JUGGLINGMAGAZINE.IT ASSOCIAZIONE GIOCOLIERI & DINTORNI
CIRCO’N’DATA NUMERO81DICEMBRE2O18 issn 1591-0164 Poste Italiane SpA sped. in a.p. 70% DCB Viterbo. Contiene allegato P. e allegato R. € 3,00
Dinamico Festival see you next foto
bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno XX, n. 81, dicembre 2018 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) h www.jugglingmagazine.it h www.progettoquintaparete.it e jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 340 6748826 Direttore responsabile Marcello Baraghini Direttore editoriale Adolfo Rossomando Redazione Valentina Barone Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h www.ruggieripoggi.it t 06 57305105 Distribuzione Nuovi Equilibri t 0761 352277 f 0761 352751 Stampa Pixartprinting Stampato il 20 dicembre 2018 In copertina Carole Madela in May Be Empty, Rassegna Battiti (RM) foto di Marco Bellucci
Con il sostegno di
EDITORIALE Desiderio di libertà, desiderio di vivere, desiderio di esprimersi, desiderio di condividere. L’etimologia della parola desiderio rimanda letteralmente a “mancanza di stelle”, e forse per questo, quando vediamo una stella cadente, il regno dei cieli si apre e noi possiamo esprimere un desiderio… Ma quali sono oggi i desideri che il mondo del circo esprime su questo pianeta? Realizzare un grande evento? Una carriera di successo? Trasformare la società? Creare bellezza? “Ispirare ed evocare”? Quale è il contributo che diamo e che possiamo dare in un mondo globalizzato, così ricco di potenziali, eppure così travagliato? Quale è la responsabilità che abbiamo noi tutti, così fortunati e bravi da aver realizzato una “bolla del circo” fantastica agli occhi nostri e di chi l’ammira dall’esterno?
Tra dicembre e gennaio Juggling Magazine visita la Francia quattro volte, per raccontare le meraviglie del circo in Normandia, a Parigi e a Marsiglia, proprio mentre per le strade impazza la protesta, anche violenta, dei gilet jaunes. E su questo numero di JM raccontiamo la gioia, le conquiste, la passione dei festival italiani e degli artisti che li animano. Ma le news che fanno breccia non sono i nostri sorrisi, bensì un malessere che pervade anche il nostro Stivale, e tanti altri paesi nel mondo, tutti attraversati da crisi economiche e di valori, oltre che da migrazioni sofferte, come sempre nell’arco della “Storia”, e purtroppo ancora oggi, nonostante il decantato “Progresso”. Forse possiamo invitare il mondo ad ammirare la volta stellata e intravedere, nel buio dell’alienazione, la luce delle stelle, compresa quella che le stelle del circo sempre più frequentemente regalano? E noi forse considerare un desiderio ancora più forte, sincero, universale, autentico e manifesto, rompendo persino il tabù di una rivelazione che ne minerebbe la realizzazione...!? Ricordare, dentro e fuori dalla pista, che il desiderio è il motore della nostra vita, “l'essenza dell’uomo” come diceva Spinoza, e come tale imprescindibile? Adolfo Rossomando direttore editoriale Juggling Magazine
IL CAVALLO DI TROIA DI CITTÀ DI CIRCO
foto di Stefano Scheda
9-14 OTTOBRE BOLOGNA HTTP://BOLOGNA.CITTADICIRCO.IT
di Chiara Sicoli Circo Zoè Che soddisfazione, le arti popolari finalmente si fanno spazio nelle corti, nei luoghi della cultura e delle élite decisionali; Una vera scalata sociale quella che porta il circo dalle periferie ad approdare in Piazza Maggiore mentre gli sguardi dei Nettuno di turno, con tanto di scettro, osservano dubbiosi questa scivolata sociale, ai loro occhi un po’ troppo vivace per aggiudicarsi gli spazi privilegiati della città. Eppure qualcosa non torna in questo sguardo simpatizzante dai tratti romantici e dai teneri malumori, qualche anima più arguta intuisce che dietro questo allestimento si potrebbe invece celare qualcosa che assomiglia al cavallo di Troia travestito di bianco,dai tratti un po’ troppo candidi per essere veramente il rappresentante del mitico circo contemporaneo che da qualche anno si è fatto nuovo interprete della realtà. Ed eccola apparire quell’anima intuitiva ispirata dal portamento di Nettuno e compagnia che, dotata dello scettro del commentatore poco informato, comincia a sospettare che quel candido tendone sarebbe stato il portavoce, non della scalata sociale del circo contemporaneo, poco credibile per quell’anima irriverente che porta Città di Circo, bensì si stava preparando la 2
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presa della Bastiglia, un’iniziativa che avrebbe portato, in prima linea in Piazza Maggiore, giovani assetati di energia culturale, di un’arte viva, di una cultura che racconta molto ma che narra poco, che raccoglie partecipazione senza essere populista. I toni si accendono, gli animi si scaldano, il tendone è issato, e dal primo spettacolo la centralina di Città di Circo esplode di prenotazioni. Si sente tutto il calore di un pubblico che ha imparato a conoscere il circo, un pubblico giovane, energico, attento come le compagnie che in questi anni hanno popolato Bologna con i loro spettacoli e con la loro generosità. Le chiacchierate con i passanti si intensificano, chi aspettava Città di Circo, chi ancora entusiasta dello spettacolo della sera precedente condivide con noi le sue emozioni, chi si avvicina timido al tendone e poi scopriamo essere un equilibrista al filo, che con orgoglio condivide con noi il suo passato da grande artista. La comunità irriverente di Città di Circo, non poteva iniziare con un luogo più adatto, la presa di Piazza Maggiore dentro un candido cavallo di Troia, intenta ad osservare i Nettuno paladini del giudizio, pronti a glorificare ogni forma di evento purché non troppo esuberante; noi però rimaniamo ironici osservatori da quella particolare angolatura della piazza… quella dove il Net-
tuno da il meglio di se! Osservatori curiosi delle dinamiche dell’homo “erectus”, noi raccoglievamo i sorrisi del pubblico, l’entusiasmo degli applausi per Naufragata e per quel gran momento di incontro tra le compagnie, il gran Galà che in pochi attimi ha saputo creare una dialettica tra artisti, tecnici e musicisti delle compagnie del Forum, con maestria e genuinità. Grazie! A chi per mesi si è aggirato con il cappello tra i meandri della burocrazia per ottenere la realizzazione di questo momento simbolicamente molto forte. A chi da quegli uffici ha creduto in questo valore, alle compagnie e ai singoli che hanno alimentato per anni il tessuto culturale della Città attraverso il circo contemporaneo ed una comunicazione degna di lode. A chi è arrivato dopo ma ha messo tutta l’energia per essere buon portavoce del momento e a tutti coloro che hanno occupato un posto nell’arena. Ci vediamo a Città di Circo, il tempo di uno spettacolo, un laboratorio, una chiacchierata, un corso antincendio (forse…), un mirto, insomma a quell’incontro di una comunità nomade, plurale nelle sue declinazioni ma carica di un significato di condivisione e unità, non nella forma, ma nell’intimo di chi difende arte e vita, quella Città che porta in se veramente qualcosa di mitico. Love Love Love!
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LE CHIAVI DELLA CITTÀ
foto di Archivio fotografico Comune di Bologna
foto di Circusögraphy
Chi possedeva le chiavi di una città nel Medioevo era autorizzato ad oltrepassare le mura in qualsiasi momento. Ebbene, dal 9 al 14 ottobre, in occasione di Energie Diffuse - settimana della Cultura dell’Emilia Romagna, noi, le chiavi di Bologna le abbiamo avute veramente. Ci siamo infiltrati nella quotidianità del centro, con performance site-specific in spazi pubblici, musei, luoghi solenni ed edifici storici, e l’abbiamo conquistata pacificamente, lasciando i turisti a bocca aperta e i bolognesi ancor di più. Sì, perché questo fa il circo: raccoglie stimoli dal quotidiano, scardina le prospettive abituali di percezione di un luogo stravolgendone la normale percezione. Grazie alla sperimentazione del linguaggio artistico e alla particolarità dei luoghi in cui siamo stati ospitati, si è creata una relazione nuova, insolita e unica tra l’artista, il pubblico e lo spazio architettonico. Pelle d’oca: assistere a contorsioni e acrodanza sul tavolo dove vivisezionavano corpi, come su quello del Teatro Anatomico, progettato nel 1637 per le lezioni anatomiche, così come mozzafiato sono state le performance nello Stabat Mater dell’Archiginnasio, la sede antica dell’Università di Bologna: ci sentivamo così piccoli tra 35.000 manoscritti ma allo stesso tempo così grandi. E poi ancora performance nei cortili, sotto portici e loro volte, tra oggetti e sculture secolari. Il vento circense ha soffiato tra il Conservatorio G. B. Martini, il Teatro Comunale, l’Accademia di Belle Arti, il
foto di Archivio fotografico Comune di Bologna
di Annalisa Bonvicini Magda Clan
Museo Civico Medievale, il Cortile della Cineteca, il Mercato Ritrovato, il Parco del Cavaticcio, la Biblioteca dell’Archiginnasio, il Museo Davia Bargellini e il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica. Sono stati ben dieci i luoghi che ci hanno accolto e fatto volare ancora più in alto. Il tendone issato in Piazza Maggiore e la possibilità di entrare e muoversi in luoghi storici è stato un grande riconoscimento per Forum Nuovi Circhi, un grande omaggio al lungo e generoso lavoro degli ultimi anni del circo in città che ha generato un susseguirsi di emozioni forti e la sensazione di avercele davvero in tasca quelle chiavi!
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E T S I P EN S E L L BRUXE 2018 EMBRE GNA IC D / E BR OMA SETTEMTE E EMILIA R PISTE.IT PIEMON RUXELLESEN .B WWW
di Alessandra Valsecchi Fondazione Piemonte dal Vivo Una grande sfida per un progetto ambizioso: Bruxelles en piste porta in Italia il giovane circo contemporaneo belga. Tra Piemonte ed Emilia Romagna, da settembre a dicembre ha avuto luogo una tournée di sette compagnie belga per un totale di 40 repliche, in contesti e luoghi differenti. Un progetto nato su impulso del Ministero de l’Aide à la Jeunesse, des Maisons de Justice, des Sports et de la Promotion di Bruxelles Città Capitale e accolto in Italia da un network di partner, coordinati da Piemonte dal Vivo, circuito regionale multidisciplinare.
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Matteo Negrin, Direttore di Piemonte dal Vivo, quale è l’appeal che il circo esercita sulle istituzioni centrali della cultura, e quale ruolo le istituzioni possono giocare nella diffusione e promozione dello spettacolo dal vivo, con particolare riferimento al circo contemporaneo? Il circo contemporaneo, grazie all’immediatezza dei suoi codici comunicativi, rappresenta per le istituzioni che offrono una proposta multidisciplinare ulteriore alla prosa e alla danza un felice dispositivo di accesso all’offerta culturale a favore dei nuovi pubblici, a partire dalle famiglie. La formazione dei suoi artisti, che sovente hanno praticato l’arte di strada, è certamente un elemento di forza nella relazione con un pubblico ulteriore a quello già formato ed abituato alla fruizione standard dello spettacolo dal vivo, consentendo in questo modo l’accesso allo spettacolo dal vivo ad un pubblico d’occasione che le istituzioni hanno in questo modo l’opportunità di fidelizzare. La sfida delle istituzioni che si occupano di programmazione in senso realmente multidisciplinare è l’introduzione del circo contemporaneo nelle stagioni teatrali, strutturando proposte di abbonamento che contemplino questa vivace disciplina accanto alla prosa, alla danza e alla musica. Un elemento di debolezza – che il circo, per sincerità, condivide con certa parte di creazione contemporanea relativa alla danza e alla prosa – è la fragilità dell’elemento narrativo. In questo senso, una sfida che gli autori/coreografi possono e devono cogliere per uno sviluppo felice della disciplina nei prossimi anni è la crescita nelle proprie opere di una narrazione interna, di un impianto drammaturgico che superi la giustapposizione di numeri e renda giustizia alla maturità che la disciplina ha già ampiamente raggiunto dal punto di vista tecnico e culturale.
In Emilia Romagna, Bruxelles en piste ha fatto tappa al Festival Aperto della Fondazione I Teatri, a Tutti Matti per Colorno e al Festival Dinamico, diretto da Elena Burani, a cui abbiamo chiesto un commento su questa esperienza. La forza di Bruxelles en Piste è stato il lavoro di rete tra i partner del progetto – sottolinea Elena Burani, direttrice Dinamico Festival - Rispetto ad altri percorsi, il valore aggiunto di questa iniziativa è stata la collaborazione tra le diverse realtà coinvolte che, in un contesto virtuoso, hanno messo a disposizione le specificità e i punti di forza, sostenendosi nella criticità. Oltre a garantire alle compagnie il giusto valore economico ed una buona circuitazione come numero di repliche, questo metodo di lavoro ha permesso di mantenere alto il livello dell’ospitalità in termini di contesti, spazi e pubblico giusti e adatti alla proposte artistiche. Questo è stato possibile soprattutto grazie ad una progettazione anteriore nel coinvolgimento dei partner e grazie al lavoro di rete tra questi. È stata una esperienza sicuramente virtuosa che a mio parere dovrebbe essere riprodotta sia nell’ospitalitá di compagnie straniere - come in questo caso - sia nella WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT
d’eccellenza, una solida struttura e una grande visibilità (Quest’anno abbiamo stimato circa 20mila presenze). Il nostro pubblico, in gran parte avvezzo alle sperimentazioni e pronto a cogliere i vari linguaggi del circo, ha avuto modo di apprezzare proposte variegate ma di alto livello legate al circo belga, andate tutte in sold out. Grazie a Bruxelles en Piste il Dinamico ha poi consolidato la collaborazione con la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia: unendo forze e competenze specifiche abbiamo programmato 3 compagnie del progetto garantendo ad ognuna gli spazi e i contesti più idonei per lo spettacolo e una organizzazione di livello, sia in termini tecnici sia di promozione.
circuitazione di compagnie italiane. Nel nostro caso specifico, Bruxelles en Piste ha dato la possibilità ad un festival come Dinamico - che ha una disponibilità economica non ancora stabile ma un ampio seguito di pubblico e una grande esperienza sia tecnica sia artistica nella programmazione del circo di portare un numero maggiore di compagnie straniere (che hanno un costo più elevato delle italiane) grazie al sostegno di realtà come Piemonte dal Vivo e Corpi&Visioni. Dinamico d’altra parte ha garantito al progetto un corposo numero di repliche in un contesto
Dai festival di circo a stagioni teatrali fino a festival di danza, perché il circo contemporaneo è un linguaggio sempre più contaminato, che spazia tra le diverse discipline. Alcuni spettacoli di Bruxelles en piste sono entrati nel cartellone di Torinodanza festival, uno dei più prestigiosi e interessanti festival dedicati all’arte coreutica in Italia. Anna Cremonini, direttrice di Torinodanza, commenta così questa esperienza. Bruxelles en Piste è stata sicuramente un‘opportunità preziosa per arricchire il cartellone del Festival Torinodanza con una proposta che ha messo in dialogo la danza con le discipline del circo. Si è dunque perfettamente inserito nella nostra dinamica progettuale che vuole esplorare l’incontro tra le arti e i diversi linguaggi della scena. Ha anche consentito agli operatori italiani di conoscere il percorso di sviluppo del circo contemporaneo in Belgio, paese noto soprattutto per la produzione teatrale e di danza. Avere un interlocutore come Piemonte dal Vivo ha anche consentito di attivare uno scambio che non è stato solo dedicato a temi tecnici di organizzazione dell’evento, ma anche di forte natura culturale. Convinti che la qualità di un progetto
si evidenzi anche negli aspetti organizzativi, aver condiviso l’intera filiera del progetto con un’istituzione culturale dedicata soprattutto alla promozione e diffusioni delle arti della scena, è stato un valore aggiunto importante per la qualità generale di quella parte di progetto da noi condivisa. Ha anche favorito un’empatia con lo staff di Piemonte dal Vivo che porterà sicuramente allo sviluppo di una futura progettualità condivisa.
