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JUGGLINGMAGAZINE.IT ASSOCIAZIONE GIOCOLIERI & DINTORNI 52 NUMERO
SETTEMBRE 2011
issn 1591-0164 Poste Italiane SpA sped. in a.p. 70% DCB Viterbo Contiene allegato P. e allegato R. € 3,00
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bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno X, n.52, settembre 2011 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 ©2002 Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) h www.jugglingmagazine.it e jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 347 6597732 Direttore Responsabile Marcello Baraghini Direttore Editoriale Adolfo Rossomando Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h www.ruggieripoggi.it t 06 57305105 Distribuzione Nuovi Equilibri t 0761 352277 f 0761 352751 Stampa Spedim via Serranti, 137 h www.spedim.it Stampato il 20 giugno 2011 In copertina Le Bo Trio alla EJC 2011 foto di Albapasser.de
Pubblicazione sostenuta dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
editoriale e Monaco (D), European Juggling Convention, una settimana in compagnia di 7000 giocolieri provenienti da tutto il mondo; Finlandia, Cas Cas project, 5 giorni condivisi con altre 7 persone provenienti da diversi paesi europei, in visita presso scuole, festival e compagnie di artisti, all’interno di un progetto che offriva questa opportunità a 4 gruppi di persone in 4 diversi paesi europei; Castelfiorentino, X edizione del Meeting Nazionale degli Operatori di Circo per Bambini e Ragazzi, con 70 partecipanti tra operatori e relatori; Berlino, Nice Meeting, versione europea del nostro Meeting nazionale, 4 giorni con 60 rappresentanti di scuole europee di circo per bambini e ragazzi; Jaca (ES), tappa del progetto europea Cir que o, dove ci facciamo promotori per la costituzione di un network delle riviste di circo contemporaneo europee; Recife (BR), Festival do Circo de Brasil, si vola oltreoceano al seguito di una compagine di artisti italiani, invitati per celebrare i 150 anni di amicizia tra Brasile e Italia; Auch (F), Circa, festival internazionale di circo contemporaneo dove si danno appuntamento tutte le scuole di circo europee… ma anche in Italia il ritmo è serrato: Open Street, Clown&Clown Festival, Festival Internazionale di Circo di Latina, il nostro secondo corso universitario a Tor Vergata (RM), le formazioni presso le scuole professionali… ecco un sintetico e parziale spaccato dei viaggi, scambi, progetti, iniziative che negli ultimi mesi ci hanno visto coinvolti in veste di reporter, partecipanti, piuttosto che organizzatori. Ciascuno di questi appuntamenti catalizza al suo interno una mole incredibile di contenuti culturali e pedagogici, esiti artistici, esperienze di vita, opportunità di collaborazioni. Reportage da qualcuno di questi eventi trovano spazio già in questo numero, mentre altri troveranno spazio sul prossimo o sul web. Tutti meriterebbero maggiori approfondimenti, maggiore visibilità nel panorama un po’ asfittico della cultura italiana. Come sempre siamo impegnati ad offrire e implementare, attraverso Juggling Magazine, jugglingmagazine.it e Juggling Magazine Newsletter, i media adeguati per rappresentare una costellazione così vasta e vivace. Ci auguriamo che voi tutti possiate ancora a lungo aiutarci nel mantenere in vita il nostro progetto, generare l’entusiasmo e le risorse necessarie per promuovere questo meraviglioso turbinio di eventi, accompagnarci in questo viaggio senza fine tra stelle che brillano di luce propria. Adolfo Rossomando
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EJC 2011 4/12 agosto Monaco (Germania) www.ejc2011.org
Intervista a Markus Furtner, del team organizzativo foto di Albapasser.de e di Luke Burrage (L.B.) www.lukeburrage.com/blog
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Più di 10 anni fa, quando eravamo solo un gruppo di appassionati giocolieri, Andy fu il primo a proporre l'idea di ospitare una EJC a Monaco. Poco dopo fondammo un juggling club e ci mettemmo alla ricerca di location che fossero ottimali per la EJC. Il gruppo intanto cresceva e 5 anni fa prendemmo la decisione di candidarci e costituire un core team che coordinasse tutte le attività, composto da Andreas Anders-Wilkens, Tim Adams, Jürgen und Suzann Adams, Christian Bross, Juliane Scheer, Toni Schneider, Mathias Pusch, Julia Stangl, Tobias Thiel, Stefan Bialek ed io. Volevamo organizzare una EJC di grandi proporzioni, nel centro dell'Europa, una EJC non solo per chi le frequenta di solito, ma anche per i giocolieri che non ci sono mai stati e che avessero trovato in questa edizione una buona opportunità per andarci, o tornarci dopo tanti
anni di assenza. Dopo molte ricerche ci venne proposta la prestigiosa location della OlympicHalle e del parco adiacente. Come direzione artistica avevamo invitato circa 50 giocolieri, un numero relativamente basso, per non ingessare la programmazione dei palchi; volevamo che ci fosse tanto spazio anche per chi desiderava esibirsi spinto dalla bella atmosfera. Ovviamente avevamo previsto un Opening show in città, e nella Hall una Bavarian Night e un German Gala. Per il Gala Show abbiamo invece ritenuto che la suggestiva storia e atmosfera del Circus Krone fosse la cornice migliore per ospitarlo. Ma avendo ricevuto una grande richiesta di partecipazione al Gala ne abbiamo creato un secondo, l'All Star Show, che potesse accontentare queste richieste. La partecipazione dei giocolieri è stata alta: 5000 pass setti-
manali, 3000 biglietti giornalieri che contano per 1500 partecipanti, 500 biglietti giornalieri del pubblico, per un totale di circa 7000 partecipanti. Con una mole così alta di partecipanti da accogliere i momenti più duri da un punto di vista emotivo sono stati quelli che precedevano l’inizio della EJC, con tante cose che non sai se saranno pronte, imprevisti che arrivano all'ultimo momento, contrattempi che non avevi considerato. Il massimo della stanchezza e dello stress è stato proprio il primo giorno; chiaramente anche il lunedì, quando hanno chiuso la Halle, è stato un momento difficile, ma poi tutto è andato per il meglio e anche io ho trovato momenti in cui rilassarmi e godere del'evento. Abbiamo avuto tanti feed back positivi, sia dai partecipanti, sia dal pubblico, sia dalla stampa, che ci hanno ripagato del tanto lavoro. Per-
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sonalmente aver organizzato un bel Gala che tutti hanno apprezzato, e vedere il pubblico che applaudiva e si divertiva è stata davvero una bellissima emozione. Sono legato da anni a questo mondo e mantengo con piacere i contatti con la comunità dei giocolieri; in Germania si tiene una convention ogni due settimane, circa 34 convention all'anno, e qualcuna anche in inverno. Appuntamenti indoor che contano anche 100/200 partecipanti sono molto diffuse e, su una scala così ridotta, è anche possibile dormire in palestra e stare più facilmente insieme. La comunità dei giocolieri ha come caratteristiche peculiari la sua massima libertà espressiva, e quando incontra alcune strutture e organizzazioni come quella che gestisce la Hall è quasi inevitabile che nascano dei problemi, che poi si ripercuotono su tutti i partecipanti e sulla EJC stessa.
Ritrovarci con la Hall chiusa il lunedì mattina è stato un duro colpo per tutti, e soprattutto per noi organizzatori, ma l’inci-
dente di percorso si è risolto in poche ore e alla fine tutti hanno apprezzato il buon senso, la pace, la gioia e l'energia positiva che i gioco-
lieri sanno produrre, anche nei momenti più duri. I progetti per il futuro, una volta chiusa l'associazione nata per la EJC,
ci vedranno ancora impegnati nelle attività per il juggling club, con l’intento di migliorare i 4 appuntamenti settimanali nelle 4 diverse palestre
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dei giocolieri a Monaco. La giocoleria sta entrando sempre di più anche nelle scuole per bambini e ragazzi e questo avvicina tante nuove persone alle convention e alla giocoleria. Su questa scia terremo in città un Bavarian Juggling Weekend, aperto a tutti gli studenti bavaresi, dove offriamo workshop aperti al pubblico e che pubblicizza il calendario delle convention. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 52 s e t t e m b r e 2011
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Made in Germany Tra i tanti spettacoli che questa EJC ha offerto, inaugurati da un opening show tenuto nel centro della città, cominciamo da quelli “made in Germany” e cioè la “Bavarian Night”, dove giocolieri, musicisti, attori, ballerini e acrobati hanno unito le loro abilità alle loro radici bavaresi, il tutto con un pizzico di ironia. Uno spettacolo concettuale senza moderatori, ideato da Jörg Treiber, alias Schorsch Bross - e rappresentato da artisti bavaresi e dal gruppo di giocoleria di Bamberga. Tra gli ospiti bavaresi anche gli Allacher Schnalzer e i Trachtler, che hanno partecipato anche alla festa di inaugurazione dei mondiali di calcio a Monaco e in Sud Africa. La EJC è in Baviera e per molti la Baviera è il prototipo della Germania. Ma è davvero così? Cos’altro ha da offrire la Germania? Certo, poeti e filosofi, tecnologie avanzate e usi, costumi e tradizioni. Melanie Meyer, Ingeborg Lohschmidt e Hubers FranzXaver hanno concepito per la EJC uno spettacolo che, oltre a fornire informazioni sulla storia della giocoleria e sulla Germania, ha presentato esperimenti multimediali e le interpretazioni della giocoleria di tutta la regione. Oltre al Gran Galà, che ha visto alternarsi nella suggestiva cornice del Circus Krone una variegata serie di artisti, è stato molto bello poter assistere ad un inedito EJC All Star. Una kermesse dei giocolieri che si sono esibiti nelle passate edizioni della EJC e che sono stati e sono d’ispirazione per il mondo della giocoleria. Da Thomas Dietz, a Stefan Zimmermann, a William Lin, Stefan Sing, Wes Peden, Patrik Elmert, Jay Gilligan, Detlef Winterberg, Markus Furtner… Non poteva mancare l’Intrika Fashion, una parodia del mondo della moda, creato dai giocolieri per i giocolieri, con le star della giocoleria, i VIP, i paparazzi e
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gli addetti all’insicurezza che combattevano sulla passerella! Delirante la performance di Rumpel, deciso a battere il suo record di 48 ore di spettacolo no stop, un’impresa cui tutti alla Ejc hanno avuto il piacere di dedicare tempo ed applausi. Molto seguiti anche tutti i palchi e gli spettacoli che solitamente costituiscono la colonna vertebrale delle EJC, dagli open stage al fire space, dalle olimpiadi dei giocolieri al fight club, dai Renegade (uno dei quali gestito dagli italiani con FFF in veste di conduttrice) al glow show, con performance e attrezzi tutte legate al mondo ai giochi di luce e di colore al buio, risultato dell’incontro tra l’high-tech e la tradizionale arte della giocoleria. Una EJC dalle grandi dimensioni, in parte ed inizialmente minata da una serie di contrattempi, errori di valutazione organizzativi, brutto tempo, un cocktail micidiale per qualsiasi evento del genere, anche se organizzato in Germania! Ma come sempre accade in queste occasioni, la comunità internazionale dei giocolieri riesce sempre, anche di fronte a grandi disagi, ad inondare il posto e l’atmosfera con grande gioia, energia positiva, voglia di crederci e di esserci. Prossimo anno appuntamento a Lublin, in Polonia (www.ejc2012.org) , poi nel 2013 a Tolouse, e nel 2014 si ritorna a Millstreet, in Irlanda; una continuità alla EJC, giunta ormai alla sua XXXV edizione, che viene garantita grazie al lavoro costante di back up della European Juggling Association (www.eja.net). j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 52 s e t t e m b r e 2011
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ITALIANI alla EJ JC L.B.
