Juggling Magazine #44 - september 2009

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ASSOCIAZIONE GIOCOLIERI & DINTORNI n. 44 settembre 2009


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JUGGLING MAGAZINE bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno VIII, n.44, settembre 2009 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 ©2002 Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) h www.jugglingmagazine.it e jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 347 6597732 Direttore Responsabile Marcello Baraghini Direttore Editoriale Adolfo Rossomando Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h www.ruggieripoggi.it t 06 57305105 Distribuzione Nuovi Equilibri t 0761 352277 f 0761 352751 Stampa Spedim via Serranti, 137 h www.spedim.it Stampato il 20 settembre 2009 In copertina Ell Circo d’ell Fuego foto di Albapasser.de

Pubblicazione sostenuta dal

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

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e venti di in. teress e i d e ri se a n u a i mesi stazioni, spettacoli, in questaa ppaagrtinecipare nei prossdim e manife alla sezione News ll Segnaliami o e o m rnata ia it io v g g in a e v li ta a sempre le u p ai q ndiamo come lista più com rima Per una ste formatiave o p ro p e e.it ti n n zi eve gglingmag presente su ju

Circumnavigando Festival Genova 18/20 dicembre

festival dedicato alla ricerca di mezzi espressivi trasversali o inconsueti dove ogni artista, mescolando più tecniche, da quelle circensi alla clownerie, sceglie un proprio “linguaggio”

www.circumnavigando.com

Ringling Bros & Barnum Bailey

Roma 14/18 ottobre Milano 21/25 ottobre “The Greatest Show on Earth”, per la prima volta in Italia lo spettacolo della grande tradizione americana, in scena due esperienze in un solo show dal vivo, compreso l’esclusivo “Circus party & show”.

www.applauso.it/ringling_evento.html

XI Festival Città di Latina Latina 15/19 ottobre

Casting di rilievo per uno dei maggiori festival internazionali dedicati ai giovani artisti della pista Programma e anticipazioni sul sito

www.festivalcircolatina.com

Meeting annuale NICE Londra 4/9 novembre

Appuntamento annuale, ad invito, delle maggiori scuole e federazioni nazionali impegnate nell’applicazione e nello sviluppo pedagogico delle arti circensi per bambini e ragazzi. Maggiori info su

www.jugglingmagazine.it


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XXXII European Juggling Convention Vitoria/Gasteiz (Spagna) Ap

4/12 luglio 2009 www.ejc2009.org

Intervista ad Aser Lertxundi del team organizzativo

Già da tempo c’era il desiderio di organizzare una EJC in Spagna, e i giocolieri baschi, guidati da Alex (rappresentante spagnolo della EJA), sono stati quelli che tre anni fa si sono presi la responsabilità di avviare concretamente il progetto. Il primo passo ha visto nel 2007 la costituzione di una rete sociale dei giocolieri baschi, seguita dalla fondazione di Hamaika Euskal Zirko Elkartea (“Molte Associazioni basche di circo”), per mettere in contatto tante piccole associazioni locali (Zilipurdi-Vitoria, Koblakari-Bilbao, Jaxenolaf-Guipuzcoa, Gas-Atarrabia, Malabaria-Tudela, etc.) e unirle nell’organizzazione della EJC. L’associazione ha gestito tutti gli aspetti della EJC, e verrà sciolta nel 2010. In caso di surplus le risorse saranno destinate alla creazione del museo basco del circo, nel quale troverà posto il patrimonio di un signore di Bilbao che per 50 anni ha collezionato materiale sul circo basco e che ora lo tiene tutto conservato in un magazzino. L’obiettivo era di fare una EJC più totale, con teatro di strada più diffuso e una parte musicale di fiesta serale più corposa, lasciando però spazi sempre aperti e disponibili per chi volesse giocolare 24/24. La programmazione degli spettacoli era concepita perché la gente potesse avere ampia scelta e decidere cosa seguire nel corso della giornata, anche se poi in molti hanno deciso di fare un tour de force e vedere tutto! L’idea di un grosso concerto finale aperto anche al pubblico era il nostro salvagente nell’eventualità progr di buchi finanziari. , Lomi io g g a t n Si è visto di tutto, dal juggling tradizionale a oquello di ricerggio/sm ntaperfino o ca, workshop, spettacoli, giochi, la traduzione in m e i ntar voi lo simultanea per sordomuti durante gli spettacoli (Kathy n le e istica, JLa stessa stampa locale ha seguito e promosso puna e logLange)! r u t t u r t tualmente tutte le fasi della EJC con ampi servizi sui giornainfras , Patxi o t li e alla tv. L’amministrazione comunale e regionale ci ha n e v ne dell’e supportato in questo progetto mettendoci a disposizione gli io z e ir d Unai spazi, la navetta per i transfer alla grande Hall, 30 biciclette per lo staff e altre per i giocolieri! E anche il pubblico di Vitoria ha capito che non siamo degli hippy, ma una comunità che si dedica con passione e disciplina alla giocoleria.

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Thorsten Breuer

foto di Joke Schot Robert Haab 'Tzupi' Albapasser.de

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Il gruppo organizzativo che ruotava intorno al core team era composto di circa 40 persone, coadiuvate da altri gruppi di programmazione su attività specifiche (come per esempio quello di Zaragoza che si è occupato esclusivamante dell’organizzazione dei concerti serali). Ma intorno a noi giravano durante la EJC 30 volontari full time e altre 40/60 persone che aiutavano in orari e su soggetti specifici, per cui tutti i giorni almeno un op, Worksh centinaio di persone erano al lavoro perché tutto andaslo a z n ini, Go se per il meglio. E questa è una buona occasione per rina Bamb e r A – o graziare tutti di cuore ancora una volta. Ricard r, Puy& a B È stato molto difficile creare una EJC di questo genere, lo u e&R ricordo le riunioni iniziali con tanto entusiasmo ma r-Cibo, Zair e id a e, M anche tante illusioni, gente che pensavaoche cose zionle Prom i& t andassero avanti da sole, altri che hanno lasciato il grupt a t on ser–Canche po, ma al ttempo persone che si sono ica, Astesso t is r a ione coprendo le varie aree di responsabilità e partez aggiunti a m m rogra cipando alle tante riunioni multimediali con Skype nel cuore della notte! Naturalmente ci sono stati alti e bassi, e anche tanta tensione, ma abbiamo appreso tutti tantissimo e il gruppo è cresciuto bene intorno a questa esperienza. Anche di fronte a situazioni in cui devi prendere decisioni importanti in tempi brevissimi, come quando a un mese dalla EJC ci hanno improvvisamente negato l’utilizzo di alcune strutture vicine al villaggio, costringendoci a ripiegare sulla Hall per i workshop. Seppure gli organizzatori non riescano mai a godersi un solo spettacolo della EJC, la nostra soddisfazione maggiore è vedere che dopo tanto lavoro, giorno dopo giorno, quello che avevi prospettato andava realizzandosi. Tu sei lì nell’ufficio a gestirti tutto lo stress che un evento così genera ora dopo ora, ma appena esci dalla tenda e vedi intorno a te tutta gente allegra questo ti dà la carica per continuare a dirigere la festa. Inoltre sapere che più di 4000 giocolieri hanno partecipato a questa EJC ci riempie di soddisfazione e siamo convinti che tutto questo avvierà tanti progetti e tanto entusiasmo per la giocoleria in tutta la Spagna.

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Gloria–Spa

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zio di Aere a, Dani–Sp az

io di Acrob atica

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Le Mouvement Alerte www.myspace.com/lemouvementalerte intervista a Walid El-Yafi e Sébastien Renauld

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Originarii di Nancy (Francia), Walid e Renauld si sforzano di portare la giocoleria dove ancora non è arrivata. Da una decina di anni, progrediscono uno affianco all’altro, uno di fronte al’altro, dai primi passing aleatori agli ultimi insegnamenti dati in varie scuole, sviluppano una proposta singolare, un lasciarsi prendere all’ascolto dell’altro, degli oggetti come dei corpi in movimento, che attira un’attenzione particolare. Autodidatti e senza veri legami con l’universo delle arti circensi, hanno poco a poco trovato da soli come presentare al pubblico la loro ricerca, l’espressione del gioco primordiale che i corpi intrattengono con la gravità. Nella loro prima creazione, accompagnati con Jérémie Gasmann alla chitarra e Julien Thomas alla batteria, in compagnia di cinquanta clave, ci propongono di apprezzare un nuovo pensiero di questo gioco di gravità. Basata sull’improvvisazione la giocoleria, come la musica, qui non si mette al servizio di un’espressione, ma si esibisce essa stessa. Presentano ciò che li fonde, quello che li unisce: questo dispendio d’energia, questa forza di resistenza per tenere gli oggetti in movimento, per mantenerci al mondo. L’oggetto (la clava) diventa materia prima. Sarà utilizzato soltanto una volta. Dal primo lancio dove l’energia lo mantiene in volo fino al suolo, al ritorno allo stato inerte, egli occupa lo spazio, tenta di costruire effimeri habitat aerei. L’utilizzo di “multiplex„, lancati nel silenzio, permette di tracciare linee, dislocare, disperdere. Di intrecciare così conversazioni a quattro mani e traiettorie in volo degli oggetti. La definizione del piano di gioco mette dunque i corpi e gli oggetti fianco a fianco; rimanere di fronte per tenersi aperti, per facilitare nuove possibilità. Alla ricerca di una conoscenza liberata, di un ordine spontaneo, i quattro artisti, ciascuno nella loro pratica, provano dunque ad emancipare un linguaggio, aperti agli imprevisti, ci presentano le gioie dell’immediato, gli intervalli e le parole dei corpi che sono in scena. Inconsolabili di fronte a questa caduta inevitabile e felici di resistervi, di sfidare l’inevitabile. Non pensare, lancia.

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Show, Fer– Health

& Cleanin g,

Ale–Foto,

Iker-Decora

Alexis Rouvre www.myspace.com/alexisrouvre

zioni, Tobia s&Phill

A 7 anni mia sorella mi insegnò ad usare il diabolo e l’anno successivo entrai in una scuola di circo per bambini e ragazzi dove mi allenavo un’ora a settimana. Ogni anno provavo scuole diverse, le ore di allenamento aumentavano, e dagli 11 ai 14 anni trascorsi le mie vacanze estive in un piccolo circo tradizionale di famiglia in Corsica. Ogni giorno montavamo la tenda, ci allenavamo, ci esibivamo, viaggiavamo, presto decisi di diventare un artista di circo! Terminata la scuola pubblica andai all’Espace Catastrophe in Belgio, per frequentare classi di danza e teatro e l’anno successivo entravo all’ESAC, ma ancora non sentivo di avere una maturità artistica. Ciò che facevo era solo una brutta copia di qualcosa che avevo già visto e giocolare con le palline mi dava sempre meno soddisfazione. A quel punto ricordai che quando ero bambino giocavo con una corda, così pensai che avrei potuto continuare… Cominciai la mia ricerca a gennaio del 2007 e a maggio presentai il primo progetto con corda e palline. Lo feci molto neutro, calmo, pulito, seguendo i consigli di Stefan Sing. Dall’interno la percepivo come una lenta, pulita routine tecnica, quasi una noiosa performance concettuale, mentre chi mi osservava ci vedeva invece tante immagini e tante storie cui non avevo mai nemmeno pensato! A settembre 2008 dedicai altri tre mesi di ricerca libera e giocosa al progetto e nel marzo 2009 cominciai la creazione, lavorando con Sylvian Honorez (insegnante di teatro all’ESAC), Philippe Van De Weghe (allora mio insegnante di giocoleria) e Alex Boilley (musiche). La prima difficoltà fu selezionare i trick; ce n’erano tanti che mi piacevano, ma non tutti potevano entrare nello spettacolo perché, pur diversi tra loro, al pubblico sarebbero sembrati tutti uguali. Dopo la selezione ero un po’ confuso: stavo costruendo una routine pulita, fluida, logica, ma stavo anche concependo una storia. E quando provai a mettere le due cose insieme le persone che mi videro non comprendevano la storia. La cosa peggiore fu che non riuscivano nemmeno a lasciarsi andare con l’immaginazione e inventarne una propria. Decisi allora di lavorare col ritmo, lo spazio, la trasformazione del corpo, l’aspetto grafico e plastico di quello che faccio, piuttosto che concentrarmi sulla narrazione. Capii che la cosa più importante per il pubblico è percepire il mio coinvolgimento emotivo piuttosto che comprendere una storia. Penso questo sia uno dei problemi di tanti spettacoli: i giocolieri cercano di sorprendersi a vicenda con più tecnica, o con un concept più elaborato, ma più il livello si alza e più diventano stanchi di vedere trick sempre più difficili, come quelli che hanno magari già visto su internet. Invece un giocoliere che davvero vive qualcosa con i suoi attrezzi può sorprendere altri giocolieri e ogni tipo di audience, proprio perché lui è sinceramente impegnato in quello che sta facendo. Tutti vogliono lasciarsi andare con l’immaginazione, e questo è possibile osservando qualcuno che dà vita agli oggetti, che crea emozioni con un pezzo di carta, che sinceramente condivide una parte del suo mondo con gli altri.


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gistration

r-Fire Spac e, Tuki&G Florent Lestage orka–Para ta&Gam florentlestage@hotmail.com Desk, Kai– Chillo

ut Area, M aite&No

Ho 13 anni, sono danese e ho cominciato a giocolare 3 palline 3 anni fa, grazie ad un mio amico, e già dopo un anno ebbi la possibilità di esibirmi in televisione. Dopo le riprese decisi di dedicarmi alla giocoleria più seriamente e da allora con il sostegno dei miei genitori mi alleno 4 ore al giorno, dopo aver terminato i compiti (o prima di cominciarli!), mentre nel tempo libero mi diletto col bowling e nella realizzazione di

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er, Joan

E J C . . .

Lauge Benjaminsen lblb1@me.com

ion, IñakiTrad

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Ho cominciato a giocolare quando avevo 12 anni, per hobby, in una piccola scuola di circo. Il caldo feeling del circo mi ha poi fatto decidere di vivere di questo e a 17 anni sono andato alla mia prima scuola professionale a Lomme (nord della Francia) dove mi allenavo col devil stick. Lì ho cominciato a fare più acrobatica e danza, col desiderio di controllare sempre meglio il mio corpo, e per spingermi ancora oltre con l’acrobatica mi sono iscritto alla scuola di Montpellier. Infine ho integrato questo percorso frequentando la scuola di Montreal, perché volevo anche un buon background come artista multidisciplinare. Realizzai il mio numero con devil stick durante il mio primo anno di formazione, dopo un esercizio in una classe di juggling dove dovevo creare una routine sul tema del viaggio. Ho cominciato a lavorare invece sul numero del bastone tre anni fa, e ci è voluto un anno e mezzo per portarlo a termine. Per questo numero l’obiettivo era di presentare una routine davvero facile da comprendere, nel senso che un trick conducesse al seguente, senza ripetersi mai, così che anche i non giocolieri potessero vedere il passaggio narrativo una fase all’altra. Volevo integrare l’acrobatica usando il bastone come attrezzo di giocoleria, proporre qualcosa di diverso dal tradizionale “salto”. E volevo che la tecnica diventasse uno strumento di quello che il mio carattere potesse creare. Ho lavorato sull’idea di un uomo che non avesse alcun oggetto di valore se non le sue clave. Volevo portare gli oggetti in vita, e volevo che gli oggetti a loro volta mi dessero vita di riflesso. La sfida consisteva nel dover lavorare con un bastone, un oggetto con il quale non si giocola facilmente, e muoversi sul palco con un buon ritmo. Avevo deciso che una volta raccolto il bastone non avrei potuto più metterlo a terra, perché portava con sè un simbolismo troppo forte per poterlo lasciare fermo a terra. Presi in considerazione tutta la tecnica acquisita durante la ricerca, e cercavo di vedere cosa potesse funzionare per l’inizio, e cosa per il finale, cercando di elaborare i passaggi tra i trick come transizioni psicologiche nella vita di un uomo. Avevo Sergey Perepelizki come insegnante di giocoleria, e per la parte artistica ho lavorato con Peter James, che mi ha inspirato tanto nella mia vita in generale e che mi ha fatto fare tanta improvvisazione di tutti i tipi. Poi ho continuato a lavorare sul numero per un anno lavorando con Nicolas Cantin. Per me la giocoleria è un modo per esprimermi. Ha aperto tante porte nella mia testa e mi ha aiutato a crescere. È stata la mia prima esperienza creativa, non sarei quello che sono ora senza di essa, e penso che avrei potuto vivere altrimenti solo se avessi trovato qualcos’altro che mi avesse dato la possibilità di creare qualcosa in qualche modo. Best circus regards!