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foto di Manuela Giusto
CARRÉ CURIEUX
WWW.CARRECURIEUX.BE di Kenzo Tokuoka una lunga amicizia e stima professionale, e sapere di aver contribuito a una programmazione internazionale che ha connesso con più evidenza le realtà di sostegno artistico presenti in Belgio e i luoghi di spettacolo possibili per il circo contemporaneo in Italia. Attualmente il nostro progetto di spettacolo itinerante sotto chapiteau non può prescindere da fondi pubblici: il sostegno delle istituzioni territoriali è davvero imprescindibile per coprire i costi di trasporto e di montaggio della struttura. Bruxelles en Piste è quindi stato un’ottima esperienza per quanto riguarda la concertazione di intenti artistici e istituzionali che hanno permesso al nostro chapiteau di arrivare in Italia e di spostarsi in due regioni diverse per partecipare a questa grande avventura. L’Italia ci ha sorpreso per il calore e le reazioni di curiosità della gente comune, soprattutto nei confronti dello chapiteau. In Belgio o Francia è più scontato vedere una struttura di grandi dimensioni in una piazza pubblica, e qui da voi, si capisce che lo sia meno: fanno domande, vogliono sapere chi sei e cosa fai, e poi, naturalmente, sono anche più coinvolti nel venire a vedere lo spettacolo!
foto di Enrico Turinetto
Sono per metà francese e per metà giapponese, per cui da sempre mi considero parte di entrambe le culture, occidentale e orientale. Per quanto riguarda il mio rapporto con il circo, la mia formazione è iniziata in Belgio e questo mi fa sentire, dopo vent’anni, sicuramente belga. È comunque abbastanza normale, per un artista di circo, la sensazione di appartenere a più paesi contemporaneamente e di sentirsi parte di una comunità internazionale abituata a spostarsi molto di paese in paese, nutrendosi di culture ed esperienze differenti per evolvere sia dal punto di vista performativo che personale. Noi stessi, come gruppo, anche se viviamo in Belgio, abbiamo nazionalità differenti e il nostro spettacolo parla a tutti, utilizzando un linguaggio sicuramente comprensibile a qualsiasi comunità appartenente al mondo della cultura europea. L’esperienza di Bruxelles en Piste è stata meravigliosa, ci ha permesso di portare per la prima volta la nostra tenda in Italia e di partecipare con il nostro spettacolo a festival del territorio che ci hanno accolto benissimo. Inoltre, per noi è stato un enorme piacere condividere questo progetto con artisti italiani di base belga, come Piergiorgio Milano, con cui siamo legati da
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PIERGIORGIO MILANO
WWW.PIERGIORGIOMILANO.COM Quando mi chiedono se mi sento un artista italiano, belga o internazionale, preferisco definirmi “europeo” nel senso più ottimista del termine. Mi piace pensare all’Europa come a un territorio in cui spostarsi liberamente e all’Italia come a una delle comunità di riferimento, lo spirito giusto per cogliere il meglio da un’identità in cui risorse economiche e politiche culturali sono messe in relazione e a favore di un bene comune. Io ho vissuto in Italia, Slovenia, Olanda, Francia e in Belgio. In questo senso, la mia carriera artistica è europea, ma la cultura e la tradizione italiana mi piacciono in tutta la loro bellezza e contraddizioni, anche rispetto a culture più pragmatiche come quella belga, in cui per fortuna lo spirito internazionale è diventato una risorsa da sostenere. Sono nato a Torino e da questa città è iniziato il mio percorso di formazione alla Scuola di Circo Flic. Ai tempi, le informazioni sul circo erano davvero poche, ma finita la scuola riuscii a capire che in Francia avrei potuto strutturare un percorso artistico, e mi presero all’Ecole Lido di Toulouse. C’è una grande similitudine tra la Francia e il Belgio, il paese in cui ho deciso poi di vivere, in termini di supporto alla carriera artistica. Grazie al sostegno statale un artista francese o belga può permettersi un periodo in cui concen-
trarsi sullo sviluppo di un’idea, mentre un artista italiano non lo può fare. Questo si rivela magari produttivo dal punto di vista creativo, la capacità di adattamento italiana è ingegnosa, e questa parte dello spirito italiano mi rappresenta. Ma sul lungo periodo non genera una continuità e le produzioni artistiche ne risentono. Per questo motivo, le creazioni condotte all’estero risultano spesso di qualità migliore, perchè il sostegno alla creazione è più strutturato. In questo contesto, partecipare a Bruxelles en Piste è stato un enorme privilegio. Non esistono ad oggi progetti di diffusione di spettacolo sul territorio italiano di tale efficacia, così ben strutturati dal punto di vista teorico e pratico, con un occhio attento anche a creare occasioni di incontro tra pubblico e artisti, concepiti e realizzati con un senso per gli artisti della mia generazione, capaci di connettere le esigenze di molti e da più punti di vista. Sarebbe bello se anche gli artisti italiani potessero essere supportati con progetti del genere per farsi conoscere all’estero. Dopo questa bellissima esperienza sarò in creazione per un nuovo spettacolo, una coproduzione tra Italia, Francia e Belgio, nell’ambito del progetto internazionale Corpo Links Cluster a cura di Torinodanza festival, che debutterà a ottobre dell’anno prossimo. WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT
RASTELLI FESTIVAL 7 / 9 SETTEMBRE 2018, BERGAMO WWW.TEATRODONIZETTI.IT Foto di Gianfranco Rota
di Lorenzo Baronchelli direzione artistica Ispirato alla straordinaria figura di Enrico Rastelli, uno dei più grandi giocolieri della storia, e con l’intento di puntare i riflettori sull’arte della giocoleria, sulla sua ricerca artistica e i suoi protagonisti, nelle sue forme tradizionali e contemporanee, il Rastelli Festival ha rilevato alla sua terza edizione l’esigenza di ampliare e diffondere ulteriormente l’evento nel tessuto urbano del borgo storico, aprendosi così alla fruizione più immediata degli spazi aperti. Per la prima volta si è intrecciato con “I Maestri del Paesaggio”, importante manifestazione internazionale che celebra ogni anno la cultura del paesaggio a Bergamo, creando un’interessante sinergia e una commistione di generi. A naturale complemento è intervenuto Protocole, il collettivo internazionale (con innesti italiani) caratterizzato dalla fervida sperimentazione e dalla creazione di eventi unici e
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non riproducibili che mescolano giocoleria a danza e teatro in spazi aperti. Sulla loro scia una performance itinerante interattiva realizzata appositamente da Ambaradan (UFO Unidentified Flying Objects) con una selezione di giocolieri locali.
Evento principale al Teatro Sociale è stato nuovamente il concorso per giocolieri “Rastelli Award”, per la prima volta aperto a due categorie di concorrenti: Open, senza limiti di età e con un premio simbolico, e Under 35 Pro, rivolta agli artisti professionisti emergenti con in premio una borsa di studio e ricerca del valore di 1000 euro. Il concorso si è distinto nuovamente per l’alto livello tecnico dei partecipanti, provenienti da tutta Europa hanno proposto routine molto interessanti e innovative, molte clave ma anche bastoni in legno o bambù e persino fieno e terra! Si è aggiudicato il premio Under 35 Pro l’italiano Caio Sorana, con una originale performance di clave multiplex e rumorismo sonoro che ha convinto tutta la giuria degli esperti. Al francese Youri Gregoire, con una eccentrica routine di diablo di ottimo livello, è andato il premio WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT
COLLECTIF PROTOCOLE della categoria Open tramite votazione del pubblico. Da segnalare la performance del giovanissimo (17 anni) Giovanni Gaole di impostazione classica ma ben eseguita con palline, cerchi e clave. Molto apprezzato anche l’intervento dell’ospite del Galà, l’acrobata francese Clément Malin alla scala. La giornata di chiusura è stata interamente dedicata agli spazi aperti con due palchi che hanno ospitato le proposte di di Chilowatt, Dulce Duca, Los Gonzalos e Soralino con una sorprendente alternanza di stili e registri. In conclusione, ancora una tappa del torneo internazionale di combat “Fight Night” dove tutti i giocolieri ospiti e quelli locali si sono scontrati tra loro, vincitore il tedesco Alexander Leyman. Diversi i momenti formativi gratuiti aperti al pubblico di ogni età, per avvicinarlo alla pratica della giocoleria, e sempre emozionante la commemorazione di Rastelli alla sua tomba con tutti gli artisti ospiti. La sfida del Rastelli Festival continua, sempre alla ricerca di un equilibrio tra l’essere un evento specialistico di settore, ma anche per il grande pubblico, e al tempo stesso spazio di sperimentazione e creazione per gli artisti.
WWW.COLLECTIFPROTOCOLE.COM di Valentina Santori Il Collettivo Protocole nasce nel 2011 dall’incontro di cinque giocolieri che, dopo aver frequentato scuole di circo e aver già incrociato le loro strade in varie occasioni, decidono di riunirsi per sviluppare giocoleria e improvvisazione nello spazio pubblico. Attraverso la giocoleria cerchiamo di mostrare la poesia nascosta, il fiorellino che cresce nel mezzo del grigio cemento, per offrire agli abitanti una prospettiva differente. Gradualmente abbiamo sviluppato da soli le metodologie e i vari protocolli d’improvvisazione, però la nostra vuole rimanere un’esperienza artistica, e la lettura sociale o politica è solo accessoria. Il gruppo di base vede quattro francesi e io, un’italiana; poi abbiamo Pietro italiano e Jordan belga che fanno le sostituzioni. Tutti gestiscono tutto, tutti creano, tutti abitano in posti diversi della Francia, più o meno a 500 km ognuno dall’altro. Siamo andati sempre direttamente fuori, non ci siamo mai esibiti in sala. Abbiamo continuato a sperimentare ovunque, nei villaggi di campagna, nella foresta, al mare in spiaggia, dove per esempio tiravamo le clave lontanissime e il vento ce le riportava indietro. Usiamo tutti clave bianche Piroettes, così quando cadono tutti possono riprenderle e giocolarle. Le nostre performance negli spazi pubblici sono di durata variabile, da due minuti in un posto piccolissimo per una persona, fino a
forme lunghe in enormi spazi per tanta gente. Ogni data è diversa e per ogni data uno di noi è referente artistico. Due anni fa abbiamo partecipato a un progetto dal nome Monument en Partage nel quartiere 4 route à La Courneuve, periferia nord di Parigi. Consisteva nell’accompagnamento di un cantiere pubblico di ristrutturazione di un mercato e siamo stati lì una settimana ogni mese e mezzo, per due anni, marcando tutte le fasi di sviluppo del cantiere, con gli operai, ma anche con il quartiere, per raccontare in modo artistico il cambiamento in corso. È stato un progetto interessantissimo, molto difficile, che ci ha insegnato tanto. In seguito abbiamo quindi creato uno spettacolo di quattro giorni, “Monument”, che ha debuttato nel 2017, dove arriviamo in un quartiere, in genere periferie estreme, ma anche il pieno centro, o piccoli villaggi, e per tre giorni applichiamo dei protocolli di investigazione giocolata del quartiere, lavorando con un gruppo di residenti sul loro vissuto. Durante i 4 giorni facciamo una cartografia artistica del quartiere, e cerchiamo di interagire con le realtà più diverse. Abbiamo un pick-up nero, dotato di un sistema audio autonomo, per andare ovunque nel perimetro scelto, con protocolli differenti per ogni luogo. Poi il quarto giorno facciamo un bilancio di questa investigazione giocolata sotto forme di una performance di un’ora per un pubblico di 400 persone. Monument è stato un grande cambiamento per noi. Nei tre anni di creazione stavamo insieme tre settimane al mese, lavorando su qualcosa di complesso, e questo ci ha uniti e ci ha dato voglia di fare nuove cose. Ora partiamo in creazione con uno spettacolo che si chiama Périple 2021, uno spettacolo staffetta che durerà cinque mesi, da marzo ad agosto 2021, con 25 tappe in tutta la Francia. Una lunga marcia giocolata, una specie di tour di Francia, che comincerà in Normandia e finirà ad Aurillac.
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FESTIVAL DEL CIRCO D’ITALIA 18/22 OTTOBRE, LATINA WWW.FESTIVALCIRCOLATINA.COM Foto di Christophe Roullin
di A.R. Dopo l’interruzione del 2017 il festival di Circo di Latina era sicuramente tra i rientri più attesi della stagione. Lo è stato sicuramente per la redazione di Juggling Magazine, che a Latina ha la rara possibilità di assistere ad una kermesse sotto tendone costruito nel solco della tradizione, con numeri dalla tecnica molto forte, e delle sorprese sempre interessanti. Dalle folte troupe russe, cinesi e giapponesi che offrono numeri con grandi coreografie, fino
ai tanti artisti che si esibiscono solo o in duo. In programma per questa 19ª edizione, 71 artisti provenienti da 13 Nazioni. Quattro i Latina d’Oro: il folkloristico nu10
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mero con l’Altalena russa della Troupe Pronin, la Scuola di Nanchino con il numero delle bascule, la Famiglia Togni, la Troupe Ruban che si è esibita in un triplo salto mortale. Due i Latina d’Argento: la giovanissima russa Alessia Fedotova, nel suo verticalismo con palla, e il Duo Ebenezer da Cuba, con una performance molto romantica. Tre i Latina di Bronzo: la spumeggiante trapezista tedesca Lisa Rinne, nel suo numero con trapezio oscillante e scala aerea, l’italiano Vioris Zoppis con il suo vibrante numero di cinghie aeree, e nella stessa specialità il duo A&J, provenienti da Regno Unito e Ucraina, che hanno raccontato a nove metri di altezza la storia di Adamo ed Eva. Premio Speciale “Giulio Montico” all’icona del circo italiano Flavio Togni, mentre la giuria della critica ha impalmato il francese Julot Cousins per il suo numero brioso su palo
oscillante condito con humor, verticalismo e hula hoop. Ma le sorprese interessanti arrivano anche fuori dalla pista, tra uno spettacolo e l’altro, nell’ampio foyer del festival, dove è possibile incontrare artisti e programmatori di tutto il mondo, insieme ad un pubblico festoso e variegato. Come la scuola di circo Il Girotondo, che i carissimi Nicola e Michele hanno portato al festival da Metaponto. Ben 60 allievi, giovanissimi ed entusiasti di questa esperienza, a bordo di un bus noleggiato per l’occasione, con tanto di drappello genitori al seguito. Oppure il simpatico staff di Big UP, con Leonardo Varriale appena rientrato da Circartive, Germania, dove nei break portavano a passeggio nel bosco i simpatici lama e alpaca “residenti” alla scuola, ben altra cosa rispetto alla suspance che incute l’arrivo nella gabbia di 6 grandi felini, quest’anno tenuti in riga da uno dei giovani Togni, solo ventiquattrenne... E poi tanti grandi nomi del circo italiano e internazionale, che a Latina convergono per incon-
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trare il settore, gli amici, i colleghi di una vita. È durante uno degli intervalli, proprio dopo aver assistito alla bella performance alla scala di corda e al trapezio di Lisa Rinne, conosciamo nel foyer Enzo Cardona, considerato il miglior trapezista italiano del dopoguerra. Enzo Cardona appartiene ad una famiglia di tradizione circense, la madre è una Jarz, il fratello, Sergio, un buon ammaestratore di felini. In quegli anni si esibisce con la troupe composta dalla moglie Silvana Caroli, Corina Tribertis e l’ottimo catcher Oscar Papi. Impone in Europa lo stile italiano grazie soprattutto alla grinta delle sue esibizioni, tra le quali spiccavano il doppio salto mortale in avanti, il doppio “alla Cardona” (con le gambe in squadra), e la tripla o quadrupla piroetta al ritorno. Nato nel 1935 Enzo Cardona mostra ancora tutto l’entusiasmo e la passione per il circo, così come sua moglia Silvana Caroli. E la storia del Circo si rinnova, tra passato e presente, in un tempo senza tempo...