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Tangram www.stefansing.com
testo di Cristiana Casadio e Stefan Sing Spiegare come è nato “tangram” non mi risulta facile, perché devo cercare di mettere a fuoco e dare una logica ad una cosa che è avvenuta in modo così spontaneo da non essere ben chiara neanche a me. Innanzitutto, perchè il nome “tangram”? Il "tangram" è un puzzle, di antiche origini cinesi, composto da sette pezzi, di forme geometriche differenti. Lo scopo del gioco è di formare figure di senso compiuto, usando tutti i pezzi, senza sovrapporne nessuno. Al di là del fatto che ci è piaciuta la parola “tangram” di per sé, ci è sembrato che anche il concetto del gioco rispecchiasse quello che stavamo facendo. Così come nel gioco, anche nello spettacolo, gli oggetti,
(ma anche i corpi stessi, nel nostro caso) vengono manipolati, rielaborati in diverse forme, utilizzati per rappresentare, sia visivamente che emozionalmente, le diverse situazioni. Tangram è nato come un atto di 12 minuti, ma avendo già in mente l'idea e la voglia di farlo diventare uno spettacolo a serata intera… ed è quello a cui stiamo attualmente lavorando. Lo spettacolo di 45 minuti, presentato all'EJC, è ancora una tappa intermedia. Tangram nasce dalla voglia, mia e di Stefan, di lavorare insieme e di provare a mescolare due discipline diverse, la danza e la giocoleria, che però si completano a vicenda, arricchendo il vocabolario di entrambe. D'altra parte, anche i nostri background hanno incrementato l'interesse e la curiosità recipro-
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jugglinghost@live.it La giornata non era iniziata nel modo migliore: avevo perso la mia musica, pioveva e mancava poco all’inizio degli spettacoli. Non potevo rimandare, avevo scelto di esibirmi martedì 9, perché è stato in quella data di alcuni anni fa che ho scoperto la giocoleria, e così volevo festeggiare quest'anniversario. Mi sono esibito con questo numero molte volte in Italia, ma un po’ di preoccupazione c'è sempre; l'emozione di esibirmi all'open stage della grande EJC, di farmi vedere da un pubblico che non mi conosceva. Non era semplice tenere il livello di grandi artisti che si erano esibiti quella sera come Christof Buch e ancora prima Stefan Sing e Cristiana Casadio col loro spettacolo completo; l'ansia continuava a salire, ma per fortuna il fonico ritrova la musica della mia performance! Per quanto solo una minima parte dei partecipanti potessero accedere al tendone, salire sul palco dell'EJC ti fa sentire un po’ come se ti stessi esibendo di fronte all'Europa intera. Sentire le urla della gente durante i trick mi dava ancora più spinta, e una volta finito non mi aspettavo di essere piaciuto a tutti. È stato un applauso interminabile, non avevo idea di cosa fare, vedere tutta quella gente in piedi mi ha dato un gran senso di soddisfazione e così anche nei giorni successivi quando mi riconoscevano in giro per il villaggio della EJC. Riuscire a piacere ad un pubblico così numeroso è la più grande soddisfazione, sopratutto utilizzando un attrezzo non sempre apprezzato. Spero che anche le mie prossime esibizioni riscuotano lo stesso successo.
ca a mettersi in gioco in questa esperienza molto diversa da quello che entrambi eravamo abituati a fare. Stefan, come giocoliere ha sempre dato una particolare importanza al movimento. Ed io, prima di lavorare come ballerina professionista, ho fatto parte della squadra nazionale di ginnastica ritmica. Questo mi ha permesso di relazionarmi agli oggetti, non certo come un giocoliere, ma nemmeno da principiante. Molti spettatori ci hanno detto di aver visto rappresentata una storia d'amore, ma la nostra intenzione era semplicemente dare forma ai possibili modi di relazionarsi di due persone. In realtà, non siamo partiti avendo una idea chiara di quello che volevamo rappresentare; l'idea si è venuta a creare man mano che le singole parti prendevano forma, ed una volta divenuta più chiara, abbiamo potuto sviluppare e modificare le varie parti.
In concreto, abbiamo iniziato creando piccole sequenze astratte e disconnesse tra loro, semplicemente giocando, a volte con le palline, altre volte con il movimento puro e semplice; in generale, lo scopo era di estendere il concetto di manipolazione anche ai corpi e non solo agli oggetti. Vedendo poi che ogni sequenza prendeva man mano un “colore” diverso, abbiamo deciso che ognuna dovesse rispecchiare un diverso stato d'animo (rabbia, curiosità, tristezza, passione…), e questo ci ha permesso di rielaborare ogni scena con una idea più precisa del senso del contesto in cui erano inserite. La cosa forse più difficile è stata trovare dei collegamenti logici tra le singole parti, ma proprio questo, penso, può permettere allo spettatore di leggere tra le righe una sorta di storia…storia in cui il movimento è usato come voce e gli oggetti come linguaggio.
Riky Tanca postafoglivolanti@gmail.com
Il mio primo Open Stage si è tenuto nel 2009 alla Convention di giocoleria in Brianza, occasione in cui ho presentato una routine di manipolazione con gli anelli: trick tradizionali e nuovi. Sono trascorsi circa tre anni da allora e il mio numero è cambiato molto. Infatti, nonostante il mio lavoro da ingegnere, artista di strada e organizzatore di eventi con l’Ass. Fogli Volanti, sono riuscito a dedicare tempo alla ricerca, i cui risultati sono stati ripresi e montati in una serie di filmati intitolata “Rings Juggling Tricks” inseriti di tanto in tanto su Youtube (http://www.youtube.com/user/wjdsardegna). Questo gioco ha consentito di fissare i miei progressi e creare uno scambio continuo via web con altri appassionati. Nel frattempo, sono stato ospite a diversi gala in alcune Convention: da Trento a Trapani, da Strasburgo a Parigi. Tutta esperienza: contatto con spettatori sempre nuovi e confronto con diverse realtà. La sorpresa, tuttavia, è arrivata nel giugno scorso quando ho ricevuto l’email di Luke Burrage, direttore artistico degli open stage all’EJC 2011, che mi ha proposto di portare la routine di anelli in uno degli spettacoli serali. Non potevo rinunciare a questa opportunità! Il numero è andato bene e la mia performance è stata molto apprezzata. Non capita tutti i giorni di potersi esibire di fronte a una platea così esigente come quelle che si trovano alle europee. L’emozione è stata forte ma mi ha rassicurato la presenza e il sostegno di tanti amici. Mi ha gratificato anche l’altissima partecipazione al laboratorio di anelli che ho tenuto in palestra, un’affluenza così ampia da non riuscire a concludere tutto il programma del workshop. Nonostante le critiche, mosse da più parti, sugli aspetti logistici di questa ultima Convention Europea io ne porterò sempre dentro un ricordo stupendo.
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8/12 giugno, Fossano (CN) www.fossanomirabilia.com Future Circus, il circo del domani a cura di Fabrizio Gavosto, direttore artistico Foto di Andrea Macchia
Questo dovrebbe essere un articolo sul festival Mirabilia, che si tiene a Fossano, in provincia di Cuneo, a giugno. Il festival è un importante appuntamento, ormai ben conosciuto a livello europeo, dal programma unico e particolare (uno dei pochi in Europa dove è possibile assistere ad un numero impressionante di prime di compagnie europee ed italiane); Mirabilia è unione in un festival di festa, spettacolo, respiro culturale, apertura a nuovi e stimolanti panorami artistici, sperimenta-
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zione, insomma, un marchingegno alchemico di bellezza e innovazione. Tuttavia, credo che in questa sede sia più importante parlare di ciò che sta accadendo nel mondo del circo in Italia ed in Europa. Infatti, da quando in Italia, e proprio a Mirabilia, si cominciò a parlare di coproduzione, di sostegno alle compagnie e di spazi di residenza, le cose sono cambiate in fretta. Oggi, anche in Italia, si comincia a dare una dimensione culturale ad un fenomeno che si
basa sulla contaminazione dei linguaggi e delle discipline teatrali, sulla ricerca di nuove forme drammaturgiche. Il momento attuale, per quanto riguarda il circo contemporaneo, può forse essere paragonato al periodo di nascita dell'opera lirica quando, nel 1600, questa forma teatrale allora in fasce fece molto discutere per i suoi contenuti e la sua forma non tradizionale, fino a che non si cristallizzò e non venne definita, per poi essere consacrata dall'apporto dei più grandi
compositori degli ultimi secoli. Bene, credo si stia attraversando un momento analogo, un momento storico importante, in cui un nuovo linguaggio scenico si affaccia alla realtà, cercando a tentoni la propria identità, veicolando valori e contenuti a volte innovativi o addirittura rivoluzionari, e mischiando gli alti linguaggi della danza e del teatro di ricerca con la cultura popolare e la fisicità proprie del circo. Un cocktail esplosivo, estremamente seguito dai giovani, in grado di riempire teatri non più abituati al “tutto esaurito”, e di portare nuovo pubblico e rinnovata vitalità alle arti sceniche. A livello locale poi, il circo tradizionale rappresenta una grandissima opportunità, un grande forziere, un patrimonio insostituibile ricolmo di conoscenze, professionalità, tradizioni, con cui interagire attivamente. Un serio freno allo sviluppo di un panorama artistico nazionale
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rimane però l'esterofilia generalizzata e orientata principalmente verso la Francia che pervade molti ambienti del circo contemporaneo e del teatro italiano. In Italia pochi si son accorti che i tempi sono cambiati, e che l'Italia sta ormai prendendo un ruolo molto attivo in Europa all'interno di questo settore. Decine sono le produzioni italiane che ormai circuitano nell'ambito di teatri e rassegne europee, molte delle quali sostenute dal festival Mirabilia in collaborazione o in partenariato europeo con governi, istituzioni, festival e centri di creazione. Grazie a convegni, incontri e tavole rotonde tra addetti ai lavori, compagnie, artisti e critici, si stanno lentamente e faticosamente scoprendo le varie linee drammaturgiche ed estetiche, le poetiche e le ricerche che vengono intraprese dalle compagnie d'avanguardia, cercando di comprendere un settore che si presenta ancora
come un'affascinante incognita dalle grandi potenzialità. Per questo sarebbe importante dedicare una maggiore attenzione verso i processi di creazione e verso le avanguardie del settore, rappresentate anche da progetti europei che tramite Mirabilia coinvolgono l'Italia (JTCEurope, Transatlancirque, Transmission, etc.) e verso spettacoli concepiti e creati in Italia. Il sostegno alla creazione del circo contemporaneo é il fondamento della sua evoluzione. Un fenomeno molto particolare che caratterizza il momento attuale é, tra l'altro, il sottile cambiamento del pubblico che emerge dai festival in questi ultimi 2 anni. Per la prima volta, nella maggior parte dei grandi eventi ci si trova di fronte ad un pubblico nettamente più critico ed esigente, che richiede alle direzioni artistiche di andare oltre, di esplorare nuove strade, alle volte sperimentali od incerte. Non è più sufficiente lo spet-
tacolo da intrattenimento, ma viene richiesta un'esperienza che coinvolga ed allo stesso tempo sviluppi la facoltà di scelta e l'interazione all'interno di un percorso intellettualmente formativo e stimolante. Questo nuovo fenomeno deriva, ritengo, dal passaggio del pubblico da fruitore di programmi televisivi, una modalità di fruizione passiva, all'esplorazione di contenuti tramite il web, che rappresenta una modalità attiva e costruttiva, che richiede una serie di scelte su un numero quasi infinito di fattori, ed una costruzione di un percorso volontario e cosciente. Questo cambiamento epocale pare arrivi a modificare le connessioni neurali del cervello, ma è certo che lentamente sta modificando la capacità di sviluppo critico e la voglia del pubblico di essere partecipe, cosciente e propositivo, nella vita reale così come in quella virtuale. Comincia ad essere evidente una forte modi-
fica comportamentale a livello della fruizione turistica, culturale e consumistica. E proprio nell'ambito culturale il fenomeno, che sta rapidamente intensificandosi, deve diventare stimolo per le direzioni artistiche e per le compagnie, punendo l'immobilismo intellettuale e premiando la sperimentazione cosciente ed intelligente. Una maggiore interazione con la sperimentazione artistica delle realtà di circo contemporaneo alternative, di alto valore artistico ed intellettuale, può essere per i programmatori teatrali spunto di riflessione ed innovazione. In fondo, proprio in questo difficile momento economico, dovremmo sentirci più stimolati a creare un'Europa più unita e più ricca a livello culturale e sociale, ricordando che la cultura é, e sempre più sarà, il maggior bene di esportazione che resta a questo nostro vecchio, traballante ed amato continente! j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 52 s e t t e m b r e 2011
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Complicité
ralezza, mettendo al centro del progetto i desideri e gli impulsi di ciascuno, l’incontro nelle differenze dei loro sogni e pensieri, oltre che delle diverse competenze artistiche. Il risultato di questo percorso votato a mettere in luce le relazioni spaziali e narrative tra i partecipanti
attraverso giochi, colori e performance tecniche, è un’affermazione dei linguaggi corporali dell’artista circense e dell’attore, espressi attraverso immagini, suoni e sensazioni nati per coinvolgere lo spettatore. Sovrasta la scena una grande e spettacolare struttura illumi-
lo molto intellettuale, pieno di rimandi metaforici, ed eravamo alla ricerca di uno spettacolo che non si caricasse di sovrastrutture concettuali, il cui perno fosse la ricerca del movimento, il non-sense. Volevamo qualcosa che respirasse, da qui il titolo, che ci permettesse di rimanere entrambi il più possibile insieme sulla scena, intenti ad esplorare le combinazioni tra i due attrezzi, andare aldilà delle tecniche tradizionali per mettere insieme questi due attrezzi in figure partecipate. Una ricerca che poi ha generato in completa autonomia anche una sua drammaturgia dai colori e le atmosfere particolari. Il desiderio di lavorare insieme nasce sicuramente anche dalle caratteristiche simili degli attrezzi, dove la rotondità è la cifra principale, ma più fortemente da un'intesa umana e artistica che ci avvicinava. Ci accomunava anche la ricerca costante di elementi di disequilibrio, considerato che con la sfera d’equilibrio e la ruota non si può stare mai fermi. Siamo autoprodotti, senza sovvenzioni, con il solo aiuto della scuola di circo dei genitori di Maxim. Il padre di Maxim era insegnante di educazione fisica ma 20 anni fa ha lasciato la professione e ha messo su una scuola di circo.