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videoclip e filmati. Vedo sempre videoclip su YouTtube e seguo molto il WJF, dove ho partecipato negli anni scorsi e dove è stata istituita una junior competition che conta già una dozzina di partecipanti. Mi piace fare progressi e vedere più giocolieri della mia età fare altrettanto. Mi piace vedere cosa potremo apportare come nuova generazione di giocolieri; dieci anni fa la giocoleria non era così evoluta e di sicuro ci saranno nuove frontiere da abbattere. Penso che lo sport juggling diventerà più popolare, la tecnica verrà perfezionata e vedremo 7 club pirouette e cose del genere. I miei punti di riferimento sono Thomas Dietz, Vova Galtchenco, Jason Garfield, così come giovani giocolieri in erba, come Adrian, Norman, e tanti altri che mi motivano a migliorarre. Attualmente giro 9 palle, 8 cerchi, 6 clave, e sto lavorando a migliorare il record del maggior numero di 360 su 5 palline, che ora è di tre giri e che siamo in pochi ad aver chiuso. Mi piacerebbe arrivare a 11 cerchi e rendere le 7, 8 e 9 palline pulite per portarle sul palco. Mi piace il combat, venire alle convention, incontrare tutte queste persone amichevoli, e visitare i trader, perché in Danimarca non c’è nessun negozio specializzato! j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 4 4 s e t t e m b r e 20 0 9

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El malabarismo en España a cura di Javier Jimenez fondatore di AM e dell’Ambidextro

-Open ny&Priam

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Ho cominciato a giocolare nella prima metà degli anni ‘80 con Donald B Lehn, attuale direttore della scuola Carampa, un giocoliere americano che venne in Spagna e ci si fermò. Con lui fondammo una piccola scuola nel Parco del Retiro a Madrid, insegnando a tanti artisti che si avvicinavano alla giocoleria. Nell’86 andammo alla EJC di Castellar de la Frontera, c’erano i monociclisti Boni&Caroli, noi e non so se altri perché era pochissimi i giocolieri spagnoli in quegli anni. A Castellar nacque in me l’interesse per le convention e per le associazioni di giocolieri, così l’anno dopo andai alla EJC di Saints, in Francia. Al ritorno decisi che dovevo fondare un’associazione e organizzare una convention. Nel ‘88 nacque AM e nel ’89 convincemmo il comune di Madrid a farci organizzare nel Parco del Retiro, all’interno di una programmazione più ampia in corso in città, quella che venne poi considerata la prima convention spagnola. La seconda convention spagnola, sempre con il nostro supporto organizzativo, fu organizzata a Granada da Lolo “Abstemio Gordons”, che aveva fondato con noi la AM e che lì si era trasferito. AM era strutturato sul modello della EJA e utilizzavamo i fondi delle convention per invitare giocolieri famosi, come Lee Hayes, Boni & Caroli, Mike Menes, Tim Bat, portammo Thierry Nadaline quando il diabolo ancora non era diffuso, The Flying Dutchmen, Pepito AlvaTim Bat all’Encuentro de Granada (II Encuentro Nacional de Malabaristas) 1990 &ArantxaPepeun r, te s a rez, il Cirque Plume, e ancora Ant Platas m b -We ycicle, Joenuno spettacolo che funUnracchette giocoliere tradizionale che faceva giocoleria con 6/7 t& e rn te n -I e , Jotapalimentava molto l’immaginazione dei giocolieri. La zionava molto bene. E tutto artyquesto &P ncfuert o -C id v a D terza convention di nuovo a Madrid, nel 1991, un anno chiave per la giocoleria in Spaials, ala&Specgna. -G s a c La quarta, nel ‘92 fu organizzata per la prima volta in Catalogna, a Barcellona. Nello u L e& Stage, Fed stesso anno si celebrava la EJC a Banyoles e fu allora che il movimento cominciò a disgregarsi. Le convention spagnole hanno continuato più o meno fino alla nona edizione, in Galizia, nel 1997, e in quegli anni arrivavano alle convention 400/500 giocolieri. Come gruppo promotore non raggiungemmo l’obiettivo prefissato di raccogliere fondi alla convention che potessero servire per organizzare quella successiva. Anche conservando la successione numerica delle edizioni ogni anno si doveva cominciare daccapo con un’associazione indipendente che si faceva carico di tutto e che non aveva nessun legame né con l’anno precedente né con quello successivo, e senza che venissero nemmeno resi noti i bilanci, così continuammo con AM ma abbandonammo il terreno delle convention. Nel 1993 avevamo intanto comprato il primo tendone da circo avviando alcuni corsi (Carampa sarebbe poi stata fondata nel ’95) mentre in Catalogna un anno dopo partiva l’Accademia. Come in tutta Europa anche in Spagna la giocoleria fu la porta di entrata verso un mondo più grande che è quello delle arti circensi, sia per il Foto di “famiglia” dell’Encuentro de Aranjuez, 1993 pubblico, sia per gli artisti. Dal 1997 in poi partirono le convention regionali, più o meno grandi, come Valencia, Bilbao, che poi proseguivano sempre negli stessi posti, grazie anche ad una politica federalista che sosteneva le culture e le iniziative regionali. Il movimento si allargò a tutta la Spagna ed è difficile seguirne tutta l’evoluzione, sebbene all’Ambidextro mi arrivassero tutte le segnalazioni che poi noi facevamo girare. Insieme alle convention locali nascevano anche piccole compagnie che lavoravano per strada e negli anni dal 98 al 2000, mentre partivano festival di artisti di strada in tutta la Spagna, arrivano anche tanti argentini con spettacoli di strada che rivoluzionano un po’ il settore con la loro tecnica di fare cerchio, passare il cappello, tenere la piazza. Era rimasto vivo però l’interesse a riportare la EJC in Spagna e organizzarla con gente spagnola (l’ultima a Banyoles, in Catalogna era stata organizzata da Susan Hunt e altri giocolieri europei) ma era difficile trovare una buona location. Finalmente è stato Alex, insieme al suo team di Vitoria, ad altre associazioni di settore e alle amministrazioni locali, a riuscire con tanta motivazione e determinazione a riuscirci. Che io sappia in Spagna non c’è stato un grande focus sulla giocoleria agli inizi. Ma persone come Raffaele Carlos, il famoso giocoliere cubano, o Iris (Cirque Plume), Mike Menes, Peter Davidson, hanno negli anni fatto nascere grande interesse, e ora è attivo un gruppo di giocolieri che si riunisce tre o quattro volte all’anno con Iris per un lavoro di ricerca. Sono incontri organizzati da compagnie locali autofinanziate dedite alla creazione che stanno muovendo tante cose Rafael de Carlos e Iris nel tendone di Carampa, 1996 nuove in Spagna, A Carampa 4 anni fa abbiamo organizzato un incontro di passing ma non vedo in Spagna gruppi che costruiscono sulla giocoleria la loro carriera. Molti giocolieri arrivano da noi come giocolieri e magari escono dalla scuola facendo bascula! Le ambizioni degli studenti stanno cambiando, non si relazionano più solo con la giocoleria ma tendono ad una formazione di attori totali.

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Extra, extra, nuovi attrezzi! Trick e manipolazioni sempre più complesse e innovative richiedono attrezzi sempre più affidabili. La EJC è il posto migliore dove vedere dal vivo le ultime novità, ecco cosa abbiamo trovato negli stand di alcuni tra i maggiori produttori europei.

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Krisztian Gora, fire performer ungherese con alle spalle centinaia di fire show realizzati in tutto il mondo insieme al suo gruppo Firebirds, ha fatto della sua passione di creare attrezzi per il fuoco un marchio commerciale e specializzato in fire juggling. Dal kit per trasformare il vostro Diabolo Finesse in un diabolo a infuocato ncora…agli hula hoop, dai devil stick d altri dalle eventagli, , o e ai bastoni, dai poi ai spade alle corde alle HandCandle; id V – o Dari n, gli appassionati c’è l’imbarazzo della scelta, con la possibilità di far txa-Desigper realizzare anche attrezzi custom disegnati da voi stessi, grazie al team di giocolieri e artigiani che assistono Gora nella produzione.

Henry’swww.henrys-online.de

Il nuovo diabolo si chiama Vision, un diabolo più leggero e dalla grandezza giusta anche per gli adolescenti. Oltre a quelle in fibra di carbonio ora sono disponibili bacchette di alluminio di qualità ancora migliore. La nuova clava Mirage è invece una via di mezzo tra le Albatros e le Piroette, con un design innovativo (manico lungo e il testa stretta) che offre più facilmente la presa. Tanti altri progetti in cantiere ma per adesso nessuna antcipazione! Impossibile non citare la ormai proverbiale assistenza alle clave, quest’anno allo stand ne hanno rigenerate più di 1000, un servizio gratuito offerto solo alle convention e ai giocolieri, molti dei quali vengono da paesi lontani dove sarebbe difficile e costoso reperire pezzi di ricambio.

Playwww.playjuggling.com

Nuova versione della SIL-X completamente trasparente e riempita con silicone liquido in diverse colorazioni. Il risultato è estremamente originale dal punto di vista visivo. Anche le MMX subiranno una trasformazione dando vita a una MMX in silicone, morbida, gripposa e facilmente lavabile! Tranquilli, le MMX rimangono comunque in produzione. A breve partirà anche la produzione di contact-poi, una nuova tendenza che vogliamo seguire ed incoraggiare. Già in produzione da pochi mesi i cerchi Saturn, con il nuovissimo profilo protettivo in silicone per invogliare gli appassionati e scongiurare le ferite causate dal sottile profilo dei cerchi. E per finire, ma solo fino alla prossima idea, siamo in dirittura d’arrivo nella creazione del primo hula hoop PLAY, smontabile in 5 sezioni e facilmente trasportabile.

Mr. Babachewww.jonglerie.com

Palline e Poi luminosi, con possibilità di rimpiazzare il modulo elettronico senza dover riacquistare l’intero attrezzo. Per le clave, oltre al nuovo Top che assorbe meglio gli shock delle cadute, ecco Mario Berousek Flash Club, clava fina e corta di color argento per rotazioni veloci, in pieno stile «Berousek»! Anche tante nuove palline: J9 Contact Ball, Heavy Contact Ball, Rubber Bouncing Ball e «Easy Catch» Bubble Ball, riempita alla maniera russa. E poi il Generation 4 ulteriore evoluzione del Diabolo Finesse e l’Evolution Kit 6 per fare le figure in Excalibur. Nuove anche le Juggling Cup in materiale non metallico, con un sistema per spostare il punto di gravità e di variarne il peso. Pronti anche gli Hula Hoop in 3 grandezze diverse (due smontabili) in veste bianca (per decorarli a vostro piacimento) in materiale plastico utilizzato dai professionisti della ginnastica ritmica. E ad integrare la serie un booklet su Contact Ball per avvicinarsi all’arte del contact. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 4 4 s e t t e m b r e 20 0 9

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e l a n o i z a n r e t n VIII Festivall CI irco Sul Filo de (TO) rugliasco e 3/24 lugliouG le Le Serr Parco Cultilora lcirco.com www.sulf de a cura di Dario

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Arias foto di Roberta

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Il Festival Internazionale Sul Filo del Circo quest’anno ha prestato un’attenzione particolare alla formazione. Il tema di questa edizione non a caso è stato il confronto tra le pietre miliari dello spettacolo popolare come Avner Eisenberg e Leo Bassi con alcuni eccellenti giovani compagnie francesi come Max et Maurice e Cirque Inachévé e le promesse in erba del Cirko Vertigo. Leo Bassi con un estratto del suo nuovo spettacolo “Utopia” è stato il mentore d’eccezione dell’evento di presentazione del Festival: vestito da clown, col volto infarinato e un ineccepibile cappello a cono, si è beffato di personaggi e situazioni della nostra contemporaneità menando fendenti carichi di ironia nei confronti della politica e della religione. Avner Eisenberg (in prima nazionale grazie al partenariato con Funambolika) ha proposto con disinvoltura e maestria il suo repertorio straordinario di gag vecchie e nuove sapientemente inanellate nel corso di uno spettacolo esilarante a

metà strada tra clownerie, manipolazione di oggetti e improvvisazione. Due personaggi molto diversi tra loro, ma accomunati dallo spessore artistico e umano e da una padronanza del palcoscenico proprie solo dei grandi. Grugliasco è sempre di più la Casa del Circo Contemporaneo, ed a testimoniare questa valenza di “Serra” creativa è proprio l’evento aereo acrobatico di apertura, “Cento di questi giorni”, coproduzione del Festival con le compagnie Sonics, CirkoVertigo, Kaoukafela (Francia), con la presenza di un cast di venticinque artisti e musicisti internazionali diretti da Paolo Stratta con le coreografie di Michela Pozzo e Alessandro Pietrolini. Cento di questi giorni, realizzato esclusivamente per il Festival, ha espresso attraverso il linguaggio del circo contemporaneo un augurio a tutta la società civile, ed in particolar modo al mondo del lavoro, a rialzare la testa: la voce narrante di Raffaella Tomellini lasciava sovente spazio al racconto dalla viva


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voce di Rocco, un anziano della Carrozzeria Bertone, protagonista, con la sua storia, di una favola a lieto fine che ha portato nella cittadina piemontese circa 2000 spettatori. Gli artisti ospiti di quest’anno sono giunti da Inghilterra, Francia, Germania, Belgio, Albania, Stati Uniti, Kenya e Svezia ed Italia, rappresentata, oltre che dalla compagnia di Teatrofficina Zerogrammi, dal nuovo spettacolo della Scuola di Cirko Vertigo, “Circo su Tela”, realizzato con gli allievi del secondo anno del Corso di Formazione Professionale per Artista di Circo Contemporaneo: acrobazie nelle acrobazie con la compresenza in scena degli artisti e di un pittore professionista che in tempo reale ritraeva le performance circensi. Ancora una volta la Vertigo ha lasciato spazio alla creatività dei propri allievi diretti con mano sicura da Luisella Tamietto, direttore artistico della Scuola. Tra le rivelazioni di questa edizione, la compagnia Max et Maurice che ha portato a Grugliasco

