MADAGASCAR: VIAGGIO AVVENTURA NEL MEDIOEVO
ARENA
PONTI DI NOVEMBRE: DALLA TRANSILVANIA A LONDRA
Arena Lifestyle supplemento del settimanale on line Commodity World Weekly - Anno I I n.. 21 11 /2016 registr. al Tribunale di Pavia n. 673 dell’11/5/2007
WEB MAGAZINE ANNO II NOVEMBRE 2016
LIFESTYLE
LAURA MALATTIA L’ECLETTISMO ABITA QUI
Serie tv con star over 40: Jennifer Lopez, Uma Thurman e Sharon Stone XI FESTA DEL CINEMA, TRIONFA TOM HANKS
Ma in Italia tutti seguono
LA MARCHESA SALONE DI PARIGI: AUTO DEL FUTURO ELETTRICA, IBRIDA E AUTOMATICA
WWW.KATIAFERRI.com
FASHION&C0: GOTIC STYLE IN GREY & TOTAL BLACK
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LIFESTYLE MAGAZINE n.21 11/2016
Editoriale
IN COPERTINA: DALLA TV AL WEB, LA MARCHESA D’ARAGONA E’ LA STAR PIU’ SEGUITA DEL REAME
Katia Ferri Melzi d’Eril Direttore responsabile di Commodity World Weekly Magazine e dei supplementi Arena Lifestyle e Heritage & Traditions ritratta dal maestro Luigi Ontani. Acrilico su carta, 1983
ARENA LIFESTYLE, supplemento di Commodity World Weekly Magazine, è il mensile in cui le materie prime diventano prodotto finito: cibi sopraffini, gioielli, oggetti per la casa, automobili, inimitabili pezzi d’arte. E si trasformano e si adattano ai nuovi ambienti, ai nuovi stili di vita. Arena diventa una vetrina di Lifestyle e presto presenterà una nuova partnership e una nuova veste grafica. In questo numero, una cover super glam dedicata alle icone della tv e del web in Italia e all’estero e un dossier sulle novità automobilistiche del Salone di Parigi. Le star del cinema si lasciano tentare dalle serie tv e riscuotono ancora una volta importantissimi successi. In Italia l’astro di showgirl come Belen Rodriguez brilla molto meno, mentre è in decisa crescita quello delle high chic women come Daniela Del Secco, la Marchesa d’Aragona, invitatissima in ogni talk show e ripescata dal reality Pechino Express per il numero di ascolti che porta ogni volta che si materializza a fianco dell’amico Costantino della Gherardesca. L’abbiamo incontrata a Venezia e ci ha rivelato la dieta segreta che le permette di avere quella pelle così candida e quella linea così invidiabile dopo i cinquant’anni. Per chi non vede l’ora di partire, i week end d’autunno tra nebbie gotiche, città d’arte e di sicuro fascino come Londra, Parigi, Vienna, Roma, Berlino e New York. Per chi preferisce restare, gli appuntamenti con l’arte, l’antiquariato, il design e la musica. Come sempre i reportage dagli eventi più cool del momento: la Festa del Cinema di Roma, Lucca Comics. E per finire una riflessione sul tempo che viviamo in Agent Provocateur, che questo mese ha rivolto lo sguardo alla graditissima scelta di Papa Francesco in tema di cremazione.
Contributors di questo numero: Stories
Amir H. Barouh Danilo G.Bucciarelli Yari Lulli Andrea Marazzina Giorgia Pertosa Giovanni Nicastro Guidiccioni
Rubriche
Edoardo Barbieri Timur De Angeli Giulia Ferri Galeazzo Melzi d’Eril Claudia Palmucci
Grafica e web Luca Timur De Angeli
Photographers & Illustrators Simone Saccani Foto di copertina: Paciotti foto. Hair stylist Lino Sorrentino. Make up artist Pablo Gil Cagnè
ARENA LIFESTYLE anno II n. 21 novembre 2016 supplemento mensile di Commodity World Weekly Magazine settimanale web registrato presso il Tribunale di Pavia n. 673 dell’ 11/5/2007, edito da Katia Ferri Melzi d’Eril in collaborazione con l’associazione culturale non profit Arena Media Star Sede legale: Via S. Giovannino 5, 27100 Pavia tel. 0039 349 8610239 www.katiaferri.com katiaferri@hotmail.com Le pagine pubblicitarie (mostre o campagne sociali) sono scelte ogni mese dalla redazione e inserite a fronte di nessun compenso
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Sommario
SALONE DELL’AUTO DI PARIGI: ARRIVANO LE AUTO DEL FUTURO, ELETTRICHE O IBRIDE pag.59
Novembre 2016 Intervista| 12-15
Marchesa d’Aragona, come diventare una icona glam
Cover Story| 16-20 Serie tv, che affollamento!
Tutte le star che calcano i set
Grand Tour| 34-38
Le ‘fughe’ d’autunno nelle
città più gotiche di sempre
Rubriche: Libri &Co| 16
Gerundo, il lago scomparso nel saggio di Fabio Conti
Heritage| 17
Federico II e le battaglie di novembre
Top Nightlife| 24-25
Charity events e feste top in Italia e nel mondo
Grand Tour 2| 42-48
Junior| 49
tura in un’isola medioevale
kermesse Lucca Comics
Focus Arte|50-51
Classica| 56-57
Madagascar, viaggio avven-
L’eclettismo di Laura Malat-
Zombie e robot, cresce la
tia, dai tavoli alle art-shoes
Merisi e Mozart insieme alla Pinacoteca di Brera
Fashion| 52-55
A.Provocateur|68
Strega per amore: i look
d’autunno (e Halloween)
Niente nonni in salotto. La Chiesa apre alla cremazione
FESTA DEL CINEMA DI ROMA (pag.39 -41): La kermesse romana arriva a toccare i 10 giorni. Sul red carpet i grandi nomi del cinema itaiano e internazionale come Tom Hanks e Oliver Stone, Roberto Benigni e Sorrentino. Ma ci sono anche Jovanotti, Monica Bellucci e una lunghissima corte di attrici e starlette che fanno a gara per il look più sexy, da rotocalco
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Eventi Nord
110 MIRACOLI INCREDIBILI ARTE PER L’ARTE EMILIA ROMAGNA/ MODENA/FORO BOARIO Robert Rive, Photographies Italia Fino all’8 gennaio 2017 Tel. 059 239888 LOMBARDIA/ MILANO, CASA DEL MANZONI 110 miracoli incredibili: ex voto, dipinti di fede fino al 28 gennaio 2017 Tel. 02 86460403 EMILIA ROMAGNA/FERRARA, CASTELLO ESTENSE Arte per l’arte fino al 4 giugno 2017 www.castelloestense.it VENETO/BASSANO DEL GRAPPA/ MUSEO CIVICO DI BASSANO Il magnifico guerriero Fino al 31 gennaio 2017 tel 0424/519901 PIEMONTE/NOVARA/COMPLESSO MONUMENTALE DEL BROLETTO Da Lotto a Caravaggio, la collezione e le ricerche di Roberto Longhi fino al 27 luglio 2016 tel 0321 623021 EMILIA ROMAGNA/RAVENNA/ MUSEO NAZIONALE DI RAVENNA La forma del dialogo: Bruno Ceccobelli e le icone della collezione classense fino al 30 ottobre 2016 tel. 0544 543724 VENETO/VENEZIA/ MUSEO CORRER 1966-2016 Dall’acqua granda al Mose, un percorso complesso: risultati e prospettive dal 3 novembre al 31 dicembre 2016 tel. 041 2405211 LOMBARDIA/MONZA/ARENGARIO Vivian Maier, nelle sue mani/eventi collaterali dal 3 novembre all’ 8 gennaio 2017 tel. 039329541
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Eventi Nord
LUCCA LONGOBARDA SANDRO GIORDANO LOMBARDIA/MILANO/MYOWN GALLERY SUPERSTUDIO PIU’ Maria Cristina Carlini: le ragioni del luogo dal 2 novembre al 30 novembre 2016 tel. 02/422501 PIEMONTE/TORINO/PALAZZO SALUZZO PAESANA Sandro Giordano _ in extremis (Bodies with no regret) dal 2 novembre al 20 novembre tel 3470103021 TOSCANA/LUCCA/MUSEO DI VILLA GUINIGI Lucca longobarda: alla scoperta dell’alto Medioevo nel museo di Villa Guinigi dal 2 novembre al 7 dicembre 2016 villaguinigi@gmail.com LOMBARDIA/VARESE/ VILLA E COLLEZIONE PANZA Robert Wilson per Villa Panza dal 4 novembre 2016 al 15 ottobre 2017 www.fondoambiente.it
PIEMONTE/ALBA/FONDAZIONE FERRERO Futur Balla dal 29 ottobre 2016 al 27 febbraio 2017 tel. 0173 295094 LOMBARDIA/MILANO/MUSEO DI STORIA NATURALE Terremoti: origini, storia e segreti dei movimenti della terra dal 29 ottobre 2016 al 30 aprile 2017 tel. 02/99901931 info 0288463337 FRIULI/CODROIPO/VILLA MANIN PASSARIANO Lorenzo Mattotti, Sconfini dal 29 ottobre 2016 al 19 marzo 2017 www.villamanin.it EMILIA ROMAGNA/PARMA/ GALLERIA S.ANDREA Rita Minelli, Radici di Luce dal 29 ottobre 2016 al 3 novembre 2016 galleriasandrea@galleriasandrea.it
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Eventi Centro
PORCELLANE CINESI MINUTE VISIONI UMBRIA/PERUGIA/PALAZZO LIPPI ALESSANDRI Tesori della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia fino al 20 novembre 2016 tel. 075/5724563 CAMPANIA/PARCO ARCHEOLOGICO DI PAESTUM/MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE Ossessione: trafugamenti e falsi di antichità a Paestum fino al 31 dicembre 2016 tel 0828/811023 LAZIO/ROMA/MUSEO NAZIONALE DI PALAZZO VENEZIA Capolavori dell’antica porcellana cinese dal Museo di Shangai fino al 16 febbraio 2017 www.capolavoriporcellanacinese.it CAMPANIA/POMPEI/SCAVI DI POMPEI Mito Ray, 30 sculture a Pompei fino all’8 gennaio 2017 tel. 081/8575347
LAZIO/ROMA/ MUSEO NAPOLEONICO Minute visioni fino al 31 dicembre 2016 tel. 06/060608 LAZIO/ROMA/GALERIA NAZIONALE DELL’ARTE ANTICA/PALAZZO BARBERINI L’arma per l’arte e la legalità fino al 30 ottobre 2016 tel. 06/4814591
CAMPANIA/POMPEI/SCAVI DI POMPEI Egitto a Pompei fino al 2 novembre 2016 tel 081/8575327 LAZIO/ROMA/ MUSEI CAPITOLINI La misericordia nell’arte fino al 27 novembre tel. 06/060608
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Eventi Sud
GIOVANNI PAISIELLO IL MAGNIFICO CORNUTO CAMPANIA/NAPOLI/ MEMUS MUSEO E ARCHIVIO STORICO DEL TEATRO SAN CARLO Giovanni Paisiello al San Carlo fino al 31 dicembre 2016 081/7972448449 CAMPANIA/NAPOLI/STUDIO TRISORIO- CASTELLO DI POSTIGNANO, SELLANO Dorothea Lange A visual life/the camera is a great teacher fino al 9 gennaio 2017 tel 081/414306 SICILIA/PALERMO/ MUSEO REGIONALE ARCHEOLOGICO ANTONIO SALINAS Il magnifico cornuto fino al 31 dicembre 2017 urpmuseopa@regione.sicilia.it SICILIA/MONREALE/GALLERIA CIVICA GIUSEPPE SCIORTINO L’arte del Novecento nella collezione Posabella fino al 31 dicembre 2020 te. 091 6417268
SICILIA/PALERMO/RISO-MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA Studio +++. Il mare non ha paese nemmeno lui ed è di tutti quello che lo stanno ad ascoltare fino al 31 dicembre 2016 tel. 091/320532 PUGLIA/BARI/PINACOTECA PROVINCIALE CORRADO GIACQUINTO Polittico di Antonio Vivarini. Storia, arte, restauro fino al 31 dicembre 2016 tel. 0805412420/2/4/7 BASILICATA/MURO LUCIANO/ MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI MURO LUCIANO Immagini del mondo fluttuante. Opere dei maestri giapponesi del periodo Edo nella collezione Yasunami fino al 27 agosto 2017 pm/bas.museomuroluciano@beniculturali.it BASILICATA/MATERA/ MUSEO NAZIONALE D’ARTE MEDIOEVALE E MODERNA, PALAZZO LANFRANCHI Lo sguardo di Ginetto. Radici e percorsi 1996-2016 fino all’1 dicembre 2016
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Mostre Top
TRAIETTORIE URBANE-SOCIALI
by Timur de Angeli
Lancio a Pavia per le ‘tessiture spaziali’ di Ada Eva Verbena
ADA EVA VERBENA Si è da poco conclusa a Pavia la mostra mercato Arte in Bottega -Arte delle Mani, ospitata dal Collegio Cairoli, che ha visto emergere le nuove opere di Ada Eva Verbena “Traiettorie urbane-sociali”: percorsi di fili, anche luminosi, che si intrecciano, si intersecano e si allontantano, così come gli incontri umani. Bellissime tessiture spaziali multicolori che possono vestire qualsiasi tipo di spazio. Nata a S. Fili nel 1960, Ada Eva Verbena opera a Pavia e vive a Certosa di Pavia. Si è diplomata presso il Liceo Artistico Hajech ed in seguito all’Accademia delle Belle Arti “Brera” di Milano nel 1984, nella sezione di Pittura, sotto la guida di Beppe Devalle, Luciano Fabro, Zeno Birilli, Angela Occhipinti e Laura Panno. Insegna dal 1988, attualmente presso il Liceo artistico Volta di Pavia. E’ stata collaboratrice presso importanti laboratori di incisione calcografica di Milano: la “Seri Art” di Renato Volpini e presso lo studio calcografico “Sciardelli Editore” di Franco Sciardelli, Milano. Ha prestato opera di collaborazione in qualità di docente per i corsi di “Educazione all’Immagine”, “Incisione Calcografica” e “Corsi di Nudo - copia del modello vivente” per molti anni, presso la Civica Scuola d’Arti Visive Marabelli “AR.VI.MA.” di Pavia. Ha contribuito all’allestimento della mostra “David Hockney fotografo” presso il Padiglione d’Arte Contemporanea” di Milano nel settembre del 1983. Dall’Assessorato alla Cultura di Pavia, in qualità di stampatrice, è stata incaricata per realizzare la ristampa “Cesare Borgia e Macchiavelli” - matrice in rame - 1866, di Federico Faruffini, presente nella mostra monografica “Federico Faruffini pittore” allestita presso le sale espositive del Castello Civico di Pavia nel febbraio del 1999. Al suo attivo ha progetti didattici, presentazioni critiche, scritti sull’arte, letture poetiche e, 2 partecipazioni radiofoniche sull’arte a “Radio Ticino” di Pavia. Presente dal 1981 in numerose collettive. Nel 1986 consegue il 2° premio alla mostra sui Navigli Pavesi e nello stesso anno alla “VI° Edizione Concorso di Pittura “Daniele Crespi” ottiene il 2° premio a Busto Arsizio. Ha partecipato a svariate manifestazioni artistiche in Italia e all’estero riscuotendo consenso di critica e di pubblico con segnalazioni di merito. Ha esposto in Università, gallerie ed istituzioni italiane e straniere tra cui l’Associazione Culturale Studio d’Ars di Milano e l’Associazione Arte da mangiare di Milano. Dal 2004 è socio fondatario dell’Associazione Culturale “errepiArte” di Cremona. PICASSO IMAGES AL MUSEO DELL’ARA PACIS Circa duecento fotografie sono il nucleo forte di Picasso images. Le opere, l’artista, il personaggio. La mostra delinea in modo inedito non solo il percorso di un artista eccezionale, ma anche il ritratto più intimo di un uomo che ha saputo costruire la propria fama mondiale. La ricca selezione di immagini è accompagnata da una significativa scelta di opere grafiche, sculture e dipinti provenienti dal Musée national Picasso-Paris che ne inquadrano l’evoluzione artistica. La rassegna, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è ideata da Electa in collaborazione con il Musée national Picasso-Paris ed è organizzata con Zètema Progetto Cultura. Curata da Violette Andres e Anne de Mondenard, l’esposizione è ospitata dal Museo dell’Ara Pacis di Roma dal 14 ottobre 2016 al 19 febbraio 2017. Le tre sezioni che articolano il percorso espositivo intendono indagare i diversi collegamenti che il più grande artista del XX secolo stabilì con la fotografia: dai primi tentativi di utilizzo del medium quale strumento di indagine approfondita del mondo circostante, di ausilio per la sua opera e di testimonianza dello stato d’avanzamento delle sue creazioni, alle fruttuose collaborazioni artistiche con fotografi d’avanguardia, tra cui Brassaï e Dora Maar, poi sua compagna. L’ultima sezione, infine, racconta la maturità artistica di Picasso quando, dal dopoguerra in poi, coltiverà personalmente la propria immagine d’artista diffusa dalla stampa illustrata che contribuirà a renderlo personaggio di grande popolarità alimentandone il mito. La mostra, accompagnata dal catalogo edito da Electa, si basa sul ricco fondo di fotografie del Musée national Picasso-Paris, costituito dagli archivi dell’artista stesso e dalla documentazione e acquisizioni del museo.
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Cover Story
by Katia Ferri Melzi d’Eril
Come diventare Marchesa Anni di scrittura e qualche conduzione televisiva, poi il boom. Grazie a Pechino Express, la mitica Daniela è divenuta il personaggio femminile più glamour della televisione italiana con migliaia di fan su Facebook e Twitter. Merito della sua autoironia
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Qui sopra: la presentazione di “Come divenare Marchesa” Nella foto piccola: il nostro thè al Caffè Florian. Sotto: ancora insieme, con sua figlia Ludovica Scarpa Basteri al Ballo della Consulta a Palazzo Ferrajoli (Roma).
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Cover Story
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a top influencer più amata dagli italiani è un personaggio stracult, star del bon ton, dei salotti televisivi e dei party. Indossa delle mise talmente di sogno, che neanche Barbie le ha mai viste. Daniela Del Secco, la famosissima Marchesa d’Aragona, è una delle persone più belle e divertenti che si possa incontrare. Fisico da Belen anche se l’età è diversa, look stratosferici, make up holliwoodiano, abiti bellissimi offerti da griffe, stilisti e couturier che fanno a gara per vestirla, voce sussiegosa e affascinante, si presenta sempre curatissima, perfetta, garbata e spiritosa, positiva e propositiva a ogni ora del giorno. E dunque non c’è talk show televisivo che non la inviti, soprattutto per la grandissima ironia che la contraddistingue. I minuti dedicati a lei
a Si ringrazia Paciotti foto. Hair stylist Lino Sorrentino. Make up artist Pablo Gil Cagnè
valgono oro, perchè gli spettatori, rapiti dalla sua voce lenta e squillante, dalle sue espressioni graziosamente indignate e dal suo intercalare ormai leggendario “Adorati miei, adoratissimi” lasciano perdere lo zapping e il telecomando, sorbiscono ogni tipo di interruzione pubblicitaria per vedere integralmente le sue ospitate, sempre aperte da un ingresso come minimo trionfale. O al massimo distolgono lo sguardo, ma non il canale, giusto per prendere il telefono e sbirciare i suoi profili social. In effetti si può scoprire che ogni giorno, da Facebook, la Marchesa dispensa video e istantanee superglamour, con personaggi famosi o gente comune, con sfondo di palazzi e alberghi superlusso, consigli di bon ton e di moda. Sempre giocosamente sopra le righe. Ogni giorno mostra gli accessori del
momento, i look più adatti secondo clima e occasione. Sommersa dagli inviti, sfoggia spesso i pezzi della sua collezione di borse Hermes, le tiare di diamanti e le croci di rubini, gli abiti magnifici racchiusi in chissà quanti armadi nel suo palazzo a Fontana di Trevi. Dovunque siate - consiglia - cambiate cinque abiti e cinque profumi al giorno. Proprio come lei, protagonista che non si stanca di definire la sua vita “Un sogno reale”. Insomma, a seguire Daniela non ci si annoia mai. Le casalinghe romane hanno imparato a imitare i suoi look, i giri di perle e i golfini tenui che ricordano Jackie Kennedy, gli strascichi da Grace di Monaco e anche il suo modo affascinante di parlare. Per imitare i suoi spostamenti in auto fuoriserie e carrozze d’epoca - diciamolo - ci stanno ancora lavorando. La incontriamo per il thè al Caffè Florian di Venezia, dove arriva vestita di bianco e turchese, chiedendo almeno tre tipi di thè che non hanno in lista, prima di ac-
PECHINO EXPRESS MON AMOUR Pechino Express è un reality show italiano, adattamento del format belga-olandese Peking Express creato da Ludo Poppe, in onda a partire dal 13 settembre 2012 in prima serata su Rai 2, condotto da Costantino della Gherardesca. Sono in gara tra coppie di conoscenti, famosi e (raramente) non, che si sfidano lungo un percorso di circa ottomila chilometri per raggiungere, a tappe che richiedono tre-quattro giorni di viaggio ciascuna, una determinata meta. Ogni concorrente ha a disposizione una dotazione minima contenuta in uno zaino e un euro al giorno in valuta locale, serve per procurarsi cibo e acqua. È vietato usare la valuta per pagare i mezzi di trasporto ma i concorrenti possono farsi pagare il biglietto dagli abitanti del posto. È altresì vietato accettare denaro dagli abitanti. Appena arriva il segnale via radio, le coppie sono obbligate a scendere dai propri mezzi se sono in viaggio e cercare ospitalità per la notte, inoltre non possono spendere i loro soldi. Un altro segnale al mattino dà di nuovo inizio alla corsa. Sul percorso, sono presenti missioni da compiere per poter andare avanti.A metà percorso viene posto un traguardo intermedio dove si trova il libro rosso di Pechino Express, che le coppie devono firmare per attestare il loro arrivo. Qui si svolge la sfida più importante di ciascuna tappa: la prova immunità o prova vantaggio. Dalla quarta edizione, in alcune puntate non viene proposta. Al traguardo finale di tappa c’è solo un tappetino rosso. La coppia vincitrice di ogni tappa riceve una medaglia, alla quale sono associati 5.000 euro in gettoni d’oro da devolvere in beneficenza ad una associazione a discrezione dei vincitori. Nel corso della premiazione il conduttore decreta l’ordine d’arrivo di tutte le coppie e dunque le ultime due classificate; sarà la vincitrice ad avere il compito di decidere quale delle due coppie più lente eliminare. Dalla prima alla sesta puntata della prima edizione la coppia eliminata è stata scelta dai vincitori. Mentre dalla settima puntata della prima edizione e per tutta la durata delle successive, è stato adottato il sistema della busta nera. Nell’ultima puntata del programma solo tre coppie si sfidano nello sprint finale per conquistare l’ultimo traguardo e la vittoria finale; nella prima parte di questa tappa si sono decise le due coppie finaliste mentre nella seconda la coppia vincitrice, i cui 20 000 euro pure andranno in beneficenza. Quella italiana è l’unica edizione in cui non si assegnano premi in denaro ai vincitori, a parte le medaglie.
