Juggling Magazine #79 - june 2018

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ASSOCIAZIONE GIOCOLIERI & DINTORNI

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C O M U NI TÀ D I C IRCO NUMERO 79G IUG NO 2O



bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno XX, n. 79, giugno 2018 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) h www.jugglingmagazine.it h www.progettoquintaparete.it e jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 340 6748826 Direttore Responsabile Marcello Baraghini Direttore Editoriale Adolfo Rossomando Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h www.ruggieripoggi.it t 06 57305105 Distribuzione Nuovi Equilibri t 0761 352277 f 0761 352751 Stampa Pixartprinting Stampato il 20 giugno 2018 In copertina Epifónima - di Cirkus Cirkor, foto di Klara G

Con il sostegno di

EDITORIALE Dalla “Brianzola”, la “Woodstock dei giocolieri italiani”, a Milano, che dedica ben due festival all’arte del clown; dall’Etiopia, alla sua II edizione dell’African Circus Art Festival, all’Olanda con la nuova piattaforma CircusNL e il Circusstad Festival; dalla Svezia, che ci accoglie in casa Cirkus Cirkor, a Bruxelles, col suo ibrido 2+1 (Fresh Circus + Festival UP + INCAM Meeting) e un Focus Circus Brussels che per un anno promuoverà il circo belga, spingendosi anche in Italia; dalle terre di confine di Udine, con il festival Terminal, all’Auditorium della Musica capitolino, con la danza in “Equilibrio”; dal Raduno

di Sarzana allo Young Circus Festival di Anguillara, per dare spazio alle giovani generazioni che calcano la scena; dalla conferenza Altra Risorsa a Volvera (TO) al nuovo spazio di Circopificio (Palermo), per abbracciare da nord a sud le comunità di circo; dalla provincia alle grandi metropoli; dal Mediterraneo al Mar Baltico; il mondo del circo celebra il viaggio, l’itineranza, l’aggregazione, la libera circolazione di idee e spettacoli, l’energia di una comunity internazionale che, facendo leva sulla pratica e interesse comune nelle arti circensi, costruisce un forte senso di identità, lega persone e storie. Ma il viaggio non è solo geografico, e ogni evento, ogni luogo, pur circoscritto nel suo perimetro, apre a nuove esperienze, disegna nuovi orizzonti; come accade al Fresh Circus, dove il buzz di 500 professional di circo da tutto il mondo interroga le prospettive future del circo; oppure alla tappa di Milano di Art Lab, dove incrociamo Cattive Compagnie in cerca di Imprese Memorabili e di Ecosistemi Relazionali di Alta Qualità; o come alla conferenza Altra Risorsa, dove un panel internazionale di relatori presenta le trasformazioni nel sociale di cui il circo è capace; o ancora nei due workshop che proponiamo per il progetto Quinta Parete: #Comunicacirco, vivere i festival tra narrazione e social; Astley’s Place, per un viaggio alla scoperta del patrimonio del circo… E l’arrivo della stagione estiva dei festival non lascia scampo. Centinaia di spettacoli ed eventi lungo tutto lo stivale. Difficile stare fermi, quasi impossibile. E a fine estate vi aspettiamo al Meeting Circosfera, per ripartire con ancora più slancio… Adolfo Rossomando direttore editoriale Juggling Magazine


IA R E L O C IO G I D N IO T N CONVE DELLA BRIANZA

bersago (LC) 27 aprile / 1 maggio, Im riabrianza.it ole www.conventiongioc

Foto di Giada Calamida La scelta di inaugurare il ciclo di festeggiamenti per i 20 anni di Juggling Magazine proprio alla Convention “Brianzola”, e da qui avviare un processo di rifondazione dell’intero progetto mediatico, non è casuale. Il numero zero di JM fu presentato nel 1998 alla prima convention italiana, in quei primi anni ospitata dal comune di S.Giovanni in Persiceto, in Emilia Romagna. Da allora di convention di giocoleria, sulla spinta di quella italiana andata avanti fino al 2005, ne sono nate diverse lungo lo stivale, molte delle quali si sono trasformate poi in festival di circo, oppure hanno terminato onorevolmente il loro ciclo: la romana, l’emiliana, la siciliana, la marchigiana, la sarda, l’etrusca, la brianzola… e la costellazione è cresciuta dando vita a incontri di fuoco, hula hop, monociclo, acrobatica aerea, e giù fino ai raduni per le scuole di circo. Tutti incontri accomunati dalla passione per le arti circensi, la gioia della condivisione e della festa, la meraviglia per lo spettacolo. A distanza di anni la “Brianzola” è sicuramente l’evento che immancabilmente preserva le ca-

ratteristiche di una convention di giocoleria di rilievo internazionale, incarnandone i principi di “tradizione & innovazione”, l’assunto “dai giocolieri per i giocolieri”, la programmazione importante. Qui in Brianza ogni anno la comunità dei giocolieri si dà appuntamento per vivere le emozioni che ogni grande convention di giocoleria riserva ai suoi partecipanti. E nel ripartire con la rinnovata agenda di Juggling Magazine 2020 proprio dalla Brianzola, che ci piace definire “la Woodstock italiana dei giocolieri”, tributiamo un omaggio alla passione e all’entusiasmo di questa colorata community. La nostra reporter “molto speciale” Elena Cavaliere – che per i 20 anni di JM ha vestito i panni del suo alter ego “Madame Lelè”, una damina dell’ 800 dagli equivoci costumi… - ha chiesto ad un campione random di 20 giocolieri, aficionados o matricole alla Brianzola, di raccontare: 1) alcune delle loro memorabili esperienze alla convention; 2) le ragioni che ancora li tengono così legati a questo mondo. Ecco alcune delle risposte raccolte (tra parentesi il numero degli anni dedicati alle arti del circo…).

Momenti memorabili alla convention brianzola Edoardo Mirabella (25) Tutti i giorni alla brianzola sono speciali, sono venuto a tutte le edizioni e qui ho vissuto tanti bei momenti. Come presentatore, sul palco al gala, servo di scena, gli open stage, dove mi piace portare delle chicche per tutti i giocolieri. Un anno ho fatto questo numero vestito da vecchietto, ben truccato, e non tutti mi avevano riconosciuto. Ma a un certo punto ho fatto un trick che è solo mio, cioè girare l’hula hoop sulla catena della giraffa. Lì è partito il boato del pubblico, il sogno di tutti i giocolieri, che qui viene tributato ai mostri sacri che si esibiscono ogni anno su questo palco. Quell’anno l’ho ricevuto anche io e mi è rimasto nel cuore. 2

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Francesca Martello (13) Il primo giorno che sono arrivata ho visto la gente che si abbracciava come dei familiari che non si vedevano da venti anni. C’erano abbracci in tutti gli angoli e momenti molto speciali che riempiono il cuore, e anche io ho incontrato tante belle persone. Credo che quelli sono i momenti più dolci della convention, quando i nostri cammini, le nostre strade di performer si incrociano, oppure quando incontri anche nuove persone. È un po’ un limbo, un posto particolare, di dedizione, di divertimento, ma anche di amore. Ci vogliamo bene tutti e ci sosteniamo.

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Jonathan Lemons (9) La Brianzola ha qualcosa di speciale per me, che è magari la primavera, o la collaborazione tra giocolieri che non sono abituato ad avere in Brasile, Ricordo molto bene quando sono arrivato qui la prima volta nel 2015, e ho scoperto tutta questa disponibilità, poter condividere un gala con tanti altri giocolieri famosi. Era come se fossi dentro un sogno, che desideravo realizzare quando ero in Brasile, e che ora era diventato realtà. Claudio Rossi (di famiglia circense) Ho conosciuto Davide Cattaneo anni fa e abbiamo deciso di allestire il nostro tendone per il Gran Galà della Brianzola, in un contesto della convention che non conoscevo direttamente. Ho scoperto una dimensione veramente bellissima, straordinaria. Appartengo ad una famiglia circense, che fa circo dal 1752, e qui ho visto dei numeri veramente incredibili, il pubblico entusiasta è poi una cosa bellissima, un’esperienza eccezionale. Ogni anno ritorniamo volentieri ad allestire il nostro chapiteau, è la nostra vita, e li ritroviamo sempre tutti educati, bravi, che si allenano, una cosa veramente intelligente. Bravi! Michela Pesce “Samaki” (7) La cosa bella delle convention, e soprattutto della Brianzola, è che rivedi gli amici che non vedi mai, perché siamo tutti artisti sparpagliati nel mondo, e quindi già questo è un evento. Poi il fatto che ci sia Piazza Roma, e io sono di Roma, è anche questa un’emozione forte. Ricordo il primo backstage alla Brianzola anni fa. Il palco enorme, le persone prese benissimo, è stato fortissimo perché io sono una giocoliera che mischia un sacco di cose diverse, ed il mio “mischione” è stato apprezzato. È stata una bella spinta a continuare su questa scia di mischiare senza paura i mondi da cui provengo, e questo mi è piaciuto un sacco. Paolo Scannarino (24) È il primo anno che vengo alla Brianzola, e quando stamattina ho provato a fare il corso di clown a mezzogiorno, venendo da tantissime altre convention dove, in generale, la mattina i corsi non funzionano tanto, sono stato davvero entusiasta nel vedere che c’erano quaranta persone, tutte con la voglia di lavorare, sperimentarsi, mettersi in gioco. Insegno clown e generalmente devo lavorare tantissimo sullo sblocco, la disinibizione. Invece qui vedo delle persone disinibite, pronte a mettersi in gioco, a non sentirsi giudicate, e questa è una “bella storia”

Claudio Madia (40) C’è un unico filo conduttore che lega Woodstock a Parco Lambro alla Brianzola, eventi che ho vissuto in tutte le loro fasi. E la Brianzola per me è la tradizione. So che ogni anno sarò qui e che ogni 5 anni mi esibisco in un salto indietro su staffa. Ma sicuramente esibirsi al Gran Galà, nei primi anni della Brianzola, è stata una delle emozioni maggiori, tra le tante che provo qui ogni anno. Ricordo inoltre al Gran Galà di qualche anno fa, quando mi trovai a seguire dal pratone la partitura del numero di Lorenzo Mastropietro, solamente ascoltando la sequenza in crescendo, fino al gran finale, degli applausi e delle ovazioni del pubblico. Non credo di aver mai apprezzato tanto un numero, pur non vedendolo! Ray (12) Sono quasi 7 anni che viaggio e vivo in un furgone che ho allestito io. Ho visitato 47 Paesi e molte città. Sono venuto alla Brianzola soprattutto per il clown, perché mi piacciono molto quelli italiani, il loro carattere. Qui ho visto tanto amore, molta energia positiva e, a differenza di altri paesi, chi segue i tuoi workshop diventa tuo amico, e trascorri bei momenti con tutti. Roberta Castelluzzo (20) È il primo anno che vengo alla Brianzola, e in questo posto bellissimo di colpo mi è comparsa davanti agli occhi l’artista Roxana Kuwen, che amo tantissimo. L’ho conosciuta anni fa a teatro da noi al Furio Camillo e quando l’ho rivista è stato bellissimo, abbiamo deciso che possiamo anche diventare sorelle! Sono rimasta tutto il giorno scossa dall’emozione e sono felice di essere venuta qui, fosse anche solo per questo. Gaia Cafaggi (7) Quello che mi fa venir voglia di tornare qui è perché c’è tanta gioia, molto amore, mi innamoro in continuazione di un sacco di persone, ci sto bene e mi sento felice.

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Ciofi nna by Aria photo

Giordano Cantù (9) Quando nel 2008 sono venuto per caso a questa convention, ho visto il gala e ho scoperto cosa fosse la giocoleria. Prima di allora sapevo giocare con le tre palline, ma non avevo idea di cosa ci fosse dietro questo mondo. Riccardo Tanca (15) La cosa speciale per me qui alla Brianzola è stata riuscire a trovare nuovi amici che hanno le stesse mie passioni, con cui ho creato negli anni un legame molto speciale. Anna Saragaglia (10) È la prima volta che vengo alla Brianzola e la cosa bella che sto provando è camminare e riconoscere volti che ho già visto, ma non ricordo dove, in giro per l’Italia el’Europa, perché ritrovarsi è una bellissima esperienza.

motivazioni che alimentano questa passione Romeo Zanaboni (20) La giocoleria è come una storia d’amore. Incontri quest’arte, la frequenti con grande passione, dopo di che diventa una storia matura e te la continui a portare addosso, Continui a portare le clave e le palline nello zaino, come una donna al tuo fianco. E dopo tanti anni è ancora la mia passione principale, il mio amore. Ray (12) Il circo ha cambiato me e la mia vita. Ora sono un’altra persona. Lavoravo dalle otto di mattina alle sette di sera, poi alle sette entravo nello studio e finivo alle undici di sera. Il mio primo viaggio all’estero fu alla juggling convention 2007 ad Atene, e quando ero lì capii che esisteva altro di diverso, di nuovo, che il sistema non mi aveva insegnato. Incontravo gente alternativa con vite alternative, con un’altra filosofia di vita. E in questo momento qualcosa cambiò in me e comiciai a fare circo, spettacoli e viaggiare. Ho scoperto che viaggiare è una passione, cambia la persona totalmente, maturiamo moltissimo quando viaggiamo. Il circo ha cambiato la mia vita e voglio condividere con tutto il mondo questa opportunità.

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Sasha B (7) Il viaggio, andare in giro, conoscere tanta gente, essere sempre in allenamento. Lo farei tutta la vita. Poi magari domani finirò con il fare l’idraulico, però adesso mi piace questo, quindi va bene così. Alessandro Bortolozzi (22) Pensavo proprio ieri che era un po’ che non facevo più spettacoli, che non mi allenavoi più con costanza. Così mi sono detto “mi prendo due ore e vado in palestra” e tutto il corpo mi ha seguito, e stavo molto meglio dopo. Mi piace potermi focalizzare su una cosa per volta. La testa si zittisce, non è però che stai a guardare un muro. È come guardare un muro, però ti muovi e tutto il corpo gioisce; è l’endorfina! Davide Cattaneo. (22) Sono innamorato della gente in generale, e stare a contatto con artisti professionisti è uno stimolo per me. Ho bisogno di confrontarmi con gente creativa e sognatrice, mi nutre e alimenta la mia passione per la Brianzola. Questo è il mio ambiente, ma essendoci dentro fino al collo con la Play posso godere le persone da vicino. Per me è una famiglia. è una crescita perché quando c’è il confronto, lo scambio amichevole, divertente, pacifico, felice è solo ispirazione, apertura del cuore, della mente. Giuseppe Cattaneo “Geppo” (19) Io continuo a giocolare perché la giocoleria me la sogno di notte, nel senso che quando sogno la giocoleria di notte funziona tutto, tutti i trick, e quindi poi di giorno ci voglio provare. Poi non funziona, però di notte è fantastico! Dori Giulia Fumagalli (12) Per me è importante la possibilità di partecipare alle convention, perché incontri un sacco di gente, di bella gente, e questo mantiene vivo l’interesse e la passione per la giocoleria.