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il suo circo carico di buon umore grazie ai due clown titolari del collettivo, ottimamente affiancati da artisti giovani e poliedrici in grado di passare dalla corda volante alla musica dal vivo, dal verticalismo all’acrobatica a terra. Imperdibili il passing di clave incrociato in sette ambientato in cucina e l’adagio ai tessuti del giovane Valentin Bellot. A suggellare una programmazione rispettosa delle esigenze del pubblico segnaliamo la presenza di spettacoli regionali importanti come le produzioni del Faber Teater e del Mutamento, la poetica tutta femminile delle artiste londinesi Mimbre, gli Zerogrammi con un delicato spettacolo che porta in scena una rispettosa reinterpretazione del clown e della danza e la carica prepotente ed autentica degli Afro Jungle Jeegs di Nairobi. Il Festival, come consuetudine, si è chiuso con un focus speciale dedicato alle giovani generazioni, il concorso per artisti talentuosi under 30 che quest’an-

no – sotto il titolo di “Piccole Tribù Corsare” – si proponeva di premiare forme di spettacolo di maggiore accessibilità al pubblico con maggiori possibilità di distribuzione sul mercato e pertanto tenuto eccezionalmente nel centro storico della città. Il pubblico (dislocato in due suggestivi punti della città) ha potuto fruire di 11 spettacoli (tutti tra i 7 e i 15 minuti) di compagnie provenienti da Francia, Belgio, Svezia, Italia, Israele e Spagna. Ha vinto il sostegno di cinquemila euro la compagnia svedese composta dal giocoliere Peter Åberg e dalla trapezista Matleena Laine che l’anno prossimo debutterà con il nuovo spettacolo all’edizione 2010 di Sul Filo del Circo. La intensa performance dei due ragazzi ha avuto i suoi momenti più alti negli originali passaggi al trapezio di Matleena e nella giocoleria di Peter, in grado di estrarre flautate melodie da lunghi tubi cavi giocolati al pari di semplici clave. Due momenti legati insieme dal suono di una chitarra e dalla voce

dello stesso Peter. Una giuria qualificata, composta da professionisti dello spettacolo dal vivo e del giornalismo ha voluto premiare la contemporaneità nell’interpretazione degli attrezzi, l’alto livello tecnico e la potenzialità del suo possibile sviluppo. Ottimi piazzamenti anche per la compagnia italiana dei Nanirossi e i belgi Sowilo. In 21 giorni oltre 100 artisti sono transitati da Grugliasco, proponendo circa 30 spettacoli, spesso accompagnati dal tutto esaurito. Complessivamente circa 8.500 spettatori, risultato più che lusinghiero, considerate le condizioni meteorologiche che hanno impedito la realizzazione di uno spettacolo e scoraggiato il pubblico in tre serate nelle quali ha smesso di piovere solo pochi istanti prima dell’inizio dello spettacolo. Un Festival che cresce con entusiasmo, grazie ad una proposta più varia in grado di soddisfare i gusti di tutte le fasce di pubblico e che non esita a sperimentare nuove correnti e sondare nuovi linguaggi. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 4 4 s e t t e m b r e 20 0 9

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Il progetto PasseparCirque (realizzato con il contributo del FESR programma Alcotra 2007-2013) nasce dal partenariato tra due realtà, l’italiana Qanat Arte e Spettacolo e la francese Arc en Cirque, unite dall’obiettivo comune di salvaguardare, valorizzare e promuovere il patrimonio culturale-artistico della disciplina del circo, attraverso la realizzazione di scambi pedagogico-artistici, la costituzione della prima compagnia trasfrontaliera stabile di circo contemporaneo e la condivisione di una biblioteca virtuale bilingue. In questo contesto si colloca la prima edizione del Festival PasseparCirque che si è tenuta il 22 e 23 luglio nel Parco Culturale Le Serre di Grugliasco e che ha visto in cartellone il one man show del giocoliere Luke Wilson e lo spetsti come Tom Johtacolo del Circo de la Sombra entrambi accompagnati da un calonson. Nella giocowww.lukewilson.de roso tutto esaurito. leria contemporaa cura di Dario Duranti nea c’è ancora tanto da esplorare, È trascorso un po’ di tempo dall’ultima anche se in verità intervista su Jug Mag 12! Da allora dopo gli non ho visto tante impegni nel circuito dei varietà in Germacose e persone nia, con contratti di uno, due o tre mesi, nuove negli ultimi partecipammo nel 2003 al Cirque du anni. Io e Jay in Demain, poi ad alcuni festival di illusioniSvezia abbiamo smo, vincendo alcuni premi, mentre da offerto agli studenmetà 2005, conclusa l’esperienza di Luka ti un modulo sul Luka, sono passato ad altri progetti. Da un ritmo solo per lato il mio solo juggling act da 7 minuti; la accorgerci che il Germania è ancora il mercato maggiore filone è vastissimo per numeri di questa durata e nonostante - meriterebbe da la crisi il cabaret e il varietà cominciano ad solo mesi di esploaprirsi alle nuove generazioni che si affacrazione - e nel mio ciano a questi circuiti. Dopo Mark & Benji notebook ho (due giocolieri che hanno vinto anche a appunti per 20 Parigi e hanno cominciato a portare cose anni di ricerca! nuove nei cabaret) posso dire che anche Molto interessante noi con Luka Luka abbiamo contribuito a è anche il rapporto questo cambiamento verso un’estetica più con la musica; la collabocontemporanea. In parallelo ho cominciarazione all’Università svedese col compositore Tom Johnson è stata to a lavorare sempre più con l’illusionismo introducendo piccoli illuminante perché lui era molto aperto e interessato alla giocoleria, numeri anche quando faccio il presentatore, altra attività alla quale inoltre ha un background molto ricco come matematico e riesce a mi sono dedicato. Negli ultimi due anni ho realizzato inoltre insieme lavorare su stratificazioni molto sofisticate. Lui è riuscito a capire a Ken Bardowicks uno show di 90 minuti di teatro e illusionismo tante cose sulla giocoleria e anche sul siteswap, ed era molto inteall’interno di un circuito in Germania di piccoli cabaret per 50/200 ressato nella giocoleria con meno oggetti, come siteswap con 2 palpersone. line, che possono generare dei pattern molto interessanti, che noi In questi anni ho anche insegnato molto e sono stato responsabile invece abituati a spettacoli con più oggetti tendiamo ad ignorare. Al della gestione del dipartimento di giocoleria a Circus Space per momento in genere prendiamo musiche in prestito e gli adattiamo periodi di 6/8 settimane, tra un ingaggio e l’altro. Questo anno con la nostra giocoleria. L’idea invece è comporre musica ad hoc per la Jay Gilligan abbiamo poi avviato un progetto di insegnamento e giocoleria. E questa sofisticazione di giocoleria e musica per me è ricerca su musica e juggling all’interno dell’Università di Stoccolma, interessantissima, non più solo scrivere le formule e le successioni molto eccitante, considerato che è stato il primo corso per post-laudei pattern, ma utilizzare di più la musica per definire ancora meglio reati. Al corso, durato 6 mesi, avevamo 8 studenti e abbiamo invitato la complessità dei pattern e le variazionei tra i trick. Micheal Moschen, K.H.Ziethen, Flying Karamazov Brothers, e musici-

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Sempre con Jay abbiamo avviato un laboratorio di ricerca per Renegade Juggling con l’intento, attraverso il disegno di nuovi attrezzi e la modifica di attrezzi già esistenti, facilitare la creazione di nuovi trick. Il lavoro è andato avanti 4 mesi con prototipi e nuove variazioni e al festival della IJA Jay, Erik, Wes Peden e Patrick hanno fatto degli spettacoli dove abbiamo ufficialmente lanciato questi nuovi design di clave e cerchi modificati (maggiori info su www.renegadedesignup.com). Chiaramente non ho abbandonato la creazione di spettacoli centrati sulla giocoleria, come la routine col cubo di Kubrik, dove offrivo una mia interpretazione moderna del numero di plate spinning. Mi affascinava la dinamica e la tensione che monta fino a quando l’artista fa girare contemporaneamente una serie di piatti cinesi e volevo provare a generare le stesse emozioni, usando però qualcosa di diverso, così provai con il cubo di Kubrik e un certo numero di prese con le palle tra una progressione e l’altra. Qui a Grugliasco ho invece presentato una creazione da 40 minuti il cui concept dello show è sull’evoluzione della mia giocoleria e le varie fasi che hanno caratterizzato la mia carriera. Affronta più precisamente il momento in cui gli attrezzi diventano parte del nostro corpo, e non più solo semplici oggetti teatrali. Questo mi interessa molto, così come affrontare l’utilizzo di oggetti ordinari e di azioni quotidiane, come respirare per esempio. È difficile dire cosa mi appassioni di più oggi. Finora, pur avendo cominciato come illusionista, dicevo sempre che la giocoleria fosse il mio cuore, la cosa che mi piace di più fare, ma recentemente mi sto accorgendo che l’illusionismo è ancora una parte forte della mia personalità. A maggio sono andato a Las Vegas, e abbiamo visto 10 show in 6 giorni e quello che mi ha colpito di più è stato proprio quello di illusionismo, non quello di circo o di giocoleria. Mi piace pensare che la giocoleria sia il mio forte, ma che al momento le emozioni più forti me le dia l’illusionismo!

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Philippe Menard www.cienonnova.com foto di Jean-Luc Beaujault

Dopo aver assistito alla creazione P.P.P. in occasione della rassegna Des Auters des Cirque “Aux Limites” (Parigi, Parc la Villette - 9/27 giugno - www.villette.com) abbiamo rivolto a Philippe Menard due domande sul suo approccio all’estetica della giocoleria contemporanea. A cura di A.R.

Giocoleria, espressione artistica, stile, evoluzione. Ma sei ancora interessato a migliorare la tua tecnica? Per cominciare alcune parole per inquadrare l’analisi attuale sulla mia giocoleria. Giocolo da 18 anni, e mai avrei immaginato che questa storia potesse durare così a lungo. Formiamo ora una vecchia coppia la giocoleria ed io, con rapporti ciclici e passionali. Il mio percorso professionale è legato al mio incontro nel 1991 con il maestro Jérôme Thomas. La mia formazione con lui è stata tecnica ed artistica ma più di tutto ho conservato dei nostri dialoghi l’approccio profondamente filosofico. Insieme abbiamo fondato la giocoleria cubica e condividiamo la coscienza di un’arte popolare da approfondire. Nel 1998 ho poi fondato la Compagnie Non Nova (noi non inventiamo nulla, solo vediamo le cose differentemente) per sviluppare la mia ricerca. Dopo dieci creazioni e numerosi eventi ho ancora domande ricorrenti: come eludere l’attenzione del pubblico? Come rendere il virtuosismo umile? Come dare senso ad un’arte dell’illusione? La giocoleria è secondo me un’utopia destinata ad autodistruggersi così velocemente come è nata, ed è un assunto che devo accettare. L’utopia è un obbligo nel fare arte. Mi spiego.... Sono ormai due decenni che la giocoleria in Francia, sotto l’impulso dell’Institut de Jonglage con la pièce “Bingo” e di Jérôme Thomas con “Extraballe”, si è emancipata dal format dei numeri da 6/8 minuti. Queste performance fondatrici hanno creato numerose vocazioni fra cui la mia. La giocoleria contemporanea era nata e con essa una rivoluzione di massa: un’inondazione di giovani giocolieri e giocoliere non più

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provenienti solo dalle famiglie circensi ma da tutti gli ambienti sociali. Sempre più sono apparsi corsi di giocoleria: dai seminari per dilettanti d’un centro socioculturale al CNAC di Chalon. È difficile quantificare oggi il numero di giocolieri che tentino di farsi strada in una professione ancora in via di definizione. L’evidenza è là, la giocoleria è diventato un atto banalizzato, è forse questa una vittoria della sua democratizzazione? Una cosa è certa, questa banalizzazione implica anche un cambiamento della sua immagine e della sua relazione col pubblico. Sempre più teatri programmano uno spettacolo di giocoleria nella loro stagione e molti spettatori hanno già assistito ad un certo repertorio di pièce di giocoleria: “Hic hoc”, “4”, e lasciatemi dire una buona volta per tutte... «Rain-Bow» (ARMO/Cie Jérôme Thomas), “Visa pour l’amour” (Cie Vis à Vis), “Chant de Balles”, (Cie Vincent Delavénère), “Bal” (Cie Trio Maracassé), “Imper et passes” (Cie Les objets volant), “Convergence 1.0 (Cie Adrien M), per citarne alcuni. Questo pubblico si è poco a poco specializzato, appropriandosi di riferimenti che dobbiamo comprendere poiché influenzano i nostri percorsi creativi. È per questa ragione che fin dalle mie prime creazioni ho fatto la scelta di celebrare il funerale delle nostre forme scontate. Se il giocoliere è un artista, deve allora creare scambi con il pubblico che comportino reazioni. Il giocoliere deve sfuggire alla forma per la forma. Smettere di fare credere che la palla di silicone sia magica, o che la caduta sia volontaria e che occorre assolutamente fondere il movimento con la giocoleria, il tutto su una bella musica e con luci graziose che devono dare l’impressione di un’opera!

Capisco, lo trovate eccessivo, ma non possiamo essere sensibili e poi dimenticare che ci spetta fare di quest’arte non un semplice intrattenimento ma un’arte del gesto, un’arte della sfida alla condizione terrestre, capace di suscitare emozioni e stimolare in tutti il desiderio di controllare la gravità. Personalmente non credo che l’artista sia lì per cambiare il mondo, ma di certo può guidare lo sguardo dello spettatore su un dettaglio del mondo. È in questo senso che l’utopia mi è necessaria, invitare il pubblico a vivere e non soltanto assistere ad una sfida che è persa in anticipo. Tutti inconsciamente sappiamo che sono le sfide che interessano artisti e spettatori. Mi è piaciuto mettere il pubblico alla prova; “P.P.P.” è una forma di questa lotta persa in anticipo, con lo scioglimento inevitabile, con la fragilità della materia ed il contatto doloroso del freddo, qui tutto mette in discussione l’atto fondamentale del giocoliere: il suo virtuosismo. È in questa direzione che pratico ora una tecnicità, che definisco “l’ingiocolabilità” nel senso di contraddittorio all’atto della giocoleria. A causa delle proprietà del ghiaccio, questa mi costringe a sviluppare un approfondimento nella mia comprensione del gesto e del senso d’un atto effimero come la giocoleria.

