa il nostro materiale, la nostra grinta. Ci occupiamo della vita, di tutto ciò che è imprevedibile, sorprendente, bello e meno bello. Ci nutriamo delle nostre esperienze e usiamo clownerie, parole e giocoleria per trascendere ciò che ci accade e cercare di renderlo universale. Le "Draches" capitano a tutti e parlarne con un sorriso ci fa bene, ci aiuta a riflettere in una prospettiva più ampia.
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ph Mathilde Schockaert
ph Mathilde Schockaert
SINKING SIDEWAYS
di Xenia Bannuscher, Dries Vanwalle, Raff Pringuet
TRAIETTORIE
Dries, Belgio, 25 anni. Si allena da bambino al "Circusplaneet", un circo giovanile con sede a Gand, passando dal monociclo alla giocoleria per arrivare alla danza acrobatica.
Xenia, Germania, 28 anni. Ha praticato ginnastica e vari stili di danza dall'età di 4 anni in poi.
Raff, Belgio, 25 anni. Inizia in una scuola di circo giovanile, concentrandosi nel tempo sul mano a mano come porteur, giocoleria e acrobatica.
Dries, Xenia e Raff si incontrano alla Codarts University of the Arts di Rotterdam – NL, dove si specializzano in danza acrobatica e condividono corsi di specializzazione, visione di spettacoli e allenamenti serali, fino a quando Dries e Xenia decidono di fondare una compagnia e realizzare dopo la formazione il loro primo spettacolo chiamato René. Una volta diplomatosi Raff si è unito al loro secondo lavoro “Cécile”.
LA COMPAGNIA
Portiamo tutti nella compagnia qualità e capacità diverse. Dries e Xenia hanno davvero lavorato molto, non solo artisticamente, ma anche dal punto di vista organizzativo, con una forte spinta a plasmare Sinking Sideways. Raff ha sempre molta energia, è super dinamico e ha molta esperienza come giocoliere. Nel processo di creazione siamo ugualmente coinvolti e le nostre diverse esperienze ed energie si combinano molto bene. Ci sono stati disaccordi - ovviamente - e sono stati una parte importante della realizzazione, ma uno dei nostri maggiori desideri è rimanere sani e felici, prenderci una buona cura di noi stessi, creare un luogo di ispirazione e divertimento - e non perché abbiamo pianificato un nuovo spettacolo nel 2025 ;)
LA RICERCA ARTISTICA
Uno dei nostri maggiori filoni di ricerca si posiziona sulla linea sottile di confine tra circo e danza. Dato che la nostra disciplina – la danza acrobatica - è già una via di mezzo, vogliamo immergerci più a fondo in quella fessura e mettere in discussione la nozione di ciò che il circo è e può essere. Deve essere spettacolare, nel senso tradizionale della parola? Di quanti trick ha bisogno uno spettacolo per essere ancora considerato circo? Stiamo ricercando una drammaturgia che si allontani dalle forme comuni nel circo di "atto dopo atto" o "scene chiaramente definite". Entrambi i nostri spettacoli sono costruiti sui temi della ripetizione e della coreografia, condividendo con il pubblico il nostro interesse per lavori e dettagli semplici, forse anche minimalisti. Miriamo a creare pezzi che sembrino coerenti e rotondi sotto tutti gli aspetti (concetto, scenografia, costumi, composizione musicale, coreografia,...). Siamo anche molto interessati a creare un'opera astratta, fortemente visuale, ma allo stesso tempo desideriamo essere visibili come persone sul palco, non solo come corpi. Nel complesso stiamo ricercando come realizzare le nostre idee e condividerle con la scena circense, sperando di aggiungere qualcosa di nuovo a questo campo poliedrico. Originariamente la nostra ispirazione per Cécile veniva dalla giocoleria. Siamo tutti affascinati da questa arte e molti dei nostri spettacoli preferiti di tutti i tempi sono di giocoleria, per questo abbiamo utilizzato i pattern di giocoleria come linea coreografica di base. Dopo solo una settimana di ricerca sapevamo che
avremmo potuto riempire ore e ore con questo materiale. Quindi abbiamo deciso di attenerci allo schema di giocoleria più basilarela cascata con 3 oggetti - e di andare davvero in profondità in ciò che è possibile realizzare coreograficamente e acrobaticamente. Abbiamo trovato così tante interpretazioni diverse di questo schema che gran parte del materiale non è nemmeno entrato nello spettacolo. Anche questo fa parte del divertimento, poter capire di cosa avesse bisogno Cécile e poi scegliere quel materiale.
DIETRO LE QUINTE
Una cosa importante: noi tre siamo il core team della compagnia, ma ci sono molte più persone coinvolte dietro le quinte. Leoni Grützmacher (direttore di produzione), Rahel Hunter (compositore musicale), Jef Delva (tecnico), Dagmar Dachauer e Geert Belpaeme (occhi esterni), Arjan Kruidhof e Arjen Schoneveld (scenografi), Hanne (costumista), David Carney (light designer), Lily Schlinker (fotografa), CRoy Nimako (fisioterapista), Victor Leclère e il team de La Magnanerie (distribuzione). Tutte queste persone dietro le quinte raramente ottengono riconoscimenti sufficienti (o addirittura nessuno), ma i loro contributi sono enormi, essenziali e vogliamo ringraziarli immensamente.
PROGETTOQUINTAPARETE.IT 22 JUGGLINGMAGAZINE. IT
sinkingsideways.de
ph
Lily Schlinker ph Lily Schlinker
NICANOR DE ELIA
nicanordeelia.com
'90, con il mio bagaglio di giocolie re, ballerino e coreografo sono transitato per l'Italia, la Francia, per poi fondare a Bruxelles nel 2015 la cie NDE, che attualmente dirigo. La drammaturgia è stata al centro del mio lavoro, anche come artista, perchè ho sempre pensato al circo come un modo per condividere momenti di vita, sogni, viaggi, e non come dimostrazione di un virtuosismo tecnico. Questo cammino è ancora in corso e lungo. Inoltre è figlio dei tempi, per cui oggi è così e in futuro potremmo avere qualcosa d'altro. Sicuramente il circo è nel cuore del mio lavoro ma non è l'unico elemento.
In genere parto da idee che sono lontane dal circo, o magari no, e comincio a lavorare sui punti di contatto. Metto elementi diversi in tensione nello spazio e questo crea un nuovo contesto, dove la giocoleria si innesta sul tema che ho deciso di approfondire, lo spazio circostante, il gruppo dei performer, il modo in cui ogni spettatore vive questa situazione. In scena c'è qualcuno che muore alla fine dello spettacolo, un altro che può diventare pazzo. Io lascio vivere tutte queste cose per lavorare con quest'idea sia in una dimensione di gruppo, sia dell'individuo, con tanti livelli differenti di lettura. Non si tratta più di "venire a vedere uno spettacolo di giocoleria!"
Lavoro sul doppio binario del ballerino/coreografo e del giocoliere, in cui la giocoleria parte sempre dal corpo e va verso l'oggetto. La giocoleria è per me il prolungamento del corpo, una risonanza di quello che sta vivendo il giocoliere. Provo a liberare il giocoliere dalle costrizioni della gravità e del tecnicismo. Durante la creazione dico sempre che se l'oggetto cade più di tre volte durante le prove, quel trick va lasciato perdere. Il fine ultimo è trovare la libertà di movimento e di espressione. Dico sempre agli artisti di parlare attraverso la giocoleria, ma non di ostentare dei trick. Magari la trama chiede una tensione, allora la relazione con il tuo oggetto esprimerà questa tensione. Per un certo tempo si pensava che il virtuosismo tecnico fosse l’elemento principale in uno spettacolo di giocoleria. Adesso, come nel teatro contemporaneo, è allo stesso livello con la luce, il video, gli altri, il pubblico, lo spazio. Sono tutti elementi drammaturgici, tutti parimenti forti.
Ma la giocoleria è anche un meta testo. Se io parlo e faccio delle pause, dei silenzi, tu mi capisci meglio. Se parlo costantemente, sempre con lo stesso tono, usando parole complicate, storie complesse, a un certo punto la tua attenzione cala e scompare. Questo vale anche nella drammaturgia. Penso alla giocoleria come un testo: costruire delle frasi, delle pause, creare un dialogo con agli altri elementi.
Anche il pubblico gioca la sua parte; applaude, ride, oppure mostra un rispettoso silenzio come nei teatri. In
questo modo ci parla, si espri me, fa sentire la sua massa potente. In Copy Left abbiamo lavorato sull'idea di una performance jazz, con improvvisazioni con musicisti, creando poi un parallelo tra lo sport e il circo, toccando il rugby o il football. Ci trovavamo il mattino, invitando dei musicisti ad improvvisare durante le sedute di creazione. Mettevamo due/tre regole e facevamo lo spettacolo il pomeriggio. Era bello sentire gli applausi nel mezzo di un solo improvvisato, come alle jam di jazz. Gli applausi improvvisi del pubblico sono drammaturgicamente molto potenti. Per esempio per Juventud abbiamo lavorato con il manifesto futurista. Ho preso questa idea della velocità e l'ho applicata alla giocoleria in termini di accelerazione. Pensavo fosse qualcosa di interessante su cui riflettere oggi, in un contesto di grande accelerazione tecnologica. Ma se lavori con l'accelerazione devi lavorare anche con il rallentamento, la lentezza. E questo aggiunge un nuovo livello di lettura. Poi ho realizzato una creazione con una scuola di circo, che si chiamava ONE, e con loro abbiamo lavorato sul tema dell’unità. Una creazione bellissima con 15 allievi di una scuola a cercare l'unità del gruppo, del solo, delle canzoni, la ricerca del significato di "unità". Temi astratti che poi acquistano concretezza nello spettacolo. Adesso stiamo lavorando al tema della manipolazione/giocoleria del corpo, all'estetica pop degli anni '60/'70, partendo dalla constatazione che il rapporto con il corpo è controverso nella nostra società, e tutto quello che vediamo nei media sono troppo lontani da noi. Per questo il titolo El Dorado, un luogo a cui non si arriva mai. Siamo ancora agli inizi, ma voglio vedere come funziona questa idea di rapportare un corpo instancabile con l'estetica degli anni '60/'70, come cambiare questo paradigma in una creazione dove faremo manipolazione dei corpi.