Piano piano, partendo dai corsi per bambini ha costruito una scuola di circo amatoriale. Maxim è nato in questo mondo e a 7 anni faceva già la sua tournè con i geni-
www.catastrophe.be/complicite
Coprodotto in Belgio dal Créahm-Bruxelles e dall’Espace Catastrophe, centro di ricerca e creazione, “Complicité” è uno spettacolo di ampio respiro, ampiamente supportato da importanti istituzioni locali e nazionali, frutto di un lavoro durato tre anni, dal 2007 al 2010. La sua particolarità è quella di presentare in scena un’equipe artistica composta da 18 persone, sette artisti professionisti - un musicista, un acrobata, un giocoliere, un equilibrista, un break-dancer, due attori - e undici disabili mentali. Durante il periodo della realizzazione dello spettacolo hanno tutti lavorato fianco a fianco, creando delle complicità nate dall’approccio fisico e naturale di tutti alla scena e alle tante discipline toccate, il teatro, la danza, la capoeira, la musica e le arti circensi. Sotto la direzione di Cathérine Magis, direttrice dell’Espace Catastrophe di Bruxelles, affiancata da tre consiglieri tecnici professionisti del teatro, il gruppo ha lavorato all’incontro con natu-
Circocentrique Respire intervista a Alessandro Maida e Maxim Pythoud
La compagnia Circocentrique nasce dall'incontro di noi due, prima all'ESAC, dove eravamo nella stessa classe, e subito dopo nel corso di un progetto di creazione durato 5 mesi che ci vedeva coinvolti in tre attori e un regista. Un'esperienza non completamente riuscita che è però servita a farci capire meglio in quale direzione volevamo proseguire la nostra ricerca artistica. Ci siamo impegnati in un processo di creazione, ospitati in Svizzera dalla scuola di circo dei genitori di Maxim, e culminato poi nello spettacolo andato in scena qui a Mirabilia. Venivamo da un'esperienza di uno spettaco-
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nata da quattro fari. È intorno ad essa che si articola l’azione, vestendo, camuffando e trovando utilizzi nuovi per quest’ingombrante oggetto di scena, che è anche la base indispensabile di tutti i numeri aerei con i tessuti, le corde, gli oggetti attaccati a varie altezze, incluse alcune poltrone! Le quinte sono sotto gli occhi del pubblico, gli artisti non lasciano mai il palco ma lo popolano accompagnati dalle melodie patafoniche composte da Max Vandervorst. Anche questo tipo di sperimentazione musicale, votato a risvegliare il musicista in ognuno, segue la linea dell’intera produzione e si declina qui tramite un variegato intreccio di strumenti come dijiridou, flauto di pan, guiro e trombone. L’intero processo della creazione è stato seguito e documentato dal fotografo Jean-François Rocher e sarà l’oggetto di un’esposizione fotografica, di un libro che racconterà le prime rappresentazioni, tra cui quelle di Fossano, nonché il soggetto di un documentario del giornalista e regista Philippe Cornet.
tori che avevano il loro spettacolo di strada, esibendosi in gag clownesche e con i suoi primi trick di giocoleria. Col tempo ha maturato tanta competenza in giocoleria, acrobatica, trampolino, ma quando hanno incrociato il Cirque Eloize e ha provato per la prima volta la Rue Cyr è rimato affascinato dalla maggiore libertà espressiva e possibilità di ricerca che questo nuovo attrezzo offriva. Venendo da anni di skate e altri sport di scivolamento si è appassionato subito al movimento rotolante della ruota e dalle intriganti esplorazioni che offriva. Anche io ero ispirato dalla rotondità della sfera d’equilibrio e dalle infinite potenzialità ancora in gran parte inesplorate di un attrezzo che fino a poco fa era per lo più relegato ad attività di circo per bambini. Insieme abbiamo inventato tante figure con la ruota e con la palla e anche questa ricerca continua è stata una cosa importante che ci ha accomunato e avvicinato. Vogliamo ora far girare e crescere ancora lo spettacolo, portarlo più possibile nei teatri, dove ci siamo accorti che funziona meglio e dove gli spazi sono più ampi. Vogliamo anche riservarci tempo per la creazione e partecipare al progetto di Roberto Magro che sta mettendo su una compagnia che dovrebbe diventare itinerante e sotto tendone. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 52 s e t t e m b r e 2011
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Foto di M argheri
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Nell’anno della crisi economica e dei tagli al settore cultura della Regione Piemonte, non era per nulla scontato che la decima edizione del Festival Internazionale Sul Filo del Circo sarebbe stato un successo. Invece, contro ogni previsione, quest’anno si è toccato un record di presenze con ottomila spettatori paganti, diverse prime nazionali, numerosi sold out su 19 serate in sei settimane di programmazione. Il cartellone come è consuetudine propone una rappresentazione di stili molto diversi, espressioni dello sfaccettato panorama attuale del circo inteso in tutte le sue forme e declinazione, con un’attenzione particolare alla comicità, ai giovani artisti e alle compagnie consolidate. In quest’ottica l’apertura è stata affidata ad una vedette internazionale, il clown russo Andrej Jigalov dalla mimica straordinaria ed un palmarés di riconoscimenti internazionali davvero invidiabile. Grugliasco da sempre riserva un’attenzione particolare ai prodotti delle scuole di circo; grazie ad una fruttuosa collaborazione con il primo istituto di formazione parigino, il Festival ha ospitato un saggio degli allievi appena diplomati all’Académie Fratellini tra cui hanno spiccato alcuni talenti di sicura affermazione. Non è un caso che ciascuno di essi disponesse già di progetti professionali autorevoli: alcuni erano in procinto di partire per il Soleil, mentre il quartetto di giocolieri preparato da Denis Paumier concorrerà al prossimo Festival Mondial di Parigi. Rimanendo in tema di scuole, la Vertigo ha proposto due diverse prodizioni: un’ante-
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prima del Festival con Behind che ha visto protagonisti giovani in corso ed ex allievi quali Nicola Bruni alla roue Cyr (reduce dall’affermazione televisiva in Italia’s Got Talent) e Victor Abreu al palo cinese, in procinto di partire alla volta del Cirque Eloize; e lo spettacolo del II anno, “Cirque Déco (scritto da Paolo Stratta e diretto da Luisella Tamietto) che nel corso dell’estate ha effettuato oltre 40 date tra Italia, Francia, Svizzera e Slovenia, ispirandosi a personaggi ed atmosfere della storia del circo. Piacevolissima scoperta il duo Circoncentrique (Alessandro Maida e Maxime Pythoud) in grado di incollare il pubblico alla sedia con la forza di uno spettacolo semplice, divertente e di grande efficacia. L’atteso Concorso per Giovani artisti ha premiato la compagnia argentina Circo Claxon e ha fatto scoprire al pubblico lavori molto interessanti, quali Circo Zoé, Circoparola (nuova produzione di Pantakin) e l’austriaco Sebastian Berger.
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TO) www.sulfilodelcirco.it
CallmeMaria estratto dell’articolo a cura di Cesc Martinez, pubblicato su Zirkolika, n 30, autunno 2011
I due spettacoli più corposi del cartellone sono stati il trascinante Call Me Maria scritto da Adrian Schwerzstein e l’onirico Cirque Bouffon, ideato e diretto da Frederic Zipperlin, più conosciuto come “Boul”, il panciuto folletto giocoliere delle prime produzioni del Cirque du Soleil che, con due premi di peso a Parigi, e una carriera artistica molto ricca, da dieci anni ha realizzato il sogno di allestire una compagnia indipendente, in grado di lavorare sotto ad un proprio chapiteau fondendo dell’ottima musica dal vivo con artisti circensi di indubbio livello. “Angell”, il suo terzo spettacolo propone momenti corali, passaggi solistici e scene di grande spettacolarità e suggestione. Un Festival maturo e consolidato rafforzato sul territorio da una rete con altre realtà quali il Festival Mirabilia in collaborazione con il quale è stato proposto a Grugliasco il nuovo spettacolo di Milo e Olivia “Quisquilia”.
In Call me Maria, lo spettacolo non è fruibile in una sola modalità. Non ha un’idea particolare, nè un universo personale e intimo, ma un insieme di materiali che si sostengono l'un l'altro. C'è lo scontro di due culture, americana e spagnola, ma una cultura spagnola chiusa, emersa dalla dittatura franchista. Vi è una perdita di valori e identità, e l'adozione acritica di nuove forme. C'è anche una volontà di aggiungere al circo ingredienti drammaturgici, metà teatrali, metà musicali. E infine lo sviluppo di elementi non molto comuni nel circo universo: il rock and roll e una riflessione sulla storia al di là della mera evocazione. Coprodotto dal Festival LaStrada (Graz, Austria) e dal Grec (Barcellona) per la regia di Adrian Schvarzstein e Sergi Estebanell, Call me Maria è uno spettacolo ancora in evoluzione, ambientato in un bar di Barcellona degli anni '50. Un periodo e un luogo apparentemente aridi, deboli artisticamente e umanamente, con la censura e l'atmosfera della sconfitta. Le regie precedenti di Schvarzstein utilizzavano una forte componente personale. “Non
importa la storia stessa, ma come essa diventa universale. Ciò che è importante è lo scontro delle culture. Se si studia la storia dopo la seconda guerra mondiale, si noterà che questa situazione è la stessa dappertutto. In Austria, ad esempio, che per anni è stato un protettorato della EE UU, ti raccontano che arriva l'americano con la gomma da masticare, il rock and roll, il dollaro…” All'inizio dello spettacolo, il personaggio di Maria sfoglia una rivista, di quelle in cui c'era la pubblicità per le lavatrici e le donne in jeans, vale a dire una società molto avanzata nei confronti della Spagna negli anni '50, dove le uniche donne che andavano al bar erano prostitute. “Man mano che leggevo di più su quegli anni” racconta Adrian “mi si prospettava la buona idea di fare uno spettacolo non meramente politico, che era una prima possibilità (avevamo introdotto una segnalazione in scena sul divieto del catalano, per esempio), ma di fare qualcosa che fosse direttamente universale. Per renderlo più politico, avremmo avuto bisogno di più tempo
perché ogni personaggio potesse rappresentare un esame approfondito delle ragioni della storia” Adrian fa una critica degli artisti in Spagna, in generale, si legge poco e si fa poca ricerca. “Bisogna chiedersi più spesso chi sono e chi è il mio personaggio in scena. In questa produzione, in particolare, è importante capire cosa significava la libertà della musica che hanno portato gli americani, perché loro potevano metter dischi stranieri, perchè un dollaro valeva 24 pesetas e bastava a fare la spesa per tutta la settimana... Sarebbe un grande rischio” dichiara Sergi Estebanell “entrare nel tema storico senza avere il peso attoriale sufficiente. E se il circo ha dei limiti, i musicisti ne hanno di maggiori. Tutto questo lo stiamo migliorando. Tutto ciò che è stato incorporato nello spettacolo ha un valore simbolico: il telo che copre la Vergine, la bandiera americana, le calze di nylon ... Alla fine della giornata anche questo è politica. Devi trovare buone immagini, e lo facciamo attraverso il lavoro con gli artisti, con contributi provenienti da tutto il mondo.”
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Intervista al direttore artistico Raffaele De Ritis a cura di A. R. foto di Silvia Mazzotta
Quinta edizione di Funambolika. Puoi raccontarci da quale idea sei partito e con quale obiettivo hai sottoposto questo format all'Ente Manifestazioni Pescaresi? In realtà non ho sottoposto io un format. È noto come nei primi anni dopo il 2000 il mercato italiano dello spettacolo estivo abbia visto cambiare i decennali parametri di genere, che per decenni scorrevano nei binari di prosa, lirica, operetta, balletto, concerti. L’Ente gestisce uno dei più grandi spazi estivi d’Italia, il Teatro D’Annunzio, con una delle più antiche stagioni del Paese (saranno 60 nel 2013), ma negli ultimi anni la proposta è stata sempre più difficile. La prosa si è ridotta quasi a zero, l’operetta è scomparsa; per un po’ c’è stato il boom dei recital comici e dei musical, ma non più di qualità elevata. L’Ente, di cui ero consigliere, mi chiedeva spesso se con i miei contatti potevo riempire tre date con proposte circensi e di clown. Nel 2007 si è tentato di inserire questi generi, sotto il nome identitario di Funambolika.
