Juggling Magazine #38 - march 2008

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JUGGLING MAGAZINE bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno VI, n.38, marzo 2008 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 Š2002 Associazione Giocolieri & Dintorni via del Lazzaretto, 1 00053 Civitavecchia (RM) Sede operativa viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) e jugglingmagazine@hotmail.com h www.jugglingmagazine.it f 0766 673952 - 347 6597732 Direttore Responsabile Marcello Baraghini Direttore Editoriale Adolfo Rossomando Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h www.ruggieripoggi.it t 06 57305105 Distribuzione Nuovi Equilibri t 0761 352277 f 0761 352751 Stampa Spedim via Serranti, 137 www.spedim.it Stampato il 20 marzo 2008


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M A R I O 02 2008 e oltre 04 Il teatro acrobatico SOM 1998 06 Il circo in America 08 Big Apple Vi aspettiamo tutti! Circus 010 Piste Lontane_Sulle tracce del giocoliere 012 Ministry of Manipulation_Berlino 014 III Festival delle Arti Distratte_Empoli 017 Sciapitò_Ragusa 019 Circo Gioventù_ Milano 020 Circus Elleboog_ Amsterdam 022 Cirque du Monde 025 Il Circo della Pace_ Bagnocavallo 026 Formazione_Il Punto 030 Da Nord a Sud: A testa in giù/La 2008 strada e la formazione JUGGLING MAGAZINE bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno VI, n.38, marzo 2008 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002

©2002 Associazione Giocolieri & Dintorni

via del Lazzaretto, 1 00053 Civitavecchia (RM) Sede operativa viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) e jugglingmagazine@hotmail.com h www.jugglingmagazine.it f 0766 673952 - 347 6597732 Direttore Responsabile Marcello Baraghini Direttore Editoriale Adolfo Rossomando Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h www.ruggieripoggi.it t 06 57305105 Distribuzione Nuovi Equilibri t 0761 352277 f 0761 352751 Stampa Spedim via Serranti, 137 h www.spedim.it Stampato il 20 marzo 2008 In copertina Slava Snow’s Show foto di Veronique Vial Cosa mandare e dove specificate sempre e dovunque: per Juggling Magazine Amministrazione fax 0766 673952 Contributi redazionali e Spazi pubblicitari • per posta: Juggling Magazine c/o Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (Rm); • per e-mail: jugglingmagazine@hotmail.com (testi in word e immagini a 300 dpi, JPG o vettoriali) • Varie ed eventuali 347 6597732

Juggling Magazine sarà presente a questi eventi.


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ere a cogli ficoltà if d forr o e una p avrem a n s o e n r p om acoli e perti spett rti circensi (c oza!), oppur niss e u q i k be uno d delle a gli Za Onde bbero In ciasc menti tipici inserire te eticheta de i m s a e d ele h n c n con Ke afie, numeri uneme nta mance più com nee”. In aggiu o og r e li r o o c c a n i, tt a r g e ta g o p n a s p e n i s m o d s conte , si pre terno i n s m ’i n etll iu r e r a c p li simo o De rti cir tale”, e di “a coli, compres n palco “fron lta m o o v c una tati iu etta ettiva d colare ancora sversale, esti sp p u s q o i r tt p tu es lla tra lico da si a rim rre in modo e rappreal pubb teatrale, qua o c su r e e p ll te re che nuti de re sulla tela tamen n gene ghi e i conte e u s s i d te sto estioni le carte plotter, i luo tto que sco di sugg nto, tu i n d u e ultato come utame n arab ni. Il ris io è u tinuo m itasentazio o immaginar lturali in con ovazione e c u n tr c fils in , o ti , o n n o u e del erim classic no di contin co, he e rif e repertorio li c ta b ti n s b e ti u r a to. del p alità si alim a in e z ig teressa n o r n in o ie lterna dove esper mpre a e i d s s e , , a à to it ra olt sensibil meno prepa zione c a sola o ll a iù d p , ti tra colto meno più o 20-03-2008

ampio lmente a n io z ce oste ec e delle di prop nisola (molt o li g tanta e Un ven su tutta la p er voi intervis ep o s u o on m eguit e diffu prossim no sul iamo s il b b r a e p li isti qua ianca rotagon l quale si aff e propop i e n do ità ), a oli attiv a rivista gnie, ro dell le innumerev stre, compa atr le io a r p a o ll de s i lub, territ tanti c arti circensi e ns e i c e ir d c ste le arti ole di u a ni c li s a io It z e in lina centri e oggi ro dec h nc lo o e c ir le da. D e, e al vivo ene d n a r lo o o p att ttac contem llo spe o i favori e l’ rno de n a sto ed te a tr n v n ’i ll a re più o, inco p e in n m a e r s o lico se non temp n pubb a smentite, n u a i u d q e i, zion attar n trov fr o e r n te e ta n ff rs entusia tradizionalme contrari, all’a d ti n te tica e a men ambie ità artis stinata il o ib s n n o e do n uova s i una n marsi d del pubblico. to vo gus un nuo

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www.cirqueeloize.com www.teatrosunil.com

Angeli i inpalcosce Estratti dell’intervista a Daniele Finzi Pasca pubblicata in Il Circo in Teatro

Qual è stato il suo primo incontro con il circo?

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foto di Eddy Mottaz e Valérie Remise

Il circo può “raccontare”? Se col termine “circo” intendiamo lo spettacolo classico sotto il tendone con animali, non lo so. Il mio teatro acrobatico racconta sempre qualcosa. Un acrobata che sale sulla scena racconta con intensità qualcosa di magico e mitologico. Non una storia lineare, ma per associazione di idee. E il virtuosismo dell’acrobata può in qualche modo mettere lo spettatore in una situazione di totale apertura, perché ti sorprende. Se in quel particolare Il Circo In Teatro momento uno riesce a dipingere un a cura di Alessandro Serena gesto, una parola, un’allusione, troverà Quaderni dello Spettacolo 84 un terreno propizio. Quindi i miei spettaTeatro Donizetti, 96 pagine coli sono fatti per raccontare qualcosa, In quest’opera, concepita per far anche se qualcosa di impalpabile, capire quanto le discipline chiamate trasparente. Credo che la materia circensi abbiano formato un’ossatura umana degli acrobati è qualcosa importante dello spettacolo dal vivo di particolare. Sono uomini della in generale, lo spettro degli interventi scena che si specializzano su sinè ampio e comprende prospettive gole azioni che continuano a sia storiche e attuali, sia relative cesellare per anni per perfezionaall’iconografia ed ai documenti, re tre minuti di numero. Un che alle modalità estetiche approccio veramente particolare, e registiche, con l’ambizione, più che dei perfezionisti di un’azione soddisfare le curiosità in materia, minimale ma complessa, a volte di stimolare ulteriori riflessioni. azzardata, ai limiti del possibile. Interventi di: A. Serena, M. V. Vittori, Ma a me piace soprattutto la fraM. Locuratolo, F. Ferla, A. Giarola, gilità, il gesto che non si compie G. Cristoforetti, D. F. Pasca totalmente, la caduta, l’incertezza, in particolare se raccontata da chi è capace di gesti incredibili. Quando il grande acrobata sa danzare la propria fragilità, ritorna ad essere un eroe umano in un mondo dove siamo bombardati da eroi invincibili, dominanti. L’acrobata clown è l’eroe perdente, straordinario nella sua eterna sfida, nel suo perdere, inciampare, e riprovare a rialzarsi.

Difficile dirlo. Quello che viene chiamato circo è un’invenzione recente. Quando Astley codificò questa forma, poco più di duecento anni fa, fece convergere in un cerchio le discipline equestri, la comicità e le acrobazie. Ma gli spettacoli di cui mi occupo si possono definire piuttosto di teatro acrobatico. E l’acrobazia in se stessa è una materia antica, primordiale, che ha permesso all’uomo di tentare di reinterpretare la realtà, sfidarla, conoscerla. Da questi tentativi derivano i giochi di equilibrio, la sfida con le belve feroci, il desiderio di volare, di competere con le leggi della gravità. L’acrobazia ci permette di comprendere e danzare sulla scena delle cose, dei significati, che in qualche modo possiamo chiamare “misteri”. Mi piace pensare che per l’umanità la figura dell’acrobata corrisponde a ciò che per gli dei è l’angelo. Gli dei inventano gli angeli per dialogare con gli umani in un mondo intermedio, in un cielo a metà. Noi per dialogare con gli dei, inventiamo le arti degli acrobati e gli acrobati quali interpreti dei nostri desideri.

In cosa risiede l’essenza di uno spettacolo circense?

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l teatro acrobatico

Dalle mie parti, in Svizzera, il celebre Circo Knie, arrivava (ed arriva) ogni anno a cavallo di novembre e dicembre, nel periodo delle prime nevicate. Si muoveva con il treno. Gli animali venivano scaricati dai vagoni e camminavano lungo le strade della città per arrivare al luogo dove era montato il tendone. Veder passare questo serraglio, sentire l’arrivo del circo, la sua partenza sono tra i ricordi di infanzia più belli. Il senso di un vagabondare di gente strana. Per me il circo è qualcosa che viene dall’oriente, che proviene da terre magiche. È sempre stato un po’ come il portatore di qualcosa di esotico, inafferrabile e allo stesso tempo profondamente umano. Per me il circo è semplicità. Quello che faccio non è circo ma gli è molto vicino.

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Buffalo Bill d a l l a Fr o n t i e r a a l C i r c o di Anna Maria Giuntani Stampa Alternativa 68 pagine, € 6,20 Buffalo Bill, il generale Custer, Calamity Jane, Toro Seduto, gli eroi che hanno alimentato il mito della Frontiera, rivivono in questa rivisitazione avvincente e scanzonata dell’Epopea del West una ricostruzione magistrale e godibilissima degli epici assalti alle diligenze, delle cacce ai bisonti, ma anche della vicenda di Buffalo Bill e della sua parabola: dai fulgori come uomo della Prateria fino alla caduta come fenomeno da circo. Un interessante approfondimento sulla storia del Circo in America.

Buffalo Bill

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I l C i r c o C a p ov o l t o di Milena Magnani Feltrinelli 180 pagine, € 12,50

Per me Nebbia ha avuto diverse fortune. Fra tutte è di avere nel cast tutti acrobati con i quali avevo già fatto almeno uno spettacolo. Mi sono ritrovato con amici con i quali avevo già stabilito un modo di comunicare. Questo aiuta molto perché il linguaggio teatrale a volte ha gradi di astrattismo che lasciano stupiti i non addetti ai lavori. Tutte le cose che un regista dice quando cerca di correggere un gesto per renderlo più sincero, bello, equilibrato, giusto. La complicità esistente con il cast ha quindi permesso che Nebbia fosse sin dall’inizio uno spettacolo compiuto, ovvero nel quale abbiamo dato tutte le immagini che avevamo in animo di dare. Questa è stata una delle cose più emozionanti di questa avventura, ritrovarsi il giorno della prima insieme agli altri creatori e artisti, di fronte ad uno spettacolo che avevamo voluto così. Proprio lo spettacolo che mi ero immaginato. (…)

Il cerchio è una delle forme arcaiche a cui fa riferimento l’uomo.

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bbia è uno spettacolo maturo.

In realtà non ho mai lavorato in circolo, anche con il Cirque du Soleil, in Corteo, ho spezzato la pista in due rendendola con una gigantesca passerella. Il cerchio non l’ho mai ancora davvero sperimentato. Prefersico, forse perché vengo da una famiglia di fotografi, lavorare su gioco di profondità, su piani che si sovrappongono. Quindi ho bisogno di un punto di fuga, di una prospettiva, di uno slancio nella profondità. In generale spezzo tutto quanto possa sembrare una pianta centrale per creare una visione che mi permetta una profondità.

“Le favole sono atroci, ma con il lieto fine. Quando atroce è il mondo, allora la salvezza può consistere in un circo. La risurrezione è un tendone ripiegato, da montare di nuovo. Qui siamo tra giostrai, gente che non dimentica. Accompagna la storia una lingua sorella gemella della musica” così Erri De Luca sintetizza la trama di un romanzo che valorizza le potenzialità del Circo come strumento di intervento nei luoghi del disagio.

Il Circo Capovolto Il Circo Classico

Quali sono le discipline del circo che la interessano di più?

di Antonio Giarola Edizioni Equilibrando 54 pagine, illustrato, € 30,00

Nel mondo dell’acrobazia mi interessa quasi tutto, sia il gesto lento che quello sospeso. Amo molto l’equilibrio e le linee del corpo che si spezzano prendendo linee un po’ astratte, quasi impossibili. Mi piace vedere volteggiare per aria oggetti e persone. Adoro le espressioni della forza e della rapidità. Ma alla fine dei conti quello che più mi affascina è la clownerie, la capacità di usare tutto quello che ho detto in maniera in qualche modo farabutta, dissacrante, allegra e tragica, profondamente tragica. Ecco, amo dell’acrobazia il risvolto clownesco. (…)

“Cos’è un “Circo Classico” se non un Circo capace ancora oggi di stringere il ricordo di cose antiche, ma capace anche di cogliere quelle atmosfere contemporanee entrate soffusamente nell’immaginario collettivo, per disegnarvi personaggi insostituibili, colori e musiche fusi in una memoria senza tempo?” Questo volume, che raccoglie in una foggia molto curata una serie di scatti e pensieri dell’autore, è un tributo alle arti e alla storia del Circo.

