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Me contro te - Persi nel tempo

di Gianluca Leuzzi

LLuì è uno scienziato, che ha progettato un’armatura da presentare all’albo degli scienziati per entrare a far parte di quest’ultimi. Mentre la mostra a Sofì, la sua ragazza, irrompono nella stanza due vecchi nemici di Luì e Sofì, Perfidia e il signor S: anch’essi erano scienziati, ma li hanno traditi diventando cattivi alla ricerca di continuo e maggiore potere. Sono infatti venuti a prendere la clessidra e la moneta, due oggetti magici che Luì e Sofì custodiscono. Luì e Sofì combattono quindi contro di loro per cercare di impedirgli di prendere la moneta e la clessidra: Luì usa la sua armatura, e Sofì i suoi poteri da fata; alla fine, però, mentre Luì e il signor S stanno litigando per avere la clessidra, questa vola in aria rompendosi in mille pezzi, e i quattro protagonisti si ritrovano in posti sconosciuti lontani da casa loro: Luì e il signor S giungono in una realtà futura dove non ci sono più umani ma soltanto robot, mentre Sofì e Perfidia arrivano nel deserto.

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Nel frattempo, Pongo, amico di Sofì e Luì rimasto nel presente, cerca di capire, attraverso un libro, quali siano i poteri della clessidra e come aiutare i suoi amici scienziati a tornare nel presente. Il libro dice che i poteri della clessidra sono molto forti: una volta che qualcuno è andato nel passato o nel futuro è difficile farlo tornare indietro, e le scelte fatte nel passato o nel futuro possono cambiare il presente. La foto di Sofì sta infatti piano piano scomparendo.

In Egitto, Viperiana, sacerdotessa del dio Anubi, sta prendendo il posto sul trono. Uno schiavo però chiede se gli dei vogliano che sia lei ad essere la regina: la sacerdotessa decide quindi di chiedere da parte del cielo o del deserto un segno, per sapere se questo è ciò che vogliono gli dei. In quel momento Sofì e Perfidia spalancano le porte del palazzo. I sudditi e la sacerdotessa chiedono chi sia tra loro la regina e Perfidia si fa avanti e, dopo essersi seduta sul trono, ordina di mandare in prigione Sofì; ma Sofì è ancora dotata dei suoi poteri magici, e con uno schiocco di dita prende il posto di Perfidia sul trono. Così, Perfidia diventa la sua schiava e tutti si inchinano davanti alla nuova regina. A un certo punto, mentre Perfidia sta sventolando Sofì con un ventaglio di piume, si ricorda di avere ancora in tasca la moneta e di essere quindi dotata anche lei di poteri magici. Sofì cerca di toglierle la moneta, ma mentre stanno litigando entra la sacerdotessa; le due non rivelano il motivo del loro litigio ma la sacerdotessa ha intenzione di scoprirlo.

Intanto nel futuro il signor S e Luì sono stati messi in prigione dai robot che hanno scoperto che la razza umana si è estinta perché i quattro oggetti magici sono stati rubati, quei quattro oggetti di cui proprio Luì e il signor S discutevano. Decidono quindi di portarli nel tritarifiuti. All’inizio Luì è senza speranze, ma poi si ricorda di essere uno scienziato e che può trovare una soluzione: insieme al signor S cerca quindi di costruire un’armatura con i rifiuti per bloccare la lama del tritarifiuti. i due riescono a costruire un braccio fatto di rifiuti, e grazie a questo riescono a scappare. Ma appena fuori, vengono accolti dai robot, che decidono di polverizzarli. In quel momento, i due vengono catapultati nell’antico Egitto. Due guardie li trovano e li portano al cospetto della regina, ma prima che arrivi il signor S lancia i due oggetti magici che aveva rubato (l’anello e la pietra) in un buco. La regina arriva: ma Sofì, appena vede Luì, corre ad abbracciarlo, e così Perfidia con il suo signore; mentre i quattro si salutano, la sacerdotessa entra nella stanza: vuole sapere chi sono davve-

