Juggling Magazine #66 - march 2015

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CIRCUS IS CIRCUS

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Pubblicazione sostenuta dal

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

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artenza sprint per i tre main project di G&D in questo rally primaverile 2015! Juggling Magazine consegna un nuovo numero della rivista, - 66° della serie! ricco di esclusive testimonianze e reportage che rimandano a territori lontani, mentre Quinta Parete, inedito progetto di formazione del pubblico di circo contemporaneo, muove i suoi primi passi. CircoSfera, dopo il progetto CATE, annuncia la partecipazione ad un secondo avvincente progetto biennale europeo con i suoi partner EYCO. Si chiama PEYC (Professionalizing European Youth Circus) e ne sentirete parlare presto. Intanto sul versante interno, mentre partono le call per i relatori, arrivano date e location del XIV Meeting Nazionale degli Operatori di Circo - 14/19 settembre a Certaldo (FI). AltroCirco invece, proprio mentre andiamo in stampa con questo numero, apre le danze per un tour de force che lo vedrà impegnato nel coordinare il convegno “Altra Risorsa” e il “training di base di circo sociale - part 2”, in collaborazione con il Cirque du Soleil. Due eventi che nelle ultime settimane di marzo vedranno convergere in Toscana una vasta rappresentanza del circo sociale italiano. foto di Andrea Macchia

bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno XIV, n. 66, marzo 2015 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 ©2002 Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) h www.jugglingmagazine.it e jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 347 6597732 Direttore Responsabile Marcello Baraghini Direttore Editoriale Adolfo Rossomando Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h www.ruggieripoggi.it t 06 57305105 Distribuzione Nuovi Equilibri t 0761 352277 f 0761 352751 Stampa Flyeralarm Stampato il 20 marzo 2015 In copertina Suren and Karyna (oppure Wise Fool) al XXXVI Festival Mondial du Cirque de Demain, Paris Foto di Laurent Bugnet

Volgendo lo sguardo verso l’esterno ci si rivela un quadro altrettanto ed eccezionalmente vivace. Nei prossimi mesi estivi il Bel Paese ospiterà in rapida successione la XXXVIII European Juggling Convention a Brunico (partono ad aprile le pre-iscrizioni!!), il campionato europeo di monociclo a Mondovì e il FISM, salone mondiale della Magia a Rimini, mentre l’EXPO - che inaugura proprio all’indomani della convention brianzola! - oltre ad ospitare l’atteso spettacolo con tanti bravi artisti italiani curato dal Cirque du Soleil, catalizzerà all’interno del Decumano, e sull’intero territorio cittadino, molte esibizioni di artisti della pista e della strada. Shakerate bene questo mix e aggiungete a profusione la serie infinita di spettacoli che i festival italiani di circo contemporaneo - da Mirabilia a Funambolika, da Cirk Fantastik a Sul Filo del Cirko, da Equilibri a Scenica e così via… - accoglieranno nelle loro programmazioni lungo tutto lo Stivale. Ora mettetevi comodi, buttate il telecomando, godetevi questo drink multivitaminico di buone occasioni e cominciate a programmare il prossimo tuffo tra i bagliori dello spettacolo dal vivo! Adolfo Rossomando direttore editoriale Juggling Magazine


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XXXVI FESTIVAL MONDIAL DU CIRQUE DE DEMAIN 28/31 gennaio - Paris (France) www.cirquededemain.com

testo di Alain M. Pacherie presidente del Festival Mondial du Cirque de Demain foto di Laurent Bugnet

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Un festival è una festa. Ed organizzarlo è una fortuna. Da sempre il nostro codice genetico è l’universalità. Nazioni, discipline, prodezze, il superamento dei limiti, questi sono gli ambiti che individuano il nostro territorio artistico. Nell’epoca di una globalizzazione che si inserisce negli interstizi meno scontati della nostra società occidentale, è senza dubbio pertinente interrogarsi sull’attrazione che possono esercitare le differenti forme del circo su scala planetaria e su scala nazionale, in un paese che ha contribuito allo sviluppo del circo moderno a partire del 1774, che ha visto nascere il Nouveau Cirque all’alba degli anni ‘80 e che ha accompagnato da più di 15 anni le mutazioni del circo contemporaneo. È chiaro che le arti circensi costituiscon o un terreno creativo eccezionale, e che a partire dal repertorio di forme millenarie, l’acrobatica, l’equilibrio o la manipolazione non hanno smesso di trasformarsi e di produrre significati, emozioni e un inesauribile fascino per i misteri del corpo e dello spirito umano. Non bisogna dimenticare che il circo è un potente catalizzatore di memorie e un formidabile vettore di energie, una favolosa costruzione spettacolare, inedita e intuitiva, sensibile e sconvolgente…

L’immediatezza della prodezza raggiunge, senza artificio evidente, e si iscrive in una drammaturgia dell’exploit e della gestione del rischio, rivelando il circo da una prospettiva inedita rispetto ad altre forme viventi. È questa fragilità, questa dimensione aleatoria, che attira ancora oggi dozzine di milioni di spettatori intorno ad una pista, da un capo del mondo all’altro, e che li incita a ritornare, spinti da una consapevolezza naturale, alimentati dalla folla, per un desiderio ancestrale di condivisione e di bagliore. La brillantezza del salto nella vita, la virtuosità grezza o raffinata della manipolazione degli oggetti, l’eleganza ostentata dell’acrobata in tutte le sue forme, l’intensità dei ritmi e dei colori non appartengono esclusivamente al circo, ma partecipano di questa fascinazione popolare che non smette di motivare nel corso dei secoli.

Depositari di una parte di questa tradizione, le arti circensi di ieri e di oggi non tradiscono la loro motivazione iniziale: le ombre che si stagliano sul fondo della caverna, generate dai primi falò, motori di storie fantastiche e riti primitivi di coesione dei clan, trovano un eco stilistico nello scintillio dei proiettori di sala che magnificano e trascendono le silhouette presenti al centro della pista. Il foyer centrale, all’occorrenza la pista, vuoto e simile a un minuscolo territorio preservato dall‘inarrestabile avanzata di nuovi eroi che vi si alternano, è una potente metafora dell’esistenza e delle sue questioni vitali.

Corrono, volteggiando o volando, gli acrobati, giganti buoni o lillipuziani sospesi a un bouquet di sfere translucide, reinventano a ciascun salto il mistero dell’origine dell’umanità, in quell’istante o tutto vacilla, o l’uomo ha scoperto che la sua forza può generare la bellezza, dove il sacro si mischia al profano per iscrivere la distorsione, l’humor e l’equilibrio al rango delle arti viventi. Tra sciamanesimo e magia, le arti del circo continuano a stigmatizzare la ricerca ultima dell’uomo, il suo desiderio di affrancarsi dalle costrizioni del mondo e di trovare un punto d’equilibrio perfetto, appena sopra l’abisso, conquistato passo dopo passo dal funambolo, metafora di un destino scritto, che solo la scelta giusta e la tenacia permettono di vincere. Tutt’altro che una semplice magia, ma senza per questo rinunciarci…

C’era una volta… tutte le belle favole cominciano allo stesso modo e la nostra non fa certamente eccezione alla regola… Come nei racconti più riusciti noi abbiamo delle buone fate, abbiamo ricevuto tanti buoni principi, bellissime principesse, e qualche sorpresa… Come in tutte le belle storie, dopo numerose peripezie, qualche colpo teatrale, un rollio di tamburi, tre salti pericolosi e clown influenti, tutto è bene quel che finisce bene… ed ecco arrivato il momento della nostra XXXVI edizione!!

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Sia io (Anton) che Einar abbia-www.sonscompany.com mo fatto un sacco di cose diverse prima di incontrare le arti circensi: ginnastica, danza, corsi d’arte, fotografia, ma devo dire che lo sci è l’unica cosa importante che abbiamo in comune. È qualcosa che è stato presente in tutta la nostra adolescenza e ancora ci influenza molto in quello che facciamo con la bascula. Non posso davvero dire quale sia stata la mia prima vera esperienza con le arti circensi, in un modo o nell’altro il fattore rischio è stato sempre presente nelle mie attività, anche prima di iniziare la scuola di circo a Stoccolma, e questo mi ha reso il circo familiare anche prima di incontrarlo. Io e Einar ci siamo incontrati alla scuola secondaria superiore, e i corsi di ginnastica a Cirkus Cirkor è dove abbiamo cominciato a saltare insieme. Dopo ci siamo iscritti insieme alla University of Dance and Circus, DOCH, a Stoccolma. Entrambe queste scuole erano davvero buone. A Cirkus Cirkörs abbiamo ricevute delle ottime basi in un’atmosfera davvero inclusiva. DOCH invece si distingue per l’alto livello dei suoi insegnanti, perché potevamo dedicarci ad approfondire le nostre discipline in ogni direzione e perché tutti gli altri compagni di corso sono stati un’importante fonte di ispirazione per noi. La scelta di fare della teeterboard una professione a tempo pieno è maturata col tempo. È diventata prima una passione, e per questo gli abbiamo dedicato tutto il tempo che potevamo, e mano a mano che miglioravamo era naturale dedicargli ancora più tempo, e così prima che ce ne accorgessimo era diventata la nostra professione!

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Ciò che rende la teeterboard interessante per me è che la disciplina ha dei criteri di qualità molto stringenti; si deve saltare un certo modo per essere in grado di atterrare nel punto giusto, bisogna essere precisi nel tempismo con il partner per mantenere l’altezza, e così via. Questa cornice rende la disciplina prevedibile, ma ti fornisce anche la possibilità di rompere gli schemi, di sorprendere il pubblico, e questo crea un effetto molto piacevole. Credo che continueremo ad ammirare una incredibile tecnica di alto livello nella bascula, ma anche performance e figure più strane e inaspettate. Noi ci impegniamo molto nel ricercare sequenze imprevedibili e, finché ci saranno artisti che praticano ed esplorano, questa disciplina continuerà a sorprenderci tutti. Il numero che abbiamo presentato al Cirque de Demain e che ci è valso l’oro, è quello con cui ci siamo diplomati al DOCH, al quale abbiamo lavorato per circa un anno. Nel processo ci ha assistito il nostro allenatore Jan Rosen e il nostro occhio esterno Katarina Lundmark. Il numero cambia un po‘ ogni volta che ci esibiamo, è vivo, mutevole, plasmabile e questa è una caratteristica molto preziosa che ci motiva ogni volta ad esibirci. Sono una persona molto fisica, amo la maggior parte delle attività in cui posso ridurmi a un ammasso di arti e senza fiato! Ho appena scoperto le immersioni sott’acqua e credo che gli dedicherò del tempo in futuro. Einar ama la fotografia, e trascorre la maggior parte del suo tempo libero lavorando con artisti circensi di tutto il mondo (date un’occhiata al suo FB ekopics). foto di MT Cardoso

DEMAIN


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CIRQUE DE

JIMMY GONZALES condividere

le emozioni in modo astratto per toccare le Vengo dai Pirenei, e quando ero un ragazzino, la mia passione erahttp://jimmy-gonzalez.com persone. Come artisti penso lo sci alpino; 9 anni di gare, e a 13 anni avevo già vinto 4 medache non dobbiamo solo far glie d’oro al campionato nazionale ed ero 5° nella classifica eurosognare o dimenticare per un pea. Nel frattempo a 8 anni avevo iniziato a fare giocoleria. Impamomento, ma far riflettere su ravo da internet, frequentavo le convenzioni, mi esibivo agli open se stessi, su come creare un stage. I miei genitori hanno intravisto il mio potenziale e mi mondo migliore. hanno portato in giro a vedere Le mie ricerche e gli obiettivi diversi spettacoli e stili di vita artistici sono cambiati molto legati al circo contemporaneo. negli anni. Creo nuovi numeri Lì ho capito che la giocoleria continuamente, il mio stile si era parte del circo, e il circo evolve con le cose che imparo contemporaneo una espresdalla vita; lavoro il più delle sione artistica ricca di possibilità. A 14 anni ero di fronte a volte per istinto, ascoltando gli un bivio: scegliere se dedicare altri e il mio cuore. la mia vita allo sport o alle arti, Il numero che ho presentato al e ho scelto le arti. Cirque de Demain l’ho invenL’anno dopo sono entrato alla tato da solo, con l’aiuto della Scuola di Circo di Châtellemia ragazza Erika Nguye, in rault, in Francia; lì ho scoperto due mesi, subito dopo aver saputo di essere stato preso tutte le altre arti del circo, mi nel cast. Mi ero già cimentato sono avvicinato alla danza con l’argilla 3 anni prima, e contemporanea, che già ingloqualche volta avevo fatto picbavo nelle mie performance di cole presentazioni. Ma non giocoleria. avevo mai avuto il tempo di Tre anni dopo sono entrato creare un vero numero. L’inviall’Ecole du Cirque di Montreal, per scoprire un nuovo to al festival è stata una buona modo di fare circo e affinare la occasione per immergersi in mio tecnica. Lì ho creato molti una nuova creazione. progetti, con buoni amici e la Non avevo idea di quali sarebmia fidanzata, ricevendo tanta bero state le reazioni. Era la ispirazione anche dalla comuprima volta che lo portavo in nità di danza in città. scena. Il secondo giorno è stato per me il peggiore: l’arQuando ho iniziato a giocolare gilla era troppo bagnata, ero ho capito che la gente ne era preoccpato e questo non mi colpita e incuriosita. Non era ha permesso di rilassarmi e una cosa comune e mi piaceentrare nel numero. Ma alla va poter stupire il pubblico. fine sono rimasto felicemente Così mi sono allenato durasorpreso nel sentire che il mente sognando di diventare uno dei migliori giocolieri del pubblico e la giuria hanno mondo! Col tempo ho capito apprezzato una nuova visione, che un la giocoleria è più di che non si basasse su estetiuna serie di trick, che può racche da super eroe. contare storie, portare l’immaMi piace cucinare a casa insieme alla mia ragazza. Amo viaggiare e ginario collettivo ad un altro incontrare persone, la natura, la bicicletta, trascorrere il tempo con livello. Allo stesso livello di un gli amici, la famiglia, suonare la chitarra, parlare di tutto e niente. Mi piace scoprire e imparare ogni giorno dal mondo e dagli altri. pezzo di danza, è possibile

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foto di Corinne Jeanne Letellier Si è conclusa con successo la prima edizione de La Biennale Internationale des Arts du Cirque. Un evento che, con i suoi 60 spettacoli e 300 artisti di compagnie nazionali e internazionali, 260 rappresentazioni, 1 mese intero dedicato alle arti circensi, 22 coproduzioni, e un pubblico di circa 100.000 spettatori, si candida a diventare uno dei maggiori appuntamenti mondiali per il circo contemporaneo. La programmazione e organizzazione dell’evento è stata curata da Le Pôle Cirque Méditerranée, un polo europeo per lo sviluppo del circo contemporaneo, anch’esso di recente costituzione, ed ha coinvolto oltre 45 realtà e istituti culturali distribuiti su tutto il territorio regionale.

