7 minute read

Io sono Babbo Natale

Next Article
Temple

Temple

il giovane e abilissimo meccanico che trucca le moto per permettere a Valeria di sfuggire alla polizia.

Il francese riesce, finalmente, a scovarlo, lo uccide e mostra il cadavere alla moglie.

Advertisement

Valeria continuerà, imprendibile, a sfrecciare per le strade di Roma.

AAlcuni hanno parlato di “polar” per questo film cioè di quel genere cinematografico di conio francese (anche se ispirato al cinema americano degli anni’40) che unisce gli intrighi e le atmosfere notturne del noir con l’azione spettacolare, pistola alla mano, del poliziesco di genere.

Non abbiamo visto né intrighi né azioni in questo film. Alcuni hanno anche parlato di pura “art house” cioè un film fatto privilegiando l’alta qualità e non il progetto di successo commerciale. Siamo d’accordo con la seconda parte della definizione anche se non capiamo perché un film di alta qualità non debba essere premiato da buoni incassi. Preferiamo pensare che Michela Cescon, attrice seria e versatile del nostro teatro e del nostro cinema, abbia peccato di un eccesso di vanità per formulare una personalizzazione assoluta del suo cinema che ha prodotto un lavoro poco credibile. La sceneggiatura, in fin dei conti, è ampiamente lacunosa e i dialoghi non sono certo la parte preponderante di una storia sotto tutti i punti di vista carente. Tutto, anche la recitazione degli attori è stato sostituito dall’uso, anzi dalla proiezione di colori a cominciare dal blu degli occhi della protagonista che si spalma su case, quartieri, strade, stazioni metro nella costruzione delle cosiddette “particolari atmosfere”. Queste trovano realizzazione nella mescolanza di colori che sostituiscono sentimenti ed emozioni in una Roma deserta dove solo le luci e le ombre hanno vita secondo la struttura imposta dalla scelta dell’illuminotecnica.

Noi siamo convinti che la costruzione di atmosfere cinematografiche parta dall’ispirazione sensoriale, sentimentale, culturale, onirica, mnemonica del regista, degli attori, del direttore della fotografia e del direttore delle musiche; la proiezione di colori, luci e ombre, invenzioni prospettiche o altro viene dopo a supporto dello slancio primario dell’ispirazione.

Attendiamo con grande fiducia il prossimo “primo film” di Michela Cescon.

FaBrizio Moresco

U

Un bambino scrive la lettera a Babbo Natale, molto risentito con lui per non aver mai ricevuto nemmeno un regalo. Crescendo, Ettore, continua a provare risentimento, ma stavolta per la sua vita, fatta di rapine e attività a delinquere, che gli hanno fatto abbandonare la compagna Laura e la piccola Alice, sua figlia, a causa della sua detenzione nella casa circondariale del Regina Coeli, dove trascorre sei lunghi anni. Una volta uscito di prigione Ettore riprende la sua vita da delinquente, finché nel corso del suo peregrinare alla ricerca di un tetto dove passare la notte non si imbatte in un anziano signore molto gentile, Nicola Natalizi, che lo ospita in casa sua credendo nelle sue buone intenzioni. Presto però si ricrede, perché Ettore lo lega per derubarlo. Così Nicola è costretto a rivelare la sua vera identità: è Babbo Natale. È un uomo comune, che quando non è impegnato a leggere letterine, calarsi nei camini o sorvolare le città di mezzo mondo, va a fare la spesa al mercato, dà da mangiare ai piccioni e si diletta in lunghe passeggiate. L’età e gli acciacchi lo hanno portato a trasferirsi dalla Lapponia a Roma, dove a parte il caos, lo smog, il traffico e il trasporto pubblico, si trova bene. Inizia

di Edoardo Falcone

Origine: Italia, 2020 Produzione: Andrea Occhipinti per Lucky Red, 3 Marys Entertainment, con Rai Cinema Regia: Edoardo Falcone Soggetto e Sceneggiatura: Edoardo Falcone Interpreti: Marco Giallini (Ettore Magni), Gigi Proietti (Nicola Natalizi), Barbara Ronchi (Laura), Antonio Gerardi (Mauro), Simone Colombari (Walter), Daniele Pecci (Luciano), Alice Adamu (Alice), Lorenzo Gioielli (Direttore carcere), Fabrizio Giannini (Pablo), Giorgia Salari (Stefania), Tiziano Carnevale (Bradipo), Sergio Gorga (Merlo), Massimo Vanni (Nanni), Lorenzo Salpini (Ettore a 6 anni), Laura Squillaci (Giornalista), Lucia Batassa (Madre di Luciano), Gianni Franco (Padre di Luciano), Stefano Scandaletti (Ortopedico), Natalia Magni (Infermiera triage 19) Durata: 95’ Distribuzione: Lucky Red Uscita: 3 novembre 2021

