Juggling Magazine #60 - september 2013

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NUMERO issn 1591-0164 Poste Italiane SpA sped. in a.p. 70% DCB Viterbo Contiene allegato P. e allegato R. â‚Ź 3,00

60 SETTEMBRE2013

JUGGLINGMAGAZINE.IT A S S O C I A Z I O N E G I O C O L I E R I & D I N TO R N I


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bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno XII, n. 60, settembre 2013 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 ©2002 Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) h www.jugglingmagazine.it e jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 347 6597732 Direttore Responsabile Marcello Baraghini Direttore Editoriale Adolfo Rossomando Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h www.ruggieripoggi.it t 06 57305105 Distribuzione Nuovi Equilibri t 0761 352277 f 0761 352751 Stampa Spedim via Serranti, 137 h www.spedim.it Stampato il 20 settembre 2013 In copertina EP2, spettacolo degli allievi della scuola Le Lido alla EJC2013 foto di Luke Burrage

Pubblicazione sostenuta dal

EDITORIALE Una pista rotonda, un giovane artista che si prepara ad animarla, un cerchio di persone attente che fanno da cornice e al tempo stesso motore di un rituale antico quanto il mondo, entrato nel DNA della società civile e dei codici artistici del nostro tempo. Un paradigma riprodotto con successo nei contesti e alle latitudini più disparate; dai boulevard affollati delle grandi metropoli del XXI secolo alle suggestive piazze delle città rinascimentali; dalle pianure sterminate della Mongolia alla spiagge caraibiche, dai villaggi più remoti delle Ande, alle soavi campagne della nostra penisola. Migliaia di cerchi magici che ogni giorno si formano e si sciolgono nel mondo, come bollicine d’aria sulla superficie di un brodo primordiale, ovunque questo popolo di artisti itineranti riesca ad arrivare; spontanee manifestazioni di uno stato di grazia che inneggia alla pace, all’arte, alla comunione. Chi si affacci a questi cerchi per puro caso, o semplice curiosità, alla ricerca di un momento di svago, di una veloce risata, spesso ne rimane catturato. In quei cerchi si consumano le rivelazioni, le illuminazioni, gli incontri, le scelte che porteranno persone del pubblico ad abbracciare le arti della pista e della strada, a trovare la forza, le condizioni, la possibilità di esprimersi, di emozionarsi, di dare e ricevere, addirittura di ricalcare quelle stesse scene qualche anno dopo, non più spettatori ma interpreti. La prossima volta che entrate in uno di questi cerchi respirate a fondo, chiudete un attimo gli occhi, e predisponetevi al viaggio. Adolfo Rossomando Direttore editoriale Juggling Magazine

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Nella foto di Marco Giugliarelli spettacolo degli allievi della Scuola di Circo Instabile di Perugia durante la manifestazione “L’Isola di Einstein”, organizzata da Psiquadro all’Isola Polvese del Lago Trasimeno


NATALIA LAGUENY

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intervista a SÉBASTIEN MORIZOT, direttore artistico della EJC foto di LUKE BURRAGE www.lukeburrage.com/blog e VINCENT GROENHUIS

Per prepararci meglio ad un evento di questa portata ci siamo rivolti a persone di grande esperienza, come Fabien, direttore dela EJC 2008 a Carvin, la EJA ed altri consulenti. Nel 2012 abbiamo “testato” il sito, organizzando qui la convention nazionale francese. Se vuoi organizzare una EJC è fondamentale avere organizzato già almeno 2/3 convention sul posto, perché solo così avrai avuto la possibilità di affrontare una vasta gamma di problemi, ed essere pronto a risolverli se si dovessero ripresentare ad una EJC.

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dopo alcune edizioni cominciamo ad accarezzare la pazza idea di ospitare la EJC. Comincia così un lunga trattativa con il Comune, durata 4 anni, approdata prima al riconoscimento e patrocinio delle nostre iniziative, e poi coronata all’assemblea EJA dove i giocolieri approvano la nostra candidatura per la EJC2013, durante un concitato e divertente testa a testa con la Polonia e il Belgio!

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Il nostro percorso come giocolieri qui a Touolouse parte da lontano e nel 2000, con la fondazione dell’Ass. Par Haz’Art, che fornisce al movimento la possibilità di catalizzare energie ed entusiasmi, di incanalarli nell’organizzazione di progetti e convention con lo scopo di sviluppare la giocoleria e le arti del nuovo circo. Nel 2002 organizziamo qui sul territorio la prima convention Boudu la Jongle, e

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Il nocciolo duro dell’organizzazione sono 7 persone, che lavorano insieme da almeno 3 anni, a cui si aggiungono 6 volontari ed io che lavoro come direttore e coordino gli aspetti amministrativi, la ricerca di fondi, la mediazione culturale, la comunicazione e la programmazione. Il team conta tre responsabili: sicurezza degli impianti e montaggio, sicurezza sanitaria, e controllo pass/accessi. Ci avvaliamo anche di un direttore tecnico con un team di tecnici per i montaggi e di tre responsabili di area, ciascuno per uno dei tre villaggi montati alla EJC. Intorno a questa cerchia di persone con incarichi strategici ruotano 300 volontari che aiutano ad ampio spettro. Aggiungendo anche i 120 artisti invitati, abbiamo in tutto circa 450 persone che fanno vivere questa convention. Sognavamo di essere capaci di organizzare la EJC, di regalare una delle edizioni più riuscite in termini organizzativi ed artistici, ma al tempo stesso riuscire a viverla come se si trattasse di una nostra convention regionale. Abbiamo lavorato durissimo nei giorni precedenti e ora vediamo tanta gente felice di questa EJC, e anche noi possiamo divertirci, andare al bar, vedere gli spettacoli, incontrare i giocolieri, etc. Per la programmazione abbiamo lavorato in team, insieme ai programmatori di Carvin e altri consulenti come Lorenzo Mastropietro e Morgan. Volevamo proporre ai giocolieri molti spettacoli, che non si vedevano di solito alla convention; far vedere ai giocolieri che la giocoleria oggi ha tante sfaccettatu-

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re; volevamo mostrare due esiti quasi agli antipodi, per esempio la cie Sens Dessou Dessou e Wes & Patrick, e nel mezzo anche tutte le declinazioni e l’ampio ventaglio della giocoleria attuale. Ma la EJC non è solo spettacoli di artisti sul palco, e il programma prevedeva tanti altri momenti di spettacolo all’aperto, laboratori, contest, grazie anche alle palestre aperte 24/24. Da menzionare Visual Juggling, un Video e Foto Contest, la parata dei giocolieri coreografata grazie ad un collegamento radio con con ogni partecipante che si fosse munito di un ricevitore FM. Oltre alla giocoleria abbiamo dato spazio anche ad altre community, come gli slackliner, gli hula-hoppers, gli spinner, i monociclisti, e tutti si sono inseriti molto bene all’interno della festa, grazie anche al tempo davvero meraviglioso.

qui rappresentata da Olivier Caignart, del direttivo, venuto ad aiutarci nello stage managment del Gala. La AFJ lavora da anni ad un coordinamento delle convention in Francia, per far incontrare gli organizzatori delle convention e creare team di persone specializzate, come il team Ninja, tecnici con esperienza che arrivano da diverse città per dare una mano alle convention. Altre associazioni esterne hanno invece dato il loro contributo installando un wi-fi per i collegamenti internet, oppure Eco Sit, che si è occupata del riciclo di tutti i materiali di rifiuto della EJC, oppure ancora la Acu boujon, che lavora sul “camping effimero” e che hanno montato tutti i servizi nel parco - dalle toilette, alle cucine - realizzati in maniera efficientissima, con materiali poveri e tanta inventiva!

Questa EJC deve il suo successo anche a tante altre realtà, legate o meno alla giocoleria. A cominciare da Le Lido, i cui allievi si sono esibiti alla convention, che ci ha messo a disposizione le sue strutture per la reception e un tendone dove hanno organizzato un ciclo di conferenze e un petit dejunè per i giocolieri! Altra struttura di rilievo qui vicina è il centro di creazione La Grainerie, dove ha sede l’ufficio dell’Ass. Par Haz’Art. Due loro super tecnici sono stati di grande aiuto qui alla EJC e alcune delle compagnie che si sono esibite sono, o sono state, in residenza, come i De Fracto o il trio dei presentatori del Gala. Tra le associazioni “di settore” voglio ricordare anche la AFJ (Association Française de Jonglerie),

Alcune cifre sulla EJC: oltre 5000 giocolieri provenienti da 42 diverse nazionalità si sono riuniti nel parco di Argoulets per 8 giorni, a cui si sono aggiunti ogni sera circa 200/300 cittadini di Toulouse. Il sito, che si estendeva su un’area di 21 ettari, delimitata da 3 km di recinzioni, offriva 8 tendoni per ospitare gli spettacoli - ben 57 in questa edizione! – 3 palestre aperte 24/24, a cui si aggiungevano diverse aree libere all’aperto. Per soddisfare il palato dei partecipanti è stato allestito un villaggio artistico aperto anche al pubblico, con stand, un mercato di prodotti locali e un laboratorio di produzione di formaggi e prodotti da forno, quello che si può davvero definire un caratteristico “tocco alla francese”… j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 0 s e t t e m b r e 2013

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LE LIDO

www.circolido.fr

SOPHIE COSNARD

intervista a FRANCIS ROUGEMENT direttore di Le Lido traduzione a cura di MARTA CARTOUCHE foto di CHRISTOPHE TROUILHET / PHOTOLOSA

Le Lido nasce negli anni ‘80 grazie alla presenza a Toulouse di artisti di strada e soprattutto della compagnia Douze Balles Dans la Peau. Questi giocolieri si unirono a pedagoghi ed educatori nel montare dei primi atelier di circo per occuparsi dei giovani nei quartieri e attraverso il circo fargli vivere delle esperienze. Sorse così un centro frequentato da bambini e amatori, che negli anni ‘90 portò alla scrittura di un vero progetto pedagogico-educativo, centrato su tutte le arti del circo. È in questo scenario che si sono sviluppate delle compagnie di giocolieri, come la cie Vis a Vis, che hanno segnato una svolta nella giocoleria con il loro approccio artistico e di integrazione del movimento, Le Petit Traves, Des Pas en Rond, Acrostiche e molte altre, approdate anche all’interno del circuito JTCE, e attualmente per esempio c’è Betti Combo che esce da Le Lido. Il legame con le convention qui a Tououse è storico, e noi vi partecipiamo più nel sostegno, anche coi materiali, meno nell’attività. Ma per la EJC ci siamo detti che era importante esserci, non solo con gli spettacoli, ma anche a livello di attività. Volevamo mostrare che Le Lido è un luogo d’incontro, d’ingaggio, ed abbiamo organizzato, oltre ad un cinema permamente su spettacoli e creazione, un ciclo di conferenze su tre temi: 1) la giocoleria del futuro, sulla neces-

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sità di cercare altre forme di manipolazione degli oggetti o addirittura senza oggetti; 2) giocoleria come ossessione, come una dipendenza, che può portare a delle derive non solo psicologiche; 3) il perché di questa importanza della giocoleria a Le Lido. Le Lido è una struttura pubblica con finanziamenti che vengono da città, regione e stato e un team amministrativo interno di 16/17 persone. Questo apparato ci permette di concentrarci meglio sulla gestione del progetto pedagogico; siamo chiamati a selezionare ogni anno 15 dei 300 artisti che arrivano da tutto il mondo, con l’obiettivo nei tre anni di formazione di sviluppare i loro potenziali, di trovare che cosa hanno da dire. Per fare questo abbiamo dei collettivi di professori per ogni tecnica, con riunioni regolari per verificare formazione e accompagnamento al lavoro degli artisti. L’intero programma formativo vede 4 direttori pedagogici (formazione professionale, inserimento professionale, settore amatoriale, accompagnamento alla creazione), un’equipe di 17 professori nel settore amatoriale e 15 nel settore professionale, che lavorano dalle 2 alle 5 ore a settimana, più altri che vengono per tenere stage occasionali. Esistono scuole che lavorano per rispondere alle sollecitazioni del mercato, perché per rimanere in piedi c’è chi fa anche que-

sto. Noi invece da venti anni ci battiamo perché vogliamo lavorare sull’individuo a livello artistico. La vera sfida per una scuola superiore è non perdere questo lato umano, di accompagnamento, di condivisione, un luogo dove gli appassionati incrociano e conoscono i professionisti; questo per noi è veramente troppo importante. Dal 2004 monitoriamo gli allievi dopo la formazione, verifichiamo se cambiano compagnia, lavoro, mansioni; il 90% risultano attivi sul mercato e la maggior parte lavora e vive della propria arte. Prima Le Lido provava a fare tutto, come in un’impresa circense familiare: formarli, produrre, accompagnarli, fare diffusione. Quando sono arrivato alla direzione della scuola ho detto che dovevamo fermarci e cominciare a lavorare in rete. Per questo svolgiamo un enorme lavoro con la rete nazionale e internazionale professionale. Collaboriamo con Circa, dove presentiamo progetti di spessore artistico, con la La Grainerie, che interviene sull’accompagnamento nella produzione e creazione, e anche con il festival di Avignone, per mostrare il lavoro dei nostri allievi. Le Lido è inoltre membro della federazione regionale, della FFEC, della FEDEC, e ci stiamo adoperando per diventare una scuola superiore che, al pari del CNAC e Fratellini, rilasci un diploma parificato.


SOPHIE COSNARD

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LA GRAINERIE www.la-grainerie.fr

intervista a CELINE JEAN responsabile comunicazione La Graineire foto di ARTHUR BRAMAO Toulouse, e più generalmente la regione Mid Pyrenee, è un vivaio delle arti circensi, con tanti artisti che negli sono usciti da questa regione. Oltre a La Grainerie qui a Toulouse abbiamo Le Lido, e a Auch c’è il festival Cirque, importante polo del circo. Questo successo è frutto di una volontà politica che ha supportato queste iniziative, individuando nel circo un elemento che potesse caratterizzare la sua identità culturale. Toulouse è una città molto vivace dal punto di vista culturale, e un movimento di artisti di strada e di circo esisteva già da tempo. Così nel 1997 un gruppo di artisti locali, a dominanza di circo, decise di occupare La Grainerie, allora ex magazzino di stoccaggio del grano, per farne un luogo di creazione e prove. Nel 2004, quando l’agglomerato di Toulouse decise di finanziare la costituzione di tre strutture culturali dedicate a circo, arti plastiche e pluridisciplinari, arti di strada, ciascuno in un diversa zona del territorio, la scelta per il circo cadde a buon ragione su La Graineire. La ristrutturazione della struttura iniziò nel 2004, per una spesa complessiva di più di 6 milioni di €, incluso i lavori per la cucina o per la foresteria completati di recente. Realizzato da ARM architecture (progettisti anche del nuovo CNAC di Chalon, la Belle de Mai a Marsiglia, etc) La Graineire offre 3200 m2 di strutture al coperto, su un terreno di 11.500 m2. Il centro dispone di 2 sale di creazione attrezzate, una delle quali può diventare teatro per 260 spettatori; 5 studi di creazione; 1 laboratorio per scenografie, riparazioni, decorazioni, etc; 1 centro documentazione; 1 sala con bar e cucina capace di accogliere 300 persone; 1 corridoio interno con 120 metri lineari di parete per mostre e installazioni; 1 patio per serate conviviali e spettacoli; 1 piazzale per accogliere chapiteau e mezzi di compagnie itineranti; 19 box per stoccaggio di attrezzature delle compagnie; 2 palestre attrezzate, complete di fossa per l’acrobatica, trampolino e uno dei pochi trapezi volanti disponibili in Francia, un omaggio a Jules Leotard, che proprio qui a Toulouse perfezionò per primo il trapezio volante nel XIX secolo.