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Impressionante il numero e la qualità degli spettacoli inseriti nella programmazione. Aurélien Bory/Phil Soltanoff, Circo Aereo, Cirque Eloize, Cirque Inextrémiste, Cirquonflex, Collectif AOC, Monstre(s) Etienne Saglio, Compagnia Finzi Pasca, Gratte Ciel, Yann Frisch, NoFit State Circus, Oktobre, Pré-OCoupé, Rasposo, Rhizome, Compagnie XY, Martin Zimmermann, Compagnie Libertivore, Un loup pour l’homme, Lucho Smit / Galapiat Cirque, Betti Combo a difendere i colori italiani… sono solo alcuni delle compagnie che si sono esibiti nel corso della Biennale. Cuore dell’evento è stato il “villaggio degli chapiteux” allestito sull’Esplanade del J4 del MuCEM. Su questo grande spazio

aperto, che si affaccia sul mare, sono stati montati 6 chapiteau (4 per gli spettacoli, 1 chapiteau molto ben curato come barristorante, 1 chapiteau per i laboratori). Un villaggio aperto al pubblico, che ha potuto trascorrervi ore piacevoli in famiglia, approfittando delle animazioni, e avendo la possibilità di assistere a più spettacoli anche nel corso di una sola giornata. La programazione della Biennale ha integrato il villaggio degli chapiteau con l’intero complesso monumentale ed espositivo del porto di Marsiglia, che ha donato alla manifestazione un sapore e un’atmosfera davvero particolari. La scelta del sito, emblematico per Marsiglia, corrisponde all’idea di una manifestazione culturale nel cuore

della città che coniughi le esigenze artistiche, le attività ludiche e gli spettacoli per il grande pubblico. Storia, Arte, Architettura, una vista incantevole, una atmosfera di villaggio circense, un vero festival di suggestioni per lo spirito! La Biennale Internazionale delle Arti del Circo è l’estensione logica e strutturale di un progetto avviato nel 2013 con l’inserimento, all’interno delle celebrazioni di Marsiglia capitale europea della cultura, di una programmazione di circo forte di 190 spettacoli, seguiti da un pubblico di 55.000 persone e catalizzata intorno all’evento Cirque en Capitale 2013. La Biennale diventa così il primo evento che, partendo da una


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programmazione di circo per le capitali europee della cultura (ECoC), si struttura come una programmazione stabile sul territorio. Una buona pratica di grande rilievo e proprio sulle prospettive di inserire sempre più stabilmente programmazioni di arti circensi all’interno delle ECoC si è tenuto durante la Biennale un seminar ad hoc. Organizzato da la Biennale, Horse Les Murs e Circo Circolo il seminar ha visto riuniti intorno al tavolo una trentina di esperti e programmatori di circo all’interno delle scorse e future ECoC. Prima tra tutte Pizen (Repubblica Ceca, una delle ECoC 2015), che ha già inserito nella sua programmazione un denso cartellone di circo contemporaneo. Il seminar desi-

derava riflettere sulle possibilità di valorizzare la posizione e il ruolo del circo contemporaneo nelle programmazioni delle ECoC, e di confrontarsi sulle programmazioni di circo avvenute alle passate EcoC per uno scambio di buone pratiche. E parlando di Capitali non si può menzionare che due festival di circo contemporaneo, tra i più importanti al mondo in termini di volume e qualità di programmazione, hanno luogo oggi a Marsiglia e a Rio de Janeiro. L’alternanza di questi due festival (Rio negli anni pari, la Biennale a Marseille negli anni dispari) permette collaborazioni e scambi, co-produzioni. Entrambe le municipalità stanno inoltre vagliando un gemellaggio e un

impegno a lungo termine per sostenere le arti circensi. Questo seminar si inseriva all’interno di una programmazione di eventi/incontri culturali molto ricco. Le Pôle Cirque Méditerranée, in collaborazione con HorsLesMurs, ha infatti organizzato per la Biennale una 5 giorni di incontri, tavole rotonde e percorsi di spettacoli per professionisti del settore. Cornice ideale per accogliere questi incontri è stato il suggestivo spazio museale del MuCEM, partner degli incontri professionali, che ha ospitato tra l’altro anche delle mostre artistiche dedicate alle arti circensi, molto apprezzate dal pubblico e dai professionisti del settore. L’attigua struttura architettonica del MuCEM ha infatti espo-

sto le collezioni del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari (Parigi, 1937-2005), solitamente conservate nel quartiere di La Belle de Mai a Marsiglia. Tra questi, una collezione molto ricca di oggetti di circo: costumi di clown e domatori, modelli, manifesti, oggetti di scena, decorazioni e tesori come il modellino del Cirque Berger o i primi costumi del clown Auriol. I capi di questa collezione sono stati esposti al Forum J4 e i partecipanti al festival sono stati invitati a scoprirne le bellezze. MuCEM ha anche offerto al pubblico dei bambini da 6 ai 12 anni una serie di laboratori di introduzione e scoperta del circo, visite guidate sul tema del ‘cirque’, conferenze spettacolo, e proiezioni di film.

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foto di Fabrizio Gavosto

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La codirezione della Biennale è stata affidata a Raquel Rache de Andrade e Guy Carrara. La prima, dopo gli studi in economia, completa il percorso di formazione alla Scuola Nazionale di Circo di Rio de Janeiro nel 1986 e alla Fratellini nel 1987, interpretando in seguito il ruolo di artista nelle intervista di A.R. creazioni di Archaos. Dal 1999 a Guy Carrara condivide la scrittura e la messa dei nuovi spettacoli di Archaos. Non ho mai praticato le arti del Guy Carrara invece, dopo aver circo, ma da giovane ho fatto studiato psicologia, si impeun po’di teatro, per poi cimengna come attore, regista di tarmi nella regia e messa in teatro e teatro di strada. Partescena. Ho incontrato per caso cipa nel 1986 alla fondazione gli artisti del circo e me ne sono di Archaos, per il quale è cosubito innamorato. È stato faciautore e regista. Dal 2006 al le per me, non venivo dal circo 2009 è CEO della Société des e quindi non avevo timori reveAuteurs et Compositeurs Drarenziali o di sacrilegio. Ho penmatiques (SACD). sato che all’epoca il circo non Insieme Raquel Rache De stesse riscuotendo il successo Andrade e Guy Carrara nel che meritava, e da lì ho comin2001 creano e co-dirigono il ciato a seguire un pò tutte le Créac Marsiglia e dal 2011 cosue nuove sfaccettature, a cominciare da Archaos, che ebbe dirigono le Pôle Cirque Médisul finire degli anni ‘80 un imterranée. patto mediatico mondiale, uno

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shock estetico formidabile. Quando è nato nel 1986, questo collettivo ha rivoluzionato il circo in Francia, bandendo nelle sue creazioni i nasi rossi e il ricorso agli animali in gabbia. Con loro si faceva spazio una nuova estetica del corpo e una drammaturgia surreale. Violenza, sesso, religione, niente era più tabù, i codici tradizionali esplodevano. Dopo aver girato il mondo abbiamo investito in un hangar abbandonato, nel XV arrondissement de Marseille. Tra i garage e le carcasse di automobili è nato il CREAC (Centre de Recherche Européen des Arts du Cirque) un’isola artistica, un luogo di creazione, trasmissione, co-produzione e allenamento. Nato come centro autofinanziato dalla compagnia Archaos, dopo aver ospitato in residenza compagnie da tutto il mondo, il CREAC nel 2011 diventerà Polo Nazionale

del Circo e nel 2013 accoglierà il festival Cirque en Capitales. In quegli anni matura la riflessione che bisognava attirare l’interessare delle Istituzioni, che era arrivato il momento di creare qualcosa di importante, come avevamo fatto 25/30 anni prima. Creare una grande manifestazione che potesse diventare il maggior festival del circo del mondo. Ora sono tante le proposizioni, dai formati più disparati, mentre prima la scelta era meno varia, e questo ci ha spinto a montare un evento che mostrasse tutta questa varietà. Così abbiamo cominciato a tessere una rete di contatti con tanti artisti di grande fama per realizzare questo progetto. Ne è scaturito un grosso movimento con l’obiettivo di realizzare un sogno collettivo e un’ossessione vecchia di trent’anni, che in molti coltivavamo: voler fare del circo un’Arte Maggiore, re-


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stituirgli un’identità di rilievo e candidare Marsiglia a diventare la capitale francese del circo contemporaneo. Per noi è stato importante poter gettare le basi di questo progetto. A partire da Marseille Capitale Europea della Cultura abbiamo quindi coinvolto nel progetto della Biennale ben 45 partner culturali distribuiti sul territorio regionale, e coinvolti con noi nella programmazione degli spettacoli, implicati in co-produzioni, nel coinvolgimento sociale della varie fasce della popolazione. Abbiamo fatto confluire nella Biennale anche manifestazioni già presenti sul territorio, come Les Elancees, festival des Arts du Geste, oppure coinvolto centri notoriamente attivi come La Friche, o Leiux Public e tanti altri, oppure ancra rinforzato le residenze di compagnie nella regione, con il risultato che quest’anno alla

Biennale sono state ben 12 le proposizioni artistiche a cura di compagnie residenti. Poter disporre di una location per la Biennale che fosse sul mare era un sogno incredibile, poter vedere le navi che salpano; è emblematico, è straordinario come avere alle nostre spalle la Cattedrale e il Fort Saint Jacques con il suo faro. La ragione per cui abbiamo stabilito prima Archaos e poi il CREAC e La Biennale a Marsiglia è perché è una delle rare città in cui ci identifichiamo. In tutti i viaggi che abbiamo fatto ci siamo accorti che adoravamo Rio de Janeiro, Napoli, Hong Kong. E quindi Marsiglia, come tutte le grandi città portuali, offre le caratteristiche di un progetto che ha bisogno di un ambiente con il mare, il porto, l’immigrazione, la vita, il movimento, i colori, il sopravvivere… un po’come noi!

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FIRENZA GUIDI IN CONVERSATION

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foto di Toni Wilkinson

www.nofitstate.org www.elanfrantoio.org Sono arrivata al circo dalla porta accanto. Un grande capannone in Dumballs Road a Cardiff, nel Galles. Era il 1995 ed il No Fit State Circus mi aveva chiesto di fare la regia di uno dei loro grandi eventi sito-specifici che coinvolgevano professionisti e non, provenienti da varie discipline artistiche. Era la prima volta che dirigevo un cast di centocinquanta persone, la metà delle quali mi permetteva di dipingere in aria immagini fantastiche, pur rimanendo con i piedi fermamente a terra. Quello spettacolo si chiamava Autogeddon, un poema apocalittico di Heathcote Williams sulla “carneficina-da-auto” e il nostro destino di morire tutti schiacciati in una strada qualsiasi per un motivo qualsiasi. Otto anni dopo, nel 2003, è cominciata l’avventura di Immortal: la mia prima creazione di circo contemporaneo e la prima tournée della compagnia nel suo nuovo fiammante tendone a forma di UFO. La parola circo assume un nuovo significato. Entra nella mia vita. Mi intossica. Fino ad allora il circo per me era una pista circolare dalla quale i clown mi zampillavano addosso le loro lacrime finte e i cavalli di dressage sbarluccicavano di pallettes mentre io affondavo il muso nello zucchero filato.

ricerca e creazione bastardo attraverso una lingua che non è la mia. Il mio stesso corpo è un crocevia di culture: Milano, il Padule e le Cerbaie in Toscana, Belfast e il Galles e il resto del mondo: la cultura d’origine e la cultura studiata a scuola; la cultura dei classici, i pop, i manga; la cultura dei viaggi verso isole sconosciute; la cultura che scrive e la cultura che parla. La cultura che prega un dio sempre diverso e invisibile. La cultura dello straniero trapiantato che romanticizza le proprie radici, e la cultura di chi è rimasto a casa. Quando arrivo davanti al cast di Immortal nel 2003, ho già dei cardini fondamentali su cui si costruisce il mio lavoro. Credo fermamente in due cose: la prima, che il performer è una creatura a tutto tondo, un essere che incarna lo scorrere del tempo e possiede una buona dose di auto-ironia. La seconda che lo spazio e il pubblico sono complici e co-creatori nel processo artistico. Per questo motivo la ricerca, visione e anelito di ciascuno spettacolo è quello di creare un universo, piccolo o grande che sia, nel quale lo spettatore entra e vive e non semplicemente guarda da fuori e fagocita arte come fosse un cono di pop-corn.

Io non arrivo al circo dal circo ma dal teatro, dalle arti visive, dalla performance, dal film. Al momento in cui ha inizio la creazione di Immortal, ho già sviluppato uno stile di performance basato (anche, ma non solo) su un linguaggio di formazione del tutto personale. La presenza scenica è corpo: non ballerino, non ginnasta, non atleta o break-dancer. Un corpo che parla perché connette tempo, spazio e movimento alla memoria, al desiderio, alla seduzione. Memoria è quello di cui siamo fatti. Desiderio la possibilità che qualcosa avvenga. Spazio pieno, spazio vuoto. Il performer deve avere entrambi. Il corpo è uno dei pochi modi per essere autentici (una verità totalmente costruita). Il corpo di cui parlo io è una specie-in-via-diestinzione. Devo fare di tutto per preservarlo come una specie preistorica. Ma è veramente preservarlo o è piuttosto crearlo?

Da queste convinzioni e dalla collaborazione con artisti e rigger creativi da tutto il mondo sono scaturite le quattro incarnazioni di Immortal, le tre di Tabú e, piú recentemente, Bianco (prima creazione nel 2011). Da subito, la collaborazione con il NoFit State fiorisce in un prodotto artistico spericolato. Da idee e immagini e parole nella mia testa a un’operazione complessa fatta di persone e TIR, camion, roulotte e carovane: alti e bassi, giorni buoni e giorni pessimi; ma sempre una comunità in movimento con un obiettivo comune: fare questo spettacolo il piú possibile e condividerlo. I volti pieni di gioia e di un’energia seducente e quelli del pubblico che si affollano alla fine, sera dopo sera mi dicono che questa strana creatura - lo spettacolo ha toccato ancora una volta i cuori della gente.

