ARENA Arena Lifestyle - supplemento del settimanale on line Commodity World Weekly - Anno I II n.. 27 6 /2017 registr. al Tribunale di Pavia n. 673 dell’11/5/2007
LIFESTYLE
foto di Timur De Angeli
Rivista mensile web a distribuzione gratuita, supplemento di Commodity World weekly. Prodotta e diretta da Katia Ferri Melzi d’Eril www.katiaferri.com
WEB MAGAZINE ANNO III N.27 GIUGNO 2017
LA RIFORMA MALAGO’ (CONI) FAVORISCE LA FIN CHE BRILLA A BUDAPEST
MONICA BOGGIONI “TUTTI IN ACQUA” .
KATIA FERRI MELZI D’ERIL
EDITORIALE di Katia Ferri Melzi d’Eril
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inalmente lo sport italiano comincia a strutturarsi in modo più moderno, attraverso una migliore gestione delle risorse economiche, che devono premiare gli sforzi delle federazioni. Tra cui brillano quelle degli sport paralimpici, per esempio il nuoto, sport alla ribalta con i recenti ori di Berlino e, in questi giorni, a Budapest. Si va avanti anche se le Olimpiadi non si fanno e “Roma ha rinunciato a una missione culturale importante” come ha sottolineato il presidente del Comitato Paralimpico Luca Pancalli. Pancalli è il signore sulla carrozzella che stava a fianco a Giovanni Malagò durante la battaglia (persa) con la sindaca di Roma Virginia Raggi per candidare l’Italia alle Olimpiadi. E’ un avvocato con un passato di pentatleta (tiro a segno, scherma, nuoto, equitazione, corsa) che nella sua prima vita sportiva ha dato molto. E che nella sua seconda vita sportiva a partecipato a quattro Paralimpiadi vincendo otto ori, sei argenti e un bronzo. Insomma, uno che non si ferma mai. Una leggenda. Snobbato dalla Raggi, Pancalli aveva spiegato che perdere le Paralimpiadi in Italia significaca perdere un’opportunità”. Perché il movimento paralimpico “è uno straordinario strumento, “Perché gli atleti paralimpici fanno molto di più che vincere medaglie: mettono in moto un meccanismo per il quale oggi la gente vede in loro qualcosa che regala speranza”. Al Campidoglio hanno prevalso altre logiche: non si è stati capaci di osare, certo. Ma è certo anche che la Capitale è in ginocchio e che avrebbe bisogno di una pausa, di una settimana o un mese con tutti gli abitanti che se ne vanno in massa in ferie, un po’ come avviene nella seconda metà di novembre a Venezia, per poter fare i lavori infrastrutturali che occorrono, per portar via tutta la spazzatura. Sono sicura che si ripresenterà un’ altra splendida occasione per l’Italia e per Roma, città del Papa, città dei Giubilei, “Roma-Amor”. Un’altra grande occasione anche per le Paralimpiadi, una manifestazione di campioni che sa spiccare il volo impossibile, imprimere una straordinaria accelerazione sul piano del rispetto dei disabili. Intanto per augurare a tutti, in occasione delle vacanze 2017 un po’ di quella cocciuta determinazione con cui si vincono le sfide impossibili degli atleti paralimpici, abbiamo scelto per la nostra copertina la bellissima Monica Boggioni, la nostra campionessa di Pavia che ci regala il suo meraviglioso sorriso con al collo le medaglie d’oro del nuoto paralimpico, appena conquistate. Lei alle prossime Olimpiadi ci vuole andare. E noi saremo davanti allo schermo ad applaudirla, con l’orgoglio di averla conosciuta. Sperando che per allora ci sia a Pavia una piscina nuova: per lei, ma anche per tutti.
In alto, Monica Boggioni, campionessa mondiale di nuoto paralimpico. Sotto, il campanile di Amburgo. Pagina a fianco il tenore Nicola Pisaniello con Simona Ventura alla prima della Turandot con regia di Alfonso Signorini. A destra, Robert Redford, Leone d’oro alla carriera 2017 con Jane Fonda alla 74° Mostra internazionale del Cinema di Venezia.
ARENA LIFESTYLE anno II° n. 28, luglio/agosto 2017 -Editore e Direttore responsabile: Katia Ferri Melzi d’Eril Supplemento gratuito mensile del settimanale web Commodity World Weelkly - Registr. Tribunale di Pavia n.673 17/5/2007 Redazione: Villa Melzi d’Eril, via Colombarone 13, Belgioioso PV - Italia Contributors di questo numero: Michele Castoldi, Marta Fadda, Francesca Grimaldi, Caterina Manzoni. Contatti: katiaferri@hotmail.com, Facebook: Katia Ferri Melzi d’Eril - Tutti i diritti riservati
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SOMMARIO
4/ EDITORIALE di Katia Ferri Melzi d’Eril
LUGLIO/AGOSTO 2017
5/ SOMMARIO GIUGNO 2017
32-33 /MUSICA- LIBRI Le novità del mese
6-7/ WEEK END I misteri di Sarteano
34-35 /WEEK END Amburgo, la città che vive non stop
8-13/ OMNIBUS MOSTRE ESTATE 2017
36-39 / GRAND TOUR ITALIA Sicilia, sulle orme dei Fenici
14-15/BIENNALE ARTE I misteri di Sarteano
36-39 / GRAND TOUR ITALIA Cortina, Malga ad alta quota
16-19/ GRAND TOUR WORLD Slovenia, passaggio a Est
44/ WINE, FOOD Fare goal nel bicchiere. La tavola sorrentina
20-21/ TOP NIGHTLIFE ESTATE 22-29 /COVER STORY RIVOLUZIONE NELLO SPORT
46-49/FASHION Moda uomo autunno/inverno 48-49/ PITTI, VIP & GLAM
30-31/ 74° BIENNALE CINEMA Arrivano Jane Fonda e Robert Redford
50-53/ HI-TECH Le app da fotoritocco 54/AGENT PROVOCATEUR 5
Arena Lifestyle 07-8/17- TREND: I misteri di Sarteano
SE LA CITTA’SI FA INFERNALIS
Sarteano, la città della Quadriga Infernale, è un delizioso paesino toscano, di origine etrusca, dove ci si può divertire a fine luglio. Quando si trasforma in un luogo magico e misterioso grazie a una straordinaria festa che mescola atmosfere fantasy, giochi di ruolo, mercatini, spettacoli buona cucina e cultura.
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ppassionati di storia etrusca, accorrete. A Sarteano, un delizioso paesino toscano che domina la Val d’Orcia e la Val di Chiana, a fine mese si svolge una festa pubblica che affonda le radici nell’ade profonda della Quadriga Infernale, qui ritrovata. E gli eventi continuano... Sarteano si presenta al viaggiatore arrivato per ammirare la famosa Quadriga Infernale -un affresco ritrovato sopra una antica tomba etrusca, raffigurante un misterioso serpente a tre teste - illuminata da sole, con il suo nobile castello quattrocentesco, che domina le valli della Toscana del Sud. Si tratta di un luogo indimenticabile, dove si respirano culture antiche. E non solo perchè le pitture della tomba etrusca, conservate nel Museo archeologico di Sarteano insieme a ossuari canopici e ceramiche dipinte, vari reperti risalenti al XI - I secolo avanti Cristo, sono a colori vivacissimi: c’è anche un un demone dai capelli rossi che accompagna le anime verso l’Ade. E’ un auriga, guida un carro trainato da due leoni e due grifi. Il periodo migliore per visitarla è l’estate e precisamente la fine di luglio, quando si tiene Ci-
vitas Infernalis: è un appuntamento attesissimo, dal gusto gotico medioevale che immerge il paese in atmosfere fantasy: la festa è un susseguersi di giochi di ruolo, mercatini, spettacoli, food experience. Per chi non riesce ad esser qui in quel periodo, c’è sempre l’evento Calici di Stelle a cui fa seguito la Fiera di San Lorenzo (10 agosto) con giostra del saracino (15 agosto), la suggestiva rievocazione storica di antichi tornei equestri. Indubbiamente si coglie (sarà merito forse del giovane sindaco Francesco Landi) una grande passione per questo territorio tra i suoi abitanti. Che si sono messi insieme per creare un calendario di eventi ricco e vivace. Molte manifestazioni coinvolgono ovviamente il Castello, una Rocca che dovrebbe essere stata edificata intorno al 1038. Fu in possesso dei Conti Manenti fino al 1280. L’’aspetto attuale è dovuto a una totale ristrutturazione che fu voluta dai senesi nel 1469. Forse vi ha lavorato anche l’architetto Lorenzo di Pietro di Giovanni di Lando, poi detto ‘il Vecchietto’. Nel 1617 la Rocca passò nelle mani di Brandimarte Fanelli e rimase nella proprietà di questa famiglia fino al 1997, anno in
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Arena Lifestyle 07-08/2017- TREND: I misteri di Sarteano
cui fu acquistato dal Comune e completamente restaurato e aperto al pubblico, per ospitare sia tra le mura che nel parco, eventi culturali ed enogastronomici. Di recente il Castello di Sarteano ha ospitato una retrospettiva dedicata a Renzo Ragazzini, un artista che con i suoi grandi murales aveva lavorato sul concetto di separazione dei toni a colori nel 1963, passando poi a lavorare sull’esperienza della Pop Art con i suoi bellissimi reportage. Tra i più famosi, quello del 1970 dedicato all’ultimo festival dell’Isola di Wight. Il teatro comunale degli Arrischianti, le cui prime notizie risalgono allao fine del XVII secolo, si trova all’interno del Palazzo Comunale. Ospitava anche una accademia teatrale, attiva fin oltre la metà del ‘900. La Nuova Accademia è nata nel 1986 e mantiene tutt’oggi una vivace attività soprattutto nella stagione invernale. D’estate il palcoscenico si trasferisce in piazza: la città ospita un fortunato Jazz Festival che vanta una tradizione pluridecennale, sono passati dal palco in piazza artisti come Stefano Bollani e Niky Nikolay. Imperdibile per chi è di passaggio in paese, la straordinaria Annunciazione visibile alla Galleria d’Arte di Domenico Beccafumi. Si tratta di una raccolta di opere quattrocentesche che provengono dalla Chiesa di San Martino. L’Annunciazione di Sarteano è un po’ un riepilogo delle esperienze di questo artista senese (Montaperti 1484-Siena 1551), della sua riflessione sulle opere di Michelangelo e sui suoi studi circa la tecnica della ‘doppia sorgente di luce’. Per chi visiterà questo territorio in altri mesi, Sarteano è perfetto per una degustazione di antichi sapori toscani. Tra le location più gettonate fra le moltissime presenti sul territorio, ci sono la Loncanda dei Tintori, l’Osteria Santo Spirito, il Ristorante Santa Chiara, il Chiostro Cennini. La locanda dei Tintori è la più conosciuta e curiosa, si trova
nel centro storico di Sarteano, accoglie gli ospiti su una suggestiva terrazza in estate. D’inverno accoglie sotto le storiche volte in pietra che un tempo ospitavano la concia delle pelli, il macero della canapa, le tintorie. Francesca Tosti, proprietaria e chef di questo locale dove si tramandava l’arte della lana, prima di quella della cucina, propone le sue tagliatelle ruvide con i sughi di carne, caccia, funghi, i pici tirati a mano al morellino, con ragù bianco, olive e grana, la chianina sceltissima con pioggia di tartufo locale, la cacciagione, cucinata sotto la guida dello chef Mimmo: nei ristoranti di Sarteano si possono trovare il cinghiale alla maremmana come si preparava nelle case nell’Ottocento, ma anche il profumato maialino all’etrusca, una ricetta le cui origini si perdono nella notte dei tempi, con erbe aromatiche, prugne e uvetta. Intanto nel forno a legna cuociono non stop i grandi pani e le fragranti focacce che sono realizzati con grani antichi, farine macinate a pietra insieme a olive, noci, formaggio. Per gli appassionati di salumi toscani, un altro indirizzo da archiviare a Sarteano è la pizzeria tradizionale Carpe Diem, un ristorante sito in pieno centro storico che propone le sue focacce accompagnate da taglieri di salumi eccezionali, prodotti a km 0. E naturalmente la pizza, che in Toscana si fa con un impasto ben lievitato, soffice, nè troppo alta nè troppo bassa, con un bordo generoso e croccante. Per fermarsi in questo borgo magico, soprattutto gli stranieri di solito scelgono l’agriturismo La Sovana Monteverdi Tuscany, un brand specializzato nell’ospitalità diffusa nel borgo di Castiglioncello sul Trinolo. Per lo shopping gourmet, oltre alla Tenuta di Trinoro per il vino e il Caseificio Piu che produce formaggi con bouquet di fiori ed erbette, ci sono tante botteghe artigiane da visitare: per esempio il Granaio di Gabriello, che propone sfiziosità locali, la Bottega delle Idee di Paolina che propone artigianato artistico, l’atelier delle ceramiche artistiche Il Volo a Marmara.
SAPORI DI TOSCANA: LA BOTTEGA DI ADO’ Nel cuore della Garfagnana, all’ombra delle Apuane a Montignoso, c’è un laboratorio di salumeria che richiama l’attenzione dei tantti turisti che visitano il territorio e anche la costa versiliese, grazie alle sue specialissime produzioni. Le tecniche sono rimaste ancora quelle del bisnonno Adolfo Barderi, classe 1883, che fu introdotto all’arte della norcineria dallo zio Raffaello. I suoi nipoti Carlo e Vittorio hanno proseguito la sua attività e serbato gelosamente i suoi segreti. Ora i bisnipoti Gianni e Maurizio Lorenzetti hanno messo a frutto l’eperienza della famiglia: affiancati da Carlo e Vittorio, hanno deciso di rinnovare la piccola impresa artigianale. Nel 1992 è nata la Bottega di Adò, che in realtà è un modernissimo laboratorio appositamente costruito nel cuore delle Apuane. Perchè gli allevatori sono a pochi passi e utilizzano solo mangimi prodotti a km zero, perchè le carni sono lavorate sul marmo, così anche gli aromi e le spezie sono pestati a mano nel mortaio al momento, per mantenere intatto il loro profumo. Il fiore all’occhiello della produzione è la Salsiccia, per la quale vengono macinate carni sceltissime di prosciutto, spalla, pancetta, lardo e capocollo. Il lardo invece viene stagionatoa in conche di marmo di Colonnata. I cavatori di marmo avevano già dall’antichità scoperto questo modo ottimale di stagionatura e di mantenimento del pasto.
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In alto, il Castello di Sarteano. Sotto, il lardo all’antica di Bottega di Adò
Arena Lifestyle 07-8/17- OMNIBUS MOSTRE
Luglio- Agosto 2017 Torino
Città di Castello
FINO AL 28 GENNAIO 2018
Uno spazio espositivo di grande fascino per una mostra su un artista che ha saputo riunire gli elementi eterogenei delle correnti di fine ‘800 - inizio ‘900. A Venaria, nella splendida Reggia Reale, la grand mostra dedicata a Giovanni Boldini, sensibile interprete della Belle Epoque, a cavallo tra l’Italia (Ferrara e Firenze), Londra e Parigi. Sono esposte oltre 100 tele, tra olii e pastelli, che illlustrano l’estetica e il pensiero del pittore ferrarese. La sua apertura verso la modernità, ma soprattutto l’interesse per l’individuo, proiettato a beneficiare del progresso. Boldini mostra una grande sensibilità verso i soggetti dei suoi ritratti, donne seducenti in abiti eleganti (per esempio Signora con ombrellino), fanciulle dell’alta borghesia fasciate di vesti sontuose e fruscianti, personaggi famosi ritratti in salotti o ai balli (per esempio Coppia in abito spagnolo con due pappagalli). Piace molto oggi la sua attenzione verso gli animali domestici, amici fidati di nobli dame (come per esempio in L’amico fedele). La mostra documenta l’epoca di grandi cambiamenti nella quale visse il pittore italo-francese. La mostra è apeta dal martedì al venerdì dalle 9 alle 17, il sabato
Con l’apertura del terzo museo della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, dedicato esclusivamente all’intero corpus dell’opera grafica di Albertoburri, si apre una nuova fase della vita della Fondazione. L’inedita sezione agli ex Seccatoi occupa infatti oltre quattromila metri quadri, tutti ottenuti da un recente intervento di riqualificazione di parte degli spazi sottostanti in vasti ambienti che accolgono, secondo l’originario allestimento predisposto dallo stesso Burri, i suoi Grandi Cicli d’opera. Con questo ingente nucleo di opere grafiche, la superficie espositiva offerta ai visitatori negli ex Seccatoi raggiunge gli undicimila e cinquecento metri quadri. Con le tre diversificate raccolte, comprensive anche delle sculture all’aperto, complessivamente, il “Polo Burri” a Città di Castello è il più esteso #museo d’Artista al mondo ed è anche uno dei più importanti luoghi del contemporaneo in Europa. La nuova sezione, o Terzo museo Burri, accoglie e propone l’intero repertorio grafico e di multipli dell’artista, consistente in oltre duecento opere. Si tratta di un importante aspetto della produzione artistica di Burri, caratterizzata da una straordinaria manualità e attitudine alla sperimentazione costante. L’esecuzione di queste opere in collaborazione con grandi stampatori ha visto l’artista stesso cimentarsi in differenti cicli produttivi che hanno distinto la sua attitudine alla sperimentazione rispetto a quella di altri artisti della sua generazione, tanto in Italia che all’estero.
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Arena Lifestyle 07-8/17- OMNIBUS MOSTRE
“ILLUSTRI PERSUASIONI” A TREVISO FINO AL 24 SETTEMBRE Il Museo Nazionale Collezione Salce propone un vasto campionario di capolavori pubblicitari, 300 pezzi, divisa in tre parti nonché tre momenti espositivi, organizzati per cronologia: La Belle Èpoque, tra le due guerre, dal secondo dopoguerra , fino al 1962.
Perugia
Come sostiene il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia Giampiero Bianconi: “L’iniziativa assume ancor più valore in quanto proprio quest’anno si celebrano i 25 anni dalla nascita delle Fondazioni di origine bancaria. Siamo orgogliosi di poter salvaguardare un patrimonio artistico di grande valore che merita di essere messo a disposizione del pubblico”. Si tratta di “Un patrimonio privato messo a disposizione del pubblico in un’ottica non privatistica, ad integrazione di una attività culturale che i musei pubblici nazionali non potrebbero permettersi”, aggiunge il curatore Vittorio Sgarbi. La mostra perugina propone dunque un avvincente percorso lungo sette secoli di storia dell’arte attraverso 90 opere, da Giotto, l’artista che ha rinnovato la pittura, così come Dante, suo contemporaneo, è ritenuto il “Padre” della lingua italiana, a Giorgio Morandi che fu capace di infondere una solennità pacata e austera ai semplici oggetti del quotidiano.Tra questi due poli, il visitatore potrà ammirare le opere di maestri, più o meno noti, appartenenti alle principali “scuole” che compongono la peculiare e complessa “geografia artistica” della nostra nazione: Beato Angelico, Perugino, Pinturicchio, Matteo da Gualdo, Dosso Dossi, Ludovico Carracci, Giovanni Francesco Guerreri, Ferraù Fanzoni, Giovanni Lanfranco, Guercino, Guido Cagnacci, Pietro Novelli, Giovanni Domenico Cerrini, Mattia Preti, Luca Giordano, Antonio Balestra, Gaspar van Wittel, Giovanni Antonio Pellegrini, Bernardo Bellotto, Corrado Giaquinto, Pompeo Batoni, Angelica Kauffmann, Giovanni Fattori, Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini, Giuseppe Pelizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Medardo Rosso, Leonardo Bistolfi, Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Gerardo Dottori, per citare solo i nomi più noti.
FINO AL 15/9/2017
Vittorio Sgarbi evoca le raccolte di due prestigiosi musei italiani per descrivere la Mostra “Da #Giotto a Morandi. Tesori d’arte di Fondazioni e Banche italiane” che si terrà fino al 15 settembre 2017 a Palazzo Baldeschi, edificio storico di proprietà della Fondazione perugina. Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte, la mostra è realizzata con l’importante contributo di Unicredit, la società che ha assorbito la Banca dell’Umbria, della quale la Fondazione deteneva la proprietà. Tra i principali gruppi bancari italiani ed europei Unicredit, insieme agli altri due partners del progetto Augustum Opus SIM e Nextam Partners SIM SpA, ha condiviso l’idea della Fondazione Cassa di Risparmio di #perugia di devolvere parte dei proventi a favore degli interventi di recupero del patrimonio storico-artistico umbro danneggiato dai recenti eventi sismici. Sgarbi valorizza lo straordinario patrimonio artistico posseduto dalle Fondazioni di origine bancaria e delle Banche italiane. Si tratta di un patrimonio ampio che, per la varietà della sua composizione e per la sua stratificazione temporale, può essere considerato il volto storico e culturale dei diversi territori della nostra penisola. La maggior parte delle opere in mostra sono catalogate in Raccolte, la banca dati consultabile online realizzata dall’Acri, l’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio che ha concesso il suo patrocinio, insieme alla Regione Umbria e al Comune di Perugia.
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FRIDA KAHLO, ICONA DEL MESSICO Frida Kahlo, l’icona, è stata una donna messicana che ha amato profondamente la sua terra. La sua biografia e un tour per conoscere i luoghi dell’artista, anche quelli condivisi con il marito Diego Rivera. Il 6 luglio si sono celebrati i 110 anni dalla sua nascita: Frida Kahlo, l’artista diventata un’icona in tutto il mondo. Una fama che va al di là della sua opera artistica e si è alimentata grazie alle vicende personali e in particolare al suo rapporto sentimentale con il marito Diego Rivera. Ma chi l’ha amata immensamente è la sua terra, il Messico, che la ricorda e ne conserva gelosamente le sue tracce. Città del Messico è la metropoli che come uno scrigno custodisce tutto ciò che ha vissuto e lasciato. Girare tra le sue strade significa anche conoscere questa artista che qui è nata e sempre vissuta.
Firenze
Venezia
FINO AL 15 SETTEMBRE
Aria Art Gallery presenta la mostra personale di Tarik Berber “Toxic Cadmium” che inaugura a Firenze, presso la sede della galleria in Borgo SS. Apostoli 40r, il 16 giugno 2017, a partire dalle 18:30. La mostra sarà visibile fino al 30 Luglio 2017. L’artista di origine bosniaca Tarik Berber torna a Firenze con una mostra personale che raccoglie la sua ultima produzione, in cui il leitmotiv imprescindibile è la presenza del rosso. Quadri, la cui matrice risale ai cicli pompeiani, per tinte ed intensità, attualizzati in una chiave personale, che porta le tracce della formazione dell’artista e della sua ricerca sulla figura umana, scandagliata in tutto il corso della sua carriera. I suoi dipinti sembrano mosaici, sembrano affreschi, sembrano vivere di identità passate e traslate dinnanzi ai nostri occhi con la spontaneità dei volti di chi si incontra camminando per strada. La storia dell’arte si mescola con la contemporaneità in maniera non citazionistica. L’artista non ricerca un confronto con i grandi maestri del passato, ne trae le suggestioni che coglie e riesce a traslarle sulla tela con una cifra assolutamente personale.
