Juggling Magazine # 93 - december 2021

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EDITORIALE

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“La nostra storia è diversa tutti i giorni...” svelava Aglaya Veteranyi, figlia di circensi fuggiti dalla Romania. E in termini di diversità il circo è davvero un campione. Un veloce inventario della varietà pigiata dentro Juggling Magazine #93 mostrerebbe una scena inondata di attrezzi circensi “non canonici”: scale mobili, divani, foreste, stracci, coni gelato, proiezioni ed ologrammi, salvagenti, americane in alluminio, tende quechua, gonfiabili, parallelepipedi di plexiglas, asciugacapelli, bambù, gabbie di ferro, piantine, cascate di corde, giochi di ruolo. Ma ecco sopraggiungere la cavalleria: trampolini, pali cinesi, “palline, clave e cerchi”, hula hoop, bascula, bicicletta, sedie, roue cyr, tessuti, cinghie aeree, carte da gioco, ruote della morte, diabolo, filo teso; e ancora verticalismo, giocoleria, acrobatica, acrobalance, antipodismo, clown, contorsionismo, magia, magie nouvelle. Una spruzzata di esotismo: lambe lambe, pallassas, maschere balinesi, jungalow. E il prossimo JM, come i 92 numeri precedenti, svelerebbero un catalogo altrettanto variegato. Per ogni voce un numero, uno spettacolo, un artista, un pezzo di vita, una vita intera, spettatori rapiti. Un mondo che, non pago, scavalca le frontiere per unirsi ad altri mondi paralleli: danza, teatro, cinema, teatro di figura, musica classica, letteratura, antropologia, pedagogia, ecologia, sociologia, diritti civili, scienza… Una reazione a catena, che sembra non arrestarsi mai. JM ne raccoglie le scie, incitando al viaggio e chiedendosi quale ennesimo salto quantico il circo di oggi stia maturando sotto traccia, nel continuo dialogo tra il vecchio e il nuovo, mai stanco di sfidare le leggi della gravità, del tempo o della morte. Sempre pronto a stupire, magicamente, quasi non si credesse ai propri occhi. Vibration, Cie 14 20 foto Clément Debailleul

bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno XXIV, n. 93, dicembre 2021 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) h jugglingmagazine.it h progettoquintaparete.it e jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 340 6748826 Direttore responsabile Marcello Baraghini Direttore editoriale Adolfo Rossomando Content Manager Valentina Barone Social Media Manager Stefania Grilli Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h ruggieripoggi.it m 339 5850916 Distribuzione CPC Logistica t 0761 275776 Stampa Pixartprinting Stampato il 15 dicembre 2021 In copertina Handstand Extravaganza, Menfi (AG) foto di Vincent Lammert

Adolfo Rossomando direttore editoriale Juggling Magazine

E tu non dire ch’io perdo il senso e il tempo della mia vita – se cerco nella sabbia il sole e il pianto dei mondi – se getto nelle cose la mia anima più grande – e credo ad immense magie… Antonio Pozzi frammento di "Cose"


Mathurin Bolze Cie MPTA foto Raynaud De Lage

CIRCA FESTIVAL DU CIRQUE ACTUEL 21/30 OTTOBRE, AUCH (FRANCIA) circa.auch.fr di Valentina Barone

promotion 9 du CNAC foto Raynaud de Lage

Sono ormai trentaquattro gli anni di vita di CIRCa ad Auch, la capitale del Gers che ogni autunno si veste dei colori del circo di oggi per dare il benvenuto ad artisti, funzionari, professionisti, istituzioni, insegnanti e studenti delle scuole provenienti da ogni parte del mondo. Dopo un’edizione 2020 ridotta, ma che ha comunque permesso al festival di svolgersi no-

nostante la pandemia, il 2021 ha riaperto ufficialmente i luoghi del Pôle du Cirque National, le sale, gli chapiteaux - e l’imponente Dôme de Gascogne che ospita gli spettacoli più elaborati – a contatto con il pubblico internazionale.

La storia di CIRCa inizia grazie a un progetto di circo educativo fortemente voluto sul territorio e nella città di Auch, ed è per questo motivo che, oltre alla presenza degli spettacoli di compagnie professioniste, la programmazione prevede al suo interno anche esibizioni e attività dedicate interamente alle scuole di circo. Ogni anno le scuole francesi e internazionali si danno appuntamento per questa settimana di incontri, con la possibilità di condividere presentazioni, esibizioni e corsi di formazione. Lo spazio CIRCLE gestito dalla FEDEC ha visto in scena gli spettacoli collettivi delle scuole professionali europee, introdotti dagli elaborati video che hanno accompagnato i progetti educativi da remoto durante il difficile periodo in lockdown del 2020. La dimensione digitale ha potuto così essere esplorata dagli studenti per la creazione di materiali artistici fortemente originali, che hanno mostrato ancora una volta la grande duttilità del circo attuale. A giudicare dalle folte code all’ingresso di ogni performance, la risposta degli spettatori non è tardata a mancare. L’edizione di quest’anno ha sicuramente registrato un altissimo numero di presenze, provenienti da tutto il territorio francese, dai paesi connessi alle traiettorie del circo artistico e dalle scuole partecipanti al festival. CIRCa è un ritrovo per la maggior parte dei programmatori interessati a esportare spettacoli circensi di produzione francese, ma è anche il luogo in cui i work in progress provenienti da ogni nazione sono presentati ai professionisti del settore per stimolare partnership a sostegno della creazione artistica di domani. Non solo spettacoli a tutte le ore del giorno, ma anche presentazioni di idee e progetti, chiacchiere informali e incontri con gli artisti moderati dal sociologo francese Jean Michel Guy. A supporto delle attività di ogni edizione, l’immancabile Radio CIRCa, attiva sul canale web e animata dai volontari con reportage, interviste agli artisti, commenti degli spettatori e di chi rende vivo il festival. JUGGLINGMAGAZINE.IT

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Esquive foto Irvin Anneix et Helene Combal

Der Lauf foto Michiel Devijver

Bleu Tenace foto Alain Monot

Sono passati anni dall’inizio della storia di CNAC e gli spettacoli degli studenti iniziano ad avere un loro repertorio. A CIRCa 2021 Guy Alloucherie ha curato la regia di C’est pour toi que je fais ça! creato come spettacolo finale dalla scuola nel 1997, permettendo agli artisti di oggi di esplorare in modo nuovo quello che all’epoca era una novità, combinando il virtuosismo degli acrobati in scena con un teatro diretto e sincero. Al crocevia dell’attualità, anche ad Auch si manifesta pacificamente a favore di condizioni di studio basate sul rispetto dell’individuo nella sua integrità psicologica e fisica, come ci insegnano gli interventi e le azioni pubbliche del movimento francese Balance Ton Cirque, che in più di un’occasione ha fatto sentire a CIRCa la sua voce. Con la nuova direzione artistica di Stéphanie Bulteau, le linee di programmazione del festival hanno acquistato spessore tematico, portando gli spettatori a confrontarsi con un circo dalla natura personale, a volte portando in primo piano anche storie forti e dai temi impegnati. Al di là della tecnica e della prestanza fisica, le arti circensi

Non manca il circo nella sua componente più spettacolare e acrobatica con gli australiani Gravity & Other Myths in A simple space, o di relazione con strutture imponenti e dinamiche scenografiche innovative firmato da Mathurin Bolze / Cie MPTA con Les Hauts Plateaux. O ancora, il sorprendente 080 di Jonathan Guichard / Cie H.M.G in cui il linguaggio circense diventa coreografia e racconta in sessanta minuti la vita e la morte di un essere indefinito, libero di esprimersi in gesti e movimenti eclatanti e pieni di humor. Come da tradizione, il nuovo circo visto a CIRCa possiede anche al suo interno esempi impossibili da definire sotto un’unica categoria. Spettacoli dove il nonsense la comicità e la giocoleria si uniscono come il belga Der Lauf di Le Cirque du Bout du Monde, o il francese Lento e Violento di Valentina Cortese, in cui magie nouvelle e surrealismo teatrale si incontrano lasciando spazio a momenti di fortissima comicità. Alle sei di pomeriggio in punto, nella piazza della Cattedrale di Auch, abbiamo visto anche gli incredibili trenta minuti di sospensione coreografata di Blue Tenace, la creazione di Chloé Moglia/Rhizome interpretata dalla bravissima Fanny Austry.

acquisiscono sempre di più la possibilità di essere anche veicolo di parole. Molti spettacoli lo testimoniano in questa edizione, come M.E.M.M. di Alice Barraud e Raphaël De Pressigny, o No Rest for Lady Dragon della compagnia L’Indécente, in cui il tempo del racconto supera quello del virtuosismo corporeo. Artisti che raccontano le loro storie e rivelano percorsi, l’impegno sociale e le lotte per superare le prove della vita.

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Per la sua carica di umanità ed entusiasmo è En attendant le grand soir lo spettacolo che più rappresenta il piacere di vivere lo spettacolo dal vivo sotto tenda a CIRCa 2021, in cui gli spettatori sono invitati a condividere il palco con la Cie Le doux supplice. Con una progressione lenta di prese di mano a mano vertiginose e cadute impossibili gli artisti in scena si confondono progressivamente con il pubblico, invitato a partecipare alle danze, fino a rendere impossibile capire chi è il danzatore professionista da chi non lo è. Lo chapiteau diventa un’enorme balera condivisa, partecipativa e per questo infinitamente circense.


Subliminati Corporation

RENCONTRE DES JONGLAGES 21 AGOSTO / 8 OTTOBRE LA COURNEUVE, PARIGI (FRANCIA) maisondesjonglages.fr

foto di Tomas Amorim

LA PROGRAMMAZIONE ARTISTICA

INCONTRI PROFESSIONALI

Piuttosto che categorizzare tipologie diverse di giocoleria, preferisco parlare di modi di considerarla all'interno di un campo multidisciplinare più ampio. Per questa edizione del Rencontre ho cercato di programmare artisti dalle modalità particolari di creazione, ma anche particolari nel loro modo di stare al mondo. L'idea era di presentarli nella loro essenza. In che modo Jörg Muller ha collaborato con un artista visivo giapponese? In che modo lavora su un nuovo pezzo prendendosi il suo tempo, lasciando che le cose crescano lentamente per una performance che avrà una lunga vita, come è accaduto per la maggior parte delle sue opere? Come Gaëlle Coppée e Denis Michiels mettono in scena l'intimità della loro relazione e usano la giocoleria come strumento che racconta perfettamente il loro legame? In che modo Laurent Chanel, conosciuto da alcuni dei giocolieri più anziani come un artista molto impressionante e stimolante, lavora sul suo materiale artistico come farebbe un giocoliere, anche se negli ultimi 20 anni ha smesso di considerarsi tale? Come Julien Clement ha approfondito il rapporto tra giocoleria e ritmo attraverso un incontro particolare con il suo collega? Se attraverso questo approccio riuscissimo a vedere come la giocoleria trasforma la sensibilità di un artista, riterrei di aver fatto le scelte giuste nella direzione artistica di questa edizione.

Nel corso del Rencontre abbiamo tenuto due tavole rotonde, una sulla drammaturgia nella giocoleria e l'altra sul tema del genere all’interno della giocoleria. In termini di drammaturgia la giocoleria ha conosciuto negli ultimi 50 anni grandi e rapidissimi progressi: dall'esecuzione alla messa in scena, alla questione della scrittura, alle questioni sull’autorialità, fino alla strada per l'affermazione di approcci drammaturgici specifici di questo campo artistico. Sull’intero tema c’è ancora tanto fermento e si continua a dibattere e innovare. Cosa significa essere un drammaturgo per una creazione di giocoleria? I ruoli sono intercambiabili, da occhio esterno ad assistente alla scrittura, ad assistente? Il secondo tema, in collaborazione con il gruppo di lavoro "Inclusion" della Maison des Jonglages e il collettivo di ricercatori "Circus and gender", è l'inizio di un ciclo di riflessioni sulla giocoleria in una prospettiva di genere. Un momento di scambio dedicato in particola-

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re alle storie di artiste giocoliere e alle loro esperienze relative all'ingresso nel mercato professionale. Attraverso una lente sulla questione di genere desideriamo comprendere cosa significa diventare una giocoliera, quale è l’integrazione formativa e professionale delle donne giocoliere.

OLTRE LA PANDEMIA Possiamo dire di essere stati fortunati con i festival rinviati di ottobre 2020 e settembre 2021, perché almeno siamo riusciti a tenerli, e in entrambe le occasioni il pubblico è stato abbastanza partecipativo. Inoltre, durante il lock down di aprile 2021 abbiamo programmato una presentazione

Edo Cirque

di Vincent Berhault direttore La Maison des Jonglages

PROGETTOQUINTAPARETE.IT


Cie LPM

professionale di tre creazioni che correvano il rischio di non poter mai incontrare il pubblico: Périple 21 di Protocole, Unplugged di EAEO e Juventud di Nicanor de Elia. In generale abbiamo cercato di “salvare” tutto ciò che era possibile in materia di creazione, programmando gli spettacoli che sono stati creati durante, o poco prima della crisi. I tempi sono stati duri per tutti negli ultimi 18 mesi. Per gli artisti, che hanno spostato il loro

JÖRG MÜLLER TANGLED DROPS Tangled drops è un progetto collaborativo tra il visual artist giapponese Tabaimo e Jörg Müller, eclettico giocoliere e artista circense di grande rilievo sulla scena internazionale. È l’incontro tra le arti plastiche e il circo, il cinema d’animazione e la giocoleria, la proiezione di immagini e oggetti. Proiezione di immagini e proiezione di oggetti. Immagini animate, oggetti animati. Un’animazione dell’oggetto che proietta l’animazione, a sua volta animata dal giocoliere... “I tempi difficili che stiamo vivendo – racconta Jörg Müller - non semplificano i progetti di collaborazione internazionale e hanno reso questo progetto un trittico, dove ogni parte nascerà in modo leggermente diverso, guidato da uno degli artisti per due parti, come due atti, ma sempre sotto lo sguardo attento dell’altro, poi una terza parte realizzata insieme. Al Rencotre condividiamo un primo momento di visibilità per la ricerca svolta nell’ambito di questo progetto, un tempo che viene da lontano, un tempo per provare, per condividere i primi passi del lavoro”.

Jörg Müller, la cui produzione e circuitazione viene sostenuta dalla compagnia Wasistdas, nasce in Baviera nel 1970 e si diploma al CNAC nel 1994 con l’exit Mobile, diventato una pietra miliare della giocoleria contemporanea, seguito da altri originali ed iconici lavori, come C/O Noustube. Impegnato in una folta serie di prestigiose collaborazioni con artisti e compagnie di circo, si spinge ad esplorare i confini della performance tra circo, danza e scienza con Jess Curtis in PRE#1 e PRE#2.2, oppure duettare in Sarabande con Noémi Boutin sulle note della suite per violoncello di Bach.

piano di produzione, per i programmatori, che non hanno visto così tanti spettacoli dal vivo, e poter vedere solo video online non permetteva di valutare pienamente l’impatto e la caratura degli spettacoli. Per il 2022 abbiamo in mente una programmazione importante per quella che sarà la 15ima edizione del festival. Tra gli artisti e le compagnie già confermati:

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Croute, il nuovo solo di Defracto, con Guillaume Martinet e Yokaï con Hisashi Watanabe, lo spettacolo De Cuyper vs De Cuyper, Sawdust Symphony di Mickael Zandl, Kolja Huneck e David Eisele, Circus Puzzle di Les Objets Volants, Ludor Citrik: an artistic order about clown and juggling!, Fabrik (Cie Kor) di Jean-Baptiste Diot e Bastien Dausse, e tanti altri!!


foto di Massimo Bolognini di Antonio Giarola

SALIERI

duo DoRo

Antony Cesar

La mia frequentazione culturale con la figura di Antonio Salieri, mio concittadino di nascita, risale ai tempi universitari, quando ero intenzionato a laurearmi con uno studio sulla drammaturgia delle sue opere. Poi invece sono state le arti circense ed equestri ad assorbire i miei interessi artistici. Ma con Salieri, grazie anche alla mia partecipazione in progetti internazionali di danza-teatro imperniati sulla sua figura, mi sono trovato stranamente negli anni ad avere un rapporto di “simbiosi”, sfociato in questo progetto, sposato immediatamente dal sindaco di Legnago Graziano Lorenzetti, a sua volta attratto dalla valenza promozionale per la città e la figura di Salieri.

RISULTATI

IL CONCEPT Ero alla ricerca da anni di una formula che, senza entrare in competizione con altri festival nazionali (e mi riferisco in particolare a quello di Latina che ha ormai una storia importante, alla cui crescita credo di aver fortemente contribuito in passato), fornisse un valore aggiunto al panorama internazionale di questo settore, che conosco bene sin dalle mie prime sperimentazioni di inizio anni ‘90. Una formula che stimolasse negli artisti circensi un proprio repertorio di alto profilo, arricchito dalla presenza di “musica classica”, che mi piace chiamare “Musica d’Arte”. Una formula che fornisse un appeal speciale al numero e un peso specifico sul mercato, vista la grande contaminazione in atto tra balletto, opera, teatro e circo. Nasce così, in modo quasi irriverente, e creando attraverso il circo contemporaneo una sorta di corto circuito culturale, il Salieri Circus Award. Un concept rivelatosi vincente, che ha attratto una giuria internazionale forse mai vista prima in un festival competitivo.

Siamo stati costretti (e lo saremo anche in futuro) a selezionare numeri con standard artistici molto alti, provenienti da tutto il mondo, lavorando su qualità e minimalismo estetico, con una forte attenzione alla danza contemporanea e più in generale all’estetica del corpo, che in un luogo teatrale di questo tipo trova la sua giusta amplificazione. Purtroppo, per motivi di spazio dobbiamo rinunciare alle grandi troupe, ma nei due programmi presentati, comunque di nicchia e interessanti, con 31 artisti in gara provenienti da 13 Paesi, erano presenti tutte le principali discipline, incluso inediti e novità.

23/27 SETTEMBRE LEGNAGO (VR) saliericircus.it mente interessante, e di questi ne abbiamo selezionati forse cinque. Per il resto ci siamo attivati con la ricerca e lo stimolo per adattamenti musicali inconsueti, dove composizioni di Vivaldi, piuttosto che di Rossini Bach o Chopin, diventassero elementi centrali e non di contorno. Un esempio? Abbiamo lavorato tre mesi a distanza con Nirio Rodriguez, che ha preparato a Cuba il suo numero di verticalismo sul tema della quinta di Beethoven.