Firenza Guidi dirige un centro di Formazione e Creazione presso i locali dell’ex Frantoio a Fucecchio in provincia di Firenze

La parola è ambigua, ha la lingua biforcuta, e poi – quale lingua? Io è dal 1981 che vivo altrove. Mi sono costruita un linguaggio di

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Il circo e le arti che lo compongono si sono incredibilmente evolute. Adoro spingere i confini nel mio lavoro, andare al di là dell’ordinario, osare. Ecco. Il circo come tutto quello che faccio, mi permet-


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te di osare. I quasi vent’anni di creazioni mi hanno dato l’opportunità di (re)inventare mondi nuovi. Realizzare immagini che sembrava impossibile immaginare. Creare arazzi piú grandi della vita stessa che assomigliano a sogni - vividi, crudi e sensuali. Quando inizio a creare uno spettacolo la mia testa è piena di immagini, come uno slideshow con la musica. Il modo in cui una performance prende forma assomiglia più al montaggio di un film. Immagine dopo immagine. È come se gli spettatori guardassero un film dal vivo. Anche le parole sono immagini. Mi infiammano. Sono come un cuscino su cui dormire e fantasticare. È un po’ come vendere sogni: nella vita, la maggior parte delle cose sono casuali proprio come la sequenza di immagini in un sogno. Ma soprattutto amo questi animali che si chiamano esseri umani. Buffi, rochi, seducenti: adulti birichini ed eroi infanti. C’è tutto un vocabolario di seduzione e sovversione nel mio linguaggio performativo. È la prima cosa che i performer imparano a fare. Dipingo grandi quadri, non con tempere e pennelli ma con persone. E me ne innamoro. Ecco, Bianco, cosi come tutte le altre creazioni non è diverso da tutto ció che ho raccontato fin qui. Non ci sono piume, nasi di plastica o calzamaglie verdi: Bianco usa corpo e voce e frammenti di memoria e desiderio come mezzi che i performer hanno per raccontare e raccontarsi, per accompagnare il pubblico in un viaggio di conoscenza mettendo lo spettatore al centro della scena. Here be dragons (qui ci sono i draghi) è il sottotitolo dell’ultima edizione di Bianco. L’espressione veniva usata per riferirsi a territori pericolosi e inesplorati che venivano marcati sulle mappe gallesi antiche con l’immagine di un drago. Mi piace l’idea che gli spettatori entrino in un territorio selvaggio e sconosciuto nel quale tutto puó accadere. Come in molte regioni del Galles, entrarvi è un’incognita. Non è possibile leggere lo spettacolo da sinistra a destra come in un teatro di proscenio. Non è possibile stare al sicuro in un’area accuratamente demarcata dove mi siedo al buio su poltroncine rosse. Anche qui, nello spettacolo, come in un territorio selvaggio e sconosciuto ci sono molte aree scure dove le regole del teatro si arrestano per creare uno spazio senza mappatura da scoprire ed esplorare, come un’avventura straordinaria. All’interno di questa visione c’è posto per tutto ció che è autentico. Il performer, depositario e artefice della memoria, entra in questo spazio in maniera profonda. Anima e corpo. Per vivere e far vivere. Per non morire. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 6 m a r z o 2015

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foto di Silvia Mazzotta

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quinta parete.

foto di Arthur Bramao

Contesto“In ogni epoca la cultura ha trovato nel pubblico una

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foto di Andrea Macchia

PROGETTO PER LA FORMAZIONE DEL PUBBLICO www.jugglingmagazine.it > quintaparete sua logica e naturale ragione di esistere, e le recenti politiche socio-culturali superano, in termini di ricadute sulla società, la prassi di rivolgersi solo al pubblico fidelizzato. “Partecipazione Culturale”, “Cittadinanza Attiva”, “Formazione del Pubblico”, “Audience Development”, sono tante le definizioni che sottendono il processo strategico e dinamico di allargamento e diversificazione dell’audience, di miglioramento delle condizioni di fruizione. Vince l’idea che il pubblico sia la somma di individualità che, attraverso e grazie alla ritualità dello spettacolo dal vivo, ha la possibilità di interagire, partecipare, crescere, confrontarsi, liberare i propri potenziali”. In questo contesto le arti circensi contemporanee, in tutte le loro declinazioni e applicazioni, e grazie alla caratteristica rottura delle barriere linguistiche, dimostrano la capacità di raggiungere un vasto pubblico e di generare interazione, empowerment e integrazione. Un pubblico, quello dello spettacolo dal vivo, in Italia particolarmente numeroso, attento e vivace. Capace di far risuonare le e mozioni che vanno in scena e di restituirle amplificate agli artisti, in un gioco di rimandi che rende ogni esibizione unica per tutti coloro che vi assistono/partecipano. Eppure, nonostante questa enorme potenzialità e popolarità, il contesto nazionale non prevede sistemi di rilevazione e analisi di dati statistici e aggregati sulla dimensione e sulla composizione del pubblico del circo contemporaneo; né sono attivi nel settore progetti specifici di formazione del pubblico o di sviluppo di competenze di audience development per gli operatori.

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Attività e obiettivi coreografi e programmatori, un altro grande protagonista dello spettacolo dal vivo contemporaneo: il pubblico, o meglio, i pubblici. Le attività che verranno condotte sul territorio nazionale nel corso di Quinta Parete sono ad ampio spettro e comprenderanno: raccolta dati su composizione, orientamento, competenze del pubblico; coinvolgimento attivo del pubblico attraverso laboratori e attività educative; utilizzo del pubblico nel miglioramento e nell’ampliamento delle attività di comunicazione, volontariato, forme attive di cittadinanza culturali; comunità virtuali e partecipazione attraverso i diversi media digitali; premi che stimolino modalità più intense di relazione con l’arte;

coinvolgimento attraverso esperienze immersive, multisensoriali, backstage; seminar e tavoli di confronto con progetti simili e buone pratiche; monitoraggio delle attività e pubblicazione dei risultati Gli obiettivi dichiarati di Quinta Parete sono i seguenti: concorrere allo sviluppo del circo contemporaneo; elaborare strategie di comunicazione innovative e capaci di raggiungere pubblici nuovi e diversificati; promuovere l’accesso agli esiti del circo contemporaneo per fasce di pubblico con minori opportunità; promuovere la crescita delle competenze dei pubblici; creare le premesse per la strutturazione del primo Osservatorio sui Pubblici del Circo Contemporaneo in Italia.

foto di Davide Bozzalla

Esigenze, queste, a cui cerca di rispondere Quinta Parete, progetto triennale dell’Ass. Giocolieri e Dintorni (G&D), impegnata fin dal 2002 a livello nazionale nella promozione delle arti circensi contemporanee e nello sviluppo del suo pubblico. Quinta Parete intende coniugare i due orizzonti di sviluppo della comunicazione on-line/off-line e dell’audience development in un progetto al servizio dello sviluppo e della diffusione delle arti circensi contemporanee in Italia. Dopo oltre 16 anni di ininterrotta “trasmissione”, allarghiamo coraggiosamente e ancora una volta i nostri orizzonti per aprire nuovi campi di indagine. Nel mirino delle nostre incursioni entrerà a pieno titolo, insieme ad artisti, compagnie, studiosi, registi,

O Elementi di innovazione Gli elementi innovativi di Quinta Parete sono molteplici. Innanzitutto introduce sulla scena nazionale il primo progetto che si occuperà nello specifico di analizzare, motivare, far crescere/interagire/partecipare il pubblico attuale e nuovi pubblici, utilizzando spettacoli ed eventi di circo contemporaneo, caratterizzandosi come un “bottom up project” dove il fine tuning degli obiettivi e lo sviluppo delle attività partirà dal basso e vedrà il coinvolgimento e la partecipazione diretta del pubblico stesso. Ulteriore elemento innovativo di Quinta Parete sarà il marcato ricorso a strumenti e attività che stimolino e favoriscano il “digital engagment”, attraverso l’utilizzo di ICT digitali di recente generazione e facilmente accessibili al pubblico. Un settore dal potenziale enorme, che sta cambiando gli usi e i costumi all’interno della società, e che il mondo dell’arte non ha in genere ancora pienamente metabolizzato. Altro elemento innovativo di Quinta Parete è il coinvolgimento al suo interno di competenze e professionalità provenienti dai diversi ambiti culturali, sociali e professionali, che vedrà impegnati, oltre a pubblico setsso, figure professionali provenienti dal mondo accademico, dal mondo dello spettacolo, esperti di sociologia, storia delle arti, formazione continua, comunicazione e networking. Infine Quinta Parete si impegna nel promuovere a livello nazionale le metodologie di formazione del profilo professionale di “Audience Developer” per le attività di circo contemporaneo, inserendosi all’interno delle attività di formazione, networking e promozione del progetto europeo ADESTE Audience DEveloper: Skills and Training in Europe (co-finanziato dal Programma LLP Leonardo da Vinci, Development of Innovation dell’UE), promosso da Melting Pro, partner di Quinta Parete, in partenariato con enti nazionali e internazionali. L’idea è di trasferire a livello nazionale per la prima volta i risultati, prodotti, reti e buone prassi sviluppati in ADESTE a livello internazionale. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 6 m a r z o 2015

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foto di Luke Burrage

foto di Pierre Borasci foto di Luke Burrage Albapasser.de

foto di Andrea Macchia

Confronto e Buone Pratiche Il settore della formazione del pubblico è un settore relativamente recente, e lo sviluppo del confronto e della condivisione con altri progetti simili è uno dei fattori chiave per il successo del progetto Quinta Parete. Per questa ragione parte integrante della sua programmazione è l’attivazione di contatti e occasioni di incontro/confronto con progetti analoghi in Italia e all’estero. La comunicazione e il confronto tra i vari soggetti che in Italia si occupano di formazione del pubblico verrà implementata da una piattaforma web che conterrà riferimenti ai progetti di formazione del pubblico esistenti in Italia e all’estero e faciliterà la messa in rete e lo scambio di informazioni. Previsti anche incontri bi/trilaterali dei team organizzativi con/presso progetti di formazione del pubblico, spingendosi fino ad esperienze di incontro e confronto tra i diversi pubblici coinvolti nei rispettivi progetti o di residenze incrociate tra i pubblici dei diversi progetti. A rinforzare la base progettuale di Quinta Parete, e a confermarne l’impegno nel settore della formazione del pubblico, concorrono anche la presenza di G&D all’interno di due tra i maggiori network internazionali per la promozione del circo contemporaneo e teatro urbano: CircoStrada e FreshArtCoalitionEurope. La partecipazione attiva dei mediatori di Quinta Parete negli specifici gruppi di lavoro sullo sviluppo e la formazione del pubblico attivi all’interno dei due network costituisce un vero volano e moltiplicatore progettuale che permetterà di portare all’interno di Quinta Parete le met odologie, le esperienze e le buone pratiche sviluppate in contesti europei. Ulteriore traslazione e allargamento del confronto e dello scambio di buone pratiche sarà apportato dal confronto con i membri del network INCAM (International Network of Circus Art Magazines), ugualmente impegnati da decenni nella promozione delle arti circensi contemporanee. Naturalmente grande supporto alla promozione e allo sviluppo del progetto verrà garantito dall’assett di Juggling Magazine media project. Al termine del triennio, quale momento di riflessione più approfondita e ponte di continuità del progetto Quinta Parete, verrà organizzato un seminario allargato, di respiro internazionale, cui verranno invitati i referenti dei progetti di formazione del pubblico, il pubblico stesso, programmatori, artisti e istituzioni.

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Partenariati Per la buona riuscita del progetto G&D coinvolgerà la fitta rete di associati attiva sul territorio nazionale e stipulerà accordi di collaborazione con realtà di rilievo impegnate in Italia e all’estero nella creazione, produzione, trasmissione e promozione delle arti circensi contemporanee, creando un campione significativo degli ambiti e dei soggetti monitorati Network nazionali CircoSfera (60 scuole sul territorio nazionale); AltroCirco (20 progetti sul territorio nazionale) Centri di formazione e di creazione Melting Pro (Roma); Scuola di Arti Circensi Flic (TO); Spazio Nu (PI); Scuola di Circo Vola Voilà (RM); Scuola di Circo Campacavallo (MI); Antitesi Teatro Circo (PI) Programmazione di spettacoli Festival Mirabilia (CN); Festival Funambolika (PE); Festival Circumnavigando (GE); Festival Scenica (RG); Dinamico Festival (RE); Festival Cirk Fantastik (FI); Festival Equilibri (BO); Convention Brianzola (MB); European Juggling Convention (BZ) Teatri e programmazioni teatrali Teatro Furio Camillo (RM); Teatro I Macelli (FI); Ananche / Cada Die Teatro (CA); AltoFest (NA) Compagnie itineranti sotto tendone SIDE Kunst-Cirque; Circo El Grito Istituzioni Università di Bologna (BO); Università di Tor Vergata (RM); Comune di Civitavecchia (RM) Network europei INCAM; Circostrada; Fresh Art Coalition Europe Riviste e associazioni di settore Culture Teatrali; UISP; Danza Sì.


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25 dicembre / 11 gennaio - Roma www.goldencircusfestival.it C’è un’indiscutibile fascino nell’idea di circo: è innanzitutto idea di libertà, di arte spontanea, di virtuosismi corporei, di conservazione, di famiglia. La Grande Tenda è stata da sempre simbolo di oasi di pace, di casa comune, di unione tra i popoli, pur nel riconoscimento e nella valorizzazione delle molteplici diversità. Ma è anche esaltazione della natura, della sua forza creatrice, della sua unione con l’uomo attraverso il contatto con gli animali. Inoltre il circo è “zingaresco”, nel senso più pieno e bello del termine: è libero, è errante, è cittadino del mondo, è allegro e fantasioso. È un grande contenitore di linguaggi diversi mirabilmente tradotti in gesti, forme ed immagini.

IL CIRCO: RITI, MITI E STATI UNITI D’EUROPA

foto di Daniele Rotondo

di Paolo Prestipino

Uno spettacolo, il più antico del mondo, musa ispiratrice di tutte le espressioni artistiche, oggetto di molte critiche perché troppo spesso giudicato senza avere la piena cognizione della sua storia e, quindi, di quelle radici che sono imprescindibili per una visione chiara della sua dimensione educativa e pedagogica, del suo essere vetrina della libera fantasia e delle espressioni più estreme delle nostre potenzialità fisiche, nonché luogo di relazione tra uomo e mondo animale. Lo spazio che nel futur o verrà dato al circo sarà uno spazio dato alla storia, alla cultura, alla creatività, alla natura. Un messaggio che intendo rivolgere soprattutto alle istituzioni italiane e comunitarie affinché tutelino oggi e negli anni a venire tale forma d’arte. E la tutela non può prescindere da un chiaro quadro normativo che regolamenti in modalità uniforme in Europa tale espressione artistica. Una lacuna da troppo tempo denunciata dai massimi esponenti del mondo circense, e da troppo tempo in attesa di risposta e di soluzioni concrete. Il nostro Festival, attraverso la sua direzione apicale, sta coinvolgendo i nostri rappresentanti in Europa affinché si dia sostanza ad un’iniziativa parlamentare che sfoci in una Direttiva Europea dove siano chiariti tutti i punti sensibili dell’attività circense: la pubblicità e lo scambio culturale, la tutela degli animali, la loro stabulazione ed i trasferimenti, i trasporti e l’occupazione delle piazze, le tutele regionali. Un segnale di attenzione culturale a livello europeo, significativo per tutti.

SPICY CIRCUS www.spicycircus.com

intervista a Andréanne Quintal fondatrice della compagnia Ho visto il primo Cirque du Soleil quando avevo 4 anni e ho capito che volevo fare questo nella mia vita. Praticavo già la ginnastica, seguendo le orme di mia sorella. Mi sono allenata e ho gareggiato per 7 anni, fino a quando in allenamento mi sono rotta il braccio. Tagliata fuori dalle gare mi accorsi che nella stessa palestra c’era un trampolino e decisi di provarlo, perchè sembrava molto più figo! Dopo 10 anni di competizioni col trampolino, e avendo terminato gli studi alle superiori, sono entrata nella National Circus School of Montreal. Lì ho trascorso due anni a lavorare su un numero al trampolino. Dopo di che ho creato Catwall, la mia prima compagnia, e la prima struttura di wall trampolin che si potesse portare in tour. Tutto inizio lì, e a ruota il Cirque du Soleil, Cirque Eloize e tante altre compagnie cominciarono a chiederci il wall trampoline. Alcuni anni fa ebbi l’opportunità di viaggiare in Europa con un nuovo numero di trampowall. Vincemmo 4 premi a Monte Carlo e subito dopo fondai la mia compagnia Spicy Circus, che attualmente lavora principalmente in Europa (io stessa risiedo a Zurigo) ed è formato in maggioranza da donne.