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Funambolika offre una selezione di spettacoli che spaziano dal circo di tradizione alle espressioni più contemporanee. Con quali criteri selezionate gli spettacoli? Il criterio è molto difficile: si tratta di riempire per tre giorni una cavea di 2200 persone, a scena frontale, in cui il primo spettatore è a quattro metri e l’ultimo forse a 30, senza nomi famosi. Perfetto per musica e forse danza, ma inadatto per prosa o altro. E il pubblico pagante è una percentuale decisiva del budget. Questo ha portato a non pensare alle categorie di “contemporaneo” e “tradizionale”, ma a seguire la decennale garanzia di prestigio nelle proposte, divise tra il galà dei numeri, i grandi solisti e creazioni di troupes. Come si coniuga Funambolika con l'offerta culturale del territorio e con le caratteristiche di città di mare di Pescara? La città ha avuto dal dopoguerra una elevatissima vocazione turistica che con gli anni è scemata, conservando però un ampio bacino di pubblico residenziale. L’offerta è dunque da sempre ricchissima, dalle vedettes da stadio alle discoteche balneari: da giugno a settembre, non vi è sera senza attività artistiche. È probabile però che Funambolika sia oggi l’unica proposta innovativa rispetto ai generi già frequentati. Quali sinergie e collaborazioni con altre realtà culturali sono nate o auspichi che nascano sul territorio? È un territorio che non si è mai distinto per la permeabilità tra i soggetti che promuovono cultura ed entertainment, ed è un peccato, anche per gli spazi che la città offre. Mi piacerebbe ad esempio legare Funambolika al Premio Flaiano, che è un ormai storica rassegna di cinema, con una sezione legata al circo; oppure ai musei e alle gallerie d’arte della città con progetti espositivi. Coinvolgere il mondo del commercio, che è l’aspetto più identitario di Pescara, con attività
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nelle vie dello shopping. Paradossalmente è più facile trovare partner e curiosità fuori dal territorio: come Circo e Dintorni, che subito ha creduto in noi dal primo anno; o il Club Amici del Circo e la stampa specializzata estera, fino a Dragone Entertainment, tra i leader mondiali del settore, che ci è fedele, e altri legami che partiranno in futuro. Quali sono le riflessioni sulla disponibilità e interesse del pubblico a seguire questo tipo di spettacoli dal vivo nella stagione estiva? Molto positive, ma complesse da delineare. Come abbiamo detto è un territorio con un’offerta elevatissima ad ogni livello, e in particolare con un’alta capacità di spesa: quest’anno sono andati esauriti i biglietti per decine di concerti spesso molto costosi. Inoltre, per tradizione c’è un consolidato appetito circense da diverse generazioni: il gusto per il circo di qualità è nel dna di Pescara come in pochi altri capoluoghi. Il problema è che si tratta di un pubblico (e di una stampa) mai portato alla curiosità, e tiepido senza la garanzia di nomi televisivi o musicali. In questo senso Funambolika è una vittoria nel vendere migliaia di biglietti ogni anno; ma nello stesso tempo un grande dilemma per il consolidamento e lo sviluppo di un pubblico verso un genere come il circo che, per sua anomala natura, non si basa sulle vedettes, pur restando grande genere di massa. A cinque anni di distanza puoi tracciare un primo bilancio e delineare le prospettive future di Funambolika? Di sicuro si è riusciti dal nulla a fidelizzare un pubblico, educandone la dignità di spettatore con il senso della scoperta senza pretesti “culturali”, e ad
iniziare ad attrarre osservatori internazionali. Poi il ruolo all’interno del mercato circense: dando la chance ad anteprime di creazioni europee (come Call Me Maria), creato la chance a grandi vedettes (Larible, Avner) di lanciare i loro recital nei giri teatrali e, assieme ad Alessandro Serena, creato il format del Gala du Cirque: una sorta di uovo di colombo se si vuole, ma ormai sempre più richiesto e imitato in Italia, nelle declinazioni diverse (teatro, piazza) rispetto alla sua natura di circo classico. Le prospettive vanno invece verso la definizione di un’identità, nell’investigazione sul significatro di “circo” per le generazioni future, che mi incuriosirebbe intercettare. Il
co di Monte Carlo; In Estate il Piemonte di Grugliasco e Fossano quali vetrine di creazione per le troupes europee (mentre i lussuosi calendari di avanguardia di Gigi Cristoforetti vanno in Estate all’Auditorium di Roma e in Inverno all’Opera di Torino…). Funambolika è finora un tentativo di collisione nel passare da una sera all’altra dal grande virtuosismo classico al circo di immaginazione a base drammaturgica. Il mio desiderio era quello di disinnescare il binomio tradizionale/contemporaneo presso un pubblico ignaro delle differenze di genere. Con la promessa mantenuta dei “vincitori di Monte Carlo” , si vendeva un abbonamento in cui poi si scopriva la poesia di
il valore del “numero” puro della grande tradizione fine a sé stesso, in un galà senza i fronzoli competitivi dei premi. Penso però che, come dice Leo Bassi, la vera innovazione del circo sia nella sorpresa, nella trasgressione rispetto ai generi. Se ad esempio si ricorresse infine agli animali, quella che ieri era convenzione sarebbe oggi provocazione… Per molti ormai tradizione e contemporaneo sono un binomio desueto quanto quello circo/infanzia. Funambolika potrebbe diventare un contenitore di contaminazioni oltre il circo stesso, radunando quelle forme paracircensi non a caso imposte negli ultimi anni, e fuori dalle logiche: dal burlesque alla musica swing ed etnica di natu-
panorama italiano ha disegnato in questi anni una curiosa bipolarità geografico/stagionale: in inverno il Lazio con il Festival di Latina e Golden Circus (Roma) come concorsi a premi di numeri da circo classico, con animali e grandi troupes orientali, sul modello stori-
una creazione onirica con gli acrobati del Kenia, o il minimalismo di Gardi Hutter. Per il futuro è però estremamente difficile mantenere il rischio di questo spiazzamento. Sicuramente credo importante continuare ad esaltare vedettes come David Larible, o a ribadire
ra eccentrica, a una certa rinascita del teatro gestuale, al sideshow di derisione, alla recente riscoperta dell’illusionismo come arte scenica creativa; in breve a quel macrogenere nuovo che da qualche parte in Europa inizia a chiamarsi “arti del movimento”.
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Festival Internazionale di Villa Adriana Tivoli w w w. a u d i t o r i u m . i t Le Cirque Invisible a cura di Giorgio Enea
foto di Francesca Tecardi
Dopo molti anni di assenza da Roma, “Le Cirque Invisible” di Victoria Chaplin e Jean Baptiste Thierrée ha inaugurato la quinta edizione del festival. Un evento che è stato un ritorno a casa per la coppia di artisti che ha dichiarato nel programma di sala di sentirsi da sempre
figlia Aurelia, quando ha voluto dedicarsi agli studi e lasciare il circo di famiglia, ha scelto Roma per il suo esilio, non Parigi o Londra. Con questa gioia nell’esibirsi di nuovo a Roma si sono presentati a chi li ama e attendeva da anni e a chi, incuriosito, è andato a vederli per la prima volta. Quattro repliche tutte esaurite dove Victoria e Jean Baptiste hanno rimesso in scena il loro circo immaginario e meraviglioso, uno spettacolo che come affermano loro stessi è sempre lo stesso ma sempre in divenire. La stessa fantasia che ogni sera diventa reale da quarant’anni in un teatro diverso, con un pubblico diverso, con numeri diversi. Lo stesso sogno che si avvera ogni volta, un circo surreale poetico visionario magico che suscita incanto, stupore e meraviglia grazie a un’arte immensa frutto di una ricerca continua, un’arte di precisione che mira all’essenziale, all’emozione pura. Sia che Jean Baptiste faccia il mago clown o componga un surreale tableau vivant, sia che Victoria cammini sul filo a testa in giù o attraverso l’arte dell’object trouvé si trasformi in animali e mostri immaginari, entrambi con la loro sensibilità stravolgono la vecchia tradizione circense e le sue rigide regole, i suoi attrezzi e numeri ormai desueti dando vita a una estetica più vicina all’immaginario contemporaneo. E così in due ore di
romana, di avere un rapporto privilegiato con la capitale, avendo in passato ormeggiato il loro carrozzone dietro il Teatro Tenda di Carlo Molfese a Piazza Mancini, al Teatro Eliseo e per molti anni al Teatro Vittoria ai tempi della direzione artistica dell’illuminato e infaticabile Attilio Corsini. Tanto che la
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spettacolo densissime numeri di magia, giocoleria e clownerie diventano un mezzo per esprimere poesia e ironia insieme, per esplorare territori sconosciuti della fantasia, del nonsense, dell’inconscio, per creare un mondo capovolto dove gli oggetti prendono vita, colombe, conigli e oche appaiono all’inverosimile conquistando la scena e divenendo a loro volta i protagonisti, l’uomo diventa marionetta e viceversa, una tuba gigante emette un flebile fischio, bolle di sapone emettono note musicali, le scenografie si animano, le biciclette si trasformano in creature alate, il palcoscenico si trasforma in un teatrino di marionette, un tessuto diventa una maschera che si trasforma in un grande chapiteau e così via in un susseguirsi inarrestabile di colpi di scena. Ripercorrendo la storia del Cirque Invisible narrata nel bellissimo libretto pubblicato nel 2007 dalle edizioni Le Carnets du Rond – Point si ritrovano le origini del “nouveau cirque”. Le prime esperienze teatrali del “figlio dell’utopia” Jean Baptiste Thierrée con Jean-Marie Serreau, Roger Planchon e Peter Brook. Quelle cinematografiche con Alain Resnais, Jacques Baratier, Federico Fellini. Il 1968 e la rivoluzione personale che coincide con l’interesse per il circo. L’incontro con Alexis Gruss Senior, direttore de “Le Grand cirque de France” di cui diventa il confidente e con il quale inizia a concepire
l’idea di “un nuovo circo, innovatore da tutti punti di vista, fantasmagorico, rinnovato nella musica, nei costumi, nello spirito”. Il lavoro con i malati mentali della clinica “La Borde” e l’incontro con Felix Guattari. L’incontro e il sodalizio artistico con Victoria Chaplin, attrice, ballerina e musicista classica. Il debutto del Cirque Bonjour nel 1971 al Festi-
val d’Avignone, grazie a Georges Goubert e Jean Vilar, un vero e proprio circo moderno con le sue fiere, due orchestre e trenta o quaranta artisti. E dal 1974 l’idea di creare un circo più leggero insieme ai figli James e Aurélia, Le Cirque Imaginaire che diventerà nel 1990 il Cirque Invisible.
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Il grande palcoscenico allestito nell'area delle Grandi Terme del sito archeologico di Villa Adriana, Patrimonio dell'Umanità da parte dell'Unesco, ha offerto una panoramica interessante sulle produzioni artistiche di Cina, Russia, Stati Uniti, Israele, Belgio, Francia, Italia, Romania e Lituania, Sul palco Eimuntas Nekrosius con Evgenij Mironov e Pippo Delbono insieme ad Alexander Balanescu; il circo di Victoria Chaplin e Jean-Baptiste Thierrée; la danza dei ballets C de la B e di Barak Marshall; la musica del pianista Haochen Zhang, del cantautore Vinicio Capossela e della cantante jazz Cassandra Wilson. In queste pagine offriamo alcuni approfondimenti…
Gardenia les ballets C de la B estratto da una intervista con i registi Alain Platel e Frank Van Laecke
A.P.: Avevo sentito parlare di Frank come regista, ma non ci eravamo mai incontrati anche se entrambi avevamo lavorato con Vanessa Van Durme; è stata lei a farci conoscere. Dieci anni fa le avevo chiesto di recitare una parte in Allemaal Indiaan (Tutti Indiani). Conoscevo Vanessa dai circuiti dei teatri popolari e sapevo che era un transessuale ma in fondo questo non era per nulla importante e in Allemaal Indiaan le ho fatto recitare la parte di una madre con quattro figli. In seguito Frank l’ha diretta nello spettacolo Kijk mama, ik dans (Guarda mamma, sto ballando!) espressamente costruito attorno alla sua transessualità. È stato durante questo periodo che ci ha presentato e ci ha suggerito di ideare inieme uno spettacolo basato sul suo passato, trascorso nell’ambiente dei travestiti, coinvolgendo alcuni dei suoi amici che erano anche parte di quel mondo. Potresti mai immaginare una sfida più difficile? Due registi che a malapena si conoscono e che provengono da universi completamenti differenti si mettono a lavorare attorno a un tema disseminato di cliché, con un gruppo di persone che non conoscono e che hanno pochissima esperienza di recitazione. Vanessa ha radunato intorno a sé amici travestiti e transessuali, tutti gentiluomini – anche se alcuni di loro oggi sono signore – tra i 55 e i 65 anni. Molti di loro avevano abbandonato le scene tempo addietro, avevano già messo in scena il loro spettacolo d’addio, mentre altri non erano mai stati prima su una scena. Oltre ai sette personaggi più anziani, anche Griet Debacker fa parte del cast: una “vera” donna con cui Vanessa desiderava lavorare da molto tempo. Inoltre c'è Timur, un russo giovane e talentuoso, invitato ad unirsi a questo gruppo come outsider. Lo spettacolo è uno tsunami di emozioni contrastanti. Lo spettatore si può identificare con i personaggi attraverso emozioni universali e riconoscibili, anche se sono provate da travestiti o transessuali.
foto di Musacchio/Ianniello
F.V.L.: per questo spettacolo ci siamo ispirati al film spagnolo Yo soy así che racconta di un teatro cabaret di Barcellona costretto a chiudere i battenti. Il film segue i travestiti nella loro ultima serata, nella performance finale. Sono persone anziane che però, appena salgono sul palco, subiscono una metamorfosi incredibile. Gardenia descrive appunto questa energia, oltre a parlare di addio e transitorietà, di illusioni e speranze. Storie bellissime e sincere: il gruppo ha prodotto il materiale migliore. Il nostro compito è stato di stimolarne e agevolarne la produzione. Dopo di che lo abbiamo filtrato e gli abbiamo dato una struttura.