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MORE THAN CIRCUS! A BRUXELLES

Foto di J. Van Belle

2018-2019 www.visit.brussels

Nel marzo 2018, in un anno che sta celebrando in tutto il mondo il 250° anniversario del circo, Bruxelles ha lanciato l’iniziativa Focus Circus.Brussels, che per 12 mesi promuoverà il circo belga nel paese e all’estero, e al tempo stesso ha raccolto la comunità internazionale del circo nella capitale per una combinata eccezionale e di grande impatto: Fresh Circus + Festival UP. Si è tenuta infatti a Bruxelles la quarta edizione di “Fresh Circus”, organizzata da Circostrada, la rete europea di circo e arte di strada, in collaborazione con Espace Catastrophe e Wallonie-BruxellesThéâtre / Danse. Un evento unico, con cadenza biennale, a cui hanno partecipato circa 500 professionisti di circo provenienti da tutto il mondo, facilitati da un consistente panel internazionale di esperti. Il motto di questa edizione è stato “More Than Circus!”, adottato per incoraggiare la comunità circense a esaminare in modo critico i motivi e gli stereotipi che sono associati a questa forma d’arte estremamente viva. Nello stesso periodo, corollario perfetto a

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FRESH CIRCUS

13/15 marzo 2018 www.circostrada.org

FESTIVAL UP

12/25 marzo 2018 www.upfestival.be

Fresh Circus, Espace Catastrophe, Centre International de Création des Arts du Cirque, ha organizzato a Bruxelles la quindicesima edizione di “Festival UP, biennale internazio-

photo by Circusography

FOCUS CIRCUS.BRUSSELS

nale del circo”, offrendo al pubblico, e ai programmatori accorsi per Fresh Circus, un ampio programma di circa 30 spettacoli distribuiti in 13 diverse sedi di Bruxelles. Una grande opportunità per assistere a spettacoli di circo su vasta scala e con un focus importante sulle produzioni belga. Per promuovere nel settore e riflettere su questi eventi così intensi, si è riunito negli stessi giorni proprio a Bruxelles, gentilmente ospitata da Visit Brussels, agenzia turistica per la promozione di Bruxelles, il network INCAM (International Network of Cir-

INCAM MEETING

12/16 marzo 2018 www.circusartsmagazines.org

cus Arts Magazines). Direttori di testate e media project dedicati al circo contemporaneo, provenienti da 11 diversi paesi, insieme per confrontarsi sullo sviluppo del settore, sul proprio ruolo al suo interno, sugli scenari offerti dalle nuove ITC. Tra questi: CirkusInfo, Austria (Elena Kreusch), Cirq en Capitale, Bruxelles (LaurantAnchion), Cirqueon, Rep. Ceca (VeronikaStefanova), Circus Magazine, Belgio (Maarten Verhelst), Circus Talk, USA (Kim Campbell), Dokucirco Magazine, México (Andrea Torres), Juggling Magazine, Italia (Adolfo Rossomando), PONTE, Giappone (NaoyaAoki), Sirkuspyramidi, Finlandia (Evianna Lehtipuu), The Circus Diaries, Regno Unito (Kavanagh Katharine), Zirkolika, Spagna (Vicente Llorca Barreres). Nella loro agenda anche il coordinamento di “The Image(s) of Circus nowadays”, uno dei 9 workshop del programma di Fresh Circus. “The Image(s) of Circus nowadays” In questo workshop abbiamo spinto la nostra ricerca, nel tempo e nei luoghi, analizzando le idee, i pensieri, le migliori pratiche, i processi che hanno prodotto l’immagine (e le immagini) del circo attraverso epoche e latitudini, fino ad oggi. A fornire interessanti spunti di riflessione sono stati inviati 4 prestigiosi relatori, Maroussia Diaz Verbèke, Corine Pencenat, Raffaele De Ritis e Annie Leclerc-Casavant, mentre altri esperti presenti in sala contribuivano liberamente al dibattito. Maroussia Diaz Verbèke (FR), artista, ex membro della cie Mosjoukine, e solo artist con CIRCUS REMIX, ha illustrato la sua visione artistica delle immagini e della comunicazione nella creazione di spettacoli,

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secondo il suo originale concept di “troisième cirque”. Un viaggio alle origini del circo, delle sue strategie di comunicazione, che fa leva su elementi strutturali e iconici della comunicazione del circo classico alla fine del XIX secolo, per proiettarlo in un sincretismo

photo er

an Soy

by Erw

“cosmico” estremamente contemporaneo. Corine Pencenat (FR), ricercatrice universitaria e giornalista, ci ha guidato nelle influenze del capitalismo, della comunicazione di massa e dell’avanguardia culturale nella creazione dell’immagine del circo,

illustrando come il circo abbia reintrodotto l’elemento irrazionale in un’epoca di grande sviluppo capitalistico. In questa chiave ha suggerito la lettura dell’intera esperienza del Barnum, delineando i punti di contatto tra la mentalità protestante dell’economia capitalistica e l’emergente nuova classe dominante dei borghesi, in una prospettiva che chiama in causa gli argomenti dell’Internationale Situationnniste e la sua critica al mondo dell’intrattenimento Lo storico del circo Raffaele De Ritis (IT) ci ha raccontato come e quando “clown e leoni” sono diventati l’”immagine” del circo, e quante altre immagini del circo sono nate prima e oltre quella. L’”immagine” è qualcosa di radicato in ogni contesto sociale diverso, cosi come nelle diverse esigenze di marketing. E ogni cultura, inevitabilmente, ha sperimentato una stratificazione dell’immagine del circo, secondo l’evoluzione creativa e commerciale, come per ogni altro mezzo artistico o di intrattenimento. Attraverso una breve esplorazione di quei diversi contesti di percezione, in tempi e luoghi diversi, ci ha illustrato in che modo il loro cambiamento ha potuto stimolare la formazione di “immagini” miste e in continua evoluzione. Annie Leclerc-Casavant (CAN), addetta alla comunicazione di Tohu (Montereal, Quebec), ci ha illustrato da una prospettiva centrata sul marketing, e portando molti esempi di strategia di comunicazione da loro attivati, come in Canada l’immaginario

collettivo del circo sia diventato il Cirque du Soleil e come abbiamo lavorato alla Tohu, famoso centro internazionale di produzione e programmazione del circo, per raggiungere nuovi pubblici e far percepire all’opinione pubblica che ci sono anche altre sfumature contemporanee di circo. In sala l’intero squadrone INCAM, la rete internazionale di riviste di arti circensi, quotidianamente impegnate nel processo di creazione di “immagini” del circo per i loro lettori, ha offerto un contributo al dibattito con brevi estratti ed esempi delle proprie strategie editoriali messe in atto per trasmettere ai loro lettori una immagine del circo più aperta possibile.

Alla platea di partecipanti al workshop è stata dato ampio spazio partecipativo per fornire il loro contributo al dibattito. Sono stati organizzati 4 focus group, su 4 temi differenti, facilitati dai 4 relatori, mentre due notetaker prendevano appunti durante l’intero arco del workshop, per una restituzione e condivisione finale su quali possano essere gli scenari futuri. I risultati di questo workshop, e degli altri 8 previsti a Fresh Circus, sono pubblicati online in un puntuale dossier a cui Circostrada ci ha brillantemente abituato da anni.

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di Catherine Magis direzione artistica Espace Catastrophe Espace Catastrophe conduce tantissime attività: creazione, diffusione, produzione, residenze, accompagnamento delle compagnie; siamo in Europa da decenni, ma abbiamo un solo evento, Festival UP, per mostrare tutto questo al pubblico, tra l’altro con una cadenza solo biennale. Così da molto tempo cerchiamo dialogo e supporto da parte delle istituzioni culturali di Bruxelles per creare maggiore visibilità a tutto il settore, sia belga, sia internazionale. Dopo aver bussato per dieci anni alle porte dei Ministeri e di tutti i grossi player culturali di Bruxelles finalmente il Ministero de l’Aide à la Jeunesse, des Maisons de Justice, des Sports et de la Promotion della Regione di Bruxelles-Capitale, ha deciso di supportare il nostro progetto e di dare il via a Focus Cirque Brussels, che per un anno sosterrà una serie di iniziative sul circo, in Belgio ma anche all’estero. L’iniziativa è però circoscritta alle compagnie già conosciute, lasciando fuori per ora le compagnie emergenti e il network delle scuole di circo. Ma quest’anno non ci siamo limitati a organizzare Festival UP, che ha coinvolto bel 13 luoghi di spettacolo a Bruxelles, offrendo un ricco programma di 28 spettacoli. Nello stesso periodo del festival abbiamo ospitato Fresh Circus, l’evento biennale del network CircoStrada, che riunisce gli operatori di tutto il mondo per 8

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una tre giorni di intenso confronto. Quando abbiamo saputo che Fresh Circus voleva diventare itinerante abbiamo preso subito in considerazione la possibilità di ospitarlo a Bruxelles, in collaborazione con i nostri partner storici, come WBTD (Wallonie-Bruxelles Théâtre/Danse), il teatro Les Halles, e abbiamo immaginato che il Teatro National potesse essere il posto ideale per ospitarlo, mettendo a disposizione le tante sale presenti nella struttura e il personale tecnico. Volevamo invitare la comunità mondiale di circo e mostrare quanto vivace fosse il circo a Bruxelles, e questo ha chiaramente condizionato la programmazione di Festival UP, almeno per quanto riguarda la prima settimana, nella quale abbiamo dato la possibilità alla comunità internazionale di vedere tutte le compagnie belghe in programma: Cie Te Koop, Naga Collecrtive, Le Phare, Le Poivre Rose, La Scie du Bourgeon, Theatre d’i Jour, Les Menteuses, L’Habeas Corpus, Proyecto Precipicio, Side Show, La Bete a Plumes. Abbiamo inoltre organizzato una visita alla nuova sede dell’ESAC, la scuola di circo professionale, tra le migliori al mondo, che ha sede qui a Bruxelles.

che esistiamo… ed è un paradosso che si riesca a portare qui la comunità mondiale del circo, ma non si riesca a stringere rapporti con le organizzazioni locali! Il core team è costituito da me Benoit e Mathilde, supportato da tutti i nostri collaboratori, dai partner, ma anche dalla scuola per il turismo e altre organizzazioni di Bruxelles. Per gestire l’intero Fresh Circus abbiamo inoltre utilizzato una piattaforma di project managment, con l’obiettivo di poter dare ai futuri candidati un pacchetto di tool, dati e procedure che potessero facilitargli il lavoro, che è enorme. È importante che nel settore condividiamo questi lavori e stringiamo collaborazioni forti.

photo by Greta Pikutiene

NEL BACK STAGE DI FESTIVAL UP E FRESH CIRCUS

A questo evento così speciale volevamo invitare le comunità culturali belga, anche di altre arti, perché potessero capire chi siamo, cosa facciamo. Non hanno risposto come speravamo, ma almeno gli abbiamo fatto sapere

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FOCUUSS. CIRCSSELS BRU

photo by Greta Pikutiene

Una delle sorprese maggiori è stato il numero di partecipanti. Non ci aspettavamo che sarebbero venute circa 500 persone, più di quante ne fossero venute a Parigi nelle edizioni precedenti. Inoltre avevamo qui con INCAM anche la stampa internazionale di settore. Quando ce ne siamo resi conto, osservando i dati della pre-registrazione, abbiamo dovuto davvero spingere sull’acceleratore per reggere l’impatto. Chiaramente noi dello staff non abbiamo potuto seguire nessun workshop, c’era così tanto da organizzare e coordinare in ogni momento della giornata! Abbiamo fatto interviste con tutta la stampa nazionale nei giorni che precedevano l’evento, perché sapevamo che durante il Fresh non avremmo potuto dedicargli tempo. Tutte le TV hanno parlato del’evento e hanno persino trasmesso due spettacoli completi. La nostra speranza è di poter ospitare la prossima edizione di Festival UP nella nuova sede di Espace Catastrophe, perché la nostra sede attuale è diventata troppo piccola e abbiamo bisogno di una sede adeguata per sviluppare tutto il lavoro di partenariato, collaborazioni, progetti internazionali che abbiamo avviato in questi anni. Mi piacerebbe inoltre dedicarmi ai progetti di creazione con più slancio; voglio montare progetti artistici, donare la mia visione e la mia esperienza, perchè questi progetti permettono anche di federare tutto il movimento. BRUXELLES EN PISTE IL CIRCO BELGA IN ITALIA

Bruxellesenpiste.it Nell’ambito di Focus Circus sette compagnie belghe – con artisti di richiamo internazionali e giovani talenti – saranno impegnate tra settembre e dicembre 2018 in oltre trenta repliche in Piemonte, cui si aggiungono una decina di repliche in Emilia Romagna. Coordinato da Piemonte dal Vivo, Bruxelles en piste offre al pubblico una vasta gamma di proposte spettacolari, spaziando tra le tecniche - dalla giocoleria all’acrobatica, dal quadro coreano alla corda liscia fino al mano a mano - e i temi, i linguaggi, le atmosfere. Il ricordo del passato, il sogno che diventa incubo, il burlesque, lo stop – motion, il contorsionismo… sono solo alcuni degli elementi che animeranno i palcoscenici italiani grazie al circo belga.

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ASTLEY’S PLACE www.progettoquintaparete.it di Raffaele De Ritis La coscienza della Storia, nelle pratiche artistiche, é una delle chiavi della ricerca. In pittura, musica, danza, teatro, per l’artista che cerca un dialogo con il presente é sempre stato imprescindibile stabilire un confronto con il passato. Senza lo spirito e la comprensione di chi li ha preceduti, non sarebbero esistiti il genio di Picasso, John Cage, Pina Bausch. Anche nel circo contemporaneo, tale bisogno sta iniziando ad emergere da qualche tempo. Per troppo a lungo é maturato il luogo comune per cui, smarcandosi dal generico aggettivo “tradizionale”, si é quasi pensato che l’innovazione circense potesse prescindere dal passato. Ma il distinguersi dall’idea di tradizione é altra cosa; può, forse, servire a porre differenze: però tradizione non vuol dire passato, é un aspetto dell’oggi. Il passato é invece la Storia, quella che si scrive sempre con la S maiuscola. Dunque il dialogo creativo con la Storia del circo non ha niente a che vedere con le categorie di tradizione e contemporaneo, o forse le ingloba in un asse diagonale ad esse. Anzi, la Storia del circo ci fa scoprire attraverso secoli e secoli delle storie incredibili di “contemporaneità”: intesa come provocazione, trasgressione, rottura continua dei codici delle pratiche artistiche o delle abitudini del pubblico. Astley’s Place é una nuova iniziativa del progetto Quinta Parete che punta proprio a questo. Philip Astley, per convenzione storica il “fondatore” 250 anni fa del circo “moderno”, era un innovatore e uno sperimentatore oltre ogni limite. Per questo ci si ispira idealmente alla sua figura. Con varie forme di dialogo all’interno del circo contemporaneo, si cercherà di diffondere la Storia del circo. Certo, come appassionante racconto di avventure: ma soprattutto come analisi e confronto con il presente verso la costruzione del futuro. Oggi il patrimonio culturale mondiale sta riscoprendo il potere degli archivi e delle collezioni nella loro capacità di dialogo con il presente. Nel circo esiste una quantità enorme di documenti. Anche soltanto analizzando un disegno, una fotografia, un vecchio annuncio su un giornale, si può scoprire una chiave per reinventare il passato. Si può scoprire che la parola “drammaturgia circense” apparve in Italia per la prima volta sui giornali nel 1956, in occasione dell’arrivo del Circo Sovietico. Che il “nuovo circo” non fu “inventato in Francia” ma attraverso dinamiche appassio10