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Il Circo Contemporaneo non è stata una scelta, sono cresciuta in questo ambiente ed è il circo che ho conosciuto fin dai primi corsi. Per me è un modo naturale di creazione, mi piace raccontarmi attraverso i miei numeri, ed è quello che sto facendo. Ho imparato tanto alla National Circus School di Montreal, danza, recitazione, altre discipline, ma il trampowall l’ho imparato nella palestra di ginnastica dove mi allenavo con i miei amici. Ho sempre amato il trampolino, è davvero la mia passione; fare capriole in aria e confrontarsi con il rischio e la paura che genera la parete, quando sei a 4,5 metri altezza. Pratico trampowall da più di 10 anni, all’inizio era solo La Nouba del Cirque du Soleil che portava in scena un numero del genere, e noi siamo stai tra i primi a dedicarci da professionisti. Abbiamo creato un sacco di cose, tutto era nuovo al tempo e per anni sono stata una delle poche ragazze che osavano lanciarsi dall’alto. Ora questa disciplina sta acquisendo notorietà e sono sempre di più le ragazze che diventano


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brave. È entusiasmante vedere la direzione che tutto questo sta prendendo. Questa ricerca è partita dallo sport, ma sono sempre di più le persone che vengono dal free running e si avvicinano al trampowall, e si parla già di creare gare di trampowall… ma è una disciplina difficile da giudicare ai punti. La tecnica deve essere buona, ma noi stiamo facendo trampowall per intrattenere ed entusiasmare il pubblico. Investiamo tanto tempo nella ricerca di nuove figure, nove combinazioni, e personalmente sono molto ispirata dagli artisti del burlesque. Mi sforzo di mettere in risalto le figure femminili, e quello al Golden Circus è il primo numero dove le donne sono in maggioranza e mostrano un alto livello acrobatico. Eleganza, potenza e un pizzico di erotismo con humor! Ma i nostri numeri sono in continua evoluzione. Appena abbiamo nuovi trick o combinazioni li inseriamo nello spettacolo. È importante cambiare sempre un po’ la routine, ti aiuta ad essere più vigile durante l’esecuzione. L’idea originale del numero è mia, insieme alla musica, il costume e alla storia, e con il team abbiamo lavorato insieme alla sua migliore messa in scena. Tutti mettono un po’ di se stessi. Io amo il ritmo della vita, viaggiare, essere in creazione tutto il tempo, migliorare continuamente, lavorare con persone appassionate, sia quelle del nostro gruppo, sia quelle incontrate in tutto il mondo, perché credo che la diversità culturale sia la cosa più interessante. Vorrei poter creare un numero con ancora più donne, spingere Spicy Circus verso altre discipline, continuare a saltare e divertirsi lavorando!! j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 6 m a r z o 2015

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CIRCUMNAVIGANDO FESTIVAL 26 dicembre / 6 gennaio, Genova www.sarabanda-associazione.it

intervista di A.R. a Boris Vecchio direttore artistico

foto di Marco Pezzati

In che misura Circumnavigando festival si inserisce nel panorama italiano ed internazionale? Circumnavigando Festival nasce nel 2001, è stato uno dei primi festival sul territorio nazionale a lavorare sulla multidisciplinarietà, sull’innovazione del Circo, sulle commistioni del Teatro di Strada e nella sperimentazione di adattare spettacoli in spazi urbani e in Palazzi storici e museali, oltre ad allestire un tendone da Circo sotto cui sono passati artisti di caratura nazionale e internazionale. Circumnavigando Festival desidera contribuire a ottimizzare il valore delle manifestazioni culturali in Italia ed essere parte attiva nei tavoli culturali internazionali, proponendoci come terreno di confronto sia per realtà artistiche nazionali sia per quelle internazionali. Siamo partner della piattaforma europea CircusNext, un‘occasione per incentivare l’interazione con realtà mondiali e nuove possibilità di lavoro e scambio. Mi preme particolarmente sottolineare quanto una realtà come un Festival possa contribuire al passaggio nel mondo del lavoro. Ritengo che un festival debba essere uno spazio dove gli artisti possano vivere un’esperienza professionale tout court. Lavorare nel mondo dello spettacolo significa esercitare una professione, confrontarsi con un pubblico attento e preparato, con addetti al lavoro che contribuiscono alla valorizzazione dello spettacolo da un punto di vista tecnico, organizzativo e promozionale.

In che modo la programmazione del festival ha favorito la diffusione della cultura del circo contemporaneo sul territorio? Da quindici anni Circumnavigando Festival, ha sempre lavorato a una programmazione che viene proposta in differenti location. Portare il Circo Contemporaneo nelle piazze o in luoghi insoliti, riteniamo sia la forma più diretta e incisiva per far conoscere la moltitudine di aspetti di questa disciplina. Sensibilizzare il pubblico e le istituzioni portando all’esterno gli spettacoli, è un passo fondamentale per la diffusione della cultura in città, si abbattono così barriere sociali (anche grazie all’accesso gratuito a tutti agli spettacoli), ma anche pregiudizi di genere. Da alcuni anni l’Ass. Sarabanda lavora durante il Festival con altre realtà culturali cittadine, realizzando spettacoli nei teatri, creando sinergie promozionali con realtà turistiche, azioni che intensificano il sistema di rete culturale e permettono la fruizione dell’informazione in tutte le arterie cittadine. La diffusione avviene anche grazie al gran lavoro di comunicazione che ogni anno viene svolto e che passa attraverso i molteplici canali, dai social network e alla rete virtuale collegata, sino a curare nel dettaglio il materiale cartaceo che viene diffuso capillarmente in città e fuori dai confini regionali e nazionali.

Quali altri progetti sostenibili sul territorio sono nati grazie al festival? L’Ass. Sarabanda nel corso delle edizioni precedenti ha testato numerose aperture in numerosi territori, sia a livello cittadino (realizzando spettacoli in zone non centrali della città, in collaborazione con i Municipi di riferimento) sia a livello regionale (con i Comuni di Rapallo e Savona). Tra i diversi progetti che sono nati in maniera collaterale e dall’ispirazione di Circumnavigando Festival sicuramente Circoscienza®. Dal 2004, in collaborazione con il Festival della Scienza di Genova, questo evento realizza attività e conferenze di carattere scientifico affiancate da performance artistiche nate per spiegare le leggi della fisica ed i relativi sviluppi che permettono al corpo umano superbe acrobazie. Poi dal 2014 abbiamo varato Circoimparando, apprezzati laboratori di Circo e tra i progetti vincitori del bando per interventi di carattere sociale e culturali nel Sestiere della Maddalena, indetto dal Comune di Genova e Compagnia di San Paolo. Altri progetti satellite sono i nuovi eventi che vengono realizzati nel periodo estivo, come dal 2012 FESTeatrodistrada a Villa Bombrini, in un’area p ost industriale di Genova Cornigliano, e dal 2013 AAA Area Accesso Artisti al Porto Antico a Genova, per i quali stiamo studiando possibili evoluzioni, affinchè possa diventare un po’ l’area fringe estiva di Circumnavigando.

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Quali estetiche vengono proposte da Circumnavigando? Circumnavigando ama proporre un’estetica del circo contemporaneo che non privilegia né le ultime tendenze né confini troppo circoscritti all’evoluzione di questa disciplina. Personalmente vengo catturato da spettacoli che non trascurano l’elemento poetico e ironico, mi piace il lavoro teatrale che può svilupparsi in spettacoli prettamente acrobatici e le diverse contaminazioni che nascono attraverso il confronto con linguaggi differenti. Amo i contrasti, ma non necessariamente le rotture, mi riferisco anche al circo tradizionale, che è un patrimonio storico culturale Quale pensi sia stato da non dimenticare. Spettacoli il tuo contributo personale che in qualche modo strizzano allo sviluppo del circo l’occhio al tradizionale, a mio contemporaneo in Italia? avviso possono diventare una Ho sempre cercato di alicontrotendenza interessante nel mondo del circo attuale, elemenmentare la mia curiosità to che potrebbe arricchire il dialoverso tutte quelle forme di go sull’estetica del circo contemespressioni creative non poraneo e ulteriori sviluppi futuri. catalogabili in una sola disciplina o settore. È un lavoro che svolgo da trent’anni e forse non mi sono mai messo in un angolo a guardare con “occhio esterno” che tipo di contributo possa aver generato, ma piuttosto ho sempre sentito di stare dentro alla corrente, cercando contaminazioni e cercando di essere cont aminato. Il mio lavoro è basato spesso sull’improvvisazione, sull’ispirazione di testi, immagini, musiche e movimenti, oltre che da gesti e parole spesso interrotte e trasformate in suoni. Lavoro con artisti eclettici, amo congiungere linguaggi differenti e concentrarmi su nuove chiavi di lettura, questo mi ha portato a realizzare spettacoli di Teatro, Circo e Musica. Da organizzatore e direttore arti stico, cerco ispirazione in nuovi progetti come in spettacoli già rodati ma sempre affascinanti, poetici o divertenti. Mi piace presentare al pubblico differenti forme di teatro e circo, una scelta che sin’ora si è rivelata vincente. L’ottimo feedback che ricevo dal pubblico è un forte incentivo a stare sulla traiettoria della ricerca e programmare un festival senza un tema specifico, ma con una forte c aratteristica multidisciplinare. L’unica aspettativa è quella di poter instillare il gusto della curiosità ed eliminare il pregiudizio verso la libera espressione artistica.

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annuale e atteso festival di danza Equilibrio a Roma quest’anno ha avuto come temi la coppia e la comunità, che nelle parole del direttore artistico Sidi Larbi Cherkaoui sono gli elementi basilari di ogni essere umano: per essere più se stesso da un punto di vista sociale in un mondo che invece enfatizza l’essere uno contro l’altro, per riconnetterci con gli altri e con la nostra parte più profonda. Sempre caratterizzate da una prospettiva cosmopolita e da un attento occhio alla ricerca e all’innovazione, le scelte del coreografo belga quest’anno si sono rivolte all’Italia e al di Donatella Ruini Portogallo, al Belgio, all’Inghilterra, al Sudafrica, alla Spagna e alla Scozia. Dai punti di richiamo nel teatro-danza dell’avvincente DV8 7/26 febbraio 2015 - Roma Physical Theatre, sempre più rivolwww.auditorium.com to alla denuncia sociale e agli oscuri mondi sotterranei del nostro vivere occidentale, fino alla perfomance della acclamatissima Sylvie Guillem che con questo spettacolo romano darà il definitivo addio alle scene. Novità di quest’anno: l’incontro dal vivo con il coreografo del Nederlands Dans Theater Ji í Kylián, che ha incontrato il pubblico in veste di regista presentando un film e un cortometraggio da lui ideati e diretti, e una mostra di fotografie di danzatori in 3D che regala insolite suggestioni esaltando la fisicità e la forza dirompente e comunicativa del gesto danzato. La creazione del portoghese Helder Seabra When the Birds fly Low, the Wind Will Blow si muove in avanti e all’indietro nel tempo, suggerendoci che andare verso il passato ci può aiutare ad andare avanti nel vivere il presente, e mostrandoci amore, perdita, assenza di radici, speranza in una situazione scenica classica del teatro-danza. In una fumosa locanda allestita con tavoli e sedie spostati continuamente e in interazione attiva con i danzatori, si muovono quattro clienti dalla forte personalità e un più timido barista che nel corso della narrazione alterna il servire libri e il servire alcool, con conseguenze imprevedibili sugli estrosi personagne danzando su una piattaforma alta e inclinata con un buco al gi e sui movimenti coreografici. Supportati da una musica origicentro (creata dall’artista visivo Jim Hodges) da cui ripetutanale ed evocativa di atmosfere orientali eseguita dal vivo sulla mente escono e vengono inghiottiti i danzatori, in una atmosfescena, si susseguono originali passi a due anche con bicchieri, ra drammatica che ha avvolto tutta la durata dello spettacolo. Il sedie e oggetti, e movimenti coreografici che utilizzano differenti rombo iniziale e ininterrotto di una musica assordante vede stili, alternando danza contemporanea, tango, mimo, acrobazia e uscire dal buco forme nude e ripiegate su se stesse con lunghiscontorsionismo, assoli di parole e musica in una progressiva accesime parrucche bianche e senza volto, in una gestualità contorta lerazione di energia messa in campo dai giovani danzatori, ognue sofferta che a tratti evoca immagini della danza Butoh. Corpi no generoso nell’esprimere una sua precisa individualità, anche senza alcuna forma estetica e senza identità, quasi forme preumane, che alternano movimenti di gruppo e individuali prinei momenti di coreografia collettiva. mordiali e ossessivi, animaleschi, fino al progressivo e finale Lo Scottish Dance Theatre con Yama ha invece proposto la sfida apparire dei visi e di gesti più umani, di voci e suoni che divenfisica di esplorare mitologie e riti pagani e animisti del Giappo-

NUOVI EQUILIBRI PER UN NUOVO FUTURO

foto di G. Fantuzzi foto di John Hogg

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foto di Brian Hartley foto di Koen Broos

Equilibrio, Festival della Nuova Danza


foto di Nuno Santos

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tano progressivamente più ritmici e articolati. Europa e Sudafrica si sono incontati nella sensibilità e nelle riflessioni di Roberto Olivan e Gregory Maquoma in Lonely Together, titolo perfettamente a specchio del progetto coreografico che cerca - e trova - la possibilità di un dialogo seppur difficile e conflittuale tra due individualità, due razze e due culture. Mixer, computer, apparecchiature elettroniche e tecnico del suono in scena per tutta la durata dello spettacolo, scenografia minimalista ma curatissime le luci e le atmosfere, bianco e nero a contrastare il calore generato dai due diversissimi danzatori che mettono in scena l’anima e il loro sé più profondo. Il tema del contrasto sottende tutto: le due diverse gestualità che in alcuni momenti si accordano in dinamiche di armonia profonda e in altri si contrappongono in lotta, fuga, rifiuto, allontanamento, incapacità di comunicare, così come si alternano commozione ed emozioni più intense a momenti giocosi e di intelligente ironia. Il contrasto è anche tra una qualità di movimento civilizzato e una più primitiva, tra piccoli passi e ampi slanci, tra spasmi e contrazioni e leggerezza ed espansione, tra movimenti meccanici e movimenti lirici. Le differenze a volte vengono enfatizzate e a volte si armonizzano tra loro in un dialogo confuso che cerca una soluzione e una strada per comunicare. Appare e scompare il tema della solitudine e del ricordo, e si alternano assoli drammatici e momenti divertenti, parti parlate e cantate in un dialogo coreutico e culturale complesso che non nasconde le difficoltà di un incontro - ma che lo crede possibile se si sta in contatto con l’anima, luogo in cui tutto scompare ed appaiono i valori profondi di amicizia, amore, supporto. Attraverso la grande presenza scenica dei due danzatori ironia e forza si fanno strada tra incomprensioni e conflitti, trovando insieme a poco a poco il proprio cuore profondo nel vicendevole aiuto e nella solidarietà. La voce fuori campo dice: turn off the light and try to see, per non fermarsi alla superficie, per iniziare a vedere con altri occhi, per cercarla e volerla, questa soluzione. Forse questo é stato lo spettacolo che nella sua intrigante semplicità, intensità e poesia più degli altri ha risposto alla ricerca proposta dal direttore artistico Cherouaki di esplorare cosa c’é nella fondamenta di una società consapevole. E forse la risposta é ciò che viene detto nella scena finale dalla voce fuori campo: cercare e trovare insieme a place where we both can win, un luogo in cui entrambi possiamo vincere. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 6 m a r z o 2015

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no, “l’enfant prodige della magia”, giovane talento dell’illusionismo internazionale con l’impossibile tra le mani; Luca&Tino, artisti esilaranti e stralunati, definiti dal prestigioso quotidiano francese Le Figaro i “Laurel e Hardy italiani”; Francesco Scimemi, illusionista comico tanto geniale quanto imprevedibile, Kevin Michael Moore, fantomatico alter ego del protagonista. Filo conduttore è l’illusionismo, che Arturo interpreta in chiave contemporanea: un sorprendente viaggio nella fantasia in cui il grande artista, come un cicerone, condurrà il pubblico per mano.

