Juggling Magazine #59 - june 2013

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NUMERO

59 GIUGNO2013

JUGGLINGMAGAZINE.IT A S S O C I A Z I O N E G I O C O L I E R I & D I N TO R N I issn 1591-0164 Poste Italiane SpA sped. in a.p. 70% DCB Viterbo Contiene allegato P. e allegato R. â‚Ź 3,00


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bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno XII, n. 59, giugno 2013 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 ©2002 Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) h www.jugglingmagazine.it e jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 347 6597732 Direttore Responsabile Marcello Baraghini Direttore Editoriale Adolfo Rossomando Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h www.ruggieripoggi.it t 06 57305105 Distribuzione Nuovi Equilibri t 0761 352277 f 0761 352751 Stampa Spedim via Serranti, 137 h www.spedim.it Stampato il 20 giugno 2013 In copertina Cecilia Zucchetti alla Convention della Giocoleria della Brianza foto di Paola Duble.it

Pubblicazione sostenuta dal

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

PIER CAMARDA

rrige errata co blicate b u p to , le fo arabanda S lo o nell’artic avigando, Circumn chio su Boris Vec 8 azine n. 5 g a M g Jugglin di o n ra e n no ecchio Barbara V Milone ra u a L i d a m

EDITORIALE …nel 1957 Genet indirizza a un giovane acrobata un ardente inno all’arte del funambolo e del Circo, gioco crudele – insieme «alla poesia, alla guerra, alla corrida» uno dei pochi che siano rimasti –, intreccio di audacia e perfezione, solitudine e follia, festa e morte… Il funambolo come metafora, ma anche chiave di lettura di questo numero di Juggling Magazine. Un invito ad addentrarvi in punta di piedi nella storia dello slacklining, moderna evoluzione del funambolismo, o nel bel progetto di formazione continua per adulti attivato a Bruxelles dal Centre Europeen de Funambulisme. Ma ci piace anche immaginarvi sospesi a mezz’aria sul vasto panorama offerto dalle arti circensi contemporanee. Percorrere il fil rouge che attraversa le pagine di questo numero: giocoleria, equilibrismo, danza verticale, illusionismo, si intrecciano tra loro e saldamente sostengono il vostro incedere. E ancora circo, danza, teatro, sport, musica, street art, teatro urbano… generi che imparano a compenetrarsi; trama e ordito di una fettuccia per noi punto di contatto, ma anche punto di prospettiva dal quale perlustrare l’alto e il basso, sopra e sotto di noi, l’uomo e la donna, l’unione degli orizzonti che genera lo spettacolo totale. Perdere l’equilibrio per trovarne subito uno nuovo, rimodulare di continuo i vostri punti di riferimento culturali ed estetici, sfidandovi a continuare la traversata, ad utilizzare Juggling Magazine - perchè no!? - come vostro bilanciere. Andiamo in stampa alla vigilia di grandi festival come Mirabilia, Sul Filo del Circo, Funambolika, dei maggiori festival di arte di strada e della European Juggling Convention a Tolouse; un’estate in cui l’arte è ancora più fortemente chiamata a risvegliare coscienze ed entusiasmi, come faceva appunto Genet, e come lui tanti altri. Ci auguriamo questa estate vi colga con lo spirito giusto, pronti a staccare il piede dalla pedana e osare la traversata… Adolfo Rossomando Direttore editoriale Juggling Magazine


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VII CONVENTION DI GIOCOLERIA DELLA BRIANZA

1/5 MAGGIO, IMBERSAGO (LC) www.conventiongiocoleriabrianza.it

La Brianzola è speciale tra le grandi convention perché si fonde molto con la cittadinanza. Ormai qui a Imbersago ci conoscono e ci apprezzano, non hanno più diffidenze e paure, abbiamo conquistato la loro fiducia e ogni anno la cittadinanza aspetta l’arrivo della convention. Sulla scia di questa esperienza anche altri comuni cominciano a dare fiducia ai progetti di arti circensi, come Casatenovo, che ha finalmente dato il permesso a Spazio Bizzarro di installare stabilmente il loro tendone sul territorio. Inoltre registriamo la nascita continua di appuntamenti per giocolieri, compreso il nuovo gruppo delle Ortiche dell’Eden, ragazzi giovanissimi che fanno corsi e serate per i giocolieri nei locali a Monza, e che qui in convention si sono offerti per far provare la slack line ai bambini. C’è fermento da queste parti, e la convention ha avuto sicuramente un’in-

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fluenza forte su questo sviluppo. La direzione artistica quest’anno ci ha visti impegnati su più fronti. Già programmato da tempo era lo spettacolo pomeridiano di Wes Peden, Patrick e Tony Pezzo, acclamato da tutto il pubblico. E la partecipazione di Wes dopo poche ore all’open stage serale è il segnale che l’artista è a suo agio e generosamente si butta una volta di più sul palco. Grazie ad Olivia di Al-kimya e ad altri volenterosi appassionati quest’anno abbiamo avuto ogni sera un fire space attivo in piena autonomia e un Galà di fuoco in piazza, graditissimo a giocolieri e cittadinanza. Anche i workshop sono stati un gran successo, con un programma già zeppo prima dell’inizio della convention. Per la tradizionale parata e olimpiadi dei giocolieri un ringraziamento particolare va come sempre all’infaticabile Diego Draghi, che ne ha curato lo svolgi-

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a cura di DAVIDE, GEPPO E DORY organizzatori della convention foto di PAOLA DUBLE.IT e DADA WWW.XDADAX.COM

mento e la presentazione. Molto bella anche la partecipazione in questa fase dei Giullari senza Frontiere, che continuano a diffondere un messaggio di allegria e solidarietà. Per il secondo anno consecutivo il tendone dello Spazio Bizzarro ha funzionato benissimo, con centinaia di bambini e genitori a fare i laboratori o assistere agli spettacoli, ma anche come spazio per contenere i momenti di festa serali. Grande successo chiaramente per il Gran Galà, che ha registrato il tutto esaurito in entrambi gli spettacoli, sotto un tendone da 1150 posti. Anche quest’anno purtroppo ci hanno comunicato solo all’ultimo momento che i giocolieri ucraini non potevano partecipare per questioni burocratiche di rilascio visto. È il secondo anno che ci dicono di no e non credo che ci proveremo ancora. Per fortuna in Europa ci sono tanti bravi giocolieri così abbiamo


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pubblico, e la possibilità di invitare anche numeri che lavorano al suolo. Ci permetterebbe inoltre di implementare il programma, invitando altre compagnie per spettacoli pomeridiani della durata di 45 min/1 ora. Infine ci piacerebbe offrire una residenza ad un artista per la realizzazione di una creazione collettiva durante la convention, una bella esperienza già tentata che rimetteremo in pista l’anno prossimo. Questa edizione è stata per noi un’altra grande emozione; diventa sempre meno difficile organizzare la convention perché la gente sta bene, e quando sta bene è anche più disponibile a dare una mano. E crediamo che lentamente si stia formando un gruppo che potrebbe organizzare una EJC in Italia… Unica nota dolente forse è il volontariato. Quest’anno grazie ad alcuni amici abbia-

mo potuto organizzare il controllo pass e fare alcuni lavori nell’area, ma per il resto i volontari veramente stentano a farsi vivi e spesso bisogna andare a cercarli con insistenza. È vero che in un evento così intenso, seppur di 5 giorni, il tempo per dedicarsi alla propria passione sembra sempre poco e lasciarla anche solo per un ora è un dispiacere. Ma dare una piccola mano come volontario è alla base del concetto fondante delle convention: “dai giocolieri per i giocolieri”. Forse abbiamo un po’ viziato i giocolieri qui alla Brianzola e per sensibilizzare la gente su questo tema, l’anno prossimo forse sarà necessario organizzare un’assemblea dei giocolieri, come nelle vecchie convention nazionali, per far comprendere più a fondo le dinamiche organizzative e l’enorme mole di lavoro che va messa in campo.

messo in scena ancora una volta un Galà di tutto rispetto, con numeri di palline, clave, cerchi, cigar box, diabolo, più un’intera orchestra di bicchieri musicali! Avrei voluto inserire qualche numero comico di intrattenimento, ma in qualche modo il trio di presentatori Salvo, Ciccio Paradise e l’immancabile Notaio, hanno contribuito a mantenere un clima leggero e ironico, oltre a rivelarsi molto bravi nella gestione del back stage. Questa convention potrebbe assumere dimensioni maggiori, ma abbiamo constatato che siamo veramente arrivati al limite della capienza. Per l’area tende si faceva fatica a trovare un buco e l’area camper era piena. Oltre allo spazio mancano maggiori risorse economiche, per lo più ancora legate all’autofinanziamento. Un budget maggiore ci permetterebbe spalti migliori, quindi migliore visibilità per il j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 59 g i u g n o 2013

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WATER ON MARS www.wespeden.com

foto di EINAR KLING ODENCRANTS conversazione con WES PEDEN, PATRICK ELMNERT e TONY PEZZO

VIDEO Ho girato ed editato tanti video di giocoleria e l’idea di lavorare in trio è venuta proprio durante le riprese del video “Water on Mars” (disponibile su wespeden.com) a cui stavamo lavorando insieme. Volevamo un video dove i nostri trick fossero presentati come un continuum e non come a sè stanti. Abbiamo così cominciato a realizzare delle transizioni che legassero i vari trick. Questo processo, e la fluidità che ne derivava, ci ha naturalmente portato a concepire uno spettacolo con noi tre in scena. Ci sono molte più possibilità di trick e coreografie nel lavorare in un trio, e al giorno d’oggi non ci sono in giro molti duo, trio o quartet di giocolieri. Condividiamo una definizione e approccio concettuale alla giocoleria, ci piace fare ricerca, abbiamo gli stessi gusti e uno stile simile.

INDOOR / OUTDOOR La giocoleria può essere presentata in tanti modi diversi, e spesso quando lavoro ad un trick penso sempre a quale sia l’angolazione migliore per vederlo: dal basso, dall’alto, di lato… ed è lo stesso

dilemma che ci poniamo quando riprendiamo in video le routine, oppure quando ci chiediamo se un trick stia meglio all’aperto o in una palestra, su un palco o in un caffè o in un video. Il prossimo show su cui lavoreremo probabilmente sarà all’aperto, non lo abbiamo mai fatto e credo che questo ci stimolerà a fare delle cose particolari. Io preferisco esibirmi in sala, perché lavoro coi i cerchi e all’aperto il vento è troppo imprevedibile e influenza troppo le traiettorie, ma accetterò la sfida! Anche a me piace lavorare indoor ma sono molto curioso di poter fare uno show all’aperto con loro due.

PROPS Sono abbastanza geloso delle mie clave, non le presto facilmente, e solo a persone che conosco bene. Ma lavorando in duo e ora in trio mescoliamo spesso i nostri attrezzi; questo all’inizio mi creava un po’ di problemi, ma ora mi ci sto abituando, nel senso buono del termine. All’università ho presentato uno studio sul colore degli attrezzi in giocoleria. I colori normali che trovi in giro sono molto noiosi, non c’è

profondità in quei colori, nessuno fa colori in trasparenza o qualcosa di particolare. Io uso le Dolphin bianche, essenzialmente perché i colori in cui le fanno non mi piacciono. Mi piace davvero avere attrezzi belli nuovi, come per i vestiti o le altre cose che hai. Mi piacciono quando sono nuove e rigide, mentre Patrick le ama un po’ più usate e morbide. Se vedi un oggetto immagini cosa puoi farci, ma questa capacità di immaginare un loro utilizzo deve essere alimentata e allargata. Non avevo grande simpatia per i cerchi, mi sembrava che non ci si potesse fare granché. Poi però vedendo Tony e Patrick lavorarci, esplorare nuovi modi di farli roteare lateralmente, di tenerli in equilibrio, mi si è aperta una prospettiva molto interessante e ho cominciato anche io a lavorarci. Stessa cosa per le clave. Ho visto dei giocolieri fare delle cose belle con le Dolphin, movimenti veloci, taglienti, snappy, come piacciono a me. Quando trovi un oggetto che ti permette di fare quello che desideri allora cominci ad apprezzarlo ancora di più, sai che sei arrivato a quei trick anche grazie a quel tipo di clava e a come hai imparato a manipolarla. Per me gli oggetti sono attrezzi, e la cosa più importante per me è come li uso. Solo in secondo luogo viene l’apparenza, e in questo senso le prediligo in buone condizioni, pulite, nei colori che amo. Ho rispetto per i miei attrezzi, ma sono attrezzi e se devo distruggerli, o spaccarli a metà per un trick non mi risparmio. Il trick è più importante dell’attrezzo. La relazione cambia anche perché da ragazzo hai 5 clave e ci tieni tantissimo. Poi diventi un professionista e hai 60 clave a disposizione, sai che ne puoi avere altre, e questo cambia molto la tua relazione con gli attrezzi.