LISA RINNE
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foto di Vera, Milano
Cominciare a fare circo è stata una pura coincidenza. Dopo il liceo non ero sicura su cosa volessi fare nella vita, ma ho sempre amato viaggiare, incontrare nuove persone e mettere alla prova il mio corpo. Quando ho saputo della possibilità di studiare circo ho pensato che
questo forse potesse essere il modo perfetto per combinare le mie passioni! Durante i miei studi all’Academy for Circus and Performance Art di Tilburg, in Olanda, ho scoperto il mio amore per il trapezio oscillante, che è diventato il principale obiettivo nella mia vita. Dopo una formazione intensiva ho conseguito a giugno 2011 un diploma BA, lasciando la scuola e l’Olanda con il mio numero solista “Fallen”, che combina in modo unico due discipline circensi: trapezio oscillante e scala di corda acrobatica, un nuovo attrezzo originale per il circo che ho interamente sviluppato da sola, un’esperienza davvero molto stimolante, partendo da un mio motto “Non importa quanto in alto vuoi volare, dovrai iniziare a terra!”. Così nel mio numero danzo sulla mia scala aerea fino a volare nel cuore del mio pubblico sul trapezio oscillante.
Sul trapezio di solito sono presa completamente dal divertimento e dalla felicità, che cerco di trasmettere al pubblico e anche la stampa specializzata è stata impressionata non solo dalla qualità tecnica e innovativa delle mie esibizioni, ma anche dalla “joie de vivre” che condivido con il mio pubblico attraverso il mio amore per il volo. Quando sono sul mio trapezio sono una drogata di adrenalina, e allo stesso tempo mi sento di nuovo una ragazzina. Però, per quanto mi piaccia vedere i miei trick sul trapezio lasciare il pubblico senza fiato e farlo gridare dalla sorpresa, voglio essere sicura che le persone possano godersi lo spettacolo senza temere per la mia vita. Questo è il motivo per cui utilizzo una linea di sicurezza. Ho iniziato la mia brillante carriera nel gennaio 2012, esibendomi con questo numero in diversi festival circensi di rilievo internazionale, vincendo la Medaglia d’Argento al Festival Mondial du Cirque de Demain di Parigi, “l’Elefante d’argento” al Festival Internazionale del Circo di Mosca, il “Silver Lion“ a Wuqiao, la medaglia d’oro al European Youth Circus Festival di Wiesbaden e, naturalmente, il Bronze Award qui a Latina quest’anno. Ora non vedo l’ora di esibirmi al Monte Carlo-Festival nel 2020. Accanto al mio lavoro da solista, ho fondato una compagnia insieme al mio compagno, Andreas Bartl, chiamato “Circus unARTiq”. Abbiamo sviluppato insieme uno spettacolo per i festival all’aperto, che portiamo in giro in tutta Europa. Il circo con la sua diversità artistica rimane una grande avventura e conto di affrontare le tante nuove sfide del futuro con lo stesso entusiasmo e la stessa passione che hanno contraddistinto le mie interpretazioni fino ad aggi.
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Astley’s Place, é una nuova iniziativa del Progetto Quinta Parete, a cura di Raffaele De Ritis, con la disponibilità del suo immenso archivio. Scopo di Astley’s Place é il dialogo tra l’attualità e il passato del circo, favorendo l’accesso alle fonti. Esso si articola elaborando nuovi strumenti partecipativi: workshop, cicli di proiezioni, blog, mostre virtuali, etc. con un accesso inedito a fonti documentarie rare, complete e di pregio.
Foto Raffaele De Ritis Archives
La pista e la scena Londra 1810
meraviglia dei “numeri” singoli. Si può dire che fino a circa il 1850, il circo fu una sintesi meravigliosa di quelli che oggi si definiscono (con forte approssimazione) “tradizionale” e “contemporaneo”. Ma la forma ha avuto mutazioni continue. Solo dopo il 1860 ad esempio iniziano a imporsi i numeri aerei, creando una forte rottura con la “tradizione” equestre. Un ventennio dopo le piste iniziano a riempirsi di animali esotici, dunque un altro elemento. Dopo il 1900, l’evoluzione del clown rende il circo WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT/ASTLEYS-PLACE-HOME ancora una volta “contemporaneo”, trasformando un variopinto buffone
250 ANNI DI CIRCO CONTEMPORANEO di Raffaele De Ritis
“Ogni innovazione, nel giorno in cui nasce, é destinata a diventare tradizione”. Jean Luc Godard L’arte circense si é codificata nella prima metà dell’800: con il nome “circo”, la pista rotonda e suoi luoghi. Questo processo partirebbe dal 1768: ovvero quando a Londra l’ex sergente Philip Astley inizia a sintetizzare le dimostrazioni di abilità a cavallo in una forma adatta al mercato teatrale. La sua visione e tenacia creano una spirale di invenzioni, provocazioni, tensioni, con allievi e rivali che definiscono il genere nel mondo. Da quell’energia creativa, l’idea del circo, inizialmente tracciata per il cavallo, resta oggi un sistema artistico perfetto. Il percorso evolutivo di Astley, molti decenni attraverso forme ibride e bizzarre, é un modello di forte avanguardia artistica, vicina alle nostre logiche di “contemporaneità”. Dai documenti rimasti (contratti, licenze, ritagli di giornale) si scopre che egli seppe spezzare la logica teatrale del tempo. Fu artista, autore, impresario in continua evoluzione. Si lasciò guidare in sperimentazioni infinite da un fattore spesso oggi in secondo piano: intuire i gusti e i desideri del pubblico. Alla sua base c’era una grande preparazione tecnica, e la capacità di formare e attrarre artisti di varia provenienza. Ma sopratutto la coscienza che per legittimare il circo era necessario avere uno sguardo sulle tendenze delle arti sceniche. La prima intuizione di Astley fu il bisogno di musica e teatralità. Quello che molti oggi cercano (con seminari, laboratori) lo si ritrova già dal primo circo della storia. Il circo, per quasi tutto il suo primo secolo di vita, fu concepito come l’unione tra pista e palcoscenico, in luoghi appositi della vita artistica urbana, e con l’apporto di tutte le competenze teatrali: drammaturghi, compositori, scenografi. Era una forma artistica che sapeva parlare all’attualità, con temi sociali, politici, di satira o ispirati a letteratura e mitologia. In ogni spettacolo di circo c’erano ampie sezioni a base teatrale/narrativa, ma non mancavano mai parti dedicate alla purezza e
Avanguardia nel Circo Sovietico, anni ‘70
acrobatico in un personaggio capace di interpretare storie e satira. O ancora, é solo attorno il 1920 che si identifica il circo con lo chapiteau (pur presente da tempo) in un regolare sistema itinerante. Quello che definiamo come “circo tradizionale”, basato sui numeri vari svolti da famiglie, si afferma davvero nella prima parte del ‘900, ma con un parallelo innovativo in Unione Sovietica: qui sono quelle stesse famiglie italiane a “inventare” la nuova regia e drammaturgia che in Russia porterà all’invenzione della moderna pedagogia e regia circense. Dallo stesso patrimonio classico, d’altra parte, nasceranno nel 1974 in Francia le prime due scuole di circo occidentali. E il “Cirque du Soleil”, il modello per antonomasia di “nuovo circo”, ha ormai 35 anni, dunque uno dei circhi più “tradizionali” che esistano. C’é perciò una continua, secolare tensione tra le spinte creative del proprio tempo e le forme che per medi periodi si affermano con un codice costante, “tradizionale”, per poi essere rimesse in discussione. Ma niente é eterno, tutto in movimento finché esiste energia. E, soprattutto: niente é mai potuto esistere senza la comprensione e il rapporto con quello che c’era prima. J U G G L I N G M A G A Z I N E NUMERO8 1 D I C E M B R E 2 0 1 8
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foto di Daisy Vanicelli
TUTTI MATTI PER COLORNO 31 AGOSTO / 2 SETTEMBRE, COLORNO (PR) WWW.TUTTIMATTIPERCOLORNO.IT
Dopo il grande successo dell’edizione numero 10, Tutti Matti per Colorno, festival di circo contemporaneo, teatro e musica all’aperto con la direzione artistica e organizzativa di Teatro Necessario, ha rilanciato la sfida: per l’edizione 2018 ha proposto un programma che ha invaso le strade e gli spazi di Colorno con il talento di 25 formazioni internazionali, tra programmazione ufficiale, Scena OFF e progetti speciali. Un centinaio gli spettacoli in calendario, di cui ben 4 prime nazionali, oltre a un mercato dell’artigianato e a un’area street food di qualità. La numerosa e accurata selezione di spettacoli internazionali crea una magia che ogni anno raduna decine di migliaia di persone, a cui contribuisce l’affascinante cornice di Colorno, nota per la Reggia e il Giardino Ducale ma anche per il grande ospedale psichiatrico chiuso negli anni ‘90 grazie alla legge 180 del 1978, attuata da Franco Basaglia, di cui quest’anno ricorre il quarantennale. Ora con Tutti Matti per Colorno la follia, una volta rinchiusa nel manicomio cittadino, viene liberata in un divertente rito collettivo che esorcizza il passato: una celebrazione dell’arte come eccezione, capace di creare comunità, divertire, emozionare. Spettacolo emblema dell’edizione 2018 è stato Exit, in prima nazionale, dei francesi Cirque Inextremiste. Per la prima volta in Italia anche Sodade della compagnia Cirque Rouages; francesi anche i Five Foot 14
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Fingers, con En Éventail, e la compagnia Singulière, in SoliloqueS. Dall’Olanda in prima nazionale sono arrivati i Circusdrome con Metamorfoso. Fra gli italiani, la compagnia Blucinque, Claudio Stellato, Artemis Danza/Monica Casadei, Claudio e Consuelo. Accanto alle proposte ufficiali, il festival dà spazio a compagnie selezionate con bando in una sezione OFF. Quest’anno si sono esibiti il duo Circo Carpa Diem, il duo Creme & Brulè, Fausto Giori, Latcho Drom, Il fiore e la luna, I nipoti di Bernardone, Poppy, ExArt. Elemento essenziale del Festival è la musica: in prima nazionale si è esibita la fanfara francese Imperial Kikiristan; sono poi saliti sul palco i The Good Fellas Gangsters Of Swing, i Bayou Moonshiners e il pianista Roberto Esposito. Inoltre come ogni anno è tornata la compagnia catalana Guixot de 8, col suo surreale e poetico parco giochi realizzato con materiali di recupero, e grazie al sostegno di Conad Centro Nord, in collaborazione con Circolarmente - scuola di circo ludico educativo, per il secondo anno i bambini hanno partecipato al Percorso Circo Conad. Dopo i successi delle due edizioni precedenti, ha ripreso il viaggio di Tutti Matti in
Emilia, rassegna di circo contemporaneo internazionale che precede e segue la tre giorni del festival in alcune cittadine emiliane. Partita da Novellara (RE), la rassegna ha proseguito per Sant’Ilario d’Enza
foto di Danae Mauro
di Giulia Guiducci relazioni esterne e comunicazione
(RE) e si è conclusa a Zibello (PR). Nel 2019 si aggiungerà una nuova tappa: Montechiarugolo (PR). Ed ancora l’estate 2018 ha visto tornare in Italia, dopo lo straordinario successo del tour 2016, il Cirque Bidon: la carovana guidata dal fondatore François Rauline, detto Bidon ha girato in Emilia-Romagna dall’11 giugno al 5 settembre, fermandosi in 12 comuni. La tournée è stata organizzata da Ater - Ass. Teatrale Emilia Romagna, Festival Tutti Matti per Colorno e Teatro Necessario, con la preziosa collaborazione di tutte le amministrazioni locali. Un tour da tutto esaurito, con più di 31.000 spettatori. WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT
foto di Danae Mauro
CIRQUE INEXTREMISTE WWW.INEXTREMISTE.COM
“Cirque Inextremiste è fiero di presentarvi la sua nuova creatura. Come sempre, nulla è proibito, eccetto, forse, pensare che i nostri acrobati dominino tutto quello che fanno”. Yann Ècauvre, direttore artistico del collettivo francese, accoglie così il pubblico, sintetizzando in poche parole il senso di uno spettacolo mai visto prima, avvolto da un umorismo noir, che sposta ancora una volta più in là i confini del possibile. Cirque Inextremiste ha portato a Tutti Matti per Colorno 2018 in prima nazionale “EXIT”, nuova creazione della compagnia, spettacolo emblema della sua poetica e, come elogio della follia e della fuga, anche di quella del Festival. Intorno a una cabina di un enorme pallone aerostatico di 3.400 metri cubi, alcuni pazienti psichiatrici in fuga si lan-
ciano alla ricerca di un’uscita verso il cielo: la mongolfiera diventa la loro EXIT, in un crescendo di suspense e tensione, tra situazioni paradossali, divertenti e imprevedibili, dalle inevitabili sfumature dark. A decine di metri dal suolo, lo spettacolo trascina in aria il manipolo di improbabili personaggi, che si cimentano in equilibrismi audaci e funambolismi estremi, a bordo e fuori. Gli spettacoli di Cirque Inextremiste raccontano storie di un’umanità capace di cambiare il proprio destino. “Parliamo di disabilità, terrorismo, disagio mentale e altri temi importanti, passando sempre attraverso il pericolo, esplorandone il potenziale creativo. Il pericolo è un sentiero, un elemento rivelatore, che svela la verità di molte situazioni. Quando abbiamo paura ci concentriamo sul nostro corpo, lo costringiamo a mettersi in ascolto di quello che accade, a vivere il
qui ed ora senza artifici. Il rischio è un elemento costante nel circo, noi lo manipoliamo per trovarlo là dove non ce lo si aspetta, più in uno spazio mentale che in un luogo reale”. Portando avanti un’audace ricerca in cui si fondono discipline circensi, mimo e pratiche di esplorazione dei limiti fisici, che sfondano la nozione di rischio reale, Cirque Inextremiste è nato con il nome di As Pa de Maïoun nel 1998, fondato da Yann Écauvre, portando in scena spettacoli che mescolavano danza, arti di strada e musica. Nel 2010 la compagnia diventa Cirque Inextremiste: nelle sue creazioni, acrobazie ad alto rischio si combinano all’utilizzo di oggetti inusuali e pericolosi. Un circo del pericolo, dell’estremo, della trasgressione, con sede nella regione dell’Indre, che conta oggi una quindicina di membri e porta i suoi spettacoli nei maggiori teatri e festival del mondo.