così una convivenza strana e sgangherata con il turbolento Ettore, che nel frattempo prova a cercare un lavoro, anche grazie a Laura, che lavora nell’ufficio di collocamento. Così ha modo di rivedere sua figlia, che non sa neanche della sua esistenza, in quanto cresciuta dal nuovo marito della madre. Ma le cattive abitudini sono dure a morire e l’obiettivo di Ettore è fregare anche il buon Nicola, scucirgli un malloppo, anche se fatto di sacchi rossi pieni di regali da rivendere, pronti a essere inviati ai bambini di tutto il mondo. Una volta che ha scoperto il segreto del vestito e del cappello di Babbo Natale che rende invisibili il ladruncolo comincia a commettere una serie di furti e ad accumulare la refurtiva in casa di Nicola. Ettore trova modo di vendicarsi anche nei confronti del boss che aveva protetto. Così gli ruba sotto il naso un portavalori pieno di soldi. La sciatica e i reumatismi però costringono Nicola ad una pausa forzata durante la quale tocca al nuovo arrivato fare da sostituto durante le sue scorribande notturne natalizie, seppur con non poche problematiche e difficoltà. Ettore inizialmente è titubante, poi accetta questo ruolo, cercando allo stesso tempo di redimersi e di ottenere nuovamente fiducia dalla sua ex compagna e da sua figlia. Con l’intervento di Nicola e degli aiutanti elfi riconsegnerà tutta la refurtiva rubata, sventando la rapina del boss ed affidando i ladruncoli alla giustizia. Per il bene di sua figlia farà anche in modo che Laura si riconcili con il marito. Nicola va in pensione e lascia l’attività in eredità ad Ettore.

P

Presentato alla Festa del cinema di Roma 2021, Io sono Babbo Natale è una commedia scritta e diretta da Edoardo Falcone. Ci sono tutti gli elementi di un classico film natalizio: musiche, atmosfere, scenografie e luoghi, perfettamente in linea con quelli che possono essere elementi stereotipati da film di Natale, dalle luci calde, alle colonne sonore natalizie. A tutto questo si aggiunge una spolverata di contemporaneità: una slitta volante più simile ad una Batmobile, un Babbo Natale che distribuisce doni a velocità supersonica e può attraversare i muri diventando invisibile, un assistente dalla dubbia moralità e gli elfi, instancabili aiutanti. Gli ingredienti sono quelli di una favola per famiglie, ma senza alcuni degli elementi classici come il cattivo di turno, e con una spruzzata di romanità che non disdegna il fantasy, con tanto di effetti speciali.

La particolarità del film sta nel fatto che all’atmosfera prettamente natalizia e quasi ovattata del film possiamo vedere alternati momenti in cui prevalgono scene d’azione e inseguimenti degni del classico dei più classici film di delinquenza all’italiana. La pellicola richiama le atmosfere di quei film tv oltreoceano che riempiono le piattaforme streaming, una fotografia calorosa e ben calibrata, che fa risaltare quegli effetti speciali che rendono magica una slitta che vola tra i cieli di Roma, Parigi e Londra. Indubbiamente Io sono Babbo Natale è un prodotto nato in quest’epoca e l’amato babbo che ci viene presentato è un po’ anomalo, proprio come conseguenza del periodo storico in cui viviamo e nel quale è stato prodotto il film. Abbiamo, infatti, un Santa Claus anziano ma moderno, con un indirizzo email, una slitta iper veloce e tecnologica senza le classiche renne, che si è trasferito dalla Lapponia in una Roma caotica, che malgrado tutto gli piace.

Quello che, però, colpisce di più, sono i siparietti “alla romana” che si creano tra i due attori protagonisti, Marco Giallini e Gigi Proietti. Il primo, già diretto da Falcone nel suo film d’esordio Se Dio vuole, è davvero ai suoi massimi livelli nei panni di un romano disilluso, cinico e un po’ coatto, dai modi rudi, ma in fondo ancora bambino. Proietti, (da vero Babbo Natale) ci regala un’interpretazione splendida, profondamente umana e commovente per la sua tenerezza e il suo spirito fanciullesco. La vera ragione, però, per la quale verrà ricordata la pellicola è la commovente presenza di Proietti. Infatti il film, a lui dedicato, è l’ultimo in cui possiamo vedere l’amatissimo attore recitare. L’aria natalizia, già malinconica di per sé, viene fortemente accentuata ogni volta che il pensiero viene rivolto al fatto che questa sia stata l’ultima interpretazione del maestro e questa sensazione di mancanza fa affezionare fortemente lo spettatore al film, che verrà senza ombra di dubbio ricordato per questa motivazione. Nell’epilogo leggiamo la lettera lasciata da Nicola: “Caro Ettore sei solo un adulto rimasto bambino. A questo punto me ne posso andare in pensione, magari in Portogallo, dove c’è il mare e si pagano anche meno tasse”. E ci piace immaginare che sia andata proprio così.

This article is from: