Juggling Magazine #82 - march 2019

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JUGGLINGMAGAZINE.IT ASSOCIAZIONE GIOCOLIERI & DINTORNI

CIRCODIFRONTIERA NUMERO82MARZO2O19

issn 1591-0164 Poste Italiane SpA sped. in a.p. 70% DCB Viterbo. Contiene allegato P. e allegato R. € 3,00



Con il sostegno di

foto di Fondazione Matera Basilicata 2019

bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno XXII, n. 82, marzo 2019 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) h www.jugglingmagazine.it h www.progettoquintaparete.it e jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 340 6748826 Direttore responsabile Marcello Baraghini Direttore editoriale Adolfo Rossomando Redazione Valentina Barone Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h www.ruggieripoggi.it t 06 57305105 Distribuzione Nuovi Equilibri t 0761 352277 f 0761 352751 Stampa Pixartprinting Stampato il 20 marzo 2019 In copertina Cie Soralin, Festival Cirque du Demain, Paris, febbraio 2019 foto di Valérie Thénard Béa

EDITORIALE I reportage su questo numero di Juggling Magazine raccontano la trascorsa stagione degli eventi invernali, come sempre ricca di piacevoli sorprese. Tra queste, ma ne parleremo più diffusamente sul numero di giugno, la programmazione Circus+ di Matera 2019, Capitale Europea della Cultura, che ha portato nel sud Italia un mese di circo dal respiro internazionale, in una regione che ne aveva già assaporato l’impatto in provincia di Potenza, nel 2016, con Open Circus Lab. Nell’area dedicata a Circus+, allesita nei pressi del Castello, due chapiteau contrapposti hanno ospitato spettacoli di provenienza internazionale (Phia Menard, Jorge Muller, Groupe Artistique de Tanger, atc), ma anche compagnie/produzioni italiane (El Grito, The Black Blues Brothers, David Demasi ed altri), inclusa la partecipazione, come sempre dirompente, del Forum Nuovi Circhi, che qui a Matera ha riproposto la formula vincente del galà con numeri provenienti da tutti i circhi del Forum, inseriti all’interno di una ironica e dissacrante narrazione della

“conquista” del pubblico di Matera. Le serate erano inoltre arricchite da proiezioni di video/film sul circo, incluso una tappa di Nuovo Cinema Circo con Raffaele De Ritis, ed esibizioni di artisti di circo locali e nazionali che, sotto lo chapiteau più piccolo, accoglievano con i loro numeri il pubblico prima e dopo lo spettacolo in programma. L’intera iniziativa Circus+, opportunità preziosa qui al sud di incontrare le tante sfaccettature del circo di oggi, è stata accolta dagli spettatori con una risposta davvero entusiasta, che ha visto ogni serata il tutto esaurito, grazie anche all’innovativo dispositivo “Passaporto”, che regola la fruizione e lì’accesso agli spettacoli/eventi qui a Matera. Circus+ rilancia infine l’annosa richiesta di politiche culturali territoriali, e l’impegno del settore, per portare anche a queste latitudini, sempre più frequentemente, spettacoli e iniziative di circo che costruiscano un’offerta ancora più diffusa, continuativa, sostenibile in tutto il sud d’Italia, dando man forte a manifestazioni, da anni impegnate “eroicamente” - a macchia di leopardo e su un territorio così vasto nell’offrire spettacoli di circo di qualità. Adolfo Rossomando direttore editoriale Juggling Magazine


foto di Laurent Bugnet

FESTIVAL CIRQUE DU DEMAIN 31 GENNAIO / 3 FEBBRAIO 2019, PARIS WWW.CIRQUEDEDEMAIN.PARIS

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foto di Valérie Thénard Béa

Ma in questa edizione così particolare l’accento cade anche sulla lunga e prestigiosa storia di questo festival, e sul ruolo che ha avuto nel promuovere e stimolare lo sviluppo delle arti circensi nel mondo. È affidato alle parole di Alain Pacherie, nel volume “Un Vaisseau de Joe” (pubblicato in occasione del quarantennale e contenente le testimonianze di oltre 50 artisti esibitisi al Demain nell’ultimo decennio) l’omaggio a tutti gli artisti e il racconto di come la sua storia personale si sia incrociata e legata a doppia mandata con quella del Festival. Un esempio che, ancora una volta, ci arriva dal circo, di quanto tenaci e visionari bisogna essere per realizzare grandi sogni.

foto di MT Cardoso

foto di Valérie Thénard Béa

Il Festival Cirque du Demain celebra quest’anno la sua 40ima edizione, con un programma ancora una volta eccellente, per una manifestazione che si conferma di grande riferimento per tutti gli amanti del circo. Il palmares di questa edizione ha visto sul podio più alto la sorprendente troupe svedese “Scandinavian Boards”, che vedeva 7 acrobati volteggiare in sincro su una batteria di tre bascule. Un numero che ha raccolto l’ammirazione di tutta la platea, oltre che della giuria. Ma sono tanti i numeri che hanno estasiato il pubblico per intensità e varietà, ne citiamo solo alcuni: Arthur Morel-Van Hyfte, Francia (trapezio e danza); Mizuki Shinagawa, Giappone (tessuti); Diego Salles, Brasile (tessuti); Troy James & Ess Hoedlmoser, Canada (contorsionismo); Cie Soralino, Francia, Italia/Brasile (equilibrismo eccentrico), un duo a cui dedichiamo la copertina di questo numero.

“Quando salgo sul palco mi sforzo sempre di rimarcare l’importanza degli artisti e del loro ruolo nelle nostre esistenze... Gli artisti di circo sono eccellenti nel trasportarci in pochi minuti attraverso un’ampia gamma di emozioni, ed ogni singolo artista che si è esibito al Cirque Phenix mi ha emozionato! Gli artisti in generale, e in special modo gli artisti di circo, lavorano per rendere le nostre vite più belle e godibili. Ricordo ancora la mia prima entrata nel circo. Avevo 10 anni e mia madre volle che entrassi nella pista sotto la cupola del big top del Cirque Pinder! Dieci anni più tardi facevo il mio debutto nell’industria dello spettacolo organizzando il concerto di amici che suonavano nello scantinato del nostro palazzo! Tenacia, così come una serie di coincidenze e altri giochi del destino, mi portarono al mio primo contratto:

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foto di Valérie Thénard Béa

foto di Valérie Thénard Béa foto di Valérie Thénard Béa

anno dopo, con la cupola appena sollevata di alcuni metri dal suolo, il team mi invitò ad essere il primo ad entrare... non riuscivo a capacitarmi di come avessi potuto, cominciando da niente, arrivare così lontano e trasformare quel sogno in realtà! Ero un semplice spettatore sotto lo chapiteau di Alexis Gruss quando conobbi per la prima volta il Festival e rimasi fortemente impressionato dalla qualità di quelle performance, il talento che giovani artisti provenienti da tutte le parti del mondo portavano in pista. Fu nel 2000 che Dominique Mauclair mi propose al consiglio di amministrazione prima di eleggermi presidente due anni dopo, lasciando tutto nelle mie mani nel 2006. L’anno successivo, per la 28ima edizione, il Festival ebbe luogo al Cirque Phenix! L’emozione che provo oggi è forte quanto quella di allora...“ Alain Pacherie

foto di Chantal Droller

dal volume “Un Vaisseau de Joe”

foto di Chantal Droller

foto di Laurent Bugnet

avevo inviato foto dei miei musicisti a molte agenzie e una di loro, Madame Tolome’s, ci ingaggiò, procurandoci date di continuo e alla fine proponendomi una scrivania e un telefono in cambio di metà dei proventi che generavo. La mia vita cambiò completamente quel giorno, che coincise con il mio 21imo compleanno: ero ufficialmente un adulto, ed un adulto molto orgoglioso! Poi un giorno vidi una pubblicità della Banque de France e li chiamai per proporgli uno spettacolo di Capodanno per i loro impiegati. La loro risposta arrivò veloce quanto l’idea che mi era balenata; “D’accordo, ma trovaci una sala con 5000 posti!” All’improvviso mi si apriva un nuovo mondo di opportunità e fini con l’organizzare una dozzina di spettacoli nel solo 1969! Entro il 1981 avevo clienti fidelizzati che continuavano a chiamarmi, ero indipendente, ma dovevo sempre sforna-

re nuove idee. Noleggiai il big top di Achille Zavatta, che poteva essere ammirato alla Pelouse de Reuilly ogni inverno fino al 1988... Quando chiusero per bancarotta, avevo venduto già un numero enorme di eventi, ma ora non avevo più un big top dove ospitarli... Nel 1999 acquistai un big top nuovo di zecca a mio nome così che lo spettacolo potesse continuare ma, alle 6 am del 26 dicembre, una forte tempesta distrusse 30 big top in Francia, compreso il mio! Io ero lì e lo vidi crollare davanti ai miei occhi. Subito realizzai che avremmo dovuto costruirne uno senza antenne, e che lo avrei chiamato Phenix. Fu una chiara, precisa e instantanea visione di quella mattina di dicembre! Uno studio di design lavorò duro sul progetto, realizzando il primo big top senza antenne e registrai il “Cirque Phenix” all’ufficio brevetti, solo 8 giorni dopo quell’infame tempesta! Un

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FESTIVAL DU CIRQUE DE MONTE CARLO 16/26 GENNAIO 2019 WWW.MONTECARLOFESTIVAL.MC

Foto di Manuel Vitali/Michael Alesi Direction de la communication du Gouvernement Princier di Raffaele De Ritis

Il ruggito del puro circo Un po’ Oscar, Olimpiadi, panettone di Natale. Non c’é circo più famoso. È ormai l’unica pista che resta al mondo perfettamente circondata da quasi cinquemila occhi (si, non ce ne sono più, di platee di puro circo così grandi, nella geometria intensa tra artista e spettatore); in una tenda semistabile, simbolica nell’evocare la dualità tra la precarietà ingrata del viaggio e la solidità culturale dei circhi fissi di un tempo. Spazio netto e spietato, un’orchestra incombente dall’alto, la densa terra dorata che può impastarsi al sangue; dove non servono parole per rivendicare i bisogni della sperimentazione né la retorica delle tradizioni. Qui, da mezzo secolo, le definizioni crollano davanti alla potenza universale di una forma d’arte. In due show di selezione (replicati due volte) il rideau di velluto riversa i colori di duecento artisti e, con etica rigidissima, ogni genere di animale, in tutte le forme di circo esistenti. Insomma, puoi

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esibirti a Monte Carlo se sai sedurre in una manciata di minuti migliaia di occhi intorno a te: e del resto, cos’altro é, il circo? E poi, per chi pratica o frequenta il mestiere, é la poderosa aggregazione annuale del settore: non esiste sul pianeta un appuntamento più frequentato dagli operatori. Per sentirsi vivi, a raccontarsi com’é andata la stagione in Norvegia prima di andare in Messico; a conoscere facoltosi impresari orientali con circhi incredibili e mai sentiti, o comitive di veterani americani (c’era anche un anziano pronipote di Barnum); a scambiarsi idee su come sopravvivere con o senza elefanti; a Scintilla storica di una rinascita seguire il talk sull’ultiMonte Carlo é stato forse il motore decisivo anche alla mo collettivo ungherenascita del “nouveau cirque”. Il Principe regnante Rase di ricerca, o una senieri III (1923-2005) nel 1974 fondò l’evento (fin da raduta di etologia veterigazzo visitava costantemente i circhi del mondo), con naria con giovani tigri. una rarissima capacità di visione a lungo termine. Intuiva di dover attrarre l’attenzione dei governi vicini sulla decadenza di un settore, sparigliando nel proporre una formula spiazzante: un festival di circo (non ne esistevano altri). Tale segno avrebbe dovuto porre l’attenzione sul bisogno di scuole, la circuitazione delle compagnie, lo sguardo prestigioso della televisione, sovvenzioni, sensibilità nell’accogliere i tendoni; l’apertura circense tra culture del mondo ancora isolate. Un capo di Stato poteva riuscirci. E questo avvenne. Ministri, funzionari italiani e francesi iniziarono a frequentare il

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2019, edizione 43: sfarzo e avanguardia Alla scomparsa del Principe la presidenza del Festival é stata ereditata dalla Principessa Stephanie, insieme a passione sincera per le arti della pista. Il direttore artistico é Urs Pilz, un discreto signore svizzero che ama il circo, lo sa fiutare con talento, ne conosce la diplomazia e le mille lingue. Nell’ultimo ventennio, questo festival tende sempre più a Festival, ispirando la creazione di dossier. Stelle del ciprivilegiare la ricerca coreonema nobilitavano la giuria. Al secondo anno, Annie grafica, che segua le vie clasFratellini e i suoi allievi animavano il festival sotto un siche o quelle più ardite. In tendone prestato da Liana Orfei. La stampa iniziò a racquesta chiave va letta anche contare al mondo che il circo aveva le sue star, i suoi la rivelazione assoluta di quemiti, e che valeva la pena frequentare i tendoni. Nacst’anno: Martin Lacey jr., che quero vocazioni. Si riuscì a sbloccare la cortina delha cresciuto le sue leonesse l’Est, scoprendo i Russi, Cinesi, Coreani. E poi le partein semi libertà, in un risultato cipazioni del Cirque du Soleil, le grandi dinastie mondiache forse apre le porte del li, e tutto il resto. Nasceva il circuito circense globale. circo con animali alla ricerca La vicina Francia emanò i primi dispositivi di aiuto al contemporanea: distruzione circo, e poi tutto quello che sappiamo. Oggi le trasmisdei codici e dell’ego, parità tra sioni televisive di Monte Carlo restano forse la più uomo e animale, finalmente in massiccia forma di divulgazione globale delle arti del un registro poetico e sincero circo nella storia. degno di Bartabas. La sua vittoria al Festival é stata condivisa a pari merito con l’ensemble Russo di Gia Eradze (rivelato dal Festival di Latina due anni fa): una celebrazione del meraviglioso ai suoi estremi; eccesso di costumi, prodezze acrobatiche, quantità di artisti (almeno una cinquantina). Quando si invoca l’”incontro tra il circo e la danza”, é benvenuta anche la meraviglia innocente se ha tale perfezione. Poetica imperialista, nostalgia romantica degli zar; contrappunto al sobrio secolo sovietico, ma capace di

modernità interessante e di quel rigore acrobatico (con altalene russe, quadri aerei, acrobazia equestre, trasformismo) che non tradisce l’onere di un’impegnativa storia circense. E ancora Russia e Ucraina protagoniste del festival in ogni forma di circo. Ambiziosa la sperimentazione russa di un coreografo ormai storico, Alexander Grimailo, con un quadro aereo in cui una sensazionale soundtrack di classici del rock combina costumi punk alla rilettura della Divina Commedia. Dai maestri sovietici si riprende il montaggio della rete come dispositivo coreografico, la barra russa collegata ai trapezi volanti, la tecnica arricchita dall’interpretazione (troupe Filinov, vincitori di un Argento). Neoclassica la prova del quartetto di equilibristi Prilepin, ispirati ai Beatles; spazio all’avanguardia della giocoleria con i 3J Juggling (del nucleo Raw Art) come al fuoriclasse del bouncing Alan Sulc. C’é la nuova scuola americana con il moderno duo di trapezio Owl and Pussycat. E le immancabili troupes cinesi: talento miracoloso con attrezzi avveniristici, estetica forse non riuscitissima ispirata al pauperismo casual del nouveau cirque francese (secondo posto, argento). Un ventaglio di clown: dai più classici inglesi con secchi d’acqua, alla tradizione eccentrica iberica, a interessanti vie nuove di ricerca russe, tutti di grande impatto comico. In totale, una trentina di numeri in concorso e molti premi di grandi istituzioni circensi. In televisione in Italia a Natale e Capodanno prossimi.