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foto di Luisa Luppolini
DINAMICO FESTIVAL 6/9 SETTEMBRE, REGGIO EMILIA WWW.DINAMICOFESTIVAL.IT
Non è facile credere in un sogno, con tutte le difficoltà economiche del tempo presente, ma il festival e la sua carica hanno traghettato la vita oltre la crisi, ed eccolo qui, anche quest’anno, Dinamico Festival, con le sue cicatrici, le sue vittorie, e il pensiero irresistibile del momento in cui “gli artisti arrivano, invadono il parco, si mescolano tra di loro e con il pubblico, inarrestabili come la vita che portano”. Classificare il circo contemporaneo è cosa ardua. Come tutto il “contemporaneo” ha forme molteplici ed è in continua trasformazione; così come è difficile definire l’essere umano: la nostra specie è il più grande esempio di diversità che ci sia. Ognuno è differente, eppure umano. Sostenere la libertà artistica crediamo sia, oggi più che mai, importante per la difesa della ricchezza della diversità umana. Nella scelta degli spettacoli, cerchiamo un equilibrio tra le esigenze del pubblico e la volontà di dare spazio alla diversità e varietà che caratterizza gli spettacoli d’autore. Anche in questa edizione si è scelto di dare spazio a colori molto differenti, e si è creato un ponte tra la creatività Made in Italy e la dimensione internazionale. Abbiamo ospitato il prestigioso progetto “Bruxelles en Piste”, promosso dal Ministère de la Promotion di Bruxelles nell’ambito di Focus Circus, e da Piemonte Dal Vivo, che ha scelto il nostro festival e altre realtà piemontesi per portare il meglio del circo contemporaneo belga in Italia. Da un’altra prospettiva, inoltre, il festival, che è da sempre casa per le compagnie di circo italiane, ha dato un sostegno concreto alla creazione artistica nostrana, ospitando due debutti: Emisfero, di MagdaClan e i MiNuetTi di Fabbrica C; a queste si sono aggiunte le anteprime assolute di La Gonna Abitata, della compagnia Le Mafalde, e di Lento e Violento, di Valentina Cortese. 16
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foto di Stefano Scheda
di Elena Burani direzione artistica
Quella del 2018 è stata un’edizione particolare: Dinamico si è allargato e allungato! Uscendo dai confini del parco che lo contiene, ha occupato l’adiacente Piazza della Vittoria con il curioso chapiteau a forma di scatola rossa della compagnia belga Carré Curieux. Grazie alla preziosa collaborazione con i Teatri di Reggio Emilia, il festival è entrato in relazione con nuovi spazi istituzionali del territorio, includendo tra i suoi luoghi di spettacolo il vicino teatro Cavallerizza, dove abbiamo programmato spettacoli di circo nati per la sala. Anche gli appuntamenti del festival hanno sconfinato l’abituale settimana, con il progetto Fuori Dinamico, che ha previsto incursioni urbane nel quartiere Santa Croce, in Fonderia e al Teatro Piccolo Orologio. Tutto questo è stato possibile grazie al consoWWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT
foto di Stefano Scheda
foto di Fabrizio Cornia
lidamento delle collaborazioni in corso tra importanti soggetti della cultura locale come il Centro Teatrale MaMiMò, Aterballetto e Collettivo Reggian*. L’altissima affluenza di pubblico - circa 20.000 persone – e i sold out ripetuti di tutti gli spettacoli in programma, hanno ripagato gli sforzi progettuali e del festival anche rispetto alle attività parallele, tra cui il workshop Astley’s
FUORI DINAMICO
di Matteo Giovanardi assistente alla direzione Fuori Dinamico (l’insieme di eventi legati a Dinamico al di fuori del periodo del festival) ha raggiunto quest’anno il quartiere di Santa Croce, incrociando nella fresca settimana di fine settembre le vite di una comunità sorprendentemente variegata, grazie al supporto di Collettivo Reggian*. Il Collettivo si occupa da più di un anno di raccogliere storie, interviste e suoni dal e sul quartiere, realizzando iniziative partecipate che hanno molto a che fare con la rigenerazione urbana dal basso e la creazione di un’identità di quartiere e di comunità. Le storie raccolte dal Collettivo sono state utilizzate dalla compagnia Catalyst, alla quale si è unita l’artista circense Elena Bosco, come strumenti
Place del progetto Quinta Parete, in cui il confronto tra pubblico, artisti e operatori ha generato importanti momenti di crescita e condivisione, così come l’affluenza ai laboratori di circo diurni adatti alle più diverse esigenze e rivolti a bambini, adulti e disabili, da cui hanno preso il via nuove idee e future collaborazioni sul territorio.
sui quali lavorare assieme ad un gruppo di dodici cittadini, per restituire al quartiere e alla città una performance itinerante. Attraverso i linguaggi del circo e del suono, sono stati attraversati alcuni punti iconici del quartiere, trasformati in spazi scenici estemporanei: il muro che divide il quartiere dal resto della città; il circolo cultrale islamico e l’oratorio di quartiere; parte degli edifici delle enormi ex-officine Reggiane, teatro di infinite storie e avventure dei nonni e delle nonne reggiane; la biblioteca, polo culturale ma isolato dell’intero quartiere. L’iniziativa era un grande azzardo, una scommessa fatta tra il festival, gli artisti ed il quartiere. Una scommessa in un qualche modo vinta: spazi ed attori del quartiere molto diversi tra loro si sono resi permeabili gli uni agli altri. Più di una decina di cittadini di età dif-
ferenti si sono lasciati coinvolgere e travolgere dal “gioco” della compagnia, che ha dovuto creare quasi da zero una performance nello striminzito periodo di una settimana, in quella che potremmo scherzosamente definire una “residenza disturbata”. Quasi un centinaio i partecipanti all’output finale (un ottimo risultato in un quartiere isolato, poco frequentato, quando non evitato) sono stati la cartina tornasole per spazi, artisti e performer per ritenersi soddisfatti del lavoro fatto. Quella che di fatto è una grande comunità di quartiere, estremamente variegata e piena di risorse, ha visto alcune delle proprie storie messe in scena attraverso i linguaggi del circo e della sound art. L’augurio è che anche attraverso essi possa trovare nuovi stimoli e motivazioni per rafforzare e ripensare una realtà già incredibile.
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foto di Stefano Scheda
ARTISTI IN PIAZZA
14/17 GIUGNO, PENNABILLI (RN) WWW.ARTISTIINPIAZZA.COM di Linda Valenti responsabile comunicazione
foto di Stefano Scheda
Dal 1997 Artisti in Piazza è uno dei più importanti festival multidisciplinari in programma in Italia, e a Pennabilli quest’anno sono arrivate cinquanta compagnie interna-
tradizione, coinvolgimento del pubblico. Per una precisa scelta della direzione artistica, i protagonisti del festival sono stati teatro, musica, circo contemporaneo e danza ma soprattutto forme ibride che fondono e mettono a confronto discipline di-
zionali che si sono esibite, con quattrocento repliche, negli angoli più suggestivi del centro storico e negli chapiteaux dell’area Palacirco. Una edizione caratterizzata da originalità e innovazione, valorizzazione della 18
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verse, anche molto distanti tra loro, creando interessanti combinazioni e dando vita a nuovi linguaggi e poetiche che raramente, in Italia, vengono accostati all’arte di strada. A Pennabilli abbiamo visto spettacoli
site specific creati grazie ad residenze creative che prevedevano partecipazione della comunità locale, coproduzioni, prime assolute e diversi debutti nazionali. Tra questi la coproduzione con il Teatro della Tosse e Balletto Civile, che al termine di un periodo di residenza creativa hanno debuttato a Pennabilli con “Axto”, una estenuante, angosciosa, emozionante e applauditissima versione del mito del Minotauro, realizzata per lo chapiteaux da circo che il Festival ha acquistato due anni fa. Ma lo spettacolo che forse più di ogni altro ha segnato, in questa edizione, la direzione presa è “Bizangos” della compagnia marsigliese Rara Woulib, per la prima WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT
volta in Italia. Uno spettacolo esperienziale che affida al pubblico un ruolo attivo, una storia che mette e fa mettere in discussione il ruolo dell’uomo all’interno di un gruppo e affronta il pericolo celato in ognuno di noi di diventare mostruosi. Una forma unica di teatro musicale itinerante che ha previsto il coinvolgimento locale di 30 coristi del coro di Pennabilli “Canta che ti Passa”, tecnici e staff. Un progetto che ha richiesto un notevole investimento di tempo ed energie da parte del festival, sotto i profili più disparati, ma crediamo che sia stata un’esperienza di grande valore artistico e sociale. Perseguendo l’idea della partecipazione del pubblico, un’altra sfida dell’edizione 2018 è stata quella dell’attivazione di whorkshop durante le mattine del Festival. L’Orto dei Frutti Dimenticati (un luogo magico ideato dal maetro Tonino Guerra) si è trasformato in una vera e propria scuola di circo con workshop di acrobatica, equilibrismi e giocoleria. In questa cornice si è anche svolto un incontro di condivisione di saperi legato alle discipline del circo, dove professionisti e amatori hanno potuto incontrarsi, scambiarsi informazioni, provare e insegnarsi reciprocamente.
DAKHABRAKHA
WWW.DAKHABRAKHA.COM.UA Dopo il successo sul palco di Glastonbury, uno dei festival più importanti del mondo, è arrivato a Pennabilli DakhaBrakha, un quartetto musicale di Kiev, Ucraina. Il nome DakhaBrakha è originale, eccezionale e autentico allo stesso tempo. Significa “dare/avere” nella vecchia lingua ucraina. Riflettendo elementi fondamentali del suono e dell’anima, la band “chaos etnico” DakhaBrakha, crea un mondo di musica inaspettata. DakhaBrakha è stato creato nel 2004 al Centro d’arte contemporanea di Kiev «DAKH» dal regista teatrale d’avanguardia Vladyslav Troitskyi. Il lavoro teatrale ha per questo lasciato il segno sulle performance della band: i loro spettacoli sono ricchi di effetti scenici. Dopo aver sperimentato la musica popolare ucraina, la band ha aggiunto i ritmi del mondo circostante alla propria musica, creando così un’immagine luminosa, unica e indimenticabile. Accompagnata da strumenti tradizionali indiani, arabi, africani e australiani, la gamma vocale sorprendentemente potente e intransigente del quartetto crea un suono transnazionale radicato nella cultura ucraina. Al crocevia del folclore e del teatro ucraino, il loro spettro musicale è intimo e sinuoso, scandaglia le profondità delle radici e dei ritmi contemporanei, ispirando «la liberazione culturale e artistica».
TRUKITREK
WWW.TRUKITREK.NET Caratterizzata dall’utilizzo di tecniche diverse all’interno dello stesso spettacolo, la compagnia catalana Trukitrek passa dal teatro gestuale alle marionette, ai burattini, fino all’”humanette” in cui i personaggi sono metà pupazzi e metà umani. Qui a Pennabilli ha presentato il nuovo spettacolo Mr. Train, coprodotto dall’Ass,Ultimo Punto, dove il teatro di figura si interseca con il linguaggio cinematografico, ispirandosi al racconto “Il cane blu” del poeta e sceneggiatore italiano Tonino Guerra, una storia poetica che parla della solitudine. Trukitrek nasce nel 1998 da membri provenienti da diversi mondi artistici unitisi all’idea di formare una compagnia teatrale itinerante e si specializza nella produzione di spettacoli che combinano teatro gestuale con il mondo dei burattini, per i quali la compagnia mostra uno stile libero e lavora con tecniche diverse, offrendo ricchezza e dinamismo in una scenografia comica e senza parole, dove i burattini, la poesia visiva e la musica sono elementi costanti al servizio degli attori. Il mimo come linguaggio universale e l’originalità della proposta scenica hanno portato la compagnia a numerosi tour internazionali in 33 paesi in tutto il mondo.
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foto di Giovanni Cocco
SA RUGA VICO V – NO TIMASTA 19/21 OTTOBRE, CAGLIARI WWW.SARUGAFESTIVAL.COM
di Mitko Ariu e Maura Fois direzione artiestica e organizzativa La strada: questo meraviglioso teatro a cielo aperto, incrocio di culture e mestieri, dove si nasconde il romanticismo dei tempi passati e al tempo stesso si sviluppano le contro culture; dove gli artisti improvvisano, quasi per magia, teatri immaginari in cui si vive la libertà di non pensare a nulla, unendosi in una risata collettiva di visi non noti che in quel momento diventano casa. Su queste basi nasce e cresce Sa Ruga, attesissimo Festival Internazionale di arti di strada della città di Cagliari, arrivato alla V edizione, organizzato dall’associazione Circo Mano a Mano che dal 2012 realizza progetti culturali principalmente indirizzati all’integrazione sociale, la rivalorizzazione delle tradizioni popolari e dell’arte di strada. Il principale obiettivo: creare attraverso l’arte un forte momento di coesione sociale, lasciando da parte l’elitarismo dei grandi teatri e invitando tutti a una grande festa. Chiunque sia stato a Cagliari durante Sa Ruga non solo ha visto una città piena di spettatori sorridenti (circa 10.000 presenze in due giorni) ma ha avuto una visione nuova della città, capace finalmente di valorizzare le sue ricchezze attraverso l’arte in un contesto familiare e conviviale, per dirlo in una parola semplice: popolare. Piazze e vicoli del quartiere Stampace si sono traformati in 13 palcoscenici urbani dove si sono alternate 18 compagnie per un totale di 67 spettacoli. Quest’anno il Festi20
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val ha presentato 6 nuovi punti spettacolo e una giornata in più, scelte dovute alla necessità di crescere e dare più spazio agli artisti e al pubblico. Tra i nomi in cartellone: Teatro Necessario, Compagnia Autonoma Tenenti, Señor Stets Lonely Orkestar, Cia Dela Praka, Chilowatt Electric Company, Nando Caneca, Andrea Menozzi, Cia Es., Federico Bassi, Tandem Flop, T.O.Z. Key, Dario Buonanno, Royal Circus Ostrica, Petton House, Xiomara, Shedan Fire Theatre, Cia Duende, Incredibilmente Nico. Domenica 21 tutti gli artisti hanno dato vita al Gran Cabaret finale “A si biri” (Arrivederci). Il Vico V di Sa Ruga si è concluso con un’altra novità: un workshop di danza e acrobatica
guidato dalla compagnia Dela Praka e dedicato agli artisti locali. Quest’anno Sa Ruga ha voluto dire la sua rispetto al periodo grigio che stiamo vivendo. Ha sentito la responsabilità di lanciare un messaggio e di schierarsi dalla parte di coloro a cui viene minacciata la libertà. L’immagine dedicata, curata dall’illustratore Carlo Giambarresi, ci mette di fronte alla precarietà e reversibilità dei punti di vista. Il titolo della quinta edizione è “No Timasta”, tradotto in italiano “non aver paura” ma anche “coraggio”; un titolo in sardo, con l’obiettivo di essere un messaggio popolare, che presenta la forza di arrivare in tutte le case WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT
Señor Stets Lonely Orkestar è uno spettacolo musicale, un concerto visuale ed eccentrico. Melodie classiche e nuovi arrangiamenti vengono eseguiti da un personaggio dominato da un’ossessione: suonare tutti gli strumenti di un’orchestra contemporaneamente! È una guerra all’ultimo sangue tra il polistrumentista (giocoliere di ritmi e melodie) e i suoi strumenti; ma sembra abbastanza ovvio che gli strumenti risulteranno i vincitori. Karl Stets si definisce: “un perfezionista dell’assurdo, alla ricerca della modalità più complessa per realizzare le cose più semplici”. Effettivamente chi assiste a un suo spettacolo non può che restare sbalordito dalla follia e dall’originalità del personaggio, un one man band che unisce teatralità e musica in uno spettacolo di arte di strada. Classe 1974, danese, Karl Stets inizia i suoi studi artistici a Copenhagen come funambolo di corda molle, per proseguirli in Russia alla Moscow State Circus School. Lavora con realtà di grande rilievo, in Svezia con Circus Cirkor, in Danimarca con la storica compagnia False Majeure, con Kitt Johnson in “X-act” ed è uno degli attori dell’eccentrica produzione danese “The lemonkeepers”. Nel 2002 si trasferisce a Barcellona dove fonda la compagnia Lice de Luxe e avvia una collaborazione con Leandre Ribera. Nel 2005 vince il Premio Nazionale del Circo di Catalogna con lo spettacolo Rodo. Partecipa alla creazione di innumerevoli spettacoli e produzioni musicali nel ruolo di regista, attore, e musicista; ne sono alcuni esempi: Los Santos (Regia), Cuerdos (Idea, Performer, Musica, Regia), Lice de luxe (Performer), Con Aires de Circo (Performer), Masnou Orleans Band (Idea, Musica).