Al Teatro Olimpico la dodicesima edizione di Supermagic - Festival Internazionale della Magia dal titolo “Meraviglia” ha portato come ogni anno a Roma alcuni tra i migliori illusionisti del mondo: il prestigiatore americano esperto nell’arte della manipolazione e delle colombe Joseph Gabriel, l’illusionista italiano dai toni dark Ottavio Belli, l’esperto nella manipolazione di ventagli Po Cheng Lai, gli artisti delle ombre cinesi Carlo Truzzi e Simona, il tecnologico illusionista americano Tony Chapek, l’innovativo illusionista francese Enzo Weyne, l’esperto di close up Luca D’Agostini e come ogni anno l’ideatore Remo Pannain. A fare da filo conduttore dello spettacolo l’attore e fantasista Sergio Bustric, creatore di momenti magici ricchi di intensità poetica, comicità e illusione.

Dopo l’incredibile successo di L’Uomo dai Mille Volti e di Ciak si gira e il trionfo in Canada e Francia di Comedy Majik Cho, il “ciuffo più famoso d’Italia” è ritornato con i suoi amici in tour nei teatri italiani, con uno straordinario e imprevedibile varietà magico di illusionismo contemporaneo: Brachetti che sorpresa! Insieme a lui Luca Bo-

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AI CONFINI DELL’ILLUSIONE www.teatrofantastico.com

a cura di Giorgio Enea foto di Daniel-Michelon e Lorenzo d’Amelio - Magiadigitale.com L’arte della misdirection, nelle sue variegate espressioni artistiche, costella le programmazioni di molti teatri italiani, che ospitano con successo spettacoli di illusionisti, prestigiatori, trasformisti e nuovelle magie. Segnaliamo in questa veloce panoramica i diversi appuntamenti della stagione in corso

do l’immagine e adattandola ai gusti del pubblico contemporaneo. Manipolazione, magia comica, cartomagia, illusionismo, trasformismo sono alcuni dei generi di magia proposti. Gli artisti, giovani talenti e professionisti dell’arte magica, sono presentati al pubblico come personaggi con caratteristiche ben definite: il mago classico Dario Galati, il baro Danilo Proietti, il seduttore Andrea Sestieri, gli inventori Andrea Romanzi e Cristina Madaio, il campione Daniele Lepantini, i folli Max Vellucci e Fulvio Maura e l’indagatore del mistero Francesco Addeo. Proseguono inoltre le tournée in Italia e all’estero dei maggiori artisti italiani: gli illusionisti Alberto Giorgi e Laura, il mentalista Francesco Tesei, l’illusionista Gaetano Triggiano, il bubble artist Marco Zoppi.

Al Teatro Vittoria Il Vittoria delle Meraviglie, la nuova stagione di family show ideata da Teatro Fantastico, ha presentato tra i tanti spettacoli alcune tra le migliori espressioni del teatro magico italiano: l’attore, mimo, fantasista e poeta della meraviglia Bustric in “La meravigliosa arte dell’inganno”, gli straordinari illusionisti Alberto Giorgi e Laura in “Incantesimo” l’eccentrica coppia di fantasisti Disguido in “Io Opera Illusion” e “AntaAnta PeroPero” e il giovane illusionista di talento Magic Dorian in “La Stanza Magica”. Sempre al Teatro Vittoria di Roma arriva a fine marzo Gang of Magic, spettacolo – laboratorio da 4 anni residente al Teatro Alba, vera e propria fucina di giovani talenti della magia italiana. La Gang of Magic ripropone lo spettacolo di varietà di inizio ‘900, rinnovan-


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Al Teatro Astra di Torino dall’8 all’11 maggio arriva il Cabaret Magique della compagnia 14:20 fondata nel 2000 da Clément Debailleul e Raphael Navarro. La compagnia è una tra le principali promotrici di un nuovo movimento, nato all’interno della scena francese: la nouvelle magie, disciplina che incrocia e mescola diverse pratiche artistiche già esistenti quali danza, teatro, circo, burattini, cucina, moda, arte digitale. In Cabaret Magique creano un viaggio irreale fatto di trucchi con le carte, teatro d’ombre e oggetti mostruosi grazie alla collaborazione di due artisti di fama internazionale, Etienne Saglio e Yann Frisch, campione mondiale al FISM del 2012.

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Continua la presenza all’estero dell’escapologo italiano Andrew Basso nella mega produzione The Illusionists – Witness the Impossible, che vede riuniti 7 tra i migliori prestigiatori del mondo. Oltre a lui: Dan Sperry, The Anti- Conjuror, illusionista dai toni forti, Aaron Crow – The Warrior, specializzato nella magia con le armi, Adam Trent – The Futurist, esperto nell’uso della tecnologia, Kevin James – The inventor, una sorta di scienziato – stregone contemporaneo, Jeff Hobson – The Trickster, mago brillante che unisce magia e comicità e Yu Ho-Jin – The Manipulator, esperto di manipolazione e recente vincitore del primo premio al campionato mondiale Fism.

Per i professionisti e appassionati di illusionismo è in arrivo l’evento più atteso di sempre. Dal 6 all’11 luglio 2015 il Palacongressi di Rimini ospiterà il FISM 2015 ovvero il Campionato Mondiale di Magia, evento triennale organizzato dalla Fédération Internationale des Sociétés Magiques per la prima volta in Italia che vedrà sfidarsi i migliori prestigiatori del mondo. Per una settimana Rimini diventerà la capitale della magia: il congresso ospiterà infatti oltre al concorso molti leggendari maestri dell’arte magica che a daranno vita a conferenze, workshop, incontri e spettacoli di gala. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 6 m a r z o 2015

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XMILANO CLOWN FESTIVAL Festival Internazionale sul nuovo Clown e Teatro di strada 18-21 febbraio 2015 www.milanoclownfestival.it

Se a cura di la vita è come un “Moriss“ Circo, allora il Milano Maurizio Accattato Clown Festival (MCF) impersodirettore artistico na il clown nello spettacolo quotidiano di tutti noi: al momento giusto fa il suo ingresso in pista per coprire i ‘buchi di scena’, per riportare il sorriso dove non c’è, per coprire i vuoti tra i nudicevano sempre meri delle nostre vite. E Moriss, alla che era meglio se faguida del festival insieme ai PIC del cevo l’attore, perchè Pronto Intervento Clown, ci raccona Milano fare il clown ta il percorso che lo ha portato a era difficile. Da buon telanciare ogni anno al MCF stardo finivo per discutenuove provocazioni re sempre e lo stesso Dario d’amore. Fo (ho fatto parte della Com-

MORISS È alla Rassegna Internazionale Clown del Teatro Fontana, tra il 1983 e il 2002, che ho conosciuto tutti i grandi clown, da Bustric a Dimitri, ed è forse con Jango Edwards che mi sono innamorato del clown. Quando ho cominciato ad esibirmi in strada venivo dal teatro, dal Leoncavallo e dalla cultura punk (e per me tutti i punk dovevano essere dei clown!). Non volevo esibirmi come artista di circo, né partecipare agli spettacoli televisivi, di fronte ad un pubblico che desiderava solo farsi quattro risate; volevo relazionarmi con persone che avessero bisogno di cambiare. Ma mi

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pagnia Fo-Rame per diversi anni) a volte non mi sopportava. Così nell’89 ho scelto: ho fondato la mia Scuola all’interno del Teatro Sala Fontana e con i miei allievi, da subito, ho capito che volevo essere un clown al servizio della gente che ha bisogno. Quando entravo in ospedale mi dicevano: “faccia il clown ma non mi tocchi”, io invece volevo entrare nella sfera personale dei degenti, soprattutto dei bambini che te lo chiedono apertamente. Nel 2000 sono andato in Senegal con una Onlus, per un progetto che prevedeva di creare uno spettacolo con attori del posto e portarlo a Milano. Ma lì mi sono appassionato a tutti i bambini, i ragazzi, la gente del

foto di Gabriele Zucca e Simona Boccedi photografo.it

luogo… e ho creato una scuola di circo di quartiere. Da buon testardo li ho praticamente costretti a imparare la giocoleria, i trampoli, a costruirsi gli attrezzi, e alla fine tutto il quartiere passava in qualche modo dalla scuola e imparava qualcosa. Un’esperienza indimenticabile. Poi il destino mi ha portato nel quartiere Isola dove ho spostato la mia Scuola, e dove finalmente, in un’atmosfera davvero unica, il MCF è nato.

IL MCF Quando siamo arrivati non esistevano tutti quei grattacieli: l’Isola era lo storico quartiere covo di ladri e centri sociali. Montavamo il tendone nell’unico spazio verde disponibile e condividevamo gli spazi

culturali di allora. Poi sono sorti i grattacieli, e ora il festival convive con loro, al punto che oggi il nostro Circo Bussa - lo chapiteau più piccolo, luogo di incontro tra artisti e pubblico a fine spettacoli - viene montato sul cavalcavia vicino ai grattacieli, e nel progetto di riqualificazione è già previsto uno spazio per ospitarlo! Con gli anni la gente del quartiere si è appassionata al MCF e oggi partecipa con entusiasmo sin dalla fasi di preparazione e di decorazione delle strade. È


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ormai un pubblico preparato, che assegna il premio della giuria popolare con competenza, che spesso arriva da lontano, non si fa scoraggiare dal cattivo tempo, e regala sempre al MCF il “tutto esaurito”. Qui la gente per seguire gli spettacoli deve muoversi da una location all’altra, e questo muoversi rompe le barriere e facilita gli incontri e la solidarietà. Sono tutti contenti di condividere gli spettacoli, da un teatro a uno chapiteau, da una strada a un bar, al caldo o al freddo, e la condivisione in questa atmosfera gioiosa è una delle ragioni del successo del MCF, che è stato anche premiato come l’evento internazionale più importante della stagione invernale a Milano: incredibile, per un evento di clown! Quando abbiamo cominciato a collaborare nel 2012 con il Carnevale di Venezia, il Comune di Milano ci ha chiesto di portare le compagnie anche in centro, affinchè il Carnevale Ambrosiano non fosse solo un carnevale di carri e mascherine. Così dal nostro intimo quartiere è cominciato un percorso di diffusione a macchia d’olio verso tante altre zone della città: da piazza Duomo a via Padova, fino alla periferia con oltre 21 luoghi di spettacolo in contemporanea. Stiamo rigenerando la tradizione degli anni ‘80, quando Milano era la capitale della cultura e a Carnevale piazza Duomo ospitava nomi come La Fura del Baus e Leo Bassi! Ora con l’Expo si aprono tante opportunità alle quali daremo il nostro contributo ospitando clown importanti dai vari paesi europei, in un progetto che vede coinvolti Russia, USA, Argentina, Repubblica Ceca, Polonia. Proprio dalla Polonia e dagli USA sono arrivate quest’anno due clownesse d’eccezione, Pina Polar e Iman Lizarazu, che hanno raccolto straordinario consenso. Quando hai artisti così, e al MCF ne arrivano tanti, è facile fare un festival di successo, e sono molte le persone che si ricordano di questi incontri folgoranti che gli hanno cambiato la vita. La X edizione del festival, segnato dal tema del NOI contrapposto all’IO odioso, ha voluto valorizzare tutte quelle figure che fanno grande l’arte del clown e hanno fatto si che la manifestazione diventasse un bene condiviso da un pubblico di oltre 20 mila persone. Tantissimi ‘Noi’ che si sono uniti ‘al Noi del festival e degli Artisti’, in un vero scambio umano e artistico che rappresenta una scommessa per il futuro. Se ospitare un Artista come Avner, per la prima volta a Milano, ha significato far conoscere al pubblico uno dei più grandi clown contemporanei, Parada con i Ragazzi di Bucarest hanno rappresentato la sincerità del clown, perché portano realmente in scena se stessi. Così come i russi OPS Theatre ci hanno regalato la dimensione dei classici greci, riproposti in chiave clownesca, e la leggerezza di Raymond Raymondson alle prese con trucchi scalcinati ci ha fatto fare un salto indietro nel surreale mondo della comicità prestata alla magia.