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CIRQUE DU SOLEIL, LA RIPARTENZA
di A.R.
RITORNO DAL FUTURO
Nella primavera del 2020, a causa delle restrizioni della dilagante pandemia del Covid-19, il Cirque du Soleil dovette annullare l’imminente tappa di
ta di biglietti, collassare improvvisamente. Come tutte le giovani imprese con idee geniali, che godono di un periodo di grande successo e crescita, anche il CDS, una volta raggiun-
di sviluppo e differenziazione delle attività artistiche e commerciali, il precipitare della crisi pandemica ha generato una tempesta perfetta che ha costretto i vertici dell’azienda a licenziare a giugno dello stesso anno il 95% dei dipendenti (oltre 5000 all’epoca) e ricorrere alla bancarotta assistita per evitare il fallimento.
duale ripresa degli spettacoli e dei preesistenti partenariati commerciali, senza dimenticare la costante ricerca di mercati in cui poter investire anche con nuove attività, sono un chiaro segno che la corsa a raggiungere i livelli pre-pandemici è già partita.
KURIOS
Cabinet of curiosities
“Totem” a Roma. Stessa sorte sarebbe toccata ad altri 44 spettacoli programmati in giro per il mondo (in genere viene prodotto uno spettacolo nuovo ogni due anni, che va in tournée per 15 anni). Nel volgere di pochi mesi un’impresa florida, con quasi 40 anni di successi alle spalle, considerata emblema dello sviluppo commerciale ed artistico nel mondo dello spettacolo dal vivo, avrebbe visto il suo fatturato di un miliardo di euro l’anno, quasi interamente proveniente da vendi-
to il successo planetario e la sua massima espansione, ha dovuto già dopo il 2010 affrontare i primi flop, la sfida del digitale, investimenti e acquisizioni in aree non più legata alle sole produzioni di circo, il cambiamento dei gusti del pubblico e dei player attivi sul mercato dell’intrattenimento. Non ultimo l’uscita dalla proprietà del fondatore Guy Lalibertè, che nel 2015 vende la proprietà ad investitori cinesi e americani. Su questo altalenare di crescita e ridimensionamenti finanziari,
Campione di resilienza il management del CDS, fedele alla mission che recita “invoke the imagination, provoke the senses and evoke the emotions of people around the world”, non ha mai perso le speranze di ripartire. Grazie all’arrivo di nuovi azionisti canadesi e americani nel novembre 2020 la società è stata acquisita dal fondo Catalyst Capital, un gruppo di private equity canadese divenuto principale azionista, e la crisi finanziaria è stata superata. il Cirque du Soleil ha finalmente ripreso le attività e alla fine di novembre 2021, circa mille artisti erano già tornati a lavorare nelle produzioni più rodate. Oggi i dipendenti sono più che raddoppiati rispetto al 2021 e gli estesi uffici e centri di creazione a Montreal ne accolgono di nuovo alcune centinaia. Alla riapertura a Las Vegas, nel giugno del 2021, gli spettacoli hanno registrato un immediato sold out, e un nuovo record di biglietti venduti - quasi 270 mila - per lo spettacolo “Kooza”. La gra-
Nella primavera del 2023 il CDS è finalmente tornato anche in Italia, con “Kurios –Cabinet of curiosities” - scritto e diretto da Michel Laprise - la 35ª produzione del Cirque du Soleil dal 1984.
Le due tappe a Roma (21 marzo / 29 aprile, Tor di Quinto) e a Milano (10 maggio / 25 giugno,
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cirquedusoleilentertainmentgroup.com
foto di Mathew Tsang
piazzale Cuoco), sono state prodotte da Show Bees e Vivo Concerti, partner italiani del Cirque du Soleil Entertainment Group. A spostare il grande complesso itinerante da 2mila tonnellate di attrezzatura lungo la penisola, e nel resto d’Europa, una work force di 65 camion e 122 addetti del tour. Il risultato? Oltre 200.000 biglietti andati a ruba.
Kurios è un mix di curiosità insolite e prodezze acrobatiche mozzafiato, un vero kolossal in puro stile Cirque du Soleil. Il titolo dello spettacolo ci rimanda all’epoca del Rinascimento europeo, quando aristocratici e membri della classe mercantile (grossisti, banchieri, distributori e produttori), insieme ai primi “scienziati”, formavano collezioni di cimeli storici, opere d'arte o souvenir di viaggi misteriosi. Queste collezioni divennero note come Cabinet of Curiosities. Ogni oggetto raccolto era l'occasione per raccontare un’avventura in terre lontane, o una scoperta dei segreti e
spaziano dal jazz, all'electro swing, al rock and roll. Il suggestivo set, progettato da Stéphane Roy, rende Kurios ancora più allettante, e di “curiosità” è pieno lo spettacolo: 426 oggetti di scena e oltre 3000 capi e accessori impreziosiscono l’alternarsi in pista dei 49 artisti, provenienti da 17 paesi diversi, alcuni dei quali in tournée con il Cirque du Soleil da oltre 15 anni.
Il cast di Kurios presenta come d’abitudine artisti di prim’ordine, che soddisfa anche gli amanti più esigenti di effetti e performance. Una “manciata” di contorsioniste vestite da rettili si esibiscono su una gigantesca mano meccanica; trapezisti oscillano da altezze vertiginose e il duo alle cinghie sorvola letteralmente il pubblico. Una troupe di acrobati porta lo spettacolo a un climax vivace con torri umane che crollano e si riformano, mentre la troupe di acrobati si esibisce al più grande trampolino elastico mai costruito al mondo, che occupa l’intera ampiezza del palco. Un giocoliere continua la sua routine di clave mentre viene tirato in alto sotto la cupola e un mini-dramma viene proiettato su un dirigibile in stile antico che fluttua sopra il palco. Una folle cena, con le sedie che vengono impilate per sostenere le acrobazie di un verticalista, vede in alto apparire un'immagine speculare della stessa scena, che si aggiunge all'effetto surreale. Strane figure non umane corrono sul palco, dall’Uomo della Fisarmonica, ad una figura che sembra uscita da Star Wars. E così via con molti altri artisti e numeri di qualità.
dei tesori nascosti del mondo. Ispirato agli antenati del museo moderno, Kurios celebra il potere dell'immaginazione, con un’estetica da “Ritorno dal Futuro” e costumi che rimandano ad un’era vittoriana proiettata nella fantascienza, condita da elementi steampunk e influenze musicali che
Uno spettacolo accolto con plauso anche da quella parte della critica che rimprovera al CDS di essersi ancorata ad un suo “classicismo” nell’estetica e nella narrativa in materia di produzioni di circo. Un successo decretato sicuramente anche dal pubblico che, reagendo a questa lunga, impattante, forzata lontananza dallo spettacolo dal vivo, continua ad affollare, a tutte le latitudini del mondo, le programmazioni legate alle arti circensi.
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A C ONVENTION D E C ELLENO
27 APRILE – 1 MAGGIO, CELLENO (VT)
ilcircoverde.com/acdc
L’ultima edizione della convention di giocoleria conosciuta come “Brianzola” risale al 2019, e gli aficionados delle convention, così come i giovani che avrebbero desiderato parteciparvi per la prima volta, cominciavano ad avvertirne forte la mancanza. Qui alla ACDC ho visto tanta gente alla loro prima convention e anche tante facce conosciute. Entrambi ci hanno ringraziato, le “matricole” per la bella sorpresa, promettendo che sarà la prima di una lunga serie, i “veterani” per il piacere di poter “tornare in convention”.
Cosa mi spinge a organizzare ACDC è quello che mi spingeva anni fa ad organizzare la Romana, dove sono stato nel team organizzativo dal 2000 al 2009: offrire alle persone la possibilità di vivere un'esperienza che ha permesso a me e tanti altri di crescere come persone, come artisti e nella vita in generale.
Ovviamente tante cose sono cambiate da allora, sia a livello organizzativo, sia nel tipo di strutture che ci ospitano, sia nella nostra maturità. Nel 2000 eravamo a “La Torre”, che è un centro sociale, gestito da un collettivo con determinate convinzioni e priorità, diverse da quelle che avevamo come comunità di giocolieri, ed è stata comunque una bellissima esperienza. Inoltre la Romana è passata per delle trasforma-
zioni, diventando Circocentrica e poi un'altra cosa ancora, fino poi ad esaurire la sua spinta.
ACDC è invece ospitata dal Comune di Celleno, che ripone grande fiducia in noi, supportando Il Circo Verde nelle sue due mission principali: ACDC e Teverina Buskers. Tutti noi lavoriamo sodo, volontariamente e senza retribuzione economica, per realizzare questi due eventi, spesso autofinanziati, che consideriamo il nostro contributo alla società. Ovviamente ci sono altre attività che Il Circo Verde organizza nel corso dell’anno e che contribuiscono alla sostenibilità dell’organizzazione e dei suoi associati.