SHEDAN FIRE THEATRE
KAILA189.WIXSITE.COM/SHEDANFIRETHEATER
foto di Valerio Deidda
No timasta! É l’unico modo per riuscirci. Qualsiasi cosa voglia fare. La prima pedalata in bici, provarci con la persona che ti piace, andare a vivere da solo, fare un viaggio, crescere un figlio, scalare una montagna, affrontare il mare, migrare verso terre lontane, accogliere da terre lontane. No timasta di emozionarti, di applaudire, di urlare, di porgere la mano, aiutare, accettare di essere aiutato o semplicemente di essere chi sei. No timasta di dire quel che pensi, di ascoltare il cuore e di difendere con tutte le forze ciò che ti sussurra. No timasta di sognare... Del resto tutto gira intorno ai sogni, alle paure che ci infondono, e al coraggio che occorre per realizzarli. No timasta!
“Il concetto di progresso ci ha reso ciechi all’apocalisse”. Steampunk Movement, l’ultima produzione della compagnia sarda Shedan Fire Theatre, è uno spettacolo itinerante totalmente fuori dai canoni ordinari dell’immaginazione. Una parata spettacolo in cui quattro folli sopravvvisuti all’apocalisse marciano nella città alla ricerca della vita, o forse del proprio senno. Uno scienziato pazzo alla guida di questa missione in un’era post apocalittica moderna, dove l’essere umano è ormai completamente alienato dalla tecnologia moderna e dove i personaggi, uomini trasformati quasi in macchine perchè inglobati in un mondo ormai assuefato dalle nuove tecnologie, cercano con l’aiuto del pubblico le forme di vita sulla terra: piante che generino semi sui cui porre la speranza di una nuova esistenza. Una performance di grande impatto sul pubblico dove teatro di strada e trampoli, la mostruosità dei personaggi, le sonorità meccaniche, i costumi curati nel dettaglio creati da rottami e da latte rumorose, sono capaci di portare gli spettatori in una dimensione insolita e a tratti paranoide. Shedan Fire Theatre è un duo artistico nato nel 2013 dall’incontro e scambio di Sheila Suozzi e Daniele Migheli, che incentrano la loro ricerca artistica su spettacoli di fuoco, sul teatro di strada, sullo studio dei trampoli e sulla creazione di performance itineranti fuori dall’ordinario.
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foto di Lucia Herrero
KARL STETS
SCENICA
10/13 - 16/20 MAGGIO, VITTORIA (RG) WWW.SCENICAFESTIVAL.IT
di Veronica Caggia segreteria organizzativa X edizione, un traguardo, una vittoria, un piacere immenso guardarsi indietro e sentire addosso tutto il peso della responsabilità di quello che siamo riusciti a creare finora. L’immagine scelta a rappresentare il Festival 2018 è un triplo salto mortale di cui noi dell’Ass. Santa Briganti, ideatori e organizzatori dell’evento, sentiamo l’imponenza, così come gli artisti che decidono di venire qui, a Vittoria, lontano dai circuiti più battuti, per scoprire un’accoglienza, una partecipazione, una professionalità e un’umanità più unica che rara. Il nostro pubblico stesso, che di anno in anno è sempre più numeroso, curioso, variopinto e competente ci accompagna, ci segue, ci sostiene e ci promuove ammirando l’eccezionalità di questo salto mortale. L’ebrezza e il sapore del rischio, la precisione professionale e l’esattezza dell’esercizio, l’immagine rimanda alla ginnastica, a un tuffo studiato e calcolato nei minimi particolari. Scenica Festival è questo salto: un programma di spettacoli “ibridi”, mai banali, dove non è più così chiaro, e nemmeno tanto interessante, distinguere cosa sia circo, performance, danza, figura, teatro, realtà o immaginazione. Il Festival conferma la formula vincente del doppio fine settimana e tra le sfide del 2018 sceglie il decentramento dell’evento verso la Villa Comunale, ovvero i giardini della città, che hanno visto erigersi lo chapiteau Side Kunst Cirque, diventato, sin dal suo montaggio, il centro nevralgico del Festival e attirando l’attenzione di grandi e piccini, incuriosendo una fetta di pubblico che altrimenti non sarebbe mai arrivata al Festival 22
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e che forse non aveva nemmeno mai pensato alla possibilità di un circo senza animali. L’apertura è stata affidata al Grand Cabaret Deluxe e poi Laerte di My!Laika, InBox di Soralino. All’esterno intanto, nella piazza antistante il tendone, le famiglie hanno potuto apprezzare l’arte dei burattini di Alberto De Bastiani; le canzoni di Stefano Vergani, la psichedelia dei Dumbo Gets Mad, gli aperitivi accompagnati da dj set hanno attirato il pubblico più giovane, Kalabazi di Jessica Arpin è stato un successo di gente. Puri momenti di condivisione, stupore e partecipazione. Il secondo fine settimana ha visto il ritorno verso il centro storico, dove il Festival si è sempre svolto: Naufragata di Circo Zoè nel Teatro Vittoria Colonna ha riscosso un enorme successo, il Trio Trioche col rodato Troppe Arie ha regalato immense risate e poi Obstinées della Cie Burrasca ci ha tenuti con il fiato sospeso a guardare le evoluzioni di queste giovani acrobate su
un trapezio montato in Piazza del Popolo con la Chiesa delle Grazie a fare da fondale. Gli Swingrowers hanno fatto ballare la piazza, mentre la lettone Elizabete Balcus ha stupito col suo sound dolce e ammaliante e il suo stile ricercatissimo. Il contatto col territorio e la collaborazione con le associazioni locali si sono fortificate con partenariati, con la sempre più partecipata Maratona Fotografica, seguita dall’esposizione dei lavori premiati. Vincente la scelta di inserire in programmazione gli spettacoli di fine anno dei laboratori di Santa Briganti rivolti a bambini, adolescenti e adulti: la partecipazione è massima, è una festa condivisa in cui tutta la comunità si sente parte integrante del Festival. Il bilancio è positivo: aumento degli spettacoli, delle repliche, degli spettatori; l’Amministrazione Comunale e gli sponsor che confermano il loro sostegno e poi a luglio la notizia del riconoscimento ministeriale. Ora sono salti di gioia. WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT
CIE SORALINO
WWW.SORALINO.COM di Caio Sorana Clément Malinè francese, nasce da una famiglia di marionettisti, ha cominciato col diablo, poi in un festival ha visto uno spettacolo dove c’era la scala d’equilibrio e, folgorato, ha deciso che sarebbe stato quello il suo futuro. Io invece sono un giocoliere
italo-brasiliano, innamoratissimo della giocoleria, e dopo anni di allenamento, e pochi di università, ho scelto di frequentare la scuola di circo Fratellini, a Parigi. Lì, in classe, ho incontrato Clément e nel 2015 abbiamo fondato la Cie Soralino, un duo centrato sulla complicità, sempre intimo, buffo, che sfida l’equilibrio, che crede nella semplicità delle azioni capaci di far emergere la complessità e l’assurdità del lavoro circense. La meccanica dello spettacolo che abbiamo portato a Scenica, dal titolo InBox – se lui tira io spingo se io spingo lui tira, è costruita sul nostro equilibrio, sulla nostra complicità e sul tipo di manipolazione che facciamo con le scatole, a tratti coinvolgendo il pubblico, pur rimanendo sempre noi due i protagonisti dello spettacolo. Durante la fase di creazione cercavamo inconsciamente un oggetto al quale legare le nostre due discipline e nel corso di una call per un progetto in Cina abbiamo iniziato a lavorare con dei cubi, poi con delle valige, fino a quando qualcuno ci ha suggerito di provare con le scatole di cartone: è stata un’illuminazione! Gli attrezzi di circo sono spesso oggetti molto importanti, costruiti con molta cura, a cui affidiamo la nostra vita e la nostra sicurezza, come le scale, le cinghie, il trapezio. Ci piaceva invece l’idea di un materiale molto povero, semplice, leggero e facilmente reperibile, riconoscibile da chiunque nel mondo. Negli 11 paesi in cui ci siamo esibiti Inbox ha funzionato ovunque; in strada, in teatro, sotto chapiteau, con un pubblico di tutte le età, e tutti ci hanno detto che “è geniale fare di un oggetto comune qualcosa di speciale”. In scena siamo arrivati a impilarne 29 quasi 30, una pila veramente alta. Ma stiamo pensando di puntare ancora più in alto utilizzando delle scatole rinforzate. In scena entriamo indossando degli impermeabili, un capo d’abbigliamento normale che però senza i pantaloni diventa automaticamente strano, un po’ “scollato” dalla realtà, che crea curiosità e interrogativi. Che poi è la nostra maniera di vedere il circo: c’è l’idea di assurdo inteso come piccolo “spostamento” degli elementi normali, come quando prendo un bicchiere, prendo una bottiglia e verso l’acqua per terra: gli elementi sono tutti lì, ma c’è una cosa spostata che tradisce l’aspettativa e sorprende. Questo è interessante. Per noi il circo è legato a questi piccoli spostamenti delle menti, alla necessità e al momento: se la clava cade io la prendo, se il corpo cade per terra fa una capriola e si rimette in piedi. E poi i chilometri, il furgone… le chiacchierate. J U G G L I N G M A G A Z I N E NUMERO8 1 D I C E M B R E 2 0 1 8
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VALDEMONE FESTIVAL 3 / 5 AGOSTO, POLLINA (PA) WWW.VALDEMONEFESTIVAL.COM
di Stefania Soldano e Mario Barnaba direzione artistica Sono trascorsi 9 anni dall’inizio dell’avventura Valdemone Festival. Quella che nasce come una festa tra pubblico e un gruppo di amici artisti di strada, negli anni si trasforma in un festival che ha come obiettivo, valorizzare e stimolare l’interesse verso il teatro di strada e il circo contemporaneo in Sicilia. Una delle caratteristiche che lo contraddistingue è la comunione tra le location (Pollina) e gli spettacoli scelti. Pollina è un piccolo paese arroccato su una montagna, dal quale si vedono paesaggi mozzafiato. Bello ma difficile, con le sue impervie e ripide stradine non ci permette di programmare qualsiasi tipo di spettacolo… Quello che però può sembrare un limite, è diventato un punto di forza e nondimeno, un parametro che caratterizza la scelta artistica. Gli spettacoli vengono scelti, oltre che sulla base di una variegata presenza di tecniche e stili, anno per anno diversi, anche e sopratutto tenendo presente il materiale evocativo che Pollina offre subito agli spettatori. Si ottiene così un risultato straordinario dove, lo scenario valorizza lo spettacolo e lo spettacolo diventa unico grazie al luogo, creando una magia che si respira subito e che inebria tutti come una fragranza che sparge euforia e felicità. Negli anni si è creata una grande sinergia con gli abitanti di Pollina, che oltre ad ospitare il carrozzone Valdemone fatto di artisti, tecnici, pubblico e staff è diventata parte attiva nella realizzazione dell’evento (negli ultimi anni i punti ristoro per lo staff e per il pubblico sono stati gestiti dai proprietari dei bar e ristoranti presenti a Pollina). Quest’anno il plateau in legno richiesto
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dalla cie MPTA per coprire il palco in pietra viva del teatro di Pietra Rosa, è stato realizzato dalle maestranze del posto che in un tempo da record, lavorando ore sotto il sole cocente di agosto, hanno realizzato, un vero e proprio miracolo.
Rimanendo nel paragrafo “problemi da risolvere”, come non citare quello annoso, che accomuna il nostro a tantissimi altri festival…il budget!!! Abbiamo provato con la ricerca di sponsor, crowdfunding, sperimentando il biglietto a pagamento per lo spettacolo nell’anfi teatro e naturalmente i tagli, alle tasche degli organizzatori ma non basta.. Così abbiamo deciso due anni fa, di fare una edizione low cost, un solo giorno anzi una serata di gala per dare continuità al festival, grazie alla collaborazione col Circo Paniko.
La nona edizione è stata caratterizzata da un’ondata di maltempo che ha circondato tutti i paesi limitrofi, risparmiando fortunatamente solo, e dico solo, Pollina. Un’affluenza di pubblico molto più bassa rispetto alle nostre previsioni. La sfida è stata comunque vinta dal festival, dai pollinesi e dal pubblico che, affrontando le intemperie, ha riempito strade, piazze, vicoli e il meraviglioso teatro di Pietra Rosa, che chi ha avuto la fortuna di vedere, non potrà mai dimenticare. Il Valdemone per i pollinesi oltre ad essere un nipote che li va a trovare nelle vacanze estive, portandosi dietro una fiumara di amici, è anche un momento in cui l’economia del paese ha una “discreta” impennata, cosa che tacitamente spinge tutti a non “mollare l’osso”. Grazie anche al riscontro positivo di pubblico ed artisti, il Valdemone festival continua il suo percorso di crescita (sia nella programmazione artistica, che nella parte organizzativa), riuscendo ad offrire una grande festa fatta di spettacoli, incontri, musica, buon cibo, paesaggi mozzafiato, nell’immenso piacere di condividere tutto questo con la sua parte essenziale; il pubblico.
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CIE MPTA
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foto di D. Matvejev
La compagnia MPTA, les Mains les Pieds et la tête aussi è nata nel 2001 a Lione, Francia, creata da Mathurin Bolze. Dal 2011 MPTA organizza il festival Utopistes, una biennale dedicata alle arti circensi e alle piccole e grandi utopie (ricerca e sperimentazioni circensi). Stefan Kinsman e Juan Ignacio Tula sono entrati a far parte della compagnia nel 2015 creando Somnium e Santa Madera, due spettacoli con lo sguardo esterno di Mathurin Bolze e Séverine Chavrier.
Racconta Juan Ignacio Tula:”Con Stefan Kinsman ci siamo conosciuti a Torino, un incontro casuale quanto improbabile su un bus. Due anni dopo ci siamo ritrovati insieme al CNAC, Centre National des Arts du Cirque. Dopo aver creato Somnium è nata la voglia di buttarci in una nuova creazione che attraverso l’utilizzo della roue cyr avesse come tema “la diversità”. L’incontro tra due persone con culture diverse, con pelle diversa che scelgono di delimitare una frontiera e di vivere e attraversare insieme diversi paesaggi e profumi evocativi, del Cile, del Costa Rica, dell’Italia o della Francia. Giocando con le nostre similitudini e con le nostre differenze, dando spunti di riflessione sulla religione, sul paganesimo, la multiculturalità e l’identità. Da qui nasce Santa Madera. Il Valdemone Festival è stata per noi una bellissima esperienza, sia artistica, sia umana. Era la seconda volta che mettevamo in scena Santa Madera in uno spazio all’aperto e Pollina ci ha regalato la scenografia più spettacolare che abbiamo mai avuto. Il pubblico Italiano è molto percettivo e Pollina aggiunge quella bellezza che rende questo festival straordinario”.