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ilCircoinAmerica Tatto da “A Short History of the Circus” di Dominique Jando, storico del circo ed ex co-direttore artistico al Big Apple Circus

Nel 1782, Astley inaugurò il primo circo a Parigi, l’Amphithéâtre Anglois. In quello stesfoto Archivio Cedac so anno incontrava il suo primo concorrente, il cavallerizzo Charles Hughes (17471797), che nel 1793 introdusse il circo alla corte di Catherine the Great a St. Petersburg, Russia. In quello stesso anno uno dei pupilli di Hughes, il cavallerizzo inglese John Bill Ricketts (c.1770-1800), apriva il primo circo negli Stati Uniti, a Philadelphia. Lo stesso Ricketts inaugurava il primo circo canadese a Montreal nel 1797, mentre il suo unico concorrente in America, l’inglese Philip Lailson, portava il circo per la prima volta in Messico nel 1802. Gli spettacoli circensi, sebbene nati in strutture di legno, si erano presto Gli U.S. erano un nuovo assicurati dei veri edifici e ogni maggiore città europea a quei paese in forte sviluppo, tempi si era dotata di circhi stabili le cui architetture potevano con poche città abbastancompetere con i più sfarzosi teatri. Edifici del genere vennero za importanti da sosteneeretti anche a New York, Philadelphia, Montréal, Mexico, etc. ma re a lungo la permanenza il circo avrebbe adottato un’altra forma negli Stati Uniti.(…) di un circo. Inoltre in questa terra di frontiera i coloni erano sempre in movimento, stabilendo nuove comunità in un paese sempre in espansione. Per incontrare il pubblico gli artisti non avevano altra scelta se non quella di viaggiare leggeri e veloci. Nel 1825, Joshuah Purdy Brown (1802?1834) fu il primo impresario circense a sostituire le tradizionali costruzioni in legno con un tendone in tela, un sistema che diventò di uso comune già a metà degli anni 1830. J. Purdy Brown veniva dalla regione del Somers, New York, dove un mercante di bestiame di nome Hachaliah Bailey (1775-1845) aveva acquistato un giovane elefante africano, mostrandolo in giro per il paese con grande successo. L’aggiunta di altri animali esotici portò alla creazione di un autentico menagerie viaggiante e il grande successo di Bailey indusse altri allevatori dell’area di Somers a lanciarsi in questo business, al quale alcuni affiancarono numeri circensi. Nel1835 un gruppo di 135 imprenditori agricoli e proprietari di menagerie, molti Con questo il circo Americano aveva trodei quail dell’area di Somers, si unirono per creare lo Zoological vato la sua specificità, uno spettacolo Institute, un gruppo che controllava 13 menagerie e 3 circhi affiviaggiante con tendone accoppiato ad liati, unendo così definitivamente i due settori. (…) un managerie, e diretto da un imprenditore – al contrario di quanto accadeva in Europa dove i circhi erano diretti da famiglie di tradizione circense. Nel 1871 il promotore di musei Phineas Taylor Barnum (1810-1891), in associazione con l’imprenditore di circo William Cameron Coup (1837-1895), lanciarono il P. T. Barnum’s Museum, Menagerie & Circus, una combinazione itinerante dove il “museum” era costituito da una esibizione di animali e stranezze umane che divennero presto una parte integrante del circo americano, il Side-Show. Nel 1872, Coup escogitò un sistema di trasporto quotidiano su ferrovia per il circo. Il Circo era diventato di gran lunga la forma più popolare di intrattenimento in America e la ditta di Barnum e Coup era già il circo più grande, ma ancora una volta l’uomo d’affari Coup trovò il modo di aumentare la capa(…) Il moltiplicarsi di viaggi e tournè in giro per il cità del tendone. A causa di limitazioni strutturali questo potemondo fecero diventare il circo un fenomeno planetario va essere fatto soltanto aumentando la lunghezza del tendoprima ancora che la parola diventasse di moda, ne, che riduceva però la visibilità ad una vasta porzione del mischiando le nazionalità delle varie famiglie. Prima di pubblico. Fu così che venne aggiunta una seconda pista, poi entrare in società con P. T. Barnum in 1881, James una terza (1881) e più tardi fino a sette piste e palchi, una Anthony Bailey (1847- 1906) aveva imbarcato il suo soluzione che risolveva il problema fisicamente, se non artistiCooper & Bailey Circus per un viaggio a Honolulu, alle camente – arrivando a dare maggiore impatto allo spettacolo isole Fiji, Tasmania, le Dutch East Indies, Australia, che al virtuosismo artistico, e diventando un altro aspetto oriNuova Zelanda e Sud America, che durò dal 1876 al ginale del circo americano. 1878. Dopo la morte di Barnum, Bailey rilevò il Barnum

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& Bailey ‘Greatest Show On Earth’ e lo portò in un lungo tour europeo dal 1897 al 1902. Fu allora che gli europei scoprirono la visione gargantuesca del circo di P. T. Barnum’s: una gigantesca impresa che viaggiava di notte su treni speciali, e che montava e smontava ogni giorno con straordinaria efficienza immensi tendoni di tela che ospitavano un amalgamato tris di circo, zoo e freak-show. Ma se il format a tre piste e il side-show incontrarono timidi entusiasmi, i proprietari di circhi europei furono molto impressi dalla tecnica di viaggio di Barnum & Bailey’s, e i proprietari di menagerie, i cui affari stavano al tempo scemando, furono lesti nel vedere i vantaggi di aggiungere ad un circo viaggiante le loro esibizioni zoologiche. Così il circo sotto tendone e il menagerie si svilupparono pienamente alla fine del XX secolo anche in Europa. Ma quando Bailey ritornò in US nel 1902, trovò la piazza sotto il controllo del gigantesco conglomerato circense creato dai Ringling Brothers: Al (1832- 1916), Otto (1837-1911), Alf T. (1863-1919), Charles (1864-1926), e John (1866-1936). Un anno dopo la morte di Bailey, avvenuta nel 1906, i Ringling acquistarono Barnum & Bailey, che inglobarono nel loro spettacolo nel 1919 sotto il titolo di Ringling Bros. and Barnum & Bailey Combined Shows. (…) In America il circo continuò a svilupparsi sotto l’influenza delle piste multiple e delle misure dei tendoni, caratterizzandosi con spettacoli di effetto che potessero essere seguiti con piacere da platee così vaste e lontane. Nel frattempo in Europa il circo produceva altre storiche evoluzioni, guidate negli anni ’20 dalle nascenti Scuole di Circo in Russia e, in seguito alle loro esibizioni in occidente negli anni ‘50, dalle scuole europee fondate negli anni ’70 dai Fratellini e Gruss. Il circo, di fronte all’incalzare del cinema e della televisione, si rimetteva in gioco valorizzando una forma di spettacolo centrata sulla qualità e originalità dei numeri degli artisti che ora si formavano presso le scuole di circo, sebbene in una cornice ancora tradizionale. In questa atmosfera il modello Gruss/Fratellini stimolò velocemente altri esperimenti in US. Larry Pisoni e Peggy Snider avevano già creato il Pickle Family Circus a una pista a San Francisco nel 1974, primo tentativo di successo di riportare il circo tra le arti dello spettacolo in America. Nel 1977 Paul Binder and Michael Christensen, che si erano esibiti a Parigi nel Fratellini, creavano la New York School for Circus Arts e la sua emanazione per gli spettacoli, il Big Apple Circus, reintroducendo in modo definitivo il circo ad una pista in America. Pochi anni dopo a Montreal, Canada, Guy Caron fondava nel 1980 l’Ecole Nationale de Cirque, e nel 1984 Guy Laliberté creava l’innovativo Cirque du Soleil, con Caron come suo primo Direttore Artistico, avviando da questo paese del continente nordamericano un nuovo importante capitolo per la storia del circo del XXI secolo. Copyright - 1997 by Dominique Jando j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 38 m a r z o 20 0 8

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foto di Bertrand Guay/Big Apple Circus

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BAC Slifka Family Creapersone, distribuite tra il Bin l Pau ta con rac ali” a che ospita gli archivi e modo noi siamo “tradizion trice Center (una struttur Apple Big vaser del pre e one e azi tar cre sen a tim pre w pas sat i, gli uff ici “Celebrate!” è l’ul der “e ci impegnamo per le attr ezz atu re deg li sho are la loro nte, ebr lme cel ura per nat o , unt ma o app a circ nat per le creazioni e le Circus (BAC), re la tradizione del amministrativi, i luoghi ria del BAC ha oriapparizione, sto sua la la Ma dal ne. fino gio done da circo da 19 , sta ten der a e lea sim trente siamo stati dei e prove) ed il tradizional nuc in cirgià 4 o era o ran C’e tutt e o”. e circ diametro. Una struttugini ancora più lontan del movimento del “nuovo mt. di altezza e 42 mt. di Michael 8: e 6-7 der 197 o Bin l nni Pau trie ’70 nel i si sposta grazie ad una quando negli ann chi che hanno cominciato ra che quando è in tournè li, il universitari e cal di Ron stu o cus lor i Cir ), tati uss ple (Gr com e ed altri 80 veicoli e che Christensen, Cirque A L’Ancienn flotta di 35 autoarticolati o preso a dello spettacolo, si iam ndo Abb . mo noi e nel is re milione di spettatori. Par ora de zzo lav a me decisi Nouveau Cirque ogni anno accoglie upe. Tro le e qua Mim del sco rno nci inte Fra e all’ a tout court degli aniconobbero alla San modello il circo frances Noti per il rispetto e la cur in giro e dal iem ma ins is, are Par and de di que ro Cir gramma (vengono usati Dopo poco decise lavoravamo, il Nouveau mali ospitati nel suo pro ere facendo i do una viv tan da sen si pre nar o dag vam gua sta e che hanno una lunga che per il mondo l’inizio sapevamo solo animali domestici o o: moderna, scelta che gli guadacirc una , nel zze ana pia eric mo), e per l’attenziole am nel l’uo ieri ilità con giocol nuova sensib e tradizione di lavoro ces fran datv fon alla o is, iam Par Abb de ia. itar numeri e degli spettagnò esibizioni al Casino antica, comica, anti-autor ne posta nella qualità dei de Paris cirque dei Cir ne au izio uve No trad ga del lun ta traddistinge anche per e infine nella pis to le nostre radici nella coli proposti, il BAC si con strade erienze Paul e le esp nel ste he que anc Da ma ini. te, pis tell a nel settore del Circo di Annie Fra chi americ ani a tre la grande attenzione ®ripost ® do per la mo per tornare in san ias pas , tus sco l’en nci o Fra ser ond the Ring , Circus tras San Bey l , e Michae di Ne w York Sociale. Clo wn Care stramo ® e tro ess nos il pot to che sta o tutti o è son circ , che , ® the Senses Americ a e fondare un San Francisco Mime Troupe for All! and Circus of il eccellenza e e ed nal ità izio ativ portacre trad per il ne, ì BAC izio Cos ve del re la stessa ded luogo di formazione. marchi di altrettante iniziati nostre opa. Fondarono le Eur nel a larin i uto efic ato viss ent ben i con rim suo pre i spe e o che avevan moderno hanno sem re la meraviglia del circo ool for Circus e il . Ma il BAC azioSch lo” situ k far in Yor a e w li nno Ne abi e la era 7 ent tinu 197 am con ers nel e così produzioni ghe fasce sociali div circo e pal ed e nci ant pri il gig ato da ent si div pas i co e fisico. Big Apple Circus, poi ha fatto in questi 30 ann ni di disagio sociale, psichi che quest’anno festegoro alcune centinaia di lav suo nel lge nvo americ ano ad una pista, coi i ogg o di attività. “In qualche gia il suo trentesimo ann

