www.justcinema.it info@justcinema.it Direttore Editoriale Dario Maria Gulli Direttore di Testata Stefania Veneri Direttore Responsabile Roberto Pinotti Grafica Paolo Tellina
Ci stiamo preparando per confezionare un’app con un magazine sempre più bello nei contenuti. Ci stiamo preparando a mettere affianco a Just Cinema un giornale di serie tv. Ci stiamo preparando a rendere questo brand sempre più autorevole e importante sul mercato. Ci stiamo preparando per trovare una nuova forma grafica e delle esclusive editoriali. Ci stiamo preparando nonostante le difficoltà del settore. Mentre ci prepariamo, voi divertitevi con Just Cinema e Just Series (anche se poi è solo un inizio di progetto e non il progetto). Just Series sarà disponibile, in versione e foliazione definitiva, con Just Cinema, sull’APP STORE da Aprile-Maggio. Se ci seguirete su device e ci comprerete sull’App Store pagherete una rivista, ma ne avrete due. In attesa che i lavori in corso diventino cantieri finiti, non possiamo fermarci e ci prepariamo ad ascoltare i vostri commenti per capire se vi piace percorrere con noi queste nuove strade. Un affettuoso arrivederci,
Hanno collaborato Luca Benassi, Chiara Bua, Maurizio Ermisino, Simone Ferraro, Andrea Giordano, Valeria Guidotti, Carlo Lanna, Emiliano Longobardi, Giulia Neri, Mario A. Rumor, Elisa Sciuto, Marco Spagnoli
Dario Maria Gulli
Queen Power TUTTE LE TESTE CORONATE DEL PICCOLO SCHERMO
SERIES JUST
Si ringraziano le case di produzione, distribuzione e gli uffici stampa per la preziosa e costante collaborazione
NUMERO 0 ▪ MARZO 2014
NOVITÀ ALL’INTERRINOES JUST SE0 N.
ARRIVANO IN ITALIA I LIBRI DELLO SCRITTORE PIÙ AMATO DELLA TV
EDITORE
ARRIVA IL NUOVO THRILLER ANTOLOGICO
TRUE DETECTIVE
AD APRILE ARRIVA LA SETTIMA STAGIONE
Just Cinema Mensile Anno II n. 6 Marzo 2014
IL TRONO DI SPADE IV
NUOVE LOTTE DI POTERE PER LE CASATE DEI SETTE REGNI
L’INARRESTABILE SUCCESSO DEL SUPEREROE TELEVISIVO
Registrazione presso il Tribunale di Roma Just Cinema @ Allirghts Company Just Series @ Allirghts Company
IL RITORNO DEGLI EROI WAITI
DI GIORNI X-MEN:RO PASSATO UN FUTU
LEI (HER), IL NUOVO RIFLESSIONE SULL FILM DI SPIKE JONZE, È UNA DOPO QUELLE ’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELLO SPAZIO) E DI KUBRICK (2001: ODISSEA SPIELBERG (A.I. ARTIFICIALE). OPPUR INTELL E È SEMPLICEMEN IGENZA GRANDE STORIA D’AMOR TE E. CHE CI RIGUARUNA DA TUTTI
n, di X-Me trilogia Dopo la Wolverine, ordine. ff dedicati a ita con o a fare spin-o el è ripart ci mostrava roviam dei due che ti Marv L’inizio, nel 1962, e il primoise dei mutan X-Men: oci la franch te prequel trasportand eroi a quelle l’interessan da giovani, film da super Storia, vedi ti, della e del i personaggi fere tipich suggestioni mo di mutano le le atmos Bond e alle passat che parlia mescolandoole di James i di Cuba. Sarà Giorni di un futuroeroi maturi: delle pelliccrisi dei missil a. In X-Men: a quelle degli r nel no da Xavie evento alla voce mutano ancor eroi si unisco tempo un ma le cosegiovani super indietro nel e di evitare ti. ato la storia e mutan n vedremo storie dei viene mand umani cambiare Halle Wolverine tentativo di le esistenze di serie degli X-Me McKellen, disperato bbe cambiare ver tra le due rt, Ian a volta) ael che potreo curioso crosso Patrick Stewaper la settim Mich con ica), In quest “old school” (sarà Wolverine ence (Myst er giovane) la (Xavi quindi Hugh Jackman ti Jennifer Lawr McAvoy emo dietro la n, Berry e ai giovani mutan ne), James X-Me giova ttutto rivedrprimi due accanto (Magneto t). Ma sopra a dei zia di Fassbender Hoult (Beas Singer, il regist ale. E garan sulla Statua las origin X-Men, Hitchcock. e Nicho da presa Bryan primo con la serie di macchinadi continuità scena finale del de I sabotatori i nel garanziapensiamo alla deva il finale parlato di viagg due ha suoi à: nei ripren . film, qualit tà, che il nuovo affrontati storia simile della Liber di girare ron, che li ha ile una to uno prima re credib i ci ha regala Came ne Singer, esord con James ci come rende qui propo suoi tempo per capire i, che ai r Soze, retato da Peter e Terminator,de I soliti sospett cinema, Keyse (intep a del r Trask . “Trask intendfece Il regist più famosi Hitler gia, Bolive Hitler dei villaincattivo da antoloittura ad Adolfproprio come a un altro ispirato addir espiatorio sa ancor come capro il regista. ence, che indos di trucco, Dinklage), ti ntato er Lawr mutan usare i tare a ore nte, una ha racco ebrei” e spicca Jennif dover sottos adere in con gli stellar Per non tuta superng. Il risultato, In un cast di Mystica. indossare una painti blu la pelle ha ottenuto di un tocco di body a stavolta velo, insieme . sorta di è eccezionale ogni caso, Ermisino ATO Maurizio RO PASS FUTU DI UN GIO GIORNI IL 22 MAG X-MEN: USCIRÀ
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DIFFUSIONE MEPE – Messaggerie Periodici S.p.A.
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2014 JUST
di MAURIZIO ERMISINO
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al 9000. David. E ora Samantha. Cioè Kubrick, Spielberg, e ora Spike Jonze. Dopo 2001: Odissea nello spazio e A.I. Intelligenza Artificiale, Lei (Her) riflette ancora sull’intelligenza artificiale. Racconta la storia Theodore (Joaquim Phoenix) d’amore tra e Samantha (Scarlett Johansson, di cui sentiamo solo 12
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ci evolviamo. Solo che lei lo più veloce. Allora possiamo fa in maniera pensare alla sua storia con Theodore come a quella che può capitare a ognuno di noi. innamorarci e stare insieme Possiamo grandi differenze. E possiamononostante evolverci in modo diverso, diventare qualcos’altro da quello che eravamo. E allora “Samantha è stata progettata che succde? per evolvere”
LEI USCIRÀ IL 13 MARZO 13
Il regis ta Wes Anderson
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L’ORSO NALE 2014 D’ORO VA : ALLA CI NA
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REA GIO
RDANO
Di Gianluca Piredda
Lars Von
di e in Italia i suoi ultimi romanzi Dannay e Manfred Benninpie dei libri di Richard Castle el 1929 i cugini Frederic le proprie storie poliziepiù di 80.000 copie. schermo gton Lee iniziarono a firmare unanom della venduto Fillion, arrivò sul piccolo di “Ellery Queen”, la strad dellaa” Castle, interpretato da Nathan sche con lo pseudonimo gothaRealt 16 ottobre dello stesso anno) te nel della icana tenta immediatamen marzo 2009 (in Italia il ni de plum che entrò trama del primo Tv amer “Ai Confi autorils” americano il 9 i due en Ange spinse“Fall che elail cui subito da sfondo all’intera successo ici ti a volta statunitense e i suoi romanzi fecero o ai classi piùsolo: showun recen a casa per la tua tomba). letteraturaè gialla alcuni dopo ndo la prim a (pensiam di for Your Grave” (“Fiori letteraria. Nonl’omonima dalnta, oNonriprova porta (con tanto logic rivista Ellery episodio: “Flowers a creare prendendo ispirazione k Prese ci la tv nei primi one ‘70,Detective” hcoc serie anto un serial killer uccideva HBOper e unla film ‘50 ma anni negli da stagi “Tru ed Hitc protagonista “Derrick di euna serie Nella puntata radiofonici ck), il protagonista e “Alfr ey Polla di secon da Castle nei libri con a che divenne e descritte già 1975 nel interpreattes situazioni le corpo Sydn Queendiprese ). Nell’ cast: la detective Kate Beckett, profuma Hutton. A occuparsi del caso era interpreti ntiamo il suo sso che dai eJim interpretata delle attinenze tra i delitti succe al contrario Storm”. televisiva nagg anno, si sta ripetendo perso Katic, che si accorse subito , vi prese i qualche Stana da da che, tata Italia nuov Un fenomeno e in della omonima serie televisiva e i romanzi dello scrittore. arrivi anch Castle, protagonista e, approfittando con Richard Pizzolatto Rai Due e da Foxn,Life. Woody decise di far morire Storm nuove e trasmessa in Italia da Castle, in crisi creativa, trovare Brow ABCNic e, per da ore: Joji polizia finzione di prodotta Ideat di ard naga personaggio Rich nasce come ens, Cary rius a farsi ospitare nel distretto Castle perché Golin,“preso Steph Cary Fuku per firmare del caso, Al contrario Steve ha , Scottvita” Regia: planetario, il successo esecutivi: McConaughey da milioni idee e stimoli. subito dopo, visto uttori e diventare un caso letterario Matthew citati nel,telefilm i romanziProd - 17 Harrelson , Nic Pizzolatto Marzo 2014 - Just Series Fukunaga : Cohle Interpreti ghey: Rust McConau Hart Matthew : Martin Harrelson Hart Woody Maggie n: Monagha nia Michelle as Papa es: Thom ough Kittl Gilb Tory nard Potts: May Michael Quesada n: Ken Kevin Dun
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ha spiegato il regista. “E una volta che si mette in moto, come tutti noi nel nostro passato siamo stati messi in limite a dove può arrivare moto, non c’è e a quello che può diventare. Quando ti innamori è questo il rischio che corri”. di qualcuno,
MARZO 2014 JUST CINEMA
Ice
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TORNA IN LIBRERIA DELLA FICTION AMERICANA LO SCRITTORE PIÙ AMATO EDITORE Di Gianluca Piredda EDITO IN ITALIA DA FAZI di coCON UN NUOVO ROMANZO state stampate oltre 1.500.000 hanno copie. Solo negli USA sono
SFIDA
A IL CINEM
abbianaggi che Prisodei perso a in azione te al cinem caratterizz recentemente più recen il quello possotare ilmente conti mo visto per citare ida per diven lia – tanto i che diffic si cand tiglia la lli serial True Detective e il ners Detective che assot veri gioie liati. seriale vuole sfidar re- – True iniziata no essere eguag prodotto tv. Dalsiva che ianti, icana è primo sale con ae serie televi tese ed asfiss n amer mesi eppure tra cinem sfere ghey, nelle elson sono plot coinfatti è la a mid-seaso di due Harr to la per atmo decisa ed un impatto nea hew McConau e a, dy più trova e e Woo Cohle e mo già Stiamo cinem da poco intensa o ma di grand no, MattBuyers Club, tive Rust re Louiche abbia nno. citazione a ciascu hinos i detec las sembra siva dell’a sensazionale volgente, macc di da un’or licata e dai rispettivamente no in una lugub giovane. televi episo 8 una serie Vivo comp ione Detective, Gennaio vie- emozionale. dagine in Hall. dalla morte di ti, si trovedi True olto l’opin er- Mart o 12 fantare un’in sconvolta due protagonis li di un inparlando a che dallo scors della HBO, per racco lti che ha sconv o dell’entrot siana i gli enze ry tassel centr ei o tardi frequ Dopo re la cop dram mille risvo un piccolo tica miste Presto nitense. re in ordin ierà per semp esso sulle alla tema lica di Thrones, di The ranno a mette ne trasm ork cable statu camb Game of (ma la pubb icano, ma oltre le atmosfere e, che di e) netw ssi puzzl serial o moso ra amer tabili succe Sfruttandoso cop drama forte tricat Newsroom intramon d, Girls e the all’infinito), True c’è di più. e famo anti e la True Bloo bbe continuare ino della spe- Killing (altro re i temi scott ntica lista potre continua il cammda anni la HBO senza dime dei Detective ne televisiva che , sformando sosta rimentazio preso senza ha intra
LA HBO Di Carlo
Lanna
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macchina per primo, ma viene ricambiato. Si costruisce insomma un rapporto, tra uomo e macchina non c’è incomunicabilità ma empatia. E poi amore. Samantha è nata per evolversi: cambia in continuazione, a una velocità incredibile, conosce molte persone. Non rimane ferma nel suo affetto per qualcuno, come David. In fondo, Samantha è come tutti noi. Tutti
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Trier
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decisioni, cioè di avere una il robot di A.I. dimostrava propria volontà,, che può provare dei sentimenti. una macchina Certo, David era stato programmato anche funzione, bastava sceglierla. per questa 9000 sfuggiva al controllo Mentre Hal di creato. Samantha cambia chi lo aveva ancora le cose: se in A.I. era la macchina a legarsi all’umano, e non viceversa, qui è l’umano ad amare la