Stravolgere i confini dell’estetica della giocoleria contemporanea. Definiresti “scioccanti” le tue creazioni? Il termine “ shocking” non è quello che rivendico. Le mie scelte estetiche sono legate alla ricerca del senso. Appartengo alla generazione dei monitor, che denominerei “caotica”, perché è cresciuta su una serie di grandi fragori (prevalenza del monitor tv/pc/gameboy, il timore nel-


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l’amore con l’arrivo dell’AIDS, la disillusione delle utopie politiche con la fine del blocco sovietico, studi sulla disoccupazione in prospettiva del futuro…) e a tutto ciò si è aggiunta la mia ricerca d’identità di genere e sessuale! È senza dubbio a causa di questo retaggio che ho un problema con la narrazione come modello di scrittura e la sua estasi, il racconto. Io non ho alcuna regola di scrittura semplice, sono un giocoliere che osserva il mondo con il desiderio di parteciparvi. Di conseguenza tento di comprendere ciò che siamo. La giocoleria è un filtro che mi permette di distillare ciò che vedo. Cerco di sfuggire alla comodità del virtuosismo, dietro la quale è così facile credersi al riparo. Forse è per tutte queste ragioni che le mie scritture sono taglienti. Approccio in modo radicale l’argomento, mi proibisco ogni didatticismo per garantire la libertà d’immaginazione degli spettatori. Mi confronto ai limiti fisici ed emotivi per alimentare reazioni. Cerco il pericolo in un’arte che non la conosce realmente, dove anche un giocoliere con le accette non fa più timore! In occasione delle mie ricerche per P.P.P. ho spinto il mio corpo e la mia capacità emotiva oltre i loro limiti per incontrare le frontiere del pericolo. Tutta la creazione è stata una sofferenza, nella misura in cui il ghiaccio mi rimandava alle mie debolezze. Mi ha costretto ad accettare quello che ho guadagnato in tutti i colpi per trovare infine un senso alla scrittura: nessuno vorrebbe essere al mio posto sulla scena proprio come nessuno vorrebbe essere al posto d’un trans. Come in ciascuna delle mie creazioni non rimetto in discussione l’esistenza della giocoleria ma sfido il suo solo principio d’illusione, per esprimere meglio la necessità dell’essere di astrarsi dalla sua condizione. Giocolare non sarebbe in fondo un desiderio dello stesso cosmo? P.S: A tutt’oggi una della più belle estetiche della giocoleria è stata presentata secondo me non da un giocoliere ma da un artista fiammingo, Jan Fabre, nella pièce “Quando l’uomo principale é una donna” interpretata dalla performante Liesbeth Gruwez, che giocola tre biglie di ferro uscite da uno slip di ragazzo su un palcoscenico riempito d’olio d’ oliva… j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 4 4 s e t t e m b r e 20 0 9

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Funambolika Pescara, 6/8 luglio 2009 www.funambolika.com a cura di Paolo Ferri foto di Silvia Mazzotta

Il circo è così, parla a quella zona dell’anima che nessuno riesce a seppellire mai del tutto, vince ogni resistenza culturale, si impone in ogni latitudine geografica, zigzaga attraverso qualsiasi labirinto dell’umore e dello spirito e ti viene a scovare dove sei sguarnito e ancora bimbo (perché ognuno lo è, seppur nel posto più recondito del suo cuore). E ti conquista. È un fenomeno cristallinamente percepibile e che si ripete ormai da tre anni in una città come Pescara, nel suo spazio teatrale più prestigioso, quell’anfiteatro all’aperto di duemila posti che da oltre trent’anni in estate ospita il festival jazz più antico d’Italia. Qui dove si è abituati al tutto esaurito solo quando arrivano le star della musica, accade che uno dei massimi esperti internazionali di circo (Raffaele De Ritis ha diretto il circo Barnum a Hollywood e il Big Apple Circus a Broadway, a Monaco il “Monte Carlo Magic Stars”, a Spoleto il Festival dei Due Mondi, a Venezia la Biennale e da anni consulente circense della Rai) ambienti un festival giunto al suo terzo anno di vita, lasciando centinaia di persone fuori dai cancelli. Funambolika 2009 ha rinverdito la formula che ha portato a Pescara vere star del circo, da Jango Edwards, a Larible, a Shub, a Jigalov e i grandi nomi del mondo circense internazionale, artisti che De Ritis conosce non per averli cercati su Google, ma per averli frequentati di prima mano (quando non li ha creati o scovati personalmente!). Tra le tante istantanee da fissare nella memoria di quest’ultima edizione (momento iniziale del cartellone estivo dell’Ente Manifestazioni Pescarese) conviene cominciare con Viktor Kee, il giocoliere-serpente, momento di punta della prima serata (osannato in tutto il mondo, dal clown d’argento di Montecarlo alle recensioni entusiastiche del New York Times), tale da fargli meritare il posto sul manifesto ufficiale. Se Kee ha colpito con la sua sinuosa abili-

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tà serpentiforme, i due dioscuri spalmati d’oro di Golden Power hanno invece impressionato per sfoggio di statuaria potenza equlibristica, puntando sull’estetica tipica dei totalitarismi, due ubermensch capaci di incrociare arti e bicipiti per confezionare una serie di figure ben oltre la soglia della credibilità (impossibile che due corpi umani possano combinarsi in quei modi!). Aurelia Cats, contorsione e trapezio, solista del Lido di Parigi, 20 metri al di sopra del legno del palco, ha poi tenuto il pubblico in un’apnea collettiva, così come Oleg Izossimov, il più grande equilibrista della sua generazione, il “Nurejev del circo” come la critica lo definisce da tempo. Indiavolati i Fratelli Curatola e la loro coreografia ispirata all’universo degli anni ’20 e dello swing. Assurde le pantomime dei KGB Clowns (Kings Of Burlesque), tradizione clownesca sovietica che evolve verso tradizioni comiche occidentali a completare l’affresco della prima serata, quel “Gran Gala du Cirque”, festival nel festival, antologia di performance di rilievo dei circhi di tutto il mondo, anche grazie al ruolo decisivo di un altro grande specialista, Alessandro Serena, che dallo scorso anno, con l’equipe di “Circo e Dintorni”, cura cast e produzione di questa serata di gala. L’affresco della tre giorni di Funambolika 2009 è proseguito con una serata di clownerie “pura” e una, in chiusura, con una produzione teatrale di ampio respiro, in quella che è la scansione ormai consolidata nella formula di Funambolika. Avner Eisenberg, vera leggenda della clownerie, inventore del teatro di strada come genere dotato di dignità e importanza ha stregato con la sua barba e un aplomb che lo fanno sembrare appena uscito da un Bar Mitzvah. “Exceptions to Gravity” sfida ogni barriera di generazione, lingua e cultura. Pantomima, giocoleria, magia, e mille altre trovate, in un corpo elastico a dispetto di un apparente terza età incipien-


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SCUOLA DI TEATRO DI BOLOGNA

te. Un ossimoro vivente, a vederlo su un autobus gli offriresti il tuo posto a sedere, ma in azione sul palco di Funambolika sembrava un ventenne, elastico, sciolto, ogni micro gesto misurato al millimetro, un cartoon umano che ogni bimbo del pubblico ha eletto a proprio migliore amico. La serata di chiusura è stata “colorata” da uno spettacolo del tutto originale dedicato a chi crede che il circo sia un’invenzione o patrimonio del nord del mondo. In “Creature”, di Marcello Chiarenza e Alessandro Serena, c’è la forza e la leggerezza dell’Africa spruzzate da una punta di comicità veneziana (sic!). Figlia del fuoco, dell’acqua, del cielo e dei corpi, messi assieme con allegria da uno sguardo che “salta”, con un gesto di acrobatica invisibile, le codificazioni di ogni disciplina artistica, “Creature” nasce dalla commistione tra il teatro di strada, le feste di piazza e la drammaturgia della festa. La festosità, il ritmo e l’energia semplice e diretta degli artisti africani in uno spettacolo di teatro acrobatico africano, nato da un progetto di cooperazione internazionale tra Italia è Kenia. Ispirato al Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi, dopo aver girato l’Europa, Creature ha ricreato anche a Funambolika 2009 un angolo di Africa, immagine di fuochi sotto le stelle del deserto, percorse dal piccolo occidentale smarrito e attonito di fronte alla maestosità travolgente di un continente la cui carica vitale è preziosa fonte di rinnovamento di uno stanco e sempre più sclerotizzato occidente. In scena l’attore Emanuele Pasqualini attraversa e viene attraversato dai sette acrobati neri, danzatori e funamboli di e da un altro pianeta che giocano in una scenografia da profonda Savana a ricordarci quanto sia importante stupirsi e incantarsi per reinventare e migliorare il presente, questo il messaggio permanente di Funambolika.

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via degli Ortolani 12, 40139 Bologna e-mail: info@scuoladiteatrodibologna.it

ALESSANDRA

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Da Nord a Sud è una rubrica con spazi di approfondimento sul vivace ed importante segmento artistico del Teatro di Strada

XXII Mercantia Certaldo (FI) 15/19 luglio 2009 www.mercantiacertaldo.it Intervista a Alessandro Gigli direttore artistico Foto di Marcello Senesi

Ormai sono arrivato alla conclusione che non bisogna più parlare di arte di strada e l’ho già espresso nel manifesto del Quarto Teatro. Credo che dopo tanti anni di crescita di tutto il movimento degli artisti di strada, con 200 festival che esistono in tutta Italia, chi vuole essere promotore di una ricerca, di un approfondimento, debba parlare di teatro senza cercare alcuna altra definizione. L’arte di strada oggi non ha bisogno di promozione particolare, perché ci sono gli artisti, ci sono i festival, ci sono le scuole, eppure spesso manca ancora la qualità, la vita, l’esperienza del teatro, della parola. Quarto Teatro significa andare aldilà delle categorie. Non basta usare i trampoli, usare una maschera, puoi usare tutti gli attrezzi che vuoi, ma mentre finora per la novità, l’entusiasmo potevamo anche confondere gli strumenti con il teatro, credo che ormai questo non sia più possibile. Chiunque deve dimostrare attraverso i suoi “mezzi” di fare teatro, fare vita, intensità emotiva, comunicazione, portare un significato, superare il nostro piccolo mondo teatrale e rapportarsi ad un mondo più grande, solo così si può crescere senza nascondersi dietro le categorie. In una visione in cui il teatro e l’arte non è separata dalla vita quotidiana e dalla società, non parlare più di teatro di strada e parlare solo di teatro significa non parlare più di sud, nord, bianchi, neri, rossi, ideologia, e cominciare a parlare di vita, di esseri umani, di emozioni. Le definizioni a volte coprono delle mancanze, per cui se uno dice “io faccio teatro”, con tutto quello che questa parola ha portato con sé nel corso dei millenni, si trova più spiazzato che dire semplicemente sono un “artista di strada”, espres-

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sione abusata da persone che del teatro non conoscono neanche l’odore. Io ho visto nei Giardini segreti uno spettacolo di un’emozione e di un’intensità estrema, con il pubblico seduto a mezzo metro dall’attrice, lì non sentivo più la differenza tra teatro di strada, teatro di ricerca, etc. Qui a Certaldo ormai c’è teatro, perchè se usassi altre categorie dovrei dire che qui c’è un’insalata russa, un guazzabuglio di generi, ma non è così... In questa infinità di differenze c’è un’identità precisa, che dà la sensazione di essere perfino armoniosa, e la parola teatro di strada è diventato uno dei rami che l’albero Mercantia espone. Il mio sogno sarebbe poter assicurare sempre cose più belle, abbiamo alzato lo standard di accoglienza per gli operatorii, circa 270 tra artisti e tecnici sistemati in due ostelli, alberghi e appartamenti nel borgo, c’è la possibilità di andare in piscina, un punto ristoro con prezzi calmierati rispetto a quelli praticati al pubblico, un catalogo, la rivista, la scuola del Fiano. Ormai abbiamo orientato tutte le nostre risorse in questa direzione e abbiamo smesso di investire su esperienze collaterali, anche se sarebbe certamente interessante fare un vero convegno, o produrre i quaderni di Mercantia, affiancare la drammaturgia dei Giardini segreti con quelle degli spettacoli circensi. Chiaramente tra i presupposti teorici e la realtà c’è la prassi e queste idee non sono ancora pienamente realizzate, ma ci muoviamo in questa prospettiva. Qui ci sono delle street band, il teatro delle marionette, il cabaret e ci chiamiamo ancora Festival Internazionale dell’Arte di Strada. Cosa resta dell’arte di strada sono i valori e gli ideali che ci eravamo prefissi, il teatro di strada poteva essere un momento di ricerca di protesta, poi come tutte le cose quella che prima era ricerca e provocazione diventano istituzione e banalità. Ma restano quei valori, la condivisione tra attori e spettatori, la socialità, l’emozione, la comunicazione cuore e cuore. Credo che Mercantia possa essere un ser-

vizio per tutti, con la promozione e la copertura mediatica aiutiamo anche altri festival a nascere e crescere, produciamo lavoro, per non citare i 180.000 € di compensi che vanno agli artisti. E devo a questo proposito riconoscere la generosità di compagnie che per 1200 € hanno messo su uno spettacolo, rappresentandolo per 5 giorni, e non so se è giusto ancora approfittare di questa generosità che rasenta lo sfruttamento. D’altra parte rinunciare a questo significherebbe ridurre le festa del 20/30%, con la certezza di avvitarsi in una spirale negativa che farebbe implodere un festival dove il tenore della festa è alto e dove il pubblico viene anche per divertirsi.


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da Nord a Sud, passando per il centro e le isole, quasi a delineare ed unire i contorni, geografici e culturali, dello spettacolo dal vivo di piazza in Italia.

VII Lucania Buskers Festival Grumento Nova, Stigliano, Matera, 5/9 agosto 2009 www.lucaniabuskers.com intervista a Francesco Rienzi direttore artistico

Foto di Francesco Olita e Enzo Epifania

Il Lucania Buskers Festival (LBF), è un festival itinerante che coinvolge i comuni di Matera, Stigliano e Grumento Nova; 22 compagnie in rappresentanza di 15 paesi, 45 spettacoli, 5 giorni di programmazione, con una stima di 30.000 presenze di pubblico e più di 50 persone tra volontari e tecnici coinvolti nell’organizzazione del festival sono i numeri di quella che vuole però rimanere soprattutto una piccola fiaba poetica e colorata che promuove i valori della tolleranza e l’apertura alle altre culture. E dopo 7 edizioni possiamo affermare di aver raggiunto i due principali obiettivi: la valorizzazione delle arti di strada e dei territori coinvolti. Infatti anche quest’anno venivano affiancati agli spettacoli le iniziative “Buskers in TOURism”, con la possibilità di visite guidate, escursioni, trekking, cicloturismo e “Scatti di Strada”, la mostra fotografica sulle edizioni trascorse che raccoglie i migliori scatti inviati dal pubblico. Altra iniziativa di grande rilievo è stata sicuramente l’aver ospitato la finale di Cantieri di Strada, concorso per produzioni inedite di artisti di strada promosso dalla FNAS su tutto il territorio nazionale. I vincitori di Cantieri hanno rappresentato qui al LBF le loro creazioni e, sempre insieme alla FNAS, abbiamo ospitato la Vetrina Internazionale dello Spettacolo di Strada Italiano, un appuntamento che si colloca nel quadro del progetto “La Rete dei Festival aperta ai Giovani”, sostenuto dal Ministero della Gioventù, e realizzato grazie alla collaborazione tra l’ANCI, il Comune di Stigliano, la FNAS e l’Ass. Mananderr Onlus. Una rete che coinvolge ben 17 festival, con un vasto calendario di nuove opportunità per i ragazzi di tutta Italia che si cimentano nelle più differenti forme artistiche: poesia, musica, letteratura, cinema, nuove tecnologie e qui al LBF anche teatro di strada. 25 direttori artisti e promotori europei e italiani, insieme ad artisti e compagnie, oltre a quelle in programmazione, si sono incontrati esponendo e scambiando i loro materiali promozionali nell’ambi-

to di questo showcase internazionale di arte di strada. Le scelte di fondo della programmazione seguono tre linee fondamentali: portare artisti stranieri in un territorio che è storicamente e culturalmente isolato dal resto d’Europa, e per questo un buon 50% delle compagnie vengono dall’estero. Conservare uno spazio dove la società si incontra, dove il territorio viene reinventato e dove le distanze si accorciano e al tempo stesso professionalizzare la struttura organizzativa preservando l’autenticità e la genuinità dei rapporti tra organizzatori e artisti. Assicurare che nella programmazione ci sia un ventaglio di artisti di circo contemporaneo, di teatro di strada e anche una componente musicale. Significativa in questo senso è stata quest’anno la presenza del Teatro Nucleo di Ferrara in coproduzione con l’Antagon Theatre AKTion di Francoforte per la creazione di un adattamento per teatro di strada dell’opera “Orlando”. Certamente mi piacerebbe realizzare ancora tante cose: ci sono tanti spettacoli per esempio che avrei voluto portare, vorrei dare maggiore spazio alle attività dedicate ai bambini, così come assicurare continuità ad un festival che ogni anno deve scommettere sul suo futuro. Su tutti il sogno maggiore rimane sicuramente poter attivare una residenza per artisti che possano poi presentare le loro creazioni nell’ambito del LBF. È nostra intenzione allargare maggiormente la rete relazionale già attivata, mantenere ed ampliare i rapporti di collegamento ai maggiori network europei di settore. Il desiderio è che il LBF non rimanga solo un evento estivo ma che iniziative parallele possano proseguire nel corso dell’anno. Certo le difficoltà legate ad operare nel sud sono evidenti, e anche quest’anno siamo stati costretti a riprogrammare interamente il festival per ben tre volte a causa di incomprensioni e ritardi con le amministrazioni locali, ma abbiamo ancora tanto entusiasmo ed energie da investire in questa manifestazione. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 4 3 g i u g n o 20 0 9