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Nelle belle arti si può raggiungere uno strato più profondo di verità: una verità poetica, estatica, che è misteriosa e si può ottenere solo con lo sforzo; la raggiungi attraverso visione, stile e mestiere. Werner Herzog
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L’effervescenza delle arti circensi, nelle loro imprevedibili declinazioni attuali, poco sembra avere a che fare con l’ambizione al sublime. Pare anche si guardi con sufficienza alla secolare vocazione di spettacolo di massa, preferendo un ormai convenzionale intimismo. Ugualmente, alla ricchezza visiva propria alla forma si preferisce un compiacimento minimalista, ritenuto espressione di una qualche contemporaneità, ma infine scarno all’avido occhio di chi cerca meraviglie. Con l’alibi poi del vocabolo “creazione”, complice un malinteso influsso francofilo, si ha cura di prendere le distanze dalla nozione di mercato. E, quasi con superiore benevolenza, è ai tendoni tradizionali e a quelli del Cirque du Soleil che si lasciano le ampie platee e la spettacolarità, come a salvaguardare per sé una presunta ricerca di arte, però ben poco provocando lo spettatore, né ispirandone lo sguardo sul mondo. Il circo di oggi più che nouveau è dunque innocuo e bourgeois, come lo sono le generazioni di allievi di scuole che ne sono divenuti gli odierni concepteurs, accomodati in un “circuito culturale” che, infine sovvenzio-
nato, è poi molto più mercantile di quanto sia lo show business da cui ci si vuole distanti. Prima di loro una serie di maestri, di estrazione generalmente proletaria, ha plasmato per loro il circo di oggi attraverso una sincera immersione nelle arti popolari e in anni di battaglie civili, con una sincerità di visione capace di profondità estreme. Franco Dragone, che viene da una famiglia di emigranti, è arrivato al circo tramite le sane pulsioni del teatro sociale, incontrando le forme primarie della Commedia dell’Arte, per poi imbattersi nel nascente Cirque du Soleil a metà degli anni ’80. Con lui, la compagnia canadese è divenuta industria grazie all’importanza di una visione e ad una proiezione universale. Nel 2000, Dragone “si mette in proprio”, fondando la propria fabbrica di spettacoli nella sua cittadina di adozione di La Louviére, in Belgio. Oggi 65 milioni di persone nel pianeta hanno visto le regie di Franco Dragone, che nell’ultimo decennio ha influenzato il mondo dello spettacolo dal vivo, cambiando i connotati di Las Vegas e ormai quasi anche quelli del settore in Estremo Oriente.
o della necessità del sublime
In tempi in cui in arte pare disinnescato ogni stimolo alla provocazione, Dragone é un provocatore, poiché spietatamente sincero: in un panorama di pudiche prevedibilità, egli senza ipocrisie tende deliberatamente a una elegante dismisura nel proprio progetto artistico; ambisce a lasciare un’esperienza possibilmente profonda, e la proporzione inattesa, di emozione come di spazio, la rende memorabile. Io penso che oggi la ricerca di Dragone sia quella del sublime, erede delle due uniche grandi forme di teatro popolare dei secoli passati: l’Opera e il Circo. Come Barnum e Michelangelo, Fellini e Caravaggio, in luogo di cercare significati, egli si pone in ascolto, molestando i nostri bizzarri confini tra reale e inconscio. Nello spettacolo di oggi egli resta infine l’unico sciamano a permetterci il dialogo estetico con l’ignoto: nella sua capacità di sintesi degli archetipi, nella qualità pittorica di ciascuna immagine, nella sublimazione del grottesco o dell’erotico, con la capacità di costruire per noi uno specchio per svelare la sfacciata umanità di chi è in scena e aprire l’universo interiore di chi guarda, attraverso una semplicità intuitiva nell’arte registica. Oltre i generi dello spettacolo dal vivo, tutto torna ad essere primario e sorprendente, dove il sublime è anche mestiere, in una factory leonardesca dal sano artigianato, in cui coreografi, sarti, disegnatori, animatori di video, ingegneri nutrono la visione elevando gli standard del live entertainement negli ultimi decenni, ma sopratutto ispirando milioni di persone.
a cura di Raffaele De Ritis foto di Tomasz Rossa
www.dragone.be Con numerose produzioni in contemporanea sul pianeta, Franco Dragone è il regista di spettacolo più rappresentato al mondo davanti al maggior numero di spettatori, con quasi tutti i suoi spettacoli ancora rappresentati, in alcuni casi da due decenni. Oltre ad aver creato i principali successi itineranti del Cirque du Soleil, all’alba degli anni ‘90 ha inaugurato il genere degli spettacoli permanenti, con luoghi appositamente costruiti, contribuendo in modo determinante al nuovo volto di Las Vegas e in generale al mercato dell’intrattenimento integrato di massa. Con la fondazione di Dragone Entertainment, sono stati creati a Las Vegas A New World per Celine Dion (il primo concerto permanente di una star nella storia della musica), e Le Reve (che amplifica il lavoro di teatro acquatico iniziato con “O”). Il gruppo Dragone, che impiega alcune centinaia di persone nel mondo, crea poi innumerevoli eventi speciali tra i più spettacolari al mondo per cerimonie sportive o aziendali, consulenze e vari format di spettacolo dal vivo. Dragone Entertainment ha una struttura di laboratorio creativo permanente, basato su una integrazione unica tra i più elevati standard mondiali nei vari campi: dall’architettura teatrale, alla ricerca sui costumi, alle tecnologie di proiezione multimendiale: “sofisticato, universale, innovativo” sono le tre parole d’ordine. Nel 2010 ha debuttato a Macao House of Dancing Waters in un apposito teatro permanente: si tratta del più grande spettacolo acquatico mai creato fino ad oggi. Il prossimo debutto è tra breve quello della tournée della versione dal vivo del film Kung Fu Panda, in coproduzione con la Dreamworks Film.
“Non faccio propositi artistici, non ho idee. Tutto ciò che ho è un occhio, capace di fissare le immagini che passano”.
Principali regie di Franco Dragone Per il Cirque du Soleil 1985 Cirque du Soleil 1987 Le Cirque Réinventé 1989 La Magie Continue 1990-91 Nouvelle Expérience 1992 Saltimbanco 1993 Mystère (in residenza a Las Vegas, The Mirage) 1994 Alegría 1996 Quidam 1998 O (in residenza a Las Vegas, Bellagio Hotel Casino) 1998 La Nouba (in residenza a Disney World, Orlando). Per Dragone Entertainment 2003 Celine Dion – A New Day (in residenza a Las Vegas, MGM) 2005 Le Reve (in residenza a Las Vegas, The Winn) 2009 KDO (Bruxelles) 2010 House of Dancing Waters (in residenza a Macao, City of Dreams Resort). (non vengono elencate le decine di eventi speciali che Dragone Entertainment crea dal 2000 in varie parti del mondo).
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Luglio Bambino Più che un festival è un evento sociale. Luglio Bambino, arrivata alla sua XVIII edizione, ogni estate fa uscire di casa circa 30.000 persone: famiglie al completo, ragazzini, bambini della comunità cinese che in questa zona è molto presente. LuglioBambino è il frutto di un ampio progetto fatto di produzioni di spettacoli, di ospitalità alle compagnie, di incontri culturali, di mostre, di installazioni e laboratori. Un progetto ad ampio raggio, in un continuo viaggio di confronto con il resto del mondo, realizzato
2/12 luglio, Campi Bisenzio (FI)
foto di Antonio Fernandez
grazie alla sinergia e alla sintonia tra l’amministrazione comunale, che ha continuato “contro corrente” a credere e a investire in maniera importante nella cultura, e la direzione artistica, che ha interpretato e sviluppato questa volontà. La rassegna curata come sempre da Manola Nifosì e Sergio Aguirre (AttoDue) punta sul teatro da strada, su spettacoli internazionali di forte impatto visivo, su una cultura che è gioco, intrattenimento e non noia. Si é iniziato con la compagnia catalana “Sarruga” con
Bellezza; de La Tal (Catalogna), con Carillon-Carillò; gli Inglesi del Bash Street Theatre con The Station, Los Filonautas (Germania-Argentina) con Naufraghi per scelta: Vincitore “Deux secondes” di Petit Monsieur con la seguente motivazione: ‘Per aver saputo conciliare e armonizzare l’immediatezza del teatro di strada con la raffinatezza di un linguaggio del corpo che riconduce al clima del cinema muto.’ Tra le altre compagnie ospiti si segnalano Mumusic Circus (Spagna-Catalogna), Le Bo
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a cura di Benjamin Eugene - Le BoTrio www.lebotrio.be
Storia Anche se spesso le persone erroneamente assumono che il trampolino elastico venga dalla ginnastica, il trampolino moderno affonda le sue origini nel circo. All'inizio del XX secolo gli artisti di trapezio volante hanno iniziato ad usare la loro rete non solo come dispositivo di sicurezza, ma anche come strumento per rimbalzare e fare acrobazie. Acrobati e clown hanno cominciato anche a saltare sul letto nelle riprese durante gli intervalli. Nel 1936, ispirandosi al circo, George Nissen (ginnasta e tumbler) e Larry Griswold (ginnasta, subacqueo e performer) progettano e costruiscono il prototipo del trampolino come lo conosciamo oggi. Nonostante alcuni miglioramenti minori per rendere il trampolino più stabile e più potente, il concetto di un telaio in acciaio pieghe-
lo spettacolo cult InsettiInsects: dieci performer, musicisti e artisti visivi di Barcellona, animano giganteschi insetti per la città «Il progetto di Sarruga nasce da un'idea semplice: quella di lavorare con figure di carta a grande scala. Le sculture di Sarruga acquistano particolare bellezza quando, illuminate sia dall'interno che dall'esterno, si animano grazie ad ingegnose strutture meccaniche». In concorso anche Deux secondes presentato da Petit Monsieur (Francia); Malù Circo, con La Meccanica della
vole, molle di metallo e un letto in nylon sopravvive ancora oggi. Originariamente inteso come un dispositivo di addestramento per le altre discipline di ginnastica, il trampolino elastico è diventato uno sport a sé stante, oltre ad essere usato nei circhi e negli spettacoli, come ha fatto Larry Griswold. George Nissen ha continuato il suo tour in giro per il mondo per promuovere la sua invenzione fino a quando è deceduto nel 2010. Dalla sua invenzione fino ai giorni nostri il trampolino è stato utilizzato in parallelo nello sport così come nel circo. Una degli interpreti più quotate in questo momento è la ginnasta canadese Jason Burnett.
Sviluppi nel circo contemporaneo Il circo contemporaneo ha in qualche modo cambiato l'uso del trampolino come attrezzo per mostrare figure acrobatiche di ginnastica. I seguenti esempi mostrano come l'utilizzo del trampolino sia andato oltre le competizioni agonistiche.
Wall trampoline Con la definizione Wall Trampoline questo attrezzo è stato utilizzato in molti spettacoli. Un effetto interessante di questa disciplina è che l'acrobata sembra essere in grado di camminare in verticale. Alcuni esempi di bravi performer che hanno utilizzato il wall trampoline sono Mathurin Bolze, il Cirque du Soleil e gli acrobati Catwall.
Trampolino da ballo L'utilizzo di un trampolino come base per proporre movimenti di danza è diventato molto popolare nel circo contemporaneo in
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trio (Belgio), e le compagnie Italiane di Marco Raparoli, la Camillocromo Street Band, Andrea Kaemmerle e L’Accademia del gioco dimenticato. In scena anche la produzione del Festival insieme ad Atto Due, “Chi ha ferito Garibaldi? dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia. La chiusura è stata invece affidata ai funamboli olandesi Warner &Consorten, per la prima volta in Italia, insieme ai catalani En Des Nos, due proposte stilisticamente molto diverse fra loro, due spettacoli
ricchi d’azione dove gli attori giocano con tutto ciò che incontrano lungo la strada. Ma mentre spariscono gli spazi del teatro Dante dal cartellone, arrivano nuove idee. A cominciare dalla presenza di opere d’arte per le vie del centro. Antonio Catalano ha portato i suoi «Armadi sensibili» , installazione già apprezzata al Piccolo di Milano e all’Auditorium Parco della Musica di Roma, che permetterà a grandi e piccini di scoprire nuovi mondi all’interno di questi armadi disseminati per la città.
quanto il rimbalzo può cambiare anche solo una passeggiata o farla diventare qualcosa di interessante. Buoni esiti in questo hanno dimostrato Benoit Vis e di nuovo Mathurin Bolze.
Trampolino e bicicletta / monociclo Un numero abbastanza sorprendente è stato portato in scena dalla compagnie Cicli Hors, che ha combinato l'utilizzo di monociclo e bicicletta con quello del trampolino.
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Acrobatica a coppia sul trampolino Il rimbalzo del trampolino permette non solo all'agile di eseguire incredibili trucchi prima di atterrare alla base, ma permette anche al porteur di ricevere un agile che proviene da molto più alto, in quanto il trampolino ammortizza lo shock dell'atterraggio.
Giocoleria e manipolazione di oggetti sul trampolino Con l'uso di un trampolino si può donare un effetto galleggiante o di assenza di gravità agli oggetti. Come se fossero in sospensione in una navicella spaziale. Mathurin Bolze ha fatto molte ricerca su questo nel suo spettacolo Fenêtres. Altra applicazione interessante è l'utilizzo del passing. Su un trampolino artisti sono in grado di catturare e lanciare oggetti in aria o durante le evoluzioni acrobatiche. Le BoTrio hanno sviluppato il loro stile proprio in questa particolare disciplina. Una versione di questo testo, corredata di video è disponibile su www.jugglingmagazine.it>circocontemporaneo>innovazione e arti circensi> trampolino elastico j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 52 s e t t e m b r e 2011
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P I ST E LO N TA N E
di Alessandro Serena aserena@iol.it Esiste un modo di fare circo per ogni nazione e per ogni tempo, come ho avuto modo di scoprire nel corso dei miei giri per il mondo alla ricerca di talenti della pista e della strada. Proverò a raccontarvi tutto questo sulle pagine di Juggling Magazine, con reportage di viaggi nello spazio, nel tempo e nella fantasia, alla scoperta di mille ed una maniera di fare e vivere il circo.