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BIAC BIENNALE INTERNAZIONALE DELLE ARTI CIRCENSI

foto di Christophe Stewart

11 GENNAIO / 10 FEBBRAIO 2019 MARSIGLIA WWW.BIENNALE-CIRQUE.COM

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dell’originale spettacolo Absolu della Compagnie des Choses de Rien. Un focus importante della BIAC era dedidcato alla Magie Nouvelle, con una Carte Blanche affidata a Raphael Navarro, della compagnia 14:20, per fornire una panoramica sul genere con una grande esibizione “Traversée des apparences”, conferenze, creazioni sue e di altri artisti di questa disciplina. Il circo, all’avanguardia dell’innovazione, si apre qui alla BIAC al digitale e alle nuove tecnologie anche con la mostra “Miraggi e Miracoli” di Adrien M. e Claire B. Infine un focus sulle donne nel circo con Tatiana Mosio-Bogonga, Tilde Björfors, Charlène Dray, Raphaëlle Boitel, Marlene Rubinelli-Giordano, Mélissa Von Vépy, Fanny Soriano e tante altre personalità forti e inventive, portatrici di progetti ambiziosi,

per nutrire e reinventare la creazione del circo di oggi. Oltre agli spettacoli la BIAC ha offerto incontri professionali su temi cruciali per il settore, concentrando la maggior parte di questi nel corso di una settimana durante la quale si sono riuniti a Marsiglia oltre 350 professionisti provenienti da tutto il mondo. Quest’anno tra i temi affrontati in tavole rotonde, presentazioni di libri e docufilm, ricordiamo: il circo al femminile; il circo come solidarietà; modelli e pratiche innovative per i festival; eco sostenibilità ed economia circolare nel circo; il circo nelle Capitali Europee della Cultura; cambiamenti e prospettive per la formazione professionale; il diritto d’autore nel settore circo; i festival come fattori di sviluppo territoriale. La BIAC inoltre riunisce una vasta rete di partner a livello regionale e nazionale, mostrando la forza della sua proposta e del fertile terreno culturale presente nel sud della Francia. Per tutte queste ragioni la città di Marsiglia supporta la BIAC sin dalla sua nascita per sostenere il talento, l’inventiva e la gioventù. Un impegno che va ben oltre il circo, come dimostra l’ospitalità che Marsiglia si appresta ad offrire nel 2020 a Manifesta, la Biennale Europea della Creazione Contemporanea Itinerante. foto di Inept Gravity

La BIAC, giunta alla sua terza edizione, ha il suo cuore pulsante nelle figure di Raquel Rache de Andrade e Guy Carrara, co-direttori di Archaos-Pôle National Cirque, già anime nel 2013 di Cirque en Capital, uno dei più grandi successi di Marsiglia Capitale della Cultura Europea 2013. Dal desiderio di perpetuare quella esperienza in questa bella città di mare nasceva la BIAC, diventato subito uno degli appuntamenti di rilievo del settore, grazie ad un programma senza eguali che offre, nell’arco di un mese, un tabellone ricco di 66 spettacoli, incluse 29 nuove creazioni, per un totale di 263 rappresentazioni. L’intera Costa Azzurra vibra in questo mese al ritmo del circo, con oltre 100.000 spettatori paganti. Da Arles a Nizza, da Briançon a Martigues, passando per Gap, Château-Arnoux, Grasse e in più di 40 città della regione, incluso 12 della metropoli Aix Marsiglia, con importanti centri nevralgici come il Village Chapiteau sulla Spiaggia del Prado, la Friche Belle de Mai, Mucem e La Criée. Tra gli highlight di quest’anno, oltre a numerose compagnie di circo del panorama internazionale (da No Fit State a Cirque Aital, Galapiat Cirque, Cirque Trottola, Circus Cirkor, un elenco lunghissimo e prestigioso....), il sito del Théâtre du Centaure, sede di un progetto fantastico di circo equestre e sviluppo culturale dell’area periferica di Marsiglia. Proprio lì, ospite per la BIAC, era montato, affianco al maestoso chapiteau nero del Théâtre du Centaure, l’insolito spazio scenico a forma di silos

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THÉÂTRE DU CENTAURE “Questo è esattamente ciò che Michel Foucault chiama “eterotopia”, il vero luogo fisico di realizzazione di un’utopia. Uno spazio concreto che ospita l’immaginario come una capanna di un bambino, uno spazio sia mitico sia reale. In termini concreti, il Théâtre du Centaure è una famiglia di dieci equini e umani che hanno costruito insieme un modo specifico di vita e di creazione. Villaggio, stalla, posto di lavoro e fabbrica, dove dieci persone e dieci cavalli lavorano ogni giorno per raggiungere un’utopia. Ovviamente il Centauro non esiste. È l’utopia di una relazione, di una simbiosi da uno a due. Il centauro è un’ammissione: quella della nostra incompletezza. È anche un grido di alleanza: Lei, Camille quando guardi un centauro, vedi una relazione. Perché è Dall’età di otto anni faceva impossibile, perché è un’utopia, il Centauro è per noi una teatro, e si appassionava forma di impegno. Un impegno che ci spinge ad inventaalle arti visive. Intanto amre un teatro che non esiste, forme diverse, un linguaggio mirava i cavalli, guardando diverso”. suo zio ferrare i puledri per Fondato nel 1989, il Théâtre du Centaure è a Marsiglia la corrida nella Camargue. A dal 1995. Prima in residenza presso il Centro Ippico Pa15 anni ha trascorso un stré è dalla fine del 2016 a La Jarre, nella Hauts de Mamese e mezzo al Théâtre du zargues, una zona urbana ai margini del Parco Nazionale Soleil, per non perdere un delle Calanche. È un collegamento tra Città e Natura poisecondo. A 18 anni, siamo ché il Centauro è un legame tra uomo e animale. La nel 1990, dopo aver divoracompagnia è diretta da Camille & Manolo. to Arthaud, vinse una borsa di studio alla scuola superiore di arte indonesiana, con la quale frequentò corsi presso un vecchio signore (Bapak Tutur) in un piccolo villaggio. Perché era interessata a una particolare forma di danza, molto vicina al teatro. E perché era esattamente, consapevolmente, in un paese dove non c’è confine tra l’atto artistico e la vita. A 20 anni, appena tornato da Bali, e più ossessionata che mai da una certa filosofia di vivere l’arte, Camille ha incontrato Manolo grazie a suo cugino organizzatore di eventi equestri.

foto di Philippe Metsu Ubik Photo

foto di Francesca Todde

WWW.THEATREDUCENTAURE.COM

Lui, Manolo All’età in cui si desidera diventare un fornaio o un vigile del fuoco, Manolo desiderava vivere in un castello con artisti e cavalli. Così prende lezioni di teatro, danza, mimo. A 15 anni, dopo una formazione classica, gareggia nelle competizioni equestri. A 17 anni, ha imparato volteggio, dressage di alta scuola, corrida a cavallo, la postura ungherese e la cavalvìcata cosacca... A 19 anni, siamo nel 1989, accompagna i bambini per le escursioni di una settimana in Borgogna. Lì, con la sua passione di cantastorie, ogni coppia adolescente-pony diventa personaggio, ogni stranezza si trasforma in un drago, e una notte intera si poteva trascorrere ad assaltare i bastioni di nord-ovest di un castello. L’anno seguente, la fantastica epopea si trasforma in uno spettacolo itinerante. Così è nato il concetto del “sé e della sua parte animale, con cui vivere in autarchia 24 ore su 24”. Allo stesso tempo, egli sazia la sua sete di sapere a colpi di letture infinite e studi, yoga, laurea in filosofia, IUT socio-culturale, dottorato di ricerca sull’“Attore-centauro”, creatura di sua invenzione nata dalla fusione tra un equino e un umano. Manolo aveva 23 anni e il desiderio di montare un duo con una ballerina, quando un organizzatore di eventi equestri gli presentò sua cugina, Camille.

I cavalli La storia del Théâtre du Centaure potrebbe essere scritta aggregando ciascuna delle storie che uniscono Camille e Manolo alle loro “metà animali”: Nuño, Yudishtira, Bhima , Graal & Darwin, Tao, Toshiro, Akira, Indra, Silence, Nakula & Sahadeva, Arjuna, Gaya & Sombre.

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KATI Al CNAC cominciammo ad allenarci insieme, diplomandoci nel 2003 con il nostro numero di mano e mano Victor & Kati che portammo al Demain nel 2005, ottenendo un argento. Questo successo ci aprì le porte del varietà, dove lavorammo per alcuni anni, per poi partire in tournè con il Circo Monti per 11 mesi. Durante il tour concepimmo l’idea di un nostro show, oltre ad acquisire le competenze e il desiderio di avere un nostro chapiteau. Fondammo quindi nel 2004 la compagnia Aïtal, che in occitano significa “è proprio così che stanno le cose”, perchè ci piace la franchezza, la semplicità e l’onestà, nelle relazioni come nell’espressione artistica; la gente di circo lavora tanto, duramente, e a noi piace portare in scena anche questo sapore del circo.

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CIRQUE AITAL WWW.CIRQUE-AITAL.COM

VICTOR En Equilibre, prioettato qui alla BIAC, è invece un docufilm (premio FIPA D’OR 2018) nato da una collaborazione cominciata per caso. Il regista mi vede durante uno show e mi chiede di fare da personaggio protagonista per un suo cortometraggio. Una bella esperienza, breve e intensa, dopo la quale ci chiese se poteva girare un documentario sul nostro spettacolo. Naturalmente acconsentimmo, e lui cominciò a seguirci, anche se non continuamente, per i successivi 5 anni! Così siamo passati da una creazione all’altra, poi è arrivata la gravidanza, con tutti i suoi doni e dolori, poi abbiamo ripreso gli spettacoli... Ogni volta la prospettiva del documentario cambiava, e questo impegno a un certo punto diventava difficile da gestire senza sapere quando sarebbe davvero terminato. Ci siamo confrontati più volte nel corso degli anni per trovare un equilibrio. L’idea era che fosse un pò come una fiction, ma per noi che siamo abituati alla pista e non facciamo cinema non era così semplice, e indubbiamente il processo è stato complesso. Oggi però, anche se facciamo fatica a rivederlo, perchè girato in un periodo molto travagliato per noi, ci accorgiamo più di allora che le riprese erano girate con attenzione, nel rispetto della nostra vita, lavoro, privacy, e siamo contenti del risultato finale. Questo docu mostra un pò di quello che succede dietro le quinte, che è altrettanto intenso rispetto allo spettacolo, ma che spesso non viene affatto percepito o rivelato. foto di Kulturbü� ro

VICTOR Vengo da Toulouse e da ragazzo giocavo al calcio, con discreto successo, e andavo a cavallo. La mia famiglia ha un’azienda agricola con 200 pecore, così da grande pensavo che avrei preso le redini dell’azienda e i miei studi erano orientati a questo sbocco. Praticando il volteggio equestre ho conosciuto una scuola che lo affiancava al circo. Avevo 18 anni e lì è nata un pò la passione per il circo, che mi ha poi portato ad entrare al CNAC, dove ho conosciuto Kati...

foto di Strates Mario del Curto

KATI sono finlandese, ho cominciato a fare circo in Finlandia da piccola e a 13 anni avevo già deciso che sarebbe diventata la mia professione. Sono poi andata in una scuola di circo in Russia, e quando è arrivato un insegnante dalla Francia ho scoperto tutto quello che stava accadendo in Europa. Sono riuscita quindi ad entrare a Rosny nel 1999 e lì ho incontrato Victor…

Nel 2007 debutta il nostro primo spettacolo La Piste là, poi in giro per 6 anni, con circa 500 repliche. All’interno di La Piste là abbiamo messo il nostro background tecnico, l’esperienza nel circo e nel cabaret, piccole scenografie, un musicista/compositore Mathieu Levavasseur, poi affiancato da due artisti Helmut Nünning, clown e musico, e Mathias Salmenaho, giocoliere e porteur. Il secondo show Pour le meilleur et pour le pire, arrivò nel 2011 e racconta, sotto chapiteau, su una pista di nuda terra, le emozio-

ni, la poesia, l’humor, la generosità, l’amore di Kati e Victor; uno spettacolo intenso e intimo dove siamo solo noi due al centro della pista. Con Saison de Cirque, nostro nuovo spettacolo, realizziamo invece il sogno di lavorare con altri artisti, con cavalli e sotto un grande chapiteau. Per noi è stato un grande salto, e soprattutto volevamo lavorare con questi artisti che conoscevamo fin dal 2003, quasi tutti russi, con innesti francesi e finlandesi. È stato come un piccolo seme cresciuto in tutti questi anni e ne siamo molto orgogliosi.

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L’ABSOLU

WWW.LESCHOSESDERIEN.COM Foto di Jérôme Vila

Boris Gibé è il regista della compagnia di circo contemporaneo Les Choses de rien. Acrobata metafisico, con la sua ultima creazione, L’Absolu, indaga la vertigine della vita attraverso il gesto circense. Uno spettacolo che colpisce con la sua originalità, incanta per la sua bellezza plastica, diventa la manifestazione fisica di uno spirito radicale dall’intensità palpabile. Da questo punto di vista, Boris Gibé fa pensare all’approccio creativo al circo di Johann Le Guillerm, anche se i loro mondi sono molto diversi. Entrambi però sono indubbiamente due ricercatori, con alle spalle un percorso di vita fuori dai canoni tradizionali. Nato in Corsica, in una famiglia di pastori, Boris Gibé ha interrotto la scuola a quattordici anni, iniziando a studiare circo a

sedici, senza frequentare però alcuna scuola riconosciuta professionalmente. Questo però non gli ha impedito di sviluppare la sua sensibilità attraverso il contatto con artisti come Andrei Tarkovski, Tadeusz Kantor e Samuel Beckett. L’Absolu si offre al pubblico come un UFO scenico, non è giocato sotto un chapiteau, ma in una struttura che si chiama Silo, progettata personalmente da Gibé in collaborazione con architetti e ingegneri. Dal 2008 e per i vent’anni successivi, il progetto ha riflettuto soprattutto sulla ricontestualizzazione della percezione dello spettatore. “Volevo portare il pubblico in luogo carico di un potere simbolico, trasformare uno spazio in disuso, una corte, una vo-

ragine, un centro assoluto, un groviglio che richiama il vuoto, una chiamata verso il nulla e l’infinito. Esitavo sulla scelta scenografica finale, tra una cascata, un mulino, una piccionaia o un silos, appunto. Il silos ha poi vinto per il suo design industriale”. Dopo aver condotto le prime ricerche sulla forma del silos, le riflessioni sulla sua struttura interna hanno permesso a Gidé di coinvolgere nel progetto le competenze degli architetti Clara Gay-Bellile e Charles Bédin, e dell’ingegnere strutturale Quentin Alart. Per un anno, lavorano insieme per alla progettazione di questa torre di Babele, poi iniziano davvero a costruire il silos alla stazione di Marigny-le Cahouet, che diventa un cantiere partecipativo a cui collabora anche il Liceo Tecnico di Montbard. Per vivere l’esperienza di L’Absolu, gli spettatori entrano in un cilindro metallico di 9 metri di diametro e 12 metri di altezza, in cui due scale periferiche s’intrecciano l’una all’altra. Sulle scale sono posizionati dei piccoli sedili pieghevoli che sovrastano la pista di circo. Da ciascun posto a sedere, è così possibile osservare le spirali geometriche formate da tutte le teste degli spettatori presenti. Il pubblico diventa esso stesso un elemento scenografico. Al momento del buio in sala, il disorientamento è totale e una leggera vertigine rapisce gli spettatori. A poco a poco, il tetto a forma di membrana del cilindro s’illumina, e una creatura indefinita, metà animale e metà uomo, appare in scena, rievocando una figura mitica, che ricorda la Metamorfosi di Kafka. L’artista è Boris Gibé, autore di equilibri e disequilibri, domatore del vuoto che mette alla prova la sua arte, il circo, che crea equilibrio e disequilibrio, l’arte che doma il vuoto. L’Absolu è una creazione dalla singolarità eccezionale, un Big Bang poetico e spaziale che parla all’uomo e prende in rassegna i simboli dell’arte da lui creati, invitandolo a riconoscerne la bellezza, a coinvolgersi con i suoi dubbi esistenziali e le sue palpitazioni segrete.

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In occasione della BIAC a Raphael Navarro è stato chiesto di coordinare un focus sulla Magie Nouvelle, al quale sono stati invitati una quarantina di creatori e autori di magia. Uno dei piatti forti sono state due mostre, una tenutasi al Friche Belle de Mai a Marsiglia, che ha visto una decina di maghi / artisti visivi proporre un “Attraversamento delle Apparenze”, giocoso, con-

templativo, interattivo e festoso. L’altra, “Miraggi e miracoli” di Adrien M & Claire B, che ha permesso di scoprire gli incroci tra il lavoro della coppia di artisti e il movimento della Magie Nouvelle. Completavano il ricco programma una serie di sorprese e tavoli magici offerti all’opening del BIAC da una Brigata Magica della Fédération Française des Artistes Prestidigitateurs. Una intera “settimana magica” al MUCEM (spettacoli, workshop introduttivi e presentazione di collezioni magiche del museo), una Soirée magique con un Galà che ha visto in scena molti artisti, lo spettacolo “Wade in the water” della compagnia Society 14:20, e infine “The Not Great Thing”, una conferenza-spettacolo di Johann Le Guillerm. Infine, per una riflessione allargata, una tavola rotonda su e con gli autori della magia oggi, concepita con Valentine Losseau, organizzata dal SACD e l’Institut Français, nonché l’uscita nazionale del libro Poétique de l’illusione” curata da Sylvie MartinLahmani insiema a studenti di magia della formazione continua del CNAC.