FINO AL 3 SETTEMBRE
Il Dal 10 maggio 2017, le Gallerie dell’Accademia di #venezia presentano il lavoro del grande artista americano #philipguston (1913-1980) Intitolata “Philip Guston and The Poets”, la #mostra propone una riflessione sulle modalità con cui l’artista entrava in relazione con le fonti di ispirazione, prendendo in esame cinque poeti fondamentali del XX secolo, che fecero da catalizzatori per gli enigmatici dipinti e visioni di Guston. Cinquant’anni della carriera artistica di Guston vengono ripercorsi esponendo 50 dipinti considerati tra i suoi capolavori e 25 fondamentali disegni che datano dal 1930 fino al 1980. Si tracciano quindi paralleli tra i temi umanistici, riflessi in queste opere e il linguaggio di cinque poeti: D.H Lawrence (Gran Bretagna, 1885 – 1930), W.B. Yeats (Irlanda, 1865 – 1939), Wallace Stevens (Stati Uniti, 1879 – 1955), Eugenio Montale (Italia, 1896 – 1981) e T.S Eliot (Gran Bretagna, americano di nascita, 1888 – 1965). La mostra aperta sino al 3 settembre, è curata da Kosme de Barañano ed è organizzata dalle Gallerie dell’Accademia di #venezia in collaborazione con l’Estate of #philipguston. Gli allestimenti della #mostra sono curati dallo studio Grisdainese di Padova.La #mostra è una “prima” di #philipguston nella città che ha esercitato una profonda influenza sulla sua opera ed è al tempo stesso un omaggio alla relazione dell’artista con l’Italia. Sin da giovane, nel realizzare murales guardava agli affreschi rinascimentali come ispirazione e di fatto questo suo amore per la #pittura italiana rimase come Leitmotiv di tutta la sua carriera.
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Arena Lifestyle 07-8/17- OMNIBUS MOSTRE
SOTTSASS IN GERMANIA, RIBELLE E POETA La mostra al Vitra design museum di Weil am Rhein sulle opere di Ettore Sottsass si chiama Rebel and poet, ribelle e poeta – nome azzeccato per descrivere uno dei più grandi designer italiani. Ettore Sottsass è stato uno dei protagonisti più importanti della storia del design italiano, figura di spicco e maestro molto amato dai giovani per la sua personalità ribelle, trasgressiva e libera, ma anche per il suo lato poetico e spirituale, capace di andare alla radice delle cose e di non fermarsi mai ai risultati acquisiti. La sua vita professionale iniziata negli anni Cinquanta è stata un continuo percorso di sperimentazione e innovazione come racconta la mostra Rebel and poet, dal 14 luglio al 29 settembre al Schaudepot temporary space del Vitra design museum di Weil am Rhein in Germania, al confine con la città di Basilea, uno dei musei di design più importanti del mondo.
Caserta
volumi della Biblioteca Palatina, Reggia di Caserta”L’esposizione terminerà il 1° settembre 2017. La Reggia di Caserta ha una pianta rettangolare articolata su corpi di fabbrica affacciati su quattro grandi cortili interni e si estende su una superficie di circa 47.000 metri quadrati per un’altezza di 5 piani pari a 36 metri lineari. Un imponente portico (cannocchiale ottico”) costituisce l’ideale collegamento con il parco e la cascata, posta al culmine della fuga prospettica così creata. Dal 30 giugno sono state create alcune giornate speciali, con visite particolari. Si parte la mattina alle 12 con l’iniziativa “Aprite i libri. Viaggio nei tesori della Biblioteca Palatina” e la presentazione di volumi contenenti illustrazioni relative agli Uccelli Esotici. La prima opera esposta e commentata dal responsabile della Biblioteca e dagli stagisti dell’Area Documentazione della Reggia è la “Storia Naturale degli Uccelli trattata con metodo. Firenze, nella stamperia Mouckiana, 1767”. La serata prevede le Visite Flash a cura del personale di accoglienza e vigilanza che saranno guide per una notte: “Maria Sofia di Baviera”, Focus sull’ultima Regina delle Due Sicilie | Sala degli Alabardieri – Appartamento del ‘700;“Caccia al cinghiale di Ferdinando IV a Calvi”, La passione della caccia per i Borbone si trasforma in autentica ossessione, tanto da commissionare a J. P. Hackert una serie di dipinti oggetto di un esperimento di illuminotecnica: la “realtà aumentata”! Sala dell’Inverno – Appartamento del 700 – lighting designer Francesco Caporto; “Il torneo cavalleresco”, rievocazione storica ed evento di gala della corte borbonica, uno storytelling in realtà aumentata Anticamera della Stanza da letto di Fancesco II – Appartamento dell’800 - lighting designer Francesco Caporto.
FINO AL 30 LUGLIO
Continua il Piano di Valorizzazione 2017 della Reggia di Caserata, con le aperture straordinarie dei Musei da giugno a settembre dalle ore 19:30 alle ore 22:30 (ultimo ingresso 21:45). Il Museo della Reggia di Caserta è il risultato di una serie di allestimenti che iniziano nei primi decenni del Novecento, e precisamente nel 1919, quando il Reale Palazzo viene dismesso dal patrimonio della Corona di Casa Reale Savoia e diviene parte del patrimonio dello Stato d’Italia. È a partire da questo momento che inizia la storia degli Appartamenti Storici, quali oggi sono visitabili, poiché la Reggia cessa di essere “Casa del Re” e diviene un museo storico. Il Museo occupa solamente la metà del cosiddetto Piano Nobile. Tutto il piano, destinato all’alloggio della famiglia reale, era stato suddiviso dal Vanvitelli in quattro parti, da cui deriva il termine “quarto”, usato per indicare tali spazi, ulteriormente definiti in base alla destinazione d’uso. Nell’ala sud-ovest del Palazzo era previsto l’Appartamento o “quarto” del Re, nell’attuale percorso di visita indicato come Appartamento dell’Ottocento. Il “quarto” del Principe ereditario, nell’ala sud est del Palazzo - nel percorso di visita indicato come Appartamento del Settecento - fu in realtà l’unico ad essere abitato dai reali borbonici per più di mezzo secolo, non essendo terminata la costruzione del lato occidentale del piano nobile a seguito delle vicende storiche degli anni tra la fine Settecento e gli inizi Ottocento. Venerdì 30 giugno 2017, alle ore 12:00 è stata inaugurata nelle Sale della Biblioteca Palatina della Reggia di Caserta l’esposizione intitolata:“Uccelli esotici. Immagini dai
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Arena Lifestyle 07-8/17- OMNIBUS MOSTRE
MITI GRECI A NAPOLI FINO AL 16 OTTOBRE
A cura di Anna Anguissola e Carmela Capaldi, apre al Museo Archeologico Nazionale di Napoli un’ esposizione che prende il nome di “ Divini:” un percorso nei miti greci, approfondendo gli argomenti principali di quest ultimi: trasformazione e seduzione. La mostra propone un curioso fil rouge, la mutazione di almeno uno dei personaggi di ogni mito.
Milano
Otranto
FINO AL 9 LUGLIO 2017
Il Mudec - Museo delle culture (via Tortona 56), fino al 9 luglio 2017 dedica una mostra che piaceerà molto ai visitatori che vedono il viaggio come un’avventura. Il Mudec rende omaggio all’artista russo Vasilj Kandinskij, da sempre amato dal grande pubblico, con un’inedita mostra “site-specific”, cioè concepita proprio per il polo museale di via Tortona. La mostra accosta sue opere provenienti dai più importanti musei russi, alcune mai viste prima in Italia, a esempi della cultura popolare, cui si ispirò. Da notare l’impiego di vari strumenti multimediali: il visitatore potrà “entrare” nei suoi dipinti astratti e percorrerli, in un vero e proprio viaggio nell’arte.
FINO AL 24 SETTEMBRE
Guerre e devastazioni naturali hanno distrutto, a volte cancellato, le architetture, l’arte e i manufatti artistici delle popolazioni mondiali di ogni tempo. Brucia ancora la memoria dei bombardamenti della seconda guerra mondiale che hanno inflitto ferite profonde all’architettura e all’arte del nostro Paese e di tutta l’Europa. Ma mai si era visto, mai si era assistito, in tempi recenti, al sistematico tentativo di annientare l’altro, attraverso la distruzione della sua cultura, del suo patrimonio, delle vestigia più lontane e profonde che ci han reso ciò che siamo e che pensiamo, nel tentativo di attuare una “pulizia culturale”, come la definisce Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco, specchio delle peggiori pulizie etniche. Ancora scorrono vivide le immagini della furia iconoclasta perpetrata a Palmira, ancora ci commuove e indigna l’atroce fine di Khaled al-Asaad, il direttore generale delle antichità dell’antica città siriana, barbaramente decapitato il 18 agosto 2015 per essersi rifiutato di lasciare la città e collaborare con i terroristi.
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PIRANESI A ROMA, FINO AL 15 OTTOBRE Roma Capitale propone, con l’aiuto di Luigi Ficazzi e Simonetta Tozzi Piranesi “La fabbrica dell’utopia”, presso il Museo di Palazzo Braschi. Con oltre 200 immagini grafiche (appartenenti alla Fondazione Giorgio Cini e alle collezioni del Museo di Roma di Palazzo Braschi) il visitatore ha la possibilità di conoscere l’ampia produzione dell’archietetto e incisore vedutista Giovan Battista Piranesi (1720-1778). Le immagini, caratterizzate da visioni prospettiche esasperate e dall’utilizzo della luce in modo violento, raccontano la capitale dell’epoca, i Capricci, le rovine, fino alla serie delle Carceri. Per chi ha la possibilità di visitarla, c’è anche la bella chiesa dell’Ordine di Malta all’Aventino.
Parma
Siena
FINO AL 5 NOVEMBRE
Dal museo Puškin di Mosca, per la prima volta in Italia, arriva alla Villa dei Capolavori sede della Fondazione Magnani-Rocca presso Parma, un’opera di Paul Cezanne appartenente al famoso ciclo dei Bagnanti: “Baigneurs” del 1890-94. Il prestigioso prestito diventa occasione per un riallestimento al piano superiore della Villa, realizzando un confronto possibile solo alla Fondazione Magnani-Rocca; in tre sale sono infatti accostate le opere di due fra i più importanti e rivoluzionari artisti contemporanei: Paul Cezanne e Giorgio Morandi. Entrambi scelti da Luigi Magnani, l’artefice della Fondazione Magnani-Rocca, come fondamentali presenze per la sua collezione d’arte privata, sono a lui legati da un fil rouge costituito da una speciale affinità elettiva fatta di condivisa riservatezza, semplicità, rigore, sensibilità e comunanza di pensieri; già nel 1983, l’importanza dei due pittori era manifesta negli intenti della mostra allestita nella Villa di Mamiano ancora abitata dal collezionista. La predilezione per Cézanne e Morandi fra tutti gli artisti della sua grande raccolta, più volte dichiarata da Magnani, va forse individuata in una loro particolare somiglianza; la ricerca comune nella meditazione sui paesaggi e l’analisi spaziale delle nature morte, caratterizzate da pochi e riconoscibili soggetti e da un attento scrutare dei lenti mutamenti della natura. Cézanne, esploratore della struttura dell’immagine, parte dal paesaggio come studio delle forme ai suoi termini essenziali. “E’ necessario trattare la natura per mezzo del cilindro, della sfera, del cono, il tutto messo in prospettiva, in modo che ogni lato di un oggetto, di un piano, si orienti verso un punto centrale”.
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FINO AL 21 GENNAIO 2018
L’evento più importante dell’anno è la mostra su Ambrogio Lorenzetti - dal 22 ottobre 2017 al 21 gennaio 2018 -, preparata nel corso degli ultimi due anni e iniziata con l’operazione “Dentro il Restauro”, che finanziata dal Mibact, ha consentito il restauro di alcuni capolavori del grande pittore senese, fra cui il ciclo di affreschi nella basilica di San Francesco, il grandioso ciclo di Montesiepi e la Maestà di Sant’Agostino. Sarà un‘esposizione particolare quella dedicata a Lorenzetti, artista dall’incontenibile creatività che ha rinnovato profondamente la pittura occidentale. Lorenzetti è stato, infatti, un innovatore della concezione stessa dei dipinti d’altare e un grande pittore di storie sacre, ma anche il narratore che ha allargato lo sguardo alla re-invezione del paesaggio e della pittura d’ambiente. Grazie a una serie di prestiti importanti (Louvre, National Gallery, Gallerie degli Uffizi, Musei Vaticani, Yale), l’esposizione ritesse la grande vicenda artistica di Ambrogio Lorenzetti, facendo convergere al Santa Maria della Scala, dipinti che, in massima parte, furono prodotti per cittadini senesi e per chiese della città. La mostra, che gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, del Patrocinio del Mibact e della Regione Toscana, è curata da Alessandro Bagnoli, Roberto Bartalini e Max Seidel, autori anche del corposo volume che accompagna l’esposizione e che più che un catalogo si presenta come un’opera di lettura innovativa dell’opera di Lorenzetti. Gli allestimenti sono di Studio Guicciardini&Magni, già autori di numerosi allestimenti museali fra cui il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, il Museo Galileo, il Museo Nazionale di Oslo, il Gülhane Museum di Instanbul.
Arena Lifestyle 7-8/17- BIENNALE ARTE/Padiglione Italia
IO ABITO AL PADIGLIONE ITALIA
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rsenale, Padiglione Italia. Il più grande di tutta la Biennale di Venezia. Quattro volte quello americano. Ecco gli artisti che lo abitano quest’anno (con le loro opere)
Immaginiamo il senso di vertigine che possa cogliere un artista che viene contattato per esporre all’Expo d’arte più importante della Penisola, la Biennale Arte. Quando gli dicono che gli troveranno posto, con altri due colleghi, in 1900 metri quadri, Padiglione Italia. Con mille metri quadri di spazio esterno, il Giardino delle Vergini. Al telefono a richiedere opere per il tema “Il mondo magico” (vale a dire il potere trasformativo della magia e l’immaginazione come forza per creare mondi paralleli ) c’è la curatrice dell’ edizione 2017, Cecilia Alemanni, nata a Milano nel 1977, laurea in filosofia alla Statale, vita in viaggio tra Italia e Usa, casa a New York, lavoro alla High Line Art, il museo giardino ricavato dall’ex ferrovia sopraelevata di Chelsea. E’ quel che è successo circa un anno fa a Adelina Husny-Bey, Roberto Cuoghi e Giorgio 14
Andreotta Calò, quasi sopraffatti tutti e tre dalla grande felicità, poi dalla consapevolezza dell’impegno richiesto e per la mole di lavoro da fare. La curatrice, per la sua selezione non ha avuto dubbi: il tema è di grande attualità, si ispira a un libro dell’antropologo e filosofo del secondo dopoguerra Ernesto De Martino. De’ Martino considerava la magia come uno strumento dell’uomo per leggere la realtà. Il mondo magico è un tema toccato da molti movimenti artistici del Novecento. E tre artisti scelti , nati tra gli anni Settanta e Ottanta, sono di respiro internazionale, propongono un linguaggio giovane e cosmopolita. Roberto Cuoghi si propone già un po’ in un modo molto misterioso, parla poco come un mago delle favole, è circondato da un esercito di assistenti che parlano per lui, riferiscono il suo pensiero. E lavora come un vero sciamano. Poco tempo fa in Grecia, sull’isola di Idra, ha creato misteriose sculture per la Deste Foundation, le ha cotte in forni primordiali. Per la Biennale ha fatto sapere che avrebbe portato gli esiti di una sua ricerca sui materiali, sulla ma-
Arena Lifestyle 7-8/17- BIENNALE ARTE/Padiglione Italia
teria da trasformare, sull’identità. E’ stato creduto sulla parola: a 24 anni si era calato nei panni di suo padre ingrassando non meno di 40 chili. Una trasformazione camaleontica che aveva scioccato non pochi critici. Roberto Cuoghi ha lavorato con il team Retrobalera. Giorgio Andreatta Calò, nato a Venezia e poi emigrato come tanti artisti, è tornato in trionfo per la Biennale, a proporre opere con un forte legame con la sua città. Gli spazi delle Tese, nelle quali aveva esposto prima che diventassero Padiglione Italia, ha lavorato come aiutante di altri artisti, da Richard Serra a Kabakov, nel 2001. Portare qui le sue opere è un sogno segreto, che forse neanche aveva il coraggio di confessare a sè stesso. Quando gli hanno comunicato l’incarico si è immerso totalmente nell’atmosfera del Padiglione, sono emersi i suoi legami profondi con questo spazio attraverso i ‘suoi ‘ elementi, come l’acqua e il fuoco. Andreatta Calò ha presentato una installazione site specific, giocando su vari topos del mondo magico: lo specchio, lo sdoppiamento dell’immagine. Adelita Husni-Bey, apprezzata artista italiana di origine libica, un giorno ha ricevuto un messaggio sms dal Ministro della Cultura Franceschini, firmato Ministro Franceschini, e l’ha scambiato per uno dei soliti scherzi del caustico collega Maurizio Cattelan. Una cosa da non prendere sul serio. Ma poi è andata subito a visitare il padiglione, e ha capito quale era la strada che doveva seguire: concepire la magia come una forma alternativa per agire sulla realtà, per affermare la propria presenza nel mondo in una stagione di grande crisi come quella che si vive oggi. Riscrivere la realtà attraverso l’immaginario, il fantastico e anche attraverso la critica sociale. Mutuando anche alcuni strumenti da altre discipline, per esempio il teatro. E utilizzando la collaborazione di gruppo.
L’ingresso dell’Arsenale di Venezia, che ospita la Biennale Arte 2017
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SAM LEWITT E LA METAFORA DEL SAPERE Quando gli hanno detto che gli davano una sala all’Arsenale, Sam Lewitt ha fatto una passeggiata sulle Zattere, guardando l’orizzonte, verso il Porto di Marghera. E hadeciso che avrebbe concentrato la sua proposta artistica su un tema inesplorato: rapporti tra la città e Marghera, anzi la centrale termoelettrica Giuseppe Volpi, uno storico e monumentale impianto a carbone ormai dismesso, da poco ceduto dall’Enel a proprietari privati. Il Conte di Misurata, che diede il suo nome alla Centrale nel 1922, era un creativo. E’ lo stesso che dieci anni dopo, da Presidente della Biennale, si inventò la Mostra del Cinema al Lido. Per la centrale, fece costruire 4 grandissimi lampadari a parete, illuminati da un neon schermato da 125 bacchette di Murano, perchè avessero la forma di un libro. Questi pezzi iconici, vere e proprie metafore del sapere come luce dell’umanità, sono stati richiesti da Lewitt per illuminare il suo spazio espositivo all’Arsenale. E per collocarci dei calchi realizzati con cenere volante, un residuo della combustione del carbone, altamente inquinante per l’acqua e per il terreno, che ci ritroviamo con i suoi effetti devastatnti nel tentifrico, nello stucco. Lewitt conosce bene questo gioco del riuso, ha già realizzato opere in Pyralux o Ferrofluid. Nelle sue opere si respira aria di materialismo. Ma lui nega: non pensa al materialismo come a una dottrina filosofica, piuttosto a una prospettiva sulla realtà, un mezzo per identificare i modi con i quali una società si relaziona con la natura, i mezzi che questo rapporto mobilita. “Nelle mie opere” ha affermato l’artista in una recente intervista “ le materie con cui lavoro non sono commensurabili con i risultati delle mie ricerche, con le mie concettualizzazioni. Qualcosa di esse rimane sordo alle mie parole.”
Nella pagina a fianco i tre artisti scelti dalla curatrice di Padiglione Italia Cecilia Alemanni per rappresentarci alla Biennale di Venezia 2017: Adelina Husny-Bey, Roberto Cuoghi e Giorgio Andreotta Calò. Quasi sopraffatti tutti e tra dalla grande felicità, poi dalla consapevolezza dell’impegno richiesto e per la mole di lavoro da fare.In questa pagina, i padeglioni dell’Arsenale dove espone Sam Lewitt. In una sala egli ha fatto portare da Marghera i 4 grandi lampadari a parete in neon e vetro di Murano, a forma di libro, che erano stati realizzati per volere del Conte Volpi di Misurata per la Centrale Idroelettrica Volpi.
Arena Lifestyle 07-8 /2017- Grand Tour World: la Slovenia
LA SLOVENIA? E’ UNA CARTOLINA
Il nostro vicino è un Paese che offre belle città da visitare e vanta anche un’ enorme diversità di paesaggi. In soli 20.273 chilometri quadrati infatti è possibile ammirare magnifici luoghi di montagna, di mare e di collina. Troppo spesso la Slovenia è stata sottovalutata come meta turistica. Ma ora anche gli italiani preferiscono le sue spiagge a quelle della Croazia e le sue montagne a quelle austriache.