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positamente formati squadra di clown ap ali operaqu i sso pre A US r ricevere i ragazzi. pe gli li pediatrici de ini girano nel tendone mb ® ba ne i sio de ver ere a rid un di è ses ini con problemi alla “Il bisogno naturale no. Circus of the Sen Dopo lo show i bamb prolle r de pe to ita irin cep lab l con C ne BA to ni una Touch Session può andare perdu speciale delle produzio vista vengono invitati ad progli ospedade con re i ttu azz stru rag e e ie ini log mb no tenza degli artisti, gli cedure, tec essere fruita da ba per toccare, con l’assis autistici, e Michael Chriini on mb azi ba erv , ito oss ud a ezzare gli animali, all’ est e car qu i, ta li”. Da blemi alla vis rezzi e i costum att wn Clo o a co mm fisi gra po pro il lup di svi rezzi di acrobatica stensen creò nel 1986 bambini con problemi provare alcuni degli att 90 artine di e sio up ver a tro a un è ® un a ta ’or con Care , che oggi cognitivo. Lo show di un ® usati nello show. e la gioia del circo a Circus for All show standard di 2 ore llo de ta sti impegnata a portare ica dif mo programmi includono ri Alt alle e o ie ers latt rav ti ma att vi liet gra ltimediale anno 50.000 big bambini ricoverati con offre una fruizione mu (che distribuisce ogni giocoleria, il mimo, ni presenti agli la o seg i nd de usa ua e scuole pubbliche e igli ling alle lla ti fam de o i nta lor interpret omaggio o sco o circa cuf nd i; ita luc vis da e ti a na sic mi mu illu assistono bambini in la magia, la angoli del tendone e ad organizzazioni che me i loro i del Co tor . da no fon an i ni ali og qu le nti o zie ers rmettendogli di assi250.000 pa fie wireless attrav situazioni di disagio, pe zione di sono dei grandi rra r na cto te do ltan wn volta, alle meraviesa clo a i ma un pri hi, colleg BAC danno re, spesso per la n ste scu Cia di i . ne mm sio gra fes pro pro pista; o di circo dal viv®o) e esperti della loro quello che avviene in ® glie di uno spettacol proista na art scu un cia è di re ® te Ca glia wn tta yond the Ring (un membro della Clo sala con descrizioni de Circus After School e Be selezionato i o in io, nd tar gra on eri vol att un car n a mbini a rischio un no itti ba fessionista, performance scr programma che offre a durante gli i in base all’alta o ion ma diz pri au ili si di 12 settimare nib en du po circ o i dis ers i attrav Braille e res icorso intensivo di art art tà a aci ert cap off e ne vie ilità à sib nit rtu , con un’esibizione qualità della loro®sen spettacoli. Questa oppo ne, per due ore al giorno i artisti ini agl mb ltre ba i ino ; ce no nis an for all’ re egnanti qualificati e stica. Clown Ca a circa 4000 bambini finale, tenuto da ins i a lavorae con egn gir ins era gli int di che tà g bili inin ssi tra a diventare positivi, po un proprio hanno inoltre la concepito per motivarli lo show le norme di igiepo do do an e ett ma risp pri , ti ale nis ed sio ). osp re in clown profes attivi e responsabili odano, una lavoro la cui utilità è e i gruppi si accom ntr ne e i protocolli. Un me e, aed osp importanti riconosciuta da tutti i 19

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P I ST E LO N TA N Edi Alessandro Serena aserena@iol.it Esiste un modo di fare circo per ogni nazione e per ogni tempo, come ho avuto modo di scoprire nel corso dei miei giri per il mondo alla ricerca di talenti della pista e della strada. Proverò a raccontarvi tutto questo sulle pagine di Juggling Magazine, con reportage di viaggi nello spazio, nel tempo e nella fantasia, alla scoperta di mille ed una maniera di fare e vivere il circo.

foto Archivio Cedac

NewYork

“Enrico Rastelli ha eseguito alcuni dei più belli esercizi di giocoleria mai visti da molti, molti anni a questa parte e, sebbene non lo si possa ancora paragonare ad un Cinquevalli o ad un Kara, questo giovane ha uno stile molto personale ed è molto difficile che gli si possa trovare un eguale per quel che riguarda gli esercizi con palline e bastoni. È molto intelligente, innovatore, dall’aspetto piacevole e di bella presenza, ed i passi di danza ed il bel sorriso con il quale termina ogni esercizio abbelliscono il

sulle sulle sulle tracce tracce s u l tracce l edel del t r aGiocoliere sulle Giocoliere cdel c e Giocoliere tracce del Gio del c oGioco liere u

na delle più belle e formative avventure della mia vita è stata lavorare alla tesi di laurea. Erano i primi anni Novanta, ero iscritto al Dams di Bologna e lavoravo come caster per alcuni programmi televisivi. Fare le due cose insieme era faticoso ma corroborante. I professori erano lieti di personalizzare l’esame con testi di storia del circo. Ad esempio, per l’esame di “teatri orientali” portai Chinese Acrobatic Through the Ages. Inoltre organizzavo presso l’Università incontri con artisti provenienti da Cina, Russia, etc. Insomma mi davo da fare per inserire le arti del circo in un contesto più ampio. Per una tesina di “iconografia teatrale” chiesi di trattare un argomento circense, il Professor Picchi mi propose la giocoleria. In seguito proposi per la tesi uno studio su Enrico Rastelli. Il mio relatore, il Professor Claudio Meldolesi accettò e cominciai un lavoro ancora più impegnativo. Strinsi amicizia con il guru dei giocolieri, Karl Heinz Ziethen, che mi aprì la porta del suo appartamento di Berlino e del suo archivio, i cancelli del paradiso per un appassionato di giocoleria. Nella capitale tedesca il grande giocoliere aveva lasciato tracce indelebili e negli anni Venti i principali varietà, il Winter Garten e la Scala, se lo erano conteso a colpi di contratti. Mi fermai un po’ anche a Parigi, dove il nostro aveva riscosso grande successo e attirato l’attenzione degli intellettuali della Belle Epoque. Ma il viaggio più interessante fu quello a New York dove, grazie all’aiuto del clown David Larible, all’epoca stella di Barnum, trovai un alloggio dignitoso a buon prezzo e potei così fermarmi abbastanza a lungo. Tra l’altro mi trovavo in un periodo un po’ difficile, in patria le cose non mi stavano andando per il meglio. La tesi in se stessa ed il viaggio nella Grande Mela erano opportunità per staccare per un po’ da lavoro, persone e sentimenti. La maggior

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tutto. Molti degli esercizi mostrati dall’artista non erano mai stati visti prima d’ora da chi scrive ed erano eseguiti con abilità e precisione. È assistito da un ragazzo in vestito intero e guanti bianchi e da una bella ragazza abbigliata in maniera alquanto appropriata.” Al commento era abbinato un interessante “grafico della spettacolarità”, nel quale Rastelli figura al primo posto con percentuale del 100%. Accanto al grafico il recensore scriveva: Uno spettacolo veloce, con molti picchi, diversificato e con molti numeri, ben equilibrato, anche se abbisognante di qualche arrangiamento che probabilmente verrà effettuato prima della seconda rappresentazione. Eravamo preparati ad essere delusi da parte del tempo la passavo nella Pubblic Rastelli, il giocoliere, così decisamente Library, la grande biblioteca della 52^ strareclamizzato, perché recenti esperienda, dove trovai articoli di periodici che, ze ci hanno insegnato che le stelle incrociati con gli antichi documenti dei d’importazione fanno spesso fiasco, familiari, mi permisero di ricostruire la stoRastelli ha rappresentato una piacevoria “americana” del giocoliere. È proprio le sorpresa ed è da considerarsi tra gli vero che guardando alle vite dei grandi, i eccelsi. Ci ha fatto un’impressione davnostri problemi appaiono ridimensionati. vero favorevole . Io andavo in America per dimenticare, ma come ci era andato Rastelli? Enrico aveva Descrizioni così precise di un giocoliere ventisei anni, era reduce da una sventurapossono lasciare perplessi, ma ai tempi ta campagna russa, ridotto quasi in miseria erano normali; il mestiere di critico del e con due figlie da mantenere, ma trattò i varietà era una professione affermata e termini del contratto con sangue freddo e periodici come Billboard o Variety avevalucidità. Il 14 dicembre del 1922, raggiunno tirature altissime. E grazie alle riproduse un accordo per l’America con l’agente zioni ingiallite delle pagine di queste riviHerbert Marinelli, siglando un contratto ste un mondo mi si apriva di fronte. con il circuito Keith-Albee, per la paga di Uscendo dalla biblioteca, mi trovavo a due 700 dollari la settimana, e con il nome ben passi da Broadway, dove negli anni Venti posizionato in cartellone, a tutela dei futuagivano i più importanti teatri di varietà. ri ingaggi europei. Il debutto americano Era una faticaccia ma camminavo a venti avvenne nel marzo del 1923 al Keith’s di centimetri da terra, soprattutto ogni qualBoston, ma la prova del fuoco fu in aprile, volta la mia ricerca si rivelava fruttuosa. quando Rastelli si esibì nel più importante Trovai davvero molto materiale che ordivarietà di New York, il Palace. La sua archinai nella mia tesi di laurea. Qui mi limitetettura era stata disegnata nel 1913. Sorgerò a ricordare che il giocoliere tornò va nel centro di Manhattan ed era diventaoltreoceano nel 1924. In tali occasioni a to il più prestigioso dei varietà americani, Minneapolis scrissero: “Se Enrico Rastelli tanto che la misura del successo di un artinon è il più grande giocoliere del mondo, sta era plays the Palace, esibirsi al Palace. sicuramente è il migliore showman fra Fu lì che Rastelli riscosse uno dei successi quanti si guadagnano da vivere tenendo più significativi. Come appare anche dalla in equilibrio sul naso dei lunghi bastoni... descrizione apparsa su The Billboard deldi sicuro il miglior giocoliere mai visto da l’aprile 1923: anni” A San Francisco: “In locandina


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appare come il più grande giocoliere del mondo e dopo averlo visto siamo pronti a conferirgli tale titolo. È il più straordinario numero del genere che abbiamo visto in 25 anni di recensioni. Non abbiate l’ardire di perderlo!” E ancora: “È quantomeno inusuale che un giocoliere abbia il posto buono in cartellone all’Orpheum. Di solito giocolieri, acrobati e numeri di questo tipo sono usati per aprire o chiudere il programma e sono considerati di relativa importanza.”

s Insomma l’effetto Rastelli in America fu notevole. E questo avvenne anche grazie alla sua velocità. Prima di lui i giocolieri erano spesso abbigliati in abiti da sera o uniformi militari, e spostavano carri, cannoni e cavalli con lentezza esasperante. Lui invece entrava in scena, lieve come una piuma, e si metteva al lavorare ad un ritmo impressionante, senza pause. Nel 1928 Rastelli tornò un’ultima volta in America. In quell’anno i compensi offerti dai teatri americani dovettero essere molto alti, perché in Europa Rastelli era ormai una star di prima grandezza. Ma dopo di allora, forse anche per la famigerata crisi del 1929, vennero a mancare i presupposti per ulteriori tournée. Rastelli, come noto, scomparve solo tre anni più tardi, nella sua città d’adozione, Bergamo, proprio dopo aver iniziato il primo importante tour in patria. Il mio, di ritorno in patria, fu più tranquillo. Immergersi, con duro lavoro, nella vita e le opere di un grande giocoliere, proprio come avviene per i grandi maestri di altre arti, può aiutare a ridimensionare dubbi ed incertezze ed aggiustare la bussola della propria vita.

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Ministry of Manipulation Contact juggling Workshop: Katakomben, Berlino, 7-11 febbraio 2008

www.ministryofmanipulation.com emanuelemarchione_2@hotmail.com

un italiano a Berlino

Conoscevo già i ragazzi di Ministry of Manipulation: avevano pubblicato qualche mio video sul blog e mi avevano intervistato dopo aver visto la pubblicità per Discovery Channel e dopo la vittoria di Imperfect Cirquel alla BJC 06, e più volte mi era capitato di scambiare mail con Drew e Ryan, parlando di nuovi trick e nuove tecniche di manipolazione in senso assoluto, non solo di sfere. Dopo Atene, dove ho tenuto un workshop di manipolazione complessa che ha avuto un buon successo, mi è stato proposto di entrare a far parte del team di MoM a tempo pieno. Premesso che non faccio il giocoliere nella vita, il solo pensiero che uno dei maggiori blog di contact juggling a livello mondiale avesse pensato a me come collaboratore mi ha reso orgogliosissimo della strada che avevo fatto fino ad allora, e ho accettato volentieri, sia per confrontarmi ancor più da vicino con le mentalità inglesi, molto diverse dalla mia, sia per sfida personale. È iniziato così un percorso di collaborazione molto intenso, segnato dalla volontà di condividere esperienze e idee che venivano da culture giocolose differenti, che è culminato nell’esperienza di Berlino, dove MoM, in collaborazione con KataKomben, ha organizzato un workshop intensivo di 5 giorni su tutti gli aspetti del contact juggling. In un primo momento ero stato invitato come “special guest”, ma in seguito al forfait di Drew come insegnante di manipolazione, mi è stato chiesto di prendere il suo posto. Si è concretizzata quindi l’occasione giusta per conoscere di persona il team, vedere da vicino questa realtà ed imparare nuove cose, sia a livello tecnico personale sia a livello di insegnamento. Qualcuno mi ha persino detto che sarei stato uno dei primi italiani ad insegnare a KataKomben, per cui accettare un tale onere ed onore era d’obbligo, anche se sicuramente sentivo in me la responsabilità del compito assegnatomi: essere l’unico italiano, programmare lezioni specifiche su determinati argomenti ed essere all’altezza sono aspetti che mi hanno un po’ spaventato, ma poi, grazie soprattutto a Lea, la mia ragazza, e agli altri miei coinquilini mi sono fatto forza e sono partito. Non potevo sperare in un impatto migliore: in aeroporto ho trovato Jeanine ad aspettarmi; entrambi aveva-