Coal, Thin
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la voce). Solo che lui è un essere in carne ed ossa. E lei è il sistema operativo di un computer. È stata creata per evolversi, per imparare. Così impara presto ad amare. E a fare l’amore… Spike Jonze fa un ulteriore passo nella riflessione sull’intelligenza artificiale iniziata dai grandi artisti di cui sopra. Se il computer di 2001: Odissea nello spazio era in grado di prendere delle
JUST CINEMA MARZO 2014
Black
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LEI 2014: ODISSEA NELL’AMORE
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“Monum Festival ents Men” a parte del Cine della Cina , la ma , trionfatricdi Berlino 64esima edizi l’Orso d’Oro e su tutti, si chiude all’in one del di Diao come migli e segna or film. che porta a ghiaccio Yinan, Black casa A femme fatalesottile), storiaCoal, Thin Ice vincere il noir (Car tra un alla deriv , simboli ex poliz bone nero in ha conv a, che forse un certo senso iotto e una , deve anco into la di americano giuria ra ritrov un Paese arsi, Una vitto James Schapresieduta dal produttorche riconoscimria pesante, mus. e impr ento anda eziosita attore del “classico” concorso. to a Liao Fan, anche dal Una degli anni , molto simil pellicola eletto migli or sorpresa ’70, che davve a un certo dallo stile cinema L’Orso del palmarès. ero si è rivela poliz ta la vera iesco (l’ultimovola così in Orie Quan era stato per nte dopo An), a ben sette Il matri testimonian e impo monio anni rtant legge nei e per il cinemza di un di Tuya di Wan a asiat momento ritrov g il prem circuiti festiv ico, io Message. per la migli alieri. Cine tornato a dettaato se è or fotog Premi rafia andastato anche re di to a Blind sono risult“consolazione” a due pellic Da una ate quelle più appla ole che Andersonparte Grand udite invec (uscirà Budapest Hotel della kerm e Fox), a in Italia esse. del cui ufficialme era già stata il 10 april geniale Wes e distri nte il Festi riserv l’Orso val, e che ato l’onore buito da d’Ar Per il regis gento. alla fine di aprire ha conq berlinese, ta americano uistato Il suo stile è l’ennesim , non nuov apici più surreale, a conferma. o alla passerella creativi ricco di volti proprio in ques e storie, ha uno to lavor degli o, con Ralph www.just
cine ma.i
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Fiennes, danze. impeccabile e ottim Dall’altra o concie rge, a mena indipende parte Rich re le che con nti più signiard Linklater, miglior Boyhood torna ficati della suauno degli autor i Un progregista, 19 annia vincere l’Ors generazio ne, già cons etto ambizioso dopo Prim o come consideraacrato all’ul , cullato per a dell’Alba. timo di un bamto il vincitore Sundance 12 anni, , da tutti complicatobino, dall’i morale e tecni co. La avvenimen rapporto nfanzia ai 20 vita Non solo ti che intorcon i genitori anni, a viver e pazienza grande regia no a lui muta separati, e gli il no , per ma e si evolv dei senti evidenziar cuor e la cresce, testa, e molt ono. italiana, menti. Non ita a c’è arrivare. ma siamo certi ancora distri e la formazion buzio e che non Miglior tarderà ne per Chiis attrice è stata ad Yoji Yamai Ouchi (The eletta invec e andato ada, mentre Little House) Haru Kuro ki Resnais.a Life of Riley il Premio “Alfrdel giappones L’attore del maes e ed Miglior tro franc Bauer” è e la sua Shia LaBe ese Alain (Stations sceneggiatura sul red provocazio ouf ne carpet firmato of the Cros infine al tedes s) dallo di Dietr co Kreuz “salva” stesso ich weg regista che avevacosì il cinem e dalla Brüggemann, “sperato” a teutonico sorella Anna primo in casa , che giorno. con Jack Molte presentato propria, e imm ma anch agini nell’a proprio il Von Triere polemiche. lbum nei ricor “Persona , vestito con Una su tutte di, scabrose, da Cann non grata”, la maglietta , quella di Lars con in es scritt Ma ques di qualche riferiment o all’es o ta sareb anno fa. pulsione be un’al tra storia da racco ntare…
Da sinist Liao Fan ra l’attore e il regis Diao Yinata n
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sce – colpi
i e mette il plot
ghey . La McConau ientazione. un colpo hanno i l’amb i non sbaglia a, colpi prove che scena brivid il cinem quind tutte le di La HBO vuole emulare i minuti del pilot. dell’FBI Ma i colpi tv che atore prim microfoni questi anni. e serie segno fin dai dello spett denti, lto in nel rentement il cuore agli amanti dei non confi zio racco ano. se appa grazie ad sce do battere ghi ma divor non manc tive anche dedicato facen con un crime serianza. Colle stile, ctive è adora i atore che naggi, loro esiste persona sola, al lavoro, men- True detec drama vecchio True Dete logici, a chi una e dei perso solo e con e allo spett fruibile Rust è è un crimecaratterizzazion a, ad un ritmo thriller psico ma rà anch e che pensa rturbabile che fluid n elitario ma piace alle spalle è schivo, impe Ben diciassette un’ottima sonora lizzati, di un prodotto solo l’ope piuttosto na in re. da are a oloda tre Mart lia a cui bada questo peric una vicen e ad una colonpassato, riesce è in cerca basterebbe guard sviluppato di in cui zante lo show più rispetto una famig a la caccia hit del ci stilemi di un a tutti. Poi e che la re è il modo archi incal era vecchie in durat lo ia classi capir colpi e a picco marc verso anni è i, una . Attra le spolv herare tutti i suoi portando sul killer, ed i- credt latto, ha so serial viene raccontata raccontate sia a all’un masc durale, Nic Pizzo o vicin no il cast – agli altri. l’indagine diversi, vengo detective che l’in- dramma proceserie tv molt incente ato dei due incastrare schermo una temporali afico. Conv iper- sbocc -9 personali o il tempo per acu- Just Series cinematogrgritissimo ed vicende grande verso Marzo 2014 contr dal e dima corsa oloso al 2012 su tutti un tricata killer peric per giungere ntano ai 1995 un serial parte dal in e Rust, racco me. Si cui, Mart anno in
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DA MAGGIO
SOLO CON
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EVENTI Gli appuntamenti da non perdere.
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NEWS I film in lavorazione, nuovi ruoli, nuove produzioni e qualche rumors...
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WAITING FOR… I film più attesi e gli attori più amati. Aspettando l’uscita nelle sale Just Cinema vi dirà tutto (o quasi) su X-Men - Giorni di un futuro passato, Edge of Tomorrow, Jupiter Ascending, Transformers, Transcendence, Captain America: The Winter Soldier.
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BLOW UP Un ingrandimento sulle pellicole del momento: Her – Lei, Storia di una ladra di libri, Non buttiamoci giù, Allacciate le cinture, Noi 4, 47 Ronin, Supercondriaco.
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COVER STORY Just Cinema vi porta nel mondo di Spider-Man dalle origini a oggi.
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THOR: THE DARK WORLD Chris Hemsworth e Anthony Hopkins per l’uscita in edizione homevideo del film.
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HORROR CHANNEL Lo Speciale sulla programmazione del mese.
28 Intervista a Ferzan Ozpetek
30 Intervista a Carolina Crescentini
72 STEPHEN KING Shining prima e dopo. 78
AL CINEMA I film che vedremo presto nelle nostre sale.
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HOME VIDEO I migliori titoli che usciranno in Home Video recensiti per voi.
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LIBRI I nostri consigli per il cinema da sfogliare.
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36 Intervista ad Asano Tadanobu
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Cover Story del mese
Intervista a Lucrezia Guidone
40 Dany Boon in Supercondriaco
64 Intervista a Chris Hemsworth
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EVENTI
BERGAMO FILM MEETING A Bergamo dall’ 8 al 16 marzo Il Festival, giunto alla 32esima edizione, conferma la sua voglia di scoperta e di attenzione verso un cinema che sa leggere il presente, raccontandone le multiformi e repentine trasformazioni. Oltre 90 film, per conoscere nuovi autori e le espressioni più originali nel campo della produzione audiovisiva e per rivedere i grandi film del passato. E tante sezioni: la mostra concorso, lo sguardo sull’Europa, omaggi e retrospettive, cult movie, cinema d’animazione, musica dal vivo, workshop, arte e incontri con gli autori. CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL A Venezia dal 19 al 22 marzo Il Festival sarà il primo in Europa concepito, organizzato e gestito direttamente da una università. Alla guida del Ca’ Foscari Short Film Festival un comitato scientifico composto da eminenti figure internazionali, coadiuvato da una squadra veneziana e internazionale di docenti universitari, di professionisti del cinema e della cultura. Un concorso di opere provenienti dalle scuole di cinema di tutto il mondo, pubbliche e private, che saranno giudicate da una giuria altrettanto internazionale. Una sorta di ‘campionato mondiale del cinema studentesco’, una vera e propria radiografia dell’immaginario a venire, attraverso i saggi annuali di diploma più recenti. FLORENCE KOREA FILM FEST A Firenze dal 21 al 30 marzo Il fascino e le atmosfere del cinema sud coreano saranno protagonisti al Cinema Odeon di Firenze dal 21 al 30 marzo con la 12ª edizione del Florence Korea Film Fest, che quest’anno avrà come ospite d’eccezione la star asiatica Choi Min-sik: il celebre protagonista del cult movie “Old Boy”, il film diretto da Park Chan-wook e vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes nel 2004. All’attore – che riceverà il premio del 12° Florence Korea Film Fest per la sua carriera cinematografica – sarà dedicata per la prima volta in Italia una retrospettiva. ANDY WARHOL Palazzo Reale – Milano Fino al 9 marzo Siete ancora in tempo per visitare la mostra monografica con oltre 160 opere dell’artista, provenienti dalla Brant Foundation. Tra i lavori più celebri: “Electric chair”, il ritratto di Mao, quello di Marilyn e la rilettura dell’ Ultima Cena.
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NEWS 50 SFUMATURE DI GRIGIO Sono in corso le riprese del film ispirato alla fortunata trilogia scritta da E. L. James, pseudonimo di Erika Leonard. Una volta terminati gli esterni, il set si sposterà nell’imponente Jameson House di Vancouver per girare le scene ambientate all’ Escala, l’ abitazione di Christian Grey a Seattle. BEN STILLER È di nuovo impegnato sul set. Questa volta è in compagnia di Naomi Watts, Amanda Seyfried e Adam Driver nel nuovo film di Noah Baumbach, While We’re Young. WILL SMITH Non c’è ancora la conferma ufficiale, ma sembra che l’attore non farà parte del sequel di Indipendence Day. L’uscita del film è prevista per il 4 Luglio 2016, a 20 anni di distanza dal primo. La sua assenza non influirà sul progetto, il regista Roland Emmerich e il co-autore e produttore Dean Devlin sono a lavoro e avevano già ipotizzato due versioni del film: con e senza di lui. E per rimanere in tema... anche il reboot di Men in Black dovrà fare a meno di Will Smith. AVATAR 2 Gli ultimi aggiornamenti da parte di James Cameron dicono che la produzione è in piena attività. Mentre i tecnici si dedicano allo sviluppo dei software, il regista sta seguendo l’ideazione delle creature e delle ambientazioni. L’attrice Zoe Saldana ha visitato la location in Nuova Zelanda che dal mese di Dicembre ospiterà le riprese, il suo commento: “è stato meraviglioso!”.