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Incisioni spagnolo del XVII sec. Proveniente dall’Archivio Circense di Raffaele De Ritis

nanti e complesse che incrociano varie parti del mondo. Che la “pedagogia circense” e le scuole di circo si incontrano nelle culture orientali del XV secolo; che la “multidisciplinarietà” tra circo, musica, e danza é stata la chiave della contempora-

neità nelle arti performative per tutta la prima metà dell’800. E la coreografia o la musica specifica di spettacoli circensi, oltre il semplice “numero”, capaci di “raccontare storie” appaiono già dal ‘600, nella fusione tra la Commedia dell’Arte italiana e le origini dell’opera lirica e del teatro inglese. E molto, molto altro. Astley’s Place si muoverà su più assi, basati su una visione unica: la dimensione partecipativa e il dialogo nel rapporto tra le pratiche artistiche del presente e il patrimonio del passato. 1 Come base, un grande archivio1. Migliaia e migliaia tra testi antichi, stampe, manifesti, programmi di spettacoli, fotografie, filmati, tracce evidenti o sbiadite capaci di ricostruire e incrociare realtà circensi di ogni epoca e luogo della storia, spesso sommerse dalle macerie del tempo. 2 Un ciclo di incontri. Astley’s Place sarà una serie di appuntamenti in alcuni dei principali festival o luoghi di incontro del circo contemporaneo italiano. Workshop intensivi, dedicati ad artisti, operatori, allievi, in cui si esploreranno i percorsi di creatività e drammaturgia attraverso i riferimenti con la Storia, e con l’analisi trasversale delle discipline circensi attraverso i secoli. 3 “Nuovo Cinema Circo”. Un progetto itinerante innovativo, pensato come un cinema virtuale, una sorta di “macchina del tempo”, nei festival e nei luoghi di appuntamento. Come per magia, sarà possibile ricreare spettacoli circensi “impossibili”, riunendo con filmati rari artisti di varie epoche e Paesi nell’interezza dei loro numeri: con percorsi tematici trasversali che possono essere una specialità, o una cultura circense, oppure un periodo storico o altre fantastiche combinazioni. 4 Un giornale virtuale. Nell’universo del progetto Quinta Parete, un blog sarà dedicato a notizie...dal passato ma col sapore della contemporaneità presente: profili di artisti di altre epoche sotto il profilo della loro estetica e rispetto al loro tempo; descrizioni di discipline e tecniche scomparse ma forse attualissime; recensioni di libri scritti cent’anni fa ma sorprendentemente capaci di parlare all’oggi e di mettere in discussione i codici; cronache di vicende ed episodi che, in altri tempi, hanno saputo rendere “contemporaneo” il circo nella loro epoca... (1) L’Archivio Circense di Raffaele De Ritis, costituito in quasi mezzo secolo, é considerato uno dei più completi a livello internazionale. Astley’s Place é il primo progetto a renderlo pubblico e fruibile.

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AFRICAN CIRCUS ARTS FESTIVAL 2/4 marzo 2018, Addis Abeba (Etiopia) africancircusfestival.com

foto di Geo Kalev, Fekat Circus

di Dereje Dange e Giorgia Giunta direzione organizzativa ed artistica Il Circo in Africa ha una tradizione antica, che lo differenzia dagli sviluppi presi in Europa, dovuta anche agli esiti artistici diversi delle arti performative africane rispetto a quelle del mondo occidentale. Tradizionalmente il circo in Etiopia presenta dei musicisti sullo sfondo e artisti che fanno i loro numeri sul palco; è un circo di numeri, spesso imperniati sull’acrobatica e il contorsionismo. Noi al Fekat Circus stiamo cercando di cambiare questo format. Ci piace raccontare storie che sembrano essere dimenticate, sforzandoci di includere elementi di contemporaneità negli spettacoli, utilizzando un linguaggio a cui il pubblico può comunque relazionarsi. Inoltre in Africa non esiste ancora un grande pubblico per il circo, e uno dei nostri sforzi maggiori va nella direzione di sviluppare un nuovo pubblico. Realizziamo anche spettacoli per i bambini e le famiglie, perché non ci sono molte attività per i bambini al momento in Etiopia e noi cerchiamo di appassionarli al circo. 12

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Le ragioni che ci hanno spinto a realizzare il festival nascono da una serie di constatazioni: a) il circo in Africa è in continua evoluzione; b) quando viaggiamo in Europa e nel mondo incontriamo artisti africani che esprimono il desiderio di fare qualcosa in Africa, insieme ad altri gruppi africani; c) un festival è una delle poche occasioni per artisti africani di esibirsi in Africa. La prima edizione del festival, tenutasi nel 2016, era per questo focalizzata sull’incontro tra gli africani. Questa seconda edizione del 2018 voleva aprirsi verso l’esterno, e molte energie sono state rivolte all’incontro tra le realtà africane e quelle di paesi extra-africani, in particolar modo ai membri del network CircoStrada, più altre realtà che si sono aggregate. Il festival è stato un grande successo. La prima edizione aveva registrato 15.000 spettatori ad ingresso gratuito, in una location molto centrale. La seconda, che pur si teneva in una zona decentrata ed era ad ingresso a

pagamento, ha attirato ben 10.000 persone, nonostante Addis Abeba fosse in quelle settimane quasi paralizzata, senza concerti in città, e con uno stato di emergenza in tutto il paese. Noi siamo stati benedetti, perché il festival è stato finanziato dalla CE con il supporto del Ministero della Cultura dell’Etiopia, un partenariato forte che ci ha consentito di ottenere tutte le auto-

rizzazioni e di poterlo tenere al club degli ufficiali militari. Quella che al principio era una scelta discussa, accostare il circo ad uno spazio gestito dai militari, si è rivelato

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un vantaggio, perché ha risolto tutti i problemi e la burocrazia legati alla sicurezza del pubblico. La risposta del pubblico testimonia che c’è desiderio e bisogno di questo tipo di eventi in Etiopia, di momenti di intrattenimento e spettacolo dal vivo… È stato il primo tendone di circo nel Corno d’Africa, un evento e un luogo di spettacolo inedito per la scena culturale etiope, la prima volta che il pubblico ci è entrato, che l’ha visto pieno, con artisti internazionali. Noi stessi non ci rendevamo conto dell’unicità di quello che stavamo organizzando, e solo a posteriori ne abbiamo apprezzato appieno il valore.

Il festival ha rappresentato per circa 100 artisti africani, tra cui una sessantina di etiopi, la possibilità di potersi incontrare, di trascorrere le giornate scambiandosi tecniche ed esperienze nei laboratori in programma. Un’occasione unica e irripetibile a queste latitudini. Muoversi all’interno del continente africano è molto difficile, non solo per le alte tariffe dei voli, ma anche per la questione dei visti. Una dimensione completamente sconosciuta agli europei, dove le occasioni di mobilità

e incontro sono tantissime. Per tutti è stata una grande sorpresa poter vedere cosa stanno facendo le compagnie negli altri stati africani, dal Sud Africa, con uno stile di circo tradizionale, alle marionette monzabicane, che hanno portato una grande allegria. Il Marocco, con il suo stile contemporaneo, a quello della Guinea, con le forti suggestioni africane della danza, della musica, del lavoro col corpo. Gli stessi spettacoli etiopi hanno evidenziato il grande lavoro che c’è dietro ognuno di loro, impegnati a differenziarsi e caratterizzarsi in modo originale. Oltre a riunire le realtà dei paesi africani (Marocco, Monzambico, Guinea, Sud Africa, Tanzania, Kenya…) il festival puntava i riflettori anche sulla scena etiope, e gli artisti di Dire Dava, Hawassa, Debre Berhan, Bahir Dar e Fekat Circus si sono tutti esibiti davanti ad un grande pubblico. Per il Fekat Circus il festival è stato naturalmente un grande momento di affermazione. Abbiamo gestito tutte le sfide che avevamo davanti. Certo la pioggia, che non era affatto prevista, ci ha messo in difficoltà, valorizzando però la presenza del tendone, che ha avuto un grandissimo successo. Dopo il festival ci hanno chiamato in tantissimi desiderosi di rivedere spettacoli sotto il tendone, ancora una novità per molti qui in Etiopia. L’area che avevamo affittato per montare il tendone ci ha chiesto subito di rimanere lì e organizzare altre cose.

Gli sponsor sono stati molto contenti, inviandoci grandi apprezzamenti. Un riconoscimento della nostra capacità organizzativa che ci aprirà sicuramente nuove porte a noi e al circo ad Addis Abeba. Grazie alla visita di Circostrada, ai tanti giornalisti che hanno seguito l’evento, il festival è riuscito ad aprire gli occhi sull’Africa, e sono già arrivate tante richieste di lavoro in Europa e nel mondo, per Fekat e per altre compagnie. Questo incontro ha anche alimentato la voglia di continuare il confronto africano, e abbiamo avviato subito la richiesta fondi, in visione di una terza edizione del festival. Inoltre stiamo sondando la possibilità di farlo diventare un evento itinerante che si muova all’interno del continente africano, sforzandosi di mantenerne la cadenza biennale. Parallelamente stiamo intessendo nuove collaborazioni con gli altri paesi africani, con la Tanzania, con il Marocco, per progetti bilaterali.

Fekat Circus, che in amarico significa “circo fiorito”, è nato nel 2004, alla periferia di Addis Abeba, per iniziativa di un gruppo di giovani etiopi cresciuti in un sobborgo di Addis Abeba e con la fortuna di aver familiarizzato con il circo fin dalla tenera età. “facciamo qualcosa di buono per noi stessi e per gli altri”. Questo è stato probabilmente il segreto del successo del progetto, che non ha mai smesso di crescere. Fekat Circus conta oggi 26 dipendenti ed è una delle organizzazioni circensi più attive in Etiopia. Oltre a mettere in scena spettacoli circensi professionali, gestisce una scuola di circo nella capitale con una frequenza annuale di circa 100 allievi; organizza quotidianamente corsi di formazione e workshop sui circhi negli orfanotrofi, progetti di riabilitazione per bambini di strada e in un carcere minorile, coinvolgendo oltre 450 bambini l’anno; fornisce attività di intrattenimento quotidiano a quasi 10.000 pazienti nel reparto pediatrico del Black Lion Hospital; conduce spettacoli circensi teatrali affrontando questioni sociali ed educative, anima feste private. Fekat Circus svolge anche regolari programmi di scambio con artisti ed organizzazioni internazionali e ha all’attivo quattro tour di successo in Europa.

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CIRCUSSTAD FESTIVAL

6-8 maggio 2018, Rotterdam (NL) circusstad.nl

Foto di Max Dereta e Salih Kilic Intervista a Maaike van Langen direzione artistica Sono nata in una noiosa cittadina nel sud dell’Olanda, con poca offerta culturale, e nonostante i miei genitori amassero la cultura. Ma sono sempre stata attirata dall’atmosfera del circo, dall’itineranza, dalla comunità dei circhi di tradizione. Poi ho studiato teatro, mi sono diplomata in drammaturgia e ad Anversa ho fatto uno stage con Royal De Luxe, dove ho incontrato persone che lavoravano nel circo contemporaneo, come Les Arts Saut, e lì mi sono detta: Wow!! voglio portare tutto questo in Olanda. Volevo condividere questa mi grande passione per l’arte, e con il circo avevo trovato un’arte facile da condividere con tutti. Fino a 10 anni fa il pubblico di Rotterdam sapeva poco del circo contemporaneo e ancora meno della scuola professionale di circo che avevamo in città. Così contattammo i teatri della città per capire come questo mondo potesse trovare visibilità, ed io, che avevo all’epoca 25 anni ed ero abbastanza pazza da poter credere in questo obiettivo, fui incaricata di andare a parlare con i direttori del teatro. Ma fu solo due anni dopo che il progetto decollò e venni affiancata da un direttore teatrale per poter organizzare un bel festival con coinvolgimento e sviluppo del pubblico, dal respiro nazionale e internazionale. Circustadd Festival è nato così nel 2010, in occasione della prima promozione degli allievi di CODARTS, la scuola di circo professionale che ha rilasciato il primo diploma di stato per artisti di circo in Olanda (seguita l’anno successivo da ACAPA, in Tilburg). 14

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In quegli anni avevamo forse solo un paio di compagnie olandesi di circo da poter selezionare, ma il circo in Olanda è cresciuto da allora e oggi ne abbiamo almeno 15/20 presenti nel festival. La direzione artistica prevedeva quest’anno un range abbastanza vasto di

proposte. Volevamo mostrare spettacoli di rilievo internazionale, tutti con una grande tecnica e una immagine del circo insolita per il pubblico, che avessero già conseguito un buon successo. Al tempo stesso volevamo offrire spazio per lavori di ricerca di nicchia, work in progress, così abbiamo allestito un

gran tendone da 400 posti, ma anche altri spazi con 150 posti e in teatro sale da 600 posti, ma anche più piccole da 80, 100, 150 posti, e questo ci ha dato la possibilità di creare sempre vicinanza e intimità con il pubblico. Abbiamo tanta gente qui in piazza, che si fa entusiasmare dall’atmosfera e che vuole vedere uno spettacolo. Anche per questo manteniamo il botteghino aperto in piazza, con tutte le info sugli spettacoli, e ogni show viene sempre introdotto al pubblico da un presentatore, che spiega che tipo di spettacolo vedranno. L’anno scorso abbiamo avuto 20.000 visitatori e 5.000 biglietti venduti, e prima del festival abbiamo attivato parate e attività nelle scuole che hanno coinvolto 9.000 ragazzi. Il festival si svolge nella piazza centrale di Rotterdam, che prima era una piazza davvero inospitale, tutta coperta di grate, con un enorme parcheggio sotterraneo, fredda, spoglia e ventosa. Nessuno voleva starci. Il Comune voleva renderla vivibile, così ce l’hanno concessa per il festival e noi con i nostri allestimenti circensi abbiamo cominciato a renderla più attraente. Poi da un anno hanno coperto tutta la piazza con un prato artificiale, tutto colorato, che si sposa benissimo con il nostro festival e piace tanto ai bambini,

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che ora possono giocare liberamente nel centro di Rotterdam in piena libertà e sicurezza, lontano dai pericoli del traffico. Oltre ai due teatri che ci hanno aiutato molto, anche finanziariamente, il Theater Rotterdam e il Luxor, riceviamo per la seconda volta un supporto quadriennale dal Comune di Rotterdam, dal Dutch Performing Art Body, e da altre fondazioni, che ci hanno permesso di passare dalla cadenza biennale e quella annuale, di farci crescere e di far crescere anche il pubblico. Altri partner molto importanti sono il CODARTS, con gli studenti del quarto anno che portano qui i

l o r o numeri in anteprima, e Circus Rotjeknor, la scuola di circo amatoriale di Rotterdam, con una storia lunga e ricca alle spalle, che sulla piazza centrale conduce laboratori gratuiti di circo per tutti, perché costruire il circo in Olanda significa anche av-

viare a questa arte i giovanissimi. Oltre ai workshop per loro ci sono anche workshop con gli artisti, collaborazioni tra le compagnie invitate, e tra gli artisti e gli allievi olandesi. Collaboriamo inoltre con CircoCircolo, l’altro grande festival di circo olandese, con il quale siamo impegnati a far crescere il settore. Infine questa edizione ha ospitato un meeting di CircoStrada, un’opportunità importante per rafforzare il network di circo olandese, e dare ai nostri artisti una pla-

tea di programmatori internazionali. Io e Dirk Evers siamo impegnati nella codirezione del festival tutto l’anno, con un part time di 2 /3 giorni a settimana. Sei mesi prima del festival riceviamo altro staff di supporto per la comunicazione e il marketing, fino ad arrivare ad un team d 8 persone, alcune delle quali lavorano 1 giorno a settimana, altri di più. E ora, durante il festival, abbiamo sul campo 30 persone tra staff, volontari e collaboratori. Nel giorno dell’Opening siamo riusciti a rimanere tutti insieme e anche ieri eravamo tutti a ballare insieme durante il concerto serale. È stato un bel segnale per me, che mi ha reso molto orgogliosa, perchè ci tengo molto che il team trovi il tempo di godersi un festival che sta funzionando benissimo.