Il gruppo de Il Circo Verde, tra i 30 e i 50 elementi, è fantastico ed è costituito per la maggior parte da artisti di circo, di strada e di varie arti, residenti nel Lazio. Nel corso degli anni è cresciuto, specializzandosi nell’organizzazione delle attività, ma anche migliorando la sua coesione. Quest'anno in particolare abbiamo lavorato molto su questo aspetto, con maggiore puntualità e profondità, impegnandoci nel
lavorare in maniera serena, nell’esprimere le proprie necessità e i propri limiti, nel ricercare una ripartizione del lavoro più sensata, più aperta e più agevole per tutti. Un lavoro interno che ci assicura un futuro più sano e che si rifletterà anche sulla qualità di quello che offriamo.
ACDC #2
Essere usciti dallo scacco della pandemia ci ha permesso di programmare quest'anno con molta più tranquillità. Tenere la ACDC a giugno l'anno scorso ha stressato molti di noi, impegnati anche come artisti in spettacoli altrove, oltre a ridurre la disponibilità di altri giocolieri/artisti
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intervista a Simone Romanò team ACDC
IL CIRCO VERDE
PROGETTOQUINTAPARETE.IT 26 JUGGLINGMAGAZINE. IT
ph Sophie Massari
foto di Claudio Polvanesi
a ritagliarsi un tempo per la convention. Per il 2023, una volta ricevuta la conferma dagli organizzatori che la Brianzola che non si sarebbe tenuta, ci siamo quindi posizionati nella finestra di fine aprile, tradizionalmente ottima per una convention in Italia. Quest'anno abbiamo aggiunto inoltre un quinto giorno, per godersi tutti la convention e facilitare il compito anche allo staff.
Il format della ACDC adottato quest’anno è come l’anno scorso quello classicissimo delle convention: palestra, parata, open stage, gran gala, workshop, olimpiadi, renegade, a cui abbiamo aggiunto uno spettacolo di clownerie comica, concerti e dj set per alimentare l'aria di festa e dare spazio ad un elemento importante e gioioso come la musica.
A livello organizzativo ci sono stati molti cambiamenti. L'anno scorso era stato impegnativo instaurare ex novo le collaborazioni con le strutture che ci ospitano, l'amministrazione comunale e creare un team di lavoro specifico per la ACDC. Quest'anno, forti della bella esperienza dell’anno precedente, le strutture e amministrazione ci hanno dato ancora più credito e ci siamo concentrati sul migliorare le condizioni per il team e tanti aspetti della convention.
La partecipazione dei giocolieri è quasi raddoppiata rispetto al 2022, con circa 300 giocolieri paganti, oltre a 50 persone di staff, una ventina di artisti invitati, visitatori e curiosi su base giornalieri, toccando punte giornaliere di circa 400 persone presenti alla ACDC. Abbiamo buoni margini per accogliere ancora più giocolieri, e stiamo cercando anche soluzioni per ampliare lo spazio camper, già quest’anno al massimo della capienza con circa 70 mezzi, compresi quelli dello staff.
La direzione artistica coordinata da Andrea Farnetani, è stata allargata e condivisa, con l’obiettivo di un equilibrio delle tecniche, del genere e delle discipline. Hula hoop, antipodismo, palline, contact, clave classiche, ricerca, etc. abbiamo composto un programma più vario e inclusivo possibile. Il Gran Galà, tenuto in una delle piazze di Celleno, ha visto la partecipazione di tanto pubblico, almeno 500 persone, ripartiti in eguale misura tra giocolieri e residenti, e nonostante in quei giorni ci fossero tanti eventi nella provincia ed un clima non troppo favorevole.
I workshop spontanei, gestiti con un alto grado di libertà e di autonomia, sono stati molto partecipati, e quasi tutti gli artisti del Galà hanno offerto un workshop gratuito ai partecipanti. Tra le novità un inedito Gioco dell'Oca, organizzato in palestra dagli allievi della Scuola Romana di Circo e la presentazione di due libri: L'innocenza del clown. Educazione, immaginazione, stupore di Emmmanuel Lavallée e La Grande Acqua di Stefano Corrina, Il renegade invece è stato organizzato alle 3 di notte della domenica ed è andato avanti fino alle 11 di mattina del giorno dopo!
Abbiamo dovuto a malincuore aumentare la quota di iscrizione, portandola a 70 € per far fronte alle spese del giorno in più e agli aumenti in media del 20% di tutto quello che dovevamo acquistare. Una scelta che ci ha permesso di far fronte anche a maggiori costi non preventivati e di chiudere con un piccolo surplus, che investiremo sulle prossime edizioni della ACDC e del Teverina Buskers.
Ho visto cose nuove, non solo di livello tecnico, che 20 anni fa non esistevano. Per altri versi ho notato invece lo stesso fermento dell’epoca, soprattutto in palestra, che ha funzionato benissimo, con tanto scambio, condivisione, voglia di conoscersi e condividere. Inoltre i giocolieri hanno dimostrato ancora una volta grande senso di responsabilità e di rispetto. Non abbiamo registrato alcun atto di van-
dalismo, negligenza e di questo ringrazio tutti di cuore. In sostanza ho visto quello che mi sarebbe piaciuto vedere.
Per il futuro stiamo fantasticando rispetto al ritorno della convention italiana, con la possibilità anche di un ritorno a Porano, che negli anni 2002, 2003, e 2004 ha ospitato alcune delle miglior convention italiane. Sarebbe bello vedere nascere un coordinamento allargato, con varie realtà e persone esperte di convention che uniscono le forze e si prendono cura di un pezzo del puzzle. Approfittiamo di questo articolo per lanciare l’invito!
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Sono un attore, artista di strada, clown, organizzatore; in sintesi… smuovitore di montagne.... all'occorrenza presentatore. Il rapporto col pubblico è il mio forte, negli anni mi sono dedicato a stabilire una relzione, abbandonare la quarta parete del teatro non è stato per me un trauma, piuttosto un’esaltazione. Del pubblico ho voluto studiare lo sguardo, le espressioni, le energie ed i limiti. Nonostante i miei personaggi non sono mai buonisti, il mio apparente cinismo è stupore, condivisione e passione, mai accusa e questo il pubblico lo sente, restituendo grasse risate alle mie buffonate. Non so con esattezza se sono un buon presentatore. So che non devo essere invadente, devo gratificare pubblico e artisti, devo scaldare l’ambiente, ma spesso devo anche recitare con un microfono che non funziona nell’attesa che riprenda a funzionare. Oppure fare un bel monologo al buio con la luce del telefonino in faccia finché il tecnico non ripara i fari; d’altra parte in fondo sono un clown e nel disastro sono a mio agio.
La mia storia artistica è un pò lunghina ma la sintetizzo: dal 1984 comincio con il teatro in una compagnia amatoriale dedita allo studio di quel teatro fisico proveniente da Barba e Living Theatre, ma con contaminazioni di commedia dell’arte e improvvisazione. Il nome della compagnia la dice lunga I COMMEDIANTI. In quel periodo avevamo lo scopo preciso di arrivare ad avere un teatro tutto nostro. In 10 anni la compagnia apre prima un teatro da 59 posti poi un anno dopo uno da 100. Nel 1998, in cerca di nuove sfide e nuovi stimoli, veniamo coinvolti da un movimento culturale che in quel periodo serpeg-
gia nello stivale: incontriamo giocolieri, artisti di strada, ed è subito amore. L'incontro con Grampied in un laboratorio con Le Breton, la partecipazione alle Convention, l’avventura di Avignone saranno il pretesto per diffondere nel proprio territorio le nuove arti. Nascono I FASTI VERULANI, un festival che porterà per 10 anni in terra ciociara centinaia di artisti, tra piccole e grandi compagnie del settore, approfittando del festival per laboratori e stage di formazione mia perenne FISSA. Innumerevoli i progetti, le lotte, gli eventi e le formazioni portate in giro per il paese con i nuovi amici fino ad arrivare agli anni 2010 quando, deluso dalle istituzioni e dai suoi rappresentanti, preferisco collaborare con artisti e strutture private. Mi ritrovo a insegnare in una scuola di cabaret, e a produrre il mio primo spettacolo di stand-up
all’italiana, portandolo ovunque teatri, circoli, pub, e strada, ritrovando quel gusto e quell'esaltazione che sempre mi hanno smosso. È in questo periodo che incontro la Circofficina del porto fluviale a Roma, un luogo e degli artisti dove continuare a sognare. Tra cabaret e lotte condivise si prova e si fanno allenamenti, mentre lo spazio cresce e si fa grande. In questo fertile humus, tra prove e spettacoli, dopo 4 mesi di laboratori di clownerie tra CIRCOFFICINA e Chapiteau un gruppo di artisti individua un’esigenza sorta nei tanti cabaret realizzati: rendere creativa la sistemazione degli oggetti di scena, prima e dopo i numeri. Nasce così la Nazionale dei Servi di scena (NSS), creando decine di “entrate” da 1 minuto in grado di adattarsi alle varie arti che necessitano di un cambio scena: giocolieri, acrobati, aerea, equilibristi sul filo, etc. Ad ogni cabaret si procede all'analisi della scaletta e si adattano i “pezzi”, per rendere più fluido lo spettacolo e scaricare il presentatore dall’onere di riempire vuoti per montaggi e smontaggi.