Senza Casa
Uno spettacolo di teatro acrobatico dei balcani Foto di Ahara Bischoff
la piazza comune d’europa Senza casa è un progetto europeo che mette insieme soggetti ed esperienze diverse. Come una piazza sulla quale confluiscono strade, stradine, viuzze e viali alberati. Un progetto che, per chi lo sta vivendo, è già di per sé un’esperienza difficile da dimenticare. Io cammino su una delle stradine che arrivano sulla piazza. Porto nella mia sacca molte delle esperienze da me compiute negli anni, e tra queste due in particolare: innanzitutto l’attività di ideatore di spettacoli come Ombra di Luna (da molti considerata una scintilla vitale per il circo contemporaneo in Italia) o Creature, uno spettacolo di teatro acrobatico africano con 350 repliche in tutta Europa. In compagnia del demiurgo Marcello Chiarenza, del compositore Carlo Cialdo Capelli e degli amici di Pantakin da Venezia. In secondo luogo l’esperienza recente del Circo della Pace di Bagnacavallo, ideato con Ruggero Sintoni, una vetrina che permette a gruppi di circo sociale da tutto il mondo di presentare i propri spettacoli nel piccolo comune romagnolo. Con grandi soddisfazioni, come l’incontro con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. O i molti sorrisi delle persone che lavorano nel sociale in prima persona e tutto l’anno. È partendo dalla volontà di creare un nuovo spettacolo con compagni di mille avventure, insieme a quella di mettersi in gioco per parlare di
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temi sociali che, nell’estate del 2010, decidiamo con Ilaria Trivellato e Andrea Porcelluzzi di partecipare al bando della CE Cultura 2010-2013. Il nome del progetto è Senza Casa, Homeless. The wandering of the circus, che propone un lavoro a tre nazioni e quattro partner: Accademia Perduta (leader del progetto), Teatro Stabile d’Innovazione per l’Infanzia e la Gioventù; Circo e Dintorni, associazione culturale che dedica i suoi sforzi a promuovere l’arte del circo; l’ungherese Foundation for the Circus Art (MagyarCirkuszmuveszetertalapitvany), e Ocelot Foundation, associazione polacca che cerca di fondere circo, sport e salute. Il progetto prevede la costruzione di uno spettacolo che parli degli “ultimi”, di coloro che versano in condizioni di estrema difficoltà. Il dossier ottiene il sostegno entusiasta della Commissione Europea piazzandosi al quarto posto su centinaia di proposte con un punteggio altissimo: 96/100.
Ottenuto l’indispensabile supporto ho radunato intorno a me lo staff creativo di sempre. In particolare ho sfidato Marcello Chiarenza a lavorare ad una poetica diversa dalle produzioni precedenti, dove emergevano materiali naturali come rami di nocciolo, tela di juta, erba e fiori. Il regista e drammaturgo siciliano ha risposto attingendo ad immagini del suo repertorio più antico, ma quanto mai attuale e convincenti, di quelle che ti prendono allo stomaco. L’idea è quella di uno spettacolo sgangherato e poetico, ambientato in un angolo poco ordinato del mondo, ispirato ai Balcani e ai clochard dell’umanità, in un luogo che potrebbe essere una discarica di rifiuti, dove presunti scarti della società, cose e persone, si incontrano e tentano di ricostruire un senso giocoso del mondo, dal punto di vista del clown. Storie di barboni equilibristi e comici, che usano il corpo come linguaggio per superare i propri limiti. Nella
ricerca di ispirazione ci siamo confrontati anche con temi tragici come i campi di concentramento, nazisti e sovietici, attraverso lo studio di autori come Primo Levi e Alexander Solzenicn. Ma la scelta finale è quella di mettere in scena uno spettacolo giocoso, dove uomini e oggetti senza valore che cercano insieme una rinascita, una nuova genesi, anche se sbilenca. Chi conosce Creature capisce l’intento. Inevitabile e spontaneo che molte suggestioni si avvicinino a quelle di Kusturica, o alle musiche di Bregovic. Ma Cialdo Capelli ha una propria originalità e la capacità di comporre una originale colonna sonora, che spazia dal malinconico al ritmo della festa. I partner stranieri hanno condiviso l’ideazione e fornito un bacino di artisti da cui attingere per la composizione del cast. Sono iniziati i viaggi in Polonia e Ungheria per incontri e workshop. In Italia si è lavorato sulla costruzione delle
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fantasiose scenografie: vecchi frigoriferi, radio, valigie che prendono vita con caratteristiche peculiari. Artigiani, elettricisti, falegnami si sono prestati per trasformare in realtà le indicazioni di Chiarenza. Il primo cast (che non esclude cambiamenti) è composto da un giocoliere clown rumeno, quattro acrobati polacchi, due equilibristi ungheresi e un attore comico italiano, provenienti dalle esperienze più disparate: il teatro, l’arte di strada, il circo sociale, le discipline sportive. Tutti mettono in gioco i loro saperi in una contaminazione continua di generi dello spettacolo popolare. Una prima sessione di allestimento ha avuto luogo a luglio nei locali della Scuola di Circo di Budapest, dove staff creativo e cast hanno provato, dormito, vissuto come in una comune per una ventina di giorni. Qui nomi, foto e curriculum si sono trasformati in persone, ognuna con la propria umanità. Sono diventati Carlo, Daniel, István, Attila, Pawel, Michal, Maciej e Jaroslaw. E
Rebecca, impegnata nell’ingrato compito di coordinare le esigenze quotidiane di ogni tipo. Prossime tappe un’ulteriore sessione di prove in Italia e la presentazione dello spettacolo a Bagnacavallo per le feste di Natale. Poi repliche in Polonia e Ungheria. Nel frattempo hanno dimostrato il loro interesse alcuni importanti festival, come Mirabilia (Fossano) o Sibiu (in Romania) con i quali sono allo studio sinergie per presentare lo spettacolo nel circuito europeo dell’arte di strada e del circo contemporaneo.
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Intanto la mia sacca si è arricchita dell’incontro con un gruppo di persone, come a sottolineare l’appartenenza ad una nazione più grande. Quella vecchia Europa, in crisi, affaticata, ma ancora capace di ricordare ai suoi abitanti di essere come una piazza, a volte polverosa, a volte luccicante, ma sulla quale si possono affacciare destini diversi per un percorso comune.
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Testo di Gigi Russo, presidente della FNAS www.fnas.org
Open è stata per il sottoscritto l’occasione per confrontarsi con altri organizzatori europei, quel tanto che basta per capire come le nostre realtà siano allo stesso tempo prossime e lontane. Condividiamo dal punto di vista culturale un patrimonio inestimabile di cultura popolare che è riuscita a diventare spesso ricchezza condivisa dell’Europa intera. Ma la nostra storia recente, segnata come è normale da un quadro normativo molto diverso da nazione a nazione ha prodotto, anche per quanto concerne l’arte di strada, realtà molto diverse. Basterebbe confrontare soltanto i casi di Francia e Italia per vedere quanto possano essere distanti le realtà di Paesi così prossimi. Da una parte abbiamo un settore molto sostenuto, per tradizione e convinzione, dalla Pubblica Amministrazione, e trainato dall’offerta di spettacoli e produzioni; dall’altro abbiamo invece un settore che è cresciuto molto negli ultimi 20 anni grazie al successo di alcune iniziative e ad un impetuoso fenomeno di imitazione, un settore trainato dunque principalmente dalla domanda, dotato di poche risorse e quasi tutte reperite a livello locale. Non è ovviamente un caso che produzioni di maggior impegno e dimensione trovino un terreno più ferti-
le in Francia e che la dimensione caratteristica di uno spettacolo di strada italiano sia molto piccola (tra le due e le tre persone impegnate in scena). Non è un caso che lì vi sia una netta separazione tra artisti professionisti e chi va a cappello, mentre qui il cappello costituisce per molti professionisti una sorta di cassa integrazione guadagni o in molti casi un’attività che permette loro di realizzare progetti produttivi importanti, che non avrebbero visto altrimenti la luce. Non è un caso che quando parliamo agli amici stranieri di libero esercizio veniamo guardati spesso come marziani. Il modello francese è ovviamente più solido e affermato, ma quello italiano è comunque ricco di energie vitali. Ma il mio invito in questo momento è un altro. È un invito, nello spirito di questo progetto, a guardare tutte le esperienze europee con grande apertura, con grande capacità di ascolto. Il rischio anche per il nostro settore non è la diversità, ma l’omologazione, il rischio è che i modelli più forti mangino le realtà più marginali. Credo sia giusto valorizzare ciò che ci unisce, ma allo stesso tempo riconoscere e rispettare le differenze, la “biodiversità” culturale: non c’è una via maestra, ci sono tante strade per l’arte di strada.
Kermesse
annuario italiano dello spettacolo di Strada e di Pista Federazione Nazionale Arte di Strada (Fnas/Agis)
Info e prenotazioni www.fnas.org
Un vero “must” per artisti e promotori, offre una panoramica sui servizi del settore, il calendario dei festival con mappa di ubicazione sul territorio, un’ampia sezione dedicata agli artisti, interventi su storia, idee sull’arte di strada e del circo.
Compito di un’Europa più forte e coraggiosa, è proprio quella di documentare e valorizzare questa diversità culturale, questa ricchezza, anche attraverso politiche di compensazione che sostengano le realtà meno conosciute e affermate. Credo che l’arte di strada possa giocare un ruolo importante nella
società europea a livello culturale per la capacità di esprimere nuovi linguaggi, per il maggior appeal che riscuote tra le nuove generazioni rispetto al teatro tradizionale, per la capacità di uscire dai luoghi convenzionali e un po’ paludati, per la capacità di rendere più vive e amichevoli le città, per la sua fisicità, che può essere considerata antidoto e contraltare all’immaterialità dei rapporti di oggi.
L’Europa per tutti, tutti l’Europa Dopo l’interessante incontro che si è svolto a Montegranaro lo scorso giugno, dal 13 al 16 ottobre si svolge a Fermo la seconda edizione di Open Street European Showcase, sostenuto dalla Comunità Europea nel quadro del programma Cultura 2007-2013, con la collaborazione e il sostegno del Comune di Montegranaro (Project Leader), di Promotion des Arts Forains – Festival Namur en Mai (BE), Neue Gruppe Kulturarbeit - Festival La strada (DE), FNAS – Federazione Nazionale Arte di Strada Roma (IT), e con l’adesione di circa 600 tra festival, enti e organismi europei del settore provenienti da 30 Paesi in ambito europeo e non solo. La vetrina, unica in Europa nel suo genere per le modalità di partecipazione degli artisti, rappresenta una tappa importante del progetto sia per gli artisti che per gli operatori, perché è strutturata in modo da garantire un proficuo scambio di cooperazione tra i Paesi, attraverso la grande visibilità data agli spettacoli e alle performances. A ciò va aggiunto il successivo impegno da parte dei promotori a scegliere alcune delle produzioni viste per le proprie manifestazioni. jugglingmagazinenumero5 52 2settembre2 2011 011
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Residenze e luoghi di creazione
Con un intervento di Fabrizio Gavosto e uno spazio di benvenuto ai due nuovi centri appena inaugurati in Lombardia e in Piemonte, che si affiancano a quelli già attivi sul territorio nazionale, apriamo su queste pagine uno spazio legato al tema strategico dei luoghi di creazione e delle residenze in Italia per gli artisti e le compagnie. Maggiori approfondimenti sui prossimi numeri di Juggling Magazine
Festival Mirabilia www.fossanomirabilia.com Chapitombolo: per creare con stile! www.chapitombolo.it Le residenze e il sostegno economico liberale alle compagnie, slegato da agibilità fittizie e assunzioni fasulle, resta la chiave di volta indispensabile per permettere alle compagnie italiane una vera svolta qualitativa. E questa dovrebbe essere una delle principali tematiche da affrontare, da parte delle istituzioni italiane e dei festival, per entrare veramente in Europa. Creare spettacoli di livello internazionale per poi diffonderli sui circuiti europei è sin dall'inizio la ragione d’essere del festival Mirabilia, che a tal scopo fornisce una serie di opportunità uniche in italia. Due spazi di creazione, di cui uno di 1000 mq. specificatamente dedicato al circo, con appartamento accluso, e l'altro dotato di vari spazi e laboratori, con competenze in loco di liuteria, informatica e automazione digitale. Nel 2010 sono stati erogati circa 32.000 € come contributi liberali alle coproduzioni, 11 i gruppi coprodotti di cui 10 in residenza presso le strutture del festival, e 2 ulteriori residenze senza sostegno. Delle coproduzioni una é stata accettata a Chalon, un'altra parteciperà a Circa ad Auch, e molte verranno presentate in festival in Africa, Australia, Americhe. Inoltre il festival collabora, partecipa o è membro di numerose reti e progetti europei, tra cui Jeunes Talents Cirque Europe, Circostrada, Open Street, Cirque et Patrimoine, Transmission, Parcours Croisez, NetFestivals, etc. L'accesso a contributi alla produzione e alle residenze è regolato tramite bandi, tra i quali spicca quello di creazione del festival, pubblicato tra agosto e settembre su www.fossanomirabilia.com e dedicato principalmente, anche se non solo, alle giovani compagnie. I progetti presentati possono essere sia in corso di scrittura sia in fase già avanzata di realizzazione. Inoltre sono benvenuti i progetti a carattere biennale. Il festival é anche luogo di residenza e diffusione per Il progetto europeo Transmission (www.zeligspettacoli.it), ed é diffusore e selezionatore per l'Italia di Jeunes Talents Cirque Europe, il cui bando verrà pubblicato ad aprile e diffuso presso gli artisti italiani proprio da Mirabilia, che ha finalmente portato l'Italia ad essere membro dell'organismo europeo. JTCE prevede, per le 15 compagnie selezionate, un sistema (su scala europea) di accompagnamento, sostegno economico, residenza, aiuto alla creazione e diffusione. L'accesso alle strutture ed al sostegno economico viene garantito inoltre ai vincitori dei premi Mirabilia, Miglior Giovane Compagnia, e Miglior Debutto. Oltre che tramite bandi e selezioni, é possibile chiedere direttamente l'utilizzo degli spazi del festival per brevi residenze (7-15 gg) tra novembre e giugno e per periodi non assegnati già alle residenze tramite bandi.