IL CLOWN Cosa è il clown, far ridere? no, è l’essenza della nostra anima. Il clown smette di recitare, ed è solo un’anima che si mette in mostra. Non ha la maschera, è una persona semplice che rappresenta il ‘sé bambino’: un idealista, un superman che fa quello che vuole fare! I grandi come Grock, Avner, Jango, Leo Bassi sono l’essenza assoluta del clown; non fanno quasi niente in scena, ma emanano energia positiva che regala gioia; è come se combattessero e vincessero il negativo, la morte. Benigni parlava di questo già tanti anni fa, di comici che erano molto vicini ai santi; non a caso S. Francesco è considerato il Giullare di Dio. Il clown ricuce le ferite della nostra infanzia; se da piccolo ti hanno insultato, creato dei complessi, da grande con un percorso sul tuo clown hai la possibilità di affrancarti da quei trascorsi. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 6 m a r z o 2015

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XMILANO CLOWN FESTIVAL IMAN LIZARAZU

foto di John Cornicell

www.imanlizarazu.com www.renegadejuggling.com

“Partecipare al MCF e vincere il Premio della Giuria, che mi permetterà di tornare qui nel 2015 con il mio spetttacolo “A Basquette Quese” è per me una grande ispirazione e opportunità. Mi esibisco e studio performing art da oltre 40 anni e ho capito che l‘eccellenza artistica è strettamente connessa con la capacità di relazionarsi con il pubblico. La clownerie per me è la capacità di fare sentire qualcosa al pubblico, di farlo unire a me in un viaggio per sperimentare una vasta gamma di emozioni. Essere un clown è anche creare l’ambiente perfetto sul palco e tra il pubblico, incorporando diverse discipline nel mio spettacolo, tra cui giocoleria, danza, mimo, recitazione e narrazione, il tutto senza pronunciare parola. È inoltre molto importante per un clown portare la gioia per la vita nelle persone non solo sul palco, ma anche nella vita di tutti i giorni, donando alla gente la capacità di ridere di se stessi nei momenti buffi o rocamboleschi della vita. La mia più grande influenza sono stati Julie Goell e Avner Eisenberg (Avner l’Eccentrico), miei maestri e mentori, nonché direttori del mio solo show Basquette Quese; li considero da 15 anni la mia famiglia. Allo stesso tempo la vita stessa, guardare, ascoltare, mettersi in relazione con la gente sono per me grandi fonti di ispirazione. Ma a volte ricevo ispirazione dalla musica, dagli amici, dalla famiglia, negli aeroporti, nei party: basta essere presente e aprire gli occhi e il cuore a ciò che è completamente inatteso. Mi piacciono molte cose nella vita, e in particolar modo gli incredibili pranzi con i miei amici e la famiglia. Degustare vini di tutto il mondo, lavorare nel mio giardino, fotografie e pittura, vivere in una formazione continua, lavorare con Clown senza Frontiere, creare nuovi oggetti di scena a Renegade Juggling nel nostro Renegade Design Lab, ascoltare musica classica ad un volume pazzesco, inondare di coriandoli i miei amici nella loro macchina, mangiare formaggio puzzolente, regalare gioia e risate alle persone… ci sono davvero tante cose da fare nella vita di un clown!!!” man Lizarazu è nata in un piccolo villaggio nella regione basca francese, dove la sua famiglia ha vissuto per oltre 800 anni e trascorre la sua infanzia tra la Francia e Mosca, dove suo padre anni a Cuba, contribuendo a realizzare la lavorava nel Balletto del Bolshoi. Il debutto prima scuola di circo sulla costa orientale sul palcoscenico arriva all’età di sei anni, indell’Africa a Nairobi, lavora ndo con Medici terpretando il topolino nello Schiaccianoci, e la passione per la danza classica la porta Senza Frontiere negli ospedali della Somaad acquisire una solida base in balletto e lia, esibendosi e insegnando ad Haiti e nelle prigioni di Stato della Califorinia. coreografia. In quegli anni Iman ha anche Iman è inoltre co-proprietaria e co-creatril’opportunità di frequentare la palestra del ce di Renegade Juggling, dove lei e il suo Circo di Mosca, e apprendere le arti circensi compagno Tom Renegade hanno ideato atda una tradizione gloriosa. Una formazione trezzi per la giocoleria da 25 anni. che continua da adolescente a Dresda, in GerAnche se una persona poliglotta, come mimo mania, dove affina le sue competenze di giocolieIman rimane silenziosa. Appassionata di clownerie ra presso la Scuola di Circo. Parallelamente negli dedica il suo tempo ed energie per esplorare e affinare studi segue matematica e fisica all’Università, laureandosi con una tesi in Astrofisica. il suo mestiere; studia con Marcel Marceau, e con i maestri Julie Goell e Avner l’Eccentrico. Dopo quattro decenni di formazione, e Iman si avvicina a Clown senza Frontiere fin dalla sua fondazione grazie a questo ricco bagaglio culturale e di esperienze, crea un suo nel 1993, e da allora si impegna in progetti umanitari senza sosta avvincente spettacolo di 75 minuti dal titolo accattivante “Basquetin tutto il mondo; nei campi profughi in Kosovo, Bosnia, negli orfate Quese”. natrofi di San Pietroburgo e della Georgia, come insegnante per tre foto di Gabriele Zucca photografo.it

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L intervista e traduzione a cura di Giulia Rabozzi e Daniele Giangreco

VLADIMIR OLSHANSKY

http://en.wikipedia.org/wiki/Vladimir_Olshansky

Sedici allievi. Un Maestro. Vladimir Olshansky. Lo incontro alla terza edizione della masterclass Il clown-attore / Alla scoperta della forza della creatività, all’interno del festival Di umanità, organizzato dal Centro Teatrale Umbro tra le meravigliose colline eugubine.

Vladimir Olshansky è un clown-attore che ha vinto numerosi premi e ha collaborato con Slava Polunin e il Cirque du Soleil, per poi scoprire la propria vocazione come clown ospedaliero. Nel 1988 Vladimir Olshansky scopre il lavoro di Michael Christensen, se ne appassiona e inizia una collaborazione che lo porta a diventare uno dei supervisori degli “Hospital clowns” del Columbia Presbyterian Hospital di New York. Anni dopo, nel 1996, insieme al fratello Yury e a Caterina Turi Bicocchi Vladimir fonda a Firenze Clown Aid, che nel 1999 diventerà Soccorso Clown.

Ho iniziato la mia carriera di clown in una scuola di circo a Mosca, anche se ho sempre desiderato essere un attore, ma la vita mi aveva riservato un’altra strada. È stata una cosa inaspettata, come l’approccio al processo creativo che continuo a diffondere. Amo comunque sempre il teatro e, dopo essermi diplomato alla scuola di arti circensi di Mosca, sono andato a lavorare al teatro statale Krasnoyarsk con uno dei migliori registi russi dell’epoca, Cama Ginkas. Dopo questa fantastica opportunità, sono ritornato alle mie radici circensi, alla pantomima in particolare. Mi considero un clown mimo, con notevoli influenze da Marcel Marceau e altri maestri del cinema muto. In seguito ho ottenuto un gran successo creando uno spettacolo basato sulla pantomima. Il mio repertorio è frutto del lavoro con diversi registi, come Jurij Gerzman, grande marionettista, e con professionisti di svariate discipline. Ritengo sia importante imparare dalle diverse arti, specialmente per un clown, che racchiude in sé un’ampia gamma di possibilità espressive. Ho

studiato il clown per anni, e per me non è stato un semplice divertimento, ma una vera e propria professione. Un mestiere, che richiede dedizione e sacrifici. Chi è il clown? Nessuno lo sa. È molto raro che qualcuno sappia definirlo e di solito la risposta è: “uno che rende le persone felici, che le fa ridere”. Ma perché? Cos’è questa professione, quale l’essenza di questo mestiere? Così ho iniziato a pensarci su e sono arrivato alla conclusione che la clownerie è un’arte performativa: una persona che vuole diventare clown deve perciò dapprima studiare l’arte dell’attore, sviluppare doti attoriali, perché il clown è prima di tutto un attore. Un attore comico, con un talento comico, perché senza questa combinazione il clown non esiste. Se una persona non ha il senso dello humor, potrà diventare un attore, ma non un clown. Dunque, è una scoperta, è una via, ma bisogna essere onesti: se trovi un dono, un talento in te, devi avere il coraggio di seguire il tuo destino; altrimenti sarebbe meglio per te cambiare idea. Oggi l’idea di diven-

tare clown è quasi una moda, molte persone pensano sia sufficiente un naso rosso, il trucco, e sei un clown! È un’idea sbagliata, è una maschera di Carnevale; ed è vero che a Carnevale ogni persona può diventare un’altra persona, ma ciò di cui stiamo parlando è una professione. Il mio obiettivo primario è liberare le persone, renderle libere dalle idee sbagliate, dai cliché, dalle tensioni, dalle paure, dalla paura del palco. La libertà è il primo passo, perché un mestiere non è lo scopo della vita. Lo scopo della propria vita dovrebbe essere più grande. Esistono tante cose più importanti per cui vale la pena vivere, come l’amore, le altre persone, la vita stessa. Personalmente ho scoperto che la priorità nella mia vita è dare agli altri, più che ricevere. E nel momento in cui ci rendiamo conto di questo, non siamo più così chiusi, ci sentiamo più liberi. Perciò insegno prima di tutto a sviluppare la nostra anima, la nostra spiritualità, la consapevolezza di noi stessi e di ciò che ci circonda: capire qual è lo scopo, il valore della nostra vita che ci rende liberi.

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i ri Giocol& Dintorni

FORMAZIONE PER OPERATORI DI CIRCO EDUCATIVO E CIRCO SOCIALE

Ass. Giocolieri e Dintorni organizza un programma formativo rivolto agli operatori di arti circensi, educatori ed insegnanti. Le formazioni permettono di acquisire un bagaglio di competenze, tecniche, pedagogiche e gestionali, per condurre e promuovere progetti di circo come mezzo educativo e sociale. Le proposte sono finalizzate alla professionalizzazione degli operatori di circo e si divideranno fra percorsi di base e percorsi di specializzazione. Il programma formativo è concepito e realizzato da AltroCirco, progetto per lo sviluppo e la promozione del circo sociale, e CircoSfera, progetto per la diffusione e l'innovazione del circo educativo. Maggiori dettagli su jugglingmagazine.it

Certaldo (FI), Stage di 2° livello (11/13 settembre 2015)

Le basi tecniche e pedagogiche delle arti circensi Stage introduttivo riservato a coloro che desiderano scoprire le discipline circensi come strumento educativo e svilupparne i metodi d’insegnamento nelle scuole, nelle palestre, nelle associazioni. Metodologia, didattica, preparazione e valutazione di una lezione; introduzione alle basi tecniche delle discipline circensi. Lo stage di 2° livello, che porterà un approfondimento metodologico, è riservato a coloro che hanno già frequentato il 1° livello, o in possesso dei requisiti di entrata.

Certaldo (FI) 14 / 18 settembre 2015

XIV Meeting Operatori di Circo Ludico-Educativo partner Teatro I Macelli, SIDE kunst-cirque, Comune di Certaldo Il Meeting, evento unico nel suo genere in Italia, è rivolto agli operatori del settore che insegnano arti circensi a bambini, ragazzi e adulti o a soggetti a rischio o in condizioni svantaggiate. Questo evento fornisce agli operatori l’occasione per un confronto / aggiornamento professionale e per un reciproco scambio a livello nazionale sulle metodologie e le tecniche acquisite. La formula prescelta vede il gruppo degli operatori partecipanti, provenienti da tutta Italia in rappresentanza di varie associazioni, concentrarsi per cinque giorni, su un intenso programma di interventi, workshop, laboratori con bambini, convegni, allenamento libero e spettacoli serali.

Pontedera, ottobre 2015 / aprile 2016

Formazione di formatori di circo sociale La Formazione di formatori di circo sociale è rivolta ad insegnanti di circo ed operatori del sociale. La formazione permette non solo di acquisire un bagaglio di competenze formative, pedagogiche e gestionali, per condurre e promuovere progetti di circo come mezzo educativo e sociale, ma anche di sviluppare una consapevolezza adeguata rispetto al contesto in cui si interviene e alla specificità delle diverse utenze. La formazione offrirà opportunità di lavoro sia in ambito circense, sia di promozione sociale. Durata: 150 ore, distribuite su moduli di 5 e di 2 giorni. Il programma formativo è concepito e realizzato da AltroCirco, progetto per lo sviluppo e la promozione del circo sociale in Italia, in collaborazione con altri partner del settore.

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REGISTRO NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO LUDICO EDUCATIVO Il Registro nasce con l’intento di fornire informazioni sul lavoro delle scuole, promuovere e facilitare le collaborazioni, gettare le premesse per un riconoscimento del settore e la creazione di un network nazionale. Le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.jugglingmagazine.it

Piemonte Arcobaleno via delle Fontane 60, 13011 Borgosesia (VC) Ilaria Sitzia 348 8123417 www.sportarcobaleno.it