La Grainerie si definisce fabbrica delle arti del circo e dell’itineranza, un luogo di creazione e prove per professionisti e amatori “confermè”, cioè artisti non professionisti che praticano però da anni le arti circensi. La maggiore attività del progetto è la creazione, la messa a disposizione di spazi e residenze gratuite per le compagnie, una serie di progetti satelliti che sostengono la creazione, la mediazione culturale e l’educazione artistica. Ma forte dei valori dell’educazione popolare La Grainerie organizza tante iniziative con scuole, giovani di quartiere, carcerati, sia presso le loro sedi che qui da noi. A Natale e tra febbraio e marzo organizziamo all’esterno un festival sotto chapiteau, che funziona molto bene. Cirque Plume, la Circus Gosh, le Tete a l’Aire ed altri verranno questo inverno. A giugno invece organizziamo Caravan du Cirque un festival che dura due settimane e mezzo, con una programmazione in loco e su tutto il circondario. L’equipe salariato de la Grinerie è di 18 persone, sul posto ospitiamo gli uffici di alcune compagnie, e gli artisti che passano ogni anno sono tra 150 e 200, tra creazione e allenamento. Sviluppiamo molte collaborazioni e partenariati per gli artisti, ci occupiamo anche un pò della diffusione degli spettacoli, e diamo la possibilità ai gruppi in residenza qui per tre settimane di esibirsi a fine creazione di fronte a un pubblico pagante e sempre numeroso. Insieme a Le Lido gestiamo il progetto PACT, Pépinière des Arts du Cirque Toulousaine, per l’accompagnamento amministrativo alla diffusione delle nuove compagnie, progetto sul quale lavorano due persone a tempo pieno e che negli anni ha seguito molte compagnie, come Ieto, Pres a Porter, de Fracto, Petit travers, Le Bistaki, Subliminati Corporation, My !Laïka, e tante altre. Anche sul versante delle collaborazioni internazionali siamo molto attivi, in particolare nelle collaborazioni transfrontaliere con la Catalunia e Andorra, prima con il progetto Cirqueo e ora con il nuovo progetto Pyrenee du Cirque. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 0 s e t t e m b r e 2013

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ITALIANI ALLA EJC/TOULOUSE a cura di LORENZO MASTROPIETRO foto di LUKE BURRAGE www.lukeburrage.com/blog

Affidiamo a Lorenzo Mastropietro, e alle righe di questo suo breve diario, il compito di aprire una finestra sulla vita dei tanti artisti italiani che si sono esibiti alla EJC e/o che si sono trasferiti a Toulouse, trovando lì un luogo e un’accoglienza ottimale per lo sviluppo della loro art. Sulle pagine di jugglingmagazine.it la versione integrale del suo racconto. 1999, Grenoble (Francia), la mia prima EJC. Giocoliere novello e artista di strada alle prime armi, probabilmente la prima volta all’estero nella mia vita, 17 anni, zaino, sacco a pelo e una tenda da 30.000 lire, con la voglia di scoprire e conoscere questo mondo. Alla fine della EJC due cose mi restano bene in testa: la prima era trovare una tenda migliore per la prossima convention, la seconda era questo posto chiamato “Le Lido di Toulouse”. Al gala di quella EJC due numeri avevano segnato in qualche modo tutto il mio percorso artistico: Jive Faury e il duo Les Pas en Rond (Sylvain Cousin e Thomas Le Doze). Entrambi con qualcosa di nuovo e inedito per me, ottimi personaggi al servizio di una tecnica eccellente, e tutti uscivano dalla scuola di circo di Toulouse. L’anno dopo a casa di Claudio Montuori un video di un’altra coppia di giocolieri francesi: Vis a Vis (Vincent Bruel e Lionel About)… anche loro vengono da Toulouse, insomma era chiaro!!! Ssalto nel tempo: 2006, parto da Bruxelles con un gruppo di artisti sudamericani per le audizioni al Lido. L’impatto davanti

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a quella che era allora la sede della scuola, un vecchio cinema di quartiere in parte ristrutturato, non fu proprio esaltante; ma dopo un paio di settimane a Toulouse, superate le audizioni con successo, avevo capito che quello era esattamente il posto dove volevo restare. In quel periodo mi ritrovo con il caro Piergiorgio Milano (il secondo Italiano ad essere entrato alla scuola dopo Claudio Stellato) che, terminata la formazione, mi lascia la sua stanza in affitto e l’onore di essere l’unico Italiano alla scuola. Partirà per il nord europa per dedicarsi al 100% alla danza (bravo Piero). Da quel momento in poi sono passate una marea di cose, incluso crisi artistiche, crisi esistenziali e crisi economiche… Tutti parlano di Toulouse come la città rosa, io all’epoca vedevo tutto nero; la scuola è senza dubbio un’esperienza fantastica, ma anche dura e stancante, per me che a 27 anni sentivo forte l’esigenza di fare anche altro. Ma grazie ai direttori della scuola abbiamo trovato una soluzione che mi permettesse di concludere la formazione e di dedicarmi pienamente anche ai miei progetti… C’è un lato umano molto forte nella vita di tutti i giorni come nella pedagogia stessa della scuola; lo ritengo l’ingrediente fondamentale di questo posto, comprensione e adattamento, nessuno è uguale e non c’è un formula unica che funziona con tutti. Il circo non è un esercito. Durante la scuola ho conosciuto i miei colleghi di lavoro, abbiamo costruito

insieme una compagnia e viaggiato con i nostri progetti; sono riuscito a staccarmi dallo spettacolo di strada che finisce con tre torce - che a volte mi manca - e ho intrapreso un cammino personale e artistico che spero non finisca qui. A Toulouse ho sempre trovato qualcuno disposto ad aiutarmi, come era successo nei miei anni a Carampa (Madrid), praticamente un’altra Famiglia. Mi considero fortunato e non smetterò mai di essere grato alla scuola e alla Grainerie per il loro supporto; un pensiero va a Henri Guichard e a Isabelle Gorsky r.i.p. Di connazionali a Toulouse adesso per fortuna ce ne sono molti e la lista sarebbe lunga, mi fa piacere veder che anche per loro lo sforzo e la determinazione hanno dato ottimi risultati; molti iniziano progetti nuovi o sono già parte del panorama artistico attuale, e questo fa che ci si senta meno soli, e che finalmente sappiamo dove mangiare una buona pizza in Francia! Tutto è iniziato guardando un gala all’EJC nel 99, 15 anni più tardi l’EJC è a Toulouse e la vivo da dentro, aiutando come posso l’organizzazione, trovando anche il tempo per un open stage; è stata un’esperienza forte e toccante: veder nello stesso posto e sotto lo stesso tendone cosi tante persone che hanno contribuito a rendermi quello che sono adesso, insomma ci sono cose che non hanno prezzo. Come in tutte le storie si arriva all’epilogo, e per me è il momento di lasciare Toulouse, mi sposto a Barcellona questo inverno, si chiude un ciclo per aprirne un altro. 7 anni nello stesso posto iniziano ad essere un po’ troppi, e la comodità a volte è nemica di questo mestiere…


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LO SPETTACOLO DELLA CITTÀ

MIRABILIA INTERNATIONAL CIRCUS & PERFORMING ARTS FESTIVAL Mirabilia non è più solo teatro di strada, ma ne mantiene lo spirito perché legata a un’idea ben precisa dell’uso degli spazi urbani. Nonostante utilizzi anche teatri, cortili, palchi, scenografie, un tendone da circo e un teatro/tenda il festival mantiene la sua dimensione “urbana”, in quanto nasce dalle riflessioni che hanno portato Michel Crespin e l’allora Ministro della Cultura francese Jack Lang a rinnovare il teatro e la danza in Francia e a creare il grande esperimento socioeconomico/culturale che si chiama Aurillac. Il concetto europeo di “teatro di strada” si è evoluto proprio allora, portando a considerare la città come un’agorà teatrale, e la rappresentazione al suo interno come un “teatro totale”, che contiene tutte le discipline e tutti i linguaggi. Una strada che hanno seguito poi anche Avignone, Edimburgo e altri grandi eventi europei. L’Italia soffre purtroppo di un’enorme gap rispetto all’Europa in questo settore, che stiamo cercando di colmare. Il teatro tota-

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le degli spazi pubblici ha costi elevatissimi, che in Italia difficilmente vengono capiti, e spesso si scontra con vincoli e veti. L’assurdo poi è che uno spettacolo o una produzione non vengono riconosciute in quanto tali se non producono il famoso borderò, legato allo sbigliettamento, e questo taglia definitivamente le gambe a qualunque realtà. In Francia il teatro di strada e il circo contemporaneo rappresentano oltre al 33% della programmazione teatrale, oltre che il maggior bene culturale d’esportazione (statistiche ONDA), con un significativo impatto economico e fiscale per le casse francesi. Noi nel frattempo investiamo per formare e crescere artisti e poi quando cominciano a maturare li regaliamo all’estero, per mancanza di specifiche politiche ministeriali e nazionali. Dobbiamo cambiare noi dal basso questa situazione e forzare le istituzioni a comprendere lo spreco di risorse umane ed economiche e le mancate ricadute in atto.

Il progetto del festival mira non tanto a rivolgersi a un pubblico specifico, ma a crearlo, portando con sé in questo viaggio centinaia di migliaia di persone. Gli agricoltori o gli allevatori, che per i loro gravosi lavori sono poco propensi a frequentare i teatri di Torino, Milano o Roma, hanno sviluppato in pochi anni una coscienza critica e culturale elevatissima, confrontandosi progressivamente con artisti europei sempre più innovativi e contemporanei. Nella “Provincia Granda” una parte dei lavori dei campi si ferma per tre-quattro giorni, e porta al festival un pubblico ormai estremamente affezionato e preparato, che si gusta compagnie e artisti che poi saranno visti nella programmazione ufficiale di Avignone, di Tarrega, del Grec, delle scene nazionali francesi o inglesi. La nostra vuole essere una rivoluzione silenziosa del modo di proporre il teatro in Italia, per riportare il grande teatro europeo nelle aree rurali e per riconnettere l’Italia all’Europa.


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FOSSANO SAVIGLIANO CHERASCO (CN) 21-26 GIUGNO 2013 www.festivalmirabilia.it

estratto dall’intervista a cura di REDAZIONE ATEATRO A FABRIZIO GAVOSTO, direttore di Mirabilia, www.ateatro.org foto di ANDREA MACCHIA Il teatro nasce all’aperto. Insieme alla magia e alla musica, appartiene alla ritualità primordiale dell’uomo. Si è sviluppato poi nella Grecia antica e fino a poche centinaia di anni fa in spazi spesso aperti, adatti o no allo scopo, nelle città. Lo stesso Shakespeare creò i suoi capolavori nei teatri elisabettiani, che con la loro “O di legno” e il pubblico disposto spesso a 360 gradi, è quanto di più vicino vi sia alla piazza. Il teatro è unico, e non ha distinzioni. Ma sta a chi crea per specifici spazi, siano essi chiusi o aperti, la scelta dei mezzi con cui farlo. Lo spazio urbano richiede un approccio diverso, sia dal punto di vista dei linguaggi, prediligendo quelli fisici (danza, teatro gestuale, circo contemporaneo, videoart, installazioni) sia dal punto di vista drammaturgico. In Italia tutti, dal piccolo busker che fa cappello per strada alla grande compagnia di teatro urbano, incontrano enormi difficoltà. Ci si trova in una curiosa situazione: un eccesso di norme e la mancanza di riconoscimento di personale qualificato. Se consi-

deriamo la fascia iniziale del teatro di strada, quella che gira nelle piazze in modo semiautonomo con piccoli spettacoli, la burocrazia è quasi inesistente o minima e comunque affrontabile, anche se a volte i Comuni creano disagi con norme assurde e regolamentazioni poco civili . Ma quando ci apprestiamo a programmare spettacoli di altra portata, allora tutto diventa mostruosamente lungo e difficile per la mancanza di normative specifiche e l’abbondanza di norme generiche o relative ad altri settori che di volta in volta possono essere considerate pertinenti. Nel comune di Mondovì per esempio vige l’abitudine di accomunare il teatro di strada alla giostre. Discutere con il funzionario locale sulla necessità o meno del corretto montaggio e delle certificazioni statiche di una seggiola pieghevole e di un tavolino per un modestissimo truccabimbi, o della licenza di spettacolo viaggiante con palchi e strutture necessaria a un povero mimo di strada rasenta la follia e ci immerge in un ambiente da commedia dell’arte.

Figuriamoci se si presentasse l’ipotesi di avvolgere una torre cittadina in una gabbia metallica e appendervi danzatori ed acrobati, condendo il tutto con un’orchestra sinfonica su piattaforme aeree! L’Italia è un paese lento e poco propenso a adeguarsi a nuovi linguaggi e tendenze culturali, e la cultura, oltre che pochi fondi (credo 1/20 di ciò che eroga la Francia!) riceve pochissima attenzione dalla politica. Già una volta in passato un’intero mondo di attori e drammaturgi si sono trasferiti in massa in Francia. Speriamo che questa volta si riesca a mantenere artisti, coreografi, registi e drammaturgi innovativi e contemporanei che lavorano sui nuovi linguaggi urbani e fisici in Italia, e che non si venga tutti costretti ad emigrare in massa. Sarebbe un colpo fatale per un’Italia che ormai è in crisi su tutti i fronti, e che non capisce che lo spettacolo dal vivo nel nuovo millennio rappresenta un’enorme risorsa economica e sociale, ma solo se ci si sa adeguare ed evolvere.