Origine: Italia 2022 Produzione: Warner Bros Entertainment Italia, Colorado Film, Me contro Te Production Soggetto: Luigi Calagna, Sofia Scalia Sceneggiatura: Luigi Calagna, Sofia Scalia, Emanuela Canonico, Andrea Boin Interpreti: Luigi Calagna (Lui), Sofia Scalia (Lei), Antonella Carone (Perfidia), Fernando Di Virgilio (Vecchio saggio), Michele Savoia (Pongo), Andrea Garofalo (Leonard), Pierpaolo Zizzi (Signor S), Martina Palmintesta (Viperiana) Distribuzione: Warner Bros Durata: 60’ Uscita: 1 gennaio 2022

ro, da dove vengono, ma soprattutto dove si trovano tutti gli oggetti magici; i quattro rivelano che vengono dal futuro e che vogliono soltanto tornare indietro, ma che non sanno cosa e dove siano gli oggetti magici. Ma la sacerdotessa non gli crede, e, dopo averli perquisiti e aver trovato la moneta che possedeva Perfidia, ordina di portarli in prigione, dove li lascia legati uno con l’altro e appesi al soffitto: sotto i loro piedi ci sono degli spuntoni di ferro: se non diranno in tempo dove sono gli oggetti magici, verranno trafitti da questi. Ma i quattro non rivelano niente, nonostante sappiano che gli oggetti magici mancanti si trovano dietro di loro. Mentre riflettono su cosa fare, il filo di Perfidia si spezza quasi del tutto, fino a farla ritrovare ancora più vicina agli spuntoni: in quel momento, Perfidia, terrorizzata, promette che se uscirà viva da lì diventerà buona. Luì le suggerisce come liberarsi senza farsi male, e Perfidia, appena si libera, si impossessa degli oggetti magici; ma quando tenta di usarli questi non funzionano. Infatti, all’interno delle prigioni egizie, non si possono fare magie. Perfidia allora decide di liberare quelli che sono ormai i suoi amici.

Ma proprio quando sono tutti liberi, la sacerdotessa annuncia, sghignazzando da lontano, che se

credono di potersene andare non succederà. Infatti, dai sarcofagi presenti nella stanza, escono delle mummie che cominciano ad inseguirli. Ma alla fine con uno stratagemma del signor S riescono ad avere la meglio: fingendo di essere una mummia, ordina, parlandogli con la loro ‘lingua’, di rientrare nei propri sarcofagi. I quattro amici trionfano, ma questa volta è la sacerdotessa in persona ad interromperli: vuole i quattro oggetti magici, e non saranno loro ad impedirle di averli.

In quel momento però, Pongo riesce a far funzionare la pozione magica per far tornare i suoi amici nel presente, ed essi scompaiono dall’antico Egitto per riapparire nel laboratorio di Luì. Dopo aver riabbracciato Pongo, i quattro amici si accorgono che sono tornati nei loro posti anche gli oggetti magici; il signor S, appena li vede, fa notare che essi, ora che sono tutti e insieme possono dare un potere enorme a chi li possiede, ed essere pericolosi se finiti nelle mani sbagliate. Tutti pensano che lui voglia impossessarsene, ma il signor S vuole solo dire che per questo devono essere custoditi e protetti da scienziati e fate. Il signor S si ricorda poi che Luì deve affrontare l’esame, e infatti dalla cerimonia si sente chiamare il nome di Luì: dovrà mostrare la sua invenzione per entrare nell’ordine degli scienziati. Luì presenta la sua armatura: prima di mostrarla, ha fatto un’ultima modifica: ha scambiato una delle due braccia con il braccio costruito con i rifiuti da lui e dal signor S, spiegando come la sua idea sia stata quella di portare alla luce l’unicità e il valore di ogni cosa, anche se all’apparenza non è visibile. Durante la presentazione però l’armatura s’inceppa; nonostante ciò, viene consegnato a Luì il diploma di scienziato, ed entra a far parte dell’ordine, ringraziando Sofì per averlo sempre incoraggiato.