LO SVILUPPO RECENTE DEL CIRCO IN OLANDA 1995 le compagnie di circo classico fondano la Federation Dutch Circus Entrepeneurs 1995 primo spettacolo del Cirque du Soleil in Europa ad Amsterdam 1997 Cirque Plume si esibisce al Festival Boulevard, grazie all’iniziativa di Wim Claessen, programmatore di circo al festival fino al 20052002 nasce CircoMundo, federazione delle scuole di circo giovanile olandesi 2004 primi tentativi di avviare una scuola e un festival di circo contemporaneo 2006 Inaugura la scuola Codarts Circus a Rotterdam 2007 Inaugura Fontys Academy for Circus and Performance Art a Tilburg 2007 nasce il festival Circo Circolo 2010 nasce Circusstad Festival Rotterdam 2013 per la prima volta il circo viene menzionato, seppure marginalmente, nel report annuale del Dutch Arts Council 2015 conferenza nazionale dei soggetti del circo classico e contemporaneo 2016 Arts Council supporta per la prima volta un artista di circo emergemte: Zinzi Oenema 2016 supporto quadriennale del Dutch Arts Council ai festival CircoCircolo e Circusstad 2017 riconoscimento del circo come arte nell’ultimo report del Dutch Arts Council 2018 dalla fusione di diverse piattaforme/organizzazioni e artisti del circo classico e contemporaneo nasce CircusNL. Il circo in Olanda è in crescita e, sebbene i grandi teatri preferiscano ancora programmare solo grandi compagnie internazionali, ai festival di circo affermati come Festival UP e CircoCircolo si affiancano nuovi festival - Cirquemania (The Hague), Circus 3daagse, Maas TD (Rotterdam), Prejavu (Tilburg) - e importanti festival di teatro di strada - Oerol, Theaterfestival Boulevard, Deventer op Stelten, Spoffin - che offrono molto spazio agli artisti emergenti.

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FOCUS NL

MENNO VAN DYKE

www.mennovandyke.com/ jugglingtango Volevo fin da piccolo diventare un artista di circo così, dopo le prime esperienze in una scuola di circo giovanile, terminate le scuole sono andato alla Fratellini a Parigi e 16 anni fa ho cominciato la mia carriera di giocoliere professionista. Tra i ricordi più emozionanti sicuramente la partecipazione nel 2006 al Cirque du Demain con il mio solo act, una partecipazione che avevao tanto desiderato e per la quale mi sono davvero emozionat o .

“Juggling Tango”, che porto in scena con mia moglie Emily Weisse, danzatrice professionista, è invece lo spettacolo con il quale da 10 anni giriamo il mondo, esibendoci nei varietà, festival e teatri di grande prestigio. Mi è sempre piaciuto giocolare a tempo di musica ma qui ho dovuto affinare molto la mia tecnica, perchè balliamo e giocoliamo allo stesso tempo, e qualsiasi errore spezzerebbe l’incantesimo della performance. Abbiamo lavorato due anni per costruire lo spettacolo, il timing con la musica doveva

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essere molto preciso, e avere qualcuno che entra ed esce dal tuo “spazio di giocoleria” non è facile da gestire. Combinare queste due arti ha richiesto a ciascuno di noi alcune rinunce sulla propria arte, ma ci ha permesso di abbracciare l’altra e insieme di trovare un equilibrio in scena, dove entrambi abbiano un ruolo da protagonisti.

DAVID SEVERINS

www.davidseverins.com www.wintervariete.nl Ho cominciato a giocolare a tre anni, grazie a mio padre, che voleva diventare un artista di circo e mi portava a vedere tutti i circhi in Germania e in Francia!

Così, dopo una breve esperienza in una scuola di circo giovanile, mi sono allenato tanto da autodidatta. I miei idoli erano Mario Berousek, oppure i Flying Karamazov Bros, che mi hanno aperto all’idea di un intero spettacolo di giocoleria, con elementi di comedy, teatro, musica. Ho cominciato a prendere lezioni anche in altre arti performative, per poi iscrivermi a Codarts, circa 10 anni fa. Una bellissima esperienza, dove mi sono specializzato con i cerchi e gli anelli, in uno stile tradizionale, ispirato alle figure di Bob Bramson, Francis Brunn, combinando gli stili e cercando act poetici, più che di forte tecnica. Dopo tanti spettacoli in giro desideravo creare anche in Olanda un luogo dove fosse possibile esibirsi con dei numeri. Volevamo riportare l’antica tradizione dei cabaret, molto forte qui prima della II guerra mondiale. Così

quattro anni fa, con il mio compagno Dave van der Wal, cantante e grande fan del varietà, abbiamo fatto il grande salto, e la serata inaugurale del nostro DavÈs Wintervarietè rimane uno dei momenti più emozionanti della mia carriera.

DAVID EISELE FB David Eisele

La mia esperienza nel circo è cominciata frequentando la scuola di circo che dirigeva mio padre, seguito da un progetto teatrale molto intenso, dove ho imparato tanto sulla vita, nell’organizzazione del lavoro, il back stage. E dopo un periodo di spettacoli con un duo di diabolo, mi sono iscritto a Codarts, dove mi sono trovato subito bene, una sensazione che mi accompagna ancora oggi. Mi piace il diabolo perché mi attraggono gli oggetti che possono essere rotati e raggiungere un equilibrio dinamico, fatto anche di sospensione. Con il diabolo lavori con tre oggetti invece di uno: le

coppe, i bastoncini e il cavo. Usarli contemporaneamente, e poter cambiare le loro dimensioni, crea un numero incredibile di combinazioni. Suono anche il violoncello, la musica mi inspira molto, e mi piace anche dipingere. Sono molto aperto alle suggestioni del mondo e le arti sono attrezzi per raccontare storie, emozioni. Sono nato in Germania, vicino alla foresta nera, circondato dalla natura e questo mi ha influenzato molto. Il “galleggiare” senza fine degli animali, vivendo il presente in modo così intenso, è una dimensione che mi sforzo di portare nei miei spettacoli.

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photo by Kolja Huneck

L’Olanda ha sempre avuto un forte movimento di appassionati di giocoleria, con convention, juggling club, scuole di circo e importanti EJC che si sono tenute in quest paese. Intervistiamo a Rotterdam tre artisti che della giocoleria hanno fatto la loro professione.


ROTTERDAM > ADDIS ABEBA LE STRADE DEL CIRCO SONO INFINITE

SOSINA WOGAYEHU FB Gamo Circus School of Ethiopia di Johan Both

Quest’anno siamo stati ad Addis Abeba, per l’African Circus Art Festival e a Rotterdam per il Circusstad festival. Due città quasi agli antipodi, per tanti aspetti. Ma tanti anni fa la passione per il circo, e le coincidenze della vita, gettavano un ponte tra queste due città. Un ponte costruito prima che i due festival fossero nati, e vivo ancora oggi. Una “storia infinita”, quasi una favola moderna, tra le tante che il circo ci regala ogni giorno, e che Johan Both, fondatore della scuola Rotjeknor di Rotterdam, ci sintetizza in 9 didascalici quadri...

1 Sosina Wogayehu, una ragazzina etiope di otto anni, vende sigarette per strada. Con i soldi che guadagna frequenta la scuola di ginnastica, e un giorno diventa campionessa nazionale della sua categoria. 2 Nel 1991 un gruppo di Falasha (ebrei etiopici) sono in attesa di essere portati in Israele. Un insegnante canadese alla scuola internazionale di Addis Abeba, Marc La Change, arrivato in città insegna ad alcuni di quei bambini le basi della giocoleria. 3 Presto un gruppo di ginnasti, compresa Sosina, si unisce al gruppo, portando le loro acrobazie. Inizia così la loro esperienza di circo. Arrivano i primi spettacoli, mentre il pubblico comincia a crescere. Marc LaChange gli mostra i video del Cirque du Soleil per dargli ispirazione. Più tardi sarà proprio il Cirque du Soleil a donargli materassi e costumi. 4 Nel 1994 un acrobata olandese di Rotterdam ottiene dalla KLM, che celebra il suo 75° anniversario di attività, biglietti aerei gratuiti per il gruppo di 25 artisti etiopi, affinchè potessero esibirsi in Olanda. Nel giugno 1995 il gruppo di Circus Ethiopia decolla per il loro primo viaggio fuori dall’Etiopia. Sosina è una di loro. La loro prima esibizione avviene al Galà dell’UNICEF, con la regina Beatrix nel pubblico! 5 Per me, Johan Both, fondatore del circo giovanile Rotjeknor di Rotterdam, assistere alla performance di Circus

Ethiopia, con danza, musica, teatro e tanta energia incredibile, ha cambiato il mio modo di pensare al circo, ha cambiato il mio modo di pensare all’Etiopia, e in un certo senso ha cambiato la mia vita. 6 Per scoprire come gli etiopi creavano il loro circo vado in Etiopia nel 1997. Come se fossi arrivato in un sogno divento testimone del primo festival etiope di circo, a Jimma. Per una settimana, ogni sera un circo etiope si esibisce di fronte ad un pubblico di 8.000 persone! 7 Un anno dopo il festival del circo si tenne a Nazreth, mentre altre compagnie di circo etiopi girano per il mondo. Il circo etiope era diventato molto grande, forse troppo grande. Nel 1999 cominciano i problemi. Viene a galla che Marc La Change fosse un pedofilo; è in corso una guerra con l’Eritrea; alcune persone hanno guadagnato un sacco di soldi con le tournè del circo etiope, mentre gli artisti hanno ricevuto pochi spiccioli. A causa di questo potente mix i giovani artisti decidono di lasciare la compagnia, e mentre il gruppo è in tour in Australia, chiedono asilo e rimangono lì. Sosina è una di loro. 8 In Etiopia intanto negli anni il circo cresce ancora, e nuovi gruppi nascono in posti diversi. In Australia Sosina entra nel famoso Circus Oz. Si diploma alla scuola di circo di Melbourne viaggia di nuovo in tutto il mondo, questa volta come artista di circo professionista. 9 Alcuni anni dopo, nel 2004, Sosina torna in Etiopia per realizzare il vecchio sogno di costruire una “casa per il circo in Etiopia”. Fonda così la Gamo Circus School of Ethiopia, per dare alle nuove generazioni di artisti di circo etiopi una base migliore su cui fare leva per il loro futuro.

1999 2018

STUDIO RUGGIERI POGGI

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TERMINAL 18/20 maggio, Udine www.terminal-festival.com

di Davide Perissutti direzione artistica

foto di Bartolomeo Rossi

Salvarsi dal baratro dell’indifferenza. È in questa complessa sfida che si coglie la cifra di un’arte irruenta come quella circense. La capacità di creare e far crescere una comunità attraverso una proposta artistica è invece il primissimo certificato di garanzia che ne valuta la buona riuscita. La nascita di un legame umano racconta il successo degli sforzi celati durante le lunghe fasi di creazione, preparazione e ricerca. Una comunità come inesauribile risorsa d’energia soccorre l’uomo appassito di fronte agli schermi che gli organizzano la vita. È un caso che proprio mentre un gruppo di acrobati israeliani trascorre la propria residenza artistica negli spazi del Circo all’inCirca, a pochi giorni da Terminal, gli scontri di Gaza uccidano più di cinquanta persone. Intanto un gruppo di circensi musulmani viene fermato alla frontiera italiana, sembra non potranno raggiungere il festival. Non ci sono delle motivazioni formali, semplicemente il colore della pelle ha la precedenza su qualsiasi altra ragione umana. Il mondo sembra viaggiare a doppia velocità. Tra il pubblico del festival sventola una bandiera palestinese sbattuta in faccia all’esibizione degli israeliani. La libertà incondizionata di opinione, espressione e parola hanno generato una tale babele di significati e informazioni che nessuno osa dire chi stia dalla parte giusta, nessuno osa neppure immaginare che esista una parte giusta. È in questo mescolarsi di stimoli, dubbi e perplessità, mentre una coppia di francesi al quadro aereo mette addirittura in discussione le proprie abilità tecniche, che accade una magia. La profonda leggerezza del circo è riuscita ad eliminare lingue, giudizi e pre-comprensioni. Messa a dormire la logica di un mondo che si nutre di conflittualità, ora sono i corpi a parlare. Danzano, trenta corpi, tanti quanti gli artisti del festival, stanno dimostrando che un marocchino musulmano con la scritta “free palestine” sulla felpa è capace di danzare con una acrobata israeliana senza alcun tabù, che il colore della bandiera non conta, contano le ore di sudore passate a preparare il proprio corpo per renderlo capace di trasmettere emozioni, conta l’esigenza di cercare sempre e senza indugio la verità, conta la ricerca della bellezza. È stato soprattutto questo Terminal 2018, al di là dei successi di pubblico, oltre al sicuro successo di Respire andato in scena all’interno di una suggestiva chiesa sconsacrata, sono state le comunità che ruotano attorno al festival a renderlo un evento carico di senso, vero.

Non solo la comunità di artisti che ha vissuto e che normalmente vive negli appartamenti e negli spazi di residenza del Circo all’inCirca, anche la comunità di artisti locali ha dato senso a Terminal: attori, ballerini, visual designer, musicisti friulani. Un grandissimo collettivo che abita una delle piazze più sconosciute della città. L’arte qui non è di strada. Laddove il classico buskers festival tenta di raggiungere l’ignaro pubblico di un centro storico, già attraversato da passanti e turisti, Terminal sceglie i luoghi disabitati della città, consapevole che solo in questo modo può dire qualcosa al mondo, può generare un nuovo senso di appartenenza. Non è una scelta radical chic, ma una sorta di vocazione artistica che sollecita il pubblico, con tutte le proprie forze, a non sostare nelle comodità dell’indifferenza cittadina. Non è scontato trovare l’arte in città: è necessario muoversi per cercarla, scoprirla e farla vivere. Uno scopo comune è il punto di partenza per una relazione efficace. È in questo senso che il circo diventa anche la casa di altre discipline artistiche: all’interno di una sorta di visione circense dello spazio performativo, varie discipline rimettono in discussione i propri canoni e giocano insieme per scoprire un nuovo punto di vista sulla città e sulla comunità artistica locale. Una serie di comunità concentriche, dense di significato e capaci di trovare risposte alternative alle spersonalizzanti logiche globali, questo è Terminal.