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“In questa società l’educazione non c’è piu’. Prima dei figli, occorre educare gli educatori” contentarsi con stupore e rassegnazione, di quello ‘maison’. I turisti italiani la riconoscono, la guardano a bocca aperta e cercano di carpire brandelli della nostra conversazione - che verte sulla bella figlia Ludovica, avvocato in Venezia - e non su tutti gli inviti più ambiti, i party dell’ultima settimana della Mostra del Cinema di Venezia o della capitale, dove pure all’Ambasciata di Francia la ricevono chiamandola affettuosamente ‘Dany’. Oltre alla classe (che non è acqua) bisogna dire che dentro le mise preziose c’è soprattutto una testa pensante. Giornalista professionista dal 1993, si occupa di stile, saper vivere e bon ton nella sua rubrica sul settimanale Nuovo, riscuotendo un enorme gradimento fra gli spettatori. “La mia popolarità non è di oggi” si lamenta. “Sembra che io abbia fatto solo Pechino Express” . In effetti da sempre scrive ma forse l’avevano vista in pochi di persona, finchè non ha iniziato a fare anche televisione. Oggi scrive molto in pubblico, per la gioia dei fans. Basta andare all’hotel St. Regis di Roma per incrociarla. Ha lì un salotto che usa come se fosse una stanza personale, un ufficio per le interviste, le riunioni con i suoi collaboratori e gli amici autori. Le espressioni più divertenti e roboanti però le conia le stessa. Tant ‘è che vanta pure diverse imita-
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trici: tutte bionde, impostate, qualcuna anche più blasonata o giovane di lei. Ma i risultati non sono certamente paragonabili. “Quante donne dovrebbero curare meglio la loro aimentazione e la loro salute. E poi dovrebbero leggere, leggere e leggere. Perchè sotto la crosta, ci deve essere la sostanza. Altrimenti la corona non serve “ aggiunge la Marchesa stringendo i suoi portafortuna“ perchè la corona te la mette il popolo”. Il suo popolo di seguaci per ora continua a crescere, soprattutto tra i giovani. Come si spiega questo? “Siamo in una società dove l’educazione non c’è più. Ormai dobbiamo educare l’educatore. Una volta c’erano i genitori che si accollavano questo grande, difficile mestiere. Oggi le mamme demandano l’educazione al web, parcheggiano i figli davanti al pc o alla tv perchè hanno altro da fare. Poi i figli non sanno stare a tavola, non sanno essere puntuali. Non sanno seguire le regole”. Di recente, ha pubblicato un saggio ironico e divertente “Come diventare marchesa” che ha visto oltre mille persone accorrere alla sua presentazione romana a Palazzo Ferrajoli. Adesso è in arrivo, il secondo tomo: “Adorati miei” e non ci sono dubbi che sarà un altro boom. Chissà che scrigno di eleganza sfoggerà alla prossima presentazione... Anche noi evidentemente scherziamo, al nostro thè al Florian, mentre mi racconta della sua visita ufficiale al Castello Aragonese di Napoli o della sua partecipazione al programma ‘Ciao Darwin’ come capitano della squadra ‘ Io so’ io” nella tenzone contro la squadra dei ‘Noi non semo’. “Siamo tutti persone che lavorano, siamo professionisti che qualche volta vincono, qualche volta vincono
L’antico palazzetto Amarelli,
e qualche volta vincono” dichiarò a un esterrefatto Paolo Bonolis. Alla domanda di uno spettatore sulla sua canzone preferita rispose: “Un brano di Jovanotti: il più grande spettacolo dopo il big bang, siamo noi”. Nel suo primo saggio la Marchesa racconta alcuni episodi divertenti riferiti alla sua esperienza di concorrente alla seconda edizione del reality Pechino Express, dei siparietti con il maggiordomo cingalese Gregory che nel frattempo è caduto nell’oblìo mediatico. Dopodichè la Rai ha pensato bene di ripescarla come ospite speciale per l’edizione 2016, insieme ad altri personaggi che hanno contribuito ad alzare gli ascolti del reality condotto dall’adoratissimo (quello sì, davvero) Costantino della Gherardesca. Ad ogni puntata, guardando le migliaia di like sui suoi profili Facebook e alle classifiche di Twitter Italia, dove in certe serate si è classificata addirittura sul podio, la sua notorietà aumenta: la sua simpatia contagiosa, antidepressiva, va in
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Cover Story
eurovisione, con o senza senza la sua minuscola chihuahua Chloe. Passa anche 18 ore al giorno fra set televisivi, interviste, prove e cambi d’abito, senza stancarsi mai. In piena notte arrivano i suoi messaggi pieni di frasi affettuose, cuoricini e rose “Buonanotte adorata “. Sono le tre, ma lei sta ancora lavorando. “Ciascuno è fabbro della sua fortuna” non si stanca di ripetere. Fortunata, però, lei lo è: Luciana Littizzetto l’ha voluta in prima fila al Festival di Sanremo, vista la sua pelle bellissima e diafana che può fare a meno del bisturi e del botox. Ai complimenti continui, ride e replica: “Sotto la scorza, adorati miei, ci vuole la sostanza”. I suoi fan sommergono di proteste i centralini delle stazioni televisive quando qualche altro personaggio, per esempio Giampiero Mughini, la attacca: “basta con questa tiritera, mi sto addormentando..” In quei momenti la tigre Daniela sfodera, invece delle unghie, una calma olimpica stupefacente, si sfiora i capelli e il collier. Addirittura scende dallo sgabello e va ad accarezzarlo, lo redarguisce candidamente. “Adorato mio, perchè quando siamo da soli sei così dolce e appena si accendono le telecamere diventi tanto pungente?” La rissa, la replica stizzita alla provocazione non portano acqua al suo personaggio. “Le buone maniere vincono sempre”. Per la sua verve sempre così misurata le hanno dedicato quadri, rose e gioielli. E’ stata prodotta persino una bambola con le sue fattezze. Ne possiedono una uguale solo Sophia Loren, Julia Roberts e Madonna. D’altra parte, chi altri mai avrebbe potuto, come lei in Pechino Express, tuffarsi in un’acqua putrida e maleodorante ed emergerne sorridente, con lo chignon perfetto, la collana e gli orecchini di perle australiane intatti? I suoi divertenti siparietti, esportati dal suo palazzo con mille terrazze a Fontana di Trevi in tante trasmissioni televisive come Quelli che il Calcio e soprattutto Uno Mattina, dove l’abbiamo ascoltata per tutta l’estate, sono stati alternati nel tempo da altre iniziative. Lo scorso anno al Teatro dell’Angelo di Roma ha portato in scena “Tutto va bene Madama la Marchesa”, uno spettacolo leggero e divertente diretto da Marco Simeoni, con fra gli altri Mariano Perrella dei Pandemonium e Silvio Subelli, dove ha portato in scena semplicemente sè stessa. In questi giorni sta facendo le prove per una nuova trasmissione televisiva dove siederà in una autorevole giuria. “Ricevo più complimenti oggi di quando avevo meno di quarant’anni” scherza. Già,
ma indossa ancora la stessa taglia. “Sì, ma è solo il frutto dell’ impegno: curo la pelle, sto a dieta, vado in palestra, quasi ogni giorno”. Per finire, ecco dunque.. LA DIETA SEGRETA DELLA MARCHESA PRIMA COLAZIONE 1 bicchiere di acqua calda e limone (a digiuno) 1 cucchiaio di miele 1 tassa di latte d’avena o kamut 4 fette biscottate ai cereali con marmellata biologica di arance amare 4 nocciole del Piemonte
Nel salotto di Pechino Express con Costantino della Gherardesca 5 mandorle non salate o noci 3 prugne secche al naturale spremuta di 3 arance e mezzo pompelmo 1 cubetto di cioccolato COLAZIONE - 1 centrifuga di ananas, finocchio, mela verde, sedano e carota MERENDA - thè verde al gelsomino con una barretta dietetica PRANZO (h.21) - pesce o tacchino al vapore o insalata di astice - 50 gr. di pasta di kamut - tonno al naturale - due piccoli sorsi di champagne - tisana
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Libri & Co
Storia del lago scomparso
Un saggio dedicato al Lago Gerundo, che si estendeva nella Gera d’Adda, infestato dal drago Tarantasio. A Mestre, intanto, si parla di thriller e giallo
by Edoardo Barbieri
“A
nticamente una parte della Bassa bergamasca, all’incirca l’attuale zona della Gera d’Adda, era ricoperta da un vasto specchio d’acqua: un lago a tutti gli effetti, che sorgeva al confine con le attuali province di Milano, Cremona e Lodi. Si chiamava Gerundo, si estendeva per circa duecento chilometri quadrati. Si è prosciugato definitivamente attorno all’Anno Mille, ridotto ormai a qualche sparuta palude. Oggi di quell’antico e a tratti leggendario lago restano tracce nella toponomastica della zona (il termine «gera», che significa ghiaia, è infatti presente in molti nomi di paesi e strade), ma anche nella geografia del territorio: in alcuni paesi, come Pontirolo, Treviglio, Casirate e Arzago, è ancora ben visibile la
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A sinistra, la copertina di “Lago Gerundo tra storia e leggenda” Meravigli edizioni. Qui sopra, la locandina di Mesthriller, il festival del giallo di Mestre
«sponda» del lago che non c’è più. La sua “presenza” si può scorgere ancora oggi nella conformazione di un territorio indissolubilmente legato all’acqua e costellato da una grande produsione di fiumi, canali e fontanili. Nel corso dei secoli quel grande specchio d’acqua, paludoso e inospitale, venne bonificato dall’uomo e andò incontro a un inevitabile prosciugamento. Oggi dell’antico lago restano le sponde, a tratti ancora evidenti, ma anche isole e promontori sui quali vennero fondate le città di Crema e Lodi, così come diverse piroghe monossili giunte fino a noi, oltre a decine di riferimenti nella toponomastica locale. Il saggio intitolato “Lago Gerundo tra storia e leggenda” di Fabio Conti, edito da Meravigli Edizioni Mi-
lano, ripercorre la travagliata storia del lago che non c’è più e il cui territorio fu teatro di epici scontri. Ma quella del Gerundo è una storia che si mescola alla leggenda. Come il Loch Ness, anche il grande lago lombardo ospitava un mostro, Tarantasio, e la sua uccisione è stata tramandata nel tempo in molteplici tradizioni. Fabio Conti, giornalista e scrittore, è nato nel 1979 a Vaprio d’Adda, sulla sponda del lago Gerundo, e vive da sempre nella Geradadda. Giornalista professionista, è redattore dell’“Eco di Bergamo” e corrispondente dell’“Ansa” da Bergamo. Appassionato di storia e tradizioni locali, ha scritto racconti pubblicati in varie raccolte. È inoltre autore del volume “Uomini e motori: s torie e passioni bergamasche” (pubblicato da Grafica&Arte).
A MESTRE SI PARLA DI GIALLO Si è svolta pochi giorni fa la prima edizione di “Mesthriller”, il festival letterario, inserito nel calendario de “Le Città in festa”, che fino all’1 dicembre porterà a Mestre i più amati scrittori italiani dei generi giallo, noir e thriller. Nato da un’idea del blog Piegodilibri.it e organizzato in collaborazione con il Centro culturale Candiani, la Biblioteca civica Vez, e la libreria Ubik di Mestre, il festival proporrà incontri con gli autori, lezioni, spettacoli teatrali e reading nel centro di Mestre. Saranno ospiti di “Mesthriller” scrittori conosciuti in Italia e spesso tradotti all’estero, tra i quali Fulvio Ervas, Andrea Molesini, Roberto Costantini, Paolo Roversi, Alessia Gazzola, Andrea Vitali, Massimo Carlotto, Fabrizio Roncone, Roberto Tiraboschi, Margherita Oggero e tanti altri. I brani di alcuni romanzi saranno letti dagli attori di “Voci di Carta”.
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Heritage & Traditions
Gli errori di Cortenuova by Giovanni Nicastro Guidiccioni
La famosa battaglia (27-28 novembre 1237) vide l’esercito di Federico II opposto a quello dei guelfi che, insiemei al Papa Gregorio IX, rifiutavano di riconoscerlo
La battaglia di Cortenuova fu uno degli scontri più cruenti del XIII secolo, verificatosi il 27 e 28 novembre 1237 tra le forze dell’imperatore Federico II e quelle della Lega Lombarda. L’alleanza guelfa fu sconfitta e gli imperiali catturarono molti prigionieri, anche se questo non pose fine alla loro ribellione. Domata la ribellione di suo figlio Enrico VII in Germania, nell’autunno del 1236, Federico II, Imperatore del Sacro Romano Impero e re del Regno di Sicilia, decise di ritornare in Italia per attaccare i comuni della Lega Lombarda che, insieme al Papa Gregorio IX, si rifiutavano di riconoscere la sua autorità ed il suo potere. Federico II arrivò a Valeggio sul Mincio, dove ingrandì l’esercito sia con le milizie di Ezzelino III da Romano che con quelle delle città amiche dell’Impero e del suo Regno di Sicilia; con queste forze saccheggiò poi Vicenza. Tornò poi in Germania per domare l’ennesima rivolta di un principe e, per garantire continuità alla sua dinastia, elesse suo figlio Corrado IV Re dei Romani, mentre in Italia il Gran maestro dell’Ordine teutonico, Ermanno di Salza, nel maggio 1237 scoraggiò ogni tentativo di rivolta. Rimaneva comunque da spezzare la Lega Lombarda. Nell’agosto 1237 Federico II scese ancora aVerona. Qui ai suoi 2.000 cavalieri si aggiunsero le truppe di Ezzelino III formate da padovani, trevigiani, trentini, vicentini e veronesi, più quelle di Gaboardo di Arnstein. Dalla Sicilia arrivarono 6.000 fanti e cavalieri, tra cui i famosi arcieri saraceni, e quindi i ghibellini di Pavia, Modena, Cremona, Parma e Reggio, per un totale di 12.000 - 15.000 unità. L’esercito imperiale puntò verso Mantova, che preferì arrendersi piuttosto che vedersi saccheggiata. Poi toccò a Bergamo, dove un consiglio di nobili radunato in fretta e furia scelse la medesima strada, ma senza alcun atto di sottomissione, poiché l’Imperatore non avrebbe voluto logorare le proprie fila cercando di assaltare le poderose mura della città. Sicuro di avere le spalle coperte a nord da Bergamo e a sud da Mantova, Federico II iniziò le ostilità strappando ai bresciani numerosi centri come Goito e il castello di Montichiari, anche se i 1.500 fanti e 20 cavalieri presenti in quest’ultima località resistettero abbastanza a lungo da permettere al grosso dell’esercito lombardo di arrivare a Brescia. A questo punto Federico II, constatando l’impossibilità di conquistare la città, piantò le tende a Pontevico in attesa delle mosse dell’avversario. La brillante e rapidissima mossa dell’esercito della Lega Lombarda, comandato da Pietro Tiepolo (figlio del Doge di Venezia), si realizzò nell’attestarsi, una volta passato il fiume Oglio, presso Manerbio, occupando una posizione decisamente molto vantaggiosa. L’intento dei 6.000 fanti e 2.000 cavalieri della Lega Lombarda era di allontanare il pericolo dalla città e di evitare lo scontro in campo aperto, che avrebbe visto vincitore il più agguerrito esercito imperiale. Nel novembre 1237 i due eserciti rimasero sulle due sponde del fiume per quindici giorni, finché il rischio di esaurire i viveri spinse Federico a un diversivo, portando il nemico su un terreno più consono alle caratteristiche del suo esercito. Prima di lasciare la posizione il 24 novembre 1237, fece così filtrare presso le truppe nemiche l’informazione che sarebbe tornato a Cremona per l’inverno. Una volta superato l’Oglio andò invece verso Soncino.
A fianco una miniatura che illustra la cruenta battaglia di Cortenuova, che si combattè il 27 e 28 novembre 1237. L’imperatore ordinò ai soldati di dormire in assetto da combattimento per attaccare meglio all’alba. L’ERRORE DEI LOMBARDI I lombardi commisero un gravissimo errore. Sicuri del fatto che Federico fosse realmente andato a Cremona, i “collegati” (soldati volontari dell’esercito del Carroccio), decisero di lasciare le posizioni di Manerbio e di tornare a casa. Nel frattempo però, i bergamaschi si erano attestati a Ghisalba, decisi a vendicare la disfatta della Malamorte subita nel 1191, mentre la piccola guarnigione di Cividate al Piano, dopo aver innalzato la bandiera guelfa per ingannare i leghisti, avrebbe dovuto comunicare, con segnali di fumo, quando la Lega Lombarda avesse completato l’attraversamento dell’Oglio. Quando nel primo pomeriggio del 27 novembre 1237, dopo aver toccato Lograto e Chiari, la Lega Lombarda completò l’attraversamento dell’Oglio a Pontoglio e Palazzolo, le truppe imperiali videro alzarsi nel cielo dense nubi di fumo, si mossero passando per Torre Pallavicina, Pumenengo e Calcio per raggiungere Cortenuova, distante 18 km. Nell’avanguardia dell’esercito imperiale vi erano i saraceni e la cavalleria, che furono i primi a lanciarsi contro le file dei lombardi, mentre la fanteria veniva disposta in linea orizzontale. Presi alla sprovvista, i milanesi e i piacentini non contennero l’impeto del nemico e fuggirono in direzione di Cortenuova, dove altri milanesi e alessandrini si erano ammassati attorno al Carroccio, rimanendo preda dei dardi saraceni e dell’impeto dei cavalieri teutonici. La Falange dei Forti, composta da figli di nobili milanesi e capitanata da Arrigo di Monza, si assunse l’onere di proteggere il ripegamento delle truppe del Carroccio. Guidata da sentimenti nobili e valorosi, tale compagnia, comparabile a quella opposta a Federico Barbarossa a Legnano, si batté così valorosamente che, anche con l’arrivo dei bergamaschi da nord e da est, al calare della notte manteneva ancora le posizioni.