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mo visto molti nostri video e mi ha subito trattato come un amico di vecchia data, annullando in un attimo il disagio iniziale: anche l’incontro con Ed Adams, Colin Daniel e Kelvin Klaus (gli altri insegnanti) è stato molto buono, e abbiamo trovato subito un ottimo affiatamento nel corpo docenti. Insieme abbiamo deciso la struttura del corso: 2 parti (una la mattina, una il pomeriggio) in cui fossero tenute 2 lezioni di argomenti diversi contemporaneamente ed in maniera ciclica, per far sì che i 24 studenti (numero chiuso ragazzi!) potessero seguire tutto ed imparare il più possibile. Il corso era dalle 10 alle 16, e le mie lezioni erano incentrate sulla manipolazione dalle 6 alle 11 sfere (anche se alcune lezioni erano di natura teorica – come quella sull’antispin - e nessuno studente ha seguito attivamente 10 e 11 sfere, ma hanno fatto molti video e foto) e sugli snakes: ho pensato di insegnare le tecniche e non i


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trick classici, per far sì che fosse soltanto la fantasia dello studente a guidarlo nell’applicare gli insegnamenti e riuscire a trovare il proprio stile e il trick o la sequenza giusta. Nelle altre lezioni Jeanine e gli altri hanno spiegato, per tutti i livelli, le tecniche del body rolling da 1 a 3 sfere, del body popping (nuova corrente di pensiero dove si usa molto il corpo, con evidenti elementi di breakdance) e delle isolazioni in generale, con particolare approfondimento sull’interazione con lo spazio e con il pavimento, la pulizia tecnica e l’interpretazione personale dell’arte del contact. Il livello tecnico degli studenti era molto vario: c’erano grandi nomi (Bruno, Maro e Audrey, artisti internazionali) e nuove leve, e si viveva in un’atmosfera di grande umiltà e tranquillità, cercando di minimizzare le differenti nazionalità e capacità tecniche. Alla fine di ogni giornata noi insegnanti ci riunivamo per scambiarci impressioni, feedback (tutti molto positivi, ne sono molto felice) e facevamo il punto della situazione per il giorno seguente. In questi giorni, al di fuori delle lezioni, ho potuto vedere a che livello sono, e come viene interpretata la manipolazione fuori dall’Italia, confrontandomi moltissimo con Ed (l’altro insegnante di manipolazione - da 1 a 4 sfere - e mio compagno di stanza), e trovando molti spunti su cui lavorare. Ho inoltre assistito a pregevoli tecnicismi di 2 gentilissimi spinner irlandesi, davvero incredibili e molto disponibili anche a farsi filmare! Colin ha poi organizzato un giro “guidato” (ma non troppo!) di Berlino. A parte il freddo glaciale, la città è molto bella, forse un po’ “troppo moderna” per i miei gusti.. troppi cantieri! Ci siamo comunque divertiti moltissimo, giravamo per la città TUTTI con una palla in testa.. le reazioni dei passanti o delle persone sedute in metro erano esilaranti, vedere 30 persone in questo modo è sicuramente inusuale! Si è formato inoltre un gran bel gruppo e il continuo scambio culturale (ho imparato molte parole in slang inglese!) ha reso sicuramente ancor più interessante la mia permanenza in Germania. Sono dovuto ahimè ripartire la domenica mattina per motivi di lavoro, ma il corso è finito il lunedì: durante l’ultimo giorno abbiamo dato spazio agli allievi in un mini open stage dove potessero mostrare e mettere in pratica ciò che avevano imparato durante le lezioni. Concludendo, questo workshop è stata un’esperienza bellissima, originale, appagante: mi ha arricchito sia a livello tecnico sia a livello personale. La mia collaborazione con MoM si fa più stretta, e il prossimo appuntamento è a Rennes, a maggio, dove si terrà la Contact Juggling Convention e dove Bruno (uno degli organizzatori) mi ha chiesto di tenere di nuovo un ws. Spero di poterci essere, per dare del mio meglio e migliorare il mio metodo di insegnamento e di apprendimento e portare un po’ di Italia anche in Francia.

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FestivaldelleAr ti intervista a Lorenzo Cecchi del gruppo organizzativo foto di Matteo Cesari

Quest’anno eravamo molto motivati perché avevamo grandi sollecitazioni dall’amministrazione e dalla cittadinanza per lavorare al festival. Il primo anno il Comune ci aveva concesso solo il patrocinio ed era rimasto lì a guardare, ora al terzo anno abbiamo ricevuto addirittura le chiavi in mano della struttura e un supporto economico. Per la logistica abbiamo deciso di affidare la zona ristorazione ad un catering esterno, perché per noi diventava troppo pesante gestire anche la cucina. Mentre per il pernotto il comune ci ha messo a disposizione una palestra dove poter far dormire i partecipanti.

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mpoli 11/13 gennaio 2008

Si chiama ancora Festival, perché era nato con l’idea di offrire spazio ai giocolieri ma anche momenti di spettacolo e di arte di strada per animare le strade di Empoli. Una scommessa che nei mesi invernali è sempre difficile vincere e infatti questa volta, a causa del cattivo tempo, l’evento è stato chiaramente più convention al coperto che festival di strada. Il nostro desiderio è che rimanga comunque un momento importante di aggregazione dei giocolieri e che al tempo stesso serva a portare la loro allegria nelle piazze della città. Il gruppo organizzativo era più ridotto rispetto all’anno scorso, un gruppetto di 6/7 persone (Fabio, Tiziana, Daniele, Matteo, Francesco, Chiara e Chiara, io) che poi ha trovato l’appoggio di altre 4/5 durante l’evento. Abbiamo inoltre coinvolto altre realtà toscane, da Andrea Vanni a qualcuno del gruppo di Firenze, di Lucca, di Pisa, con l’idea di concretizzare questa rete di realtà vicine. Nella stessa scelta degli artisti da invitare si è privilegiato nomi toscani o comunque vicini; anche l’idea di ospitare il portico della Eli è piaciuta molto ai partecipanti e al pubblico. Francesco e Doren si sono invece candidati per coordinare l’area workshop, mentre i giochi li abbiamo affidati agli Smile Crucci, che sono ormai ospiti fissi della convention. Al mixer e le luci tutto il tempo c’era invece il bravissimo Daniele. Ringraziamo comunque tutti quelli, e sono tanti, che ci hanno aiutato nel corso della preparazione e della gestione della convention.

opplero78@hotmail.com

RiflessioniAndreaVanni

In Italia c’è fermento, tanta voglia di incontrarsi e di esibirsi, convention locali e palestre giocolieri che spuntano come funghi, e con poca pubblicità nei canali giusti si riesce a raccogliere un sacco di gente in periodi diversi dell’anno. È cresciuta senz’altro la voglia di esibirsi rispetto al passato (se penso alla fatica che si faceva a Correggio per trovare numeri decenti di giocoleria per gli open stage!) e qui ad Empoli curando la direzione artistica del gala abbiamo fatto più fatica a decidere chi lasciare fuori che a trovare gli artisti. C’è una timidezza diffusa ad esibirsi davanti a un pubblico tra i giovani, anche quelli bravi, e una certa pigrizia (cronica) tra i “vecchi”. Negli spettacoli che ho curato in questi anni ho notato che tanti artisti professionisti mettono sempre il lavoro davanti alle convention. È un peccato perché rischiano di rimanere fuori dai cambiamenti in corso e si fanno mancare un sacco di stimoli. C’è sempre bisogno di innovazione, anche nel nostro settore, altrimenti si rimane indietro senza nemmeno accorgersene! Ci vuole anche l’umiltà di tornare ad imparare come se si fosse alle prime armi e non vivere di rendita. In ogni caso si comincia a vedere anche qualche numero interessante di ragazzi/e giovani, e ce ne sono tanti altri ugualmente bravi che non sanno o non vogliono stare su un palco. Ma anche tra chi pensa solo ai trick, senza curare l’aspetto artistico/stilistico, non manca la ricerca e l’innovazione sulla tecnica. E penso soprattutto ad attrezzi relativamente recenti, come il diablo, che vede un proliferare di tecniche nuove che si diffondono molto velocemente, anche perché le nuove generazioni sono, fin troppo, gran-

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Distratte

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L’affluenza di quest’anno ci ha sorpreso, (più di 250 iscritti, mentre al galà si stima siano arrivate più di 1000 persone) e ci fa pensare che l’anno prossimo avremo bisogno di strutture più grosse. Di giorno si cominciava a stare stretti perché la giocoleria vuole anche il suo spazio per gli allenamenti. Purtroppo Empoli non dispone di spazi alternativi. E va trovata una soluzione per non essere costretti l’anno prossimo a fare una edizione a numero limitato.

Per ora una volta terminato il festival noi riceviamo tante richieste per laboratori per bambini e ragazzi. Facciamo inoltre spettacoli, animazioni, laboratori di teatro sociale, laboratori all’ospedale giudiziario di Montelupo. Ma abbiamo difficoltà a reperire una struttura dove poter lavorare con regolarità e dove il pubblico può venire a trovarci. Ma la città ha finalmente capito che il festival è una cosa organizzata bene, che ha una continuità nel tempo ed abbiamo in corso un progetto col Comune per poter installare un tendone da usare per le nostre creazioni e per offrire spettacoli e piccole rassegne al pubblico.

di frequentatrici della rete. Si nota la volontà di crescere, come ai contest di G.org, dove i trick possono diventare routine artisticamente interessanti. Al contempo si cominciano a vedere i frutti dei primi anni di attività delle scuole di circo, con ragazzi che hanno una formazione molto valida e in più settori. Si nota comunque, e a me non dispiace, un approccio all’italiana verso la giocoleria, con una forte influenza dell’arte di strada: una giocoleria che cerca di raccontare qualcosa anche attraverso la comicità e il cabaret. Una modalità che non deve scomparire, piuttosto dovrebbe essere accompagnata parallelamente da una ricerca sulla tecnica pura, sull’uso non canonico dell’attrezzo, con un approccio e una visione più ampi, con contaminazione anche verso la danza. Il problema è che in Italia non c’è ancora una tradizione in questo senso. Non manca l’attitudine artistica, scarseggiano magari i grandi maestri, ma le occasioni di esibirsi con un numero concepito per un palco sono comunque limitate.

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lvo imes di osp eo di Fr a m o à as a sc azzese artolm ssibilit n più, n n u ca Pi San B a po a i a, no da r a e e c e s l c i u i s c o a L a e d c n i n r i n v a u bl i a setta pro pitò ama er d a, o pos pub Scia fa pro x Chie erto p na ser lizia di sso di osì chi in un i c u i ’e p nata ucce dos er gran nti, ann o a so l Sei à pres n palc avere p calma ttato s y Briga forman re più rellata . a s e p s u o i et “car mpre asp iatta si d sem i tra di R vari era un l’idea i esibir a di p e un in Stage li ann luoghi classica mo se to dai e r g b s d im ia ta pen o ne o in mai bla: n cl abb propo one da glia e eb sa I sse vo ci in u ata ch lta. L’O avigat in ann alla or zatori à d i u n g isti g Ra e ave endo ser na svo , ha n anno istere rganiz uanto n te ne art Per u a v a di aq uo ass du nqu prim azio oi o tore gus ste. chiu lico. M zare la vento e produt igrare oso di tage, n rnativa e a Ra gramm propo . Il 27 b r o m i e r z S te n ne me rta pro ’alt one ed gett ani pub oa un ile org o. Fu u nipoten ostrett più nu di Ope rire un a di po re una i idee al pro ’emozi inf on ”, c te l iffic ora pre le d nni ave r of re! R palc ’ide fu d eri su nostro zionale o sem que a are, pe così l otuto tenzia rs) lav et”. For iocola , Leon n o c g e r p i a p a os el sk e bli titu um ic ba ad ne iam di n nore d irei “is al pub quest otesse i fa str avrebb , fucina Ibla Bu tro Ca inciato n, Mir ciazio o d e a n o , p ra S o i s I e m e a i e v r s o . o . T z o s n m t g ” to i tamen rmette aperto in più atalizio en Sta di ritro rganiz Circo amo c rs (Da , e all’A fasce al e e e i o v r e l r n o n p i a p t t i ’ V o o s u V ve O app potere un palc qualco eriodo onale re pun 15 ann IAPITO ni fa a Allant spettac isa su Aldo nip i e C iv n a r e i z m a li l e l a S i l a r u d e i z u i “ o h d s f i d p d p a c r q c l c i a i r o u o e t e e i g r P r e t i s e d r . t i di p r h i r C a p n i i d r a a i pa isi (c M nt stat ezio rma ugu zion rti v on blee un cese ù di on . Ta di a la perc erate i tare l’o ntare ed Edr ne ina ove pi ia fran getto c circo è leria c e proie video e natu s d l n ni ti pi co ive a ro o to vie e) avu e dalle ad os rni e d Brigan erita, l parco ompag te al p ione de , di gio al circ roiezio ergent la ser e c h e p i z o e n r a n l i a e g l t m t n a e r r l a a n o g h i o l e n a a o v m d m loc che, o u più e Sa Villa M propri ndone: diretta ogram Dahlm n le fa musica attrice i a dis ndone in s o o i r t r a a c o cir almat ormaz resso a circo del te ipato . La p hiline bini c evista entos ostret ). Il te ti, sto a f c p p P d la p ec ri pr (port he, prec Mai rear ca s esi la agusa, tenda prieta a part orksho ca con r i bam mpre e mà Maila c uguri Fiati S teva c ia o m i h e R w a r t a p s i a n p F e e a o a b a u i u h c a ei d po bb at e er ro re amo lyn (... are mb fatti Ervin) ganizz ri di ac o pens i quali i), Eve ando ngala zione d ra che cilia!) a rtiv r t N n dice é alza anno i e e d a i o a f a o S r t e B t s e t i o i o v p d h ai in ta ch os orm ès olt ora perc amenti o, Mar cupata ai lab riggio erali do Nino C ne an volo d no la f ma atm lamità ra e m egreo l i c i l ( c a s e a e n l s s a z t c o o c s z a e e a i a s c è om iani e n Gu ic gr od art stituit No elli to di chiu ersiFran e si ded no a ia ; il p Cap la b In c id con jana ch na era Salvo omer Sebast Vers. ati so tte di ne nel ssia st Cristia ore) ha e la div o p t i t n o o c a i o ti Tub a mat ada co ttacoli , tra cu e Allan sono s er la n i pers oggia: tuale d o di cu qualità pubbli d i L r i e , l P r u e t m . a p p o a r s . a i q n a ( i s e L e i r i n e . ro i ri po azio el Ci libro ntina graz zion ffrir uire nza ro d ortu li er teat i; a seg gramm acoli d mo inf e di un lare ce tivo tem rtecipa che rin sperie e da o so deg che t e o i l a mat ti in pr li spett graviss tazion tto ba e il cat n la p zio ma dibile mbien mmes fatti an n a t e o s a g f a ’ i i r e c l n p ( dis onal o co nc art ente usa d pres nze, ha onosta Stage reve s ed i zione bbiam mo sod io. Ci c a a m l l c e b a t N e o r an aa pen sto itat tten nia te a uò egg i Fir ne. prim he osp and d tendo ne, l’O in que ta strem e e l’a tamen ci rite un par che p r o b n a c a s i i e n e s o z r e an treet tto u mag cita ità m iunt , qu ta. C alco e a esta ca s olo so manif siamo saurito dell’im propos di attiv a ragg are qu rdi ch s a h n si s ato la n po utto e test in cura ostra emi nere ione min che no , col t coli, la ella n sto ge ifestaz citi a s gnatori alcosa sti mente spetta ulcro d in que man re rius ei so are qu . gia degli ati il f butto utta la esse olo d ambi world i tà di c o s di t od o st id) l de son vuti a ilancio erand e siam ntano (stup e p s o s t s r d es lb se i oliamo cere...fo proprie busin o s s t e e s s r e c spe qu