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AUDIOBUS Terminal è un festival creato da un gruppo di artisti: Circo all’inCirca e Zeroidee infatti sono principalmente due collettivi che lavorano in due campi di ricerca tra loro molto differenti. La loro principale attività non è l’organizzazione del festival. Artisti circensi da una parte, artisti visivi dall’altra. Punto di incontro è Terminal, che si definisce così un progetto artistico prima che un festival. Ad accomunare i due gruppi è infatti l’idea di un’arte in grado di offrire un punto di vista diverso sulla realtà, portare lo spettatore lontano dalla sua consueta percezione schematizzata della città. È con questo intento che all’interno di Terminal è nato “Audiobus”, una performance itinerante prodotta dagli artisti Giovanni Chiarot e

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Renato Rinaldi in collaborazione con la compagnia del Circo all’inCirca, l’attrice Natalie Norma Fella e Autoservizi FVG S.p.A. SAF. Audiobus è una performance multidisciplinare, un tragitto letterario, un percorso inatteso, gremito di suggestioni visive e sonore, di acrobazie, di storie. Tutto accade contemporaneamente, dentro e fuori l’autobus, dove quel che accade nel reale diventa istantaneamente trama del racconto. Alla partenza gli spettatori ricevono un paio di cuffie e una voce narrante li accompagna, li guida, libera la loro fantasia. Le voci e i suoni narrano ciò che il pubblico seduto sull’autobus vede o crede di vedere guardando fuori dal finestrino e dentro, nell’autobus. Acrobati e attori generano una nuova realtà e la domanda che presto lo spettatore si fa è quanto ci sia di reale, dove inizi la finzione. Certamente quella coppia di passanti che sta eseguendo un mano a mano sul muretto della rotonda non è reale, ma che dire della ragazza con il vestito rosso che sta distribuendo pasticcini, o del passeggero che è appena salito senza biglietto? Si, perché audiobus è un normalissimo autobus di linea, dove possono salire anche normalissimi passeggeri, che in questo modo prendono inconsapevolmente parte alla performance. Dietro all’autobus la regia, posizionata su un furgone che insegue l’autobus, manda le suggestioni sonore in cuffia agli spettatori seduti in cabina e improvvisamente la realtà si distorce. Ora è possibile vedere ciò che si è sempre distrattamente guardato passando in città con quello stesso autobus. Lo spazio attorno si anima, si popola, si deforma. “In città la vita pulsa. Ma che cos’è la vita in una città?!”. Audiobus è un omaggio a Georges Perec. In effetti richiama in un certo senso l’iperomanzo descritto da Italo Calvino, perché ha la capacità di intrecciare infiniti universi di senso contemporaneamente, tanti almeno quanti sono gli spettatori che stanno indossando le cuffie in quel momento. Una cornice di senso contiene e moltiplica le narrazioni, Audiobus è partito e gli occhi degli spettatori sono puntati sulla loro città, una città che non hanno mai visto prima.

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AGENDA JUGGLING MAGAZINE 2020 Con il 2018, nel festeggiare insieme a voi i nostri (primi!) 20 anni di attività, lanciamo l’agenda Juggling Magazine 2020, un programma triennale di trasformazione e sviluppo dell’intero progetto mediatico. Lo faremo insieme a tutti voi, con il supporto delle realtà di circo che generosamente ci sostengono, qui elencate, cui speriamo possano unirsi altri player e appassionati del settore.

partecipa alla festa e allo sviluppo di Juggling Magazine

SUPPORTER 2018 PRODUTTORI E RIVENDITORI ATTREZZI DI ARTI CIRCENSI

www.henrys-online.de

www.jonglerie.com

www.playjuggling.com

www.anceschicarlo.it

Agile

Pulsa & Tilla

Jokol’Arte

Divertilandia

Mestre (VE)

Bologna

Firenze

Perugia

www.agileitalia.it

www.pulsaetilla.it

www.jokolarte.com

www.divertilandia.it

Damas

Festival

Città del Sole

Roma

Napoli

Palermo

www.damasimport.com

www.festivall.com

FB Città Del Sole Palermo

ISTITUZIONI, COMPAGNIE, SERVIZI, FESTIVAL, SCUOLE E CENTRI DI ARTE CIRCENSE

www.beniculturali.it

www.cirquedusoleil.com

www.festivalmirabilia.it

Orion Riggers Torino www.orionriggers.com

Casa Circostanza Teatrazione Torino Torino www.universitadelsociale.org www.teatrazione.com

SLIP Torino www.progettoslip.it

Chapitombolo Monale (AT) www.chapitombolo.it

UP scuola di circo Bra (CN) www.upscuoladicirco.com

Arte Festa Como www.artefesta.it

Kabum Varese www.spaziokabum.it

Campacavallo MIlano www.campacavallo.com

Teatro Circo Puzzle Cernusco sul Naviglio (MI) www.teatrocircopuzzle.com

Rastelli Festival Bergamo www.teatrodonizetti.it

Bolla di Sapone Trento www.bolladisaponetrento.it

Festival Terminal Udine www.festival-termonal.com

Riada Trieste www.sinakt.com

Dimidimitri Novara www.dimidimitri.com

Visionaria Polverigi (AN) www.visionaria.org

Aria di Circo Ancona www.ariadicirco.com

Accademia Materia Viva Circopificio Roma Palermo www.accademiamateriaviva.it www.circopificio.it

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Lunathica Piemonte www.lunathica.it

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MILANO CLOWN FESTIVAL LA CORDA SERIA-LA CORDA PAZZA 14/17 febbraio 2018, Milano www.milanoclownfestival.it

di Maurizio Accattato “Morris” direzione artistica

foto di Gabriele Zucca - photografo.it

Il Milano Clown Festival, alla sua XIII edizione, parte da un tema, che quest’anno era “la Corda Seria - la Corda Pazza”, ispirato a Pirandello, che vede nell’uomo risiedere tre corde: la corda civile, la corda seria e quella pazza. Clown e comici usano la corda pazza per bilanciare quella seria, creando un magico sottile equilibrio che porta alla positività. Ecco perché quest’anno, in piazza Duomo, abbiamo organizzato un

c’è più bisogno di noi. Il clou del festival è stato nei tanti luoghi all’aperto e al chiuso del quartiere Isola - teatri, sagrati, cortili, piazze, pub, scuole materne e altri spazi non convenzionali – e due chapiteau: Circo PIC, di fronte al Palazzo della Regione, e Circo Bussa, presso il Cavalcavia Bussa. Premi assegnati dal pubblico, premi dei bambini, premi alla carriera e, nonostante l’inverno, nemmeno una goccia d pioggia! Il MCF si tiene sempre a Carnevale, perché l’immaginario collettivo vede ancora il clown legato al “pagliaccio”. Ma il nuovo clown è un’altra cosa. È un clown totale che nel suo linguaggio universale parla col cuore, col corpo, con la testa. Facciamo i clown di teatro negli chapiteau, ma soprattutto faccio il clown in strada con i PIC, come se la strada fosse una corsia d’ospedale. Al MCF puoi incontrare tutte le forme contemporanee del clown e del nuovo circo. Unendo il divertimento alla riflessione, un bravo clown unisce gli oziosi viandanti in un grande unico teatro, senza barriere. L’anno scorso ho invitato Enrico Bonavera, il nuovo Arlecchino del Piccolo Teatro di Milano, sfidandolo ad esibirsi in uno spettacolo di commedia dell’arte sotto lo chapiteau, davanti a un pubblico non pagante, che può andare via in qualsiasi momento. Perchè la Commedia dell’Arte è nata in strada, e racchiude la vera natura del clown: incontrare tutti, sedurre tutti, ovunque. Cosa è cambiato in questi 13 anni? All’inizio eravamo meno ‘milanesi’. L’Isola, il quartiere che ci ospita dalla prima edizione, non era il ristorantificio che è diventato oggi, avvolto da grattacieli e nuovo

“matrimonio collettivo clownesco”, una vera provocazione artistica ispirata alla psicomagia di Alejandro Jodorowsky e alla chiesa ‘patolica’ di Leo Bassi. La celebrazione, secondo il rito “PIC-cologo”, ha coinvolto passanti, turisti e piccioni compresi. Nel 2018 le nuove leggi antiterrorismo obbligano a proteggere gli accessi con plinti antisfondamento, ma al MCF - un festival senza recinti e unico evento ufficiale programmato dal Comune di Milano a Carnevale! – arriva di nuovo l’invasione: 30 mila spettatori, 70 artisti, 152 eventi, tutti gratuiti, in varie location di Milano, dove 22

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lusso. Noi siamo arrivati prima di questo, e da allora non abbiamo smesso di lottare, cercando spazi e relazioni. Per divulgare i temi sociali del MCF quest’anno avevamo con noi Amnesty International e il giornalista-blogger afghano Mohammad Karimi. Chi ha cominciato allora come PIC, ha fatto una buona strada, e la mia scuola di clown, nata 25 anni fa, ha sempre organizzato workshop (gratuiti per i nostri PIC) con gli artisti più importanti al mondo. Ora I nuovi PIC sono anche figli di immigrati, e i più interessanti sono proprio loro. Vuol dire che il mondo si sta evolvendo. Alla fine degli anni ‘70 è rinato tutto il movimento del teatro di strada come risposta al teatro di sala e al circo classico. Io appartengo alla generazione successiva; tra i primi figli della rivoluzione culturale, sono ‘cresciuto’ al Leoncavallo, prima punk e poi clown. Con Claudio Madia, Paolo dei Giudici e non molti altri eravamo tra i primi nuovi saltimbanchi in città. Era il periodo d’oro di Donati & Olesen, Bustric, Aldo Giovanni e Giacomo, tutti incrociati più volte nel mio percorso. Poi, dopo essere stato per anni nella compagnia di Dario Fo, ho fondato la Scuola di Arti Circensi e Teatrali di Milano. I miei punti di riferimento? Leo Bassi, Jango Edwards, Bolek Polivka, Roberto Benigni, che fino a ‘La Vita è bella’ del 1997 era il nuovo Charlie Chaplin, e non solo per noi italiani.

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Non è mancata la televisione negli anni ‘90, ma mi sono reso conto che noi clown eravamo tappezzeria o riempitivo, e ora con i talent è anche peggio. Naturale la scelta di ritornare a lavorare dal vivo, per strada, dove il rapporto col pubblico è diretto, e che nascesse anche il Milano Clown Festival! Da almeno due decenni partecipo attivamente ai festival di Aurillac e Chalon in Francia, due eventi fortemente ispiratori per il MCF. Dai francesi ho imparato a combattere, a non rinunciare, a rischiare. I nuovi Clown in circolazione, molti nostri ospiti, sono eccellenti riferimenti: i belgi Oki Dok e Cirq’ulation Locale, gli italiani I 4 elementi, I Circondati, NaniRossi, Teatro Necessario, Simone Tositori; i francesi Fracasse de 12, Le Moldave, Cirque Ilya, Humain Gouches; gli spagnoli Lapso, Los Kikolas, Traut Company, Hilton Hiltoff. Tra gli italiani nell’ultima edizione abbiamo amato Duo Edera e L’Abile Teatro. Ma il MCF è conosciuto soprattutto per le icone mondiali che ha avuto l’onore di accogliere: Dario Fo, Leo Bassi, Jango Edwards, Patch Adams, Peter Shub, Johnny Melville, Paolo Nani, Avner the Eccentric, Ulik Mechanocomic, Michael Trautman. Tra le clownesse: Laura Herts, Rosy Volt, Iman Lizarazu le mie preferite, Pina Polar, recente sorpresa polacca, Gardi Hutter, finalmente nostra ospite quest’anno, con lo spettacolo nato a Milano nel 1981 che l’ha resa popolare in tutta Europa. Negli anni, ho invitato al MCF circa 250 artisti, e ogni volta arrivano oltre 200 richieste di partecipazione, alle quali rispondo personalmente. In programma anche I Fratelli Caproni, il duo che ha fatto la storia di Quelli di Grock e Brigata Totem, vincitore del Premio della Giuria 2017. Prima volta in Italia per le Compagnie francesi Mandibul Orchestra e Astral Mazout, band di ‘trivellatori petroliferi’. In Concorso i belgi clown-street performer Duo Abbraccio, gli spagnoli AsSircopatas, Kicirke e Siclown, il duo serbo Alice in Wonderland, Elabö dalla Germania, L’Abile Teatro, Mr. Mustache, e la band Swingar.

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TENDENZA CLOWN 1/7 maggio, Milano claps.lombardia.it

di Elena Cavaliere Il festival Tendenza è stato ideato e prodotto dal circuito “C.L.A.P.S spettacolo dal vivo”, per la direzione artistica di Luisa Cuttini e Mario Gumina. Questo nuovo festival milanese si propone un respiro molto ampio sull’intero circo contemporaneo, e il suo logo “Tendenza” cambierà specifica di anno in anno, offrendo un focus specifico su una diversa disciplina del circo. La scelta fatta dagli organizzatori per la prima edizione era di puntare i riflettori sul clown, visto soprattutto nella sua veste contemporanea. Una scelta nata con l’obiettivo di arricchire l’immaginario collettivo in Italia sul clown, che continua a essere considerato il classico tappa buchi dal naso rosso, scarponi e vestiti colorati, tipico dell’immagine perpetrata dal circo classico. “Tendenza clown”, nato dal gemellaggio con “Tendence clown”, diretto e prodotto a Marsiglia da Christian Favre, che è già alla sua tredicesima edizione, ha voluto rendere protagonista la figura del Clown osservato nelle sue evoluzioni storiche, fino alle tendenze più attuali, con un programma che ha visto confrontarsi generazioni e stili differenti, selezionando con grande cura artisti di livello internazionale. Milano è stato ritenuto potesse il luogo giusto per parlare di questo, visto che

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negli anni ‘80 e ‘90 è stata una città importante per l’evoluzione del clown, e anche perché da un paio di anni CLAPS e altre realtà milanesi coordinano qui un “tavolo del clown”, che vede a confronto personaggi storici insieme a giovanissimi del settore. Quando sono arrivata al festival, nel prestigioso Teatro Franco Parenti, nelle vesti di reporter per Juggling Magazine, è stato un pò come teletrasportarsi in un passato che vive di futuro e l’energia che si respirava era dentro un naso rosso. La curiosità di incontrare e intervistare gli artisti in programma era enorme, e a ciascuno di loro abbiamo proposto un set di tre domande: 1 Qual è stato il momento in cui hai capito che avresti dedicato la tua vita al clown? 2 Cosa ha maggiormente influenzato il tuo percorso e cosa oggi influenza le tue creazioni? 3 Quando sei fuori dal palcoscenico, quale ruolo giochi nella società? Okidok, Xavier Bouvier e Benoit Devos, sono considerati interessanti esponenti della clownerie internazionale. Intervistare loro è stato un po’ come fare una chiacchierata con vecchi amici. 1 Non c’è un momento preciso in cui ci

siamo detti “questa sarà la nostra vita”. Da quando avevamo dodici anni facciamo spettacoli insieme ed erano già divertenti. Poi improvvisamente non avevamo più voglia di fare nient’altro e ci siamo dedicati totalmente all’arte del clown. La gente rideva davvero tanto ai nostri spettacoli, e ciò che facevamo piaceva non solo a noi ma soprattutto al pubblico. 2 Il nostro primo spettacolo da adolescenti è stato influenzato dalla troupe di “Slava” che si era esibita nella nostra città. Avevamo circa 15 anni e ci siamo convinti che quello stile, quel trucco, erano veramente interessanti. Abbiamo iniziato dando un tono poetico a quanto facevamo, ma essere un poeta tutti i giorni era stancante, quindi siamo diventati più punk, con grande disappunto di chi adorava la parte poetica del nostro lavoro, e che quindi non ci ha più seguito! 3 Non abbiamo una scrittura politica, i nostri spettacoli sono più stile MontyPyton. Il nostro impegno nel sociale lo realizziamo con spettacoli di beneficenza per i rifugiati arrivati nella nostra città o per i malati negli ospedali. La figura del clown può aiutare a mitigare le angosce e sforzarsi di evitare che aumenti il numero di ricoverati negli ospedali psichiatrici.