Gli artisti Annarita (Capitano della squadra), Andrea, Valentina, Milena, Chicca, Manuela, Dona, Chiara, Daniela, Alice, Scorza (allenatore Magellano), formano il primo nucleo della NSS. Le entrate da loro create verranno presto decodificate e scritte, per essere raccolte in un grande libro della NSS, disponibile a tutti e a chiunque voglia fondare la propria NSS. Tutto questo forse è un gioco, forse è superfluo, ma se tende ad aumentare la Bellezza e a portare gioia, allora è un grande gioco a cui giochiamo volentieri.
&mestieripersone
di Guglielmo Bartoli in arte Magellano
PROGETTOQUINTAPARETE.IT 28 JUGGLINGMAGAZINE. IT magellanotorbali.wordpress.com E guglielmo.bartoli GUGLIELMO BARTOLI
DIEGO DRAGHI
E diego oscar draghi
PRESENTATORI SERVI DI SCENA
"Buonasera e benvenuti al Gran Gala della Giocoleria. Sono Diego Draghi e sono italo argentino: italiano da parte di mamma e argentino da parte di...un amico di mio padre..."
Con questa introduzione mi presento, prima di presentare gli altri. È fondamentale creare un’empatia con il pubblico sin da subito. Come in uno spettacolo di teatro di strada, devi creare le condizioni ottimali per far 'godere' gli spettatori, creare "il cerchio" anche se ti trovi sotto chapiteau o in un teatro...
Ma andiamo per parti, come diceva Jack lo Squartatore...
Mi definisco un 'presentattore' perché solitamente faccio spettacoli anch'io. Quindi conosco alla perfezione quali sono i bisogni di chi sale su un palco, e cerco di accompagnarlo. Come artista ho iniziato con il Teatro di Figura, nel 1994 con il Teatro del Buratto di Milano e parallelamente ho scoperto il teatro di strada e la giocoleria. Lunghissimi pomeriggi trascorsi al Parco Sempione ad allenarmi, incontrando altri artisti con cui ho collaborato e condiviso palchi e Convention. Dai "Saltimbanchi doc" alla “Rassegna del Saltimbanco” in Cascina Torchiera, mi muovevo già allora sia come artista sia come presentatore. Credo di essermi avvicinato al ruolo di presentatore un po’ per caso. Mi è sempre piaciuto parlare in pubblico, raccontare brevi storie, o semplicemente raccontare una barzelletta. Ho cominciato semplicemente "presentando" ad un saggio. Leggevo i nomi degli allievi e
poco altro. Poi iniziai a interagire col pubblico, e dopo ancora a presentare qualche numero, in modo da "coprire il buco". Devi sempre ricordarti che non è "il tuo spettacolo" bensì un Cabaret di artisti e bisogna tener il ritmo della serata. Il presentatore deve essere uno showman a tutto tondo: recitare, ballare, cantare e, perché no... giocolare! Ma gli interventi devono rimanere brevi ed essere fatti con stile.
Ho affinato la mia 'tecnica di presentazione' negli anni, con l'esperienza. Dagli Open Stage alle convention, vera palestra per chi vuole intraprendere l'attività come presentatore, ai vari 'saggi delle scuole di Circo', passando per la presentazione del coro dello Zecchino d'Oro a la Sagra della Zucca di Casatenovo. Tutto grano che va in cascina, tutte buone occasioni per provare battute, entrate e uscite, musiche e ritmi. Il mio grande maestro è stato il Mago Barnaba. Ha sempre una battuta pronta per ogni occasione e sa, con semplicità, come condurre una serata, perché anche lui stesso è un artista!
Poi nel 2004, la grande occasione: presentare a Porano il Gran Gala della mitica Convention Italiana. Da lì in poi ho presentato ovunque! Devo molto anche a Davide Cattaneo, che ha creduto in me dall’inizio. Presentare i Galà la alla Convention di Giocoleria della Brianza, con una selezione dei migliori artisti/giocolieri in-
ternazionali, davanti ad una platea infinita, è stata un’esperienza importante. Il "capitano-presentatore" deve conoscere in profondità l’equipaggio, e sono molto costruttive le riunioni prima degli spettacoli di tutto lo staff: artisti, tecnici e servi di scena. È importante per esempio partecipare alla costruzione della “scaletta”, sapere dagli artisti se vogliono essere presentati, o entrare 'a schiaffo'. Sapere come inizia il numero, e soprattutto, come finisce, per poter entrare al momento giusto e catalizzare gli applausi a chi è in scena. Durante la performance il presentatore, come un allenatore, deve poter stare 'a bordo campo', vedere bene l'esecuzione del numero, pur senza essere visto dal pubblico, ed intervenire prontamente, soprattutto in caso di intoppo tecnico.
Per gestire il termometro della serata devi essere attento anche ai commenti del pubblico, ed essere pronto come un fulmine con una battuta. Non sempre il pubblico è "caldo" o "accogliente". Delle volte ci vuole molto tempo per far capire che l'unico modo di divertirsi è lasciar andare le emozioni che provocano i numeri. Con il pubblico del Gala della Brianzola (2 repliche in rapida successione, da 1200 spettatori ciascuna) si sentiva forte la differenza tra la prima, dove il pubblico formato prevalentemente da famiglie si divertiva, e la seconda, dove mi divertivo io con una platea per metà di giocolieri, che conoscevo quasi tutti!
Quando infine l'imbarcazione approda al porto, il capitano è grato all'equipaggio: tutti insieme per l'inchino finale, musica, coriandoli e applausi; il giusto tesoro per una serata indimenticabile.
Buio. Birretta. Chiacchiere tra amici. E si ricomincia!
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ph Giada Calamida
ph Pierre Feniello
GIOCOLERIA E TECNOLOGIA
CANALE TG JUGGLING M GeoilGiocoliere
di Shawn Pinciara e Matteo Di Gaetano redazione di TG Juggling
Quali sono le app che accompagnano i giocolieri durante gli allenamenti? Come si possono evidenziare i movimenti degli attrezzi nei video? I robot diventeranno migliori giocolieri di noi? ChatGPT riuscirà a inventare una nuova routine di giocoleria?
La tecnologia è sicuramente un aspetto fondamentale anche per la vita e il progresso degli artisti circensi… ma dove porre il limite tra aiuto tecnico e distruzione artistica? Con il termine "tecnologia" vogliamo considerare l'insieme delle varie applicazioni fisiche e digitali dopo l’arrivo nelle nostre case di pc e smartphone. Ci concentreremo su
aggiornati per simulare siteswap è sicuramente JugglingLab, con molte funzioni di generazione, validazione e visualizzazione dei tanto amati e odiati siteswap. Questo tipo di tecnologia è stata utilizzata poi con altri oggetti, come il diablo, i flower stick le clave e così via. Negli ultimi anni si è sviluppata una comunità molto attiva nel mondo dei siteswap applicati al diabolo. Qualcuno ha
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Passando invece a tecnologie all'avanguardia e molto in voga nell’ultimo periodo, possiamo citare una delle ricerche più interessanti, che si concentra sul machine learning. Stephen Meshke propone un modello di rete neurale dedito al riconoscimento di siteswap a partire da un video. Questa ricerca è di particolare importanza poiché aiuterebbe ad
software, che comprende le applicazioni per telefoni, pc e altre piattaforme, e l'hardware, che riguarda gli strumenti meccanici come i robot.
PC e smartphone, applicazioni, programmi, siti web per simulare… chi più ne ha più ne metta! Partiamo con una bellissima applicazione per smartphone. Un po’ di tempo fa gli stessi autori di questo articolo :) hanno sviluppato l’app ncamera, semplicissima e con il solo scopo di tagliare gli ultimi “n” secondi di un video appena registrato, quelli buoni con il trick finalmente riuscito, buttando velocemente via tutto il resto. Semplice no?
Immaginate ora invece di avere la possibilità di lasciare nello spazio una traccia del lancio o della manipolazione di oggetti… Proprio di questo tratta l’app per telefoni ArFlowArts
Il funzionamento è molto semplice: dopo aver girato un video si può scegliere tra vari effetti da applicare agli attrezzi in movimento per esaltarne la visione, aggiungendo colori, scie luminose, simulando il fuoco e molto altro. Sicuramente da provare!
Tornando a qualcosa di più classico invece, non possiamo non menzionare uno dei software più anziani nel mondo della giocoleria: il simulatore di siteswap. Tanto facile da usare quanto salvavita, permette di avere un esempio pratico delle famose sequenze 531, 423, 441: trick dall’apparenza quasi astrali. Uno dei progetti più stabili e
proposto anche nuove sequenze. Un progetto recente e innovativo, che vuole tentare di unificare la descrizione dei siteswap tra diaboli, è Troposfera XYZ
Una ricerca decisamente affascinante, è quella condotta con l’aiuto di Alex Barron, capace di flashare fino a 14 palline. La tecnologia è stata, nel vero senso della parola, applicata ai polsi di Barron, nella forma di accelerometri capaci di verificare, almeno a livello teorico, quante palline sarebbe stato in grado di giocolare muovendo il più velocemente possibile le braccia (analizzando l’accelerazione e il ritmo delle mani). Il risultato è stato di 25 palline, numero impressionante e probabilmente nemmeno raggiungibile in presenza dell’ordinaria gravità terrestre.
analizzare in modo sempre più preciso e semplice gli schemi tra gli oggetti. Oppure, guardando un po’ nel futuro, si potrebbe comprendere meglio perché alcuni stili di giocoleria sono più apprezzati rispetto ad altri, oppure ancora definire le caratteristiche e analizzare in ambito circense come le varie culture nel mondo interpretano gli stessi movimenti in modo diverso. Insomma tanti dati da analizzare e capire. Restando in tema, le intelligenze artificiali (come ChatGPT) hanno spaventato molti negli ultimi tempi. Bisogna ricordarsi però che lo sviluppo di queste tecniche (se utilizzate in modo corretto) renderebbero accessibili strumenti di ricerca molto utili al mondo circense. Non sarebbe ad esempio bello avere un’app che ci insegna o corregge uno schema a 5 palline utilizzando
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Robots playing diabolo Robot Juggles
solamente la telecamera dello smartphone? Oppure per darci consigli su come migliorare la posizione della verticale? Il giocoliere Harrison Low, che sta costruendo un robot giocoliere, chiede invece a ChatGPT se è una buona idea costruire un robot che giocola. Guardate il video a riguardo per sapere come risponde, in modo molto esilarante, il nuovo oracolo di Delfi.