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L’idea di una serata di spettacolo e divertimento autogestita è arrivata da Claudio Madia della Piccola Scuola di Circo, con l’intenzione di dar vita ad una risposta giovanile del classico Saltimbanchi DOC. Fu così che, accomunati dalla stessa passione per il circo, ci ritrovammo a parlarne durante una vacanza in montagna. Volevamo creare una serata dove avremmo potuto metterci in gioco, trasmettere tutta l’energia che ci invade quando siamo sotto quel tendone, e soprattutto creare un ritrovo per i giovani artisti e giocolieri. Ma avremmo dovuto riunirci, decidere la data, audio, luci, insomma fare tutto ciò che prima qualcuno aveva fatto per noi! E allora al lavoro: logo, volantino, t-shirt, ristorazione, sito web, una mail e così via ormai nessuno ci avrebbe potuto fermare, era diventata una sfida! Il progetto cambiava forma man mano che si sviluppava, non era più una serata giovane di Saltimbanchi DOC, non era una convention, ma era di sicuro qualcosa di più che un semplice spettacolo. Gli ostacoli non mancavano, e più si avvicinava la fatidica data, più sembravano moltiplicarsi gli impegni, i problemi da risolvere, niente sembrava essere pronto. Così tra problemi organizzativi e continui imprevisti, arriva il grande giorno! Durante le prove la tensione aumentava man mano che si avvicinava l’inizio. Era una serata piovosa, e contrariamente al timore di essere più numerosi noi sul palco che gli spettatori, il pubblico continuava ad affluire, e grazie al passaparola, agli amici, ai volantini, sono entrate più di 200 persone! m l’adrenalina saliva mentre vedevamo il nostro sogno realizzarsi. o c . ot Fin dal primo numero sentivamo la grande calorosità del pubbligsp o l co, e noi cercavamo di trasmettere tutta l’energia, la grinta e la i.b n a v passione che ci avevano condotto su quella pista. Al gruppo inio i og c ziale degli organizzatori e degli alunni della PSC si erano aggiunti r i Milano w. c amici giocolieri e illusionisti, alcuni ragazzi della Flic Junior e di w w Lecco. I numeri erano vari: tessuti, fune, palline, trapezio, magia, diabolo, ed il livello per niente basso; in scena c’era chi usava 5 clave, 7 palline, 3 diaboli, senza contare esibizioni aeree spettacolari e un mago che faceva apparire colombe dovunque, e tra i giovannissimi spiccavano Luca e Stefano, due ragazzini di 10 e 11 anni che giocolavano tranquillamente in scena con 5 palline! Durante l’intervallo, mentre la banda suonava, cominciavano ad arrivare i primi commenti positivi da amici e parenti, tutti che correvamo da una parte all’altra del tendone non sapendo bene neanche noi cosa dovessimo fare ed è proprio quando eravamo tutti sul palco per prendere gli ultimi applausi che abbiamo realizzato quanto per noi fosse importante il circo, la giocoleria, capivamo quante emozioni ed energia ti possa regalare una passione portata avanti con costanza, perchè in quel momento si dimenticava il sudore degli allenamenti e la fatica, tutto era stato ripagato con le sole emozioni provate mentre ti esibivi e con il semplice sorriso di un bambino seduto in prima fila. Dopo aver chiuso soddisfatti ed allegrissimi il tendone, si è incominciato subito a pensare al futuro, ai progetti possibili, e a quelli impossibili. E per concludere arrivederci alla prossima edizione!!! Circogioventù ringrazia la Piccola Scuola di Circo, che ha offerto il tendone ed il suo aiuto organizzativo e al quale è stato devoluto l’incasso; tutti gli artisti, che si sono esibiti al meglio delle loro possibilità; i musicisti, che sono riusciti a suonare brani provati all’ultimo momento; il presentatore, che ha unito i numeri in un mix saporito; il nostro amico designer, che ha creato un logo e un volantino fantastici; il negozio che ci ha preparato le t-shir; gli amici e i genitori che ci sono sempre stati vicini; ed infine il pubblico, generoso negli applausi e nel cappello, e goloso al banco delle consumazioni In scena: Giacomo “Geko” Occhi (presentatore/attore); Niccolò Ricardi, Luca Bonomelli, Francesco Gondino (palline); Cecilia Zucchetti (clave); Carolina “Killa” Cittone (tessuti/luci e mixer); Chiara “kiaretta” Esposito, Viola Grazioli, Martina e Anna (tessuti); Bruna “Bubi” Di Virgilio (musiche e mixer); Filippo Malerba (fune); Anita Cavallazzi, Gabriele Lombardo (clownerie); Giocomatti (Stefano, Angelo, Lorenzo: giocoleria e clownerie); Pietro “Busk” Selva (diabolo); Rocco Arcuri e Camilla Iannaccone (i l l u s i o n i s mo e fachiris m o ) .

ht tp://www.y outube.com/watch?v=DVVZVJi0mG4

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www.elleboog.nl foto Archivio Circus Elleboog

Intervista al direttore Aad Kuin Fu dall’amore per il teatro e il circo di Ied Last, moglie di un famoso comunista del tempo, che nacque ad Amsterdam nel 1949 un progetto sociale per i bambini che, nei tempi duri del dopoguerra, non avevano risorse per fare sport o attività culturale. Furono gli stessi bambini, interrogati su quale nome preferissero, a tirare fuori Circus Elleboog (Circo Gomito, parafrasando lo splendore del famoso Circus Knie appena passato per la città). Ied diresse fino agli anni ’60 quello che era nato come un community centre e che tra le attività annoverava anche un parco animali, che i bambini imparavano ad accudire. In realtà in quegli anni i ragazzi non avevano tanti altri diversivi e così si allenavano tutta la settimana, raggiungendo ottimi livelli di preparazione. Circus Elleboog crebbe veloce: era nel centro di Amsterdam, tutti i bambini volevano fare circo, in quegli anni non c’erano altre scuole di circo né scuole di teatro ragazzi. La notorietà e il supporto non si fecero attendere e la Regina stessa apprezzava e seguiva gli spettacoli, richiesti peraltro in tutta l’Olanda. Il progetto si trasferì così in centro, al tempo abitato da famiglie disagiate e con molta prole. Negli anni ’60 John Pijnacker Hordijk assunse la direzione, rimanendone alla guida fino agli anni ’90 e perfezionando la metodologia e le basi pedagogiche del progetto. Ma negli anni ’70 le famiglie si spostavano verso la periferia, dove stavano costruendo abitazioni più confortevoli e capienti, e il centro di Amsterdam cambiava volto con il movimento hippy e l’arrivo di gente ricca. Circus Elleboog rimase in centro ma negli anni ’80 cominciò ad avviare attività anche nei quartieri di periferia. In quegli anni l’indipendenza del Suriname causò una grande immigrazione di

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TrainingeXc

Partenza per Amsterdam: un posto per l’Italia nel training sul circo sociale (parte del programma Caravan), spuntato grazie al prodigarsi di Giocolieri e Dintorni e all’esperienza acquisita in questi anni di lavoro nei quartieri a rischio di Napoli! La mia preoccupazione era la lingua, ma già dal primo approccio i miei timori si sono dissolti, ho trovato infatti un ambiente aperto, solidale, e informale e quasi tutti parlavano bene il francese, che padroneggio bene. Ho trovato davvero una gran voglia di scambio e condivisione, e tutti davvero curiosi di sapere cosa accade in Italia nella nostra giovane realtà di piccolo circo. Le nostre attivi-


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surinamesi e sul finire degli anni ’80 cominciarono a lavorare con le scuole e i centri sociali, incontrando una serie di difficoltà che richiese una profonda riflessione e cambiamento di metodo. Nel 1996 Circus Ellebog, sotto la direzione di Annalise Heeisakkers, avvia la sua prima collaborazione con Cirque du Monde, e questa conoscenza di lunga data è alla base del training che si è tenuto in questi giorni. Negli ultimi tre anni ci siamo adoperati per intensificare i legami tra le circa 60 scuole di piccolo circo olandesi, un circuito che conta già due meeting all’anno e corsi di formazione con scambi tra gli insegnanti. Circus Elleboog è oggi una grande organizzazione con alle spalle 60 anni di esperienza di circo sociale, lavora con 700 ragazzi ogni settimana, coinvolgendo circa 20 scuole nel corso dell’anno, conta 35 impiegati, 20 collaboratori e 50 tra volontari e tirocinanti, e un budget annuale che sfiora i 1,2 milioni di euro. Nel 2009 festeggiamo i 60 anni, apriremo una terza sede, e stiamo preparando un libro e una serie di eventi e spettacoli che coinvolgeranno anche i ragazzi passati da Elleboog e che ora sono dei professionisti. Ma a differenza di 60 anni fa oggi i bambini vengono solo una o due volte alla settimana e non possono fare grandi progressi tecnici con questa frequenza. Così per noi oggi la sfida è offrire ai ragazzi del nostro gruppo di performer un percorso professionale, come i programmi pluriennali di arti circensi con diploma universitario nati di recente a Rotterdam e Tilburg.

eXchangesulCircoSociale tà si sono svolte tra Circus Ellebog, il centro multimediale Crea e una scuola del quartiere musulmano della città. Gli spostamenti sono stati la cosa più divertente: tutti in bicicletta! Un folto gruppo che viaggiando tra ponti e canali suonava allegramente i campanelli, talvolta anche incuriosendo i passanti! Tra relazioni, osservazione, parte esperenziale, lavoro in gruppi e momenti di scambio e condivisione è stata una settimana di lavoro davvero intenso e ben calibrato (gli olandesi sono gente precisa!). Non immaginavo di conoscere strutture organizzative così efficienti e livelli di discussione così profondi sulla pedagogia, davvero

stimolante! Dopo la presentazione dei nostri lavori nei rispettivi paesi di provenienza siamo passati all’analisi della metodologia di lavoro e dei progetti di Circus Ellebog, assistendo ad un progetto specifico per bambini con problemi di apprendimento diretto. In seguito ci hanno illustrato un progetto per disabili mentali adulti attraverso un video, una relazione, e una fortissima parte esperenziale. È stata poi la volta di un progetto mirato al tema dell’immigrazione, svolto in collaborazione tra Circus Elleboog e Cirque du Monde, i cui formatori e direttori ci hanno accompagnato per tutto il percorso del training. E poi giochi, tanti giochi, nuovi,

divertenti, utili, stimolanti e specifici per le diverse problematiche; e tanto spazio per la discussione, condivisione ed elaborazione personale. Ogni sera, finite le lezioni tutti al Circus Elleboog ad allenarsi ed imparare nuove cose e poi l’ultima sera: open stage! Ciliegina sulla torta, la possibilità di assistere a Varekai, spettacolo del Cirque du Soleil.