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Les rois vagabonds, Igor Sellem e Julia Moa Caprez, artisti eclettici, grandi musicisti, acrobati e danzatori, sviluppano l’essenza del clown. Il loro spettacolo si potrebbe definire un inno al Clown, dove poesia, tenerezza, risate e commozione si avvolgono in un unico respiro. 1 Julia: il circo è stato già una parte della mia vita da bambina, anche se la musica era il mio primo amore, seguita poi dalla danza. Ma continuavo a sentirmi vuota, fino a quando ho scoperto l’arte del clown che mi ha dato ciò che mi mancava, compreso questa relazione così forte con il pubblico. Il mio compagno Igor, che invece ha fatto un percorso da autodidatta, ha lavorato con un personaggio di clown per 10 anni con una compagnia e anche lui, come me, voleva affermarsi con questa arte. 2 Ho fatto tanti stage, ed ho capito che l’arte del clown richiede un cammino molto individuale e lungo. Poi, dopo aver montato un numero con Igor, grazie a studi approfonditi sulla tecnica del clown, ho ripreso anche tutte le discipline che avevo tanto praticato, mettendole al servizio del mio “clown”. Da 9 anni replichiamo il nostro spettacolo, partito da un’esibizione in strada e poi cresciuto. Ma per noi ma non è mai ripetitivo; ci interessa la ricerca del clown tipica del circo tradizionale, e cioè lavorare sempre sullo stesso spettacolo, apportando al suo interno piccole variazioni. Compagnia LPM unisce la tecnica alla follia poetica. Tre artisti di diverse nazionalità, Andres Torres Diaz, Johannes Bauhofer, Lucas Castelo Branco, sono energici, dinamici, di una comicità incontenibile, padroni dei loro attrezzi di giocoleria che muovono in perfetta armonia con i corpi.

1 La nostra vera ossessione è la giocoleria. Ma sicuramente usiamo il clown, o meglio delle tecniche di giochi teatrali e improvvisazione. Apprezziamo molto l’humor, e ci piace usarlo nelle nostre creazioni, ma senza definirci clown. 2 Ci siamo incontrati nel 2013 al “Centre des arts du cirque - Le Lido”, dove siamo entrati come giocolieri. La scuola ti forma in ogni piccolo dettaglio e in svariate discipline, aiutando ciascuno a trovare la nostra vera essenza artistica. Ma anche grazie alla nostra convivenza spesso troviamo spunti per le creazioni dalla nostra quotidianità. La cosa che più influenza le nostre creazioni è la ricerca dettagliata di come poter stravolgere la giocoleria, unendola ad azioni acrobatiche, a forme

rare di riprendere l’oggetto lanciato, il tutto con una buona dose di ironia. 3 Qui siamo in un festival dedicato al clown, e ci sono grandi personaggi a confronto, ma conosciamo artisti che da anni fanno spettacoli incredibili, restando nascosti nella loro piccola realtà, e anche noi ne facevamo parte. Poi abbiamo avuto, chiamiamola fortuna, l’occasione di esserci trovati nel posto giusto al momento giusto, con grande fatica, con la speranza di poter essere utili alla famiglia-società del circo. Avner the eccentric, uno dei padri della clownerie mondiale. Il suo personaggio cattura il cuore del pubblico grazie alla

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sua innocenza, saggezza ed arguta genialità, che non ha mancato di dimostrare nelle sue risposte. 1 Quando tornai da Parigi dalla scuola di Lecoq, volevo solo fare il “Performer” e mi ero dato 5 anni di tempo per fare un pò di soldi come artista, per poi inscrivermi a medicina. Il risultato è stato che con i miei show facevo tanti soldi, in 3 anni avevo allestito un ottimo spettacolo, facevo i miei workshop ed ero felice così. Quindi niente studi di medicina! 2 La prima cosa che influenza le mie creazioni sono i bambini. Una volta vidi un bimbo di 2 anni con un camion giocattolo in mano e a terra c’era un pallone. Lui prova a prendere la palla con una mano ma non ce la fa, allora mette a terra il camion e con le 2 braccia raccoglie insieme i 2 oggetti. Questa è l’esatta logica del clown che oggi influenza le mie creazioni, cioè un semplice problema va risolto in forma complicata e un problema complicato avrà una soluzione semplice. Altre influenze sono l’esperienza, i miei alunni e i miei amici di lavoro. 3 Questo è il mio lavoro! Il clown storicamente ha origine dal circo, ma in realtà penso sia una miscela tra il giullare e il comico. Inoltre il clown nel circo deve essere psicologicamente preparato perchè il circo è il mondo del virtuosismo, quindi è necessario avere un carattere forte e soprattutto empatico. Un giorno incontrai un signore in Brasile che ha fatto una tesi su 4 clown ed io ero uno di questi. Guardandomi negli occhi mi disse che io ero la stessa persona sia fuori che sopra il palco, ed è così! Per questo io non credo nella figura del clown ma credo nel “Clowning”! Il trio Teatro necessario, definiti “l’espressione surreale del clown musicale”. Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini, Alessandro Mori hanno un vero e proprio ritmo nel sangue. Ammirevole il gusto delicato delle scenografie, e qui al Teatro Parenti hanno allestito una pista da circo, esibendosi all’entrata principale del teatro, piuttosto che in sala. 1 Alessandro racconta:”Alla scuola di geometri mi dicevano che era meglio che studiassi musica, mentre a scuola di musica mi dicevano che era meglio che mi laureassi in qualcosa. L’unica cosa in comune è che mi dicevano in continuazione: “Mori, basta fare il pagliaccio”. Quindi poi ci ho pensato sul serio, dal momento che mi riusciva naturale. Anche per Leonardo e Jacopo sono accadute cose analoghe. 2 Sicuramente ci hanno influenzato i clown storici, il cinema muto, Buster Keaton, Chaplin e tutti i primi spettacoli di circo contemporaneo che vedemmo nel 26

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2000. Nelle nostre creazioni ci piace il gioco del clown puro e le gag di comicità vera. Anche il pubblico influenza lo spettacolo, ma non la nostra creazione; cioè può aiutarci a migliorare ma non a creare. 3 Il clown non giudica, non ha psicologia ed è puro, per cui quello che facciamo nella società è cercare di giudicare il meno possibile. Come compagnia dividiamo il personaggio sul palcoscenico da quello della vita quotidiana e non percepiamo un ruolo del nostro clown nel sociale. Però il clown deve sempre trovare un modo per rappresentare le debolezze della società, e la cosa interessante è che il pubblico ride di te, ma inconsciamente anche di se stesso.

Un altro valore aggiunto all’evento, che lo ha reso ancora più interessante, è stata l’idea di un convegno sulla figura del clown e sulle sue evoluzioni, animato da grandi cultori del settore. Luisa Cuttini insieme a Valeria Campo, presidente della commissione ministeriale circhi e spettacolo viaggiante, hanno inaugurato il convegno raccontandoci che l’ispirazione del festival è nata dall’idea del convegno stesso. Alessandro Serena, professore di storia del circo, discendente della storica famiglia Orfei, presenta un excursus storico sul clown, partendo dalla nascita del circo, che anticamente non era in tendoni, ma in prestigiosissime sale delle più importanti città europee. Ci racconta del primo clown definito “L’uomo che fa ridere”, proseguendo con quelli che hanno fatto la storia e hanno dato un valore a questo personaggio. Ci racconta inoltre

della “crisi del clown” negli anni ‘70 e di come poi è rinato con le scuole di teatro di Decroux, Marcel Marceau e Dimitri.

Boris Vecchio, artista e direttore di “Circumnavigando festival”, ci racconta della sua storia iniziata come artista e continuata come direttore, passando anche per una fase di reporter, lasciandoci un’intervista meravigliosa fatta al clown Carlo Colombaioni. Carlo Rossi, attore, ci parla della “scoperta del clown a Milano” dove è nata la prima rassegna mimo–clown, che ha accolto molti artisti tra cui Marcel Marceau, Dimitri ed altri. Ha sottolineato inoltre di altre esperienze milanesi, da “Quelli di Grock”, più incentrate sul teatro fisico e teatro danza, alla “Piccola scuola di circo di Milano” e al lavoro di Claudio Madia, Maurizio Accattato e il suo Milano Clown Festival, poi ancora la Cascina Torchiera, spazio occupato che per 18 anni ha organizzato una rassegna clown a Milano. Leo Bassi, maestro e artista del circo ci ha parlato della nascita della figura del Clown. Discendente da 7 generazioni di circo tradizionale, dedica il suo intervento alle nuove generazioni, con la speranza che la vitalità dei clown possa essere d’ispirazione in questi tempi confusi. “Il circo è morto, anche la chiesa cattolica è morta, e anche il clown è morto, perché ormai esistono negozi come Zara e Benetton che vendono vestiti economici dai colori tutti mischiati. il problema arriva addirittura in Bangladesh, dove si producono questi abiti a basso costo. Quindi anche l’operaio ha perso la sua dignità e si e venduto al consumismo, come il clown. Ed è interessante

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capire come far rinascere il clown nell’epoca di Benetton o Zara. Oggi il clown è per lo più preda delle sue frenesie e pazzie. Io però voglio sperare che dal nuovo clown nascerà una nuova spiritualità nel XXII secolo, e sono qui, cercando di far capire al mondo che il clown esiste davvero”. Marie Celine Daubagna, docente di clown, improvvisazione, teatro ora direttrice pedagogica della scuola “Le Lido” a Toulouse, illustra il programma didattico della scuola.”Chi arriva a Le-Lido, ha già una tecnica forte e i giovani artisti, lavorano sulla ricerca di una propria scrittura personale e individuale”. Marie Celine cerca sempre delle connessioni nel percorso di ogni alunno, spingendoli all’esagerazione, per aiutarli a superare i propri limiti, mettendoli davanti alla scoperta della propria sincerità. Rita Peluso, dopo una riflessione sul tema: “clown, maschera o personaggio!?” si sofferma sul clown al femminile, che ritiene ancora poco sviluppato in Italia, anche perché molte clownesse pensano che imbruttendosi sono comiche, senza capire che si può essere divertenti anche essendo “femminili”. Chiude il convegno Avner Eisenberg ,che al festival ha tenuto anche un workshop di 3 giorni, con questa considerazione: “Quando vado a vedere uno spettacolo di clown la prima cosa che penso è: speriamo che non faccia schifo! Gli attori dal canto loro hanno paura di annoiare il pubblico e sono terrorizzati dall’idea di non piacere, ma questa non è paura del fallimento, perché i clown devono fallire. Quindi sia il pubblico sia l’attore hanno entrambi la paura che li accomuna! Ma in

realtà la cosa più giusta non è essere interessante per il pubblico ma è essere interessato a quello che fai, solo così puoi trovare le soluzioni al problema e diventare di conseguenza interessante”. Infine cari lettori, questo enorme bagaglio chiamato “Tendenza Clown” carico di bellezza scaturito dagli interventi al convegno, che passa dagli occhi ed entra diritto al cuore, ha continuato ad alimentarsi con gli spettacoli di tutti gli artisti, risvegliando con le emozioni i sensi e, per dirla con Leo Bassi, “il popolo ride e riflette sotto il naso bianco e sincero di un grande clown”.

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15/25 febbraio, Roma www.auditorium.com

IN EQUILIBRIO SU NUOVE VISIONI di Donatella Ruini

foto di Musacchio e Ianniello

Un altro anno, un’altra tappa di questo viaggio all’interno della danza contemporanea e delle sue proposte nell’ormai consueto appuntamento con Equilibrio, festival della danza giunto alla sua 14esima edizione. Quest’anno dedicato alla Francia, ha proposto un cartellone in equilibrio tra tradizione, modernità e ricerca. Compagnie classiche come il Ballet de l’Opéra de Lyon e il Ballet Nice Méditerranée a presentare coreografie dei grandi maestri della danza moderna (Maurice Béjart, Roland Petit, William Forsythe) insieme alla storica coreografa Maguy Marin con Bit, una delle sue più recenti e sempre provocatorie creazioni, e proposte più innovative come Système Castafiore e la Compagnie Hervé Koubi. Système Castafiore ha condotto il pubblico attraverso un progetto multimediale complesso e affascinante, Théorie des Prodiges, in cui un’attrice, che appare in scena unicamente come ologramma, testa pensante e filo conduttore e narrativo, tesse un difficile ma riuscito intrecciarsi di 12 quadri narrativi. Musica, canto, azione scenica, testi e immagini proiettate si dipanano per farci riflettere sulla storia del mondo così come lo conosciamo, prendendo spunto dalla stimolante riflessione ben sintetizzata nelle parole della coreografa e del regista: si è sostituita la magia con l’immagine, e questa doppia inversione ha finito col privarci dell’immaginazione. Il telo translucido e trasparente davanti e dietro al quale si svolge l’azione danzata fa da supporto alle proiezioni e da fondale

alla magia del canto, simboleggiando il velo di maya, l’illusione del mondo fenomenico entro cui è limitata la nostra esistenza. L’origine della vita, l’apparizione del linguaggio, l’esistere, le creature magiche, il senso della vita, il misticismo, il nulla, l’infinito, il cosmo, sono i prodigi nati e messi in scena da questo originalissimo progetto che tra metafisica e spiegazioni scientifiche ci spinge a riflettere sul senso della nostra storia e del nostro vivere tra immaginazione, realtà, sensi, mente, illusione e magia, all’interno di un quadro che è molto più complesso di quanto noi siamo abituati a percepire. Stimola a comprendere che c’è di più, a interrogarsi sulla propria personale realtà e su quella del mondo che ci circonda, ormai reso diverso e trasformato dalla fisica quantistica e dal suo impatto, non solo nel mondo scientifico, ma in tutta la nostra visione dell’esistenza. La danza qui diventa un supporto dinamico alla ricerca dell’essenza e della sacralità del corpo. I magnifici canti dal vivo risuonano e vibrano in noi come echi di un antico, misterioso richiamo, i testi narrati dall’attrice/ologramma a introdurre ogni singolo prodigio stimolano il desiderio di comprensione dell’intelligenza, per sfidarla poi a lasciarsi andare al paradosso e al mistero dell’esistenza: tutto è impenetrabile. L’attesissima Compagnie Hervè Koubi ha invece proposto Les

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nuits barbares ou les prèmieres matins du monde: un viaggio nell’affascinante storia del mediterraneo e di quelle etnie che l’hanno popolata, di cui è stata culla o di cui ha visto l’esilio. Il coreografo, che ha inusualmente presentato personalmente al pubblico il progetto e la sua storia prima dello spettacolo, ha raccontato lo choc di quando, omai adulto, a un certo punto della sua storia si rese conto di non essere francese ma algerino, e come da lì la sua ricerca artistica abbia cambiato direzione in una nuova, stupita consapevolezza. Questo spettacolo riflette sulle storie che si

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intrecciano nel Mediterraneo e sulle sue genti, si chiede chi erano i barbari, da dove venivano, di che storia siamo eredi e discendenti e cos’è che costituisce veramente, nelle sue radici profonde, una società. I tredici eccellenti danzatori - non professionisti, presi dalle strade dei paesi del nordafrica - hanno trascinato il pubblico con grande energia e potenza muscolare ed espressiva. Un viaggio tra razze e culture, tra guerre, sconfitte e vittorie, scambi e solidarietà tra popoli del mare e dei deserti, creatori di civiltà, di cultura e di commerci, dalle misteriose origini. Uno spettacolo potente, il cui messaggio è la libertà e la cui visione finale è la comunanza tra tutte queste geografie e la bellezza di appartenere a un’umanità libera da recriminazioni, confini e guerre. Nelle illuminanti parole del coreografo Koubi tratte dai suoi appunti di lavoro: …voglio riappropriarmi della storia, aprire gli occhi, accostarmi agli altri, correre verso la libertà… e ricordare che il termine amazigh, barbaro, significa anche uomo libero… “Equilibrio” come ogni anno esplora nuovi confini artistici, confrontandoci con la migliore produzione della ricerca contemporanea, sempre più accumunata dall’apertura a nuovi stimoli e riflessioni, frutto non solo delle nuove frontiere della fisica quantistica, ma anche delle nuove realtà globali. Un riflessione su cosa appartenga a un vecchio mondo di divisioni, guerre, limiti e confini, e su cosa invece potrebbe fare parte di un nuovo mondo più umano, più aperto all’altro e al diverso, più libero e rispettoso della storia, della cultura e del diritto a un’esistenza dignitosa per ognuno. Come sempre l’arte e gli artisti ci aprono nuovi orizzonti e possibili libertà: stimolandoci a vedere la nostra responsabilità in tutto questo e come possiamo non solo crearlo questo nuovo

mondo, ma anche esserne parte attiva ed evolutiva. Con questo desiderio feroce, osare questo inno alla luce, dichiara il coreografo Koubi, e non credo ci sia frase che meglio sottolinei questo passaggio epocale di cui siamo testimoni, questo desiderio di un nuovo modo di relazionarci agli altri esseri umani e alla terra di cui siamo ospiti, in una nuova visione di cui possiamo responsabilmente essere co-creatori.