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La “Magie Nouvelle”, movimento artistico originato in Francia da Clément Debailleul, Valentine Losseau e Raphael Navarro, ha più di quindici anni ed è oggi in piena espansione. Centinaia di artisti in tutto il mondo impegnati in questo linguaggio artistico per celebrare l’irreale, l’invisibile, mettere in discussione il reale, interrogare le certezze, riconcepire le loro pratiche artistiche. “Il potere della magia - ‘disvela’ Raphael Navarro - è di essere senza volto: esiste prima di apparire in una qualsiasi forma. Inoltre designa, nell’accezione comune, un’emozione piuttosto che una disciplina. Questo è il punto centrale della Magie Nouvelle, riaffermare la magia come una categoria estetica a sé stante. Insieme vogliamo proporre un viaggio, un’ode festosa e poetica alla magia nella sua varie forme; presentare una scrittura dell’enigma e il mistero che è stato realizzato, sospeso, un’aspirazione al sogno; rivendicare l’assoluta necessità di reinventare le regole della realtà; dichiarare che la magia, con la sua presenza permanente, lascia aperta la porta di un mondo oltre il tangibile. Ma anche aspirare al volo; sostenere che l’impossibile è un campo infinito, necessario e sinonimo di libertà; invitare a contemplare l’invisibile; considerare che la realtà non è altro che un sogno più preciso. Concepire la magia come una fuga liberatoria, una forma attiva di resistenza, una nuova intimità. Un sogno definitivo. Uno spazio in cui lo squilibrio del reale viene letto come una opportunità artistica”.

foto di Jean Barak

LA MAGIE NOUVELLE

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THIERRY COLLET NELLA PELLE DI UN MAGO di Raffaele De Ritis

foto di Baptiste Lequiniou

Il mago: l’unico artista a nascondere il virtuosismo e il sapere di un’arte. Thierry Collet ci racconta questa fragilità, pur se alzando appena il velo del segreto. Attraverso la sua vita, i suoi dubbi, e il suo intrigante repertorio, ci sorprende e ci diverte. Si mette a nudo (anche letteralmente, in scena) per darci poesia. Equidistante dal banale “mago comico”, quanto da pretese “culturali”, Thierry esalta una solida formazione attoriale e una tecnica magica di valore, con la sincerità della passione. Lezione di arte e meraviglia: della magia più che i trucchi si svelano i paradossi, il rigore la bellezza, e forse il dramma, di un’arte per sua natura clandestina. Un influente prestigiatore vittoriano, David Devant, lasciò un insegnamento agli artisti di magia: all done by kindness, che tutto sia posto con gentilezza: Thierry lo ha compreso, e ci regala l’arte magica nel suo stato di grazia. Dans la Peau d’Un Magicien, regia di Eric Didry, é da tre anni uno degli spettacoli più di successo del repertorio di Thierry Collet, con la sua compagnia Le Phalene (www.lephalene.com). Thierry é inoltre da tre anni l’iniziatore e animatore di MAGIC WIP, lo spazio che La Villette di Parigi ha dedicato alla magia. Per tre mesi all’anno spettacoli, laboratori, residenze, invenzioni, progetti di partecipazione per pubblico, infanzia e artisti.

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IN SCENA ILLUSIONISTI

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negli anni ha proposto al pubblico una selezione dei migliori prestigiatori e illusionisti del mondo. Da Supermagic sono passati anche i migliori artisti italiani: tra questi nella stagione teatrale ritroviamo per il secondo anno consecutivo al Teatro Vittoria, dopo spettacoli in Cina, Francia e Spagna dove è stato premiato con il prestigioso l’Oraculo de Or e dopo aver inaugurato il Natale magico a Torino in Piazza Castello di fronte a 25.000 persone, Alberto Giorgi con “L’Illusionista” e ancora, in tour in Italia tra aprile e maggio, Gaetano Triggiano con “Real Illusion”. La chiave vincente del concept “The Illusionists” è sicuramente l’attento lavoro di tessitura nella scelta dei protagonisti, delle atmosfere e della musica che riesce ad amalgamare i singoli numeri in un continuum omogeneo ed efficace, fatto raro nello spettacolo di varietà magico dove la differenza dei personaggi crea spesso una disarmonia spesso risolta con l’imposizione di un filo rosso o trama o a una presentazione dei vari numeri. Qui l’impatto è totalizzante fin dall’apertura, sul modello della migliore tradizione circense che accoglie i singoli numeri in un tutto più strutturato. “The Illusionists” alza sicuramente l’asticella delle aspettative nei confronti del genere e può significare in qualche modo quello che il Cirque du Soleil ha significato in passato nel mondo circense. Ma oltre a

“The Illusionists” che potremmo definire uno spettacolo di genere “commerciale” e di vasta scala ci sono alcuni artisti e spettacoli soprattutto all’estero che cercano di reinventare il genere e di cui si parla anche in queste pagine. Sicuramente quello che ha suscitato più di ogni altro la curiosità e i commenti degli addetti ai lavori ma soprattutto del pubblico e della critica è stato “In & Of Itself”, lo show di Derek Del Gaudio diretto da Frank Oz, in scena alla Geffen Playhouse di Los Angeles e al Daryl Roth di New York tra il 2016 e il 2018. Lo spettacolo unisce magia e arte dello storytelling, il performer non si limita a eseguire giochi di prestigio ma porta in scena sé stesso attraverso una narrativa profondamente personale e avvincente, usando la magia come metafora per raggiungere una verità più profonda. Un caso esemplare che si spera faccia da apripista e incoraggi altre esperienze del genere anche in Italia.

foto di Francesca Tecardi

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La stagione teatrale in corso in Italia è particolarmente ricca di spettacoli di illusionismo, la magia è protagonista di importanti eventi anche istituzionali di carattere nazionale, la TV pubblica ha accolto i protagonisti assoluti della scena nazionale, Silvan, Raul Cremona e Mr. Forest nel salotto di Fabio Fazio, a Sanremo e nelle più importanti trasmissioni televisive, la Tv privata con i suoi talent accoglie artisti e i loro cloni o parodie senza nessuna distinzione, un vero e proprio boom della magia che merita una analisi più attenta e un tentativo di fare anche un paragone con gli altri paesi. Tra i numerosi spettacoli della stagione quello che salta più all’occhio proviene dall’estero, The Illusionists, in tour in Europa fino a giugno.Lo show, composto da più illusionisti che ruotano e vanno a comporre un cast diverso tra i 5 e gli 8 elementi, ha debuttato nel 2011 alla Sidney Opera House (ne abbiamo parlato agli esordi su queste pagine) fino ad arrivare a Broadway nel 2014 e nel 2015 e a Londra nel 2016 registrando record di incassi al botteghino. È proprio alla fine delle date italiane del tour che hanno toccato Milano e Roma che è arrivata la notizia della acquisizione da parte del Cirquedu Soleil della Works Entertainment, la società di produzione di The Illusionists. Questa è la terza acquisizione del gruppo in tre anni dopo Blue Man Group nel 2017 e VStar Entertainment Group nel 2018 e rientra in una strategia di espansione nel mondo dell’entertainment per acquisire realtà già solide e dal prodotto artistico complementare. Oltre a The Illusionists la società ha creato uno spettacolo ispirato al film “Now You See Me” e un altro spettacolo a tema circense “Circus 1903” in scena a Natale al South Bank Centre. Lo spettacolo nella versione di questo tour europeo ha sicuramente un cast importante, alcuni sono maestri riconosciuti dell’illusionismo internazionale come lo statunitense Kevin James o giovani star come il manipolatore coreano Yu Ho Jine a questi si affiancano illusionisti come il portoghese Luis De Matos, l’inglese James Blake, il francese Enzo Weyne, la storica coppia di trasformisti tedeschi Sos & Petrosian e l’unico italiano del cast, l’escapologo Andrew Basso. Quasi tutti gli artisti sono stati già visti in Italia nelle edizioni precedenti di Supermagic, il Festival della magia a Roma giunto quest’anno alla sedicesima edizione, l’unico spettacolo di magia dal vivo in Italia che

ILLUSIONISTI IN SCENA

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CIRCUMNAVIGANDO 26 DICEMBRE 2018 / 6 GENNAIO 2019, GENOVA WWW.SARABANDA-ASSOCIAZIONE.IT Foto di Chiara Spanò

Circumnavigando, giunto alla sua 18^ edizione, festeggia la maggiore età con un programma importante, lungo 12 giorni e fatto di 14 compagnie italiane ed internazionali per 30 spettacoli su più location, confermando la sua maturità con una direzione artistica attenta alle mille sfaccettature della città di Genova e del suo pubblico. Dagli spettacoli in strada e nei palazzi (un must del Festival), sino alle performance sotto chapiteau e in teatro, il palinsesto vario approntato da Boris Vecchio miscela proposte “tout publique” a proposte per cultori o semplici appassionati non “alle prime armi”. Anche quest’anno l’allestimento dello chapiteau al Porto Antico, nel cuore di Genova, si è rivelato un importante intervento sullo spazio pubblico, che in questi anni ha contribuito a gettare nuova luce sul circo, uscendo dalle periferie per entrare di diritto nel centro di una città. Un percorso di allargamento dei pubblici, avviato ormai 18 anni fa, che sulla pronta risposta del pubblico ha costruito una strategia di Audience Development all’interno della quale inserire le nostre azioni. Numerosi gli artisti italiani in pista, dalla compagnia “residente” Circo Zoé, nel Porto Antico con il proprio chapiteau per il secondo anno consecutivo, sino a capisaldi della clownerie come Teatro Necessario, per continuare con Rasoterra, Laden Classe, Magda XS, Le Lapille, Luigi Ciotta e Riccardo Tanca. Immancabili le com-

pagnie internazionali che ci hanno fatto viaggiare tra Svezia e Brasile con Joel Degerfeldt & Julien Auger e Trupe Zarpando, passando dalla Germania alla Francia con la mitica Gardi Hutter e i giovanissimi Amir & Hemda che, reduci dall’esperienza CircusNext, a Genova hanno presentato il loro work in progress. Confermato e rafforzato l’interesse anche degli operatori del settore, provenienti da alcune delle realtà più incisive nel mondo del circo contemporaneo. In particolare Teresa Ramos Carranza, dell’Institut Ramon Llull – Barcellona/Catalogna, in visione di un prossimo focus di compagnie catalane; Marc Fouilland, direttore di Circa Pôle National Cirque – Auch/Francia e Sylviane Manuel di La Verrerie D’Ales Pôle National Cirque Occitanie, in visione di un progetto di scambio culturale tra compagnie circensi italiane e occitane che incrementi la circuitazione delle compagnie italiane all’estero e innalzi la qualità delle proposte culturali nei due paesi. A questi si aggiungono gli operatori italiani, con cui alimentiamo una rete importante di relazioni, non ultima ACCI, Associazione Circo Contemporaneo Italia. Altrettanto importanti gli appuntamenti collaterali, uno su tutti l’incontro all’Università di Genova realizzato nell’ambito del progetto “Critica e Visioni sul circo contemporaneo”, condiviso insieme a Testimonianze Ricerca e Azioni, il festival multidisciplinare di Teatro Akropolis per cui curiamo la direzione artistica relativa agli spettacoli di circo.

AMIR & HEMDA Come di consueto Circumnavigando si pone come pista aperta alle giovani generazioni, di autori e di artisti, ma anche di pubblico. Il sottotitolo di questa edizione non a caso è stato GenerAction, e tra le proposte joung 2018/19 come non citare i talentuosi Amir & Hemda, che hanno saputo catalizzare l’attenzione della tribuna per una performance della durata di 40 minuti. Amir Guetta e Hemda Ben Zvi iniziano a lavorare insieme nel 2013 in una scuola di circo in Israele. Amir arriva dallo studio della Capoeira mentre Hemda studia già da 12

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piccola diverse discipline circensi. Zoog è così frutto di un incontro fra due acrobati che, con energia tangibile in pista, si incontrano e scontrano per volteggi ed acrobazie complesse e rischiose, sicuramente scenografiche, affascinanti ed elettrizzanti. Lo spettacolo è la storia di una coppia (ZOOG in ebraico) e racconta il bene ed il male che è nascosto dietro ogni relazione. È il gioco dell’amore-odio, una battaglia dove tenerezza e crudeltà si mescolano. Tra sguardi che si cercano, i due artisti generano in scena un’esplosione in cui i loro

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Da anni Circumnavigando ospita nei propri programmi compagnie e autori di circo contemporaneo passati da un importante progetto europeo CircusNext è una rete europea di grande valore, che ha saputo gettare nuova luce sulle attuali correnti creative che convergono nel circo a livello europeo, sull’importanza drammaturgica nelle creazioni di circo, e infine sulla figura autoriale emergente. CircusNext - Platform Members 2017-2021 - alla sua seconda edizione, è composto da 18 realtà europee di grande rilievo nel panorama del circo contemporaneo (Circuscentrum (BE); EspaceCatastrophe (BE); Positive Force – Room 100 (HR); Cirkorama (HR); Cirqueon (CZ); Cirko (FI); La Brèche (FR); La Cascade (FR); La Grainerie (FR); Festival Perspectives (DE); STAMP Festival (DE); Ass. Cult.Sarabanda (IT); Festival Circolo (NL); Centro Cultural Vila Flor (PT); Cirkusfera (RS) - Subtopia (SE); Circus Futures (UK); Latitude 50 (BE); Lithuanian Dance Information Centre (LT); Workshops of Culture in Lublin (PL); Tollhaus Karlsruhe – Kulturverein(DE); Teatro da Didascália (PT). CircusNext continua il proprio percorso, iniziato ormai nel 2013, lavorando ad una sempre maggiore fruizione e promozione delle creazioni di circo, e in particolare con l’attuale progetto pone l’accento sugli autori emergenti. Ogni membro annualmente organizza una Call rivolta ad autori emergenti, entrando in contatto con quell’humus di compagnie circensi, influenze e tendenze dell’oggi. Sarabanda, unico membro italiano, in occasione della prima Call 2018, affinché altre realtà del territorio corpi dialogano tra initaliano potessero interagitrecci e allontanamenti. re con questo importante Un work in progress strumento e per dare alla che passa attraverso selezione un valore più l’esperienza europea di ampio, aveva scelto di coCircusNext. Nella rosa stituire una giuria nazionadei 12 progetti seleziole composta da più operanati dalla giuria europea tori del settore (Elena Bui due acrobati hanno rani, Luisa Cuttini, Paolo così iniziato la loro avStratta e Boris Vecchio). Il ventura presso paesi e lancio della seconda Call festival, distinguendosi italiana è atteso per apriper perizia e freschezza, le/maggio 2019, attraverinteragendo sul palco so i canali web e social secondo una raffinata della nostra associazione, tecnica, in un gioco dove gli artisti interessati acrobatico per nulla potranno scaricare e comscontato. pilare il Form per la propria candidatura. J U G G L I N G M A G A Z I N E NUMERO8 2 M A R Z O 2 0 1 9