Lombardia

Trentino Alto Adige

Friuli Venenzia Giulia Veneto Liguria Emilia Romagna Toscana

Marche Umbria Lazio Campania Basilicata Puglia Sicilia Sardegna

Chapitombolo via Baldichieri 18, 14013 Monale (AT) Olivia Ferraris 0141 1856269 www.chapitombolo.it Circo Clap via Don Giovanni Minzoni 17, 28041 Arona (NO) Pasquale di Palma 328 8891533 www.circoclap.it Dimidimitri via Sforzesca 2, 28100 Novara Marco Migliavacca 333 1866430 www.dimidimitri.com Flic Scuola di Circo via Magenta 11, 10128 Torino Dario Sant’Unione 338 8394275 www.flicscuolacirco.it Fuma che n’duma via dei Salici 16, 12035 Racconigi (CN) Giuseppe Porcu 333 2742858 bimbocirco.wordpress.com Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Macramè Strada dei Sent 16, 12084 Mondovì (CN) Marco Donda 347 8251804 www.scuoledicircomacrame.blogspot.it Sportica via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 340 4644248 www.sportica.it Squilibria via G. di Barolo 5, 10124 Torino (TO) Francesca Casaccia 334 3012576 www.squilibria.it Teatrazione via Rismondo 39/f, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com Vertigimn via Mottalciata 7, 10154 Torino Fabrizio Fanizzi 338 4189800 www.vertigimn.it Ambaradan via Gaetano Donizetti 16, 24020 Torre Boldone (BG) Lorenzo Baronchelli 339 5695570 www.ambaradan.org Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.cascinacampi.it/campacavallo Circo Verticale via IV Novembre 77, 25068 Sarezzo Matteo Mazzini 393 9703004 www.lavalledeisogni.com Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Meriadoc Monteverdi 339 1834889 giocolarte.wordpress.com Hops via Lanzi 51, 20872 Cornate (MB) Sara Papadato 348 0069417 hops.ads@gmail.com Impronte Creative Via delle Querce 125, 21013 Gallarate (VA) Luana Facchetti 347 2785195 www.circolamento.it Juggling Lab via della Querce 125, 21013 Gallarate (VA) Luana Facchetti 347 2785195 www.wix.com/improntecreative/gallarate Officine del Sole via Jerago 24 21010 Besnate VA Cristina Laudi 340 9292556 www.officinedelsole.net Quattrox4 ASdc via Privata Pericle 16 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 quattrox4.com Scuola di Arti Circensi e Teatrali via Sebenico 21, 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 www.maurizioaccattato.org Spazio Bizzarro via del Portone 6, 23887 Olgiate Molgora (LC) Nicola Bruni 333 1903879 www.spaziobizzarro.com Spaziocirco via Carrobbio 6, 20093 Cologno Monzese (MI) Sonia Belotti 338 7813115 www.spaziocirco.it Spazio Circo Bergamo via Gaetano Scirea 11, 24060 Telgate (BG) Manlio Casali 393 0082506 www.spaziocircobergamo.it Teatro Circo Puzzle Str. Padana Superiore 28, 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) Silvia Vetralla 348 7461009 www.puzzleasd.com Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana (BZ) Reinhard Demetz 0473 239564 www.animativa.org Arteviva via Bari 73/5, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 associazione.arteviva@virgiliio.it Bolla di Sapone via S. Antonio 20, 38100 Trento Tommaso Brunelli 348 8852925 www.bolladisaponetrento.it Oppetelà via Paganini 14, 38068 Rovereto (TN) Anna Cavarzan 338 8330532 oppetela.wordpress.com Circo all’inCirca via Piemonte 84/8 - località Padernò, Udine Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it Skiribiz via Marinelli 6, 33033 Codroipo Marco Grillo 340 8304849 www.skiribiz.com Ludica Circo c/o Hermete onlus v.le Verona 107, 37100 Fumane (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.hermete.it Circo in Valigia via San Lorenzo 15 36030 Caltrano (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 349 1632427 http://circoinvaligia.weebly.com Facciamo Circo via Segalara 5, 19038 Sarzana (SP) Alina Lombardo 339 5878441 www.facciamocirco.it A testa in giù Compagnia Via Tolara di Sopra 90 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Nando e Maila 3286493203 www.nandoemaila.it Circolarmente via Mantova 4/b, 43100 Parma Albert Horvath 347 3131604 www.circolarmente.it Microcirco viale Colombo 18, 47042 Cesenatico (FC) Carla Acquarone 337 266505 www.microcirco.it En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Julien Morot 380 7560377 www.enpiste.it Mantica Scuola di Circo via del Terminillo 20, 58100 Grosseto Ilaria Signori 328 9089250 www.compagniamantica.it Circo Tascabile via Belgio 12, 50126 Firenze Lapo Botteri 348 9241326 www.circotascabile.it Circo Libre via Sambre 32, 50014 Fiesole (FI) Raffaella Fileni 388 7439717 www.circolibre.it Antitesi Scuola di Circo Trick via Don Mazzolari 25, 56025 Pontedera (PI) Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Chez Nous, …Le Cirque! via di Lupo Parra 151, 56023 S. Prospero, Cascina (PI) Cristiano Masi 339 3212486 www.museodelcirco.it A.I.T. La Casella strada Valacchio Casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 0577 314323 www.lacasellacavalgiocare.it Circo Sbarbacipolle Loc. Chiassa Superiore 296, 52100 Arezzo Simona Serafini 339 3840294 www.associazioneorsobaloo.it Circo Teatro Oblì Shalà c/o Teatro Verdi, 53036 Poggibonsi (SI) Viola Rosa Giamagli 333 6752130 www.timbreteatroverdi.it Le Cavallette via Fortunato Garzelli 11, 57128 Livorno (LI) Silvia Poggianti 347 5138729 www.circocavallette.wix.com/lecavallette A.S.D. Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 www.circoliberatutti.it Circo Libre via Sambre 32, 50014 Fiesole (FI) Raffaella Fileni 388 7439717 www.circolibre.it La Valigia delle Meraviglie Via R. Sassi 6, 60044 Fabriano (AN) Maria Pia Santoro 340 2380553 www.lavaligiadellemeraviglie.com Circoplà P.zza Nenni 8, 60030 Serra de Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 www.circopla.it Visionaria via Maestri del Lavoro, Teatro Panettone, Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 www.visionaria.org Circo Instabile via Birago 4, 06124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 www.circoinstabile.it Sul Filo e Dintorni Località Padella 37, 05018 Orvieto Soledad Prieto 389 4318892 www.lastronauta.com Rataplan via dell’Artigianato 15 06083 Bastia Umbra (PG) Laura Ugolini 075 7980672 www.teatrodistradapnt.it Circus Bosch piazza San Pancrazio, 7 00152 Roma Valeria Zurlo 333 6888554 www.circusbosch.com SIACC via Giorgio Perlasca 71, 00155 Roma Paolo Pristipino 06 21808595 www.scuolanazionaledicirco.com Vola Voilà via Senocrate snc (Axa-Palocco), 00125 Roma Anna Paola Lorenzi 342 5451353 www.volavoila.it MuVi via San Filippo 10, 80122 Napoli Kio 349 9169706 FB MuVi Il Girotondo Recinto Cappuccini 6, 75100 Matera Nicola Scoditti 339 2464721 www.scuoladicircoilgirotondo.it Circo Laboratorio Nomade via Serracavallo snc 74012 Crispiano (TA) Monia Pavone 329 3909909 myspace.com\circolaboratorionomade Un Clown per Amico / Circo Botero strada Modugno Carbonaro 4/8, 70123 Bari Michele Diana 348 0535875 www.unclownperamico.com Il Giglio c/da Baronia Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281313 www.ilgiglio.org Circ'Opificio via Lanza di Scalea 960, 90100 Palermo Marika Riggio 340 3928905 www.circopificio.it Terra del Vento S.S 125 Km 18, Quartucciu (CA) Luca Gasole 340 2684914 www.emoyeni.it j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 6 m a r z o 2015

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REGISTRO NAZIONALE PROGETTI DI CIRCO SOCIALE Il Registro nasce con l’intento di fornire informazioni sul lavoro delle associazioni, promuovere e facilitare le collaborazioni, gettare le premesse per un riconoscimento del settore e la creazione di un network nazionale. Le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.jugglingmagazine.it

Piemonte Fondazione Uniti per Crescere Insieme Via Pacchiotti 79, 10146 Torino Sara Sibona 011 19836531www.unitipercrescereinsieme.it Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Teatrazione via Rismondo 39/f, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com Fuma che n’duma via XX Settembre 30, 10022 Carmagnola (TO) Giuseppe Porcu 333 2742858 www.bimbocirco.wordpress.com Lombardia Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Bruna Ventura 349 1470123 www.giocolarte.wordpress.com Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.campacavallo.com Ambaradan via Gaetano Donizetti 16, 24020 Torre Boldone (BG) Lorenzo Baronchelli 339 5695570 www.ambaradan.org Quattrox4 via Privata Pericle 16, 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 quattrox4.com Spazio Bizzarro via del Portone 6, 23887 Olgiate Molgora (LC) Nicola Bruni 333 1903879 www.spaziobizzarro.com Friuli Venezia Giulia Skiribiz via Marinelli 6, 33033 Codroipo (UD) Marco Grillo 340 8304849 www.skiribiz.com Circo all’inCirca via Piemonte 84/8, località Padernò, Udine Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it

IL CIRCO SOCIALE COME ARTE PER IL CAMBIAMENTO SOCIALE promozione dell’inclusione, della partecipazione e della democrazia culturale www.jugglingmagazine.it > Altro Circo fonte: Studying Social Circusdi Jennifer Beth Spiegel, Concordia University, Montréal, Canada editing e traduzione a cura di Ilaria Bessone Il progetto di ricerca quinquennale “Arte per il cambiamento sociale: una partnership per insegnamento, valutazione e capacity-building - ASC” (http://art-for-social-change.ca/), lanciato nell’autunno del 2013, coinvolge quasi 40 ricercatori e praticanti in tutto il Canada. Tra i diversi casi analizzati, vi è anche il circo sociale in Quebec. Il mio ruolo era quello di svolgere uno studio di campo per esplorare come, fino a che punto e a quali condizioni i programmi di circo sociale sono in grado di promuovere l’inclusione e l’integrazione sociale secondo modalità che rispecchino i principi della democrazia culturale. Questo concetto fa riferimento allo sviluppo di ciò che Guattari chiama “soggettività sociali” e “collettività”, rimandando ad una visione dello sviluppo umano e sociale incentrata sullo stimolo e il coinvolgimento diretto dei partecipanti, sull’interazione sociale. Il circo sociale come arte per il cambiamento sociale Esistono molte definizioni dell’arte “per il cambiamento sociale”. Nel circo sociale in Quebec si tratta solitamente di forme performative d’arte create da gruppi sotto la guida di un artista che funge da facilitatore o catalizzatore. Il circo sociale si basa infatti sulla creatività e la ludicità come strumenti per esplorare le capacità individuali e collettive, per superare le paure e le barriere quotidiane. Non a caso vengono spesso impiegate tecniche del Teatro dell’Oppresso di Augusto Boal, che negli anni ’70 sostenne la dif-

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fusione dell’arte come strumento di emancipazione delle popolazioni più svantaggiate e emarginate dalla rapida modernizzazione sociale, a complemento delle campagne di alfabetizzazione scritta e verbale. Ai tempi di Boal le arti circensi, e in particolare il “nuovo circo”, erano ancora sconosciute e poco diffuse, e solo recentemente le modalità in cui il circo sociale aiuta le persone a conoscersi e comunicare sono diventate oggetto di ricerca e diffusione. Inclusione sociale e democrazia culturale come obiettivi del circo sociale Essere inclusi non significa solo essere accettati, ma essere apprezzati per le qualità, le abilità e i valori che ognuno possiede; appartenere e contribuire, essere cittadini a pieno titolo, avere diritti e doveri. Con inclusione sociale si intende cioè una relazione dialogica in cui programmi e processi non mirano semplicemente a integrare gli individui in strutture sociali più ampie, ma a valorizzare chi viene emarginato per ciò che è, inclusi i tratti da cui l’etichetta di “deviante” ha origine. Inoltre, questa definizione di inclusione riconosce il potenziale di trasformazione della propria vita dei soggetti emarginati o svantaggiati. Il circo sociale permette l’integrazione e l’impegno sociale senza sacrificare la singolarità di ciascuno, basandosi sull’idea che la marginalità possa arricchire il tessuto sociale, cercando di insegnare un linguaggio nel rispetto della cultura dei soggetti coinvol-


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Veneto Ancis Aureliano Onlus via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) www.dottorclownitalia.org Emilia Romagna Toscana

Lazio Campania Puglia

Circo in Valigia via San Lorenzo 15 36030 Caltrano (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 349 1632427 http://circoinvaligia.weebly.com Ludica Circo viale Verona 107, 37100 Fumane (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.hermete.it Circostrass via Gilioli 48, 41012 Carpi (Modena) Cosetta Bottoni 347 1718894 www.circostrass.it Antitesi via Guidiccioni 6b, loc. La Fontina, Pisa Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 www.circoliberatutti.it Circo Tascabile via Filicaia 2, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 www.circotascabile.com Ecsit via Avane 28c, 50053 Empoli Daniele Giangreco 347 1267302 www.ecsit.org En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 www.enpiste.it Teatro C’Art via Giuseppe Brodolini 9, 50051 Castelfiorentino (FI) Andrè Casaca 349 4700420 www.teatrocart.com Inerzia via Francesco Grimaldi 127, 00146 Roma Leonardo Varriale 347 6531329 www.inerzia.org Circus Bosch piazza San Pancrazio, 7 00152 Roma Valeria Zurlo 333 6888554 www.circusbosch.com Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 FB Scuola di Circo Corsaro Social Circus Quartiere Leuca, Lecce Dario Cadei 335 5407829 FB Social Circus Quartiere Leuca

ti. Si tratta di un equilibrio storicamente delicato: far recitare commedie moralistiche ai bambini aborigeni era ad esempio una strategia coloniale molto diffusa per trasformare valori e credenze dei giovani, in modo che i bambini provassero vergogna nei confronti dei propri genitori e della propria cultura d’origine. Questa pratica è oggi fortemente contestata, ma l’idea di democrazia culturale - la condivisione di valori tra gruppi diversi come pilastro fondamentale per il cambiamento sociale - si diffuse solo a partire dalla metĂ del XX secolo. Lo sviluppo culturale diviene cosĂŹ un processo di apprendimento, espressione e comunicazione in direzioni multiple a partire delle comunitĂ , non solo di imposizione dall’alto delle ĂŠlite e delle istituzioni dominanti. Il maggiore coinvolgimento dei partecipanti stessi nella fase progettuale dei programmi sociali è dovuto anche all’evidente inefficacia o addirittura ai danni provocati da programmi che mirano al controllo sociale, trascurando l’identitĂ e la singolaritĂ dei partecipanti. I sostenitori del circo sociale come strumento di intervento con i giovani in difficoltĂ socio-economiche, o in condizioni di vita precarie, fanno spesso riferimento alle origini del circo. In Quebec e in diverse parti del mondo, quest’ultimo è associato all’arte di

strada e a forme di vita comunitaria che accoglievano soggetti devianti. Nonostante il successo commerciale di compagnie mainstream come il Cirque du Soleil, questa ricerca suggerisce che quando utilizzato a scopi sociali, il circo valorizza molti aspetti della cultura della strada e di altre forme di marginalitĂ , e aiuta cosĂŹ i giovani a scoprire i propri punti di forza e interesse in modo accattivante, culturalmente appropriato, e perciò piĂš efficace rispetto ai programmi di assistenza tradizionalmente offerti. Verso uno studio dei processi e dell’impatto del circo sociale Le modalitĂ in cui il circo sociale riconfigura l’arte e le identitĂ sociali e culturali, migliorando la coesione sociale, devono essere oggetto di studi approfonditi che prendano in considerazione la letteratura sull’arte e il cambiamento sociale e si basino su osservazioni, interviste e focus group con i diversi attori coinvolti. Ciò consentirebbe di evidenziare l’impatto dei progetti secondo punti di vista ed esperienze diverse, e in particolare come i modi di vedere, creare e partecipare sviluppati attraverso le esperienze di circo sociale si estendono ad altre dimensioni di vita. Permetterebbe inoltre di confrontare le esperienze di chi ha partecipato a progetti di circo con quelle di chi non lo ha fatto, e con chi ha partecipato ad altri progetti artistici, delineando differenze e processi comuni di integrazione sociale e partecipazione. L’aspetto quantitativo della ricerca non deve inoltre essere trascurato: attraverso la somministrazione di questionari è possibile comprendere fino a che punto i risultati sono generalizzabili. Nel lungo termine tale approccio evidenzierebbe i meccanismi sociali e artistici che agiscono da catalizzatori del cambiamento sociale, e come il circo sociale influenza gli orizzonti sociali e culturali dei giovani in condizioni di vita precarie.

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viktorkeefoundation.com www.viktorkee.com

foto AVKF archive

Incontriamo Viktor Kee alla EJC2014 in Irlanda e al XXXVI Cirque De Demain a Parigi. Lo avevamo intervistato l’ultima volta al Festival di Latina nel 2005. Da allora sono accadute tante cose e, a distanza di un decennio, questo è il momento ideale per farcele raccontare da un artista sempre sulla cresta dell’onda, che oggi ha deciso di convogliare le sue energie in un ambizioso progetto: la Viktor Kee Foundation.