La prima locandina Americana di Cinquanta Sfumature di Grigio 8
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X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO
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roviamo a fare ordine. Dopo la trilogia di X-Men, e il primo dei due spin-off dedicati a Wolverine, la franchise dei mutanti Marvel è ripartita con l’interessante prequel X-Men: L’inizio, che ci mostrava i personaggi da giovani, trasportandoci nel 1962, mescolando le atmosfere tipiche del film da supereroi a quelle delle pellicole di James Bond e alle suggestioni della Storia, vedi alla voce crisi dei missili di Cuba. Sarà che parliamo di mutanti, ma le cose mutano ancora. In X-Men: Giorni di un futuro passato le storie dei giovani supereroi si uniscono a quelle degli eroi maturi: Wolverine viene mandato indietro nel tempo da Xavier nel disperato tentativo di cambiare la storia e di evitare un evento che potrebbe cambiare le esistenze di umani e mutanti. In questo curioso crossover tra le due serie degli X-Men vedremo quindi la “old school” con Patrick Stewart, Ian McKellen, Halle Berry e Hugh Jackman (sarà Wolverine per la settima volta) accanto ai giovani mutanti Jennifer Lawrence (Mystica), Michael Fassbender (Magneto giovane), James McAvoy (Xavier giovane) e Nicholas Hoult (Beast). Ma soprattutto rivedremo dietro la macchina da presa Bryan Singer, il regista dei primi due X-Men, garanzia di continuità con la serie originale. E garanzia di qualità: pensiamo alla scena finale del primo X-Men, sulla Statua della Libertà, che riprendeva il finale de I sabotatori di Hitchcock. Singer, prima di girare il nuovo film, ha parlato di viaggi nel tempo con James Cameron, che li ha affrontati nei suoi due Terminator, per capire come rendere credibile una storia simile. Il regista de I soliti sospetti, che ai suoi esordi ci ha regalato uno dei villain più famosi del cinema, Keyser Soze, qui ci propone un altro cattivo da antologia, Boliver Trask (intepretato da Peter Dinklage), ispirato addirittura ad Adolf Hitler. “Trask intende usare i mutanti come capro espiatorio proprio come Hitler fece con gli ebrei” ha raccontato il regista. In un cast stellare spicca Jennifer Lawrence, che indossa ancora la pelle blu di Mystica. Per non dover sottostare a ore di trucco, stavolta ha ottenuto di indossare una tuta super aderente, una sorta di velo, insieme a un tocco di body painting. Il risultato, in ogni caso, è eccezionale. Maurizio Ermisino X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO USCIRÀ IL 22 MAGGIO
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TRANSCENDENCE OLTRE I LIMITI DELL’UOMO
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n questi anni Johnny Depp, attore camaleontico per antonomasia, ci ha abituato a vederlo nelle vesti più insolite: da dinoccolato pirata dei caraibi a nativo americano con un corvo come copricapo, da vampiro riesumato in cerca di vendetta ad eccentrico proprietario di una fabbrica di cioccolato. In Transcendence, film scritto e diretto da Wally Pfister – collaboratore di Christopher Nolan, per il quale ha curato la fotografia dei suoi film – non si travestirà, ma ritroveremo il suo cervello inserito in un computer. Sì, avete capito bene… Il film vede un gruppo di scienziati impegnati a costruire il primo super-computer autocosciente e tra questi vi è Evelyn Caster (Rebecca Hall), che innesta il cervello del marito Will (Johnny Depp) dopo che l’uomo è stato assassinato da alcuni terroristi in lotta contro la dipendenza dalla tecnologia. L’obiettivo di un simile esperimento è, come intuibile, unire le potenzialità del cervello umano a quelle di una macchina e continuare a far vivere lo scienziato, portando avanti le sue ricerche. Un esperimento a dir poco ardito che porterà ad una serie di incredibili conseguenze: la sete di conoscenza di Will si evolverà in una ricerca rivolta al potere il cui scopo ultimo è sconosciuto, in un processo che sembra impossibile fermare… Transcendence è un film di fantascienza che inevitabilmente farà discutere, come sempre accade quando si riflette sul complesso rapporto da uomo e macchina, tra spirito e materia. Il titolo è piuttosto eloquente al proposito: la ‘trascendenza’ riconduce ad un’esistenza al di fuori o al di sopra della realtà e fa pensare al divino. Il desiderio umano di oltrepassare i propri limiti, già punito dagli dei nella mitologia, corrisponderebbe nell’era moderna al processo evolutivo che vede il computer non più come semplice mezzo, ma come appendice, se non addirittura parte integrante dell’uomo stesso, in grado di amplificarne a dismisura le potenzialità. Chi meglio di Johnny Depp avrebbe potuto interpretare, nei panni di un controverso scienziato, questo passaggio esaltante e problematico al tempo stesso? Transcendence vanta un cast eccellente di cui fanno parte Paul Bettany, Cillian Murphy, Kate Mara e Morgan Freeman, il quale nel teaser trailer del film racconta l’evoluzione dell’uomo mettendone in rilievo la genialità che lo ha contraddistinto nei secoli e ipotizzando un possibile futuro dominato da un’intelligenza artificiale autoconsapevole. Valeria Guidotti TRANSCENDENCE USCIRÀ IL 17 APRILE
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LEI 2014: ODISSEA NELL’AMORE LEI (HER), IL NUOVO FILM DI SPIKE JONZE, È UNA RIFLESSIONE SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE DOPO QUELLE DI KUBRICK (2001: ODISSEA NELLO SPAZIO) E SPIELBERG (A.I. INTELLIGENZA ARTIFICIALE). OPPURE È SEMPLICEMENTE UNA GRANDE STORIA D’AMORE. CHE CI RIGUARDA TUTTI di MAURIZIO ERMISINO
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al 9000. David. E ora Samantha. Cioè Kubrick, Spielberg, e ora Spike Jonze. Dopo 2001: Odissea nello spazio e A.I. Intelligenza Artificiale, Lei (Her) riflette ancora sull’intelligenza artificiale. Racconta la storia d’amore tra Theodore (Joaquim Phoenix) e Samantha (Scarlett Johansson, di cui sentiamo solo 20
la voce). Solo che lui è un essere in carne ed ossa. E lei è il sistema operativo di un computer. È stata creata per evolversi, per imparare. Così impara presto ad amare. E a fare l’amore… Spike Jonze fa un ulteriore passo nella riflessione sull’intelligenza artificiale iniziata dai grandi artisti di cui sopra. Se il computer di 2001: Odissea nello spazio era in grado di prendere delle
decisioni, cioè di avere una propria volontà,, il robot di A.I. dimostrava che una macchina può provare dei sentimenti. Certo, David era stato programmato anche per questa funzione, bastava sceglierla. Mentre Hal 9000 sfuggiva al controllo di chi lo aveva creato. Samantha cambia ancora le cose: se in A.I. era la macchina a legarsi all’umano, e non viceversa, qui è l’umano ad amare la
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macchina per primo, ma viene ricambiato. Si costruisce insomma un rapporto, tra uomo e macchina non c’è incomunicabilità ma empatia. E poi amore. Samantha è nata per evolversi: cambia in continuazione, a una velocità incredibile, conosce molte persone. Non rimane ferma nel suo affetto per qualcuno, come David. In fondo, Samantha è come tutti noi. Tutti
ci evolviamo. Solo che lei lo fa in maniera più veloce. Allora possiamo pensare alla sua storia con Theodore come a quella che può capitare a ognuno di noi. Possiamo innamorarci e stare insieme nonostante grandi differenze. E possiamo evolverci in modo diverso, diventare qualcos’altro da quello che eravamo. E allora che succde? “Samantha è stata progettata per evolvere”
ha spiegato il regista. “E una volta che si mette in moto, come tutti noi nel nostro passato siamo stati messi in moto, non c’è limite a dove può arrivare e a quello che può diventare. Quando ti innamori di qualcuno, è questo il rischio che corri”.
LEI USCIRÀ IL 13 MARZO MARZO 2014 JUST CINEMA
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AMORE OLTRE IL TEMPO INTERVISTA A FERZAN OZPETEK di MARCO SPAGNOLI
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he cosa c’è oltre l’amore, cosa lega fisicamente e spiritualmente due persone anche quando i corpi invecchiano e si ammalano? Così è nata l’idea per il mio film. Una sera, su un divano al fianco di una mia carissima mia amica malata, affaticata che nonostante tutto aveva ancora un’intesa sessuale e sentimentale con un marito che pur vedendola differente, non aveva smesso di desiderarla e amarla.” Ferzan Ozpetek tradisce una leggera commozione nel ricordare come, una sera di sei anni fa a cena a casa sua, sia rimasto colpito dalla forza di una donna. Un momento rimasto radicato nel suo cuore che lo ha portato a realizzare Allacciate le cinture con Kasia Smutniak, Francesco Arca, Luisa Ranieri, Filippo Scicchitano. Un film come Mine Vaganti girato interamente a Lecce che Ozpetek definisce come “la mia città preferita con Istanbul e Roma: un luogo che amo, così come adoro le persone che la abitano, mi sento a casa, ho coltivato nel tempo rapporti e amicizie molto profondi, ho deciso di ambientare questo film in quel contesto per me così speciale perché volevo stare bene durante le riprese, nell’atmosfera più congeniale. Questa storia avrebbe potuto essere ambientata in qualsiasi città e per questo non ho voluto sottolineare l’appartenenza dei personaggi ai luoghi in cui è ambientata la vicenda. Penso che Allacciate le cinture possa somigliare in qualche modo nelle atmosfere sia a La finestra di fronte sia a Saturno contro. Comunque in fondo io continuo da sempre a raccontare gli stessi temi che mi stanno a cuore: l’amore, l’ amicizia, i segni del destino e il modo in cui si reagisce agli eventi inaspettati.” Cosa ricorda di quella cena con la sua amica? Ci siamo molto divertiti: abbiamo scherzato e spettegolato fino a quando abbiamo parlato di sesso e lei ha fatto una battuta che ho messo anche nel film: agli uomini non fa schifo nulla…io non dormirei con me.” Una frase che mi ha colpito molto: la vita nel presente ti sorprende sempre. Per me era importante esplorare l’attrazione e le sue regole oltre l’estetica. Questo film mi ha permesso una sorta di riflessione sul tempo che passa, del resto è ambientato tra il 2000 e il 2013, per poi tornare indietro al 2012. È un racconto dei desideri, degli amori, delle trasformazioni e delle turbolenze che sconvolgono le vite dei protagonisti. I tre interpreti principali hanno avuto il compito di ingrassare e dimagrire nel corso del tempo… Abbiamo scelto di non usare nessun tipo di trucco per invecchiare gli attori e ricostruire i passaggi del tempo sulle loro facce e sul loro fisico ma a metà della lavorazione durante la scorsa estate - evento piuttosto raro per il nostro cinema - abbiamo interrotto le riprese per un mese in modo che Kasia, Francesco e Filippo potessero, sotto controllo di un dietologo a seconda dei casi, acquistare e perdere peso adeguatamente. Cosa significa per lei il tempo in un film come questo al di là dei cambiamenti fisici? Un modo per marcare le differenze delle fasi della vita, incontrare personaggi ad età diverse per me significava potere esplorare psicologie e sentimenti e la loro evoluzione.
Ozpetek sul set
ALLACCIATE LE CINTURE USCIRÀ IL 6 MARZO MARZO 2014 JUST CINEMA
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CAROLINA CRESCENTINI RECITO PER METTERMI AL SERVIZIO DELLA MIA PASSIONE: IL CINEMA di MAURIZIO ERMISINO
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È
una di noi, Carolina Crescentini. Una che ama talmente il cinema da definire la sua attività di attrice un modo per mettersi al servizio di questa passione. Anche per chi fa il nostro lavoro è lo stesso. Tanto più che Carolina ha una rubrica di critica cinematografica su un noto mensile. E allora ci sembra sempre di parlare con una nostra collega. Carolina Crescentini è nel nuovo film di Ozpetek, Allacciate le cinture.
Carolina Crescentini con il regista Ferzan Özpetek
Qual è il suo ruolo? Sono Silvia, la migliore amica di Elena, il personaggio di Kasia Smutniak: vivo insieme a Fabio, che è Filippo Scicchitano, e mi sono appena fidanzata con un uomo che tutti detestano. In realtà sto con lui per cercare di scacciare un altro pensiero. È un film sulle cose veramente importanti che mettono in crisi nella vita, su come la scala dei valori e dei dolori cambiano. Ci sono cose che quando sei più giovane ti sembrano atroci, ma è quando arrivano i dolori veri che cambiano i piani… Cosa le piace di Ozpetek? È un regista vero: ha il controllo di tutti i piccoli e i grandi aspetti di un film. Ha un amore totale verso i suoi attori e per la troupe, mette tutti a totale agio e amore. Una settimana prima della lavorazione con lui si va a provare con la macchina da presa nella location: oltre alla prova attoriale così si prende confidenza con il luogo. E poi ti racconta i pensieri del tuo personaggio. Cosa ricorda del suo ruolo in Mine vaganti? Ozpetek controlla ogni dettaglio: su quel set del mio personaggio disse “ha le scarpe troppo pulite, sporcategliele”. E l’ho amato per questo. Di quel film ho uno splendido ricordo, il mio era un personaggio complesso, e non avevo nessuna battuta e poche scene per raccontare una donna che ama un uomo che non la corrisponde, e che sceglie suo fratello per stargli vicino. Cosa le piace del Salento? I pugliesi sono un popolo disponibile, anche all’invasione della città da parte dei set cinematografici. Il Salento, oltre agli scenari meravigliosi, ha una luce speciale. Come è nata l’idea della sua rubrica su Rolling Stone? Ho sempre amato tanto il cinema, la mia passione è precedente alla mia attività di attrice, che in fondo è un modo per mettersi al servizio della propria passione. Amo da sempre i film e la musica, e quando mi ha chiamato RS ho detto subito di sì. È un appuntamento che mi dà disciplina, che mi permette di raccontarmi. La recensione di Bellissima le ha permesso di parlare della “mignottocrazia” imperante oggi… È una cosa assolutamente palese a cui ci siamo abituati. Un film degli anni 50 in cui le madri fanno qualunque cosa per spingere le figlie in un mondo che non conoscono fino a 10 anni ti turbava, oggi ti fa sorridere, in confronto a quello che vediamo. Ha mai avuto qualche problema legato alla “mignottocrazia”? Ti capita a volte in una scena di avere una spalla che è lì per un’imposizione. Possiamo far finta che la cosa non ci tocchi più. Ma io penso che gli spettatori abbiamo uno scettro del potere che si chiama telecomando, e che questo possa definire i piani e le competenze. Ha anche difeso a spada tratta Cinecittà… Amo Cinecittà e non posso accettare che si sia pensato di farlo diventare un residence. È un luogo storico, invidiato da tutto il mondo, e deve essere tutelato. Forse sarò snob, ma quando vedi Cinecittà piena di figuranti che devono fare gli applausi in tv sai che fa parte del gioco, ma un po’ ti dispiace. Lì ci sono artigiani il cui lavoro va tutelato. Perché è un arte. MARZO 2014 JUST CINEMA
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LIO TRA LE COSE MEGLM , FI RIUSCITE DEL UM ST SCENOGRAFIE E COALIZZATII. QUESTI ULTIMI RE: BEN 998 DA PENNY ROSE MATURE. COSTUMI E 400 AR
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IL SAMURAI DALLO SGUARDO DI GHIACCIO 47 RONIN ARRIVA IN ITALIA. COSTATO 175 MILIONI DI DOLLARI, SFARZOSO E PIENO DI EFFETTI SPECIALI, PRESENTA LA VERSIONE FANTASY DI UN ANTICO RACCONTO GIAPPONESE. IL DIVO KEANU REEVES È L’EROE BUONO CHE CERCA RISCATTO. JUST CINEMA INVECE HA SCAMBIATO DUE PAROLE CON LA SUA NEMESI, L’ATTORE ASANO TADANOBU.