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I particolari ed esclusivi eventi della primavera 2016 scelti dagli autori del nostro tv reality 16 18
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Vernissage con Madonna e Kate Moss. Premio Variety a Scarlett
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venti charity accompagnati da bellissimi accessori o automobili per le star che questo mese popolano le pagine Top Nightlife. A proposito, mentre impazza la Festa del Cinema di Roma (6) stiamo girando la quarta puntata Friuli, Toscana e Marche, in barba al terremoto. 1- VARIETY POWER La star di Avengers Scarlett Johansson e l’attrice premio Oscar Helen Mirren sono tra le vincitrici dell’award Variety Power of Women 2016. La celebre rivista di spettacolo americana ha festeggiato i vincitori nel corso di un ricevimento organizzato al Beverly Wilshire Four Seasons Hotel a Los Angeles.Premiate anche la cantante e attrice Miley Cyrus, la star transgender Laverne Cox e la regista Ava DuVernay. Tra le altre partecipanti all’evento, Ashley Tisdale, Rosanna Arquette e altre grandi superwoman di Hollywood. A ogni premiata è stata dedicata una copertina personalizzata di Variety. 2 - PRINCESS & CARS Sua Altezza Reale la principessa Anna d’Inghilterra ha inaugurato il nuovo centro ricerche del marchio Bentley. La figlia della Regina Elisabetta II e del Principe Filippo, Duca di Edinburgo, si è recata in visita presso il quartier generale Bentley di Crewe per inaugurare ufficialmente un nuovo centro ricerca e sviluppo della Casa britannica. La struttura finita in 7 mesi darà lavoro a circa 400 ingegneri . 3 - I BRONZI DI GIO’ Due bronzi dello scultore Giovanni Di Busca sono stati esposti nella prestigiosa piazzetta di Portofino lo scorso mese di settembre. Era almeno un decennio che non venivano esposte opere nel prestigioso spazio civico ligure. 4 - GWINETH & FITNESS Frederique Constant e Gwyneth Paltrow (4) hanno invitato i giovani studenti
del programma DonorsChoose.org a seguire una lezione privata di fitness impartita dall’attrice insieme a Tracy Anderson, la personal trainer delle star nella nuova sede esclusiva degli Spring Studios, a New York. La lezione è stata un momento di grande energia in cui Aletta Stas-Bax e Gwyneth Paltrow hanno incoraggiato gli ospiti a unirsi a loro per la “1000 Steps Challenge” a sostegno di DonorsChoose.org. Nel corso della sfida, Gwyneth ha indossato il nuovo Horological Smartwatch da donna Frederique Constant. L’azienda è stata orgogliosa di contribuire con una donazione di $ 50.000 per l’organizzazione DonorsChoose.org, a favore dei programmi di sport di tutte le scuole pubbliche. 5-10 INDOVINA CHI VIENE A CENA I due fotografi di moda Mert Alat & Marcus Piggot hanno inaugurato la loro prima esposizione intitolata Mert & Marcus: Works 20012014. Un esclusivo cocktail party si è tenuto nella sede centrale di Phillips a Londra, in Berkeley Square, dove a bordo di una flotta di lussuose Maserati Quattroporte e Ghibli, sono arrivate le celebrities invitate all’evento, le attesissime Madonna, Kate Moss e Lara Stone. Erano inoltre presenti: le top model Irina Shayk e Arizona Muse, l’attrice Lindsay Lohan la cantante Molly King, Edward Enniful, Kristen McMenamy, Mary Charteris & Robbie Furze, Katie Grand, Jefferson Hack, Oliver Cheshire, Sam Rollinson, Charlotte Wiggins, Quentin Jones, Ashley Hicks e Jenny Bastet. L’esposizione è aperta fino al 16/11 7 - KLAUS NON SI FERMA Claudio Savoldi Bellavitis prosegue il tour di concerti in Lombardia e Piemonte a favore dei terremotati di Amatrice. Bravissimo! 8- I KENNEDY A MILANO - Si è svolta nell’elegante cornice di Pa-
lazzo Serbelloni a Milano l’annuale gala con celebrazione del 10° anniversario della Fondazione Robert F. Kennedy Human Rights Italia che, dal 2006, promuove e sviluppa i progetti del RFK Center for Justice and Human Rights. Alla serata hanno fatto il loro ingresso ufficiale, a bordo dell’ammiraglia Maserati Quattroporte, Kerry Kennedy, presidentessa dell’Associazione, la giornalista Simona Burattini conduttrice della serata e il professor Roberto D’Alimonte, docente universitario della Luiss. A rappresentare Maserati il Chief Marketing Officer Jacob Nyborg. Presenti all’evento anche lo chef stellato Davide Oldani, che ha firmato il dinner, il Direttore dell’Opera Orchestra di New York Alberto Veronesi, il Presidente di Confindustria Digitale Elio Catania con la moglie Mercedes, il Presidente di Grandi Stazioni Riccardo Maria Monti e l’imprenditore Enzo Manes che ha ricevuto il premio per la sua intensa attività no-profit. 9- DAZED, CHE PARTY - Dazed e Calvin Klein hanno celebrato con un party esclusivo a Londra il 25° anniversario della rivista Dazed. L’evento si è tenuto al civico 25 di Surrey Street a Londra, dove il Ceo e Co-Fondatore di Dazed Media, Jefferson Hack, ha accolto gli ospiti. Una performance live del gruppo The NYC Downlow ha preceduto vari dj superstar come Jamie XX, 2 Many DJs, Craig Richards, Erol Elkan, Arca, Kamixlo, No Vacancy Inn, Pandora’s Dukebox e Princess Julia. Tra gli ospiti illustri presenti all’evento: FKA Twigs e Robert Pattinson, M.I.A., Mark Ronson, Jamie Hince, Pamela Anderson, Sai Bennett, Rocco Ritchie, Lili Sumner, Coco Sumner, Lily Cole, Lineisy Montero, Lottie Moss, Edie Campbell, Winnie Harlow, Erin O’Connor, Ellen Von Unwerth e Katie Grand. 11 - LA MIA INDIA - Anche la principessa India di Afghnanistan (qui con Natasha Elfring) non si ferma e prosegue con i suoi progetti benefici a favore del Paese asiatico di origine. 12 -LAMBORGHINI PER DR. STRANGE La casa del toro debutta nel cinema Ecco il cast del film alla presentazione. Sul set sono utilizzate le velocissime due posti Lamborghini.
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tutti pazzi per 20
In queste pagine: Cappella Sistina, particolare del Giudizio Universale di Michelangelo. In alto: il simbolo del Giubileo della Misericordia 2015
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A sinistra, la coppia vincente di Agent X. Qui sopra, le giovani star di Broker Girls, le migliori amiche che fanno esperienza i by vitaFilippo diventando cameriere al fast food e Bortolan coinquiline anche nella stessa casa (con un cavallo in giardino).
le super serie tv Guerra totale tra i canali Rai2, Netflix, Sky, Fox, Italia1, Premium e sul web Infinity e Chili. E gli spettatori? Le amano, le odiano o ne fanno una malattia..
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Le serie con le star meno giovani sono le più importanti e attese
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a nuova stagione televisiva è iniziata portando con sé un bastimento carico di serie. Ce ne sono per tutti i gusti, con tanti graditi ritorni e con tante novità che vantano un comune denominatore. I protagonisti molto spesso sono donne: fragili, strong, irresistibili, coraggiose, capricciose da far girar la testa. Insomma, impossibile resistere alla curiosità di dar loro un’occhiata. E quando si comincia a seguire, ci si appassiona. E, ahimè, è quasi impossibile fermarsi. A ben vedere, le colonne portanti di molte serie non sono tutte dalla pelle liscia e soda come a vent’anni. Ma incredibilmente sono proprio le star meno giovani quelle vincenti e le più attese. Sul digitale terrestre o sui canali criptati riisultano talmente tenaci, determinate, piene di energia e di talento nell’interpretare i loro personaggi, che non ci si stupisce affatto della presa che sanno esercitare su molte donne che rivedono nei loro panni e che spesso iniziano a vestirsi come le icone che seguono in tv. Il pubblico non si stanca di seguire certe star over 40 - da Sharon Stone a Jennifer Lopez, da Cameron Diaz a Uma Thurman, nonostante gli anni passino: risultano sempre gradite e irresistibili. E’ un po’ quel che è successo anche anche Daniela, la straordinaria Marchesa, la protagonista della nostra copertina, che dopo il successo come concorrente di Pechino Express è continuamente invitata da Rai, Mediaset e tantissime reti, come ospite e opinionista: grazie al suo stile inimitabile, ha messo insieme un esercito di followers talmente vasto da risultare sempre nelle prime posizioni dei social network, durante le sue dirette dai vari talk show o dei live su Facebook.
Alana de Garza, nata in Ohio da genitori di origine messicana, è la star di “Criminal Minds”: Beyond Borders attualmente in corso.
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Ma vediamo ora quali panni vestono le star e le promesse dello star system. Jennifer Lopez è Harlee Santos, protagonista di “Shades of Blue” (in onda su Premium Crime). Come lei è una madre single con figli a carico, ma il suo personaggio se la passa ovviamente peggio di lei. La vediamo impegnata, tutti i giorni, a combattere la malavita di Brooklyn, finendo però per farsi corrompere. Una volta scoperta, sarà costretta a collaborare con la squadra anticorruzione dell’FBI e a fare, sempre più pericolosamente, il doppio gioco. Sharon Stone è la Natalie Maccabee di “Agent X” ( in onda su Premium Action). Nell’attesissima serie la troviamo a gestire delicati casi di spionaggio nei panni di un’affascinante Vice-Presidente degli Stati Uniti. È lei che metterà in campo il protagonista, l’agente delle Forze Speciali John Case. A salire sui tacchi a spillo di Natalie non si poteva mettere una star di minor calibro, indimenticata maliarda in tante pellicole noir e thriller. Lily James è Natasha Rostova – “Guerra e pace” (in onda su laeffe) . “Guerra e pace”, è un grande classico della letteratura firmato da Lev Tolstoj, che molti una volta leggevano su carta. Ora è più pratico godersi la miniserie. Ma qualcosa si deve pur conoscere del romanzo per potersi divertire. Dunque solo chi avrà la forza di immergersi nella lettura, potrà giudicare le mosse della contessa Natasha Rostova che si fidanza con il principe Andrej Bolkonskij e
Alessandra Mastronardi, napoletana, dopo anni di lavoro ha successo con le
serie “I Cesaroni“e “l’Allieva”.Desigh
Kimberley Kimberly Alexis interpreta il ruolo di Rory Gilmore nella serie televisiva “Una mamma per amica”.iva
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Uma Thurman in “The Slap” interpreta Anouk, una single, autrice di soap opera poi viene travolta dall’amore per Pierre Bezukhov. Altrimenti meglio dedicarsi alla bollente Uma Thurman che interpreta il personaggio di Anouk in “The Slap” (anche questa in onda su Mediaset Premium, categoria Stories). Si tratta di una mini-serie ispirata al romanzo “Lo schiaffo” di Christos Tsiolkas, da cui è già stata tratta una serie con episodi di lunghezza normale in Australia. La nostra Anouk scrive, è l’autrice di una soap opera di successo ma in realtà sogna di pubblicare un romanzo. Ha 41 anni e sente l’inevitabile scorrere del tempo, dunque cerca di opporsi al suo destino in tutti i modi, inizia anche a frequentare un uomo più giovane. La Thurman dunque non delude in questi panni e anzi dà corpo ai sogni (inconfessati) di molte spettatrici. Melissa Benoist è la Kara Zor-El della nuova serie “Supergirl” (trasmessa in chiaro da Italia 1). In questa prima stagione si raccontano le avventure della giovane cugina del ben più noto Superman. Eh già, non avevamo mai pensato che il super eroe avesse un’intera famiglia con i super poteri...Kara Zor-El è una graziosa fanciulla, all’apparenza timida e impacciata, che di giorno lavora per un importante gruppo editoriale e di notte (guarda un po’) salva il mondo, o almeno ci prova. Lei è bella e gli episodi sono gradevoli. Insomma, niente a che vedere con le coulottes di plastica di Wonder Woman. Herizen Guardiola è la Mylene Cruz della “The Get Down” (prodotta da Netflix), ambientata nel periodo più fertile della musica pop. Mylene sogna di diventare una cantante di disco music (siamo, infatti, negli anni’70) ma niente si rivela facile per lei, deve fare i conti persino con alcune problematiche religiose.
Hugh Laurie. protagonista di Doctor House, registrò l’audizione in un bagno dell’hotel in Namibia dove era su un set.
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DOCTOR HOUSE NELLA STORIA DELLA TV Dr. House - Medical Division (House, M.D.) è una serie televisiva statunitense ideata da David Shore e Paul Attanasio e trasmessa da Fox dal 16 novembre 2004 al 21 maggio 2012. La serie è incentrata attorno al ruolo del dottor Gregory House, un medico poco convenzionale ma dotato di grandi capacità ed esperienza, a capo di una squadra di medicina diagnostica presso il fittizio ospedale universitario Princeton-Plainsboro Teaching Hospital, nel New Jersey. La serie trae ispirazione dai gialli del celebre detective Sherlock Holmes:[1] in ogni episodio ha luogo un giallo diverso che il protagonista, attraverso le proprie capacità mediche e deduttive, deve districare basandosi su vari indizi, spesso poco evidenti; infine, egli riesce quasi sempre a risolvere il puzzle medico e a salvare il paziente. I misteri medici sono invece stati ispirati da una rubrica del New York Times dedicata ai casi clinici particolarmente problematici.Dr. House è stato acclamato dalla critica e ha un alto livello di ascolto televisivo. La serie è stata tra i primi dieci programmi televisivi più seguiti negli Stati Uniti dalla sua seconda stagione alla quarta;[nella stagione televisiva 2008-2009, è scesa complessivamente sino al diciannovesimo posto. Distribuito in 66 paesi, Dr. House è stato il programma televisivo più seguito al mondo nel 2008. La serie ha ricevuto diversi premi, incluso un Peabody Award, due Golden Globe e tre Emmy Award.[8] L’8 febbraio 2012 il network Fox ha annunciato la chiusura della serie con l’ottava stagione, che si è conclusa il 21 maggio 2012. Dal punto di vista culturale, la serie televisiva – e più in particolare la figura del protagonista – ha fornito motivi di riflessione filosofica, etica e religiosa relativi al campo della medicina e della deontologia; diversi saggi pubblicati hanno approfondito questo aspetto della serie.
Ewan Rachel Wood Attualmente interpreta Dolores Abernathy nell’acclamata serie televisiva Westworld
Melissa Benoist Nel gennaio 2015 interpreta Kara Zor-El nella serie tv della CBS Supergirl.
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Su Fox Crime c’è Dicte Svensen, cronista-detective
Lauren Graham e Alexis Bledel sono invece le Gilmore Girls della serie “Una mamma per amica: di nuovo insieme” , prodotta da Netflix. E’ una serie fortunata, il 25 novembre ritorneranno i 4 episodi di 90 minuti con Lorelai Gilmore alle prese con la figlia Rory e la madre Emily, impegnata ad affrontare i cambiamenti chiave delle loro tre vite. Per chi ama le storie meno sdolcinate o strappalacrime ecco Iben Hjejle nei panni di Dicte Svendsen, la star della serie “Dicte” in onda su FoxCrime. Si tratta di un personaggio già molto noto nel Nord Europa: Dicte Svendsen è una giornalista di cronaca nera protagonista degli avvincenti romanzi gialli pubblicati dalla scrittrice danese Elsebeth Egholm. La serie tratta dai suoi scritti “Dicte”, trascina gli spettatori nel cuore di alcuni casi terribili, difficili da risolvere. Tra un enigma e l’altro, emergerà un oscuro segreto della coraggiosa e ostinata protagonista. Non vi diciamo di più. Parte in accelerazione anche la serie TV comedy (dieci puntate da 30 minuti) Divorce, con la magnetica Sarah Jessica Parker alle prese con la ricostruzione della propria vita di donna. Per l’attrice di Sex and the City si tratta di un grande ritorno in TV per HBO dopo aver abbandonato la shopaholic Carrie Bradshaw: questa volta vestirà i panni di Frances, madre e moglie alle prese con scelte ben più difficili rispetto all’acquisto di un nuovo paio di scarpe. A firmare la serie è Sharon Horgan, che ne è anche produttrice insieme alla stessa Parker, Paul Simms, Alison Benson e Aaron Kaplan. Nel cast artistico compaiono Thomas Haden Church, Molly Shannon, Talia Balsam e Tracy Letts.
Cereali
La serie svedese tratta dai gialli di Elsebeth Egholm, con Dicte, una giornalista di cronaca che indaga su oscuri omicidi
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Si sa tutto invce da mesi di Claire Foy, scelta per entrare nella storia della tv nei panni di Elisabetta II nella serie “The Crown” prodotta da Netflix. Il grande successo di film come Elizabeth e The Queen ha fatto balenare nella mente dei produttori l’idea che potesse replicare il botto. Dunque ecco qui gli episodi amatissimi dai tutti gli appassionati di teste coronate, che sperano di poter scoprire qualcosa in più della storia della mitica regina Elisabetta II e della famiglia reale inglese, attraverso le patinatissime puntate di “The Crown”. La serie mastodontica prevede non meno di sei stagioni, che racconteranno altrettanti periodi della sua vita, con dovizia di particolari e grande profusione di ambienti sofisticati, gioielli, abiti, cagnolini e cavalli. Melissa George veste invece i panni di Alexandra Panttiere nella serie “Heartbeat” (Mediaset Premium Stories). Con lei entriamo nell’ opedale St. Matthew di Los Angeles dove lavora la bella cardiochirurgo che cerca in tutti I modi di conciliare la vita professionale con quella privata. La serie è ispirata a un altro grandissimo successo “Heart Matters”, il libro autobiografico della dottoressa Kathy Magliato che per gli spettatori americani non ha bisogno di presentazioni. Ruth Wilson è stata scelta per interpretare Alison Lockhart nella serie “The Affair” (in onda su Sky Atlantic) È una giovane cameriera che coltiva una relazione extraconiugale. Sta cercando di non fare crollare il suo matrimonio dopo la morte del figlio, ma a complicare di nuovo tutto arriva lo scrittore Noah Solloway. I due si incontrano
Melissa George è l’interprete dei dieci episodi della serie Hearthbit. Ha lavorato nelle serie tv Grey’s Anatomy e Hunted
Ruth Wilson, dal 2016 interpreta la serie The Affair, per la quale ha vinto un Golden Globe come miglior attrice drammatica
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Westworld, dove tutto è permesso, ha un cast stellare CRIMINAL MINDS NON VA MAI IN PENSIONE... Criminal Minds è una serie televisiva statunitense di genere poliziesco, ideata da Jeff Davis e trasmessa dal 2005 dalla CBS. La serie, che racconta il lavoro di un gruppo di criminologi dell’FBI, è stata scritta con l’ausilio di un ex agente dell’agenzia, ispirandosi al ricco archivio compilato in 35 anni dai profiler americani. Questo aspetto è chiaro fin dalla sigla iniziale della serie, dove compaiono alcuni tra i serial killer statunitensi più famosi (come Charles Manson, Richard Ramirez, David Berkowitz, Theodore Kaczynski e John Wayne Gacy).In Italia la serie è trasmessa in prima visione sul canale satellitare Fox Crime e in chiaro da Rai 2. L’Unità di Analisi Comportamentale (BAU, Behavioral Analysis Unit) è una squadra speciale di psicocriminologi dell’FBI incaricati di elaborare un profilo psicologico e comportamentale degli assassini seriali, chiamati S.I. (Soggetto Ignoto, nell’originale Unsub, da Unknown Subject). Gli esperti di profili criminali sono principalmente psicologi, psichiatri e criminologi. La sede centrale della BAU si trova semisepolta nel terreno all’accademia dell’FBI di Quantico, in Virginia. In genere, ogni episodio inizia con il crimine (nel cui atto il colpevole viene per lo più tenuto nascosto e non svelato) e segue con la richiesta di aiuto da parte, per esempio, degli agenti di polizia locali che si stanno occupando di quel caso d’omicidio, di stupro o di rapimento, al BAU. Questa sezione dell’FBI, infatti, non si occupa di tutti i casi d’omicidio, ma solo di quelli più intricati e, specialmente, di quelli seriali.
Shades of Blue è la serie in onda su Premium Crime che vede Jennifer Lopez nei panni di una poliziotta di quartiere
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durante l’ interrogatorio di una indagine per omicidio e Cupido scocca le sue frecce. Alana de la Garza è Clara Seger, un nuovo personaggio che si fa largo nella fortunatissima serie “Criminal Minds: Beyond Borders” (ancora in onda sulla Rai) , spin-off del celebre “Criminal Minds”). E’ una eccellente profiler dell’FBI, nasconde un segreto anche lei, però: ha alle spalle un passato doloroso di cui si sa poco. Affascinante, misteriosa e determinata: le spettatrici non potranno che amarla. Passiamo ora alle serie tv italiane: Alessandra Mastronardi torna in onda su Rai 1 con la storia in 6 puntate dal titolo L’Allieva, tratta dai romanzi di Alessia Gazzola. La protagonista è Alice Allevi, una studentessa di medicina la cui vocazione però vacilla. Anche la vita sentimentale di Alice è scombussolata dall’incontro con il bel medico legale Claudio Conforti, interpretato da Lino Guanciale. In tutto questo la ragazza dovrà mettersi d’impegno per risolvere i casi che, suo malgrado, si troverà a conoscere. Ma ora parliamo di una serie che pare un kolossal. E’ davvero stata grandissima l’attesa per questa serie che vanta un’ambientazione incredibile, un plot appassionante e un cast di grandissimi attori. “Westworld - Dove tutto è concesso è unaserie tv di fantascienza ispirata al film Il Mondo dei Robot del 1973”. In un futuro prossimo i robot sono ormai delle creazioni quasi perfette, capaci di somigliare agli esseri umani in tutto. Questi robot popolano un avneniristico parco divertimenti in cui i ricchi possono immergersi in una realtà diversa e alternativa nella quale realizzare ogni desiderio perché, ap-
Tamara è la protagonista della serie Awkward, Diario di una nerd superstar che ha due amiche, Jenna e Ming
Westworld, l’acclamatissima serie che propone un mondo dove tutto è permesso, con un cast stellare.