GLI ARTISTI E I NUMERI I numeri dalle caratteristiche estetiche che ricercavamo erano davvero pochi sul mercato, e spesso non adatti ad un palcoscenico teatrale di 10 metri, con altezze ben inferiori agli standard degli chapiteau circensi. Sono arrivate oltre un centinaio di candidature, ma solo il 10% era minimaJUGGLINGMAGAZINE.IT

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Siamo assolutamente soddisfatti del risultato, anche oltre le aspettative, grazie ai sold out con l’integrazione del pubblico locale in tutti gli spettacoli, in linea con un format estetico che non lasciava intendere che potesse trattarsi di un evento per famiglie con bambini. Ci siamo concentrati su una campagna pubblicitaria internazionale emozionale per addetti ai lavori molto impattante dal punto di vista culturale, fotografico e letterario. La città inoltre è stata invasa da eventi culturali collegati, come la Open Circus Art Gallery che ha coinvolto oltre cento negozi e varie esposizioni a cura del CEDAC nel museo locale. I professionisti invitati sono stati infine attivamente coinvolti in dibattiti, incontri con gli artisti, visite al CEDAC e all’Accademia d’Arte Circense di Verona. La coraggiosa scelta iniziale della nostra società di produzione di garantire a priori la copertura di tutti i costi dell’evento è stata premiata dal sopraggiunto supporto del Ministero della Cultura e di vari partner locali ed internazionali, oltre che dallo straordinario supporto in termini di spazio, risorse e presenza da parte poi dell’Amministrazione Comunale. Continuiamo a credere fortemente nella qualità e sostenibilità in questo progetto, per il quale prevediamo entro tre anni un rientro finanziario a pareggio. Ci impegneremo inoltre a valorizzare ulteriormente gli aspetti registici e coreografici legati alle specifiche creazioni, avvalendoci, se ci sarà possibile, di una vera grande orchestra sinfonica e polifunzionale. PROGETTOQUINTAPARETE.IT


foto di Cristophe Roullin

Body Trapeze

14/18 OTTOBRE LATINA festivalcircolatina.com

Ameli Bilyk

Tony Frebourg

Dopo la sorprendente edizione del 2020, in cui le limitazioni alla mobilità internazionale hanno reso possibile una programmazione incentrata sulla vivacissima scena nazionale, il festival è tornato alla sua consueta formula internazionale. Tutti giovanissimi i 60 artisti arrivati da 15 Paesi: Bielorussia, Brasile, Bulgaria, Colombia, Germania, Gran Bretagna, Francia, Israele, Italia, Lettonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Ucraina ed Ungheria. In totale 24 numeri in gara, tutti accompagnati con musica dal vivo, per una varietà di discipline che spaziavano dal cerchio aereo alla giocoleria classica e innovativa, dalle cinghie aeree al verticalismo, passando per il mano a mano, il contorsionismo ed il trapezio, senza tralasciare la magia, i clown e i grandi numeri delle troupe acrobatiche. Special guest la nuova generazione dei Togni, tornata a Latina con un omaggio alla storia del circo equestre e alla tradizione della dinastia Togni. L’arduo compito di assegnare i premi in palio è stato affidato ad una Giuria Tecnica Internazionale, composta da 17 esperti, coreografi, direttori artistici e titolari di prestigiose imprese circensi. Assegnati due Latina D’Oro (i russi Deep Red alle Cinghie Aeree; il lettone Sergii Stupakov, con il suo straordinario numero di magia, che si è aggiudicato anche il premio della Giuria della Critica, composta da personaggi del mondo dello spettacolo, attori giornalisti e fotografi locali e di settore), tre Latina d’Argento (gli ungheresi Troupe Kevin Richter alle Bascule; l’ucraino Duo El Beso con il romantico numero su Palo Aereo; l’ucraina tanghera Vladyslava Naraieva alle Verticali), quattro Latina di Bronzo (la giovanissima ucraina Ameli Bilyk al Filo Molle; le Italiane Bello Sisters, trio acrobatico veramente spet-

tacolare; il francese Tony Frebourg al Diablo; gli spagnoli Fratelli Olmos alla Bascula. Citiamo con piacere anche il ritorno del “Caffè letterario a tema circense”, alla sua 8ª edizione, laboratorio di idee, curato da Dina Tomezzoli, per valorizzare la ricchezza della produzione letteraria ispirata o dedicata al mondo del Circo. Protagonisti quest’anno il regista Giacomo A. Iacolenna con il documentario “Rony Roller Circus, Life & Magic” la fotografa Liliana Ranalletta con il foto libro “Il Favoloso Mondo di Dainaly”. Al Caffè letterario anche il racconto in diretta di Alessia Dell’Acqua, nata in una famiglia di performer circensi, e quest’anno co-presentatrice del festival insieme ad un inossidabile Andrea Giachi. «È stata un’edizione strepitosa, ricca di aspettative e di emozione, che ha superato tutte le più rosee previsioni, per tipologia di numeri, giurati e vip intervenuti – commenta Fabio Montico, direttore artistico del festival - Lo scorso anno siamo stati gli ultimi nel mondo a chiudere con una manifestazione, seppure a carattere nazionale, quando gli altri paesi erano già tutti fermi. E quest’anno, siamo stai i primi a riaprire un grosso festival in modalità internazionale, con gli occhi di tutti puntati addosso. Vorrei ringraziare tutto l’affiatatissimo staff del Festival Internazionale del Circo d’Italia e, tutti i componenti dell’Associazione Giulio Montico che, con la loro abnegazione e professionalità, hanno permesso che tutto si svolgesse nel migliore dei modi. Un team che è già al lavoro per la XXIII edizione, che dovrebbe riportare lo spettacolo agli antichi lustri del recente passato. Vogliamo poter tornare a selezionare gli artisti in Asia e portare a Latina, nuovamente i circensi della Cina, Corea, Kazakistan, Turkmenistan, luoghi dove, la cultura acrobatica circense è di altissimo livello». Troupe Peres

di A.R.

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I I POPCORNFESTIVAL Vol. 2

di A.R. Momento di gioia pubblica, giubilo, baldoria i festival, nelle loro infinite variazioni, si sono radicati nei secoli come eventi popolari, festosi e a cadenza periodica, nati dal desidero originario e profondo di condivisione, di accoglienza e di comunione gioiosa della festa. Desiderio che ancora li accompagna nel mondo del circo. In questo contesto si libra un nuovo volo radente su tutta la pe-

nisola, che raccoglie istantanee di alcuni festival tenutisi da giugno a settembre. Un Grand Mix, ragionato ma non esaustivo, selezionato in primo luogo per evidenziare la varietà delle proposte. Questa volta abbiamo chiesto agli organizzatori di raccontarci come sono riusciti a migliorare e innovare la relazione tra organizzatori, artisti e pubblico in questa nuova stagione di riaperture. Un omaggio alla vitalità del circo che, nel calderone dello spettacolo dal vivo, incontra nuovamente il suo beneamato pubblico e scoppietta sotto il coperchio delle restrizioni per offrire, ancora una volta, un croccante, gustoso, profumato momento di gioia pubblica, giubilo, baldoria. In coda alla panoramica troverete le testimonianze di due direttori artistici di lungo corso, prime di una serie.

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Nelle pagine seguenti troverete una nuova panoramica di festival e convention, momenti fondanti per lo sviluppo del circo contemporaneo, dove artisti, programmatori e pubblico incrociano le loro strade e i loro sguardi. Programmazione di spettacoli, riunioni professionali, incontro tra pubblico e artisti, luoghi di piacevole sosta e gioco, esplorazioni nella natura e nel contesto urbano, multidisciplinarietà, sono tante oggi le articolazioni di questi appuntamenti via via cresciuti nel corso degli anni.

nuove linee editoriali per festival e convention sui nostri media

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MIRABILIA

CIRCONFERENZE ALILUNA, CAMERA D’ARIA I FESTIVAL DI DUETTI E ½

31 AGOSTO / 5 SETTEMBRE, CUNEO festivalmirabilia.it

clabili, che considera Coppi un mito e che ne conosce la storia. Anche Monad era una sfida, con due ore di giocolieri che ruotano, con il pubblico che è rimasto fino alla fine della seconda parte, alcuni tornando a vederlo anche la sera successiva! Così come per i Lambe Lambe, dove la modalità libera di fruizione dello spettacolo ha introdotto nuove possibilità. E ci sono tanti altri esempi di progetti del genere che hanno avuto uguale successo. Avevamo i concerti gratuiti praticamente vuoti, con gruppi amati dai cunensi, che però hanno deciso di non andare a un concerto con distanziamento e la mascherina. Per la danza e il circo la gente invece è andata, accollandosi il tampone e anche il biglietto. Ci speravamo ma non ci contavamo ed è stato sorprendente. È stata in questo senso l'edizione del Festival più bella di tutte, con una partecipazione del pubblico molto consapevole e determinata. Si parla molto di resilienza, ma la resilienza è un pericolo. Non dobbiamo tornare ad una situazione pre-covid, ma imparare da quello che è accaduto. Curare anche altri aspetti del festival, compreso l'offerta di punti ristoro, servizi, la qualità dell'accoglienza. Elaborare soluzioni diverse che chiedano il miglioramento delle relazioni e delle esperienze per pubblico e artisti, senza sacrificarli sull’altare dei grandi numeri.

di Fabrizio Gavosto foto di Andrea Macchia

ESTATE 2021, RHO, ARLUNO, ARESE (MI) duettiemezzo.it di Loredana Mazzola foto di DissolvenzaLab

L’Ass. Duetti e ½, che organizza tre festival nell’hinterland milanese (Circonferenze, Aliluna e Camera d’Aria), si è trovata la scorsa estate, come tutti, di fronte ad un bivio: rinunciare ad organizzare eventi o trovare nuove modalità e nuove forme per lo spettacolo di strada. Abbiamo scelto di imboccare la seconda strada, ragionando su scenari già immaginati e sfiorati nel corso del nostro lavoro ma, forse per mancanza di coraggio o di risorse, mai profondamente attuati. In primis la scelta di artisti e spettacoli che, pur mantenendo la loro vocazione di strada, hanno saputo portare la loro ricerca verso lo spettacolo da palco. In secondo luogo la ricerca di spazi non solitamente teatrali, ma che abbiamo potuto riadattare e valorizzare. Un solo esempio significativo: a Rho, al festival Circonferenze, abbiamo riadattato una lunare pista di pattinaggio a scenario di spettacolo con risultati sorprendenti. Grazie alle scelte obbligate indotte dalla pandemia, abbiamo deciso di perseguire un’Idea di Festival con più spettacoli in contemporanea, più luoghi di spettacolo, che più si avvicinava ad un festival vecchia maniera,

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In questi ultimi due anni sono venuti meno i meccanismi di formazione del pubblico, come gli spettacoli per le scuole, e il vivaio di spettatori che stavamo nutrendo si è arrestato. L'abitudine di andare a vedere uno spettacolo dal vivo è calata, e tanti anni di lavoro col pubblico sono stati azzerati. L’incontro tra artisti e pubblico al festival era minato e abbiamo riflettuto molto sul tema, analizzando il valore di questo incontro e soluzioni alternative. Abbiamo quindi cambiato completamente il concetto di programmazione, non avendo a disposizione lo spazio urbano e l'avvicinamento che implicava, e non potendo contare sull'effetto volano dei grandi spettacoli outdoor. Uno dei principali meccanismi alternativi è stato l'incontro con il progetto artistico e non con lo spettacolo, passando per le residenze e per un incontro con il pubblico più profondo e più legato al territorio. Uno dei lavori più riusciti in assoluto è stato quello di Tommaso Monza. Il suo ambizioso progetto prevedeva 9 danzatori e una corale di anziani in una piccola valle sopra Cuneo. 30 anziani che si sono messi in gioco per creare qualcosa che non avevano mai fatto, con una serie di prove e sperimentazioni in quattro luoghi diversi, dove il pubblico indossava maschere fatte dalla compagnia e diventava esso stesso lo spettacolo, con 100 persone mascherate che seguivano gruppi di danzatori da un luogo all'altro. Uguale risonanza ha avuto lo spettacolo itinerante del Faber Teater, in una città fatta di ciclisti e di piste ci-

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TENDENZA CLOWN

23/26 SETTEMBRE, MILANO claps.lombardia.it/festival/tendenza-clown-2021 con significative modifiche alle modalità di rappresentazione e di gestione del pubblico. Dove il distanziamento non permetteva la piena vicinanza tra pubblico e artisti abbiamo proposto mostre itineranti e biciclettate alla scoperta di particolari performance artistiche in natura. Il pubblico ha reagito in modo sorprendente, rispondendo entusiasta a tutte le proposte, mettendosi in gioco per partecipare, per riappropriarsi di una relazione con l’arte e gli artisti, per troppi mesi negata.

di Luisa Cuttini foto di Gianfranco Falcone

zione internazionale ha garantito numerosi sold-out. Rispetto ai protagonisti delle passate edizioni, anche le tante clownesse inserite nel cartellone hanno portato nuovo pubblico e instillato interesse verso una figura, quella del clown di oggi, tutta da ri-scoprire. A facilitare l’incontro tra pubblico e artisti non hanno contribuito solo le strutture e la programmazione di spettacoli: il convegno To Be Or Not To Be (A) Clown, a cura di Vale-

ria Campo, ha costituito un’occasione privilegiata per il pubblico di scoprire l’arte e la passione del clown nel confronto con il mondo del comico, con interventi di Valeria Campo, Raffaele De Ritis, Marina Spreafico, Antonio Cornacchione, Cia Javier Aranda, Joanna Bassi, Baccalà Clown, Cie THE ONE & the one, Cia Carlo Mô, Cie Fabrizio Rosselli. Grande successo di partecipazione, questa volta giovanile, anche per Remake Chaplin, un laboratorio di cinema per bambini e ragazzi dai 9 ai 13 anni, organizzato da Circuito CLAPS e realizzato dalla Cineteca di Bologna. Il laboratorio, che si proponeva di ricreare una scena del film “Vita da cani” di Chaplin, ha registrato il tutto esaurito, permettendo ai ragazzi di apprendere le tecniche base per realizzare un film, entrando a far parte di cast, set e backstage veri e propri. Gran finale il montaggio della sequenza e la proiezione al Teatro Franco Parenti, nella giornata conclusiva del festival! Cercheremo in futuro di avvicinare sempre più persone a Tendenza Clown, anche con iniziative più mirate, incontri con gli spettatori, dirette streaming e traduzione in simultanea per le conferenze con la LIS.

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Anche quest’anno, Circuito CLAPS ha organizzato Tendenza Clown al Teatro Franco Parenti, un luogo incredibile che si presta benissimo a ospitare il circo contemporaneo. Sia il nuovo pubblico, sia gli artisti che arrivano qui per la prima volta, restano estasiati dal contesto del festival. Le sale teatrali al chiuso richiedono ai performer un approccio con il pubblico ancora più sentito e vero, mentre gli spazi all’aperto, nella meravigliosa cornice dei Bagni Misteriosi (una piattaforma su una grandissima piscina), facilitano un incontro “ravvicinato”. In entrambi i casi i performer hanno interagito con spontaneità con gli spettatori: il rispetto delle disposizioni anti-Covid non ha scalfito l’entusiasmo né degli uni né degli altri e la qualità della programma-

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FUNAMBOLIKA

CLOWN &CLOWN FESTIVAL

19/21 GIUGNO, PESCARA funambolika.com di Raffaele De Ritis

26 SETTEMBRE / 3 OTTOBRE, MONTE SAN GIUSTO (MC) clowneclown.org

foto di Silvia Mazzotta Per facilitare l’incontro tra pubblico e artisti abbiamo inoltre approfondito la modalità dei “talk” a fine spettacolo, con la serata che culminava in un incontro tra la troupe e il pubblico, in cui si alternano domande e curiosità. Sono stati momenti molto toccanti, dall'una e dall'altra parte della scena, tenendo conto che per quasi tutti si è trattato del primo scambio collettivo tra esseri umani dopo quasi due anni... Anche veder nascere e crescere replica dopo replica la creazione di Amor è stata una grande sorpresa, così come la disponibilità di una superstar come il clown David Larible, che abbiamo riportato in Italia dopo anni, e che ha accettato di “animare” il Gran Gala du Cirque con i propri numeri. Nello stesso Gala é stato bello vedere in platea sia gli appassionati del nuovo circo sia decine di operatori grandi e piccoli del circo tradizionale, che di sera in sera ci sono venuti a trovare da tutta Italia. In qualche caso anche con la disponibilità a risolvere imprevisti tecnici. Il dialogo tra tutte le anime del circo, in ogni sua forma, resta un punto fermo identitario di Funambolika.

di Chiara Bartolacci foto di Massimo Zanconi Il Clown&Clown è un Festival unico nel suo genere: da 17 anni trasforma Monte San Giusto nella Città del Sorriso, un intero borgo in un vero e proprio circo a cielo aperto, abbattendo il confine tra realtà e utopia, spettacolo e vita vissuta, palcoscenico e strada, pubblico e artisti. La pandemia ha rappresentato un grande ostacolo per noi, ma anche un’occasione per ripensarci. Ad esempio, gli strumenti virtuali sono diventati una risorsa per raggiungere il pubblico in tutta Italia e nel mondo, ma anche un mezzo per sviluppare una narrazione diversa degli artisti e delle arti circensi. Quest’anno abbiamo focalizzato il Festival sul suo intento divulgativo ed educativo, non soltanto per quanto riguarda la componente sociale e umanitaria, ma anche per quella artistica. Così, il Clown Factor, il contest del Festival dedicato ai talenti emergenti del circo contemporaneo e dell’arte di strada, si è riscoperto occasione formativa a tutto tondo, alimentando uno scambio circolare di conoscenze e la diffusione della cultura circense. Grazie alla collaborazione “virtuale” con Open Circus, è stato possibile sviluppare un progetto destinato a studenti dell'Università Statale di Milano e della Libera Università di Lingue e Comunicazione - IULM e a giovani professionisti del settore, che

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La cosa più bella della scorsa edizione è stata certamente essere il primo appuntamento su larga scala del circo mondiale a tornare dopo la pandemia. Altra sorpresa é stata la riconferma della grande adesione del pubblico, col sold out assoluto per tutti gli spettacoli prima ancora dell'inizio del festival. Sicuramente, dopo 15 edizioni di fidelizzazione, abbiamo ricevuto la conferma che il pubblico aspetta ogni anno questo evento e si ritrova pronto a partecipare; una voglia che va dunque oltre le restrizioni del momento. È un segno di grande fiducia, e quindi per noi di responsabilità. Per queste ragioni abbiamo scelto spettacoli gioiosi, solari, che esprimessero la voglia di vi-

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vere e di stare insieme. In primo luogo abbiamo potenziato il Gran Gala du Cirque (creato con Alessandro Serena), che l'anno scorso era saltato: sia nella ricchezza del programma (il Gala comprendeva 17 artisti di 10 nazioni) sia nell'investimento su tre repliche. Poi portando in scena sia un grande classic, come i Black Blues Brothers, sia la prima assoluta di Amor, con l'Havana Acrobatic Ensemble, prodotto da Circo e Dintorni. Funambolika poi fa parte di un'organizzazione teatrale molto strutturata, con diversi eventi su grande scala nel corso della stagione, quindi con servizi di accoglienza e sicurezza sofisticati e ben rodati.