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foto di Alessandro Marconi

15 NOVEMBRE / 2 DICEMBRE ROIMA WWW.RASSEGNABATTITI.IT di Roberta Castelluzzo

È stato un anno eccezionale! Tra novembre e dicembre 2018 si è svolta al Teatro Furio Camillo di Roma la sesta edizione della Rassegna Internazionale di circo teatro Battiti. Via vai di artisti, di ragazzi che si allenano, di pubblico esperto e di curiosi, di bambini la domenica mattina, di giocolieri in ogni angolo del teatro, di arealisti che si allenano fino a tardi. Un caos di dialetti, di lingue diverse, odori di cibo nel foyer e racconti di spettacoli creati o solo immaginati, il tappeto danza da stendere, le luci da puntare, la macchina del fumo funziona male, il trapezio da attaccare un po’ più in alto. Questo è Battiti, un tempo e un luogo in cui guardare, scambiare, MISS JENNY PAVONE condividere. Torna a FB: MISS JENNY PAVONE trovarci Stefan Sing, il suo splendido lavoro “Quindi entro in scena…e mi mangio un pa“Entropia” ci incanta; nino!“ Forse l’idea non è delle più rivoluzioarrivano i ragazzi di Annare ma ammettiamo che se a farlo è titesi Teatro e trasforun’autentica trapezista in tacchi rossi e mano il teatro in un body attillato, l’effetto può essere uno luogo fiabesco shakeshock esilarante! Così è nata Jenny Pavone, speariano e accompail mio alterego artistico, un personaggio gnano adulti e bambini scenico che si basa sui controsensi, sulle in un sogno tra acrobacontraddizioni e sulle aspettative disattetica aerea, giocoleria, se. Realmente non avrei mai immaginato di musica e acrobatica; la ‘partorire’ un’idea del genere: non è stato compagnia Le Mafalde qualcosa che ho studiato a tavolino. Il mio gioca con una gonna, obiettivo era quello di cercare di essere più abita luoghi sospesi in brava e più aggraziata possibile in aria e di aria; Chiara Lucisano e nascondere in qualche modo la mia inclinaTeodora Grano danzazione a essere imbranata, combinare casini no vorticosamente; la e quindi – di conseguenza - deprimermi. compagnia Sottovuoto Invece questo mix esplosivo e personale ci porta l’allegria di una di dubbi, desideri e caratteristiche shakefamiglia folle che gioca rati insieme ha inaspettatamente creato con tutto, a terra, su una specie di ‘stile’: sono diventata palo cinese, in aria; i un’acrobata aerea clown! Lo stupore revebimbi rimangono incanrenziale che normalmente genera l’arte di tati da Daniele Antonini stare appesi quando entro in scena è spazcon le sue emozioni a zato via dalla buffonaggine grottesca del forma di bolle di sapoclown: oltre alla ne e dalle follie di AereoClown di Alessandra potenza dell’abilità Lanciotti e Paolo Scannavino; chiude la rasfisica mi piace cersegna “May be empty” della compagnia Macare di mostrare al teriaviva con Carole Madella che riempie il palco con più di cento clave. È stato un anno straordinario, incorpubblico la fragilità niciato dalle foto di Marco Bellucci, e scaldato dalla presenza dei tantissimi ragazzi allievi dell’Accademia Materiaviva e di altre realtà di circo del centro Italia. La risposta del pubblico ci ha consolato di ogni fatica e incoraggiato per la futura edizione. Ci prepariamo per un 2019 anora più entusiasmante! foto di Chiara Abbruzzese

foto di Alessandro Marconi

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CAROLE MADELLA

umana di chi lo compie, in questo modo creando uno scollamento percettivo tra super eroe invincibile ed essere umano qualunque, momento poetico e quotidianità triviale. È un alternanza ambivalente, certo anche un po’ dissociata: piume di struzzo e foglie di insalata, insomma! Il mio percorso artistico è stato abbastanza tortuoso, mi sono ritrovata a fare circo quasi per caso: formazione classica, studi universitari, velleità teatrali, scuola di circo e amore per il clown. Si può dire che la mia vita professionale sia una parabola ascendente verso l’arte della Stupidità! Certo è che i miei spettacoli si compongono di diversi stili artistici e tecniche performative (teatro fisico, acrobatica aerea, visual comedy, clownerie) che altro non sono che il risultato sgangherato della mia formazione. D’altronde si sa che “da vicino nessuno è normale”, e nel circo che è ‘l’arte delle diversità’ o – per meglio dire - l’arte di essere pienamente se stessi, questo concetto è declinato all’ennesima potenza! E che cos’è uno spettacolo se non una porta segreta che ci fa entrare nell’intimità profonda di qualcun altro e che per contrasto o affinità in questo modo ci aiuta a capire meglio noi stessi? Insomma viva il circo e l’arte dal vivo in tutte le sue forme! Cristina Geninazzi

May be empty nasce dal momento in cui il foglio è bianco, il palco vuoto e le idee in circolo. È l’attimo iniziale della creazione. È in quell’istante in cui è nata l’idea dello spettacolo. È la circostanza in cui io e Roberta ci siamo incontrate. Io, giocoliera da circa dieci anni, formata alla scuola di Circo Maximo di Roma e con vari stage in Italia. Amante del circo sociale africano, motivo che mi porta più volte in Etiopia a organizzare il Festival di Circo Africano. Roberta Castelluzzo, regista teatrale, conduce da anni un lavoro di ricerca sulle tecniche di lavoro dell’attore fisico. Studia con Lindsay Kemp, Hal Yamanouchi, David Haughton, Moses Pendleton, Solene Fiumani. Due competenze diverse che insieme possono raccontare. Raccontare cosa? Il processo stesso di creazione, il susseguirsi di pensieri ed emozioni che seguono l’atto creativo, il loro fluire irrazionale e caotico. Eravamo nel pieno della tempesta costruttiva e accumulatrice di pensieri. E poi vuoto. Nessuna idea. E dopo centinaia. Un turbine. E poi vuoto. Sì! Portiamo in scena quello che ci sta accadendo, ci siamo dette. Lo spazio scenico diviene metafora della mente e della complessità dell’individuo con i cambiamenti emotivi e i pensieri ossessivi che lo contraddistinguono. Il linguaggio scelto è quello della giocoleria, un idioma fatto di ossessioni, ripetizioni, frustrazioni ma anche soddisfazione improvvisa, gioie e gioco. Abbiamo scelto la luce, le ombre, elementi simbolici del nostro io. Lo spazio passa da vuoto a pieno. Lo spettacolo ne

racconta la trasformazione, il processo di accumulo che riempie il vuoto. Un po’ alla volta lo spazio diviene pieno, pieno di clave, pieno di pensieri, di emozioni, di luce. Io sono in scena assieme a cento clave. Roberta è in regia. Le luci sono di Giovanni Modonesi e la produzione della Compagnia Materiaviva. Marco Bellucci cattura, con la sua macchina fotografica, il quadro complessivo. Durante la creazione abbiamo incontrato realtà che ci hanno ospitato in residenza: l’Espace Catastrophe di Bruxelles, il Teatro Furio Camillo di Roma e il Teatro C’art di Castelfiorentino. Il debutto durante la Rassegna Battiti 2018 ha visto l’accoglienza entusiasta del pubblico. Ora abbiamo voglia di continuare a lavorare, cercando momenti di studio e residenza, continuan-

foto di Marco Bellucci,

foto di Irene Pepe

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do a raccogliere osservazioni dal pubblico. Uno spettacolo di circo? Uno studio antropologico? Una riflessione sull’intimità? Tutto e niente. Pieno e vuoto. Questo è May be empty.

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CALEIDOSCOPIO THE HISTORY OF YOUR DRE A i siano artisti, t t M u t é h i a s p o i ù n c u s s c r s h e ia e FB CALEIDOSCOPIO Testo e foto di Natalia Bavar

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n p erché n o “N a p m

possibilità. Le difficoltà linguistiche che abbiamo incontrato con tante lingue diverse (francese, inglese, mandinga, wolof, russo, albanese, italiano, greco..) hanno creato una maggiore coesione di gruppo, con uno sforzo di comprensione reciproca che ha reso ognuno partecipante attivo. La selezione dei partecipanti è avvenuta in due giorni di workshop in cui 60 ragazzi di varie strutture di accoglienza di Firenze hanno partecipato e sperimentato le discipline che avremmo utilizzato durante il percorso. La partecipazione dei ragazzi è stata entusiasta, non solo nel corso dei laboratori ma anche in seguito durante il montaggio della tenda di circo a CirkFantastik! Festival dove hanno debuttato. Lì hanno trovato un loro spazio di creazione, entrando completamente in rappor-

vo” G. R od ar i

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Caleidoscopio è un progetto socio culturale, realizzato da Aria Network Culturale/CirkFantastik, sviluppato attraverso un percorso di formazione artistica con ragazzi e ragazze italiani e stranieri curato da Natalia Bavar, Daniele Favilli, Francesco Gherardi e Tommaso Negri, con il supporto registico nella fase finale di messa in scena di Giacomo Costantini (Circo El Grito). Così come muovendo la lente di un caleidoscopio le forme ed i colori si intrecciano e cambiano, offrendo spazio a infinite trasformazioni possibili, il nostro Caleidoscopio è un racconto di intrecci, un crocevia di esperienze che trovano nel circo, nel teatro, nel racconto e nella musica strumenti per esprimere le sorprendenti differenze e somiglianze di persone provenienti da culture molto lontane tra loro. Da febbraio 2018 sono stati realizzati laboratori multidisciplinari aperti a richiedenti asilo, rifugiati, seconde generazioni, italiani e meticci, partendo dall’idea dell’abbattimento di confini, sia territoriali/politici che tra le discipline artistiche, per immaginare un mondo in cui i diversi linguaggi si contaminano e le singole potenzialità espressive sono preziose. Attraverso i racconti di 20 ragazzi di 17 paesi diversi “Caleidoscopio” offre uno spettacolo evocativo e poetico, commovente, che si avvale dell’ironia come strumento per provocare il paradosso alla base di pregiudizi e luoghi comuni. Abbiamo voluto portare al pubblico storie vere di ragazzi che hanno attraversato cinque paesi a piedi, in camion, in moto, con viaggi lunghi almeno due anni per arrivare in Italia, per raccontare che ognuno è una persona con sogni e ambizioni, per ricordare “anche chi non è arrivato, perché anche ognuno di loro aveva la sua storia”. Il lavoro ha previsto una fase iniziale diretta a creare un clima di fiducia e solidarietà tra i partecipanti, dove ognuno potesse sentirsi a suo agio nel raccontare anche percorsi dolorosi, unendo il passato ad un futuro di

t o con gli artisti, i formatori e lo spazio scenico, che ha finito per unirli, proteggerli e permettergli di raccontare. Presentare uno spettacolo su tematiche interculturali e di migrazioni in un festival di circo ha un grande valore divulgativo, perchè il suo pubblico è eterogeneo, intergenerazionale e non solo di addetti ai lavori. Da febbraio 2019 abbiamo iniziato una nuova tappa di Caleidoscopio, ampliando il gruppo con altri partecipanti e ottenendo supporto attraverso il bando Nessuno Escluso, in collaborazione con Altro Circo, Fosca, e la cooperativa Albatros. Desideriamo continuare ad investire energie e risorse sul progetto, proponendo processi artistici come strumenti di lavoro in contesti sociali complessi e su tematiche critiche della contemporaneità. Il secondo percorso di Caleidoscopio è in corso e aperto a nuovi partecipanti. Info: caleidoscopio2019@gmail.com WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT


FUORI ASSE

NOVEMBRE 2018 / MARZO 2019, MILANO WWW.QUATTROX4.COM Foto di Alessandro Villa

di Valentina Barone Si è conclusa a Milano, i primi di Marzo, la seconda edizione di Fuori Asse, la rassegna teatrale diffusa a cura di Quattrox4 che dal 2017 promuove il circo contemporaneo come nuovo linguaggio della scena, con il Patrocinio del Comune di Milano e sostenuta da Fondazione Cariplo. Fuori Asse è cresciuta e, forte del rappresentare una novità assoluta per originalità e continuità per il circo contemporaneo in città, in questa seconda edizione ha coinvolto con grande successo un pubblico trasversale, riuscendo a creare una comunità viva e presente intorno alle creazioni artistiche ospiti. Sei gli appuntamenti in cartellone, tutti accomunati dall’originalità delle scelte proposte, che amalgamano progetti differenti per latitudine e ricerca ma con alle spalle una loro propria connotazione comune, il distintivo segno autorale e l’originalità impressa dagli artisti in scena. A Fuori Asse, gli spettatori sono chiamati a “saper vedere” il circo, a interpretarne le forme, a “saper leggere” i contenuti. Un ambizioso intento che si è saputo declinare in modi sempre diversi, dando spazio agli artisti affermati con spettacoli di richiamo internazionale, passando perfino da una nuova produzione che unisce linguaggio circense e musica contemporanea, così come ai talenti ancora in creazione con work in progress che hanno bisogno di essere mostrati nel loro divenire. Perché il percorso di gestazione e crescita di uno spettacolo ha bisogno di una sua ripetizione, di un suo riscontro a ogni evoluzione, di una sua risposta fisica dall’altra parte della scena. Per questo Quattrox4 accompagna gli artisti in progetti di residenza (e di resilienza!) durante la creazione e al termine di ogni spettacolo in cartellone organizza incontri aperti con gli artisti per avvicinare il pubblico e aprire nuove prospettive sul circo contemporaneo. Per scavare ancora più in profondità, quest’anno è stata organizzata una conferenza dal titolo “Corpo ed extra-corpo: dalla tecnica alla scena, nel circo e nel teatro”, che sottolineava l’urgenza della riscoperta del corpo nello spettacolo dal vivo. A settembre, il progetto belga 125 BPM del duo André Leo; a novembre DALL’ALTO, l’attesa creazione di circo e musica contemporanea per la regia di Giacomo Costantini di El Grito e le musiche originali del compositore Riccardo Nova, una co-produzione guidata dal rinomato festival di musica contemporanea Milano Musica; a dicembre l’esilarante incrocio tra comicità e giocoleria Piti Peta Hofen Show dei francesi LPM; a gennaio 2019, il successo internazionale della compagnia italo-belga Circoncentrique, Respire; a febbraio, gli italiani RasOTerra con la crea-

zione Panni Sporchi, firmata dalla dramaturga internazionale Firenza Guidi; per concludere, a marzo, la formula già sperimentata con successo l’anno precedente, del Dittico di circo contemporaneo, nata dall’idea di accostare due spettacoli ancora in lavorazione della durata di 30 minuti, con i work in progress del francese di adozione Fabrizio Rosselli, Bakéké e ZOOG, degli israeliani Amir and Hemda. Ed è appunto che nell’ultimo appuntamento della rassegna, che Fuori Asse ribalta il contesto del gesto di circo, stravolgendone la prospettiva in un teatro all’italiana che per l’occasione si spoglia delle sedie e fa spazio in platea alla dirompente energia dell’acrobatica e degli equilibri instabili, coinvolgendo il pubblico in un’esperienza fuori dal comune, guardare la scena in basso dall’alto dei palchi, richiamando la visione dell’arena di circo. Una scommessa vinta al Teatro Gerolamo che si somma al successo di pubblico ottenuto al Teatro Bruno Munari, i due teatri coinvolti da Quattrox4 che hanno accolto con fiducia e lungimiranza la rassegna, all’interno della loro programmazione. Ora la rassegna si prende una piccola pausa, per tornare nei prossimi mesi prima con una stagione estiva nei parchi, poi una nuova stagione invernale nei teatri e nei centri culturali di Milano, sempre con l’obbiettivo di ampliare gli orizzonti dentro e fuori la scena teatrale attraverso il circo contemporaneo.

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RISORSE

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Dal 2003, Circostrada Network lavora per sviluppare e strutturare il settore del Circo e delle Arti di Strada in Europa e oltre. Con oltre 100 membri provenienti da oltre 35 paesi, Circostrada contribuisce a costruire un futuro sostenibile per questi settori, fornendo ai soggetti culturali risorse, attività di studio e ricerca, scambi professionali, advocacy, capacity building e informazione. La ricerca sul circo e sulle arti di strada, e la creazione artistica negli spazi aperti in generale, è ancora poco sviluppata in Europa e nel mondo. Per questo Circostrada sostiene e promuove la ricerca realizzando regolarmente e pubblicando studi e guide tematiche, utili risorse che gettano luce su pratiche innovative e identificano le tendenze emergenti che influenzano e lanciano sfide ai nostri settori. Il portale di risorse di Circostrada consente di accedere a numerosi documenti online prodotti o resi disponibili dalla rete e dai suoi membri, nonché risorse tematiche e una mappa interattiva che identifica altri portali di risorse in Europa e in tutto il mondo.