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IL “RADUNO” DI SARZANA 28 aprile / 1 maggio – Sarzana (LS) www.facciamocirco.it

di Kate Boschetti

photo by Andrea Galad

Era il 30 aprile 2006 quando otto scuole di circo italiane si riunivano a Sarzana per la prima edizione del “Raduno delle Scuole di Piccolo Circo”. Avevo 12 anni, frequentavo i corsi annuali di facciamoCIRCO e quella giornata l’aspettavo da mesi (mia madre, Alina Lombardo, è la fondatrice di facciamoCIRCO ed ideatrice del Raduno). Era una giornata dedicata all’incontro, un’occasione (unica allora) per conoscere chi, come me, aveva trovato la magia nel circo; per condividere i percorsi, scambiare e imparare, esibirci davanti agli altri, applaudirci, creare amicizie che ci accompagnano ancora adesso. Tantissimi gli stimoli e gli obiettivi che prendevano forma in quelle ore e che ci accompagnavano fino all’anno successivo. Fino ad arrivare all’edizione 2018, la tredicesima, con la partecipazione record di 26 scuole/corsi di circo per un totale di 350 tra allievi e insegnanti/operatori. Tredici anni sono tanti e… ne sono cambiate di cose! Oggi quella giornata di gioco e festa è diventato il “Raduno Nazionale delle Scuole di Circo”, che dura in media quattro giorni, ma anche una vetrina per i diversi linguaggi del circo contemporaneo: il circo sociale, il circo nelle arti figurative, la scienza nel circo, lo spettacolo amatoriale e professionista, il gioco, l’improvvisazione e, immancabili, lo scambio, la conoscenza e il confronto tra allievi di scuole amatoriali e professionali, artisti, operatori, con workshop di base e/o avanzati in circa 20 diverse specialità. Anch’io sono cresciuta… oggi sono una giocoliera. Ci sono arrivata grazie al Raduno? Sinceramente non lo so. Di certo però la partecipazione delle scuole professionali alle prime edizioni del Raduno mi ha aperto una finestra sulle possibilità di “fare circo” in Italia. È nata lì la scelta di frequentare la Scuola di Circo FLIC di Torino e scoprire che non avevo capito niente, che non avevo idea di quanto impegno richiedesse dedicarcisi per davvero. Una sorpresa in cui mi sono buttata senza esitazione. Dopo la Flic sono entrata all’Esac di Bruxelles, ma dopo il primo semestre un infortunio mi ha impedito di proseguire. Da quel momento, a differenza della maggior parte dei compagni di avventure sparsi nelle scuole superiori d’Europa, la mia formazione è proseguita frequentando stage di 30

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giocoleria e manipolazione, danza, attore di circo ma, soprattutto, direttamente in scena. Ho avuto la fortuna di lavorare con compagnie come Gandini Juggling (negli spettacoli Meta, Clowns & Queens, 8 Songs), Critical Mess, diretta da Stefan Sing e con il quintetto di giocolieri che, accompagnati dai percussionisti di Ars Nova, hanno portato in scena Entre Ciel & Terre diretto da Martin Palisse. Queste esperienze non mi hanno solo insegnato moltissimo come giocoliere ma confermato quanto la mia dimensione appartenga più al lavoro in compagnia che a quello di solista (probabilmente quel sentimento, allora inconsapevole, che avevo già trovato al Raduno da bambina). Lavorando in un gruppo le idee, i modi d’interpretare, le energie si moltiplicano. Fare parte del gruppo, dargli valore, sostenerlo e trovare sostegno sono elementi importanti per me, in scena come nel processo di creazione e, ovviamente, nell’organizzazione di una manifestazione. Il legame con il Raduno non si è mai spezzato. Paradossalmente è cresciuto proprio quando ho lasciato Sarzana. Guardandolo da lontano, e non più da dietro le quinte, ho iniziato a riconoscere gli ingranaggi di quella grande macchina e desiderare di farne parte. È iniziata così un’evoluzione parallela che mi permette di individuare quello che manca e portare ogni anno qualcosa di nuovo: amici artisti ed ex compagni di avventura che si alternano ad ogni edizione a comporre uno staff divertito e preziosissimo; artisti e compagnie per offrire a tutto il pubblico del Raduno, non importa a quale stadio del loro percorso, nuovi stimoli, prospettive diverse, modelli a cui ispirarsi, spunti di riflessione sulle tante visioni del circo contemporaneo. Inevitabile il mio crescente coinvolgimento che oggi mi vede responsabile della grafica, della comunicazione social, dell’accoglienza degli artisti, del coordinamento dello staff e, insieme ad Alina, della direzione artistica. Insomma, ridendo e scherzando, quella giornata di festa dell’aprile 2006 si è trasformata in mesi di lavoro, corse, problemi, soluzioni, soddisfazioni, notti in bianco e… l’impagabile felicità di ritrovarci qui, anno dopo anno. Lo ammetto, ne sono dipendente!

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YOUNG CIRCUS FESTIVAL 2 17/22 aprile Anguillara Sabazia (RM) FB young circus festival

di Massimo Albano direzione artistica Il Young Circus Festival (YCF) al suo secondo anno di vita ripropone in Italia un format, già presente in altre città europee, centrato su una sana forma di aggregazione che, seppure in presenza di premi e giuria, privilegi l’espressività più che la competizione. Sotto lo chapiteau old style della scuola di circo Atelier Saltim’banco, si sono ritrovate sei scuole di circo italiane (Chapitombolo, Circo Laboratorio Nomade, Dimidimitri Circo Teatro, Scuola Romana di Circo, Atelier Saltim’banco e BigUp, a cui è stato anche affidato il tableau di apertura della serata di Gala), due francesi (Génération Cirque di Strasburgo e Lycée Bayen di Châlons en Champagne), e una svizzera, (scuola di circo di Lausanne), insieme a coach e artisti di varie discipline. Tutti insieme per vivere un’esperienza che valorizzi il giovane talento artistico di ragazzi che nel circo hanno trovato il proprio canale espressivo. Il YCF, ulteriore occasione per rafforzare la rete delle scuole italiane, si rivolge ad allievi / giovani artisti tra i 14 e i 21 anni, potenziali artisti del futuro. Una fascia d’età che ricerca la trasmissione di saperi e lo scambio con artisti professionisti, storie interessanti e scelte di vita, modelli positivi di auto imprenditorialità e di successo, strumenti per avviarsi ad un percorso professionale. Sintomatico di queste necessità, la testimonianza di Daniela Lo Guasto, che ci racconta la propria esperienza al YCF. Daniela appartiene a quel gruppo di 13 studenti che per primi hanno vissuto l’esperienza del circo al liceo a Roma. Allieva talentuosa e determinata, le è stato assegnato il Premio Coup de Coeur alla serata di gala.

foto di Massimiliano Fusco

“Sono fiera del lavoro che ho fatto, della preparazione del numero e del premio che ho ricevuto. Ho voluto spingere il mio corpo in una dimensione che non credevo fosse possibile raggiungere. Ho avuto paura a un certo punto; gli altri ‘’concorrenti’’ erano davanti ai miei occhi che provavano i loro numeri, ed io mi sforzavo di trovare gli errori tecnici per rassicurarmi, ma più osservavo la forte tecnica e meno apprezzavo la parte artistica. A farmelo notare è stato Milo, direttore della scuola di circo Chapitombo-

lo. Credo che osservandomi abbia percepito subito la mia difficoltà e la mia paura. Mi ha parlato in modo diretto e schietto, riconoscendo che il mio numero tecnicamente c’era, era all’altezza di tutti gli altri, ma che non sarebbe emerso sinceramente se non mi fossi convinta di quello che stavo facendo, di quello che volevo realmente trasmettere. La parte artistica è più importante della tecnica certe volte. Avrei dovuto coinvolgere emotivamente una giuria importante, e spettatori ancora più importanti. Allora ho chiesto a me stessa cosa volessi dire alla gente, ai miei genitori, amici e giudici. La rabbia delle critiche mi aveva fatto riflettere, stavo davvero crescendo, potevo sentire il petto gonfiarsi di emozioni. Avevo capito che quello che volevo mostrare erano proprio quelle stesse emozioni, e soprattutto il cambiamento. Dopo un periodo difficile

della mia vita stavo cambiando e il festival è stato l’occasione per raccontare la mia storia, senza parlare. Con l’aiuto dei miei amati

tessuti ho espresso il desiderio di una ragazza disinibita, forte, Rock di spogliarsi delle costrizioni sociali ed emergere dal basso della folla. Quei quattro minuti in aria sono stati il mio momento, la mia vittoria ancora prima della premiazione. L’esibizione è stata la mia fuga dal mondo, in alto, dove in pochi arrivano. A volte per trovare un po’ di pace in se stessi bisogna convincersi delle proprie qualità e soprattutto delle proprie difficoltà, perché è da dove non si arriva che bisogna partire per migliorarsi. Questo ciò che ho pensato. Una volta conclusa la mia danza aerea ho potuto godermi lo spettacolo degli altri ragazzi. Tutti avevano qualcosa da raccontare. Ho cambiato modo di pensare e di osservare. Mi sono lasciata commuovere da alcuni e divertire da altri. La premiazione è stata fantastica e assolutamente giusta. Le ragazze premiate si sono meritate i riflettori e gli applausi, hanno dato tutti il massimo e insieme abbiamo creato un’atmosfera bellissima, davvero indescrivibile”.

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LA MATERIA PRIMA SI TRASFORMA www.circopificio.it

di Marika Riggio Tutte le favole iniziano con “C’era una volta...’’ e così l’ incontro professionale tra Josh Rizzuto, ballerino, coreografo e attore e me, danzatrice e artista di circo, si è trasformato presto in una favola. Ma quel momento, esattamente il 2014, ci sembra ormai lontano da raccontare perché il desiderio ci ha portato a grandi fatiche, impegno e continue trasformazioni e la magia ha reso tutto veloce e reale, dando presto vita al Circ’Opificio. Così, in soli quattro anni, partiti da un corso di piccolo circo in una piccola sala di provincia, si è presto trasformato in 3 capannoni con sale polifunzionali e dedicate alle arti circensi, alla danza e al teatro; e da allora il sogno di aprire una scuola di circo in un territorio complesso come Palermo, come la Sicilia, si sta avverando e noi lo viviamo ogni giorno, con fatica ed impegno, con intraprendenza e dedizione. La nostra terra è ricca di opifici, luoghi in cui la materia prima viene lavorata e trasformata in un’opera finita, per questo il progetto prese il nome di Circ’Opificio: un luogo che dà la possibilità di diventare artisti a tutto tondo, in cui i propri sogni possano avverarsi. La scuola non è solo un sogno ma anche una scommessa, perché abbiamo fede che la forza del Circo innestata in una città come Palermo possa, in futuro, far nascere nuovi orizzonti stilistici e linguistici di cui il circo contemporaneo si nutre. Infatti, ogni giorno i nostri allievi di tutte le età e di tutti i livelli, hanno la possibilità di crescere, trasformarsi, ricercare e magari poter diventare artisti capaci di sincretizzare danza,teatro e circo. Palermo ha risposto al Circo egregiamente dimostrando una grande voglia di imparare e condividere e così dopo il primo anno abbiamo raddoppiato gli iscritti ed il secondo anno si è concluso con 90 allievi che hanno messo in scena lo spettacolo ‘Chocé’ al Teatro Biondo di Palermo. Ma non solo, contestualmente sono iniziati i primi pro32

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foto di Alessia Campolo

getti di circo sociale in alcuni dei quartieri più a rischio della città come Zen e Ballarò. Il terzo anno abbiamo organizzato una rassegna di Teatro e Circo ‘Geometrie’ ospitando artisti internazionali quali Rita Pelusio, Duo Kaos….e la prima edizione del MAC Mediterranean Aerial Camp, il primo raduno siciliano di acrobatica aerea e questo quarto anno, abbiamo issato le antenne del tendone Circ’all nel quartiere Danisinni con l’obiettivo di creare dei laboratori sociali permanenti. Nei tre anni abbiamo tentato diverse vie, da quelle istituzionali con un affidamento di uno spazio da parte del Comune di Palermo, alla partecipazione a bandi sia regionali sia europei finalizzati alla divulgazione di arte e cultura nel territorio, oltre che la ricerca tramite privati di capannoni. Ed alla fine l’ultima ha avuto la meglio: per puro caso come spesso accade in una torrida giornata estiva palermitana abbiamo scovato un posto magnifico formato da tre capannoni per un totale di circa 600 mq con

grandissime potenzialità. Abbiamo lavorato per tutti i mesi estivi ricoprendo qualsiasi mansione, da muratore e gestionale passando per amministrativo e falegnameria. A settembre 2017 abbiamo inaugurato la nuova sede del Circ’opificio che finalmente ha trovato il giusto spazio nella città dando vita ad una corposa sezione danza, attivando una sezione teatro, discipline olistiche e creazione circense; ed infine è forse l’anno più importante per noi, perché abbiamo instaurato il giusto rapporto con le istituzioni e le associazioni e consolidato uno staff affiatato e competente. Viviamo in un territorio dal gap socio-economico che superiamo costantemente anche grazie a tutti gli artisti amici che spesso giungono al Circ’Opificio e ci aiutano attivamente ma soprattutto ci nutrono sempre con nuova linfa e stima e nel futuro speriamo che questa favola che vi stiamo raccontando diventi sempre più ricca di avventure da poter scrivere e lasciare indelebili. In questi anni le forti ambizioni ci hanno portato in certi momenti a trasformarci in tuttofare, e continueremo ad investire economie, energie e passione nel circo e nel suo valore intrinseco, inestimabile. Così ambiamo a diventare un giorno una scuola professionale, vorremmo poter ospitare delle residenze artistiche e creare una piccola compagnia che possa creare degli spettacoli di circo contemporaneo ma soprattutto cercheremo di elevare il circo contemporaneo al suo status massimo di arte fornendogli una chiave creativa originale capace di creare un mondo possibile.