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A Monale, tra le colline del Monferrato, apre la scuola di circo Chapitombolo, nome nato dall’unione fra lo chapiteau e il capitombolo, quintessenza dell’arte acrobatica! Per imparare a cadere con stile ed ironia… Un progetto nuovo, fresco ed elettrizzante, di ampio respiro europeo, nato con il sogno di creare uno spazio per liberare la propria arte e sviluppare i propri talenti. Un luogo positivo e propositivo dove ogni idea, dalla più semplice alla più stravagante, possa essere approfondita e culminare nella creazione di un lavoro artistico. La fantasia e la creatività sono lo slancio dell’artista; vogliamo offrire un luogo dove tutto sia propizio e adatto a supportare balzi e guizzi delle idee più innovative. Chapitombolo nasce dall’energia e progettualità delle compagnie Milo e Olivia, Microcirco e Nabilu, ma vivrà anche grazie a chi saprà sognare e trasformare in realtà le proprie aspirazioni. Noi vi offriremo i mezzi: 500 mq luminosi ed accoglienti, altezza dal suolo 7,5 mt., attacchi aerei e al suolo certificati per aggancio delle discipline aeree e longia di sicurezza, un’ampia dotazione di tappeti tra i più innovativi per l’acrobatica e attrezzi per le discipline circensi: equilibrismo, giocoleria, verticalismo, palo cinese, filo teso, discipline aeree e roue cyr. La condivisione di idee e l’allenamento in spazi idonei sono alla base della ricerca personale di ogni artista di Circo Contemporaneo. Nel verde di un piccolo centro fornito di tutte le comodità (supermercato, poste, bar, etc.) Chapitombolo offre un luogo tranquillo ed attrezzato non solo per gli allenamenti dei professionisti, ma anche per creazioni in residenza, grazie a sei posti letto in foresteria annessa, attrezzata di cucina e due camere, e alla possibilità di sostarvi con il proprio camper… Questa idea stravagante di piazzare un centro d’arte in campagna a 40 min. da Torino e 15 min. da Asti deve molto alla forte influenza che hanno esercitato su di noi i viaggi e gli spettacoli in Europa, ma soprattutto in terra francese, dove la commistione fra le arti e l’impulso artistico restano vitali in ogni campo. Per questo i servizi che offriremo potrebbero nel tempo ampliarsi in base alla domanda ed alle offerte. Un luogo dove si possano creare tanto pièces di teatro quanto spettacoli di circo contemporaneo, fare scuola di circo e laboratori per bambini, ragazzi ed adulti, ma anche stage internazionali di arti circensi: un centro vivo dove le proposte culturali possano moltiplicarsi a grappolo ed essere sempre eclettiche e sorprendenti…
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Vertigimn un luogo creativo www.vertigimn.it
Inaugurata da poco la nuova sede Vertigimn in via Mottalciata 7, Torino, luogo strategico nei pressi dal cento storico e servito dai mezzi pubblici (18-75-49-77) e byke sharing (v.Padova angolo v.Bologna). Ma facciamo un passo indietro! La Vertigimn nasce nel 2005 in un piccolo scantinato di 140 mq con un’altezza di 4 metri che permetteva le discipline aeree solo per i bambini. Dopo 2 anni ecco il primo trasloco, ospiti di una sala di ballo che già delineava le possibilità di creare e far vivere un buon corso di discipline aeree per appassionati. Fabrizio Fanizzi ed Elisa Lamberti partoriscono qui l’idea di avvicinare chi non ne hai mai avuto la possibilità ad alcune discipline acrobatiche tipiche delle scuole di circo, come le Ruote di Rhon, l’acrobatica al suolo e sull’Airtrack, le Discipline Aeree… Dopo aver creato un affiatato team la Vertigimn investe le sue risorse e il suo entusiasmo nel trasloco in una nuova sede ad utilizzo esclusivo. Un luogo per dare vita alla fantasia e alla possibilità di un allenamento collettivo e personalizzato, per creare eventi, spettacoli, percorsi formativi. La Vertigimn è immersa in un contrasto fra passato e presente, strutturalmente di mattoni rossi del 1913 e del 1968 che convivono con la ristrutturazione di muri bianchi attualissimi… un mix che la rende unica nel suo genere e suggestiva. Oltre ai corsi per bambini ed adulti di circomotricità, danza sospesa, discipline aeree, trampolone elastico, Gac e lezioni private che si svolgono in fascia oraria 14-20 dal lunedì al venerdì, durante gli altri giorni e orari è possibile riservare la sala per prove e creazioni artistiche, in condivisione con altri artisti o in esclusiva. La sala, alta 10,52 metri, ha una superficie di 130 mq ed è già attrezzata con 6 tessuti, 3 trapezi, 4 cerchi, una corda e la possibilità di appendere il proprio attrezzo. E ancora tanti tappeti di sicurezza di diverse misure, 6 chiodi chimici per istallare attrezzatura come palo cinese, filo teso, corda molle ed altro. Impianto audio amplificato con mixer e casse predisposto per Ipod e simili e presto anche specchi a muro. Siamo disponibili ad ogni idea e suggerimento per la buona riuscita del nostro e del vostro lavoro, per organizzare stage, residenze, serate a tema.
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Registro Nazionale Corsi/Scuole di Arti Circensi per bambini e ragazzi Il Registro nasce con l’intento di fornire informazioni sul lavoro delle scuole, promuovere e facilitare le collaborazioni, gettare le premesse per un riconoscimento del settore e la creazione di un network nazionale. Le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.jugglingmagazine.it
Piemonte Flic Scuola di Circo via Magenta 11, 10128 Torino Dario Sant’Unione 338 8394275 www.flicscuolacirco.it
Lombardia
Trentino Alto Adige
Friuli Venenzia Giulia Veneto Liguria Emilia Romagna
Toscana
Marche Abruzzo Molise Umbria Lazio Campania Puglia Basilicata Sicilia Sardegna
Fuma che n'duma via XX Settembre 30, 10022 Carmagnola (TO) Giuseppe Porcu 333 2742858 fumachenduma@yahoo.it Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Sportica via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 340 4644248 sportica@libero.it Teatrazione via Rismondo 39/f, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com Vertigimn via Parma 29/bis, 10154 Torino Fabrizio Fanizzi 338 4189800 www.vertigimn.it Circa Circo via Etiopia 6, 20146 Milano Pino Giuditta 02 47710541 www.ilgrafo.it Piccola Scuola di Circo via Elba 7, 20144 Milano Camilla Peluso 02 42290574 www.piccolascuoladicirco.it Piccolo Circo dei Sogni via Carducci 7/17, 20068 Peschiera (MI) Paride Orfei 02 5471337 www.piccolocircodeisogni.com Scuola di Arti Circensi e Teatrali via Sebenico 21 , 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 www.maurizioaccattato.org Scuola Nazionale Teatro e Arte Circense via N. Torriani 19, 20124 Milano Marco Bizzozzero 02 6692943 www.teatrocirco.it Spaziocirco via Carrobbio 6, 20093 Cologno Monzese (MI) Sonia Belotti 338 7813115 www.spaziocirco.it Ambaradan via Gaetano Donizetti 16, 24020 Torre Boldone (BG) Lorenzo Baronchelli 035 363089 www.ambaradan.org La Valle dei Sogni Centro europa 2000 piazzale Europa, 25068 Sarezzo (BS) Elisa Serra 347 1012344 lavalledeisogni@gmail.com Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Rita Vaz Pato 334 8192033 giocolarte@yahoo.it Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana (BZ) Josef Marmsoler 0473 249564 www.animativa.org Arteviva via Bari 73/5, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 associazione.arteviva@virgiliio.it Circomix via Tulpe 1c 39030 Vandoies (BZ) Sigrid Federspiel 0472 869479 www.circomix.it Bolla di Sapone via S. Antonio 20, 38100 Trento Tommaso Brunelli 348 8852925 bolladisaponetrento@yahoo.it Ars Motus via dei Templari 1 – 34015 Muggia (PD) Elisa Waldner 329 3711848 www.arsmotus.org Luden’s Circus c/o Hermete onlus v.le Verona 102, 37022 Fumane di Verona (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.hermete.it Facciamo Circo v.le Guido Cavalcanti 26, 19038 Sarzana (LS) Alina Lombardo 339 5878441 www.facciamocirco.it Body Studio via Paradisi 7a, 42100 Reggio Emilia Susi Alberini 338 1397924 www.bodystudio1.com Circolarmente via Mantova 4/b, 43100 Parma Albert Horvath 347 3131604 www.circolarmente.it LIV Scuola di circo & teatro Via Raffaello Sanzio 6, 40133 Bologna Nicola Pianzola 349 1364945 www.panicarte.com Microcirco viale Colombo 18, 47042 Cesenatico (FC) Carla Acquarone 337 266505 www.microcirco.it Piccolo Circo KR scuola elementare Roosvelt, 50051 Castelfiorentino (FI) Shanti Venier 333 8892174 www.kappaerre.org Scuola di Circo “En Piste” via Torino 28, 50063 Figline Valdarno (FI) Julien Morot 380 7560377 www.myspace.com/enpiste Mantica Scuola di Circo via Cere 16, 58100 Grosseto Ilaria Signori 328 9089250 www.acchiappamantici.it Il Circo Aereo dei Maghi Incartati pz. Musignana 13, 50022 S. Polo in Chianti (FI) Elena Manni 334 1974550 www.elirudyzuli.it Circo Tascabile via Belgio 12, 50126 Firenze Lapo Botteri 348 9241326 www.circotascabile.it Circo Teatro Distratto via Magolo 1, 50053 Empoli Lorenzo Cecchi 340 4779455 www.circodistratto.it Antitesi Scuola di Circo Trick via Don Mazzolari 25, 56025 Pontedera (PI) Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Chez Nous, …Le Cirque! via di Lupo Parra 151, 56023 S. Prospero, Cascina (PI) Cristiano Masi 339 3212486 www.museodelcirco.it Circo Sbarbacipolle Loc. Chiassa Superiore 296, 52100 Arezzo Simona Serafini 339 3840294 serafini.simona@alice.it Circo Teatro Oblì Shalà c/o Teatro Verdi, 53036 Poggibonsi (SI) Viola Rosa Giamagli 333 6752130 www.timbreteatroverdi.it La Valigia delle Meraviglie Via Frazione San Michele 28/A 60044 Fabriano (AN) Maria Pia Santoro 340 2380553 www.lavaligiadellemeraviglie.com Il Circo di Lana Anversa degli Abruzzi (AQ) Francesco Boschi 348 1433704 www.ilcircodeibambini.it Il Circo della Luna via D'Aurelio, San Giovanni Teatino (CH) Valentina Caiano 347 0082304 facebook.com/IlCircoDellaLuna Il Circo dei Bambini SS. S.Luca/Prato Gentile, 86080 Pescopennataro (IS) Francesco Boschi 348 1433704 www.ilcircodeibambini.it Circo Instabile via Birago 4, 06124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 www.circoinstabile.it Circus Bosch piazza San Pancrazio, 7 00152 Roma Valeria Zurlo 333 6888554 www.circusbosch.com Vola Voilà via Senocrate snc (Axa-Palocco), 00125 Roma Anna Paola Lorenzi 06 83082739 www.volavoila.it Chiaradanza via San Filippo 10, 80122 Napoli Linda Martinelli 081 2461173 www.chiaradanza.it Circo dei Sogni c/o Reve Danza c.so V. Emanuele, via Troise 5, Napoli Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 www.revecentrodanza.it Circo Laboratorio Nomade vico La Catena 9, 74012 Crispiano (TA) Monia Pavone 329 3909909 myspace.com\circolaboratorionomade Il Girotondo via Pizzilli 13, 75100 Matera Nicola Scoditti 339 2464721 girotondo.n@libero.it Il Giglio c/da Baronia Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D'Asdia 090 9281313 www.ilgiglio.org Le strade di Macondo via Goldoni 68, 09131 Cagliari Pietro Olla 338 2362816 www.pietroolla.it Un Chapiteau Parapluie loc. Sanalvò, Vacileddi, Loiri, Porto S.Paolo 07020 (OT) Daniela Bandinu 349 0831017 www.chapiteau-parapluie.blogspot.com
Scuole di Arti Circensi per Bambini e Ragazzi che avviano anche al volteggio equestre Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.cascinacampi.it/campacavallo sCavalcando via Campagna 157, 56030 Chianni (PI) Luisa Monico 349 5773202 scavalcando@poderecasavecchia.it A.I.T. La Casella strada Valacchio Casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 0577 314323 www.lacasellacavalgiocare.it Bambini e Cavalli Via Palazzi 40 Coltano - 56010 Pisa Silvia Poggianti 347 5138729 www.bambiniecavalli.blogspot.com
Progetti di Circo Sociale e Terapeutico Fondazione Uniti per Crescere Insieme Via Pacchiotti 79, 10146 Torino Luca Marzini 011 19836531 www.unitipercrescereinsieme.it Fondazione Mago Sales via Cavour 33/35, 12062 Cherasco (TO) Mago Sales 335 473784 www.magosales.com Car't Teatro Via Giuseppe Brodoloni 9, 50051 Castelfiorentino (FI) Andrè Casaca 349 4700420 www.teatrocart.com A.M.I.G.A piazza G. Winckelmann 5, 00162 Roma Marina Maciocci 335 5282221 flabigi@tin.it Circo Corsaro Via Labriola Lotto 1 N, 80145 Scampia (NA) M.Teresa Cesaroni 081 19560383 www.puntacorsara.it