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L’EVOLUZIONE DEL JOGGLING FB PARMAJUGGLINGCREW WWW.RECORDHOLDERS.ORG/EN/LIST/JOGGLING.HTML
Shahar Cohen svuggling
di Marcello Conti Parma Juggling Crew Soprattutto nel circo classico, il giocoliere è caratterizzato dal virtuosismo che compie per stupire il pubblico, stravolgendo le leggi della fisica e mettendo la sua figura quasi volutamente in secondo piano rispetto agli oggetti che giocola. Da questa premessa è facile arrivare allo stereotipo del giocoliere con i piedi ben piantati a terra e lo sguardo fisso all’insù, che “spara” trick impossibili senza concedersi il benché minimo movimento corporeo che non sia indispensabile alla riuscita del numero. Ed è forse per prendersi una sorta di rivincita che il giocoliere ha inventato il joggling. Ebbene sì, il joggling. Non è un errore di stampa, è proprio un gioco di parole che fonde jogging e juggling, un’attività che unisce corsa e giocoleria, l’ennesima sfida del giocoliere che non riesce a fare a meno di mettersi alla prova! Il joggler corre e contemporaneamente giocola tre o più oggetti, coordinando i movimenti e cercando di sincronizzare falcate e lanci, rendendo l’insieme del movimento il più organico possibile, non troppo dissimile da una normale corsa. Tutto questo può sembrare impossibile ma nel giro di poco tempo si ottiene una buona padronanza dell’azione e tutto diventa naturale, al punto da poter correre, giocolare e scherzare con i compagni d’allenamento, interagendo con il mondo. Si percepisce su-
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bito il maggiore sforzo fisico e mentale, ma la giocoleria ci ha insegnato a compiere più attività contemporaneamente e a coordinare i movimenti del corpo. Il risultato è a portata di mano e presto si capisce che la parte difficile del joggling è la corsa, non la giocoleria! Ma quando è nato il joggling? Prendendo spunto dalle ricerche di Kevin Bell scopriamo che il joggling è stato scoperto più di quarant’anni fa negli Stati Uniti, esattamente nel 1975. Il pioniere è stato Bill Giduz il quale un giorno nel recarsi alla pista d’atletica dell’università decise di portare con se le palline da giocoleria per provare qualche trick a margine dell’allenamento. Casualmente provò a giocolare tre palline mentre faceva jogging e subito si accorse della magia: il ritmo della cascata a tre palline era incredibilmente simile alla cadenza della corsa, cioè ogni lancio poteva coincidere con il naturale movimento delle braccia durante la corsa stessa. L’anno successivo Bill divenne l’editore della newsletter IJA e gli arrivò notizia che Dave Finnigan aveva concluso una gara di 10 km facendo joggling, per altro senza che i due avessero parlato di questo nuovo e bizzarro sport. Bill a questo punto iniziò a lavorare sulla diffusione del joggling inserendo una rubrica dedicata nella newsletter IJA e organizzando la prima gara di joggling durante l’IJA Festival del
1980 a Fargo (North Dakota), sulla distanza di un miglio. L’evento riscosse un tale successo che da allora durante l’IJA Festival si tengono gli annuali Joggling World Championships con gare sia maschili sia femminili, che spaziano dai 100 metri ai 5 chilometri, giocolando dai 3 ai 7 oggetti. Oltre che ai campionati IJA, il joggling si è diffuso in tutto il mondo coinvolgendo molti giocolieri e appassionati della corsa. È perciò possibile vedere joggler allenarsi nei parchi cittadini oppure partecipare alle tradizionali gare di corsa su strada aggiungendo una nota di colore alla competizione e regalando qualche sorriso agli spettatori che si trovano spesso spiazzati davanti a questo mix di sport e spettacolo. Tra gli atleti che detengono alcuni impressionanti record dijoggling vale la pena ricordare Owen Morse (100 mt con 3 palline in 11.68 sec e con 5 palline in 13.8 sec), Thomas Dietz che di recente ha portato a 42.5 sec il suo stesso record nei 100 mt con 7 palline, Michael Bergeron (10 km con 3 palline in 35:36 min) e il canadese Michal Kapral capace di correre una maratona in 2:50:12 h giocolando 3 palline. Imprese sportive no-
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foto di ENDUpix foto di Bill Giduz
IJA Festival 1985 100mt
Joe Salter triathlon
tevoli che richiedono tanto allenamento e passione. Inoltre le tipologie di gare esplorate negli anni sono davvero tante: ad esempio corse con ostacoli, staffette, joggling con rimbalzine, ultramaratone… Qualche pazzo ha addirittura deciso di cimentarsi nel “triathlon juggling” nuotando a dorso con 3 palline sopra la testa, correndo in bicicletta con 2 palline in una mano e facendo joggling (che paradossalmente sembra la cosa più normale di tutto
ciò!): è il caso di Joe Salter che per primo nel 2012 si è cimentato in questa follia. O ancora l’israeliano Shahar Cohen che ha concluso una gara di nuoto di 3,5 km nel Lago di Tiberiade facendo “swuggling”. E che dire del joggling in Italia? Personalmente frequento l’ambiente della giocoleria da più di 10 anni e mai mi è capitato di incontrare qualche praticante, ma la mia esperienza è limitata e mi piace pensare che qualche joggler, ben nascosto in un angolo dello Stivale, ci sia. Con alcuni giocolieri della Parma Juggling Crew la scorsa primavera ci siamo dati appuntamento al Parco Ducale per provare a correre con 3 palline, conoscevamo il joggling ma ancora non avevamo avuto il coraggio di provare. Il primo approccio non è stato banale, grande affaticamento e poca coordinazione, ma nel giro di poche uscite tutto è diventato più naturale e così ci siamo dati un obiettivo: partecipare alla 10 km della Parma Marathon a ottobre. Tra allenamenti dopo il lavoro, pause estive e corse crepuscolari, alla fine è arrivato il 14 ottobre senza aver mai provato 10 km filati di joggling! L’avvicinamento al mondo delle gare di corsa su strada è subi-
PJC@ParmaMarathon
to confortevole, passeggiare per il village allestito in Cittadella, partenza e arrivo della corsa, ci proietta con la mente alle convention a noi più familiari. Gli atleti sono per lo più appassionati a cui piace prendersi in giro: alcuni affrontano la gara vestiti in modo bizzarro (c’è addirittura un Forrest Gump che si farà la maratona con il poncho), altri sono lì per fare il tempo, ma la passione per la corsa accomuna tutti e l’energia nell’aria è positiva. Le cose che accomunano il mondo del running con quello del juggling sono inaspettatamente tante! Poco prima della partenza mentre ci scaldiamo con le palline veniamo fermati dallo speaker che ci invita scherzosamente a ricominciare la corsa dall’inizio in caso di drop, meno male che non ha seguito la nostra gara! La corsa è stata stupenda, fare joggling per le strade cittadine chiuse al traffico è impagabile, i sorrisi e i complimenti di spettatori e atleti sono il carburante che ci alimenta. Finiamo in un’ora circa, carrellata di trick su richiesta dello speaker e tutti al ristoro finale a festeggiare! Se vi abbiamo appassionati scriveteci a parmajoggling@yahoo.com
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WWW.CIRCUSARTSMAGAZNES.NET INCAM (International Network of Circus Arts Magazines) riunisce i media project sulle arti circensi attivi nel settore. Ve li presenteremo sulle pagine di JM, cominciando con l’ultimo in ordine di apparizione, nato in USA un anno fa, che ha però già raggiunto proporzioni notevoli: Circus Talk.
CIRCUSTALK YEAR ONEMAPPING THE CIRCUS ARTS CIRCUSTALK.COM
CircusTalk, lanciato nel giugno 2017, festeggia il suo primo compleanno come piattaforma di social media. Concentrandosi su tutto ciò che è circo - come aiutare gli utenti a trovare lavoro e casting, condividere i loro spettacoli, numeri e video di circo, localizzare la prossima convention di giocoleria. La piattaforma copre le notizie circensi in tutto il mondo e ha un crescente numero di giornalisti di circo che scrivono su questa forma d’arte in tutte le sue permutazioni. Ma prima che iniziasse a camminare con le sue gambe, ci sono stati diversi mesi di preparazione, secondo la co-fondatrice Andrea Honis: “Sapevo cosa volevo ottenere come risultato finale, ma ho davvero sottovalutato la fase del “come arrivarci”. Dall’individuazione del giusto progetto di programmazione, alla costruzione del database giusto, alla selezione degli sviluppatori giusti, ci sono state numerose sfide. Ma ho sempre pensato a CircusTalk come un prodotto con un potenziale molto più grande di un social network”. Non sorprende che Honis conoscesse il settore, provenendo da una famiglia di circo classico, attribuisce alla “segatura nel suo sangue” di averle dato la visione di persistere. Sebbene da giovane fosse incoraggiata dalla sua famiglia a ottenere una laurea in economia, il sentiero che scelse finì per riportarla al circo. Ha lavorato nel marketing per anni, prima di ottenere i suoi master in Performing Arts Management. “Quando ero assistente alla produzione al Lincoln Center, affrontavo ogni giorno la sfida della costante ricerca di nuovi talenti. Il mio amore per il circo mi ha spinto così a sviluppare una piattaforma che soddisfi le esigenze di networking di questa particolare forma d’arte.
Volevo creare una piattaforma che non fosse solo una grande risorsa per i datori di lavoro, ma desse opportunità anche ad artisti di talento provenienti da tutto il mondo che potrebbero avere meno connessioni e opportunità di networking nei paesi dove vivono”. Kim Campbell, editor di “CircusTalk News” ha una missione simile. Provenendo da un background artistico e teatrale, ha scritto sul circo e per American Circus Educators, ma ha individuato nella mancanza di scrittura critica sul circo una parte del puzzle necessaria a rendere disponibili finanziamenti istituzionali per la creazione nel circo. Nel suo primo anno CircusTalk ha collaborato con molti festival e compagnie (Cirque de Demain, Montréal Complètement Cirque, Periplo, FIRCO, Circus250, Awaji Art Circus e St. John’s International Circus Festival), e il feedback ricevuto ha contribuito ad ampliare la loro comprensione del circo industria.
Nel 2018, CircusTalk è diventato membro orgoglioso di INCAM e considera essenziale tra i suoi membri la condivisione delle pratiche di scrittura sul circo. L’aspetto preferito del lavoro di Campbell riguarda le sfide creative. “Proprio come il circo è una collaborazione, così lo è essere un editor. La mia parte preferita è aiutare qualcosa che pubblichiamo (articolo, video o intervista) a passare da un’idea (nella testa dello scrittore) a un lavoro pubblicato che aggiunge al dialogo qualcosa che crei condivisione, reazione o dibattito.” La caratteristica preferita di CircusTalk per Honis è la sezione sulla disponibilità/richiesta di lavoro. “Ho visto quante energie gli artisti del circo devono usare per venire a conoscenza delle opportunità di lavoro. Siamo orgogliosi di fornire il primo strumento specifico per l’offerta di lavoro circense nel mondo. “Con due consulenti tecnici, un Chief Technology Officer e un team tecnico di cinque persone, è una vera gioia e una sfida creativa dare forma a questa piattaforma in qualcosa che la comunità del circo ha bisogno e può utilizzare”, afferma Honis. CircusTalk programma di rilasciare molte nuove funzionalità, ma il loro timing deve coincidere con la crescita esponenziale della piattaforma. Alcuni degli aggiornamenti recenti alla piattaforma includono: funzioni migliorate per i newsfeed, elenchi di eventi user-friendly e una funzione di ricerca delle mappe in modo da poter trovare compagnie, scuole e artisti nella tua regione. Altri piani di espansione prevedono l’avvio della collaborazione con le principali reti di circhi per continuare a riflettere sulle esigenze del mondo circense. J U G G L I N G M A G A Z I N E NUMERO8 1 D I C E M B R E 2 0 1 8
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CIRC IN CA’ MILANO FB CIRCINCA’ di Claudio Madia Preambolo In via Elba 7, poco dopo M1 WAGNER (e oltre il Teatro Nazionale) c’è una casa che per anni ha animato la vita culturale cittadina, prima coma sede del Centro studi sul movimento Kinesis (dove, già dal 1984, si imparava tra l’altro la danza orientale, meglio nota come danza del ventre) poi come base e sala prove del Piccolo Circo Kinesis attivo fino al 1990 o come sala posa per video editoriali, e infine come segreteria della Piccola Scuola di Circo dal 1992 al 2000. Sembrava finita anche perché, nel frattempo, quattro figli vi crescevano a dismisura e la scuola trovava prestigiosa sede in un tendone da circo.
Il protagonista Il padrone di casa è tale Claudio Madia, autodefinitosi un “tipo-poco-noto” per aver condotto negli anni ‘90 la fortunata trasmissione per bimbi “l’Albero Azzurro”, il quale, schiacciato dalla responsabilità di aver creato con le scuole di circo “mostro dai mille artisti e peggio, dai mille insegnanti”, decide nel 2015 di chiudere i rapporti con il mondo della formazione diventato, a volte, troppo competitivo, impegnandosi in un progetto, Giocatebenefratelli, che pone di nuovo il gioco e il divertimento come cardine delle attività extrascolastiche e che ha trovato valide concretizzazioni in diverse realtà, dal “Piccolo Circo Quassù” sul Latemar (TN) al “All In Circus” di Carpineto di Sorrivoli (CE).
ARTB&
La notizia Ora l’appartamento di via Elba 7, libero dai figli ormai grandi, rinasce come CIRC IN CA’ (circo in casa) ritrovando le origini stabili delle prime compagnie che si definivano di circo moderno. E già! Molti lo ignorano, ma il tendone così classico è, per l’Italia, una deriva breve: il periodo d’oro, tra le due guerre, poi pochi lustri ancora prima del declino totale degli anni 70. Viceversa già dal 1886, certo Gaetano Ciniselli, a capo di una compagnia di artisti di circo equestre (o circo moderno) fondava il suo Anfiteatro Ciniselli laddove ora è, con medesima pianta, il Teatro Dal Verme! Nel piccolissimo circo in muratura (un circo d’inverno) con capienza massima di 50 spettatori rigorosamente non paganti (non è un teatro né un circolo culturale ma solo casa di Claudio, per gli amici), tutti sono invitati agli spettacoli che si terranno, prevalentemente, il sabato e la domenica pomeriggio. Non solo bambini (sempre privilegiati) ma anche estimatori del teatro di figura e del teatro di narrazione che troveranno in programma prestigiose compagnie italiane e no. È libera espressione! Si trova sempre il modo di ricompensare: come in piazza ma al calduccio e all’asciutto... Il “circin” aprirà da ottobre a maggio (salvo eventuale programma estivo).
Il tabellone Naturalmente dopo trent’anni di onorata carriera nelle piazze o sui palcoscenici di mezzo mondo (ancora nel 2017 acrobata al Teatro alla Scala in Boheme e in Meistersinger), il nostro non poteva non approfittare dell’occasione da lui stesso offerta, sia in veste di artista, sia salendo in cattedra per un breve ciclo di incontri/dibattito sul circo, cosiddetto, contemporaneo, potendo esibire antichi documenti e testi tratti da vasta biblioteca specifica. Inoltre la Autonoma Compagnia Boron Calabrò Madia è orgogliosa di presentare il nuovo spettacolo musical-circense per la stagione 2018-2019 “Circ in Ca’!”. Una novità direttamente da fine ottocento, perciò senza tempo, anzi futuribile: una scatola del tempo lanciata nello spazio per preservare il florilegio dell’arte di piccolo circo nostrano. Una bomboniera di raffinati assaggi di arti varie, dove i tre protagonisti, un direttore, un professore e un assistente, offriranno un garbato intrattenimento a km zero, tutti i venerdì da novembre a marzo. Uno spettacolo a misura d’uomo la cui diffusione è affidata soprattutto alla garbatezza del passaparola. Insomma Una nuova casa per il vecchio piccolo circo, la casa dei clown e della magia. Non a caso il sottotitolo è: citofonare ClaundioMadgia! Ma il circuito è virtuoso e già altrove sorgono spazi pronti ad accogliere questo spettacolo che misura 3,14x3,14x3,14 e che non necessita di tecnicnologia. Presto saranno ospiti a Napoli alla “Casa del Nonno”, in puglia del “circ in trull”, e in terra sarda presso il “circ in domo” (non è vero ma sarà)...