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CIRK FANTASTIK 9/19 SETTEMBRE, FIRENZE cirkfantastik.com di Natalia Bavar foto di Monia Pavone Cirk Fantastik canta le storie che hanno necessità di essere raccontate. Storie che non hanno avuto luoghi per farsi sentire. Abbiamo avuto una visione di bocche con parole che non avevano spazi dove esprimersi e orecchie che cercavano nuovi racconti: circo, teatro, danza, mille storie narrate con molteplici linguaggi che dovevano liberarsi dal vivo e in relazione con il pubblico. Abbiamo pensato tanto a come progettare questa edizione di Fantastik, che partiva con tende a metà capienza, rischi maggiori di quelli già spinti al limite negli anni precedenti, ma comunque con la volontà e il desiderio di creare un festival ricco di proposte e senza limitarsi nelle scelte artistiche

per sottostare ai maggiori vincoli imposti e incertezze economiche. La prima novità e sorpresa per noi è stata proprio quella di dedicare inconsapevolmente più tempo alla progettazione, a disegnare qualcosa di nuovo, che seguisse due direttrici: creare spazio per artisti e spettacoli che non avevano avuto nell'ultimo anno luoghi dove farsi sentire; esplorare nuovi spazi da trasformare in luoghi di spettacolo, spazi pubblici nel verde utilizzati come arene all'aperto, come alternativa per chi non voleva entrare a vedere uno spettacolo o un concerto al chiuso. La pista di pattinaggio di InStabile è diventata sala teatrale; il Pomario del Castello dell'Acciaiolo a Scandicci ha ospitato spettacoli nel frutteto, abbiamo creato un'arena intorno ai Teatri Mobili di Girovago e Rondella, uno spazio protetto per l'ascolto, ma all'aperto, accanto allo Chapiteau del Teatro nelle Foglie, che comunque ha rivelato la passione del pubblico riempiendo tutte le sere la sala. Un'altra sperimentazione che finalmente abbiamo avviato è stato diminuire il numero di compagnie e dare più tempo ad ogni artista, più respiro tra uno spettacolo e l'altro, meno numeri e più tempo e spazio per ognuno. È stato un festival con più spazio per le relazioni, perchè le compagnie potevano fermarsi più giorni, senza scappare via appena finito lo spettacolo. In generale ci siamo presi più tempo per tutto. L'alto rischio del progetto nel complesso è stato completamente ricompensato dalla relazione umana e collaborativa tra tutti i componenti del festival, artisti, operatori, volontari, amici e anche da un pubblico affezionato, solidale, anticonformista e assetato di spettacoli.

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hanno avuto modo di conoscere l’organizzazione del contest, gli artisti selezionati e i loro spettacoli, e che, a loro volta, hanno supportato il Clown&Clown Festival nella realizzazione di video divulgativi destinati al pubblico presente. Contemporaneamente, si è lavorato anche sull’inclusività: grazie alla collaborazione con ANFFAS Macerata, alcuni ragazzi con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo hanno conosciuto gli artisti del Clown Factor e hanno assistito dal vivo alle esibizioni e, infine, hanno consegnato il premio “Tutti inclusi” - che sarà sicuramente il primo di una lunga serie. Nella nostra visone, questo progetto riformulato in un periodo tanto particolare, è un processo di mutuo arricchimento, un circolo virtuoso che, con un pizzico di lungimiranza e in una prospettiva di più lungo termine, ricadrà positivamente sugli artisti, sul pubblico del ClownFactor e sul Clown&Clown Festival tutto.

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HANDSTAND EXTRAVAGANZA

CIRCONAUTA 1/11 LUGLIO, MASSERIA TORRENOVA, PARCO DI PORTO SELVAGGIO, NARDÒ (LE) circonauta.it

Extravaganza nasce con l'intento di collegare tre punti cardine: l'amore per la verticale, la creazione di relazioni autentiche e l'impegno per la crescita personale. Il verticalismo è una impegnativa pratica individuale, ma anche un viaggio bellissimo e senza fine in cui impariamo ad apprezzare, ogni piccolo traguardo lungo il nostro percorso. L'obiettivo di questo evento è rendere il verticalismo un elemento di connessione tra noi stessi e gli altri. Partendo da qualcosa che amiamo possiamo sviluppare, migliorare e creare relazioni, condividere esperienze e conoscenze, esplorare luoghi nascosti e sconosciuti, accogliere sentimenti ed emozioni, riscoprire la bellezza della vulnerabilità e dell'essere umani. Per questo tutte le attività sono progettate, realizzate e vissute in uno spazio concepito per l’espressione creativa, in cui i partecipanti esplorano il mondo oltre la loro zona di comfort, si divertono creando una comunità di handbalance e sviluppano il loro grande potenziale di verticalisti. La Sicilia a fine agosto era prossima a passare nuovamente in zona gialla. Dubbi, perplessità e ansia ci assalivano. Abbiamo così ripensato e ristrutturato la disposizione degli spazi e l'organizzazione logistica per facilitare un'atmosfera di unione, connessione, relazione tra i partecipanti e, al contempo, rispettare le regole di sicurezza.

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di Marinella Mazzotta foto di De Riccardis L’edizione 2021 di Circonauta, non potendo invadere e riempire di pubblico le strade del bellissimo centro storico di Nardò, ha optato per una dimensione più intima nella Masseria Torre Nova, immersa nel Parco di Porto Selvaggio, a due passi dal mar Jonio, appositamente allestita nello stile circense che ci caratterizza. Ad accogliere il pubblico, oltre ad una programmazione di spettacoli internazionali che si alternavano su due palchi, con un focus sul famoso clown Niño Costrini, abbiamo allestito in loco laboratori di circo per bambini e ragazzi, workshop professionali per gli artisti, il Mercatino del Palombaro e il Bar del Totano, dove prendere un

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foto di Vincent Lammert

La maggior parte dei workshop sono stati tenuti in ampie zone esterne, allestite tutte con tatami e tessuti ombreggianti, piene di colori, decorazioni ed extravaganza! Per le circa 80 persone, tra partecipanti, insegnanti e staff, c'erano sempre 5 workshop in simultanea, 4 all’esterno ed 1 in un'ampia sala interna, tenuti da esperti del calibro di Mikael Kristiansen, Mau Jara, Baaska Enkhbaatar, Joe Martinho, Cristiano Martins. Inoltre sono stati forniti il primo e il terzo giorno tamponi a tutti i partecipanti, compresi coloro che avevano già il vaccino. Tutti negativi! Durante la convention c'è sempre stata un'aria di collaborazione, allegria e coinvolgimento, e nonostante il distanziamento, soprattutto nelle zone interne, le relazioni di autentica connessione non sono mancate. Gli addetti ai lavori hanno perfino creato uno show portando ogni persona ad eseguire il proprio covid-selftest. Tanto lavoro per noi organizzatori, ma la soddisfazione di aver potuto realizzare una convention fondata su unione, condivisione, divertimento, apprendimento, non ha prezzo.

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di Samuele D'Alcantari

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1/5 SETTEMBRE, MENFI (AG) handstandconvention.com


aperitivo ed ascoltare musica live al tramonto nel bellissimo parco di Porto Selvaggio, escursioni in bicicletta o in mini bus nella natura del Parco regionale, con arrivo alla Masseria Torenova per vedere gli spettacoli. Questa dimensione ha facilitato un rapporto più diretto fra pubblico, artisti e organizzatori dell’evento; un plus che ha reso la VII edizione del Circonauta un evento indimenticabile. Filo conduttore della rassegna è stata la musica, regina e protagonista di quasi tutti gli spettacoli, mentre “l’Antidoto” è stato il tema di questa edizione. Un invito il no-

SA RUGA “MAGANDUMAI”

15-17 OTTOBRE 2021, LAZZARETTO DI CAGLIARI sarugafestival.com di Mirko Ariu e Maura Fois foto di Anna de Lorenzo e Dietrich Steinmetz

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La curiosità uccise il gatto, ma la soddisfazione lo riportò in vita... e ci viene da aggiungere: la tenacia lo rese più forte e sorridente. Eravamo curiosi, impauriti e circospetti durante i mesi che hanno preceduto Sa Ruga. Tra i tanti eventi culturali seguiti in quest'estate piena di cambiamenti abbiamo notato che l’unica parola coerente con tutto quello che accadeva era proprio “incoerenza”! Un'incoerenza che ci circonda da ormai quasi due anni di sballottamenti e bombardamenti mediatici, e che ha suggerito il titolo di questa VIII edizione: “Magandumai”, che in sardo vuol dire “ma quando mai”.

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Armandoci di coraggio siamo tornati nella location dello scorso anno rinunciando, purtroppo e per ovvie ragioni, a riempire di artisti e di gente sognante le piazze di Stampace. Ma sempre con l’intento di regalare alla città una boccata d'aria, una parentesi di freschezza che faccia divertire, sbalordire i più piccoli, tornare bambini gli adulti e che gratifichi gli artisti, che con tanto sacrificio difendono la loro e la nostra libertà di pensiero, di espressone, di vita. Il chiostro del Lazzaretto di Cagliari ha ospitato 11 spettacoli gratuiti in 3 giorni con un viavai di circa 2000 Illu

stro a consumare l’Antidoto della Cultura, per liberare le menti dalla lunga chiusura dovuta al lockdown ma, soprattutto, per sostenere il diritto alla libertà di elevare le coscienze umane e di nutrirle di tutte le espressioni artistiche. Il nostro proposito è di riportare l’evento nel centro storico cittadino, tuttavia la bella esperienza di questa edizione non si può dimenticare e stiamo ragionando su come mantenere la Masseria come secondo polo del festival, riservandolo ad eventi dove valorizzare il rapporto di intimità creatosi con il nostro pubblico. Il Festival, organizzato dall’Associazione Culturale Circonauta e realizzato grazie al sostegno del Teatro Pubblico Pugliese, Regione Puglia, MIC e alla Città di Nardò, è cresciuto nonostante la pandemia. Ma ciò che ci ha dato più soddisfazione è stato proprio l’affetto del pubblico, manifestatosi per tutta la sua durata, arricchito dalla presenza di un gran numero di turisti. Un’ulteriore conferma di come Circonauta e la sua immagine stiano crescendo ben oltre i confini della nostra regione.

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persone che hanno potuto saziare il desiderio di spettacolo dal vivo che cominciava a creare disagio e astinenza. Abbiamo fatto di necessità virtù concentrandoci su compagnie con esigenze tecniche più complesse, cosa talvolta impossibile nella strada pura. Un mix di arte di strada verace e di circo contemporaneo che ha però mantenuto la nostra promessa di portare l'arte per tutti, abbattendo qualsiasi tipo di quarta parete e coinvolgendo il pubblico in maniera attiva e rilassata. Le performance estemporanee all'esterno e la musica dei dj hanno accompagnato le attese all'ingresso e reso festosa e familiare l'atmosfera. È stato emozionante vedere che, nonostante tutte le difficoltà, il pubblico ci ha seguito, compreso e alle volte difeso di fronte ad attacchi che subivamo in materia di norme da rispettare. È stato invece triste non vedere alcune facce amiche che, per la riduzione dei posti o altre ragioni, non sono riuscite a vivere questa bolla di arte, spensieratezza e riflessione che Sa Ruga anche quest'anno ha creato. Appuntamento nel 2022 a Stampace tra piazze, strade e vicoli, ma senza vincoli.

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FABRIZIOGAVOSTO

rubrica a cura di Valentina Barone

mestieri &persone Molti di noi, che ideano eventi di circo e di arte di strada, hanno acquisito le competenze di direttore artistico sulla propria pelle, senza preparazione o qualifica specifica, crescendo attraverso la sperimentazione, gli errori, la passione. I fondamentali attrezzi con cui cominciare sono una preparazione dialettica e una cultura generale estesa, una competenza tecnica trasversale, capace di uno sguardo complessivo che coordini tutti i comparti: direzione tecnica, responsabile di programmazione, produzione e comunicazione. La direzione artistica deve essere funzionale e attenta alle problematiche tecniche, agli appendimenti, alle possibilità logistiche. Capace di lavorare in squadra, valorizzando competenze diverse per trovare soluzioni “inventive” e site specific, soppesando bene ogni adattamento strutturale necessario per le rappresentazioni dal vivo. Nel mio caso tutto parte nell’’89 quando, innamorato del mio lavoro, il teatro di strada, e delle discipline di circo, decisi con altri di intraprendere un percorso di riconoscimento del settore da parte delle istituzioni e del pubblico. Come artista di una delle più note compagnie italiane dell’epoca, avevo una sensibilità per l’arte dello spettacolo, e in particolar modo per la sperimentazione e l’andare in scena decorosamente. Percepivamo chiaramente il bisogno di spazi dedicati alla creazione di spettacoli di qualità. Una decina di visionari, dopo aver fondato la FNAS e collaborato alla stesura della prima legge sul teatro di strada della Regione Piemonte, abbiamo ipotizzato un grande festival, che al tempo non esisteva, che sostenesse la creazione e le residenze per gli artisti. Il festival Mirabilia è iniziato così dalla volontà e dal lavoro di sole tre persone. Le prime edizioni erano molto ridotte e casa-

foto di Andrea Macchia

linghe, rispetto alla dimensione poi acquisita, e all’epoca cadevo nel grande errore di investire tutto il budget sulla programmazione artistica, cercando di far vedere tutto e tutti. Non comprendevo che senza un’adeguata comunicazione, logistica, tecnica, ristorazione, assistenza gli artisti non diventano rilevanti, nè contenti!

Ho imparato che dovevo circondarmi di uno staff competente che seguisse meglio le compagnie e che io potessi coordinare con una visione di insieme. Gradualmente sono inoltre passato da uno staff composto da elementi esterni, a costruire professionalità e relazioni durature e mirate sul territorio, recuperando negli ultimi 2 anni una relazione migliore con gli artisti e un supporto maggiore alle loro necessità. Costruire un festival non è poi così’ diverso dal costruire uno spettacolo. È un percorso artistico fatto di spettacoli anziché di scene. Ma è necessario saper valutare e curare ogni aspetto; confrontarsi con il responsabile di comunicazione su come targettizzaJUGGLINGMAGAZINE.IT

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re gli eventi, discutere con il direttore di programmazione su come guidare il pubblico tra un evento e l’altro. La responsabilità che ne deriva obbliga ad affrontare ogni problema in modo creativo e a mediare sulle possibili soluzioni. Riflettendo sul mio percorso personale credo che la qualità che ha dato maggiore impronta alla mia direzione artistica è stata sicuramente la grande curiosità. Quella curiosità che mi ha sempre spinto ad andare in Francia e in altri paesi del mondo, permettendomi di interagire e sviluppare amicizie con figure di alto profilo come Michel Crespin e Jean Michel Guy, e a seguire il pensiero di Jack Lang. Desideravo inoltre fortemente fin dall’inizio che il pubblico e le istituzioni italiane acquisissero una percezione più idonea del circo contemporaneo, allora quasi sconosciuto e spesso confuso con il circo classico e gli animali. Un obiettivo che richiede tanto impegno e continuità, che non si raggiunge con una o due edizioni di un nuovo festival. È stata quindi una grande soddisfazione il constatare che in soli 16 anni abbiamo contribuito ad una più appropriata conoscenza, apprezzamento e riconoscimento di questo linguaggio, sviluppato inoltre competenze specifiche da trasmettere ora ai nuovi e giovani direttori artistici. Ma ci aspetta ancora tanto lavoro per far comprendere le specificità e la varietà di questa arte, per stimolare il grande pubblico, per far supportare maggiormente dalle istituzioni il potenziale e la complessità di questo settore. PROGETTOQUINTAPARETE.IT


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foto Silvia Mazzotta

LA DIREZIONE ARTISTICA SPECIFICITÀ E COMPETENZE

FIGURE DI SUPPORTO Fidelizzare uno staff é una delle sfide più grandi di un festival. Si ha quando la complicità va oltre I ruoli; solo dopo molti anni ti accorgi che la macchina é rodata, come per magia. Ma questo ac-

CONTINUITÀ E SOSTENIBILITÀ DEGLI EVENTI

La continuità nel tempo si crea molto gradualmente, fidelizzando il pubblico. Il nostro caso è molto particolare, essendo Funambolika l'unico festival di circo prodotto direttamente non da un'associazione privata ma da una struttura culturale (l'Ente Manifestazioni Pescaresi), che gestisce un grande anfiteatro. Pur usando l'espressione “festival del nuovo circo”, la sfida è stata quella di ignorare categoricamente le definizioni di “contemporaneo” e “tradizionale”, cercando invece di cogliere l'innovazione in ogni espressione e cultura circense. Il nostro pubblico era puro, non conosceva queste differenze, e non abbiamo mai voluto sottolinearle o incoraggiarle. E forse non le ha mai notate in 15 anni. Vogliamo che esso valuti uno spettacolo solo se sia di ricchezza emotiva e divertimento, non sulla base di un qualche “contenuto” intellettuale, nè di un immaginario circense stereotipato. In questi 15 anni abbiamo cercato di intercettare tutte le forme di quello che chiamerei “circo popolare d'arte”, il più accessibile al grande pubblico: dai grandi ensemble canadesi o australiani, ai “numeri” singoli di realtà classiche, con grande spazio anche alle famiglie circensi. L'innovazione è tale se rapportata ai vari contesti, e anche in quello di tradizione vi sono percorsi evolutivi. Un punto fisso è poi per noi il tendone: ogni anno cerchiamo per principio di accogliere una compagnia italiana sotto tendone. “Circo” è anche nome di un luogo, di uno stile di vita, e quindi cerchiamo di incoraggiare chi mantiene viva questa essenza. foto Silvia Mazzotta

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La direzione artistica la vedo come una specie di punto di osservazione su due orizzonti: il pubblico e il panorama artistico. Nel primo caso, generalmente si crea un presunto dibattito tra ciò che “vuole” il pubblico e ciò che “piace” ai direttori artistici. Io dico sempre che al pubblico bisogna dare la seguente nozione: ciò che non sa di volere. Questo porta poi lo sguardo sul panorama artistico. Funambolika non é una vetrina per operatori (pur accogliendo regolarmente anteprime ed esclusive), ma un progetto che si sostiene per oltre la metà sul pubblico pagante. Con uno spazio principale di duemila posti, e una media annuale di cinquemila biglietti venduti, é una sfida accontentare un seguito chiaramente popolare. Per quanto riguarda le competenze, penso sia importante avere un occhio sul mondo del circo e uno sul panorama generale dello spettacolo dal vivo. Il circo va osservato e capito in tutte le sue espressioni, senza etichette o pregiudizi; e ugualmente l'insieme del mondo artistico va considerato tanto nelle sue espressioni “colte” che in quelle più di massa. Direi quindi che le capacità principali sono empatia ed osservazione. Serve poi un'altra qualità: la tenacia nel saper interessare il territorio, le classi dirigenti; far capire che un settore come il circo ha un potenziale così ricco che va oltre la semplice eventistica. È estremamente difficile trasmettere al mondo “profano” qualcosa che conosciamo soli noi, ma il segreto è far sentire il festival come un patrimonio della comunità.

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cade se il direttore si é sporcato continuamente le mani, se si é trovato sempre sia ad inchiodare le scene che a scegliere un progetto grafico. La cosa interessante è riuscire a formare un gruppo che a poco a poco conosce il circo; che da un trailer o da una scheda tecnica a volte riesce a capire più di te se quello spettacolo funziona, è sostenibile o efficace. Penso che le figure più preziose sono quelle su cui puoi contare come “sguardo esterno”, con il distacco che non sempre riesci ad avere. Nel mio caso é sicuramente prezioso Alessandro Serena, che é co-direttore artistico del nostro appuntamento principale, il Gran Gala du Cirque.

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BETA CIRCUS TRAINING WEEK #2

manca una formazione di circo di alto livello ed il riconoscimento del circo tra le arti contemporanee è ancora ridotto.