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teatrocirco

INFormazione

www.scuoladiteatrodibologna.it

di raccontare poeticamente i sogni, le paure, le illusioni che fanno parte della vita di ognuno di noi, attraverso un’arte collettiva. Allestire uno spettacolo non significa mettere insieme tanti numeri diversi… ma raccontare “teatralmente“ una storia attraverso un lavoro corale dove i personaggi sono in relazione tra loro. Spesso, col termine di Nouveau Cirque si indica solo l’imitazione dei risultati e non il percorso di studio e di elaborazione scenica che a quei risultati ha portato. Non c’è nulla di “nuovo” nel riunire in uno spettacolo attori che recitano, giocolieri che eseguono i loro numeri, non si dovrebbe confondere il “metissage” con un collage di n u m e r i diversi. Da

Fondata da Alessandra Galante Garrone nel 1976, la Scuola di Teatro di Bologna è stata fin dalla sua nascita, una Scuola “controcorrente”. Nessuno, all’interno delle diverse Scuole di Teatro Italiane, immaginava quanto le diverse tecniche di improvvisazione, l’acrobatica, la giocoleria, il mimo, le tecniche del clown e lo studio della Commedia dell’Arte fossero importanti per sviluppare nell’attore fantasia e immaginazione. Non è stato facile allora, erano gli anni del ”fai da te”, dei laboratori in cui si teorizzava l’”autopedagogia”. Sensibile a quanto sta avvenendo a livello internazionale e anche grazie alla collaborazione e agli scambi con le maggiori Scuole Europee, abbiamo dato vita nel 2000 al Corso Superiore di Nouveau Cirque, importante opportunità formativa rivolta ad attori, acrobati, giocolieri, artisti di strada e circensi, dimostrando quanto l’interazione tra teatro e circo possa contribuire ad una espressione autentica della nostra identità culturale. Ci siamo avvicinati al circo per “necessità”, alla ricerca di nuovi linguaggi che potessero permettere ai giovani attori

sempre sono esistiti spettacoli in cui la parola, la danza, l’acrobazia, le maschere si “mescolano” e da sempre vengono usati spazi di rappresentazione non tradizionali (dai capannoni industriali ai foyers dei Teatri, dai Teatri/Tenda alle cantine, alle piazze…). Lo hanno fatto artisti come Benno Besson, Luca Ronconi, Grotowski, Ariane Mnouckine, Peter Brook. Un artista di Circo che impara a dire due battute non è un “attore di Circo”. Così come un attore di Teatro che impara a fare un flic-flac non è “artista di Circo”. Il Nuovo Circo deve poter contare su artisti professionisti, che sappiano parlare al pubblico perché hanno qualche cosa da dire. Ai nostri allievi insegniamo a cercare la qualità e non ad inseguire la novità: le idee

Il circo scopre il teatro, il teatro scopre il circo. Interpelliamo i direttori di due scuole di teatro italiane apertesi al circo e che sui rimandi tra teatro e circo centrano la loro proposta formativa.

SCUOLA DI TEATRO DI

BOLOGNA GARRO

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Scuola di Teatro di Bologna Claudia Busi AL

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RA ESSAND

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GALAN

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non bastano, oltre alle idee serve talento, competenza e professionalità che si acquisiscono attraverso un lavoro quotidiano complesso. La Formazione è fondamentale per il futuro di tutte le Arti. Affiancati dai docenti della nostra Scuola di Teatro, l’insegnamento è stato via via affidato ad artisti come Nicole Kerberger, Ariane Gilabert, Michel Arias, Agustin Letelier, Roman Muller, Pierre Byland. Importantissimo il lavoro drammaturgico di Vittorio Franceschi che elabora testi e partiture per i prossimi spettacoli. Continuando a lavorare in questa direzione, allestiremo nell’aerea adiacente alla Scuola uno chapiteau che, oltre alla formazione, permetterà agli allievi attori e di circo di presentare settimanalmente serate, spettacoli, creazioni colte e popolari in grado di coinvolgere, come sempre, un pubblico eterogeneo.


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lavorano per fornire una risposta a queste domande un atto di performance e ad analizzarli fino a comfondamentali: cos’è il teatro e come può un atto di prenderne le più piccole componenti. Dopodichè ci performance intrattenere e divertire in maniera conera richiesto di riassemblarli in nuovi innovativi vincente? Ciò che forse manca nella formazione dei pezzi di teatro. Ci insegnavano che il pubblico, indipotenziali artisti di circo è una chiara definizione pendentemente dal tipo di spettacolo cui assisteva, della natura teatrale della loro arte. È essenziale scoera alla ricerca di una esperienza emotiva sostenuprire come questa natura possa valorizzare le loro ta da un contenuto intellettuale. qualità e portarli ad un livello nuovo ed interessante Cosa significa tutto ciò in termini di movimento e di interpretazione, perchè è la capacità di unire in come è possibile applicarlo ad un artista del nuovo modo eclettico generi e abilità strutturate a funziocirco? Come possono i sentimenti e le emozioni pasnare sul palco, in strada o su una pista del circo. sare attraverso il movimento specialmente quando Come attore, regista e maestro di teatro io insisto non ci sono parole? Che sia concreto o astratto ci sull’importanza per un artista di possedere sopratdeve essere un contenuto che aggangi lo spettatore tutto la capacità di avvicinare la propria arte come e lo catturi. L’approccio lecoqiano può insegnare qualcosa agli artisti di ogni genere. Tutto è espresso attraverso il nostro corpo e noi siamo creatori non solo esecutori. Per questo motivo dobbiamo sapere Philip Radice cosa può funzionare sul palco e cosa no, www.teatrofisico.com cosa è buono e cosa non lo è. Non ha foto di Andrea Macchia importanza quale sia il tuo genere di arte performativa, ciò che ti viene richiesto in primis è di essere un “grande attore”, un creatore, non semplicemente come un esecutore attore fisico che sa cosa significa essere versatile e inserito in una mega produzione. Forse questo è comunicare con il proprio corpo. tutto ciò che una persona vuole: un posto di lavoro È possibile trovare degli elementi in comune nella sicuro, ma queste opportunità sono rare o difficili presenza scenica, nell’energia e movimento, nel linda ottenere. Se un giovane decide di lavorare e guaggio del corpo, nelle emozioni di un attore che sopravvivere economicamente come artista, sperecita Pirandello sul palco, di un clown nella pista di cialmente in teatro o nel circo, io suggerisco all’atun circo o di un giocoliere che si esibisce in strada? tore di apprendere la giocoleria e ad eseguire un Come può un esecutore collegare gli elementi fisici e Flic Flac e ad un circense di imparare a interpretare psicologici? Che cosa distingue un corpo comico da il ruolo di Amleto e poi uscire nel mondo e promuoun corpo drammatico? Quali sono le capacità di regia versi al meglio! necessarie e come può essere una intelligente, interessante messinscena? Qualunque buon percorso formativo deve cercare di rispondere a queste domande e includere anche la preparazione dell’artista come “attore” inteso come emissario in grado di trasmettere emozioni e sentimenti umani al pubblico. Per questo motivo l’artista deve possedere una grammatica del corpo. Nella mia scuola ci sono tra gli studenti attori di prosa tradizionale, circensi, giocolieri, cabarettisti, maghi, artisti di strada e attori di teatro fisico che provengono da altri metodi e tutti possono trovare un comune denominatore nell’espressione corporea e nell’ ”atto della creazione”. Tutti

Scuola Teatro Fisico

Venticinque anni fa venni in Italia dopo aver vissuto a Parigi e frequentato La Scuola Internazionale di Teatro Jacques Lecoq. Ciò che Lecoq ci aveva trasmesso è che il teatro è un fenomeno artistico non verbale e fisico, più che psicologico e verbale. I nostri studi cominciavano con i movimenti del corpo, il linguaggio del corpo con la sua grammatica. Si allenava il corpo in maniera competente, sviluppando qualità fisiche che avrebbero permesso allo studente di ottenere controllo, disciplina e soprattutto presenza scenica e comunicazione ad un livello qualitativamente alto dal punto di vista artistico. La genialità della scuola non era solo il fatto che fosse basata sulle performances ma soprattutto che fosse una “scuola di creazione”. Ci insegnavano ad osservare i comuni denominatori di

giocoleria, aquiloni e giocattoli creativi a Cagliari, Via Oristano 1 tel/fax 070 653675 cdsca@libero.it

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Circo Paniko www.circopaniko.net

a cura di Daniela Salton,Marcello e Circo Paniko Foto di Daniela Salton

Circo Paniko è un idea, un progetto, una filosofia e una famiglia. Con il nostro tendone puntiamo ad essere un canale che raccoglie le esperienze di tante persone, un luogo aperto dove si può respirare aria libera, sentire l’energia magica dello spettacolo, la volontà di credere che ogni giorno si può creare la propria realtà, indipendentemente da ciò che ci circonda. Viviamo il circo per comunicare e stare insieme, tra noi e con tutti. Portiamo in giro una tenda con i nostri furgoni per creare momenti di gioia e condividere con tutti l’energia della musica, del teatro, del circo e della festa. Cerchiamo di suscitare una reazione nel pubblico, generare una bolla di magia, a volte surreale, in cui tutti possono sognare, lasciar volare la fantasia e vedere le cose sotto un altro aspetto.

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Non c’è l’esigenza di rappresentare qualcosa di preciso, noi ci divertiamo quando siamo in scena! L’energia si manifesta con la musica dal vivo (diretta dal Maestro Stefano) e l’atmosfera comico-grottesca, che contagia tutti! Vogliamo unire ad una professione artistica di stampo cir-

cense e musicale l’energia vitale assaporata nel corso dei nostri “viaggi panici” in quei luoghi del mondo in cui l’assenza di ricchezza materiale si traduce inevitabilmente in ricchezza spirituale e sociale. Lo scopo della compagnia è diffondere questo messaggio: Paniko non è solo un circo ma uno stile di vita senza pregiudizi e senza aspettative, libero e aperto a chiunque sia interessato a parteciparvi in modo costruttivo. La “famiglia allargata” attualmente comprende Marco, Marcello, Amedeo, Luca, Giacomo, Domenico, Silvia, Lisa, Miriam, Damien, Ojito, i piccoli Leon (4), Loto (2), Pluma (quasi1). Un anno fa abbiamo presentato un progetto di creazione alla residenza di circo La vela, di Villanova y La Geltru (Spagna), chiedendo un periodo di sosta per dar vita a qualcosa di nuovo, lasciar sedimentare i km percorsi e ripartire con le idee più chiare. La Vela è un grande parco con tanti chapiteaux e tante carovane, dove allenarsi e sviluppare le idee maturate sul cammino, e con la possibilità di integrarsi nel circuito di Barcellona, frequentare bei posti come la Nave Espacial e molti altri. Con i giusti stimoli e un piccolo gruzzoletto messo da parte in comune durante le ultime estati ci siamo messi al lavoro... Damian, entrato nel progetto

circopaniko, ha messo in gioco il suo piccolo chapiteau, reso oggi proprietà comune. Due mesi intensi, nei quali abbiamo lasciato fluire le idee, anche quando sembravano senza futuro, ci siamo ingegnati per costruire una scenografia originale praticamente senza risorse, abbiamo suonato e giocolato a volontà per scoprire il sapore del primo vero spettacolo del CircoPaniko. Dalla Spagna siamo tornati in Italia, poi Aurillac (Francia), con un programma sotto tendone incredibile. Una sfida affrontata come una grande comunità, dividendo gli oneri e i lavori e caricandoci tutti i costi dell’organizzazione. A settembre abbiamo partecipato al Globaleah, Venezia, una manifestazione in contrapposizione con la mondanità della mostra del cinema, per dimostrare che l’arte è viva, e molto spesso è povera ma di qualità. A seguire Voilà a Pedavena (BL), e San Giovanni in Persiceto (BO) per poi fermarci a Greve in Chianti (FI), dove monteremo il tendone in un’azienda biodinamica per sostenere la politica locale di micro reti di piccoli produttori agricoli solidali e uniti tra loro. Il nostro spettacolo “Punto di Domanda”, per la regia di Giovanni Dispenza, è un crocevia d’incontri surreali tra personaggi inquieti che trovano risposta alle loro mille doman-


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de nella gioia dello stare insieme. In scena ci esibiamo in discipline quali corda aerea, verticalismo, equilibri, tip-tap, numeri di varietà, di destrezza. Tutto questo mentre suonano fisarmonica, flauto, un pianoforte a motore, una campana tibetana… Sette personaggi si incontrano sul palco, ognuno ha un percorso, porta con sè il proprio passato, il proprio mondo, ognuno condivide qualcosa, un’esperienza, un gesto, il tempo di suonare insieme o di scambiarsi

vivo, del cabaret, della performance, sviluppare questa cultura, spronare a tornare nelle strade e gioire per la presenza di un artista che fa cerchio o di uno chapiteau che contrasta il grigio monocromo della città.

un’emozione, tra equilibrio e disequilibrio, mille domande e un’unica risposta: la gioia del condividere, del cercare insieme un equilibrio quando tutto sta per crollare. Sogniamo una tenda più grande, un camion nuovo, una tournee di oltre 3 date… Ci piacerebbe dare una forma a questa entità collettiva che rappresentiamo. Vorremmo diventare il primo collettivo circense Italiano, una rete di amici con in comune l’obiettivo di portare gli spettacoli alla gente, risvegliare il gusto dello spettacolo dal

In Italia il circo contemporaneo è una nicchia per coloro che vengono prodotti dalle scuole di circo nazionali. Non ci sono molte opportunità per chi come noi arriva da percorsi alternativi ma non meno validi e si autoproduce per rimanere fedele alle proprie idee. A differenza di altri paesi in Italia non c’è appoggio dello stato e tanto meno conoscenza a livello circense. Per questo pensiamo di poter fare molto, proponendoci come un vero e proprio festival itinerante, in grado di sconvolgere paesi e città!!!