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irrivando dall’Italia si sente subito l’aria che cambia, si vede subito il paesaggio che cambia, che diventa più aspro ma anche più colorato, anche moeno urbano. La Slovenia è così, ti sorprende fin dal confine e si fa percorrere dolcemente dai sempre più numerosi turisti. Prima di entrare nella capitale si può far visita a due luoghi molto amati dagli stranieri: le famosissime grotte di Postumia e il Castello di Predjama. Il sistema di grotte aperto al pubblico è molto esteso e ci si immerge nelle viscere della terra con un treno sotterraneo. Una volta entrati nelle grotte ci si trova davanti ad un grande spettacolo; ci sono vaste sale molto suggestive e ricche di stalagmiti e stalattiti millenarie che hanno creato ambienti fantastici. A pochi minuti di macchina si trova il Castello di Predjama, un edificio unico costruito nella cavità di una parete a strapiombo risalente a circa 700 anni fa, molto suggestivo. Una meta che sicuramente richiede alcuni giorni di visita è la capitale, Lubiana. Questa pittoresca città è caratterizzata dai suoi caffè e ristoranti lungo il fiume Liubljanica, di notte offre una suggestiva e curata illuminazione, che regala ai turisti una visione d’altri tempi. Una delle principali caratteristiche della capitale slovena che attira visitatori da tutto il mondo è lo stile del famoso architetto Joze Plecnik. L’opera architettonica probabilmente più importante della città è la Biblioteca Nazionale ed Universitaria (NUK). L’imponente edificio a forma di rettangolo irregolare si compone di quattro piani, quattro ali e due cortili interni. La NUK è un importante monumento culturale e custodisce la più ampia raccolta di letteratura del paese. La città di Lubiana vanta anche un ricco patrimonio culturale e tutti i suoi
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Arena Lifestyle 07-8/2017- Grand Tour World: la Slovenia
DOVE MANGIARE A LUBIANA A Lubiana c’è una grande varietà di locali che possono accontentare tutti i gusti. Uno dei ristoranti più raffinati della città è il Restavracija Strelec che si trova sul torrione del castello e offre una selezione di piatti particolari, ma che rispettano le tradizioni locali. Se si è alla ricerca di un posto più economico, ci si può fermare al Druga Violina; situato nel pieno centro della città permette di assaggiare degli ottimi piatti sloveni ad un buon prezzo. Per quanto riguarda Maribor, se si vuole gustare dell’ottima cucina balcanica non si può non andare al Baskarsija, che grazie alle porzioni abbondanti e ai prezzi contenuti attira molti turisti e gente del posto. Nel paesino di Bled, all’interno del castello, si trova il Bled Castle, un ristorante che rappresenta una tappa fissa per i turisti. La sua fama è dovuta, oltre che alla ottima cucina, soprattutto allo stupendo panorama che è visibile dalle grosse vetrate che si affacciano sul lago. tesori sono godibili con una passeggiata o un giro in bicicletta. Nel cuore della capitale si può salire sulla cima della collina chiamata Grajska Planota, a piedi o in funicolare. Su questa collina si trova l’imponente castello di Lubiana, una fortezza medievale dalla quale si possono ammirare panorami mozzafiato. Al suo interno si svolgono concerti, eventi culturali, mostre e spettacoli. E’ inoltre imperdibile la vivace atmosfera offerta ogni giorno dal mercato centrale di Lubiana che oltre a essere il principale punto vendita della città è anche un popolare luogo di ritrovo. Qui è possibile trovare praticamente qualsiasi cosa e le variopinte bancarelle sono una tentazione continua all’assaggio e all’acquisto. Poco lontano dal centro della capitale si estende il più grande parco della città, il parco Tivoli. Un luogo caratterizzato da un’ampia zona verde ideale per passeggiare, rilassarsi e incontrarsi. Uno dei simboli più conosciuti del centro di Lubiana è il piccolo ma caratteristico Triplice ponte (Tromostovje) reso molto vivace dalla presenza di artisti e musicisti di strada. Nel cuore del centro antico di Lubiana si trova la Piazza della Città (Mestni trg) con diversi edifici che le donano un aspetto barocco. La piazza è dominata dal Municipio (Mestna hisa), ma è anche caratterizzata da molte costruzioni tipiche come la casa Haman, il palazzo Lichtenberg e la casa Souvan. Davanti al Municipio si trova l’obelisco della fontana dei Fiumi carniolani. Secondo la mitologia, Lubiana fu fondata da Giasone, eroe greco che sconfisse il drago che viveva nei pressi della città. Ora la capitale è sorvegliata da quattro draghi in bronzo battuto che troviamo su un ponte nel centro cittadino (il ponte dei draghi). Tra le principali attività consigliate ai turisti più dinamici ci sono sicuramente l’escursionismo e altre attività all’aperto come il ciclismo; in Slovenia ci sono quasi 7 mila chilometri di sentieri adatti agli amanti del pedale. Il percorso più famoso è quello che porta al monte Tricorno (in sloveno Triglav), che con 2864 m è la vetta più alta del paese. Questo monte è anche presente nello stemma nazionale, nella bandiera e nella moneta da 50 centesimi.
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Arena Lifestyle 07-8/2017- Grand Tour World: la Slovenia
A sinistra, l’ingresso delle grotte di Postumia, che si visitano su un trenino. A fianco, suggestivi villaggi. Sotto, i ristoranti a Maribor In Slovenia si può soggiornare in diversi luoghi e in modi diversi. Ovviamente, nelle città e nelle località turistiche si può dormire in hotel di ogni genere, dove è garantita un’ottima sistemazione. Se si sta cercando un maggiore contatto con le persona locali per conoscerne le abitudini e la gastronomia si può scegliere di soggiornare in una delle diverse locande o pensioni che si trovano nel paese e che permettono un pernottamento a prezzi ragionevoli ma ovviamente con meno comodità rispetto ai vari hotel. Se invece quello che si sta cercando è un contatto diretto con la natura si può decidere di passare una o più notti in uno dei campeggi attrezzati che si trovano nella campagna, nei pressi di fiumi, laghi e mare. Solitamente nei pressi dei campeggi ci sono sentieri e piste ciclabili. In Slovenia, per chi vuole concedersi una vacanza unica, sono presenti molte sistemazioni “glamping” cioè campeggi di lusso che uniscono la comodità ad uno stretto contatto con la natura. La migliore sistemazione per gli escursionisti è invece rappresentata dai vari rifugi alpini, alloggi puliti e ordinati con un arredamento solitamente spartano. Per finire, in Slovenia sono presenti anche molti castelli che sono stati trasformati in alberghi e che garantiscono di arricchire il proprio viaggio con un tocco di romanticismo e di storia.
La scalata del monte è praticabile senza fretta in due giorni fermandosi a dormire in un rifugio. Questa escursione non è delle più semplici infatti a tratti di faticosa salita si alternano punti attrezzati con un cavo metallico per rendere il percorso più sicuro. Una volta arrivati al rifugio Triglavski è possibile ammirare l’itinerario finale che attraverso il versante est porta alla vetta del monte. Dopo aver passato la notte immersi in questo suggestivo paesaggio si riparte e si percorre l’ultimo tratto con l’aiuto di un cavo metallico quasi continuo per poter superare delle pareti rocciose e lisce placche che portano alla caratteristica torre Aljaz sulla cima del monte Triglav da dove ci si può godere un impressionante colpo d’occhio su tutte le Alpi Giulie. Secondo la tradizione ogni sloveno almeno una volta nella vita dovrebbe salire sulla cima del Tricorno e non si può inoltre affermare di aver visitato la Slovenia senza aver dedicato un paio di giorni a questa scalata. Uno dei principali punti di partenza per le escursioni nelle aree del parco nazionale del Triglav è il comune di Bled, situato ai piedi delle Alpi Giulie. Nonostante la sua dimensione ridotta è un centro turistico molto importante. Il comune di Bled deve la sua fama soprattutto al pittoresco lago, incastonato tra le montagne. Nel mezzo del lago si trova una piccola isola, raggiungibile solo in barca, da cui si sente provenire il suono della campana di una piccola chiesa dedicata a San Martino. Il paesino di Bled è il luogo ideale per chi vuole rilassarsi e allontanarsi dalla frenesia della città, il
paesaggio circostante è infatti caratterizzato da foreste di pini e permette di trascorrere dei momenti di tranquillità immersi nella natura. Le attività che possono essere svolte in questo piccolo comune sono molte. Gli amanti delle escursioni si possono avventurare nella Gola di Vintgar, molto vicina a Bled e adatta anche alle famiglie con bambini. Inoltre è possibile visitare il lago in diversi modi: si può affittare una barca con la quale sarà possibile arrivare a visitare anche la piccola isola, oppure si può fare un giro in carrozza. Lungo il lago sono inoltre presenti delle spiagge attrezzate con ombrelloni e lettini. Oltre a tutte queste attività, nel paesino di Bled non mancano le terme da dove si ha una bella vista sul lago grazie alle grandi vetrate del centro termale. Nel cuore delle Alpi Giulie si trova la Valle Vrata che si estende fino ai piedi della parete nord del monte Triglav. Si tratta
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Arena Lifestyle 06/2017- Grand Tour World: la Slovenia
In alto, la parte settentrionale delle alpi Giulie, dove è presente il più grande lago glaciale delle Alpi slovene, che offre un paesaggio straordinario, ricco di conglomerati a strapiombo, da secoli plasmati ed erosi da un torrente.
atterizzano il gruppo montuoso delle Pohorje che si erge alle spalle di Maribor e dove di inverno si ricopre di piste da sci e snowboard, ospitando le gare della Coppa del Mondo di Sci Alpino. Sono anche molto suggestivi i paesaggi offerti dalla valle del fiume Drava e dalle gole del Kozjak. Spostarsi a Maribor è molto semplice, infatti, non essendo una grande città, tutte le attrazioni sono raggiungibili a piedi. Il centro storico si trova a cavallo del fiume Drava e la zona più antica è situata sulla riva sinistra dove sono presenti la Torre Giudiziaria, la Torre degli Ebrei e la Torre dell’Acqua. Il quartiere più antico si chiama Lent dove si possono ammirare importanti edifici e dove, in estate, si svolge il più grande festival sloveno con musica di tutti i generi, teatro, ballo e sport. La principale attrazione della città è il castello all’interno del quale è possibile visitare il museo regionale di Maribor. Si trova nella Piazza del Castello dove possiamo anche ammirare la chiesa di S Florian. La piazza rappresenta il centro pulsante della città. Splendido inoltre è il Palazzo Betnava che, come il castello risale al XV secolo e ne corso degli anni è stato ritoccato in stile barocco. Le colline di Maribor ospitano vasti vigneti e sono percorse da oltre 50 chilometri di strade dove gli amanti del vino possono fermarsi presso piccoli produttori locali per degustazioni guidate. Subito fuori dalle mura medievali si trova la più antica vite del mondo che in base ad analisi eseguite da esperti risulta avere almeno 400 anni.
della valle glaciale più grande nella parte settentrionale delle Alpi Giulie dove si è presente il più grande lago glaciale della Slovenia che offre un paesaggio imperdibile. Percorrendo un sentiero panoramico si arriva a due cascate che portano lo stesso nome, Pericnik. Successivamente si passa attraverso conglomerati a strapiombo, plasmati ed erosi da un torrente. Per visitare questa valle non serve essere scalatori, è accessibile a tutti. Un altro luogo molto frequentato dagli amanti della natura è il comune di Bovec, dove risulta molto facile rimanere affascinati dall’originale mondo roccioso ricco di fenomeni carsici. In questa località si trovano parecchi sentieri segnalati che accontentano sia gli alpinisti più esigenti che coloro che vogliono camminare lungo percorsi più accessibili per potersi godere le meraviglie naturali e i paesaggi mozzafiato. Il secondo centro più popoloso dello stato è la città di Maribor, attraversata dal fiume Drava. Si tratta di una piccola e piacevole località che si è fatta conoscere dal punto di vista dell’offerta culturale, ma anche per l’attenzione che dimostra alle attività culturali e sociali. Uno dei punti di forza di questa città è, secondo il parere degli sloveni, il clima che permette di passare molte ore passeggiando per il centro storico o lungo la riva del fiume. Questa località è vista da molti turisti come punto di partenza per la zona est della Slovenia, piena di bellezze naturalistiche e di centri termali. Per gli amanti della natura sono imperdibili le foreste che car-
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Quando abbiamo scelto il tenore Nicola Pisaniello per la copertina di Arena Lifestyle del mese scorso (4) abbiamo ricevuto molte critiche. Ma forse avevamo sentito in anticipo il profumo del successo che il Maestro di Cervinara avrebbe riscosso a Torre del Lago, anche con una parte minore, come quella dell’Imperatore Atoun nell’opera Turandot (8, la locandina)Perchè la sua voce potente, nonostante il costume pesantissimo e il cappello di piume, ha incantato la platea (6) accalcata per la prima nel grande Teatro all’aperto dl Torre del Lag Puccini , è arrivata alle tribune dal trono, collocato in fondo al palco dove cantavano i protagonisti: il soprano austriaco Martina Serafin (Turandot) il tenore Stefano La Colla (Calaf), Carmen Giannattasio (Liù), Andrea Zaupa (Ping). Pisaniello è stato voluto per la prima di quest’opera famosissima che ha visto al suo debutto Alfonso Signorini, direttore di Chi, già autore e conduttore televisivo e radiofonico. A volerlo fortemente è stato il direttore d’orchestra Alberto Veronesi, che ha sfidato critici e benpensanti, che ha voluto per i meravigliosi costumi Riccardo Puglisi e Leila Fteta. E dunque ci ha invitato a raccogliere questo trionfo insieme a lui. Ecco Nicola Pisaniello mentre dialoga con Calaf (1), agli applausi finali alla ribalta (2). Katia Ferri Melzi d’Eril direttore di Arena Lifestyle con il direttore di Chi Alfonso Signorini e il tenore Stefano La Colla (3). Nella pausa del primo atto, foto ricordo con Guido Anzilotti, proprietario della villa di Uzzano dove Puccini scrisse alcune romanze. Moltissimi i vip e gli ospiti istituzionali accorsi a festeggiare Alfonso Signorini impegnato questo progetto ambizioso e difficile. Si sono ritrovati al cocktail e poi al dinner party allestito nella magnifica struttura allestita dalla città per eseguire le opere del maestro Puccini. Fra i primi ad arrivare, Federica panicucci con il compagno Marco Bacini (7), Andrea Bocelli con la moglie Veronica Berti, che ha tributato molti complimen
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Arena Lifestyle 07-8/17- TOP NIGHTLIFE/ Opera party a Torre del Lago
a Torre del Lago Puccini 16
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ti al neoregista (11), il direttore del quotidiano Il Giornale Alessandro Sallusti (13) con la compagna Patrizia, Cecilia Matteucci (14) , Serena Ventura giunta con sua madre Anna Pagnoni che ha voluto un selfie con Nicola Pisaniello in camerino (15). Bellissime le scene di tutti gli atti (16, 18, 25), ammiratissimi i costumi dei ciambellani (19) e superbo il trono dell’Imperatore, color verde mare, decorato a colori vivaci come una porcellana. Tra gli addetti ai lavori anche un altro astro nascente, il direttore d’orchestra Jacopo Sipari di Pescasseroli, appena rientrato da trionfali tourneè in Cina e Mongolia, per applaudire il maestro Alberto Veronesi. Tra gli arrivi più attesi anche quello dell’imprenditrice Daniela Santanchè, arrivata con il compagno Dimitri d’Asburgo Lorena (22). Tra gli ospiti istituzionali il Sindaco di Lucca Alessandro Tambellini e il prefetto di Viareggio Maria Laura Simonetti, il deputato Gabriella Gianmanco, il Sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro con la moglie Paola Franchini. Arrivati appositamente da Milano, Ernesto Mauri, amministratore delegato della Mondadori in compagnia di Maria Felice Ardizzone, l’imprenditrice Gabriella Magnoni Dompè, Giorgio Restelli, direttore delle risorse artistiche di Mediaset con la compagna Sara Testa, lo stilista Antonio Riva con l’amico Giuseppe Ciciriello, l’international brand manager Antonio Albini, E ancora Alberto Gelsomini con la fidanzata Silvia Zanella, Carlo Mandelli con la moglie Francesca Campioli, Maddalena Anselmi con la psicologa Ilaria Squarella,
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Arena Lifestyle 07-8/17- COVER STORY/ A tempo di sport
CONI, AL VIA IL DARVINISMO SPORTIVO. ERA ORA... Quelli che protestano, quelli che applaudono, quelii che si preparano alla gloria, quelli che temono l’estinzione. Il nuovo corso nei finanziamenti Coni allo sport non piace a tutti: grazie ai nuovi criteri di assegnazione voluti dal presidente Giovanni Malagò, ben 30 Federazioni riceveranno più fondi, altre 9 non perderanno quelli che hanno, qualcuna dovrà comunque lottare per la sopravvivenza futura. Il numero dei tesserati? Conta di meno. Contano invece le medaglie vinte a Mondiali e Olimpiadi e la visibilità mediatica. Nuova linfa anche per gli sport paralimpici, che accumulano consensi e risultati. Tra i top del momento, la bella nuotatrice pavese Monica Boggioni (sulla nostra copertina) che sta riscrivendo la storia mondiale del nuoto paralimpico. Il suo segreto? “La tenacia. E poi: sono nata nello stesso giorno della numero uno, Federica Pellegrini”. Che ci ha incantato in questi giorni alla grandi sfie sportive d’estate, insieme alle giovani nuove promesse degli sport acquatici. Grandi successi anche per la scherma, oro alle nostre fiorettiste.
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ualcuno non ci voleva credere, e invece è proprio così : meno soldi statali al calcio. Il dibattito apertosi due anni fa ha portato allo storico taglio di fondi pubblici alla Figc, il Coni ha approvato nuovi criteri di distribuzione dei finanziamenti alle Federazioni sportive. Questo 2017, insomma è cruciale, è in ballo la vita o la morte per la maggior parte delle discipline praticate nel nostro Paese, che in molti casi dipendono interamente o quasi dal contributo pubblico; in ballo ci sono i 145 milioni di euro per lo sport italiano distribuiti dal Coni sui 410 totali erogati dallo Stato. Per la precisione è di 145 milioni 885 mila e 451 di euro l’ammontare dei contributi governativi che il Coni ha ripartito alle 44 federazioni per la parte sportiva dell’anno 2017. Per il secondo anno consecutivo, la Federazione che ha avuto il miglior trattamento nella redistribuzione del contributi annuali del Coni è stata la FIN di Paolo Barelli, noto rivale del numero uno del Coni, Giovanni Malagò. Per gli sport d’acqua si tratta di un incremento di 1 milione e 151 mila euro, seguono la Fipav (1.148 mila euro), la Fitav (902.000), la Fit (837.000), la Fir (809.000), la Uits (644.000), la Fci (624.000), la Fisi (583.000), la Fis (523.000) e la Fip (506.000). Nel complesso, la federazione che nel 2017 percepirà la fetta maggiore resta la Figc, quella del calcio, con il 22,64 % equivalente di 33.022.068 euro, seguita da Fin (4,74 % pari a 6.912.521 euro) e Fidal (4,42 % pari a 6.445.124). Tra le 44 federazioni, quella che percepisce meno è la Federazione medico sportiva (Fmsi) con lo 0,30% della fetta totale pari a 441.670 euro. Rivoluz-
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Arena Lifestyle 07-8/17- COVER STORY/ A tempo di sport
MONICA BOGGIONI, LA SIRENA DI PAVIA
Monica Boggioni, che nuota con i colori della Aics Nuoto Paralimpico Pavia, è la Pellegrini del nuoto paralimpico. Nello scorso mese di maggio ha stabilito tre record mondiali, uno europeo e uno italiano ai campionati italiani di società a Lignano Sabbiadoro, contribuendo al sesto posto della classifica di squadra. L’atleta allenata da Gui Soffientini e Barbara Bellingieri tesserata per l’AICS Pavia Nuoto ha studiato al liceo Classico. Ora inizierà il percorso di studi all’Università di Pavia, il corso triennale di Biotecnologie, al quale seguirà la specializzazione in Genetica. La 18enne aveva già deciso questo percorso universitario già diversi anni fa, appassionata da una ricerca di genetica fatta in terza media e spinta dal desiderio di voler trovare una cura per chi soffre della sua stessa patologia che ad oggi non è ancora ben conosciuta e compresa.Monica è nata infatti con una sofferenza cerebrale che da sempre le causa una diplegia spastica agli arti inferiori. Ha fatto due interventi, uno a 5 anni e uno 15 anni e circa due anni dopo ha iniziato ad avere problemi anche alle braccia, inizialmente solo al destro e poi anche al sinistro, che sono andati peggiorando nel tempo. Da esami specialistici, risulta in seguito che la ragazza soffre di una distonia con aggravamenti neoclonici, unita alla diplegia spastica agli arti inferiori, qualcosa di cui si sa ancora molto poco e per cui non si conosce ancora causa ed evoluzione della patologia.Questo non la limita in nulla, perché vive la sua vita a 360 gradi: le piace vivere nella sua Pavia, le piace essere acculturata e studiare, uscire con gli amici, ascoltare musica e stare insieme ai bambini, ma le piace anche viaggiare: ha visitato Londra, la Grecia e la Spagna. La sua avventura nel nuoto inizia con i 150 misti,stabilendo il nuovo record italiano categoria SM4 in 2’50”96 che è anche seconda prestazione mondiale dell’anno. Ma è dalla gara successiva che scrive la storia del nuoto paralimpico abbattendo dopo ventuno anni il record mondiale dei 50 rana SB3 segnando 53”40 con cui cancella il 54”21 detenuto dalla nipponica Noriko Kajiwara e dopo diciotto anni quello Europeo detenuto dalla britannica Margaret Mceleny con 56”25. La nuotatrice pavese in seguito migliora di quindici centesimi il Record Mondiale dei 50 dorso S4 detenuto da ventitré anni dalla cinese Cheng Jiao segnando 47”53 e di dieci centesimi il record mondiale dei 200 stile S4 che firmò Arjola Trimi, fermando il cronometro a 3’04”62 al termine di un testa a testa spettacolare proprio con la Trimi che aveva finito a 3’08´´55. I primati stabiliti erano alla mia portata ma non mi aspettavo di farli in questo momento della stagione – dichiara entusiasta ed emozionata Monica Boggioni – vedevo questi record del mondo così importanti che non riuscivo a credere di averli migliorati. E’ stato bello sentire gli applausi del pubblico e adesso devo prepararmi ai Mondiali». Per dare un’idea dell’impresa compiuta da questa giovanissima, basti pensare che con i tempi nuotati a Lignano, Monica Boggioni avrebbe vinto l’oro nei 50 stile, 50 rana e 50 dorso e l’argento nei 150 misti alle Paralimpiadi di Rio. Tre Record Mondiali ai recenti Campionati Italiani Società l’hanno proiettata tra le stelle del nuoto Azzurro e adesso la nazionale italiana l’aspetta in Messico. Il nuoto fa parte della sua vita praticamente da sempre, visto che ha messo piede in piscina per la prima volta all’età di due anni. Ed è nel suo destino se si considera che tra le altre cose Monica Boggioni è nata nello stesso giorno di Federica Pellegrini, dieci anni dopo “la divina” che ha avuto la possibilità di incontrare al Trofeo Sette Colli del 2016 ed al Trofeo Città di Milano di quest’anno. La recente riclassificazione della sua disabilità avvenuta ad aprile che l’ha portata dalla classe S6 alla classe S4, ha stravolto il suo percorso nel nuoto paralimpico evolvendola da buona atleta che sapeva difendersi a livello nazionale, ad una punta di diamante a livello internazionale, soprattutto dopo i tre pesanti Record Mondiali infranti nei 50 dorso e 200 stile libero S4 e 50 rana SB3 ai recentissimi Campionati Italiani Società disputati a Lignano. “Sinceramente rispetto alla prima classificazione sentivo di avere avuto un peggioramento alle braccia. Avevo già notato ad esempio che a scuola facevo più fatica a scrivere e muovere il braccio, ma da qui ad essere abbassata addirittura di due classi, non lo immaginavo assolutamente. Devo dire però che dalla visita di classificazione mi sono resa conto che nella prova a secco non riuscivo praticamente a far nulla, tanto è vero che da quella risultavo una classe S1. In acqua invece riesco ancora a sentirmi meglio, forse perché nuoto da quando avevo due anni ed il mio cervello ha ormai meccanizzato certi movimenti e alla fine sono stata definita una S4. L’abbassamento della classe è significativa di un peggioramento Sono molto eccitata a pensare che farò i Mondiali, sia perché mi piace tantissimo l’idea che vedrò un posto nuovo visto che mi piace molto viaggiare, sia perché mi piace tanto l’idea che rappresenterò l’Italia che è il mio Paese. Fare un mondiale “è sempre stato un mio sogno. Pensavo che il mio percorso fosse un po’ più graduale e non mi aspettavo di andare a ai Mondiali in Messico quest’anno” Monica Boggioni ha iniziato il suo percorso agonistico nel nuoto paralimpico nel 2013, quando dopo che Davide Bellingeri fondò la sezione paralimpica nella AICS Pavia Nuoto attraverso il progetto “Nuota con noi” che puntava a creare una squadra provinciale con atleti di disabilità fisica e visiva. Dopo quattro anni di impegno è riuscita a guadagnarsi l’ambita qualificazione per i Mondiali.