Correggio in compagnia di Antoine Terrieux, uno dei mentori del percorso di formazione, ospite all’interno della programmazione del festival con la sua compagnia Blizzard Concept e lo spettacolo Opéra pour sèche-cheveux andato in scena per 3 repliche a Correggio e una replica a Fidenza al Teatro Magnagni, grazie alla collaborazione con ATER Fondazione. Nella sala convegni della Casa della Musica di Parma, la tappa italiana di BETA CIRCUS ha ospitato inoltre la giornata Circo e Magia: un incontro. Al mattino, un convegno istituzionale sulle prospettive del circo contemporaneo in Italia ed Emilia Romagna, seguito da un pomeriggio di dialogo e studio con un’introduzione sto-

BETA CIRCUS introduce i partecipanti all’esplorazione delle nuove tecniche ed estetiche dell’illusionismo applicate allo spettacolo dal vivo e mira a compensare la mancanza di opportunità per gli artisti di formarsi ad un alto livello professionale, incentivando anche momenti di sperimentazione su nuovi linguaggi con incontri aperti al pubblico. Sostenendo la loro formazione come autori e l’internazionalizzazione delle loro carriere, il progetto di cooperazione ambisce a sviluppare un nuovo approccio di capacity building dalla visione europea. Dopo un incontro online con l'artista Kalle Nio e la seconda tappa a Novi Sad in presenza, gli artisti sono stati accolti per una settimana di training al Teatro Asioli di

rica alla magia di Raffaele De Ritis e la talk di tre autori di magie nouvelle. Insieme ad Antonie Terrieux il pubblico ha potuto avvicinarsi ai temi cardine delle sue creazioni artistiche per la sala e i musei. In collegamento da Parigi, Raphaël Navarro - fondatore con Valentine Losseau e Clément Debailleul della compagnia 14:20, iniziatrice del movimento artistico della magie nouvelle ha curato un intervento dedicato all’esplorazione dei temi forti dell’illusionismo contemporaneo. In chiusura, l’artista Valentina Cortese ha parlato di sé e della genesi del suo spettacolo Lento e Violento, in cui una conferenza a tema psicologico si trasforma in un evento soprannaturale. Cureremo la disillusione esistenziale di questi tempi anche attraverso l’illusione scenica? BETA CIRCUS ci insegna a credere per saper vedere, ribaltando una logica in prospettiva. Abbiamo imparato che un’illusione deve essere plausibile ma non irraggiungibile. Solo se è credibile, infatti, può instaurare negli spettatori una sensazione di dubbio con l’effetto di rendere magica la realtà.

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Una nuova e vecchia conoscenza si affaccia tra le tendenze del circo contemporaneo internazionale, quella che in Francia è chiamata magie nouvelle o in inglese, new magic, una modalità drammaturgica che dà ampio spazio alle tecniche dell’illusionismo per incarnare l’impossibile al servizio di un racconto. La magia nel circo è quando il controllo è maestria, ma senza che sia evidente nella sua pulsione manifesta. Il segreto della sua realizzazione resta nascosto e genera un effetto conturbante, sospeso, capace di rendere possibile agli occhi qualcosa che nella dimensione del quotidiano non lo è. BETA CIRCUS, il progetto europeo finanziato da Europa Creativo di formazione interamente dedicato alla magie nouvelle, ha fatto tappa in Italia, dal 20 al 28 novembre, a Correggio, Parma e Fidenza, anteprima di Tutti Matti Sotto Zero, il festival internazionale di circo contemporaneo e magie nouvelle, a cura di Teatro Necessario e Grand Circus Hotel. Partner del progetto europeo insieme a Teatro Necessario anche Bússola (Portogallo), Ludifico (Serbia) e Rigās Cirks (Lettonia) e in Italia anche ATER Fondazione e Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21. BETA CIRCUS sostiene i nuovi trend del circo contemporaneo. Al cuore del progetto c’è la formazione: dodici artisti professionisti, selezionati dai partner sulla base della loro proposta artistica, sono coinvolti per due anni in un percorso di mobilità transnazionale di alta formazione. Pensato per artisti alla ricerca di opere, tendenze e linguaggi innovativi, coinvolge soprattutto alcuni dei paesi europei in cui

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di Valentina Barone

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Théâtre du Rond-Point

ÉTIENNE SAGLIO LA MAGIA COME MODUS VIVENDI di Silvia Mei

foto di Prisma Laval

Trentasei anni, bretone, basato a Rennes con la sua compagnia Monstre(s), Étienne Saglio è un nome inevitabile quando si parla di magie nouvelle. Tuttavia egli non è un mago. O non solo quello. Qualsiasi etichetta stenta a definirlo e gli attributi di “nuovo” o “contemporaneo” potrebbero suonargli irriverenti. Giocoliere per noia nei lunghi pomeriggi della sua infanzia senza tv, abbraccia l’arte circense prima all’École nationale de Cirque di Châtellerault, poi al Lido di Toulouse, quindi al CNAC di Châlons, contesti, questi due ultimi, dove attualmente insegna. Un percorso formativo ibrido e meticcio, che incrocia correnti, stili e tecniche, e incoraggia un’arte della pista come categoria plurale e fluida. Poi l’incontro con la magia e col principale teorico del filone nouvelle, Raphaël Navarro, che gli è stato maestro e oggi suo sguardo esterno e collaboratore almeno a partire dal 2009 con Le Soir des Monstres, spettacolo manifesto insieme a Les Limbes (2014) di Saglio. Ebbene Saglio non è un mago. Non nel senso comune del termine. Apparentemente minuto, dinoccolato, una faccia scanzonata dall’irresistibile fissità, sembra più intenzionato a disincantare che incantare. La leggerezza dei materiali che manipola nasconde figure e immagini di mondi notturni e oscuri (si pensi al Goya omaggiato in Le sommeil de la raison del 2016), tutt’altro che rassicuranti. Manipolatore, sì: di oggetti, immagini, sguardi, capace di domare entità diafane come fantasmi sotto veli di nylon, oppure

tralci di edera che acquistano inaspettate sembianze antropomorfe. Qualsiasi superficie al suo tocco si arriccia, lievita, gravita, ma acquista per contro una consistenza inattesa, come la sottile lastra di polistirolo di Variations pour piano et polystyrène (2007): ora scudo, lapide, muro, poi anima in ascesi e piano

geometrico sospeso in uno spazio euclideo. Anche la leggerezza di un materiale inerte può diventare insostenibile. In questo senso Saglio non è un mago, piuttosto fa magia, che è tutta un’altra storia. E se è un mago, lo è allora nell’accezione junghiana di “stregone”, colui che apre le porte al numinoso sondando l’inconscio collettivo e gli archetipi umani. È il sapiente che possiede le tecniche (magiche) per dischiudere mondi altri, meta-fisici, fantastici o meravigliosi ma pur sempre possibili. La sua realtà scenica non è inverosimile, egli lavora in profondità figure e miti delle fiabe, snocciola immagini su immagini che si fondono e crescono in una

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drammaturgia cangiante, dove il trucco scompare non per necessità illusionista ma perché surclassato dalla potenza riverberante della metamorfosi scenica. La magia diventa così la chiave poetica «per abitare pienamente il reale», afferma lo stesso Saglio, «essa ordina il nostro rapporto col mondo esterno e ci ricorda che questo esiste anche in termini soggettivi». Sembra di leggere Lacan, quando parla nei suoi seminari dell’irruzione del reale che desta dal sonno della realtà quotidiana. È quanto avviene nella produzione del 2019, Le Bruit des loups, ripresa recentemente al Théâtre du Rond-Point di Parigi dove Saglio è artista associato. Uno spettacolo extra large in cui la magia si amplifica a tutta scena. Un’asettica stanza moderna – sembra il bunker di Finale di partita di Beckett – si trasforma in bosco profondo, mentre le rassicuranti piante d’appartamento cominciano a ribellarsi all’indifferenza umana. L’apparizione di un ratto anticipa lo sprofondamento carrolliano non nelle meraviglie ma nel passato infantile del protagonista, che nel bosco si perse e incontrò un lupo, un furetto, una volpe, un cervo e anche un gigante, custode della selva. Qui tornano molti leitmotiv di Saglio tra cui la volpe-marionetta che, un po’ alla Brecht e un po’ alla Kantor, dirige l’azione scenica, manda avanti e indietro la storia, oppure la interrompe. E col suo scalpo di pelliccia ci inquieta, ci turba, ma soprattutto ci ricorda che siamo tutti esseri viventi, senza distinzioni di specie.


agie ouve e

MontageThierry Collet foto Baptiste Lequinio

Penn and Teller

SERATE FANTASTICHE LA MAGIA DI ESSERE UN’ARTE DEL PROPRIO TEMPO

di Raffele De Ritis “ Il prestigiatore non é un semplice giocoliere. Egli é un attore che interpreta la parte del mago”. Jean Eugéne Robert-Houdin, “Comment on devient sorcier”, 1878.

Jean Eugene Robert-Houdin

Nel 1845, l’orologiaio francese Jean Robert-Houdin, appassionato di magia, aprì una sala di spettacolo nel centro di Parigi. La magia all’epoca era ancora ritenuta una baracconata da fiera: un divertimento per

ingannare il popolo con presunti poteri soprannaturali. L’intuizione di Robert-Houdin, borghese, fu di esibirsi in abiti attuali, senza enfasi scenica, con riferimenti alla scienza e al sapere contemporaneo, rendendo i giochi di prestigio un’arte creativa del proprio tempo, in una sala di spettacolo dedicata, nel quartiere più “in” della capitale. Escluse la parola “magia”: il titolo del suo spettacolo era Soirées Fantastiques un tale innovatore che il suo cognome fu più tardi preso in prestito dal leggendario Houdini. Qualche decennio dopo, nel 1886, a pochi metri da quella sala, i parigini scoprirono il “Nouveau Cirque”: costruito dall’inventore del Moulin Rouge, disegnato dal-

l’architetto dell’Opéra, era un edificio circense trasformabile in produzioni acquatiche, con spettacoli creati da registi, coreografi, autori tra i più in voga del tempo. È risaputo che i francesi sono bravissimi a ripensare le forme dello spettacolo popolare dentro dinamiche artistiche “ufficiali”. Questo anche in strategie istituzionali e politiche: lo hanno fatto nel secondo dopoguerra col teatro, poi con la danza, il circo, le arti del movimento, la marionetta. Oggi tocca alla cosiddetta magie nouvelle. Bisogna dire che forme innovative di magia si sono viste in più parti del mondo negli ultimi decenni: la “rivoluzione” degli anni ‘90 con Siegfried and Roy, che a Las Vegas hanno attirato i più grandi registi e scenografi verso il mondo della magia; Arturo Brachetti, che ha sdoganato mondialmente il genere nel circuito teatrale; gli statunitensi Penn e Teller i quali, dalla controcultura degli anni ‘80 fino all’industria di Las Vegas, continuano in un approccio concettuale di stravolgimento rispetto alle nozioni di magia, trucco e inganno; o a recenti “scuole” spagnole e tedesche. Tuttavia l’innovazione ha sempre riguardato la figura del prestigiatore, e il contesto dichiarato di uno spettacolo di illusionismo. Il recente movimento francese cos’ha di realmente “nuovo”? Esso sembra invece avere l’elevata ambizione di essere un’arte teatrale a sé, oltre la figura del performer come mago: sceglie di lavorare sulle estetiche di percezione della realtà, usando certamente le tecniche del prestigiatore, ma tentando di adottarla ai meccanismi della coreografia, della suggestione scenografica, dell’espressione scenica senza confini. Si sono perciò viste combinazioni in molti casi interessanti e inedite: come le tecniche di sospensione collegate alla giocoleria, o l’antica arte della levitazione integrata alla danza, come nel percorso della compagnia 14:20 di Raphael Navarro e Valentine Losseau. Ma non solo al corpo e alla visualità è legato il nuovo illusioniJUGGLINGMAGAZINE.IT

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smo: ci sono interessanti esperimenti nel mentalismo, o chi come Thierry Collet é brillante nella drammaturgia testuale; Yann Frisch (campione del mondo di closeup), rimanda invece al virtuosismo manuale e all’intimità col pubblico; Etienne Saglio sviluppa la suggestione scenografica e un sorprendente coinvolgimento degli animali (elemento questo, tanto presente nella storia della magia come nel circo). La capillarità delle politiche culturali francesi é riuscita ad imporre il neo-genere all’interno dei circuiti teatrali, e molti di questi artisti mantengono contatti creativi con la comunità magica tradizionale. Interessante anche come queste innovazioni amplificano anche la portata della ricerca circense su grande scala: l’ultimo spettacolo del Cirque du Soleil Drawn to Life (realizzato per Disney World e inaugurato a fine novembre) si avvale della consulenza di Raphael Navarro per inediti effetti magici. PROGETTOQUINTAPARETE.IT


agie ouve e

Giacomo Costantini

Holo foto Cie 14 20

LA MAGIA IN ITALIA ALCUNE CONSIDERAZIONI

di Giorgio Enea Sironi Dalla giornata di studi organizzata nell’ambito del progetto BETA CIRCUS dove, per la prima volta a mia memoria, si è parlato di magia in ambito istituzionale, sono emerse diverse considerazioni sulle politiche culturali inerenti al circo in Italia. Tra queste le enormi difficoltà delle giovani compagnie italiane di circo ad essere programmate stabilmente nel circuito teatrale nazionale, la mancanza di sostegno concreto agli aspetti di produzione, distribuzione e amministrazione. Ma se il circo contemporaneo rivolge da tempo le sue istanze alle istituzioni, la magia a che punto è? Inclusa di fatto nelle disposizioni del Fondo Unico per lo spettacolo tra le discipline afferenti all’impresa circense, può, come nel caso della cugina francese, conquistare un suo

ruolo primario e autonomo nella scena teatrale ed essere così riconosciuta e supportata dalle istituzioni? Come in Francia la magie nouvelle è stata inclusa tra i corsi del CNAC, potrebbe la magia in Italia essere compresa in un percorso accademico più istituzionale? Potrebbe sorgere in Italia un “movimento” come quello francese che riunisca sotto un’unica corrente creativi, registi, artisti, tecnici, operatori? Navarro e gli altri fondatori hanno infatti cresciuto nel tempo una rete di tecnici, scenografi e direttori di scena, grazie anche al lavoro con gli studenti dell’ENSATT (Scuola Nazionale di Arti e Tecniche Teatrali), una delle scuole di teatro più apprezzate in Francia, insegnando alle future generazioni di professionisti del teatro le tecniche di messa in scena tipiche della magia. Yann Frisch e Etienne Saglio, artisti di punta della magie nouvelle, hanno fatto da apripista e inspirato ad oggi circa 70 compagnie e 100 artisti oggi sparsi nel mondo. Ci sono attualmente in Italia registi e artisti capaci di ispirare le future generazioni di illusionisti? Oppure un artista italiano che oggi volesse sviluppare un percorso artistico nell’ambito magico si deve affiliare alla magie nouvelle? La magie nouvelle, come ha evidenziato molto bene Raffaele De Ritis nel workshop del pome-

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riggio, potrebbe essere una delle possibili declinazioni contemporanee di un’arte performativa che ha radici antiche e che ciclicamente ha esigenza di rinnovarsi ed evolversi. Le strade della magia sono innumerevoli e la magie nouvelle è solo una di quelle possibili. Parallelamente all’incontro di Parma, il Circolo dei Lettori di Torino aveva in programma un incontro con Giacomo Costantini della Compagnia Circo El Grito e lo scrittore Wu Ming 2 per approfondire il rapporto tra drammaturgia circense e romanzo storico nella nuova creazione L’Uomo Calamita che ha debuttato nel dicembre 2019 al Teatro Vascello. E guarda caso si è parlato molto di magia con presenti in sala Arturo Brachetti e il mentalista Mariano Tomatis. L’Uomo Calamita traccia un percorso nuovo in cui l’illusionismo spinge in avanti il limite dell’estetica circense, spostando il confine tra il possibile e l’impossibile, tra rischioso e miracoloso. Uno spettacolo esemplare in cui Giacomo Costantini, fondendo circo e magia, rappresenta con numeri mozzafiato la narrazione incalzante di Wu Ming, il tutto scandito dal battito ritmico incessante e dalle musiche originali del batterista Fabrizio “Cirro“ Baioni. Uno spettacolo, questo, che sicuramente sta facendo da apripista a un nuovo modo di intendere il circo e la magia.


GIORNATE DI STUDIO SULL’ARTE CIRCENSE 22/26 NOVEMBRE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO circoedintorni.it opencircus.it

foto di Miriam Velotti

Se per gli artisti il ritorno allo spettacolo dal vivo dopo i lunghi mesi di lockdown e restrizioni ha significato un momento di gioia, oltre che la possibilità di ricominciare a vivere del proprio lavoro, per le Giornate di Studio sull’Arte Circense abbiamo vissuto un’euforia simile, condivisa dallo staff, dagli ospiti e dagli studenti partecipanti. Dopo l’esperimento “forzato” che nel 2020 ci aveva portato a svolgere il laboratorio completamente online, tutto sommato positivo, poter organizzare la XIII edizione in presenza è stato decisamente più appagante, anche perché siamo riusciti a strutturare una programmazione ricca e attenta alle varie voci del circo. Non sono comunque mancate le difficoltà, prima fra tutte il dover rinunciare al laboratorio di giocoleria per le limitazioni dovute al coronavirus. Ma nel corso del tempo (e in pieno spirito circense) abbiamo saputo fare di necessità virtù. Abbiamo dunque deciso di sostituire la parte di workshop con esibizione live, occupando l’aula teatro del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano con una serie di artisti che hanno saputo coinvolgere profondamente i ragazzi e le ragazze presenti. L’ennesima dimostrazione della forza prorompente delle discipline delle meraviglia. Il focus principale delle Giornate di Studio è stato “Il circo e i giovani” . Come ha spiegato il Professor Alessandro Serena, direttore scientifico dell’iniziativa che, come ogni anno, ha curato le lezioni storiche introduttive ad ogni sessione, “Il circo da diversi anni si trova in una fase di rinnovamento grazie al fertile bacino delle scuole di arti circensi, alle influenze dei linguaggi della danza e del teatro che arricchiscono e rinnovano i codici della pista. I giovani sono sempre più i protagonisti di questa rigenerazione.” Tra le nuove leve presentate in Statale, il giocoliere Lucas Zileri, che ha

stupito tutti con la sua “danza” fatta di racchette da ping pong e la compagnia colombiana Axioma, che ha raccontato con una sentita performance fisica la complicata situazione del suo paese, arrivando dritto al cuore degli studenti che ne hanno com-

A completare la fitta scaletta di interventi, rientrando nei focus “Mestieri. In scena e oltre” (che ha posto l’accento sui ruoli differenti rispetto a quelli dell’artista, che pur meno visibili sono fondamentali ed arricchiscono le possibilità di carriera nel settore) e “La critica in pista” (che ha raccolto le testimonianze di critici, giornalisti e studiosi), personalità di

Selyna Bogino

di Nicola Campostori

preso l’intensità, scoprendo allo stesso tempo il valore sociale del circo. Ampio spazio è stato dato alle presenze femminili nel circo, riunite nel focus “Moira 90” che ha celebrato il novantesimo anniversario della regina del circo. Anche in questo caso, i partecipanti hanno apprezzato soprattutto le esibizioni dal vivo, come quella dell’antipodista Selyna Bogino e della giovanissima Angelica Caforio del Piccolo Circo dei Sogni di Paride Orfei. JUGGLINGMAGAZINE.IT

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spicco come Luisa Cuttini di Tendenza Clown, il regista Raffaele De Ritis, Filippo Malerba di Quattrox4 e Adolfo Rossomando di Juggling Magazine. Tra i protagonisti delle Giornate di Studio sicuramente i Black Blues Brothers, gruppo di acrobati kenioti che da diversi anni riscuote un successo clamoroso in tutto il mondo (strabiliando anche in Statale il pubblico con le loro evoluzioni con la corda) per un totale di oltre 700 repliche e ben 300.000 spettatori. I Black Blues Brothers torneranno a Milano per presentare il loro travolgente show acrobatico e musicale al Teatro Carcano dal 29 dicembre PROGETTOQUINTAPARETE.IT


Angelica Caforio

al 2 gennaio. Un originale tributo all’intramontabile cult di John Landis a quarant’anni dalla sua uscita. Rispetto agli anni precedenti, gli universitari iscritti al laboratorio sono sembrati più attenti, partecipativi, rispettosi degli orari e degli obblighi di presenza. Il lungo periodo nel quale sono stati costretti a ridurre al minimo la socialità e l’avvicinamento a nuove realtà potrebbe aver reso da un lato ancora più impellente il desiderio di confrontarsi col mondo, e dal-

l’altro potrebbe aver eliminato molte distrazioni, aiutando tutti a concentrarsi maggiormente sul “qui e ora” e ad apprezzare con più consapevolezza le occasioni nelle quali ci si imbatte. Forse c’era “fame di concretezza”, dopo mesi di virtuale, e cosa meglio del circo poteva saziare questo appetito? In generale, è stata confermata la tendenza che vede una forte curiosità dei giovani nei confronti del circo, che raramente hanno avuto modo di conoscere prima di questo laboratorio e del quale colpisce la varietà, la vitalità, oltre che la capacità di avvicinare le persone e la dedizione degli addetti ai lavori. Diversi studenti sono intervenuti con quesiti specifici, si sono attardati con lo staff chiedendo di approfondire i temi emersi, hanno chiesto contatti per rimanere nell’orbita di questo mondo. Le Giornate di Studio sull’Arte Circense si confermano come una settimana di scoperta che apre ad un rapporto diverso con lo spettacolo popolare, da spettatori ma anche da possibili operatori e artisti del futuro.