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Gaby Corbo www.gabycorbo.com

li altri. Ero un po’ stanca di questa mancanza di stimoli alla crescita e nel 2003/2004 ho formato insieme a Bruno Martín Gagliardini il duo Circo Circacho, con il quale ho lavorato in Italia con uno spettacolo di strada che proponeva acrobatica, equilibrismo e diabolo. Mi muovevo tra Spagna, Italia e Argentina tentata dalla voglia di lavorare da sola. Avevo sempre fatto discipline in gruppo o in duo (ho cominciato proprio con il mano a mano…), ma col tempo e con l’avvicendarsi delle esperienze ho capito che non avrei lavorato sempre con le stesse persone. Decisi quindi di apprendere

Foto di Daniele Errico

Sono nata in Argentina, da padre italiano e madre spagnola, lì ho frequentato per tre anni la Scuola di Circo Criollo, dove insieme ad altri studenti abbiamo fondato una compagnia con la quale ci siamo esibiti in strada, teatro, circhi e cinema. Poi però ho deciso di lavorare in un circo tradizionale in Argentina e Brasile perché la mia specialità era porteur al trapezio ballant e non si trovavano facilmente posti che offrissero dieci metri di altezza e dieci metri davanti e dietro per le oscillazioni. Ho girato un po’ coi circhi, una vita bellissima, dura, ed ero contenta di poter fare il numero che volevo. In quell’ambiente rischiavo però di esibirmi con lo stesso numero per tutta la carriera, non trovavo motivazioni a crescere perché ai direttori stava bene qualsiasi numero portassi, e anche perché tra i vari artisti non esisteva un confronto o uno scambio, ognuno aveva il suo numero e non si preoccupava di quello che facevano

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fatto nella mia vita, ho sempre fatto discipline piuttosto dure, forse per via del mio fisico robusto. Ho provato di tutto e mi piaceva nell’aerea fare il porteur, ma alla fine per poter lavorare in strada mi sono concentrata sul verticalismo, una disciplina che mi piace tantissimo. È bellissimo sentirsi sicura in quella posizione, posso camminare con le mani, e questo mi affascina, inoltre se perdi l’equilibrio sai che i piedi sono i primi che toccheranno terra! In strada per lo più si trovano artisti di sesso maschile, perché la vita per strada è dura, sia fisicamente, sia mentalmente, ma questa vita mi ha dato la possibilità di conoscere tanti posti e tanta gente, che è la conseguenza che apprezzo maggiormente di questa scelta. Lavorare in strada ti fa crescere giorno dopo giorno, perché anche se proponi lo stesso spettacolo il pubblico è sempre diverso e ogni giorno sei chiamato a trovare qualcosa di nuovo per conquistarlo. Questo spettacolo è il primo dove riesco a inserire anche la cultura argentina, compreso il tango di Buenos Aires. Mi piacerebbe poter portare in strada un livello tecnico sempre più alto, per il mio piacere personale, perché il pubblico nemmeno si accorge di tante differenze. Prima ero molto legata alla tecnica poi ho capito che la tecnica non è tutto e ho cominciato a lavorare sul personaggio e sulle emozioni. Presento un personaggio dolce e femminile che poi si trasforma e diventa più duro. Mi piace questa trasformazione, sono due anime che convivono in me e mi piace mostrarle entrambe, forse perché sono gemelli! Tante volte esagero in questo atteggiamento quasi maschile, tentare di essere più dura di quello che sono, forse perché in strada funziona, ma lo considero uno sbaglio e a fine giornata quando penso a come è andata spesso mi soffermo su questo aspetto, riflettendo su come possa migliorarlo. Nel mio tempo libero in questo momento mi dedico ai costumi. Tutti i costumi che indosso sono miei, ho cominciato 4 anni fa a confezionarli io stessa perché solo così puoi avere un costume che non crei problemi quando ti esibisci. Ora mi ci dedico sempre di più, ho anche cominciato a studiare, e chissà che in futuro quando non potrò più fare la strada non diventi una costumista!

Foto di Andrea Macchia

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qualcosa che potessi fare un giorno anche da sola e la scelta è caduta sul verticalismo. Dopo aver chiuso l’esperienza di Circo Circacho sono venuta in Italia nel 2006 con il mio spettacolo solo e per ora mi sono fermata qui, a Torino. Il prossimo anno farò uno spettacolo nuovo dove non farò verticali, per provare altre cose. Mi piace comunque tantissimo lavorare con altra gente, ma non voglio forzarlo, e se un giorno se ne presentasse l’occasione lo fare volentieri. La grande differenza tra la strada e il circo è la libertà, potersi gestire come e quando si vuole. Il mio spettacolo di strada è diverso da quello che facevo al circo, ma questo è l’unico lavoro che ho sempre


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Avviamo con questo numero un progetto di promozione delle testate che si occupano di arti circensi contemporanee e che vedrà comparire su Jug Mag articoli o estratti di articoli da loro pubblicati. Cominciamo la serie con la riduzione della lunga intervista di Marco Paoletti a Nata Galkina, apparsa sul nuovo mensile argentino online El Circense, al cui sito rimandiamo tutti i nostri lettori.

Nata Galkina

Foto di Marc Theis

http://www.youtube.com/GalkinaNata Nella piccola città di Molodogvardeisk, Ucraina, dove ho vissuto dagli otto ai quindici anni, c’era una casa della cultura, unico posto con attività per giovani, come cinema, discoteca, gruppi di danza e circo. Ricordo che osservando dalla serratura della porta vidi un ragazzo sul monociclo che giocolava con tre clave. Rimasi impressionata e chiesi ai miei di lasciarmi andare alle lezioni. Avevo 12 anni ed entrai nel gruppo dei giovani. I primi mesi provavo le differenti discipline ma un giorno vidi una trinca e un sigaro (sedia e cilindro usati per antipodismo). Mi coricai nella trinca, misi il sigaro sui piedi che mi cadde subito sulla faccia! Da quel giorno faccio antipodismo. Continuai ad allenarmi e nel 1998 entrai nella scuola di circo di Kiev. Non fu facile, c’erano circa 200 persone e solo 15 posti. Gli studenti vivono in un stesso edificio in quattro o cinque per stanza ed è dura. Incominci la tua vita indipendente a 15 anni senza saper cucinare, lavare vestiti o sapere come curarti... e quasi senza denaro. Sfortunatamente potetti frequentare la scuola solo il primo anno perché tutta la mia famiglia si trasferì in Russia, dove mi iscrissi alla Scuola di Circo di Mosca. A Kiev avevo imparato quasi tutto quello che so in espressione corporea e acrobatica. A Mosca imparai la maniera corretta di fare antipodismo e fu lì nel 2000 che partì il mio primo progetto, dopo aver incontrato a scuola una ragazza, Yilya, e un ragazzo, Denis, coi quali avevamo idee simili sulla creazione. Realizzammo così “Elektrorisation”, spettacolo sulla connessione tra il mondo natu-

rale quello elettrico, creando tutto l’occorrente: abiti, musica, scenografia, etc. Un altro ragazzo, Sanya, si unì a noi, eravamo diventati il gruppo “freak” della scuola, rimanevamo svegli fino alle quattro/cinque della mattina per creare nuove scenografie e parlare di teatro contemporaneo. Già allora non ci piaceva il circo tradizionale, volevamo fare qualcosa di nuovo e creammo la compagnia Not Theatre Nje. In quegli anni partirono tante esperienze, tutte importanti: dal primo gala alla convention di Berlino al progetto in teatro Katakustik, fino a Pilot, con Marco Paoletti e Elena Shtyk. Terminata la scuola arrivai per la prima volta a Berlino nell’estate del 2002, lì seppi di un concorso di circo e inviai il mio primo video di improvvisazione; fui selezionata, ma non volevo andare da sola così invitai un amico che suonava il piano e lui invitò un suo amico che suonava la tromba. Trascorsi la notte a creare il numero e alla fine al Pitburger Nachtwuchs Varietè vincemmo il primo premio e il premio del pubblico! Arrivò anche un contratto con il Roland Frosch Varietè di Munster, ma non fu una buona esperienza; in qualche modo ruppe la mia illusione sul mondo di circo e dopo un’altra creazione che presentai in un tendone di circo abbandonai il circo per tre anni e mezzo. Frequentai un anno nella scuola di teatro tedesca e dopo tornai in Russia fino a quando Markus Pabst, membro della giuria del concorso a Berlino, mi offrì di entrare nel cast di “Soap the Show“, in programmazione al Chameleon di Berlino. Lo show presenta sette vasche da bagno in scena e tutti i numeri si sviluppano dentro, sopra o vicino alle vasche. Nel cast nove artisti di paesi diversi ed un mese di prove con due direttori, ma senza coreografo, cosicché dovemmo creare tutto noi. Lo show ebbe

successo e andammo avanti per un anno, tutti i giorni eccetto i lunedì. Ci furono circa ventisei sostituzioni e momenti duri con prove senza sosta, ma imparai molto: essere pronta tutti i giorni per andare in scena; lavorare con gente differente; trovare numeri spiritosi che piacquero al pubblico ed erano quasi perfetti. L’unica cosa che mi preoccupava era il mio numero di antipodismo. Non mi piace quando mi cascano gli oggetti, specialmente se sono distesa in una vasca da bagno e la gente può vedere solo le mie gambe! Inoltre non avrei potuto raccogliere gli oggetti se fossero caduti. Ma tutto sommato su 350 rappresentazioni mi è caduto qualcosa solo una trentina di volte... Ho ancora molti obiettivi che voglio raggiungere. Tra questi giocolare tre palle solo coi piedi. Grazie ad Emilia Tau posso farlo

già con due, cosicché tre mi sembra possibile. Inoltre questa primavera ho debuttato con Marco Paoletti al nostro nuovo show “Nosotros“, un’idea nata quando ci conoscemmo nel 2007. Oltre ad esibirmi in alcune manifestazioni come il Recontre des Jonglages a Parigi, ora siamo al lavoro sulla nuova edizione dello spettacolo “Soap the Show“, che sarà in tabellone per 8 mesi, ma sono impegnata anche in altri due progetti in Spagna, uno di essi si chiama “Tango.” Questo è tutto... almeno per ora! j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 4 4 s e t t e m b r e 20 0 9

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foto di Andrea Macchia

Sebas www.sebasweb.com

ardi B o o n r teat n, so astia vano il o che b e S e s c el deci 21 i pia anu o M vane m 992 ho ita e a di m a i 1 v o o i h l c g c a r Mi da così ne la mi a di Ci ulna, l cello ocolieri e stata lla Scuo attere m ria, b r i e a a b l g e i ta sare iscritto veva c oco a , gi s ra la que mi sono azione classica lora c’e he l c i m ann . La for (danza .) ma a i russi o c t a t n e e a b r n a Cu iplinar usica, segn cuola e i in n c i s m i i , l s a g tid ca torn alla ica, bati r acro econom vanto un anno alon pe o h t i o a s C d a op cri meano , così d , andai nale tri la v e v a ia io 96 uito ati v fess l 19 and a e ne ne pro In seg todiu p . o Euro formazi esterno uò da a ri wor- ici a in t v am e a n n m n o u co ri i on altri vevaec t n s e l o e i a str ormaz ma nto c n a me do f ; no ta e mia , cercan opa. In rada o insi gia t s a in am l’ener ur i v l E e o t datt c met p in coli etta con ksho amo sp umeri, oleria, li spetta are n c v g ur face ei veri rea, gio vani e mat mao d o e i v a fer ole mo atica, o dei g o v mi sono pagna b i o m r s a ì ia m ac o. M , cos ntus n la in ca e l’e ionavan e artista anno are, co ris, I i n to u a stud za di com funz la en l e u r s a con lior nche g i m a per a, ma e utic m i o n tec e c temare apir is c r er s vevo pe la, p e che a mo r a z s m liz le co bora di tutte so. Ela minuti o 7 e r i ell app mero d on qu o c u eh un n eria, e Italia con l n i o gioc venuto avorare Cie l n, sono ciato a e Bido nche u n i q r o d a n com ric, Ci ipan strada i c C e t r c a i np d a Cir r et, teatro i f h n c o i o z Ric val di produ ioni fess do o sti a r e f p a e e e con uan , pon l e o. Q Giap spagno del circ na part r u e o o i p e d s r i ce mon i recita sso no ia di l e sti d tro dev da spe o risch l st er i ea ra fai t per st i, e que oi e p olen c ce ss inve noi ste so, per to la gio meri l u o o o i n tiam are no ceva m ni di raia stau io nt dive ico. Mi p esibiz aceva in alline, p le bl pi pub a non ici, mi con le re con n a c l m e r e n t a o p ll’inria ente unicazi dica, ca a oi m n a u r c l te em pu a com one e la re delle creazi n r a u a t z n e re liz e ea pres e, uti o cr lline una nimarl o. Volev alla pa d c , a loro del gio rezzare a o c n ter rmi i, fa zion

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re altre emozioni quando cadevano; il personaggio interno l’ho concepito pensando a come sono io, un po’ maldestro, un po’ sempre ad armeggiare. Nella creazione sono stato assistito da Cristian Atanasiu, docente all’Istituto di Teatro di Barcellona regista, pedagogo e attore di teatro, vedendoci per un anno una volta alla settimana. Nello spettacolo cercavamo una coerenza e una continuità tra i vari trick, spettacolo e numeri che potessero intrattenere tutti i tipi di pubblico, da rappresentare in qualsiasi ambiente, perché la strada non offre sempre setting uguali. Nasce così “Acorde” una proposta vicina al teatro dell’oggetto, dove questi prendono vita grazie al circo e all’antico teatro di strada. Il protagonista è un buffo personaggio che arriva sulla sua particolare carriola anfibia e vive in una casetta molto particolare piena di cianfrusaglie e oggetti pittoreschi in cui tutto funziona in maniera non convenzionale e grazie ad ingegnosi meccanismi idraulico-meccanici. Gli oggetti diventano essi stessi protagonisti arrivando addirittura a cantare! Mi piace la ricerca del circo contemporaneo, amo il rischio e provo sempre di sorprendere il pubblico, ma non voglio perdere il contatto con il teatro popolare. Lavorare per tutti i pubblici significa trovare qualcosa che intrattenga gli adulti e non sia troppo complessa da far perdere il filo ai bambini. Mi piace fare uno spettacolo che tutte le età possono godere insieme e creare una comunicazione intergenerazionale tra di loro, e anche a me come artista arriva di più quando si crea questa atmosfera. Sto anche lavorando ad una versione da teatro del mio spettacolo, che sarà più impegnativa, perché un errore in strada si perdona più facilmente. A 20 anni si viveva il momento, avevo tanti progetti e nessuna paura, ora è un po’ diverso e provo a immaginare il mio futuro. Prima il circo era la mia vita, passione e hobby, ero davvero matto per il circo e si parlava solo di quello, ora voglio poter continuare la mia carriera ma trascorrere più tempo con la mia compagna, poter dedicare tempo ai miei hobby e viaggiare, che è sempre stata la mia grande passione e una delle ragioni principali per cui ho scelto la strada e il circo.