VII CONVENTION DI GIOCOLERIA DELLA BRIANZA VII CONVENTION DI GIOCOLERIA DELLA BRIANZA VII CONVENTION DI GIOCOLERIA DELLA BRIANZA VII CONVENTION DI GIOCOLERIA DELLA BRIANZA VII CONVENTION DI GIOCO

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N DI GIOCO

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VI RENCONTRE DES JONGLAGES

5/7 APRILE, PARIS www.maisondesjonglages.fr

Con questa sesta edizione il nostro festival si conferma rifermento internazionale per la creazione nella giocoleria contemporanea, con oltre 4000 spettatori per i 20 spettacoli in programna. Il festival offre la possibilità di vedere ciò che è nuovo, originale e innovativo nella giocoleria. Continuiamo a invitare artisti da tutto il mondo che offrano nuove creazioni, ma anche work in progress, spettacoli inediti e performance di repertorio. In questa edizione, abbiamo avuto il piacere di ospitare giocolieri noti, come Martin Schwietzke, Jérôme Thomas, Jörg Müller, che hanno accettato la sfida di creare spettacoli appositamente per l’evento. Abbiamo anche supportato la creazione e presentato due nuovi spettacoli - Les Beaux orages del Collettivo Petit Travers e Iopido di Sylvain Julien. In programma anche molti work in progress con Guillaume Martinet e Eric Longequel (Cie Defracto), Morgan Cosquer et Celine Couronne (Cie endogene), Nathan Israël (Cie La Scabreuse), Antoine Terrieux et Julien Mandier (Blizzard Concept)... Due eventi speciali: un focus sulla “giocoleria femminile”, con l’intenzione di mostrare al pubblico quanto interessanti siano le loro creazioni. Questo

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intervista a STEPHANE BOU direttore della Maison des Jonglages foto di BAPTISTE LE QUINIOU www.baaste.com

focus ci ha fornito una buona opportunità per ospitare il nuovo gruppo francese di giocoliere, fondato da Audrey Decaillon e Isabelle Dubois, ma anche di presentare un assolo di Jeanne Mordoj come “Eloge du Poil”. In secondo luogo abbiamo mostrato nuove estetiche della giocoleria da tutto il mondo e, per la prima volta, anche dal Mozambico, con un lavoro di ricerca con percussioni e canto. Novità di questa edizione anche uno spazio video e una libreria dedicata alla giocoleria. Nella settimana che precede il festival abbiamo organizzato 2 masterclass, di 3 giorni ciascuna, come una sorta di warmup. Il primo seminario è stato gestito da Johan Swartvagher (Collectif Martine à la plage), interessato a esplorare le influenze del contesto ambientale sulla giocoleria. I partecipanti hanno dovuto destreggiarsi in molti luoghi diversi per sperimentare come la giocoleria potesse diventare site specific. Il secondo seminario, diretto da Nicolas Mathis e Julien Clement (Collectif Petit Travers), in collaborazione con l’Académie Fratellini, esplorava il rapporto tra giocoleria e musica, con il ritmo come perno centrale, che è poi il concetto su cui ruotano le loro creazioni.

Come Maison des Jonglages, oltre al festival, sosteniamo sempre di più la produzione di nuove creazioni. Nel 2012/2013, siamo riusciti ad offrire una residenza e aiuto finanziario a tre spettacoli in creazione e vorremmo poter fare altrettanto ogni anno. Stiamo già lavorando con Olli Vuorinen e Luis Sartori Do Vale (Cie NUUA) al loro primo spettacolo “Lento”, e supportando Morgan Cosquer e Celine Couronne (Cie endogene) nella loro ricerca giocoleria, danza e ceramica, chiamata “Diaphane”. Abbiamo inoltre implementato un ciclo di master class, in collaborazione con la Académie Fratellini, per esplorare la scrittura e creazione di linguaggi, i legami tra giocoleria e le altre arti (danza, musica…). Spero di sviluppare in futuro un percorso di master-


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MAPUTO MOZAMBIQUE

Cie HOMAS GUERINEAU Cie des JONGLEURS DU MOZAMBIQUE

Nel mese di agosto 2011, Thomas Guerineau e Nathan Israele sono stati invitati al Centro Culturale Franco-Mozabicano (CCFM) a Maputo, con l’intento di iniziare alcuni mozambicani alla giocoleria. Fin dall’inizio la formazione è stata un gran successo, con oltre 40 partecipanti che mostrano interessanti e originali capacità artistiche. Nathan a questo punto deve lasciare il progetto, ma Thomas decide di continuare e impegnarsi nella creazione di uno spettacolo professionale e in accordo con il CCFM sviluppano un programma di più residenze, di tre settimane ciascuna, nel periodo 2011/2013. Lo spettacolo che ne scaturisce viene eseguito prima in un orfanotrofio e poi in un importante festival di teatro di strada a Maputo nel 2012. “Il mio lavoro - racconta Thomas Guerineau - “è ai confini della giocoleria, danza e musica. In modo intuitivo, il mio mondo è alimentato dall’interesse per le arti dell’Estremo Oriente e dell’Africa Nera, come si vede da questa creazione, prima esperienza di creazione in Africa con indigeni. Maputo-Mozambico evidenzia una parte del mio lavoro che fino ad ora non si era rivelata e affronta riti e pratiche artistiche dell’Africa e del Mozambico. Il modello di lavoro sviluppato permette ai giocolieri africani di esprimere liberamente la loro individualità, e si basa su un’esperienza di gioco grezzo e raffinato di manipolazione degli oggetti, giocoleria, canto, danza e altre pratiche musicali. L’obiettivo di questo approccio è quello di creare le condizioni necessarie per la nascita di una presenza fisica. La scrittura deriva direttamente dalle relazioni create fra il corpo, la manipolazione degli oggetti e i suoni prodotti. Lavoriamo e sperimentiamo diverse tecniche: giocoleria con palline rimbalzine sulle percussioni, giocoleria con sacchetti di plastica, giocoleria tradizionale con lanci in aria, giocoleria con palline che rotolano a terra, manipolazione e giocoleria di scatole, di vestiti, improvvisazione vocale, improvvisazioni di danza, improvvisazioni di danza con le palline. Per realizzare tutto questo abbiamo creato 10 percussioni la cui superficie fosse inclinabile a diversi angolazioni, permettendo di adattarsi ogni volta ai diversi trick con le rimbalzine. Allo stesso modo, partendo da un “Rombo” (uno dei più antichi strumenti musicali della storia) e dalla manipolazione di un bastone alla fine di una corda musicale che ho sviluppato diversi anni fa, stiamo lavorando allo sviluppo di un originale strumento di giocoleria musicale”

CAIO SORANA

class con 4 o 5 appuntamenti l’anno, ognuno dei quali gestito da un artista diverso e con l’ultimo dedicato ai processi di scrittura dello spettacolo. Quest’anno abbiamo accolto 6 artisti del Mozambico per un progetto di un mese con residenze, laboratori, performance, e contiamo di scoprire altre dinamiche di giocoleria internazionali e aiutarli a sviluppare la loro identità. Infine quest’anno la European Juggling Convention si terrà in Francia, a Tolouse, e un gruppo di giocolieri adolescenti di La Courneuve, formatosi alla Maison des Jonglages, trascorrerà l’intera settimana lì, a scoprire lo spirito delle Convention. Ci sarò anche io per discutere con tutte le persone che desiderano maggiori informazioni su di noi e per scoprire nuovi interessanti giocolieri!

Quando ero studente universitario ho fatto spettacoli in strada e qualche workshop, ma col tempo desideravo un progetto di ricerca, una profondità maggiore; migliorare la tecnica, ma anche stimolare la creatività, la fantasia. Per questo ho pensato ad una scuola di circo, dove il tempo si dilata ed è al servizio della creazione, un luogo dove si “perde tempo” per guadagnare tempo. Ho superato così le selezioni all’Accademie Fratellini, dove sono subito piaciuto a Jerome Thomas, direttore artistico, e credo che la strada, lo stare in scena continuamente, tutti i giorni, mi abbiano aiutato molto in tutto questo. Il bello di una scuola di circo, in particolare in Francia, è che non fai solo giocoleria, fai circo, la giocoleria viene inserita in un contesto più ampio. La Fratellini è una scuola un po’ diversa perché qui il 40% del tuo tempo deve essere dedicato ad esperienze di spettacoli. Inoltre la formazione è fortemente personalizzata; io sono qua da settembre scorso e ho fatto già 14 stage differenti, spesso one to one, con artisti del calibro si Stefan Sing, Jay Gilligan... Quando la Maison de Jonglage ha proposto un progetto per Rencontre a Jerome Thomas lui ha pensato di tirarmi dentro. Dovevamo realizzare in tre giorni uno spettacolo di 35 minuti site-specific. Abbiamo prima visto il posto e poi ci siamo messi a lavorare. Tre giorni di prove, tre ore al giorno, 12 ore di creazione in tutto, un vero crash test! È stata un po’ una gara per noi; tanta ansia e pressione, pochissimo tempo, un’esperienza veramente flash, ricca di spunti interessanti. Ritrovarmi qui al Rencontre mi ha molto sorpreso, perché sei sempre stato tra quelli che li spettacoli li vedevano, e qui, dove non ero mai venuto, la prima volta che ci vengo sono in scena! Tanta incredulità all’inizio, ma ora che è passata porto via buone riflessioni su me stesso, sulla relazione in scena, tanta allegria e la voglia di tornarci, magari con uno spettacolo tutto mio. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 59 g i u g n o 2013

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DONNE E JUGGLING

BAPTISTE LE QUINIOU

FREDERICK GUERRI

BAPTISTE LE QUINIOU

@THIERRY DUBOIS

a cura di A.R.

ISABELLE DUBOIS

AUDREY DECAILLON

LANA PAIC

Il collettivo “100% plastik” fu creato da me e Audrey Decaillon nell’ottobre del 2011 e da allora siamo ancora in creazione per uno spettacolo che debutterà nel 2014. Fin dagli inizi abbiamo cominciato a invitare altre giocoliere a lavorare insieme. Visto che non siamo in tante a giocolare abbiamo pensato di creare un collettivo femminile per vedere cosa avremmo potuto creare insieme; esiste l’uomo, esiste la donna, e la donna ha delle cose che gli uomini non hanno. Non siamo femministe, ma solamente pensiamo che la donna abbia una qualità di bellezza sulla quale abbiamo deciso di lavorare.

Donne giocoliere! A mio parere non è una definizione, le donne giocolano e questo è un fatto, non una definizione. Naturalmente possiamo intravedere che il loro modo di giocolare è un pò diverso da quello degli uomini, ma non tanto. Ci sono donne che lavorano solo sulla tecnica, e altre che lavorano più con i loro corpi, altre ancora conquistano una grande sensibilità con gli attrezzi, ma se osservi il panorama dei giocolieri maschi troverai anche lì questa varietà. Direi che la differenza più evidente è che la maggior parte delle donne non sono maniache di un attrezzo o genere, quindi probabilmente la loro tecnica non è così forte. Ma la loro sensibilità e la capacità di concentrarsi su cose diverse apporta probabilmente qualcosa di diverso nell’arte della giocoleria. Per me ciò che è interessante nel termine Donne Giocoliere non è il termine Giocoliere ma piuttosto cosa significa essere una Donna oggi.

Notoriamente siamo poche donne in questo mestiere, e mi sono chiesto tante volte il perché di una giocoleria al femminile. Vogliamo reagire contro gli uomini? Ma no, in realtà mi sono detta che oggi sono molte le strutture che vogliono dare visibilità a questo nuovo fenomeno, perché ci si rende conto che esistono delle giocoliere e che hanno qualcosa di diverso. Ma penso che sicuramente le donne nella giocoleria hanno un rapporto diverso, sono più propense ad un rapporto dolce con l’oggetto, ricercano più nella fragilità, cercando di creare forme differenti, utilizzando anche il proprio corpo.

CECILIA ZUCCHETTI Sicuramente noi donne abbiamo un modo di approcciarci a questa specialità differente da quello degli uomini, ma è difficile dire il perché; spesso si dice che noi siamo meno competitive, meno interessate alla tecnica pura e fine a se stessa, ma per esempio tutte le donne che fanno discipline aeree, verticali, o le ginnaste sono sempre anche loro alla ricerca di migliorare le proprie abilità tecniche e sono competitive quanto lo può essere un giocoliere! Noi donne abbiamo una fisicità differente da quella degli uomini e credo che il più gran contributo che apportiamo alla giocoleria sia quello di integrare l’oggetto al nostro corpo, al nostro movimento. Personalmente ho iniziato con un approccio “maschile”, mi allenavo ore ed ore provando e riprovando gli stessi trick, cercando di arrivare al trick più difficile. Ma con il passare del tempo ho cominciato a fare più attenzione al corpo, all’espressione, alla ricerca di un mio modo personale di relazionarmi all’oggetto e al pubblico

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on sempre maggiore frequenza le donne eleggono la giocoleria a loro strumento di espressione artistica, facendone una scelta di vita e/o una scelta professionale. Prendendo spunto dall’esperienza del collettivo femminile “100% Plastik” abbiamo chiesto ad alcune giocoliere di raccontarci questa loro esperienza, rivolgendogli tre domande. Pubblichiamo in questo numero di JM le risposte alla prima domanda: “Donne Giocoliere. Questa definizione significa niente per te? Pensi che la tua giocoleria sia diversa da quella degli uomini? Quale potrebbe essere il tuo contributo come donna allo sviluppo della giocoleria come forma d’arte?”

BAPTISTE LE QUINIOU

BAPTISTE LE QUINIOU

BAPTISTE LE QUINIOU

Rimandiamo i lettori al nostro sito dove troveranno l’intero speciale su questa meravigliosa sensibilità delle donne, che contiamo di integrare in futuro con altre testimonianze (www.jugglingmagazine.it > Juggling Magazine Extra > CircoSfera > Donne e Juggling)

CHRISTELLE HERRSCHER

GAELLE CATHELINEAU

ANNI KLUPPER

Naturalmente il livello tecnico delle donne è in media più basso, ma la nostra sensibilità è diversa e la capacità di muoversi on stage maggiore. Ma non ho mai pensato che dovessi essere in qualche modo differente in una disciplina prevalentemente maschile. Non credo sia così. Non credo che abbiamo niente da dover dimostrare come donne sul palco. Mi sforzo di portare un’estetica della bellezza, è quello che mi interessa sviluppare, ma questo è uno sviluppo artistico che non ha attinenza con il sesso di appartenenza.

Sicuramente bisogna considerare che come donne abbiamo un corpo e una maniera differente di muoverci, con femminilità e grazia. Non che un uomo non possa farlo, ma penso che noi donne sviluppiamo un rapporto diverso con l’oggetto. Penso che siano anche le differenze fisiche che alimentano la nostra differenza; per esempio le donne sono meno portate per la pura tecnica e la giocoleria dei grandi numeri; non sono sicura che noi donne apportiamo qualcosa di più, ma sicuramente abbiamo un rapporto differente con la giocoleria.

Nelle isole Samoa la giocoleria era appannaggio delle donne, costume che ho raccontato anche su un articolo per Kaskade. Chiaramente è un vantaggio essere una donna che giocola oggi. Per esempio io sono stata contattata per entrare nel collettivo perché sono una giocoliera, e prima ancora che terminassi la mia formazione professionale alla scuola di Tilburg. Questo è un grande vantaggio, ma d’altro canto ci sono sempre questi commenti tipo “ehi, sei davvero brava, per essere una giocoliera donna!”. Non voglio guardare al mio lavoro artistico solo come donna, piuttosto mi piace relazionarmi al fatto che sono un essere umano con una propria personalità.