Mentre tutti sono alla cerimonia, nello studio di Luì e Sofì compare Viperiana, seguita da un suo aiutante. Girando per la stanza, la sacerdotessa vede i quattro oggetti magici.

LLuigi Calagna e Sofia Scalia, nati come coppia di youtuber, decidono di allargare il proprio pubblico arrivando al grande schermo: producono così una serie di tre film, che hanno come obiettivo il coinvolgimento dei più giovani. Ed è questo, infatti, che il film trasmette per tutta la sua durata, e che permette solo a bambini o ragazzini di guardarlo; ogni dialogo è semplice, la storia breve e di facile comprensione. Così, i due protagonisti e sceneggiatori, esaltano quello che può essere ed è sia un punto di debolezza, che un punto di forza. Un punto di debolezza perché il film non trasmette in alcun modo un messaggio che possa essere costruttivo e avere un valore reale, nonostante i tentativi di far emergere un discorso interessante sulle qualità invisibili che rendono unico ciascuno di noi; d’altra parte, un punto di forza, perché adottando un linguaggio e dei metodi di racconto immediati, la conquista del pubblico più piccolo è assicurata, e così anche quella di chi lo accompagna al cinema. Difatti, il numero d’incassi è straordinariamente alto (3,5 milioni di euro).

Soffermarsi a parlare delle tecniche cinematografiche utilizzate è poco utile, dato che queste sono, seppur esistenti (vengono infatti inseriti effetti speciali, quando ad esempio Sofì utilizza la magia), basilari e mediocri, e contribuiscono poco a rendere l’atmosfera del film credibile per lo spettatore, fino ad annullarla completamente con le canzoni che di tanto in tanto fermano il racconto. Inoltre, la recitazione risulta spesso fastidiosa: ogni personaggio è portato a esagerare il suo ruolo, fino a divenire quasi insopportabile; in questo modo i due creatori del film forse credono di avvicinarsi al proprio pubblico giovane, ma l’impressione che si ottiene è semplicemente quella di adattarsi a un linguaggio e a un modo di fare quasi “stupido” (esattamente il tono che gli adulti usano con i bambini) allontanandosi così da qualsiasi possibilità di trattare lo spettatore come “maturo”, e soprattutto di avere adulti come pubblico.

Di per sé il film non porta nessuna novità, né nella trama né nelle modalità di racconto: nulla di negativo accade per tutti i sessanta minuti del lungometraggio, e anche le scene dove i protagonisti affrontano difficoltà, vengono spezzate da intermezzi musicali simpatici; in questo modo, si impedisce sicuramente ai bambini di uscire scontenti o rattristati dalla sala del cinema, ma anche senza alcun tipo di insegnamento appreso. Diverse scene vengono allungate smisuratamente, risultando in questo modo noiose e faticose da seguire (così per i monologhi di Pongo), per cercare di arrivare alla durata minima di un film, e molte idee sono copiate da film e cartoni popolari (i quattro protagonisti che scappano dalle mummie inseguendosi gli uni con gli altri, mentre escono ed entrano dalle porte come in Scooby-Doo, l’idea del viaggio nel tempo che si ripete ancora una volta, ripresa da Ritorno al futuro e affini).

Si può dire quindi che il film, nonostante la quasi totalmente nulla impronta cinematografica che lascia, è un modo per donare un qualche tipo di spensieratezza ai bambini, di modo da farli distrarre dalle problematiche insistenti e continuamente alleggianti, ormai, in ogni momento della nostra vita, raggiungendo in questo modo il suo obiettivo principale. Senza scordarsi che un film buono non può essere tale se non comunica o non riesce a comunicare alcun tipo di messaggio, cosa che la commedia scritta dai Me contro Te e diretta da Gianluca Leuzzi, non riesce a fare.

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