THE RISING WAVE

Contemporary Circus in Norway and around the world

Oltre 50 dossier, tra studi, guide e speciali, relazioni e elenchi professionali, con un focus sul circo e/o sull’arte di strada, sono pubblicati e scaricabili gratuitamente dal portale di Circostrada (in inglese e in francese), con una serie di filtri che ne permettono una ricerca ragionata. Per dare un esempio della vastità e varietà dei temi affrontati citiamo alcuni dei dossier disponibili: An insight into codesign & design thinking methodololy; Japan: circus and street arts panorama; Sciences and circus arts; New circus and art in public space in Poland; Art in the public space in the arab world: dynamics, actors and resources; The role of the arts and culture in urban processes; oltre a report e dossier sui dibattiti sviluppati durante i maggiori eventi del settore, come Fresh Street e Fresh Circus, alle cui prossime edizioni vi invitiamo a partecipare.

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Tra le risorse recentemente pubblicate sul sito di CircoStrada presentiamo qui The Rising Wave: Contemporary Circus in Norway and Around the World, uno studio pubblicato a settembre del 2018, finanziato da Kulturrådet, prodotto da Cirkus Xanti e redatto da John Ellingsworth, con Bauke Lievens e Sverre Waage. Il rapporto, insieme a due seminari, è parte del progetto Sirkus Anno 2018, e si basa su una revisione della letteratura esistente, circa venti interviste e un sondaggio, progettato e realizzato in collaborazione con Sirkunst e Baltic Nordic Circus Network. Cirkus Xanti è una realtà norvegese senza fini di lucro, incentrata sulla creazione, produzione e presentazione del circo contemporaneo, nonchè proprietaria e produttore di The Circus Village, un circus center mobile e un festival. Sirkunst è una rete nazionale per il circo in Norvegia. Nel 2008 Sirkunst ha pubblicato una directory e una mappatura del campo del circo norvegese, ed è stato in-

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terzo di tutti gli intervistati del sondaggio, e la metà di tutti coloro che si sono recentemente impegnati nella creazione di spettacoli lunghi, si sono stabiliti all’estero, spesso per la necessità di spazi per la formazione e la creazione, di cui la Norvegia è sprovvista al momento, o è provvista con accesso limitato e risorse insufficienti. C’è però, indubbiamente, un mercato in crescita, sia a livello nazionale che internazionale, per il circo contemporaneo, con l’opportunità di accedere a una vasta infrastruttura nordica che gli artisti e i professionisti norvegesi hanno contribuito a costruire attraverso una serie di importanti progetti di cooperazione a partire dalla metà degli anni 2000. Il circo ha inoltre il potenziale per affrontare alcuni obiettivi strategici delle istituzioni culturali centrali, in particolare nell’aumentare la collabora-

foto di Stefania Rota

caricato da Kulturrådet di produrre uno studio sulla fattibilità di un nuovo spazio circense a Oslo. Entrambe queste pubblicazioni hanno fornito importante materiale per questo rapporto. Lo studio, un documento di oltre 100 pagine, si concentra su artisti professionisti e sulle pratiche di creazione artistica, toccando i percorsi di istruzione e formazione, le realtà della vita lavorativa e il mercato per spettacoli circensi in patria e all’estero. Il circo giovanile e le attività commerciali sono toccati, ma sono in gran parte al di fuori dello scopo dello studio. La scena del circo norvegese è piccola ma di spessore. Questo studio ha identificato 42 artisti professionisti norvegesi, o che vivono in Norvegia, che sono principalmente impegnati nella creazione di arte circense contemporanea e che hanno varie esperienze di lavoro tra alcune delle più rispettate compagnie di circo, teatro e danza in Europa. Caratterizzati da un alto livello di abilità tecnica e una vasta formazione nell’istruzione superiore, il 63% degli intervistati del sondaggio ha completato la formazione post-secondaria nel circo, con una media di 5,1 anni di studi nel contesto dell’istruzione superiore. Accanto a questi ci sono un numero maggiore di pedagoghi, professionisti occasionali e artisti di altri settori che incorporano abilità circensi nel loro lavoro. Complessivamente, il settore norvegese sta crescendo, spinto dal crescente numero di studenti che passano dalle scuole superiori all’educazione professionale, da anni dedicati alla difesa e alla sensibilizzazione e dagli sforzi per creare un’infrastruttura in Norvegia per la creazione e la promozione dell’arte del circo. Durante il periodo 2011-2017 le istituzioni centrali per la cultura hanno assegnato 14 milioni di NOK (circa 1,5 ml di euro) di supporto al circo, ma questa somma rappresenta solo lo 0,3% di tutte le spese di Kulturfond. E mentre il riconoscimento istituzionale è in crescita, molti artisti norvegesi scelgono di vivere e lavorare all’estero. Partono per la formazione e poi restano all’estero all’interno della comunità artistica, sfruttando le opportunità di lavoro esistenti. Un

zione internazionale e portare nuove pratiche e idee artistiche nelle arti dello spettacolo.

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DANZANDO IN EQUILIBRIO SUI PAESI NORDICI

10/26 FEBBRAIO, ROMA WWW.AUDITORIUM.COM

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di Donatella R

04 ci proival che dal 20 st fe il , rio lib Equi del mondo co e proprio giro ro i ve es un pa i ne ne po t’anno portato ques e al nn ie tr reutico, ci ha to et dendo il prog nordici, conclu gli ultimi due ne e ch a op ur l’E al to ca dedi cenico compa sto sul palcos e a ci an Fr anni aveva vi lla provenienti da gnie e artisti ia. dalla German

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Illuminate da lla proiezione non stop di un’aurora bo reale sulle pareti estern della Sala Sino e poli dell’Audito rium, erano presenti ques t’anno le pr oposte provenienti da Dan imarca, Svez ia, Norvegia, landa e Finlan Isdia. Il festival è stato arricchito anche da lezioni, incont ri e conferenze sia con gli artisti e i core ografi che co musicisti ed es n perti. Il progra mma è stato

inserito anche in una più ampia visione di insieme che ha illustrato la realtà della danza nei paesi nordici e la sua influenza sulla ricerca europea, mostrando come sia lo stato che le imprese private supportino e finanzino la ricerca e la produzione di spettacoli molto più di quanto accada in altri paesi del sud Europa, il che incentiva l’evoluzione del linguaggio coreutico e permette a coreografi e compagnie di creare e portare in scena produzioni più libere da legami accademici o con la tradizione. Oltre a questo, vengono anche dati aiuti finanziari e borse di studio per la formazione e lo studio di giovani danzatori e musicisti. ll sostegno economico verso gli artisti e coreografi freelance, compagnie di lunga data e giovani artisti crea così delle solide basi perché la creatività possa fiorire. Parallelamente si alimenta e supporta anche la mobilità artistica di giovani danzatori e coreografi che si trasferiscono per studiare e ampliare il loro vocabolario coreutico tecnico e artistico, trovare nuove ispirazioni o partecipare ad audizioni e concorsi. Le arti sempre colgono l’opportunità di riflettere sulla vita, di interpretare e di esprimere le domande e le inquietudini della nostra epoca. Così è stato anche in queste ricche serate nelle quali hanno trovato spazio ed espressione temi esistenziali comuni al nostro essere umani e problematiche sociali che caratterizzano la nostra articolata e complessa civiltà occidentale. L’apertura delle danze è stata riservata a due icone svedesi della danza contemporanea, Mats Ek, fondatore della pluricelebrata e storica compagnia Cullberg Ballet e Ana Laguna, che in una piéce ispirata al tema della memoria hanno calcato di nuovo le scene mostrando che l’arte, il talento e la passione non vengono scalfiti dall’età anagrafica, né dagli inevitabili cambiamenti del corpo. E che a oltre settant’anni si può ancora commuovere il pubblico, come tanti anni prima avevano commosso le platee di tutto il mondo con la loro stupefacente versione di Giselle che scardinava la rigida forma accademica in favore della verità dei sentimenti, dell’emozione e della passione. In un visionario filmato è stata celebrata anche la madre del coreografo, Birgit Cullberg: filmato che la mostra ormai molto anziana inseguire ricordi, ma ancora vivace e desiderosa di danzare, giocare, godere della vita e delle sue sorprese. Nell’ultima coreografia della serata, un WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT


uomo e una donna confr ontano le loro visioni e reazioni a un gesto ap parentemente semplice ma carico di sim boli come tagliare la legna, di cui uno vede il semplice aspetto di utilità concreta, e l’altr a invece lo incita a vederlo come un simbo lo di violenza, a sentirl o come qualcosa che va contro la natura. Un’ammaliante sirena vestita di verde ha inv ece incantato i danzatori nella serata dedicata al Danish Dance Theatre, mettendo in scena tem i cari al coreografo dan ese Potus Lindbergh che da sempre porta ava nti la sua ricerca nel le profondità dell’emotiv ità e della psicologia umana. Sul palco insiem e coi corpi si intrecciano i temi del desiderio , della solitudine, della resistenza al richiamo dell’ignoto: la sirena che attira e respinge gli uomi ni non è più un simbolo di morte, ma di intuito e ispirazione, di collegamento con la propria fon te interiore di creazione. La Norvegia è giunta al festival con la dinamica e impegnata com pagnia Zero Visibility Corp mettendo in sce na l’originale e poetic o tema della Banca dei Semi, il deposito che sotto la direzione dell’O NU in un’isola vicino al Polo Nord congela, cus todisce e conserva l’origine della nostra vita e anche della nostra futura sopravvivenza. Come sempre, l’arte non rimane mai indifferente a ciò che agita la società in forme più o meno sot terranee e la trasforma in riflessione po etica. Così è avvenu to anche nella proposta della Finlandia con la Alpo Aaltokosky Comp any, che approfondisce nello spettacolo - no n a caso intitolato Bro thers - la sua visione sul tema del dialogo tra le persone e la necessità della condivisione, che la compagnia supporta anche concretamente con molti progetti edu cativi sociali in Sudam erica. Nell’avvicinarsi e nell’allontanarsi, nell’in trecciarsi e nel comuni care dei tre danzatori, lo stare insieme, il supera mento dell’individualismo per la collettività, la solidarietà contro l’indifferenza fanno em ergere la fratellanza come un valore fondam entale per l’essere umano. Frikar, la compag nia norvegese diretta da Hallgrim Hansegar d, pioniere della danza folcloristica, va invece alla ricerca delle tradizioni, proponendo un energetico spettacolo con musica dal vivo che ripropone e rielabora temi e musiche folcloric he con il tocco provocatorio di fare interpret are le danze in origine di coppia solo dai poten ti e acrobatici danzatori maschi. Il Cullbergbal letten a conclusione del festival ha chiuso il cer chio aperto da Mats Ek, il suo fondatore storic o, affrontando il tem a della lotta dell’individu o per trovare il suo posto nel mondo, per dare un significato all a sua vita, e dell’antagon ismo tra isolamento e comunità nella nostr a società occidentale. Tutto mediato dall’am biguità della realtà visibile e invisibile, dal miste ro del sogno e del silenzio, dalla sinergia dei cor pi con le immagini e i suoni, dal sapere ricon oscere le illusioni che avvolgono la vita dell’u omo. In un mondo che sembra dominato dall’insicurezza e dalla paura, le nuove frontiere della danza continuano così a portarci un messagg io di ricerca e di riflession e, di apertura e di comunicazione, e ci stimola no ad ampliare i nostr i orizzonti arricchendoci di sempre nuove e dif ferenti visioni e prospe ttive. J U G G L I N G M A G A Z I N E NUMERO8 2 M A R Z O 2 0 1 9

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INZ BUZZ

WWW.INITIATIVE-NEUERZIRKUS.DE

WWW.CIRCUSARTSMAGAZNES.NET INCAM (International Network of Circus Arts Magazines) riunisce i media project sulle arti circensi attivi nel settore. Con questo numero andiamo in Germania, dove incontriamo un bellissimo progetto, molto articolato, che sta già mutando pelle, passando da INZ a Buzz...

di Valérie Marsac

INZ e.V. (Initiative Neuer Zirkus) è un’associazione fondata da circensi di Colonia nel 2011, con il desiderio di riunire artisti di tutta la regione e moltiplicare le energie. Oggi INZ è diventata una rete e piattaforma di informazioni e di scambio rivolta a tutti gli attori del Circo Contemporaneo a livello professionale in Germania. Inoltre negli anni è diventata un interlocutore importante per la politica culturale, i media e la ricerca. È un punto di raccolta per tutte le informazioni riguardanti la scena attuale che vengono BuZZ nei social media (FB, vimeo, youtube), si occupa del sito inmesse a disposizione di tutti per favorire al massimo la conternet, della newsletter, etc. AG CircusData si occupa della rilenessione tra artisti, insegnanti, direttori artistici, organizzatori vazione statistica dei dati relativi al Circo Contemporaneo in Gerdi festival o responsabili delle politiche culturali. mania. AG International lavora alla rete dei contatti internazioInoltre INZ e`impegnata nel sostenere il riconoscimento istituzionali con partner delle performing art e del circo contemporaneo. nale del Circo Contemporaneo come arte performativa, consideDal 2018 INZ / BuZZ è membro di Circostrada e di INCAM. AG rando che in Germania il Circo Contemporaneo non è ancora ricoBroschüre sviluppa il concetto per la nuova edizione della rivista nosciuto come ‘arte’, e quindi escluso dall’accesso a un sostegno ‘Zirkus heute‘ che verrà stampato a giugno 2019 e presenterà culturale e politico. Ma questo scenario sta cambiando a grandi tutti i membri del BuZZ. AG Charta formula i valori che sono alla passi e a breve verrà ribaltato. Con il crescere della scena tedebase del lavoro del BuZZ. Come per esempio la questione del Gesca e dell’attenzione della politica culturale tedesca al Circo Connere, le strategie per la risoluzione dei conflitti o i modi di agire in temporaneo, i membri della INZ hanno deciso a dicembre 2018 di maniera sostenibile e rispettosa delle risorse umane e naturali. trasformare l’associazione in una federazione, il BuZz e.V. (BunVengono poi gruppi che si occupano del regolamento interno e desverband Zeitgenössischer Zirkus federazione nationale del delle finanze. Circo Contemporaneo). Dopo 8 anni di iniziativa, i membri contano di diventare ancora più visibili e raggiungere un maggiore riconoscimento istituzionale, mentre l’entusiasmo e l’attivismo dell’iniziativa continueranno ad essere il motore che muoverà la nuova federazione. INZ/BuZZ è oggi presente in 8 città tedesche: Colonia, Berlino, Amburgo, Monaco, Darmstadt, Lipzia, Essen e Friburgo. I coordinatori degli INZ City poles agiscono a livello locale. Riunioni, incontri, master class, conferenze, corsi per aggiornamento professionale: ogni coordinatore costruisce la rete nella sua città associando le realtà e gli artisti a livello locale. Oltre a questo, i coordinatori si aggiornano continuamente sullo sviluppo locale e regionale (Stadt/Land) per poi agire insieme al livello nazionale. In Germania molte decisioni politiche a proposito della cultura vengono prese nei ‘Bundesländer’ (Parlamenti Regionali), quindi la situazione e le condizioni possono variare nettamente da un Land (Regione) all’altro. Per tenersi informati sullo stato attuale di ogni regione, i 14 coordinatori INZ sono in contatto regolarmente attraverso videoconferenze e eventi nazionali in cui si incontrano di persona. La INZ non gode di nessun sostegno finanziario, a parte le quote di iscrizione dei membri, e i coordinatori - fino ad oggi - sono volontari. Ogni soggetto della scena può diventare membro pagando una quota annuale di iscrizione (da 30 € per le persone fisiche a 150 € per le organizzazioni).

Gruppi di lavoro BuZZ

Coordinatori BuZZ

Le varie attività della INZ sono divise in gruppi di lavoro (AG – Arbeitsgemeinschaft). Ognuno dei 14 coordinatori lavora nel gruppo e sul tema che più gli interessa, con le capacità che ha. AG Zirkus ON sviluppa un nuovo programma di sostegno per aiutare artisti tedeschi a creare e presentare nuovi creazioni. 3 progetti work-in-progress vengono scelti ogni anno e accompagnati fino alla premiere. AG SoMe lavora per la presenza del

Berlin | Cox Ahlers, Marina Rieger; Hamburg | Andrée Wenzel; Köln | Tim Behren, Jenny ; Patschovsky, Christoph Rummel; Leipzig | Lotte Müller; München | Valérie Marsac, Kolja Huneck; Ruhrgebiet | Klaus Borkens; Darmstadt | Anne Holdik, Mitja Averhoff; Freiburg / Günther Klingler, Annabelle Becker. J U G G L I N G M A G A Z I N E NUMERO8 2 M A R Z O 2 0 1 9

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I N E R O LMO A E R S I L D O N UNAMB A ZEN E F HTT

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BOLO.C

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Andrea Loreni è un funambolo specializzato in traversate a grandi altezze. Nato a Torino nel 1975 inizia a praticare nel 1997 le arti di strada da autodidatta. Nel 1999 si laurea in Filosofia Teoretica e nel 2002 si iscrive alla scuola di circo Flic di Torino, per poi approfondire le tecniche di circo contemporaneo al Circus Space di Londra. Da allora ha trovato la sua strada su cavi a grandi altezze, e negli anni ha camminato sopra l’acqua o sulle verdi distese di montagne e valli, tra edifici antichi di piccoli e grandi centri storici, in piano e in pendenza, in silenzio o accompagnato dai suoni ed elementi che vibrano insieme alla corda. Esplorare il rapporto con il cavo e il vuoto, la componente fisica e mentale di questa sfida, lo hanno condotto ad una ricerca che unisce corpo, mente e spiritualità, approdando alla meditazione Zen, che ha avuto modo di esplorare sotto la guida di Shodo Harada Roshi, presso il monastero di Sogenji a Okayama, in Giappone.