DOREEN GROSSMAN

CHRISTINE OYMANN

Esiste una giocoleria al femminile perchè ci sono tante donne che si appassionano alla giocoleria e che lavorano a trick originali. La ragione per cui diventa un tema da dibattere è principalmente nel mercato, perché ci sono tanti uomini e poche donne, e ancora di meno che lavorano in gruppo. Personalmente mi sento una donna, e sul palco una donna che giocola, ma non faccio cose particolarmente femminili, anzi ho un repertorio abbastanza “classico” in questo senso.

Direi che in genere non c’è differenza tra uomo e donna, ma nella giocoleria c’è un’evidente disparità in termini di numero di praticanti e di professionisti. E questa rarità rende speciale essere una giocoliera, che devono essere molto tenaci. È una disciplina dura, devi saperti imporre sul palco, essere attenta nel modo di esprimerti col corpo. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 59 g i u g n o 2013

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ANA KEMP

MICHELA SAMAKI La giocoleria al femminile esiste se le donne vogliono farla esistere. È diversa da quella maschile, perché puntiamo meno ai numeri e più a come ci muoviamo. Io per esempio nella giocoleria porto il mio bagaglio di ginnasta ritmica e danza contemporanea.

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BOB CARR

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FRIX Giocolieri Uomini, significa qualcosa per voi? Vi passerebbe mai per la testa di chiedere questo ad un uomo? Spero che la mia giocoler+ia sia diversa, rispetto a quella di altri uomini o donne. Credo che la giocoleria di ognuno sia diversa e in qualche modo unica. La misura con cui si coltivano l’originalità e la profondità della tecnica è lasciata all’individuo, indipendentemente dal suo sesso.

DULCE DUCA Penso ad essere umani che si esprimono, femminile o maschile sono qualità presenti in tutti gli esseri umani, e la giocoleria è fatta per persone che attraverso la giocoleria si esprimono come possono e come sanno. La donna cerca sempre il femminile nella giocoleria perchè la giocoleria è stata a lungo appannaggio maschile.

ROSE ZAMBWESI Io penso che ci sia differenza tra la giocoleria femminile e quella maschile, soprattutto per quel che riguarda la presentazione, il movimento, la grazia. Non a caso gli attrezzi scelti dalle donne sono più legati al movimento del corpo, alla danza. Per quel che mi riguarda ho scelto il contact come disciplina di giocoleria e l’ho legato molto alla danza, al movimento e all’intensità.

HELI SORJONEN

KATI YLA-HOKKALA A mio modesto parere ci sono molti generi diversi di giocoleria; buono, cattivo, interessante, non interessante, sportivo, vicino alla danza, pretenzioso, introverso, da solo, in gruppo, giocoleria che è concepita per essere vista da un pubblico e giocoleria che non lo è. Sono sicura che ho dimenticato molti altri generi. In ciascuno di questi generi ci sono giocolieri donne e uomini. Spero di dare lo stesso contributo alla giocoleria come lo sperano tutti i giocolieri uomini; se ci riusciamo o no è un’altra questione!

STEFANIA GARACCIONI Ho l’anima giocoliera da più di 10 anni e ogni volta che creo una performance mi chiedo cosa significa mettermi in scena, per me e per la mia vita in questo momento. Essere donna e giocoliera è un po’ questo per me: partire da sè, partire da me. Nella mia esperienza le differenze vanno esaltate, messe in evidenza: la differenza di genere ne fa parte, è un valore aggiunto, ma difficile da definire perché proprio il lasciarmi svelare e sorprendere me stessa ne è ogni volta l’elemento essenziale. Forse rischio di sembrare troppo astratta, ma d’altro canto è nell’aria, a terra o su di me che finiscono tutti gli oggetti che mi accompagnano in questo mestiere, in quest’arte. Quando dico “svelarmi” rischio di sembrare schizofrenica (e un pò lo sono!) ma il senso è quello di ricercare, sia come giocoliera sia nella creazione di una performance, un ritmo vitale, ciclico, che ha pazienza, celebra e rende manifesto (un po’ come accade nella danza butoh e forse anche nel parto) qualcosa che è profondamente dentro di me, così profondo da essere ignoto anche a me.

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NEW CATALOGUE

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2013

2013

HENRYS

Equipment


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DALLA PARTE DEL… PRODUTTORE

Inauguriamo su questo numero una rubrica dedicata al ruolo e al lavoro dei produttori di attrezzi per la giocoleria e le arti circensi in generale, segmento fondamentale dell'intero settore. Ci faremo raccontare cose rende speciali gli attrezzi che utilizziamo, in quali direzioni va la loro ricerca, il ruolo degli artisti nel loro lavoro, parleremo di tecnologia ma anche di etica del lavoro, di storia ed evoluzione degli attrezzi e di come hanno influenzato le discipline/arti che ci appassionano. Diamo il via alle macchine…

1.1 RICERCA, MATERIALI, TECNOLOGIA

www.playjuggling.com La Play attraversa un buon periodo, grazie al suo successo, e questo le permette di investire in ricerca e sviluppo la maggior parte dei suoi utili, per aggiungere quel tocco di innovazione e tecnologia che ha sempre caratterizzato le sue produzioni. Abbiamo già la più ampia gamma di palline al mondo e siamo sempre alla ricerca di nuovi materiali, o innovative tecnologie di produzione, fattori ormai indispensabili al miglioramento degli attrezzi che produciamo. Oggi esistono palline più elastiche anche perché è disponibile una plastica che 5 anni fa non esisteva, e veniamo continuamente sollecitati dai nostri fornitori ad utilizzare nuovi materiali, o addirittura a testare anteprime di materiali, perché non ci sono tante attività che mettono a dura prova i materiali come la giocoleria! Per aprire la strada a nuovi prodotti e innovazione come produttori ci piace essere sul mercato con la stessa filosofia dei giocolieri: pronti a scambiarsi trick. Abbiamo appena acquistato il progetto delle bacchette di carbonio del francese Trash, usate da buona parte dei professionisti, da due anni collaboriamo con Renegade Juggling, con cui condividiamo una filosofia di lavoro, e altrettanto stiamo facendo con la ditta tedesca GlowBall, con la quale stiamo preparando il lancio di una linea di materiale luminoso. Siamo in continuo contatto con artisti e scuole, e l’anno scorso abbiamo sponsorizzato lo Shoebox Tour di Wes e Jay. Ora stiamo lanciando una clava con l’anima di materiale composito per i giocolieri che desiderano una clava più rigida. In fondo la parte più divertente del mio lavoro è anche quella di realizzare attrezzi per esigenze particolari, perché lavorando su nuovi attrezzi offre spunti per applicazioni innovative. Continuo a viaggiare e cercare nuove idee in giro, e non ho potuto resistere alla tentazione di produrre altri prodotti legati alle arti circensi. Da un anno e mezzo stiamo realizzando, insiema a grandi aziende che lavorano su scala industriale i prototipi di trapezi, corde aeree, palo cinese, tessuti, podi per verticali, etc. Sono tutti prototipi al momento testati nelle scuole e agli eventi, e solo dopo il superamento dei test cominceremo a commercializzarli.

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www.jonglerie.com Quando più di 30 anni fa Daniel Schambacher, insegnante di educazione motoria, ha cominciato ad appassionarsi alla giocoleria, per ottenere il materiale bisognava ordinarlo negli Stati Uniti, con costi di trasporto esorbitanti. Ingegnere di formazione, Daniel non esitò perciò a cimentarsi nella realizzazione di attrezzi di giocoleria partendo da oggetti di uso comune. Per esempio comprava birilli da bowling, li apriva, li riempiva di schiuma, ci metteva un manico di legno, ed ecco pronta una clava! Vedendo la crescente popolarità della giocoleria nei suoi corsi, Daniel chiese alla famiglia di aiutarlo nella produzione artigianale di attrezzi; nasceva così Mr. Babache!! L’evoluzione? Oggi il brand è diffuso in tutto il mondo e gli attrezzi sono realizzati con macchine ad alta precisione, utilizzate dai operai qualificati. Inoltre siamo molto attenti alle critiche e ai desideri dei giocolieri. Nella realizzazione dei prototipi e poi dei prodotti finali ci siamo sempre avvalsi di professionisti del calibro di Serge Percelly, Kris Kremo, Thierry Nadalini, Jochen Schell, Mario Berousek e oggi la collaborazione continua con gli astri nascenti: Semen Krachinov, Alexander Koblikov, Alan Sulc, Ofek Shilton e tanti altri. Sul fronte della ricerca e dell’innovazione tecnologica cerchiamo sempre nuove soluzioni e materiali. Alcune delle nostre invenzioni hanno influenzato l’intero settore, come il sistema del tappino per le Bubble Ball, poi adottato da molti produttori, o la produzione di diabolo più grandi come il Jumbo, che ha aperto nuove strade alla disciplina. La nostra ricerca è senza sosta, basta guardare anche solo ad alcune delle più recenti creazioni: gli Air Shock Club Top, per allungare la vita ai top delle clave; le palline Russian Soft “Rs”, con materiale speciale autolubrificante che le riempie; il diabolo Fascination e la ricca serie degli evolution kit che permettono di personalizzare il proprio diabolo; gli Holografic Rings, una vera innovazione nel campo dei cerchi; le shaker cup di materiale plastico, che si affiancano a quelle tradizionali di metallo, una lista lunga e sempre in divenire!


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www.henrys-online.de

È un lavoro fantastico progettare attrezzi di giocoleria, sperimentare forme e materiali nuovi, lo faccio da anni e mi piace ancora. Ricordo per esempio agli inizi della nostra produzione, 25 anni fa, la lunga ricerca sul materiale da utilizzare per l’anima delle clave, i prototipi con l’anima in fibra di vetro o in plastica, ma il legno risultò negli anni il materiale più apprezzato, per il feeling, per la morbidezza, per il suo caratteristico rumore. Il legno è un materiale molto resistente, e noi utilizziamo un legno speciale che si usa anche per le frecce del tiro con l’arco. Ma è un materiale difficile da utilizzare su scala industriale, perché richiede un grande lavoro di selezione e tanto scarto. Alla fine devi sempre ricorrere all’occhio e all’esperienza umana, ed è un lavoro molto impegnativo se devi farlo tutto il giorno. Il nostro controllo qualità scarta il 40% dei legni che acquistiamo, non solo per il peso ma anche per eventuali venature o nodi che ne minino resistenza e durata. La realizzazione di un nuovo prodotto può durare anche degli anni, per esempio la realizzazione del diabolo con l’asse free wheel ha richiesto due anni, nonostante venissimo già dall’esperienza maturata nella costruzione degli yo-yo con meccanismo a frizione. Sappiamo che l’idea di un asse con frizione era nata ad un ragazzo australiano trenta anni fa, ma noi preferiamo tutelare i nostri prodotti e le nostre realizzazioni, e dove necessario le proteggiamo registrando dei brevetti. Nella progettazione mi affianca ora Friedrick, e naturalmente lavoriamo fianco a fianco con artisti di tutto il mondo, cui affidiamo i test delle nuove realizzazioni. Stiamo lavorando ad una clava luminosa, che richiede ancora sei mesi per essere messa a punto e commercializzato, produciamo attrezzi per professonisti, ma anche per amatori e praticanti, come il nuovo piatto cinese, o attrezzi di giocoleria di base. Inoltre siamo noti per il customer service che offriamo alle convention; un modo interessante e piacevole per rimanere in contatto con i giocolieri che ci hanno scelto, di premiare la loro fedeltà.

www.renegadejuggling.com

www.gora.hu Abbiamo a che fare con attrezzi per giocoleria e spinning, con la complicazione di dover funzionare infuocati! Ma questa è la sfida che ho voluto affrontare, prima nel realizzare oggetti per i miei spettacoli, e poi nel metterli a disposizione di praticanti e artisti. Non mi accontento mai dei miei risultati e penso sempre a nuove soluzioni e nuovi materiali. Ora sto utilizzando dell’alluminio 70/73, utilizzato per gli aerei e le navi e molto difficile da trovare sul mercato. È leggero come l’alluminio, ma forte ed elastico come l’acciaio. A parità di resistenza puoi abbassare il peso degli attrezzi, due caratteristiche molto importanti negli attrezzi. Per i materiali ci sono altre cose, nuove sul mercato, come tessuto in kevlar alluminio per la protezione del corpo, un altro tipo di kevlar, tipo nomax, della famiglia dell’aramide, materiali utilizzati all’inizio come filtri in edilizia e industria, che trovano anche largo impiego nell’abbigliamento dei vigili del fuoco, dei piloti di Formula 1, etc. Il materiale e le nuove idee vengono per lo più da me, e ho amici tra i migliori performer che le testano gratuitamente inviandomi feed back e realizzando video in cui mostriamo cosa si può fare con i nostri attrezzi. Un prodotto nuovo richiede anni. Prima bisogna fare la ricerca, poi realizzare dei prototipi, migliorarli, passare i prototipi agli artisti, attendere il loro feed back e ripetere il ciclo fino a quando gli attrezzi soddisfano me e loro. Alcuni attrezzi si realizzano in un anno, altri in due o tre anni, altri ancora dopo anni sono ancora in via di perfezionamento. Quando ho inventato la Dragon Staff, un bastone per il contat con croci alle estremità, lanciato alla EJC di Ptuj, sono diventato famoso. Al punto che hanno cominciato ad imitarlo e produrlo in altre parti del mondo: Messico, Australia, commercializzandolo con lo stesso nome che gli avevo dato! Ma è difficile proteggere le tue invenzioni; registrare i brevetti è costoso, e poi devi perseguire gli imitatori in tribunali internazionali, un iter costosissimo, e in alcuni paesi come la Cina impossibile. Per cui combattiamo la concorrenza, anche se sleale, con le armi della qualità che il settore ci riconosce da anni.