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The Get Down è la bellissima serie a tema musicale prodotta da Netflix punto, si tratta solo di un parco e quindi tutto è finzione. O per lo meno dovrebbe essere così. Ma se la vita artificiale somiglia fin troppo alla vita reale, chi può dire chi sono i robot e chi sono gli esseri umani? Soprattutto quando questi ultimi mettono da parte ogni umanità dando sfogo ad ogni istinto possibile e immaginabile all’interno del parco? Westworld - Dove tutto è possibile ci mette di fronte a questa incalzante domanda e la tensione cresce vertiginosamente. Basata sul film di Michael Crichton del 1973 Il mondo dei robot, la serie futuristica western arriva dopo un pilot prodotto da Warner Bros. insieme a Bad Robot e diretto dal regista Jonathan Nolan, affiancato dalla moglie Lisa Joy nella cura della sceneggiatura. Il cast di questo progetto, definito “un’oscura odissea sull’alba della coscienza artificiale e sul futuro del peccato”, è di altissimo livello: Anthony Hopkins, Ed Harris, Evan Rachel Wood, Thandie Newton, Miranda Otto, Shannon Woodward, Kyle Bornheimer e Rodrigo Santoro. Nel cast troviamo con il sempre conturbante Anthony Hopkins, che interpreta Doctor Robert Ford la rossa Evan Rachel Wood nei panni di Dolores Abernathym, Ed Harris, la mora Shannon Woodward e la black beauty Thandie Newton, fiore all’occhiello del canale Sky. Di fronte a questo ventaglio di offerta di serie tv così ricco, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Un puntata tira l’altra. E ogni puntata che si guarda sono milioni che passano di mano, tra gli operatori del settore. Che spendono montagne di soldi anche per profilare gli spettatori, in modo da creare nuove serie sempre più coinvolgenti e attirare inserzionisti sempre più disposti a pagare per essere in onda al momento buono, quello della svolta clamorosa nella fiction. I profiloatori di appassionati di serie tv lo
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The Get Down è una serie televisiva ideata da Baz Luhrmann e Stephen Adly Guirgis, pubblicata su Netflix. La serie è ambientata negli anni ’70 (per lo più il 1977) presso la città di New York, più precisamente il difficile quartiere del South Bronx. Lì un bizzarro gruppo di adolescenti osserverà come i vecchi generi musicali vengono progressivamente sostituiti da nuovi generi, rivolti appunto ai giovani, ovvero l’hip hop, il punk e la disco music. I ragazzi vivono tra passi di danza, bombolette spray e sogni. La vicenda si sviluppa principalmente attorno le vicende Ezekiel Figueroa e Mylene Cruz, senza tralasciare gli avvenimenti che colpiscono il South Bronx.Mylene sogna di diventare una cantante fuori dal Bronx. Tale sogno, opposto alla volontà del padre, verrà appoggiato dal produttore musicale in fallimento Jackie Moreno e dallo zio Francisco “Papa Fuerte” Cruz che la aiuteranno a formare una band disco con le amiche Queen e Stefaneè ed a firmare un contratto con la Marracash Record, prestigiosa casa discografica.
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Attenzione, dicono i medici, alla bulimia da piccolo schermo sanno bene: quando gli spettatori entrano nel tunnel dei vari Breaking Bad, House of Cards o True Detective, è difficile resistere alla tentazione di guardare quattro o cinque episodi di fila e basta. Più si sa e più si vuol sapere. E’ stata rilevata addirittura una sorta di bulimia da piccolo schermo (detta binge watching, per dirla all’anglosassone) con la quale alcuni dovranno prima o poi fare i conti. Secondo una ricerca condotta dagli scienziati della University of Texas di Austin, esiste una possibile correlazione tra depressione e consumo compulsivo di telefilm. Tradotto in termini meno scientifici: se tiri le quattro di notte per divorare di colpo l’intera prima stagione di Sex and The City o di NCIS, forse qualcosa non funziona come dovrebbe. I dottorandi Yoon Hi Sung e Eun Yeon Kang, guidati da Wei-Na Lee, hanno intervistato 316 persone di età compresa tra i 18 e i 29 anni, sondando le loro abitudini davanti alla televisione e facendo domande tipo: “Quanto spesso ti senti solo?”. Se da un lato si scopre senza eccessivo stupore che il 75% degli intervistati è soggetto al binge watching, dall’altro i ricercatori hanno rilevato come la tendenza a chiudersi in casa davanti allo schermo sia più comune tra le persone che soffrono di tristezza e solitudine che tra quelle abituate ad uscire ogni giorno. In fondo potrebbe sembrare scontato: quando ci si sente giù di corda e non va di vedere nessuno, invece di andare in giro con gli amici è più facile rifugiarsi su Mediaset Premium, Sky Cinema o Netflix, la tv via internet on demand che va fortissimo negli Usa. Però nessuno, in effetti, aveva finora correlato la fruizione smodata di serie tv con una questione serissima come la depressione. Stare incollati per ore su Game of Thrones o fare una serata a rivedere le puntate di Friends è visto di solito come qualcosa di non particolarmente anomalo, divertente anzi, sebbene in alcuni casi un po’ eccessivo. Ma i ricercatori vanno oltre: parlano esplicitamente di affezione per le serie come una pratica per “sfuggire dalle emozioni negative”. Il campione finito sotto la lente d’ingrandimento dei ricercatori di Austin è ancora piuttosto ridotto, ma i risultati conseguiti fino ad oggi mostrano che per le persone che faticano ad autoregolarsi, il passo verso il binge watching estremo è davvero molto breve. E che questa deriva non comporta particolari differenze, ad esempio, con l’avere un rapporto maniacale con il cibo: ecco perché, concludono gli studiosi, l’ossessione da serie tv«non deve essere più considerata come una dipendenza innocua» Lo studio, che non a caso si chiama “A Bad Habit for Your Health? An Exploration of Psychological Factors for Binge-Watching Behavior “ è stato presentato lo scorso maggio durante la International Communication Association Conference che si è tenuta San Juan, nell’isola di Porto Rico. Tuttavia la volontà degli scienziati della Università del Texas è quella di non fermarsi a queste prime rilevazioni e di ampliare il dossier per comprendere a fondo quando la mania incontrollata per le serie tv possa influire sulla salute e sulla tendenza alla depressione degli spettatori, soprattutto gli aficionados di sesso femminile. Se proprio non potete resistere alla tentazione di guardare almeno un paio di serie al giorno, almeno guardatele in inglese, con i sottotitoli. In tal modo, potreste ovviare al problema della dipendenza sempre in agguato, sviluppando alcune abilità particolari. Eccole . Numero uno, fare due cose contemporaneamente. Distrarsi non è possibile. Se lo si fa, si perdono perdi i pezzi di conversazione. Però leggendo i sottotitoli in italiano, si abitua il cervello a leggere e osservare contemporaneamente. Non solo ci si concentra
Dall’alto: Lauren Graham. A seguire, gli eroi della mitica serie NCIS Miami. Qui sopra l’attrice Thandie Newton.
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I top followers citano le battute delle serie, anche in inglese sulle poche righe in basso ma nel frattempo si ha anche una visione totale di ciò che sta succedendo in secondo piano rispetto ad essi. Numero due, pensare in inglese.Guardare una serie tv in lingua originale sottotitolata aiuta moltissimo con la lingua. Si arriva al punto in cui, per questo motivo, ogni tanto capita di dire o pensare frasi in inglese citando -magari- qualche personaggio. Numero tre, Usare lo slang. Alzi la mano chi pensa che non si ritroverà mai a usare uno slang seguendo una serie in tv con sottotitoli. A molti capita di farlo, invece. Non esageratamente come Tamara di Awkward ma comunque siamo lì, più o meno. Se proprio non potete resistere alla tentazione di gaurdare almeno un paio di serie al giorno, almeno fatevi l’esame di coscienza e riconoscete serenamente la vostra classe di appartenenza, come spettatori. Non le avete mai sentite citare? Ovviamo subito, eccole. I BULIMICI Sono quelli che guardano tutto, che non sanno dire con precisione quante serie seguono, che si sentono in colpa quando saltano un episodio, che in vacanza passano buona parte del tempo a contare quanti episodi stanno perdendo, e quanto tempo ci metteranno a recuperarli. E talvolta neanche ci vanno in vacanza. Stanno a casa a vedere le serie. I Bulimici iniziano qualunque serie gli capiti a tiro e fanno una fatica boia a lasciar perdere dopo che hanno cominciato, anche quando la serie che hanno casulmente scelto sembra loro una vera boiata, diciamo una storia molto lontana dal loro gusto. La paura del Bulimico è una sola: “e se subito dopo che l’ho mollata diventa una bomba e tutti ne parlano in ufficio?” I ROMANTICI Nella categoria dei romantici ci cascano un po’ tutti prima o poi. La seguo solo perché c’è lei (o lui, intesi come attori preferiti. Sono spettatori caratterizzati da un evidente scompenso ormonale e da curiosi disordini nella produzione di dopamina o altre sostanze. I romantici si mettono a divorare telefilm solo in virtù dell’attrazione amorosa che provano per uno o più dei protagonisti coinvolti. Si interessano solo delle trame ro-
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Iimmagini di serie improntate all’azione: in alto White Collar. Qui sopra, i protagonisti di Breaking Bad.
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I giovani spettatori? Guai a definirli ‘figli di Sky o di Netflix’ mantiche e sono disposti ad abbandonare una serie se la loro storia d’amore preferita viene abbandonata o distorta. Registrano accuratamente le scene di baci, amplessi e petting e se le riguardano fino alla noia. Si tratta solitamente teenager. Ma non è detto: i Romantici possono mantenere la loro condizione anche in età adulta, in dipendenza delle condizioni seriali: è il caso di certe fan di White Collar (innamorate di Matt Bomer) o di Lost (per Josh Holloway). Qualcuno diventa un romantico anche in età relativamente avanzata, per colpa di Everwood: l’amore che provavo per la giovane Emily Van Camp può diventare, a dir loro, un sentimento vero e tangibile che espone i malcapitati a deliranti dichiarazioni pubbliche. I romantici di solito o si riprendono oppure diventano sessuomani senza speranza. Nella categoria degli accumulatori si possono tranquillamente inserire tutti quelli pronti a dichiarare di aver visto tre stagioni di una serie in una settimana.
Altre immagini di famosissime serie americane: in alto i morti viventi di Walking Dead. Qui sopra, gli investigatori di Cold Case
GLI ACCUMULATORI Guai a definirli “Figli di Sky o di Netflix”, si offendono terribilmente. Il fatto è che gli Accumulatori tendono a rifiutare il loro comportamento e il concetto di visione “seriale”: rinnegano sempre e dovunque l’appuntamento settimanale in favore della fruizione cumulata e ininterrotta di intere stagioni in pochissimi giorni. Accumulano, insomma, perchè non ce la fanno a parcellizzare. Gli Accumulatori sono talmente soggetti a questa pratica che si isolano volontariamente dai social network, dove anche per caso in un commento qualsiasi qualcuno potrebbe far riferimento a qualcosa visto la sera prima. Inoltre fanno un unso massiccio di cuffie fonoassorbenti nei corridoi degli uffici, sugli autobus e in metropolitana. – ma accettano le limitazioni in nome di un bene superiore. Sono facilmente riconoscibili agli altri perchè se ne escono con frasi come “Non dirmi nulla che le sto tenendo da parte”, oppure “Preferisco aspettare di averle tutte prima di vederle” o anche “Quando ho visto un episodio non posso aspettare un’intera settimana per sapere come va a finire”. Per questo, vengono vissuti con fastidio dagli altri spettatori, generalmente per tre motivi:
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Qui sopra: Lily James nella serie Guerra e Pace . Nella pagina a fianco, l’affascinante Uma Tburman, protagonista della serie “The Slap”. Anouk sceglie volen-
tieri partner più giovani di lei...
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non si può parlare di nulla col loro durante la stagione; quando arriva l’estate ti chiamano o ti scrivono per commentare cose che tu hai già visto sei mesi prima; se gli fai notare questa insolita discrepanza cadono in uno stato emotivo instabile, ridono istericamente e si allontanano scuotendo la testa. I POST MODERNI Anche questi si riconoscono facilmente, perchè vanno in giro a fare domande astruse, sul substrato socio-edu-eco-psico-semiotico di 2 Broke Girls o di Doctor House. Sono spesso una diretta derivazione dei vecchi cinefili da cineforum che al sabato sera ci portavano a guardare film muti cecoslovacchi. Una volta volevano mettere al rogo Christian De Sica, poi avevano optato per Aldo Giovanni e Giacomo, oggi vogliono fare lo stesso rogo con Checco Zalone. Però quando vengono accalappiati da una serie tv, si mettono a cercare il suo valore e lodano la sua forma artistica totale. I post moderni non guardano le serie in chiaro ma solo quelle cable in lingua originale (anche se è danese ) e danno ai
partner nomignoli affettuosi come “Eiemsì”. Passiamo ora agli spettatori analogici, quelli che vogliono vedere le serie ma devono fare i conti con un fatto: che ci crediate o no, non sono mai entrati nell’era digitale. Guardano i telefilm delle serie in chiaro e rigorosamente in italiano. Leggono le guide tv cartacee. Se qualcuno nomina la possibilità di vedere qualcosa sul pc, scaricato magari con Torrent, si agitano, smettono di essere pacifici e sorridenti, vanno in ansia. Preferiscono aspettare anni per vedere una stagione che altri hanno già visto l’inverno scorso e discusso in mensa persino con le cameriere. Fanno domande a bruciapelo del tipo “Quand’è che arriva su Sky?”, “Ma la fanno la replica su Cielo?”, oppure “No, io li guardo coi sottotitoli, sennò poi devo leggere e perdo il filo”.Più l’analogico è vecchio e più è difficile convertirlo al digitale. : GLI OSSESSIVI La terz’ultima scena della 5×12 fa chiaro riferimento a quel sopracciglio alzato nella 2×07 Gli Ossessivi seguono un numero
limitato di telefilm, tipicamente due-quattro alla volta, che però conoscono più della loro madre. Li hanno guardati e riguardati più volte, li hanno studiati, approfonditi, commentati. Ne hanno cercato i più piccoli dettagli su internet, hanno comprato dvd e blu ray, guardato tutti i contenuti speciali, letto tutte le interviste. Gli Ossessivi sanno essere estremamente cordiali e amichevoli con chi mostra simpatia per l’oggetto della loro ossessione, mentre diventano ostili, se non apertamente violenti, nei confronti dei detrattori della serie eletta a loro idolo. Tipica frase “Ma che cazzo parli a fare che non hai mai visto un episodio?”. L’Ossessivo può cadere in forme più o meno gravi di depressione al termine della serie prediletta, uno stato di apatia che tipicamente viene superato con la sostituzione dell’oggetto di culto con uno nuovo, oppure con la trasformazione in Bulimico. In rari ma documentati casi, gli Ossessivi superano le proprie difficoltà rinunciando in toto alla natura di serialminder, descrivendo il proprio percorso con affermazioni come “dopo Lost non mi interessa più vedere niente”. Alcuni Ossessivi diventati nonserialminder possono essere trovati nella tundra russa, intenti a dar da mangiare alle renne, o anche su certe spiagge californiane, impegnati a surfare e vendere ciondoli fatti con tappi di birra. GLI OCCULTI Come si chiama quella serie con quel bell’uomo brizzolato? E’ la categoria a cui appartengono molte delle signorotte appassionate di NCIS o Cold Case. Gli Occulti non parlano dei telefilm che guardano, se non dietro specifica richiesta, e comunque con formule verbali estremamente generiche come “ah sì, bello”, o anche “Mi piace quello che fanno al martedì”. Del tutto disinteressati a qualunque forma di aggregazione e condivisione delle esperienze, gli Occulti sono spesso difficili da individuare. Sovente non riescono a ricordare il nome della serie E contemporaneamente dei suoi protagonisti, ma solo una delle due cose, per cui o è “Criminal Minds”, oppure è
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“quello con Spenser e Ocner”.Sono spesso considerati una minoranza, ma è una percezione errata dovuta alla loro relativa silenziosità. In realtà gli Occulti rappresentano una larga fetta (se non addirittura la maggioranza) dell’intera popolazione di serialminder.
Gli accumulatori preferiscono tener da parte tutte le puntate di una serie prima di vederla. Oppure la comprano on demand quando è a saldo.
GLI ALTERNATE Sei carina ma un po’ menosa, d’ora in poi ti chiamerò Joey Scontenti della vita reale, gli Alternate si rifugiano nell’universo telefilmico assumendone credenze, gergo e comportamenti. Sono le ragazze che non hanno mai posseduto una Manolo Blahnik ma affermano senza riserve che sia la scarpa migliore del mondo. Sono quelli che, facendo la spesa, valutano l’utilità degli acquisti in caso di un’invasione di zombie. Quelli che vanno in giro muniti di bastone e usano gli starnuti degli amici come scusa per dire “E’ lupus!”Spesso considerati sfigati e/o dementi, sono invero innocui e spesso simpatici, anche se raramente si può fare affidamento su di loro per compiti importanti: prima di ogni decisione si chiedono cosa farebbe il loro eroe telefilmico al loro posto, dopo di che sparano a qualcuno e/o aspettano per minuti le risate di sottofondo. : Vintage I DISTRATTI – Vado a fare pipì, ma tranquillo, non stoppare.Tra le più irritanti sottospecie di serialminder, i Distratti guardano molte serie tv, ma si rendono subito riconoscibili per una serie di comportamenti detestati da tutti gli altri serialminder: non si fanno problemi se perdono uno o più episodi; non premono pausa per andare in bagno; non provano alcun senso di colpa se si addormentano durante la visione; e dicono “massì fa niente” se gli fai notare che non hanno capito una sega dell’episodio che hanno appena visto.Tipicamente i Distratti sono genitori con figli Ossessivi o Bulimici, che osservando mamma e papà sviluppano un precoce senso di frustrazione e rabbia repressa, che in molti casi sfocia in comportamenti autolesionisti come alcolismo, abuso di droghe e passione per Beauty & The Beast. I DORMIENTI – Non guardo serie tv, non ho mai provato…Sono i serialminder più affascinanti: quelli che ancora non sanno di esserlo.I Dormienti hanno vite apparentemente normali: lavorano, studiano, fanno sport, esplorano i locali notturni alla ricerca di un esemplare di sesso opposto con cui accoppiarsi. Senza alcun particolare motivo, non si sono mai avvicinati alle serie tv, e se ne distanziano pregiudizialmente con affermazioni come “non mi piace l’idea di fare sempre la stessa cosa tutte le settimane”, mostrandosi però favorevoli a recarsi nello stesso pub ogni venerdì sera dal ‘95. Ma a un dato momento della loro vita, in un punto imprecisato e imprevedibile, sperimentano una rivelazione: un amico li convince a vedere Breaking Bad. Un figlio li obbliga a fargli compagnia durante 24. Un partner impone una serata-Shameless. E il Dormiente sboccia, risvegliato da un’epifania seriale, e comprende che fino a quel momento ha sprecato molte ore preziose dietro a facili divertimenti ed effimere conquiste. Tipicamente, i Dormienti risvegliati in tarda età diventano Ossessivi, Bulimici o Alternate. Raramente si fermano allo stadio di Occulti. La cosa più affascinante è che siamo stati tutti Dormienti, per un periodo più o meno lungo della nostra vita. E ora che non lo siamo più, ora che la Verità non è più preclusa ai nostri occhi, possiamo aiutare chi è ancora nello stadio larvale a spiegare le ali verso un luminoso futuro telefilmico.
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Fuga di novembre
C’è il ponte di Halloween e dei Santi. Ma ci sono anche tutti i restanti giorni del mese per godersi alcune città e località affascinanti, piene di luoghi inquietanti o incantati.