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Arena Lifestyle 07-8/17- COVER STORY/ A tempo di sport MATTARELLA AL CONI, UNA VISITA STORICA E’ sport è, insieme, causa e conseguenza di una passione collettiva che accompagna gare e campionati, e talvolta contribuisce a farci sentire un popolo. Nello sport si specchia la nostra società in misura molto maggiore di quanto taluni credono: per questo lo sport italiano ha consapevolezza di rappresentare l’immagine dell’Italia». Parlando durante la sua visita al Comitato olimpico nazionale italiano, il Presidente della repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato l’importanza dello sport nell’unire il Paese. Chi si impegna per lo sport, chi lodiffonde, aiuta l’intero Paese ha rimarcato il Capo dello Stato. «Desidero dirvelo con convinzione. Sbagliano quanti, con qualche snobismo, considerano lo sport come marginale nella vita sociale, come un tempo di ricreazione. Lo sport è invece una leva di grande efficacia sul piano sociale, culturale, educativo, con rilevanti ricadute economiche» ha spiegato Mattarella parlando allo Stadio dei Marmi in occasione della sua storica visita nella sede del Coni. «Questo aspetto - ha detto Mattarella - conferisce una responsabilità maggiore ai dirigenti sportivi, ai campioni che vengono visti come riferimento, giovani che costituiscono esempio per altri giovani, a chi investe nelle società sportive, al mondo della comunicazione che opera nell’ambito dello sport e assicura un collegamento continuo con passioni popolari così avvertite». Un pensiero poi all’etica dello sport: «Lo sport si fonda sui principi di lealtà e di correttezza ha aggiunto -. Sul desiderio di superarsi e di prevalere nelle gare e negli incontri, sul coraggio di competere con chi appare come favorito, ma anche sul senso sportivo di riconoscere, e applaudire, il merito altrui quando esso si manifesta. L’etica propria dello sport può aiutare l’etica civile e rendere migliore il nostro modello sociale» ha detto il Presidente. Malagò a Mattarella, visita scelta grande affetto «Un evento unico e indimenticabile». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, nel suo discorso che ha aperto la cerimonia allo Stadio dei Marmi per la prima, storica, visita del presidente della Repubblica nella sede del Comitato olimpico italiano. «La sua signor Presidente, è una scelta di grande affetto e amicizia, gliene saremo sempre grati» ha proseguito Malagò. «E’ la prima volta in 103 anni del Coni che il Capo dello Stato ci onora di una visita nella nostra casa - ha aggiunto il n.1 del Coni -. Di solito siamo noi a recarci al Quirinale, la casa degli italiani, prima e dopo i giochi Olimpici, spesso carichi di medaglie, nella casa degli italiani». Il Coni «rappresenta 12 milioni di italiani, tra praticanti e tesserati » ha sottolineato ancora Malagò . «Stiamo operando sia sul fronte dei risultati, sia sul fronte del lavoro. Il nostro movimento è un modello esemplare da imitare, unico al mondo nella sua peculiarità. Vogliamo impegnarci tutti insieme per far vo-
Entusiasmo sul podio per i campioni dello sport paralimpico. In alto, Bebe Vio. Alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro, Beatrice, fiorettista di 19 anni, con 4 arti artificiali da quando ne aveva 11, ha vinto la sua terza medaglia d’oro paralimpica.
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A sinistra, Giovanni Malagò, Presidente del Coni. Qui a fianco Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico. Avvocato con un passato di pentatleta (tiro a segno, scherma, nuoto, equitazione, corsa) nella prima vita sportiva ha dato molto. E nella sua seconda vita sportiva Ha partecipato a quattro Paralimpiadi vincendo otto ori, sei argenti e un bronzo. ione doveva essere e rivoluzione è stata: il Coni darà più soldi pubblici agli sport minori e meno al calcio. La Figc paga per tutti: è l’unica delle 40 Federazioni interessate dalla riforma dei contributi statali a presentare un saldo negativo nella ripartizione dei circa 150 milioni di euro messi a disposizione dal governo. Alla fine, grazie all’intervento in extremis del presidente Giovanni Malagò, il taglio è stato leggermente inferiore alle attese: 4,5 milioni di euro, invece dei 10 di cui si vociferava alla vigilia del provvedimento. Festeggiano invece gli altri: su tutti, pallavolo e nuoto (che registrano un aumento secco superiore al milione di euro), ma anche discipline più di nicchia come tiro a volo, tiro a segno, triathlon, il già ricco rugby. E il golf di Franco Chimenti. Negli ambienti Figc raccontano di un Carlo Tavecchio entrato nella riunione dei presidenti convinto di non ricevere brutte sorprese (“Siamo tranquilli, abbiamo già dato”, aveva detto il giorno prima) ed uscito invece scuro in volto: “Non me l’aspettavo, ritenevamo di aver fatto bene e di non meritarcelo”. Nel 2017 la Federcalcio riceverà così 33 milioni di euro dallo Stato, ormai appena il 22% del totale: nel 2011, solo 5 anni fa, ne prendeva circa 80. Complice la diminuzione generale dei fondi destinati allo sport italiano, le risorse si sono più che dimezzate. Per il pallone italiano (e per chi lo governa) sono tempi difficili. In realtà non è immediatamente comprensibile cosa abbiano fatto sport come rugby, pentathlon o triathlon per meritare il massimo dell’aumento possibile (fissato al 30% dell’importo precedente), ma l’algoritmo e la sua applicazione sono complessi. Di certo il presidente del Coni ha usato tutti gli strumenti che la riforma gli assegnava (tetto alle variazioni e 20% distribuito a sua discrezione) per limitare al minimo le perdite del calcio e di altri che sarebbero stati penalizzati. Alla fine nove discipline chiudono in pari, per tutte le altre trenta arriva una pioggia di soldi. Sorridono in particolare gli sport in cui l’Italia è andata molto bene alle ultime Olimpiadi, come il nuoto guidato da Paolo Barelli (1,149 milioni di euro), che in termini economici guadagna più di tutti. In percentuale,
però, sono sei le Federazioni che raggiungono il massimo aumento possibile: e fra queste, oltre a volley e tiro a volo (grandi protagoniste ai Giochi di Rio 2016), rugby, tiro a segno e triathlon, festeggia anche il golf. La Federazione del presidente Franco Chimenti, anche numero uno della Coni Servizi spa (la cassaforte dello sport italiano) 400mila euro di contributi pubblici in più all’anno, dopo i 60 milioni stanziati di nascosto all’interno della Legge di bilancio per l’organizzazione della Ryder Cup (che alla Federazione fa capo). Insomma, un trionfo. Mentre le federazioni cominciano a spendere e i primi risultati si vedono a partire dagli impianti, gli operatori dello sport sono ancora scioccati: anche da noi senza dubbio è iniziata l’era del darwinismo sportivo, una formula nata nel Regno Unito ai tempi delle Olimpiadi di Londra. Finanziare chi vince o progredisce, togliere a chi ha fallito. A Rio la Gran Bretagna è stato il primo Paese della storia a migliorare nelle Olimpiadi successive il già eccellente risultato dei Giochi disputati in casa: è passata da 65 a 67 medaglie, ma con una delegazione ridottasi di un terzo. Es solo perché nella capitale i britannici poterono contare sulla qualificazione automatica garantita ai concorrenti del Paese ospitante. Ma cos’èè il darwinismo sportivo? Dopo le Olimpiadi di Atlanta del 1996, che videro i 300 atleti britannici raccogliere soltanto 15 medaglie, fu istituito un fondo, l’Uk Sport, costituito in gran parte dagli introiti della lotteria nazionale. All’inizio di ogni quadriennio olimpico, l’Uk Sport stabilisce quali e quanti finanziamenti debbano essere attribuiti a ciascuna federazione sportiva e quali siano gli obiettivi da raggiungere. Chi vince o migliora vede confermati o aumentati i suoi fondi, chi perde li vede ridotti o cancellati: l’obiettivo è finanziare solo l’eccellenza. Che non significa premiare gli atleti a suon di euro: le medaglie d’oro olimpiche prendono solo una stretta di mano e 12 mila euro perchè la loro immagine viene stampata sui francobolli. E’ evidente il rovesciamento del principio olimpico di De Coubertin: per loro l’importante
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è vincere, non guadagnare. La riforma italiana ha previsto una serie di innovazioni (prima fra tutte la valutazione dei risultati internazionali, dopo il calcolo dei tesserati), che si applicano per la prima volta anche alla Federcalcio (fin qui aveva ricevuto sempre un trattamento di favore). Il risultato è che gli sport minori da quest’anno ricevaranno ricevere 10 milioni di euro in più. Nel 2014 ci fu la prima protesta: i cosiddetti “sport minori” (capeggiati dall’Atletica leggera del presidente Alfio Giomi) si erano ribellati contro il calcio, che fino ad allora aveva preso il 18% del totale dei contributi pubblici al Coni: una percentuale fissa che si traduceva in un finanziamento pari addirittura alla metà di quanto destinato a tutte le circa 50 Federazioni sportive italiane. All’epoca uno storico Consiglio nazionale del Comitato olimpico aveva votato un taglio netto di 25 milioni di euro (la prima proposta era stata ancora più severa, quasi il doppio). Ma in quella sede si era deciso anche di stabilire dei nuovi criteri che sarebbero valsi per tutti in futuro. Quest’anno dunque si applicano i nuovi criteri di distribuzione per i fondi Coni alle Federazioni: La novità principale riguarda proprio il calcolo della performance nelle gare internazionali (Olimpiadi, Mondiali, Europei), che acquista più peso, e soprattutto non contemplerà più soltanto i podii come avveniva in passato, ma tutti i piazzamenti dal primo all’ottavo posto. “Un modo per valutare meglio lo spessore del movimento, che non è formato solo dai campioni”, spiegano i sostenitori del provvedimento. “Un riconoscimento ingiusto per chi non vince mai nulla”, risponde chi invece da questa riforma ci rimetterà. Di certo a guadagnarci saranno, più di altri, sport come atletica, canoa e canottaggio. Sport che richiedono, fra l’altro, anche bassi investimenti in impianti, se si fa il confronto col basket.
CORRI, RAFFAELE, CORRI!!!
La commissione ha deciso di affrontare di petto anche un altro annoso problema: il peso del numero dei tesserati, che spesso veniva gonfiato a dismisura includendo semplici amatori al fine di ottenere più contributi. Con la riforma possono essere considerati utili al calcolo dei finanziamenti soltanto gli iscritti che hanno un certificato medico agonistico e hanno versato una quota per il tesseramento. Così, per fare un esempio, il tennis scenderà da quasi 300mila a 185milla tesserati, la pesca sportiva da circa 200mila a 100mila. E’ ovvio perciò che la divisione del ‘tesoretto’ - in mano al presidente Giovanni Malagò - non sia piaciuta a tutti. Alcune Federazioni ci guadagneranno, altre che usciranno con le ossa rotte dalla riforma. Perciò il testo comprende anche dei correttivi: innanzitutto nessuna disciplina potrà beneficiare di un incremento delle risorse superiore al 30%; l’eccedenza verrà ridistribuita tra gli sport più penalizzati. Inoltre il 20% del totale (circa 30 milioni di euro) resterà nelle mani del presidente del Coni per compensare situazioni di eccessivo squilibrio. Questo però solo per i prossimi tre anni: dal prossimo 2020 infatti ognuno dovrà camminare sulle proprie gambe, sport maggiori e spot minori. Per quanto la definizione possa sembrare negativa, quelli che fanno parte di questa categoria, gli sport “minori”, non sono sport meno belli o importanti degli altri ma sono attività che, all’interno di una certa cultura, sono meno seguiti o praticati. Si tratta di un fattore puramente culturale o legato a specificità geografiche. I tesserati dello sci sono più al Nord che nel Sud e Isole. Inutile ricordare come, in Italia lo sport più seguito e praticato sia il calcio, seguito da basket e pallavolo per quelli di squadra e tennis, nuoto e sci tra quelli individuali. Essendo questi sport tra i più praticati, hanno anche un riscontro maggiore rispetto ad altri nella classifica di quelli più seguiti.
L’atletica è uno degli sport paralimpici che regala le maggiori emozioni al pubblicoe e agli atleti. Raffaele Di Maggio lo sa e corre. Ha 15 anni e fin dalla nascita ha un deficit intellettivo-relazionale a cui si accompagna una dislessia. Il 16 marzo 2016 ha vinto l’oro ai campionati del mondo Inas, riservati alle persone con disabilità intellettiva. E l’ha fatto correndo i 60 metri piani in 7’’11, il recordo italiano tra i cadetti. Tra tutti i cadetti, normodotati compresi. Raffaele ha problemi di coordinazione nei movimenti, ma sa correre fortissimo. E ha ancora margini di miglioramento. Che potrebbero portarlo fino alla Nazionale assoluta, abbattendo un’altra barriera. alla nascita è affetto da un deficit intellettivo-relazionale. Il 16 marzo 2016 Raffaele ha vinto i campionati del mondo sui 60 metri, riservati alle persone con dis- Qu abilità psichica, in 7 secondi e 11 centesimi. “Correre è la cosa che mi piace di più e che so fare meglio”. Il suo professore di sostegno e allenatore: “Era molto demotivato e sentiva addosso il marchio della diversità, poi l’ho portato in palestra per svagarsi un po’. Non immaginavo che saremmo arrivati a questi livelli”
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QUANTI ATLETI MILITARI CI SONO? – Difficile dirlo perché il CONI non riporta un elenco. Secondo i dati forniti dall’Ufficio Sport dello Stato Maggiore della Difesa, gli atleti militari tra Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri, a oggi sono circa 590, quasi il 40 per cento dei quali nell’Esercito. Se a questi si aggiungono i 321 atleti della Polizia di Stato, i 221 della Guardia di Finanza, i 150 del Corpo Forestale, i 120 della Polizia Penitenziaria, il numero complessivo degli sportivi appartenenti ai Gruppi Sportivi Militari o ai Corpi dello Stato supera i 1.400 atleti.
…IL PerFASCINO questo motivo gli sport minori non godono dello stesso spazio e degli stessi investiDELLA DIVISA, UNA VECCHIA STORIA menti dei “fratelli maggiori”. Il fascino della divisa’ Colpisce ancora. Ma non il sesso femminile. E’ uno status ambitissimo dagli atleti nazionali, che vorrebbero poter dedicare il massimo impegno allo sport, Cosa significa Dal nostro di di vista, come psicologi dello sport, significa senza doversiquesto? barcamenare per lapunto ricerca un lavoro. Naturalmente militariquesto si diventa cheperanche se sono stati battezzati sport minori, questi sport necessitano di maggiori concorso e naturalmente noncome si è esonerati del tutto dal servizio. Dunque anche qui competenze rispetto ad altri. la strada èmentali in salita. Non tutti ce la fanno ad entrare. Ad ogni modo con la firma del decreto che ufficializza la nascita del nuovo Gruppo Sportivo Nazionale dei Vigili del Cerchiamo dunque di capire insieme psicologia degliMilitari sport minori, ossiadello qualiStato sono, fuoco, siamo a quota 11. Quello deilaGruppi Sportivi e dei Corpi è soprattutto a livellotabù mentale, competenze maggiori che appartengono a chii corpi pratica uno sport un argomento tra glileaddetti ai lavori dello sport italiano, visto che militari meno “attraente”. ricoprono un ruolo di primaria importanza. Ancora oggi l’ appartenenza a un gruppo sportivo statale rimane un sogno di molti Motivazione giovani atleti che ambiscono a fare della loro attività sportiva una professione. Per gli Tutti noipiùsappiamo o meno dare una definizionemediatica, di quella lache è la rimane motivazione sport poveri inpiù termini di risorse e di diffusione divisa anche e di quanto possa influire all’interno di per unoraggiungere sport. Ci sono definizioni o meno corrette una delle poche strade percorribili l’ambito status dipiù professionista. Spe- ma in cialmente linea di massima si può dire che motivazione sia tutto che ci spinge a fare qualcosa, se si hanno i numeri perlaandare a competere alleciò Olimpiadi. dall’alzarci daldiletto al mattino 4-5azzurri volte a presenti, settimanaben ad 182 allenarci duramente, Ai Giochi Londra, infatti,all’ su andare 288 atleti appartenevano a con qualsiasi atmosferica, pertotale. cercare raggiungere qualcosa di significativo all’ingruppi condizione militari, ovvero il 63% del Sedidai 106 atleti civili si tolgievano poi i 61 terno sport. in un ambito di sport professionistico, di tutta la delegazione azzurra atletidello rientranti Trarestavano le decinesolo di definizioni date alla motivazione, una delle più è quella che iden45 atleti, ovvero il 15%, che non svolgevano la concrete loro disciplina sportiva tifica la professione. motivazione intrinseca da quella estrinseca, ovvero, se quel qualcosa che ci spinge come a compiere azioneèprovenga dall’interno (interesse, obiettivi voglia, passiQuella deluna prestigio una questione che riguarda gli atleti ma importanti, può anche diventare one…) oppure dall’ esterno (spinta da parte di persone importanti, soldi, fama). un’importante vetrina di visibilità per gli stessi corpi militari. PerInquanto minori è scontatotra dire ovviamente intrinquesto riguarda contesto, gli la sport linea di demarcazione lo che scopo primario la deimotivazione corpi militari, seca sia preponderante poter andare avanti, infatti, in dubbio ovvero la promozioneper e l’incentivazione dello sport adper altoquanto livello non e glimettiamo interessi che ne chepossono un giocatore Nazionale disottile. calcioNonostante non sia spinto soldi e dalla derivaredella è estremamente sianoesclusivamente passati 5 anni,dai sono ancofama, è piùle facile pensare peròOlimpici un giocatore della 2012, Nazionale italianaaprirsi di tamburello ra vive polemiche sui che Giochi di Londra che videro una sortaabbia una intrinseca piùInforte. di motivazione ‘mercato’ degli sportivi molto militari. quell’ occasione, infatti, passarono alle Fiamme Azzurre, ovvero la Polizia Penitenziaria, Aldo Montano (foto in alto) dai Carabinieri, Resilienza Clemente Russo (nella foto piccola a sinistra) e Vincenzo Mangiacapre sempre dalla TraPolizia le conseguenze questa motivazione intrinseca maggiore, l’atleta degliMilitari sport minori di Stato. Ildi Coni riconosce due categorie distinte, I Gruppi Sportivi ei avrà una resilienza maggiore, cioè una maggiore capacità di gestire la sconfitta e i momenti Corpi dello Stato. Del primo fanno parte lo Stato Maggiore della Difesa, l’Esercito, la difficili; questo perché potrà sempre ancorare la motivazione interno e che Marina, l’Aeronautica, i Carabinieri, la Guardia di Finanza ae qualcosa il C.I.S.M.di (Consiglio
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Il giovanissimo portiere Gigi Donnarumma, che dopo un lugo tira e molla ha confermato il suo contratto con il Milan aumentando i compensi a 6 milioni di euro. A sinistra, l’ex difensore della Juventus Leonardo Bonucci, che ha lasciato la squadra bianconera per il Milan con un ingaggio da 40 milioni di euro. COMPENSI AGLI ATLETI, LE FOLLIE DEL CALCIO Ad un mese e mezzo dall’inizio della nuova stagione calcistica 2017 – 2018, il calciomercato è entrato nella sua fase più calda già da qualche settimana. E si sentono girare le solite cifre da capogiro, incredibili per qualunque altra disciplina. Inarrivabili anche per rugby, tennis, sci. Si parla di milioni in casa a Juventus, fresca del sesto titolo consecutivo, Milan, Inter, Roma, Napoli: squadre e piazze sono caldissime per i nuovi nomi in partenza e in arrivo. Riconferme in casa Juventus, ad un anno dall’acquisto di Gonzalo Higuain dal Napoli che ha suscitato molte polemiche soprattutto da parte dei tifosi partenopei, delusi dal cambio di maglia dell’attaccante argentino. Argentino anche il compagno di reparto – Paulo Dybala – classe 1993 e con un futuro davanti che molti tifosi vedono come erede della bandiera Alessandro Del Piero ma che deve dimostrare ancora tanto dopo la deludente finale di Champions League persa 4 a 1 a Cardiff contro il Real Madrid. Conferme, ma anche partenze: hanno fatto le valigie il secondo portiere Neto (destinazione Valencia) e il difensore Dani Alves, che ha deciso di rescindere il contratto lo scorso 30 giugno. Restano calde anche le piste di Alex Sandro e Leonardo Bonucci al Chelsea, chiamati dall’ ex allenatore dei bianconeri Antonio Conte. Tra i nuovi nomi che circolano per i Campioni d’Italia troviamo Douglas Costa (Bayern Monaco) il cui acquisto sembra questione di pochi giorni se non addirittura ore, al costo di 40 milioni più bonus e il polacco Schick (acquistato dalla Sampdoria ma che potrebbe restare a Genova in prestito). Altro nome è quello di Federico Bernardeschi, attaccante della Fiorentina e reduce dal campionato europeo Under 21: non ha rinnovato con i viola chiedendo alla società di essere ceduto, rendendo sempre più probabile la sua partenza verso Torino. Le milanesi – Inter e Milan – puntano a una ricostruzione delle rispettive rose dopo gli ultimi deludenti campionati: l’Inter ha chiuso l’ultimo al settimo posto con ben quattordici sconfitte e sessantadue punti, il Milan ha invece chiuso al sesto posto con un punto in più e undici sconfitte che hanno portato molta amarezza a Milano sia nella sponda nerazzurra che rossonera. Entrambe le società sono state cedute da parte di Massimo Moratti e Silvio Berlusconi a patron cinesi che stanno cercando nuovi innesti: i rossoneri sono al centro del mercato con il “caso Donnarumma”: il portiere classe 1999, sesbrava desideroso di restare tra i pali dei rossoneri e vestire la casacca della squadra che ha amato fin da piccolo. Ma il suo agente Mino Raiola ha cercato di fargli cambiare idea più volte, offrendolo sul mercato, perchè non si fida della nuova proprietà del Milano (lui era un fedelissimo di Galliani).
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Raiola – ha preteso delle clausole rescissorie da inserire nel contratto (50 milioni se il Milan non si dovesse qualificare per la prossima Champions League oppure 100 milioni se dovesse entrare a far parte della prossima fase a gironi). Cifre da capogiro per un ragazzo di soli 18 anni che - per molti tifosi, semplici amanti del calcio, addetti ai lavori, colleghi e giornalisti – risultano essere troppi. Tant’è che nessuna delle grandi squadre europee si è fatta avanti per contenderlo. La vicenda si chiude con molte perplessità su Raiola, che ha portato il ragazzo via in aereo il primo giorno della maturità, per non concluder nulla. Intanto, per convincere il ragazzo a firmare, la società ha ingaggiato dal Genoa il fratello maggiore – Antonio Donnarumma - che verrebbe pagato 1 milione di euro a stagione passando così ad essere il secondo portiere della società rossonera. Un ingaggio quasi da capogiro per questa posizione. Il Milan resta comunque la società che ha acquistato di più in giro per l’Europa, in queste ultime settimane: Kessiè e Conti dall’Atalanta, Rodriguez dal Wolfsburg, Andrè Silva dal Porto, Borini dal Sunderland, Calhanoglu dal Bayer Leverkusen. In casa Inter sono invece state chiuse alcune cessioni come quella di Miangue e Andreolli al Cagliari, Banega al Siviglia (era in prestito), Caprari alla Sampdoria e Palacio (svincolato). Tra gli acquisti Jovetic (Siviglia), Skriniar (Sampdoria) e Padelli (svincolato) che si aggiungono alla squadra capitanata dal giovane attaccante italo - argentino Mauro Icardi.A Napoli è stato trovato l’accordo con la Roma per Mario Rui, già allenato da Maurizio Sarri all’Empoli: 9 milioni di euro la cifra dell’affare. Tra le conferme: Pepe Reina (richiesto comunque dal Milan), Lorenzo Insigne, Marek Hamsik e Piotr Zielinski pronti per questa nuova stagione e per il sogno scudetto che, ormai, manca sulle maglie azzurre dal 1989 – 90 (il Napoli fu campione anche nel 1986-87). Tra i nuovi nomi spunta invece quello di Berenguer – esterno dell’Osasuna - con cui si cerca di chiudere già per la prossima settimana.A Roma si riparte senza Francesco Totti dopo 25 stagioni giocate con i colori giallorossi: l’ ex attaccante dovrebbe firmare a breve come dirigente della società. Pochi giorni fa è stato annunciato l’acquisto del francese Maxime Gonalons dall’Olympique Lione, dopo le cessioni che hanno suscitato il malcontento da parte della tifoseria: Rudiger, Vermaleen, Szczesny, Salah, Paredes, Doumbia tra i nomi più importanti. In attesa della chiusura dei negoziati(1 settembre), i cambi di maglia restano tanti per le venti squadre di Serie A che cercano rinforzi all’assalto dello scudetto, del posto in Champions League ed Europa League o della salvezza nel campionato (forse) più bello del mondo. Marta Fadda
Arena Lifestyle 07-8/17- CINEMA/ 74° Mostra Internazionale a Venezia
VENEZIA, ARRIVANO ROBERT E JANE
by Marta Fadda
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nteprima dalla 74° Mostra Internazionale di Arte Cinematografica: ecco i capoliavori scelti per il restauro Sarà il regista italiano Giuseppe Piccioni (Fuori dal mondo, Luce dei miei occhi, Questi giorni) a presiedere la Giuria di studenti di cinema che – per la quinta volta – assegnerà i PREMI VENEZIA CLASSICI per il MIGLIOR FILM RESTAURATO e per il MIGLIOR DOCUMENTARIO SUL CINEMA.Tra i diversi capolavori restaurati di Venezia Classici della 74. Mostra, saranno ad esempio presentati: Novecento di Bernardo Bertolucci(1976), Deserto rosso di Michelangelo Antonioni (1964, Leone d’oro alla Mostra di Venezia), Gli amanti crocifissi (1954) e L’intendente Sansho (1954, Leone d’argento alla Mostra di Venezia) di Kenji Mizoguchi, I figli delle mille e una notte di Nacer Khemir (1984), Femmina ribelle di Raoul Walsh (1956), L’occhio del maligno di Claude Chabrol (1962), L’asso di picche di Miloš Forman (1963), Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg (1977), Batch ’81 di Mike De Leon (1982) e Tutto in una notte di John Landis(1985). La 74. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 30 agosto al 9 settembre 2017, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.Venezia Classici è la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra in anteprima mondiale, con crescente successo, una selezione dei migliori restauri di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da cineteche, istituz-
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ioni culturali e produzioni di tutto il mondo. Curata daAlberto Barbera con Stefano Francia di Celle, Venezia Classici presenta inoltre una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori. La Giuria presieduta da Giuseppe Piccioni è composta da 26 studenti – indicati dai docenti – dell’ultimo anno dei corsi di cinema delle università italiane, DAMS e Ca’ Foscari.Questo l’elenco dei titoli di Venezia Classici selezionati per la 74. Mostra. A completamento della sezione Venezia Classici, verrà presentata una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori. Les baliseurs du désert / El-haimoune (Wanderers of the Desert) [I figli delle mille e una notte]di Nacer Khemir (Tunisia, Francia, 1984, 95’, Colore)Restauro: Cinémathèque royale de Belgique Batch ‘81di Mike De Leon (Filippine, 1982, 108’, Colore) Restauro: Asian Film Archive Černý Petr (Black Peter) [L’asso di picche] di Miloš Forman (Cecoslovacchia, 1963, 89’, B/N) Restauro: Národní filmový archiv Chikamatsu monogatari (A Story from Chikamatsu) [Gli amanti crocifissi] di Kenji Mizoguchi (Giappone, 1954, 102’, B/N) Restauro: Kadokawa Corporation, The Film Foundation in col-
Arena Lifestyle 07-8/17- CINEMA/ 74° Mostra Internazionale a Venezia
laborazione con The Japan Foundation Close Encounters of the Third Kind [Incontri ravvicinati del terzo tipo] di Steven Spielberg (Stati Uniti, 1977, 137’, Colore) Restauro: Sony Pictures Entertainment Daïnah la métisse di Jean Grémillon (Francia, 1932, 48’, B/N) a seguire Zéro de conduite – giornalieri di Jean Vigo (Francia, 1933, 20’, B/N) Restauro: Gaumont con il supporto di Centre national du cinéma et de l’image animée Il deserto rosso (Red Desert) di Michelangelo Antonioni (Italia, 1964, 120’, Colore) Restauro: CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con RTI-Mediaset Deux ou trois choses que je sais d’elle (Two or Three Things I Know About Her) [Due o tre cose che so di lei] di Jean-Luc Godard (Francia, 1967, 87’, Colore) Restauro: Argos Films con Centre national du cinéma et de l’image animée La donna scimmia (The Ape Woman) di Marco Ferreri (Italia, Francia, 1964, 93’, B/N) Restauro: Cineteca di Bologna e TF1 Studio in collaborazione con Surf Film Idi i smotri (Come and See) [Và e vedi] di Elem Klimov (Urss, 1985, 143’, Colore)Restauro: Mosfilm (produttore del restauro, Karen Shakhnazarov) Into the Night [Tutto in una notte]di John Landis (Stati Uniti, 1985, 115’, Colore)Restauro: Universal Pictures Non c’è pace tra gli ulivi (Under the Olive Tree) di Giuseppe
De Santis (Italia, 1950, 107’, B/N)Restauro: CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con CristaldiFilm di Zeudi Araya e Massimo Cristaldi Novecento (1900) di Bernardo Bertolucci (Italia, 1976, 317’, Colore) Restauro: 20th Century Fox, Paramount Pictures, Istituto Luce – Cinecittà e Cineteca di Bologna, con la collaborazione di Alberto Grimaldi e il sostegno di Massimo Sordella Ochazuke no aji (Flavor of Green Tea Over Rice) [Il sapore del riso al tè verde] di Yasujirō Ozu (Giappone, 1952, 115’, B/N) Restauro: Shochiku Co., Ltd. L’oeil du malin (The Third Lover) [L’occhio del maligno] di Claude Chabrol (Francia, 1962, 91’, B/N) Restauro: Studiocanal con il supporto di Centre national du cinéma et de l’image animée The Old Dark House [Il castello maledetto] di James Whale (Stati Uniti, 1933, 72’, B/N) Restauro: Cohen Film Collection / Cohen Media Group The Revolt of Mamie Stover [Femmina ribelle] di Raoul Walsh (Stati Uniti, 1956, 93’, Colore) Restauro: 20th Century Fox Sanshō dayū (Sansho the Bailiff) [L’intendente Sansho] di Kenji Mizoguchi (Giappone, 1954, 126’, B/N)Restauro: Kadokawa Corporation, The Film Foundation con la collaborazione di The Japan Foundation A completamento della sezione Venezia Classici, verrà presentata una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori.
Sono stati attribuiti all’attrice statunitense Jane Fonda e al regista e attore statunitense Robert Redford i Leoni d’oro alla carriera della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2017). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera. La consegna dei Leoni d’oro alla carriera a Jane Fonda e Robert Redford avrà luogo venerdì 1 settembre nella Sala Grande del Palazzo del Cinema (Lido di Venezia), prima della proiezione Fuori Concorso del film di Netflix Our Souls at Night, diretto da Ritesh Batra e interpretato da Jane Fonda e Robert Redford, prodotto da Redford e dalla sua società Wildwood Enterprises, Inc. A proposito di questi riconoscimenti, il Direttore Alberto Barbera ha dichiarato: “Poche star hollywoodiane hanno avuto una vita contraddistinta da atteggiamenti altrettanto risoluti e fieri come quelli esibiti da Jane Fonda nel corso della sua carriera professionale. Un’esistenza segnata da passioni intense, vissute all’insegna dell’indipendenza da ogni forma di conformismo, con una generosità toccante e vulnerabile. Di volta in volta, attivista politica e sociale, sex symbol, scrittrice, icona femminista, produttrice, profeta dell’esercizio fisico, ma soprattutto attrice di straordinario successo e non comune talento, Jane Fonda è tra le maggiori protagoniste della scena cinematografica contemporanea. Il Leone d’oro alla carriera è il tributo doveroso all’impeg- I Leoni d’Oro 2017. Nella no personale e alle brillanti qualità di un’interprete che ha saputo dar vita a personaggi indimenticabili, pagina a fianco, Jane Fonda. controversi e disparati, dando prova di un’incessante capacità di reinventarsi, pur rimanendo fedele a se Qui sopra, Robert Redford stessa, ai propri valori, al proprio indiscusso talento d’artista”.
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Arena Lifestyle 06/17- CLASSICA/ POP
Musica
A fianco, l’immagina di lancio di Kaleidoscope, il nuovo album dei Coldplay, uscito dopo tre anni di lavoro. Terminato l’ultimo tour, Chris Martin e i suoi si sono messi al lavoro. E i risultati sono molto buoni. I Coldplay si confermano come una band degli Anni Duemila amata dai giovani ma non solo
a cura di Marta Fadda
KALEIDOSCOPE I
IL NUOVO ALBUM DEI COLDPLAY
l 14 luglio 2017 è uscito il nuovo EP dei Coldplay dal titolo Kaleidoscope, contenente 5 brani. Questa versione digitale, anticipa quella fisica che uscirà il prossimo 4 agosto dopo un lavoro durato tre anni e dopo l’uscita del disco – nel 2015 – di A Head Full Of Dreams che vanta la collaborazione con la pop star americana Beyoncè nel singolo Hymn For The Weekend (2 milioni di copie vendute solo negli Stati Uniti, 600.000 nel Regno Unito, 350.000 in Italia e altre centinaia di migliaia di copie in altri paesi tra Europa, Sudamerica e Oceania). Il titolo di questo EP prende il nome dal titolo dalla settima traccia di A Head Full Of Dreams che ha riscosso un successo planetario con un tour che conta 123 date. Terminato il tour, il frontman Chris Martin, ha annunciato pochi giorni dopo l’uscita di questo EP entro il 2017: ed ecco infatti che già il 22 febbraio è stato rilasciato il primo singolo Something Just Like This che anticipa il secondo Miracles (Something Special), uscito proprio il 14 luglio 2017 assieme all’EP ed accompagnato da un lyric video. Per molti fan storici della band londinese, gli ultimi lavori non sono soddisfacenti dal punto di vista sonoro e compositivo (soprattutto in riferimento a dischi come Parachutes, il primo lavoro in studio datato 2000 o Mylo Xyloto del 2011). Ma questo malcontento di alcuni - visto il successo planetario coronato da milioni di copie vendute e da stadi completamente sold out - è solo un capriccio da fan sfegatati che seguono la band da quasi un ventennio. I Coldplay si confermano una delle band degli anni Duemila che uniscono giovani, giovanissimi e amanti di tutte le età dell’alternative rock e del pop rock con cui ci presentano questo EP fatto di suoni che ricordano un po’ i primi lavori e soprattutto sperimentale: una delle tracce che più colpisce è ALIENS, un brano in collaborazione col produttore britannico Brian Eno. Miracles (Something Special) è invece un brano che si avvicina alla r’n’b che potrebbe far storcere il naso ai fan sfegatati mezionati poc’anzi: il brano è infatti in collaborazione con il repper americano Big Sean. All I Can’t Think About You ricorda invece le sonorità alla Radiohead e che si inserisce all’interno del discorso della sperimentazione sonora. Hypnotized conclude il lavoro con un accompagnamento di chitarra, piano e voce assieme ad un contorno elettronico che tanto piace ai Coldplay degli ultimi anni e a tanti altri artisti della scena musicale attuale, ricoperti - in poco tempo- di dischi d’oro e di platino. Se per un certo punto di vista è qualcosa di già sentito e visto (la copertina ricorda dai colori e dalle forme di A Head Full Of Dreams), questo disco è l’ennesima conferma che i Coldplay li ascolteremo e ce li ricorderemo anche fra cinquant’anni proprio come oggi ci ricordiamo le rock e pop star dei tempi passati. m.
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Arena Lifestyle 7-8/17- LIBRI
Libri
Qui a fianco la gioia del vincitore Paolo Cognetti, alla cerimonia finale di premiazione
a cura di Cecilia Consoli
TUTTI STREGATI DA COGNETTI
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a magia si è ripetutta ancora una volta, con una cinquina di finalisti davvero notevoli e un vincitore eccezionale. Si è concluso, poco dopo la mezzanotte, lo spoglio della seconda e ultima votazione che ha proclamato Paolo Cognetti, con il romanzo Le otto montagne (Einaudi), vincitore della LXXI edizione del Premio Strega, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Strega Alberti Benevento con il contributo della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca e Toyota Motor Italia. Come da tradizione gli Amici della domenica si sono riuniti nel giardino del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia dove Edoardo Albinati, vincitore del Premio Strega 2016, ha presieduto il seggio di voto. La somma dei voti elettronici e delle schede cartacee 545 su 660 aventi diritto, ha portato alla vittoria il romanzo di Paolo Cognetti Le otto montagne (Einaudi), con 208 voti. Seguono Teresa Ciabatti con La più amata (Mondadori), 119 voti; Wanda Marasco con La compagnia delle anime finte (Neri Pozza), 87 voti; Matteo Nucci, con È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie), 79 voti e Alberto Rollo con Un’educazione milanese (Manni), 52 voti. Questo risultato comprende i voti dei 400 Amici della domenica, di 40 lettori forti selezionati da librerie indipendenti italiane associate all’ALI e di 20 voti collettivi provenienti da Biblioteche di Roma, scuole e università. Da quest’anno si sono aggiunti 200 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 20 Istituti Italiani di cultura all’estero, per un totale di 660 aventi diritto. A Paolo Cognetti è andato anche il Premio Strega Giovani, la targa è stata consegnata nel corso della serata dall’Amministratore Delegato di BPER Banca Alessandro Vandelli. Nel corso della serata Romano Montroni, Presidente del Centro Per il Libro e la Lettura ha premiato Ludovica Polidori (Liceo Scientifico Rossetti, San Benedetto del Tronto), Sabina Carrozzini (Liceo Classico Giannone, Benevento) e Flavia Ricci (Liceo Classico Mamiani, Roma) le giovanissime autrici dei tre migliori racconti selezionati per il Premio Scriviamoci, promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dal Centro per il libro e la lettura, dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Toyota Motor Italia, che ha coinvolto 138 studenti degli istituti superiori di tutta Italia. Ciascun autore ha scritto un racconto sul tema Uomo Macchina Ambiente. Le autrici si sono aggiudicate rispettivamente: la prima classificata un viaggio d’istruzione messo in palio da Toyota Motor Italia presso uno dei suoi centri di produzione e ricerca europei; la seconda classificata ha conquistato la partecipazione per due persone a un festival letterario italiano; la prima, la seconda e la terza classificata hanno vinto uno stage di due giorni a cura della scuola di scrittura Molly Bloom di Roma. I racconti saranno pubblicati nell’antologia Scriviamoci 2017 insieme agli altri dodici testi finalisti.La serata è stata trasmessa in diretta su Rai Tre, con la conduzione di Eva Giovannini. Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017 sabato 9 luglio ha incontrato il pubblico di Cervo in occasione della serata finale di Cervo ti Strega, intervistato da Giampiero Mughini.
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Arena Lifestyle 07-8/17- WEEK END GIUGNO/ Amburgo
AMBURGO, CITTA’ DAL CUORE VERDE I ca
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Amburgo è la città tedesca più grande dopo la capitale, Berlino. E’ una metropoli ricca di sfaccettature storiche e culturali, la caratterizzano: teatri, musei, concerti, cabaret, eventi sportivi e musicali, feste popolari, locali storici e d’avanguardia.
Essendo una città molto attiva sotto diversi punti di vista non stupisce il fatto che ogni anno attragga molti turisti dall’estero e soprattutto molti giovani tedeschi (per visitare il famoso quartiere a luci rosse). Nonostante sia lontana 100 km dal mare, la città di Amburgo vanta uno dei più grandi porti d’Europa e del mondo. A fare da padrone alla città infatti è il fiume Elba, il quale ha permesso un grande via vai di navi e commercianti nella sua storia. Amburgo, oltre a essere una città molto importante dal punto di vista economico, lo è anche dal punto di vista dell’istruzione. In città è infatti presente una sede universitaria con centri di ricerca all’avanguardia. Amburgo è anche la città più verde della Germania; dappertutto si incontrano parchi, prati, giardini pubblici e canali, attraversati da innumerevoli ponti (ce ne sono più di Venezia, Amsterdam e Londra messe insieme). Bellissimi sono i due laghi artificiali che contornano la città, si sono formati dal fiume Alster. Tutto questo bellissimo territorio lacustre si può facilmente ammirare con un giro in battello. Gli abitanti della città amano passare molto tempo all’aria aperta e anche ai turisti è consigliato di godersi la natura. Amburgo è comunque una città più da vivere che da visitare infatti non si trovano molti monumenti antichi come in altre città europee anche a causa dei pesanti bombardamenti avvenuti durante la seconda guerra mondiale dalla quale la città è riuscita a rinascere ancora più bella. Il confine storico definisce ancora il centro della città, ufficialmente costituito dal distretto dell’Altstadt e da quello del Neustadt. L’orizzonte del centro storico di Amburgo è dominato dal verde pallido delle guglie e delle cupole di rame delle chiese, quelle che rimangono dalla guerra. Molto consigliata è la visita a queste chiese salendo anche sul campanile. Per esempio il campanile della chiesa di Haupt-
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Arena Lifestyle 07-8/17- WEEK END GIUGNO/ Amburgo
kirche St. Michaelis (sulla Michaeliskirchplatz, nel quartiere di Krayenkamp), da dove è possibile godere di una spettacolare vista della città. Amburgo è anche molto nota per i numerosissimi musei che la caratterizzano. Uno dei più famosi è l’ Hamburgmuseum che offre una descrizione dettagliata della città di Amburgo dall’VIII secolo al XX secolo. La visita può poi proseguire con un giro nell’area ad ovest della stazione ferroviaria centrale, una zona commerciale tra le vie Spitalerstrasse e Mönckebergstrasse. Nei pressi della stazione si trova anche la Kunsthalle, uno dei musei più grandi della Germania, è ospitato in un edificio in stile rinascimentale e propone ampie e diversificate collezioni artistiche. Il museo rappresenta l’inizio della via Kunstmeile di Amburgo, il “miglio d’arte”, sede dei più grandi centri culturali della città. Nella stessa zona si trovano anche le chiese di St. Jacobi e St.Petri che sono due dei principali edifici religiosi della città. In quest’ultima chiesa si trova anche la più antica opera d’arte di Amburgo, il battente a forma di testa di leone sulla porta principale. Accanto troviamo anche il palazzo Hubelhaus risalente agli inizi del XX secolo. Sul lato opposto della strada, è possibile vedere gli scavi della piccola fortezza di Hammaburg, eretta nel IX secolo e dalla quale la città ha presso il nome.Amburgo è famosa anche per i negozi esclusivi e l’elegante Alsterarkaden è uno dei luoghi più interessanti per lo shopping. Le arcate storiche, ispirate all’architettura veneziana e illuminate da lampade in ferro battuto durante la sera, vi guideranno lungo i canali alla piazza principale di Amburgo e il suo municipio, riccamente decorato. L’Altstadt ospita anche la maggior parte dei vecchi edifici della città, il Rathaus (nella piazza che prende il suo nome, Rathausplatz), e cioè l’antico Municipio. Molto pittoresco è anche tutto quello che c’è intorno al Rathaus, a cominciare dall’Alsterkaden, i portici sotto i quali si trovano diversi locali in cui poter bere un caffè con una grande vista. La torre dell’Orologio, alta 49 metri, si affaccia sul Rathausmarkt e sul canale Alster, il più grande della città. Non lontano, ci sono due aree interessanti: la prima è la via
Deichstrasse, dove troviamo alcuni edifici sopravvissuti al grande incendio della metà dell’Ottocento, come il filare di case e i magazzini dei mercanti del XVII e XVIII secolo. Nella stessa zona troviamo anche il canale Nikolaifleet, uno dei luoghi più suggestivi della città, e la sua Hohe Brücke (Ponte Alto) alla fine della strada. Un’ altra area molto amata è la Speicherstadt (città dei magazzini), caratterizzata da un’atmosfera molto pittoresca dovuta alle strade acciottolate, ai frontoni e alle torrette che rende la zona sul lato del canale Zollkanal una zona molto particolare. In questa zona si trova inoltre il complesso di magazzini più antico del mondo ancora oggi così ben conservato, rappresenta forse il simbolo maggiore dell’antica città anseatica. Diciassette magazzini di sette-otto piani situati lungo i canali di Amburgo, in prossimità del porto. Una volta caduti in disuso sono stati adibiti a musei e aree di esposizione. Un posto che può rendere la visita un po’ più vivace è l’antico e chiassoso mercato del pesce dove è possibile acquistare e gustare ottimo pesce tutte le domeniche. Un’altra attrazione molto apprezzata è il Miniatur Wunderland cioè un mondo in miniatura creato con grande precisione dove si può trovare il modello di ferrovia in scala più grande al mondo. Lungo il fiume Elba si trova anche il Blankenese, un antico villaggio di pescatori con strade pittoresche, scale ripide, plendidi giardini, una sorprendente vista sul fiume e piccole casette che si stringono insieme. Ad Amburgo è anche presente un tunnel che passa sotto il fiume Elba e collega il quartiere di St. Paoli alla zona industriale di Steinwerder. Attraversarlo può rivelarsi un’esperienza interessante e una volta arrivati dall’altra parte del fiume si gode di una bella vista sulla chiesa di San Michele, sul veliero “Rickmers Rickmer” e sulle banchine d’imbarco. Il cimitero di Ohlsdorf e considerato un vero e proprio monumento data la presenza di moltissime sculture, spazi verdi, laghetti e moltissimi sepolcri storici.