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CLAUDIO STELLATO www.l-autre.be

BEN HOPPER

Nella mia carriera artistica credo di aver attraversato quasi tutte le discipline del palcoscenico. Ho cominciato adolescente, studiando jazz con chitarra e voce, ma suonando heavy metal con gli amici. Ma è soltanto alla EJC di Torino nel 1997 che sono rimasto impressionato dalla scena itinerante e ho capito che sarebbe stata la mia storia. Così ho imparato a sputare il fuoco, diabolo, devil stick, giocoleria ed altri passaggi fricchettoni obbligatori. Dopo essere partito per la Grecia a 18 anni come disertore e obiettore vado a Berlino alla Ufa Fabrik, per preparare un numero da cabaret di manipolazione di cerchi. Il viaggio continua in Sud America, dove accompagno

FLORENT LESTAGE

www.florentlestage.com

Ho incontrato il circo a 12 anni, cominciando a frequentare insieme ad amici d’infanzia una piccola scuola di circo che era stata aperta vicino casa. Ho sempre fatto tanto sport, come il rugby e la pesistica, ma il piacere di creare nuove figure e apprendere nuove cose con il mio corpo mi ha appassionato da subito, così come il piacere di salire sul palco e di esibirmi. A 14 anni con l’insegnante di circo e i miei amici eccomi ad Auch, al festival di circo “Circa”. Vedere un villaggio di tendoni da circo, tanti spettacoli e l’ambiente caloroso, mi ha convinto a consacrare la mia vita al circo. Così dopo 5 anni nella scuola locale di circo,

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il Circo Xiclo. Ritorno in Europa, alla Carampa di Madrid, incontro Tati e Vanina; ci troviamo bene e insieme fondiamo il trio Circo Fantasma, io al filo molle e scala d’equilibrio. Mentre ero lì avevo notato che in molti andavano a fare l’audizione al Lido di Toulouse, i cui spettacoli degli allievi mi interessavano molto. Supero le audizioni e comincio la formazione, collaborando nel frattempo con un gruppo di teatro grotowskiano a Parigi. Al secondo anno del Lido in sei lasciamo la promozione, ognuno per la sua strada; io mi spacco i legamenti crociati sul filo molle ma dopo il recupero approdo ad una compagnia di danza contemporanea di Toulouse alla ricerca di gente bizzarra. Da lì parte una lunga trafila di lavori con compagnie di danza contemporanea, con coreografi che mi hanno dato la possibilità di sviluppare una personale maniera di muovermi. Arrivo a Bruxelles, capitale della danza contemporanea, ma la routine delle tournè cominciava a stancarmi, comincio quindi nel 2008 una ricerca non finalizzata alla produzione di uno spettacolo: L’Autre. Intanto creo dei lavori; “The last day Project” con la trapezista Florenza De Mestric de l’ESAC, e 240 D, un “solo” con cui ho vinto due contest di danza contemporanea e che mi ha lanciato nel campo della danza come coreografo. Un giorno, riguardando in video una mia improvvisazione, ho visto una scena che poteva diventare

l’inizio di uno spettacolo. Da lì parte un’altro anno e mezzo di creazione su l’Autre. L’Autre è un susseguirsi coerente di situazioni, uno spettacolo che non parla di niente se non ciò che si vede, ed è proprio grazie alle immagini e alla tecnica di narrazione che ognuno è libero di vederci ciò che vuole; chi vive un incubo, chi un sogno, spiriti in una casa, Atlante, e sono contento che per una notte lavorino sull’immaginazione attraverso di noi. Un mio spettacolo prende tempo, diventa una missione di vita. Non faccio teatro per lanciare dei messaggi, sono interessato allo sviluppo interpretativo, alla messa in scena, nuove regie. L’Autre credo mi rappresenti in pieno, l’unione del mio percorso attraverso il teatro e la danza e il circo; io che mi sento dentro un circense e fuori un ballerino.. Nello spettacolo abbiamo inserito elementi di illusionismo, non senza difficoltà, per amplificare le assurdità delle scene. Per riuscirci ho incontrato molti illusionisti, che mi hanno spiegato come funziona questa arte. Abbiamo poi realizzato tutto da noi, con l’impegno di non spendere più di 10 euro per trucco. L’illusionismo è semplicemente un nuovo mezzo per raccontare, che ho imparato ad utilizzare, ma intorno al quale sicuramente non voglio costruire il mio futuro. Ogni anno mi dedico come interprete, ad altre creazioni. Quest’anno per esempio ho girato un film per la prima volta con una

conseguito il mio diploma scolastico, all’età di 17 anni ho cominciato la mia formazione professionale preparatoria alla scuola di circo di Lomm, a cui nel 2004 ha fatto seguito un anno di formazione presso la scuola di circo di Montpellier “Balthazar”. L’anno successivo sono partito per Montreal, dove ho completato i tre anni di formazione presso “l’École Nationale de Cirque”. Parallelamente cominciavano le mie esibizioni come artista e, dopo il festival “La piste aux étoiles”, nel 2009 ho partecipato al “Festival Mondial du Cirque du Demain”. In seguito tre anni di tournée con lo spettacolo “Psi” con la compagnia “Les sept doigts de la main” e nel 2012 ho creato, con altre due persone, la compagnia “Tête d’Enfant”, per partire poi in tournée con lo spettacolo “Me, myself and us”. Vorrei creare un’arte che mischia l’epoche ed i codici, un’arte multipla dove la tecnica di circo è presente come un mezzo che unisce la danza, il corpo, il gioco d’attore, la musica e il clown. Vorrei innescare le leve emozionali che possono creare una connessione tra pubblico e scena, creare spettacoli di circo diversi ed orientare il mio lavoro verso l’arte del clown. Vorrei che, quando qualcuno guarda i miei spettacoli si produca una reazione emotiva, qualsiasi cosa sia (ridere, piangere, gioia, tristezza, rabbia…). Non vorrei politicizzare la mia arte, ma mi piacerebbe smuovere le perso-

ne per stimolarle ad uscire dalla routine del loro quotidiano. Le mie ispirazioni artistiche, in maniera generale, sono i fumetti (soprattutto quelli di Franquin), la musica (Chopin, Tom Waits, Chinese Man, le Funk…), i film, ma anche le influenze dei posti dove ho vissuto(Québec, Belgio, Norvegia, Francia). Gli spettacoli di danza: Akram Khan, Hofesh Scheckter, Les Slovaks. Le mie ispirazioni circensi sono stati Stefan Sing per i movimenti, Morgan Cosquer per il gioco d’attore, Aurélien Bory per la geometria dello spazio. Vorrei poter gestire meglio la tecnica di circo che utilizzo per poter spingere i gesti al di là delle semplici figure. Preferisco guardare uno spettacolo dove la tecnica sia controllata e ben utilizzata come elemento dell’universo che crei, evitare virtuosismi circensi dove la tecnica uccide tutta la narrazione, a meno che la narrazione stessa non sia basata su questo virtuosismo. Sono comunque contro l’elitismo artistico, e dal punto di vista estetico credo che i numeri di circo debbano essere costruiti in maniera comprensibile anche a dei neofiti. Bisogna prendere lo spettatore per mano e riuscire a farci seguire dall’inizio alla fine, così al momento di creare una routine penso sempre se mia nonna (che non conosce il circo) riuscirebbe a cogliere la differenza, o l’evoluzione, da una figura all’altra. Personalmente, fare il circo è una maniera di rendere la vita un’arte. L’arte di essere


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AGATA LYP

produzione fiamminga, 50 minuti, senza parole. Anche con Crida Company facciamo alcune cose insieme. Mi piace lasciarmi contagiare, provare nuove cose e vedere gli altri come lavorano. Nel 2012 ho avviato una nuova ricerca su rituali e cerimonie, con materiali naturali, molto legno, asce, spade, corde e pelli d’animali con cui costruisco delle sculture anche gigantesche, ancora una volta attraverso un percorso senza una direzione prestabilita. Davanti a noi ancora un anno e mezzo di tournè e la transizione verso la nuova creazione…

curiosi, di nutrirsi di quello che ci sta intorno; riuscire a riscrivere quest’esperienze sulla scena. Fare circo è prendere per poi dare. Prendere dalla vita di tutti i giorni informazioni, ispirazioni, emozioni, paure, storie e ritrasmetterle. Essere artista è come essere un reporter, un testimone della vita. Andando su un palco, mi piacerebbe far vivere alle persone in sala un momento insieme, farli uscire dal loro quotidiano per poter ritrovare nelle loro vite di tutti i giorni questa curiosità che tutti abbiamo dentro di noi, questa spontaneità che l’età adulta ha ucciso. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 0 s e t t e m b r e 2013

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Circonferenze1.3 Raffaele De Ritis

ESTETICHE DEL MISTERO: DAL NUOVO CIRCO ALLA NUOVA MAGIA foto ARCHIVIO RAFFAELE DE RITIS

L’illusionismo è l’arte teatrale di simulare capacità fuori dalle regole naturali; il circo è il regno in cui le leggi della natura vengono spinte al limite delle loro possibilità. L’uno con la finzione, l’altro con la realtà, entrambi con l’esagerazione, hanno rappresentato, per secoli, una porta sul mistero. Circo e magia sono state per lungo tempo le forme più popolari dello spettacolo: il circo arrivando dovunque con i suoi tendoni di meraviglie; i maghi diventando, come disse Orson Welles “i veri signori della scena”: protagonisti della vita teatrale del ‘900, con tournées incredibili da Singapore a Buenos Aires, e invenzioni continue ad arricchire la loro arte di numeri sensazionali. Per gli storici, la magia in teatro è stata il più potente mondo di fantasia conosciuto dall’uomo prima degli effetti speciali moderni: tra donne in fiamme, scheletri danzanti, prigioni piene d’acqua, piogge inesauribili di bandiere colorate o evocazioni di fantasmi sul palcoscenico. È inutile ripetere come il cinema, la tv e il divertimento tecnologico abbiano reso desueti circo e magia, creando seri problemi di identità della forma. Il circo, lo sappiamo, ha motivato negli ultimi decenni una propria identità contemporanea. La magia, in fuga dai teatri, per un po’ di tempo ha

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trovato rifugio nei night-club, favorendo lo sviluppo di numeri più intimi, legati alla destrezza manuale con carte da gioco e colombe, o al mentalismo. Negli anni ‘80, l’espansione di Las Vegas e del mondo televisivo hanno incoraggiato un rilancio delle illusioni sempre più grandi e spettacolari, in cui però, tra effetti laser e ballerine, poco spazio rimaneva per la bellezza del mistero. Nel frattempo i maghi hanno diffuso la loro arte nella vita sociale e ricreativa: dopo la musica, forse la magia e l’hobby artistico più diffuso al mondo, molto più della giocoleria. Il mercato specialistico di editoria manualistica, didattica video e accessori è un business sterminato e planetario. Ciò ha creato il fenomeno dei club magici, e una forte ibridazione tra professionisti e dilettanti. Se in questo modo l’illusionismo è progredito notevolmente nelle soluzioni tecniche e di abilità, l’attenzione verso l’effetto ha snaturato l’essenza artistica e il mistero. L’apparente facilità di accesso alla comunità magica, ha creato una diffusione di prestigiatori dalla modesta preparazione artistica, che hanno spo-

polato in feste private e piano bar. Per ragioni diverse, la perdita di profondità artistica è un po’ simile alla crisi estetica del circo classico negli anni ‘80. La magia è oggi oggetto di parecchi esempi di evoluzione artistica. La riflessione ha avuto inizio negli Stati Uniti, dove del resto la forma è più popolare che altrove, anche a livello amatoriale. Dagli anni ‘80 il duo Penn e Teller è emerso dall’universo del comedy e della giocoleria. Sono diventate due icone pop della controcultura americana, basando i loro spettacoli su una riflessione critica e paradossale sul tabù del trucco, spesso rivelato, o riportando in magia la tradizione di shock e violenza cruda, ma con l’accessibilità dell’umorismo e la seduzione della satira sociale. Oggi sono due superstar di mercato, dividendosi agevolmente tra uno show a Las Vegas e serie televisive contro i luoghi comuni della società. Il prestigiatore e collezionista Ricky Jay ha legato la propria esperienza di mago classico al drammaturgo David Mamet, dando dignità teatrale e drammaturgica a un repertorio secolare, a metà tra performance, bibliofilia, arte con-


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temporanea. Jay è oggi oggetto di film d’essai e racconti di scrittori. In Europa il primo personaggio interessante è stato dagli anni ‘90 il prestigiatore-antiquario Christian Chelman, belga: oggi il suo straordinario talento tecnico, unito a doti di storyteller e collezionista di oggetti occulti di ogni epoca, ha creato l’universo parallelo del “Surnateum”, museo di storia soprannaturale, in cui attraverso l’illusionismo e l’uso teatrale di autentici reperti inestimabili, si opera una rilettura magica dell’intera storia umana…Nel Regno Unito, da oltre un decennio il mentalista Derren Brown ha rivoluzionato il genere, divenuto una vedette popolare pur con un lavoro di ricerca, creando lavori teatrali e serie televisive dalla notevole estetica teatrale. Da qualche anno in Francia si sono iniziati a disegnare i tratti di una “nouvelle magie”, il cui motore pare l’artista e studioso Raphael Navarro. È un tentativo di capire se l’illusionismo possa essere un nuovo crocevia di linguaggi, in spettacolo o in installazioni. Nelle ricerche di questo movimento, è interessante capire, ad esempio, cosa accade al nostro rapporto con la forza di gravità, se le palline sospese nel vuoto da un giocoliere a un certo punto restano a mezz’aria per qualche secondo in più; o se lo slancio di una danzatrice può diventare una levitazione vera e propria. Da questo universo, sono emersi esempi di successo: come il manipolatore Yann Frisch, che con la sua piccola pièce esistenzialista di otto minuti, muni-

to solo di un bicchiere e una palllina, ha vinto il primo premio al FISM, il campionato mondiale dei maghi, facendo breccia in un universo estremamente convenzionale e stereotipato; oppure Etienne Saglio, il cui più ampio lavoro drammaturgico riesce a dare vita a oggetti e materiali inanimati, unendo l’illusionismo a pantomima, giocoleria e scultura. In Italia, il panorama della magia è comunque vivacissimo, seppur sul fronte tradizionale e in espressioni diverse. Nella percezione popolare è certamente Arturo Brachetti ad aver dato dignità teatrale al genere, pur non togliendo signifcato a icone dell’immaginario collettivo come Silvan. Figure provenienti dal mondo della magia hanno contribuito a rinnovare il cabaret: si pensi a Raul Cremona, Forest, Luc e Tino, o Francesco Tesei portando il mentalismo a teatro. Grandi illusionisti all’americana si sono imposti con successo anche sul mercato mondiale: Gianni Mattiolo, Erix Logan, Gaetano Triggiano, fino ad Alberto Giorgi, del quale si apprezza una ricerca estetica meno convenzionale, con la

costruzione di un personaggio “steampunk”. Per quanto riguarda i legami col mondo circense, per ora si è fermi allo spazio dato ad illusionisti sotto i tendoni tradizionali: è il caso di Ottavio Belli, a cui i circhi affidano l’intera seconda parte dello spettacolo. Tentativi di programmazione teatrale, come Supermagic o il più intimo Varietà delle Meraviglie (entrambi a Roma), dimostrano un ampio interesse del pubblico. Da non sottovalutare anche la crescita di livello degli appuntamenti del settore: l’annuale Masters of Magic a S.Vincent è ormai un riferimento mondiale. Quest’anno il Festival Mirabilia ha provato a tematizzare con la “nouvelle magie” la città di Cherasco, tra classicità e innovazione: magia di strada, lo show di Luc e Tino, compagnie di ricerca come Duos Habet, momenti di confronto, il tutto all’ombra dello straordinario museo della magia appena inaugurato dal Mago Sales. Un importante finestra sulla nouvelle magie si avrà nel cartellone di Torinodanza 2013-14. L’affidamento all’Italia del prossimo campionato del mondo FISM (a Rimini, Luglio 2015) vedrà confluire almeno tremila maghi, con importanti spettacoli, seminari e occasioni di confronto. L’inserirsi dell’appuntamento nella piena stagione italiana dei festival di circo contemporaneo (Mirabilia, Grugliasco, Funambolika), potrebbe costituire un’occasione esplorativa non indifferente.