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Halloween top a Londra, Parigi, Venezia, Vienna, Budapest, New York
“I
l ponte dei Santi è sempre molto atteso, soprattutto da chi non ha un lavoro autonomo, come una pausa importante verso le vacanze di Natale. Tutti cercano di attaccare qualche giorno di ferie o di permesso a queste date per regalarsi una fuga da week end lungo. Ecco alcune proposte anche last minute per partire in questi giorni (ovvio che i più convenienti saranno quelli immediatamente dopo il 2 novembre) e alcuni suggerimenti per scegliere la meta ideale. Londra è da sempre la città top per una fuga da un week end: con la svalutazione della sterlina costa tutto meno, dunque la capitale britannica diventa una meta ideale per lo shopping ( se si vuol comprare una borsa di marca, da Chanel a Louis Vuitton sappi che lì che costa meno). E che dire di New York? Per vivere atmosfere alla Autumn in New York è il momento giusto: se si pensa che un week end lungo non basti, ci sono molte soluzioni anche di pacchetti viaggio, per fermare il tempo e godersi la Grande Mela. Con British Airways si può volare tutti i giorni dall’Italia a New York, e per vivere la vera atmosfera di Halloween bisogna unirsi alla Village Halloween Parade, un evento unico giunto alla 43esima edizione. Questa grande parata vede la 6th Avenue affollata di burattini, ballerini, bande e attrazioni imperdibili per
Per chi non ama l’affollamento, novembre è il mese ideale per praticare il cicloturismo
tutti gli amanti del terrore. Senza muoversi dall’Europa, la meta top per gli amanti delle atmosfere dark è Parigi, con i ristoranti più amati dal fashion system durante le settimane della moda, o i neo bistrot, locali informali ma raffinati gestiti da giovani chef locali, dove si mangia e si beve bene come nei ristoranti di lusso, ma spendendo molto meno. La formula vincente? Privacy, esperienza da “residenti” e non più da turisti, possibilità di scegliere quartieri, metrature e benefit a seconda della propria capacità di spesa. I servizi sono quelli di un ottimo hotel, l’atmosfera è quella della propria casa privata in città. Biglietti di ingresso: puoi usufruire dell’offerta “2 Parchi al prezzo di 1” per una visita dal 15 Ottobre al 2 Novembre. Con le nuove offerte dei tour operator che propongono atmosfere casalinghe anche quando si va in vacanza, un week end dei Santi e anche oltre, un bellissimo appartamento per 4 persone a Parigi al Trocadéro, vicino alla Tour Eiffel, è disponibile a partire da 167 euro a notte; mentre nel vivace quartiere Santos a Lisbona, a pochi minuti dal centro e dalle rive del fiume Togo, si trovano proposte da 80 euro a notte con appartamenti aperti a 6 ospiti. Disneyland Parigi è sempre un’esperienza magica, in autunno e nel periodo di Halloween (aspettando il Natale) è ancora più suggestivo, per i bambini e forse ancora di più per gli adulti. Durante la stagione di Halloween, i Cattivi Disney faranno di tutto per immergere gli ospiti in un mondo “pauroso”, aiutati anche da Topolino e dai suoi amici, Minnie, Paperino, Paperina e Paperon de’ Paperoni. Il pomeriggio, poi, invaderanno il Parco Disneyland nei loro costumi dai vivaci colori autunnali. Malefica, la regina dei Cattivi Disney prende possesso della “Corte del castello”, e i più coraggiosi possono
entrare nel suo oscuro regno, un groviglio di rovi creato con un malvagio sortilegio, per incontrarla. L’incantesimo arriva fino al Royal Castle Stage dove i Cattivi Disney sfidano gli ospiti più audaci a partecipare al loro spettacolo, che riserva sempre speciali sorprese. E poi, zucche ovunque e attrazioni da brivido, che in questo periodo diventano ancora più emozionanti. Nel Parco Disneyland al culmine della stagione si tiene una festa davvero unica: il Disney’s Halloween Party del 31 Ottobre è durato fino all’una di notte. Una festa speciale, tra divertimento, spaventi e sorprese in compagnia di Topolino e i suoi amici.Per gli arrivi durante la stagione di Halloween c’è uno sconto fino al 25 per cento sul pacchetto soggiorno cumulabile con l’offerta “i bambini sotto i 7 anni non pagano”. Per il ponte del 1° novembre anche Amsterdam è una meta ideale: se si viaggia con i bambini, servono alcuni accorgimenti in più per organizzare un ponte dei Santi a misura di junior (e festeggiare Halloween, ovvio). Qualcuno ha preferito, alle nebbie e all’horror, una fuga al sole in Algarve, dove si va in bicicletta e si fa il bagno. Ci sono luoghi in cui il clima è mite e il sole splende anche in ottobre e novembre. In Algarve si sfuggire all’autumn blues nei ponti di inizio novembre e dicembre è possibile grazie a un’offerta turistica innovativa. Appena riconosciuta migliore destinazione balneare europea del 2016 dai World Travel Awards, l’Algarve, la “regione dell’eterna primavera”, questa costa è perfetta per cimentarsi in attività sportive e all’aria aperta, dal trekking al golf, dal cicloturismo sulle spettacolari ciclabili al birdwatching fino al winter surf per oltre 200 chilometri. Quest’anno il cicloturismo in Portogallo ha un alleato in più, il programma Cycling & Walking in Algarve (2016–2019), che si
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Suggestive feste religiose a Roma, Barcellona, Lisbona
propone di supportare il cicloturismo nella regione con l’introduzione di servizi sempre più completi e innovativi per gli appassionati di trekking e viaggi in bicicletta. Per i più pigri, ecco tre idee di Viaggi di Boscolo. l primo tour è pensato per chi cerca temperature miti e sole: Marrakech Experience prevede 4 giorni alla scoperta di questa città ricca di tradizione e di colori inaspettati. Incluso nel viaggio una guida privata che per tre ore porta alla scoperta degli angoli nascosti. Il pacchetto di 4 giorni a partire da 622 euro comprende volo a/r, trasferimento dall’aeroporto all’albergo e viceversa, pernottamenti nella struttura prescelta, guida privata per visita alla città e una cena in ristoranti selezionati con trasferimento da e per il ristorante. Un’altra meta per questo ponte proposta da Viaggi di Boscolo è Berlino. Si parte da Verona e si attraversa gran parte della Germania: la prima tappa e Monaco di Baviera, la città che incarna il mito della birra, che ogni anno richiama appassionati bevitori all’Oktoberfest. Da Monaco si riparte alla volta della super trendy Berlino dove si è accompagnati a visitare i luoghi storici, 5 giorni a partire da 620 euro (incluso nel prezzo, pullman granturismo, pernottamenti in hotel con colazione e 4 cene). Per chi vuol restare in Italia c’è un tour speciale di Roma. L’itinerario su misura comprende una visita guidata privata per le strade della Roma antica passando dai fori imperiali fino ad arrivare al Campidoglio. Questa soluzione di viaggio include un biglietto salta fila
Divertimento notturno assicurato al grande Luna Park di Berlino, una città ricca di musei e monumenti da visitare nella quiete del ‘fuori stagione’
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per il Colosseo e un biglietto salta fila per i musei Vaticani. Un servizio concierge 24 ore offre consigli su ristoranti, mostre e tanto altro ancora. I 4 giorni a partire da 430 euro sono comprensivi di 3 pernottamenti con colazione. Anche Sweet Inn propone viaggi brevi in in mete amatissime come Roma, Barcellona, Lisbona, Parigi e Bruxelles, con soggiorni di stile a meno di 100 euro in centro città. Prezzo adulto: a partire da 59 euro, prezzo bambino: a partire da 52 euro. Se sognate il mare, il Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio in questi ponti d’autunno sarà la vostra casa lontano da casa: accogliente ed elegante, con ampi spazi, è perfetto per un week end in famiglia, anche grazie ai laboratori e ai corsi che propone dal 31 ottobre al 18 dicembre: dal Laboratorio dello spavento di Halloween. Se i vostri bambini sono dei piccoli creativi la destinazione perfetta per un week end autunnale è sicuramente Viareggio. Durante tutta la stagione, infatti, il Museo Archeologico A.C. Blanc ospiterà una serie di attività dedicate ai bambini dai 4 ai 12 anni per stimolare la loro voglia di scoperta e le loro abilità manuali. Per chi è interessato a tutto un altro tipo di fantasy, dal 28 ottobre al 1° Novembre si svolge a Lucca Comics & Games, la grande kermesse per gli appassionati di fumetto, cinema d’azione e oltre. Il festival può essere abbinato a un soggiorno al mare. Il Principe di Piemonte è ancora una volta l’hotel giusto per prendere parte all’evento ed approfittare dell’occasio-
Colori, profumi esotici. Le notti più magiche e misteriose, al caldo, si vivono in Marocco, nella splendida Marrakech
Atmosfere in bilico fra modernità e tradizione nel centro storico di Monaco di Baviera
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Tra le nebbie di Venezia, a zonzo per caffè e campielli ne per un fine settimana di lusso e relax sul lungomare di Viareggio. Per gli appassionati di anime, fantasy e azione, l’hotel riserva l’Offerta Lucca Comics che comprende: pernottamento; accesso alla piscina panoramica riscaldata a 34°C dell’albergo; accesso alla Spa (sauna, bagno turco, percorso kneipp, docce emozionali e zona relax); ricca colazione a buffet; connessione internet; wifi gratuito per l’intero soggiorno e il rimborso di un biglietto per il Lucca Comics & Games per ogni persona che occupa la stanza. Halloween 2016 ha invaso interamente anche gli spazi del Castello di Compiano. Si viene condotti attraverso 4 sale del gusto e del mistero: una cena diviene itinerante, una scoperta di ambienti nascosti e sapori inebrianti. Una cena speciale in compagnia dei mostri del terrore: lo spettacolo di teatro si sviluppa attorno a noi per tutta la serata, con attori evidenti o nascosti. Naturalmente si può dormire nelle stanze del Castello di Compiano. Se si preferisce lo spiritismo il luogo ideale è un visita con mentalista, con effetti magici e di illusionismo creati da Francesco Busani, mentalista professionista, indagatore dell’occulto, L’evento è sconsigliato per i minori di 14 anni.
La roma dei Papi e delle streghe si rivive appieno, passeggiando durante i ponti nel centro storico di Roma, fra Trevi e Navona
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LE NEBBIE DI VENEZIA Di notte a Venezia, quando d’inverno al buio si aggiunge il silenzio, sembra di essere sotto le coperte dopo aver patito per molto tempo il freddo. Le persone le senti arrivare e poi sbucano come fantasmi dal nulla. Nei campi e nei campielli silenziosi, nelle calli strette si sentono solo dei passi, poi dei figuri neri col cappuccio che parlano sottovoce senza guardarsi e si infilano in un sottoportego. Lo sguardo è rivolto verso terra ma l’andatura è veloce. Quando c’è la nebbia, Venezia diventa misteriosa e infida, silente e sinistra, dunque molto affascinante. Passeggiare da soli è l’ideale, pericoli non ce ne sono, se si è del tutto sobri. Altrimenti è meglio essere in due. Il rischio di finire in un canale è molto alto, quello di essere importunati rasenta lo zero. Sono poche le persone in giro, anche alle 8 di sera quando i negozi hanno appena chiuso e resistono solo i cinesi fino al dopocena.. Anche i bar , primo fra tutti il Caffè Florian, visti da fuori fanno parte di questo che sembra un grande set cinematografico inventato in fretta e furia appena dopo il tramonto del sole opaco. Avvicinandosi nei grandi luoghi d’acqua nera senti dei lunghi suoni che sembrano provenire da molto più lontano di dove sono. Dei suoni lontani che non appartengono alla realtà. Negli imbarcaderi stazione poca gente. Solo quella che ritorna a casa per mangiare. I vetri colano acqua quasi piovesse. Il silenzio regna sovrano. La gente ha lo sguardo vuoto, altra gente se ne sta appena fuori dalla piattaforma per farsi l’ultima sigaretta prima dell’imbarco. Dal nulla come un fantasma ecco arrivare qualcosa di vagamente luminoso, un vaporetto. Ma non è il tuo. Il tuo arriva sempre dopo il passaggio di altri tre o quattro. Ed ecco dall’oblio finalmente arriva quello giusto.
Tutti a Lucca Comics, ma lontano dalla pazza folla dei cosplay. Per il soggiorno, la quiete del mare a Forte dei Marmi
Venezia diventa ancora più magica d’inverno. Ad Halloween eserciti di bambini fanno ‘dolcetto o scherzetto’ nei negozi
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Per rafforzare il concetto della possibilità di trovare ogni tipo di ospitalità ovunque venga offerta, tramite la loro piattaforma, qualche tempo fa Airbnb ha nesso in palio una notte con gli squali all’acquario di Parigi. Ecco la camera subacquea, con vista da ogni lato. E’in pratica una specie di letto-ascensore che viene calato dall’alto nella grande piscina, non ci sono porte nè fessure di sorta, ma cuscini e squaletti di peluche.
Nel 2015 il concorso di Airbnb ha estratto a sorte due fortunati che hanno dormito nelle catacombe di Parigi, fra teschi e lapidi. Terrificante!
Quest’anno il livello top: cena e pernottamento in camera doppia, con bara confort dotata di coperchio, nel castello transilvano di Dracula.
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E ora passiamo alle lucide follie del marketing turistico, che però funziona a gonfie vele. : dopo il concorso per dormire a San Siro dopo il Concerto di Jovanotti, il concorso per dormire sott’acqua poca distanza dagli squali, nel 2016 per la festa di Halloween il colosso del turismo Airbnb ha offerto a una coppia di coraggiosi la possibilità di dormire tra migliaia di scheletri nelle catacombe di Parigi. Ebbene quest’anno sembrava che non potesse inventarsi di meglio. Invece ha stupito tutti con un’offerta strepitosa: il castello di Bran, in Transilvania, è stato inserito tra gli annunci della piattaforma proprio in occasione della notte di Halloween, e solo per la notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre 2016. Solo due fortunati appassionati di vampiri hanno vinto una notte diHalloween davvero da brivido offerta da Airbnb: il meccanismo? Semplice: visitare la pagina del concorso per vincere l’opportunità di passare una notte nel castello di Dracula. Una volta fatto clic, è il momento di dare sfogo all’immaginazione, perché per aggiudicarti una notte a casa di Dracula bisogna rispondere nel modo più convincente e originale possibile a un semplice quesito: che cosa diresti al Conte se ti trovassi faccia a faccia con lui nel suo castello? La lunghezza dei messaggi di partecipazione deve essere compresa tra i 50 e i 500 caratteri. Non importa dove si vive: il vincitore e il suo ospite (che devono essere maggiorenni) vengonofatti arrivare a destinazione da ogni parte del mondo. La lunghezza dei messaggi di partecipazione deve essere compresa tra i 50 e i 500 caratteri.Arroccata sui Carpazi e monumento nazionale della Romania, la fortezza transilvana ha ispirato la descrizione del castello di Dracula nel romanzo di Bram Stoker, anche se non è il vero castello del principe Vlad III di Valacchia, andato distrutto. Me ecco cosa aspetta i vincitori del concorso, che vivranno un’esperienza immersiva nella storia di Jonathan Harker, protagonista del romanzo di Bram Stoker. Tutto inizia al tramonto su una carrozza trainata da cavalli, sulla quale in un’atmosfera tenebrosa raggiungeranno il castello. Ad accoglierli ci sarà Dacre Stoker, nipote di Bram e appassionato di vampiri, che racconterà loro storie e oscuri segreti sui vampiri e accompagnerà gli ospiti nei bui meandri del castello: attraverso passaggi segreti, corridoi inquietanti e scale scricchiolanti si arriva al tavolo della cena, preparata esattamente come viene descritta nel romanzo di Bram Stoker. Il menù prevede bistecca (al sangue, naturalmente), roast beef e pollo alla paprika. Dopo, come veri vampiri, si riposa (!) in bare foderate di velluto: al risveglio, si festeggia l’alba sul terrazzo del castello. Infine, come nel più classico degli annunci Airbnb, c’è una galleria fotografica con gli ambienti dove si viene ospitati. Salone con tavolo importante per il dinner e soprattutto camera, con letti separati: bare di legno modello confort, rivestite internamente di rosso, con morbido cuscino funebre e coperchio. Impossibile resistere a un’offerta tanto incredibile. E per informare meglio gli ospiti che vi soggiorneranno, ci sono pure le regole della casa, che gli ospiti dovranno rispettare attentamente: e si tratta di regole a misura di vampiro: “Benvenuti nella mia casa! Entrate liberamente. Andate via tranquilli e lasciate un po’ della felicità che avete portato! Airbnb non può garantire dopo il tramonto la vostra sicurezza in caso presenza di vampiri. Non è ammesso l’aglio né alcun elemento che odori di aglio, incluso il profumo. Siete pregati di lasciare i gioielli d’argento a casa. La stessa regola si applica ai simboli sacri.Non incrociate le posate. Inoltre evitate per favore di formare croci con qualsiasi cosa. State attenti ai pipistrelli nella torre del castello. Assicuratevi di spegnere tutte le candele prima di andare a dormire. Chiudete tutte le tende prima dell’alba. Il conte non è fan dei selfie allo specchio.”
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XI Festa del Cinema by Edoardo Barbieri
Festival del Cinema
Grande successo per la kermesse romana estesa su 10 giorni, con 45 film e documentari in proiezione. Sul red carpet i Premi Oscar Tom Hanks e Roberto Benigni
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iovedì 13 ottobre è cominciata all’Auditorium Parco della Musica l’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, uno dei principali eventi italiani di cinema, finito il 23 ottobre. Tra alcune conferme (dal budget fermo a 3,4 milioni di euro alla direzione artistica di Antonio Monda) e parecchie novità. A cominciare dal ritorno a una programmazione spalmata su dieci giorni e il tentativo di esportarla in giro per la città. Si arriva a quarantacinque proiezioni tra film e documentari. Con 32 red carpet calcati da ospiti di primo piano come Tom Hanks, Roberto Benigni, Oliver Stone, Viggo Mortensen, Jovanotti, Werner Herzog, Maryl Streep e Juliette Binoche. Anche quest’anno gli organizzatori hanno insistito su un punto: non un festival, bensì una festa. Ma la competizione con la Mostra del Cinema di Venezia, sugli sponsor, resta. Si prosegue però sulla strada inaugurata lo scorso anno che ha abolito il concorso, le cerimonie di apertura e chiusura, le madrine e le vallette. La festa, a sentire la presidente Piera Detassis deve essere innanzitutto «mobile», per dirla con Ernest Hemingway. E poi «migrante». Da questo la scelta di utilizzare location insolite: dalla scalinata di Trinità dei monti (che ha ospitato la proiezione di una versione restaurata di “Vacanze romane” alla presenza dei due figli di Gregory Peck) alla scuola multietnica Di Donato, dal carcere di Rebibbia a un ‘drivei in’ organizzato per l’occasione dalla Madza all’Eur. A questi due aggettivi il direttore artistico Antonio Monda, giunto alla sua seconda edizione, aggiunge tre sostantivi che spiegano il mood della manifestazione: «varietà», «qualità» e «internazionalità». Sia nelle opere in programma che nella scelta degli ospiti. Il festival è stato aperto da Moonlight di Barry Jenkins, un film che racconta la vita di un ragazzo nero cresciuto in un quartiere malfamato alla periferia di Miami. Il 14 ottobre è stato presentato anche Powidoki, l’ultimo film del regista polacco Andrzej Wajda, morto giusto alcuni giorni prima, il 9 ottobre. Durante le prime date si sono già visti alcuni volti noti: il più fotografato di tutti è stato Tom Hanks, che ha ricevuto un premio alla carriera, ma c’erano anche Jovanotti, Michael Bublé, Claudia Cardinale, Oliver Stone e Bernardo Bertolucci, tra gli altri. A chiusura dell’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, il premio Oscar Roberto Benigni è stato protagonista di un ‘incontro ravvicinato’ presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica. Attore, regista, sceneggiatore, straordinario personaggio di spettacolo a tutto tondo, Benigni ha naturalmente calcato il red carpet con la sua solita verve. Alle ore 21, sempre in Sala Sinopoli, è seguita la proiezione di Ritmo sbilenco, un filmino su Elio e le storie tese: a presentarlo Elio, Rocco Tanica e il regista Mattia Colombo. Il film svela il lato nascosto, quello non illuminato dalle telecamere, di una band storica del panorama musicale italiano: non un reportage musicale, ma un’istantanea di quello che oggi sono Elio e le Storie Tese, dopo quasi trent’anni di carriera. Dalla partecipazione al Festival di Sanremo al tour nei grandi palazzetti dello sport: tutto raccontato nel documentario attraverso un punto di vista rovesciato, quello delle persone che sono, non solo degli artisti. A seguire il MAXXI ha ospitato If I Close My Eyes, documentario di Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi, che racconta la vita dei profughi siriani in Libano: in particolare affronta il tema dei bambini che non possono studiare, costretti a lavorare per una manciata di dollari al giorno, profughi bambini che hanno perso il diritto
In alto, Oliver Stone. Qui sopra, Michele Placido
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Cinema & Co
Qui sopra: Tom Hanks sul red carpet 2016
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fondamentale all’istruzione e allo studio. In occasione del centenario della nascita di Dino Risi, la Festa del Cinema di Roma ha dedicato poi omaggio al maestro della commedia italiana con la proiezione di “Dino Risi Forever”, un documentario inedito di Fabrizio Corallo. Al termine, Paolo Mieli ha parlato del segno lasciato nella storia e nel costume italiani, dal secondo dopoguerra in poi, dall’autore de ‘Il sorpasso’, ‘Una vita difficile’, ‘I mostri’ e ‘Profumo di donna’. A seguire, Fabrizio Corallo e Mario Sesti hanno invitato a ricordare Risi alcuni attori dei suoi film tra cui Elsa Martinelli, Lino Capolicchio, Ricky Tognazzi e Andrea Occhipinti. Il pubblico del MAXXI ha potuto poi assistere a Field Niggas di Khalik Allah e Kings of Nowhere di Betzabé García, due dei tre documentari presentati grazie alla collaborazione fra Festa del Cinema di Roma, MIA e Frames of Representation. FoR è un laboratorio di cinema creativo fondato dai curatori Nicola Marzano e Luke W Moody per promuovere la produzione e la distribuzione di film documentari e sperimentali. FoR è un punto di incontro per registi, artisti e pensatori di tutto il mondo, nonché uno spazio per l’approfondimento e la promozione di forme di narrazione di natura indipendente. Intanto al Cinema Trevi si è chiusa la retrospettiva su Valerio Zurlini, a cura di Domenico Monetti e Mario Sesti, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale: sono stati proiettati “Estate violenta” “La ragazza con la valigia” e “Il deserto dei tartari” tratto dal romanzo di Dino Buzzati. Captain Fantastic di Matt Ross, vincitore del “Premio del Pubblico BNL”, è stato proiettato presso la Mazda Cinema Hall. Presso la Sala Sinopoli è stato presentato anche Kicks di Justin Tipping, film premiato della sezione Alice nella città. L’omaggio ad Abbas Kiarostami si chiude con due cortometraggi – Tootache e Tribute to the Teachers – proiettati alle 17 presso lo Studio 3 e con due film al Cinema Admiral: Experience e Life and Nothing More. Tra le opere più apprezzate, le italiane in programma, vista la situazione di difficoltà produttiva e distributiva in cui versa il nostro cinema: “7 minuti” di Michele Placido, “Sole cuore amore” di Daniele Vicari, “Naples ’44” dell’esordiente Karen Di Porto. Ben rappresentate anche le cinematografie americana, messicana e peruviana. Tra le opere più attese spiccano cinque lungometraggi: “The birth of a nation” di Nate Parker (che riprende il titolo del celebre film di Griffith del 1915), “Florence Foster Jenkins” di Stephen Frears, Manchester by the sea di Kenneth Lonergan”, “Moonlight”di Barry Jenkins e “Afterimage” di Andrzej Wajda. Oltre a un paio di documentari: “Into the inferno” che Werner Herzog ha ambientato in Antartide e “Rolling Stones olè olè olè” sul concerto che la storica band americana ha tenuto all’inizio dell’anno a L’Avana. Secondo molti osservatori il vero piatto forte della Festa sono stati i 15 incontri con gli autori pensati da Antonio Monda. Che partono sempre dal cinema, vista la presenza tra gli altri, di Tom Hanks, Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci, Meryl Streep, Viggo Mortensen e Oliver Stone. Ma non disdegnano di fare capolino nella musica (Jovanotti, Paolo Conte, Renzo Arbore), nella letteratura (Don De Lillo), nel teatro (Davide Mamet), nell’arte contemporanea (Gilbert & George) e nell’architettura (David Libeskind). Ogni ospite è stato protagonista di uno dei 32 red carpet in programma. Che, anche qui come a Venezia, rappresentano il momento di massimo appeal del festival.