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MUNI, che passione! 12/13 giugno Molveno (TR) www.unicyclist.it/

a cura di Nicola Cassanelli Foto di Nicola Cassanelli

Appassionati di sudore (tanto), sangue (fortunatamente poco), fatica e.... soprattutto Muni! Con le gambe ancora tremanti dagli sforzi, ma riempiti nel cuore di felicità siamo tornati a casa dopo il 2° Campionato Italiano open MUNI 2009, con più di 120 concorrenti provenienti da tutta Italia e da molti paesi europei (Austria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Liechtenstein, Slovenia e Svizzera). Fra gli iscritti anche la statunitense Constance Cotter, presidente dell’International Unicycling Federation (IUF), pluripremiata campionessa di freestyle (pur con la mano sinistra steccata per una frattura è riuscita a sbaragliare molte avversarie), il francese Yoggi, il campione mondiale David Weichenberger. L’età dei partecipanti andava dai 7 ai 67 anni e nonostante la differente età anagrafica e la diversa nazionalità tutti erano accomunati da un’unica passione: il MUNI, abbreviazione che indica il mountain unicycle, un monociclo adatto a sentieri di montagna, percorsi sterrati, etc. La ruota è larga e tassellata, il telaio, robusto e spesso predisposto per il freno, resistente ma leggero per rendere meno faticosi salti e salite. Le gare si sono disputate a Molveno, sulle

pendici del Croz dell’Altissimo, e comprendevano lo slalom parallelo, una gara in salita su prato con pendenza progressivamente crescente, (uphill, con gli ultimi metri davvero inaffrontabili...) e una gara in discesa (downhill). Quest’ultima, di 5 km di lunghezza e 800 metri di dislivello, prevedeva di scendere dapprima una pista da sci, ripida e con fondo erboso, seguita dalla parte centrale più tecnica di “single track”, un sentiero tra rocce, radici, torrenti ecc, che conducevano fin giù al lago di Molveno dove tutti venivano accolti da uno speaker che caricava il pubblico per i meritati applausi. I partecipanti sono stati suddivisi in categorie in base a sesso, età e diametro della ruota. Nicola Cassanelli (gruppo “Giocolieri e Giocol...oggi”, Bologna) si è aggiudicato il titolo di campione italiano

MUNI. Per le donne Nicoletta Pirovano ha tagliato per prima il traguardo. La categoria dei più piccoli (ruote da 20”) è stata dominata dai fenomenali fratelli Lisa e Philip Ploner. Tutti gli “atleti” si sono impegnati al massimo, sempre applauditi dal pubblico di turisti, che contribuiva a creare un clima di gioiosa competizione, osservando curiosi questi strani acrobatici atleti, anche quando venivano disarcionati dai loro monocicli.... Questo evento molto apprezzato anche all’estero è ormai un appuntamento fisso e, negli anni a venire, vedremo ancora a Molveno giovani e meno giovani indossare casco, guanti e protezioni per le gambe, una moderna armatura per cavalieri che al posto di un destriero montano in sella al proprio MUNI. Che dire, vi aspettiamo tutti! Buone pedalate!

Come tanti altri incontri, il campionato di Molveno è stato organizzato dall’Associazione Italiana Monociclo (AIM). L’associazione, che conta già qualche centinaio di iscritti, è nata solo due anni fa grazie all’interessamento e all’impegno del suo presidente Marco Vitale, di Varese, un instancabile onnipresente e attivo organizzatore di incontri e raduni monociclistici nazionali e internazionali. L’AIM è rappresentante italiano della IUF e ha lo scopo di promuovere il monociclo come sport a livello nazionale. Grazie al sito www.unicyclist.it è stato possibile il contatto e lo scambio di esperienze fra moltissimi monociclisti italiani (giocolieri o semplici appassionati ) che fino a poco tempo fa non avevano possibilità di confrontarsi fra loro. Il sito fornisce consigli sia per chi è alle prime armi sia per i più esperti: il forum viene quotidianamente frequentato dagli utenti per vivaci scambi di opinioni e in una sezione è inoltre possibile trovare informazioni su eventi e raduni che si svolgono in Italia o all’estero.

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foto di Andrea

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Macchia e Lucia Ba

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mi hanno infilato un a tu paillettes e color fu ta di Mar tin csia, e sono entr a Nov ata, in gra a forma n trionfo, alla Sc si da trapezi sta! Con uo di Circ loro ho o Crioll la capito il v e o ro caratte Buenos di m re che i affascina Aires e del circo, speciali si na la zza in tu ra artig ianale sua tec niche a eree a - eccentrica, c ed Rio on perso de naggi forti in g Janeiro rado di m L’ambie . un ontare o spettac nte ar olo in qu ti stico in alunq u e situazio ternazio ne. Così n - “M nale la asce a rt po inuzka”, p ers viaggia rta a nato dai miei so onaggio re in gni e dall Cile, A mie idee e rge che pren na, B nti- caratt de il ere forte rasile, dal circ Spagna classico e ,S lo trasform o zera, B viza in un lingu concependo elgio agg io più l’arrampicata e Fra contemporan co me movimen ncia, eo emoti to estetico, c v o o p ll a e ro a distico. La b d prima che at to sportivo. ricerca ne circo e o con compa orandettagli e Da i teatro d gnie d qu esta esperienz una evolu i i strada Ricordo a inizia il perzione d a ll . a co te u rs c n circo o ar tistico, nica verso “Balao un linstudiando in Bra guaggio v Mag ico mimo corp sile, isuale, so oreo, capoei tutta l’ ”, n che g o le te ri estate c ra, st a rat- danza contem iche dei m irava nell Salvado iei due sp poranea e ne coli solo e e r Bahia a regione d l tt 20 a01 le prime del lavoro i . Duran giorni performance. che porto Mi avanti con di vaca te q av uei vicino al circo Davide. nza via sola co lavorando ggia nu in “Se Una N appena no zaino e 3 vo da otte”, diretto D a c v da id la Valeria Campo e Rim ve, e hanno mi hanno v , dove conobb con la dan inucci si forma ista m presa p i la trapezista Jane za contem i er una ra profe Allan, che poranea e il mimo, giocoli ssionis se gu ii a Parigi pe app eta. Lor no dell r studiare dove nasc rodando al circo o avev ep corda e tessut ae come e, a gu iccole clave i. Poi andai al solista e come port in legn ardarm la scuola di circ eur con o i bene era tutt o Nanterre, di la compa gnia fran intorno o in le re tta dal mitico Mic cese Physa gno, la , del ten hel Novak e in llis. Acrobata aere struttur done, re al tà o tutto il periodo a in molte o la ped rola bo vissuto a pere lirian che sia in la, le g Parigi fu impo Italia che radinate a x il no la rtantissimo. Co a ll’estero. Inizio gio e persibarra n la voglia di vanissimo Hanno d lavorare in Ita freeclimbing, una insistito el trapezio lia ar riv ò il primo in passione . spettac p gaggio: acrototalizzan te che m olo con erchè facess bata aereo in i porta all i loro ed un’opera liric a scopert del corpo alla fin a al a e e dei su oi limiti,

teatro Comunale di Bologna Seguì un sodalizio artistico con il regista e la compagnia, e dal 2004 ad oggi ho lavorato in altre 5 opere liriche e 4 spettacoli rappresentati in Italia, Spagna e Polonia. Ma dopo tanto lavoro da interprete diventava forte l’esigenza creativa di andare in scena con qualcosa di mio. Ci siamo conosciuti su Internet! Davide, da tempo in cerca di un agile per un duo sui tessuti, vede alcune mie foto sul webt e decide di chiamarmi. È stato un “colpo di fulmine”, abbiamo montato il numero in due giorni ed increduli siamo partiti per il nostro primo lavoro; nasceva così nel 2006 il Duoacrobat e dopo

Abbiamo incontrato le Tàkiti, giovane e brillante gruppo della scena romana, al MarteLive, nella sezione arti circensi, per la quale sono risultate vincitrici. A tutte loro l’augurio che questo sia il primo di molti riconoscimenti a venire.

Le Tàkiti http://letakiti.net/

a cura di Federica Fattori foto di Ilijch Albanese Al trapezio Ombretta, con un passato di acrobata, laureata in Scienze Motorie, insegnante di ginnastica artistica e acrobatica, studia il metodo Feldenkrais e circa tre anni fa conosce Cristina e con lei scopre il trapezio; Cristina, assistente sociale, studia il metodo Feldenkrais e l’organetto, da sempre è attratta dal circo e quattro anni fa si avvicina alle discipline aeree. Insieme collaborano ad un progetto di circo sociale nella periferia di Roma. “Insieme per

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gioco abbiamo iniziato a sperimentare le tecniche legate al trapezio doppio. Da subito è nata tra noi una perfetta sintonia e abbiamo scoperto la naturale predisposizione l’una come agile e l’altra come porteur. Il trapezio per noi non rappresenta solo uno strumento ma il mezzo attraverso cui è nata un’amicizia speciale e tutt’ora durante la ricerca di nuove figure ci accorgiamo che l’entusiasmo iniziale non si è spento, anzi… L’acrobatica

aerea oggi, per quella che è la nostra esperienza, riteniamo si possa suddividere in due grandi filoni, uno prettamente tecnico ed estetico e l’altro una fusione tra la ricerca artistica e la precisione tecnica. Tra gli artisti che ci hanno maggiormente influenzato Amanda Crockett, per la ricerca del clown e la tecnica, le Wau Wau Sisters per il trasformismo e la stravaganza, i Baccalà per il loro gioco clownesco, le Senchihina Twins per la pulizia tecnica. Sentiamo di

poterci definire delle autodidatte in quanto la nostra formazione è avvenuta principalmente tramite la visione dei video degli artisti citati e altri ancora. La nostra ricerca continuerà in Belgio all’ Espace Catastrophe, un centro di creazione dove continueremo a lavorare insieme al nostro spettacolo”. Agli organetti Marta laureanda in Antropologia e amante del teatro inizia la sua formazione teatrale nel 2002 e ancora prosegue; Gioia laureata in tea-


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llestiscelte, dall’a delle nostre mmaena alla dra più mento di sc an lato um o ia risalta il rg tu i. ic , lo” at Vo b in ro poco anche “Fantasie rtuosismi ac auto- che i vi spettacolo totalmente mo gli in tutte le prodotto. Costruim ompagna cc a un i C e i tum re Clava, attrezzi di scena, i cos re avventu st hi o cc n o a li un g in a e o cane d iniziammo la creazion im ss lli e d b cinque cane ad esala prove alta solo Non è un i. rr e zu az te quea dolcezza metri. Stimolati da tut , ma la su l to e ra d st ro e ca eti po i al num ste difficoltà emerse la il alizia, unit ta m is u q san Fos a co rchio, dello spettacolo, che salto nel ce zze! Nel il pretutte le pia i d no ci ha poi guadagnato o lic b b u p iamo l l Festiva mino abb mio edizione 2008 de nostro cam ersop e bellissim conosciuto ostro n l e n e ato ch ne e impar e la nta il cuore mestiere co e la al V er le idee. passione p e se ch an lle parole per sincerità de , e it p m co co gni dure e po o ci si trova e. capire dove ar d an ve si vuole o m giorno e do ia ar p llo che im Perché que stro o n il n o co ogni g iorn vivere, in Volo” vere e con vi è Mirabilia. “Fantasie ro vo la cezioe sognare concretizza la nostra con che creare re lt o abbiache ea uest’anno ne di spettacolo, l’id insieme. Q acolo tt e e zzi me sp rsi nonostante gli sca ortato lo p o m passiopagna e in le difficoltà, spinti dalla stero, in S l’e al ato a , si vad dove è st ne per il proprio lavoro ermania, G tra ca libb ro pu il nost in scena per portare il apprezzato iss ro o. p nd il mo r o e co nel nostro piccol aliano, e p it re te n u volta dal cerchiamo Ci sorprendiamo ogni mo anno ce pli sem a aiuti a sviest qu che riscontro gista che ci re il e lico bb ienamente immagine crea nel pu luppare p ti e o p cisus a re sce caratte l’emozione che rie ro st o n te le età. ico. tare in persone di tut co/acrobat se ba alla sta cità La sempli

tro danza (DAMS) realizzando una tesi sull’arte e sulla messa in scena di spettacoli visionari, frequenta ora la specialistica in teatro digitale (DASS).. “Abbiaimo incontrato l’organetto diatonico insieme, iniziando quasi subito a suonare nell’orchestra Malancia. Desiderose di musicare favole antiche e moderne e di mettere in scena una poesia ironica e surreale, abbiamo dato vita alle Accordame” Tàkiti nel linguaggio musicale rappresenta il battere degli

organetti, e il levare delle acrobazie aeree. Le Tàkiti, quattro donne legate dalla comune passione di creare una “musica aerea”, fondano il gruppo nel giugno 2008. La musica che si fonde al movimento e la tecnica che si unisce al sentimento, questa unione rispecchia l’unione tra le quattro, che nella creazione del loro spettacolo mettono al primo posto il divertimento, il piacere di stare insieme e la voglia di fondersi tra loro sempre di più. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 4 4 s e t t e m b r e 20 0 9

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Ass. Giocolieri e Dintorni Juggling Magazine

Circo per Bambini e Ragazzi

Fasti Verulani

Organizzati da Guglielmo Bartoli (CircoTeatro) e giunti alla X edizione, i Fasti Verulani aprono sul ns. sito una sezione con reportage dai maggiori festival arricchiti di foto, videoclip, curiosità e approfondimenti. “Fasti Verulani”, quella preziosa lastra di marmo ancora oggi visibile nel cortile medievale di casa Reali, è uno dei pochi calendari romani superstiti. Risale al 44-41 a.C. e serviva ad indicare le date delle feste, delle ricorrenze civili e religiose e delle fiere. I “Commedianti” hanno scelto proprio questo nome per denominare la rassegna internazionale del teatro di strada a Veroli…

Circo S

circensi legate alle arti ità tiv at lle de esponenziale arsi. Per fornire Con la crescita tare e di inform on cc ra di rio ali che ci deside ributi redazion nt cresce anche il co i nt ta ai più capiente o alla rivista un contenitore biamo affiancat ab o, m lia og che racc azine.it pervengono e su jugglingmag io az sp o un e in Juggling Magaz ine Extra. cui testo ggling Magaz Ju o tanti articoli il ei denominat d i n cu al i d iali, ’anteprima uti multimed Ecco allora un di altri conten e ri se a n u eme ad integrale, insi ggi sul web… troverete da o

Giocolieri Contemporanei

Tracciare i contorni della giocoleria contemporanea è compito arduo, ed è per questo che all’interno della sezione Giocolieri e Convention abbiamo inaugurato uno spazio di ricerca. In questa pagina proviamo a tracciare il percorso evolutivo della giocoleria contemporanea attraverso gli esiti dei giocolieri che con il loro personale e originale apporto hanno in qualche modo contribuito al suo sviluppo. La sezione è ancora in progress ma offre già un quadro significativo e molte videoclip di giocolieri che contano…

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Vite da Circo

Ilaria Bessone, autrice della tesi “L’Esperienza del Circo Sociale a Rio de Janeiro” e da tempo impegnata in Brasile in progetti nel sociale in collaborazione con Crecer y Viver. “C’è movimento sotto il tendone blu, chi fa salti mortali sul tappeto elastico, chi sale, scende, resta appeso per i piedi al trapezio, chi cerca di dirigere e organizzare questo allegro caos circense, rivedendo l’ordine dei numeri e occupandosi della regia dello spettacolo. Il cielo si sta schiarendo e le attività si allargano allo spazio circostante…”


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Arti Circensi e Sport

Aleo Gianluca, insegnante di circo-pedagogico e allenatore di Base – B UEFA calcio. “Il circo inteso come insieme di tecniche di sviluppo psico-fisico dell’individuo, entra oggi anche nello sport. Affianca e arricchisce le esercitazioni tradizionali nelle varie discipline sportive. Dopo anni di sperimentazione, la giocoleria, l’equilibrismo e la pre-acrobatica si sono rivelati una valida alternativa complementare ai metodi di allenamento. Li ho testati in discipline come calcio, basket, volley, rugby, judo e ginnastica ritmica e posso affermare che danno grandi risultati in breve tempo…”