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A CASA DEL NONNO NAPOLI FB - A CASA DEL NONNO ART B&B
di Elena Cavaliere - Lelè A settembre del 2017 mi ritrovo la casa della mia infanzia tra le mani, nel pieno centro di Napoli, in un palazzo antico dove le memorie della mia famiglia sono cresciute, insomma... la casa del nonno. Quando ho iniziato a dipingerla e a sistemarla non avevo ancora un’idea chiara di cosa vi avrei realizzato. Poi il gioco di mobili antichi, uniti a tocchi di pittura stravaganti sui muri e la vista di un salone ampio e prestante, mi hanno fatto viaggiare con la fantasia e così, come spesso succede nelle storie più belle, da un’idea è nato “L’Art B&B A casa del nonno”. Un vero e proprio Bed and Breakfast che si caratterizza perché, oltre ad ospitare viaggiatori, organizza nei fine settimana, in collaborazione con l’associazione culturale “9 Reversibile”, aperitivi-cene spettacolo, mini cabaret di circo, swap party, impro teatrali, monologhi, cene con delitto, eventi musicali, performance, esposizioni, spettacoli solidali e idee brillanti. Inoltre questo B&B è Art anche perché offre il suo “Saloon-Teatro” a compagnie o artisti per prove o residenze, spesso sotto forma di scambio. Ad esempio nel mese di maggio ho ospitato Vladimir Olshansky, che ha lavorato come clown anche nel Cirque du Soleil, oppure compagnie teatrali che hanno utilizzato lo spazio come sala prove; e ancora artisti spagnoli dell’Ass. Cult. “Acircandonos”, che organizzano progetti di clown senza frontiere proponendo spettacoli solidali, etc...
Il “Saloon-Teatro” ospita 40 posti a sedere mentre lo Stage può ricevere non più di 3 artisti a spettacolo. Per alcuni eventi si sono utilizzate tutte le stanze della casa, inscenando in ogni luogo, bagno e cucina inclusi, numeri dalla durata limitata, creando così spettacoli itineranti. L’idea di uno spazio tanto singolare viene dal mio percorso di vita, iniziato come costumista e scenografa teatrale lavorando anche con grandi artisti come Carlo Buccirosso, Carlo Croccolo, Michelangelo D’Alisi, I teatrini. Passando poi dal dietro le quinte alla scena con Fortunato Cerlino in teatro e con le mie prime performance di danza, giocoleria e trasformismo nei festival di arti strada. Fino all’ingresso nella scuola di circo Carampa di Madrid, dove ho scoperto la mia immensa passione per le arti circensi
e in particolar modo per il Clown Eccentrico, che attualmente promuovo anche in veste di insegnante. Proprio per questo, uno degli obbiettivi che mi sono data alla nascita del B&B è di offrire cultura di circo al popolo partenopeo, soprattutto sulla figura del clown (che mi sta particolarmente a cuore), considerata la scarsa conoscenza che si ha nel settore, contrariamente all’ampia cultura teatrale di cui la mia città è capitale.Per questo i primi spettacoli che ho organizzato erano di clownerie con: “Madame Lelè e l’angolo dell’inciucio”, ”Il grande Arglì e la macchina a pressione”, “Cunti e canti, storie di Pulcinella”, etc… proponendo al pubblico dei clown diversi da quelli che popolano l’immaginario collettivo. Generalmente chi attraversa lo spazio è un pubblico variegato che va dall’ospite internazionale, giovane o adulto, che prenota attraverso portali web, a persone del mondo del teatro e delle arti di strada. Al momento sono l’unico Art B&B nella città dell’arte per eccellenza,e per quanto l’attività sia giovane è già molto apprezzata, al punto che, grazie alle nuove connessioni che si instaurano con pubblico e artisti, sta prendendo forma l’idea di creare una rete di spazi originali come “A casa del nonno”, così da far vivere ai viaggiatori la sensazione di sentirsi in casa propria e di toccare la cultura con mano. Semmai vi capitasse di passare per Napoli e di essere miei ospiti, vi assicuro che da qui ne uscirete come tanti, con un grande sorriso stampato sulle labbra e tanta voglia di ritornare.
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‘ALLEANZE E COMUNANZE’ CONFERENZA INTERNAZIONALE
23/28 OTTOBRE, STOCCOLMA (SVEZIA) WWW.UNIARTS.SE/ENGLISH/RESEARCH-DEVELOPMENT/ALLIANCES-COMMONALITIES-2018 di Ilaria Bessone mentali e sempre più necessarie; dall’altro, occorre riflettere sulle proprie posizioni etiche e politiche quando ci si occupa di arte di ogni tipo e livello. Nel periodo in cui Uniarts annunciava la conferenza, il
di esplorare le connessioni tra ricercatori in campi diversi, e tra la ricerca artistica e il mondo sociale più vasto, mettendo in evidenza come l’arte può invertire la tendenza in tempi in cui si tende a separare e dividere. Il tema dell’Incontro ha assunto negli ultimi anni una posizione centrale nella mia ricerca sociale e artistica: da un lato, l’arte e il circo in particolare possono normalizzare lo stato di stupore, la disposizione ad accogliere l’inaspettato e il sorprendente, competenze culturali fonda-
team di AltroCirco, di cui faccio parte, preparava il modulo di formazione “Circo come incontro culturale”, seguendo un percorso che ci ha portato ad affrontare questioni sociali fondamentali: il genere, l’orientamento sessuoaffettivo, la comunicazione interculturale, la costruzione di comunità. Ho così inviato a Stoccolma un abstract per un breve workshop: “Circo sociale e società interculturale. Sfide e potenziale delle arti circensi per il cambiamento sociale”.
foto di Archivio Uni Arts
Organizzata da Uniarts, l’Università delle Arti di Stoccolma (di cui fa parte la rinomata DOCH, University of Dance and Circus) la conferenza internazionale“Alliances and Commonalities” aveva l’obiettivo
Oltre che dal modulo di formazione sopra citato, il laboratorio proposto prendeva spunto da un articolo sull’ “Incontro Culturale Organizzato” della rivista “Journal of Intercultural Studies”1. Entrambi i riferimenti definiscono il potenziale del circo sociale nel superare e trasformare barriere e gerarchie, rafforzare l’identità e scardinare visioni riduttive e superficiali dell’Altro. Riflessioni radicate in anni di esperienza sul campo come operatrice di circo, membro di AltroCirco, etnografa; negli ‘shock culturali’ vissuti durante i tanti viaggi e periodi di vita all’estero, e nel privilegio di essere bianca e cittadina europea, che emerge violentemente alla luce dei racconti sui migranti che giungono dal vicino confine con la Francia; nel confronto con colleghi e nelle interviste realizzate per il dottorato di ricerca che ho concluso lo scorso anno2. Grazie alla centralità del ruolo del rischio, della fiducia, della creatività e della conoscenza incorporata, il circo detiene un potenziale rilevante per promuovere incontri culturali (i cui effetti imprevedibili sorprendono e ‘incantano’ le parti coinvolte, e in cui le differenze culturali e sociali, l’identità e l’appartenenza giocano un ruolo chiave) e la comunicazione interculturale (che non teme l’imprevedibile, ma valorizza incomprensioni e incidenti ‘imbarazzanti’ come occasione di crescita, apprendimento, connessione con mondi culturali sconosciuti). Il laboratorio proposto ricalcava il modello pedagogico di AltroCirco, unendo momenti ludici e dinamici, spunti teorici, condivisione di esperienze e riflessioni. Ad una settimana dalla partenza Juliette Mapp, professoressa di coreografia e organizzatrice della conferenza mi chiama su skype, mi parla di sé, del dipartimento, si interessa a quello che presenterò. Un’accoglienza fuori dal comune per un
REGISTRO NAZIONALE PROGETTI DI CIRCO SOCIALE Il Registro nasce con l’intento di fornire informazioni sul lavoro delle associazioni, promuovere e facilitare le collaborazioni, gettare le premesse per un riconoscimento del settore e la creazione di un network nazionale. Le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.altrocirco.it
Piemonte Fondazione Uniti per Crescere Insieme via Pacchiotti 79, 10146 Torino Sara Sibona 011 19836531www.unitipercrescereinsieme.it Fuma che n’duma via dei Salici 16, 12035 Racconigi (CN) Giuseppe Porcu 333 2742858 www.bimbocirco.wordpress.com Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com Lombardia Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Bruna Ventura 349 1470123 www.giocolarte.wordpress.com Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.campacavallo.com Quattrox4 via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 www.quattrox4.com SBOCC via V. Veneto 1, 21010 Cardano al Campo (VA) Luana Facchetti 347 2785195 www.sbocc.it Spazio Bizzarro via del Portone 6, 23887 Olgiate Molgora (LC) Nicola Bruni 333 1903879 www.spaziobizzarro.com Spazio Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Damiano Petitti Roreto 3494568018 www.spaziokabum.it Friuli Venezia Giulia Circo all’inCirca via Piemonte 84/8, località Padernò, Udine Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it 32
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foto di Ben Hopper
ra a 360° per realizzare un documentario nella cittadina di Botkyrka, vicino a Stoccolma. Il monologo di un’attrice che mette in scena e re-immagina le strutture di potere e le gerarchie del mondo del teatro. Un documentario a doppio schermo su violenza e libertà, “When I grow up I want to be a black man”. Un workshop per contribuire ad un libro di filastrocche sulle metodologie artistiche. Una performance di Erik Aberg, giocoliere trasformatosi in scultore di “Ghost Cubes”. In contesti accademici il vestito che mi sta più comodo è normalmente quello della sociologa. Forse per questo motivo, le conseguenze inaspettate degli incontri ad Uniarts sono confluite in una riflessione sulla presa di posizione, la responsabilità di sviluppare e presentare la mia ricerca. La conferenza ha rinnovato un interesse che si assopisce facilmente nel contesto italiano, tendenzialmente più avverso alla ricerca artistica: sviluppare ulteriormente la sensibilità nei confronti di gerarchie, barriere e dinamiche di potere, utilizzando l’arte come strumento creativo e trasformativo; come opportunità di incontro e costruzione di nuove ‘alleanze’. foto di Archivio Uni Arts
evento accademico, confermata sul posto dalla presenza della direttrice del dipartimento di ricerca, Cecilia Hoos all’ingresso dell’edificio che ospita la conferenza; saluta chi entra, si presenta, sorride, invita a registrarsi e a ritirare borsa resistente di tela ecologica, borraccia per l’acqua, un programma dettagliato. “Per noi, la ricerca artistica è fortemente radicata nella nostra pratica artistica e include tutte le forme di arte. I risultati sono presentati in esposizioni create secondo i propri criteri artistici e includono diverse forme. (…) Benvenuti a “Alliances and Commonalities”. Speriamo che i vostri giorni qui siano di ispirazione e che illuminino nuove visioni, conoscenze, prospettive per investigare pratiche e materiali condivisi e allo stesso tempo distinti, che ci connettono come ricercatori in alleanze artistiche e comunanze creative”.
Accoglienza, disponibilità e generosità di spunti e feedback, valorizzazione dei lavori presentati e delle persone invitate caratterizzano ogni giornata della Conferenza. Mi ritrovo inaspettatamente in un ambiente apertamente femminista, in ascolto, privilegiato certo, ma consapevole, alla ricerca, disponibile al confronto e alla condivisione di pensieri (e di danze!). In questa atmosfera assisto alle presentazioni dei lavori più svariati: una fotografa finlandese che passa gli inverni da sola in Lapponia, a fotografare il ghiaccio e ad ascoltare i rumori che producono l’ambiente, il corpo, la mente. Un’artista che invita il pubblico a disegnare il ritratto della prima persona “queer” che hanno conosciuto, con l’obiettivo di creare un Museo Popolare della Storia LGBTQ. Una dimostrazione dell’interazione tra suono e movimento attraverso l’utilizzo di sensori applicati al braccio di giovani giocolieri di DOCH. Sperimentazioni con una telecame-
1 Ilaria Bessone (2017) Social Circus as an Organised Cultural Encounter. Embodied Knowledge, Trust and Creativity at Play, Journal of Intercultural Studies, 38:6, 651-664 2 La tesi “Italian Contemporary Circus in a Neoliberal Scenario” è disponibile online al link: https://air.unimi.it/retrieve/handle/2434/513675/878869/phd_unimi_R10689.pdf
Veneto Ancis Aureliano Onlus via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) www.dottorclownitalia.org
Toscana
Lazio Campania Puglia Sicilia
Barbamoccolo via delle Motte 12/c2, 30020 Martellago (VE) Manuela Polacco 339 4652122 www.barbamoccolo.it Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 www.circoinvaligia.it Ludica Circo Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.ludicacirco.com Badabam strada valacchio casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 347 7856564 www.badabam.it Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 www.circoliberatutti.it Circo Tascabile via Filicaia 2, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 www.circotascabile.com En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 www.enpiste.it Scuola di Circo Antitesi via Guidiccioni 6b, San Giuliano Terme, Pisa Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Inerzia via Francesco Grimaldi 127, 00146 Roma Leonardo Varriale 347 6531329 www.inerzia.org Circosvago via delle Mole 32, Albano Laziale (Rm) Jacopo Beretta 331 868114 www.circosvago.it Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 FB Scuola di Circo Corsaro Un Clown per Amico/Circo Botero st. Modugno Carbonaro 4/8, 70123 Bari Michele Diana 348 0535875 www.unclownperamico.com Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 340 3928905 www.circopificio.it Clatù via San Josè Maria Escrivà 3, 95030 Tremestieri (CT) Maria Elena Rubbino 340 1723934 FB Clatù J U G G L I N G M A G A Z I N E NUMERO8 1 D I C E M B R E 2 0 1 8
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CIRKUS IN BEWEGING LEUVEN, BELGIO WWW.CIRCKUSINBEWEGING.BE
di Rika Taeymans e Paul Thys direzione pedagogica
Foto di Archivio Cirkus in Beweging
Io e Paul studiavamo entrambi sport, terapia del movimento, ed io anche danza, così dopo la laurea sono partita per un post-graduate a Londra, dove ho vissuto 4 anni, insegnando danza e movimento. Lì ho lavorato con Albi and Kids Show, che sviluppava creazioni e progetti per bambini con marionette, grandi costruzioni, movimento, e nel 1983 realizzammo un progetto di circo. Non c’erano al tempo scuole di circo educative, ma solo street performer, e una ventina di questi ottennero un finanziamento da una fondazione bancaria, per chiamare bravi insegnanti di circo, organizzare un mese di intensi allenamenti per 8 ore al giorno, e tenere un progetto di circo con i bambini a rischio, ogni giorno in una zona diversa della città, utilizzando le tecniche che avevamo appreso. È stata un’esperienza bellissima, ed io, unica “non artista di strada” del gruppo, lì ho imparato il filo teso, trapezio, giocoleria, acrobatica, e altro ancora. In seguito ho frequentato
Nel frattempo a Leuven, all’interno di Acteerstudio Juego,. un’organizzazione per il tempo libero, proponevo classi di circo ogni mercoledì pomeriggio. Ero la prima insegnante di circo nella regione fiamminga del Belgio, il pubblico è cominciato a crescere, avevamo sempre più classi e nel 1993 fondammo finalmente a Leuven “Cirkus in Beweging” (CIB), inserendo col tempo anche corsi monodisciplinari e discipline afferenti. Nel 1995 aprì i battenti la scuola ad Anversa, e poi Gent, insieme in un network informale, e poi promotori di una prima federazione delle scuole di circo, Circus Vlò, il cui sviluppo contribuì in seguito anche alla creazione nel 2007 di Circus Centrum. Il circo era una cosa davvero nuova quando abbiamo cominciato, tutti volevano far parte di questa nuova energia che si era messa in moto. C’era una grande curiosità, la televisione nazionale se ne occupava, i giornali ci dedicavano interviste. Ora tutto questo sembra normale, ma allora erano episodi eccezionali.