I cerchi hanno un diametro in media di 32 o 40 cm, e produrne di dimensioni o spessori diversi significa spendere diverse migliaia di euro per lo stampo. Per sfuggire a questa costrizione abbiamo realizzato un processo di “stampa” con plotter molto più economico per la fabbricazione di nuovi modelli di anelli, nelle forme e materiale che preferisci. Puoi stamparne anche poche unità e riuscire ancora ad offrirle ad un prezzo abbordabile, tipo 8 € a pezzo. Le nuove forme che abbiamo stampato sono forse ancora troppo radicali per i giocolieri, e ci vorrà del tempo prima che i giocolieri comincino ad azzardare una ricerca con oggetti diversi, ma qualcosa si sta già muovendo. Per esempio il progetto Renegade Team Lab ci ha visto impegnato negli ultimi cinque anni alla preparazione di “Prototype”, un solo show dove Jay Gilligan usa tutti attrezzi di forme e design non convenzionali e un sintetizzatore che produce musica differente a seconda della forma dell’oggetto che avvicini ai suoi sensori. Luke Wilson era direttore artistico di questo show, ma dopo la sua scomparsa Jay ha deciso di continuare la creazione e grazie a fondi governativi è riuscito a completarlo e portarlo al debutto. Ma anche oggetti ormai codificati, come il naso rosso dei clown, hanno attirato la nostra attenzione. Un bel giorno Iman era ad una lezione di clown e qualcuno disse che sarebbe stato bello avere più nasi a disposizione… Abbiamo così prodotto uno stampo per nasi di 3 dimensioni - piccolo, medio, grande - in 10 colori differenti, una gamma unica al mondo! Abbiamo provato prima col polietilene, ma veniva fuori troppo duro e tagliava la pelle, così abbiamo provato con il pvc ed è venuto fuori un naso perfetto in termini di stabilità, flessibilità, compattezza, che poi abbiamo migliorato nel tempo. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 59 g i u g n o 2013

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STUDIO RUGGIERI POGGI w w w. r u g g i e r i p o g g i . i t

ASSOCIAZIONI CHE SOSTENGONO JUGGLING MAGAZINE MODALITÀ PER SOSTENERCI SU

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COLLETTIVO 320 CHILI

TRA NUOVA DANZA E CIRCO CONTEMPORANEO www.320chili.wordpress.com

320Chili è un collettivo artistico formato da cinque artisti, registi e coreografi: Elena Burani, Fabio Nicolini, Piergiorgio Milano, Roberto Sblattero e Francesco Sgrò, un responsabile tecnico Luca Carbone e una responsabile dei progetti Giovanna Milano. A questo nucleo artistico si alternano in qualità di interpreti, collaboratori e sostituti: Florencia Demestri, Boris Gibè, Alessandro Maida, Jakub Zielinsky. L’idea di un collettivo nasce dalla necessità di far crescere autonomamente la carriera dei singoli membri e dare spazio al desiderio di creare spettacoli collettivamente, sfida che ci sta a cuore dall’inizio del nostro lavoro. In questo modo ciascuno ha la completa libertà di seguire la propria passione, ma quando nasce la possibilità di un progetto comune, il Collettivo si ritrova per riprendere il filo rosso che ne contraddistingue la poetica. Non c’è regista, ma per ogni progetto una persona si assume la responsabilità della creazione e di portarlo a termine. La mappa degli spettacoli che ruotano intorno alla compagnia è piuttosto articolata. Due gli spettacoli collettivi che ora portiamo in scena: Ai Migranti e Misticanza. Francesco Sgrò gira insieme a Pino Basile con la sua prima creazione Just another normal day, Roberto Sblattero dopo aver vinto il premio come miglior artista di strada, promosso dalla Regione

a cura di GIOVANNA MILANO e FRANCESCO SGRÒ foto di MANUELA GIUSTO

Piemonte, continua il suo percorso come perfomer attore con lo spettacolo A ruota libera. Gli altri tre artisti sono impegnati in importanti tournèe: Elena Burani lavora con la compagnia No Fit State nello spettacolo Bianco, Fabio Nicolini lavora con la compagnia Osmosis e Piergiorgio Milano lavora come interprete nello spettacolo Tabac Rouge, ultima produzione della Compagnie du Hanneton diretta da James Thierre. Questo fitto intreccio di lavori in luoghi diversi genera non poche difficoltà organizzative che cerchiamo con pazienza di gestire, grazie al prezioso aiuto dei nostri collaboratori. Ogni volta riusciamo miracolosamente a incastrare orari e tempi, anche quando per rappresentare lo spettacolo dobbiamo arrivare da cinque diversi punti geografici della terra. Alcuni ci chiedono perché scegliamo di lavorare in Teatro e Festival di Danza piuttosto che nei Festival di Arte di Strada o di Circo. In realtà la nostra non è una scelta, la diffusione viene fatta su entrambi gli ambiti, ma il primo pare essere più sensibile del secondo alla nostra poetica. La nostra ricerca sul movimento e sulla sua drammaturgia, non ha mai considerato il circo fine a se stesso, esercizio di bravura, numero. In una della prime descrizioni dei nostri spettacoli scrivevamo: “I cinque artisti fondono le loro differenti compe-

tenze tecniche in una ricerca che indaga da un lato l’uomo e la sua natura e dall’altro i confini fra teatro, gesto, danza e discipline del circo, che non rappresentano più semplicemente loro stessi, ma diventano il substrato necessario allo spettacolo per raccontare la sua storia. Lo spazio si espande e si restringe scoprendo nuove dimensioni e intrecciando i piani in una danza che parte dal suolo e si innalza in verticale, sfida il vuoto e si nutre della precisione di un corpo in equilibrio o di un oggetto che cade. Ogni tecnica circense viene riportata ad energia e si trasforma in necessità di movimento in cui gli attrezzi si intrecciano al corpo degli attori “diventando” linguaggio nuovo di cui lo spettacolo si serve per evocare immagini, raccontare, stupire ed emozionare.” Questo è quanto ancora contraddistingue il nostro andare, sin dalle radici questa storia raccoglie stimoli di danza e circo per cui non possiamo che ringraziare l’Associazione Sosta Palmizi, di cui siamo Artisti Associati, nelle persone di Giorgio Rossi e Raffaella Giordano che hanno accolto la nostra piccola compagnia agli esordi definendola di rara veracità e la scuola di circo Flic, luogo di nascita del Collettivo, dove siamo stati sostenuti, prodotti, accolti, ospitati e in cui ci si sente sempre a casa ogni volta al ritorno. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 59 g i u g n o 2013

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CIRCUS NEXT www.circusnext.eu

ANDRÉ BAUMECKER

intervista di STEPHANE BOUQUET A CÉCILE PROVOT direttrice di Jeunes Talents Cirque Europa

Da dove nasce l’idea di CircusNext?

Che cosa è un “autore” al circo?

CircusNext è l’evoluzione di Jeunes Talents Cirque, un evento nato in Francia nel 2001, anno dedicato alle arti del circo dal Ministero della Cultura. La nostra missione iniziale era quello di individuare e sostenere l’emergere di una nuova generazione di autori nel campo del circo contemporaneo. È la nostra missione ancora oggi: scoprire nuovi talenti ai quattro angoli d’Europa. Io preferisco dire “talenti emergenti” piuttosto che “giovane talenti” perché non abbiamo un limite di età. In origine, questa manifestazione aveva un carattere biennale ed era limitata al territorio francese. Poi ci siamo resi conto che il mondo del circo era un mondo internazionale. Come conseguenza l’associazione ha allargato il progetto all’Europa, trovato partner europei, ricevuto finanziamenti da parte dell’Unione Europea. Poi abbiamo cercato un nuovo nome che fosse meno francofono, da qui CircusNext. Ma il progetto è sempre lo stesso: creare una sorta di serbatoio di talenti.

Questa è probabilmente la sfida principale per il circo contemporaneo. C’è una rivendicazione per la creazione, per la scrittura nel circo. Non c’è più solo una sequenza di numeri presentati da un direttore di circo. Esiste una drammaturgia dello spettacolo, una visione globale che dona coerenza a ciò che vediamo e al mondo rappresentato. È questa coerenza, questo modo di rappresentare il mondo per lo spettatore, questa volontà di dare un senso alle cose - la ricchezza, la pertinenza, la profondità di significato - che definisce un autore di circo. Come nelle precedenti cinque edizioni abbiamo invitato a presentare delle proposte, e quest’anno ne abbiamo ricevute 126. Una giuria di esperti ha valutato le proposte sulla base di una serie di criteri: originalità, creatività, qualità artistica, pertinenza e coerenza del progetto, capacità di portare a termine il progetto. 12 di questi progetti sono stati selezionati ed invitati a trascorrere una settimana di lavoro in un teatro a Neerpelt, nelle Fiandre. Lì hanno pre-

JONATHAN FRAU

sentato il progetto e incontrato la giuria, che alla fine ha scelto i 5 progetti che saranno accompagnati da professionisti, beneficeranno di una borsa di studio e di un mese di residenza presso uno dei nostri partner. A fine aprile i 5 finalisti sono stati convocati al Théâtre de la Cité Internationale a Parigi dove hanno presentato al pubhblico circa 30 minuti del loro work in progress.

Qualche informazione in più sui vincitori… Ciò che è interessante è che essi rappresentano un ampio spettro del circo contemporaneo, con una vasta gamma di approcci e discipline. La compagnia Oktober ha sede in Francia ma è formata da un illusionista francese, una trapezista argentino e un acrobata italiano. Insieme lavorano sulla nouvelle magie e inscenano un universo un po’ oscuro, ombroso. Ci sono diversi tipi di numeri, ma la magia rimane il filo rosso dello spettacolo. La loro idea è che la magia sta ai confini del circo stesso, che a sua volta sta ai confini della realtà. Lavora-

Sono nato a Cagliari nell’ottobre del 1985. All’età di 4 anni inizio a camminare sulle mani, da sempre disegno. A 5 anni mi avvicino alla ginnastica artistica e m’innamoro di questo sport che pratico a livello agonistico fino all’età di 15 anni. Mi trasferisco a Bologna e frequento il Liceo Artistico; Egon Schiele mi accompagna e mi ispira da sempre tra dipinti distorti e acrobazie torturate. Subito dopo il diploma decido di trasferirmi a Madrid per le sel ezioni della scuola di circo Carampa. Durante i due anni di formazione a Madrid conosco due persone importanti nella mia vita attuale, Carlos (da Lisbona) e Eva (dall’Argentina). Insieme ci trasfe-

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LA BOCA ABIERTA

no per creare un tipo di rapporto borderline con il mondo. La compagnia Nuua è composta da un finlandese e un brasiliano, entrambi giocolieri. Il loro universo è fatto di palloncini ad elio. Insieme inventano delle immagini molto belle e molto forti giocando con una foresta di palloncini che occupa la scena, superando l’immaginario nostalgico. Non sono solo i nostri palloncini dell’infanzia che abbiamo davanti ai nostri

occhi. Si moltiplicano le percezioni, le sensazioni a volte violente, per esempio di un coltello messo alla gola dei palloncini. Il loro spettacolo si chiama Lento, che significa lento nelle lingua latine e “in volo” in finlandese. Iona Kewney è una danzatrice scozzese che ha lavorato con Alain Platel. È la più anziana della compagine, e a 40 anni si appresta alla sua prima creazione per il circo. Lavora con un giocoliere e con un musicista. Si interessa alle emozioni e al corpo quando questi entrano in zone limite. Lei cerca di avvicinarsi al confine della pazzia, di una follia anche violenta, per niente rassicurante, per niente innocua. La danza è estrema, come è il mano a mano con il giocoliere o la musica cruda, brutale, quasi inquietan-

riamo a Toulouse ed entriamo nel 2008 nella formazione professionale della scuola circo Le Lido. Tre anni intensi di studio e ricerca sotto il tendone del Lido mi hanno permesso di sviluppare i miei due progetti attuali. Il primo con Carlos, mio compagno di portès acrobatico con cui attualmente lavoro, ha visto la creazine della compagnia Paranoid Circus. Il secondo con Eva e Yann Frisch, campione mondiale di magia del 2012 conosciuto al Lido, con cui creiamo la compagnia Oktobre. Dopo diverse collaborazioni in scena formiamo un trio per lo spettacolo del secondo anno di formazione al Lido. L’incontro è risultato talmente

PAULINE DAU

BRUNO CLÈMENT

EINAR KLING-ODENCRANTS

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te del musicista. Sisters è una compagnia che unisce tre ragazzi che vivono in Svezia: un danese alto e magro, uno spagnolo corto e tozzo e un francese a metà tra gli altri due. Giocano con i loro corpi alla ricerca di coreografie, per dare vita ad un unico soggetto che nasca da elementi diversi. Presentano un numero ai pali cinesi dove si incrociano mostrando un grande virtuosismo. Hanno anche inventato figure di mano a mano, giocoleria con la testa e in più hanno un sacco di humor. Infine, la compagnia Boca Abierta, nonostante il suo nome spagnolo, ha sede in Francia ed è costituita da una francese e una israeliana. Si mostrano a volte clown e a volte musiciste, un duo fondato sulla ricerca della complicità tra i due personaggi, due clown immaginari. Il loro duetto è quasi una storia d’amore a metà strada tra una coppia e due gemelle. Questa complicità si riflette nella musica, nei gesti; c’è un sacco di percussioni, voce, corpo, ma anche dialoghi spontanei, a volte assurdi e spesso molto divertenti.

significativo che decidiamo di creare il nostro primo spettacolo come trio. Al gruppo si unisce Florent Bergal, che aveva già lavorato con noi precedentemente, accettando volentieri di far parte della compagnia come voce guida. Oktobre decide di presentarsi al concorso di giovani talenti circensi in Europa, e nel 2013, dopo essere stati selezionati al Circus Next, abbiamo avuto la possibilità di portare il nostro lavoro davanti ai programmatori. Questa grande opportunità ci darà più strumenti per concretizzare il nostro progetto. Continuo il mio percorso e mi immergo in questa prima creazione, ieri un sogno oggi realtà. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 59 g i u g n o 2013

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IL CIRCO E L’ARTE DI STRADA A TEATRO www.teatrotraiano.it

intervista di A.R. a PINO QUARTULLO diretore artistico del Teatro Traiano (Civitavecchia) foto di GRAPHIS STUDIO

PERCHÉ DA TANTI ANNI TI DEDICHI A CIVITAVECCHIA? Mi piace molto Civitavecchia, non solo perché ci sono nato e cresciuto, ma perché dopo essermi allontanato per circa vent’anni ho sentito il bisogno di tornare e vincere una scommessa: far diventare Civitavecchia una provincia esemplare. Così dal ‘99 ad oggi ho realizzato una scuola di cinema e di teatro (la scuola delle @rti), cinque cartelloni e un record di presenze e abbonamenti al Teatro Traiano, Il Festival delle Terme Romane alle terme di Traiano, il Festival dei 3 Porti del Lazio, Civitavecchiainfestival 2007, eventi straordinari come La via della Croce e la ricostruzione della cinquecentesca posa della prima pietra del Forte Michelangelo realizzata con lo scomparso vescovo Chenis, e tanti altri eventi. L’aver studiato architettura e teatro mi ha portato a coniugare questi due mondi e a metterli al servizio l’uno dell’altro, creando spettacoli dove l’architettura diventa scenografia, valorizzando i luoghi per esaltare gli spettacoli. Di questa ampia produzione culturale, le due edizioni del Festival Internazionale degli Artisti di Strada sul Mare sono stati la punta di un successo inaspettato, provocando un vero sussulto emotivo nella città, un ulteriore magnifico esempio di come lo spazio architettonico urbano sia ineguagliabile come luogo di incontro e di spettacolo dal vivo.