S
e a Keanu Reeves viene risparmiata la vita nell’immancabile flashback a inizio film, Lord Kira (Asano Tadanobu) deve fare di tutto per non perderla. È lui infatti il nemico numero uno nella guerra tra clan di 47 Ronin. Caro al regista Takashi Miike, con il quale ha girato Ichi the Killer, Asano Tadanobu non è nuovo al cinema USA. Con lui nel cast attori rodati a Hollywood, da Rinko Kikuchi (Pacific Rim) a Hiroyuki Sanada (Helix). Tempo fa disse di non essere interessato a recitare a Hollywood. Cosa le ha fatto cambiare idea? Ho detto questo? Non ricordo di averlo fatto: che attore irresponsabile sono, cambio idea ogni secondo! Scherzi a parte: mio padre è americano, quindi ho sempre avuto interesse nei film di Hollywood. Con il suo background nel cinema giapponese, cosa ha significato passare a recitare in blockbuster come Battleship e Thor? Penso stia tutto nelle proporzioni. A
di MARIO A. RUMOR C’è stato un film in cui il pubblico non ha reagito come si aspettava? Tipo in Battleship? Non ho mai avvertito questo tipo di reazione da parte dei fan. In Battleship tra l’altro ho interpretato un ruolo chiave e ho ricevuto apprezzamenti un po’ dappertutto. Conosce la leggenda che ha ispirato 47 Ronin? Cosa c’è di nuovo nel film? Certo la conoscevo. Penso che la storia com’è stata presentata in questo film proponga una sua versione della leggenda di Chushingura. Ancora oggi è difficile infatti stabilire in quale misura la storia dei 47 Ronin sia autentica. Cosa l’ha affascinata del progetto del film? Il mio nome è Asano Tadanobu e la storia parla di un Lord Asano. Ne ho discusso con il regista Carl Rinsch, ma in qualche modo il mio ruolo è diventato quello di Kira… il nemico di Lord Asano! L’ho trovato stimolante, per la verità. Credo sia il primo Kira interpretato da uno che si chiama Asano. Nel film è circondato da altri celebri attori del suo Paese. Una parola su di loro? Ognuno di loro ha affrontato molte sfide per avvicinarsi ai rispettivi ruoli e li
“Per le location si è cercato in Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Alla fine il film è stato girato in Inghilterra e Bulgaria.” Hollywood ogni cosa è più grande, in termini di budget ma anche nell’approccio che usano per lavorare; pertanto è richiesto un standard della recitazione molto più elevato.
abbiamo superati insieme. Non finirò mai di ringraziarli. Inoltre, essere in compagnia di persone e attori come loro è servito da stimolo per comprendere meglio le mie
debolezze, condividere rivalità e avere nuove aspirazioni. Lei interpreta un cattivo, questa volta. Come si è preparato? Ho recitato parecchi ruoli controversi nel cinema giapponese e ho voluto esprimere ciò che ho raccolto da quelle esperienze attraverso il personaggio di Lord Kira. In questa occasione ho notato che il mio ruolo non era un cattivo assoluto. Ha buone intenzioni ma in qualche maniera non piace e niente va a suo vantaggio. Per questo mi sono concentrato maggiormente sul peso che dà alle cose e alla sua goffaggine interiore. E poi, c’è Keanu Reeves… Penso che Keanu abbia avuto il ruolo più difficile. Era il solo attore americano in un cast tutto giapponese. Ci vuole un notevole sforzo per recitare la parte di un uomo metà americano metà giapponese in un film storico. Penso che con il suo personaggio di Kai abbia fatto un lavoro magnifico. La stampa dice che lei è un’icona del cinema giapponese, una via di mezzo fra Toshiro Mifune e Johnny Depp. Che ne dice? Sono onorato di essere paragonato a personaggi così illustri: farò del mio meglio per non disonorare i loro nomi! Chi ha influenzato di più la sua carriera? Shintaro Katsu, uno dei più grandi attori e registi del Giappone (morto nel 1997 all’età di 65 anni). E con chi vorrebbe lavorare in futuro? Martin Scorsese, Leos Carax e Quentin Tarantino.
47 RONIN USCIRÀ IL 13 MARZO MARZO 2014 JUST CINEMA
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SUPERCONDRIACO? IO!
IN ARRIVO SUGLI SCHERMI LA COMMEDIA IDEATA, SCRITTA, DIRETTA E INTERPRETATA DA DANY BOON. CON LUI ANCHE ALICE POL E KAD MERAD, NEI PANNI DI UN MEDICO MOLTO “PAZIENTE”.
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Dany Boon, partiamo proprio da lei. Un superipocondriaco! Perché il Supercondriaco, in realtà, è lei… È vero. L’argomento dell’ipocondria mi tocca molto da vicino. Ormai sono una persona adulta, responsabile delle mie azioni e delle mie nevrosi, e devo ammettere di essere molto angosciato dalle malattie, come tanti altri artisti d’altronde. Mi basta percepire il minimo sintomo che mi convinco di essere gravissimo, o addirittura in stato terminale. Se ho la febbre a 38°5, mi sento praticamente in punto di morte! Per questo motivo, sento spesso il mio medico di base. Si chiama Roland, e lo vediamo spesso nel film. Ormai, dopo vent’anni, è diventato un amico. Conosco a memoria il numero di telefono del suo studio; ho anche quello di casa, perché so che tiene il telefono sul comodino anche di notte! Deve aver rimpianto parecchio di avermelo dato… Oltre al medico generalista, ha consultato anche degli specialisti del settore? Certo. Faccio spesso degli approfondimenti, magari in compagnia di amici e colleghi che hanno lo stesso problema. Da poco ho scoperto anche il cosiddetto body scan, una sorta di TAC, ma molto più avanzata, e l’ho già usata due volte. A dire la verità, l’ipocondria è una patologia molto più stressante per chi mi circonda, mia moglie o i miei figli ad esempio. Però è molto apprezzata dagli assicuratori! Sto sempre attento a non ammalarmi, e ho cambiato radicalmente il mio stile di vita: faccio tanto sport, scelgo con cura quello che mangio. È vero, quest’attenzione finisce per generare altre nevrosi, se solo penso ai miei genitori che cercavano sempre le cose meno care da mettere in tavola! La storia del film ha a che fare con queste inquietudini? Possiamo dire che è un modo per esorcizzare la sua ipocondria? Prima di tutto, merito dell’autoironia, questo film è diventato un modo per esorcizzare le mie manie, riuscendo a far ridere gli altri attraverso me stesso. Più una storia è sincera e personale, più la commedia sarà efficace e ci si potrà spingere oltre, esplorando il delirio e la follia. Come nel film, anche io apro le porte con i gomiti e mi lavo le mani se per caso ho digitato un codice su un apparecchio. E anch’io preferirei cadere dalle scale piuttosto che tenermi al corrimano. L’idea di scrivere e realizzare Supercondriaco, in qualche modo, è nata durante le riprese di Un piano perfetto, ma all’inizio il progetto era diverso… Sì, inizialmente il film doveva chiamarsi Une jolie ch’tite famille. Essendo un regista abbastanza atteso, osservato e criticato, ascolto volentieri i consigli di chi mi circonda e alcuni mi hanno fatto notare che, anche in questo caso, avrei fatto un film sul Nord. Amo la mia storia e adoro la mia regione, ma ho ascoltato tutti i commenti e, a poco a poco, ha preso forma Supercondriaco (che, comunque, avevo in mente già da un po’ di tempo). Il film parla anche della tendenza, molto attuale, di curarsi attraverso Internet… È vero, basta andare su Google e immediatamente si trovano migliaia di immagini e spiegazioni sulla malattia che pensiamo di avere. Sui forum si leggono storie e testimonianze drammatiche e terribili. Il mio carissimo amico medico di base mi ha detto che anche in ambito professionale, tra medici, oggi si parla molto dell’argomento. I medici si trovano sempre più spesso di fronte a pazienti che non arrivano più con dei sintomi, ma
direttamente con la diagnosi! Un aspetto molto interessante di Supercondriaco è che il film prende spunto dal tema dell’ipocondria, ma ne affronta subito altri, come quello dell’identità o del rapporto uomo-donna. È vero, ecco perché il progetto ha avuto una genesi abbastanza lunga. In effetti, in sé, l’ipocondria non è un soggetto da commedia, perché genera idee e personaggi abbastanza negativi; si fa presto a metterla in scena. La mia idea era rappresentare come vive una persona ipocondriaca, attraverso quello che hanno vissuto, ad esempio, mia moglie o, prima di lei, mia madre. Volevo mettere in scena le difficoltà umane e sociali che incontra una persona malata come Romain che, in più, fa anche il fotografo per un dizionario medico. In fondo, credo che l’ipocondria sia un fenomeno abbastanza borghese perché, per soffrirne, devi avere il tempo e soprattutto i soldi. Insomma, volevo vedere come un uomo ipocondriaco può riuscire a trovare l’amore, malgrado la propria nevrosi. Ed è a questo punto che entra in gioco il personaggio di Kad. Romain pensa (a torto) che sia il suo migliore amico ma Dimitri, in realtà, sta tentando di trovargli una donna per farlo stare meglio e sbarazzarsi al più presto di lui. In questo senso, è un film sulla malattia ma, al tempo stesso, anche sulla seduzione e sull’immagine che gli uomini danno di se stessi alle donne. Quando Romain si cala nel ruolo di Anton Miroslav, gioca chiaramente sulle apparenze, come facciamo in fondo noi tutti, al lavoro o sotto le lenzuola, soprattutto all’inizio di una relazione. A partire da quel momento, complice la storia della rivoluzione in Tcherkistan, Romain riesce a passare per eroe e questo lo aiuta ad affermarsi nella vita reale. Così facendo, riuscirà a cambiare anche la vita di Anna, annoiata dalla routine di coppia e dalla vita quotidiana. Anna sarà vittima dello charme di questo “eroe” che le ricorda molto le sue origini, la sua identità slava. Giocare su questi molteplici registri e sulle tinte un po’ più fosche è un richiamo ai suoi spettacoli. Mi sembra che questo tipo di orientamento sia sempre più marcato nei suoi film… Sì, Supercondriaco è chiaramente più vicino al mio universo di quanto non lo siano i film precedenti. La prima spiegazione è che non sono più in scena da tanto tempo e che non ci tornerò prima della fine del 2016, inizio 2017. Mi dispiace molto, ma è un male necessario! Quando ho fatto La maison du bonheur, Giù al Nord o Niente da dichiarare? recitavo ancora, ma stavolta no, e sono arrivato sul set con una specie di frustrazione. E questa frustrazione si è trasformata in desiderio di far ridere! Credo, quindi, di essere stato più creativo e fantasioso del solito. A volte ho cambiato delle cose durante le riprese, come la scena tra me e Alice, quando lei vuole parlarmi solo in tcherkistano. La notte prima delle riprese mi è venuta l’idea dei nomi delle verdure e ho svegliato lo scenografo per fargli fare un libretto con le immagini e le traduzioni. Questo ha portato a una sceneggiatura sempre più lunga; alla fine abbiamo girato anche cose che non abbiamo tenuto nella versione finale! L’idea che il film possa sorprendere positivamente anche chi, in genere, si dimostra critico nei suoi confronti, fa parte dell’eccitazione legata al progetto? Sinceramente, non è la motivazione principale. Ho fatto questo film prima di tutto per il pubblico. Meglio ancora se è un film riuscito. Francamente, non ho mai dubitato delle mie abilità di regista, perché i miei film hanno sempre raccolto consensi e non è stato merito della fortuna o del
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caso. Fare un film presuppone tanti elementi aleatori, ai quali si aggiunge, certamente, il valore dell’esperienza. Finito il film, lo proietto davanti a un vero pubblico, e mi nascondo in sala. In base a come reagisce il pubblico, mi rimetto al lavoro sul montaggio per migliorare il risultato. È una deformazione professionale del mio essere attore. Visto che parliamo di pubblico, la scommessa legata a questo progetto era non deludere le attese dell’incontro con Kad Merad sul grande schermo… Certamente! Posso dire che è stato un magnifico ritorno. Avevo dimenticato quanto potesse essere bello recitare con Kad e quanto andiamo d’accordo. Kad è un attore straordinario; mi piace molto dirigerlo, ma anche torturarlo un po’. Fin dalle prime scene che abbiamo girato, ho sentito quella grande complicità che ci lega e che il pubblico percepisce. Per non correre il rischio di ripetersi, dovevamo ispirarci a personaggi ben definiti, perché la nostra intesa funzionasse bene anche sul grande schermo. Dimitri corrisponde esattamente a Kad nella vita. La stessa cosa vale per Judith El Zein (Norah è sua moglie, nel film), una donna che apprezzo moltissimo, perfetta in questo film. La loro coppia funziona alla grande! Come attrice, Judith riesce a instillare il dubbio sull’omosessualità della relazione tra Dimitri e Romain. Altro elemento essenziale del casting: Alice Pol. Alice interpreta Anna, la sorella di Dimitri, che si innamora
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di Romain, pensando che, in realtà, Romain sia Anton Miroslav, un rivoluzionario in fuga… Mi hanno detto che la storia d’amore tra Anna e Romain funziona alla grande, è credibile. Le scene che avevo scritto e che sembravano perfette sul copione, in realtà poi funzionano benissimo anche sul grande schermo grazie alla comicità innescata da Alice Pol. Ha un’incredibile capacità di far ridere, con questa sua allure un po’ maldestra anche nella vita reale! Sono felicissimo di aver incontrato un’attrice talentuosa come lei perché la difficoltà del film sta nel fatto che, a un certo punto la nostra coppia passa in primo piano rispetto al duo Kad-Romain, quindi anche lei doveva essere all’altezza. Se parliamo, poi, del personaggio di Anton Miroslav, allora devo spendere qualche parola su Jean-Yves Berteloot, che all’inizio temeva la deriva caricaturale che avrebbero potuto prendere le cose. Ha lavorato moltissimo, soprattutto sull’accento di Miroslav, con una donna ucraina. Il risultato è straordinario: è riuscito a dare al personaggio ancora più spessore. In più ci assomigliamo molto: siamo nati a pochi chilometri l’uno dall’altro e presto farò delle ricerche genetiche in famiglia! Tutti i suoi attori, dal protagonista alla comparsa, insistono sull’attenzione e la premura con cui li ha trattati… Questa è una cosa fondamentale. Detesto vedere personaggi secondari o minori essere trattati male o restare in disparte: è impensabile per me! Ecco perché detesto il
concetto di attore “spalla” al cinema. Per finire, Dany, ogni suo film (per colpa o grazie al successo di quello precedente) è sempre molto atteso. Vale anche per Supercondriaco. Questo le mette un po’ di ansia? Parto dal principio che ogni film ha il successo che merita. Anche questo, quindi, farà il suo corso. La pressione di cui lei parla, la conosco già da Giù al Nord, ma non per questo non mi sento libero e felice del lavoro che faccio. Il mio obiettivo è far ridere le persone e divertire il mio pubblico. E lo dico sinceramente, perché non ho bisogno di lavorare. Lo faccio perché ne ho voglia, non perché ne abbia bisogno. Il mestiere che faccio mi ha sempre appassionato, indipendentemente dalla portata del progetto. Avere a che fare con grossa produzione o con uno staff di 250 persone non cambia niente. La critica e i critici vengono dopo. Rispetto il loro mestiere e la loro opinione, tranne quando parlano di cose più personali o di soldi. In quel caso, le critiche non hanno ragione di esistere e, forse, non hanno neanche importanza. Posso ascoltare tutto quello che volete sui miei film, significa che quantomeno c’è interesse, ma la cosa più importante è e sarà sempre il rapporto con il pubblico.