COSA MANGIARE A AMBURGO La cucina di Amburgo è la cucina tedesca forte, saporita e deliziosa, dominata dalla carne di maiale, , salami, stinco, prosciutto, e salsicce a volontà. La salsiccia è davvero dappertutto lungo le strade in piccoli chioschi, eccovi un veloce elenco di tipi di salsicce per orientarvi alla meglio: weisswurst, una specie di sanguinaccio bianco,bockwurst, dalla pelle molto dura, plockwurst, rosata e contenente anche la carne di manzo, bierwust, una sorta di salame, bratwurst, grigliata, schinkenwurst, affumicata e molto spessa. I contorni ideali delle salsicce sono soprattutto il cavolo rosso, o sottaceto, ma anche le patate, fritte, nel purè, in insalata, ed i Knodel, polpette di pasta molle a base di mollica di pane e patate. Provate poi il pane tedesco davvero sublime, scegliete fra il weissbrot, pane bianco, il Vollkornbrot, pane ai cereali, ed i Brotchen, i panini. Particolari di Amburgo ci sono poi alcune specialità tipiche che del nord Europa unite a sapori agrodolci esotici, il pesce come le aringhe e gli sgombri affumicati, l’ente vieralndes art, oca grassa farcita di patate, il grunkohl hamburger art, cavolo verde con salsicce e guance di maiale, ed il labskaus, carne e pesce salati con purè di patate.
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Il quartiere di Altstadt ospita la maggior parte dei vecchi edifici della città, palazzi pieni di fascino come il Rathaus, l’antico municipio, circondato da caffè molto pittoreschi e affacciato sul canale Alster
Arena Lifestyle 07-8/17- GRAND TOUR/ WEST SICILIA
SICILIA, SULLE ORME DEI FENICI
Qui sopra, vista della perla della Sicilia Settentrionale, la cittadina di Cefalù, dominata dalle torri del Duomo edificato a partire dal 1131 e completato in epoca sveva. Meta preferita dal turismo che arriva in aereo, incanta con le sue stradine piene di ristorantini e shop. Alle spalle di questo abitato si staglia la Rocca, una rupe nota come U Castieddu (il castello), alta circa 270 metri, che si protende sul mare. Sulle sue pendici si possono ammirare i resti di una fortezza medioevale. Tra le spiagge più belle della costa nord della Sicilia ci sono anche quelle di Mondello, con il suo mare limpidissim. E il lido di Torre di Conca, a Finale di Pollina, insinuato tra le rocce.
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idi eleganti e silenziosi e spiagge per famiglie, ma anche aree protette e calette isolate. La costa settentrionale della Sicilia, da Torre Conca a Magaggiari, regala 120 chilometri di mare da sogno, una cartolina che pare infinita. Sono queste le coste che hanno stregato i Fenici e hanno portato qui altre civiltà di grande cultura come i Greci e gli Arabi. Le spiaggie in alcuni punti della costa sono quasi uguali a quelle di tremila anni fa, la mano dell’uomo non ha osato toccarle. Altre sono invece più urbanizzate e circondate di paesini incantevoli. Un tour alla scoperta delle rotte fenicie, non può partire che dalla regina del territorio, senza dubbio Cefalù, il polo di attrazione della costa siciliana che si affaccia sul Tirreno. Incanta con la sua bella spiaggia di sabbia, pulita e allegra, facilmente accessibile. Con un centro storico bellissimo e vivace, che stupisce per la quantità di servizi e di locali, di residenze private bellissime e segrete e lo spettacolare duomo medioevale, Patrimonio dell’Umanità Unes-
co. E’ una destinazione frequentatissima sia dai palermitani, in cita fuori porta, sia dai turisti nazionali e stranieri. E’ uno di quei posti che non si dimenticano, conquistano ed emozionano con il loro mix di fasicno autentico e di ospitalità sempre più internazionale. In tanti arrivano per fare una psseggiata trai vicoli e le piazzette, lo shopping di artigianato e prodotti tipici, ma sono di più quelli che arrivano solo per godersi la spiaggia distesa a ridosso del lungomare, le scalette che scendono giù fino a sfiorare l’acqua, le piccole aree attrezzate con ombrelloni e sdraio per chi desidera qualche comodità in più. La sabbia fine e i fondali bassi, popolati di pesciolini e crostacei la rendono indicata per i bambini e per le persone che non vogliono farsi una nuotata chilometrica in mare aperto. Sul lungomare ci sono ristorantini, alberghi e bar aperti fino a tardi ma non rumorosi, i principali punti di interesse si raggiungono a piedi, dunque Cefalù è preferita da tutti coloro che arrivano in areeo. Il Duomo, fondato alla
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Arena Lifestyle 07-8/17- GRAND TOUR/WEST SICILIA
metà del XII secolo, con il presbiterio decorato a mosaico, è dominato dal Cristo Pantocratore che lascia tutti in silenzio, cosè come il bel lavatoio medioevale e il Museo Mandralisca. Le spiaggie di Cefalù più interessanti per chi ama trovare angoli indimenticabili, non si trovano però sul lungomare. Spostandosi verso est si trova la zona delle Calette, una serie di picole baie rocciose dove spesso si può fare il bagno in totale solitudine. Specie al mattino presto, al tramonto o ai primi di settembre. Dop qualche chilometro si arriva alla bella Plaja degli Uccelli ( o spiaggia di S. Ambrogio), una striscia di sabbia e ciottoli incorniciata da colline verdeggianti, bagnata da un mare cristallino. Meno affollata dei lidi urbani di Cefalù, è abbastanza facile da raggiungere, Un’ altra molto gettonata è la spiaggia di Torre Conca, che si trova a circa 7 chilometri a est dopo la Plaja degli Uccelli. Siamo quasi alle porte di Finale, una frazioncina di Pollina. La si raggiunge percorrendo la stsatale 113, un nastro sottile di asfalto che si inerpica su per le colline sinuose, che in questo tratto di costa salgono e scendono quasi a sfiorare l’acqua, creano uno scenario di movimentata bellezza davvero straordinario. La spiaggia è una striscia di ghiaietto e sabbia, fresca e ridente, stretta fra alte pareti rocciose. Partendo da Cefalù verso Ovest, si incontra la splendida spiaggia di Salinelle, situata nel territorio di Lascari: il litorale è splendido, di sabbia fine, dorata, popolata di dune incoronate da cespugli di fico degli Ottentotti. Nei mesi più turistici viene allestito un piccolo lido, per il resto è spiaggia libera e non la si trova mai troppo affollata. Mondello è la spiaggia preferita dai palermitani, che la affollano allegramente. Bellissima e con un’acqua cristallina, offre servizi sia agli amanti dello sport sia alle famiglie con bambini, ai single che preferiscono le spiaggie glam con cabine, jet
set e area massaggi. Qui è possibile affittare cabine, praticare sport acquatici, trovare un’area bimbi per piazzare i figli. La sabbia finissima e corallina, incornicia le attività di quelli che vogliono andare in spiaggia ma non riescono a stare fermi, devono essere sempre in continua attività. Il golfo di Mondello è racchiuso fra due promotnori: uno di essi, Capo Gallo, si trova all’interno di un’area marina protetta ed è a sua volta tutelato da una riserva naturale. In questo punto la costa si fa rocciosa, segreta, rende l’accesso al mare una piccola avventura. Gli amanti dello snorkeling arrivano qui via terra e via mare ad ammirare la ricchissima flora e fauna marina. Oltre questo braccio di mare, un tratto di litorale sotto al faro è frequentato dai nudisti. Si prosegue sulla sabbia a Magaggiari, all’estremità nord orientale dell Golfo di Castellammare, tra Cinisi e Terrasini. La spiaggia è facilmente accessibile e altrettanto frequentata, con un lido attrezzato per chi ama le comodità. Si estende a ridosso del lungomare punteggiato di bar e ristoranti, con aree a basso fondale ideali per i bambini e punti più ventosi ideali per gli amanti del windsurf. Per chi non resiste molte ore in spiaggia, la Sicilia occidentale offre mete culturali eccezionali, escursioni fra i templi greci e i resti romani, alla scoperta dei segni dell’antica colonizzazione fenicia. Una civiltà di mercanti e navigatori che avevano fatto anche di quest’isola la propria casa. I Fenici a partire dall’VIII secolo Avanti Cristo stabilirono avamposti in tutto il Mediterraneo, intessendo rapporti paritari con le popolazioni autocntone. Gli antichi insediamenti presenti in Sicilia sono risalenti al periodo fenicio-punico. Tra Siracusa e la città gemella Selinunte le tracce da seguire sono molto affascinanti. La zonsa più densa di siti prettamente fenicin parte da Mozia, per
DOVE MANGIARE E DORMIRE Molte location degne di nota sono antiche, organizzate secondo la struttura mediterranea, con giardini e terrazze. Altre sono ricavate in ville piene di fascino e di moderni confort. A Cefalù Le Calette offre stanze diverse, solarium, accesso privato al mare, piscina. Villa Palamara 1868 è ideale per chi preferisce gli appartamenti indipendenti in una affascinante dimora storica con tanto di torre merlata, tra la collina e il mare. Le Dune è un bed & breakfast con uno spazio attrezzato privato sulla spiaggia. A Mondello, il Mondello Palace Hotel con parco, piscina, spiaggia riservata è dotato anche di ristorante. A Magaggiari, nel verde di un giardino mediterraneo, il resort Magaggiari con appartamenti e ville indipendenti, ristorante, piscina, campo da tennis. I ristoranti migliori della zona sono “Los Scoglio ubriaco” a Cefalù, con terrassa sul mare e atmosfera romantica. L’Arrhais di Pollina, con ricette tradizionali rivisitate. Per chiudere una passeggiata, l’Eden Bar di Pollina offre la migliore granita siciliana della zona, con una grante varietà di gusti, dal gelsomino alla mandorla, da accompagnare con uno sbuffo di panna e la caratteristicha brioche. Il Mida Lounge Bar sulla spiaggia di Mondello è perfetto per la serata con musica dal vivo o dj set, ma aperto tutto il giorno per offrire lunch leggeri, aperitivi.
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Qui sopra, uno scorcio della bella spiaggia di Mondello, punteggiata di bar, pasticcerie e ristorantini dove si gustano ottimi spaghetti con i ricci e tanti saporiti piatti della tradizione siciliana.
Arena Lifestyle 07-8/17- GRAND TOUR/WEST SICILIA
raggiungere Agrigento. La prima tappa da visitare è quella dell’antica Mothia, sull’isola di San Pantaleo nello stagnone di Marsala, dove i ritrovamenti fenicio punici risalenti all’VIII secolo sono i più importanti di tutta l’isola. Qui si possono osservare strutture caratteristiche come il Santuario del Cappidazzu, il Tofet (il cimitero dei bambini), la zona abitativa dove si trova la famosa Casa dei Mosaici, il bacino sacro del Kothon. L’area di Selinunte è imponente, intrisa dalla cultura greca. I muri e i quartieri fenicio punici vanno ricercati tra le colonne e le mura elleniche di Selinunte, che possiede un’imponente area archeologica. Si evidenziano le tecniche architettoniche tipiche dell’africa, con un telaio portante colmato di pietrame, fango, mattoni . Il parco archeologico di Eraclea è semplicemente incantevole: la colonia greca di Selinunte ebbe ricchissimi scambi commerciali con i Fenici. Poco distante, la riserva naturale della Foce del Belice, protegge il paesaggio della costa, mantaenendolo così come doveva apparire all’epoca in cui questo mare era solcato da grandi navi triremi. Il fiume fu fondamentale per favorire l’insediamento delle prime colonie e per sostenere i primi commerci con le popolazioni dell’interno. I Fenici si spinsero anche verso le montagne dei Sicani, come dimostra il ball’altare punico che alcun hanno identificato nei basamento di pietra di fronte al Santuario di San Pellegrino a Caltabellotta. E’ bellissimo il nuovo Museo del Mare di Sciacca, inaugurato in un complesso nobiliare del tardo Quattrocento, che espone i reperti rinvenuti nel Golfo. Si mostrano le condizioni di ritrovamento dei pezzi nei fondali. La raccolta comprende molte anfore olearie e vinarie del VII-VI secolo avanti Cristo, una ciotola dell’età del Bronzo e statuette fenicie tra cui Melqart, nume tutelare della città di Tiro, ritrovata da un
pescatore nella baia di fronte a Sciacca. La tappa è utile per “tastare” (assaggiare) le specialità culinarie della città. In particolar modo le “cucchitelle” e la “tabisca saccense“. Le cucchitelle, volgarmente conosciute come “cucchiteddi”, sono dei veri e propri capolavori della pasticceria di Sciacca! Si tratta di bocconcini fatti di pasta di mandorla e farciti con zucca verde (per intenderci la zuccata tipo quella della Cassata) e marmellata. L’origine del nome deriva dalla loro particolare forma di mezzo cucchiaio. Per alcuni la ricetta delle “cucchitelle” venne introdotta dagli arabi; per altri invece a prepararle per la prima volta furono le suore di clausura del Monastero di S. Maria dell’Itria in Sciacca, fondato nel 1380 dal conte Guglielmo Peralta e chiuso nel 1401. Di ottime se ne gustano al Bar del Corso. La “tabisca saccense” è invece un particolare tipo di pizza che deriva dalla tradizione contadina. Un tempo di dmensioni allungate, 60 cm circa, oggi è la pizza tipica di Sciacca. L’impasto è quello della pizza tradizionale che viene poi condita con cipolla, pecorino, acciughe, e olive nere. Di solito viene servita a tranci su una tavoletta di legno. Fra gli indirizzi migliori, la pizzeria La Grotta. Sempre un dolce creato dalle “Sante manine” delle suore di Sciacca, sono le “Ova Murina”. Si tratta di un dessert morbido, dalla forma cilindrica, farcito di crema con pezzetti di cioccolato e mandorle. Viene chiamato “cannolo estivo” appunto perché la ricotta durante il periodo caldo non viene prodotta, lasciando il posto alla crema. Per quanto riguarda l’etimo del nome esistono due scuole di pensiero: una traduce il nome con “Uova Moresche”, poiché furono i Mori a introdurre in Sicilia il cacao, la cannella, la vaniglia ed altri ingredienti specifici per la preparazione del dolce; l’altra invece fa risalire il nome alla somiglianza con la carne del pesce Murena che si presenta scura all’esterno e bianca all’interno.
LA PASTA CON LE SARDE, CON LA VARIANTE E’ il piatto più famoso dell’isola ed è tipico un po’ in tutta la Sicilia. Ma a Sciacca abbiamo trovato una variante speciale che ve la farà amare ancora di più. Ci sono diverse modalità per la preparazione di questo piatto, uno è quello alla palermitana e uno alla “Milanisa”, molto simile alla versione di Sciacca. La risposta è semplice: dalla Lombardia vennero gli artigiani della seta ad insegnare la propria arte e proprio a loro piacque molto la variante con il pomodoro. Quella senza è simile, ma più liquida. Assaggiando questa pasta arriva in bocca un tripudio di sapori: per esempio il finocchietto selvatico, la cipolla, le acciughe, le fantastiche sarde fresche appena pescate, il pomodoro, l’uva passa, i pinoli, l’olio d’oliva ed il pangrattato. Per aspettare il primo piatto, potete ingannare il tempo assaporando i fantastici arancini di Sicilia, che ormai si gustano anche mignon: alla carne e piselli, ma anche semplici al burro e formaggio o con gli spinaci.
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In alto, gli archeologi al lavoro sulle orme dei Fenici: gli scavi portano alla luce n antico pavimento a Mozia, a poca distanza da Trapani. Qui sopra, la bellezza delle spiagge di Sicilia, dominate dai ruderi di un antico castello. A destra, il teatro romano di Taormina, dove ogni anno si tengono bellissmi spettacoli di prosa e musica all’aperto, che incantano il visitatore con la bellezza del paesaggio circostante.
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Arena Lifestyle 07-8/17- GRAND TOUR/CORTINA
CORTINA, MALGA CON VISTA D ove trovare ristoranti gourmet con vista magnifica sulle Dolomiti? A Cortina d’Ampezzo, la destinazione più cool da vivere in estate, con eventi e luoghi da non perdere La nuda roccia della Tofana di Rozes e il verde rigoglioso dei boschi sono in piacevole contrasto nello scenario da favola che si può godere a Cortina, dalle terrazze panoramiche delle sue malghe o dalle finestre delle lussuose ville che punteggiano i prati verdissimi in agosto, il mese più glam della capitale italiana della montagna. Qui si svolgono manifestazioni esclusive alle quali accorrono migliaia di persone: dalle partite di polo sulla neve alla Coppa delle Dolomiti che mel mese di luglio porta a Cortina motori indimenticabili, che sfrecciano tra panorami mozzafiato e si sfidano in competizioni leggendarie che vanno ben oltre la semplice gara automobilistica. Il percorso si snoda fra le strade di montagna riconosciute come patrimonio dell’umanità Unesco. Per chi ama lo spettacolo, sempre nel mese di luglio si svolge “Teatro delle Dolomiti”, una rassegna che si svolge ad alta quota, con spettacoli tra le vette in programma presso alcuni rifugi. Per gli amanti del buon vino, l’appuntamento da non perdere è Calici di Stelle, una notte magica illuminata dallo scintiliio delle candele, che si svolge all’inizio di agosto in contemporanea con altre 250 città del Vino, in location ampezzane uniche e affascinanti come l’Hotel de La Poste e l’Hotel Concordia. Si tratta di veri e propri percorsi di intrattenimento enogastronomico dedicati a famiglie, wine lovers, dove degustare più di cento vini di
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produzione nazionale, abbinati a piatti tipici ampezzani. Per gli spiriti più dinamici, queste montagne ospitano anche varie trail running tutte da vivere. Ma anche quando la Delicious Dolomiti Trail non c’è, è possibile godersi una corsa tra la magia di questi luoghi percorrendo 35 km tra Plocolo, Croda del Lago, Cinque Torri, Nuvolau e Lagazuoi, percorrendo il Passo Falzarego, il più esteso museo all’aperto della Grande Guerra. La trail è un appuntamento anche all’insegna della gastronomia, poichè durante il tragitto si possono gustare deliziosi break, facilmente digeribili, preparati dai famosi chef dei rifugi che si trovano sul percorso. Tante proposte pensate anche per i più piccini, ai quali è riservata anche una mini corsa non competitiva. Per gli amanti della biciclietta, non mancano le gare e le sfide non competitive. Per i non professional, nelle vetrine cortinesi fanno capolino le nuove e-bike di Woolrich, disegnate da Deus Ex Machina, biciclette adatte sia al contesto urbano sia allo sport, caratterizzate da una incredibile leggerezza, e da una pedalata assistita, totalmente integrata da un motore da 250W che si può comandare dallo smartphone. Ma ora passiamo alle feste da non perdere: la Festa de Ra Bandes è un vero e proprio salto nel passato: offre concerti, sfilate, caroselli e tradizioni popolari, con le migliori performance bandistiche nazionali ed internazionali che illuminano, a ritmo di musica, la città di Cortina nell’ultima settimana di agosto. Il grande evento
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è animato dalla banda di Cortina, che vanta ben 150 anni di storia. La città comunque è già in fermentoin vista della nuova e importante rassegna espositiva alla quale si sta già lavorando, il “Salone Internazionale di Coritna 2021”, promosso da Cortina Polo Style, in vista dei Campionati Mondiali di sci che si terranno proprio a Cortina nel 2021. Nel salotto più amato delle Dolomiti, si tiene intanto una rassegna espositiva preparatoria, dove sono presnti gli alberghi, i ristoranti, i bari, i brand più importanti nel settore dell’edilizia, dell’arredo, dello sport, del food e dei servizi turistici. Tutti insieme lavorano per il grande rilancio di Cortina attraverso i Mondiali di sci. Malga Peziè de Parù offre un angolo bucolico e romantico che ha sedotto il cuore di tanti visitatori e anche di tanti innamorati che hanno deciso di sposarsi qui, arrivando con gli sci ai piedi e con un corteo di invitati in carver e snowboard. Questo rifugio di montagna è stato trasformatao in una location ideale per una serata esclusiva. Ospitalità e ottima cucina si coniugano in questa straordinaria cornice naturale, ambienti rustici e autentici diventano sfondo raffinato ed accogliente per degustazioni gourmet. A detta degli affezionati avventori, sono da provare le ricette legate alla tradizione culinaria locale: è quasi obbligatoria la scelta dei casunziei o del filetto di cervo in salsa di mirtillo, apprezzati soprattutto dagli stranieri. Per gli amanti della tradizione rinnovata, i ‘carafoi de pestorte’ (crostoli salati a base di patate, avvolti in un rotolo di pancetta al pepe) e la polenta di granturco locale, gialla come l’oro, condita con salsiccia e funghi, che si possono gustare sulla terrazza panoramica esterna, coccolati dal calore del sole. Per chi desidera vivere una esperienza da fiaba, si può scegliere
di fermarsi qui, avvolti tra i monti più belli del mondo, scegliendo una delle quattro camere da letto che portano i nomi delle cime ampezzane (Cristallo, Sorapis, Tofana e Croda del Lago). Da qui si parte per avventure molto divertenti, che includono percorsi escursionistici con le ciaspe, camminate estive all’ombra di fitti boschi e splendidi sentieri panoramici. Oppure si possono godere i viaggi sensoriali nei bagni di fieno e fiori di montagna. Qui si ritrovano gli appassionati di auto d’epoca, che organizzano ogni anno un festoso summer party. Malga Ra Stua è un alto rifugio inserito in un paesaggio molto suggestivo, a gestione famigliare, sito in un luogo dove di notte nel mese di ottobre si resta svegli perché il verso di corteggiamento dei cervi sotto la finestra non fa dormire. Si può scegliere di assaggiare sia i piatti tipici sempre presenti nel menù. Gli ingredienti sono tutti ottimi, come la carne che proviene da allevamenti delle zone vicine e le verdure di stagione. Per chi vuole spingersi verso San Candido, tra dimore che sfoggiano uno stile mitteleuropeo e un contesto paesaggistico tipicamente dolomitico, il Boutique Hotel Zenana offre una ospitalità speciale. E’ una ex dimora storica adibita a struttur ricettiva contraddistinta da lusso e raffinatezza. Qui dove sorgeva uno dei caffè viennesi più importanti dell’Alta Pusteria, si può scegliere fra 9 suites perfettamente arredate, molto curate nel dettaglio, sofisticate e accoglienti. Ognuna diversa dall’altra, ognuna contraddistinta non casualmente, dal nome di una donna. Zenobia, la regina di Palmira ricordata come la donna più bella del Medio Oriente; Sambiana, la leggendaria principessa del bianco invenro della Val Pusteria; Coco, la paladina dello stile firmato Chanel che ancor oggi incanta milioni di donne nel mondo. Femminilità e charme valorizzano arredi e design d’epoca.