CHE CONSEGUENZE HA AVUTO IL PASSAGGIO DEGLI ARTISTI DI STRADA NELLA CITTÀ? Nonostante l’assoluta novità, già dalla prima edizione del Festival, abbiamo avuto un’attenzione e un successo incredibile; grandi spazi sui giornali, telegiornali, tutti colpiti dal clima di festa che l’arte di strada porta con sè, irriproducibile in teatro. Il teatro di strada abbatte ogni muro e divisione, abbraccia tutte le età, ceti sociali e livelli culturali, ci si siede per terra, si paga dando quello che si vuole, si interviene e si viene coinvolti; un modo straordinario di divertirsi e di vivere l’arte. Il teatro di strada sta al teatro di prosa come i cortometraggi, mia altra grande passione, stanno al cinema (ndr - Pino Quartullo ha ricevuto la nomination agli Oscar col suo Exit). Un cortometraggio è libero come una poesia, un disegno, non deve sottostare alle

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“Ho visto Pino Quartullo, che è stato mio allievo all’Accademia e oggi è regista, non dormire la notte, impazzire, e finalmente laurearsi in architettura” (Andrea Camilleri, Le Parole Raccontate). Ancora oggi Pino Quartullo è così: indefinibile e imprendibile… attore, regista, autore, architetto o direttore artistico? Per riuscire a parlare con lui, bisogna accompagnarlo in un tragitto domenicale in tarda notte tra il teatro, il porto, un sopralluogo nel centro storico e una sosta nella mitica pizzeria del Ghetto, dove riesco finalmente a bloccarlo per rivolgergli alcune domande.

dinamiche della distribuzione e dell’incasso. Così l’arte di strada rifugge da quelle che sono le convenzioni della critica, dei sipari, dei nomi di successo, recupera la tradizione dell’uomo libero dell’età classica, che attraverso la commedia dell’arte e il circo, vive la città e lo spettacolo in un modo completamente anticonvenzionale, senza limiti, obblighi o vantaggi del teatro al chiuso. Libertà di spazio ma anche libertà del tempo, con spettacoli di durata variabile e mutevole, ma soprattutto denota una capacità nuova di divertirsi, stimola la follia del bambino, quella follia che gli adulti spesso nascondono e reprimono dentro di sé. Mentre le grandi produzioni cinematografiche e teatrali rispondono ancora a logiche di cast con grandi nomi e altre esigenze insormontabili, il teatro di strada non ha problemi di fama o di incassi da capogiro. Anzi, più è povero e più si rivela ricco di pensieri, di libertà, di idee. L’arte di strada porta con sé freschezza e libertà, trasformando immediatamente ogni luogo, anche il più inusuale, in grande teatro. Ho cominciato così a ricercare modi per ricreare quel magico clima nel teatro al chiuso, dove si potesse continuare questa esperienza collettiva, per scrollare dal mito del teatro al chiuso l’ultimo retaggio borghese. Così negli anni abbiamo ospitato Le Cirque Imaginaire di Victoria Chaplin e Jean Baptiste Thierree, Jerome Savary, i Mummenschanz, David Larible, Arturo Brachetti, ma anche il Teatro Nero di Praga, la danza con i Kataklò, o la musica con Ute Lemper, e altro ancora. Tutti spettacoli per un pubblico magari reticente alla prosa, ma disposto a vivere il teatro come occasione di festoso incontro e di esperienza emozionale colletti-


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va. In questa era in cui si comunica tanto, ma ci si incontra poco, il teatro rimane il luogo prezioso per ritrovarsi (anche con se stessi) e poter vivere un rito fondamentale della collettività. Questi rari spettacoli pensati per tutti (come quelli degli artisti di strada) ampliano il pubblico, abituando i giovani alla consuetudine del teatro, piacevole “pensatoio” emozionante irrinunciabile, ideale per cancellare ogni soggezione di fronte all’edificio ottocentesco.

DA QUALI ESIGENZE NASCE AL TRAIANO IL CARTELLONE “A TEATRO CON MAMMA E PAPÀ”? Molte coppie giovani, avendo bambini piccoli, difficilmente riescono a venire a teatro. Questo tipo di cartellone, nato da ragionamenti paralleli, abitua a vivere il teatro come un momento di festa della famiglia. Mi riporta alla gioia immensa di quando mio nonno, a Montecatini, mi portava ancora piccolo all’operetta, con l’orchestra in buca e le ballerine in puntino, comicità e musica, recitazione e canto, tutto mischiato insieme, oppure quando i miei genitori mi portavano al Sistina a vedere “la Rivista” con Dorelli, Panelli, Bice Valori, Delia Scala, Alida Chelli, un divertimento sano di massa. Voglio che anche altri tanti bambini possano appassionarsi a questa fantastica arte del teatro e crescere meglio, ma anche dare ai loro genitori la possibilità di ri/scorpire l’amore per il teatro. Il circo, la magia, l’acrobatica, la clownerie sono generi che si sposano benissimo con questo pubblico, per il quale abbiamo programmato i pomeriggi dei giorni festivi. Varando “a Teatro con mamma e papà” mai ci saremmo aspettati che già dal primo anno questa programmazione potesse registrare il tutto esaurito! Così nella stagione 2012/2013 non abbiamo esitato a raddoppiare gli spettacoli.

COSA PREVEDI PER IL TEATRO? Porto sempre con me l’immagine di quell’artista vestito di bianco, seduto ad un pianoforte a coda bianco, con una ballerina in tutù, sempre totalmente in bianco, che vi ballava sopra, e insieme, immersi nella musica, sembrava volassero tra la folla del Festival degli Artisti di Strada di Orvieto. Un’immagine poetica, fantastica, divertente e magica. Spero che le varie crisi non possano toglierci questa capacità italica di essere leggeri e poetici, sorprendenti e sognatori, pazzi e incoscienti come quell’artista che si era inventato un pianoforte che camminava da solo, con una ballerina che vi ballava sopra. Quest’anno abbiamo programmato al Traiano, uno spettacolo incredibile tutto basato su bolle di sapone… ad un certo punto della rappresentazione, mi sono reso conto che ero come incantato, imbambolato, a bocca aperta, come un bambino che scopre il mondo. Uno stato di regressione non consono ad un direttore artistico della mia età… mi sono voltato per verificare che nessuno se ne fosse accorto, ma ho trovato conforto… alle mie spalle ho constatato una sala piena gremita di bocche aperte, di qualunque età, ricolma di occhi lucidi e felici. Mi aspetto questo dal teatro. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 59 g i u g n o 2013

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INIZIAZIONE ALL’ARTE DEL FUNAMBOLISMO ATELIERS GRUNDTVIG

8/15 APRILE 2013, BRUXELLES www.ecoledecirquedebruxelles.be/cef.html a cura di VALENTIN e NOVELLA MORELLINI Come iniziare? Sembrava un sogno ad occhi aperti, un‘occasione di scambio, di esperienze e di crescita. “Iniziazione all’Arte del Funambolismo. Percorso di crescita personale e coesione di gruppo, attraverso la pratica del camminare su un filo teso”, un workshop del programma Grundtvig per la formazione di adulti, finanziato con fondi europei ed organizzato dal “Centro Europeo per il Funambolismo”. Un centro che si trova all’interno della “Ecole de Cirque de Bruxelles” ed è stato ideato dal suo direttore Vincent Wauters per valorizzare l’antica arte del funambolismo. Immaginate un immenso hangar di una stazione marittima, con due tendoni montati al suo interno e qui e lì un dedalo di dieci/quindici cavi di lunghezze diverse, montati ad altezze variabili tra i 50 cm e i 4 mt. Insieme a noi altri 25 partecipanti provenienti da Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, Croazia, Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Germania, Slovenia. Quasi nessuno, tranne qualche eccezione, aveva esperienze nel campo. Questo era uno dei

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requisiti, e anche la scommessa posta dal programma. C’erano tanti operatori di circo per bambini, però anche insegnanti, impiegati, insomma gente normale. Noi, la “delegazione dell’Italia”, siamo arrivati lì in qualità di soci dell’Ass. Giocolieri e Dintorni, da anni impegnata in schemi di scambio europei. Con grande piacere abbiamo potuto apprezzare la capacità organizzativa (e come bene si possono usare fondi europei) del “Centro per il Funambolismo”, grazie al lavoro di Sylvie e Ica, due giovane donne incaricate del gruppo, Bruno l’instancabile tecnico e Denis Joslin, il maestro funambolo. Insieme ci hanno fatto vivere una settimana intensa, ricca, piena di emozioni. Lunedì era la giornata d’arrivo con un tour culturale in città di sera. Dal martedì cominciava un vasto programma, che impegnava il gruppo con introduzione e riscaldamen-

to la mattina, giochi d’equilibrio per terra, introduzione all’uso di un bilanciere, primi passi sui cavi, yoga al pomeriggio e la sera proiezione di un film (ovviamente: Man on Wire, di Philippe Petit). I giorni successivi venivano regolati dal ritmo 9.30 / 12.30 e 14.00 / 18.30 e trascorrevano tra lavoro su coscienza corporea, giochi d’equilibrio, yoga, respirazione, lavoro tecnico sul cavo, montaggio e aspetti di sicurezza. In più c’erano dibattiti ed incontri serali. La preparazione e la successione delle esperienze erano studiate molto bene, e ci si poteva benissimo lasciar trasportare fino


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anche ad affrontare le sfide dell’altezza. È così che svariati partecipanti si sono cimentati su traversate a 2 e 4 metri di altezza, chiaramente con imbracatura e in sicurezza. Ma anche camminare in sicurezza su un cavo a 4 mt suscita sempre una certa emozione! Chi aveva attraversato il cavo a 4 mt, si guadagnava la partecipazione alla traversata sul canale il venerdì pomeriggio! un cavo lungo 40 mt, posto a 9 mt di altezza, con tanto di cavo di sicurezza è vero, però ci devi sempre arrivare dall’altra parte! Va detto, che il workshop si inseriva nel festival “Hoplà” della città di Bruxelles e si

attraversava veramente un canale. Oltre a qualche partecipante del workshop c’erano tanti allievi del centro, alcuni dei quali impegnati in una formazione professionale, ma anche un gruppo di ragazzi del quartiere. La settimana si è conclusa davvero nel migliore dei modi. Nel centro si Bruxelles, e sempre all’interno del festival Hoplà, con tutti i partecipanti e la supervisione degli esperti della scuola abbiamo realizzato un’istallazione di 10 cavi che si intersecavano sopra una grande fontana rettangolare. È stato molto interessante vivere a fondo l’esperienza dell’istallazione, capirne il progetto e seguirne la realizzazione passo dopo passo. Ad altezze diverse, da 1 mt a 2 mt , 2 lunghi cavi di 50 metri si intersecavano con altri 8 cavi di 10 mt. Una vera ragnatela di cavi che ci siamo preparati a vivere da funamboli… Tutti i partecipanti, circa 20/30 persone, passeg-

giavano in contemporanea sui cavi, vestiti in abiti d’altri tempi, con musica classica in sottofondo, sul tema Monet e tante ninfee nella fontana. Dopo aver condiviso l’esperienza e la pratica per tutta la settimana, incontrarci e incrociare le nostre strade anche sopra i fili, provando le diverse altezze e improvvisando passi e traversate, è stata una conclusione perfetta e poetica. Un’immagine speciale questa rete d’incontri funambolici anche per i passanti che la osservavano dal di fuori, un‘esperienza davvero indimenticabile. Una settimana molto bella, profonda. Già soltanto per comprendere le basi della tecnica del funambolo ne valeva la pena, in più gli incontri, il confronto con altre culture, altra mentalità e modi di fare, vedere come veramente si possono utilizzare fondi europei in maniera intelligente e creativa, la fiducia nei giovani del team dalla parte del direttivo…tanta strada, tanti cavi da percorrere ancora, tanto da imparare, sempre… Grazie Giocolieri e Dintorni, grazie al Centro del Funambolismo!