Ogni traversata è un lavoro di squadra Il cavo teso su cui Andrea cammina è il risultato di un grande lavoro, di progettazione e di squadra. Ogni traversata si svolge in un luogo diverso, ogni location richiede lo studio della soluzione tecnica più idonea. Per questo tipo di allestimenti negli anni Andrea ha fidelizzato un team di tecnici che lo segue e conosce perfettamente le caratteristiche del suo lavoro e le sue necessità. “Mentre cammino sul cavo sono solo, eppure questa solitudine è fatta da molte mani, indispensabili, amiche, callose e delicate, che si prendono cura di me e mi permettono di essere solo nel cielo.”

Il film tra Italia e Giappone

Sul cavo, io e il tutto La camminata del funambolo è un atto archetipico che comunica direttamente all’inconscio, mostrando una via dove nessuno avrebbe immaginato ce ne potesse essere una. Sospendere l’ordinario, alzare gli occhi al cielo e scoprire lassù, tra architetture familiari, un azzardo straordinario: il sottile equilibrio del funambolo. Uno spettacolo profondamente simbolico, denso ed essenziale, sintesi del sentire umano. Ogni traversata, poi, è frutto di una precisa scelta; la scelta di portare la propria energia a vibrare insieme all’energia di un luogo, di un contesto, naturale o urbano. È un momento di estrema sospensione e nello stesso tempo di massimo radicamento nel “qui e ora”. “Immagino - commenta Andrea - che ci sia una sorta di contesto che sul cavo, piano piano, si è am-

mio ego, dove memorie e aspettative cessano di esistere. Insieme alle paure. E se non si ha paura di avere paura si può aprire la porta dietro la quale giace l’assoluto, che sta in fondo a tutte le cose”. Quindi la paura va accolta e sul cavo, più che ricercare l’equilibrio, è necessario gestire il disequilibrio e il cambiamento costante.

pliato perché non ci sono più solo io e il cavo, ma son io e il cavo attaccato a due colline, attaccate per terra, attaccate a un mondo dentro un universo.”

Accogliere la paura e il disequilibrio La traversata non rappresenta solo il punto di arrivo di un percorso, è anche un potente mezzo di consapevolezza, che ogni volta apre un dialogo con istinti irrazionali e paure primigenie. “Sul cavo io vivo profondamente il momento attuale, il cavo è il luogo di morte del

“Any step is a place to practice”, diretto e montato da AvantPost, è il documentario girato tra Italia e Giappone e da poco concluso, che racconta le due strade, intraprese da Andrea Loreni il funambolismo e la meditazione Zen simbolicamente e geograficamente congiunte nell’agosto 2017, con una traversata sopra il lago del Tempio Sogen-ji a Okayama in Giappone. Il documentario, realizzato anche grazie ad una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Eppela, segue Andrea Loreni durante le sue conferenze e il soggiorno presso il tempio, dove ha compiuto la traversata su un cavo di 14 mm. per celebrare il 77° compleanno del maestro Shodo Harada Roshi. Il documentario analizza il rapporto con il disequilibrio in ogni sua forma. Il disequilibrio e la paura, il cambiamento e lo stare nel qui e ora sono elaborati e accolti attraverso i pensieri del funambolo, i racconti della badessa del tempio, invitando lo spettatore a riflettere sui propri ostacoli. J U G G L I N G M A G A Z I N E NUMERO8 2 M A R Z O 2 0 1 9

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QUINTA PARETE > CIRCUS COMMUNITY WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT/CIRCUS-COMMUNITY

Quinta Parete > Circus Community (QP>CC) è una proposta nata dalla collaborazione tra ASD Giocolieri e Dintorni e APS Jaqulè, rispettivamente project manager e capofila del progetto, presentata a valere nell’ambito del bando Open Community della Compagnia di San Paolo, in partenariato con la comunità di pratica costituita di altre 12 organizzazioni di circo attive nel territorio liguro-piemontese e in collaborazione con realtà di rilievo nazionale e internazionale impegnate in strategie di Audience Engagement (AE). QP>CC, che è parte integrante del “Progetto Quinta Parete”, supportato dal FUS per il triennio 2018/2020, intende sistematizzare, approfondire e rendere ancora più efficienti le strategie e i processi di AE avviati dai partner di progetto sul territorio, insistendo sul rafforzamento delle comunità territoriali create dalle diverse scuole di circo e della comunità di pratica più ampia (nazionale, europea, globale e virtuale) all’interno della quale operano. L’obiettivo generale di QP>CC nel periodo gennaio 2019 / settembre 2020 consiste nella costruzione, allargamento e consolidamento delle comunità di circo, favorendo dinamiche di scambio fra i soggetti coinvolti nella rete, rendendole autonome nella gestione delle iniziative avviate, avviando nuovi processi di partecipazione culturale da parte del pubblico.

Il concetto di Comunità

Partenariato: Jaqulè – Orbassano (TO) (Capofila); Giocolieri e Dintorni (Project Manager); Piemonte: Arcobaleno – Borgosesia (VC); Circo Teatro Dimidimitri (Novara); Società Ginnastica di Torino / Flic (Torino); Fuma che n’duma – Cavallermaggiore (CN); TeatrAzionE (Torino); UP – Pocapaglia (CN); Idea Agorà/Festival Mirabilia – Fossano/Busca (CN); Magda Clan / Mon Circo – Montiglio Monferrato (AT); Liguria: Circo Galleggiante – La Spezia (SP); sYnergiKa – Genova; Sarabanda / Festival Circumnavigando (Genova)

Verso un quadro teorico

di Ilaria Bessone, Jaqulè / AltroCirco Il progetto Quinta Parete > Circus Community rappresenta un ulteriore approfondimento della riflessione su Circo e Comunità avviata in seno all’Associazione Giocolieri e Dintorni con la IV edizione del Convegno “Circo Sociale: un’Altra Risorsa” organizzata da AltroCirco nell’aprile 2018, e intitolata appunto Circo Comunità1. Le definizioni delineate qui sotto, a partire da esperienze e riflessioni condivise in occasione del Convegno e dalla ricerca etnografica condotta da Ilaria Bessone sul circo come comunità di pratica e nuovo campo di produzione culturale2verranno verificate, modificate o confermate durante il progetto Quinta Parete > Circus Community, attraverso la condivisione delle esperienze e del sentire delle organizzazioni partner. Le Comunità di pratica3 sono comunità fluide, non rigidamente definite, in cui le dinamiche di riconoscimento, appartenenza e reputazione sono legate alla condivisione di un sapere specifico, in questo caso il sapere legato alla pratica delle diverse discipline circensi. La coesione tra i membri di queste comunità si basa sulla condivisione di pratiche che coinvolgono il corpo e saperi incorporati, acquisiti attraverso traiettorie di apprendimento che costituiscono una fonte fondamentale di costruzione di legami sociali, valori, abitudini, identità. I confini interni ed esterni della comunità di pratica sono continuamente costruiti e decostruiti, spostati, ristabiliti, e messi in discussione attraverso processi di costruzione di significati, conoscenze e relazioni. 26

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Il caso del circo – che si è trasformato nel mondo contemporaneo da comunità chiusa di vita e lavoro, che si spostava ai margini della società, a fenomeno culturale mainstream, al centro di tendenze culturali, artistiche, commerciali e sportive - è significativo. Fino a pochi decenni fa, pensando al circo si immaginava una comunità itinerante chiusa e separata dal resto della società, facilmente individuabile e ben definita, unita da legami stretti, spesso di sangue4. Al contrario, nel mondo contemporaneo la comunità circense è più fluida e dispersa: la linea di demarcazione che la contraddistingue non è più così netta; i valori e le gerarchie su cui si regge meno fissi e rigidi; identità, condivisione e coesione si basano sulla pratica stessa di discipline e forme di circo. Questi cambiamenti hanno portato nuovi ‘rischi’, responsabilità e aspettative per

artisti e professionisti del settore, una necessità di adattarsi e trasformarsi continuamente. D’altra parte, anche le pratiche contemporanee di circo condividono basi comuni: il valore della tecnica e del virtuosismo; la centralità della conoscenza pratica, incorporata; la stretta relazione con oggetti e attrezzi specifici; il rischio, la fiducia, la collaborazione; la creatività, l’innovazione; l’orizzontalità delle forme organizzative. Quest’ultimo aspetto è particolarmente rilevante: nel circo – anche per via del recente avvio della professionalizzazione del settore – non esistono ruoli fissi e definiti, è importante possedere conoscenze molteplici, in diversi ambiti. Non esistono le “star” del circo e le dinamiche di avanzamento di carriera, competizione e gerarchia sono svariate e indefinite. L’apprendimento avviene sì all’interno di WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT


strutture e scuole specifiche, ma anche attraverso la collaborazione, la condivisione, lo scambio. In questo modo il knowhow circola liberamente, le innovazioni si diffondono rapidamente, favorendo l’intera comunità più che poche celebrità. D’altra parte, le scuole di circo che partecipano al progetto QP>CC rappresentano Comunità Territoriali che costruiscono legami stretti con il contesto in cui operano, e tra le persone coinvolte a vario titolo nelle proprie attività: partecipanti, famiglie, abitanti di quartiere, insegnanti, dirigenti, associazioni e cooperative, servizi di vario tipo. Gli spazi di circo arrivano a costituire punti di riferimento importanti per persone giovani e adulte, in un tempo in cui dilagano disagio, esclusione e frammentazione sociale. Il progetto intende definire il concetto di Comunità di Circo a partire dall’idea di una comunità di pratica circense e dalla centralità delle specificità del territorio. Da una parte la Comunità di Circo include tutte le persone che praticano e si interessano al circo nel mondo, in vari ambiti, modalità e livelli, e si nutre e riproduce in luoghi e occasioni molteplici: festival, convention, rassegne di altri generi artistici, convegni, raduni, corsi, palestre di allenamento libero, pubblicazioni, siti e piattaforme web, etc. Dall’altra, assume caratteristiche diverse a seconda del contesto sociale e culturale in cui si radica, al tipo di realtà attive sul territorio, alle modalità di interazione e comunicazione costruite

negli anni, alle caratteristiche individuali del personale coinvolto. Il progetto intende valorizzare e rafforzare il potenziale del circo come catalizzatore di comunità, mettendo in evidenza punti di forza e fragilità delle modalità in cui le organizzazioni di circo costruiscono comunità nelle città e quartieri, o nelle zone rurali e sperdute in cui operano, attraverso laboratori, corsi, eventi, spettacoli, performance. Creando fili rossi o rotture con il passato, recuperando o trasformando il bagaglio culturale e la storia delle arti circensi, coinvolgendo allievi e allieve in processi di ricerca, studio, e restituzione di un patrimonio che è ancora spesso sottovalutato rispetto ad altre forme culturali e artistiche.

1 http://www.altrocirco.it/altra-risorsa-2018/ 2 La tesi “Italian ‘Contemporary’ Circus in a Neoliberal Scenario :artistic labour, embodied knowledge, and responsible selfhood” si basa su una ricerca di dottorato in Sociologia e Metodologia delle Scienze Sociali. È disponibile al link: https://air.unimi.it/retrieve/handle/2434/513675/878869/phd_unimi_R10689.pdf 3 Questo concetto fa riferimento in particolare alle definizioni delineate in: Paechter, C. (2003). Masculinities and femininities as communities of practice. Women’s Studies International Forum, 26(1), 69–77; Wenger, E. (2010). Communities of practice and social learning systems: the career of a concept. In C. Blackmore (Ed.), Social Learning Systems and communities of practice (pp. 125–143). London: Springer Verlag and the Open University. 4 Si veda ad esempio: Caforio, A. (1987). Il circo come comunità di vita e di lavoro. Studi Di Sociologia, 4.

con il sostegno di

W W W . R U G G I E R I P O G G I . I T

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OPEN CIRCUS IN UNIVERSITÀ 28 NOVEMBRE / 5 DICEMBRE 2018, MILANO WWW.OPENCIRCUS.IT di Nicola Campostori

Foto di Miriam Velotti

Nel 2018 il circo ha compiuto 250 anni e Open Circus (progetto dell’associazione Circo e Dintorni per la diffusione della cultura circense sostenuto dal Mibac) ha celebrato l’evento rilanciando le sue consuete iniziative presso due prestigiosi atenei milanesi con un taglio ancora più orientato alla qualità e alla varietà di proposte offerte agli studenti e a tutti gli amanti del circo. Le Giornate di Studio sull’Arte Circense all’Università degli Studi di Milano, che festeggiavano tra l’altro la loro decima edizione, sono partite proprio dall’anniversario del circo per stimolare il dibattito tra critici e operatori del settore: CIRCO 250 era il nome del primo focus che ha coinvolto, tra gli altri, il regista Raffaele De Ritis e la sua iniziativa Astely’s Place, realizzato in collaborazione con il Progetto Quinta Parete. “Come il circo riunisce in un unico spazio arti e poetiche differenti – ha spiegato Alessandro Serena, titolare del laboratorio, Docente di Storia dello Spettacolo Circense e di Strada – così questa manifestazione propone nel contesto accademico tutte le declinazioni possibili dello spettacolo popolare, dal classico al contemporaneo passando per il circo sociale, per le scuole di circo (col focus INSEGNARE CIRCO) e per le forme artistiche vicine al circo come illusionismo e burlesque”. Nel corso degli anni, ed anche nel 2018, gli studenti (una settantina per questa edizione, in media coi numeri passati) hanno prestato particolare attenzione a quegli interventi che illustravano in maniera concreta come la loro passione per il circo possa trasformarsi in una professione; gli speech di Aurelio Rota e Luisa Cuttini (inclusi in ORGANIZZARE CIRCO) sono risultati molto interessanti perché hanno raccontato i dietro le quinte rispettivamente di Bologna Città di Circo e di Clapspettacolodalvivo. Spesso le Giornate di Studio costituiscono un primo ap-

proccio al circo che favorisce l’ingresso nel mondo del lavoro dello spettacolo dal vivo. Nel 2018 si è scelto di insistere ancora di più nella direzione già percorsa nelle edizioni precedenti, ovvero privilegiare il taglio informale degli interventi, lasciando spazio alle testimonianze dirette, alle performance dal vivo e ai contributi video, per cercare di rendere il più possibile la vitalità del circo. I focus FARE CIRCO e IL CIRCO OLTRE IL CIRCO hanno presentato sia realtà di circo classico che gruppi di circo contemporaneo. Dagli acrobati de El Alma de Cuba al Circo Zoè, passando per la coppia comica Lucchettino e Claudia Contin Arlecchino (straordinaria interprete femminile della celebre maschera della Commedia dell’Arte). Tra gli artisti più applauditi, l’illusionista Luca Bono che, forse anche a causa della giovanissima età, è entrato subito in sintonia con gli universitari ai quali ha proposto alcuni numeri del suo spettacolo. A rappresentare le famiglie di tradizione c’era Braian Casartelli, che ha invitato tutti i presenti sotto il tendone del Circo Medrano, montato proprio in quei giorni all’Idroscalo. Altro punto di forza è stato proprio la possibilità data agli studenti di assistere a più show. Anche in questo caso si è puntato alla diversificazione: nel giro di pochi giorni gli universitari sono passati dal grande chapiteau dei Casartelli alla piccola location “domestica” del Circ in Ca’ di Claudio Madia, Beppe Boron e Fabio Calabrò, svoltasi nella vera casa di Madia, munita di una sala con un piccolo spalto ed una zona palco. Nel weekend i partecipanti hanno potuto usufruire di uno sconto per il Piti Peta Hofen Show, mirabolante show di giocoleria comica della compagnia LPM in scena al Teatro Gerolamo e presentata da Filippo Malerba di Quattrox4.