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BRÀ-VO! bra-vo.eu

di Valentina Barone Il progetto è ufficialmente iniziato sotto i migliori auspici, sono infatti più di cinquanta le candidature ricevute dalla call Brà-vo! che coinvolgerà artisti di circo e organizzatori per un processo di formazione continua per tutto il 2022. Siamo soddisfatti del risultato e consapevoli di poter contare su proposte artistiche diversificate e di rilievo. La risposta sul territorio nazionale è stata interessante e vivace. Per questo motivo ci stiamo chiedendo quali siano stati i fattori scatenanti di tanta attenzione. La possibilità di mettere in contatto le realtà professionali italiane con l’estero, sicuramente, è la dinamica che ha incuriosito e stimolato la partecipazione alla call. I materiali ricevuti sono stati valutati seguendo più metriche: questo ha permesso alla giuria di includere tra i pre-selezionati progetti artistici molto diversi tra loro. Nella selezione abbiamo bilanciato in modo consapevole la presenza di progetti già avviati ad altri progetti che riteniamo validi anche se all’inizio del cammino artistico. Tra le proposte artistiche selezionate, Brà-vo! ha incluso anche una compagnia non appartenente a nessuna rete di raccordo con altre realtà già esistenti in Italia. Insieme a compagnie già avviate, scommettendo anche su alcune nuove proposte. La nostra intenzione è quella di assumerci il rischio culturale di questa operazione, coltivando il talento di produzioni dal futuro in divenire, proprio

per accompagnarle attraverso un percorso di formazione. Quello che, invece, appare come un limite comprensibile, è la risposta degli operatori interessati a intraprendere una formazione internazionale per un progetto di circo. Gli organizzatori sono i nuovi liocorni di una contemporanea Arca di Noè? Probabilmente sì. O forse sono la chiave di volta di un processo esteso che permette a uno spettacolo di essere comunicato e fruito nel migliore dei modi. Gli organizzatori lavorano nell’ombra? Non esattamente. Sono piuttosto persone capaci di far parte di una squadra, di tessere relazioni e di immaginare traiettorie promozionali di uno spettacolo per raccontarlo e renderlo fruibile a un pubblico diversificato. Gli organizzatori sanno anche chi sei quando vai in crisi durante una creazione, e permettono all’artista di andarci, il più delle volte: è da quella libertà che spesso dipende la profondità di quello che poi accade in scena. La loro professione non è ancora riconosciuta in Italia come contralto necessario all’artista nella fase di sviluppo di un output artistico e probabilmente in questo contesto rispondono agli stimoli del sistema in numero nettamente inferiore. Tornando al tema della formazione in ambito artistico, invece, ci siamo anche interrogati sulla provenienza o meno degli artisti da una scuola professionale. Non abbiamo scelto i candidati sulla base del loro percorso di formazione, perché Brà-vo! vuole essere un percorso di internazionalizzazione a disposizione degli artisti e degli organizzatori, al di là della loro pro-

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venienza da una scuola specifica. Piuttosto, riteniamo che l’artista sia sempre un’eccezione, e che, proprio per questo motivo, la sua crescita sia possibile dentro e fuori al percorso formativo. Già dalle sue fasi preparatorie il progetto si sta rivelando una grande occasione di crescita professionale per tutti noi del raggruppamento. Le dinamiche di relazione con l’estero all’interno di Brà-vo! facilitano un confronto con modalità di supporto allo spettacolo dal vivo che in altri paesi possono contare su una più ampia gamma di forze e strumenti e ci spingono a trovare sempre nuove soluzioni. Inizieremo presto le attività in presenza che permetteranno finalmente al gruppo di conoscersi e di iniziare a lavorare insieme. Il prossimo appuntamento di Brà-vo! sarà cruciale e si svolgerà a Recanati, presso Agreste – Spazio di Creazione, il centro di residenza artistica nel verde che ospiterà un laboratorio di due giorni dedicato a tutti i dieci artisti pre-selezionati e ai cinque diffusori scelti. Dopo questa intensa esperienza saranno scelti i cinque vincitori della formazione internazionale che avrà luogo a Bruxelles presso Up - circus and performing arts. Vi terremo sicuramente informati! “Brà-vo!” è vincitore del bando ministeriale “Boarding Pass 2021” proposto dal raggruppamento italiano Circo El Grito e Spazio Agreste (Ass. Sistema 23) Cirk Fantastik (Aria Network Culturale) Juggling Magazine (Giocolieri e Dintorni). Partner internazionali del progetto: Up - Circus and Performing Arts (BE), Les Acolytes (FR), EnCirque (CH), Zanni Produções Artísticas (BR), Asociación ACirc (PR), Side Kunst Cirque (FR), Zirkolika (ES), Circus Talk (USA)

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TOUR LA CRISI CLIMATICA RACCONTATA DALLA VOCE DEL CIRCO climateofchange.info/italy

foto Michele Lapini

Dopo più di un anno di lavoro culminato in un tour attraverso 8 Stati in Europa con 18 persone fra acrobati e acrobate, musicisti, tecnici e comparto di produzione, è tempo per MagdaClan e FLIC Scuola di circo di riavvolgere il nastro e tirare le somme. Gennaio 2020: WeWorld, una ONG italiana, assieme a 16 partner europei fra ONG, municipalità e università, avvia il progetto quadriennale Climate of Change, con l’obiettivo di creare una vasta campagna di sensibilizzazione che motivi i giovani a prendere parte ai processi decisionali sul clima e richiedere un cambiamento nelle politiche europee.

Ad agosto 2020 WeWorld pubblica una call con cui, per parlare ai giovani di tante diverse nazionalità, sceglie di affidarsi al linguaggio universale del circo. La call ricercava la produzione di uno spettacolo di circo contemporaneo - dedicato alla correlazione tra migrazioni e cambiamenti climatici - e l’organizzazione di un tour in 10 Paesi europei (Grecia, Bulgaria, Slovenia, Ungheria, Polonia, Germania, Italia, Portogallo, Francia e Belgio). Oltre allo spettacolo veniva richiesto un insieme di guerrilla action per coinvolgere le comunità locali. In mancanza di un solido sistema di sostegno al nostro settore, siamo abituati forse assuefatti - alle relazioni con gli enti pubblici (MIC in primis) e con le fondazioni. Questa call affermava invece con forza

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l’esistenza di un terzo settore, con un grandissimo potenziale di intervento, determinato a puntare sul circo contemporaneo. Una scelta indicativa di un cambiamento in atto nell’ambiente culturale italiano. Il circo, con la sua voce caleidoscopica, ha dimostrato di poter parlare a tutte e tutti, saltando l’ostacolo delle differenze linguistiche e creando connessioni tra culture differenti: concetti alla base dei trattati costitutivi dell’UE. La call genera una risonanza fragorosa nel mondo del circo. MagdaClan e FLIC Scuola di Circo decidono di candidarsi lavorando in sinergia, e parallelamente, su due aspetti: da un lato la creazione di uno spettacolo e di tre attività performative satellite; dall’altro la creazione di un network ad hoc coinvolgendo scuole di circo locali, giovani artisti, allieve e allievi, nei Paesi del tour. Dicembre 2020: riceviamo la comunicazione di aver vinto la call e, contemporaneamente, prendiamo atto di avere pochissimi mesi di tempo per organizzare il tour e le residenze necessarie alla creazione. Creazione che, usando un eufemismo, non è stata semplice. L’idea progettuale era entusiasmante, ma bisognava concretamente tradurre la complessità del tema in uno spettacolo di poco più di un’ora. Come parlare in scena della crisi climatica? Come mettere in luce le connessioni economiche, le problematiche sociali, le conseguenze di determinate scelte politiche su scala globale, senza cadere nell’ovvio o nel retorico? Come si puo � affrontare un tema cosi�scottante con poche parole, qualche oggetto, e con estrema leggerezza? La nostra risposta a questi interrogativi è stata weLAND - a journey to a new ERA. Lo spettacolo parla attraverso immagini simboliche. È innanzitutto l’impianto scenografico a suggerire la direzione simboli-

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ca dello spettacolo: l’immagine di un porto o di un centro di smistamento merci, in cui si muovono gabbie, container, materie prime, persone. La musica e i paesaggi sonori descrivono i differenti contesti ambientali. I personaggi in scena non vestono solo i panni dei migranti, ma simboleggiano i problemi delle comunità colpite dal cambiamento climatico. L’intera creazione, dai costumi alla drammaturgia, è volta a suggerire immagini evocative agli spettatori. weLAND è andato in scena di fronte a più di 14.000 persone, in piazze, arene, parchi, parcheggi, tanto nelle periferie quanto nei centri urbani. Con il nostro convoglio siamo passati attraverso molte delle barriere, non solo linguistiche, che continuano ad esistere. Ci è bastato il primo viaggio, fra Friuli e Bulgaria, per capirlo. Attraversando l’Europa, abbiamo toccato con mano le disparità culturali, politiche, economiche e sociali che segnano i vari Paesi: un’Europa unita solo fino a dove conviene.

foto Tomasz Kulbowski

di Achille Zoni e Annalisa Bonvicini

È per questo che scegliere il circo contemporaneo come linguaggio si è rivelato lungimirante: le immagini e i simboli sono un veicolo universale per la trasmissione dei concetti e delle emozioni, oltre ogni barriera. E il circo è prima di tutto questo.



PAGLIACCE NETWORK FARE RETE IS THE ANSWER ledueunquarto.it

di Martina Soragna foto di Andrea Macchia “A partire dagli anni '60, parallelamente al movimento che promuoveva l'espansione dei diritti delle donne, iniziò in tutto il mondo un'ondata di donne clown, che cercavano nuove forme di comicità, tipiche dell'umorismo femminile, allontanandosi gradualmente dai condizionamenti a cui dovevano attenersi le loro predecessori: abbigliamento maschile, strutture fatte per essere recitate da uomini, comportamenti "appropriati" al loro genere o assunzione di ruoli consacrati dalla società, che fossero decenti o meno”. (Nohemi Espinosa Luna, Mujeres en la historia del clown) Di donne pagliacce si conosce poco e si parla ancor meno. Soprattutto in Italia. Quello che si sa è che ci sono pochi nomi che hanno fatto la storia delle donne clown e che i racconti su di loro sono spesso lacunosi e poco dettagliati. Quello che però sappiamo per esperienza diretta - perchè è un mondo artistico che ci appartiene e che viviamo da quindici anni, ormai - è che il numero delle donne pagliacce sta crescendo. Già solo a Torino ci sono almeno una quindicina di clown professioniste e in tutta Italia, ad oggi, ne conosciamo almeno 50! Sappiamo che in Spagna c'è un'attenzione diversa al mondo de las pallassas, tanto

che esiste almeno un festival a loro dedicato e diversi gruppi Facebook. Anche in Portogallo è così. In Italia, invece, la parola pagliaccia è usata spesso in modo dispregiativo ed è per questo che vogliamo ri-appropriarcene dandole nuova vita, creando in futuro un festival. Quello che ci interessa attraverso il network è tracciare una mappatura delle donne clown passate e presenti, per approfondire le nostre conoscenze e curiosità in materia, interrogandoci se realmente si può parlare di comicità al femminile. Uomini e donne ridono per le stesse cose e allo stesso modo? Ci sembra una domanda interessante, pur condividendo il pensiero che la comicità sia un linguaggio universale, ci incuriosisce la ricerca di questa sfumatura... se esistesse!

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Con Silvia Laniado formiamo dal 2007 a Torino la compagnia teatrale le2eunquarto. Come duo artistico abbiamo un passato importante, la comicità è l’elemento distintivo che ci accomuna nel nostro percorso come autrici. Unendo la nostra esperienza e formazione nel teatro fisico, del clown e della voce, abbiamo creato insieme uno stile personale e versatile, esibendoci nei principali festival di teatro di figura e di strada di tutto il mondo. In quest’anno di soluzioni e percorsi avvincenti, potevamo farci mancare un’impresa di aggregazione in nome dell’arte comica? Assolutamente no! Uno degli insegnamenti più evidenti che abbiamo imparato da questo periodo di isolamento forzato è che l’unione fa la forza e l’arte fa la differenza. Da questa consapevolezza è nata un’idea che poi abbiamo trasformato in impulso, la volontà come compagnia di allargare i nostri orizzonti e creare così Pagliacce Network. L’obiettivo è quello di fare rete tra clown professioniste attraverso la creazione di uno spazio virtuale, fisico e immaginifico per condividere conoscenze, esperienze di ricerca e confrontare le creazioni artistiche rispetto al tema del clown e all’universo femminile. Per farlo, ci ispiriamo a tre principi fondamentali: connettere, ispirare e condividere, per mettere a fuoco la vera mission del progetto, stimolare le pagliacce di oggi e di domani. Quello che ci sta a cuore è la creazione di uno spazio comune di confronto basato su un legame di reciprocità tra le partecipantƏ, all’interno del quale si possano elaborare nuovi strumenti utili alla propria crescita artistica e professionale. La nostra più grande ambizione è quella di contribuire attivamente a rendere la società in cui viviamo più libera e inclusiva. Ci piacerebbe poi che i materiali prodotti dai nostri incontri generassero un archivio digitale condiviso e consultabile da tutte le partecipantƏ e affiancassero una biblioteca di materiali utili per ciascuna ricerca individuale o sviluppo del settore, con interviste video ad autrici di calibro internazionale. Per maggiori info e partecipare al network: infopagliacce@gmail.com


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foto di A.R. e Collettivo Lambe Lambe Italia Motivati dalla partecipazione del pubblico, si è deciso di organizzarsi nel collettivo Lambe Lambe Italia per diffondere, anche nel nostro paese, questo linguaggio visivo così intimo e particolare. Il festival Mirabilia di Cuneo ha rappresentato la prima occasione ufficiale di mostrare il nostro lavoro confrontandoci sia fra di noi che con un pubblico ancora non abituato a questa forma di teatro di strada. Sono stati tre giorni importanti ed è stato sorprendente, in una contingenza sanitaria che ha colpito in modo particolare lo spettacolo dal vivo, ritrovarsi a spiegare a decine di persone qual era l'esperienza a cui s'accingevano a partecipare. Famiglie, ma anche ragazzi, ragazze e persone di una certa età, si sono avvicendati davanti alle scatole magiche diventando parte fondamentale di uno spettacolo intimo e allo stesso tempo comunitario. L'intenzione del gruppo Lambe Lambe Italia è quello di diffondere il più possibile questa forma di teatro sul territorio attraverso occasioni come quella di Cuneo, soprattutto adesso che la necessità di tornare a fidarsi della prossimità fra esseri umani è più che mai evidente.

Si tratta di uno spettacolo a tutti gli effetti, sebbene ridotto, sia nelle dimensioni dello spazio scenico sia nella durata e nel pubblico. Generalmente è un unico spettatore a prendere posto davanti alla fessura che lo condurrà, una volta indossata una cuffia, in un racconto tutto per sé della durata di pochi minuti. Nel tempo, questo genere di teatro, adattato alle più disparate tecniche del teatro di figura, diffuso specialmente in America Latina dove spesso è chiamato "caja misteriosa" (scatola misteriosa), ha preso piede anche in Europa. È difatti durante il Festival di Charleville-Mézière del 2019 che è sorta l'Idea di organizzarne il primo raduno in Italia nel contesto del Radupo di Guastalla, consueto incontro di burattinai e burattinaie ideato da Otello Sarzi.

Lorena Vitali / Riparo Sogni Infranti

Alessandro Guglielmi / Cia Manintasca

Lisa Ben Ci Venni / PulcinellambeIdea

Emanuela Bandini / Teatro Mignon

Carla Taglietti / Dance Box

Mirabilia Festival 2021

ITÀCOL LETTIV ADELTE ATRO

ISTERI

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Lambe è una parola portoghese che significa "leccare". Difatti era attraverso quest'azione che i fotografi ambulanti, nel Brasile dei primi del '900, riconoscevano una pellicola buona da una inutilizzabile. Ed è proprio dentro certe piccole camere oscure, ormai non più utili a fermare ritratti da passeggio, che nasce, quasi un secolo dopo, il Teatro Lambe Lambe per mano delle burattinaie Denisse do Santos e Ismine Lima.