Nel caso invece vogliate qualcosa di più semplice da mettere sul tavolo di casa, sappiate che ci sono robot molto più semplici in grado di giocolare 3 palline da ping pong, i vostri amici non giocolieri ne rimarranno sicuramente estasiati. Ah, sbagliano anche loro come potete immaginare.
Passando invece a cose hardware decisamente più complicate di questi ultimi, qualche parola va sicuramente spesa per i droni. Si può dire che li
A proposito di robot invece si potrebbe probabilmente scrivere un libro intero per parlare di come giocolieri appassionati di meccanica, ma anche ricerche più ufficiali, abbiano nel tempo provato a costruire macchine in grado di giocolare come noi umani. Partendo dalle palline, passando per il devilstick fino ad arrivare al diabolo la creatività per imitare l’uomo non è mancata. Abbiamo molti tipi di robot che senza alcun tipo di intelligenza muovono dei motori che lanciano e raccolgono palline.
Una macchina che ci ha sorpreso moltissimo è sicuramente quella in grado di compiere movimenti molto semplici ma precisi e puliti con 1 diabolo; in grado di caricarlo ed eseguire lanci ad un altro robot o, perché no, ad un giocoliere che gli stia affianco.
hanno programmati per fare di tutto! Tralasciando coreografie aeree luminose, molto spettacolari, che da qualche anno vediamo nei grandi eventi, i droni non si fermano a questo. Alcuni in grado di fare balance con bicchieri pieni d'acqua; altri che riescono a passarsi tra loro ripetutamente una pallina grazie ad una racchetta attaccata alla loro superficie o droni che rimbalzano indietro la pallina che gli viene lanciata.
Che sia migliorare l’apprendimento delle discipline circensi, aiutare gli artisti nelle fasi di ricerca e creazione, spingere il limite tecnico delle discipline o analizzare al meglio ciò che già viene fatto, una cosa rimane certa: la tecnologia può affiancarsi sempre di più all’uomo facilitandone il lavoro, ma rimanendo pur sempre uno strumento!
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Quadrocopter Ball Juggling
Humanoid Robot Impossible to Juggle
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ALBERTO SFORZI
intervista di A.R.
Ho cominciato a giocolare da bambino coi sassi, da autodidatta, vedendo i giocolieri che si esibivano al circo. A 6 anni facevo già piccoli numeri di circo, ma ho sviluppato presto una forte passione per la giocoleria. A 11 anni, mentre mi allenavo al famoso circo delle sorelle Medrano, dove lavoravano i miei cugini, fui incoraggiato da uno degli impresari con un trascorso da giocoliere. Mi disse che avevo talento e mi spronò a continuare. Così feci e cominciai la mia carriera di giocoliere. Approdai in vari circhi importanti, come al Circo Aurora dei Casartelli, dove incontrai Eugenio Larible, che insieme a Enrico Rastelli, Angelo Piccinelli, Vinicio Chiesa ed altri erano i miei “eroi” da emulare. Da lì è stata una storia infinita, con una carriera durata fino all’età di 50 anni. E ancora oggi a 82 anni mi alleno con la giocoleria. Ho cercato di prendere qualcosa da tutti i grandi giocolieri del tempo, allargando il mio repertorio di giocoleria, antipodismo ed equilibrismo con gli oggetti. Vedo ancora dei giocolieri molto bravi in giro. Noi però avevamo un repertorio vasto, non facevamo un solo attrezzo, facevo palline, clave, anelli, equilibrismo, palleggi, filo molle, bicicletta.
Con i cerchi sono arrivato a lancio e presa di 11 cerchi. La mattina che ci sono riuscito a Genova è stato un momento molto particolare della mia carriera che ancora ricordo. Oppure i 10 anelli sul filo molle con un equilibrio sulla testa e un cerchio intorno al piede. Ho fatto anche un numero con 8 palline in sincro, una palla sulla testa e un pallone in equilibrio sul piede. Il numero del cucchiaino in equilibrio sulla fronte invece lo eseguivo addirittura in tre varianti. Per
esempio lo lanciavo dalla punta del piede, lo facevo atterrare in equilibrio verticale sulla fronte, poi gli facevo fare un salto mortale completo riprendendolo sempre sulla fronte e poi muovevo la testa di 90 gradi e lo riprendevo sull’orecchio. Ad Arona mi videro mentre lo provavo, e dopo una serie di 11 tentativi tutti riusciti mi dissero che era il momento di portarlo in pista. Palleggiavo di testa e dopo tre palleggi facevo andare il pallone dietro le spalle, con un colpo di tacco lo rimandavo in aria e lo facevo atterrare su un altro pallone che stavo facendo roteare sul dito. Lì devi essere come un orologio. E poi piattini e tazzine lanciate dal piede e impilate sulla testa mentre sei sul filo molle, ma anche il palo in equilibrio sulla testa mentre facevo girare i cerchi.
Nel corso degli anni ho cambiato qualche attrezzo, ma sono ancora affezionato a quelli di una volta; infatti adesso devo farne rifare qualcuno. Non avevamo tutti quei materiali e la tecnologia che esiste adesso. Le palline erano di legno pieno, anche di varie misure, di quelle con cui si giocava a bocce. Le clave erano di legno tornite, cave, con un manico di scopa come impugnatura, e c'era chi ne usava di legno pieno! I cerchi ce li faceva il falegname, poi li lisciavamo con la carta vetrata, una mano di cementite, una di smalto e via. Si rompevano facilmente quando cadevano dritti sul duro, ma mettevi un po’ di nastro isolante e andavi avanti. Era coì allora. Per me è stata una cosa meravigliosa aver incontrato la giocoleria, ho conosciuto tanta gente, girato il mondo. C'è chi lo fa per guadagnare, io l'ho fatto per soddisfazione. Era una gara con me stesso. Mi allenavo tutto il giorno e pensavo a diventare bravo, a fare meglio. Quando mio papà mi diceva "stasera sei andato così, così" io soffrivo tanto e non vedevo l'ora che arrivasse il giorno dopo e che potessi fare meglio. Quando eravamo in Sud Africa negli anni ’60 nemmeno tornavo a casa a mangiare a pranzo. Tra gli spettacoli montavo il trapezio washington e provavo un altro numero. Poi mi ha preso sotto una macchina, e sono rimasto fermo 3 anni, rischiando anche di perdere una gamba. Ma continuavo ad allenare quello che potevo anche con il gesso alla gamba. È stato un momento triste, ma paradossalmente con gli anni ho anche pensato che è stata forse la mia fortuna, perché io allora a 24 anni ero pazzo per la giocoleria, non vedevo altro nella mia vita. Grazie a tanto supporto da parte della mia famiglia e di bravi dottori mi sono rimesso in sesto e ripreso gli spettacoli. Poi un giorno, a 50 anni, durante uno spettacolo in Grecia per una caduta mi sono infortunato alla spalla, e lì ho dovuto smettere di esibirmi. Ma ho tanto amato il pubblico, che mi ha sempre sostenuto. Ricordo al Circo Krone che cominciavano a battermi le mani a metà numero e non la smettevano più fino alla conclusione della routine.
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Equilibrio del cucchiaino
Circo Medrano
Dedichiamo questa pagina, prima di una serie, alle testimonianze e riflessioni di artisti del circo che si sono distinti in passato per la loro dedizione e bravura. Ad aprire la serie uno dei più virtuosi giocolieri italiani di tutti i tempi.
GLOBE MEETING 16 / 23 APRILE, SCUOLA DI CIRCO “TURBUL”, NÎMES (FRANCIA)
STORIA, CARATTERISTICHE
La sfera d'equilibrio è un oggetto sferico, di differenti taglie ed è una disciplina praticata già da tempo nel circo di tradizione, usata principalmente per numeri di scalata di strutture o per numeri di giocoliera, equilibrismo o acrobalance. Poco a poco, dopo la seconda guerra mondiale, la disciplina è gradualmente scomparsa negli spettacoli, senza però mai morire del tutto. Il circo contemporaneo ha tardato prima di portarla in scena. Il Cirque du Soleil nella prima edizione di Dralion nel 2000 aveva montato un numero di sfere con un collettivo cinese e dei dragoni. Oggi nel circo contemporaneo alcuni artisti si sono specializzati con la sfera e stanno cercando di diffondere questo attrezzo quasi dimenticato dagli artisti professionali.