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Manuale di Eric Bagai su regole e procedure di sicurezza per chi usa il fuoco, arricchito ora con le suggestive foto online di Tzupi. “Un sommario dei rischi e delle conseguenze relative al fuoco e agli attrezzi da fuoco nella giocoleria, per aiutarvi a comprendere questi rischi, così da prendere decisioni consapevoli. Per questo non ho escluso alcuna pratica, attrezzo o combustibile semplicemente perché ritenessi che siano troppo pericolosi. Dovrete decidere da soli il tipo e il grado di rischio che siete pronti ad affrontare…”

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Giocoli&rDi intorni con il sostegno del

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Formazione 2009/2010 per Operatori di Progetti di Circo per Bambini e Ragazzi L’Ass. Giocolieri e Dintorni promuove ed organizza meeting, stage, e un corso universitario per operatori dell’infanzia che vogliano introdurre nelle scuole, nelle palestre, nelle associazioni, l’insegnamento per bambini e ragazzi in ambito pedagogico delle arti circensi

Stage introduttivo Castelfiorentino (FI) 9/11 aprile 2010

riservato a coloro che desiderino scoprire e sviluppare l’insegnamento delle arti circensi in ambito pedagogico

Le basi tecniche e pedagogiche delle arti circensi Patrice Jorrey e Patrick Pinchon in collaborazione con Ass. Kappaerre e con il di Castelfiorentino Programma Teoria: presentazione della realtà del Piccolo Circo in Italia, valore pedagogico e deontologia; adattare l’attività a diverse utenze; metodologia, didattica, preparazione e valutazione di una lezione/di un corso annuale; presentazione di progetti; messinscena. Pratica: introduzione alla preparazione fisica e mentale; giocoleria da solo e con partner con oggetti lanciati e con oggetti giroscopici; acrobazia e movimento da solo e con partner; introduzione all’equilibrio/squilibrio a diverse altezze; Tecniche di stimolazione della creatività e delle capacità d’espressione. Orari venerdì 15/20, sabato 10/13 e 15/20, conduttori

patrocinio del Comune

Stage specifici

domenica 10/13 e 14,30/16,30

per Operatori con documentata esperienza

Reggio Emilia 23/25 ottobre 2009

Psicomotricità e Circomotricità Susi Alberini in collaborazione con Ass. Body Studio 1 Introduzione sull’esperienza del Body Studio; aspetti educativi pedagogici e metodologie da utilizzare; sperimentazioni e ricerche creative di materiali psicomotori e circensi; espressività non verbale; documentazione di progetti realizzati con le scuole; ricaduta a livello scolastico e familiare.

conduttrice

Castelfiorentino (FI) 20/22 novembre 2009

Metodologie e Applicazione delle arti circensi in situazioni di disagio conduttrice Maria Luisa Mirabella in collaborazione con Ass. Viviamo in Positivo Approccio con i “ragazzi difficili”; Tipologie di intervento (carcere, comunità, strada, etc.); Griglia di programmazion; Scelta del programma di intervento e metodologia; Rito d’inizio e di fine di un intervento; La condivisione; Il prendersi cura di sé; Ludopedagogia; Acrobatica e giocoleria creativa; Il clown nel circo sociale.

Castelfiorentino (FI) 4/6 dicembre 2009

Il Clown, identità comica del corpo

conduttori Andrè Casaca in collaborazione con C’Art Teatro Identificazione del nostro essere comico in relazione alla gestualità quotidiana; Il corpo come strumento e nucleo di ricerca della “stupidità personale”. La comunicazione per il Clown; Sviluppare le proprie capacità comico-espressive. Il movimento come un’attitudine che dà vita al gesto; Il corpo come un recipiente; Il corpo come nucleo di partenza dell’espressività teatrale.

Castelfiorentino (FI) 5/7 febbraio 2010

Dalla creazione alla messa in scena di spettacoli con bambini e ragazzi Patrick Pinchon in collaborazione con Ass. Kappaerre Movimento, danza, improvvisazione, creazione di coreografie con e senza oggetti; creazione e presentazione di numeri di circo; organizzazione di spettacoli in ambito scolastico ed extra-scolastico; proiezione di spezzoni di spettacolo; organizzazione spazio scenico e back stage; schede di regia.

conduttore

Modalità di partecipazione alle www.jugglingmagazine.it attività formative 0766 673952 347 6597732 giocolieriedintorni@hotmail.com Informazioni di carattere generale e modulistica disponibili sul nostro sito o attraverso la nostra segreteria | |


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Registro Nazionale Corsi/Scuole di Arti Circensi per bambini e ragazzi

Il Registro, in via di completamento, pur non comprendendole tutte, intende promuovere le realtà che operano nel settore e fornire informazioni più dettagliate sul loro lavoro. Il Registro delle Scuole viene regolarmente pubblicato su Juggling Magazine, mentre gli aggiornamenti in tempo reale, e le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.jugglingmagazine.it Ancona Bergamo Bolzano Bolzano Bolzano Cagliari Firenze Firenze Firenze Forlì-Cesena La Spezia Lucca Messina Milano Milano Milano Milano Milano Napoli Napoli Olbia-Tempio Perugia Pisa Pisa Pavia Reggio Emilia Roma Roma Siena Taranto Torino Torino Torino Torino Torino Torino Torino Trento Venezia

La Valigia delle Meraviglie 60044 Fabriano Ileana Rossi 331 8735031 www.lavaligiadellemeraviglie.com Ambaradan via Gaetano Donizetti 16, 24020 Torre Boldone Lorenzo Baronchelli 035 363089 www.ambaradan.org Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana Josef Marmsoler 0473 249564 www.animativa.org Arteviva via Bari 73/5, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 associazione.arteviva@virgiliio.it Circomix via Tulpe 1c 39030 Vandoies Sigrid Federspiel 0472 869479 www.circomix.it Io a gli Altri Ludobus Macondo via Napoli 76, 09100 Cagliari Pietro Olla 338 2362816 www.ioeglialtri.it Il Circo Aereo dei Maghi Incartati pz. Musignana 13, 50022 S.Polo in Chianti Elena Manni 334 1974550 www.elirudyzuli.it Circo Tascabile via Belgio 12, 50126 Firenze Lapo Botteri 348 9241326 www.circotascabile.it Scuola di Circo “En Piste” via Torino 28, 50063 Figline Valdarno Patrick Pinchon 380 7560377 scuoladicircoenpiste@libero.it Microcirco viale Colombo 18, 47042 Cesenatico Carla Acquarone 337 266505 www.microcirco.it Facciamo Circo v.le Guido Cavalcanti 26, 19038 Sarzana Alina Lombardo 339 5878441 www.facciamocirco.it Feluna via Pesciatina 280, 55010 Lunata Luisa Pucci 338 6279646 info.feluna@alice.it Il Giglio c/da Baronia Capo Milazzo, 98057 Milazzo Alfredo Asdia 090 9281313 www.ilgiglio.org Il Balzo via Fezzan 6, 20144 Milano Adriano Adriolli 02 47710541 www.balzo.it Piccola Scuola di Circo via Elba 7, 20144 Milano Camilla Peluso 02 42290574 www.piccolascuoladicirco.it Piccolo Circo dei Sogni via Carducci 7/17, 20068 Peschiera Milano Paride Orfei 02 5471337 www.piccolocircodeisogni.com Scuola di Arti Circensi e Teatrali via Sebenico 21 , 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 www.maurizioaccattato.org Scuola Nazionale Teatro e Arte Circense via N. Torriani 19, 20124 Milano Marco Bizzozzero 02 6692943 www.teatrocirco.it Chiaradanza via San Filippo 10, 80122 Napoli Linda Martinelli 081 2461173 www.chiaradanza.it Circo dei Sogni c/o Reve Danza c.so V. Emanuele, via Troise 5, Napoli Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 www.revecentrodanza.it Un Chapiteau Parapluie loc. Sanalvò, Vacileddi, Loiri, Porto San Paolo 07020 Olbia-Tempio Daniela Bandinu 349 0831017 paraplui@tiscali.it Circo Instabile via Birago 4, 06124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 www.circoinstabile.it Antitesi Scuola di Circo Trick via E. Fermi 7, 56010 Vicopisano Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Chez Nous, ...Le Cirque! via di Lupo Parra 151, 56023 S.Prospero, Cascina Cristiano Masi 339 3212486 www.museodelcirco.it Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Rita Vaz Pato 334 8192033 giocolarte@yahoo.it Body Studio via Paradisi 7a, 42100 Reggio Emilia Susi Alberini 338 1397924 www.bodystudio1.com Circus Bosch piazza San Pancrazio, 7 00152 Roma Valeria Zurlo 333 6888554 www.circusbosch.com Scuola Romana di Circo Lungotevere Flaminio 55, 00196 Roma Catia Fusciardi 338 3552831 www.scuolaromanadicirco.net Circo Teatro Oblì Shalà c/o Teatro Verdi, 53036 Poggibonsi, Viola Rosa Giamagli 333 6752130 www.artess.com Circo Laboratorio Nomade vico La Catena 9, 74012 Crispiano, Monia Pavone 333 4292637 www.timbreteatroverdi.it Flic Scuola di Circo via Magenta 11, 10128 Torino Dario Sant’Unione 338 8394275 www.flicscuolacirco.it Fuma che n'duma via XX Settembre 30, 10022 Carmagnola Giuseppe Porcu 333 2742858 fumachenduma@yahoo.it Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Scuola di Cirko Vertigo via Tiziano Lanza 31, Parco Cult. Le Serre, 10095 Grugliasco Paolo Stratta 329 3121564 www.scuoladicirko.it Sportica via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo Paola Martina 340 4644248 sportica@libero.it Teatrazione via Rismondo 39/f, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com Vertigimn via Parma 29/bis, 10154 Torino Fabrizio Fanizzi 338 4189800 www.vertigimn.it Bolla di Sapone via S. Antonio 20, 38100 Trento, Tommaso Brunelli 348 8852925 bolladisaponetrento@yahoo.it Circo in Prova piazza S.Biagio 7, 37100 S. Bonifacio Stefania Garaccioni 347 9121866 wste79@hotmail.com

Scuole che avviano anche al volteggio equestre

Milano Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.cascinacampi.it/campacavallo Pisa sCavalcando via Campagna 157, 56030 Chianni Luisa Monico 349 5773202 scavalcando@poderecasavecchia.it Siena Cavalgiocare Pod. La Casella, 264, 53018 Sovicille, Margherita Gamberini 0577 314323 www.lacasellacavalgiocare.it

Progetti di Circo Sociale e Terapeutico Firenze Milano Napoli Roma Torino Torino

Car't Teatro Via Lungagnana 117/g, 50025 Montespertoli Firenze Andrè Casaca 349 4700420 www.teatrocart.com Parada Italia via Breda 54, 20126 Milano Francesca Mangano 02 25539237 www.parada.it Circo Corsaro Via Labriola Lotto 1 N, 80145 Scampia M.Teresa Cesaroni 081 19560383 www.puntacorsara.it A.M.I.G.A piazza G. Winckelmann 5, 00162 Roma Marina Maciocci 335 5282221 flabigi@tin.it Il Muretto via delle Verbene 9 bis, 10151 Torino Clown Dado 338 4848254 myspace.com/clowndado Viviamo in Positivo Progetto Circostanza via Cristalliera 25, 10139 Torino Luca Marzini 011 7499917 www.clownterapia.it j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 4 4 s e t t e m b r e 20 0 9

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Info su queste realtà e sulle modalità per sostenerci alla sezioneLink/Sostenitoridi

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Giocoli&rDi intorn

ARTECONFIGURAZIONI ASS. via E.Ferrari 2 > 82037 Telese Terme (BN) > Franco Filippo 320 6179780 www.artconfigurazioni.it ARTEREGO ASS. c/o Blogos, via Mille > 40033 Casalecchio di Reno (BO) > Sandro Sassi 333 2800913 www.arterego.org ARTERIOSA ASS. via Pomeria 90 > 59100 Prato (PO) > Edoardo Nardin 349 1949469 www.arteriosa.it ARTI DISTRATTE via Valtellina 1 > 50053 Empoli (FI) > Tiziana Taraballi 392 2119082 www.artidistratte.it CIRCO CANAJA palestra popolare Lungomare Da Vinci 1 > 60019 Senigallia (AN) www.myspace.com/circocanaja UN CLOWN PER AMICO via G. Costantino 5 > 70123 Bari > Michele Diana 328 4270390 clownarturo@hotmail.it IL DRAGHETTO via grotta di navarra 14 > 67100 L’Aquila > Anna Del Beato 338 1864156 www.atestaingiu.net ENDAXI ASS. via G.di Montpellier 52 > 00166 Roma > Paolo Scannavino 328 9473371 www.spazioendaxi.it FABBRICA DEL CLOWN ASS. via Speciano 4 > 26100 Cremona > William Cattivelli 347 2353003 sullacisa@virgilio.it FARANDULA ASS. viale Ennio 1/E > 70124 Bari > Silvano Vallone tel 333 5788233 www.lafarandula.it FINISTERRAE COOP.SOC.ONLUS Viale Mazzini 25 > 03100 Frosinone (FR) > Simona Straccamore 338 6110105 www.coopfinisterrae.it FOGLI VOLANTI ASS. via Università 61 > 09100 Cagliari > Riccardo Tanca 328 4149915 artistidistrada.multiply.com GIOCOLIERI EMILIANI ASS. via Panigale 90 > 40132 Bologna > Pietro Morea 347 7121221 www.giocolieriemiliani.it IL GIROTONDO via dell'Industria 7 II^ traversa > 72015 Fasano (BR) > Nicola Scoditti 339 2464721 girotondo.n@libero.it JOKERS ASS. Via Badia di Cava 56 > 00142 Roma > Catia Fusciardi 338 3552831 www.scuolaromanadicirco.net KARACONGIOLI ASS. via San Marco 443/D > 55100 Lucca > Andrea Vanni 329 3659034 opplero78@hotmail.com KAPPAERRE ARCIRAGAZZI ASS. via della Repubblica 34 > 50051 Castelfiorentino (FI) > Sara Spini 349 5779462 www.kappaerre.org MAGO SALES ONLUS FONDAZIONE via Bioletto 20 > 10098 Rivoli (TO) > Don Silvio Mantelli 335 473784 www.sales.it PALESTRA GIOCOLIERI CATANIA Centro Sociale Auro Catania > Riccardo Strano 320 0752460 rickystrano@yahoo.it PARMA JUGGLING CREW Via del Taglio 2 > 43100 Parma > Gabriele D'Avino 349 1281151 gabriele.davino@gmail.com PONIX via Fondazza 11/A > 40125 Bologna > Fabiomassimo Caramanno 339 2283477 www.h2o-ponix.it ZONA UFO via Passeri 155 > 61100 Pesaro > Riccardo Siano 0721 580159 www.zonaufo.it

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OGNI LIBRO DEGNO DI NOTA É UN ATTENTATO ALL’ORDINE E UN OLTRAGGIO AL PUDORE. Marcel Jouhandeau

_ Nuovi Equilibri _ C.P. 97 _ 01100 Viterbo tel. 0761 352277 _ fax 0761 352751 _ ordini@stampalternativa.it _

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