SCAT L’INTIM

OLEM

di Lisa Ben Ci Venni

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foto Andrea Macchia

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Mirabilia Festival 2021

FABER TEATER EIL CAMPIONE MARIO CHIAPUZZO E LA ZANZARA faberteater.com

Faber Teater è un gruppo di artigiani teatrali, una bottega creativa in movimento dove cercare, gioire, cantare e stupirsi. Un ensemble che condivide un cuore musicale e una poetica, che crede in un teatro che accoglie e si completa creando relazioni. È proprio “un teatro dove non ti aspetti” quello che insieme a loro abbiamo incontrato al festival Mirabilia di Cuneo, dove la compagnia piemontese, attiva da oltre vent’anni sul panorama italiano e internazionale, ha presentato l'ultimo spettacolo epico-itinerante Il Campione e la Zanzara, con la drammaturgia e la regia di Mario Chiapuzzo. Uno spettacolo epico perché il suo protagonista è Fausto Coppi, celebre campione di ciclismo della prima metà del Novecento, un simbolo dello sport in tutto il mondo. Itinerante perché è la bicicletta la sua immediata particolarità, (potremmo definirlo un...bikespecific?) su cui tutti sono invitati a seguire la narrazione guidati dal Faber Teater. È la storia del Campionissimo, quella che gli attori diventati personaggi, colorati e con maschere di ispirazione balinese, srotolano sull'asfalto. I personaggi sono Guide Temporali che appartengono alla famiglia dei Bondres, le maschere comiche del teatro Topeng dell’isola di Bali. Il Campione e La Zanzara comunica, quindi, utilizzando un alfabeto universale, comune alle commedie popolari in maschera e ai contastorie del mondo intero. Questo è il viaggio che intraprendono il pubblico e gli attori: attraversano il Tempo - il “presente perenne” in cui si svolge l'azione - e lo Spazio - dal centro storico di Cuneo, fino al parco Parri, futuro polmone verde della città - in sella alla propria bicicletta, tutti insieme, seguendo le Guide Temporali che sotto i nostri occhi sanciscono il passare del Tempo, inserendo la storia dell'Airone nella cornice del XX secolo.

Le maschere di Faber Teater ci accompagnano a conoscere a poco a poco il nostro eroe: dalla sua nascita fino alle grandi vittorie, come quella del Tour de France del 1952, per arrivare poi all'incontro con la zanzara africana che lo punse. Una cornice poetica per l'epilogo della storia: l'incontro di Fausto con la puntura di insetto che causerà la sua morte, a quarant'anni, nell'ospedale di Tortona. In una chiacchierata informale dopo lo spettacolo, abbiamo chiesto alla compagnia quando ha preso forma questo innovativo progetto e che lavoro hanno fatto per adattarlo alle strade di Cuneo. Ci hanno raccontato che lo spettacolo ha debuttato a Novi Ligure il 19 settembre 2019, giorno del centenario della nascita di Coppi, a cui la Regione Piemonte ha dedicato un calendario di eventi culturali e sportivi. A Cuneo, la richiesta del festival era di coinvolgere attivamente lo spazio urbano e portare il pubblico in un nuovo spazio cittadino: c'è stato quindi un lavoro preparatorio con il direttore artistico Fabrizio Gavosto, prima telefonico e poi pedalando per la città, cercando le strade più adatte per un pubblico numeroso, fino a scoprire in anteprima il Parco Parri. Sulla relazione con il pubblico, soprattutto in questo periodo post-Covid, Faber Teater sottolinea che da subito la proposta è risultata molto interessante per gli

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organizzatori: la bicicletta garantisce il distanziamento tra le persone e risponde alla necessità di attività nello spazio aperto, emersa con forza dopo le chiusure dello scorso anno. Come la compagnia ha imparato nel corso della sua carriera, il percorso per avvicinare il pubblico è delicato e richiede una

foto Diego Diaz

di Valentina Barone

grande maestria fin dal primo ingresso in scena, che in questo spettacolo avviene da lontano, con la musica. Con leggerezza, il pubblico che raccoglie la sfida si presenta numeroso in bicicletta e viene invitato a immaginare, a entrare nel fiume del tempo e a seguire la parabola di un uomo che diventa a mano a mano quella di ognuno di noi. Gli spettatori vengono accompagnati dentro la narrazione lentamente e i personaggi instaurano con loro un dialogo diretto. Il racconto rivela una storia quotidiana ed eroica al tempo stesso, ironicamente pungente e assolutamente da non perdere.


foto Stefano Scheda

FRANCESCA MARI TANGLE...IN THE WOMB OF A JUGGLER E marijuggling

di Francesca Mari (Poppi) Tangle, progetto di giocoleria liberamente ispirato all'antropologia, è nato dalla necessità e volontà di realizzare un solo indoor su un tema in cui mi sono trovata molto a riflettere negli ultimi anni. Inizialmente volevo creare un solo di giocoleria sulla Creazione, sul generare la vita come sul generare arte e rappresentare l'universo con palline attaccate ai fili. Mi interessava esplorare la tecnica “Pendulum juggling”, giocoleria che utilizza oggetti oscillanti. Poi ho ascoltato un naturale interesse nato dopo la lettura di un libro scritto da Thom Wall, Juggling from antiquity to middle ages, in cui si parla della giocoleria nell'antichità e in diverse culture. Tra i vari esempi quello che più mi ha colpito l’ho trovato in Polinesia, dove esiste un gioco chiamato Hiko, in cui frutti a forma sferica (noci tui-tui) vengono lanciati in aria in modo circolare. Si ritrova questo gioco tra miti e leggende, dalla dea Hikuleo, regina dell'oltretomba, alla divinità ermafrodita Fehuluni. Negli anni '70 la regina Salote, prima regina regnante e terza monarca del Regno di Tonga, ha creato una danza tradizionale Tau'olunga ispirata all'Hiko. Hiko è fatto solo da donne, si crede che il lancio e la manipolazione di oggetti ne esalti grazia e femminilità. Questa tradizione crea abili giocoliere ed è considerato normale essere in grado di destreggiarsi con un alto numero di oggetti contemporaneamente, un’abilità che nel mondo occidentale sarebbe vista come estremamente tecnica. Inizialmente la mia idea era di visitare solo le isole Tonga, ma è ad Auckland che ho incontrato Losalio Milika Pusiaki, direttrice dell’Accademia Nazionale di Danze Tongane. L’ho rintracciata te-

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lefonicamente, ci siamo conosciute, ed è stato bellissimo. Nonostante sia molto rivolta alla tradizione, Losalio è una donna straordinariamente aperta che vuole conoscere, capire e che mi ha aiutato tantissimo nella mia ricerca. Le ho fatto un’intervista molto lunga, spiegandole che sono giocoliera. Mi ha tranquillizzata soprattutto sull’aspetto dell’appropriazione culturale. Molte volte mi sono chiesta: “Chi sono io per mettere in scena uno spettacolo ispirato ad una cultura a cui non appartengo?” Eppure, lei per prima ha colto il mio genuino interesse per la danza tradizionale dal punto di vista di una giocoliera e ha dato valore alla mia ricerca. Considero Tangle come spettacolo teatrale in cui il linguaggio utilizzato è la giocoleria incentrata su di un pattern tradizionale, la shower, che trovo interessante perché primordiale e binario. In viaggio ho incontrato persone disposte a darmi spunti. Molte le ho approcciate e intervistate al mercato, un luogo aperto e di scambio informale in cui, dopo un primo momento, sono riuscita a relazionarmi a loro uscendo dal cliché del turista. Appena iniziavo a giocare, le donne erano subito coinvolte. Alle bambine in Tonga viene insegnato l’Hiko. Ogni gesto ha un significato e le danze rituali sono un modo di tramandare la tradizione. Tra le artiste appassionate al tema c’è anche Connie “Paprika” Leaverton, che nel 2019 ha girato un documentario, Hiko in Tonga, interamente dedicato al tema. Ci conosciamo e abbiamo anche avuto l’idea di poter presentare il suo documentario insieme al mio spettacolo e sarebbe bellissimo fare un tour insieme. Tornare in scena quest’anno è stata un’esperienza bellissima. Tra chi sta sul palco e chi nel pubblico si crea una "corrispondenza di amorosi sensi”: quando lo spettatore sta ricevendo il "cuore" di chi sta in scena, e quando chi sta in scena sente il pubblico vibrare all'unisono. Con un passato da solista con il mio street show e i palchi internazionali condivisi con Gandini Juggling, presentare Tangle mi dà la possibilità di essere al centro della scena, ma senza la necessità di essere prorompente come in strada. Adoro che Tangle sia solo le palline e me stessa (con un disegno luci di cui sono molto soddisfatta), perché le piccole espressioni, le tensioni astrattamente rappresentate dai gesti, sono possibili solo con l'attenzione di un pubblico in uno spazio indoor.

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ALICE RENDE PASSAGES

di Alice Rende La mia formazione circense inizia all’Escola Nacional de Circo in Brasile, a Rio de JaneIro, dove ho anche terminato l’università in Arti Sceniche. Alla fine dei miei studi Roberto Magro mi ha invitata a entrare nel cast di Silenzio, la sua creazione per il teatro, ed è durante la lavorazione dello spettacolo che ha preso forma l’idea di sviluppare un mio solo legato ad una scatola trasparente sospesa. Inizialmente dovevo elaborare un numero di corda, ma l’effetto scenico finale non ci convinceva. Rimuovendo la corda, ho scoperto che potevo cercare un movimento fluido che mi permettesse di restare sospesa tra le quattro pareti trasparenti. Ho iniziato a inventare il mio linguaggio con l’attrezzo e a sviluppare la mia idea di circo trovando spunti nella tecnica del palo cinese, mentre dalle discipline aeree ho ereditato la dinamica del saper tirare e del cercare cadute. Con queste premesse, ho iniziato a creare un vocabolario adatto che potesse interpretare l’attrezzo. Passages unisce la deformazione del viso e del corpo mentre è costretto in un cubo di plexiglas. Lo spazio delimitato mi permette di creare contorsioni emozionali, che giocano su una gamma di sentimenti del mio personaggio, trovando nuove possibilità di espressione e relazione con l’oggetto. Le luci sulla scatola di plexiglas trasparente permettono una visione sospesa del corpo al suo interno, mentre le pareti dell’attrezzo sono amplificate con piccoli microfoni che espandono il suono in relazione ai movimenti. Sin dai primi minuti coreografati è emerso in me il gusto di sviluppare ulteriormente la ricerca. Ho scritto un primo progetto sul tema che permetteva alla struttura di plexiglas di poter essere vista da molto vicino, come un’esposizione, un freak show.

Volevo sviluppare nuovi movimenti e la scenografia aveva delle potenzialità espressive molto forti in relazione allo spazio in cui veniva collocata. Come oggetto in sé, una scatola di plexiglas può parlare di molte cose. È un ambiente chiuso ma oltre alla sua componente di costrizione racchiude mondi infiniti di possibilità interpretative e tecniche. Può essere associato a una ricerca di protezione, esposizione, modifica del corpo al suo interno, ed esplorare tecniche e varianti differenti. Evasione, voglia di salire o scendere, sono aperture ad immaginari che, combinati con una percentuale di illusionismo, potevano funzionare. In Francia, nell’anno dedicato alla mia formazione personale a Ésacto’ Lido ho incontrato difficoltà nel trovare insegnanti che potessero sostenermi tecnicamente nella mia ricerca con questo attrezzo originale, per cui è stato difficile ma appassionante trovare una soluzione al mio percorso. Come logica, come struttura, come estetica, io lavoro con un limite, uno spazio. Da elemento scenico, nel mio caso, la scatola di plexiglas diventa un vero e proprio attrezzo di circo.

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foto Emmanuel Layani

foto Emmanuel Layani

foto Klara Pedroll

E Alice.Tibery.Rende

In Spagna, tramite La Centrale del Circ, sono riuscita ad accedere a un dispositivo specifico di sostegno alle residenze di progetti in relazione agli spazi museali e alla città, potendo costruire l’attrezzo assieme a Benet Joffre. Con Andrea Speranza ho sviluppato ulteriormente le dinamiche di sospensione e scomparsa. Nel 2020 Le Sirque - Pôle National de Nexon ha deciso di produrre lo spettacolo, permettendo il suo ulteriore sviluppo. È in questa occasione che ho conosciuto Chloé Levoy, con cui poi ho lavorato sul suono. Anche se lo spettacolo non parla necessariamente della situazione sanitaria, la pandemia ha sicuramente ha dato un nuovo livello di lettura alla mia ricerca, nella misura in cui le persone si connettono emozionalmente con la sensazione di essere ingabbiati, claustrofobici, o alla ricerca del superamento della solitudine. Ogni persona crea la sua lettura di Passages in relazione a dov’è ospitato. Per i luoghi non teatrali, diventa un’installazione che risuona con il luogo in cui avviene la performance. L’atto fisico è un’ascensione e ogni volta il desiderio di evasione porta a soluzioni fisiche nuove.


foto Jona Harnischmacher

CECILIA ROSSO ALLA RICERCA DELLA MIA VISIONE ARTISTICA foto Thomas Lenden

ceciliarosso.com

di Cecilia Rosso Il mio amore per il circo nasce intorno ai sedici anni, frequentando la scuola Chapitombolo, e continua a Cirko Vertigo, dove accade un evento fondamentale: lascio l’acrobatica per dedicarmi allo studio delle cinghie aeree. Perché questa scelta? In parte per provare a me stessa e agli altri che anche una donna può sentire l'esigenza di dimostrare la propria forza e la capacità di affrontare una disciplina che, in quel momento, ritenevo richiedesse soprattutto potenza muscolare. Ho sempre apprezzato la possibilità di essere consapevole dei vari aspetti

coinvolti nella realizzazione di uno spettacolo e in quegli anni ho anche appreso elementi di rigging e tecnica luci, affiancando al training fisico anche competenze di backstage. Al termine di questa esperienza ho sentito il bisogno di sviluppare maggiormente la mia visione artistica. Per farlo sono “volata” in Olanda ad Acapa - Fontys Academy of Circus and Performance Art, dove ho approfondito il mio interesse sulla performance art e il design. Durante questi ultimi quattro anni ho creato due performance, Frammenti e Vulcano. Frammenti è la performance nata durante il mio quarto anno di università, dove ho deciso di puntare alla creazione di un solo che potesse poi permettermi di esibirmi dopo la scuola. Mi sono concentrata su un tema a me caro, l’esistenza di più personalità in un corpo solo. Per esplorarlo, ho usato cinghie aeree e trazione capillare, tecniche che ho unito alla costruzione di una scenografia complessa: sei scheletri meccanici a forma di manichino che fluttuano nello spazio tra luci e specchi. Grazie alla compagnia Panama Picture, allo spazio culturale De Warande in Belgio e ai fondi ricevuti dalla fondazione Keep an Eye, Frammenti ha debuttato in Olanda, a Tilburg all’interno dell’edizione 2021 di Festival Circolo. Vulcano, invece, prende vita dal desiderio di creare un numero solista da presentare a fine percorso accademico. L’ispirazione nasce da uno shooting con la fotografa

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Jona Harnischmacher, in cui abbiamo sperimentato con la luce e i tessuti. Ho poi iniziato a giocare con i materiali scenici, creando un anello metallico a cui ho appeso teli d'organza illuminati da strisce led, creando diversi effetti di luce e riflessi. La struttura metallica definisce lo spazio scenico, mentre le movenze del tessuto diventano un’estensione dei miei movimenti. Con Vulcano ho avuto la possibilità di esibirmi a Back to Base #11, evento organizzato da Tent - organizzazione olandese che sostiene gli artisti di circo con dispositivi di creazione e sviluppo di performance - e a Festival Circolo, all’interno dell’evento dedicato al BNG Bank Circus Prize. Le ricerche sviluppate per questi spettacoli mi hanno entusiasmata e in futuro mi ripropongo di ampliare gli esperimenti coi materiali e di sviluppare le performance in diversi contesti, come ad esempio gli ambiti espositivi o gli spazi esterni, sia naturali sia cittadini. La possibilità di andare in scena a Circolo ha fatto riaffiorare i bei ricordi post spettacolo e la bellezza di godersi un festival. Esibirsi davanti al pubblico, dopo tanto tempo, è stata una grandissima emozione e ha stimolato la voglia di continuare a lavorare per affinare le mie performance e migliorare. Sentire l'amore del pubblico e condividere il palco con artisti fantastici, dopo un periodo così difficile, mi ha entusiasmata. Non vedo l'ora di ritornare in studio per sviluppare i miei lavori e poterli condividere di nuovo il prima possibile.

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foto Stefano Scheda

SIMONE DI BIAGIO TEMPERA

foto Elisa Oliva

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di Simone di Biagio “Siamo tutti nati da cose imperfette. Siamo tutti incerti, in equilibrio precario. Qualsiasi bellezza di cui possiamo risplendere è scavata dentro questa fragilità.” (Roberto Mercadini, Storia perfetta dell’errore) Nasco a Roma e scopro la giocoleria relativamente tardi, ma affronto subito un biennio formativo presso la Scuola Romana di Circo, nella quale continuo lo studio della giocoleria e altre discipline come mano a mano, verticalismo e acrobatica. Nel 2018 mi trasferisco a Torino per continuare la formazione alla FLIC, dove mi diplomo nel 2020. Negli ultimi anni ho collaborato a vari festival, tra cui Mirabilia, Dinamico, Il Ruggito delle pulci, Muja Buskers. Dal 2019 lavoro anche stabilmente con Fabbrica C nello spettacolo Parade78 di Luca Carbone e Simona Randazzo. TEMPeRA è uno spettacolo che è stato concepito come un quadro espressionista che racconta le sfumature emotive di un’intera vita. Il filo conduttore è l’equilibrio - o la sua mancanza - che accomuna tutti gli esseri umani e in cui si cela la bellezza umana e intima del vivere. È uno studio sulla tensione e sull’imprevedibilità, è la mania per la precisione, lo scultore che si fa manipolatore, il pittore che si fa giocoliere. Il suo protagonista è l’architetto dell’inutile e poeta del fallimento che

rende il pubblico testimone di esperimenti, equilibri precari, costruzioni ed effetti domino creati da pochi elementi scenografici. Molte palline, una sedia, un tavolino, più piantine ed un palloncino. Flavio D’Andrea ha seguito il primo anno di creazione del progetto per otto settimane di lavoro, incastonate nel programma formativo dedicato al terzo anno della FLIC. Fabrizio Rosselli ha aiutato a sviluppare le linee di ricerca e la coerenza visiva, mentre in una prima fase ho coinvolto come occhio esterno anche Fabiana Ruiz Dìaz, che mi ha ospitato in residenza ad Agreste Spazio di Creazione. Navigando, tra ciò che ci influenza dall’esterno, relazioni, situazioni e perturbazioni, e quello che ci accade dentro, ricordi, emozioni e stati d’animo, TEMPeRA vuole descrivere l’uomo con i

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suoi limiti e le sue debolezze. Con i linguaggi del circo, del movimento e del teatro, si crea molta tensione con il pubblico creando un’aspettativa nel vedere in azione quelle che io chiamo “le macchine inutili”, che porto sul palco con me. Il linguaggio scenico è semplice, per permettere al pubblico di riconoscersi ed entrare in questo quadro multiforme. TEMPeRA nasce come un personaggio di un quadro e diventa l’architetto di un mondo immaginario che si muove con un senso. Lasciare la possibilità agli oggetti di poter dire qualcosa è l’intuizione che mi guida in questa creazione. Si sta creando un mix interessante in divenire tra circo, arte plastica e giocoleria, per cui tutti gli oggetti risultano speciali e con un significato evidente nel divenire dello spettacolo.