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SLACKLINE

IB R IS M O IL U Q E L’ R E P I T N O Z N U O V I O R IZ

a cura di A.R. L’idea dell’equilib rismo, nota anch e nell’Antica Grec librismo esistevan ia e ai Romani, ap o già allora, com partiene da seco e quelli su corde che. Documenti li a diverse culture sottili che preved del Medioevo mos . Diversi tipi di eq evano eleganti m trano invece acro uiNel XIX secolo fu ovimenti danzati bati su corde com namboli come Bl oppure gag satirie pr ondin e Farini eran incipali attrazioni Niagara, mentre al centro di festiva o molto noti per agli antipodi del le suggestive trave l e rassegne. globo, nelle zone le e in Corea, lo rsate, come quell dell’Asia centrale, Jultagi, una form a sulle cascate de l’equilibrismo co a di equilibristi ca Slacklining può es l nservava una ricca ntastorie, diventav sere considerata tradizione cultura a parte del patrim quindi un’evoluz brio della ginnasti onio culturale pr ione della tradizio ca, alle traversate otetto. ne popolare dell’e su filo teso nel cir mentre camminar quilibrismo. Dalla co, l’equilibrismo e sul filo è una pr trave di equiliè se m at pre stata una disc ica ormai millena ti a una coppia di ria, le origini della iplina per atleti o free climber amer artisti. Ma moderna Slacklin icani. Nel 1979 Ad lismo e dalla cultu ing sono generalm am Grosowsky e ra circense, iniziar ente attribuiJeff Ellington, affa ono a camminar Washington. Ben scinati dalla storia e su catene e ca presto cominciaro del funambovi nei dintorni de no ad utilizzare un dinamiche e di fle ll’Evergreen State a piattina da arra ssibilità del tessut Co lle ge, Olimpia, m pi ca o di nylon, gli perm ta da 1 pollice ch un passing a 6 cla etteva di sviluppar e, grazie alle cara ve sulla stessa sla tteristiche e molti trick, oppu ckline! Nel 1981 metri, a 8 metri re di sbalordire il eseguirono una di altezza, su un pubblico con traversata senza pavimento di ce circo nel principale sicurezza su una mento, come pa auditorium dell’E highline lunga 10 rte di un progetto vergreen State Co diffuse presto an per ricreare un tra llege. Grazie a lo che all’interno de dizionale pista di ro lla e co ad munità di free cli di ritrovo di ques altri appassionati mber della West ta comunità era questa pratica si Coast. Uno dei lu diventata negli an te Valley Nationa oghi ni la bellissima Yo l Park, dove perso semine di tutto il mon venivano per go do dere dello splen dido scenario tra

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sì giù al campo de tra le rocce, co tra /s ste spi e ov nu aprivano parcheggio, sui pa sulle catene del me ogni giorno si o co m rrio ris ffo op ilib ra r pr qu E pe i. L’e ivi nt rsi in forma. effetti posit impressiona sembrava avere tempo e mantene vo rocce e precipizi e il ca e e lar un ar po ss no pa po ro ù di sa i pi pre gton fis ovi mod eri diventava sem owsky e Jeff Ellin si inventavano nu etri di e appese tra gli alb l 1983 Adam Gros rd ne co iombo di 880 m e ap su ch i e str ch o qu an un Fu . o su rio ia lib cc ui ro samani, eq oggi di d’ ra à ne co cit to tivo spun posto è an cuore e le capa row Spire, sugges ckline, ma quel Ar sla st a zare le gambe, il che Lo ell ’s an qu e ite re m lar rsa se po ntava po ad attrave a dello Yo alcuno riuscisse o la slackline dive qu di 17 metri alla cim nt stie ta Fe ch In e . a lin im ale ck di pr Sla on ni degli an slacklining m po il I European llo do de e i , nt pa ica ro a altezza. Ci vollero at lic Eu pr bb in i gia, Repu mparvero ù suggestive per seguita da Norve e più slackline co to pr bi m su se io una delle sfide pi ia, nn an rm ille m om in Ge izio del nuovo gistrò un vero bo oltreoceano. All’in mentre ia, la slackline re str Au , itz rn e snowboarder, ha Sc tra skater, surfisti paesi europei. val nel 2006 a e ri ch alt an gli ità tti lar tu o po di po an man rrampicata e gode Ceca, Polonia e m le più incredibili emancipata dall’a ai gogiche. m da or pe è o si e e ch Trickline (creare lin pi i: ra cu te io tra sLa Slack , fis rie ni go zio te ia il più lunga po e sottoca le prime applica renziata in alcun lungo una fettucc e ffe di ar hi si sperimentano in è m lag si e am su lin (c rio e ck lib lin re), Long ica della Sla evole), equi g ando di non cade Col tempo la prat ’altezza consider in nt un te lin ck ia ad tri cc sa il ttu te e fe lir ia la bi cc - sopra e cerca di sta , su una fettu lin za ck ez ur Sla sic di . evoluzioni - trick in ne ale o di zio lit ne Mon za e presta (camminare, di so l 2010 la Federazio diversità, ampiez , Da . ica ng cn ni sibile), Highline te up rli , gr te ltà ti wa co es la ione per qu base di diffi l’obiettivo per ck giudicati sulla mezzo di aggregaz tri oe fiumi è invece e ale pr lti cip e i sa in nt n pr Il co ica . , at er pi di pr di slacklin competitivo re facilmente grup pre di più i team come uno sport si possono trova sviluppando sem ve o do nn , ok sta si bo ce lia Fa Ita Anche in twork, come a volta i Social Ne tuito pi sono ancora un cklineTeam, costi Sla n Slack Passio e za, m on co M , e sti lin ni ck io ss fe di Milano, Sla i zz ga ra ti da ol te m Emilia e principalmen Trieste, Slackline e lin ck Sla li, ck ily sla m Valanga Fa tutti i gruppi di lista completa di fa da altri ancora... una eitalia.com che lin ck sul sito sla re va uppi. tro gr ò i pu nt re si ffe ne tutti questi di r pe to en im er vari brand di punto di rif che fanno capo ai am te i no so ci ti Altrimen atleti professioni principalmente da iti tu su sti ni co zio e, sta lin slack ali manife parte alle princip ta sti, che prendono omuovere ques pr r pe le naziona tutto il territorio nuova attività.

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STREET MAGIC

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a cura di DAVIDE DEMASI foto di FABIO CUCCÈ e TIZIANO BERARDI Negli ultimi cinque anni il termine street magic si è diffuso molto velocemente sia tra la gente comune sia tra gli operatori dello spettacolo, soprattutto quelli del mondo magico. Il fenomeno inglese Dynamo presente sul canale 52 del digitale terrestre ha riportato l’interesse del pubblico profano sull’arte magica, così come negli ultimi anni era già accaduto in USA, grazie a David Blaine e Criss Angell, e in Giappone, grazie a Cyril Takayama. Questi prestigiatori televisivi si esibiscono seguiti da telecamere in strada e luoghi aperti al pubblico, eseguendo veri e propri miracoli davanti agli occhi sbalorditi di gente comune. C’è chi attraversa vetrine, chi cammina su fiumi e chi infila un cellulare in una bottiglia di vetro. La mia carriera artistica inizia più o meno 15 anni fa, la stampa mi definisce l’Houdini del circo, per via delle mie evasioni da catene, camice di forza e manette in equilibrio su instabili attrezzi circensi. Negli anni mi sono esibito in Europa, USA, Africa, in circhi di tradizione, convention, night, cabaret, teatri, fino ad entrare quest’anno nello spettacolo Brachetti and his Friends. Ma per me tutto è cominciato in una piazza, dove devi creare palco, quinte, scenografie, e per assurdo anche il pubblico. La strada la conosco bene e mi ha portato ovunque, sia fisicamente sia mentalmente. Per me la vera street magic non è quella fatta davanti alle telecamere con due persone come pubblico, ma quella dei veri street performer, capaci di formare un cerchio. Probabilmente questa esperienza

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maturata nelle piazze mi ha dato un valore aggiunto per poter vincere quest’anno il “Masters of Street Magic”, campionato internazionale realizzato a Saint Vincent durante uno dei congressi magici più ambiti al mondo. Ogni anno i maghi più famosi del continente si incontrano a Saint Vincent, in Val d’ Aosta, per scambiarsi tecniche e idee, per vedere spettacoli e per partecipare a concorsi e campionati. Quest’anno, oltre ai campionati tradizionali, c’era la possibilità di partecipare ad un campionato del mondo di street magic. Tra i partecipanti c’erano Sebastien Desjardins, Stephan Lucy (FR), Benjamin Delmas (UK), Alex Debastiani e Flip (IT), Dino Dorado (AT)e Albi Buchel (FL). La competizione prevedeva diverse esibizioni in strada e poi anche al congresso, di fronte ai migliori illusionisti del mondo. La classifica veniva stilata da quattro giudici di prestigio e da una giuria popolare costituita dall’intero pubblico munito di schede per votare l’artista preferito. La classifica finale vedeva terzo Benjamin Delmas , eccentrico mago comico, secondo Flip, maestro nell’arte dei bussolotti ed io, Mister David… campione del mondo, così ora in camera ho due poster, quello di Tardelli ed il mio! È un riconoscimento che mi gratifica molto e che mi riempe il cuore di gioia. Dopo tanti anni di strada finalmente un titolo che riconosce in maniera professionale l’abilità di catturare l’attenzione della gente in qualsiasi momento e situazione. Credo che la mia capacità nel formare il cerchio e nel gestirlo abbiano avuto un ruolo importante sulla conquista di questo prestigioso premio. Ma evadere da una camicia di forza in equilibrio su un monociclo alto due metri, e terminare con la carta scelta e firmata da un volontario e piegata nella bocca non è sicuramente un gioco da ragazzi!


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FUERZA BRUTA

http://fuerzabruta.net/index.htm

“È un fenomeno inevitabile e naturale, il risultato di milioni di anni. È nato nel mare, sul fondo di un bicchiere, camminando lungo il marciapiede. Fuerzabruta non deve essere compreso. Non è il teatro del futuro, né un lavoro che si ripete più e più volte dal passato. Fuerzabruta è ora. Non inventa nulla. Semplicemente è.” Alla fine del 2003 Diqui James, uno dei due co-fondatori di De La Guarda e Gaby Kerpel, creatore musicale De La Guarda, inaugurano un nuovo progetto, con l’obiettivo di creare una struttura che alimentasse la ricerca creativa, la motivazione e l’innovazione del gruppo. Nasce così Fuerza Bruta, uno spettacolo teatrale postmoderno che ha avuto origine a Buenos Aires nel 2005, e diventa anche il nome della società che produce lo spettacolo. Al progetto si aggiungono col tempo Alejandro Garcia, direzione tecnica, e Fabio D’Aquila, coordi-

namento generale, entrambi ex membri di De La Guarda. Si tratta di uno spettacolo molto energico, con interazione tra gli artisti e il pubblico, ed è descritto come un’esperienza a 360 gradi, dove l’intero edificio teatrale diventa un palcoscenico, con l’intento di costruire un sogno e condividerlo con gli spettatori. Lo spettacolo è costellato di performance dal suggestivo impatto visuale. Diversi quadri e scenografie di grande effetto si susseguono all’interno dell’intera struttura, abbracciando e avvolgendo il pubblico. Una platea che per tutto lo spettacolo fruirà e parteciperà in piedi, prestando e dirigendo la propria attenzione nei tanti punti spettacolo che gli artisti saranno capaci di attivare. Teatro fisico, arti circensi, teatro urbano, danze verticali, murga, live music, sono tanti i linguaggi che si mescolano e intercalano nel corso dello spettacolo. È difficile attribuire un genere, perché ne contiene tanti, ma ogni

spettatore lascerà la location con qualcosa di forte e suggestivo che lo ha colpito durante lo spettacolo. “Vogliamo spezzare la sottomissione intellettuale perpetrata dal linguaggio verbale. Utilizzare tutti i mezzi disponibili per operare efficacemente sulla sensibilità dello spettatore. Portarlo in altri contesti, dove esistono altre potenzialità. Uno spazio dove la pressione dei sensi influisce sulla mente. Dove la velocità degli stimoli ricevuti scatena reazioni ad un livello non intellettuale. Perché l’emozione viene prima, sempre prima. FuerzaBruta si attacca al corpo sotto i vestiti. Dietro gli occhi. Dentro. Uno spazio in cui viene accolto lo spettatore, sapendo che fa parte di un evento artistico, che si trova all’interno di una realtà parallela, più vera, eterea, bella, e assolutamente delirante. Qui lo spettatore sa che viene portato a schiantarsi contro la propria sensibilità. Una sensibilità collettiva, universale senza traduzione. Senza anestesia. Brutalmente felice. Il lavoro affonda durante la sua attuazione e l’insieme di attori, location e pubblico è ciò che genera l’azione teatrale. Ognuno ha il proprio ruolo. Insieme alla musica e agli effetti speciali. La reazione spontanea del pubblico determina gli altri elementi e li rafforza. Possiamo prevedere come gli attori risponderanno agli stimoli, ma non possiamo fare lo stesso con il pubblico, e in genere ha sempre risposto in un modo proprio, non pianificato. Lo spettatore è parte integrante. Ferito. Che festeggia.” Lo spettacolo, che ha viaggiato in tutto il mondo (Buenos Aires, Cordoba, Bogota, Queretaro, Miami, Chicago, Lisbona, Bilbao, Berlino, Mosca, Londra, Edimburgo, Anversa, Madrid, Tel Aviv, Manila...) è stato in cartellone dal 2007 a New York, OffBroadway, presso il Teatro Daryl Roth con un cast di 16 persone, dove è stato visto da più di 500.000 spettatori.

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VERTICAL DANCE www.ilposto.org

intervista di KATE LAWRENCE a WANDA MORETTI foto di W. MORETTI e O. CAVINATO

Ho conosciuto Wanda Moretti nel 2006 a Venezia. Condividiamo la passione per la danza verticale, una pratica che utilizza attrezzature per l’arrampicata al fine di sollevare dal suolo i danzatori, di solito in appoggio su un piano verticale. Nel mese di aprile 2013, io e due colleghi dell’Università del Wyoming, abbiamo partecipato a un workshop di tre giorni condotto da Wanda, con una particolare attenzione all’insegnamento della danza verticale. In questa intervista ho chiesto a Wanda di approfondire alcuni temi e pratiche che abbiamo sperimentato nel seminario.

Diciamo che al momento si tratta di un metodo, cioè dei procedimenti messi in atto per ottenere dei risultati; questo percorso mi accompagna da sempre attraverso la ricerca di nuovi movimenti per le coreografie. Applico un insieme di strategie e di azioni tese a raggiungere un obiettivo per raggiungere il quale sono necessarie più operazioni separate.

Da sola e indirettamente con tutti i danzatori che hanno danzato nella mia Compagnia, che ho formato o visto muoversi in perpendicolare alla parete. Ho riflettuto attorno alle soluzioni di movimento adottate, agli errori, alle mie stesse indicazioni, a processi di problem solving. Labaniana-

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mente parlando ho osservato e studiato l’assetto statico e dinamico in parete, l’energia e lo sforzo del danzatore in seguito alle mie richieste, o le risposte che ottenevo da studi d’improvvisazione. La mia ricerca è tesa a garantire che in tutti i movimenti ci sia la massima coerenza fra progetto motorio, controllo dell’esecuzione e movimento stesso.