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Tom Hanks è perfetto nei panni dell’uomo comune o del super professore che si trova a vivere vicende stressanti e incredibili
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om Hanks sarà ricordato come il personaggio cult di questa XI Festa del Cinema di Roma. È infatti a lui che è stato assegnato il premio alla carriera di questa edizione, a lui che è stata dedicata una ricchissima retrospettiva che ha coperto la sua intera filmografia da attore e regista ed è sempre lui che è stato protagonista di una lunagaconferenza stampa (qui il nostro resoconto) e di un ‘incontro ravvicinato’ col pubblico del festival. Naturalmente la sua ultima pellicola, Inferno, è stata protagonista di una delle serate di pre-apertura della manifestazione. I critici dicono da sempre che Hanks non è uno degli attori più carismatici di Hollywood, non è sexy e non è un attore di cui si ricordano intense parti drammatiche nè i suoi ruoli nei panni del cattivo. Eppure non c’è dubbio: il pacato californiano del 1956 è uno dei protagonisti del cinema contemporaneo, nonché uno degli attori più rappresentativi
del nostro tempo. Perchè rappresenta l’uomo comune o il superprofessore che si trova a vivere vicende stressanti e incredibili. Tom Hanks è perfetto per questi panni, sempre stato un attore estremamente versatile. Porta il suo stile nella storia di un naufrago disperato, del bravo ragazzo o del furfante. La sua aria da aria da uomo normale non gli ha mai impedito di calarsi perfettamente in parti diversissime tra loro che gli hanno permesso di riscuotere un grandissimo successo al botteghino e sul podio dei più grandi premi internazionali. Qualche mese fa l’attore californiano ha compiuto 60 anni. Per più di metà della sua vita è stato diretto dai più importanti registi del suo tempo: da Steven Spielberg a Ron Howard dai Coen a Robert Zemeckis. Due interpretazioni gli sono valse il premio Oscar: quella in Philadelpia (1993) di Andrew Beckett, avvocato che cerca giustizia dopo esser stato licenziato dal proprio studio legale poiché malato di AIDS. L’altra in Forrest Gump, storia di un uomo affetto da ritardo mentale che ha vissuto i più importanti eventi della storia americana: una favola buona e divertente. Sono considerate eccellenti anche le sue interpretazioni di Carl Hanratty in Prova a prendermi, agente FBI sulle tracce di un magnetico truffatore (con uno straordinario Leonardo Di Caprio), di John Miller in Salvate il soldato Ryan, coraggioso ed autorevole capitano di un batta-
glione americano durante lo sbarco in Normandia degli Alleati del ’44. E di James Donovan ne Il ponte delle spie, determinato avvocato in missione per conto della CIA nella Berlino degli anni ’60. II legame con Steven Spielberg è stato fondamentale nella carriera di Hanks, che ha recitato con lui in quattro capolavori e alcune collaborazioni collaterali sul media tv (le serie Band of Brothers e The Pacific). Alla base di questa proficua partnership c’è un tratto comune per entrambi: la spiccata sensibilità per un cinema rivolto al grande pubblico, mai autoreferenziale. Hanks vuole sempre interpretare storie che parlino al maggior numero di persone possibile e che siano forti di un messaggio morale. Anche in questo senso, probabilmente, Hanks e Spielberg sono eredi di un’idea di cinema fortemente radicata nell’esperienza statunitense degli anni ’40 e ’50 e che va sempre più perdendosi.I giornalisti italiani hanno avuto modo di ascoltarlo dal vivo in una divertentissima conferenza stampa. Una delle doti migliori di Tom Hanks è certamente quella di saper scegliere personaggi alla sua portata, lui può interpretarli senza eccessiva enfasi e senza accenti caricaturali. Uomini comuni che hanno preso strade speciali, e che conservano una certa dose di ironia. Il suo stile emerge già in pellicole come Big, Insonnia d’Amore, Il Miglio Verde o Era Mio Padre. Con la sua aria da uomo qualsiasi non ha mai smesso di stupirci e di emozionarci con i suoi film. Ora non rimane che scoprire cosa ci regalerà con Sully di Clint Eastwood, che sarà presentato al Torino Film Festival, e con The Circle di James Ponsoldt.
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MADAGASCAR, INTO THE WILD Panorami mozzafiato, ambienti selvaggi o scarsamente sviluppati. Un viaggio che si fa subito avventura, in un’isola lontana dalla modernità e dalla tecnologia 42
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Grand Tour
I grandi baobab si stagliano nel cielo di Nosy Kiomba. E i lemuri si fanno avvicinare...
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a prima cosa che si vede già dall’oblò dell’aereo è l’esplosione della natura in tutta la sua rigogliosa potenza. Stiamo atterrando in Madagascar, considerato dal WWF come uno dei paesi con il più ricco patrimonio ecologico del mondo: preserva 10.000 specie di piante e fiori che impreziosiscono scenari incontaminati nei quali immergersi come inebriati. Uomo e natura vivono ancora in equilibrio nell’isola, in questo angolo di mondo paradisiaco. Per informarsi bene, volendo fare un viaggio fuori dai circuiti organizzati e risparmiare quasi la metà, è bene guardare il sito di Evaneos per il soggiorno e di Emirates per il viaggio. I parchi e le riserve protette da visitare sono numerosi ed è bene scegliere quali già da casa, per prenotare le escursioni. Tra i più spettacolari, la riserva di Andasibe con camaleonti, gechi e coccodrilli, il Parco di Ranomafana popolato da 25 specie di mammiferi e centinaia di orchiedee e quello pure bellissimo di Isalo. Antananarivo, la capitale dove so-
litamente si fa base, propone un esplosivo mix di tradizione e modernità. E’ situata a 1275 metri sul livello del mare. Risulta incastonata in una lunga e stretta crosta rocciosa che si estendendosi da nord a sud per circa 4 km. Accanto allo spettacolare palazzo che fu la residenza della regina Ranavalona II, alle cinquanta chiese e alle cattedrali, sorge la sede del campus dell’Università del Madagascar e del Collège Rurale d’Ambatoge. Per spostarsi nella città in maniera veloce e caratteristica c’è il “pousse pousse”, un carrettino locale spesso convertito in bancarella ambulante. Il villaggio tipico di Merina si raggiunge in taxi. Qui l’atmosfera cambia completamente: le donne circolano in abiti tradizionali, ovunque si odono brani di musica caratterizzati da percussioni e dal trillo del “losanga”, il violino locale. Imperdibile per chi visita il Madagascar, una tappa a Nosy Boraha, la cosiddetta ‘casa delle balene’. E’ unsvera e propria perla in mezzo al mare: conosciuta anche come Isola De Sainte Marie, è adagiata di fronte alla costa nord orientale.
L’isola, antica meta di pirati che vi si accampavano per tendere agguati alle navi cariche di merci dirette in Europa, è oggi uno dei luoghi più interessanti per osservare il passaggio delle balene. Gli immensi cetacei tra, giugno e settembre, si fermano proprio qui, nella Baia D’Antongil per partorire o per cercare un partner con cui accoppiarsi. E’ importante dunque prenotare per tempo e nei mesi giusti per poter godere di un simile spettacolo. Altrimenti è sempre affascinante un “giro tra i fondali”: anche se non si scende con le bombole, è possibile ammirare un incredibile mondo someerso, ricco di varietà di pesci, di coralli e di piante marine. A Sainte Marie si possono ammirare numerose specie di lemuri e orchiedee, tra queste la famosissima “Regina del Madagascar” Eulophiella roempleriana. Spostandosi verso nord, c’è un’altra isola che merita un’escursione: Nosy Komba, famosa perchè ospitare una grande varietà di lemuri che popolano la foresta. Di recente sono moltissime le famiglie con bambini che si recano proprio in questo posto, per vedere dal vivo gli animali che hanno ispirato il personaggio di Re Julien, capo dei lemuri nel film d’animazione “Madagascar” che ha fatto registrare una vera e propria impennata nel turismo. I simpatici mammiferi, abituati alla presenza degli uomini, si lasciano avvicinare e accettano il cibo. E’ straordinario questo momento del viaggio in Madagascar: si prova una grande emozione nel contatto diretto con gli animali selvaggi. Ogni panorama si fissa nel cuore, si gode di un punto di vista privilegiato su un patrimonio ecologico ancora incontaminato, ci si bea nel mare cristallino, nella foresta lussureggiante. Visitando i musei della capitale si comprende come la grande isola del Madagascar, collocata nell’Oceano Indiano al largo delle coste sud-orientali dell’Africa, sia stata ed è ancora un crocevia geografico dove sopravvivono tradizioni di mille paesi. Qui si trovano il riso coltivato a terrazze come in Indonesia, le piroghe a bilanciere dei polinesiani, i libri di magia scritti in caratteri arabi, l’allevamento
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Ogni villaggio produce un bene che si porta al mercato
del bestiame allo stato brado caratteristico delle tribù africane, la ricchezza dei mercati ed i negozi indiani. Nel corso degli anni l’habitat naturale della fauna e della flora purtroppo si è drasticamente ridotto. Tuttavia il Paese può ancora vantare una sorprendente varietà di ambienti, tale da costituire un prezioso e variegato archivio di specie animali e vegetali uniche al mondo, in parte ancora sconosciute. Sotto il profilo antropologico sono 18 le etnie principali che oggi popolano l’isola. Dunque la popolazione presenta un’incredibile varietà di tratti somatici. Anche in questo caso l’isolamento ha fatto sì che gli elementi culturali portati da ciascuno si siano mescolati e sviluppati in modo armonioso e del tutto originale. Dunque è facile trovare persino qualche guida che parla inglese, francese e anche italiano. Quando si esce dalle città, tutto cambia. Tranne che nella capitale o a Diego Suarez, buona parte del popolo Malgascio in Madagascar vive circa come si viveva in Europa nell’anno 1000. Case in legno senza il bagno (si va in natura), la vita della famiglia è all’ombra di un grosso albero al centro del villaggio o nel piccolo portico. Ogni villaggio produce un bene: c’è chi spacca le pietre, chi fa il fabbro, chi raccoglie gli anacardi e li tosta, chi fa il carbone (anche da legname preziosissimi da noi come l’ebano o il palissandro) . Gli abitanti caricano tutto sul carretto con le ruote piene, fatte con una fetta di tronco di legno trainato dagli zebù e vanno a vendere al mercato. In Madagascar si vive molto alla giornata. Se si chiede a una guida a che ora si deve partire per un’escursione programmata a distanza di qualche giorno, è facile sentirsi rispondere che è ancora presto. Insomma bisogna ragionare sul presente. A tutto questo è necessario aggiungere che le automobili in circolazione sono vecchissime, che nei villaggi ci sono molte immondizie sparse in giro, che non si trovano smartphone nuovi, nel caso lo si perda. Ma va precisato che i malgasci sono adorabili, popolo semplice, che si accontenta del poco che ha, molto disponibile e che sorride sempre. Fuori dalle grandi città, almeno così ci dicono, nessuno muore di fame, fanno tutti una vita modesta a base di riso, lunghe cammi-
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nate ai lati della strada. Anche da turisti capita di vivere molto dalle 5 alle 18, visto che spesso manca la corrente e al tramonto ci si ritrova in casa a dormire. Di uscire la sera non se ne parla, se si dorme in una piccola città. E ‘ bene imparare alcune parole come ‘mulazara’ (buongiorno), ‘missaucia’ (grazie), veloma (arrivederci), mora mora (piano piano) e ‘tandreem’ (attenzione) prima di avventurarsi in auto, anche di giorno, su una strada malgascia. Sono le peggiori al mondo, anche peggio di quelle della Mongolia, e impossibili da affrontare senza una jeep. Per fare 250km occorrono dalle 6 alle 8 ore. Il traffico è notevole ed è meglio non avventurarsi su vecchissime Renaulto o Peugeot in affitto, sui bus che straripano di persone e bagagli. Il traffico per le strade è notevole, ci sono 4×4 dei turisti, le Renault 4 dei residenti, i bus che fanno servizio taxi e che straripano di persone dentro e di bagagli sul porta pacchi, vecchissime Peugeot pick-up trasformate in autobus, polli che attraversano, carretti trainati da zebù e tanta tanta gente a piedi che si sposta tra un villaggio e l’altro. Il tutto tra buche, fossi, pezzi sterrati, ponti stretti e tutti gli ostacoli che vi possano venire in mente. Le strade malgasce sono talmente malridotte che quasi non si riesce a tenere la destra, per i buchi o per la presenza di moto e scooter con gente senza casco o con vespe che portano a spasso un’intera famiglia, anche quattro persone. In città c’è il caos: decine e decine di Tuktuk Piaggio affollano le strade. Insomma, bisogna aver pazienza: al nord non esiste il trasporto ferroviario. E Se si vuol andare da Diego Suarez fino alla capitale in taxi bus, occorrono non meno di 26 ore. Chi non è abituato ai viaggi avventura dovrà sopportare un po’ ma in cambio si godono mare, montagna, foresta, camminate tra altissimi alberi sui quali vivono i lemuri, si vedono formazioni vulcaniche (Tsingy) scolpite dal vento per secoli, decine di specie di camaleonti, varietà di uccelli mai viste prima, enormi ragni e un sacco di pesci coloratissimi nel reef. Ciòè quello che una volta si vedeva in abbondanza in altri continenti e oggi non sopravvive perchè tutto è stato distrutto dall’uomo. Il mare è cristallino, di tutte le tonalità di blu possibili, mai troppo freddo, con le maree molto pronunciate, soprattutto nei periodo di luna piena e nuova. Chi vuol fare una vacanza di solo mare, al mattino può godersi la
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Molti piatti sono a base di riso e zebù oppure pesce, anacardi
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Il 75% della popolazione malgascia (circa 21 milioni) , vive in zone rurali e la grande maggioranza vive praticando un’agricoltura di sussistenza. L’agricoltura e la vita quotidiana nei villaggi è una degli aspetti più interessanti di questa grande isola. Impossibile parlarne senza parlare del riso, la principale coltivazione del paese: qui si riescono a produrre due raccolti di riso l’anno ( dicembre / gennaio e aprile). I paesaggi sono spesso impreziositi da un mosaico di piccoli appezzamenti di riso, che cambiano colore con le stagioni: i vari momenti della coltivazione e del trapianto offrono spesso immagini indimenticabili. I malgasci hanno un rapporto speciale con questo cereale, un rapporto non solo di nutrimento ma anche culturale. Passando all’alimentazione in viaggio, in Madagascar occorre una particolare attenzione all’acqua da bere: non bisogna utilizzare mai quella del rubinetto, soprattutto nelle località minori, né tantomeno quella che potrebbe essere offerta nei villaggi, ma solamente acqua minerale imbottigliata oppure preventivamente disinfettata sia per bere che per lavarsi i denti. Consigliamo di prestare particolare attenzione alle essenziali norme igieniche, lavandosi le mani prima dei pasti ed evitando di assumere verdure crude e carni non cotte. La cucina malgascia, che risente di numerose influenze, è abbastanza varia e saporita. A parte l’onnipresente riso, negli altopiani la base delle pietanze, che vengono condite con salse e spezie varie, e’ data dallo zebù, il maiale, i polli mentre sulla costa sono il pesce(ottimo affumicato) ,i crostacei e tutto ciò che il mare può offrire. Per tutto l’anno poi si può gustare un’ampia gamma di frutta che va dall’ananas ai lytchees al mango, le banane oltre ai frutti classici che possiamo trovare in Europa come mele e pere e tutta la verdura. Ecco alcuni cibi e piatti tipici Malgasci: Vary: Il Riso. E’ l’ingrediente principale della dieta dei malgasci al quale si accompagnano altre portate(e non viceversa!). Sembra che i malgasci siano i piu’ grandi mangiatori di riso di tutto il pianeta con una media annua di circa 135 kg per persona. Il riso viene accostato al pollo, allo zebù, al maiale e al pesce. Romazava.Bollito chiaro. E’ un brodo di varie verdure con l’aggiunta di pezzi di carne. Fa da accompagnamento di un piatto di riso. Ravitoto:Stufato con germogli di manioca e pezzi di zebù o maiale. A volte, sulle coste, viene miscelato con il latte di cocco. Bredes:E’ un termine di origine Portoghese che va ad identificare alcune piante e vegetali. Si possono distinguere 2 gruppi di bredes: bredes “mamy”(dolce) e bredes “anamalao” che ha gusto piccante ed è chiamato anche “mafana” (caldo). Coba Ravina: Torte la cui pasta e’ composta da farina di riso, zucchero grezzo rossastro e arachidi Viene cotta in acqua in grosse forme. Kitoza:Sottili fette di carne affumicate o seccate al sole e grigliate. Mosakiky: Spiedini di carne che vengono cotti sul fuoco e serviti sulla strada. Come accompagnamento si utilizza il mango condito e tagliato a sottili filamenti oppure salse speziate o patate o altro ancora. Mokary:Tortine di riso cotte in contenitori rotondi. Vengono generalmente consumati appena fatti al mattino col caffè. Bevande Ranavola o Ranon’ampango: Acqua del riso. E’ l’acqua usata per far bollire il riso e quindi resa potabile ed è indicata per combattere la disidratazione e la diarrea. Tuaka gasy: Alcool artigianale. Tuaka gasy significa alcool malgascio ed e’ prodotto distillando frutta, canna da zucchero, riso . Betsabetsa: Bevanda alcolica prodotta a partire dalla canna da zucchero. Si produce essenzialmente sulla costa. Rhum.’ Molto bevuto, esistono marche economiche come “Turbo 2”,”Bang Bang”. Fra i classici il Rum di Dzamanzary (Nosy be), quello di Ambilobe (Port Saint-Louis)e la distilleria di Maromamy (Brickaville). Non e’ molto adatto da bere liscio, di usa per il punch.