SUPERCONDIACO – RIDERE FA BENE ALLA SALUTE USCIRÀ IL 13 MARZO
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KAD MERAD L’idea di tornare a recitare con Dany Boon, stavolta sul grande schermo, 6 anni dopo Giù al Nord è stata tra le motivazioni che l’hanno spinta a girare Supercondriaco? Per me sì, certamente, e credo che lo sia stato anche per Dany. Ovviamente, bisognava avere la storia giusta, i personaggi giusti e le situazioni giuste per fare un bel film! Penso che fino a Supercondriaco, Dany non avesse ancora scritto la storia che ci avrebbe permesso di lavorare di nuovo insieme. Abbiamo aspettato il momento giusto, e questo tandem funziona bene, a quanto pare. Ci piace recitare assieme e credo che il pubblico lo percepisca. La conseguenza di questa vostra grande sintonia è che anche il pubblico si aspetta molto da questo ritorno. Queste aspettative la mettono un po’ sotto pressione? Prima di tutto, sono sicuro che il pubblico non sarà deluso. È chiaro che quando la tua immagine è associata a un film come Giù al Nord (che ha fatto numeri importanti, e che ha fatto e fa ancora parlare di sé, anche a distanza di anni) e ti trovi a riproporre in un altro film un duo che ha funzionato così bene, certamente un po’ di pressione c’è, è innegabile. Credo che il pubblico abbia voglia di rivederci assieme. Almeno lo spero! Ma bisogna restare con i piedi per terra: questo è un film diverso, una proposta diversa. Non siamo tornati assieme per rifare le stesse cose.
Lei interpreta Dimitri Zvenka, il medico di Romain, alias Dany Boon. Un medico molto comprensivo che, però, a un certo punto non ne può più del suo paziente, ormai diventato troppo invadente… Come si dice? Talmente buono da essere scemo, ed è proprio così! Dimitri fondamentalmente è una persona molto buona. Quando, purtroppo, finisce per essere invischiato in questa storia, mantiene comunque un atteggiamento positivo e tranquillo, malgrado una venatura di cattiva fede che apprezzo molto. A un certo punto, nel film, il suo rapporto con Romain diventa talmente ingombrante da minacciare la vita di coppia con sua moglie. Come può accettarlo? Perché sceglie il paziente e non sua moglie, a discapito della sua coppia? Le risposte sono nelle pieghe della sceneggiatura, che crea un’intensa profondità nel rapporto tra Dimitri e Romain. Il dilemma che vive il mio personaggio è molto bello da interpretare. Da un punto di vista strettamente registico, il modo in cui Dany Boon l’ha diretta è veramente notevole. Forse Dimitri è uno dei suoi ruoli più riusciti… Credo di essere uno strumento per lui: mi chiama il suo “Stradivari”! Adoro essere diretto da lui, perché conosce alla perfezione il mio potenziale e i miei limiti. Lavoriamo a lungo su un determinato personaggio e quando recitiamo assieme, tutto diventa molto più interessante, perché la nostra sintonia
diventa evidente. Dany è un regista molto preciso e apprezzo molto lavorare facendo un lavoro di ricerca. In effetti, ho l’impressione che con Supercondriaco sia diventato veramente un regista. Gli attori sono quelli giusti ma è lui che regge le fila, perché a volte succede che gli attori si perdano un po’ durante le riprese. Dany sa trovare il giusto equilibrio tra comicità e sincerità. Ed è questa la cosa più difficile. Supercondriaco esce nel 2014, anno speciale per lei, che festeggia i suoi primi 50 anni! Quali sono le sue impressioni su questo primo mezzo secolo, sugli anni passati e sugli incontri fatti nell’ambito del cinema? Sinceramente, non guardo mai troppo al passato, almeno per il momento. Tutto quello che ho vissuto, al cinema ma anche a teatro e in televisione, l’ho vissuto intensamente. Cerco sempre di migliorare, non mi accontento mai di dire “va bene così, ho provato abbastanza”. Non sono ancora un vecchio attore che si crogiola nelle glorie passate! Ho fatto tantissime cose e ho avuto davvero tanta fortuna. Ho incontrato moltissime persone, indipendentemente dal successo o dal’insuccesso dei film che ho fatto. D’altronde mi assumo sempre tutta la responsabilità, anche quando le cose vanno meno bene. Questo mezzo secolo è stato ricchissimo, potente. Un po’ come un elastico che continua ad estendersi dagli anni 80! Comunque cerco di tenere sempre gli occhi aperti e i piedi per terra: quando mi dicono che non cambio mai, lo prendo come un complimento.
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“Prima di Ghost in the shell, Oshii era noto in Italia per il film animato Lamù – Beautiful Dreamer (1985), uscito per l’Home Video.” 44
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IL FUTURO DELL’UMANITÀ
GHOST in the SHELL
“Nel sequel Innocence il tema portante è: tutte le forme di vita sono uguali. Anche quelle robotiche.”
PROSEGUE L’INCURSIONE DELL’ANIMAZIONE GIAPPONESE NEI CINEMA ITALIANI. DOPO EVANGELION E IL TOCCANTE WOLF CHILDREN TOCCA A DUE FILM CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO DEGLI ANIME: GHOST IN THE SHELL E INNOCENCE. NELLA LORO VERSIONE 2.0 RIVEDUTA E POTENZIATA DAL REGISTA MAMORU OSHII. di MARIO A. RUMOR
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host in the shell è responsabile di almeno due eventi cruciali. Più di Akira, proiettato timidamente nelle sale italiane nel 1990, più di Miyazaki (all’epoca illustre sconosciuto), ha introdotto al pubblico occidentale il mondo nuovo degli anime giapponesi. E ha rivelato il nome di Mamoru Oshii. Autore filosofo che ha rivoluzionato il modo di fare animazione, portando dentro l’anarchico universo dei fan ideologie e riflessioni mai viste prima. La versione del film di passaggio nella maratona Nexo Digital/Dynit è quella rieditata dal regista con scene realizzate in computer grafica tridimensionale e nuovo doppiaggio italiano. Lo accompagna Innocence, il visionario sequel presentato a Cannes nel 2004. L’operazione restyling è nata per volere di Oshii nell’autunno 2007, dopo un meeting con i tecnici dello Skywalker Sound per la post-produzione di The Sky Crawlers (2008). Ispirato al manga cult di Masamune Shirow, Ghost in the shell segue le imprese del Maggiore Motoko Kusanagi tra hackers informatici e cyborg potenziati nel mare
magnum della Rete dove ci si può perdere e rinascere. Il progetto animato lo avviò Kodansha, la casa editrice del fumetto, all’inizio come anime per l’Home Video. Poi entrò in gioco il colosso Bandai Visual che propose il nome di Oshii e dello studio Production I.G. Mizuo Yoshimasa della Kodansha già pensava al mercato internazionale e trovò in Andy Frain di Manga Entertainment il partner ideale. Oshii si portò dietro lo staff che aveva lavorato con lui al capolavoro Patlabor the Movie 2 (1993): il giovane Hiroyuki Okiura al chara design e Kazuchika Kise alle animazioni chiave. La sceneggiatura la firmò il fidato Kazunori Ito, suo amico da tempo immemorabile e uno degli scrittori specializzati in science fiction più in gamba. Il tema sviluppato nel film affascina il regista da sempre: rispetto al fumetto, Ghost in the shell tenta infatti di indagare come gli esseri umani possano guardare alla propria natura in una società ipertecnologica. Nel bene e nel male.
La Maratona di Ghost in the Shell solo l’11 e il 12 marzo al cinema MARZO 2014 JUST CINEMA
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Cover Story#
LA
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M SSA
RAGNO
Sembrava una mossa azzardata la scelta di Andrew Garfield nel ruolo di Peter Parker e di Marc Webb dietro alla macchina da presa. Ma il reboot de l’Uomo Ragno è stato un successo. The Amazing Spider-man 2: il potere di Electro promette ancora di più. Con tre grandi cattivi: Jamie Foxx è Electro, Paul Giamatti è Rhino e Chris Cooper è Green Goblin 46
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DEL
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di ELISA SCIUTO
NEL SEGNO DELLA VERSATILITÀ
VALERIO BINASCO
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n attore deve saper fare tutto, perché nella sua carriera potrebbe interpretare qualunque ruolo, secondo la regola fondamentale per cui più si fa e meglio si riesce” (Jean Reno). Non c’è frase che potrebbe più avvicinarsi al lavoro svolto da Valerio Binasco, attore eclettico e regista impegnato. Classe 1965, Valerio ha un ricco background ed è riuscito a distinguersi nel panorama dello spettacolo italiano grazie all’incredibile versatilità. Le sue attività spaziano dal teatro, alla tv al cinema. Lavora coi classici mettendo in scena opere di Beckett, Gogol’, Cechov, Shakespeare. Per la televisione ha recentemente recitato nella serie per Sky ideata da Stefano Accorsi, 1992, in cui interpreta Mario Chiesa. Sui grandi schermi, invece, tra i tanti film, l’abbiamo visto nel pluripremiato Noi credevamo di Mario Martone. Questa primavera sarà sul set di Alaska di Claudio Cupellini al fianco di Elio Germano e rivela “Ammiro molto Cupellini. È un grande regista e sa scrivere magnificamente. Amo la sua attenzione maniacale e la grande determinazione. È un piacere incontrare dei registi che non si accontentano di girare qualcosa tanto per farlo, ma che sono tutti protesi verso un sogno che cercano di trasmettere agli interpreti. Ci siamo telefonati, incontrati e ora siamo in attesa di ballare insieme.” Puoi anticiparci qualcosa sul film e sul personaggio che interpreti? Non posso. Mi pare di aver capito che Cupellini sia assai geloso del suo progetto e io mi guardo bene dal farlo arrabbiare proprio ora che stiamo per lavorare insieme! Sono molti gli attori che diventano anche registi. Tu l’hai fatto col teatro. Hai progetti, in questo senso, anche con il cinema? Ho dei sogni più che dei progetti, perché per questi ultimi ci vuole tempo e attualmente ne ho poco. Ma i sogni, prima o poi, devono diventare progetti. Sono abituato così e spero proprio di riuscirci presto. Ogni tanto qualche produttore mi fa delle proposte, ma fino a ora il tempo non ha voluto. Arriverò al cinema da vecchio, probabilmente. Ho molta fiducia nel tempo che scorre. Invecchiare fa schifo, naturalmente, ma nell’accumulo dei giorni e nel terribile viaggio della vita, c’è qualcosa di magico che va assolutamente raccontato. La morte va esorcizzata ogni giorno e il modo migliore per farlo è raccontando delle storie.