Più informazioni su alcuni degli artisti contemporanei citati: Ricky Jay www.rickyjay.com Penn and Teller www.pennandteller.com Christian Chelman www.surnateum.org Raphael Navarro http://cie1420.free.fr/ Yann Frisch www.yannfrisch.com Derren Brown www.derrenbrown.co.uk

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TEATRO A CORTE

www.teatroacorte.it

5/21 LUGLIO, RESIDENZE SABAUDE IN PIEMONTE

PIERRE BORASCI

foto di LORENZO PASSONI

Teatro a Corte nasce nel 2007 come progetto per un confronto tra artisti di spettacolo dal vivo, dunque una forma contemporanea di creazione, con illustri testimonianze artistiche del passato; con l’idea di far scaturire da questo confronto il singolare piacere per lo spettatore di una doppia fruizione, lo spettacolo dal vivo contemporaneo che prende vita in un teatro monumentale di antico, grandissimo fascino. Coprotagoniste importanti diventano così le dimore sabaude del Piemonte, una corona di magnifiche residenze reali intorno a Torino, costruite dalla dinastia regnante tra il XVI e il XIX secolo. I luoghi del festival diventano quindi il Castello di Agliè, Palazzo Reale, il Castello di Racconigi, il Castello di Rivoli, La Reggia di Venaria Reale; giardini di delizie, architetture maestose, per un unicum di straordinario valore artistico, paesaggistico e storico-culturale, dichiarato “Patrimonio dell’Umanità” nel 1997 dall’UNESCO. Diretto da Beppe Navello, ideato e realizzato dalla Fondazione Teatro Piemonte Europa con il sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comune di Torino, Fondazione CRT, il festival ha ospitato nel corso di 3 week-end 21 compagnie di 10 differenti nazionalità (Italia, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia, Svizzera, Ungheria) per 23 spettacoli, di cui 13 prime nazionali e 7 creazioni site-specific, 1 vetrina olandese e 12 differenti location in 6 comuni (Agliè, Druento, Racconigi, Rivoli, Torino, Venaria Reale).

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L’edizione 2013 ha offerto, all’interno di una vasta programamzione che spazia dal teatro, alla danza, alle installazioni, alle creazioni in-situ, uno spaccato prezioso delle nuove declinazioni del circo contemporaneo, spaziando dalla Francia alla Finlandia fino alla Spagna. Di questa sezione forniamo un breve dettaglio degli spettacoli presentati. Per l’apertura del festival arriva in prima nazionale un fenomeno culto, il giovane collettivo Ivan Mosjoukine, con De nos jours [Notes on the circus] in cui prendono vita 80 vignette sul tema del circo per realizzare un destabilizzante manifesto artistico alla base del quale c’è un principio semplice e chiaro: tutto viene mostrato nel suo farsi, senza trucchi o effetti speciali, perché “è quel che si vede ad essere magico”. Non rinunciano però alla magia due maghi di professione, il finlandese Kalle Nio e il francese Yann Frisch, esponenti di rilievo della “Nouvelle Magie”, presentando in prima nazionale Lähtö/Départ, sua ultima creazione e abile incrocio fra circo, danza, arti visive e magia, che racconta di una coppia in crisi immersa in un labirinto di specchi nel mezzo di un salotto borghese con abiti volanti e mobili sospesi. Altro protagonista è Yann Frisch, giovane talento francese, vincitore del campionato Europeo di magia nel 2011 e di quello Mondiale nel 2012, al quale il festival dà “carta bianca” per un progetto dedicato alla figura del clown.


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É invece un clima bucolico quello che si respira nel circo “poetico-agricolo” dell’Atelier Lefeuvre & André che in La serre, piccolo gioiello sull’essenza dell’arte circense, accoglie gli spettatori sotto una vera serra con tanto di manto erboso e clown davvero ecologici: due giardinieri armati di carriola e badile. Stessa atmosfera intima per il danese Karl Stets che tuttavia contamina il suo circo stravagante con il thriller e l’horror, presentando il suo cavallo di battaglia Cuerdo in cui è alle prese con 3 corde, 9 trappole per topi pronte a scattare, un grammofono e un pesciolino. E infine il circo che si contamina con la danza. Dopo il successo della scorsa edizione torna al festival Yoann Bourgeois con il nuovo lavoro La balance de Lévité, una forma breve che indaga il punto in cui il corpo rimane sospeso, senza punti d’appoggio, e solo allora ogni cosa diventa possibile. Espressione concreta del desiderio di Teatro a Corte di coniugare la scena contemporanea con il patrimonio storico delle dimore sabaude, le creazioni in situ rappresentano un momento fondante del festival e affidano ad artisti internazionali il compito di dialogare con le architetture e gli spazi delle dimore sabaude per offrire al pubblico emozioni uniche. I questo senso è l’Olanda, paese cui è stata dedicata la vetrina internazionale di questa edizione, in occasione dei 300 anni dalla firma del trattato di Utrecht e dei festeggiamenti che legano la città olandese a Torino, a presentare un gruppo di artisti d’eccezione, impegnati in una serie di progetti site specific che condurranno il pubblico all’incontro con piccole e grandi emozioni in un bosco, per le stanze di un castello, su di un autobus, in un container o in un tunnel sintetico che dialoga con il paesaggio. In una regione come il Piemonte, leader in Italia per il sostegno alle arti dello spettacolo dal vivo contemporaneo e ricca di manifestazioni sul genere, viene confermata per il secondo anno consecutivo anche la collaborazione tra Teatro a Corte, Festival delle Colline Torinesi, Festival Sul Filo del Circo e Live - Fondazione Piemonte dal Vivo. Contenitore di questa collaborazione è il progetto Progetto C3+, nato per sviluppare progetti internazionali di teatro contemporaneo, armonizzare i calendari, condividere non solo spettacoli e iniziative, ma anche servizi per il pubblico. Le compagnie accompagnate dal progetto quest’anno sono state: Maniaci d’Amore, Proxima Res, Teatrul Act per Colline Torinesi; Circopitanga, Lou ar bicause, Nanirossi per Sul Filo del Circo. Per Teatro a Corte figurano invece Trattato della lontananza della C.ie Zerogrammi, Attack in Racconigi di Gabriella Cerritelli, Addì, 12 luglio 1833 e Orlando di Paolo Mohovich. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 0 s e t t e m b r e 2013

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12° FESTIVAL INTERNAZIONALE SUL FILO DEL CIRCO TEATRO LE SERRE DI GRUGLIASCO 15 GIUGNO / 15 SETTEMBRE 2013 www.sulfilodelcirco.com

Sono passati circa 250 anni da quando Philip Astley, ex sergente dei dragoni inglesi dava vita al concetto di circo in un anfiteatro londinese e oggi che il fulcro dell’arte circense si dà appuntamento sotto l’ampia cupola del Teatro Le Serre di Grugliasco. Al pubblico è data l’occasione di sperimentare le mille sfaccettature del linguaggio di quest’arte in grado di rinnovarsi quotidianamente. 23 spettacoli, circa 100 artisti provenienti da Italia, Francia, Svizzera, Argentina, Etiopia, Finlandia, Belgio, Portogallo, Spagna, Venezuela, Brasile, Australia, Gran Bretagna e Israele, oltre 9000 spettatori, 8 prime nazionali sono alcuni dei dati più significativi di questa edizione che ha riscosso un successo di pubblico superiore alle edizioni precedenti, registrando numerosi sold out, segnale in controtendenza che conferma il radicamento della cultura del circo contemporaneo in Piemonte e la solidità di un pubblico sempre più affezionato e competente. La programmazione ufficiale del Festival (organizzato dalla Città di Grugliasco in collaborazione con Cirko Vertigo) si è aperta con il nuovo spettacolo degli elvetici Starbugs che in “Better than chocolate” propongono 60 minuti di gag fulminanti in grado di fondere l’acrobatica eccentrica e

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la danza acrobatica con una strepitosa mimica. Il Fekat Circus è tornato in Europa con una compagine rinnovata composta da sette acrobati e giocolieri ed una contorsionista dall’impressionante flessibilità corporea. Il tema della comicità è centrale nella programmazione di Sul Filo del Circo che quest’anno ha proposto “Artisto!” il one man show di Elastic, carismatico clown belga apprezzato all’ultimo Festival di Avignone; il ritorno sulle scene del gruppo storico torinese Pentaclown e il “Best of” di Locobrusca, graffiante e vulcanico attore comico e artista di strada argentino. Tra i fiori all’occhiello di questa edizione l’unica data italiana della compagnia finlandese Race Horse Company che in “Petit Mal” (diretto da Maksim Komaro) propone una propria visione del circo contemporaneo, scevra da orpelli e ragionamenti filosofici per restituire, attraverso un’estetica cruda e rock, tutta l’efficacia della performance circense, mettendo al centro dello spettacolo l’artista, lo sforzo fisico e il conseguimento di risultati davvero fuori dal comune. Impressionanti le evoluzioni al trampolino elastico di Rauli Kosonen perfezionatosi in questa disciplina al CNAC, la disinvoltura al palo cinese di Petri Tuominen e le acrobazie di Kalle

CORRADO DANGELO

a cura di DARIO DURANTI foto di LAURA GALLINA

Lehto: un trio affiatato e dotato di un talento sorprendente che li sta portando sui palcoscenici di tutto il mondo. Molto atteso e apprezzato Flow, anticipazione del prossimo lavoro dei Sonics (che da ottobre saranno in tournée teatrale con Duum) brillante compagnia aerea italiana sempre più proiettata verso il panorama internazionale: nel loro repertorio quadri aerei di grande impatto visivo, adatti sia agli spazi chiuse che alle grandi piazze. Sul Filo del Circo da anni si propone come scopritore di talenti e rampa di lancio per le giovani compagnie. Lo è stato anche quest’anno per la compagnia francoargentina Iou ar Bicause vincitrice dell’edizione 2012 del Premio Internazionale per


CORRADO DANGELO

CORRADO DANGELO

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Giovani Artisti di Circo Contemporaneo che a Grugliasco ha proposto la sua prima produzione messa a punto con il sostegno del Festival: una originale pièce accompagnata da musica composta ed eseguita dagli stessi artisti Julien Mandier, Carola Aramburu e Raphael Gardrat. Idee provocatorie, uno stile decisamente scanzonato ed originale, una buona dose di autoironia ed un’ottica tecnica sono le cifre stilistiche di questo trio di cui sentiremo ancora parlare. Il Concorso, quest’anno condotto dal poliedrico Marco Berry, ha premiato la compagnia Cietopie (Fabian Krestel/Germania e Tania Simili/Svizzera) impegnata in un lavoro su palo cinese, tessuti e manipolazione di clave. Secondi classificati i

clown del Mattress Circus (Tiago Fonseca, Daniel Gonçalves e Nikolaj Munk) che in “Heights” ironizzano sulle loro differenti altezze. Menzione speciale della giuria (composta da una ventina di personalità provenienti dal mondo dello spettacolo dal vivo, del circo contemporaneo e della comunicazione) per l’italiana Samantha Fois, acrobata aerea alle cinghie che ha divertito (in coppia con il trapezista argentino Alan Lerch specializzato nella rara disciplina del washington) grazie all’efficacia del proprio personaggio comico. Il Festival ha prestato un’attenzione particolare al target delle famiglie, con due spettacoli freschi e divertenti adatti al pubblico di tutte le età. “Circo in Scatola”, la nuova produzione destinata al circuito teatrale dei Nanirossi, giovane compagnia italiana maturata nei primi anni di attività della Scuola di Cirko Vertigo e oggi affermata a livello nazionale grazie alla capacità di utilizzare con disinvoltura vari linguaggi artistici e di alternare il palco e la strada per ambientare i propri spettacoli; e “Rêves d’été” della compagnia CircoPitanga che si è avvalsa per la creazione di questo lavoro della consulenza artistica di Milo & Olivia: Loïse Haenni e Oren Schreiber sono gli interpreti di questa storia

d’amore che alterna momenti poetici a passaggi acrobatici altamente spettacolari come il pregevole sostenuto aereo ai tessuti. Protagonisti del Festival anche gli artisti della Scuola Vertigo impegnati in Déséquilibre un lavoro di circodanza contemporanea con incursioni comiche, curato da Michela Pozzo e Luisella Tamietto, che conclude il percorso di formazione biennale, portato in scena da dodici giovani artisti internazionali. In un cartellone che predilige la commistione dei linguaggi non poteva mancare uno spazio dedicato all’illusionismo con Magika, galà che ha visto l’incontro tra autorevoli esponenti del mondo della magia, artisti di Cirko Vertigo e giovani talenti provenienti dalle grandi dinastie circensi grazie alla presenza di Sarah, Adriana e Bruno Togni del Circo Americano e degli icariani del Duo Guidi. Il festival ha chiuso la sua programmazione con il nuovo solo di Jay Gilligan “Prototype” dedicato all’amico e collega Luke Wilson che in diverse occasioni aveva onorato con la propria arte il palcoscenico di Grugliasco sempre più crocevia di incontri internazionali, luogo di transizione ed incontro di maestri, artisti, personalità e culture di tutto il mondo.