Le prime due fasi del training sono esercizi di propriocezione per agevolare la capacità di riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista, a contatto con la parete verticale. Percepire è un processo psicofisico complesso, andare in verticale significa anche modificare un processo di conoscenza dello spazio e della gravità in atto da quando siamo nati. È molto importante quindi che il training inizi in piedi e con l’ausilio della parete per sensibilizzarsi ad un appoggio che man mano dovremo integrare al movimento, una volta saliti. L’uso del pavimento insieme all’utilizzo delle staffe di sospensione è un’altra pratica che compartecipa ad un nuovo adeguamento del corpo in relazione alla distribuzione del peso in più punti. In questa fase abbiamo la possibilità di dislocare parti del nostro corpo diversificando la quantità di

energia e contatto che mettiamo nel movimento. In fasi più avanzate passiamo dal pavimento alla parete molto rapidamente e via via aumentiamo il tempo di permanenza sul piano verticale fino ad ottenere sostegno muscolare e orientamento necessari. L’ultima fase è tecnica della danza verticale quindi il piano della parete diventa come la sbarra per il danzatore classico. Ho costruito degli esercizi specifici rielaborando quanto mi interessava da altre discipline praticate.

Ho visto nel loro movimento il senso della danza, ho visto come un corpo può essere poetico in uno spostamento del peso, in un equilibrio minimo o drammatico. Puro movimento in una dinamica verticale, ma anche intelligenza autentica quando la tecnica è superata e il corpo è come nudo. È armonia e questo basta.

Le creazioni di questi coreografi rappresentano per me la ricchezza della danza verticale: l’opera teatrale, la performance in natura, la relazione con la tecnologia, l’esplorazione di nuovi spazi/movimenti e


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la coreografia su architetture. Tutto questo apre un territorio enorme, dove si sviluppano differenti poetiche con lo spazio.

Gli esseri umani sono una specie altamente dipendente dal senso della vista; usiamo gli occhi costantemente per valutare il mondo circostante. Abbiamo gli occhi rivolti in avanti come gli altri primati, usiamo la visione per percepire quegli aspetti dell’ambiente che sono lontani dal nostro corpo. Il campo visivo delle persone lavora a 208° lateralmente (in piedi) e a 108° in altezza. La mia teoria della vista riguarda l’opportunità che hanno i performer verticali (e nelle discipline aeree in generale) di poter passare senza soluzione di continuità da un piano visivo all’altro, modificando la propria posizione da verticale ad orizzontale continuamente durante allenamenti e performance. Questo a completo vantaggio di una visione “allargata” che corrisponde ad una migliore percezione dello spazio stesso, con conseguente maggiore abilità di movimento.

KATE LAWRENCE Lecturer in Theatre and Performance, School of Creative Arts and Media Bangor University www.verticaldancekatelawrence.com j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 59 g i u g n o 2013

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ANDREA VANNI

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CIRCOSFERA Il Programma Circosfera prevede nel biennio 2013/1014 di integrare e raccordare la fitta serie di iniziative legate ai progetti di circo ludico educativi (nuova definizione che introdurremo, per sostituirla a “circo per bambini e ragazzi”) e ai progetti di circo sociale. Il programma si occuperà di definire/promuovere i seguenti centri di attività:

Partendo dai documenti già elaborati da realtà come FEDEC e Cirque du Soleil, renderemo disponibile un codice deontologico e solleciteremo scuole e operatori ad adottarlo. Strumento già elaborato e utilizzato dalle scuole professionali e dalle maggiori federazioni e scuole di circo per bambini e ragazzi. Ne pubblicheremo uno nostro e solleciteremo le scuole ad elaborarne/adottarne uno proprio. La normativa vigente in materia di pronto soccorso e altri adempimenti sulla sicurezza regolamenta una gestione ben precisa del rischio. Faremo il punto su tutto questo e proporremo dei percorsi formativi, nostri interni, o presso altri enti.

CIRCUS ADULTS TRAINING IN EUROPE www.eyco.org

codice progetto 2012-1-DE2-GRU06-11396-6 L’Associazione Giocolieri e Dintorni, impegnata dal 2002 nella promozione e diffusione delle attività circensi in ambito educativo, rappresenta l’Italia all’interno del progetto biennale 2012/2014 dal titolo “Circus Adults Training in Europe” . Il progetto è sovvenzionato dal Programma comunitario “LLP/GRUNDTVIG – Partenariati per l’Apprendimento” e vede coinvolte le federazioni e le organizzazioni nazionali di settore di ben 9 paesi europei, per un totale di circa 140 La cultura del circo è vibrante e per definizione transnazionale e inclusiva. Tuttavia, dopo anni di viaggi e scambi in tutta Europa, gli approcci al giorno d’oggi siano molto diversi nei diversi paesi europei. Non vi è alcun percorso formativo standard a livello euro-

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peo, ma solo percorsi nazionali di solito limitati da barriere linguistiche e specificità culturali. Per lo sviluppo di un tale corso aperto e facilmente accessibile a qualsiasi operatore europeo, un curriculum formativo e la cooperazione transnazionale sono state individuate come una forte base di partenza. L’obiettivo generale di questo progetto è di sviluppare strumenti per la pedagogia del circo applicata a percorsi educativi per adulti. Il progetto prevede: 1 un intenso scambio tra diverse realtà europee impegnate nello sviluppo delle arti circensi sul tema generale dell’educazione per adulti; 2 lo sviluppo di un curriculum formativo per gli insegnanti di arti circensi per adulti; 3 Lo sviluppo di un programma di for-

mazione di arti circensi per adulti, con particolare attenzione ai diversi campi di applicazione e durata. I risultati formali del progetto saranno prima di tutto il curriculum formativo e i manuali concepiti sia per formare gli insegnanti di arti circensi per adulti sia per strutturare i percorsi formativi di arte circense rivolti agli adulti. I manuali saranno resi disponibili al pubblico attraverso i diversi siti web dei partner del prgetto (idealmente sotto licenza creative commons) e sul sito www.eyco.org (European Youth Circus Organisation). La maggior parte dei partner sono in radicata connessione con altre organizzazioni e istituzioni, dove i processi comuni verranno moltiplicati e implementati.

MARIATERESA AMATI

A.R.

A.R.

MARIATERESA AMATI

Fornire indicazioni forti sul percorso formativo necessario e sufficiente per raggiungere le competenze richieste. Per farlo utilizzeremo anche i risultati raggiunte dal gruppo di lavoro dell’EYCO e le indicazioni che verranno fuori dal progetto CATE di cui forniamo qui una breve presentazione.

Integreremo il curriculum degli operatori di circo ludico educativo con un curriculum specifico per chi opera in progetti di circo sociale.


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Continueremo a promuovere le scuole, aiutandole a marcare la differenza rispetto alle tante proposte di animazione ormai attive in Italia. Continueremo ad impegnarci e candidarci per rappresentare le scuole italiane presso le istituzioni nazionali ed internazionali, per creare collaborazioni con altre reti e realtà attive sul territorio. Continueremo ad aggiornare la nostra proposta formativa, adeguandola alle ultime ricerche e sperimentazioni nel campo della pedagogia del circo. Forniremo agli associati un “passport” sul quale verranno certificati i percorsi formativi effettuati con noi o presso altre realtà ad indirizzo pedagogico. Per la programmazione e la conduzione del Meeting coinvolgeremo un gruppo di lavoro, formato da operatori che negli anni hanno dimostrato capacità e disponibilità a rendere il Meeting un importante appuntamento per tutto il settore. Stage, seminari, percorsi formativi, schemi di scambio tra giovani, festival di circo per bambini e ragazzi, con sempre maggiore frequenza partecipiamo a partenariati europei e inviamo gli operatori italiani all’estero. Tra i prossimi impegni anche la candidatura ad oganizzare in Italia il NICE Meeting nel 2014. Riparte con maggiore slancio la promozione di CaroCircoBus, laboratori itineranti di piazza (o di scuola) che possano essere tenuti nell’arco di una giornata o di poche ore.

MARIATERESA AMATI

A.R.

Organizzeremo momenti di confronto, dibattito, scambio tra gli addetti ai lavori, ma anche cicli di conferenze nelle scuole e negli atenei, dove illustreremo il valore pedagogico dei progetti di circo.

Partner coinvolti nel progetto: Bundesarbeitsgemeinschaft Zirkuspädagogik e.V (BAG) Germania; Vlaams Centrum Voor Circuskunsten Vzw (Circus Centrum) Belgio; Swiss Federation of Circus Schools (FSEC/SZSV/FSSC) Svizzera; Cirkus Tværs af 1990 Danimarca; Suomen Nuoriso Sirkusliitto ry Finlandia; Fédération Française des Ecoles de Cirque (FFEC) Francia; Albert & Friends Instant Circus Gran Bretagna; Circomundo Olanda; Ass Giocolieri e Dintorni Italia.

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IN SVIZZERA, TRA CIRCO, SCUOLE, ELASTICI E CIOCCOLATA FEDERAZIONE SVIZZERA DELLE SCUOLE DI CIRCO (FSEC) www.fsec.ch

a cura di SARAH SIMILI presidente della FSEC foto di PATRICE JUILLARD La Svizzera ha una lunga storia di circo, come la dinastia Knie, Circo Nazionale Svizzero, che è stata fondata nel 1803 e che è tra le più vecchie e famose dell’Europa. Oltre i Knies, esistono cinque grande famiglie di circo, legate una all’altra col passare degli anni e dei matrimoni. Negli anni 70, alcuni professionisti del circo decisero di insegnare il loro mestiere anche alle persone che non provenivano da famiglie di circo. È a questo periodo che risale la prima scuola di circo aperta a Zurigo. Una volta all’anno, il Kinderzirkus Robinson formava un gruppo di bambini che facevano un tour. Nel 1977 Renée Pahud crea, nella campagna ginevrina, una

delle prime scuole di circo amatoriale nella Svizzera francese. Dagli anni ‘80, laboratori e scuole di circo si moltiplicano in Svizzera. Nel 1994, il Teatro Cirqule avvia una formazione professionale dedicata alla formazione di artisti di alto livello, seguita nel 2003 dalla scuola di circo Zôfy nel Vallese. In Svizzera oggi si contano 50 scuole e più di 8000 praticanti, con le scuole che accolgono sempre più allievi. La maggior parte delle scuole amatoriali insegnano a bambini dai 6 anni, con proposte di corsi di risveglio a partire da 4 anni, mentre le scuole professionali si rivolgono ai giovani talenti. La Federazione Svizzera delle Scuole di Circo (FSSC) è stata

creata nel 2007 con gli obiettivi principali di promuovere, sviluppare e far riconoscere le arti del circo in Svizzera, sostenendo la formazione, la pedagogia e la realizzazione di spettacoli. la FSEC si attiva anche

per promuovere l’adesione delle scuole di circo, assicurare la comunicazione tra le scuole, migliorare la formazione delle arti del circo, offrire una formazione per gli insegnanti, una formazione di base per gli assi-

mazioni dall’asta in corso della vecchia stazione dei pompieri della città di Nyon, che è ancora oggi la sede della scuola. Il circo offre una serie di strumenti educativi che lo sport agonistico non può offrire. Sono maestro di educazione fisica e posso dire che, dopo quasi 25 anni di insegnamento, non ho trovato ancora un ambiente così ricco ed eccitante come il circo. I nostri tre figli Valentin, Maxime e Giulietta ci hanno accompagnato nel nostro sogno di aprire la scuola di circo, e quando hanno dovuto pensare alle loro future carriere, abbiamo lasciato loro un anno di riflessione.

Maxime è stato il primo a voler fare circo professionalmente. Dopo aver frequentato l’ESAC hja vinto una medaglia d’oro al festival del Cirque de Demain con il suo numero di Roue Cyr. Con il suo compagno Alessandro Maida ha fondato Circoncentrique e creato lo spettacolo Respire. Attualmente è un artista al Cirque Plume e girerà con loro per i prossimi tre anni. Valentin, il più grande dei tre, dopo un apprendistato come decoratore, ha seguito il fratello Maxime all’ESAC. Ha incontrato i suoi partner Laura Trefilletti e Julien Pierrot e montato un trio di banquine, che ha ricevuto il premio Grimailo al

L’ELASTIQUE CITRIQUE www.lelastiquecitrique.ch

a cura di FRANCOIS PYTHOUD direttore della scuola foto di ARCHIVIO ELSTICIRQUE CITRIQUE Trenta anni fa Annie Fratellini, con il marito Pierre Etaix, sono stati tra i primi ad aprire il circo a tutti, offrendo formazione e una scuola di circo a Parigi. Ricordo di averli visti a Losanna, 20 anni fa, con gli allievi della scuola impegnati sotto il tendone uno spettacolo molto acrobatico e divertente. Poi ricordo di aver visitato la scuola a Parigi e di averne conservato un ricordo luminoso. Sono trascorsi circa 25 anni da quando un amico appassionato e insegnante di educazione fisica mi iniziò tra le altre attività al mondo della giocoleria e dell’equilibrismo. Le palline erano allora confezionate artigianalmente, con tessuti tagliati con gli stencil. Praticamente non esisteva sul mercato alcuna attrezzatura, perché i circensi si fabbricavano da sè quello che gli occorreva per i loro numeri. Come appassionati di circo incontrammo nella Svizzera francofona la famiglia Schambacher (Mister Babache), che già disponeva

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nel suo materiale di 2 belle sfere d’equilibrio in legno, che mi mettevano a disposizione per delle piccole animazioni di strada o durante i saggi scolastici. Nelle mie lezioni di educazione fisica ho quindi gradualmente inserito giocoleria ed equilibrio (monociclo, filo teso, diabolo, palle, sfere...) e dai corsi scolastici e sportivi ho raccolto trenta giovani entusiasti per un corso extrascolastico che avevo titolato Art Clownesque. Nel 1994, dopo un attento esame con Dominique, abbiamo deciso di investire nella creazione di una scuola dedicata alle arti circensi. La scuola, con un inquadramento pedagogico di qualità, attrezzature adeguate, la testa piena di sogni, è partita con 36 studenti nel primo anno. Siamo stati in una palestra per il primo anno, e poi in una vecchia fabbrica abbandonata (600 mq), ma con un’altezza del soffitto di soli 4 metri. Nel 2002, abbiamo infine ricevuto infor-


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stenti, strutturare la formazione professionale. Siamo inoltre impegnati nell’organizzazione di eventi culturali per favorire e stimolare lo scambio ed il dialogo tra le differenti scuole, promuovere e valorizzare le arti del circo svizzero al livello nazionale ed internazionale. Oggi la FSEC riunisce più di

trentuno scuole delle tre regioni linguistiche (Francese, Italiana, Tedesca). Per tenersi aggiornati sullo sviluppo del circo e del suo insegnamento, la federazione è membro attivo della FEDEC, Federazione europea delle Scuole di Circo, e della EYCO, European Youth Circus Organizzazione.