Regista e attore. Quali sono le difficoltà che si incontrano? È una posizione perfetta. La tradizione italiana conosce bene la figura del Capocomico, e io ho lavorato prevalentemente con attori che facevano anche la regia e non solo: erano e sono l’anima artistica e imprenditoriale di tutti i progetti. Branciaroli e Cecchi sono stati una lezione lunga e molto importante, in questo senso. Io credo, inoltre, che si debbano molto assottigliare le distanze tra le figure tipiche del teatro: regista, attore, ecc. Penso nell’avvento di un interprete che si riappropri della serietà e della coscienza necessaria del suo mestiere, che non significa solo ‘far l’attore’, ma fare ‘teatro’. Io stesso cerco di essere coerente con questo pensiero e faccio il regista occupandomi quasi esclusivamente degli attori, così come quando recito, mi sento immerso in una sorta di sensibilità generale dello spettacolo, cercando di tener viva l’attenzione su quel che sta accadendo. Che è poi quello che dovrebbe fare chi si occupa della regia. Se invece vuoi sapere se mi sento sdoppiato, la risposta è si. Lo spaesamento è una caratteristica della mia vita e va peggiorando. Ho capito che non sarò mai a mio agio da nessuna parte e quindi, tanto vale cercare un pezzo di identità un po’ dappertutto. E forse è proprio questo spaesamento che mi avvicina alla sensibilità degli attori. In conclusione ti dico che io non sono veramente un regista. A me della teatralità in sé e per sé non me ne importa niente. Mi interessa solo l’accadimento di una storia, la manifestazione di una qualche umanità. Ecco perché il mio percorso di regia riguarda principalmente il lavoro con gli attori: essere attore tra loro. Il tuo è sempre stato un teatro impegnato, hai lavorato con grandi nomi quali Branciaroli e Cecchi. Da regista hai messo in scena Camus, Cechov, ora Shakespeare. Perché la scelta dei classici? Mi sembra che il Teatro abbia di nuovo bisogno di favole e oggi più che mai l’umanità è arrivata alla fine di una delle sue grandi epoche: spetta, quindi, al teatro e all’arte in generale costituire una sorta di legame emotivo con il nostro tempo. La grandezza dei classici è la loro inesauribile modernità. Il contemporaneo, spesso, è solo temporaneo, mentre quelli che noi chiamiamo i Classici, sono semplicemente dei testi nati come contemporanei. Che poi non hanno mai smesso di esserlo, anche attraverso i secoli. Il teatro antico è legato a un’idea di festa dell’umanità: gioia creativa e fantasia che creano intelligenza ed emozione. Gli ultimi 100 anni hanno visto il prevalere di un’arte critica, saccente, progressivamente distante dal pubblico, vogliosa di guastare la festa, più che altro. Io non voglio che il pubblico si senta rifiutato e cerco di mettere insieme la
grande lezione del teatro contemporaneo con la favola e la gioia del teatro classico. Niente di solenne. Niente di professorale. Sono un autore moderno, totalmente immerso nei temi della mia contemporaneità e solo nei grandi classici come Cechov e Shakespeare trovo la voce giusta per il ’nostro’ oggi. Aggiungo che non esiste un teatro antico o moderno. Esiste solo una recitazione vecchia, morta oppure contemporanea e viva. Sono l’immediatezza dell’interpretazione e il suo potere di ‘accadere’ sulla scena a rendere un testo ‘contemporaneo’ oppure irrimediabilmente morto. C’è un attore a cui ti ispiri? A dire la verità no. Non ci ho mai pensato. E un regista? Stessa risposta. Certo, ho un’ammirazione sconfinata per Peter Brook, ma non oserei dire che mi ispiro a lui. Tra tv, cinema e teatro? Il cinema è la cosa che preferisco vedere e il teatro è, in assoluto, la cosa più bella che si possa fare. La televisione nemmeno ce l’ho. Qual è il segreto che ti rende tanto versatile? Uh che domanda lusinghiera! Magari fossi davvero così versatile come vorrei! Il cinema mi richiede uno sforzo di concentrazione enorme e un lavoro molto severo su me stesso, per mettere a bada una strana timidezza che ho a farmi filmare. Ho una specie di autodisprezzo che mi perseguita e che, miracolosamente, in teatro si placa. Guarisco. Mi pare come di rinascere. Il cinema, con la sua frammentazione e il suo svolgersi in location sempre diverse, acuisce la mia sensazione di spaesamento, di inadeguatezza. Ecco perché devo concentrarmi moltissimo. Forse potrei dirti che il trait d’union di tutte le mie varie attività è la capacità di raggiungere una profonda concentrazione, di isolarmi totalmente da tutto e sprofondarmi nella cosa che faccio. Una concentrazione molto seria e tuttavia agile, che mi permette, nonostante lo spaesamento, di non perdermi mai. Il cinema italiano attraversa un indubbio periodo di crisi. Quale, secondo te, la ricetta per rilanciarlo? Sarà una breve risposta, purtroppo: non ne ho la minima idea. Non ti annoierò con farneticazioni narcisistiche. Per qualche strana ragione, questo è un argomento su cui non ho mai riflettuto. Temo infatti che non sia il cinema ad attraversare un periodo orribile, ma il nostro Paese e la sua civiltà. La crisi dell’arte è conseguenza di un disastro epocale. Non so cosa farci o meglio: faccio Shakespeare e mi impegno a sperare. Alzo più che posso il livello mio e quello dei miei attori, rischio fin dove posso. Credo nelle possibilità della mia arte e continuerò a farlo finché ci sarà un teatro pronto a ospitarmi. Più di così non so fare. Se facessi cinema, farei lo stesso, credo. MARZO 2014 JUST CINEMA
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DALLAS BUYERS CLUB SECONDO MATTHEW MCCONAUGHEY di CARLO LANNA
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scito da poco nelle sale cinematografiche, Dallas Buyers Club, è il film che ha rilanciato la carriera di Matthew McConaughey. Dopo lo stilosissimo Magic Mike e l’emozionante Killer Joe, l’attore americano è ora in corsa agli Oscar come migliore attore per la sua incredibile performance in Dallas Buyers Club. Il film già amatissimo al Festival di Roma, gli ha fruttato il premio come miglior interpretazione maschile. Il dramma ambientato nel Texas degli anni ’80 diretto da Jean-Marc Vallée, vede nel cast una raggiante Jennifer Garner ed un irriconoscibile Jared Leto. Mr McConaughey interpreta Ron Woodroof un giovane affetto dal virus dell’HIV. Cosa ha significato dunque per lui prendere parte a questo film straordinario? Lo stesso McConaughey lo ha ampiamente spiegato durante la conferenza stampa tenutasi a Roma in occasione dell’uscita del film. Non voleva lasciarsi sfuggire questo ruolo così importante e che Dallas Buyers Club sia già un fenomeno questo è un dato di fatto, ma cosa ne pensa in realtà? Nel capire quale sia stata la sua sfida più grande come attore nell’interpretare un personaggio come Ron Woodroof, Matthew McConaughey, ha dichiarato che è stata un’avventura molto difficile ma allo stesso tempo stimolante. Perché Ron Woodroof è un personaggio che ha tanta rabbia dentro di sé, in quanto si scontra con una serie di opposizioni. La prima è rappresentata sicuramente dalla morte dato che fa di tutto per rimanere in vita, l’altra è la stessa FDA; quindi la sua sfida principale è stata quella di rappresentare le sfumature della rabbia di questo personaggio, cercando di non rendere l’interpretazione ripetitiva e scontata. Ron Woodroof infatti è un personaggio complesso
e sfaccettato. McConaughey svela anche come è entrato in possesso della sceneggiatura del film, e di quanto sia stata travagliata la realizzazione. La sceneggiatura di Dallas Buyers Club, essenzialmente, era già pronta 5 anni fa, ma all’epoca non c’era né un regista né tantomeno c’erano i soldi per finanziarlo. Lui stesso è stato il primo a decidere di parteciparvi, ma ogni anno i preparativi slittavano e non si riusciva mai a prendere in mano la situazione. L’anno in cui si è deciso di concretizzare i lavori, era il gennaio del 2013. È stato molto difficile reperire fondi, ma in quel periodo Mr McConaughey, ha incontrato il regista Jean-Marc Vallée, che ha confermato la sua voglia di realizzare la pellicola. Nonostante il budget sia crollato a ben 5 settimane dall’inizio delle riprese, nessuno si è arreso perché sia il cast che la crew, volevano realizzare questo film a tutti i costi. È stata quindi la determinazione di attori e regista a far si che i lavori continuassero. L’attore è tra i nominati agli Oscar 2014 e sta vivendo serenamente l’attesa, si è dimostrato molto contento per la candidatura di Leonardo DiCaprio perché ha fatto un ottimo lavoro in The Wolf of Wall Street. In merito alle candidature della kermesse più importante della stagione, McConaughey afferma di essere contento che un film italiano come La Grande Bellezza sia tra i nominati. Non ha mai visto la pellicola, ma vorrebbe stringere la mano al regista Paolo Sorrentino. La sua carriera nel corso del tempo è cambiata rispetto alle origini per una combinazione di svariati elementi. Fino a qualche anno fa, afferma, era molto soddisfatto della sua carriera, ma sentiva il bisogno di volere qualcosa di più. Ha deciso quindi di ricalibrare il rapporto con il suo lavoro. Ha detto di no a molti lavori come commedie, film d’azione, film romantici. Era
consapevole che prima o poi nessun regista gli avrebbe proposto qualche ruolo, ed infatti così è stato. Nel suo periodo in “inattività” è diventato papà e per circa un anno si è dedicato esclusivamente alla famiglia. Tramutatosi quindi in un attore quasi d’elite, è diventato una buona scelta per alcuni registi talentuosi, come è accaduto per Killer Joe o con Steven Soderberg che lo chiamato per Magic Mike. C’è stato quindi un re-branding, una specie di cancellazione del marchio che aveva. Ora che ha superato i 40 anni, è un uomo che comincia ad avere nuove idee e nuove aspirazioni. Matthew McConaughey ha imparato molto dal carattere di Ron Woodroof. Una delle grandi lezioni di vita che il suo alter-ego gli ha lasciato è quella di: “se vuoi una cosa devi farcela con le sole tue forze”. Dal film poi, traspare che c’era un bun affiatamento tra i colleghi sul set. L’attore conosceva già Jennifer Garner perché aveva lavorato con lei in un’altra pellicola; non conosceva invece Jared Leto e si è incontrato con lui poco prima del ciak ma durante le riprese però non c’è stato molto tempo per conoscersi meglio perché i tempi erano molto stretti. Dallas Buyers Club è stato accolto molto bene dagli attivisti della comunità gay. Alcune persone hanno ricordato quel periodo piuttosto buio per la società moderna, negli anni ’80 l’argomento era un vero e proprio tabù, una vergogna essere affetti dalla malattia. In questo senso, il film può essere importante per le nuove generazioni. L’attesa per gli Oscar è snervante per molti, ma non per tutti. McConaughey non vive in un’ atmosfera di aspettative, si gode il momento e lavora al suo prossimo film. In autunno sarà nelle sale con Interstellar, il nuovo lavoro di Christopher Nolan, affiancato da Matt Damon, Anne Hathaway, Casey Affleck, Michale Caine e Jessica Chastain. MARZO 2014 JUST CINEMA
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Black Coal, Thin Ice
BERLINALE 2014:
L’ORSO D’ORO VA ALLA CINA di ANDREA GIORDANO
Lars Von Trier
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“Monuments Men” a parte, la 64esima edizione del Festival del Cinema di Berlino si chiude all’insegna della Cina, trionfatrice su tutti, e che porta a casa l’Orso d’Oro come miglior film. A vincere il noir di Diao Yinan, Black Coal, Thin Ice (Carbone nero, ghiaccio sottile), storia tra un ex poliziotto e una femme fatale, simboli in un certo senso di un Paese alla deriva, che forse deve ancora ritrovarsi, che ha convinto la giuria presieduta dal produttore americano James Schamus. Una vittoria pesante, impreziosita anche dal riconoscimento andato a Liao Fan, eletto miglior attore del concorso. Una pellicola dallo stile “classico”, molto simile a un certo cinema poliziesco degli anni ’70, che davvero si è rivelata la vera sorpresa del palmarès. L’Orso vola così in Oriente dopo ben sette anni (l’ultimo era stato per Il matrimonio di Tuya di Wang Quan An), a testimonianza di un momento ritrovato e importante per il cinema asiatico, tornato a dettare legge nei circuiti festivalieri. Cinese è stato anche il premio per la miglior fotografia andato a Blind Message. Premi di “consolazione” a due pellicole che invece sono risultate quelle più applaudite della kermesse. Da una parte Grand Budapest Hotel del geniale Wes Anderson (uscirà in Italia il 10 aprile distribuito da Fox), a cui era già stata riservato l’onore di aprire ufficialmente il Festival, e che alla fine ha conquistato l’Orso d’Argento. Per il regista americano, non nuovo alla passerella berlinese, è l’ennesima conferma. Il suo stile surreale, ricco di volti e storie, ha uno degli apici più creativi proprio in questo lavoro, con Ralph www.justcinema.it