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JAY GILLIGAN PROTOTYPE www.fourthshape.com foto di MIA BERGIUS

Da tempo mi dedico ad un mio nuovo progetto/concept che si chiama Fourth Shape e in questi anni, insieme ad altri giocolieri dediti alla sperimentazione, ho preso parte al Manipulation Research Laboratory (MRL). In questi laboratori, liberandoci dall’impegno di dover produrre risultati da mettere in scena, ci siamo dedicati ad una ricerca più in profondità sulla giocoleria. Ma siamo sempre degli artisti, e non solo “scienziati” che ricercano, così abbiamo deciso che i risultati di questi laboratori dovessero in qualche modo approdare alla scena. Prototype, frutto di una ricerca durata 5 anni durante i quali ho sperimentato nuovi ed avanzati concetti di giocoleria, è la prima di queste produzioni. Prototype è una performance “solo” in cui la giocoleria vive due variazioni: sequenze complesse con oggetti dalle forme originali, intervallate dalla composizione estemporanea di musica elettronica. Dal MRL sono nati nuove e differenti oggetti di manipolazione, successivamente costruiti dal RenegadesignLab in California. Questi nuovi attrezzi hanno contribuito a creare nuovi pattern e interazioni col

corpo. Anche se il design degli attrezzi è nuovo, la costruzione a mano di tutti gli oggetti rispecchia le usanze dei giocolieri di una volta, che realizzavano da soli i loro attrezzi di giocoleria. In quest’ottica tutti gli elementi dello spettacolo sono dei prototipi, che per loro natura incarnano lo spirito di ricerca dell’intero progetto. La musica invece viene realizzata sul Reactable, ed è frutto di una sperimentazione iniziata a Stoccolma con il JAM (Juggling and Music), primo master offerto da un’università di circo. Il Reactable è una complicata consolle che reagisce a un touch screen a infrarossi generando – nel mix di pattern ritmici e frammenti di comunicazioni dallo sbarco sulla Luna – forme grafiche e una propria drammaturgia sonora. I suoni variano a seconda della posizione e dell’orientamento degli oggetti, che richiedono sempre nuove tecniche di manipolazione per essere spostati e gestiti nello spazio. A questa performance ne seguirà una seconda nel mese di novembre a Stoccolma; uno spettacolo con 14 giocolieri insieme sul palco per esplorare alcuni dei risultati raggiunti nei MRL. Considero Prototype un

passo in avanti in una vita di lavoro. In realtà non ci sarebbe alcuna necessità che ci limita e costringe a manipolare un attrezzo “codificato”. C’è tanto lavoro da fare nell’arte della giocoleria per scoprire non solo nuovi trick, ma anche nuove forme di oggetti, con un’attenta riflessione ad ogni step del percorso. In questo senso è stato interessante osservare come la comunità degli spinner abbiano accettato e inglobato nuove forme di attrezzi in modo più veloce di quanto abbiamo fatto i giocolieri. A volte un successo può impigrirti o impedirti di vedere una nuova direzione e invece si impara molto nella sperimentazione con nuovi attrezzi, spesso molto educativi e indicatori di una nuova direzione da seguire. E poi, naturalmente, con nuovi oggetti si aprono tante possibilità di trick che non sarebbe possibili con i vecchi oggetti. E già comincio ad intravedere nuove forme di attrezzi in tutto il mondo… piccole cose che cominciano a cambiare, come il colore delle sfere di contact, oppure alcuni colori diversi di decorazione di clave, o altri piccoli dettagli. Alla fine questo porterà una maggiore scelta di ciò che si vuole manipolare, che a sua volta produrrà ancora più modi di giocolare!

5 CATCHES è un’antologia di 16 saggi sulla giocoleria contemporanea. Questa pubblicazione di 100 pagine raccoglie gli articoli scritti da Jay Gilligan per la rivista americana Juggle e pubblicati tra il 2007 e il 2010, un’intervista inedita con Michael “Fergie” Ferguson, 25 foto del famoso fotografo belga Hans Vera. Tutti gli articoli appaiono nella loro forma originale, come sono stati scritti prima di essere presentati al direttore di Juggle. “5 catches” è disponibile in 5 versioni diverse, tutte “print on demand”, comprese le edizioni speciali. Per eventuali ordini si prega di consultare www.blurb.com

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Questa rubrica, a cura di Carlo Porrone, (www.orionriggers.com), non pretende di formare una competenza totale sulla sicurezza ma suggerire le basi per una consapevolezza che porti a minimizzare i rischi di essere coinvolti o creare incidenti, anche gravi, pur tenendo presente che a volte tali rischi non sono di per sé completamente eliminabili. Sia che si lavori da soli, sia che si faccia parte di una grossa produzione, non ci si deve mai illudere che la sicurezza sia un argomento destinato “ad altri”: si è sempre tutti coinvolti.

NON SUCCEDE NIENTE FINO A CHE NON SUCCEDE…

SICURAMENTE 1.1

Il fatto che spesso si parli (o si scriva) di sicurezza sul luogo di lavoro in tono sterile e burocratico rischia di generare scarso interesse, se non rigetto, intorno a questo tema. Eppure proprio chi pratica l’arte circense, sia per passione sia per lavoro, non dovrebbe mai sottovalutare questo aspetto, perché il divertimento e le emozioni non devono mai lasciare il posto al rischio inutile e agli incidenti. Tragici eventi come il crollo dei palchi per i concerti di Jovanotti o Laura Pausini o la caduta mortale di Sarah Guyard-Guillot durante lo spettacolo Kà del Cirque du Soleil ci ricordano, purtroppo, come errori di montaggio o cedimento dei materiali possono risultare fatali. Quando si parla di tutta quella serie di “misure di prevenzione e protezione che devono essere adottate dal datore di lavoro, dai suoi collaboratori, dal medico competente e dai lavoratori stessi” non è sempre immediato sentirsi chiamati in causa. È lecito chiedersi quanto tutto questo ci riguardi quando si tratta semplicemente di fare cappello dopo uno spettacolo di piazza o quando non si ha un datore di lavoro. In realtà moltissimi artisti sono sempre più coinvolti e desiderano realizzare performance che sono intrinsecamente pericolose non solo durante lo spettacolo, ma anche durante l’allestimento o con il rischio di coinvolgere il pubblico: si pensi alle discipline aeree o alla giocoleria con il fuoco. Cercando quindi di evitare per quanto possibile un poco interessante elenco di leggi e decreti, analizzeremo alcuni dei più frequenti rischi in modo pratico nell’ottica di diffondere il più possibile una cultura sulla sicurezza. Questa rubrica non pretende di formare una competenza totale sulla sicurezza ma suggerire le basi per una consapevolezza che porti a minimizzare i rischi di essere coinvolti o creare incidenti, anche gravi, pur tenendo presente che a volte tali

rischi non sono di per sé completamente eliminabili. Sia che si lavori da soli, sia che si faccia parte di una grossa produzione, non ci si deve mai illudere che la sicurezza sia un argomento destinato “ad altri”: si è sempre tutti coinvolti. La sicurezza parte da noi: la capacità di individuare dei potenziali rischi, la percezione di tali rischi (che è diversa da persona a persona), la formazione per evitare nel modo corretto il rischio o intervenire

in caso di necessità. Tutto deve però partire con una severa autovalutazione sia della parte artistica che della parte tecnica, dato che spesso si lavora anche nelle fasi di allestimento, prima e dopo uno spettacolo. È fondamentale chiedersi ogni volta se si è in grado di valutare autonomamente il rischio o se è necessario il parere di un collega più esperto o quello professionale di un tecnico (rigger, ingegnere). Al di là di quei casi in cui l’intervento di un professionista è obbligatorio per il rilascio di adeguate certificazioni, bisogna saper riconoscere che, per quanto ci si documenti, il bagaglio di competenze ed esperienze di un addetto ai lavori è spesso insostituibile. Ovviamente sono utilissimi corsi di formazione e workshop con esperti e la pratica quotidiana con la giusta testa (aiutata da una buona attitudine) è la miglior scuola. Anche una rubrica come questa non potrà mai essere esaustiva e ogni argomento trattato sarà solo uno spunto da cui partire per ulteriori approfondimenti. Per concludere, anticipo l’argomento che verrà trattato sul prossimo numero: i punti di ancoraggio, che collegano noi, le nostre corde o gli attrezzi con cui lavoriamo a qualche cosa di sufficientemente solido e stabile. L’ambiente circostante deve essere infatti conosciuto e analizzato tanto quanto i fidati attrezzi: saper montare a regola d’arte i nostri materiali deve presupporre che anche tutto quello che li sorregge sia altrettanto sicuro. Su www.jugglingmagazine.it > Juggling Magazine Extra > Sicura-mente troverete approfondimenti e materiali più dettagliati, ad esempio una efficace “valutazione dei rischi” o accenni agli obblighi di legge. Nella stessa sezione il link ad un completo articolo sulla sicurezza nella giocoleria col fuoco. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 0 s e t t e m b r e 2013

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FUNAMBOLIKA FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL NUOVO CIRCO VII EDIZIONE, 1/3 LUGLIO, PESCARA www.funambolika.com foto di SILVIA MAZZOTTA

Funambolika è riuscita a imporsi in sette anni come uno dei più solidi appuntamenti italiani del settore in un territorio, la costa abruzzese, in cui da una parte il circo era legato solo alla proposta prevedibile dei tendoni tradizionali; dall’altra facendosi strada all’interno di una incredibile quantità di proposte serali per il tempo libero, e di logiche culturali storicamente non innovative o clientelari. L’area di Pescara in estate vede forse centinaia di manifestazioni artistiche: festival di musica o cinema, le grandi popstar, e in primis il divertimento

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notturno balneare. Difficilissima è dunque la visibilità oltre che la disponibilità del pubblico. In questo panorama, il ruolo di Funambolika (ma anche il rischio) è stato quello di rappresentare forse l’unico elemento di novità e scoperta nel panorama artistico. In sette anni, il pubblico pagante ha potuto scegliere senza conoscere prima il contenuto. E del resto questo è uno dei punti di forza nelle programmazioni di circo contemporaneo: non ha il vantaggio della sicurezza rispetto a celebrità televisive o musicali, ma svolge un ruolo, credo etico, nello stimolo all’intelligenza del pubblico e al suo senso di scoperta, dunque oltre le logiche di mercato dello spettacolo. Il festival resta da sette anni volutamente limitato a tre appuntamenti paganti. Questo sia per i motivi esposti di saturazione delle proposte, sia perché Pescara è una città urbanisticamente dispersiva, in cui sono difficili strategie di diffusione e visibilità urbana come avviene in una logica di festival. I tre territori esplorativi del festival sono quelli della troupe innovativa di medio-grande formato, del recital solista e del gala di numeri classici. In questo credo che Funambolika, senza volerlo, abbia la sua effettiva unicità rispetto ad altre manifestazioni: ignorare di fatto ogni appartenenza concettuale rispetto a “tradizionale” o “contemporaneo”. Questo non solo nelle scelte, ma anche in ciò che “non” si sceglie. Rispetto ad altri festival di circo infatti, Funambolika ha la necessità (anche economica) di raggiungere platee molto ampie: ciascuno degli spettacoli ha un’affluenza che va dalle 800 alle 2.200 persone paganti a sera. Ciò significa che

proposte di ricerca troppo sofisticate lascerebbero il pubblico perplesso quanto esibizioni classiche troppo legate agli stereotipi più sterili del circo. È dunque una operazione di equilibri. L’idea è quella di intercettare anno per anno un patrimonio internazionale di circo “d’arte”, capace di costruire un’estetica del proprio tempo, al tempo stesso ereditando la tradizione popolare del circo: nelle nuove compagnie, nell’arte clownesca ma anche nella logica del numero tradizionale. In quest’ultimo campo, la creazione annuale del Gran Gala du Cirque (che realizziamo assieme ad Alessandro Serena e Circo e Dintorni), è un raro esempio in Italia di serata classica in cui elevatissima performance e compiutezza estetica esaltano il senso di “numero” circense. Tra gli artisti invitati quest’anno, il duo aereo Flight of Passion ha dimostrato il vertice del tipo di lavoro coreografico


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proprio a un laboratorio quale il Cirque du Soleil; il giocoliere Koblikov ha testimoniato la ricerca di drammaturgia visiva e gestuale del nuovo circo ucraino; il dislocatore Robert Muraine ha rappresentato un esempio possibile di passaggio dalla danza urbana al mercato del varietà moderno. Uno dei punti di maggior orgoglio dalla nascita di Funambolika è stata la possibilità di ospitare nel Gala di quest’anno il clown David Shiner. L’artista è stato negli anni ‘80 il pioniere dell’incontro tra clown di strada e comicità della pista, introducendo nel circo classico il ruolo dello spettatore come partner, e in qualche modo rivoluzionando la clownerie circense. Oggi è una star di Broadway, oltre che affermato regista per il Cirque du Soleil. La sua presenza si inserisce nel desiderio di Funambolika nel porre in risalto i più rappresentativi clown della scena mondiale. Questo avviene anche con i progetti di one-man show: e quest’anno si è compiuta un’operazione notevole con Bustric. L’artista italiano ha accettato di compiere un lavoro di scrittura coerente sui primi 40 anni (!) del suo repertorio, generando un recital di toccante profondità, che si spera possa avere un seguito. D’altra parte, Funambolika ha agito sempre oltre una logica di cartellone, cercando di stimolare la nascita di nuove creazioni: è accaduto in passato sostenendo la nascita dei recital di David Larible o Peter Shub, l’anteprima della compagnia Karakasa, ormai alla centesima replica, o del gruppo catalano Call Me Maria. L’osservazione di quanto avviene in Catalogna è da sempre un nostro punto di attenzione, individuando una fertilità in un territorio di

grande potenziale innovativo (un pò smentendo il luogo comune della priorità francese in fatto di nuovo circo). Quest’anno si è ospitata una delle compagnie catalane storiche: Los Excentricos, che negli ultimi decenni hanno svolto un’operazione rara ed esemplare sul clown musicale classico nelle logiche di innovazione. Le difficoltà economiche non hanno consentito quest’anno di affrontare l’abituale missione formativa con proposte di stage, o di ospitare una grande compagnia acrobatica di nuovo circo. Funambolika ha però tentato quest’anno anche un più concreto dialogo con il territorio: il celebre Flaiano Film Festival ha ospitato come anteprima di Funambolika l’affollatissima proiezione del film in 3d “Cirque du Soleil – Mondi Lontani”, e la presenza di Bustric è stata l’occasione per un importante incontro “biografico” con l’artista, valorizzato anche da una diretta con Radiotre Suite. Un aspetto molto difficile da affrontare per Funambolika è la legittimazione presso la realtà sociale e istituzionale. Ancora lontana é la comprensione di potenzialità di un discorso strategico sulla cultura del nuovo circo. Non vi sono elementi di stimolo e confronto sul territorio, ove musica e teatro sembrano essere gli unici aspetti di investimento, ma senza le prospettive di progettualità, fertilità e rete internazionale di cui è oggi capace il

circo contemporaneo. Resta comunque incredibile come, in un’area geograficamente e culturalmente molto lontana da ogni logica innovativa, Funambolika si sia potuta affermare, con un seguito fedele di migliaia di spettatori e una visibilità internazionale ormai solida. Il riconoscimento del Ministero dei Beni e Attività Culturali come festival circense d’importanza nazionale ha quest’anno premiato un lungo percorso. In sette anni il festival, con la sua specifica identità, si è posto da Pescara come uno dei pochi appuntamenti di nuovo circo puro (assieme a Fossano e a Grugliasco) e paradossalmente l’unico nel centro-sud della penisola. Con il festival di Grugliasco si è già collaborato in passato. È interessante poter ora costruire un dialogo strategico tra questi tre appuntamenti estivi e le loro idee e identità, nei campi di programmazione, formazione e riflessione teorica, con un ruolo sempre più importante nella fabbricazione del nuovo circo italiano e del suo pubblico.