Davvero un’esperienza coinvolgente, colorata e per me illuminante, che lascia una scia profonda di cose apprese ma anche di contatti, ed infatti al ritorno già si intrecciano le email…. MariaTeresaCesaroni sesa.lit@libero.it

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Il Cirque du Monde (CdM) é un programma del Global Citizen Department del Cirque du Soleil (CdS). Questo programma é nato 13 anni fa ed é finanziato con l’1% delle sue entrate. L’1 per cento finanzia anche altre diverse iniziative a livello sociale. CdM, che conta ora 56 progetti in 19 paesi di tutto il mondo (tra cui Australia, Mongolia, USA, Sud Africa, Messico, Cile, Burkina Faso, etc.) è stato il primo di questi programmi. Nel programma di CdM lavorano una decina di Formatori ed una cinquantina d’istruttori.

e CirqueduMonde foto di Eric St-Pierre

ilCircoSociale

Intervista a Michel La Fortune direttore del dipartimento del Circo Sociale Circo Sociale per noi significa usare il circo per sviluppare autostima e abilità circensi, dare l’opportunità ai ragazzi di esprimere se stessi, di essere più creativi, cambiare attitudine da vittima a protagonista, da pubblico ad artista, essere attori della loro vita, sviluppare una pedagogia che sia nuova; una buona opportunità per andare oltre l’esperienza delle arti circensi ed avvicinarsi anche all’apprendimento della lettura, di aprirsi alla cultura. È anche l’opportunità di creare un collegamento tra le persone che vivono nel disagio e la società, dargli una possibilità di esprimersi e di venire ascoltati, capire le proprie potenzialità e dare il loro contributo come cittadini del mondo. Non vogliamo re-inserirli, vogliamo anzi che la loro marginalità contribuisca ad arricchire il tessuto sociale, devono solo apprendere un linguaggio che gli permetta di farlo e il circo, come la danza, il teatro o altro, sono uno strumento che gli consente di relazionarsi con il mondo degli adulti con un’esperienza diversa. E alla società chiediamo di venire ed ascoltarli, percepirli in modo diverso da come hanno fatto finora. Noi siamo un’interfaccia, gettiamo un ponte tra queste due realtà. Usiamo spesso il concetto di Resilience, sviluppato da Boris Cyrulnik, che si interroga su come usare le esperienze che lasci dietro per farti proiettare in avanti. Alcuni ragazzi rimangono segnati per tutta la vita dagli ostacoli incontrati, altri li usano per smarcarsi e andare oltre. Noi ci impegniamo per sviluppare questa capacità.

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Sono nato a Gallarate, ma ho lasciato l’Italia sul finire degli anni ‘70 alla volta del Sudamerica, per poi arrivare in Quebec, dove ho cominciato a lavorare nelle Case del Cuore per ragazzi di strada che avevano problemi di inserimento sociale. In seguito ho lavorato con una ONG che promuoveva attraverso scambi culturali una migliore comprensione delle culture ed il rispetto delle differenze. Nel 2004 ho incontrato Michel, iniziando a dare formazione per gli istruttori di circo sociale. Ora il team di 10 formatori che coordino è impegnato in 14 formazioni in tutto il mondo. Con ciascun gruppo trascorriamo almeno una settimana, durante la quale ci concentriamo sul ruolo dell’educatore, comu-

Intervista a Lino De Giovanni coordinatore della formazione del Dipartamento del Circo Sociale

www.cirquedusoleil.com sezione Global Citizenship o Cirque Citoyen

Il circo sociale è davvero di recente esplorazione, é un mezzo d’intervento sociale, perché il Sociale è un settore dove bisogna innovare. Ma oggi queste esperienze diventano sempre più solide e diffuse, con tanto interesse anche in ambienti accademici e di ricerca sociale. Scegliendo di lavorare in partenariato con ONG locali sceglievamo anche di tarare le nostre esigenze nei loro confronti, di ascoltarli, di essere più umili nell’approccio culturale. Sapevano che avremmo portato qualcosa di nuovo ma volevamo discutere con loro su come farlo arrivare. A cinque anni dall’avvio del programma ci siamo però accorti che avevamo bisogno di preparare meglio i nostri istruttori perché quando andavano a lavorare in altri paesi incontravano difficoltà e frustrazione per mancanza di conoscenza della cultura locale. Era inoltre importante che l’educatore sociale fosse coinvolto ad un livello più partecipativo con i ragazzi, altrimenti abituati a vederlo come una figura autoritaria. Abbiamo così dato il via ad un programma di formazione per gli istruttori di circo sociale. Questo approccio implicava cose nuove a livello teorico, ma anche un nuovo approccio sociale. Così ci siamo uniti con organizzazioni del Brasile, Cile, Colombia, Canada, Burkina Faso, Australia e Sud Africa e Jeunesse du Monde, una ONG internazionale, e con questo in mente abbiamo creato l’International Network for Social Circus Training (INSCT) per diffondere e sviluppare la teoria e la pratica del circo sociale. Uno dei risultati di questa associazione è stato l’avvio presso l’Ecole


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nicazione, etica, gestione dei conflitti, processi di creazione, e tanti giochi che si possono applicare per favorire nuove forme di interazione sociale con e tra i ragazzi. Concepiamo lo spazio del circo sociale come un luogo fisico ed emotivo circoscritto e sicuro, dove il giovane possa esprimersi, sognare, essere gratificato, crescere come persona. Il training che diamo si adatta da paese a paese, e tiene conto di tutto il background culturale del posto. Le formazioni dispensate sono un momento rigenerativo per riflessioni più approfondite sul ruolo educativo dell’istruttore di circo sociale quale modello significativo e di riferimento. La riflessione si allarga anche all’impatto che la sua azione può avere sul giovane e alla condivisione delle esperienze, metodologie e strumenti.

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National de Cirque de Montreal da 5 anni di una formazione di 360 ore riconosciuta dal ministero dell’educazione del Quebec. La formazione è basata su pedagogia, abilità circensi, come montare uno spettacolo, come lavorare nel circo sociale, e 60 ore di tirocinio sul campo. Oggi la Direzione del Circo Sociale del CdS s’interessa principalmente ai contenuti pedagogici più che all’operatività dei progetti in corso, anche se poi siamo coinvolti anche a livello operativo nella formazione. In Brasile ad esempio, dove è nata un’enorme rete di circo sociale, non conduciamo direttamente i progetti, ma siamo coinvolti nella formazione degli insegnanti della rete. Condividiamo le nostre esperienze e tra qualche anno loro saranno capaci di portare avanti la loro formazione in modo indipendente. Proviamo a spostarci gradualmente dalla front line dei progetti per sviluppare le conoscenze pedagogiche del circo sociale e intensificare i rapporti con i network, metterli in contatto tra di loro per favorire lo scambio reciproco. Due anni fa con un pool di dieci trainer abbiamo iniziato una riflessione per mettere insieme le nostre conoscenze sulla creazione di strumenti pedagogici comuni. Quest’anno diamo il via ad una valutazione sistematica del nostro lavoro. La cosa interessante è che il circo sociale, in questa era con tantissimi artisti di arti circensi (il CdS da solo ne ha quasi 900) offre agli stessi artisti la possibilità, una volta terminata la carriera artistica, di poter continuare a lavorare nel circo e trasmettere tutta la loro esperienza ed entusiasmo.

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www.parada.itd i c e m b r

e 2007

Sono partiti dall’Aeroporto di Forlì per rientrare in Romania gli Intervista all’a rtista della Fondazione artisti di Bucarest, protagonisti con Parada a cura di Alberto Fontanella foto di Paolo Ruffini Parada, del Circo della Pace, progetto ideato da Ruggero Sintoni e Ales Marian, Daniel, Come sei ent rato in Parada? Nicoleta, Raphael, Liviu, alcuni dei primi ragazzi che Non sono entrato [sorride], sono nato in Miloud incontrò a Bucarest negli anni ’90. Con loro Parada! Era il 1996, avevo 14 o 15 anni e già anche due bambine che frequentano la scuola di circo di facevo parate come giocoliere o mangiafuoco. Poi Parada a Bucarest: Laura, danzatrice-contorsionista di sette abbiamo incontrato Miloud e grazie a lui abbiamo impaanni e Jolanda di undici con i suoi numeri coi cerchi. rato le basi di acrobatica e giocoleria, fino a mettere su uno “Abbiamo ideato e realizzato per il Comune un progetto spettacolo semplice e leggero in cui non mostravamo quanto che ha coinvolto l’intera collettività cittadina - raccon- eravamo bravi, ma semplicemente chi eravamo. ta Riggero Sintoni - ma soprattutto abbiamo ancora una volta dimostrato che per divertire e far parlare di un Parli al plurale, quindi eravate in tanti? evento non c’è bisogno di calciatori o veline, ma è lo spet- Beh il nucleo era di sette persone, ma c’erano anche altri ragaztacolo dal vivo, con le sue caratteristiche più abili, arcaiche, zi con noi. Ognuno con una storia e un suo modo di tirare popolari, intrinseche alla storia, al destino, ai sogni e alla fan- avanti. Miloud ha messo in scena questo, per mostrare tasia della natura umana, l’elemento che può aggregare gene- a noi prima che al pubblico il nostro lavoro e la razioni differenti ed entusiaste di spettatori. Il Circo della Pace è nostra vita. Poi grazie a Parada ho potuto lavorastata un’esperienza bellissima e forte da molteplici punti di re con compagnie di tutta Europa, guadagnavista: artistico, culturale, solidale e umano”. “Volevamo orga- to il rispetto e l’esperienza per svolgere ogni nizzare un evento che nelle feste natalizie arrivasse al cuore tipo di lavoro. Se c’era da montare si montava, se delle persone – aggiunge il Sindaco Laura Rossi – e ci c’era da cucire si cuciva… siamo riusciti anche grazie alla spontaneità, la semplicità e l’autenticità dei ragazzi di Bucarest, che sono riu- Quindi é stato difficile? sciti a creare una splendida relazione con la città e Non ho paura di andare avanti, e questo mi ha aiutato. con il loro pubblico” I numeri dell’evento sono Questa è la mia forza, guardare avanti senza paura di dirti infatti di tutto rispetto: 21 recite consecutive, 2.901 «ciao, io sono Daniel, piacere di conoscerti». Negli ultimi anni spettatori adulti e bambini accorsi sotto il tendone ho lavorato molto sul circo “artistico” oltre che su quello multicolore e un po’ naif di Piazza della Libertà, “sociale”, così sono venuto qua in Italia per specializzarmi. 21.160 euro di incassi per i ragazzi di Bucarest. La Alzare me per poi alzare il gruppo che mi ha aiutato a venire Parrocchia e tante associazioni di volontariato si qui. Ora sto seguendo un corso alla Paolo Grassi, e lo sto facensono adoperate per ospitare gli artisti, i Lyons do anche per essere insieme a Parada un esempio per tutti i hanno sostenuto il costo dei viaggi, i Rotary il ragazzi di Bucarest. Il Circo della Pace ci ha dato la possibilità di pocket money dei ragazzi, i Carabinieri, mostrarci come artisti e non solo come esperienza di circo socianumerose ditte ed il Comune di Bagna- le. Dietro ognuno di loro c’è una storia forte, chi ha perso la cavallo l’ufficio stampa, il noleggio e casa, chi la famiglia, chi sé stesso... però sono diventati l’allestimento del tendone, tutti artisti, ed hanno lavorato come veri artisti. Se mentre l’Accademia Perdu- devi fare venti repliche di uno spettacolo ti ta/Romagna Teatri ha devi organizzare, devi eseguire la scaletta gratuitamente gestito con disciplina, e dopo lo spettacolo di le biglietterie e parte certo non vai a bere o a buttarti per dell’organizzazione. terra, ma ti prepari per il prossimo! Il passo che volevamo fare da tanti anni è stato fatto per la prima volta con il Circo della Pace, un progetto su cui cont i a m o molto in futuro.

Daniel Romila

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di Gioacchino Paci gacpaci@virgilio.it

Università Scienze Motorie di Tor Vergata, Roma

IIPunto

foto di Adolfo Rossomando

Il processo formativo definisce un procedere all’interno del generale processo educativo (teso cioè all’e-ducere: tirar fuori) che evidenzierà quanto di interiore esiste nella persona e la sua potenzialità verso la società in cui agisce. La formazione della persona passerà attraverso una base essenziale e determinante caratterizzata dalla famiglia e dalla scuola: prima in forma passiva e poi sempre più criticamente, vengono a “formarsi” i principali approcci culturali verso l’ambiente in cui si vive ma soprattutto viene a definirsi il fondamentale rapporto con se stesso. La famiglia e la scuola determinano una parte fondamentale degli aspetti affettivi, psicologici e, cosa che più ci interessa in queste sommarie riflessioni, determinano l’approccio positivo o negativo verso le problematiche “cognitive”. La tensione verso il proprio “procedere educativo”, la voglia di sapere, l’autovalutazione e la ricerca di una ipotetica perfezione del proprio operato, sono tutti aspetti che rientrano nella sfera cognitiva. Spesso, nei corsi di formazione, affermiamo che non è importante che i genitori leggano dei libri, molte sono le strade di una individuale formazione, non sempre e non per tutti è necessario leggere molto; di contro, quegli stessi genitori devono avere nella loro casa una libreria ben fornita, anche di libri mai letti e che mai leggeranno; infatti il loro bimbo deve crescere osservando l’esistenza di una cultura che si trova lì, a portata di mano; quella libreria, ancora non letta, già definisce uno stato culturale avanzato perché consente di riconoscere l’esistenza di un sapere ancora non conosciuto.