OFFICINACROBATICA CULTURA, COMUNITÀ, MERAVIGLIA. foto Paynä Lopez

officinacrobatica.com

di Annalisa Bonvicini, Silvia Salvadori, Barbara Vitangeli foto di Massimo Di Marzio “Il progetto è arduo, lungo e tempestoso ma l’intenzione adamantina e le braccia forti per resistere.” La Ba’ Era nei nostri pensieri da anni. Lo abbiamo immaginato, cercato, sudato, fortemente voluto…ed infine è nato. Abbiamo voluto sfidare l’incertezza di questi tempi che hanno piegato i settori dello Sport e dell’Arte, per rilanciare la capacità di Vedere, Immaginare, Creare e, dopo una lunga ed estenuante ricerca, senza abbatterci nonostante il contesto pandemico, abbiamo trovato lo spazio che potesse concretizzare i nostri sogni, accogliere i nostri corsi e diventare un punto di riferimento per il circo contemporaneo a Bologna. Si chiama OfficinAcrobatica e vuole essere un polo culturale di formazione intorno alle discipline circensi e dell’acrobatica aerea; è sport, arte ma anche imprenditoria femminile, innovazione e nuovi modelli di business, è un progetto molto radicato al territorio bolognese ma allo stesso tempo è connessa al contesto nazionale ed internazionale. Ciò che contraddistingue il progetto è la complementarietà delle due fondatrici: da un lato Barbara Vitangeli, già direttrice artistica di Tessuti Aerei Bologna ed insegnante-formatrice di discipline aeree da 20 anni, e dall’altro Silvia Salvadori, ex-danzatrice, oggi ingegnere, project manager in ambito corporate innovation. L’unione delle nostre esperienze e peculiartià porta OfficinAcrobatica ad essere un’impresa culturale sportiva a impatto, un progetto

artistico per un’economia del bello, che mette al centro la cultura, la comunità, la meraviglia. Il progetto ha nel team anche Elena Cembali e Annalisa Bonvicini, tutte donne sorridenti, ostinate e coraggiose. OfficinAcrobatica è, appunto, un sogno che si realizza. Siamo partite da questa idea chiara, per concretizzarla attraverso la rigenerazione di un capannone, sfinito e stanco, trasformandolo in uno spazio accogliente. OfficinAcrobatica non è solo una palestra o un centro culturale, ma vuole diventare un luogo che fornisca gli strumenti per prendere coscienza del proprio corpo e delle sue capacità, un luogo dove prepararsi semi-professionalmente alle arti dello spettacolo, un luogo in cui gli artisti e le artiste possano passare in residenza, trovando spazio e supporto per le loro creazioni, un luogo dove far nascere idee creative, attento alla sostenibilità ambientale, un centro di riferimento per la città di Bologna e per tutto il mondo professionale del circo contemporaneo. OfficinAcrobatica vuole supportare ogni anima scalpitante a raggiungere una proJUGGLINGMAGAZINE.IT

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pria identità, la più possibile creativa, ampia e capace di confronto, con la conoscenza del proprio corpo fisico e il superamento dei limiti culturali e psicologici che esso si porta dietro. OfficinAcrobatica è composta da 760 metri quadri per 9,5 metri d’altezza, due sale, un giardino e una pineta immersi all’interno del parco del DLF dopo lavoro ferroviario, a pochi minuti dalla stazione centrale di Bologna. Tessuto, trapezio, cerchio e poi verticali, iyengar yoga, rue cyr, giocoleria sono solo alcuni dei 15 corsi che abbiamo attivato da ottobre 2021, per principianti e per intermedi, per adulti e bambini, dai 3 ai 99 anni. Queste attività in partenza sono solo il primo passo dell’ampio progetto imprenditoriale: mano a mano che lo spazio acquisirà graduale splendore, ospiteremo eventi della città, attività di formazione professionale, residenze artistiche per artisti, artiste, attori, attrici, danzatori, danzatrici, circensi in un dialogo a 360° con il mondo delle performing art. Vi aspettiamo. PROGETTOQUINTAPARETE.IT



BELLYACRES HAWAII, DAL 1980 AL 2020 PARTE 2

renegadesescapades.com di Graham Ellis "Se un gruppo di giocolieri amanti del divertimento non può imparare a vivere insieme in armonia, che speranza c'è mai per il mondo?"

Dopo il terzo Hawaiian Vaudeville Festival nell'87, in undici giocolieri ci accordammo per fondare Bellyacres. L'unico requisito per entrare a far parte del nostro collettivo era essere uno dei nostri e pagare una quota associativa a vita di $ 2.000. Alcuni mi versarono la quota prima di lasciare l'isola per continuare la loro vita itineran-

te di busker, mentre quattro di noi rimasero ad accamparsi sulle rocce laviche. Ogni giorno ci facevamo strada nella fitta giungla, procurandoci vesciche e lividi. Fortunatamente, eravamo giovani, energici e fortemente ispirati al pensiero di creare il nostro paradiso.

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Aprivamo piccoli sentieri nella giungla e da utopisti coloni hippy vedevamo la giungla come qualcosa di sacro e naturalmente incontaminato. Non immaginavamo cosa avrebbe significato avere una vegetazione selvaggia e in rapida riproduzione che ci circondava. Vivevamo sul crinale in una yurta, un tepee e un paio di vecchie tende, tutte allestite con mobilio rimediato in giro. Una cucina con tenda in tela per raccogliere l'acqua serviva per cucinare e fare il bagno. Accendevamo falò notturni per guardare la luna nei cieli cristallini delle Hawaii, eravamo estasiati dall'amore per la nostra terra, per il nostro gruppo e per Madre Terra. La vita era semplice e buona. I nostri vicini di campagna erano un miscuglio eclettico di hippy eremiti, surfisti, coltivatori d'erba e montanari. Come busker itineranti, con poche eccezioni, non avevano alcuna esperienza di vita in comune. Come artisti indipendenti i miei partner erano abituati a prendere decisioni senza dover consultare nessun altro. Inizialmente abbiamo chiamato Bellyacres un "collettivo di giocolieri anarchici" senza discutere su cosa significasse. Nessuno ha mai chiesto informazioni sulla filosofia comunitaria, o sulle leggi della proprietà fondiaria, o su come vivere cooperativamente in armonia con altri giocolieri. I nostri primi incontri di Bellyacres erano esilaranti e molto più incentrati sulla festa che sull'organizzazione della comunità. Le persone bevevano, fumavano, facevano battute e abbandonavano le riunioni per cucinare o fare una telefonata. Scherzosamente dicevamo che Bellyacres sarebbe diventata una casa di riposo per giocolieri geriatrici, ma non avevamo la più pallida idea di come potesse sostenersi finanziariamente e logisticamente. Ho provato a creare una struttura di gruppo e lentamente i nostri incontri diventavano più produttivi, miglioravano le nostre capacità di comunicazione, e abbiamo perfino adottato uno statuto e il nome legale "Village Green Society".

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BELLYACRESREG BOLTON La prima vera costruzione realizzata per il gruppo è stata la nostra cucina comunitaria nel 1988, con materiale che proveniva dagli alberi della nostra terra. Quel risultato pionieristico è ancora utilizzato quotidianamente come cucina della nostra comunità e, 33 anni dopo, rimane una testimonianza della tecnologia di costruzione nella giungla. Abbiamo anche costruito sei grandi case e una casa sull'albero, in linea con i codici legali di costruzione. Con un'abbondanza di idee ma pochissimo capitale siamo diventati dei coltivatori in erba e abbiamo imparato l'emozione di costruire. Ben presto ci siamo stancati delle continue riparazioni e manutenzioni, delle incessanti infestazioni di insetti tropicali e delle interminabili infiltrazioni durante gli acquazzoni tropicali. Alla fine, ogni tenda è stata sostituita da casette progettate individualmente, sollevate da terra con gradini, e talvolta un piccolo terrazzino. I tetti avevano stagno o gomma riciclati e le pareti erano un misto di compensato, legno, bambù con porte su misura e talvolta anche finestre in vetro riciclato. Circa una dozzina di questi "jungalows" per giocolieri sono stati costruiti tra il 1992 e il 1998; fornendo un nuovo livello di alloggio sicuro, asciutto e caldo per i membri, gli ospiti, gli affittuari e le centinaia di volontari che sono venuti a Bellyacres. Abbiamo costantemente aggiornato i jungalow con lavori di verniciatura artistica, restauro mobili, più finestre in vetro e pannelli solari, oltre ad acqua per le docce, servizi igienici e cucine, e alcuni sono diventati piccole case indipendenti. La mia casa era abbastanza grande, ma mi costò solo 40.000 $, perché ho usato alberi della nostra terra, tanto legname riciclato e ho smantellato due vecchie serre di pomodori, acquistando finestre, porte, vetri, ferramenta e vernici riciclati per una frazione del loro costo originale. La vita nella giungla era diventata divertente e molto comoda, almeno per un po'!

L’ANTENATO DEL CIRCO SOCIALE

Mentre trascinavo a riva un Reg inerte e malconcio che giaceva ansimante come una foca monaca spiaggiata, mi resi conto che avevo quasi guadagnato l'infamia internazionale ponendo fine alla carriera del leader mondiale del circo sociale. Il surf hawaiano aveva quasi spazzato via il mio mentore e amico prima che potesse completare il suo capolavoro di dottorato, descrivendo come e perché le arti circensi aiutano a sviluppare bambini e comunità sani. È stato solo dopo aver letto i suoi "Circus in a Suitcase" e "New Circus" negli anni '80 che ho scoperto come l'insegnamento della giocoleria e altre arti circensi potrebbe portare a cambiamenti sociali positivi. Reg ha lavorato con bambini a rischio che vivono in condizioni difficili, bambini che potevano avere problemi fisici e bambini che avevano bisogno di divertirsi. Questo descriveva praticamente i bambini nei miei programmi alle Hawaii ed ero pronto ad una guida per procedere al passaggio successivo. Reg era un clown, insegnante, regista, attore e scrittore e ha ispirato il mio programma circense HICCUP molto prima che lo incontrassi a Sarasota, in Florida, nel 2001. Era una persona carismatica e vivace, piena di sogni per un futuro dove il circo potesse migliorare la vita dei bambini di tutto il mondo. Un circo inteso "come strumento di intervento sociale per la costruzione di comunità”. Queste parole erano musica per le mie orecchie. Tutto è iniziato per Reg nel 1970, quando si è trasferito a Edimburgo per diventare il direttore del Theatre Workshop. Il suo progetto ha organizzato campi estivi e spettacoli teatrali comunitari per i giovani nelle periferie di Edimburgo. Dopo alcune dure sfide Reg ha gradualmente iniziato a conquistare bambini sospettosi e leader della comunità. Ha prodotto continuamente nuovi spettacoli, di solito con burattini, circo e personaggi comici. Nel 1975 ha fondato “Suitcase Circus, dove l'eleganza e la perfezione non sarebbero gli unici criteri" e per tre stagioni a Edimburgo ha sviluppato il concetto di circo comunitario e l’impegno per vedere "scuole di circo apparire su tutta la mappa". Ha poi viaggiato, insegnato e creato club e festival di circo giovanile in tutto il Regno Unito, e quando la sua famiglia nel 1985 si trasferì a Perth, nell'Australia occidentale, lui divenne

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un pioniere nel movimento del "nuovo circo" che stava per iniziare a diffondersi in tutto il mondo. Amava descriversi come "un entusiasta eccitato dalle possibilità di utilizzare il circo per l'educazione, l'autorealizzazione e lo sviluppo di comunità". Durante i miei viaggi con Jugglers for Peace in Nicaragua decisi che volevo usare il circo per aiutare a salvare il mondo e costruire una comunità. Reg aveva nel frattempo adottato il tema "Circus to Save the World". Asseriva che "il circo è essenzialmente generoso, premuroso e cooperativo, mentre là fuori c'è competizione, aggressione, predazione e annientamento". Quando Reg ha visitato le Hawaii sono stato in grado di mostrargli cosa stavamo facendo ispirandoci al suo lavoro. In seguito scrisse: "Di recente ho visitato l'HICCUP Circus delle Hawaii. Quello che ho visto lì mi ha impressionato molto. Le persone del circo sono sia specialistiche che versatili. Devono pensare e agire lateralmente per ottenere risultati e dentro se stessi scopriranno talenti applicabili a molti altri campi di lavoro. Storicamente, il circo potrebbe aver inventato il multiculturalismo, accogliendo sempre artisti di altre razze e facendo delle differenze una virtù. Intendo utilizzare "HICCUP" come uno dei tre casi di studio nel mio dottorato di ricerca, e non vedo l'ora di una lunga associazione con l'isola delle Hawaii.” Nonostante il suo quasi annegamento Reg aveva pianificato di tornare presto alle Hawaii, ma nel giugno 2006 morì tragicamente per un improvviso attacco di cuore e il mondo del circo subì una grande perdita. Fortunatamente Reg era riuscito a completare la sua tesi di dottorato "Come funziona il circo sociale" lasciando al mondo del circo un'enorme, duratura eredità.


circusartsmagazines.net INCAM (International Network of Circus Arts Media projects) riunisce i media project sulle arti circensi attivi nel settore. In questo numero presentiamo The Handstand Press, la nuova rivista internazionale interamente dedicata al verticalismo, un’arte e una pratica in rapida espansione.

THE HANDSTAND PRESS thehandstandpress.com Verso la fine del 2020, Motion Impulse, la società editrice che pubblica The Handstand Press, ha riunito un team

di Motion Impulse The Handstand Press è una rivista che due volte all’anno cattura la cultura emergente dell’handbalancing. Incarnando la tradizione, scavando nella scienza, mostrando i diversi aspetti di quest'arte e favorendo lo scambio di pratiche e saperi nella comunità degli appassionati.

internazionale nel campo dell’handbalance per creare questa rivista cartacea e fornire al suo pubblico un luogo di conversazione aperto e di alta qualità, senza il frastuono e il ritmo affrettato del web. Il team editoriale sentiva il bisogno di un media che rispecchiasse l’immobilità, la bellezza, la grazia di questa disciplina e della sua arte, che potesse offrire l’opportunità di immergersi più a fondo nelle storie dei suoi protagonisti con interviste ap-

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profondite e lunghe storie dedicate. Il gruppo di lavoro percepiva che ogni sottocultura dovesse avere la propria rivista per poter essere più profondamente connessa alla comunità, e gli handstand come sottocultura non facevano eccezione. Così, all’inizio del 2021, il team ha lanciato una campagna di crowdfunding, raccogliendo con successo tutti i fondi necessari per stampare il primo numero della rivista Handstand Press. Il primo numero, intitolato Common Ground, ha offerto uno sguardo più profondo sulla vastità dei vari movimenti che utilizzano la pratica dell’handstand all’interno della propria comunità. Le verticali sono un elemento base di molti sport e di discipline molto diverse tra loro, ginnastica, capoeira, lo yoga e, naturalmente, il circo e il contorsionismo. I praticanti di queste discipline spesso si appassionano e scoprono la vasta gamma di possibilità dell’handbalance, che nel tempo diventa la loro pratica principale. Il primo numero della rivista ha l’obiettivo di dimostrare le differenze e le somiglianze di tutti questi diversi approcci all’handstand, esplorando che cosa abbiamo tutti in comune. Il secondo numero, intitolato Stand Together, ruota intorno agli aspetti sociali dell’handbalance, offrendo approfondimenti su diverse comunità locali in tutto il mondo, e sul modo in cui emergono, si formano e si organizzano. Mostrando le diverse prospettive delle comunità, la pubblicazione mira a fornire un incoraggiamento per tutti coloro che vorrebbero incontrare una comunità locale dedicata a questa pratica o crearne una. È alle persone coraggiose che hanno fatto il primo passo per connettersi e stare insieme che que-

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sto numero è dedicato. L’handbalancing è una pratica molto individuale, proprio per questo motivo è molto più piacevole se condivisa con gli altri!

Ogni pubblicazione ha un tema principale, ma anche capitoli ricorrenti come Nerd Corner, con dentro tutto quello che devi sapere sulla ricerca in ambito verticali, op-

I primi due numeri della rivista hanno avuto una risonanza molto positiva, il che contribuisce a incoraggiarci e a fornire nuova ispirazione per ulteriori pubblicazioni. I prossimi ruoteranno intorno a temi già definiti, come mindset, apparato e genitorialità.

pure The Wall, dedicato all’imparare o insegnare la verticale e tanto altro ancora! The Handstand Press riunisce una gamma diversificata di collaboratori all’interno della comunità internazionale. Il suo contenuto raccoglie le molte voci all’interno del mondo dell’handbalance. Le pagine sono ricche di approfondimenti sulle pratiche e le persone, i loro approcci all’insegnamento degli handstand, il loro proces-

so artistico per creare performance di handbalance, con storie e aneddoti sulla vita dell’handbalancing. Includono le opinioni di principianti totali e atleti esperti, performer da una vita, hobbisti in pensione, e tutto ciò che sta nel mezzo. Ma non è solo la parola scritta che si fa strada nelle pagine. The Handstand Press dà spazio alle molte sfaccettature delle arti visive che sono state influenzate dalla bellezza dell’handbalance. Per questo la rivista accoglie qualsiasi presentazione di articoli, fotografie, arte e illustrazione dedicata alla pratica attraverso il suo sito web. The Handstand Press è edito in Austria e Irlanda, progettato negli Stati Uniti, commercializzato dal Canada e distribuito da Berlino, Germania. Finora il team ha pubblicato due numeri della rivista, ciascuno di 112 pagine, che possono essere acquistati direttamente sul sito web della rivista.

Siamo ortodossi, siamo ebrei, siamo internazionali! Mio nonno aveva un’arena circense, era un mercante, un capitano, si spostava di paese in paese, non ha mai lasciato il suo villaggio, e faceva il macchinista di treni. Era greco, romeno, contadino, turco, ebreo, nobile, zingaro, ortodosso.

cu divagazioni a

ra di A.S.

LA NOSTRA STORIA RACCONTATA DA MIA MADRE È DIVERSA TUTTI I GIORNI Mia madre si esibiva al circo già da bambina per dar da mangiare a tutta la famiglia. Un’altra volta invece è scappata con il circo e con mio padre contro la volontà dei suoi genitori. Ciò è costato la vita a mia nonna, nonostante in un’altra storia mia nonna sia morta a causa della nostra fuga. In tutte le storie mio nonno è già morto. Aglaya Veteranyi, figlia di circensi fuggiti dalla Romania e approdati in Svizzera, si è presto dedicata alla scrittura elaborando un suo stile unico e poetico. Tradotta in molte lingue ha ottenuto numerosi riconoscimenti letterari. Il 3 febbraio 2002 si tolse la vita nel lago di Zurigo a soli quarant’anni.