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HUMOROLOGIE JAMY HOLLEBEKE

LE CIRQUE DEMOCRATIQUE DE LA BELGIQUE

KORTRIJK/MARKE www.humorologie.be foto di GINO COCQUYT

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estratto dall’articolo a cura di ADOLFO ROSSOMANDO per il progetto europeo Unpack the Arts (versione integrale dell’articolo disponibile online su jugglingmagazine.it)

che ha conosciuto negli anni vere e proprie ondate: francese, argentina, inglese e in questi ultimi periodi anche… italiana!

(…) Avere la possibilità grazie al progetto Unpack The Arts e di incontrare alcuni dei protagonisti e fondatori del festival fornisce un’ottima occasione per contestualizzare il successo di Humorologie all’interno di un progetto culturale molto più ampio. Al tempo stesso questo viaggio ci permette di capire meglio perché il circo contemporaneo vede oggi nel Belgio uno dei suoi paesi più prolifici. L’incredibile sviluppo delle arti circensi contemporanee in Belgio è dovuto ad una serie di fattori: la vicinanza alle aree linguistiche e culturali della Francia, la posizione geografica di crocevia europeo, la lungimirante politica di integrazione sociale e di supporto istituzionale alle arti circensi. Non ultima la presenza di una scena di rilievo internazionale di danza e teatro contemporaneo, i cui codici informano fortemente tutto lo sviluppo del circo contemporaneo. (…) La genesi e la storia del Belgio, “giovane” stato incastonato tra grandi potenze, è complessa proprio perché affonda le sue radici geografiche e culturali sul meridiano linguistico che divide in Europa l’area francofona da quella germanica. (…) Specchio di questo metissage linguistico a Bruxelles convivono, oltre ad un ricchissimo tessuto di venue e spazi dediti alle arti circensi, le eccellenze dell’ESAC, tra le migliori scuole superiori professionali di circo, l’Ecole du Cirque de Bruxelles, tra i più rinomati istituti di formazione in pedagogia del circo,

ALLA CORTE DEI FIAMMINGHI…

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l’Espace Catastrophe, poliedrico centro di creazione, diffusione e formazione delle arti circensi. Uscendo dai confini della regione di Bruxelles ritroviamo anche nelle regioni delle Fiandre e della Vallonia un composito fiorire di realtà ad alto tasso creativo. Un tessuto molto ricco, per la cui ampiezza basta citare due esempi: El Circo d’Ell Fuego (Anversa - Fiandre), protagonista di progetti pedagogici ed artistici innovativi, tra cui la Extreme Convention, e la Franco Dragone Entertainment Group (la Louviere - Vallonia), che apre il suo sito web con “the world’s most spectacular showmaker”. In assenza di un accordo programmatico sulla cultura tra Fiandre e Vallonia, non è un caso se le arti del circo, che nel linguaggio universale del corpo ritrovano uno dei codici più marcati, facilitino in un contesto linguistico così frammentato il superamento delle barriere linguistiche e le occasioni di incontro, condivisione, integrazione. Questo stimolante e concentrato playground ha parallelamente generato una grande circolazione di artisti, provenienti anche dalla maggiori scuole di circo europee. Un flusso

(…) le Fiandre sono diventate oggi la regione più ricca del Belgio. Una condizione che, unita a politiche culturali illuminate, ha permesso alle Fiandre di diventare in pochi anni un esempio internazionale per quanto riguarda le politiche di sviluppo, sostegno e promozione delle arti performative contemporanee. (…) Un supporto che, dopo aver permesso a molte compagnie fiamminghe di danza e teatro contemporaneo di affermarsi nei maggiori eventi internazionali, comincia a produrre i suoi frutti anche nel mondo delle arti circensi. (…) Bart Caron, fondatore di Humorologie, (…) ha cominciato a lavorare al Ministero della Cultura in un team progressista e con idee precise sulla funzione che l’arte potesse svolgere nella società. “Era un periodo di benessere economico per le Fiandre e il Ministero si impegnò allora a sostenere i settori artistici in crisi, tra i quali il Circo di Tradizione, non ancora riconosciuto dal governo, nè contemplato negli Art Decree che regolavano il settore delle arti. Fu siglato quindi un accordo per il supporto al settore, con l’intento e l’impegno da parte dei circhi di rinnovare i loro spettacoli artistici, ormai datati. In quegli stessi anni il processo di democratizzazione della cultura, avviato negli anni ‘60-’70, cominciava a produrre risultati tangibili, con una lunga seria di centri cul-


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turali e teatri che venivano inaugurati in tante città. La “culture pour tous” era un sogno di proporzioni europee e il circo contemporaneo e la pratica delle arti circensi amatoriale cominciava a diffondersi in modo esponenziale grazie anche a questo fertile humus culturale. Negli anni successivi il Ministero cominciò a sostenere anche compagnie ed artisti di circo contemporaneo con borse di studio che, in una regione che allora non offriva percorsi formativi, permettessero di fare formazione all’estero o presso l’ESAC di Bruxelles. Il settore crebbe velocemente, tanto da indurre le istituzioni ad approvare nel 2008 un provvedimento legislativo specifico per le arti circensi nelle Fiandre, il Circus Decree, che diede una forte accelerazione ad un progetto culturale partito nel 1999”.

CIRCUS DECREE Con il Circus Decree viene istituito il Circus Centrum, organismo deputato alla promozione, valorizzazione e diffusione delle arti circensi presso pubblico, artisti ed operatori professionali. Viene inoltre introdotto il supporto pluriennale a grandi e piccoli festival e vengono stabilite le linee strategiche che impegnano gran parte dei fondi per artisti, co-produzioni, creazioni invece che per le strutture. Ulteriore supporto al settore viene garantito attraverso altri provvedimenti legislativi che facilitino la formazione e la copertura delle spese di viaggio per la partecipazione ad importanti festival internazionali.

(…) Interessante notare che questa politica supporta ancora e a pieno titolo anche il circo di tradizione, i cui esponenti sono anch’essi membri di Circus Centrum, alcuni dei quali, come nel caso di Circo Ronaldo e di altre imprese, sono riusciti a sviluppare negli anni uno stile innovativo nei loro spettacoli

HUMOROLOGIE Humorologie è uno dei festival più antichi del Belgio, nato 27 anni fa in un’area a vocazione industriale e logistica, vicino al confine francese, piena di importanti arterie stradali e ferroviarie. Un’area che offriva quasi niente in termini di eventi culturali e dove la popolazione aveva bisogno, soprattutto in estate, di momenti di vita sociale, di incontro, di festa. (…) “Humorologie è cresciuto negli anni, diventando un appuntamento di rilievo e riuscendo a portare in Belgio comici di fama internazionale” racconta Koen Allary, suo attuale direttore artistico nonchè direttore di Circus Centrum “Nel 2005 mi venne proposto di assumerne la direzione artistica e di rilanciare la programmazione. Mi interessavo già da tempo di arte e cultura, con vedute abbastanza ampie. Dal comico al clown e al teatro visivo il passo era breve e così ho cominciato nel 2006 a programmare con cautela alcuni spettacoli che proponevano una clownerie circense. (…) Ora lo definiamo un festival di circo contemporaneo, (…) Vogliamo investire tutto ciò che è possibile negli artisti, tenendo bassi i costi della struttura. Questo ci permette di poter contrattare

spettacoli di rilievo, come quest’anno C111, oppure compagnie numerose, come La Putika, i cui cachet viaggiano sull’ordine di alcune decine di migliaia di euro.” Il festival registra le vendita di circa 15.000 biglietti, ad un pubblico prevalentemente di settore, poiché quello di massa ha ancora l’idea che il circo sia ancora clown con il naso rosso e animali in pista. Per emancipare l’immaginario collettivo Humorologie persegue una politica forte per il facile accesso al festival e la promozione delle arti circensi contemporanee. (…) Ma il festival è solo la punta dell’iceberg di una attività che va avanti tutto l’anno e che, in linea con le politiche culturali regionali, la vede polo territoriale per residenze, showcase e la co-produzione di molti degli spettacoli della sua programmazione. (…) È anche per questo che è in fase di progettazione la prima scuola professionale di circo nelle Fiandre, che dovrebbe nascere a Gent nel settembre del 2015. Un progetto ambizioso, al cui interno possano mescolarsi teatro, danza, circo; un superamento degli attuali schemi che vedono le scuole europee focalizzate solo o troppo sulle competenze tecniche. Una struttura che sia fucina di idee, che possa arricchire il circo contemporaneo in termini di scrittura, estetica, messaggi; che possa restituirgli la capacità e possibilità di esercitare a pieno titolo, al pari del teatro e della danza, una forte influenza sulla società. Un dibattito quest’ultimo molto acceso ed interessante, in Belgio così come in altri paesi. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 0 s e t t e m b r e 2013

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DALLA PARTE DEL… PRODUTTORE

Nuova puntata della rubrica dedicata al ruolo e al lavoro dei produttori di attrezzi per la giocoleria e le arti circensi in generale, segmento fondamentale dell’intero settore. Uno spazio per scoprire cose rende speciali gli attrezzi che utilizziamo, in quali direzioni va la loro ricerca, il ruolo degli artisti nel loro lavoro, parleremo di tecnologia ma anche di etica del lavoro, rispetto dell’ambiente, storia ed evoluzione degli attrezzi, di come gi attrezzi hanno influenzato le discipline/arti che ci appassionano. Diamo il via alle macchine…

1.2 PRODURRE ATTREZZI NELLA TUTELA DEL LAVORO E DELL’AMBIENTE www.playjuggling.com Tutti i lavoratori alla Play sono regolarmente assunti, lavorano full time e decidono come gestirsi le loro ore giornaliere stipulate da contratto. Ci teniamo a responsabilizzare i lavoratori, dargli la possibilità di autogestire i reparti. Lavoriamo come in un team, quasi una famiglia, e tutti vengono coinvolti anche nei processi di R&D, alimentati dal continuo passaggio di artisti in ditta. Sul fronte della sostenibilità ambientale ogni bancale di materia prima che ci arriva è già stato testato e certificato, secondo la normativa ormai in vigore in tutta Europa ormai da 20 anni. Praticamente non abbiamo quasi scarti di produzione, tutta la plastica viene riciclata e i pochi residui industriali vengono ritirati da apposite ditte. Dove possiamo utilizziamo materiali naturali, vedi le borse per le clave, e da due anni tutta la nostra produzione utilizza energia elettrica proveniente da pannelli fotovoltaici installati sul tetto dei nostri capannoni. Il mio sogno è poter realizzare attrezzi con plastiche di origine vegetale, con oggetti biodegradabili, ma i costi sono ancora elevatissimi. Sosteniamo anche progetti di circo, donando attrezzi che hanno piccoli difetti di fabbricazione che non ne pregiudicano il buon utilizzo.

www.gora.hu

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www.jonglerie.com I nostri collaboratori hanno contratti regolari, per tutelare loro e noi, e lavorano con noi da tanti anni. Sono capaci di realizzare ogni prodotto della gamma che produciamo, dall’assemblaggio, alla decorazione, allo stoccaggio e tutte le mattine facciamo un briefing intorno ad un gran tavolo dove decidiamo una turnazione che eviti di fare tutto il giorno la stessa cosa. Inoltre, siccome c’è tanto traffico sulla strada per i pendolari che dalla Francia vengono in Svizzera, i nostri lavoratori sono liberi di organizzarsi gli orari di entrata e uscita per evitare il traffico. Tutti i nostri prodotti hanno una certificazione di conformità europea e vengono realizzati in paesi europei. I materiali che utilizziamo sono vicini per caratteristiche ai materiali medici e per gli scarti di lavorazione abbiamo la raccolta differenziata. Nelle lavorazioni che utilizzano materiali volatili abbiamo installato dei sistemi di cappe di aerazione, alle quali sono applicati dei filtri che evitano il rilascio di sostanze nocive nell’ambiente. Per limitare l’impatto dei nostri materiali sull’ambiente l’unica soluzione è fare attrezzi che durino più a lungo possibile, per esempio le nostre clave oggi hanno una vita media di 6/7 anni, oppure introdurre kit di espansione, che è un nostro tratto distintivo, per poter modificare quelli che hai senza dover acquistare l’intero attrezzo daccapo.

A lavorare nel mio workshop artigianale nel centro di Budapest erano tutti artisti/amici che collaboravano quando volevano e potevano nella produzione degli articoli. Ma con un catalogo ormai di circa 40 articoli l’organizzazione del lavoro con un team disponibile a singhiozzi era diventata troppo laboriosa e ballerina. Intanto era diventato papà e desideravo andare a vivere con la famiglia lontano dalle grandi città. Lasciammo Budapest per andare a vivere con la famiglia in un cottage e una yurta all’interno di un eco-villaggio in campagna. Fu l’occasione per trasferire anche il mio laboratorio, in quella che è una zona economicamente depressa, e ci sembrò da subito giusto offrire opportunità di lavoro agli artigiani del posto. Abbiamo così regolarmente assunto 5 persone che lavorano full time, lasciandogli anche la possibilità di prendersi dei permessi e recuperare appena possibile. Il risultato è molto soddisfacente e stiamo pensando di realizzare anche altri manufatti, come le yurta per esempio. Le nostre sono lavorazioni per lo più di assemblaggio, senza impiego di macchine e prodotti inquinanti, inoltre riduciamo gli scarti acquistando il materiale nelle dimensioni ottimizzate per gli articoli. Eventuali residui vengono smaltiti nei centri di riciclaggio oppure donati a progetti che possano utilizzarli.