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altre lezioni di circo in città e al rientro a Bruxelles ho scoperto che avevano appena fondato una scuola di circo, dal nome Ecole sans Fillet “scuola senza rete”. Lì mi sono allenata, ho insegnato e sono poi stata impiegata part time come coordinatrice della formazione pedagogica, fino a quando nel 1989, insieme a Vincent, Thierry, Philippe e Anne Van Rentergem, che veniva dal teatro, avviammo la Formacion Pedagogique in quella che era diventata intanto l’Ecole du Cirque de Bruxelles.
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Non avevamo modelli di riferimento al tempo e il concept pedagogico della nostra scuola era la summa di una serie di esperienze e studi che ognuno di noi aveva fatto nel suo percorso universitario e come insegnante. Per esempio il presidente della scuola era uno psicologo e un giornalista di circo abbastanza noto, che studiava molto Carl Rogers e altri pedagoghi.
Per noi l’experimental learning era allora un terreno di crescita, e la pedegogia del circo e la filosofia che portava dentro si declinavano bene nel concetto al tempo diffuso di art education. Tutti noi eravamo interessati allo sviluppo personale di chi veniva ai nostri corsi, con un focus sull’educazione, e non tanto sullo sviluppo artistico, anche se il nostro primo production group non tardò ad arrivare. La prima creazione fu “Kontrast”, mentre qualche anno dopo con “Lokomotiv”, e il primo gruppo di percussionisti, andammo dappertutto, perfino a New York e Mosca, mentre nel 2001 organizzammo il nostro primo festival, poi diventato CirkAAH! Coinvolgevamo sempre i ragazzi chiedendogli cosa avrebbero voluto fare e imparare, cosa avrebbero voluto portare in scena, e chiamavamo esperti da altri arti per stimolare le creazioni. Siamo stati sempre molto aperti nel nostro progetto, non solo verso fasce di pubblico a rischio, nei carceri, nei quartieri di periferia, ma anche verso discipline diverse da quelle classiche del circo. Per esempio a Bruxelles avevo conosciuto dei percussionisti a cui
chiesi di venire a Leuven per darci delle lezioni. Ed oggi le percussioni sono diventate un pezzo importante di CIB, con ben 4 classi di percussionisti e un gruppo composto da 50 signore - casalinghe, moglie, mamme che si incontrano una volta a settimana per suonare insieme, ma anche aiutarci durante gli eventi. Ma abbiamo aperto le porte anche alla capoeira, mixandolo con teatro e altro, e più recentementeagli appassionati di parkour e di free running. La cosa bella di CIB negli anni è stata una crescita libera e spontanea, che ha creato una organizzazione molto “familiare” e con una grande apertura mentale. Oggi abbiamo 1500 studenti che passano di qui ogni settimana, con 72 corsi nelle nostre 6 sedi dislocate a Leuven, più i corsi che teniamo ogni giorno nelle scuole pubbliche e presso altre organizzazoni, 80 insegnanti e tanti assistant trainer. Siamo molto impegnati sul fronte della formazione e il teacher training course che abbiamo sviluppato è stato poi adottato da tutto il network fiammingo e ha costituito l’impianto della formazione anche in Olanda. Abbiamo inoltre in sede degli atelier dove ci costruiamo gli attrezzi, oppure prepariamo i costumi o le scenogragfie, e anche lì la storia di chi gestisce questi reparti è molto bella e singolare. La nostra visione e mission è che il circo possa essere accessibile a tutti e che tutti percepiscano le nostre sedi come la loro scuola di circo. La diversità è una grande sfida per noi, come avvicinare tutti alla nostra scuole. Abbiamo studenti universitari come tirocinanti, che stanno indagando sulla nostra realtà, su quale è il ruolo di CIB nella società, con i rifigiati, con i migranti, lavoriamo molto con altre organizzazioni di volontariato, ma anche con gruppi di autistici e altri diversamente abili. Ora c’è più struttura, abbiamo impiegati, coordinatori pedagogici, artistici, insegnanti, amministrativi, responsabili comunicazione, etc. Stiamo perdendo un pò dell’atmosfera familiare e di organicità, non
ASK Assistant Trainers Sharing Knowledge GSCHWEND (DE) - OTTOBRE 2018
Nella suggestiva cornice di Circartive, un centro di circo immerso nel verde, si è tenuto il primo dei cinque moduli previsto da ASK (Assistant Trainers Sharing Knowledge) a cui hanno partecipato 24 persone proveniente dagli 11 paesi partner di progetto (per l’Italia il duo Marco Marinelli e Leonardo Varriale), coadiuvati dai facilitatori Steven, Lynn e Petra. I cinque giorni di lavoro hanno visto i partecipanti, divisi in due gruppi, concentrarsi da un lato
tutto è sempre possibile come una volta, ma rimaniamo ancora molto aperti, che è uno dei nostri punti di forza, ma anche punto critico... perchè non diciamo mai di no! Prendiamo in carico troppe cose, con entusiasmo, e quest’anno, con le celebrazioni del venticinquennale e l’organizzazione del NICE meeting, ancora peggio. Non vogliamo crescere a dismisura, ma vogliamo diventare più bravi in quello che facciamo. Al momento siamo ancora una piacevole comunità, non è più la famiglia de primi anni, ma tutti si conoscono e si relazionano. Stiliamo regolarmente un business plan per 4 anni, per tutte le aree, quella artistica, quella economica, quella sociale e quello che avvertiamo sempre di più è che non sono tre aree distinte, ma una sola area dove tutto si complementa. Alcuni dei fondatori o dei primi collaboratori sono ancora a CIB, oltre a noi due. Persone come Annelies Claessens e Isabel Van Maele e Fredrick occupano posizioni importanti dentro CIB, ma anche generazioni più giovani di ex-studenti, come Jonas Van Soom, o Tobias, coprono ruoli importanti in CIB.
Quando abbiamo cominciato non mi aspettavo niente di tutto questo e guardando indietro sono molto orgogliosa di quello che abbiamo realizzato, soprattutto di essere rimasti insieme come team e come organizzazione. È bello vedere come le persone si siano nel tempo attaccate a CIB, e abbiamo molti ex-allievi che ritornando qui con piacere a fare volontariato, anche ora che sono impegnati in carriere professionali importanti col Soleil, con XY e tante altre compagnie di prestigio.
sulla creazione del profilo dell’Assistant Trainer incentrato su competenze e responsabilità, dall’altro sondare metodi di insegnamento, metodi di apprendimento, utilizzo e sviluppo del feedback. I risultati della prima tappa di progetto sono disponibili in pdf su circosfera.it/rete-nazionale/youth-forum Partner di progetto: NuorisoSirkusliitto,FI (Capofila); BAG, DE; CircusCentrum, BE; FFEC, FR; Circus Works, UK; Circomundo, NL; G&D/CircoSfera, IT; FEECSE, ES; Cirkusko Pedagogico, SLO; Miasto Projekt, PL; ECCDV, EW
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Piemonte Arcobaleno via delle Fontane 60, 13011 Borgosesia (VC) Ilaria Sitzia 348 8123417 www.sportarcobaleno.it
Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia Veneto
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Marche
Umbria Lazio
Puglia Basilicata Sicilia
REGISTRO NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO EDUCATIVO
Lombardia
Chapitombolo via Baldichieri 18, 14013 Monale (AT) Milo Scotton 331 7992615 www.chapitombolo.it CH4 Sporting Club via Trofarello 10, 10127 Torino Francesca Casaccia 011 678366 www.ch4sportingclub.it Circo Clap via Don Giovanni Minzoni 17, 28041 Arona (NO) Laura Cantù 328 8891533 www.circoclap.it Dimidimitri S.S. 299 c/o Cascina Cavallotta via Valsesia, 28100 Novara Alessio Ricci 346 9812214 www.dimidimitri.com Flic Scuola di Circo via Magenta 11, 10128 Torino Dario Sant’Unione 011 530217 www.flicscuolacirco.it Fuma che n’duma via dei Salici 16, 12035 Racconigi (CN) Giuseppe Porcu 333 2742858 bimbocirco.wordpress.com Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Macramè Strada dei Sent 16, 12084 Mondovì (CN) Marco Donda 347 8251804 www.scuoledicircomacrame.blogspot.it Microcirco c/o Chapitombolo via Baldichieri 18, 14013 Monale (AT) Carla Acquarone 337 266505 www.microcirco.it Sportica Gym via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 0121 795590 www.sportica.it Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com UP Str. Salimau 1/E int. 1 12060 Pocapaglia (CN) Maria Grazia Ielapi 339 7532815 www.upscuoladicirco.com Vertigimn via Mottalciata 7, 10154 Torino Fabrizio Fanizzi 338 4189800 www.vertigimn.com Ambaradan viale Lombardia 53, 24020 Torre Boldone (BG) Lorenzo Baronchelli 339 5695570 www.ambaradan.org Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.campacavallo.com Circotondo via Bastia 5, 20136 Milano Valentina Sordo 339 8072575 www.valentinasordo-danza.com Giocolarte via Acerbi 33, 27100 Pavia Marco Lam 393 8392809 giocolarte.wordpress.com Hops via Lanzi 51, 20872 Cornate (MB) Sara Papadato 348 0069417 www.scuola-circo-hops.it Kabum via Guicciardini 114, 20100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 www.spaziokabum.it Quattrox4 Via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 346 0026972 www.quattrox4.com Scuola di arti circensi e teatrali via Sebenico 21, 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 www.milanoclownfestival.it Scuola di circo SATs v.le Piave 16/a, 20047 Treviglio (BG) Massimo Vitali 339 1134156 www.scuolateatrotreviglio.it/scuolacirco Scuola di circo Trillino Selvaggio via Tolstoi 14/a, 20146 Milano Giuditta Pino 334 2765052 www.trillinoselvaggio.it Spaziocirco via Carrobbio 6, 20093 Cologno Monzese (MI) Sonia Belotti 338 7813115 www.spaziocirco.it Spazio Circo Bergamo via Gaetano Scirea 11, 24060 Telgate (BG) Manlio Casali 393 0082506 www.spaziocircobergamo.it Teatro Circo Puzzle Str. Padana Superiore 28, 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) Silvia Vetralla 348 7461009 www.teatrocircopuzzle.com Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana (BZ) Reinhard Demetz 0473 239564 www.animativa.org Arteviva via Bari 32/L, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 FB Arteviva Cooperativa Bolla di sapone via S. Antonio 20, 38100 Trento Tommaso Brunelli 348 8852925 www.bolladisaponetrento.it Circo all’inCirca via Piemonte 84/8, 33100 Padernò (UD) Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it Skiribiz via Marinelli 6, 33033 Codroipo (UD) Marco Grillo 340 8304849 www.skiribiz.com Ancis Aureliano via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) Giovanni Evaristo Arnaldi 347 2261288 www.dottorclownitalia.org Barbamoccolo via delle Motte 12/c2, 30020 Martellago (VE) Manuela Polacco 339 4652122 www.barbamoccolo.it Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 www.circoinvaligia.it Ludica Circo Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.ludicacirco.com Circo Galleggiante Corso Cavour 433, 19122 La Spezia Chiara Martini 339 5772543 www.circogalleggiante.it Circo Mirtilla strada Ronchi Brighei 1/c, 18100 Imperia Nadir Spagnolo 329 2950023 www.2clown.com Facciamo Circo via Segalara 5, 19038 Sarzana (SP) Alina Lombardo 339 5878441 www.facciamocirco.it Ge.AC Genova Arti Circensi Vico delle Carabaghe, 16123 Genova Boris Vecchio 347 4359018 www.sarabanda-associazione.it sYnergiKa piazza Palermo 12, 16129 Genova Annalisa Alcinesio 338 1172011 www.synergikaasd.com Arterego via Piave 19, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Pietro Morea 347 7121221 www.arterego.org ArtinCirco Via Tolara di Sopra 90, 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Nando e Maila 328 6493203 www.nandoemaila.it Body Studio1 via Paradisi 7a, 42100 Reggio Emilia Susi Alberini 338 1397924 www.bodystudio1.com Circolarmente via Mantova 4/b, 43100 Parma Albert Horvath 347 3131604 www.circolarmente.it Circo Sotto Sopra via Corsica 6, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Mariagrazia Bazzicalupo 328 7312861 www.circosottosopra.wordpress.com 100% Circo Casa la Marga 69, 52010 Subbiano (AR) Simona Serafini 339 3840294 FB centopercentocirco Antitesi Scuola di Circo via Guidiccioni 6b, 56017 San Giuliano (PI) Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Badabam strada della Tressa 4, 53100 Siena Margherita Gamberini 366 4811081 www.badabam.it Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Samuele Mariotti 333 4022331 www.circoliberatutti.it Circo Libre via Sambre 32, 50014 Fiesole (FI) Raffaella Fileni 388 4228248 www.circolibre.it Circo Tascabile p.zza Cairoli 4/c, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 www.circotascabile.com En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 www.enpiste.it K-production piazza Viani 6, 55049 Viareggio (LU) Claudia Sodini 328 1447868 FB Claudia Sodini Mantica Scuola di Circo via del Terminillo 20, 58100 Grosseto Ilaria Signori 328 9089250 www.compagniamantica.it Saltimbanco Scuola arte del cirko via degli Acquaioli 60, 57121 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 www.saltimbancoscuolacirko.it Aria di Circo via Goito 10, 60121 Ancona Caterina del Giudice 388 7533247 www.ariadicirco.com Circoplà c/o Spazioplà Via Vanoni 11, 60030 Serra dÈ Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 www.circopla.it La Valigia delle Meraviglie v.le G. Bovio 73B, 60044 Fabriano (AN) Marco Censi 340 2380553 www.lavaligiadellemeraviglie.it Visionaria via Maestri del Lavoro 3, Teatro Panettone, 60131 Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 www.visionaria.org Circo Corsaro piazza Vanvitelli 1/a, 06034 Foligno (PG) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 FB Scuola di Circo Foligno Circo Instabile via Birago 4, 06124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 www.circoinstabile.it Sul Filo e Dintorni Località Padella 37, 05018 Orvieto Soledad Prieto 389 4318892 www.lastronauta.com Accademia Materia Viva via Camilla 44, 00181 Roma Roberta Castelluzzo 06 97616026 www.accademiamateriaviva.it Atelier Salti’mbanco via Anguillarese snc, 00061 Anguillara (RM) Massimo Albano 391 3620493 www.ateliersaltimbanco.com Bigup Scuola di Circo piazza Lodi 10, 00182 Roma Leonardo Varriale 347 6531329 www.bigupcirco.it Catapulta Teatro Circo via Terme di Traiano 38, 00053 Civitavecchia (RM) Novella Morellini 333 2004091 FB Catapulta Teatro Circo Circo Svago via delle Mole 32, 00041 Albano Laziale (RM) Jacopo Beretta 331 8681147 www.circosvago.it Circus Bosch Villaggio Globale, l.go Testaccio1 e l.go D.Frisullo, 00153 Roma Valeria Zurlo 333 688 8554 www.circusboschtuttoilcirco.com Corpi Pazzi Palestra Popolare via Bertero 13, 00156 Roma Emilie Masci 333 5234005 www.corpipazzi.noblogs.org Vola Voilà via dei Pescatori snc, 00124 Roma Anna Paola Lorenzi 342 5451353 www.volavoila.it Circo Laboratorio Nomade via Sferracavallo snc, 74012 Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 FB Circo LaboratorioNomade Un Clown per Amico / Circobotero strada Modugno Carbonaro 4/8, 70131 Bari Michele Diana 348 0535875 www.unclownperamico.com Il Girotondo via Trabaci 3 c.ctre torri, 75100 Matera Nicola Scoditti 339 2464721 www.scuoladicircoilgirotondo.it Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 329 7169258 www.circopificio.it Gigliopoli via S. Antonio 6 Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281274 www.gigliopoli.org