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Via via, la formazione diviene sempre più cosciente, gestita ed organizzata: la scelta degli studi superiori ed universitari; l’approfondimento degli argomenti trattati; la disposizione alla frequenza di corsi tematici. Quale sia il rapporto tra spinta interiore ed ambiente nel determinare la volontà di gestire la propria formazione è impossibile da affermare; pensiamo comunque che l’influenza ambientale possa essere estremamente significativa, mentre i presupposti genetici possono essere molto secondari nella nostra società, date le enormi sollecitazioni alle quali tutti siamo oramai sottoposti. Con l’entrata nel mondo del lavoro la formazione deve essere organizzata a priori, nella volontà di accrescere le conoscenze specifiche e per instaurare una dialettica intellettuale con se stessi: quello che so è giusto? può essere ottimizzato? esistono altre strade ugualmente valide? Anche se non praticabili dalle mie caratteristiche? quali possibili “inquinamenti” posso praticare per rompere gli automatismi oramai stabilizzati nelle mie metodiche? L’aspetto più affascinante nella formazione è quello per cui un giocoliere per migliorare deve sperimentare l’equilibrismo, di contro, l’equilibrista deve confrontarsi con la giocoleria; per raggiungere uno stato superiore di conoscenza occorre conoscere e trovare spunto dall’opposto, perfino dall’errore e dalla capacità a sbagliare volutamente. I passi compiuti dal variegato mondo delle arti circensi sono enormi. Enormi sono anche gli spazi conquistati da questa fantastica cultura dell’impossi-


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bile. Il massimo livello artistico ha raggiunto livelli impressionanti, così la ricerca coreografica e quella delle attrezzature; le Istituzioni sono molto attente alle proposte delle molteplici scuole di circo. In questo fermento nasce la necessità di strutturare la disciplina delle arti circensi e i primi diversi aspetti di questo percorso: • perchè strutturare? • la libera espressione artistica può e deve essere strutturata?; • la diversità delle discipline e l’interattività tra le stesse; • il procedere pedagogico; • la professionalità delle arti circensi; • i fruitori delle arti circensi. Il fine di questo dialogo deve essere l’identificazione di un dominio chiaro nel quale confrontarsi perché le procedure nelle arti circensi posseggono esigenze e metodiche proprie che spesso si differenziano dalle procedure e dalle metodiche comunemente accettate nell’insegnamento delle altre discipline culturali in genere e delle scienze motorie in particolare. Proprio la complessità della realtà delle arti circensi, l’enorme sviluppo artistico, l’evoluzione di scuole professionali ed in ultimo il proliferare di organizzazioni che progettano all’interno della scuola o in piccole scuole di circo obbligano la definizione di una struttura ben articolata indispensabile per la formazione personale dell’operatore di arti circensi. Due sono, quindi, gli aspetti che necessitano di grande sviluppo culturale: il primo è a carico di coloro che curano la formazione, questi devono interrogarsi, studiare e definire strutture logiche come punti di riferimento dialettici; il secondo è a carico degli stessi operatori di arti circensi che devono sensibilizzarsi maggiormente verso la formazione, proprio in questo momento di sviluppo professionale affinché la stessa formazione divenga investimento per il futuro professionale e culturale. Diversi tipi di formazione sono possibili: sicuramente quella che passa attraverso la problematizzazione delle proprie conoscenze, sperimentando nuove prospettive, nuove posizioni, nuovi tempismi; in secondo luogo attraverso la strutturazione autonoma del proprio repertorio didattico: livello estremamente complesso che necessita anch’esso di ulteriore formazione esterna (consapevolezza della propria metodologia; chiarezza sui punti deboli prima ancora che sui punti forti; gestione delle metodiche e dei metodi; etc...); infine, attraverso l’adesione a processi formativi organizzati da organismi validi, sempre con spirito critico e propositivo, sempre alla ricerca di ciò che si trova dietro quanto proposto, trasportando e quindi modificando la nuova conoscenza all’interno della propria metodologia, cercando di individuare il mondo culturale (quindi umano) da cui muovono le proposte dell’insegnante, perché il suo mondo (la sua origine) sarà sempre diversa dalla vostra. La formazione utilizza le conoscenze altre per e-ducere l’universo interiore.

Il Corso di Laurea in Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, in collaborazione con l’Ass.Giocolieri e Dintorni, organizza il

1 ° Corso Universitario di Qualifica Professionale

Operatori di Arti Circensi Il Corso prevede di far acquisire le più moderne conoscenze generali, pedagogiche e tecniche nel campo delle attività circensi. Il Corso prevede 8 ore di lezione giornaliere dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, come da calendario: Il Corso è articolato in 240 ore ripartite nelle seguenti discipline: La frequenza del Corso prevede l’acquisizione di CFU (Crediti Formativi Universitari) da spendere eventualmente per l’iscrizione al Corso di Laurea in Scienza Motorie secondo le determinazioni delle autorità accademiche. La quota di iscrizione prevista per la partecipazione è di € 1.500 da corrispondere in tre rate, ciascuna dell’importo di € 500. La prima rata dovrà essere versata entro la data ultima fissata per le iscrizioni, prevista per il giorno 15 maggio 2008; la seconda rata entro il 30 ottobre 2008; la terza entro il 30 gennaio 2009. Il numero minimo di iscrizioni per l’attivazione del Corso è fissato in 20. La data ultima per la presentazione delle domande è prevista per il giorno 30 aprile 2008. Competenze Generali Anatomia Applicata, Fisiologia, Traumatologia e Primo Soccorso, Fisica Applicata, Tecnologia dei Materiali, Legislazione e Marketing, il Circo Sociale, Storia del Circo. Competenze Pedagogiche Pedagogia, Metodologia della Didattica Generale e Applicata, Metodologia della Ricerca, Metodologia dell’Allenamento, Valutazione Funzionale. Competenze Tecniche Regia e Coreografia, Espressione Corporea, Giocoleria, Clownerie, Acrobatica in Età Evolutiva, Acrobatica Aerea, Acrobatica Attrezzistica, Equilibrismo. Calendario delle lezioni • 19-20-21-22-23 maggio 2008 • 31 maggio-01 giugno 2008 • 21-22 giugno 2008 • 25-26 ottobre 2008 • 08-09 novembre 2008 • 29-30 novembre 2008 • 13-14 dicembre 2008 • 17-18 gennaio 2009 • 31 gennaio - 1 febbraio 2009 • 23-24-25-26-27 febbraio 2009

Modulistica Segreteria didattica Corso di Laurea in Scienze Motorie, Settore Formazione, via Columbia snc, Roma oppure www.scienzemotorie.uniroma2.it alla voce Corsi di Formazione info formazione.scmotorie@libero.it varie ed eventuali 347 6597732 giocolieriedintorni@hotmail.com

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Formazioneper Operatori diP r Programmi dettagliati degli stage alla sezione Progetti di Circo di

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Stage introduttivo riservato a

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Castelfiorentino (FI), 18/20 aprile (verrà ripetuto il 26/28 settembre 2008) in collaborazione con Ass. Kappaerre e Comune di Castelfiorentino

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che desiderino scoprire e svilupparne l’insegna

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Le basi tecniche e pedagogiche delle arti circensi

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diplomato in pedagogia delle arti circensi presso la Ecole de Cirque de Bruxelles Programma (Teoria) presentazione della realtà del piccolo circo in Italia, valore pedagogico e deontologia dell’ attività; addatabilità dell’attività a diverse utenze; metodologia, didattica, preparazione e valutazione di una lezione/di un corso annuale; presentazione di progetti; messinscena. (Pratica) introduzione alla preparazione fisica e mentale (riscaldamento, giochi di concentrazione, stretching, rilassamento) ; giocoleria da solo, con partner, con oggetti lanciati (fazzoletti, palline, anelli, clave) e con oggetti giroscopici (bastone, diabolo, piatto cinese, swinging); acrobazia e movimento da solo e con partner (esercizi di coordinazione, elementi di base per rotolare, saltare, portare e salire con

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Per il calendario degli stage spe

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Conduttori Patrick Pinchon diplomato con brevetto BIAC rilasciato dalla Federazione Francese Scuole di Arti Circensi Patrice Jorrey

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in collaborazione con Ass. Kappaerre e Comune di Castelfiorentino

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Castelfiorentino (FI), 22/26 set tembre 2008

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VII Meeting Nazionale per Operatori di Piccolo Circo

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Programma Il Meeting è rivolto agli operatori del setcon esperienza nel settore consultare tore (per poter partecipare è richiesto l’invio all’atto dell’iscrizione di un CV che ne attesti le competenze) e fornisce loro l’occasione per un aggiornamento associazioni e riuniti nella caratteristica e stimolante professionale e per un reciproco scambio sulle atmosfera conviviale che caratterizza questi inconmetodologie e le tecniche acquisite. La formula preContri, concentrarsi per cinque intensive giornate su scelta vede il gruppo dei operatori partecipanti, protributo un intenso programma di interventi, worvenienti da tutta Italia in rappresentanza di varie istituzionale per la partecipazione per singolo stage: 150 €. La quota di partecipazione al meeting sarà definita e 673952 o via e-mail a giocolieriedintorni@hotmail.com la ricevuta comunicata entro giugno 2008 (le quote comprendono l’afdel versamento e il modulo di iscrizione alle attività formative prefiliazione all’Ass. Giocolieri e Dintorni, la copertura assicurascelte (disponibile su richiesta o download su www.jugglingmagativa e l’iscrizione annuale ai Registri Nazionali Corsi/Scuole zine sezione Progetti di Circo). Il saldo di 70 € verrà corrisposto in o Operatori/Insegnanti qualora se ne avessero i requisiti). contanti all’arrivo e prima dell’inizio dello stage. Per coloro che Vitto e alloggio sono a carico dei partecipanti (attiveremo intendono disdire la loro partecipazione agli stage è prevista una convenzioni presso strutture ricettive a prezzi accessibili). Per trattenuta della quota di pre-iscrizione (40% se la disdetta ci perpartecipare agli stage, dopo averci telefonato per verificare la viene ad una settimana o più dalla data dello stage, 70% se ci perdisponibilità dei posti, è richiesto il pagamento anticipato viene nella settimana che precede lo stage, 100% se ci perviene a con vaglia postale di 80 € a: Associazione Giocolieri e Dintormeno di 48 ore dall’inizio dello stage). ni - viale della Vittoria 25 - 00053 Civitavecchia da inviare Per coloro che partecipano a più stage è prevista la riduzione proentro 10 giorni dall’inizio dello stage. Indicare nella causale gressiva e cumulativa della quota di adesione di 15 € per stage. “Contributo istituzionale per” seguito da “stage introduttivo” o 0766 673952 - 347 6597732 “meeting”. Vi preghiamo inoltre di inviare via fax allo 0766 giocolieriedintorni@hotmail.com

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P rogetti di Circo L’Associazione Giocolieri & Dintorni promuove ed organizza stage di formazione per educatori che desiderano applicare l'insegnamento delle arti circensi in ambito pedagogico. Prendendo spunto dalla formazione professionale in corso in altri paesi europei abbiamo individuato una serie di competenze specifiche che rientrano a pieno titolo nel curriculum formativo degli Operatori di Progetti di Circo.

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arti circensi in ambito pedagogico o senza aiuto); introduzione all’equilibrio/squilibrio a diverse altezze (filo teso, sfera, rola bola, monociclo, trampoli ed altro); Tecniche di stimolazione della creatività e delle capacità espressive (introduzione al clown, al gioco teatrale e coreografico attraverso giochi d’improvvisazione con e senza oggetti, con e senza musica, con e senza maschera)

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Carocirco è un’iniziativa dell’Ass. Giocolieri e Dintorni, sulla base delle esperienze maturate nel settore, per promuovere e diffondere nelle città italiane la pratica delle arti circensi come strumento pedagogico per bambini e ragazzi. La realizzazione dell’iniziativa si avvale della collaborazione e dell’entusiasmo di formatori e operatori di grande esperienza che da varie città d’Italia si rendono disponibili per recarsi nella città ospitante per avviare le prime fasi del progetto. Il progetto prevede sul territorio un ampio sviluppo nel breve, medio e lungo termine ed è composto da più moduli indipendenti così articolati:

CaroCircoBus giornate aperte di piccolo circo (operatori esperti arrivano in una piazza con un furgone completamente attrezzato e sono in grado in brevissimo tempo di allestire lo spazio ed offrire a gruppi di bambini e ragazzi un gioioso, istruttivo e coinvolgente laboratorio di Piccolo Circo). Il format è stato lanciato con successo quest’estate all’interno delle programmazioni di:

CaroCircoFormazione stage introduttivi e specifici riservati a coloro che desiderino scoprire le discipline di base degli arte circensi e svilupparne l’insegnamento in ambito pedagogico nelle scuole, nelle palestre, nelle associazioni.