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www.henrys-online.de

In Germania c’è tanta discussione sullo stipendio minimo garantito e i nostri lavoratori, che lavorano 35 ore a settimana, hanno tutti un contratto, sono ben pagati per un lavoro di qualità, e lavorano con noi da molto tempo, anche 15/20 anni. Lavoriamo sodo, quando c’è un problema sappiamo risolverlo insieme, abbiamo un grande tavolo dove facciamo colazione e pranzo insieme, e ogni anno andiamo 3/4 giorni insieme in vacanza, con tutte le famiglie! Tutta l’energia elettrica che usiamo viene da fonti rinnovabili e tutti i materiali che usiamo vengono inviati ad un istituto di controllo sui materiali per bambini. Vogliamo anche sapere da dove vengono i materiali o i prodotti che usiamo. È facile andare in Cina e farsi produrre le cose, ma noi cerchiamo di produrre tutto in Karlsruhe, con una piccola percentuale anche in altri paesi europei. Non ci piace che la merce debba viaggiare così tanto per arrivare a destinazione e il legno delle clave, per esempio, viene tutto dalla Germania. Sul mercato ci sono ora molte plastiche fatte con canna da zucchero o altre piante, ma noi realizziamo attrezzi per professionisti e tra i più di 100 materiali che abbiamo testato solo 2 sono risultati finora funzionali ai nostri standard. Abbiamo però deciso di non usare pvc, ma solo polietilene e poliamidi, perché la lavorazione del pvc richiede softner e chimici inquinanti, ed è la ragione per cui non facciamo stage ball. Inoltre non usiamo additivi chimici che rischiano di rimanere nelle mani di chi utilizza gli attrezzi, e nei metalli che usiamo non c’è alcuna traccia di piombo, un componente che si trova per esempio nella composizione dell’alluminio. Naturalmente abbiamo un angolo per i residui e facciamo la raccolta differenziata, come è d’abitudine in Germania. Infine forniamo materiale gratuito ai progetti di circo sociale in sud america e altri paesi del terzo mondo di cui sposiamo la causa.

Cirque du Soleil ® sta cercando nuovi talenti per gli spettacoli attualmente in produzione e prossime creazioni.

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REGISTRO NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO LUDICO EDUCATIVO Il Registro nasce con l’intento di fornire informazioni sul lavoro delle scuole, promuovere e facilitare le collaborazioni, gettare le premesse per un riconoscimento del settore e la creazione di un network nazionale. Le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.jugglingmagazine.it

Piemonte Chapitombolo via Baldichieri 18, 14013 Monale (AT) Olivia Ferraris 0141 1856269 www.chapitombolo.it

Lombardia

Trentino Alto Adige

Friuli Venenzia Giulia Veneto Liguria Emilia Romagna Toscana

Marche Abruzzo Umbria Lazio

Campania Puglia Sicilia Sardegna

Circo Clap via Don Giovanni Minzoni 17, 28041 Arona (NO) Pasquale di Palma 328 8891533 www.circoclap.it Dimidimitri via Gorizia18, 28100 Novara Marco Migliavacca 333 1866430 www.dimidimitri.com Flic Scuola di Circo via Magenta 11, 10128 Torino Dario Sant’Unione 338 8394275 www.flicscuolacirco.it Fuma che n’duma via XX Settembre 30, 10022 Carmagnola (TO) Giuseppe Porcu 333 2742858 fumachenduma@yahoo.it Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Sportica via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 340 4644248 sportica@libero.it Teatrazione via Rismondo 39/f, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com Vertigimn via Mottalciata 7, 10154 Torino Fabrizio Fanizzi 338 4189800 www.vertigimn.it Quattrox4 ASdc via Privata Pericle 16 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 associazionequattrox4@gmail.com Piccola Scuola di Circo via Elba 7, 20144 Milano Camilla Peluso 02 42290574 www.piccolascuoladicirco.it Piccolo Circo dei Sogni via Carducci 7/17, 20068 Peschiera (MI) Paride Orfei 02 5471337 www.piccolocircodeisogni.com Scuola di Arti Circensi e Teatrali via Sebenico 21 , 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 www.maurizioaccattato.org Spaziocirco via Carrobbio 6, 20093 Cologno Monzese (MI) Sonia Belotti 338 7813115 www.spaziocirco.it Ambaradan via Gaetano Donizetti 16, 24020 Torre Boldone (BG) Lorenzo Baronchelli 339 5695570 www.ambaradan.org La Valle dei Sogni via IV Novembre 77, 25068 Sarezzo Matteo Mazzini 393 9703004 lavalledeisogni@gmail.com Juggling Lab via della Querce 125, 21013 Gallarate (VA) Luana Facchetti 347 2785195 www.wix.com/improntecreative/gallarate Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Meriadoc Monteverdi 339 1834889 giocolarte@yahoo.it Impronte Creative Via delle Querce 125, 21013 Gallarate (VA) Luana Facchetti 347 2785195 www.circolamento.it Teatro Circo Puzzle Str. Padana Superiore 28, 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) Silvia Vetralla 348 7461009 www.puzzleasd.com Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana (BZ) Josef Marmsoler 0473 249564 www.animativa.org Arteviva via Bari 73/5, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 associazione.arteviva@virgiliio.it Circomix via Tulpe 1c 39030 Vandoies (BZ) Sigrid Federspiel 0472 869479 www.circomix.it Bolla di Sapone via S. Antonio 20, 38100 Trento Tommaso Brunelli 348 8852925 bolladisaponetrento@yahoo.it Oppetelà via Paganini 14, 38068 Rovereto (TN) Anna Cavarzan 338 8330532 oppetela.wordpress.com Ars Motus via dei Templari 1, 34015 Muggia (PD) Elisa Waldner 329 3711848 www.arsmotus.org Circo all’inCirca via Volturno 13, 33100 Udine Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it Ludica Circo c/o Hermete onlus v.le Verona 107, 37100 Fumane (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.hermete.it Facciamo Circo via Segalara 5, 19038 Sarzana (SP) Alina Lombardo 339 5878441 www.facciamocirco.it Circolarmente via Mantova 4/b, 43100 Parma Albert Horvath 347 3131604 www.circolarmente.it Microcirco viale Colombo 18, 47042 Cesenatico (FC) Carla Acquarone 337 266505 www.microcirco.it Piccolo Circo KR scuola elementare Roosvelt, 50051 Castelfiorentino (FI) Sara Spini 349 5779462 www.kappaerre.org En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Julien Morot 380 7560377 scuoladicircoenpiste@gmail.com Mantica Scuola di Circo via del Terminillo 20, 58100 Grosseto Ilaria Signori 328 9089250 www.compagniamantica.it Il Circo Aereo dei Maghi Incartati pz. Musignana 13, 50022 S. Polo in Chianti (FI) Elena Manni 334 1974550 www.elirudyzuli.it Circo Tascabile via Belgio 12, 50126 Firenze Lapo Botteri 348 9241326 www.circotascabile.it Circo Teatro Distratto via Magolo 1, 50053 Empoli Lorenzo Cecchi 340 4779455 www.circodistratto.it Antitesi Scuola di Circo Trick via Don Mazzolari 25, 56025 Pontedera (PI) Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Chez Nous, …Le Cirque! via di Lupo Parra 151, 56023 S. Prospero, Cascina (PI) Cristiano Masi 339 3212486 www.museodelcirco.it Circo Sbarbacipolle Loc. Chiassa Superiore 296, 52100 Arezzo Simona Serafini 339 3840294 sbarbacipollecirco@gmail.com Circo Teatro Oblì Shalà c/o Teatro Verdi, 53036 Poggibonsi (SI) Viola Rosa Giamagli 333 6752130 www.timbreteatroverdi.it Circo Libera Tutti via del Pastore, Viareggio (LU) Samuele Mariotti 333 4022331 piccolascuoladicirco@gmail.com La Valigia delle Meraviglie Via R. Sassi 6, 60044 Fabriano (AN) Maria Pia Santoro 340 2380553 www.lavaligiadellemeraviglie.com Circoplà P.zza Nenni 8, 60030 Serra de Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 www.circopla.it Visionaria via Maestri del Lavoro, Teatro Panettone, Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 www.visionaria.org Il Circo della Luna via D’Aurelio, San Giovanni Teatino (CH) Valentina Caiano 347 0082304 facebook.com/IlCircoDellaLuna Circo Instabile via Birago 4, 06124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 www.circoinstabile.it Rataplan via dell’Artigianato 15 06083 Bastia Umbra (PG) Laura Ugolini 075 7980672 www.teatrodistradapnt.it Catapulta Teatro Circo via Terme di Traiano 38, 00053 Civitavecchia (RM) Novella Morellini 333 2004091 FB Catapulta Teatro Circo Circus Bosch piazza San Pancrazio, 7 00152 Roma Valeria Zurlo 333 6888554 www.circusbosch.com SIACC via Giorgio Perlasca 71, 00155 Roma Paolo Pristipino 06 21808595 www.scuolanazionaledicirco.com Vola Voilà via Senocrate snc (Axa-Palocco), 00125 Roma Anna Paola Lorenzi 06 83082739 www.volavoila.it Chiaradanza via San Filippo 10, 80122 Napoli Linda Martinelli 081 2461173 www.chiaradanza.it Circo dei Sogni c/o Dedelife via Carlo De Marco, 80100 Napoli Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 www.dedelife.it Circo Laboratorio Nomade vico La Catena 9, 74012 Crispiano (TA) Monia Pavone 329 3909909 myspace.com\circolaboratorionomade Un Clown per Amico via Giulio Petroni 14, 70124 Bari Michele Diana 348 0535875 unclownperamico@libero.it Il Giglio c/da Baronia Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281313 www.ilgiglio.org Le strade di Macondo via Goldoni 68, 09131 Cagliari Pietro Olla 338 2362816 www.pietroolla.it Un Chapiteau Parapluie loc. Sanalvò, Vacileddi, Loiri, Porto S.Paolo 07020 (OT) Daniela Bandinu 349 0831017 www.chapiteau-parapluie.blogspot.com

SCUOLE DI ARTI CIRCENSI PER BAMBINI E RAGAZZI CHE AVVIANO ANCHE AL VOLTEGGIO EQUESTRE Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.cascinacampi.it/campacavallo sCavalcando via Campagna 157, 56030 Chianni (PI) Luisa Monico 349 5773202 scavalcando@poderecasavecchia.it A.I.T. La Casella strada Valacchio Casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 0577 314323 www.lacasellacavalgiocare.it Bambini e cavalli via palazzi 40 Coltano, 56010 Pisa Silvia Poggianti 347 5138729 www.bambiniecavalli.blogspot.com

SCUOLE E PROGETTI DI CIRCO SOCIALE E/O TERAPEUTICO (ELENCO IN AGGIORNAMENTO, VEDI JUGGLINGMAGAZINE.IT > CIRCO SOCIALE E TERAPEUTICO)

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Fondazione Uniti per Crescere Insieme Via Pacchiotti 79, 10146 Torino Luca Marzini 011 19836531 www.unitipercrescereinsieme.it Car’t Teatro Via Giuseppe Brodoloni 9, 50051 Castelfiorentino (FI) Andrè Casaca 349 4700420 www.teatrocart.com A.M.I.G.A piazza G. Winckelmann 5, 00162 Roma Marina Maciocci 335 5282221 marinamaciocci@hotmail.it Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 sesa.lit@libero.it Cafè Neruda via Giachino 28/e, 10149 Torino Dario Cucco 338 4848254 myspace.com/clowndado w w w. j u g g l i n g m a g a z i n e . iAss. t


com

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FORMAZIONE PER OPERATORI DI CIRCO LUDICO-EDUCATIVO

i ri Giocol& Dintorni con il sostegno del

Ministero per i Beni

L’Ass. Giocolieri e Dintorni promuove ed organizza meeting, stage, e un corso universitario per l’ine le Attività Culturali segnamento a bambini e ragazzi in ambito pedagogico delle arti circensi. Dopo un lungo confronto con le federazioni nazionali europee e la European Youth Circus Organization (EYCO), alla quale l’Ass. Giocolieri e Dintorni aderisce rappresentando l’Italia, abbiamo elaborato un programma formativo che permetta di acquisire le competenze specifiche per i Progetti di Circo, aggiornate al nuovo scenario europeo e in linea con la ricerca sull’evoluzione fisica e psichica del bambino. Su jugglingmagazine.it tutti i dettagli dell’articolata proposta formativa che ogni anno coinvolge circa 200 insegnanti ed operatori su tutto il territorio nazionale.

Montelupo Fiorentino (FI) Stage di 1° livello (aprile 2014) e 2° livello (settembre 2014)

Le basi tecniche e pedagogiche delle arti circensi Stage introduttivo riservato a coloro che desiderino scoprire le discipline circensi e svilupparne l’insegnamento in ambito pedagogico nelle scuole, nelle palestre, nelle associazioni. Valore pedagogico, metodologia, didattica, preparazione e valutazione di una lezione/di un corso annuale; presentazione di progetti; basi tecniche delle discipline circensi. Lo stage di 2° livello è riservato a coloro che hanno già frequentato il 1° livello o che possiedano i requisiti di entrata.

Formazione in Circo Sociale/HandiCirque Recepite le istanze degli operatori che in Italia si occupano di Circo Sociale e HandiCirque, e ispirandosi alle esperienze maturate da Cirque du Monde (programma di circo sociale del Cirque du Soleil), EYCO, Caravan, ed altri network o realtà che si occupano di Circo Sociale nel mondo, l’Ass. Giocolieri e Dintorni promuove e sostiene un percorso formativo per gli operatori italiani, la partecipazione a schemi di scambio europei e un tavolo di lavoro per lo sviluppo e la promozione dei progetti di circo sociale in Italia.

Montelupo Fiorentino (FI) settembre 2014

Meeting Nazionale Operatori di Circo Ludico-Educativo in collaborazione con Circo

Libera Tutti e patrocinio del Comune di Montelupo Fiorentino Il Meeting, evento unico nel suo genere in Italia, è rivolto agli operatori del settore e fornisce loro l’occasione per un aggiornamento professionale e per un reciproco scambio sulle metodologie e le tecniche acquisite. La formula prescelta vede il gruppo dei operatori partecipanti, provenienti da tutta Italia in rappresentanza di varie associazioni, concentrarsi per cinque giorni su un intenso programma di interventi, workshop, laboratori con bambini, convegni, allenamento libero e spettacoli serali.

Roma, ottobre 2015 / giugno 2016

4° Corso Universitario per lo Studio delle Attività Motorie applicate alle Arti Circensi

in collaborazione con ll Corso di Laurea in Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Il corso, primo del suo genere in Italia, sottolinea l’apertura e l’interesse del mondo accademico verso la trasmissione delle arti circensi, antichissima e nobile arte, che fonde il brivido del gesto atletico all’emozione dell’interpretazione artistica. Articolato in 310 ore di lezioni frontali e tirocinio tenuti da docenti universitari dell’Università di Tor Vergata ed esperti di arti circensi.