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Nei posti più belli si dorme in bungalow di legno su palafitte
bassa marea ricca di fauna marina, oppure decidere di raggiungere il punto ideale per il bagno in barca, visto che in alcune spiagge c’è da fare 4-500m di passeggiata sotto il sole cocente prima di avere l’acqua alla cintola. Al nord nel pomeriggio si alza il vento da Ovest, il mare diventa mosso e molto sporco (in alcune zone sporco di bruttissima schiuma, in altre solo di foglie delle piante sottomarine). Anche qui serve una barca per fare il bagno, oppure si nuota fra alghe e foglie allontanandosi dalla battigia. Uno dei posti migliori da visitare èTanikely. Per il soggiorno, uno dei posti più belli è Baobab Lodge ad Ankify: semplice, pulito, con alcuni capanni che danno direttamente sul mare, bastano 4 scalini per avere i piedi a bagno in alta marea. Cibo onesto, buon servizio. Niente WiFi e la corrente è disponibile a mezzogiorno e dall’ ora di cena fino all’alba. Iharana Bush Camp si raggiunge dopo 40 minuti di guida su una pista parecchio sconnessa anche se la distanza da percorrere è solo 15 chilometri. Si dorme in capanne, più che camere: sono particolari, costruite su palafitte con i muri di canna di bambù intrecciata e fango. Sono aperte sia sotto (20cm dal pavimento) che sopra (20cm dal tetto di palma), la porta è la fetta di un tronco di un albero e non esiste la serratura. La corrente c’è solo per la luce interna (poche lampade a LED), non ci sono le prese, ma per fortuna c’è un ufficio dove si possono lasciare i device tuttper ricaricare telefoni e macchine fotografiche. Si può star sicuri? Diciamo che ci si deve fidare. Oppure si può vivere con l’incubo di non prendersi una polmonite, che qualcuno potrebbe entrare in stanza durante la notte . Una rana nella tazza del wc può capitare. Lì fuori ce ne sono a milioni. Ma tutto è dimenticato quando si tocca il cibo, quando si gusta un enorme pesce arrosto. Per i più schizzinosi, la soluzione ideale è il Grand Hotel di Diego Suarez: è un 3 stelle di buon livello, pulito, con la piscina e il ristorante, in centro città. Meglio non portarsi dietro abiti di pregio o capi firmati. Meglio anzi non portarsi quasi niente oltre a qualche bermuda, un jeans e magliette. Si compra tutto là quel che serve quando non si sta in piscina, a bere il drink dall’acqua visto che il bancone è affacciato lì. Magari controllando la posta elettronica, visto che lì il WiFi funziona e ci sono black out solo ogni tanto. Antoremba è il miglior lodge che si può incontrare in
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Le spiaggie più belle con reef sono situate a Nord
tutta una vita. Ha una spiaggia privata, raggiungibile solo via mare (o via sentiero a 2h dal primo villaggio). E’ come una casa privata, con una capacità massima di 14 ospiti e tutte le stanze sono vista mare, direttamente sulla sabbia della spiaggia. Durante la permanenza non è necessario indossare scarpe né ciabatte e si sta praticamente sempre in costume. Da qui si possono fare molte escursioni, per esempio a Nosy Tanikely per fare snorkeling, dove si fa il bagno in un acquario naturale, con ogni tipo di pesci e tartarughe. Si gustano specialità malgasce e fusion con Cina e Polinesia, le bevande sono proposte a prezzi contenuti. La spiaggia guarda a Nord-Ovest, dunque si godono splendidi tramonti garantiti tutte le sere. Il mare è calmo come una tavola al mattino, mosso con vento da Ovest tutti i pomeriggi e talvolta agitato da onde. La barriera corallina è a 100m dalla battigia. Per raggiungerla occorrono pinne e maschera ma non occorre portarsele dietro. Se proprio si volesse controllare la sicurezza di casa propria via wi-fi, la connessione è possibile solo nell’area comune, ma i black out sono pochissimi. La corrente è presente tutto il giorno, fornita da pannelli solari e generatori diesel. momento. Passando al cibo, si gustano tonnellate di pesce fresco, cucinato in tutte le maniere possibili, la carne di zebù, un mammifero dal sapore molto selvatico. La carne prevede condimenti a base di ogni tipo di spezia e, come il pesce, è accompagnata dall’immancabile riso bianco. La frutta tropicale ovviamente non manca mai in grandi quantità: si gustano mille specie di banana, l’ananas, il mango, il jackfruit e il cocco da bere, la canna da zucchero. Tra i migliori ristoranti va menzionato La Cambusa a Diego Suarez, gestito da una coppia italo/malgascia, che offre
Grand Tour
cucina del posto, pesce fantastico e prezzi da Per fare le foto sott’acqua serve la macchina fotografica apposita. Nei villaggi le cose più apprezzate in regalo non sono le monetine ma la cancelleria scuola per i bambini: quaderni e matite, pastelli. Prima di ripartire è bello visitare Anjajavy e la città di Mahajanga, dove si atterra, capitale dell’omonima provincia. La “città dei fiori” – come viene chiamata nel dialetto locale – è stata costruita sulla foce del fiume Betsiboka e si sviluppa attorno a una splendida baia. Il porto è famoso per essere stato un covo di pirati: nel 1700 da qui partivano le scorribande dei Sakalava, a caccia di schiavi, verso le isole della costa africana. I Sakalava, gli “abitanti delle lunghe valli”, oggi sono la tribù più grande e importante del Madagascar e occupano gran parte dei territori costieri occidentali. Abbiamo già detto che la moltitudine di popoli che ha abitato l’isola nel corso dei secoli, ha dato origine a ben 18 tribù, diverse sia per tradizioni culturali che, molto spesso, per tratti somatici. Ancora oggi ogni tribù ha il proprio re e lotta per mantenere intatte le sue radici: per questo chi affronta un viaggio in Madagascar deve informarsi su quali siano le regioni da evitare perché più “irrequiete” di altre. Non è opportuno muoversi da soli ovunque, è bene chiedere alle guide. Nella regione di Sakalava meglio spostarsi con una guida attraversando i territori degli Tsimihety, esperti coltivatori di riso, conosciuti anche come la “tribù dai folti capelli”. Mai avventurarsi da soli anche
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LIFESTYLE MAGAZINE n.21 11/2016
Grand Tour nelle le valli dei Betsimisaraka, la seconda tribù in termini di importanza e diffusione sul territorio, specializzata nelle coltivazioni di canna da zucchero, chiodi di garofano e caffè pregiato. Nei villaggi attenzione alla cucina tipica, anche se si resta molto affascinati dai profumi. Il riso viene mangiato tre volte al giorno dalla popolazione malgascia. Tradizionalmente, lo si cuoce fino a bruciare lo strato inferiore della pentola e si utilizza poi questo fondo di riso bruciato, il “ranonapango”, per fare una bevanda dall’aroma affumicato che verrà servita durante il pasto. Il riso malgascio è abbastanza deludente per le papille occidentali: presente in tutti i piatti, è bianco, a chicchi grossi e senza sapore. Il riso buono viene esportato. Come accompagnamento, le patate dolci sono più interessanti e consistenti. La carne di zebù viene preparata in mille modi: grigliata, al carpaccio, cotta a fuoco lento e anche accompagnata da pesciolini microscopici. Lo zebù è ben più saporito della carne di manzo e la carne è tenera: un’esplosione di morbidezza e di gusto, assolutamente da non perdere. I malgasci mangiano anche il pollo “bicyclette”, chiamato così perché il volatile corre da una parte all’altra e la carne è secca e muscolosa, come quella dei pendolari che si vedono uscire in bicicletta la mattina. Girando per le vie del centro di Mahajanga si incontrano molti abitanti appartenenti a gruppi autoctoni. Comunque ciò che colpisce di più da questa parti è lo stile architettonico. Palazzi arabeggianti e moschee si alternano a casette di legno rustiche, costruite grazie all’abbondanza di baobab che cresce nelle aree circostanti. Il simbolo della città è proprio un enorme baobab con un tronco dalla circonferenza incredibile, circa 20 metri. Dirigendosi verso nord, lo scenario che si presenta man mano che si risale la costa è straordinario: spiagge selvagge di sabbia rossa, calette e baie in cui i surfisti sfidano
le onde. Poi la sabbia lascia il posto alle barriere coralline fino a quando il paesaggio cambia di nuovo: è il turno delle incredibili guglie di roccia calcarea, meglio conosciute come “tsingy“. In lontananza giganteschi baobab sorvegliano il resto della foresta e un’infinità di specie vegetali rende il paesaggio mutevole e variopinto. Insomma, sembra di stare nel film Avatar. I lemuri spiccano tra gli alberi frondosi e si prodigano in capriole mentre sulle rocce prendono il sole le piccole iguane di Cuvier. Altrove le coppie di uccelli del paradiso amoreggiano appollaiate su un grosso ramo, mentre l’ombra di grandi ali ci fa volgere lo sguardo in alto, verso il volo dell’aquila pescatriche che caccia maestosa su queste acque ricche di prede. Lo spettacolo della natura che caratterizza da sempre il Madagascar non finisce mai di stupire. A bordo di un grosso fuoristrada si arriva giusto alle porte del Madagascar National Park di Masoala.Ci si ferma all’ufficio di accoglienza del parco, nella cittadina di Maroantsetra, dove spiegano che Masoala è il nome di un’immensa area che racchiude sette riserve naturali protette, di cui tre marine. Patrimonio naturale mondiale, le riserve del Masoala e quella speciale di Nosy Mangabe, tutte assieme costituiscono la più grande area protetta del Madagascar. Qui si può noleggiamo l’equipaggiamento indispensabile per una visita all’interno del parco: cibo, acqua minerale, cassetta di primo soccorso, varie bombole di spray anti zanzare e impermeabile per proteggersi dal particolare clima della foresta pluviale, scarponi per proseguire nel fango, in caso di pioggia. Masoala è il regno della biodiversità: potenzialmente racchiude trovarci oltre il 50% delle specie animali e vegetali di tutta l’isola. Sono state censite oltre 100 specie di volatili e 10 di lemuri, di cui 4 in via di estinzione. Attraversando questi luoghi si respira un’atmosfera più antica dell’uomo, e ci si rende conto di quanto sia importante preservare e mantenere intatto questo habitat. Oltre a svariati lemuri, che si avvicinano con disinvoltura, si osservano anche alcune specie rare di geko, ma anche grosse tartarughe di terra e diverse iguana. Alla fine del viaggio si decide quasi sempre di
fare un’ultima uscita in mare, dove attende l’emozione che forse, tra tutte, è la più grande. Un gruppo di delfini guizza con fierezza fuori dall’acqua, come a indicare a poca distanza, gli splendidi esemplari di balena che sembrano aspettare i turisti per essere fotografati mentre, placidamente, muovono tra i flutti la loro immensa mole. Tra le cose indispensabili da portare: battery pack per cellulari, batterie di scorta per le macchine fotografiche, adattatori per prese elettriche, una torcia elettrica a testa. Medicine anche banali come l’aspirina, la dissenteria, il mal di testa, perchè fuori dalla capitale non ci sono le farmacie. Protezioni solari a fattore altissimo e unguenti per le scottature gravi. Cappelli e occhiali da sole. Bottiglie o pomate di repellenti per gli insetti, abbondando. Contanti, poichè le carte sono accettate raramente. Per il visto servono 25-30 euro, spesso non hanno il resto. Per la connessione a internet serve uan sim locale, preferibile Orange con 8 giga, se si va al nord. Il roaming del telefono va spento subito, altrimenti ci si ritrova a pagare 6 euro per ogni minuto di conversazione. La moneta ufficiale è l’ariary, costituita da sole banconote: la banconota con valore più alto è quella da 10.000, con l’Euro che è cambiato a 3400 Ariary vuol dire che il taglio più grande vale 3€. Per conservare i contanti serve un borsello abbastanza capiente. Lo stipendio medio di un residente oscilla tra 50 e 100€ al mese, un litro di benzina costa poco più di 1€ e un buon pranzo per due persone a base di pesce, comprese le bevande è inferiore a 20€, un sacchetto di anacardi tostati costa 1,2€ e 10 bacche di vaniglia costano tra 9 e 15€. la richiesta di mance da 1000-2000 ariary è continua, dai negozi ai ristoranti, si paga in contanti soprattutto in dogana quando si riparte, dunque è bene tener da parte i tagli piccoli.
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Junior zone
Lucca comics fa boom La rassegna lucchese allunga i giorni e si allarga orma in tutta la città. Top gli autori di fumetti giunti dall’estero
by Galeazzo Melzi d’Eril
Quarantamila visitatori e migliaia di cosplay a Lucca Comics 2016
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inquant’anni fa, nel 1966, nasceva a Lucca quella che sarebbe diventata la principale manifestazione italiana dedicata al fumetto, al cinema d’animazione e all’illustrazione, arricchitasi successivamente anche ai nuovi mondi del gioco, al videogioco e dell’intrattenimento intelligente. Lucca Comics & Games mescola fumetti e realtà virtuali, videogames e illustrazioni. Il festival, dove accorrono i cosplay di tutta Europa, quest’anno si è allungato fino a martedì 1 novembre 2016. L’inventore della “Profezia dell’Armadillo” e del recentissimo “Kobane Calling”, ha creato per la locandina una nuova scanzonata supereroina corredata di un armamentario dorato, mentre mima con una mano il numero 5 e con l’altra lo zero, a comporre il numero 50. Naturalmente proprio Zerocalcare sarà fra gli ospiti della manifestezione e a lui è dedicata la mostra a Palazzo
Ducale, con le tavole originali delle sue storie più popolari, dal blog ai graphic novel, e anche i suoi primi lavori underground. Oltre 40 mila persone si sono accalcate intorno al Golden Globe, una cupola geodetica dorata per vivere una “Lucca Experience” ripercorrendo la cavalcata di questi cinquant’anni e ammirare la Walk of Fame, ovvero le impronte delle mani lasciate dai grandi del fumetto e dell’intrattenimento intelligente, che diventeranno presto la Via dei Comics, un vero e proprio percorso sulle Mura. Ci sarà un francobollo commemorativo delle Poste Italiane. Fra le star di quest’anno il coreano Frank Cho, creatore della serie “Liberty Meadows” e Joan Cornellà (al secolo Renato Valdivieso) diventato un caso letterario e di costume in Spagna: discusso e discutibile, irriverente e smaliziato, il suo lavoro rielabora in chiave pop fintamente
infantile tematiche corrosive. Tra i big anche Casty (Andrea Castellan) celebre disegnatore e sceneggiatore di Cattivik e Lupo Alberto, da anni è diventato una delle firme più originali e riconoscibili di Topolino. A ciascuno di questi maestri è stata dedicata una mostra personale a Palazzo Ducale. Passando ai Games, quello che per anni è stato un unico padiglione ai piedi delle Mura, il “Carducci” tappa obbligata per decine di migliaia di visitatori, oggi è un big-bang che coinvolge tutto il centro storico, dalle sale incontri dove ascoltare gli ospiti, ai baluardi dove poter girovagare per The Citadel. Per giocare di ruolo dal vivo c’è il nuovo polo San Donato, in piazzale Verdi, nato lo scorso anno per dare ulteriore spazio e visibilità al mondo del videogioco. Tre gli ospiti di livello internazionale: TonyDiTerlizzi, illustratore amatissimo dai giocatori di
Dungeons&Dragons e di Magic, al quale è dedicata una mostra personale a Palazzo Ducale; Brandon Sanderson, “erede” di Robert Jordan e della tradizione della letteratura fantasy classica; Antoine Bauza, uno degli autori di giochi più interessanti del momento. Infine, Terry Brooks che viene a imporre le mani per la nostra Walk of Fame. La sua Shannara una delle più lette e conosciute saghe fantastiche di tutti i tempi, diventa oggi una grande property celebrata dai maggiori broadcaster. Nel pomeriggio del 31 ottobre, gli zombi si sono impossessati di Lucca Comics & Games. I non-morti di Zombie Walk Italia (con make up a cura di Fantasia, Sogno e Realtà) si sono dati appuntamento alle 15 sulle Mura di Lucca, presso il Baluardo Santa Croce dove come ogni anno viene allestita la zona della Umbrella Italian Division.
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LIFESTYLE MAGAZINE n.21 11/2016
Focus Mostre
L’eclettismo di Laura by Katia Ferri Melzi d’Eril
Con le sue artshoes e creazioni ardite e simboliche l’artista pavese ha incantato Vittorio Sgarbi e Philippe Daverio
Le straordinarie sculture in legno e resina di Laura Malattia, arricchite da ricchissime decorazioni. A destra, il tavolo “Fauna del Terrazzo”
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a scarpa femminile è una forma talmente cult che da anni se ne impossessano tutte le discipline, dalla pasticceria alla profumeria fino all’architettura. La chiesa ‘tacco dodici’ di Taiwan, è diventata il luogo dove tutte le fashion addict vogliono sposarsi. I cioccolatini a forma di decolletè li abbiamo divorati senza pietà in cacao fondente oppure bicolore. La scarpa da Cenerentola in cristallo diventa, nella realtà, un portavino tutto nero o una bottiglia inclinata che contiene profumo. Cucita in seta rosa, con nastri e pizzi, la scarpa barocca è un porta gioielli per anelli preziosi. Lo stivale soffiato in vetro pesante serve per bere con allegria la birra più pregiata, nata da un’antica ricetta. Ma le artshoes di Laura Malattia lasciano a bocca aperta: sono opere d’arte straordinarie, coloratissime, con un lavoro decorativo da amanuense che richiede cura, inventiva, dispendio di energie e tempo,
tanto tempo perchè è tanta l’ abilità tecnica che bisogna possedere per dominare la resina come lei la domina. Una scarpa d’arte, una sola, da esibire in salotto o sulla scrivania di un severissimo studio professionale, richiede magari dieci volte il tempo che occorre per produrne due in plastica o in cuoio, che invece si indossano e si usano. E’ proprio da questo, l’uso originario irrimediabilmente perduto in nome del fine artistico che deriva il fascino di queste piccole opere e il successo di Laura, avvocato penalista convertita all’arte, che sa fondere nei suoi manufatti - le scarpe come i tavoli, - innumerevoli elementi materici abbinati a una fantasiosa, spiccata, abilità cromatica. I colori si sommano ai colori mediante trasparenze, sovrapposizioni e colature; fiori, animali, oggetti sono riprodotti ma sempre più spesso inclusi, cristallizzati nella resina, smembrati, frantumati ma resi eterni. Sulle sue calzature giganti,
da salotto, si mischiano il sacro, il profano, il mito e il rito, la natura e la musica, decine di segni e simbologie uniti da un legame misterioso e sotterraneo. Ogni pezzo ostenta irregolarità, disarmonie, tracce di lavorazione manuale del materiale: ciascuno emana il fascino ineffabile di ciò che non ha paura di apparire irregolare, asimmetrico, o perfino disordinato. Dove c’è creazione non c’è spazio per la serialità. Dunque ogni soprammobile così come ogni tavolo è un pezzo unico. Sembra impossibile che queste opere forgiate con tanta tecnica e pazienza siano uscite dalle piccole mani di Laura: una quarantenne minuta, radiosa, dal carattere molto deciso. Neanche lei riesce a raccontare il momento esatto in cui, dopo anni dalla scoperta dell’ arte, ha dato sfogo al desiderio di mettere a frutto un’ innata capacità di disegnare, colorare, assemblare. Quando ha cominciato ad elaborare il suo
Le opere di Laura Malattia sono presenti al Museo della calzatura di Vigevano e nelle migliori gallerie: Teseo Arte (direttore artistico Philippe Daverio) a Milano, Marcella Curcio a Genova, Mimma Massone a Bergamo. Laura Malattia dopo il Mercante in fiera di Parma, il Next Vintage di Belgioioso, il salone dell’antiquariato di Torino (5 -6 novembre) sarà al Gotha di Parma dal 12 al 22 novembre, al Bergamo Arte Fiera e poi a ArtePadova. Dal 12 al 28 febbraio sarà all’Hotel Giorgione di Venezia, dove esporrà 100 pezzi per la Biennale Arte (12/5-11/6)
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MEDIASTAR MAGAZINE n.17 6/2016
Focus Mostre
Le art shoes di Laura Malattia sono esposte nel Museo della Calzatura di Vigevano e collezionate da personaggi dello spettacolo e della moda impasto cromatico e materico, non dissimile da quello della pittura informale. Le sue creazioni mettono in in crisi il dipinto come oggetto tesaurizzabile, significante assoluto. Passeggiare con lei a Venezia è un’esperienza. I suoi occhi penetrano ogni tipo di substrato materiale, squadrano le venature del legno delle bricole e dei marmi di San Marco in modo diveso da quello di chiunque, per carpirne nodi e volute. A Murano non ha occhi che per le vecchie murrine, minuscole cannule, antiche perle di vetro e tessere sbozzate a mano da inglobare pazientemente nei suoi tavoli, nei paraventi e nei pannelli coloratissimi, eclettici e preziosi. I vecchi oggetti dei mercatini, le cianfrusaglie, le vecchie passsamanerie le parlano dai banchi e dalle vetrine dei rigattieri. Lei le vede già disarticolate, rivestite, cristallizzate dalle sue dita veloci, dopo un lungo processo di coloritura e decorazione. I vecchi tavoli quando passano per le sue mani diventano compagni di vita, testimoni di desideri e di esistenza, amplificano il loro ruolo di sostegno e
di appoggio. Solitamente un tavolo è fatto dal lavoro dell’uomo e per l’uomo deve a sua volta lavorare. Ma appena uno di questi oggetti di uso quotidiano entrano a far parte del progetto di Laura, diventano un “unicum”, un pezzo d’arte impensabile e improbabile, irriconoscibile agli occhi dei possessori. Laura addomestica ogni audacia, la porta nella tranquillizante categoria dell’ eccentricità e, su commissione, anche dello scandalo. Arte, araldica, magia, botanica, segni iconici si depositano sugli oggetti di Laura Malattia. Impossibile tentar di decifrare le liasons dangereuses che alcuni clienti richiedono di realizzare in gran segreto per i loro boudoir: quanto può essere erotico un tavolo, nessuno se lo è mai chiesto, forse. Ma Laura sì. Nel suo laboratorio, una vetrina ridondante di materiali coloratissimi e luccicanti, zampe e piani dei tavoli si vestono di ali farfalle, di pappagalli, di animali del terrazzo. O replicano un bestiario del mondo sommerso che solo il Capitano Nemo potrebbe aver eventualmente visto.