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Confermata la formula vincente che prevede incontri in aula al pomeriggio e workshop di giocoleria e acrobatica alla mattina: questi ultimi non solo svolgono una funzione propedeutica alle discipline, ma cementificano il gruppo come le canoniche lezioni in aula non riescono a fare, “formano” i ragazzi mettendoli a confronto con tre artisti professionisti (Alberto Fontanella, Marco Migliavacca e Daniel Romila) il cui primo obiettivo è regalare ai partecipanti momenti di intensa condivisione che vanno al di là dell’imparare a giocolare palline e clave. Interrogando gli studenti delle passate edizioni, si scopre che i ricordi di quell’esperienza sono ancora forti a distanza di tempo. Mentre alla Statale si concludevano le Giornate di Studio, nei pomeriggi del 3 e 4 dicembre la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM ospitava uno dei pesi massimi della giocoleria mondiale: Viktor Kee. Open Circus ha deciso di proporre questo artista ucraino perché unisce un livello qualitativo indiscusso ad una capacità comunicativa invidiabile: la presentazione fatta davanti ai circa 700 studenti alternava sapientemente parti parlate in un inglese fluente ma di immediata comprensione, contributi video relativi alle sue performance e ai suoi progetti e piccole performance dal vivo con le palline (a volte coinvolgendo direttamente gli spettatori) che hanno lasciato gli astanti a bocca aperta. L’esibizione live è la chiave per entrare nel cuore dei giovani e instillare in loro la passione per il circo. Spettacolo e circo del futuro si intitolava lo speech del giocoliere: ed è proprio al futuro che Open Circus guarda, facendo tesoro dell’esperienza 2018. Sicuramente nelle prossime edizionisi continuerà ad indagare il cangiante panorama delle compagnie contemporanee, ma anche a raccontare la tradizione rilanciando nell’attualità l’immenso patrimonio storico del circo. Anche dal punto di vista comunicativo, si partirà da quanto elaborato nel 2018: la copertura mediatica è stata notevole e ha riguardato anche quotidiani nazionali; Repubblica ha ad esempio dedicato una fotogallery e un lungo articolo alle Giornate di Studio, ponendo l’accento sui momenti più “spettacolari”, il laboratorio di giocoleria e l’intervento di Luca Bono, a riprova che, se raccontato bene, il circo è ancora capace di infiammare l’immaginario collettivo delle persone. Nel corso degli anni le attività di Circo e Dintorni hanno coinvolto diverse migliaia di studenti universitari e si sono affermate come un appuntamento atteso dagli operatori del settore, che si ritrovano in uno spazio aperto e stimolante per confrontarsi. La ricetta per promuovere il circo è puntare alla qualità degli ospiti, alla varietà della proposta e a momenti di forte interazione tra artisti e platea.

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IL GURU DEI GIOCOLIERI

di Alberto Fontanella È il 1 febbraio 2018 e vengo contattato su Messenger da Niels Duinker, giocoliere professionista che conosco di fama, detentore di diversi Guinness Record, ma soprattutto appassionato di storia della giocoleria. Meno di un anno fa, assieme ad Erik Åberg, ha contribuito alla pubblicazione di Juggling, The Past and Future, ri-edizione, aggiornata ed in unico volume, del famoso 4.000 years of Juggling scritto da Karl-Heinz Ziethen - dove ho persino l’onore di apparire in due foto - ma sicuramente non immagino la proposta che sto per ricevere. Niels mi spiega che si trova a Berlino, e sarebbe interessato a tradurre e pubblicare in inglese la mia Tesi di Laurea Magistrale in Scienze dello Spettacolo, presso l’Università Statale di Milano, scritta nell’arco di quasi due anni e terminata nel 2011, centrata sulla vita di Karl-Heinz Ziethen, collezionista, storico, critico nonché Guru dei giocolieri, È proprio a Milano che ho conosciuto KarlHeinz. Mi è stato presentato dal Prof. Alessando Serena nel 2009. Karl-Heinz è stato un maestro anche per Alessandro ed incontrarlo di persona è stata un’esperienza illuminante. In concreto mi ha aiutato a terminare gli studi, acconsentendo a diventare il soggetto della mia tesi, ma il rapporto che è nato dai nostri incontri è tutt’altro che utilitaristico, è una sincera amicizia. Dopo il nostro primo incontro sono andato a trovarlo più volte a casa sua, nel suo piccolo appartamento a Berlino. È stato lì, chiacchierando e registrando le nostre conversazioni, che ho raccolto informazioni, dati, documenti e spunti critici che sono poi diventati i fondamenti di The Guru of Juggling.

THE GURU OF JUGGLERS 232 pagine in lingua inglese Autore Alberto Fontanella Editore Niels Duinker ISBN-10:1722163844 ISBN-13:978-1722163846

Ho trascorso diversi giorni tra il 2010 e 2011 in compagnia di Karl-Heinz e spesso erano presenti anche altri giocolieri come Erik Åberg e Olivier Caignart. Sul tavolo, fette di dolci tipici tedeschi, tazzone di the e faldoni fotografici. Ascoltare la storia della sua vita induce a viaggiare nello spazio e nel tempo, magari mentre tieni tra le mani una foto di Karl-Heinz assieme a Philippe Petit sul tetto del World Trade Center, mentre scorgi, accanto alla tua tazza di thè, una piccola pizza cinematografica con riprese originali di Enrico Rastelli. Quando i racconti arrivano ad anni più recenti Karl-Heinz indica il divano su cui sei seduto e ricorda di Guy Lalibertè, che vi ha dormito per una settimana, quando ancora il Cirque du Soleil era solo un’idea nella sua testa. Molti artisti hanno trovato proprio tra le mura del suo appartamento l’ispirazione, grazie ad un confronto con la storia.

Come Michael Moschen che, solo dopo aver studiato la collezione di Karl-Heinz, ha capito come avrebbe potuto innovare, formalizzando il contact juggling a partire da immagini vecchie più di un secolo. Se conoscere il passato è la chiave per il futuro, Karl-Heinz Ziethen è la chiave per la giocoleria. Tornando al mio manoscritto, è un trattato di storia e critica della giocoleria, in cui la vita di Karl-Heinz è il fil rouge che permette di ripercorrere buona parte del ventesimo secolo e momenti salienti per la giocoleria in questo periodo. Si parla di teatri di varietà, da quelli europei agli americani, ma si analizza anche la nascita del movimento delle convention di giocoleria, fino alle considerazioni su quest’arte nell’era digitale. Lo scritto è rimasto archiviato per sette anni, quindi la proposta di Niels mi ha ovviamente fatto molto piacere ed assieme ci siamo subito messi all’opera per realizzare il progetto. Il testo è rimasto pressoché invariato, mentre Karl-Heinz ha riorganizzato la sezione fotografica, che ora conta quasi cento pagine, in gran parte inedita, selezionata personalmente da Karl-Heinz. Niels ha coinvolto persone fidate che hanno a cuore Karl-Heinz, quindi ringrazio Alan Howad per l’editing del testo, Karen Holzman per il layout delle pagine, Charlie Frye per il fumetto diventato copertina e titolo del libro, Alessandro Serena per la bella prefazione, e naturalmente sentiti ringraziamenti vanno a Niels Duinkerm, che ha coordinato tutte queste persone. Il ringraziamento più grande non può che andare infine a Karl-Heinz, Il Guru dei giocolieri.

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LEARNER CENTRED LEARNING IN CIRCUS WWW.EYCO.ORG

Il circo educativo nell’ambito del lavoro con i giovani sta crescendo in tutta Europa e in passato i paesi membri confluiti in EYCO hanno fatto molto per professionalizzare il settore, creando il Circus Adult Training (CATE) e invitando formatori e personale amministrativo a masterclass nel processo di professionalizzazione (PEYC). Questo partenariato molto forte ha inoltre avviato nel luglio 2018 un progetto di formazione per assistant trainer (ASK). Durante tutte questi progetti è diventato chiaro che affrontiamo gli stessi obiettivi. Uno dei più importanti, che accomuna gli 11 paesi coinvolti nei progetti è migliorare il sistema di formazione dei formatori, migliorare l’educazione pedagogica dei formatori. Con LCL, realizzato con il supporto del programma Erasmus+ della EU (project code 2018-2-DE04-KA205-016780), vogliamo scoprire come l’apprendimento dovrebbe essere organizzato nel modo migliore nel circo educativo come parte dell’educazione non formale. I metodi di insegnamento LCL spostano il focus dell’istruzione dall’istrut-

tore all’allievo. Molti insegnanti di PARTENARIATO circo usano già questo approccio e BAG DE Capofila, Suomen NuorisoSirkusliitto FI; questo è uno dei motivi per cui il circo CircusCentrum BE; FFEC FR, Circus Works UK, educativo in Europa conquista tanto Circomundo NL; Giocolieri e Dintorni/CircoSfera successo. Con questo progetto voIT; FECSE ES; Cirkokrog SLO; Fundacja Miasto gliamo sviluppare e condividere straProjekt POL; Estonian Contemporary Circus tegie e idee su come utilizzare i metoDevelopment Centre EST di LCL nel lavoro quotidiano di insegnamento. Con le metodologie LCL gli insematori, esperti e una rappresentanza gnanti di circo avranno una comprensione dell’EYCO Youth Forum. 4 project meeting più chiara dei loro metodi di insegnamento e e 2 training - 13/17 settembre in Gschwend saranno più consapevoli del loro approccio (Germania) e 9/13 marzo 2020 in Tolouse educativo nei confronti dello studente. (Francia) - e 3 eventi moltiplicatori costiIl progetto avrà termine a dicembre 2020 tuiscono il calendario di lavoro. I risultati e vedrà coinvolti i rappresentanti delle 11 attesi del progetto saranno raccolti in un organizzazioni partner, 22 formatori manuale online su “LCL nel circo”, un sito esperti, un team internazionale di coordiweb dedicato, una serie di video, racconamento dei contenuti composto da formandazioni per i curricula nazionali.

ASK Assistant Trainers Sharing Knowledge TALLIN (EST) - MARZO 2019

Ospitati dalla scuola Tsirkusestuudio Folie, nella ridente Tallin, affacciata sul Golfo di Finlandia, 24 persone proveniente dagli 11 paesi partner di progetto (dall’Italia Stefano Bertelli e Giorgia Bolognesi G&D/Circo Sfera), si sono incontrate per il secondo incontro di lavoro. Condotti e guidatidai facilitatori Steven e Lynn, con il grande aiuto di Tanja, Javier e Stefano, la cinque giorni ha visto i partecipanti lavorare in un unico gruppo. Assistenti ed in-

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segnanti hanno condiviso idee ed esperienze sulla strutturazione del profilo dell’Assistent Trainer incentrato sul suo ruolo, responsabilità e possibilità. Il prodotto di quanto elaborato dal gruppo è disponibile on line sul sito circosfera.it > rete europea > ASK project. Partner di progetto: NuorisoSirkusliitto,FI (Capofila); BAG, DE; CircusCentrum, BE; FFEC, FR; Circus Works, UK; Circomundo, NL; Giocolieri&Dintorni/CircoSfera, IT; FEECSE, ES; Cirku¬sko Pedagogico, SLO; Miasto Projekt, PL; ECCDV, EST

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Lombardia

Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia Veneto

Liguria

Emilia Romagna

Toscana

Marche

Umbria Lazio

Puglia Basilicata Sicilia

CH4 Sporting Club via Trofarello 10, 10127 Torino Francesca Casaccia 011 678366 www.ch4sportingclub.it Circo Clap via Don Giovanni Minzoni 17, 28041 Arona (NO) Laura Cantù 328 8891533 www.circoclap.it Dimidimitri S.S. 299 c/o Cascina Cavallotta via Valsesia, 28100 Novara Alessio Ricci 346 9812214 www.dimidimitri.com Flic Scuola di Circo via Magenta 11, 10128 Torino Dario Sant’Unione 011 530217 www.flicscuolacirco.it Fuma che n’duma via dei Salici 16, 12035 Racconigi (CN) Giuseppe Porcu 333 2742858 bimbocirco.wordpress.com Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Macramè Strada dei Sent 16, 12084 Mondovì (CN) Marco Donda 347 8251804 www.scuoledicircomacrame.blogspot.it Microcirco c/o Chapitombolo via Baldichieri 18, 14013 Monale (AT) Carla Acquarone 337 266505 www.microcirco.it Sportica Gym via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 0121 795590 www.sportica.it Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com UP Str. Salimau 1/E int. 1 12060 Pocapaglia (CN) Maria Grazia Ielapi 339 7532815 www.upscuoladicirco.com Vertigimn via Mottalciata 7, 10154 Torino Fabrizio Fanizzi 338 4189800 www.vertigimn.com Ambaradan viale Lombardia 53, 24020 Torre Boldone (BG) Lorenzo Baronchelli 339 5695570 www.ambaradan.org Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.campacavallo.com Circotondo via Bastia 5, 20136 Milano Valentina Sordo 339 8072575 www.valentinasordo-danza.com Giocolarte via Acerbi 33, 27100 Pavia Marco Lam 393 8392809 giocolarte.wordpress.com Hops via Lanzi 51, 20872 Cornate (MB) Sara Papadato 348 0069417 www.scuola-circo-hops.it Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 www.spaziokabum.it Quattrox4 Via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 02 36525176 www.quattrox4.com Scuola di arti circensi e teatrali via Sebenico 21, 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 www.milanoclownfestival.it Scuola di circo SATs via Casnida 19b, 24047 Treviglio (BG) Massimo Vitali 339 1134156 www.scuolateatrotreviglio.it/scuolacirco Scuola di circo Trillino Selvaggio via Tolstoi 14/a, 20146 Milano Giuditta Pino 334 2765052 www.trillinoselvaggio.it Spaziocirco via Carrobbio 6, 20093 Cologno Monzese (MI) Sonia Belotti 338 7813115 www.spaziocirco.it Spazio Circo Bergamo via Gaetano Scirea 11, 24060 Telgate (BG) Manlio Casali 393 0082506 www.spaziocircobergamo.it Teatro Circo Puzzle Str. Padana Superiore 28, 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) Silvia Vetralla 348 7461009 www.teatrocircopuzzle.com Ululì via Brioschi 55, 20100 Milano Federico Moro 347 9199465 www.terzotempoululi.com Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana (BZ) Reinhard Demetz 0473 239564 www.animativa.org Arteviva via Bari 32/L, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 FB Arteviva Cooperativa Bolla di sapone via S. Antonio 20, 38100 Trento Tommaso Brunelli 348 8852925 www.bolladisaponetrento.it Circo all’inCirca via Piemonte 84/8, 33100 Padernò (UD) Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it Skiribiz via Marinelli 6, 33033 Codroipo (UD) Marco Grillo 340 8304849 www.skiribiz.com Ancis Aureliano via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) Giovanni Evaristo Arnaldi 347 2261288 www.dottorclownitalia.org Barbamoccolo via delle Motte 12/c2, 30020 Martellago (VE) Manuela Polacco 339 4652122 www.barbamoccolo.it Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 www.circoinvaligia.it Circo Volante Via Scortegara 116, 30035 Mirano (VE) Laura Ugolini 340 8598292 www.circovolante.it Ludica Circo Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.ludicacirco.com Circo Galleggiante Corso Cavour 433, 19122 La Spezia Chiara Martini 339 5772543 www.circogalleggiante.it Circo Mirtilla strada Ronchi Brighei 1/c, 18100 Imperia Nadir Spagnolo 329 2950023 www.2clown.com Facciamo Circo via Segalara 5, 19038 Sarzana (SP) Alina Lombardo 339 5878441 www.facciamocirco.it Ge.AC Genova Arti Circensi Vico delle Carabaghe, 16123 Genova Boris Vecchio 347 4359018 www.sarabanda-associazione.it sYnergiKa piazza Palermo 12, 16129 Genova Annalisa Alcinesio 338 1172011 www.synergikaasd.com Arterego via Piave 19, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Pietro Morea 347 7121221 www.arterego.org ArtinCirco Via Tolara di Sopra 90, 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Ferdinando D’Andria 329 2347981 www.artincirco.it Body Studio1 via Paradisi 7a, 42100 Reggio Emilia Susi Alberini 338 1397924 www.bodystudio1.com Circolarmente via Mantova 4/b, 43123 Parma Albert Horvath 347 3131604 www.circolarmente.it Circo Sotto Sopra via Corsica 6, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Mariagrazia Bazzicalupo 328 7312861 www.circosottosopra.com TaDaM Circo via G. Taverna 183, 29121 Piacenza Dario Rigolli 333 1532976 www.tadamcirco.com 100% Circo Casa la Marga 69, 52010 Subbiano (AR) Simona Serafini 339 3840294 FB centopercentocirco Antitesi Scuola di Circo via Guidiccioni 6b, 56017 San Giuliano (PI) Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Badabam strada della Tressa 4, 53100 Siena Margherita Gamberini 366 4811081 www.badabam.it Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Samuele Mariotti 333 4022331 www.circoliberatutti.it Circo Libre via Sambre 32, 50014 Fiesole (FI) Raffaella Fileni 388 4228248 www.circolibre.it Circo Tascabile p.zza Cairoli 4/c, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 www.circotascabile.com En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 www.enpiste.it K-production piazza Viani 6, 55049 Viareggio (LU) Claudia Sodini 328 1447868 FB Kproduction - teatro circo scienza Mantica Scuola di Circo via del Terminillo 20, 58100 Grosseto Ilaria Signori 328 9089250 www.compagniamantica.it Saltimbanco Scuola arte del cirko via degli Acquaioli 60, 57121 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 www.saltimbancoscuolacirko.it Aria di Circo via Goito 10, 60121 Ancona Caterina del Giudice 388 7533247 www.ariadicirco.com Circoplà c/o Spazioplà Via Vanoni 11, 60030 Serra dÈ Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 www.circopla.it La Valigia delle Meraviglie v.le G. Bovio 73B, 60044 Fabriano (AN) Marco Censi 340 2380553 www.lavaligiadellemeraviglie.it Visionaria via Maestri del Lavoro 3, Teatro Panettone, 60131 Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 www.visionaria.org Circo Corsaro piazza Vanvitelli 1/a, 06034 Foligno (PG) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 FB Scuola di Circo Foligno Circo Instabile via Birago 4, 00124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 www.circoinstabile.it Sul Filo e Dintorni Località Padella 37, 05018 Orvieto Soledad Prieto 389 4318892 www.lastronauta.com Accademia Materia Viva via Camilla 44, 00181 Roma Roberta Castelluzzo 06 97616026 www.accademiamateriaviva.it Bigup via del Fosso di Papa Leone 24 – 2, 00148 Roma Daniele Pinzi 351 9366333 www.bigupcirco.it Catapulta Teatro Circo via Terme di Traiano 38, 00053 Civitavecchia (RM) Novella Morellini 333 2004091 FB Catapulta Teatro Circo Circoraggio via Baccano 10, 00188 Roma Ombretta Di Simone 339 8258627 FB Scuola Circo Circoraggio Circo Svago via delle Mole 32, 00041 Albano Laziale (RM) Jacopo Beretta 331 8681147 www.circosvago.it Circus Bosch Villaggio Globale, l.go G.B. Marzi e l.go D. Frisullo, 00153 Roma Valeria Zurlo 333 688 8554 www.circusboschtuttoilcirco.com Corpi Pazzi Palestra Popolare via Bertero 13, 00156 Roma Emilie Masci 333 5234005 www.corpipazzi.noblogs.org Vola Voilà via dei Pescatori snc, 00124 Roma Anna Paola Lorenzi 342 5451353 www.volavoila.it Circo Laboratorio Nomade via Sferracavallo snc, 74012 Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 FB Circo LaboratorioNomade Un Clown per Amico / Circobotero strada Modugno Carbonaro 4/8, 70131 Bari Michele Diana 348 0535875 www.unclownperamico.com Il Girotondo via Trabaci 3 c.ctre torri, 75100 Matera Nicola Scoditti 339 2464721 www.scuoladicircoilgirotondo.it Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 329 7169258 www.circopificio.it Gigliopoli via S. Antonio 6 Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281274 www.gigliopoli.org