Aglaya Veteranyi

Perché il bambino cuoce nella polenta Keller Editore

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STRAORDINARIE STORIE AD ALTRA RISORSA altrocirco.it

intervista a Miguel Manzano Olmos a cura di Maria Teresa Cesaroni La mia storia nel circo è probabilmente molto simile a quella della maggior parte di voi che state leggendo: hai una vita “normale" finché un giorno ti imbatti nel circo e da quel giorno niente è più lo stesso. La mia storia inizia ad Alicante dove sono nato, ed ho conosciuto il circo presso la scuola di Donyet Ardit. Ho iniziato come acrobata e lì ho potuto conoscere il Circo Sociale, che da quel momento attraverserà la mia vita, apprendendone la metodologia ed entrando in contatto cone le diverse reti, in particolare quella Europea. È qui che inizia il giro strano che voglio raccontarvi, centrato sulla rete italiana di AltroCirco e sul convegno AltraRisorsa al quale ho potuto partecipare. Ripartendo da Alicante, sull’onda della curiosità verso il Circo Sociale, finisco a Minorca in un incontro europeo di Circo Sociale. Sì, perchè una

delle cose più belle di questa rete è il suo contante essere in movimento: i progetti si alimentano a vicenda e gli incontri delle diverse associazioni sono incoraggiati in tutta Europa. All’incontro a Minorca conosco il progetto Circo Corsaro, grazie a Sesa, sua direttrice, e Jack, che ci lavorava da anni. Il progetto si svolge a Scampia, Napoli e durante una presentazione capisco che questo progetto e la scena italiana sono particolarmente interessanti per me. Così quando qualche mese dopo il Teatro San Carlo di Napoli mi offre lavoro come acrobata non ci penso due volte. A Napoli ho l’opportunità di conoscere meglio il progetto Circo Corsaro e comincia per me un periodo di scambi ed osservazione molto produttivo. Con grande piacere sono poi stato inviato come relatore alla IV edizione del Convegno AltraRisorsa. Il tema di quell’anno era “Circo e Comunità” ed ho pre-

REGISTRO NAZIONALE PROGETTI DI CIRCO SOCIALE Piemonte Fondazione Uniti per Crescere Insieme via Pacchiotti 79, 10146 Torino Sara Sibona 011 19836531 unitipercrescereinsieme.it Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 jaqule.com Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 teatrazione.com Progetto Slip corso Giulio Cesare, 338/50d Torino Chiara Santel 351 7571214 progettoslip.it Sportica Gym via Cattaneo 41, 10064Pinerolo (TO) Paola Martina 012 1795590 sportica.it

Lombardia Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Bruna Ventura 349 1470123 giocolarte.wordpress.com Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 campacavallo.com Quattrox4 via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 quattrox4.com Spazio Bizzarro via del Portone 6, 23887 Olgiate Molgora (LC) Nicola Bruni 333 1903879 spaziobizzarro.com Spazio Circo Bergamo corso Roma 84 A, 24068 Seriate (BG) Manlio Casali 393 0082506 spaziocircobergamo.it Spazio Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 spaziokabum.it

Veneto Ancis Aureliano via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) dottorclownitalia.org Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 circoinvaligia.it Kervan-Circolarte via Fiorano1D, 35100 Padova Valentina Sperandio 351 2169653 E Associazione Kervan Ludika Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Sara Marchesini 345 2153828 ludicacirco.com

Friuli Venezia Giulia Circo all’inCirca via Cividina 17, 33100 Udine (località Molin Nuovo) Alessandro Papa 340 6052371 circoallincirca.it Trentino-Alto Adige Animativa via Max Vailer 11, 39011 Lana (Bz) Reinhard Demetz 0473 239564 animativa.org Emilia Romagna Arterego via Piave 19, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Roberto De Marchi 339 7508734 arterego.org

Toscana Antitesi Teatro Circo via Guidiccioni 6b, 56017 Ghezzano-San Giuliano Terme (PI) Martina Favilla 349 6304211 antitesicircoteatro.it Badabam strada valacchio casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 347 7856564 badabam.it Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 circoliberatutti.it Circo Tascabile p.zza Cairoli 4/c, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 circotascabile.com En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 enpiste.it Saltimbanco c/o Nuovo Teatro delle Commedie via G.M. Terreni 5, 57122 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 saltimbancoscuolacirko.it

Lazio Circosvago via delle Mole 32, Albano Laziale (Rm) Jacopo Beretta 331 868114 circosvago.it Campania Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Corsaro Puglia CircoLaboratorioNomade via Sferra Cavallo Snc, loc. Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 E Circo.LaboratorioNomade Cirknos via vecchia Frigole 36, 73100 Lecce Giorgia Basilico 333 410 916 E cirknos Un Clown per Amico/Circo Botero st. Modugno Carbonaro 4/8, 70123 Bari Michele Diana 348 0535875 unclownperamico.com

Sicilia Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 340 3928905 circopificio.it Clatù via San Josè Maria Escrivà 3, 95030 Tremestieri (CT) Maria Elena Rubbino 340 1723934 E Clatù JUGGLINGMAGAZINE.IT

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Circo Sotto Sopra piazza dei colori, 40138 Bologna Mariagrazia Bazzicalupo 328 7312861 circosottosopra.com TaDam Circo via Allevi 13/A, 29122 Piacenza Dario Rigolli 333 1532976 tadamcirco.com

PROGETTOQUINTAPARETE.IT


sentato la mia tesi di laurea dal titolo “Laboratorio Integral de Circo” (negli atto del convegno pubblicati su altrocirco.it trovate il mio intervento e quello di tutti gli altri relatori). Ad Altra Risorsa ho pututo respirare la vivacità di un intero movimento; gli inteventi erano tutti interessanti, ma la cosa più importante per me sono stati gli incontri speciali che quel convegno ha generato. Ad Altra Risorsa erano presenti una ricercatrice, Helen Averley, e il suo compagno, Steve Cousins, i cui due interventi mi hanno colpito in modo particolare. Il primo, molto tecnico, su una ricerca fatta dai suoi studenti; il secondo, molto più giocoso, che raccontava la storia del progetto “Let Circus”. Oltre agli interventi dei relatori il convegno prevedeva dei laboratori e dei tavoli di lavoro, una formula molto stimolante per poter approfondire gli argomenti in piccoli gruppi. Scelgo di frequentare il laboratorio di Helen ed è qui che ha inizio un altro viaggio nel viaggio, nel mondo un po’ imprevedibile che è il circo. Alla cena finale di questo convegno pieno di stimoli, conoscenze e incontri arricchenti, quando pensavo che un capitolo si stesse chiudendo, ho condiviso proprio con Helen la notizia che da lì a breve sarei partito per il Messico, dove mi avevano affidato la direzione di una scuola di circo professionale. Ricordo che Helen mi guardo è disse: "E come pensi di farlo?” Ricordo d’aver risposto nella maniera più schietta possibile, cioè che non ne avevo idea! Lei rise e alla fine disse: “Ti aiuterò. La prossima settimana ti voglio nella mia casa di Newcastle, hai bisogno di un Advisory Board”. Nel caso in cui non lo sapeste (non lo sapevo nemmeno io all'epoca), un Advisory Board è un "comitato consultivo" composto da persone esperte che ti consigliano. E, nel caso non lo sapeste, Helen Averley ha fondato una scuola professionale di circo a Newcastle chiamata Circus Central. Una settimana dopo, mentre andavo a Newcastle alla ricerca di un Advisory Board, mi sembrava di essere in un videogioco d'avventura. Helen mi accolse nella sua nuova casa, mi mostrò la sua scuola e mi presentò Ron Beadle, uno studioso di circo ed esperto di programmi universitari; mi presentarono poi Kate Webb, che ha progettato il piano di carriera BTEC a Circomedia, e alla fine fu la volta di Tim Roberts, attuale direttore della scuola del Quebec e tra i fondatori di Circus Space di Londra. A chiudere la composizione del comitato consultivo c’era Donald B. Lehn, diretto-

re di Carampa a Madrid. In un solo colpo, e grazie a quell’incontro magico, ho potuto conoscere tutte queste persone che si sono messe a disposizione del mio progetto, sostenendomi nell’avventura di creare e gestire una scuola di circo professionale in Messico. Poi è arrivato COVID e sono dovuto rientrare in Europa. Da lì il mio giro è ripartito, passando per un progetto a Minorca, dove Sesa mi ha contattato per propormi di lavorare tutto l’anno al progetto Circo Corsaro di Scampia. Poche settimane dopo ero a Napoli. Qualche giorno fa ho sentito dire che è in preparazione l’edizione 2022 del Convegno AltraRisorsa ed ho pensato di trovarmi più che in un viaggio, in una spirale magica… Comunque vi dò un’anteprima: la nuova edizione di AltraRisorsa sarà ad inizio aprile ed io non me la perderò. Vi consiglio vivamente di fare lo stesso. Siete pront*?

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GIOCANDO SI IMPARA! TRA GIOCHI DI RUOLO E STORYTELLING

intervista ad Aldo Campanelli, a cura di Marco Marinelli e Comitato Scientifico CircoSfera

circosfera.it E Tou.Play E fleetsave.games M Tou Play

Incontriamo oggi attraverso lo schermo del computer Aldo Campanelli, youth worker con la passione per giochi da tavolo e di ruolo, fumetti e film. Un interesse così forte da far diventare il Gioco il suo Lavoro. Presidente della cooperativa Fleet Save e fondatore dell’associazione Tou.Play, ci accoglie virtualmente all’interno di Spazio13, ex istituto scolastico rigenerato, nuovo luogo di incontro creato per il quartiere Libertà di Bari. Noi gente del circo sappiamo quale sia il senso di imparare divertendosi, ma cosa significa esattamente Gamification? Grazie ad Aldo esploreremo questo concetto che ha colto l’interesse di grandi e piccole aziende, musei e interi comuni. ANDIAMO DRITTI AL PUNTO, COS’È LA GAMIFICATION? Gamification ha un’accezione di processo in corso, che impatta sul contesto su cui si applica. Si può gamificare una lezione di geografia? Negli Stati Uniti un docente ha creato un gioco ambientato all’interno di un’apocalisse zombie, dove chi partecipa doveva trovare luoghi sicuri, risorse come cibo e materiali, individuare fiumi, colline e boschi, andando così a studiare il bioma preso in esame. Attraverso l’attività ludica si dava possibilità di apprendere con motivazione una materia noiosa o poco appetibile agli occhi di uno studente. Gamificare significa quindi inserire all’interno di un contesto quelle che sono le dinamiche caratteristiche di un gioco.

Non semplicemente svago e tempo libero, ma insieme di regole, meccaniche e dinamiche che, se rese aderenti ai temi trattati, ne facilitano l’elaborazione e la comprensione. RACCONTERESTI UNO DEI VOSTRI PRIMI GIOCHI SENZA ATTRAVERSARE L’OCEANO? Il nostro primo gioco nasce dall’incontro con uno psicologo che ci ha coinvolti in un progetto di gioco di ruolo in una comunità residenziale per ragazzi sotto provvedimento giudiziario del tribunale dei minori. In questa struttura eravamo chiamati a supportare e stimolare i bisogni sociali e relazionali che i ragazzi facevano fatica ad acquisire e sviluppare. Da qui nasce Gamechangers, che quest'anno è stato addirittura presentato al Lucca Comics&Games. Grazie a Pasquale Moniello, uno dei nostri game designer, abbiamo partecipato al progetto Donatori di Ruolo, ci siamo attivati per condurre delle sessioni di GdR per sensibilizzare sulla donazione di organi. Ogni sessione aveva una narrazione che stimolasse la riflessione su queste tematiche, per poi terminare con una spiegazione di come realmente funzioni la donazione di organi in Italia. Qui emerge una caratteristica cardine di Gamechangers: il gioco diventa mezzo attraverso cui entrare in dialogo con gli altri e farli avvicinare a temi e valori non sempre immediati da riconoscere ed elaborare. Usare GameChangers significa dedicarsi all’analisi dei beneficiari, alla scrittura di una

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storia che presenti valori, intenzioni e obiettivi. C’è poi la costruzione del personaggio e di come possa coinvolgere in maniera autentica il giocatore. L’ultimo tassello è il regolamento che diventa strumento per facilitare tutta la narrazione. IL MONDO LUDICO, E IL SUO UNIVERSO CORRELATO, SONO SPESSO DEMONIZZATI DAI SOCIAL MEDIA. COSA NE PENSI? Il concetto di gioco viene facilmente mal interpretato. Basti pensare che con una ricerca su google, inserendo mercato del gioco in Italia, compariranno voci correlate al gioco d’azzardo e videoludico. Questo diventa indicativo di un imperante processo di approssimazione che non contempla le sfaccettature dell’attività ludica. Per far fronte a questa problematica, abbiamo imparato a non presentare le nostre attività come “giochi” e “videogiochi”, raggiungendo questi termini solo dopo un paio di incontri con i nostri clienti. Abbiamo trovato necessario stabilire una comunicazione chiara su quale sia il prodotto che forniamo e sarà consequenziale la spiegazione del processo che mettiamo in campo. Questo ci permette di continuare ad attivare nuove relazioni che vengono rese significative ed efficaci dalla nostra metodologia che, alla fine dei giochi, produce risultati soddisfacenti. Un’occasione per promuovere una cultura del gioco che permette ora e in futuro di continuare a navigare nell’oceano di incertezza e confusione della nostra società.

PROGETTOQUINTAPARETE.IT


Flic via Magenta 11, 10128 Torino Matteo Lo Prete 011 530217 flicscuolacirco.it Fuma che n’duma via dei Salici 16, 12035 Racconigi (CN) Giuseppe Porcu 333 2742858 fumachenduma.it Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 jaqule.com Macramè Strada dei Sent 16, 12084 Mondovì (CN) Marco Donda 347 8251804 scuoledicircomacrame.blogspot.it Sportica Gym via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 0121 795590 sportica.it Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 teatrazione.com UP Via Mercantini 9,12042 Bra (CN) Maria Grazia Ielapi 339 7532815 upscuoladicirco.com

Lombardia Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 campacavallo.com Hops via Lanzi 51, 20872 Cornate (MB) Sara Papadato 348 0069417 scuola-circo-hops.it Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 spaziokabum.it Quattrox4 Via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 02 36525176 quattrox4.com Scuola di arti circensi e teatrali via Sebenico 21, 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 milanoclownfestival.it Spaziocirco via Carrobbio 6, 20093 Cologno Monzese (MI) Sonia Belotti 338 7813115 spaziocirco.it Spazio Circo Bergamo c.so Roma 84/a, 24068 Seriate (BG) Manlio Casali 393 0082506 spaziocircobergamo.it Trillino Selvaggio via Tolstoj 14/a, 20146 Milano Giuditta Pino 334 2765052 trillinoselvaggio.it Ululì via Brioschi 55, 20141 Milano Paolo Dei Giudici 347 9199465 terzotempoululi.com

Trentino Alto Adige Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana (BZ) Reinhard Demetz 0473 239564 animativa.org Arteviva via Bari 32/L, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 arteviva.bz.it Bolla di sapone via S. Antonio 20, 38100 Trento Tommaso Brunelli 348 8852925 bolladisaponetrento.it

Friuli Venezia Giulia Circo all’inCirca via Cividina 17, 33100 Molin Nuovo (UD) Irene Giacomello 340 6052371 circoallincirca.it Veneto Barbamoccolo via Maestri del Lavoro 36, 30037 Scorze (VE) Manuela Polacco 339 4652122 barbamoccolo.it Circo dell’Imprevisto via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) Giovanni Evaristo Arnaldi 347 2261288 E Circo dell’imprevisto Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 circoinvaligia.it Circo Volante via Pacinotti 5/c, 30034 Mira (VE) Laura Ugolini 329 3330986 circovolante.it Kervan-Circolarte via Fiorano 1D, 35100 Padova Valentina Sperandio 351 2169653 E Associazione Kervan Ludica Circo Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 ludicacirco.com

Liguria Circo Galleggiante via Castelfidardo 1, 19122 La Spezia Chiara Martini 339 5772543 circogalleggiante.it

REGISTRO NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO EDUCATIVO CIRCOSFERA.IT

Piemonte Arcobaleno via delle Fontane 60, 13011 Borgosesia (VC) Ilaria Sitzia 348 8123417 sportarcobaleno.it

Circo Mirtilla Str. Ronchi Brighei 1/c, 18100 Imperia Arianna Pastorelli 329 2950023 femspettacoli.com SiRCUS Centro delle Arti del Circo Vico delle Carabaghe, 16123 Genova Barbara Vecchio 366 3733654 sarabanda-associazione.it sYnergiKa piazza Palermo 12, 16129 Genova Annalisa Alcinesio 338 1172011 synergikaasd.com

Emilia Romagna Arterego via Piave 19, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Roberto De Marchi 339 7508734 arterego.org ArtinCirco Via Tolara di Sopra 88, 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Maila Sparapani 329 2347981 artincirco.it Circolarmente via Mantova 4/b, 43123 Parma Albert Horvath 347 3131604 circolarmente.it Circo Sotto Sopra p.zza dei Colori 28/a, 40138 Bologna Mariagrazia Bazzicalupo 328 7312861 circosottosopra.com TaDaM Circo via Allevi 13, 29122 Piacenza Dario Rigolli 333 1532976 tadamcirco.com

Toscana Antitesi Teatro Circo via Guidiccioni 6b, 56017 Ghezzano-S. Giuliano Terme (PI) Martina Favilla 349 6304211 antitesiteatrocirco.it Badabam strada della Tressa 5, 53100 Siena Margherita Gamberini 347 7856564 badabam.it Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Stefano Bertelli 340 0810499 circoliberatutti.it Circo Tascabile p.zza Mosca, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 circotascabile.com En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 enpiste.it K-production piazza Viani 6, 55049 Viareggio (LU) Claudia Sodini 328 1447868 E Kproduction - teatro circo scienza Mantica via Cere 13/15, 58100 Grosseto Ilaria Signori 328 9089250 compagniamantica.it Passe-Passe via Sorripa 50, 50026 San Casciano in Val di Pesa (FI) Julien Morot 371 1287774 passepasse.it Saltimbanco c/o Nuovo Teatro delle Commedie via G.M. Terreni 5, 57122 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 saltimbancoscuolacirko.it Sottosopra via Pievan Landi 42, 52100 Arezzo Simona Serafini 339 3840294 arezzosottosopra.it

Marche Aria di Circo via Achille Grandi 45, 60131 Ancona Caterina del Giudice 388 7533247 ariadicirco.com Circoplà c/o Spazioplà Via Vanoni 11, 60030 Serra dÈ Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 circopla.it Visionaria via Gabrielli, Teatro Panettone, 60131 Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 visionaria.org

Umbria Circo Corsaro piazza Vanvitelli 1/a, 06034 Foligno (PG) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Foligno Circo Instabile via Birago 4, 00124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 E Circoinstabile Sul Filo e Dintorni Località Padella 37, 05018 Orvieto (TR) Soledad Prieto 335 389432 E Cirko Andando

Lazio Accademia Materia Viva via M. Marulo 54, 00143 Roma Roberta Castelluzzo 06 45491296 accademiamateriaviva.it Bigup via del Fosso di Papa Leone 24, 00148 Roma Daniele Pinzi 392 2409352 bigupcirco.it Circoraggio via Baccano 10, 00188 Roma Ombretta Di Simone 339 8258627 E Scuola Circo Circoraggio Vola Voilà via dei Pescatori snc, 00124 Roma Anna Paola Lorenzi 342 5451353 volavoila.it

Campania Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Corsaro Puglia Circo Laboratorio Nomade via Sferracavallo snc, 74012 Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 circolaboratorionomade.com Un Clown per Amico / Circobotero Str. Modugno Carbonara 4/8, 70131 Bari Michele Diana 348 0535875 unclownperamico.com Cirknos via Vecchia Frigole 36, 73100 Lecce Giorgia Basilico 333 4100916 E Cirknos

Sicilia Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 329 7169258 circopificio.it Gigliopoli via S. Antonio 6 Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281274 gigliopoli.org


Foto di Andrea Macchia a Karcocha - Artwork di Giosuè Munno

Ci vediamo a Cuneo dal 29 agosto al 4 settembre 2022 con AKOREACRO, CirkVOST e molte altre compagnie!

www.festivalmirabilia.it |

L'edizione di MIrabilia 2021 è stata realizzata con il sostegno di:

Con il contributo di:

Città di Busca

Città di Chieri

Festival accessibile:

Il Focus Italian Dance è realizzato in collaborazione con:

Un festival di:


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