La sfera, originariamente costruita di legno, è ora prodotta per lo più in materiale plastico molto resistente. Le dimensioni più comuni sono quelle di 85 cm di diametro, ma sono disponibili anche taglie minori e maggiori, tra cui 75 cm 110 cm., 120 cm. Il diametro però influisce molto sulla tecnica e le possibilità di creazione perchè ovviamente alcune cose riescono meglio su sfere piccole, altre su quelle di maggiori dimensioni.
IL GLOBE MEETING
Nel circuito del circo contemporaneo, nonostante la grande popolarità presso le scuole di circo amatoriale, erano in pochi i maestri che insegnavano la sfera ad un livello professionale e chi praticava questa disciplina rimaneva spesso molto isolato. Alessandro Maida, artista italiano che ha approcciato in modo innovativo la sfera nel 2005 alla FLIC, continuando poi all’ESAC, è uno dei primi che già anni fa aveva condiviso il desiderio di un incontro di appassionati della sfera. Finalmente nel 2020, su iniziativa di Lea, ha avuto luogo la prima edizione di questo incontro, alla central del Circ a Barcellona, un appuntamento poi ripetuto anche negli anni successivi.
«Quando ho cominciato a fare sfera d’equilibrio» racconta Lea, «erano disponibili online pochissimi video e pochi artisti praticavano la sfera. Non c'erano tanti insegnanti ed era difficile fare progressi. Ho sentito tante storie di artisti o studenti che cominciavano a specializzarci con la sfera e che hanno abbandonato perché i modelli e l’ispirazione era poca»
Quest’anno Joan Vialetta, anche lui «sferista» e convinto che «La rivoluzione del mondo circense si farà con la sfera» si è impegnato per trovare una nuova struttura/città che ospitasse l’incontro, approdando per l’edizione 2023 in Francia, a Nimes alla scuola di circo amatoriale ‘Turbul’, che accoglie anche artisti in residenza. Pierre Chartier direttore di Turbul’, ma anche amministratore della FFEC (Fédération Française des Ecoles de Cirque) e della FREC (Fédération Régionale des Ecoles de Cirques), ha accolto l’incontro perché crede che «costruire un’intelligenza collettiva su questo attrezzo è importante, perché la sfera è un attrezzo molto conosciuto nell’ambito amatoriale e poco sfruttato nell’ambito professionale. Si vede poco negli spettacoli, e mettere in luce questo attrezzo è importante»
Diverse le novità di questa edizione 2023. Si è passati dai 3/4 giorni ad una settimana intera residenziale, permettendo uno scambio e un’attività più intensa e proficua. Nelle edizioni precedenti l’incontro era soprattutto aperto a professionisti e studenti di scuole di circo professionale. Ma qui a Nimes è stato dedicato anche un tempo d’incontro/insegnamento ad adolescenti delle scuole amatoriale, sostenuti dal programma «Parcours Ado», co-organizzato con la FREC, che fornisce agli adolescenti più appassionati di circo opportunità di approfondimenti grazie a workshop e visione di spettacoli di circo.
Altra novità è che gli «sferisti» hanno presentato i loro exit della settimana a questi adolescenti e al pubblico locale, mostrando le possibilità di questo attrezzo.
Durante l’incontro, i partecipanti hanno lavorato su come accorpare gli elementi in diverse categorie: statico (in piedi, seduto, su un piede, la verticale…), dinamico (acrobazie, movimenti quasi danzati…), lavoro in gruppo (con contatto, manipolazione dell’altro, portes...), manipolazione della sfera (un
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Roman Skadra Absurd Hero
Said Mouhssine Saidhpi Parkour boule
Alessandro Maida Exit
Léa Legrand ph Andrea Macchia
po’ come in giocoliera; Roman Skadra, tedesco, ha creato lo spettacolo Absurd Hero che è basato su questa pratica). Attualmente l’incontro permette di scambiarsi le tecniche, creare una terminologia condivisa, definire quale è la tecnica di base di questo attrezzo. In cantiere anche la scrittura di un manuale pedagogico sulla sfera d’equilibrio per facilitare la trasmissione di questa disciplina, fornire approfondimenti sulla tecnica, stimolare la creatività con questo attrezzo, proporre la sfera anche in paesi dove ancora non è presente negli spettacoli di circo contemporaneo.
LA COMMUNITY
Attualmente, Lea ha repertoriato 33 appassionati o professionisti in questa disciplina che provengono da diversi paesi europei, ma ogni anno si scoprono nuove persone. Ne presentiamo qui alcuni, legati allo sviluppo del Globe Meeting, rimandandovi al sito juggglingmagazine.it per una gallery più dettagliata. Alessandro Maida. Ha conosciuto la sfera nel 2005 alla FLIC, dove aveva cominciato come giocoliere. Con l’aiuto di Francesco Sgrò prima, e poi con il suo professore Philippe Vande Weghe all’ESAC, approfondisce e crea numerosi spettacoli che hanno permesso a chi praticava di conoscere tecniche differenti e una nuova pratica della sfera
Léa Legrand, artista circense, si è specializzata in sfera d’equilibrio nel 2008 alla scuola di circo di Châtellerault, continuando poi a Bordeaux e terminando la sua formazione alla FLIC nel 2015. Nel 2019 ha realizzato il suo solo con la sfera dal titolo La Chute.
Joan Vialetta è un insegnante di circo amatoriale che si divertiva con l’acrobatica e si allenava da autodidatta con la sfera fin dal 2011. Ha poi integrato la formazione francese Salto presentando un exit con la sfera. Dopo aver incontrato Said Mouhssine Saidhipi, artista marocchino autore del video Parkour Sfera , viene a conoscenza del Global Meeting.
Davide Salodini e Cristan Fierro hanno cominciato nel 2008, ciascuno in una scuola di circo differente, sviluppando lavori diversi tra loro, per poi lavorare anche insieme.
All’edizione 2023 dell’incontro erano presenti anche Eugenio Franzitta (che ha fatto la FLIC), Sarah Boiron, attualmente alla FLIC, Francesco Donini e Teresa Zanetti, studenti di corsi amatoriali ad Arterego (Bologna), Ayla Dolibeau, allieva di Joan Vialetta.
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Lea Legrand La Chute
Alessandro Maida ph Indipendent Pictures
PRIMAVERA DI INCANTI
condizione dell’uomo contemporaneo, è Telepathy, il nuovo spettacolo del mentalista Francesco Tesei concepito durante la pandemia e in scena a Roma il 25 maggio per una data unica al Teatro Brancaccio.
Il protagonista deve trovare nuove risorse in sé stesso dopo mesi di isolamento che sembrano aver messo a dura prova la sua mente e il suo spirito. Tesei affronta il tema dell’isolamento e della conseguente follia citando l’Amleto di Shakespeare. Ricerca il senso dell’esistenza attraverso la propria arte, rivela attraverso effetti mentalistici molto diretti come anche le scelte degli spettatori, in apparenza insensate, siano sempre collegate tra loro in un sapiente e a tratti folle ordito; ritrova attraverso l’empatia, o meglio la “telempatia”, il rapporto dell’artista con il suo pubblico, metafora dell’intima connessione tra individuo e comunità.
PROGETTOQUINTAPARETE.IT
Milo The Magnificent
Drew Colby
Incanti
Magicomio di professione
CIRCO SOS TENIBILE
15-16 APRILE, SIENA altrocirco.it
Altra Risorsa 2023 ha confermato l’interesse del mondo del circo per un tema complesso quanto urgente come quello della sostenibilità. È stata un’edizione molto partecipata (oltre 100 persone presenti entrambi i giorni!), una preziosa occasione di incontro, confronto e riflessione tra professionistə del settore circense. Ringraziamo di cuore le persone senza le quali non sarebbe stata possibile: relatrici e relatori che hanno offerto nuovi spunti per accrescere la consapevolezza delle nostre azioni, la scuola di Circo Badabam, i volontari e le volontarie tuttə i/le partecipanti.
Abbiamo provato a trarre dal Convegno alcune “pillole sulla sostenibilità”. Ogni pillola riguarda una delle molteplici sfaccettature che compongono il prisma dell’attuale crisi ecologica.
Il gioco e il divertimento possono diventare strumenti per la ricerca di soluzioni creative alla crisi ecologica. Alessandra Bury di Fondazione Pistoletto ha presentato il gioco “(d)estructura” ideato dal collettivo El puente lab con l’obiettivo di analizzare e osservare i rapporti sociali e sperimentare nuove forme d’interazione e mediazione all’interno
di comunità. Il gioco da tavolo parte da una domanda alla quale i/le partecipanti rispondono attraverso un percorso a tappe, identificando dieci caratteristiche, requisiti e valori reputati fondamentali. Diverse sono le applicazioni intuibili per i progetti di circo sociale, visto soprattutto il ruolo fondamentale della comunità e della rete.
Isabel de Maurissens ha presentato i “nudge” (o spinta gentile): aspetti dell’architettura delle scelte che alterano i comportamenti in modo prevedibile senza proibire altre opzioni e senza cambiare in maniera significativa gli incentivi economici, utilizzando espedienti divertenti e coinvolgenti come bidoni per la raccolta differenziata che parlano o mozziconi di sigaretta raccolti per votare sulla destinazione d’uso di una spiaggia. Possiamo all’interno delle nostre organizzazioni sviluppare nudge che stimolino creatività, riflessioni, e comportamenti e pratiche sostenibili?