I SEGRETI DI CORTINA In Corso Italia si trova la Basilica dei Santi Filippo e Giacomo. Costruita tra il 1769 e il 1775 e restaurata nel 1975, al suo interno custodisce tesori artistici di notevole valore: l’Altare Maggiore tardobarocco di Johanes Müssack con dipinto di Antonio Zanchi; quello della Madonna del Carmine in legno scolpito, dipinto e dorato, attribuito al bellunese Antonio Lazzarini e quello della Madonna del Rosario, con il tabernacolo, attribuito alla scuola bellunese di Andrea Brustolon. A pochi metri dalla chiesa, sull’altro lato del Corso, una banca custodisce un tesoro, senza tenerlo rinchiuso nel caveau: per osservarlo, infatti, è sufficiente entrare al piano terra della Cassa Rurale ed Artigiana di Cortina d’Ampezzo, nell’edificio che, un tempo, ospitò la rinomata locanda Stella d’Oro. Qui si trova l’affresco delle Sibille risalente alla prima metà del XV secolo. L’opera rappresenta cinque figure femminili, con un mistero: la prima raffigurerebbe la Sibilla Valuensis (la giustizia), la seconda la Sibilla Nicaulia o Tiburtina, la terza la Sibilla Portuensis o Libica, la quarta la Sibilla Eritrea, mentre l’identità della quinta, che indossa una corona peculiare e, a differenza delle compagne volge lo sguardo all’esterno, resta un enigma.
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Arena Lifestyle 7-8/17- WINE & CO/ Calciatori e vino
A sinitra Andrea Pirlo, produttore a Brescia con l’azienda Pratum Coller. Qui sotto Don Andrès Iniesta, che esporta 1 milione di bottiglie l’anno
Fare goal nel bicchiere
Chissà se anche Totti sceglierà il vino per giocare le sue prossime partite. Molti calciatori deciso di dedicarsi alla viticoltura, un’attività che richiede buone gambe tra i filari e non perdona i colpi di testa in cantina
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Trezzolano l’ex allenatore di Parma, Genoa e Panathinaikos si rilassa lavorando la terra tra i filari accompagnato dalle figlie Giulia e Valentina. E punta sul biologico: le uve Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta danno vita a grandi classici veneti come il Valpolicella, l’Amarone e il Recioto. Luciano Spalletti, allenatore della Roma, ha comprato nella sua toscana a Certaldo. Nel vicino comune di Montaione ha acquistato una tenuta adibendola ad agriturismo di lusso. Una decina di ettari con boschi, olivi, lago, piscina e vigne. Durante la conferenza stampa della partita Roma-Chievo ha presentato il suo “Bordocampo”, un Toscana IGT prodotto da una selezione di uve Sangiovese e Merlot , prodotto in 10.000 bottiglie. Passando ai calciatori, tra più famosi viticoltori spicca Andrea Pirlo. Il centrocampista dei New York Cosmos che ha nel suo palmares un Mondiale, sei scudetti con Juve e Milan, due Champions League è partito da Flero, cittadina alle porte di Brescia dove è tornato dopo il suo addio al calcio. Nel 2007 l’allora centrocampista del Milan ha convertito i 7 ettari di proprietà della famiglia alla produzione vitivinicola. Nasce così Pratum Coller, azienda biologica che produce circa 25 mila bottiglie l’anno divise tra due rossi (blend di Marzemino, Merlot, Sangiovese e Cabernet), un rosato e un bianco vinificato con Trebbiano di Lugana, tutti con IGP Montenetto di Brescia. Anche Andrès Iniesta è stato conquistato dall’enologia. La Bodega Iniesta è una cantina dai numeri importanti: quasi 200 ettari coltivati a vigna e più di un milione di bottiglie esportate in tutto il mondo anche grazie alla fama mondiale che ha acquisito Don Andrès nei suoi anni al Barcellona e alle imprese con la Roja.
uelli che dopo la discesa in campo hanno scelto la discesa in vigna e in cantina, invece che la valigetta dell’assicuratore. Fare un buon rosso non è meno impegnativo che fare un goal, dal punto di vista tattico. Sarà per questo che molti grandi giocatori e allenatori si sono messi a fare il vino? Vino e pallone sono divenuti un connubio mitico. Non solo per chi ha potuto partecipare alle storiche le cene post partita con gli allenatori avversari innaffiate dai migliori vini di Sir Alex Ferguson, che più di tutti amava le bottiglie portate da Mancini e Ancelotti, incontrati più volte sia in Premier che sui campi europei. L passione di calciatori e allenatori per l’enologia aumenta: i primi passi li fecero Nereo Rocco, Enzo Bearzot e Fabio Capello., imitati dallo svedese (ma italiano d’adozione) Nils Liedholm, ex bandiera del Milan con cui ha vinto ben quattro scudetti negli anni ’50. Il Barone, allenatore galantuomo, dal 1973 ha scelto il Monferrato e Cuccaro: nella sua tenuta Villa Boemia ha iniziato a coltivare Barbera e Grignoletto, poi Pinot Nero, Cabernet Sauvignon e Franc e nel 1985 Villa Boemia è diventata una cantina a tutti gli effetti gestita dal figlio Carlo. Nei 10 ettari di proprietà la famiglia Liedholm ha continuato a produrre vini anche dopo la scomparsa di Nils, fino al 2015 quando ha venduto a un gruppo italo-cinese. Alberto Malesani a fine anni ’90 ha scritto la storia calcistica del Parma, portando la squadra dell’allora presidente Tanzi a vincere una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e la Coppa Uefa del 1999. L’idolo dei social per le sue pirotecniche conferenze stampa, nel 2015 si è preso una pausa, dedicandosi all’azienda agricola La Giuva. Sulle alture veronesi di
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Arena Lifestyle 7-8/17- FOOD & CO
Torna a Surriento...
I piatti tradizionali della Costiera Amalfitana, una località incantevole dell’Italia del Sud, giustamente celebrata anche da una famosissima canzone. Ecco cosa degustare e cosa portarsi a casa per riscaldare l’inverno
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a tavola della Costiera Amalfitana è fatta di colori: il giallo dei limoni, il verde intenso delle campagne, il blu del mare. In questa bellissima lingua di terra la cucina e il territorio sono legati in modo indissolubile. La bellezza favolosa delle cittadine, i tesori d’arte vanno goduti con un accompagnamento di sapori, aromi e profumi che diventano parte integrante di questo incanto. I limoni sono qualcosa che resta negli occhi per sempre di questo paesaggio attraversato dalle coltivazioni a terrazzamento, i cosiddetti “giardini”, e sono anche protagonisti di tante ricette che si gustano volentieri, si parte con la mozzarella affumicata tra le foglie di limone e si concludere con il liquore limoncello e i dolci indimenticabili come il babà, le delizie, i gelati di gelsomino e limone, i ravioli di ricotta insaporiti con la scorza grattugiata dell’agrume che ha il colore del sole.I piatti, i liquori e le bibite al limone sono talmente straodinari che non si può fare a meno di portarsi a casa questo frutto non solo fresco e vivo, ma riprodotto sulle ceramiche, le cartoline tipiche, racchiuso nei profumi e nei saponi. Ovale di Sorrento e Sfusato Costa di Amalfi sono i due limoni Igp della Costiera Amalfitana da acquistsare, autentiche glorie locali coltivate nei terrazzamenti dove le piante sono sostenute da pali di castagno e ombreggiate dalle tradizionali “pagliarelle” che riparano i frutti e ne ritardano la maturazione. Il limone sorrentino era presente già nella cucina locale ai tempi dell’imperatore Adriano. Ma sicuramente sotto la dominazione araba la coltivazione fu potenziata: era molto importante per i marinai, visto che l’alta concentrazione di vitamina C teneva lontano malattie come lo scorbuto.
Tra i produttori che lavorano ancor oggi artigianalmente il limone c’è il laboratorio della Cooperativa Cata, in via delle Cartiere di Amalfi, che propone marmellate, profumi, saponi e il limoncelloValle dei Mulini. Nella sede si possono visitare un limoneto e un Museo della Civiltà contadina ricco di attrezzi e documentazioni sulla vita agricola della zona. La cucina della Costiera Amalfitana è dominata dal pesce. Gamberi, scorfani, pezzogne, occhiate, ricciole, polpi, pesce azzurro, molluschi sono i protagonisti di ricette indimenticabili come gli “scialatielli ai frutti di mare”, uno dei formati di pasta fresca più caratteristici della Campania, che nasce proprio qui. Le alici, pesce umile e divino, sono diventate di un prodotto straordinario come la Colatura di alici di Cetara, un distillato di mare considerato l’erede dell’antico garum romano. Nel borgo marinaro di Cetara il lungo procedimento di lavorazione della Colatura inizia il 25 marzo alla festa dell’Annunziata e termina proprio questo mese, alla fine di luglio. Le alici pescate in primavera vengono private della testa e della lisca e messe in un contenitore per 24 ore, ricoperte di sale marino. Dopo la prima salatura sono poste in una piccola botte di legno, chiamata terzigno, alternate a strati di sale e pressate con un peso. Il liquido nato dalla pressatura è filtrato, esposto al sole per alcuni mesi e di nuovo messo nella botte. Infine, viene colato attraverso gli strati di pesce e di nuovo filtrato fino ad ottenere quel colore giallo ambra e quel profumo intenso che lo caratterizzano. Bastano poche gocce per trasformare il più semplice piatto di pasta in un’esplosione di sapore. Per ordinarla sul web,. www.delfinobattistasrl.it
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Arena Lifestyle 07-8/17- FASHION/ Trend uomo
MODA UOMO F/W CACCIA AI DETTAGLI Qui sopra: la camicia in piquet e il papillon total white di Camiceria Siniscalchi presentato da Lanificio Cerruti & DeGorsi Luxury Consulting durante The New Sartorial Thread - Nuovo Filo Sartoriale, l’evento collaterale di Pitti Uomo 2017 tenutosi a Palazzo Capponi, per la promozione della nuova generazione di sarti e artigiani e Masters of Craftmanship.
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oppiopetto chic, ma anche maglione extralarge, zainetto, scarpe artigianali e occhiali spaziali. Il guardaroba maschile del prossimo inverno punta tutto sui dettagli Tutti d’accordo, i buyer di moda maschile che si sono ritrovati a Pitti Uomo a Firenze neanche un mese fa. La moda maschile diventa sempre più rafinata, esigente e ricca di dettagli e citazioni del passato. Abiti, scarpe, borse, occhiali del prossimo guardaroba uomo per l’autunno inverno non passeranno inosservati. Innanzitutto un grande ritorno, quello del cammello, un colore che non può mancare quest’anno nell’armadio maschile, sia per i pezzi casual che formali, insieme al rosso, che viene preferito squillante, aggressivo. Imperdibile l’amarcord, i bei giubbotti sportivi rossi firmati Paul Smith o Lanvin. Oppure il completo rosso rubino stile Rolling Stones da portare con stivaletti di pitone chiaro e camicia color vino. E per i nostalgici dello ska, ecco il parka rosso che va bene anche per lo sci, portato con una t shirt a maniche oversize a scacchi bianchi e neri e pantaloni total black. Andando avanti con le citazioni, non mancano anche i tocchi di bianco: il trench foderato di seta color nocciola stilie Spandau Ballet. E i pantaloni da portare a Sankt Moritz quando si va in piscina al Kulm o al Palace, abbinati a un dolcevita pure bianco e con supermaglione a trecce e cappuccio grigio perla. Il perfetto look George Michael, no? Altro revival ma più inatteso, il marsupio: vituperato da molti, snobbato da moltissimi, eccolo qua che torna ancora una vol-
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ta, perchè non se ne può fare a meno di un contenitore, ma il borsello Anni Settanta siamo sicuri che nessuno oserà ritirarlo fuori. Ci mancherebbe altro. Torna il marsupio, da portare sia con l’abbigliamento casual ma anche con quello formale. Varia di dimensioni, piccolo, medio o maxi per chi deve riporci chiavi di supercar o supertelefoni molto preziosi. Se ne sono visti di bellissimi sulla passerella di Dior. Ma attenzione, per fortuna stavolta nessuno si sogna di portarlo appeso alla cintura. Il marsupio del Terzo Millennio, come ci spiegano sulle passerelle di Louis Vuitton, si porta infilato a tracolla, tra spalla e ascella. Vale a dire in posizione comodissima per far uscire dalla lampo le cuffiette o parlare in viva voce con qualcuno. Se si hanno meno di trent’anni, il marsupio si abbina bene a un lungo trench di camoscio cioccolato che copre pantaloni grigi morbidi, un maglione a v con camica dal collo coreano che sbuca distratta e felice, scarpe sportive bianche e berretto con visiera di pelle. Alla vita c’è una bella catena d’argento per sospendere chiavi di casa, chiavette usb e i charms preferiti. In alternativa ecco gli zaini, accessori must have unisex, che diventano oversize e in tonalità scure. Quelli bellissimi di Balmain sono enormi e pieni di tasche come quelli per la scuola, in pelle nera lucida o opaca, in goretex color bosco. Insomma, sono pronti a tutto. Nelle versioni eleganti il colore più cool per l’uomo è il bordeaux, meglio se griffato Berluti. Una griffe che propone elegantissimi
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completi giacca e pantalone in velluto liscio dai pantaloni skinny in color vino e tabacco, da portare con una semplice t shirt bianca o nera sotto e stivaletti neri a punta. Un outfit perfetto per le serate più glam. Altra opzione, ma sempre per giovanissimi, le tracolle parlanti: piccole, coloratisisme, con scritte enormi come Green o Hope (da Fendi). In abbinamento si rivedranno gli anfibi, da portare anche con l’abito elegante, purchè rigosamente neri. Si vedono sulle passserelle di Armani e Salvatore Ferragamo che li propone con la para carrarmato bordeaux. Grande ritorno anche per l’oversize: maglioni di cashmere enormi da portare con i jeans o con i pantaloni eleganti, bellissimi quelli proposti da Dries Van Noten. E poi le t-shirt di cashmere, le felpe e i bomber leggeri con decorazioni di animali: selvaggi, feroci con le zanne o teneramente domestici. Bellissimi quelli ricamati o stampati proposti da Etro e Dolce e Gabbana. Stanno benissimo con pantaloni scozzesi e dolcevita (Etro). E con sneakers camouflage (Dolce & Gabbana) Un grande protagonista del freddo sarà il dolcevita, da portare con la giacca o la maglia sportiva a trecce. Bellissimi quelli sulle passerelle di Ermenegildo Zegna. La giacca doppiopetto sarà preferita al blazer due o tre bottoni. Che si potrà portare solo nella mezza stagione in colori non troppo definiti, dal tabacco al noce, dal blu spento al grigio color mastice, rigorosamente senza cravatta e con camicia nera, come Alessandro Egger che la porta aperta sul petto mentre corre per le favelas di Manila nel reality Rai Pechino Express. Guarda chi si rivede da Emporio Armani: lo spezzato, ma in nuance col pantalone. Per l’abito completo si guarderà molto al passato, saranno ripresi tagli, colori, tessuti Anni Settanta. Ma attenzione, se la camicia e cravatta ha stufato, il doppiopetto si può portarlo con camicia scura in tinta o con camicia
dal collo coreano, senza nessun accessorio. Bello per il giorno anche il due bottoni in velluto con tasche a riporto profilate in pelle color kaki, camicia bianca a righe e cravatta di lana scura, scarpe con la fibbia. In alternativa il dolce vita nero, e i mocassini in tinta. Per il giorno si propone insomma o il superformale sartoriale con dettagli a mano, oppure un look glamour e comodo, perchè i pantaloni sono slim ma a cavallo basso o si allargano in vita in morbide pieghe. Quest’anno per l’uomo tornano molti riquadri e finestrati, occhio specialmente alle proposte di Prada. Per chi non se la sente di indossare un pezzo troppo serio c’è sempre il montgomery, un pezzo classico inglese che non perde il suo fascino, con alamari e cappuccio, in tonalità chiare oppure in toni più serali, visti sulle passerelle di Valentino. Tra quelli più insoliti, il montgomery verde salvia, da portare con pantaloni cipria, sneakers aragosta, golfino color noce e cappellino a visiera blu elettrico. Comunque il montgomery più cool è quello di N.21, in cashmere corto, color cammello, che al posto degli alamari ha delle stripes in velcro color tabacco. La sparizione dei bottoni continua, insomma. Come quella delle cravatte. Se piace, c’è anche il montgomery scozzese blu inchiostro con decorazioni di scritte, da portare con pantaloni e scarpe color ruggine, golfino grigio mastice e camicia azzurra. Oppure lo spolverino nero scivolato in shantung pesante, lungo quasi fino ai piedi, che valorizza i boys con i capelli lunghi: si va di pantalone nero, camicia bianca oversize e cappellino con visiera (tutto Dsquared). Per gli spiriti più sportivi, il bomber da paninaro ma in versione rivisitata, a quadretti rossi e neri da portare con berretto uguale e pantaloni di pelle. Oppure il bomber da London ‘80, in lana con disegno bianco e nero, da portare sopra un giacchino di lana sottile, zippato e col cappuccio, pantaloni ped de
PIETRO FERRANTE, I GIOIELLI “DA BATTAGLIA” Totem, aquile, piume e volti di pellerossa stilizzati impreziositi da incredibili “kostoweh”, gli scenografici copricapi da cerimonia e da battaglia ricoperti di penne d’aquila, pelle e perline colorate. Sono solo alcuni dei “protagonisti” della nuova capsule di gioielli per uomo firmata Pietro Ferrante ispirata ai Nativi Americani, un popoche esercitano ancora oggi un grande fascino tra quegli adulti che magari da bambini si divertivano a giocare a “indiani e cowboy”. Un mix altamente simbolico, trasformato per l’occasione in stilosi oggetti di desiderio unisex, pronti a ciondolare e ad irrompere pacificamente su maxi anelli, bracciali, collane e originali keyring in argento e altri materiali. Tutti i pezzi sono realizzati come sempre interamente a mano in Italia sotto la supervision dello stilista. Una collezione autentica, multitasking e trasversale, con pezzi da sfoggiare da mattino a notte.
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Arena Lifestyle 06/17- FASHION/ I trends uomo
Un altro momento di Salon of Excellence 2017, l’evento fiorentino a Palazzo Capponi Vettori firmato DeGorsi Luxury consulting che ha ospitato una disfida ad alto livello tra i big della sartoria maschile su misura. In lizza Sartoria Chiaia, Sartoria Siotti, Sartoria Carfora. In espozione le nuove proposte degli artigiani di Camiceria Siniscalchi e i modelli morbidissimi di Calzoleria Rivolta. Partner dell’evento la Camera Italiana Buyer Moda, presieduta da Mario Dell’Oglio. Particolarmente rilevante la presenza del Lanificio Fratelli Cerruti che in questa edizione ha promosso una selezione di sarti napoletani di altissimo livello ai quali ha fornito i propri tessuti per realizzare alcuni capi con una spiccata connotazione elegante. In alto, nuove proposte di calzoleria artigiana per l’inverno 201718: la classica inglese con lacci e con fibbia, anche bicolori. Illustrazione di Caterina Manzoni.
Arena Lifestyle 06/17- FASHION/ Trend uomo
poule e scapre bicolori come i mitici Duran Duran. Un altro classico anni Ottanta, insomma, che ritorna nelle versioni colorate o in tessuti operati. Bellissimi quelli proposti nelle collezioni di Gianni Versace. Sotto i grandi capispalla arrivano le righe, sia quelle black & white che quelle colorate. Per il bianco e nero, niente stripes grosse e orizzontali da gondoliere: bisogna cercare quelle oblique e sottili. Perfette per quelli che detestano l’anonimato. Le migliori sono quelle firmate Dolce & Gabbana o Givenchy by Riccardo Tisci. Tornano anche i quadretti, presenti in tutte le versioni di colori, hanno un seguito molto ampio di aficionados. Uno dei pezzi più belli è il super trench lungo di Balenciaga a quadretti sportivi da caccia, da portare con camicia arancione, cravatta cioccolato e pantaloni neri. Si possono anche indossare dalla testa ai piedi, magari in colori bruciati e con un outfit che ricorda quello di Woody Allen. ma i più preferiscono accostarli a pantaloni tinta unita tranquilli o sorprendenti, come si sono visti da Missoni e da Marni. una grande esplosione di colore. Il Giappone ispira tagli, forme e capi, che vengono occidentalizzati da inserti in pelle e accessori rock. Questo mix straordinario è stato molto applaudito sulle passerelle di Diesel Black Gold che ha proposto giacche grigio mastiche bordate di nero, senza collo, quasi dei kimoni, da portare con pantalone nero a coscia ampia e camicia bianca. Per gli
amanti della pelle ci sono anche i giubbotti con nervature che ricordano i corsetti dei samurai, da portare sempre con camicia fuori, a collo chiuso. Per i momenti più easy going, i jeans sono slim, delavè, arrotolati alla caviglia, da portare con calzino (Gallo) a vista. Bellissimi quelli che hanno sfilato per MSGM. Il dolcevita più gettonato è quello grigio perla, che si accompagna bene con i calzini chiari e i mocassini inglesi, anche se i jeans sono meno perbene, un po’ strappicchiati (ma non troppo) alle ginocchia. Tornando agli accessori, dimenticate gli occhiali da sole nei cassetti. Perchè quelli più glam per l’inverno 2017 dovrete proprio prenderveli: sono quadrati, a specchio, semplicemente spaziali. Il must have di stagione firmato Dior. E ora passiamo agli accessori: anche qui vince il colore. Il rosso spunta (insieme al nero) sulle scarpe. Il giallo, l’arancio e il verde felce si mescolano al nero e al blu nei millerighe obbligatori per le calze, che non devono spuntare mai monocolori (se non bianche) da qualsiasi modello di pantalone. A righe o decorati anche i cinturini degli orologi sportivi che devono avere il quadrante rigorosamente nero e le lancette rigorosamente bianche. Infine i cappelli: pochi i borsalini in passerella, antracite o neri, da portare sia con il doppiopetto principe di galles o finestrato, ma anche con grandi cappottoni neri, jeans e t shirt grigie a vista. Molti i berretti con visiera in pelle, a spicchi tutti uguali o a contrasto. Ma ci sono anche i baschi militari di feltro, che si sposano con i bomber in jeans.
IN PUNTA DI PIEDI
Le scarpe maschili per l’autunno ritrovano la punta, un dettaglio che si era un po’ perso nelle ultime stagioni, dietro a pantofole, sneakers, all star e quant’altro. Pure gli anfibi sono piu’ appuntiti del solito e naturalmente lo sono i polacchini in vitello spazzolato. Anche qui il colore tenta molto: ecco le all star rosso fuoco con profili bianchi, le pantofole eleganti in struzzo color salvia, menta e senape con nappine a contrasto, i mocassini inglesi appuntiti con la frangia e le nappe in nero e bordeaux, oppure le scarpe con fibbia laterale bicolori, anche a quadretti o pied de poule con inserti in pelle color cacao da portare col jeans. Ma ci sono anche i mocassini trompe l’oeil che simulano le church, con punta a contrasto in velluto o in camoscio color appaloosa e comodi elastici laterali per infilarle. Per i momenti più sportivi, le timberland da barca in colori tenui con para invernale (tutti le nuances, incluso il rosa) gli stivaletti alla caviglia in pelle o goretex bicolori, che simulano gli scarponi da montagna. Per i più spiritosi le sneakers ricoperte di scritte, adesivi, applicazioni, con stampe di animali, boschi, textures spaziali. Si accompagnano bene con i pantaloni chiusi da elastico alla caviglia, un trend dello scorso anno che resiste per alcuni marchi. E con tutto il corredo di marsupi e zaini che saranno un vero must di stagione. Mentre le reebok o le nike bianche in edizione limitata sono indispensabili per accompagnare total look audaci, per esempio outfiit completamente color ruggine (t shirt, pantaloni, parka e berretto con visiera) o piumini con stampe di lupi, orsi e aquile reali. I più seri ameranno la all star grigia in camoscio , passpartout per tutta la giornata, i polacchini in camoscio nero con la zip e i mocassini di vernice per le occasioni più formali.