festival del Cirque de Demain. Attualmente si esibisce con la compgnia belga giocano con la società belga Théâtre d’un jour, mentre come trio stanno lavorando ad una propria creazione “La Ruspa Rocket” Juliette, la più giovane,insegna arti circensi, con specializzazione in aerea, alla nostra scuola di Nyon, dove ha sviluppato una grande abilità sia come

artista sia come insegnante e organizzatrice per la scuola e per i suoi eventi. Abbiamo anche portato in scena uno spettacolo tutti insieme, dal titolo “La Famiglia”. È stato l’inizio di una grande avventura che dura da quasi 20 anni, e nel 2014 faremo una grande festa dove inviteremo tutti gli ex-allievi diventati poi professionisti. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 59 g i u g n o 2013

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REGISTRO NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO LUDICO EDUCATIVO Il Registro nasce con l’intento di fornire informazioni sul lavoro delle scuole, promuovere e facilitare le collaborazioni, gettare le premesse per un riconoscimento del settore e la creazione di un network nazionale. Le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.jugglingmagazine.it

Piemonte Chapitombolo via Baldichieri 18, 14013 Monale (AT) Olivia Ferraris 0141 1856269 www.chapitombolo.it

Lombardia

Trentino Alto Adige

Friuli Venenzia Giulia Veneto Liguria Emilia Romagna Toscana

Marche Abruzzo Umbria Lazio Campania Puglia Sicilia Sardegna

Circo Clap via Don Giovanni Minzoni 17, 28041 Arona (NO) Pasquale di Palma 328 8891533 www.circoclap.it Dimidimitri via Gorizia18, 28100 Novara Marco Migliavacca 333 1866430 www.dimidimitri.com Flic Scuola di Circo via Magenta 11, 10128 Torino Dario Sant’Unione 338 8394275 www.flicscuolacirco.it Fuma che n’duma via XX Settembre 30, 10022 Carmagnola (TO) Giuseppe Porcu 333 2742858 fumachenduma@yahoo.it Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Sportica via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 340 4644248 sportica@libero.it Teatrazione via Rismondo 39/f, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com Vertigimn via Mottalciata 7, 10154 Torino Fabrizio Fanizzi 338 4189800 www.vertigimn.it Quattrox4 ASdc via Privata Pericle 16 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 associazionequattrox4@gmail.com Piccola Scuola di Circo via Elba 7, 20144 Milano Camilla Peluso 02 42290574 www.piccolascuoladicirco.it Piccolo Circo dei Sogni via Carducci 7/17, 20068 Peschiera (MI) Paride Orfei 02 5471337 www.piccolocircodeisogni.com Scuola di Arti Circensi e Teatrali via Sebenico 21 , 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 www.maurizioaccattato.org Spaziocirco via Carrobbio 6, 20093 Cologno Monzese (MI) Sonia Belotti 338 7813115 www.spaziocirco.it Ambaradan via Gaetano Donizetti 16, 24020 Torre Boldone (BG) Lorenzo Baronchelli 339 5695570 www.ambaradan.org La Valle dei Sogni via IV Novembre 77, 25068 Sarezzo Matteo Mazzini 393 9703004 lavalledeisogni@gmail.com Juggling Lab via della Querce 125, 21013 Gallarate (VA) Luana Facchetti 347 2785195 www.wix.com/improntecreative/gallarate Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Meriadoc Monteverdi 339 1834889 giocolarte@yahoo.it Impronte Creative Via delle Querce 125, 21013 Gallarate (VA) Luana Facchetti 347 2785195 www.circolamento.it Teatro Circo Puzzle Str. Padana Superiore 28, 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) Silvia Vetralla 348 7461009 www.puzzleasd.com Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana (BZ) Josef Marmsoler 0473 249564 www.animativa.org Arteviva via Bari 73/5, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 associazione.arteviva@virgiliio.it Circomix via Tulpe 1c 39030 Vandoies (BZ) Sigrid Federspiel 0472 869479 www.circomix.it Bolla di Sapone via S. Antonio 20, 38100 Trento Tommaso Brunelli 348 8852925 bolladisaponetrento@yahoo.it Oppetelà via Paganini 14, 38068 Rovereto (TN) Anna Cavarzan 338 8330532 oppetela.wordpress.com Ars Motus via dei Templari 1, 34015 Muggia (PD) Elisa Waldner 329 3711848 www.arsmotus.org Circo all’inCirca via Volturno 13, 33100 Udine Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it Ludica Circo c/o Hermete onlus v.le Verona 107, 37100 Fumane (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.hermete.it Facciamo Circo via Segalara 5, 19038 Sarzana (SP) Alina Lombardo 339 5878441 www.facciamocirco.it Circolarmente via Mantova 4/b, 43100 Parma Albert Horvath 347 3131604 www.circolarmente.it Microcirco viale Colombo 18, 47042 Cesenatico (FC) Carla Acquarone 337 266505 www.microcirco.it Piccolo Circo KR scuola elementare Roosvelt, 50051 Castelfiorentino (FI) Sara Spini 349 5779462 www.kappaerre.org En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Julien Morot 380 7560377 scuoladicircoenpiste@gmail.com Mantica Scuola di Circo via del Terminillo 20, 58100 Grosseto Ilaria Signori 328 9089250 www.compagniamantica.it Il Circo Aereo dei Maghi Incartati pz. Musignana 13, 50022 S. Polo in Chianti (FI) Elena Manni 334 1974550 www.elirudyzuli.it Circo Tascabile via Belgio 12, 50126 Firenze Lapo Botteri 348 9241326 www.circotascabile.it Circo Teatro Distratto via Magolo 1, 50053 Empoli Lorenzo Cecchi 340 4779455 www.circodistratto.it Antitesi Scuola di Circo Trick via Don Mazzolari 25, 56025 Pontedera (PI) Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Chez Nous, …Le Cirque! via di Lupo Parra 151, 56023 S. Prospero, Cascina (PI) Cristiano Masi 339 3212486 www.museodelcirco.it Circo Sbarbacipolle Loc. Chiassa Superiore 296, 52100 Arezzo Simona Serafini 339 3840294 sbarbacipollecirco@gmail.com Circo Teatro Oblì Shalà c/o Teatro Verdi, 53036 Poggibonsi (SI) Viola Rosa Giamagli 333 6752130 www.timbreteatroverdi.it Circo Libera Tutti via del Pastore, Viareggio (LU) Samuele Mariotti 333 4022331 piccolascuoladicirco@gmail.com La Valigia delle Meraviglie Via R. Sassi 6, 60044 Fabriano (AN) Maria Pia Santoro 340 2380553 www.lavaligiadellemeraviglie.com Circoplà P.zza Nenni 8, 60030 Serra de Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 www.circopla.it Visonaria via Maestri del Lavoro, Teatro Panettone, Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 www.visionaria.org Il Circo della Luna via D’Aurelio, San Giovanni Teatino (CH) Valentina Caiano 347 0082304 facebook.com/IlCircoDellaLuna Circo Instabile via Birago 4, 06124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 www.circoinstabile.it Circus Bosch piazza San Pancrazio, 7 00152 Roma Valeria Zurlo 333 6888554 www.circusbosch.com SIACC via Giorgio Perlasca 71, 00155 Roma Paolo Pristipino 06 21808595 www.scuolanazionaledicirco.com Vola Voilà via Senocrate snc (Axa-Palocco), 00125 Roma Anna Paola Lorenzi 06 83082739 www.volavoila.it Chiaradanza via San Filippo 10, 80122 Napoli Linda Martinelli 081 2461173 www.chiaradanza.it Circo dei Sogni c/o Dedelife via Carlo De Marco, 80100 Napoli Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 www.dedelife.it Circo Laboratorio Nomade vico La Catena 9, 74012 Crispiano (TA) Monia Pavone 329 3909909 myspace.com\circolaboratorionomade Un Clown per Amico via Giulio Petroni 14, 70124 Bari Michele Diana 348 0535875 unclownperamico@libero.it Il Giglio c/da Baronia Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281313 www.ilgiglio.org Le strade di Macondo via Goldoni 68, 09131 Cagliari Pietro Olla 338 2362816 www.pietroolla.it Un Chapiteau Parapluie loc. Sanalvò, Vacileddi, Loiri, Porto S.Paolo 07020 (OT) Daniela Bandinu 349 0831017 www.chapiteau-parapluie.blogspot.com

SCUOLE DI ARTI CIRCENSI PER BAMBINI E RAGAZZI CHE AVVIANO ANCHE AL VOLTEGGIO EQUESTRE Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.cascinacampi.it/campacavallo sCavalcando via Campagna 157, 56030 Chianni (PI) Luisa Monico 349 5773202 scavalcando@poderecasavecchia.it A.I.T. La Casella strada Valacchio Casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 0577 314323 www.lacasellacavalgiocare.it Bambini e cavalli via palazzi 40 Coltano, 56010 Pisa Silvia Poggianti 347 5138729 www.bambiniecavalli.blogspot.com

SCUOLE E PROGETTI DI CIRCO SOCIALE E/O TERAPEUTICO (ELENCO IN AGGIORNAMENTO, VEDI JUGGLINGMAGAZINE.IT > CIRCO SOCIALE E TERAPEUTICO) Fondazione Uniti per Crescere Insieme Via Pacchiotti 79, 10146 Torino Luca Marzini 011 19836531 www.unitipercrescereinsieme.it Car’t Teatro Via Giuseppe Brodoloni 9, 50051 Castelfiorentino (FI) Andrè Casaca 349 4700420 www.teatrocart.com A.M.I.G.A piazza G. Winckelmann 5, 00162 Roma Marina Maciocci 335 5282221 marinamaciocci@hotmail.it Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 sesa.lit@libero.it Ass. Cafè Neruda via Giachino 28/e, 10149 Torino Dario Cucco 338 4848254 myspace.com/clowndado


com

i ri Giocol& Dintorni

FORMAZIONE PER OPERATORI DI CIRCO LUDICO-EDUCATIVO

con il sostegno del

Ministero per i Beni

L’Ass. Giocolieri e Dintorni promuove ed organizza meeting, stage, e un corso universitario per l’ine le Attività Culturali segnamento a bambini e ragazzi in ambito pedagogico delle arti circensi. Dopo un lungo confronto con le federazioni nazionali europee e la European Youth Circus Organization (EYCO), alla quale l’Ass. Giocolieri e Dintorni aderisce rappresentando l’Italia, abbiamo elaborato un programma formativo che permetta di acquisire le competenze specifiche per i Progetti di Circo, aggiornate al nuovo scenario europeo e in linea con la ricerca sull’evoluzione fisica e psichica del bambino. Su jugglingmagazine.it tutti i dettagli dell’articolata proposta formativa che ogni anno coinvolge circa 200 insegnanti ed operatori su tutto il territorio nazionale.

3° Corso Universitario per lo Studio delle Attività Motorie Applicate alle Arti Circensi

16/20 settembre 2013, Montelupo Fiorentino (FI)

ottobre 2013 / giugno 2014 Roma, Università di Tor Vergata

in collaborazione con l’Ass. Circo Libera Tutti; patrocinio del Comu-

in collaborazione con ll Corso di Laurea in Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, e in partenariato con la Fondazione Patrizio Paoletti Il Corso, primo del suo genere in Italia, prevede di far acquisire le più moderne conoscenze generali, pedagogiche, sociologiche e tecniche per l’applicazione delle attività circensi in ambito di circo ludicoeducativo e/o in situazioni di disagio. In particolare il Corso si prefigge di; realizzare un percorso formativo qualificante; delineare l’area di inteRom resse, attività e svi1 otto a 27 giugbre 2013 no 2014 luppo del Circo Sociale; condividere un codice etico di intervento e di responsabilità; riconoscere metodologie di intervento e sviluppare una “buona pratica” di circo sociale; definire, riconoscere (nella prospettiva di certificare) le competenze degli operatori; organizzare scambi, collaborazioni con realtà internazionali. Il corso, articolato in 240 ore di lezioni frontali tenute da docenti universitari ed esperti di arti circensi e progetti nel sociale, è indirizzato ad operatori di arti circensi, operatori dell’infanzia, insegnanti e studenti di Scienze Motorie, operatori nel sociale. Questo progetto si inquadra nel lavoro di ricerca e promozione che l’Ass. Giocolieri e Dintorni, insieme ad altri soggetti, conduce in Italia da più di un decennio. Inoltre, considerata la vocazione degli atenei universitari, grande attenzione verrà data ad elementi di ricerca scientifica sulle applicazioni delle arti circensi nello sport, nel sociale, nella medicina, un ambito estremamente interessante quanto inesplorato.

ne di Montelupo Fiorentino Il Meeting, giunto alla sua XII edizione, quest’anno cambia location, team di supporto locale, titolo e in qualche modo anche pelle. Ad accogliervi per la logistica nella nuova location di Montelupo F.no troverete un campus con due palestre, la sala/sede di Circo Libera Tutti, un’arena dell’Arci che ospiterà parte della programmazione, la nostra reception/segreteria, la task force di Circo Libera Tutti. Il programma vedrà integrata la tradizionale griglia di laboratori con le scuole, workshop pratici e teorici, spettacoli serali, con incursioni in ambiti e territori diversi, ma anche con più tempo libero per facilitare la conoscenza e lo scambio reciproco. Tra i principali focus della programmazione: attività e laboratori legati al tema del circo sociale; un’area di sperimentazione su baby circus; un’intera palestra dedicata all’acrobatica aerea e alle sue applicazioni; un focus sulle attività internazionali (festival e training); un momento importante di confronto sul curriculum formativo degli operatori; un’anteprima del Festival Cirk Fantastik, con il quale il Meeting entra in rete. Vi aspettiamo, come sempre, con entusiasmo…

Dora Crem inat i

XII Meeting Nazionale degli Operatori di Circo LudicoEducativo

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del

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Le basi tecniche e pedagogiche delle arti circensi stage di 2° livello 13/15 settembre 2013 - Montelupo Fiorentino (FI) Conduttori Tommaso Negri e Michele Paoletti. Stage introduttivo riservato a coloro che desiderino scoprire le discipline di base delle arti circensi e svilupparne l’insegnamento in ambito pedagogico nelle scuole, nelle palestre, nelle associazioni. Riservato a coloro che hanno già frequentato il 1° livello o che possiedano i requisiti di entrata. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 59 g i u g n o 2013

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