Schemi di scambio internazionali e partecipazione a festival internazionali Grazie alla nostra puntuale partecipazione e adesione fin dal 2006 ai network internazionali del settore (NICE) e all’organizzazione europea che rappresenta il settore (EYCO) possiamo oggi offrire agli operatori affiliati ampie possibilità di partecipazione ai meeting annuali europei del settore, agli schemi di scambio, seminar e training specifici offerti dai partner europei. Sempre più numerose anche le opportunità di partecipare con i propri allievi agli schemi di scambio e ai festival internazionali di circo giovanile.

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IL RUGGITO DELLE PULCI

VIII EDIZIONE, 22/25 GIUGNO, CUNEO www.ilruggitodellepulci.wordpress.com www.bimbocirco.wordpresss.com foto CIRCOLO FOTOGRAFICO OBBIETTIVAMENTE

Nato nel 2006, come festival di circo e teatro realizzato da giovanissimi artisti, l’evento, organizzato dalla Scuola di Circo Fuma che n’duma per la direzione artistica di Giuseppe Porcu e Francesco Sgrò, si caratterizza per il suo respiro internazionale e la capacità di aprirsi al territorio. “La prima edizione a Marene” racconta Giuseppe Porcu “ospitammo giovanissimi artisti altoatesini della Val Pusteria, Vandoies, Castelrotto, che parlavano tedesco, ladino addirittura. Ogni famiglia ospitò un giovane artista e le iniziali difficoltà causate dalla lingua vennero superate con i sorrisi e le “bignole”. Poi gli ospiti internazionali sono arrivati davvero: svizzeri di Friburgo e nel frattempo sono aumentati gli “Indigeni”. 8 scuole di circo-teatro in provincia: Cuneo, Marene, Bra, Savigliano, Mondovì, Fossano, Cavallermaggiore, Racconigi; sono aumentati i linguaggi artistici e le collaborazioni. Spettacoli musicati dal vivo da sezioni giovanili di scuole ed istituti musicali (Eureka di Cherasco, Istituto musicale Baravalle di

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Fossano), ai quali durante l’anno abbiamo offerto una serie di interventi formativi in cambio della creazione di una street band. Con gli anni sono arrivate altre “pulci” con un grande desiderio di farsi sentire, apprezzare, applaudire. Infine sono arrivati gli adolescenti, “quelli che non hanno voglia di far niente, che passano il tempo su Facebook”… dicono. Ogni anno circa 120 giovanissimi mettono in scena uno spettacolo per il festival, e quest’anno circa 400 giovanissimi artisti si sono esibiti nel pre-festival e nel festival, che prevedeva al mattino laboratori riservati agli artisti e in seguito laboratori pomeridiani e spettacoli serali per il pubblico L’ottava edizione si è aperta con la presentazione dello spettacolo “Nu (nous)” della compagnia Circoli@mo presso il Teatro Milanollo di Savigliano, programmata all’interno del Festival Mirabilia XL. “Un momento importante per sottolineare il talento della compagnia - racconta il suo direttore artistico Francesco Sgrò - e la col-

laborazione tra i due principali Festival della Provincia Granda dedicati al Circo Contemporaneo”. Durante le serate si sono esibiti i piccoli artisti del Circo Instabile (PG), Giocolarte (PV), Jaculè (Orbassano, CN), Sportica (Pinerolo, TO) oltre alle scuole di circo Fuma che ‘nduma, fra cui la compagnia MicroMega formata dai piccolissimi under 12. Tre gli eventi collaterali al Festival: l’esibizione di biciclette acrobatiche della scuola Heide Bloem di Herleen (Olanda), il IV raduno di monociclisti, la presentazione di un estratto dello spettacolo ICS Idiotic Contemporary Scouts, interpretato dagli allievi del I anno della Scuola Flic di Torino. Il coinvolgimento del territorio è una costante del lavoro di Fuma che ‘nduma. Da tre anni Cuneo ospita generosamente l’evento offrendo piazza Virginio, chiusa al traffico e dotata di una copertura e palco per gli spettacoli, un centro sportivo per l’ospitalità, il campo di atletica Walter Merlo per olimpiadi e raduno monocicli.


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CIRCO VERSO… HANDBOOK PROSPETTIVE DI CIRCO SOCIALE PER LO SVILUPPO DI UNA CITTADINANZA ATTIVA E PARTECIPE programma di finanziamento: Gioventù in Azione, azione 4.3, seminar codice approvazione progetto: IT-43-E100-2012-R3

La generosità dei genitori degli allievi delle scuole Fuma che ‘nduma è sempre stata straordinaria. I piccoli artisti provenienti da altre scuole di circo vengono ospitati nelle case dei bambini locali, offrendo momenti di integrazione e conoscenza di nuovi amici. Tra le altre sinergie sul territorio: l’Istituto Alberghiero, per una serie di serate sul “cibo e l’arte di strada” e un gruppo di giovani cuochi che coadiuvano le mamme nella preparazione dei pasti; La Coldiretti, un ente molto presente sul nostro territorio, nostro partner del progetto “Agricircus”, un evento che lega il circo alla campagna, due mondi diversi ma con valori simili: impegno, fatica, passione e rispetto. 100 anni fa il circo serviva a far conoscere gli animali esotici alla povera gente, oggi permette agli abitanti delle città di conoscere gli animali delle nostre campagne. Sul tema dell’eco-compatibilità abbiamo aperto quest’anno uno spazio di riflessione sul riciclo e il riutilizzo, insegnamento fondamentale per i bambini di oggi. Due esperti, Marco Gramegna e Guido Balbo, hanno inoltre tenuto il workshop Do Re Mi Fa Sole! dedicato all’energia solare e ai suoi possibili utilizzi. Legambiente e Ipercoop di Cuneo hanno fornito gratuitamente tutta la posateria in materiale totalmente riciclabile. Infine un grande ringraziamento va a Matteo Lo Prete e alla scuola di circo “FLIC”, che da anni supporta il festival fornendo gratuitamente tutto il materiale tecnico necessario.

Il seminario Circo … Verso ha rappresentato un ulteriore passo avanti nel complesso processo di definizione del circo sociale e del suo riconoscimento e sviluppo in tutto il mondo. All’interno di questo ampio campo di applicazione, il seminar ha dato la possibilità di concentrarsi su dilemmi etici connessi ai temi della violenza, dell’handicirque, e della messa in scena nei progetti di circo sociale. È sempre difficile illustrare nel dettaglio il clima di lavoro stimolante che uno scambio tra operatori di circo è sempre in grado di creare, e di certo questo manuale si sforza di riportare il più accuratamente possibile i contenuti delle questioni chiave sollevate nel corso del seminar, e durante i dibattiti che ne sono scaturiti. Esso offre una serie di casi che illustrano le problematiche selezionate per la discussione, così come suggerimenti e riflessioni sulle strategie e le metodologie per lavorare con utenze a rischio, i ruoli e le competenze necessarie all’interno di un team, le modalità per valutare e monitorare progetti di circo sociale. Il manuale è strutturato come segue: la sezione 1 riguarda la violenza all’interno di

circo sociale, ed è divisa in due sottosezioni, ‘Trattare con persone vittime di violenza’ e ‘Gestione dei comportamenti aggressivi. La sezione 2 si occupa di handicirque, mentre la sezione 3 si confronta con i problemi correlati alla messa in scena di spettacoli nati all’interno di progetti di circo sociale. Ogni sezione, introdotta da storie legate i tre temi sopra indicati e raccontate dai partecipanti al seminar, si sviluppa attraverso una griglia che illustra: i ruoli, le competenze e il lavoro di squadra, strategie e metodologie, la valutazione e il monitoraggio dei progetti di circo sociale. Ogni tema è sviluppato mettendo in evidenza le questioni chiave sollevate nel corso del dibattito. Infine, due appendici sono dedicati al problema delle molestie sessuali, e di modalità specifiche per affrontare l’aggressività. Per concludere questa breve introduzione, è importante ricordare che lo scopo del Seminar Circo verso… non era quello di definire risultati certi all’interno del circo sociale, né di realizzare innovazioni concettuali e metodologiche, ma di facilitare lo scambio di opinioni ed alimentare il dibattito sullo sviluppo del circo sociale in Europa. Il manuale, pubblicato online in lingua inglese, e disponibile/scaricabile gratuitamente sul sito www.jugglingmagazine.it , verrà presto reso disponibile online anche in italiano CIRCO VERSO…handbook Outlooks in Social Circus for the development of Active Citizenship Redazione ed editing: Ilaria Bessone, con contributi redazionali di: Raffaella Monia Calia, Maria Teresa Cesaroni, Luca Sartor, Daniele Giangreco, Silja Kyytinen & Sarah Hudson, Stefke De Wit, Séverine Baudan, Maël Durand. traduzione in inglese: Ilaria Bessone; Chief Editor: Adolfo Rossomando; Grafica e impaginazione: Studio Ruggieri Poggi j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 0 s e t t e m b r e 2013

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ITALIAN HOOP CONNECTION italianhoopconnection.wordpress.com FB Italian Hoop Connection L’hooping community sta crescendo anche nel nostro paese e la necessità di imparare e scambiare ha portato più di 40 hooper a trascorrere insieme 4 giorni vicino ad una delle città più belle al mondo. Questa edizione del raduno internazionale di hooper in Italia, è stata ospitata in un centro yoga sulla splendida spiaggia di Alberoni al Lido Venezia. I partecipanti hanno seguito 3 workshop al giorno e hanno potuto rilassarsi e divertirsi a pochi metri dalla spiag-

gia. Insegnati del calibro di Brecken Rivara (U.S.), Gail O’Brien (UK), Emma Kerr (UK), Gems Goddard (UK), Reni Hardmeier (CH) e Marianna de Sanctis (ITA) sono state scelte dall’organizzatrice Paola Berton per offrire classi basate su tecnica, danza, creatività che potessero stimolare lo stile personale di ognuno. Molto apprezzato anche il galà show nel quale si sono susseguite undici performance di altissimo livello tra hoop dance, giocoleria e danza, dando vita ad un divertente ed emozionante spettacolo al quale hanno partecipato anche gli abitanti del Lido.

ABILITY UNwww.denkerfilmworks.com/ability FILM-RITRATTO DI JUDY FINELLI Ability racconta la storia di una giocoliera che ha giocato un ruolo significativo nell’American New Circus Movement, un capitolo unico nella nascita artistica della controcultura americana. In viaggio verso le scuole di circo russo, Judy trova ispirazione che la porta alla creazione della San Francisco School of Circus Arts, ma nel 1989 le viene diagnosticata la sclerosi multipla, una malattia che cambia la vita. Per reagire Judy si butta nel lavoro, e come direttore del casting dei Pickles getta le basi per i clown al femminile, in un territorio tradizionalmente dominato dagli uomini. Le sue capacità fisiche intanto diminuiscono inesorabilmente, gettandola in grande depressione, ma Judy recupera la volontà di vivere di nuovo, con la sua famiglia e gli amici, e tornare alla comunità di arti circensi come mentore per giovani interpreti. Il film costituisce una meditazione cinematografica sull’importanza vitale di trovare un significato alla propria vita, anche nelle situazioni più avverse. “Ho bisogno del circo, ho bisogno di vedere i limiti superati. Si tratta di sentirsi vivi, allo stesso modo in cui tutta l’arte ha a che fare con la vita”. Questo progetto, che ha ricevuto premi dal Creative Work Fund, la Fleishhacker Foundation, Women In Film, and Netflix, insieme al generoso sostegno di privati, è ora impegnato in un fund rising per la postproduzione.

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PETIT ROUGE BUS www.petit-bus-rouge.com Il nuovo film di Sébastien Montaz - Rosset è destinato a impressionare, come tutte le altre opere di questo alpinista, arrampicatore, snowboarder, guida alpina, regista e direttore di grande fantasia e talento. Non solo perché sa come catturare magistralmente la magia della montagna e della natura, ma anche per la sua capacità di cogliere la gioia e la follia di tutti coloro che interpretano la montagna in modi meno convenzionali, e anche assurdi. Tutto ciò che non avete mai immaginato è qui, girato con una verve che va ben oltre i “numeri” veramente incredibili qui documentati. Non sorprende che i suoi lavori siano stati premiati da 8 festival internazionali, che il suo Petit Bus Rouge sia quasi un inno agli artisti di strada e acrobati della natura. Perché su questo piccolo bus rosso c’è posto per tutti: highliners, clown, musicisti, acrobati, scalatori, ma soprattutto fantasia e divertimento.


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Residenze e luoghi di creazione

Ritorniamo sul tema strategico dei luoghi di creazione e delle residenze in Italia per gli artisti e le compagnie con questo spazio di benvenuto al nuovo centro lombardo. Ulteriori incursioni sui prossimi numeri di Juggling Magazine.

Teatro Circo Puzzle Str.Padana Superiore 28, 20063 Cernusco sul Naviglio (MI)

www.puzzleasd.com il Progetto Puzzle nasce nel 2006 grazie a due artisti performer, Silvia Vetralla, ballerina, e Francesco Mariotti, giocoliere, che hanno unito con energia ed entusiasmo le loro esperienze artistiche e sportive maturate in Italia ed all’estero. L’obiettivo di Puzzle è proporre un alternativa innovativa ed originale che unisce ed incastra, come in un Puzzle, le varie discipline o arti performative che trattano lo stesso soggetto, cioè il Circo Moderno o Nuovo Circo. Puzzle, dopo 5 anni di intenso lavoro promozionale e divulgativo, nell’ottobre del 2012, trova in uno splendido teatro di posa la propria sede operativa, denominata TeatroCircoPuzzle, a Cernusco sul Naviglio, alle porte di Milano, raggiungibile anche con la metropolitana. Il TeatroCircoPuzzle, è una fantastica palestra-circo, attrezzata per lo sviluppo delle Arti Performative: più di 200 mq di ampiezza, alta più di 7 metri, allestita con rigging system, parquet e specchi, spogliatoi e bagni, con impianto di riscaldamento e raffreddamento; ideale per lo studio di danza, circo moderno, teatro, canto e accessibile anche a forme di movimento particolari come il Parkour. Il Teatro, racchiude l’essenza stessa di Puzzle nella capacità di mettere a disposizione l’esperienza e la professionalità dei propri artisti e insegnanti del settore sport e spettacolo. Luogo di contaminazione artistica, punto d’incontro per professionisti del settore, persone appassionate di circo moderno o semplicemente incuriosite e desiderose di imparare, di mettersi in gioco con qualcosa di diverso. Durante l’anno TeatroCircoPuzzle è attivo anche per allenamenti liberi singoli o di gruppo, la sperimentazione e prove di spettacoli con le compagnie, nonché l’organizzazione di stage, workshop e seminari nelle varie discipline.

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STUDIO RUGGIERI POGGI w w w. r u g g i e r i p o g g i . i t

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