Il Disturbo da Deficit di Natura è una delle patologie endemiche dei nostri giorni. Causa tra altre cose ansia, apatia, depressione, aggressività, incapacità di adattamento e autocontrollo. Il progetto Circo Corsaro a Scampia lavora da tre anni per stimolare
REGISTRO NAZIONALE PROGETTI DI CIRCO SOCIALE
Sara Sibona 011 19836531 unitipercrescereinsieme.it
Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 jaqule.com
Pirilampo Regione Faule 7, 10060 Macello (TO) Ilaria Bessone 339 202288 E pirilamposcuoladicirco
Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 teatrazione.com
Lombardia Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 campacavallo.com
Hops via Lanzi 51, 20872 Comate d’Adda (MB) Sara Papadato 348 0069417 scuola-circo-hops.it
Quattrox4 via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 quattrox4.com
Spazio Circo Bergamo corso Roma 84 A, 24068 Seriate (BG) Manlio Casali 393 0082506 spaziocircobergamo.it
Spazio Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 spaziokabum.it
Veneto Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 circoinvaligia.it
Kervan-Circolarte via Fiorano1D, 35100 Padova Valentina Sperandio 351 2169653 E Associazione Kervan
Ludika Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Sara Marchesini 345 2153828 ludicacirco.com
Friuli Venezia Giulia Circo all’inCirca via Cividina 17, 33100 Udine (località Molin Nuovo) Alessandro Papa 340 6052371 circoallincirca.it
Trentino-Alto Adige Animativa via Max Vailer 11, 39011 Lana (Bz) Reinhard Demetz 0473 239564 animativa.org
Emilia Romagna Arterego via Piave 19, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Roberto De Marchi 339 7508734 arterego.org
Circo Sotto Sopra piazza dei colori, 40138 Bologna Mariagrazia Bazzicalupo 328 7312861 circosottosopra.com
TaDam Circo via Allevi 13/A, 29122 Piacenza Dario Rigolli 333 1532976 tadamcirco.com
Abruzzo Cirque Brutal Via Stradonetto snc, 65128 Pescara Benedetta Cuzzi 3516273546 E Cirque Brutal
PROGETTOQUINTAPARETE.IT 38 JUGGLINGMAGAZINE. IT
a cura del team AltroCirco
foto di. Carlo Pennatini
Piemonte Fondazione Uniti per Crescere Insieme via Pacchiotti 79, 10146 Torino
l’intelligenza ecologica, attraverso la creatività e la condivisione di riflessioni sull’importanza di recuperare una relazione profonda e quotidiana con la natura, soprattutto nelle periferie urbane in cui è assente a livello architettonico o culturale.
L’antispecismo come chiave per l’ecologia e l’empatia: “anche se le emissioni di combustibili fossili si fermassero immediatamente, le emissioni dei nostri sistemi alimentari da sole potrebbero aumentare le temperature globali di più di 1,5 C” (Michael Clark, University of Oxford); “La produzione di cibi animali impatta sull’ambiente molto più dell’utilizzo di tutti i combustibili fossili e dell’industria dei trasporti. Questo serve a farci riflettere come sia di poco impatto cambiare le nostre abitudini sui mezzi di trasporto se non modifichiamo quelle alimentari” (Luca Spitoni, architetto, ricercatore e attivista). “…ma se anche il consumo di carne non impattasse sull’ambiente, non ci interesserebbe, perché l’empatia nei confronti delle altre specie animali ci interessa di più” (Maria Teresa Cesaroni, Circo Corsaro).
Per vivere in un mondo collaborativo, occorre sviluppare organizzazioni efficaci e responsabili in cui tutt� hanno una voce e sono coinvolt� nei processi decisionali. Lynn Carroll ci ha parlato di come Circus Works (UK) ha adottato il modello della Sociocrazia (sociocracy), partendo dal presupposto che per costruire un mondo in cui le persone si supportano e considerano a vicenda, occorre creare organizzazioni basate sulla collaborazione più che sulla competizione.
L’autoconsapevolezza è fondamentale per il cambiamento della società. Marco Benini (Fondazione Paoletti) ha messo in luce domande complesse quanto centrali per il lavoro del circo sociale: come scegliamo di partecipare al cambiamento? riusciamo con il nostro sguardo e il nostro lavoro ad abbracciare la comunità, diffondendo pratiche di libertà come responsabilità collettiva? L’essere umano “rinascerà dall’incontro con il volto dell’Altro. L’Altro è il limite che ci interroga continuamente. Il primato dell’Altro non annulla la mia libertà, anzi la esige.” (E. Levinas)
Immaginiamo il mondo del circo sociale come un moto perpetuo di relazioni e connessioni in cui - come ci viene riportato dai calorosi feedback ricevuti – momenti come Altra Risorsa permettono a operatori e operatrici di riposizionarsi, mettersi al centro, prendere responsabilità nei confronti della crescita del settore e del cambiamento sociale.
Concludiamo questo breve resoconto con l’angolo degli indovinelli , domande illuminanti tratte dal gioco “Effetto Terra” e proposte anche al pubblico del convegno. Speriamo che le risposte possano far riflettere anche chi non era presente.
CHI EMETTE PIÙ CO2?
UN MAZZO DI ASPARAGI IMPORTATI DAL PERÙ VIA AEREA O 1KG DI MANZO ALLEVATO LOCALMENTE?
Manzo:13.600gr di CO2
Asparagi:3500gr di CO2
8KM IN SCOOTER O 8KM IN BICICLETTA DOPO AVER MANGIATO UN PANINO CON LA PANCETTA?
Scooter:550gr di CO2
Bici con pancetta:600gr di CO2
8KM IN UN’AUTO ELETTRICA O 8KM IN UN AUTOBUS CITTADINO MEZZO VUOTO?
Auto elettrica:700gr di CO2
Autobus:230gr di CO2 (anche produzione, smaltimento e durata media di un veicolo hanno un impatto)
Toscana Antitesi Teatro Circo via Guidiccioni 6b, 56017 Ghezzano-San Giuliano Terme (PI) Martina Favilla 349 6304211 antitesicircoteatro.it
Badabam strada valacchio casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 347 7856564 badabam.it
Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 circoliberatutti.it
Circo Tascabile p.zza Cairoli 4/c, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 circotascabile.com
Contraerea Via Pasqui 58, 52100 Arezzo Nicoletta Martini 3391244235 contraerea.it
En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 enpiste.it
Saltimbanco c/o Nuovo Teatro delle Commedie via G.M. Terreni 5, 57122 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 saltimbancoscuolacirko.it
Sottosopra via Pievani Landi 42, 52100 Arezzo Simona Serafini 339 3840294 arezzosottosopra.it
Marche Circoplà c/o Spazioplà via Vanoni 11, 60030 Serra De Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 circopla.it
Visionaria via Gabrielli SNC, 60131Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 visionaria.org
Lazio Circo Svago piazzale Aldo Moro 45, 00041 Albano Laziale (Rm) Jacopo Beretta 331 8681147 circosvago.it Corpi Pazzi via Bertero 13, 00156 Roma Luca Marinari 3335234005 corpipazzi.net
Campania Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Corsaro
Puglia CircoLaboratorioNomade via Sferra Cavallo Snc, loc. Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 E Circo.LaboratorioNomade
Cirknos via vecchia Frigole 36, 73100 Lecce Giorgia Basilico 333 410 916 E cirknos
Tenrock Teatro Circo c.da Marmorelle SS.16 Adriatica Nord 70100 Brindisi Gabriele Cagnazzo 333 7823307 tenrock.it
Un Clown per Amico/Circo Botero st. Modugno Carbonaro 4/8, 70123 Bari Michele Diana 348 0535875 unclownperamico.com
39 JUGGLINGMAGAZINENUMERO99GIUGNO20 22
Sicilia Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 340 3928905 circopificio.it
Clatù via San Josè Maria Escrivà 3, 95030 Tremestieri (CT) Maria Elena Rubbino 340 1723934 E Clatù
ALTROCIRCO.IT
Sardegna Teatro Circo Maccus via dei Gerani s.n. Sant’Isidoro 09044 Quartucciu (CA) Virginia Viviano 347 9650413 teatrocircomaccus.com
NO BORDERS ON STAGE
di Michele Diana coordinatore del progetto
“NO borders ON stage” è un progetto realizzato da Un clown per Amico APS Circobotero, finanziato dal Bando “URBIS” del Comune di Bari, con l‘obiettivo di creare una Comunità Interculturale permanente di circo attraverso una proposta formativa basata sulle discipline circensi e su competenze collaterali funzionali alle arti sceniche (scenografia, video editing, comunicazione).
Le attività di progetto, avviate a maggio del 2021 con una campagna di promozione on line per intercettare giovani interessati al percorso, hanno sorprendentemente visto aderire 30 partecipanti, di età compresa tra i 16 e i 26 anni. La composizione del gruppo iniziale era molto eterogenea: studenti universitari, giovani disoccupati, giovani NEET, incluso 6 minori stranieri non accompagnati e 8 ragazze di una comunità per minori in affido, ognuno con un vissuto ricco di storie e potenzialità.
Le azioni di progetto prevedevano una formazione di 350 ore sulle principali discipline circensi - acrobatica, giocoleria, equilibrismo - pedagogia del circo, fotografia, video editing e costruzione di scenografie. In aggiunta creazione e messa in scena con Giorgia Russo (partenr Magdaclan) e acrodanza e qualità di movimento con Javi Varela, due stage di fondamentale importanza per tutto il gruppo, poiché hanno aggiunto valore al processo di creazione,
lungo e costante, iniziato ad aprile 2022 culminato nella messa in scena dello spettacolo “Alter” il 23 gennaio di quest’anno. Non un saggio ma un vero e proprio spettacolo sold out, in un teatro da 500 posti. Parallelamente alla formazione artistica i ragazzi hanno seguito una formazione pedagogica che li ha visti realizzare diversi eventi di animazione circense nelle periferie della città coinvolgendo centinaia di bambini e bambine.