La mia partecipazione al Festival di Latina cadeva proprio nel periodo in cui avevo varato un’agenzia di produzione insieme ad Aurelia Cats, e Dima Shine che si esibì a Latina fu il primo artista ad essere prodotto da noi. In quel periodo avevo appena deciso di lasciare il Cirque du Soleil, dopo il lungo impegno nel loro spettacolo Dralion, e dedicarmi nello sviluppo di altri progetti. Mi trasferii in Svizzera, aprimmo un’agenzia di casting e special event, poi andai a Singapore, per un tv show, una grande produzione con altri 50 artisti, dove dovevo essere il personaggio principale. Ci rimasi per 2 anni, e lì capii che avevo ancora voglia di esibirmi in scena. Il Cirque du Soleil mi vide in questo nuovo spettacolo, questa volta come personaggio e non solo come performer, e mi propose una parte simile per il loro nuovo show Amaluna, basato sulla Tempesta di Shakespeare, dove volevano che interpretassi Kaliban. Era il 2011 e accettai la sfida di impegnarmi in qualcosa di più che esibirmi nel mio numero, inchinarmi al pubblico e uscire dal palco. Lavorai quindi ad un personaggio e a un act completamente nuovi, con una macchina dispensatrice che lavorava con 30 palline, che a rotazione giocolavo e poi gettavo via. Lo spettacolo fu un successo e da allora continuiamo a girare il mondo con Amaluna e presto verremo a Parigi. In questi anni ho cambiato il mio modo di giocolare, sono cresciuto maggiormente come attore, introduco parti comiche, non solo drammatiche, e con meno coinvolgimento acrobatico posso pensare ad una carriera più lunga. Nei miei numeri ho sempre utilizzato elementi tradizionali di giocoleria, raffinandoli, inserendovi il ritmo, le transizioni, il personaggio, le dinamiche,

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la danza. La giocoleria è ancora il grande drive per me, ma trascorro meno tempo nell’allenarmi su esercizi con più di 5 palline, e non faccio più 8/9 palline con pirouette. Non cerco compromessi, nemmeno nei piccoli dettagli. Uso ancora le palline tradizionali ucraine, che ora produco e vendo per finanziare la Viktor Kee Foundation (VKF). La sfida per me è mantenere il livello che ho adesso, esibirmi dando quello che la gente si aspetta da me. Quando ero giovane ero consapevole di essere fortunato. Durante le mia giovinezza ho potuto godere di un sistema governativo di introduzione all’espressione artistica. Un sistema di “Studio”, diffuso in tutta l’Ucraina, dove ragazzi e ragazze erano gratuitamente introdotti alle diverse arti, seguiti da insegnanti capaci di istradarti verso una carriera professionale. Non ho mai scelto di essere un performer, ma so che volevo esserlo, e che volevo essere un giocoliere, ed è stato grazie a questo sistema educativo che ho potuto nutrire il mio talento e seguire questo percorso. Il modello in cui sono cresciuto ora non c’è più; e a questo si è aggiunta anche la crisi militare e politica in Crimea e in Ucraina, che è il mio paese, dove vive la mia famiglia. In una situazione così tragica ho sentito la necessità di fare qualcosa. Ho dipinto la mia auto con i colori dell’Ucraina e ho percorso 5/6000 miglia attraverso gli USA, coast to coast, per sensibilizzare la popolazione e gli ucraini residenti in USA. Abbiamo raccolto fondi per aiutare le vittime della guerra. Mi sono accorto che avevo una causa da sostenere, che non aveva a che fare con la mia carriera artistica, che era più grande di me. E mi sono accorto che questo genere di coinvolgimento e di feeling era qualcosa che stavo cercando da tempo nella mia vita. Da piccolo, quando godevo di questo sistema di educazione artistica, mi venne data dal maestro una palla rossa, e questa palla rossa mi accompagna da allora in tutti i miei numeri. Ora quel sistema è fuori uso, e i tanti giovani talenti della nostra terra non hanno nessuno che li aiuti a sbocciare. Ho dato vita alla VKF perché mi sembrava che il mondo avesse bisogno di un sistema di valorizzazione e accompagnamento dei talenti giovanili. Da bravo perfezionista quale sono diventato negli anni, ho messo su un team di esperti e abbiamo lavorato sei mesi nella costruzione di un progetto di fondazione che avesse delle basi solide, e un ventaglio ampio di iniziative da supportare. Questo team è oggi composto da me (Presidente), Aurelia Cats (vice Presidente), John Sartriano (General Manager), Jesko Von Den Steinen (Direttore Marketing), Dina Scoppettone (Direttore Pedagogico), Marco Paoletti (Direttore del progetto Open Circle). La mission della VKF può essere riassunta nel motto “Art Helps the World”. Tra i progetti in corso che sosteniamo ricordo Open Circle, un progetto educativo che educa alle performing art i ragazzi e le comunità disagiate che non hanno accesso a programmi di sviluppo artistico. Con questo programma abbiamo già avviato attività in Argentina, recentemente in Uruguay e questa estate andremo in Africa (Tanzania e Kenia). un’operazione per cui stiamo cercando volontari e sponsor. All’interno di Open Circle sosteniamo un Ambassador Programme, che prevede di formare gli insegnanti che condurranno le attività del programma Open Circle. Juggling Therapy è invece un programma destinato a migliorare la salute di persone diversamente abili, utilizzando la giocoleria come terapia occupazionale. Un campo dove abbiamo di recente beneficiato delle innovative applicazioni elaborate da Craig Quatt. Art of Juggling è invece un programma centrato su masterclass avanzate di giocoleria che io stesso ed altri giocolieri professionisti teniamo in giro per il mondo e i cui proventi vanno a finanziare la VKF. Prossima masterclass che terrò personalmente a metà aprile sarà in Giappone! Altri programmi di progetto della VKF prevedono eventi di fund rising, la pubblicazione di importanti opere sulla storia e lo sviluppo della giocoleria, l’organizzazione di festival dedicati alle nuove generazioni. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 6 m a r z o 2015

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Rubrica a cura di Carlo Porrone (www.orionriggers.com), nata con il proposito di minimizzare i rischi di essere coinvolti o creare incidenti, anche gravi. Sia che si lavori da soli, sia che si faccia parte di una grossa produzione, non ci si deve mai illudere che la sicurezza sia un argomento destinato “ad altri”: si è sempre tutti coinvolti.

BUONE PRASSI

sicuramente 1.3

Ecco una carrellata di piccoli quanto importanti suggerimenti su buone prassi d’utilizzo (o NON utilizzo) di materiali spesso usati per fissare attrezzi aerei, come moschettoni, fettucce, grilli, maglie rapide, corde, cinghie a cricca e cavi in acciaio. Tutti argomenti che richiedono un approfondimento e maggiori dettagli. FETTUCCE/SPANSET/CORDE La realizzazione di punti di ancoraggio richiede perizia ed esperienza, all’evenienza può rivelarsi indispensabile coinvolgere un rigger professionista. Le fettucce, oltre ad essere adeguatamente dimensionate ai carichi, devono essere disposte in modo che non si creino angoli troppo “aperti”, con la conseguenza di componenti di forze troppo elevate. Non devono mai toccare spigoli o bordi taglienti, e costringere i connettori a lavorare di taglio su bordi o parti rigide. Non devono mai essere usate con nodi di accorciamento o di giunzione, i nodi e le strozzature attorno a strutture riducono la portata totale. È necessario verificare che non ci siano compressioni della fascia all’interno di connettori troppo stretti. Tutto il materiale tessile non va mai calpestato,per evitare lesioni interne e non visibili. Mai lasciare nodi chiusi per lunghi periodi, dal momento che impediscono un’adeguata ispezione periodica, e alla lunga rovinerebbero in modo irreversibile una zona di corda. Punti di ancoraggio realizzati in materiali tessili (oltre che corde e tessuti in genere) possono subire pericolose bruciature se messi troppo vicini a fari o lampade: alcune moderne “teste mobili” hanno un fascio talmente potente che non possono avere nulla vicino a meno di 10/12 metri di distanza!

GRILLI E MAGLIE RAPIDE Oltre a seguire le indicazioni già fornite per i moschettoni, evitate di usare grilli senza il carico di lavoro ben indicato, e fate a meno dei prodotti da “ferramenta”, che risultano spesso di qualità non sufficiente. Le chiusure delle maglie rapide e i perni dei grilli non vanno mai serrati con attrezzi ma solo a mano. I perni non vanno mai scambiati tra diversi grilli, per evitare di rovinare la filettatura o di non poterli avvitare fino a completa chiusura. Mai lasciare elementi liberi di scorrere o di oscillare dal lato del perno; il rischio è che si sviti. CINGHIE A CRICCA Vanno sempre chiuse con almeno un paio di giri di fettuccia all’interno, e comunque in modo che la fettuccia non riempia mai il tamburo fino a toccarne i meccanismi. Inoltre, la maniglia della cricca va sempre richiusa completamente, per innestare la leva di sicurezza. Eventuali ganci alle estremità devono essere adeguati all’uso e non incastrati con “inventiva”.

Errato uso di moschettoni, costretti a lavorare di taglio e sul lato apribile; anche il grillo rispetto alla flangia lavora di taglio

diversi componenti sullo stesso grillo, con forze di taglio e appoggi non consentiti, “catenella” di grilli con torsioni gravi e impugnatura del “pin” sotto sforzo

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MOSCHETTONI Devono essere marchiati EN362 e dimensionati adeguatamente rispetto all’uso che si decide di farne. Che siano di acciaio o di alluminio, i moschettoni vanno sempre tenuti chiusi con la loro ghiera, che sia a vite o a scatto/baionetta; il secondo sistema è il più sicuro poiché non necessita dell’intervento umano (senza escludere però il necessario controllo visivo sulla chiusura). I moschettoni non vanno mai caricati sull’asse “corto” , o peggio, di taglio, inoltre bisogna sempre verificare che nulla si appoggi sulla ghiera di chiusura. I moschettoni asimmetrici non vanno mai caricati in più di due direzioni sul lato più largo. Il grave incidente al Ringling Brothers Circus (USA) è stato causato dalla rottura del moschettone per carichi applicati su piani non paralleli al moschettone stesso.

CAVI IN ACCIAIO Vietato fare nodi, usare sempre sistemi di giunzione (oltre che diametri) adeguati. Eventuali redance devono tenere al massimo un solo elemento (gancio, grillo, moschettone). I cavallotti devono essere montati seguendo una serie di regole precise, e non improvvisando.

cavo danneggiato e senza redancia, cavallotto singolo invece che 3, cinghia legata attorno ad un cavo

cavo gravemente lesionato e arrugginito, catena sottodimensionata rispetto al cavo

Tutti queste attenzioni non sono chiaramente esaustive e non devono indurre il lettore a considerarsi competente in un settore estremamente vasto e complesso. Un’ulteriore formazione è sempre necessaria, esattamente come essere seguiti da persone più esperte e assicurare una revisione periodica dei materiali.


Fisco & circo

Dalla collaborazione tra Giocolieri e Dintorni e Studio Savio prende piede il progetto denominato “Fisco & Circo” per garantire agli operatori di circo uno strumento che sia in grado di fare chiarezza e di accompagnarli nel labirinto degli adempimenti amministrativi, contabili e fiscali. La rubrica pubblica contenuti utili agli associati, che potranno formulare quesiti al nostro professionista, al fine di far fronte ai loro dubbi in ambito amministrativo, contabile e fiscale.

studio@savioenrico.com

ATTIVITÀ SPORTIVE E CULTURALI quando il “prezzo” diventa neutrale di Savio Enrico L’art. 148, comma 3, DPR 22 dicembre 1986, n. 917, permette, per determinate tipologie di enti associativi, di considerare fiscalmente neutrali le entrate derivanti dalle “attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali” a favore dei partecipanti paganti qualora vengano rispettate determinate condizioni, sia in capo all’ente prestatore che ai soggetti fruitori del servizio. Tra gli enti ammessi al beneficio (c.d. requisito soggettivo) rientrano, per espressa previsione dello stesso art. 148 di cui sopra, anche le associazioni culturali, di promozione sociale e sportive dilettantistiche nonché, per effetto dell’art. 90, comma 1, L. 27 dicembre 2002, n. 289, le società sportive dilettantistiche senza scopo di lucro (tale norma, infatti, ha esteso la disciplina fiscale delle associazioni sportive dilettantistiche anche alle società sportive dilettantistiche costituite nella forma delle società di capitali). Tali enti, tuttavia, per usufruire del benefico in oggetto, dovranno uniformare i propri statuti ai dettami di cui all’art. 148, comma 8, Tuir nonché, per le società e associazioni sportive dilettantistiche, anche alle clausole previste dall’art. 90, comma 18, L. 289/02. Inoltre, gli stessi atti costitutivi e statuti dovranno essere redatti, non solo in forma scritta, ma anche mediante atto pubblico, scrittura privata registrata ovvero con firme autenticate. Rispettati gli adempimenti formali, ulteriore requisito per fruire di tale agevolazione consiste nella tipologia dei soggetti partecipanti alle “attività a pagamento” svolte dall’ente in conformità con i propri scopi sociali: questi, infatti, devono aver espletato l’intera procedura statutariamente prevista per essere qualificati come “associati” dell’ente prestatore ovvero di altre associazioni che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale. Tuttavia, occorre precisare che, nelle società sportive dilettantistiche senza scopo di lucro, mancando la figura dell’associato, la norma debba essere applicata per

analogia con riferimento ai “soci”, intendendo come tali i titolari del diritto di proprietà sul capitale sociale. Infine si ricorda come tale agevolazione possa essere fruita anche dai tesserati della medesima organizzazione nazionale alla quale la società sportiva dilettantistica o associazione abbia deciso di affiliarsi. Nel mondo sportivo si farà riferimento ai tesserati della medesima Federazione Sportiva Nazionale, Ente di Promozione Sportiva o Disciplina Sportiva Associata riconosciute dal CONI ovvero agli associati dei sodalizi facenti parte dalla stessa FSN/EPS/DSA di riferimento dell’ente prestatore del servizio. Giunti a tal punto risulta doveroso precisare come alla previsione di cui all’art. 148, comma 3, Tuir, non possa essere data una interpretazione così estensiva da comprendere nel novero del beneficio anche le prestazioni di servizi rese tra associazioni facenti parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, essendo l’assunto in oggetto rivolto agli individui e non agli enti. Concludendo, stante l’evidente vantaggio che la norma consente, sarà opportuno evitare che lo strumento dei “corrispettivi specifici” costituisca la ragione che porti alla costituzione di enti, solo in facciata non lucrativi, ma ove, invece, si svolgano attività in tutto e per tutto commerciali, mancando negli stessi qualsiasi tipo di reale vita associativa e di spirito ideale, solidaristico, sportivo, culturale e/o sociale. illustrazione di Paolo Fresu

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REALTÀ CHE SOSTENGONO JUGGLING MAGAZINE

CAMPAGNA ADESIONI 2015 La mole di informazioni e testimonianze che oggi rendiamo disponibile e fruibile ad un bacino di lettori e appassionati sempre più numeroso si è negli anni quadruplicata, ed è in gran parte fruibile gratuitamente attraverso il web. Invitiamo tutti, vecchi e nuovi lettori, che in qualche modo beneficiano dei nostri canali media, di unirsi al gruppo di associazioni, sponsor e lettori che sostengono Juggling Magazine media project attraverso quote associative o inserzioni pubblicitarie. Un contributo essenziale per continuare a raccontare e promuovere le meravigliose esperienze che questo movimento non smette mai di generare giorno dopo giorno.

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FOCUS FRANCE: LES FRONTIÈRES DE LA CRÉATION CONTEMPORAINE RASPOSO (FR): 30 GIUGNO, 3, 4, 5 LUGLIO SACÉKRIPA (FR) MARTINE À LA PLAGE (FR) IONA KNEWEY (FR-GB) LONELY CIRCUS (FR) COMPAGNIE DU CHAOS (FR)

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FOCUS ITALIAN CIRCUS: THE NEW GENERATION

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THE YOUNGER REVOLUTION RACCONIGI 26 GIUGNO SAVIGLIANO 27 E 28 GIUGNO

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INTERNATIONAL CIRCUS AND PERFORMING ARTS FESTIVAL NOVITÀ 2015 A FOSSANO CAMPEGGIO ATTREZZATO MIRABILIA


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