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Programma di Formazione per Operatori di Progetti di Circo per Bambini e Ragazzi Maggiori info e dettaglio date su www.jugglingmagazine.it o dietro richiesta a giocolieriedintorni@hotmail.com
Giocoli&rDi intorni con il sostegno del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Castelfiorentino (FI) 13/15 aprile 2012
Le basi tecniche e pedagogiche delle arti circensi Ass. Kappaerre e con il patrocinio del Comune di Castelfiorentino stage introduttivo con Tommaso Negri e Patrick Pinchon riservato a coloro che desiderino scoprire le discipline circensi e svilupparne l’insegnamento in ambito pedagogico nelle scuole, nelle palestre, nelle associazioni. Valore pedagogico,metodologia, didattica, preparazione e valutazione di una lezione/di un corso annuale; presentazione di progetti; basi tecniche delle discipline circensi. in collaborazione con
Stage su approfondimenti specifici diverse realtà su tutto il territorio nazionale Metodologia e applicazione delle arti circensi in situazioni di disagio e con minori a rischio Castelfiorentino (FI) 14/16 ottobre 2011 con Maria Luisa Mirabella (Fondazione Uniti per Crescere Insieme, TO). Creazione e messa in scena con bambini e ragazzi Castelfiorentino (FI) 21/23 ottobre 2011 con Patrick Pinchon. Mini Tramp, Trampolino e introduzione ai salti Bolzano 18/20 novembre 2011 con Gioacchino Paci (Univ. Tor Vergata - RM) Diete Gummerer A.S.Varein Appiano (BZ). Educazione comico-sociale Castelfiorentino (FI) 2/4 dicembre 2011 con Andrè Casaca (C'Art Teatro, FI) Il Gioco del Circo, per una didattica creativa Castelfiorentino (FI) 3/5 febbraio 2012 con Tommaso Negri (Le Plus Petit Cirque du Monde – Paris). Acrobatica aerea per bambini e ragazzi Roma, primavera 2012 con Isabel Van Maele (Cirkus in Beweging – Belgio). Passaparola! in collaborazione con
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a i r e l o c o i g Laomenologia dell’ar te circense fe n
ero, i Marco Bizzoz rco.it arte circense“d : www.teatroci ll’ no de ila ia M og di ol se en en om rc en Ci “F te : e Ar Tratto dal libro nale di Teatro Scuola Nazio lla de re tto re di
Per
divenire artisti circensi capaci di compiere questo gesto stupefacente, occorre andare oltre l’organizzazione naturale del sistema corpo-mente, oltre i limiti imposti dalla sua storica esperienza. Per prima cosa occorre diventare ambidestri e in secondo luogo occorre generare nel corpo e nel sistema nervoso un nuovo livello di velocità di percezione e di risposta motoria oculo-motoria. Porre all’equilibrio i due emisferi cerebrali, non raddoppia semplicemente le nostre possibilità d’azione e percezione, ma le decuplica. Vivere, come normalmente facciamo, facendo funzionare al minimo un emisfero cerebrale, è come suonare il pianoforte con una sola mano, è come correre e giocare in un prato… con una gamba sola. Con lo studio e la reinvenzione di questa arte giocosa, l’uomo trasforma se stesso, il mondo delle cose, e la sua partecipazione ad esso.
meglio cento g come una test iorni uggine, o cento come una rond ine? Il gioco si dispone nello
spazio fenomenologico dell’osservazionericezione, e della risposta che dobbiamo/possiamo conseguentemente dare: questi due aspetti sono profondamente intrecciati e interdipendenti. Ciò che ci appare del mondo, è ciò che ci permette di
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agire e scegliere in esso. È esattamente come suonare una tromba, o cantare con la nostra voce: la qualità delle note e gli armonici che il mio orecchio non percepisce (perché non è sufficientemente raffinato il mio ascolto) non mi è possibile riprodurli. Ciò che canto ha il limite di ciò che sento. Ciò che faccio ha il limite di ciò che percepisco. La mia vita non si può esprimere là, dove non arriva la mia consapevolezza. Non a caso chi pratica il Contact, passa molto tempo a sentire la palla immobile sul suo corpo: ne sente il peso, il volume, i minimi anfratti del proprio capo e sulle tempie, le piccole conche dove andrà a posarsi immobile la sua sfera. L’arte del Contact chiede all’artista di percepire ogni punto delle proprie mani delle proprie braccia e del proprio petto, mettendo insieme i quali aprirà i precorsi di consapevolezza, le strade dove correrà quella sfera magica. Riorganizzare il nostro corpo ad un livello più complesso e più presente nello spazio tempo, non è facile. Fin dall’infanzia veniamo strappati via dal nostro corpo: nelle scuole si insegna ad usare la mente razionale e a far di conto mentre il corpo incatenato al banco, fa esperienza di un’autodisciplina statica e silenziosa, controllata da un potere di cui dobbiamo introiettare le regole e le mortificazioni. Fra quei banchi ci viene incollato alla schiena il peso di una corazza di testuggine, perché si possa camminare lenti come tartarughe, ritirando il collo e la testa sotto di essa alla prima ipotesi di pericolo. Di questa cultura possiamo ringraziare Cartesio, Galileo, Newton, e con essi tutto il paradigma scientifico riduzionista del ‘900. Negando il corpo l’educazione, non può che divenire distruttiva per l’essere, poiché il corpo è l’anima visibile. “il corpo umano è permeato di anima in
tutte le sue parti e per converso l’anima non esiste al di fuori della soggettività corporea: è la soggettività corporea stessa.” Merleau- Ponty. Ed è proprio questa l’anima del Circo: è l’anima del corpo: per fare circo occorre tornare ad essere il nostro corpo. Per fare i giocolieri occorre sviluppare un sistema nervoso veloce e preciso nella percezione come quello di una rondine: un corpo così veloce e preciso che fra cabrate e slanci verso il cielo, desti la meraviglia ad ogni nuovo battito d’ali.
aviglia armonia e mer dell’arte coleria della gio Attraversoquest’arte l’uomo
spinge al di sopra del nostro sguardo palline, cerchi e clave, e cappelli, che ruotano brillanti di luci e colori: con essi da vita a forme e immagini, che come le forme della vita, si compongono e si scompongono passando sul palcoscenico di questo mondo, animate dall’impulso dello spirito che le percorre, per poi alla fine esserne abbandonate. In quell’unità animata messa in moto dalle mani del giocoliere, ogni parte compone con le altre un sistema geometrico che obbedisce alle leggi della complessità. Creando l’illusione di una forma vivente è come se per un attimo l’artista si sostituisse alla coscienza del creato, a quella forza intelligente che conosce i ritmi vitali e l’ordine delle cose. Con un solo gioco (di prestigio), il giocoliere mette a tacere, secoli di cultura perdente, ed apre attraverso la sua creazione improvvisa, il tempo e lo spazio di una partecipazione al mondo oltre-mondana.
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a cura di Salvatore Frasca Un saluto e un grazie a Luca Piazzese. Un saluto al suo sorriso d’amico e al suo sguardo intelligente. Fondatore della Convention Siciliana, dell’Open Stage di Roy Briganti, prezioso collaboratore di Ibla Buskers, presidente dell’Ass. Tubajana Luca ha scritto pagine di storia nell’annoiata vita culturale della provincia con l’occupazione della chiesetta S.Bartolomeo a Ragusa Ibla, luogo di incontro di culture differenti, con i suoi spettacoli per le piazze, con i suoi feroci articoli che comparivano su giornali locali denunciando l’incapacità dei nostri governanti in tema di cultura… Ieri. Scrivere di una persona, di una vita, di un’amicizia non è facile. Le parole dovrebbero trasformarsi in emozioni, abbracci, avventure. In pomeriggi di passing. Con Luca alcuni di noi hanno condiviso un’epoca molto speciale della vita. Ripensandoci con attenzione a distanza di 15 anni forse le nostre clave in aria, aldilà della vocazione artistica o dei risultati tecnici, volevano solo sbandierare una voglia di cambiamento. Con Luca discutevamo di futuro. Era, allora, un periodo di analisi. Nella Sicilia pre-internettizzata anche immaginare era complicato. La giocoleria poteva diventare la nostra vita? La risposta apparteneva al sogno folle di un gruppetto di ragazzi seduti su un braccio del porto a guardare il mare; nel gradone più in basso le clave. La nostra, è vero, una proposta bizzarra: vivere facendo spettacoli in strada. Ma è anche vero che le alternative erano desolanti e troppo deboli per distoglierci. Ad eccezione di Aldo Viral che aveva lasciato Ragusa fino ad
allora mai nessuno aveva lanciato niente in aria da quelle parti e all’improvviso noi volevamo buttare in aria ogni cosa. Tentammo di convincere tutti e finimmo per crederci persino noi stessi: eravamo giocolieri e nient’altro.
La chiesetta
Il presidente
Mr.Platz
Luca l’aveva occupata dopo l’abbandono decennale. L’occupazione della chiesetta diede vita alla creazione di un luogo unico nella storia della città di Ragusa, dove era finalmente possibile organizzare dei concerti, workshop, spettacoli. Un luogo dove anche i giocolieri potevano allenarsi. Le attività che Luca e gli altri avviarono alla chiesetta furono tantissime. Gli incontri diventarono collaborazioni e queste in progetti. La chiesetta era anche un luogo di incontro e svago, un porto franco dove prendersi una pausa dal resto. Chi la frequentò ricorda le serate leggiadre ammirando il panorama di Ibla. Proposi a Luca di ospitare un Open Stage. Non c’erano altri luoghi in provincia dove esibirsi. Luca si disse d’accordo sulla parola “Open” ma in quanto allo “stage”... alla chiesetta fino ad allora non c’era nessun palcoscenico! Fu un successo, il pubblico arrivò lentamente e l’Open stage prese il via. (La chiesetta oggi è di nuovo chiusa. Sgomberata, restituita ai topi).
Ogni anno l’Open Stage cresceva sempre più: la chiesetta divenne troppo piccola e migrammo. Sale, teatri, chapiteau per contenere il pubblico. Luca proponeva ogni anno un’attesa passerella d’alta moda sfoggiando improbabili capi d’abbigliamento. Le risate riempivano la sala. Come quella volta che si travestì alla perfezione da vecchietto fingendosi il custode rimbambito intenzionato a spegnere le luci e a cacciare via il pubblico!
Una camicia rossa, con tanto di sparato e bordini neri sul colletto. Femminile, in purissimo materiale sintetico. Una classica bombetta, nera come i pantaloni e i suoi occhi. L’immancabile bretella. Un fiore rosso. Mr.Platz era un personaggio delicato. Classico nei modi ma unico nella fisionomia. Il volto scuro e disteso, un corpo dai movimenti lenti. Non un aggressivo artista di strada pieno di trucchi per sorprendere il pubblico e totalizzare il record di cappello. Mr.Platz da solo o in coppia con il mitico Peppino, era armato unicamente di un indimenticabile sorriso.
La Convention Siciliana Luca fu tra i primi a volere la convention di giocoleria siciliana. Nel corso degli anni i giocolieri la convention raggiunse luoghi dell’impervia isola e installandosi in location a dir poco cinematografiche… Un’operazione di shock culturale per gli abitanti locali della quale si potrebbe scrivere e ragionare tanto. Luca credeva nel “movimento” legato alla giocoleria e al circo che si stava sviluppando in Italia e ritenenva che l’informazione fosse importante volano, dunque era impeccabile cronista di questi eventi e JM spesso ospitava i suoi articoli.
Oggi I problemi dell’uomo sono sempre gli stessi. Le malattie, la violenza, la violenza delle malattie. La realtà ci opprime con i suoi limiti ma il desiderio e la fantasia si corteggiano: come due insetti partono in volo e si accoppiano ed esplodono. Allora nella confusione di quel botto un gesto insignificante può diventare detonatore di nuova felicità. Presto sarà primavera, andremo ad allenarci ai giardini. Luca sorridici.
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