Il regista Wes Anderson
Fiennes, impeccabile e ottimo concierge, a menare le danze. Dall’altra parte Richard Linklater, uno degli autori indipendenti più significati della sua generazione, che con Boyhood torna a vincere l’Orso come miglior regista, 19 anni dopo Prima dell’Alba. Un progetto ambizioso, cullato per 12 anni, già consacrato all’ultimo Sundance, da tutti considerato il vincitore morale e tecnico. La vita di un bambino, dall’infanzia ai 20 anni, a vivere il complicato rapporto con i genitori separati, e gli avvenimenti che intorno a lui mutano e si evolvono. Non solo grande regia, ma cuore, testa, e molta pazienza per evidenziare la crescita e la formazione dei sentimenti. Non c’è ancora distribuzione italiana, ma siamo certi che non tarderà ad arrivare. Miglior attrice è stata eletta invece Haru Kuroki per Chiisai Ouchi (The Little House) del giapponese Yoji Yamada, mentre il Premio “Alfred Bauer” è andato a Life of Riley del maestro francese Alain Resnais. Miglior sceneggiatura infine al tedesco Kreuzweg (Stations of the Cross) di Dietrich Brüggemann, firmato dallo stesso regista e dalla sorella Anna, che “salva” così il cinema teutonico in casa propria, e che aveva “sperato” con Jack presentato proprio il primo giorno. Molte immagini nell’album nei ricordi, scabrose, ma anche polemiche. Una su tutte, quella di Lars Von Trier, vestito con la maglietta con scritto “Persona non grata”, in riferimento all’espulsione da Cannes di qualche anno fa. Ma questa sarebbe un’altra storia da raccontare…
Da sinistra l’attore Liao Fan e il regista Diao Yinan
L’attore Shia LaBeouf e la sua provocazione sul red carpet
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MARZO È IL MESE DEGLI ZOMBI SU HORROR CHANNEL di FRANCESCO LOMUSCIO
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I
n oltre cento anni di immagini in movimento su celluloide (ma anche su nastro magnetico o su supporto digitale) abbiamo avuto modo di vederli in tutte le salse, dalla forma ormai comune di salma resuscitata e cannibale che gli americani chiamano “living dead” a quella, piuttosto simile, di essere umano colpito da un misterioso virus destinato a renderlo aggressivo e assetato di sangue. Ma potremmo citare un’infinità di altri esempi, dal massacra teen-ager mascherato Jason Voorhees, tornato dalla tomba non per mangiare le proprie vittime ma deciso a sterminarle soprattutto a colpi di arma bianca nella lunga saga Venerdì 13, ai soldati morti in guerra e risvegliatisi unicamente perché interessati a votare un politico che non invii i giovani a morire al fronte in Candidato Maledetto, episodio diretto da Joe ”Gremlins” Dante per la popolare serie televisiva Masters of horror. Ma siamo sicuri che i cosiddetti zombi, cui Horror Channel (canale 134 di Sky) dedica il mese di Marzo 2014, siano stati sempre dei defunti improvvisamente resuscitati, privi dei ricordi della propria vita e tutt’altro che vegetariani? La risposta è negativa, in quanto sono in pochi, forse, a sapere che Wade Davis provvide a descriverli nel suo libro Il serpente e l’arcobaleno come persone cadute in uno stato letargico a causa della somministrazione di una potente droga a base di tetrodotossina, sostanza contenuta nel pesce palla, il cui effetto inibisce le funzioni fondamentali del cervello lasciando alla vittima, privata di ogni volontà e capacità di pensiero, solamente le attività motorie. Libro da cui Wes Craven, ovvero il papà di Freddy Krueger, ha tratto nel 1988 l’omonimo lungometraggio che, rientrante nel poker di titoli selezionati dall’emittente televisiva per omaggiare le salme che non vogliono riposare in pace, vede Bill Pullman nei panni di un antropologo americano proto-Indiana Jones impegnato in una poco tranquilla avventura caraibica in quanto interessato a far luce sulla misteriosa, citata droga. Perché è grazie al voodoo – religione di origine africana che assembla cristianesimo, paganesimo e pratiche magiche europee – che pare sia nato il mito del morto vivente, identificando il suo centro attivo nella Repubblica di Haiti; dove, tra leggenda e realtà, si fece strada il bokor, sacerdote professionista di magia nera e la cui specialità consiste nel dare la caccia alle anime da sfruttare per i propri loschi scopi. MARZO 2014 JUST CINEMA
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Tutte tematiche che, appunto, potete trovare nel film di Craven, efficacemente infarcito di situazioni da incubo e, oltretutto caratterizzato da un contesto politico, in quanto ambientato durante la caduta della dittatura di Duvalier. Ma, visto che abbiamo citato la politica, non possiamo fare a meno di passare La notte dei morti viventi di George A. Romero, anch’esso facente parte di questo mese degli zombi, nonchÊ capolavoro del genere horror e vetta irraggiungibile del filone che ha provveduto a dare notorietà al cineasta originario di New York. Del resto, stiamo parlando dell’opera che, girata in bianco e nero nel 1968 e semplicemente costruita sulla lotta per la sopravvivenza attuata dalla giovane Barbara insieme al nero Ben e ad un altro manipolo di persone nei confronti di una improvvisa invasione di pericolosi zombi dovuta, a quanto pare, 70
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alle radiazioni emesse da una sonda inviata su Venere, ha provveduto a mutare una volta per tutte i primordiali zombi di cui sopra in quelli che tutti abbiamo imparato ad amare nel rimanerne spaventati e disgustati a causa del loro ributtante aspetto e degli appetiti antropofagi. Zombi che, all’interno di oltre un’ora e mezza di visione caratterizzata da un eroe di colore (aspetto non poco provocatorio nei confronti dell’America razzista di allora), non intendono essere altro che una allegorica rappresentazione di vittime del consumismo interessate a trascinarvi anche coloro che sono riusciti a sfuggirvi e che Romero, fortunatamente, è tornato a sfruttare più volte – dagli anni Settanta al terzo millennio – tramite Zombi, Il giorno degli zombi, La terra dei morti viventi, Diary of the dead – Le cronache dei morti viventi e Survival of the dead – L’isola dei sopravvissuti; tutti titoli attraverso cui ha continuato a portare avanti la sua analisi-critica nei confronti dei discutibili aspetti delle forme di potere, dal capitalismo alla manipolazione delle notizie da parte dei media, passando per il militarismo, Ronald Reagan e l’amministrazione Bush. Quindi, una folgorante opera prima che, oggetto di diversi rifacimenti più o meno ufficiali e, soprattutto, di non poche imitazioni, non dovete assolutamente lasciarvi sfuggire, come pure gli ultimi due zombie movie scelti per voi da Horror
Channel: Gangsters, guns & zombies di Matt Mitchell e Dead meat di Conor McMahon, entrambi inediti cinematografici approdati dalle nostre parti esclusivamente nel mercato dell’home video. Produzione britannica del 2012, il primo fonde azione, commedia e orrori a basso costo ponendo al proprio centro un criminale che, in fuga a bordo di un furgone dopo aver messo a segno una rapina, si trova da un lato a cercare di sfuggire alle forze dell’ordine che lo inseguono, dall’altro a fronteggiare un’orda zombesca di cui purtroppo, finisce per entrare a far parte anche un suo complice deceduto. Il secondo, invece, proveniente dall’Irlanda e datato 2004, sembra rifarsi alla macchina da presa impazzita del primo Peter Jackson (quello di Bad taste – Fuori di testa, per intenderci) nel raccontare con ritmo serrato la sanguinolenta odissea di una ragazza e un becchino impegnati a difendersi – tra bulbi oculari perforati e vanghe conficcate nel cranio – dai contaminati dal morbo della mucca pazza, ovvero temibili creature simil-zombi.
Insomma, se non si fosse capito, Horror Channel è seriamente intenzionata ad accompagnare l’arrivo della Primavera con abbondanti spargimenti di frattaglie e liquido rosso, invitandovi a rimanere seduti comodamente in poltrona per augurare… una lunga vita agli zombi!
PROGRAMMAZIONE Gangsters, Guns and Zombies: Venerdì 7 marzo alle 22:45 Dead meat: Venerdì 14 marzo alle 22:45 La notte dei morti viventi: Venerdì 21 alle 22:45 Il serpente e l’arcobaleno: Venerdì 28 marzo alle 22:45
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SNOWPIERCER TITOLO ORIGINALE Snowpiercer USCITA 27 febbraio REGIA Bong Joon-ho CAST Chris Evans, Jamiel Bell, Tilda Swinton, John Hurt, Octavia Spencer TRAMA Nel 2031 dopo una glaciazione, i pochi sopravvissuti a questo drammatico evento naturale, vivono all’interno di un treno, lo Snowpiercer, che continua a spostarsi intorno alla terra e procura la sua energia attraverso un motore perpetuo. Il treno
è un microcosmo di società umana diviso in classi sociali: i più poveri vivono nelle ultime carrozze, i più ricchi nei vagoni anteriori. La convivenza tra loro si proietterà inevitabilmente verso lotte e rivoluzioni. Diretto da Bong Joon-ho, Snowpiercer, è il film più bello della stagione primaverile. Già osannato al Festival del Cinema di Roma, il treno dei sopravvissuti sbarca in tutte le sale e si appresta a sedurre il pubblico. Intenso, elettrizzante e con dei risvolti mai banali, il lungometraggio ispirato alla serie a fumetti francese Le Transperceneige, è un racconto apocalittico dai risvolti socio politici che non dimentica di rivolgere uno sguardo alla realtà odierna. Tra gli attori figurano un magnetico Chris Evans, Jamie Bell ed un’irriconoscibile Tilda Swinton. Carlo Lanna
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TITOLO ORIGINALE 300: Rise of an Empire USCITA 6 marzo REGIA Noam Murro CAST Sullivan Stapleton, Eva Green > Il primo capitolo incontrò un incredibile successo di pubblico, dunque era logico aspettarsi un sequel. La pellicola narra le vicende della battaglia di Capo Artemisio tra Greci e Persiani, conflitto che si svolse parallelamente alla guerra delle Termopili portata sul grande schermo dal primo “300”. In parte ispirata anche stavolta ad una graphic novel di Frank Miller, il film promette lo stesso mix tra sesso, sangue e testosterone del primo capitolo con l’aggiunta di una delle regine più sexy mai viste, l’Artemisia I interpretata dalla sensuale Eva Green. A prendere il posto di Gerard Butler troviamo il granitico Sullivan Stapleton, interprete dello stratega ateniese Temistocle. Emiliano Longobardi CONSIGLIATO
300 – L’ALBA DI UN IMPERO USCITA 6 marzo REGIA Reinhard Kloos CAST Kellan Lutz, Spencer Locke
TARZAN
> Adattamento del romanzo “Tarzan delle scimmie”, il primo della serie scritta da Edgar Rice Burroughs, questo film d’animazione rappresenta il ritorno in sala del principe della giungla, il bambino cresciuto dalle scimmie. A differenza del classico Disney degli anni Novanta in questo caso il regista ha deciso di adottare la tecnica della motion capture (quella utilizzata per creare Gollum ad esempio) e ha assoldato il possente Kellan Lutz, ex star della saga di Twilight. Ottimo film per gli amanti del personaggio, per chi apprezza i paesaggi esotici e per chi vuole tornare bambino sognando di vivere incredibili avventure in compagnia di animali feroci. Emiliano Longobardi CONSIGLIATO
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TITOLO ORIGINALE Reasonable Doubt USCITA 6 marzo REGIA Peter P. Croudins CAST Samuel L. Jackson, Erin Karpluk, Dominic Cooper, Gloria Reuben, Ryan Robbins
UN RAGIONEVOLE DUBBIO
Un legal thriller dal linguaggio duro che racconta la storia di un affermato procuratore distrettuale alle prese con un incidente. Quando un altro uomo è arrestato per il crimine da lui commesso, sarà costretto a scendere a pericolosi compromessi. Dopo il processo, Brody si rende conto dei guai in cui è finito e si ritrova a dover dare la
caccia alla persona che ha fatto assolvere. Il film ha un ritmo serrato, dialoghi non stereotipati e una regia dinamica, enfatica al punto giusto e comunque quasi sempre sincera. A tratti l’opera di Croudins sembra un film vicino ad un’opera come “Il falò delle vanità”, ma alla fine il film torna sempre nei ranghi ed intrattiene semplicemente, lasciandosi condannare dalle regole che il mercato impone. La tv sembra chiamare il film a sé, sembra ricordare agli sceneggiatori che questo genere di film non vive grazie ai botteghini, ma per merito dei diritti televisivi. Ed ecco che il film diventa standard. Peccato, perché il film è Bello, ma possibile! Luca Benassi
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USCITA 6 marzo REGIA Ferzan Ozpetek CAST Kasia Smutniak; Filippo Scicchitano; Francesco Arca; Carolina Crescientini Allacciamo le cinture per assistere alla turbolenta vita sentimentale di Elena, giovane donna legata durante un arco narrativo di tredici anni a due uomini completamente diversi : Antonio e Fabio. Con il primo sono scintille e