REGISTRO NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO EDUCATIVO

Piemonte Arcobaleno via delle Fontane 60, 13011 Borgosesia (VC) Ilaria Sitzia 348 8123417 www.sportarcobaleno.it


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di Maria Teresa Cesaroni In un mare di odio e silenzio, Mediterranea naviga per la solidarietà e i Diritti Umani. AltroCirco sostiene questo viaggio insieme a tantissime altre realtà e lancia una chiamata a tutto il mondo circense affinché si unisca con la sua energia dirompente alla moltitudine di chi non vuole più a restare a guardare. Con questa frase inizia il comunicato con cui AltroCirco, progetto dell’Ass. Giocolieri e Dintorni per lo sviluppo e la promozione del circo sociale in Italia, ha appena lanciato il suo nuovo progetto dal nome Circu-

Sea. Proseguendo il suo impegno sociale e con il desiderio di essere soggetto attivo della società civile e insieme ai suoi membri dare il proprio contributo a difesa dei diritti umani, AltroCirco lancia dunque un nuovo appello a tutto il mondo del circo. Dopo il progetto Magnitudo Circo, svolto a favore delle popolazioni terremotate con grande partecipazione della rete e di tanti soggetti del mondo circense, AltroCirco propone CircuSea con l’obiettivo di dare un contributo positivo alla triste situazione dei migranti che attraversano il mar Mediterraneo. Il progetto nasce dalla consapevolezza di come Il nostro mare sia diventato

scenario di morte e veda morire nell’indifferenza migliaia di uomini donne e bambini. Con la decisione di chiudere i porti la situazione non solo è peggiorata, ma ancor più ignorata e le poche centinaia di persone salvate di cui si dà notizia, che per la maggior parte fuggono dalle torture dell’inferno dei carceri libici, vengono trattate come criminali o peggio. Sappiamo bene che il fenomeno è molto più vasto di quello raccontato dai media, di molti di loro non viene dato notizia, lasciati morire nel silenzio o catturati di nuovo dalle forze libiche. Per far fronte a tutto questo ad ottobre 2018 ha preso vita Mediterranea un proget-

www.altrocirco.it REGISTRO NAZIONALE PROGETTI DI CIRCO SOCIALE Piemonte Fondazione Uniti per Crescere Insieme via Pacchiotti 79, 10146 Torino Sara Sibona 011 19836531www.unitipercrescereinsieme.it Fuma che n’duma via dei Salici 16, 12035 Racconigi (CN) Giuseppe Porcu 333 2742858 www.bimbocirco.wordpress.com Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com SSD Sportica Gym via Cattaneo 41, 10064Pinerolo (TO) Paola Martina 012 1795590 www.sportica.it Lombardia Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Bruna Ventura 349 1470123 www.giocolarte.wordpress.com Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.campacavallo.com Quattrox4 via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 www.quattrox4.com SBOCC via V. Veneto 1, 21010 Cardano al Campo (VA) Luana Facchetti 347 2785195 www.sbocc.it Spazio Bizzarro via del Portone 6, 23887 Olgiate Molgora (LC) Nicola Bruni 333 1903879 www.spaziobizzarro.com Spazio Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Damiano Petitti Roreto 3494568018 www.spaziokabum.it Veneto Ancis Aureliano Onlus via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) www.dottorclownitalia.org ASD Ludika Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Sara Marchesini 345 2153828 www.ludicacirco.com Barbamoccolo via delle Motte 12/c2, 30020 Martellago (VE) Manuela Polacco 339 4652122 www.barbamoccolo.it Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 www.circoinvaligia.it

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to che grazie ad una nave di volontari sta presidiando le acque del Mar Mediterraneo principalmente in corrispondenza delle coste libiche, in collaborazione con le

azioni di Open Arms e Sea Watch. È l’unica nave italiana a svolgere attualmente operazioni di monitoraggio e salvataggio: “Quella di Mediterranea è un azione di disobbedienza morale ma di obbedienza civile. L’obiettivo principale è essere dove bisogna essere, testimoniare e denunciare ciò che accade e, se necessario, soccorrere chiunque rischi di morire nel Mediterraneo Centrale, come impongono tutte le norme vigenti.” Sono le dichiarazioni con cui questo progetto si è presentato al suo nascere. Per poter continuare il suo lavoro, Mediterranea ha bisogno dell’impegno di tutte

e tutti. AltroCirco, da anni impegnato su questi temi, raccoglie questo appello e si fa ponte col mondo del circo in tutte le sue declinazioni. L’obiettivo è quello di incanalare la prorompente energia circense e inondare teatri, scuole di circo, piazze e tutti i luoghi dove si sceglierà di esibirsi, valorizzando l’incontro culturale, l’accoglienza e il valore della vita come principi fondamentali che animano da sempre questo nostro splendido lavoro. La chiamata è per tutte le realtà circensi che vorranno aderire organizzando uno spettacolo, un cabaret, una festa circense per raccogliere fondi. Ci auguriamo che questi eventi possano rappresentare anche opportunità di raccontare cosa succede nel Mediterraneo attraverso gli occhi dell’equipaggio, che quando potrà invierà attivisti, e tramitei contenuti raccolti sui canali d’informazione di Mediterranea. Gli spettacoli offriranno inoltre occasioni d’incontro in cui le realtà

coinvolte potranno scegliere se e come approfondire temi connessi all’attraversamento di frontiere politiche e geografiche. La presentazione del progetto si è tenuta il 23 febbraio presso la sede dell’APS Jaqulè al Teatro Bossatis di Volvera (TO). È stata una giornata di approfondimenti e spettacolo in cui sono intervenuti Alessandro Metz “armatore sociale” della nave del progetto Mediterranea; un avvocato ASGI, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, con un intervento sul decreto sicurezza; Saltimbanchi senza frontiere raccontando il progetto delle parate circensi lungo i confini con la Francia; AltroCirco che ha presentato il progetto e il modulo di formazione “Circo come incontro culturale”. Due gli spettacoli in programma: “MareNostroVostroLoro” a cura della Piccola Scuola Popolare di Teatro, e in serata il Cabaret che ha rappresentato il numero “0” del progetto CircuSea. La speranza è che il mondo del circo possa raccogliere questa chiamata e rispondere numerosi e numerose facendo sentire la potenza ed il calore del circo, alimentando la spinta controcorrente e gonfiando la vela della solidarietà con tutta la forza che insieme possiamo avere. Per chi fosse interessato a dare il proprio contributo tutte le info su www.altrocirco.it oppure contattateci: altrocirco@gmail.com

Friuli Venezia Giulia Circo all’inCirca via Piemonte 84/8, località Padernò, Udine Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it Emilia Romagna Circo Sotto Sopra via Corsica 6, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Bologna Mariagrazia Bazzicalupo 328 7312861 www.circosottosopra.com TaDam Circo via XXIV Maggio 51 (PI) Dario Cadei 333 1532976 www.tadamcirco.com

Toscana Badabam strada valacchio casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 347 7856564 www.badabam.it

Lazio Campania Puglia Sicilia

Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 www.circoliberatutti.it Circo Tascabile p.zza Cairoli 4/c, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 www.circotascabile.com En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 www.enpiste.it Saltimbanco Scuola arte del cirko via degli Acquaioli 60, 57121 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 www.saltimbancoscuolacirko.it Scuola di Circo Antitesi via Guidiccioni 6b, San Giuliano Terme, Pisa Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Bigup Circo via del Fosso di Papa Leone 24-2, 00148 Roma Leonardo Varriale 347 6531329 www.bigupcirco.it Circosvago via delle Mole 32, Albano Laziale (Rm) Jacopo Beretta 331 868114 www.circosvago.it Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 FB Scuola di Circo Corsaro CircoLaboratorioNomade via Sferra Cavallo Snc, loc. Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 Fb Circo.LaboratorioNomade Social Circus quartiere Leuca, Lecce Dario Cadei 335 5407829 FB Social Circus Quartiere Leuca Un Clown per Amico/Circo Botero st. Modugno Carbonaro 4/8, 70123 Bari Michele Diana 348 0535875 www.unclownperamico.com Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 340 3928905 www.circopificio.it Clatù via San Josè Maria Escrivà 3, 95030 Tremestieri (CT) Maria Elena Rubbino 340 1723934 FB Clatù

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JUGGLEBOARD E METODO QUAT PROPS WWW.ALTROCIRCO.IT/RICERCA-E-STUDI di Lapo Botteri

O. WILDE

Nell’aprile del 2016 ho incontrato Craig, in occasione del II convegno AltraRisorsa, per il quale AltroCirco aveva coinvolto Circo Tascabile come partner tecnico, chiedendoci tra l’altro di ospitare Craig e coordinare un suo workshop. Quell’esperienza, durante la quale mi offrii per una traduzione in italiano del metodo Quat Props (la prima mai realizzata!), ha cambiato totalmente il mio modo di vedere il circo adattato, dando vita ad una profonda amicizia ed una stabile collaborazione con “LA VITA Craig che mi ha È CIÒ CHE SUCCEDE spinto a diventare IN MEZZO sperimentatore, sviluppatore, inseAI TUOI PROGETTI” gnante e ricercatore del metodo Quat Props. Il metodo è basato su tre punti chiave: una pedagogia basata sullo schema ideo-motorio; una chiara catalogazione delle componenti che formano un movimento; l’utilizzo di esercizi e oggetti per facilitare l’apprendimento. L’oggetto di facilitazione per eccellenza è la Juggleboard, messa a punto da Craig Quat e prodotta dalla PlayJuggling srl. È proprio su quest’oggetto che ho focalizzato gli ultimi due anni e mezzo del mio lavoro e della mia ricerca, per evidenziarne

i profondi aspetti educativi. Tutto è iniziato presso il Centro Terapeutico Europeo di Rignano sull’Arno, con un laboratorio sperimentale settimanale di due ore, cresciuto nel tempo e arrivato ad otto ore settimanali a fine 2018. Dietro richiesta del responsabile della formazione Marco Mazzoni è partito già nell’estate 2017 un lavoro più strutturato, e in parte finanziato, con una ricerca sulla Juggleboard, poi presentato ad un convegno a Firenze nell’autunno successivo. Preparare, realizzare e valutare questo lavoro è stata un’esperienza molto stimolante, ringrazio Craig e Celso Pereira per il supporto sulla scelta dei test e per la pianificazione del lavoro. Una peculiarità di questa ricerca, che ha coinvolto 6 partecipanti di età compresa tra i 14 e i 45 anni, tutti affetti da ritardo mentale medio, ed un gruppo campione di altri 6 partecipanti con gli stessi requisiti, è stata la programmazione fissa per quanto riguarda gli obbiettivi, ma adattata incontro dopo incontro per quanto riguar36

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WWW.JUGGLINGMAGAZINE.IT

da le proposte degli esercizi specifici. Questo è infatti il primo progetto documentato di programmazione a medio periodo con juggleboard. Ho filmato ogni incontro svolto e riguardato in seguito tutte le sessioni per stabilire il miglior percorso di proposte tecniche per la sessione successiva. L’ipotesi di lavoro da cui sono partito è stata pienamente raggiunta, provando l’incredibile sviluppo di capacità motorie in tempi relativamente brevi tramite l’uso della Juggleboard, ma soprattutto, la loro facile applicazione nella vita quotidiana. Lavorare con il ritardo mentale non è facile, obbliga il facilitatore (cioè il conduttore del lavoro con juggleboard) ad una pedagogia chiara e dettagliata affinché le proposte risultino lineari e ben strutturate. Questa tipologia di lavoro mi ha aiutato a trovare molti nuovi esercizi atti a risolvere i problemi specifici di ogni partecipante, ampliando notevolmente il mio bagaglio di proposte motorie con la juggleboard. Dopo questa esperienza il CTE ha continuato a supportare il mio lavoro con la tavola ed al momento mi ha accordato due progetti individuali con utenti diversamente abili, sia fisici che mentali, con cui sto conducendo un lavoro sulla relazione attraverso oggetti, la motricità fine ed il ritmo. Oltre al piacere di averla svolta, questa ricerca mi sta aprendo strade e prospettive nuove. Viviamo un periodo d’oro per il circo ludico educativo e per il circo adattato, e i tempi sono maturi per avviare nuove ricerche e dare credibilità e riconoscimenti ad un’attività unica nel suo genere in termini di potenzialità educative. Spero che il mio studio incontri un’ampia diffusione e sia d’ispirazione per tutti quegli operatori impegnati nel dimostrare l’effettiva valenza del nostro lavoro. WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT




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