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Presenti anche Passaggio Cravatte con splendida collezione delle cravatte su ordine, TeMa camicie e Ne/ No accessori. Si è tenuta inoltre la Tavola Rotonda: NEW DESIGNER’S SCOUTING BECOME DIGITAL Mario Dell’Oglio ha presentato la nuova piattaforma digital dei Best Shops.
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Grande successo per l’evento collaterale di Pitti Uomo 2017, Salon of Excellence a Palazzo Capponi Vettori. Lanificio Cerruti & DeGorsi Luxury Consulting hanno presentato New Sartorial Thread , l’attessimo live talk show sulle tendenze moda con la partecipazione dei più importanti buyer del mondo e l’attribuzione dell’ambito award dedicato alla migliore promessa tra i talenti presenti al Masters of Craftmanship: una accurata selezione di sarti, gioiellieri, pellettieri, camiciai e calzolai artigianali che hanno presentato le loro creazioni (1,2,3,13, 14) Alexander Djordjevic e Cristina Egger con Raffaele Napoleone a Palazzo Capponi (4,5) e al Gala inagurale di Pitti (4, 5,8). Mario del Oglio e Marc Sondermann alla tavola rotonda (6,7,8) . La stilista Dora Abodi vince l’Award (10). Shooting per Vincenzo Franco (11) Sartoria Chiaia (12) e Carolina Ferioli (13). Nelle stesse ore la città si accendeva per mille party: il Centro di Firenze per la Moda Italiana ha offerto l’evento di pre-apertura di Pitti Immagine 92 nel complesso di Palazzo Pitti / Giardino di Boboli. Una cena di gala su invito, e la performance Meraviglia Acrobatic Show . Barberino Designer Outlet, insieme a ONO Arte contemporanea, ha presentato 30 anni di icone da Kate Moss a David Bowie negli scatti di Michel Haddi. Firenze made in Tuscany magazine ha presentato un convegno al Four Seasons Hotel, in borgo Pinti 99. Nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio si è tenuta la cerimonia ufficiale di inaugurazione e premiazione Who Is On Next? Uomo, con finalisti Bad Deal, Magliano, Omar, Matteolamandini, Milano 140, Self Made by Gianfranco Villegas. Il Museo della Moda a Palazzo Pitti ha inaugurato la mostra Il Museo Effimero della Moda, prodotta da Fondazione Pitti Immagine Discovery con Gallerie degli Uffizi e Palais Galliera, curata da Olivier Saillard con Caterina Chiarelli. Il designer francese Christian Loboutin ha presentato un inedito special project. Hugo Boss sceglie Pitti alla Manifattura Tabacchi, la collezione è stata presentata con uno fashion show. Alla ex Banca di Roma si è tenuto il fashion show maschile di Istituto Marangoni. In passerella le collezioni dei migliori studenti di Milano, Londra e Parigi. Alla Limonaia di Villa Vittoria, è stata ammirata la mostra Il filo rosso delle idee, per i 200 anni di Lanerossi . Lockman ha offerto un cocktail con dj set nello store in via de’ Tornabuoni 76 per la presentazione della nuova collezione. Da Antichità Bacarelli è stata esposta una capsule delle più belle immagini dell’archivio Locchi sulla moda a Firenze (Antichità Bacarelli). .Al Circolo dei Canottieri, sulle rive dell’Arno, il carrarmato arcobaleno e i collage inediti degli scatti che David LaChapelle ha realizzato per Diesel.
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Foto bollenti per il superportiere Gianluigi Buffon (12) in barca con la compagna Ilaria d’Amico, sorpresi dal settimanale Chi in effusioni privatissime. Sorpresa anche per la First Lady Usa Melania Trump (13) che si è presentata in visita ufficiale in Francia in outfit perfetto, un tailleur Dior rosso ciliegia longuette, con taglio ‘New Look’, in omaggio allo storico couturier. E’ stata accolta da una stagionata (e rinsecchita) padrona di casa dell’Eliseo, Brigitte Macron, in giacchino zippato cortissimo, sopra al ginocchio, firmati Louis Vuitton. Alla faccia del bon ton. La duchessa di York Kate Middleton ancora imitatissima. Appena sceglie un classico ma non troppo, per esempio un abito rosso di Preen by Thornton Bragazzi, eccola subito copiata (in blu) da Mandy Moore. Con ben altro risultato però...Niente da fare per l’irrequieta pop star Justin Bieber (15). Il governo cinese ha detto no ai suoi concerti perchè disapprova la sua condotta di vita. Un pessimo esempio per i giovani cinesi. Insomma, gli ha negato il visto d’ingresso. Bocciato da Pechino, ma per chissa quali altre ragioni (dicono la rassomiglianza col premier) l’orsetto più famoso del mondo, Winnie the Pooh. L’attrice Charlize Theron (16) sorride finalmente: dopo la rottura con Sean Penn, novello padre adottivo per amor suo, non era più stata avvistata con un uomo. Anzi, oltre al lavoro – a giorni uscirà il thriller Atomica Bionda dove l’attrice interpreta una sensuale spia alla vigilia della caduta del muro di Berlino, l’ attrice fino a poco tempo fa si dichiarava concentrata sui figli, la piccola August (2 anni) e Jackson (5 anni). Ma ora, durante un’intervista radiofonica con Howard Stern (riportata da People) ha detto che starebbe uscendo con uomo di cui sembra entusiasta. Forse perchè non è un personaggio famoso? Charlotte Casiraghi (17) figlia di Carolina di Monaco è felice. Lei e il produttore cinematografico Dimitri Rassam, 35 anni, figlio della bellissima attrice Carole Bouquet, sono sempre più innamorati. Dopo le tenere immagini rubate ulla spiaggia di St. Tropez, sono stati visti a bordo del Pacha III. Dimitri vive tra Parigi e Los Angeles. Come Charlotte ( madre di Raphael) è anche lui un genitore single, padre di Daria, 6 anni, nata dal matrimonio con la modella russa Natasha Novoselova, finito nel 2015. David Beckam ha deciso per il 41° tatuaggio. L’ex calciatore (18) è un grande fan della body art. Il regista Tinto Brass (19) 84 anni si sposa il prossimo 3 agosto con l’avvocato 56 enne, sua assistente e attrice Caterina Varzi, 56 anni. Augurissimi anche a Vittorio Sgarbi (20) grande artefice di grandi mostre di successo. E per finire, la più chiacchierata dell’estate, Ambra Angiolini, 40 anni, immortalata fra le braccia del mister della Juventus, Massimiliano Allegri (21). Baby, attenzione ai paparazzi...
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Arena Lifestyle 07-8 2017/ HITECH - Le app da fotoritocco
RITRATTISTI CON LO SMARTPHONE
Qui sopra: ci vuole pazienza per apprendere l’uso di Procam 4, la miglior app fotografica per vari dispositivi. A sinistra, la proposta di Open Camera per Android. ad usarle. I giorni migliori sono quelli dei viaggi intercontinentali. e vacanze sono il momento ideale per mettersi a studiare Oppure quelli al mare, con moglie, figli e suocera. Oppure con il funzionamento di macchine fotografiche, software e marito e figlio che se ne stanno per ore a pescare granchi e telline. app. Quelle da fotoritocco che fanno tutti felici...
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Questa estate c’è un motivo in più per starsene sotto l’ombrellone, se temete le rughe o anche solo i raggi bollenti del sole che causano sempre più problemi alla pelle, dopo i 40 anni: studiare una app per fotoritoccare al meglio le foto fatte con lo smartphone. Non importa che si tratti di ritratti o di panorami: quel che conta è ottenere un risultato di qualità: purtroppo i telefoni cellulari non sempre ci supportano al meglio. Ma per fortuna ci sono tantissime applicazioni utili per il fotografi amatoriali, che risultano facili da usare e soprattutto sono veloci. Non tutte sono gratuite e non tutte sono ben spiegate nella presentazione. Ecco dunque l’utilità della nostra guida. Bisogna poi saper scegliere quelle giuste per ogni situazione di scatto. E poi naturalmente armarsi di tanta pazienza, per imparare
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PER FOTOGRAFARE I possessori di Iphone possono contare su una buona fotocamera, ma con Procam4 lo scatto è ancora meglio. Questa applicazione possiede impostazioni professionali per Iso e messa a fuoco, modalità notte e filtri immagine. Permette di ottenere buone foto anche con esposizioni lunghe, nonostante sia altamente raccomandato l’acquisto di un treppiede. Questa app include una galleria di funzioni ottime per l’editing. Inoltre le foto possono essere salvate in formato RAW o TIFF per non perdere qualità. Spendendo qualcosina ci si aggiudica la possibilità di effettuare registrazioni video ad elevate qualità in 4k. Dunque con un piccolo sforzo ci si aggiudicano molte più funzioni di quelle offerte dall’ap Apple. Open Camera, ideale per i telefoni con sistema Android, si pre-
Arena Lifestyle 07-8 2017/ HITECH - Le app da fotoritocco
senta con un aspetto un po’ minimalista. Ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze: dietro c’è un set molto completo di funzionalità per la fotocamera. Questa applicazione permette anche di effettuare la correzione automatica dell’allineamento dell’immagine, in tal modo si può avere sempre un orizzonte perfettamente livellato. Le registrazioni possono essere caricate automaticamente su Google foto. Le registrazioni video migliorano con un trigger automatico che risponde ai rumori forti.
Photodirector è invece un supporto a 360 gradi che permette di divertirsi enormemente. Si possono realizzare collage di foto sfruttando diversi modelli da applicare e poi condividere il risultato su Facebook e altri social. I RITRATTI Nascondere le occhiaie, eliminare le impurità della pelle, applicare stili di make up. Le correzioni funzionano benissimo, con Perfect365 anche con le immagini live della fotocamera. Tutte queste variazioni di intensità, tuti questi effetti, possono essere controllati comodamente e ci sono anche dei videotutorial molto utili per imparare il fotoritocco dei volti. e soprattutto per vedere quanti e quali sono i passaggi che servono per fare un make up digitale completo. Naturalmente prima di raggiungere un buon risultato occorre un certo esercizio. Per trasformare la vostra fidanzata in una top model, dunque, occorrono almeno tre giorni di allenamento. Per modificare volti ripresi per un video, occorre essere connessi a internet. I più giovani si divertono un mondo con MSQRD, unaapplicazione per modificare i volti trasformandoli in vere e proprie maschere digitali. Le foto e i video possono essere condivisi su Facebook, trasmessi in diretta oppure archiviati. L’applicazione riconosce facilmente i volti presenti fra i propri amici di Facebook. Dunque è possibile provare più maschere, prima di scegliere quelle definitive. Il cambio di maschere funziona con dei semplici swipe e con un semplice tocco si possono attivare molte altre funzioni. Le maschere vengono applicate sui volti correttamente e con grande velocità. Sorriso, sopracciglia e movimenti della testa vengono seguiti in tempo reale. Fra i tanti pregi, un piccolo difetto: manca un buon editor per dedicarsi all’elaborazione
FOTO DIVERTENTI Non tutti vogliono perdere tempo col fotoritocco. C’è chi preferisce un ritocco veloce, da apportare con un singolo gesto. Prisma è una applicazione che permette di trasformare le foto in opere d’arte in pochi secondi. Disponibile in inglese, l’app permette la riproduzione di stili di artisti famosi come Warhol, Munch e Picasso. La funzione di salvataggio nell’app è nel menù, che offre collegamenti con la principali piattaforme social. FOTO PANORAMICHE Per gli amanti delle foto panoramiche, ci sono varie app da utilizzare. DMD permette di salvare immagini in 3D virtuale, sembra di essere proprio al centro dell’azione. Le immagini in 3D virtuale possono essere inviate agli amici anche come semplici foto. Lìapplicazione può memorizzare le immagini su un portale. Insomma, è indispensabile se si vogliono scattare foto un po’ nuove. Se piacciono le foto vintage, con Hipstamatic si può scegliere il tipo di piellicola da usare. Le foto risultano sbiadite o con tinte particolari che si possono scegliere, La versione nuova offre anche una interfaccio alternativa, pià moderna.
VINCONO LE BELLE FOTO
Nonostante la perizia dell’app, bisogna sempre partire da una bella foto. Per scattare una bella fotografia non occorre avere uno smartphone supercostoso, ma serve la capacità di creare un’atmosfera, di trasmettere sensazioni positive a chi guarda attraverso la posa, i colori. L’uso di filtri è indispensabile, bisogna regolare contrasto, luminosità, ombre, per rendere più accattivante un’immagine. Occhio al corretto utilizzo dei flash e cerchiamo di tenere la fotocamera alla liea degli occhi del soggetto da fotografare. Se ha più di 50 anni, invece le foto vengono meglio se alzate il braccio di 20 cm. Perchè anche prima di usare un editor, si cancellano occhiaie, rughe e imperfezioni del collo.
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delle immagini. GESTIONE DELLE FOTO Passiamo ora alla gestione delle foto. Il miglior editor è Googole che consente di modificarle e gestire il cloud, se necessario, anche utilizzando solo la connessione wi-fi. Gli strumenti, i filtri immagine e le cornici disponibili sono utili, anche se non si riesce a raggiungere i livelli delle app più specializzate. I non addetti ai lavori possono contare su una lettura automatica dell’immagine e su una serie di suggerimenti per la sua correzione (filtri, cornici e altre ottimizzazioni) che si possono utilizzare con etrema facilità. Fra tutte è notevole il filtro automatico HDR. Google Foto, permette di creare automaticamente collage e video. Tutte le immagini possono essere automaticamente montate insieme in piccoli clip video e poi condivise con gli amici aggiungendo filtri e musica. Per memorizzare le immagini con più di 16 megapixel, sono disponibili 15 giga di memoria. Ad ogni modo si può scegliere se usare la risoluzione originale, oppure quella ridotta. Enlight una applicazione perfetta per creare collage, fondere facilmente tra loro le immagini e di fare editing con caratte ristiche professionali, per esempio scegliere i gradienti oppure mascherare o deformare oggetti nella foto. Tuti i comandi e le funzioni vengono mostrate nei tutorial. Uno swipe sullo schermo, dall’alto verso il basso, permette di avere un aiuto immediato sullo strumento che si sta utilizzando. Nonostante le numerose funzioni, l’applicazione si presenta con un design molto pulito. Risulta poco pratica solo la selezione delle immagini dalla galleria. Enlight per iOs e Photo Lab pro, permettono di montare due foto insieme in modo efficace. Photolab offre una grande varietà di funzioni, collage, modelli, filtri divertenti. Si può creare una finta prima pagina di rivista con la foto di unn amico e metterlo tra le braccia di una star. Oppure si può trasformarlo in un curioso ibrido tra uomo e animale. Photo Lab offre anche collage tematici, per esempio collegati alle stagioni. FOTO DA SBALLO? GUADAGNA CON INSTRAGRAM
Se fino a qualche anno fa tutti puntavano a mettere in piedi un proprio sito o un blog, oppure creare un canale youtube di successo, oggi l’aspirazione massima è quella di diventare influencer su Instagram, il solcial network che permette di guadagnare. Per riuscire a guadagnare con Instagram (così come con Facebook) è indispensabile attirare l’attenzione delle masse, dunque un buon profilo pubblico, con una buona dose di credibilità dei contenuti, è uno degli ingredienti fondamentali per entrare in contatto con aziende affiliate a network pubblicitari. La regola d’oro da seguire per riusicre a guadaganre con Instagram è quella di strutturare professionalmente il proprio profilo. Chesignifica avere una buona base di follower (almeno 5 mila in Italia o 30 mila a livello internazionale), e darsi una identità ben precisa, concentrandosi su uno specifico argomento. E rendere i followers attivi, facendoli interagire con il proprio profilo. Magari usando gli hashtag in maniera strategica. Chiaramente, anche compialre i maniera corretta e professionale la sezione dei social relativi al nostro account ha la sua importanza. Bisogna inserire una foto profilo ben fatta, semplice e che mostri semplicemente il volto, compilare la descrizione dicendo chi siamo e che cosa facciamo e fornire al meno un collegamento al nostro sito web, al blog o a qualsiasi altro riferimento dove i followers possano trovare altre informazioni interessanti. Il profilo instagram delle influencer più importanti del mondo, per esempio quello di Chiara Ferragni, può essere un ottimo esempio per capire bene quello che si deve fare. Una volta raggiunto un buon numero di follower e una discreta credibilità, si può convertire il proprio profilo instagram da amatoriale a professionale, in modo da tenere d’occhio tutte le statistiche. La procedura da seguire per la conversione del profilo è abbastanza semplice, può essere effettuata operando direttamente sulle impostazioni dell’account. In tal modo si può valutare la percentuale delle visualizzazioni.
POSTARE INSTAGRAM STORIES Per diventare velocemente influencer, bisogna iniziare a postare foto sia nelle Instagram Stories che sul profilo, riguardanti consigli life style e su ood, inserendo una didascalia riguardante la foto. I tag permettono di aggiungere i like. Naturalmente per i primi tempi questa attività richiede molto impegno e molto tempo a disposizione. Nei confronti del proprio pubblico si passa da un paradigma di tipo persuasivo a un paradigma di tipo partecipativo, basato sull coinvolgimento e sulla cogenerazione dei contenuti.
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Arena Lifestyle 7-8/17- AGENT PROVOCATEUR/ Il caso Contrada
E ora reintegratemi Bruno Contrada è nato a Napoli nel 1931. A 27 anni entrò in polizia e nel 1973 gli fu affidata la direzione della squadra mobile di Palermo, contribuendo a numerosi arresti. Nel 1982 iniziò a lavorare per i servizi segreti civili (SISDE) e nel 1986 divenne il terzo dirigente dell’agenzia in ordina di importanza. Secondo i magistrati, in questo periodo Contrada ebbe un rapporto ambiguo con Cosa Nostra, coordinando numerose operazioni contro l’organizzazione, ma, contemporaneamente, collaborando con alcuni suoi esponenti. Le principali testimonianze di questa “doppia attività” sono arrivate da pentiti di mafia, come Gaspare Mutolo, Tommaso Buscetta, Giuseppe Marchese e Salvatore Cancemi.
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l fulmine a ciel sereno di mezza estate. La condanna di Bruno Contrada è “ineseguibile e improduttiva di effetti penali”. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, che ha annullato senza rinvio una ordinanza della Corte d’Appello di Palermo dell’11 ottobre 2016, relativa alla applicabilità di una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo. L’ex superpoliziotto, secondo i giudici di Strasburgo, fu condannato in Italia per concorso esterno in associazione mafiosa, in base a una “fattispecie criminosa la cui evoluzione interpretativa sarebbe stata il risultato di un controverso dibattito giurisprudenziale, consolidatosi solo successivamente ai fatti oggetto di contestazione e, quindi, la sua applicazione sarebbe stata, per l’imputato Contrada, assolutamente imprevedibile ed incerta”. Bruno Contrada, che ebbe 10 anni, con una sentenza divenuta irrevocabile il 10 maggio 2007, scontò gran parte della pena tra carcere e detenzione domiciliare: adesso potrebbe chiedere un maxirisarcimento per l’ingiusta detenzione. E pure il reintegro in Polizia. La giustizia ha i suoi tempi. Certo. Andatelo a dire a un uomo di quasi 86 anni che ne ha trascorsi 10 tra carcere militare e domiciliari. «Ventiquattr’ore fa la Cassazione ha annullato senza rinvio la mia condanna a dieci anni, che era stata emessa dalla Corte d’Appello nel 2006, quindi non sono più colpevole… ma io lo dico da 25 anni che sono innocente». Secondo i giudici di Strasburgo, Contrada era stato condannato in via definitiva per un reato, il concorso esterno in associazione mafiosa, che all’epoca dei fatti contestati ( tra il 1979 e il 1988) non era definito con chiarezza dal diritto italiano, quindi l’ex poliziotto non poteva essere processato né punito. Inoltre il sistema giudiziario italiano riconosce il diritto di Contrada a ottenere un maxi risarcimento per ingiusta detenzione. E, qauasi certamente, anche il pagamento degli emolumenti, pensione compresa, a cui avrebbe avuto diritto come servitore dello Stato in tutti questi anni. «Chiederemo il reintegro in Polizia», annuncia infatti il suo legale. Contrada ha potuto agire con l’incidente di esecuzione sulla base di una pronuncia europea relativa al suo specifico caso. Contrada era stato condannato in via definitiva nel 2007, sulla base delle testimonianze di alcuni pentiti, per aver favorito la mafia siciliana tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta. La Corte europea, a cui avevano fatto appello i legali di Contrada, ha condannato due volte l’Italia sulla vicenda Contrada: la prima, nel 2014, per non avergli concesso gli arresti domiciliari nonostante le gravi condizioni di salute; la seconda, molto più importante, nel 2015, quando stabilì che Contrada non avrebbe dovuto essere condannato e nemmeno processato. All’epoca dei fatti contestati a Contrada, ha sostenuto la Corte, il reato di “concorso esterno in associazione mafiosa” «non era sufficientemente chiaro, né prevedibile da lui. Contrada non avrebbe potuto conoscere le pene in cui sarebbe incorso». In altre parole, il reato per cui è stato condannato non era stato ancora codificato quando Contrada lo compì, quindi non poteva essere condannato. Dopo la pubblicazione della sentenza della Corte europea, gli avvocati di Contrada hanno chiesto una revisione del processo in Corte d’Appello, che ha respinto la loro richiesta. Gli avvocati allora si sono rivolti alla Corte di Cassazione, che oggi ha deciso di dichiarare “ineseguibile e improduttiva” la condanna ricevuta da Contrada. Significa, probabilmente, che la Cassazione ha deciso di seguire l’impostazione giuridica della Corte europea. Non ha annullato la condanna e chiesto che si celebrasse un nuovo processo. Ha invece stabilito che la condanna precedente era nulla, affermando implicitamente che Contrada non avrebbe dovuto essere processato. Contrada si è sempre dichiarato innocente e sostiene che i suoi contatti con esponenti di Cosa Nostra siano stati soltanto un tentativo di infiltrarsi nell’organizzazione. Secondo Contrada, i pentiti lo hanno accusato per vendetta nei confronti della sua attività di investigazione. Sostiene anche che la sua attività non era gradita ai magistrati della procura di Palermo, che preferivano condurre le indagini con i loro metodi.
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dietro un sorriso, una storia
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