Il processo di apprendimento non si è limitato semplicemente al conseguimento di abilità artistiche. Il cardine principale dell’impianto progettuale era quello di costruire relazioni significative attraverso l’apprendimento di abilità e competenze sociali insite nei valori del circo. È stato possibile quindi dare forma ad un gruppo sinergico che ha lavorato senza sosta per raggiungere obiettivi complessi. Un gruppo che si è sostenuto oltremodo nei momenti di difficoltà, condividendo emozioni e progetti di vita e, per usare la metafora di MaryGiò e Allegra, “NOborders è stato come ricevere un libro in cui ognuno ha potuto scrivere la sua storia e raccontarsi, trovare un ruolo e interpretare un personaggio, passare da comparsa a protagonista, essere reale attore della propria vita”. Come aggiunge Arianna “Il circo è
una passione ed è la dimostrazione che si può credere in ciò che si ama e realizzare ciò che si ama”.
Oggi, a 6 mesi dal termine del progetto, i partecipanti che hanno seguito il percorso sono coinvolti nelle attività dell’associazione Un clown per amico come assistenti, continuando il loro processo di formazione per diventare insegnanti di circo e performer. Al di là di tutti gli indicatori di progetto, ampiamente centrati, questo percorso è stato apprezzato da tutti i partecipanti per la sua capacità trasformativa. In un modo “magico” è riuscito a piegare spazio e tempo neutralizzando stereotipi e stigmi e, attraverso la pratica del dono, ha costruito una piccola comunità di pratiche che condivide obiettivi, valori e responsabilità. “NO borders ON stage” non è stato solo un progetto di circo sociale, ma un cammino tra i giardini segreti di chi vi ha preso parte.
PROGETTOQUINTAPARETE.IT
JUGGLINGMAGAZINE. IT 40
nobstage.com unclownperamico.com ph
Valentina Rosati
ph Christian Lisco
Piemonte Arcobaleno via delle Fontane 60, 13011 Borgosesia (VC) Ilaria Sitzia 348 8123417 sportarcobaleno.it
Flic via Magenta 11, 10128 Torino Matteo Lo Prete 011 530217 flicscuolacirco.it
Jaqulè Via Ponsati 69, 10040 Volvera (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 jaqule.com
Macramè Strada dei Sent 16, 12084 Mondovì (CN) Marco Donda 347 8251804 scuoledicircomacrame.blogspot.it
Pirilampo regione Faule 7, 10060 Macello (TO) Ilaria Bessone 339 2022881 E pirilamposcuolacirco
Sportica Gym via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 0121 795590 sportica.it
Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 teatrazione.com
UP Via Mercantini 9,12042 Bra (CN) Maria Grazia Ielapi 339 7532815 upscuoladicirco.com
Lombardia Allincirco via Crispi 53, 22100 Como Fabio Giangreco 339 6657570 allincirco.it
Campacavallo Via Gorlini, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 campacavallo.it
Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 spaziokabum.it
Quattrox4 Via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 02 36525176 quattrox4.com
Scuola di Arti Circensi e Teatrali via Sebenico 21, 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 scuolaarticircensiteatrali.com
Spazio Circo Bergamo c.so Roma 84/a, 24068 Seriate (BG) Manlio Casali 393 0082506 spaziocircobergamo.it
Trillino Selvaggio via Tolstoj 14/a, 20146 Milano Giuditta Pino 334 2765052 trillinoselvaggio.it
Trentino Alto Adige Animativa via Cermes 2, 39011 Lana (BZ) Reinhard Demetz 0473 239564 animativa.org
Friuli Venezia Giulia Circo all’inCirca via Cividina 17, 33100 Udine Irene Giacomello 340 6052371 circoallincirca.it
Veneto Barbamoccolo via Maestri del Lavoro 36, 30037 Scorzè (VE) Manuela Polacco 339 4652122 barbamoccolo.it
Circo in Valigia via Falgare 33, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 circoinvaligia.it
Circo Volante via Scortegara 166, 30035 Mirano (VE) Laura Ugolini 340 8598292 circovolante.it
Kervan-Circolarte via Fiorazzo 1D, 35136 Padova Valentina Sperandio 351 2169653 E Associazione Kervan
Ludica Circo Loc. Corbellar 7, 37020 Verona Stefania Garaccioni 347 9121866 ludicacirco.com
Liguria Circo Galleggiante via Castelfidardo 1, 19122 La Spezia Chiara Martini 339 5772543 circogalleggiante.it
CIRCOSFERA.IT
SiRCUS c/o Teatro Internaz. di Quartiere, Pz.tta Cambiaso 1, 16123 Genova Barbara Vecchio 010 8600232 sarabanda-associazione.it
sYnergiKa piazza Palermo 12, 16129 Genova Annalisa Alcinesio 338 1172011 synergikaasd.com
Emilia Romagna Arterego via Piave 19, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Roberto De Marchi 339 7508734 arterego.org
ArtinCirco via della Repubblica 6, 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Maila Sparapani 329 2347981 artincirco.it
Circolarmente via Mantova 4/b, 43123 Parma Albert Horvath 338 3939743 circolarmente.it
Circo Sotto Sopra p.zza dei Colori 28/a, 40138 Bologna Giorgia Nason 328 0178208 circosottosopra.com
Circus Atmosphere c/o palestra comunale via Boselli, 47923 Rimini Silvia Fonti 351 9409020 E circus.atmosphere
OfficinAcrobatica Via Sebastiano Serlio 25/2 / via Stalingrado 12, 40128 Bologna Silvia Salvadori 333 2751155 officinacrobatica.com
TaDaM Circo via Allevi 13, 29121 Piacenza Dario Rigolli 333 1532976 tadamcirco.com
Toscana Antitesi Teatro Circo via Guidiccioni 6b, 56017 Ghezzano-S. Giuliano Terme (PI) Martina Favilla 349 6304211 antitesiteatrocirco.it
Badabam Str. della Tressa 5, 53100 Siena Margherita Gamberini 347 7856564 badabam.it
Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Stefano Bertelli 340 0810499 circoliberatutti.it
Circo Tascabile p.zza Mosca c/o Tendone Spazio Circo MOB, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 E circotascabile
En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Federica Piccardi 347 5398775 enpiste.it
K-production piazza Viani 6, 55049 Viareggio (LU) Claudia Sodini 328 1447868 E Kproduction - teatro circo scienza
Passe-Passe via Sorripa 50, 50026 San Casciano in Val di Pesa (FI) Charlotte Koehler 333 6367663 passepasse.it
Saltimbanco c/o Nuovo Teatro delle Commedie via G.M. Terreni 5, 57122 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 saltimbancoscuolacirko.it
Marche Aria di Circo via Achille Grandi 45, 60131 Ancona Caterina Del Giudice 388 7533247 ariadicirco.com
Circoplà c/o Spazioplà Via Vanoni 11, 60030 Serra dÈ Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 circopla.it
Visionaria via Gabrielli, 60131 Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 visionaria.org
Umbria Circo Corsaro piazza Vanvitelli 1/a, 06034 Foligno (PG) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Foligno
Circo Instabile via Birago 4, 00124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 E Circoinstabile
Sul Filo e Dintorni Località Padella 37, 05018 Orvieto (TR) Soledad Prieto 335 389432 E Cirko Andando
Lazio Accademia Materia Viva via M. Marulo 54, 00143 Roma Roberta Castelluzzo 06 45491296 accademiamateriaviva.it
Circoraggio via Baccano 10, 00188 Roma Ombretta Di Simone 339 8258627 E ScuolaCirco Circoraggio
Circo Svago p.zza Aldo Moro 45, 00041 Albano Laziale (RM) Jacopo Beretta 331 8681147 circosvago.it
Palestra Popolare Corpi Pazzi Via Bertero 13, 00156 Roma Luca Marinari 333 5234005 corpipazzi.net
Vola Voilà via dei Pescatori snc, 00124 Roma Anna Paola Lorenzi 342 5451353 volavoila.it
Campania Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Corsaro
Puglia Circo Laboratorio Nomade via Sferracavallo snc, 74012 Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 circolaboratorionomade.com
Circolare Via Brindisi 126, 72019 San Vito dei Normanni (BR) Anna Pinto 380 1274099 E CIRCOlareFestivaldelleArtiCircensi
Cirknos via Vecchia Frigole 36, 73100 Lecce Giorgia Basilico 333 4100916 E Cirknos
TenRock Teatro Circo c.da Marmorelle SS 16 Adriatica Nord, 72100 Brindisi Gabriele Cagnazzo 333 7823307 tenrock.it
Un Clown per Amico / Circobotero Str. Modugno Carbonara 4/8, 70131 Bari Michele Diana 348 0535875 unclownperamico.com
Sicilia Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 329 7169258 circopificio.it
Gigliopoli via S. Antonio 6 Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281274 gigliopoli.org
Spazio Kiklos via Esopo 20, 90011 Bagheria (PA) Mario Barnaba 328 1668183 E spaziokikloscoworkingart
Sardegna Teatro Circo Maccus via dei Gerani s.n. 09044 Quartucciu (CA) Virginia Viviano 347 9650413 teatrocircomaccus.com
NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO EDUCATIVO
REGISTRO