CaroCircoLaboratori laboratori di Piccolo Circo per bambini e ragazzi presso scuole e strutture sportive cittadine che coinvolgano almeno 200 bambini/ragazzi e un saggio finale. Info 347 6597732 giocolieriedintorni@hotmail.com

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comunque poetica, appassionata e calda, dove il migliore attestato è lo sguardo ultimo con cui ci si saluta a fine laboratorio. Sono felicissimo che nel 2008 ospiteremo tutti artisti molto attivi, come Sandro Berti della Banda Osiris, Neri Marcorè, Rita Pelusio, Anna Meacci, Cris Lynam, Paolo Nani, Bustric, Stefano Scalzi (Fantomatik) e tanti altri. Spero in giornate di incontri ed innamoramenti (formativi!).

danord

mi ha suggerito, nel caso che mi fossi ammalato, di chiedere al dottore se avesse mai conosciuto un altro paziente con la mia stessa malattia, e se almeno uno di questi fosse guarito. In caso di risposte negative il consiglio era cambiare subito dottore. Per gli insegnanti formatori ci si può difendere in modo simile: io chiedo sempre quando e dove potrò vedere un loro spettacolo, se mi dicono che ora si dedicano al solo insegnamento mi torna in mente la linguaccia di Einstein. Dunque, anche se far esperienza sulla piazza ed in strada è palestra unica ed insostituibile, penso sia importante avere un luogo dove incontrare vecchie volpi del mondo della strada, poterle osservare e toccare con mano, capire i loro percorsi (spesso incredibili, improvvisati e poco a norma Europea). Un luogo accogliente dove il tempo si perde, dove comprendere ed imparare è un’azione

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apparente. Anche i meccanici di automobili, un tempo simbolo del talento alla Fonzie, concentrati di sapienza antica e talento dal “tocco magico”, anche loro fanno formazione una volta al mese. Il primo grande dubbio tanti anni fa lo ha insinuato nella mia mente una bellissima frase di Einstein : Chi sa fa, chi non sa, insegna! Ed in effetti a guardarli bene questi formatori, spesso hanno un’aria di aver sempre solo insegnato cose viste su qualche manualetto anglosassone. Cortesi profeti di sistemi lavorativi e grandi masticatori di parole moderne – La mission, il mood, il breefing, il target… Forse solo oggi, che mi azzardo in queste riflessioni, mi accorgo che in questi tre anni che mi occupo di organizzare la formazione per la Federazione Nazionale di Arte di Strada (di cui sono consigliere) , ho sempre scelto come docenti vecchi lupi della strada, artisti che si sono fatti un enorme bagaglio di esperienze FACENDO e sperimentando sul campo. Una volta un mio amico mi ha dato un ottimo consiglio,

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Riflessioni notturne di Andrea Kaemmerle, responsabile Formazione FNAS guascone@interfree.it – www.fnas.org

e laformazione

Da Nord a Sud è una rubrica dedicata al Teatro di Strada, che speriamo possa in futuro, grazie anche al contributo della FNAS, dedicare spazi di approfondimento a questo vivace ed importante segmento artistico. Da Nord a Sud ospita interventi di esperti del settore e reportage da manifestazioni organizzate ai confini nord e sud della penisola, passando per il centro e le isole, quasi a delineare ed unire i contorni, geografici e culturali, dello spettacolo dal vivo di piazza in Italia.

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A cura di Mario Villani, regista del Draghetto e insegnante di “Voice training” www.draghetto.it - www.atestaingiu.net (blog: atestaingiu.ilcannocchiale.it)

A testa ingiù

La compagnia teatrale “Il Draghetto” è nata a L’Aquila nel 1988 e per il suo ventennale ha voluto farsi un regalo: dare il via al progetto “A testa in giù”, scuola di teatro e arti di strada. Da diversi anni l’idea girava nell’aria, ma era stata sempre rimandata per la gran quantità di impegni professionali del Draghetto: spettacoli di teatro ragazzi e teatro di strada, laboratori nelle scuole, progetti di teatro nel sociale, festival e rassegne, corsi al Teatro Dedalus… ma finalmente ci siamo riusciti! Scrivo questo articolo seduto nella sala principale del Teatro Dedalus, il nostro spazio, intorno a me gli allievi del primo anno sono alle prese con la lezione di pupazzi giganti. Ieri hanno mosso i primi passi sui trampoli, domani inizieranno a lavorare sul clown. Francesco incolla le braccia, Michela e Annamaria controllano dubbiose il taglio del vestito mentre Cristiano seduto a terra regge l’asta di animazione. In un altro angolo Manuela Del Beato, l’insegnante, mostra a Marco e Adriana l’uso della pistola a colla. Giulia e Alessandra guardano perplesse. Valentina, Cecilia e Martina al tavolo di lavoro pinzano carta crespa… non ho idea di cosa si tratti. Nell’angolo in fondo sono sedute a terra l’altra Michela e Roberta alle prese con ulteriori braccia… C’è anche Isabella Nardis, l’insegnante tutor che segue gli allievi in tutte le lezioni, oltre ad essere titolare di “Combattimento scenico”. Un’assoluta maggioranza di donne! Gli allievi vengono dall’Abruzzo, ma anche da Napoli, Ancona, Bologna… Affiancano i tre insegnanti interni altri cinque professionisti: Alessandro Scorrano (acrobatica), Alessandro De Santi (danza contact improvisation), Germano Colì (trampoli, giocoleria e acrobalance), Andrea Kaemmerle (clown), Michele Fiori (arteterapia e psicologia). Ci appoggiano la Regione Abruzzo, la Provincia e il Comune dell’Aquila, la Facoltà di Scienze Motorie dell’Aquila, i Comuni di Pizzoli, Castel del Monte e Barisciano. La scuola comprende nel primo anno 200 ore di lezione, organizzate in sei fine settimana lunghi e in una settimana residenziale finale a giugno 2008. “A testa in giù” è una scuola triennale e ha un indirizzo di interazione sociale: le tecniche di teatro di strada si impara a usarle anche in situa-

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Formati, formattati, informati, disinformati e sfornati. Forse sulla “formazione” in senso ampio occorrerebbe fare una riflessione approfondita. In ogni settore si investono milioni di euro in formazione; li investe lo stato, le regioni, l’Europa con le sue agenzie formative, le aziende private, le ASL … Tutti a formarsi tutti in cerca della propria forma, tutti in forma. Il fatto che addirittura tutto il mondo riconosca l’importanza della formazione mi mette fiducia solo

La strada e la guida-annuario delle arti di strada e delle arti circensi 10000 contatti professionali in Francia e all’estro uscita il 21 aprile +33 1 55 28 10 10 45 euros diffusion@horslesmurs.fr

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Le Goliath 2008-2010

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www.horslesmurs.fr zioni di animazione sociale con un occhio particolare all’arteterapia. Da marzo in poi inizieremo a lavorare “sul campo” con l’Istituto Penale minorile, con i centri sociali e anziani di alcuni Comuni, e poi questa estate tutti a testa in giù: gli allievi che lo vorranno parteciperanno alla stagione del Draghetto, con regolare scrittura artistica e versamenti ENPALS. Sono questi i tre aspetti che caratterizzano la nostra idea di formazione nel teatro di strada: capacità di gestione dell’interazione sociale oltre alla competenza tecnica e artistica; tirocinio pratico sul campo in situazioni reali; possibilità di serio inserimento professionale. Ops… i pupazzi sono finiti e tutti mi strillano di spostarmi… c’è solo un quarto d’ora per sistemare lo spazio e poi due ore di Acrobatica! Vado, vado…

Kermesse annuario italiano dello spet tacolo di St rada e di Pista Federazione Nazionale Arte di Strada (Fnas/Agis) Info e prenotazioni www.fnas.org

Un vero “must” per artisti e promotori, offre una panoramica sui servizi del settore, il calendario dei festival e delle rassegne italiane con mappa di ubicazione sul territorio, un’ampia sezione dedicata agli artisti, interventi su storia, esperienze, idee sull’arte di strada e del circo nel senso più esteso del termine. Disponibile anche Kermesse On-Line, il nuovo servizio della FNAS.

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registri g nazionali

dei Corsi/Scuole e degli Operatori/Insegnanti di Piccolo Circo

Questi due Registri, in via di completamento, pur non comprendendole tutte, hanno lo scopo di promuovere le realtà che operano nel settore e fornire informazioni più dettagliate sul loro lavoro. Il Registro delle Scuole viene regolarmente pubblicato su Juggling Magazine, le versioni aggiornate in tempo reale di entrambi i Registri e le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.jugglingmagazine.it Ancona Arezzo Bergamo Bolzano Bolzano Cagliari Firenze Firenze Firenze Forlì-Cesena La Spezia Messina Milano Milano Milano Perugia Pisa Pavia Roma Roma Sassari Torino Torino Torino Torino Torino

La Valigia delle Meraviglie Loc. Borgo Tufico 4/S, 60044 Fabriano Ileana Rossi 338 4798584 www.lavaligiadellemeraviglie.com Ass. Artesss via Salvo d'Acquisto 13, 52010 Capolona Arezzo, Viola Rosa Giamagli 333 6752130 www.artesss.com Ambaradan via Gaetano Donizetti 16, 24020 Torre Boldone Lorenzo Baronchelli 035 363089 www.ambaradan.org Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana Josef Marmsoler 0473 249564 www.animativa.org Arteviva via Bari 73/5, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 associazione.arteviva@virgiliio.it Io a gli Altri Ludobus Macondo via Napoli 76, 09100 Cagliari Pietro Olla 338 2362816 www.ioeglialtri.it Circo dei Maghi Incartati pz. Musignana 13, 50022 S.Polo in Chianti Elena Manni 3341974550 elirudyzuli@libero.it Circo Tascabile via Belgio 12, 50126 Firenze Lapo Botteri 348 9241326 www.circotascabile.it Scuola di Circo “En Piste” casa del Popolo, Grassina Firenze Julien Morot 349 7887176 julmorot@caramail.com Microcirco viale Colombo 18, 47042 Cesenatico Carla Acquarone 337 266505 www.microcirco.it Facciamo Circo v.le Guido Cavalcanti 26, 19038 Sarzana Alina Lombardo 339 5878441 www.facciamocirco.it Il Giglio c/da Baronia Capo Milazzo, 98057 Milazzo Alfredo Asdia 090 9281313 www.ilgiglio.org Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.cascinacampi.it/campacavallo Il Balzo via Fezzan 6, 20144 Milano Adriano Adriolli 02 47710541 www.balzo.it Piccola Scuola di Circo via Elba 7, 20144 Milano Camilla Peluso 02 42290574 www.piccolascuoladicirco.it Scuola Piccolo Circo via Birago 4, 06124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 michipao@libero.it Antitesi via E.Fermi 7, 56010 Vicopisano Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Giocolarte Strada Ca de Ratti 115, 27100 Pavia Giuseppe Trupia 339 4541857 giocolarte@yahoo.it Scuola Romana di Circo Lungotevere Flaminio 55, 00196 Roma Catia Fusciardi 338 3552831 www.scuolaromanadicirco.net Circus Bosch via dei Quattro Venti 121, 00152 Roma Valeria Zurlo 333 6888554 www.circusbosch.com Chapitò Parapluie località Sanalvò, Vacileddi, Loiri, Porto San Paolo 07020 Sassari Daniela Bandinu 349 0831017 paraplui@tiscali.it Flic Scuola di Circo via Magenta 11, 10128 Torino Dario Sant’Unione 338 8394275 www.flicscuolacirco.it Teatrazione via Rismondo 39/f, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com Scuola di Cirko via Tiziano Lanza 31, Parco Cult. Le Serre, 10095 Grugliasco Paolo Stratta 329 3121564 www.scuoladicirko.it Circostanza…il circo in una stanza. Ass.Vip Clown via Cristalliera 25, 10139 Torino Luca Marzini 338 6036940 www.clownterapia.it Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com

consulta su www.jugglingmagazine.it anche il Registro Nazionale degli Operatori/Insegnanti

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1998-2008 i nostri primi dieci anni!

Ringraziando tutti quelli (e sono tanti!) che lo hanno reso possibile, ancora carichi di tanto entusisasmo per migliorare diffusione e promozione delle arti circensi, lanciamo ad inizio anno e su tutto il territorio nazionale una raccolta adesioni, sponsor e supporti istituzionali.

SOSTIENICI Qui di seguito i riferimenti delle associazioni che sostengono Juggling Magazine e contribuiscono alla sua diffusione. Info su queste realtà e sulle modalità per sostenerci alla sezione Chi ci Sostienediwww.jugglingmagazine.it

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Jug n. 38

20-03-2008

14:33

Pagina 34

studio ruggieri poggi grafica e comunicazione

serenità w w w. r u g g i e r i p o g g i . i t

ideogramma

che vuol dire

serenità

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