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Piemonte Arcobaleno via delle Fontane 60, 13011 Borgosesia (VC) Ilaria Sitzia 348 8123417 www.sportarcobaleno.it

Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia Veneto

Liguria

Emilia Romagna

Toscana

Marche

Umbria Lazio

Puglia Basilicata Sicilia

REGISTRO NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO EDUCATIVO

Lombardia

Chapitombolo via Baldichieri 18, 14013 Monale (AT) Milo Scotton 331 7992615 www.chapitombolo.it CH4 Sporting Club srl via Trofarello 10, 10127 Torino Francesca Casaccia 011 678366 www.ch4sportingclub.it Circo Clap via Don Giovanni Minzoni 17, 28041 Arona (NO) Laura Cantù 328 8891533 www.circoclap.it Dimidimitri S.S. 299 c/o Cascina Cavallotta via Valsesia, 28100 Novara Alessio Ricci 346 9812214 www.dimidimitri.com Flic Scuola di Circo via Magenta 11, 10128 Torino Dario Sant’Unione 011 530217 www.flicscuolacirco.it Fuma che n’duma via dei Salici 16, 12035 Racconigi (CN) Giuseppe Porcu 333 2742858 bimbocirco.wordpress.com Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Macramè Strada dei Sent 16, 12084 Mondovì (CN) Marco Donda 347 8251804 www.scuoledicircomacrame.blogspot.it Microcirco c/o Chapitombolo via Baldichieri 18, 14013 Monale (AT) Carla Acquarone 337 266505 www.microcirco.it Sportica Gym via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 0121 795590 www.sportica.it Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com UP Str. Salimau 1/E int. 1 12060 Pocapaglia (CN) Maria Grazia Ielapi 339 7532815 www.upscuoladicirco.com Vertigimn via Mottalciata 7, 10154 Torino Fabrizio Fanizzi 338 4189800 www.vertigimn.com Ambaradan viale Lombardia 53, 24020 Torre Boldone (BG) Lorenzo Baronchelli 339 5695570 www.ambaradan.org Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.campacavallo.com Giocolarte via Acerbi 33, 27100 Pavia Marco Lam 393 8392809 giocolarte.wordpress.com Hops via Lanzi 51, 20872 Cornate (MB) Sara Papadato 348 0069417 www.scuola-circo-hops.it Kabum via Guicciardini 114, 20100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 www.spaziokabum.it Quattrox4 Via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 346 0026972 www.quattrox4.com Scuola di arti circensi e teatrali via Sebenico 21, 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 www.milanoclownfestival.it Scuola di circo SATs v.le Piave 16/a, 20047 Treviglio (BG) Massimo Vitali 339 1134156 www.scuolateatrotreviglio.it/scuolacirco Scuola di circo Trillino Selvaggio via Tolstoi 14/a, 20146 Milano Giuditta Pino 334 2765052 www.trillinoselvaggio.it Spaziocirco via Carrobbio 6, 20093 Cologno Monzese (MI) Sonia Belotti 338 7813115 www.spaziocirco.it Spazio Circo Bergamo via Gaetano Scirea 11, 24060 Telgate (BG) Manlio Casali 393 0082506 www.spaziocircobergamo.it Teatro Circo Puzzle Str. Padana Superiore 28, 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) Silvia Vetralla 348 7461009 www.teatrocircopuzzle.com Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana (BZ) Reinhard Demetz 0473 239564 www.animativa.org Arteviva via Bari 32/L, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 FB Arteviva Cooperativa Circo all’inCirca via Piemonte 84/8, 33100 Padernò (UD) Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it Skiribiz via Marinelli 6, 33033 Codroipo (UD) Marco Grillo 340 8304849 www.skiribiz.com Ancis Aureliano via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) Giovanni Evaristo Arnaldi 347 2261288 www.dottorclownitalia.org Barbamoccolo via delle Motte 12/c2, 30020 Martellago (VE) Manuela Polacco 339 4652122 www.barbamoccolo.it Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 www.circoinvaligia.it Ludica Circo Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.ludicacirco.com Circo Galleggiante Corso Cavour 433, 19122 La Spezia Chiara Martini 339 5772543 FB Circo Galleggiante Circo Mirtilla strada Ronchi Brighei 1/c, 18100 Imperia Nadir Spagnolo 329 2950023 www.2clown.com Facciamo Circo via Segalara 5, 19038 Sarzana (SP) Alina Lombardo 339 5878441 www.facciamocirco.it Ge.AC Genova Arti Circensi Vico delle Carabaghe, 16123 Genova Boris Vecchio 347 4359018 www.sarabanda-associazione.it sYnergiKa piazza Palermo 12, 16129 Genova Annalisa Alcinesio 338 1172011 www.synergikaasd.com Arterego via Piave 19, 40132 Casalecchio di Reno (BO) Pietro Morea 347 7121221 www.arterego.org ArtinCirco Via Tolara di Sopra 90, 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Nando e Maila 328 6493203 www.nandoemaila.it Body Studio via Paradisi 7a, 42100 Reggio Emilia Susi Alberini 338 1397924 www.bodystudio1.com Circolarmente via Mantova 4/b, 43100 Parma Albert Horvath 347 3131604 www.circolarmente.it Circo Sotto Sopra via Corsica 6, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Mariagrazia Bazzicalupo 328 7312861 www.circosottosopra.wordpress.com 100% Circo Casa la Marga 69, 52010 Subbiano (AR) Simona Serafini 339 3840294 FB centopercentocirco Antitesi Scuola di Circo via Guidiccioni 6b, 56017 San Giuliano (PI) Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Badabam strada della Tressa 4, 53100 Siena Margherita Gamberini 366 4811081 www.badabam.it Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Samuele Mariotti 333 4022331 www.circoliberatutti.it Circo Libre via Sambre 32, 50014 Fiesole (FI) Raffaella Fileni 388 4228248 www.circolibre.it Circo Tascabile p.zza Cairoli 4/c, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 www.circotascabile.com En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 www.enpiste.it K-production piazza Viani 6, 55049 Viareggio (LU) Claudia Sodini 328 1447868 FB Claudia Sodini Mantica Scuola di Circo via del Terminillo 20, 58100 Grosseto Ilaria Signori 328 9089250 www.compagniamantica.it Saltimbanco Scuola arte del cirko via degli Acquaioli 60, 57121 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 www.saltimbancoscuolacirko.it Aria di Circo via Goito 10, 60121 Ancona Caterina del Giudice 388 7533247 www.ariadicirco.com Circoplà c/o Spazioplà Via Vanoni 11, 60030 Serra dÈ Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 www.circopla.it La Valigia delle Meraviglie v.le G. Bovio 73B, 60044 Fabriano (AN) Marco Censi 340 2380553 www.lavaligiadellemeraviglie.it Visionaria via Maestri del Lavoro 3, Teatro Panettone, 60131 Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 www.visionaria.org Circo Corsaro piazza Vanvitelli 1/a, 06034 Foligno (PG) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 FB Scuola di Circo Foligno Circo Instabile via Birago 4, 06124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 www.circoinstabile.it Sul Filo e Dintorni Località Padella 37, 05018 Orvieto Soledad Prieto 389 4318892 www.lastronauta.com Accademia Materia Viva via Camilla 44, 00181 Roma Roberta Castelluzzo 06 97616026 www.accademiamateriaviva.it Atelier Salti’mbanco via Anguillarese snc, 00061 Anguillara (RM) Massimo Albano 391 3620493 www.ateliersaltimbanco.com Bigup Scuola di Circo piazza Lodi 10, 00182 Roma Leonardo Varriale 347 6531329 www.bigupcirco.it Catapulta Teatro Circo via Terme di Traiano 38, 00053 Civitavecchia (RM) Novella Morellini 333 2004091 FB Catapulta Teatro Circo Circo Svago via delle Mole 32, 00041 Albano Laziale (RM) Jacopo Beretta 331 8681147 www.circosvago.it Corpi Pazzi Palestra Popolare via Bertero 13, 00156 Roma Emilie Masci 333 5234005 www.corpipazzi.noblogs.org Vola Voilà via dei Pescatori snc, 00124 Roma Anna Paola Lorenzi 342 5451353 www.volavoila.it Circo Laboratorio Nomade via Sferracavallo snc, 74012 Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 FB Circo LaboratorioNomade Un Clown per Amico / Circobotero strada Modugno Carbonaro 4/8, 70131 Bari Michele Diana 348 0535875 www.unclownperamico.com Il Girotondo via Trabaci 3 c.ctre torri, 75100 Matera Nicola Scoditti 339 2464721 www.scuoladicircoilgirotondo.it Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 329 7169258 www.circopificio.it Gigliopoli via S. Antonio 6 Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281274 www.gigliopoli.org


photo by archivio Cirkus Cirkör

Ehh si! Sono andata in Stoccolma! Che freddo... Ieri era il 21 marzo e Google mi ha salutato con un “benvenuta primavera!”, io ho guardato fuori dalla finestra e ho visto la neve...! Sono arrivata una settimana fa in Svezia, per il mio tirocinio a Cirkus Cirkor, e secondo me merita la neve a Marzo. Ora vis sto scrivendo dalla mia scrivania nell’ufficio pedagogico. Qui si sono divisi ben presto in diversi settori: economia, produzione e tournee, pedagogia, comunicazioni… e ogni settore ha un ufficio proprio dentro il grande capannone con la scritta a luci forti Cirkus Cirkör. Forse questa divisione del lavoro è la chiave per essere più efficienti e al tempo stesso salvaguardare il senso di comunità. Sono tornata appena adesso dalla riunione settimanale, un momento di bella condivisione e messa a punto, cominciata con una ricca colazione alle 8.30 dove non manca nulla (nemmeno per celiaci e vegani). Alle 9 tutti pronti nella sala riunioni, saremo almeno in 30. Oggi si comincia con alcuni video della storia di Cirkus Cirkör, per concordare che “non possiamo dimenticarci mai di essere

pazzi e di arrivare alla gente. Dobbiamo fare di nuovo un festival nel ghetto”. A seguire aggiornamenti e istruzioni sul tema delle molestie sessuali sul lavoro, con impegnati interventi e condivisioni. Piccola pausa per prendere un po’ di aria pungente e torniamo per vedere alcune foto di Fresh Circus e della riunione di Caravan Network. Infine ascoltiamo Olle Strandberg, acrobata e giocoliere che nel 2005 si era rotto il collo durante un triplo salto, rimanendo paralizzato. Dopo anni di riabilitazione, durante i quali ha lavorato come regista per Cirkör (incluso uno spettacolo sul suo incidente, Underact), ha deciso che voleva fare un triplo salto di nuovo. Ma non uno qualsiasi, un mega triplo salto! Dopo due anni di idee e pensieri ha deciso di farlo sulle nuvole. Eh si, sulle nuvole. E oggi ci ha raccontato come ha fatto: ha 34

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https://cirkor.se

montato un trampolino su una mongolfiera, semplice. È salito su sulle nuvole e quando era pronto ha lasciato cadere un peso dalla parte opposta del trampolino e lui... è volato facendo 3 giri in aria e poi 20 secondi di caduta libera. Il video è incredibile e fra poco uscirà il documentario. Finita la riunione vado in ufficio, passando davanti ai ragazzi del liceo che si allenano. Non lo fanno nel tempo libero, è proprio nei programmi del loro liceo: il liceo circense. Invece di andare a fare il linguistico o lo scientifico o l’artistico... fanno questo. Hanno a disposizione una sala enorme con tutti tipi di attrezzi. Seguono corsi di acrobatica, acroporter, acro-danza, aerea, verticalismo... Ogni corso ha il suo istruttore che li segue con grande attenzione.. Raphael (maestro di acro e acro-porter) mi ha spiegato che si punta sulla autonomia dei ragazzi, per insegnargli ad eseguire una routine propria, secondo i propri desideri. La fondatrice di Cirkus Cirkör, Tilde Björfors, e stata la prima a portare il circo contemporaneo in Svezia. Lei ha ben chiaro che il circo salverà il mondo e lo dice apertamente tutt’ora: “Quando il tuo corpo ha l’esperienza per trovare l’equilibrio e creare cooperazione, è più semplice usare questa conoscenza in ufficio. Le discipline di circo possono essere usate come preziosi strumenti in situazione inaspettate “. Per lei era fondamentale creare un’organizzazione che traesse ispirazione dalle tecniche circensi. La

sua prima domanda fu “cosa può insegnare un acrobata nella creazione di una organizzazione”. Ed è così che CirqueCoeur (“svedessato” in Cirkör) nacque con la metafora del cuore. Come ogni cuore, ha due comparti che fanno scorrere il sangue. Un compartimento è la parte artistica, con performance, eventi e sviluppo artistico. L’altro è la parte pedagogica, con corsi a diversi livelli, liceo, sviluppo educativo. Questi due compartimenti condividono: società, mercato, economia, comunicazioni, sviluppo. Ed ogni attività avrà come scopo il coinvolgimento sociale e la provocazione delle nuove idee, in ambito sia artistico, sia educativo. Sono molto politici nelle scelte che fanno nei loro spettacoli e nei loro interventi sociali. Hanno realizzato un festival nel “ghetto” e un tour nelle case di accoglienza della Svezia; un ragazzo rifugiato dall’Aghanistan si è appassionato di circo e ora fa il liceo a Cirkör. Hanno anche creato ben 3 spettacoli che parlano del tema della migrazione: Borders, Limits e Movements. L’ultimo ispirato proprio alla vita di questo ragazzo e con lui nel cast. Quest’anno hanno creato inoltre uno spettacolo chiamato Epifónima, ispirato alle voci delle donne. Con un cast tutto al femminile è un tributo al coraggio e ai valori necessari per creare un cambiamento, e un omaggio alla catena di donne che hanno aperto il cammino per essere dove siamo oggi.

photo by Mats Bäcker

di Veronica Rodriguez

NEL CUORE DELLA SVEZIA

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REGISTRO NAZIONALE PROGETTI DI CIRCO SOCIALE Il Registro nasce con l’intento di fornire informazioni sul lavoro delle associazioni, promuovere e facilitare le collaborazioni, gettare le premesse per un riconoscimento del settore e la creazione di un network nazionale. Le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.altrocirco.it

Piemonte Fondazione Uniti per Crescere Insieme via Pacchiotti 79, 10146 Torino Sara Sibona 011 19836531www.unitipercrescereinsieme.it

Lombardia

Friuli Venezia Giulia Veneto

Toscana

Lazio Campania Puglia Sicilia

Fuma che n’duma via dei Salici 16, 12035 Racconigi (CN) Giuseppe Porcu 333 2742858 www.bimbocirco.wordpress.com Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Bruna Ventura 349 1470123 www.giocolarte.wordpress.com Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.campacavallo.com Quattrox4 via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 www.quattrox4.com SBOCC via V. Veneto 1, 21010 Cardano al Campo (VA) Luana Facchetti 347 2785195 www.sbocc.it Spazio Bizzarro via del Portone 6, 23887 Olgiate Molgora (LC) Nicola Bruni 333 1903879 www.spaziobizzarro.com Spazio Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Damiano Petitti Roreto 3494568018 www.spaziokabum.it Circo all’inCirca via Piemonte 84/8, località Padernò, Udine Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it Ancis Aureliano Onlus via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) www.dottorclownitalia.org Barbamoccolo via delle Motte 12/c2, 30020 Martellago (VE) Manuela Polacco 339 4652122 www.barbamoccolo.it Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 www.circoinvaligia.it Ludica Circo Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.ludicacirco.com Badabam strada valacchio casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 347 7856564 www.badabam.it Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 www.circoliberatutti.it Circo Tascabile via Filicaia 2, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 www.circotascabile.com En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 www.enpiste.it Scuola di Circo Antitesi via Guidiccioni 6b, San Giuliano Terme, Pisa Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Inerzia via Francesco Grimaldi 127, 00146 Roma Leonardo Varriale 347 6531329 www.inerzia.org Circosvago via delle Mole 32, Albano Laziale (Rm) Jacopo Beretta 331 868114 www.circosvago.it Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 FB Scuola di Circo Corsaro Un Clown per Amico/Circo Botero st. Modugno Carbonaro 4/8, 70123 Bari Michele Diana 348 0535875 www.unclownperamico.com Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 340 3928905 www.circopificio.it Clatù via San Josè Maria Escrivà 3, 95030 Tremestieri (CT) Maria Elena Rubbino 340 1723934 FB Clatù

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