passione, con il secondo l’amore è platonico e dato da una profonda e pura amicizia. I due si scontrano e la vita di Elena è segnata per sempre da questi amori. Il regista turco, trapiantato in Italia, Ferzan Ozpetek torna a parlare di amore, di coppie e di famiglia, temi cari e ripresi con il suo stile unico e facilmente riconoscibile. A metà tra commedia e dramma, un nuovo capitolo nella filmografia del prolifico regista. Emiliano Longobardi
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ALLACCIATE LE CINTURE USCITA 6 Marzo REGIA Claudio Amendola CAST Edoardo Leo, Ricky Memphis, Ennio Fantastichini, Antonello Fassari, Francesca Inaudi
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Due amici che lavorano in un’impresa di pulizie decidono di dare una svolta alle loro vite e di tentare la via dello sport. Scelgono il curling, una disciplina olimpica poco diffusa che potrebbe
regalargli la possibilità di una vita migliore. L’ obiettivo è partecipare e vincere alle Olimpiadi Invernali del 2006 di Torino. Nella squadra arrivano anche Ottavio e Neno, estranei alla materia ma con tanta voglia di riscattarsi. Claudio Amendola debutta alla regia con una storia ispirata a fatti veri e con l’intenzione di andare oltre la pura comicità portando sullo schermo il lato “dolceamaro” della vita. Giulia Neri
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TITOLO ORIGINALE For Those in Peril USCITA 6 marzo REGIA Paul Wright CAST Kate Dickie, Nichola Burley, George MacKay, Michael Smiley, Brian McCardie
questo punto, Aaron comincia a credere che suo fratello non sia morto ed esce in mare aperto per ritrovarlo. “Il mare è uno dei protagonisti della storia – ha dichiarato il regista Paul Wright – e rappresenta il contrasto tra la paura e il desiderio di andare oltre i propri confini. Il personaggio ne è molto influenzato e durante il film la realtà diventa un forte appiglio per lui. Aaron desidera fortemente che qualcosa accada e vuole sentirsi parte dei cambiamenti della storia del suo villaggio e della sua comunità”. Un film intimo, magico, che lascia respirare il vento della Scozia. Un’opera prima, matura, che ha stupito critico e pubblico a Cannes. “Il superstite” non è un’opera facile da distribuire, ma indubbiamente è meritevole. Luca Benassi
> Opera prima del regista scozzese Paul Wright, presentata con successo alla Settimana della Critica all’ultimo Festival di Cannes. Il film racconta le vicende di Aaron, un giovane che vive in una comunità isolata in Scozia. Aaron è disadattato, anche perché è l’unico superstite di un incidente di pesca che causò la morte di cinque uomini, tra cui suo fratello maggiore. Il villaggio, che non vuole capire la realtà per via di alcune idiote superstizioni, lo incolpa e lo emargina. A CONSIGLIATO
IL SUPERSTITE USCITA 13 marzo REGIA Scott Waugh CAST Aaron Paul, Imogen Poots, Dominic Cooper
NEED FOR SPEED
> Dopo aver scontato una lunga condanna in prigione per un crimine che non ha mai commesso realmente, il meccanico Tobey parte per un lungo viaggio in cerca di vendetta verso coloro che l’hanno incastrato. Ci siamo, arriva finalmente al cinema la trasposizione della famosissima saga di videogiochi Need for Speed ideata dalla Electronic Arts. Nel corso degli anni il gioco ha ricevuto innumerevoli lodi per l’emozione data dalla continua azione e si è creato un fetta di milioni di appassionati e fedeli giocatori. Nel cast primeggia la star della favolosa serie tv Breaking Bad Aaron Paul, accompagnato in quest’avventura dalla giovanissima Imogen Poots. Emiliano LongobardI CONSIGLIATO
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RUSH USCITA 6 marzo “Una bara su quattro ruote”. Così vengono definite le monoposto di Formula 1 in Rush. Erano gli anni Settanta e in quelle monoposto spesso si moriva. Rush racconta prima di tutto questo. È sì un film sulla rivalità tra Niki Lauda e James Hunt, su Ferrari e McLaren, nell’anno di (dis)grazia 1976. Ma è soprattutto un film su due eroi che osarono sfidare la morte e ne uscirono vincitori. I duellanti Lauda e Hunt, impersonati da Daniel Bruhl e Chris Hemsworth, mai così bravi, sono come due
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personaggi mitologici che non hanno paura degli Dei, e che vanno incontro al loro destino con coraggio. Rush è dedicato agli appassionati di Formula 1, ma è anche un racconto epico, universale. E tra i due litiganti gode anche il terzo, cioè il nostro Pierfrancesco Favino, nei panni di Clay Regazzoni. Ancora una volta perfetto. Maurizio Ermisino CONTENUTI EXTRA Making Of, Nurnburgring, Sul set con Chris Hemsworth, Sotto la pioggia, Incontro con Niki Lauda
(disco singolo). Interviste a Howard, Bruhl, Favino, Scene tagliate, Il circo del Rock’n Roll, incontro con Lauda e Hunt, La velocità della luce - filmando la Formula 1, Moda e stile negli anni 70, Le corse e le auto di F.1, Il giro del mondo in una location (disco doppio) FILM ★★★★ EXTRA ★★★★
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USCITA 6 Marzo Dopo un minuzioso lavoro di ricerca il regista Pail Crawder presenta questo avvincente documentario su uno degli sport più pericolosi al mondo, la formula 1. Ambientata nel periodo d’oro di questo sport la pellicola racconta le vicende di una generazione di piloti che quotidianamente hanno rischiato la vita in pista nel tentativo di superare il limite. Accompagnato da incredibili filmati di repertorio e da interviste a campioni come Niki Lauda, Michael Schumacher, Lewis Hamilton Jenson Button e Sebastian Vettel il film è imperdibile per tutti gli appassionati di formula 1, del mondo delle corse e della vita di questi piloti pronti a tutto per l’adrenalina. Emiliano Longobardi FILM ★★★
1 USCITA 22 febbraio
DOCTOR WHO IL GIORNO DEL DOTTORE “Cinquant’anni e non sentirli”
Doctor Who la serie tv più longeva della tv britannica, il 23 novembre scorso ha festeggiato un compleanno molto importante per la sua carriera televisiva, che ha consacrato la sua simpatia e soprattutto il suo charme. Il Giorno del Dottore, questo è il titolo dell’episodio celebrativo, si è trasformato in un vero e proprio evento mediatico e grazie al “potere” di Rai 4, anche noi italiani abbiamo potuto gustare questo appuntamento irripetibile. L’episodio è stato davvero epico in tutti i sensi. Non potevamo immaginare che il buon Steven Moffatt (ora al lavoro anche su Sherlock), potesse portare sul piccolo schermo un prodotto del genere e dal sapore cinematografico. Il Giorno del Dottore infatti, non si è rivelato essere soltanto
una chiara e ben studiata mossa commerciale, ma è stato anche un atto d’amore verso un personaggio eclettico ed irriverente, che in punta di piedi è entrato nel cuore di tutti. Un episodio questo lungo un’ora e 16 minuti che ha saputo miscelare audacemente sia il dramma fantascientifico che la commedia, confermando nuovamente la formula vincente di questa collaudata congestione di generi. Per i veri estimatori dello sci-fi drama. Carlo Lanna CONTENUTI EXTRA i mini episodi The Last Day e The Night of The Doctor, Doctor Who Svelato, Dietro la cinepresa. FILM ★★★★ EXTRA ★★★
MARZO 2014 JUST CINEMA
89
USCITA 5 marzo
QUESTIONE DI TEMPO USCITA 6 marzo Francia, fine del XVIII secolo, la giovane Suzanne viene spedita in convento nonostante le suppliche, inascoltate dato che lei è una figlia illegittima e deve pagare per i peccati della madre. Nei primi tempi la ragazza trova una madre superiora comprensiva ed affettuosa, ma alla sua morte la sostituta la sottopone a terribili angherie impossibili da sopportare. Dall’omonimo romanzo di Denis Diderot il regista Guillaume Niclaux trae un film drammatico intriso di sofferenza, con una straordinaria attrice protagonista, la giovane Pauline Etienne. Il cast include anche la magnifica Isabelle Huppert. Emiliano Longobardi
Dal talentuoso sceneggiatore Richard Curtis, autore di film come Love actually-L’amore davvero e I love radio rock, questa volta anche regista, arriva una delle commedie più sorprendenti dell’ultimo anno. Tim ha 21 anni ed è il classico ragazzo impacciato e goffo, ma ha un dono, può viaggiare nel tempo alterando gli eventi. Un giorno decide di sfruttare questa possibilità per trovare finalmente una ragazza, ma come sempre gli eventi prenderanno una direzione inattesa. Con un cast all star che vanta Rachel McAdams, Bill Nighy e Domnhall Gleeson questo film è un godibilissimo esempio di cinema british con una colonna sonora notevole. Emiliano Longobardi
CONTENUTI EXTRA Scene Eliminate con l’Introduzione del Regista Richard Curtis; Papere: Fare Film È una Cosa Seria; Tim e i Viaggi nel Tempo; L’Aspetto, lo Stile e le Location; Il Mondo di Richard Curtis; Il Brano Musicale “The Luckiest”; Il Video Musicale di “How Long Will I Love You?” di Ellie Goulding; Commento al Film del Regista Richard Curtis e dei Membri del Cast Domhnall Gleeson, Bill Nighy, Vanessa Kirby, Lydia Wilson e Tom Hollander. FILM ★★★ EXTRA ★★★★
LA RELIGIOSA
FILM ★★★
USCITA 12 marzo
ENDER’S GAME 90
Basato sull’omonimo romanzo di Orson Scott Card, un vero cult degli anni ’80, questo film di fantascienza vede la regia di Gavin Hood e le interpretazioni di un cast stratosferico che annovera Harrison Ford, Ben Kingsley, Abigail Breslin, Hailee Stainfeld, Viola Davis e Asa Butterfield. In un futuro non molto lontano la potente Flotta Internazionale rappresenta il baluardo contro le invasioni aliene; la Flotta addestra ragazzi cercando soprattutto lo
stratega perfetto, ruolo che forse potrebbe appartenere al giovane Ender. A cavallo tra disumanizzazione della gioventù e visioni del futuro il film è un solido progetto da non perdere. Emiliano Longobardi CONTENUTI EXTRA Scene inedite in lingua originale, Trailers. FILM ★★★ EXTRA ★★
JUST CINEMA MARZO 2014 www.justcinema.it
USCITA 12 marzo Torna il possente Dio del tuono, guerriero diventato saggio dopo le vicende del primo capitolo. Tutto sembra andare per il verso giusto, il malefico Loki è imprigionato e Thor riesce anche a riunirsi con l’amata Jane Foster. Ma il male è in agguato, un nemico invincibile ritenuto sconfitto da secoli sta tornando dalle tenebre e metterà a repentaglio la vita dell’universo stesso, costringendo il possente Thor a stringere incredibili alleanze. Il blockbuster
THOR : THE DARK WORLD USCITA 18 marzo Un capolavoro, non ci sono altre parole per descrivere questo film francese, Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes e adorato dai critici di tutto il mondo. Con l’avvolgente regia di Abdellatif Kechiche assistiamo alla storia di Adele, ingenua adolescente la cui vita viene stravolta dall’incontro con Emma, sfrontata ragazza dai capelli blu. Un mondo di passione e nuove esperienze si
dello scorso anno, la Fase 2 della Marvel passa anche per queste nuove avventure del più affascinante tra i Vendicatori. Disponibile anche in Blu-ray 3D. Emiliano Longobardi CONTENUTI EXTRA Marvel One shot : All hail the king; Speciali, Scene eliminate ed estese, Errori, Commenti audio. FILM ★★★ EXTRA ★★★
apre di fronte ad Adele e la torrida intimità tra le due ci rapisce e ci sconvolge. La pellicola per gli amanti del cinema, della vita e dell’arte, un titolo che non si può non conservare gelosamente. Emiliano Longobardi CONTENUTI EXTRA Making of, Scene tagliate, Trailer. FILM ★★★★ EXTRA ★★
LA VITA DI ADELE USCITA 19 marzo
UN WEEKEND DA BAMBOCCIONI 2
Adam Sandler torna nel sequel di Un Weekend da bamboccioni ma non riesce a divertire come nel primo film. Lenny (Adam Sandler), Eric (Kevin James), Marcus (David Spade) e Kurt (Chris Rock) si ritrovano, sempre affiatatissimi, a scherzare, ridere e a ricordare i tempi passati; questa volta però dovranno vedersela con un gruppo di ragazzi che hanno colonizzato i vecchi luoghi della loro infanzia, con il figlio segreto di
Dave e una scoppiettante festa anni ’80. Quello che ne esce fuori è un film asettico, artificioso e per certi versi anche un po’ triste date le premesse che comprendevano attori bravi e la possibilità, almeno iniziali, di svariare, ironizzare ed intrattenere ma tutto ciò purtroppo sparisce, scena dopo scena, ed è il caso di dire che una risata, di certo, non li seppellirà. Carlo Lanna FILM ★★
MARZO 2014 JUST CINEMA
91
Queen Power TUTTE LE TESTE CORONATE DEL PICCOLO SCHERMO
SERIES JUST
NUMERO 0 ▪ MARZO 2014
NOVITÀ NO ALL’INTEERRIES JUST S 0 N.
ARRIVANO IN ITALIA I LIBRI DELLO SCRITTORE PIÙ AMATO DELLA TV
AD APRILE ARRIVA LA SETTIMA STAGIONE IL TRONO DI SPADE IV
C
T N O
U IN
N I A
D E
O IC
. . . LA
ARRIVA IL NUOVO THRILLER ANTOLOGICO
TRUE DETECTIVE
NUOVE LOTTE DI POTERE PER LE CASATE DEI SETTE REGNI
L’INARRESTABILE SUCCESSO DEL SUPEREROE TELEVISIVO
IL RITORNO DEGLI EROI