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LIFESTYLE MAGAZINE n.21 11/2016
Fashion&Co
Black Halloween Niente colori, spenti, minimalismi o o look casuali. E’ ora di tinte fluo, frange, ruches. Per lui righe e boxer by Sonia Avanzi
I Qui sopra: Mara Venier in una camicia nera a grafismi della collezione capsule da lei stessa disegnata per il brand Luisa Viola, prodotta dal Gruppo Miroglio. Sotto, gli orecchini lunghi di ispirazione jap di Lebole Gioielli
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giorni di Halloween sono quelli ideali per osare quacosa di nuovo o di strano: capelli colorati, abiti lontanissimi dal proprio stile, accessori superglamour. E’ il secondo carnevale dell’anno e anche in questa occasione è lecito’ “insanire”, fare qualcosa di strano, come dicevano gli antihi romani... Ecco qualche proposta per il 31 ottobre e dintorni. Marbella Paris reinventa l’arte della bellezza e della gioielleria a “fior di pelle”: ecco come adornare il corpo con raffinati bijoux autoadesivi, scintillantai e riposizionabili. Marbella, lo spirito artigianale. Marbella Paris realizza ogni gioiello delle proprie collezioni in Francia, con grande minuzia e rigorosamente a mano. Le materie prime sono selezionate per le loro qualità esclusivamente in Francia o in Europa. Marbella Paris fa vivere, attraverso i propri gioielli,le tradizioni dell’arte e di molte materie prime come la polvere cosmetica, il pizzo di Calais, i cristalli di Swarovski, l’oro e le pietre preziose. I Bracciali Ephémère by Marbella, realizzati in esclusiva per Sephora, si applicano sulla pelle pulita e asciutta. Le tecniche innovative e i processi produttivi esclusivi di Marbella, sono protetti da brevetti internazionali. Per chi sogna l’Oriente, Lebole Gioielli propone per Halloween gli orecchini della collezione Kimono Must, con 276 spinelli neri incassati in argento . Per chi vuol evocare la magia degli astri, la colelzione Happy Pets Unoaerre propone ciondoli alla magia e alla meraviglia del cielo notturno. Anche i gioielli Pandora per la prossima stagione fredda rubano la loro luminosità agli astri. La luna diffonde la sua luce su un meraviglioso paesaggio invernale conferen-
do luminose tonalità di blu, bianco e oro che si posano sui gioielli rifiniti a mano. Costellazioni contemporanee, lucenti pianeti e frammenti di ghiaccio risplendono grazie a pietre scintillanti e decorazioni preziose che conferiscono una femminilità e uno stile sempre in evoluzione. Il charm pendente Vintage Night Sky che riproduce un cielo stellato su uno sfondo in smalto blu intenso il tutto illuminato da una zirconia cubica a forma di stella. A impreziosire e rendere unico il gioiello la frase incisa sul retro: “I love you to the moon and back”. Un regalo perfetto per la persona che abbiamo nel cuore. Per le aspiranti streghe niente l’ideale sono i 15 charms a forma di gatti (in posizioni tipiche e simpatiche) realizzati in argento 925 che vengono venduti con il loro packaging dedicato e un certificato di garanzia, che diventa l’Identity Card dell’animale. Questo certificato dà la possibilità al cliente di personalizzare l’interno della card con nome e principali caratteristiche del proprio animale. È anche possibile completare il pendente con una collana in argento oppure incidere a pantografo il nome del cane o del gatto sulla lastra della montatura.Con l’acquisto di un gioiello il cliente finale contribuirà alla donazione di una “ciotola” di cibo agli ospiti di uno dei rifugi Enpa. Per correre a un sabba, invece del mantello, ecco un caldo plaid di lana: un capo tuttofare morbidissimo, dalla forma a cascata e aperto sul davanti o con una scollatura tonda, è ideale per le notti più fredde. I capi morbidi e soffici di Wolford diventano vere e proprie meraviglie di abbinamento: cadono ampi su pantaloni stretti, gonne o leggings e sono il coronamento elegante per qualsiasi outfit.
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Fashion&Co
I gioielli autunnali Vintage Night Sky sono in smalto blu, sferici come pianeti e lucenti come schegge di ghiaccio.
In questa pagina dall’alto a sinistra: gioielli in argento con globi e pianeti. Sopra, una proposta di Sonia Tagliavini per La Cucitoria. Qui a fianco, la collezione di charms a forma di gatto Unoaerre. In alto a destra la nuova colorazione per capelli di stagione Alfaparf Metallic Silver. Il grigio diventa una nuance trendy.
E’ stata presentata a Milano la nuova capsule collection A/I 2016 firmata daMara Venier per Luisa Viola, con un evento riservato alla stampa presso il concept store “Miroglio Piazza Scala”, un exploit che ha dato forza e continuità al progetto di collaborazione cominciato a inizio anno. “Sono felice di questo nuovo progetto” ha commentato Mara Venier “e soprattutto di aver avuto modo e tempo di studiare nel dettaglio l’impostazione della nuova collezione con il supporto del team stile di Luisa Viola. Ho cercato di creare dei look per situazioni speciali, eleganti, ma che potessero poi essere riutilizzati per dare un tocco glamour a come ci vestiamo ogni giorno. Capi versatili quindi, come la giacca di velluto che diventa super elegante se abbinata ad un top di paillettes e a un pantalone in cady, oppure ‘every day’ se la riutilizzi con un jeans e una t-shirt. “ La collezione comprende 25 capi. La caratteristica principale sta nella luminosità dei materiali e nei volumi fluidi che vanno ad accarezzare il corpo. Per quanto riguarda i colori è ovviamente il nero il protagonista delle special occasion invernali. Il total black mi piace tantissimo ma ho voluto inserire degli accenti di oro e di rosso rubino che, insieme ai rasi, ai tocchi di glitter e di lurex, danno carattere e preziosità alla capsule”. Alberto Damian, direttore business unit del brand commenta: “Siamo orgogliosi e felici di proseguire la collaborazione iniziata con Mara Venier nella scorsa Primavera/Estate, con una capsula estiva presentata a fine aprile che ha riscontrato un eccezionale successo. Tra Mara e il nostro team si è creata da subito una incredibile sintonia, grazie alla sua straordinaria semplicità e autenticità ed alla sua capacità di comprendere le esigenze della consumatrice del nostro brand Luisa Viola”. Tiziana Lanzetti, dell’ufficio stile aggiunge: “Sono bastati pochi incontri con Mara per allinearci e per capire quali fossero i suoi gusti dando seguito ai suoi desideri. Fin da subito ha espresso idee molto precise su stile, tessuti, vestibilità, guidando con entusiasmo i vari steps di creazione della collezione”. La distribuzione della nuova collezione è prevista da fine ottobre in tutta Italia all’interno di oltre 300 negozi multimarca in cui è presente Luisa Viola. Sarà inoltre presente in qualità di ‘special guest’ in tutti i negozi Elena Mirò e sull’omonimo sito online. Il lancio della nuova capsule collection “Mara Venier per Luisa Viola” è supportato da una campagna pubblicitaria realizzata con il fotografo Giovanni Gastel che festeggia i suoi primi 40 anni di attività.
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Fashion&Co
Strega per amore
L’ORA DEL SORTILEGIO In alto un modello de La Cucitoria con orli a vivo. In lunghezza mini e midi vengono portati con capispalla dai volumi over, proposti in monocolore o con stampe geometriche. La palette colori spazia da tonalità accese come l’arancio, il fucsia, al classico nero e ocra. Qui a fianco Black Opium Shimmering Body Lotion di Yves Saint Laurent che illumina la pelle con una carica di sublimità. Idrata istantaneamente e avvolge con l’inconfondibile fragranza
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Fashion&Co
L’INFERNO PUO’ ATTENDERE Si è tenuta nel magnifico Teatro dell’Opera di Firenze la prima mondiale del film ‘Inferno’, tratto dall’omonimo romanzo best-seller di Dan Brown. L’evento per il film, diretto da Ron Howard, ha visto l’arrivo di molte celebrities che hanno partecipato facendo il loro arrivo a bordo di MaseratiQuattroporte, lussuosa ammiraglia della Casa del Tridente. Tra questi, la presentatrice e influencer russa Nataly Osmann arrivata con suo marito, il fotografo Murad Osmann. A destra la nuova borsa Lady Dior reclamizzata dall’attrice Marion Cotillard .
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Classica
Mozart e Merisi a Brera by Arduino Roccioletti
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a Pinacoteca di Brera a Milano ha lanciato una nuovissima iniziativa, i dialoghi tra opere d’arte e musica. Dopo quello dedicato a Perugino e Raffaello, il 7 novembre prossimo i chiaroscuri di Caravaggio diventano musica con Mozart, autore di un famosissimo quartetto e il magnifico pianista Clive Britton. La formula del quartetto per pianoforte e archi (violino, viola e violoncello), destinata a svilupparsi nel corso del XIX secolo, trova la sua prima manifestazione “moderna” nel Quartetto in sol minore K. 478 di Wolfgang Amadeus Mozart. Il Quartetto K. 478. Egli propone una sorta di rivoluzione nella concezione della musica da camera con pianoforte; una rivoluzione che investe tre differenti aspetti: la destinazione, la complessità di scrittura, il contenuto. La musica da camera con pianoforte, nella seconda metà
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La cena di Emmaus di Caravaggio e il controverso dipinto di Giuditta e Oloferne. Grande polemica, grande evento. Il Quartetto di Mozart con al piano Clive Britton
del XVIII secolo, non era destinata - come invece quella per archi soli, più impegnativa per strumentalità e contenuto - agli esecutori professionisti, ma agli esecutori dilettanti, appartenenti ai ceti alti della società. In tutta Europa lo studio di uno o più strumenti era parte dell’educazione dell’alta società, e la pratica della Hausmusik, della musica domestica, suonata dai volenterosi componenti del circolo familiare, era molto diffusa. L’editoria musicale per questa clientela era ricchissima. Dunque i Trii e i Quartetti con pianoforte di Mozart, brani giunsero alla pubblicazione quando egli era ancora vivente. Secondo Nissen - primo biografo del compositore e sposo in seconde nozze di Constanze Mozart - il Quartetto (datato 16 ottobre 1785) era il primo di una serie di tre, dietro commissione dell’editore Hoffmeister; ma, dopo la pubblicazione di questo primo brano, nell’inverno 1785-86, il con-
tratto fu rescisso in piena concordia fra le due parti, poiché il K. 478 appariva troppo “difficile” al pubblico. In una cronaca dell’epoca, si definisce il Quartetto «una composizione che, anche se perfettamente eseguita, può [e deve soddisfare in una “musica da camera” solo il limitato gruppo degli intenditori. Ecco dunque i punti della “rivoluzione”. Le composizioni pensate per il mercato dei dilettanti dovevano tenere conto dei limiti endemici degli esecutori a cui erano rivolte. I condizionamenti imposti dalla destinazione erano essenzialmente due tipi: il contenuto musicale, non doveva superare certe dimensioni e doveva essere improntato alla massima cordialità, evitando un impegno concettuale più ardito; la scrittura strumentale, doveva rimanere alla portata di strumentisti dotati di una consapevolezza tecnica discreta ma non sviluppata, soprattutto per gli strumenti ad arco; questi si
limitavano ad “accompagnare” il pianoforte, giusto per raddoppiare la melodia e il basso. Il Quartetto in sol minore, invece, propone un rapporto assai più dialettico fra pianoforte ed archi. Il modello è quello del Concerto per pianoforte, il genere compositivo al quale Mozart si dedicò con maggiore insistenza nei primi anni viennesi. Mozart aveva espressamente previsto per i suoi primi tre Concerti viennesi (K. 413-415) la possibilità di omettere dall’orchestra le parti dei fiati, onde rendere possibile l’esecuzione delle partiture anche in un salotto, con l’accompagnamento di un semplice quartetto d’archi. Il Quartetto in sol minore è dunque un concerto in miniatura, con un ruolo “solistico” e virtuosistico dello strumento a tastiera; il gruppo degli archi (violino, viola, violoncello) tuttavia non si limita ad accompagnare il solista, ma entra invece in un rapporto concertante e dialettico. L’allegro iniziale mo-
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Nella pagina a sinistra: la Cena di Emmaus di Caravaggio e il controverso quadro Giuditta e Oloferne. Qui a fianco: il magnifico pianista Clive Britton che si esibirà il 7 novembre prossimo. stra una ambientazione nettamente drammatica. Già il primo tema presenta immediatamente un brusco contrasto fra un perentorio unisono e una cupa scala discendente del pianoforte, elementi che percorrono insistentemente l’intero movimento; il secondo tema, espressivamente contrastante, è alla base dello sviluppo; una lunga coda elabora polifonicamente il motivo iniziale, che sigilla con un nuovo unisono il movimento. Anche l’Andante centrale è del tutto distante dagli stilemi intrattenitivi, essendo improntato piuttosto a un rapporto di solidale meditazione fra gli strumenti con la densa scrittura polifonica degli archi e i delicati ricami del pianoforte. Il Finale - tradizionalmente più “disimpegnato” rispetto al primo movimento - è un Rondò di impostazione brillante e nettamente “concertistica”, con una sezione in minore che si richiama tuttavia al più intenso contenuto espressivo del tempo iniziale. Nella loro monografia mozartiana Giovanni Carli Ballola e Roberto Parenti citano un illuminante articolo apparso nel 1788 sul “Journal des Luxus und der Moden”, che aiuta a comprendere il contesto in cui altre composizioni mozartiane come i quartetti K.478 e K.493 vedevano la luce: “Altri pezzi si reggono anche se mediocremente eseguiti; questa composizione mozartiana invece non si può proprio ascoltare suonata da superficiali dilettanti. Ciò è tuttavia accaduto innumerevoli volte durante lo scorso inverno [...] ma non poteva piacere; tutti sbadigliavano di noia per l’incomprensibile chiacchiericcio dei quattro strumenti che non si trovavano insieme nelle solite quattro battute e il cui impossibile concento non rivelava alcuna unità di espressione [...] “Quale differenza, quando questa lodatissima composizione viene eseguita con la massima precisione da quattro musicisti professionisti e ben preparati, in un ambiente piccolo, dove neppure le pause tra nota e nota sfuggono all’orecchio attento e davanti a non più di due o tre persone veramente interessate! In questo caso però non c’è davvero da pensare al successo esteriore, al favore della moda o a lodi convenzionali”. Sono ancora Carli Ballola e Parenti a commentare, accomunando i due Quartetti con pianoforte al Quintetto per pianoforte e fiati: “Nei Quartetti (K. 478 e K. 493) e nel Quintetto (K. 452), a una parte pianistica ancor più impegnativa e concertante di quanto non sarà nei Trii o nelle Sonate con violino, si contrappongono compagini strumentali trattate con un’autonomia, un’articolazione e talora una difficoltà di scrittura che scoraggiarono editori ed esecutori, disorientati dinanzi a tanta audace novità”. L’impronta innovatrice e la vena sperimentale di Mozart risaltano anzitutto se messe a confronto con le convenzioni dello stile galante. Scrive a questo proposito un altro studioso di Mozart, Alfred Einstein: “Un brano per pianoforte e archi, nelle mani di Johann Christian Bach e di Philipp Emanuel Bach, diventa automaticamente un Concerto per pianoforte; Mozart invece riesce a trattarlo come pura musica da camera, esigendo dal pianista un virtuosismo da concertista ma intessendo gli archi nello stesso materiale tematico, in una dimensione che non ha più nulla a che vedere con il dilettantismo musicale”. La fusione fra la dimensione cameristica del Quartetto d’archi e il virtuosismo del Concerto per pianoforte si realizza dunque per una terza via, assolutamente inedita e personale. Il pianoforte non si oppone più a violino, viola e violoncello intesi come sostituti di un accompagnamento orchestrale subalterno, ma dialoga con essi su un piano di parità, ora venendo alla ribalta con la sua pronunciata individualità, ora passando sullo sfondo per lasciare ai suoi compagni la possibilità di sviluppare un proprio articolato corso di pensieri: e la scrittura ne riceve una conseguente scioltezza e varietà. Il Quartetto K. 493 rappresenta insomma perfettamente la sintesi di questi due mondi opposti, quelli del dialogo drammatico e dell’introspezione interiore.
NON GIOCHIAMOCI LA TESTA.... In occasione del concerto sarà esposto il dipinto “Giuditta e Oloferne” ritrovato qualche tempo fa in una soffitta a Tolosa, di proprietà dell’antiquario Eric Turquin e da alcuni studiosi attribuito a Caravaggio, con la convinta contrarietà di altri. L’opera sarà collocata a fianco della Cena in Emmaus di Caravaggio, di proprietà della Pinacoteca e della copia di Giuditta e Oloferne del pittore fiammingo Finson, conservata a Napoli nelle collezioni di Banca Intesa. La decisione di esporre il quadro proveniente da Tolosa ha però creato non pochi dissapori e contrasti, al punto da spingere lo storico dell’arte e docente universitario Giovanni Agosti, membro del Comitato scientifico di Brera, a dimettersi dopo una polemica sorta con il direttore James Bradburne. Motivo della querelle è proprio l’incertezza dell’attribuzione. Il quadro di Tolosa infatti secondo Nicola Spinosa, ex soprintendente di Napoli e curatore della mostra, è di fatto un Caravaggio, secondo Mina Gregori, allieva di Roberto Longhi, non si tratterebbe invece di un’opera del maestro lombardo. In questa situazione di incertezza, il professor Agosti ha innanzitutto contestato la decisione di Bradburne di esporre il dipinto e di aver preso accordi con il collezionista Turquin, senza aver prima consultato il comitato scientifico. Secondo Agosti inoltre, l’esposizione conferirebbe autorevolezza ad un’opera potenzialmente vendibile. Per queste ragioni il professor Agosti, nel frattempo dimissionario, ha sottolineato la necessità di riportare, sia nel testo in catalogo che in mostra, una dicitura che evidenzi l’incerta attribuzione dell’opera. Il direttore Bradburne dal canto suo, cercando di destreggiarsi in questa polemica, senza prendere una posizione netta, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, avrebbe deciso di venire fuori da questa “impasse”, scrivendo qualcosa come: “Si tratta di un confronto con finalità scientifiche e conoscitive attraverso cui si intende porre all’attenzione dei visitatori e studiosi alcuni problemi di attribuzione”, specificando appunto che la Pinacoteca di Brera non si assume alcuna responsabilità in merito alla paternità o meno dell’opera in questione. Polemiche a parte, mai sentito che l’esposizione di un’opera, in qualsiasi contesto, corrisponda a un’expertise. Bradburne soffia sul fuoco e ...incassa più biglietti.
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Dossier Salone Parigi
Un’edizione particolarmente importante, con una raffica di modelli lussuosi e avveniristici, molti dei quali ibridi o completamente elettrici
by Yuri Lalli
2017). con eventi organizzati da Associazione culturale Arena Media Star.
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Qui sopra: le novità di Mercedes, Bmw, Audi e Volkswagen, Psa, Renault, Toyota e Honda, Kia, Tesla e Hunday che stanno già proponendo serie elettriche, bellissime embrano uscite da film di fantascienza. Alcuni modelli sono in grado di andare da Londra a Parigi con un solo pieno.
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l Salone dell’auto di Parigi, appuntamento super atteso, tant’è che viene definito “Il mondiale dell’automobile” è stato particolarmente importante quest’anno, peerchè ci ha fornito un messaggio sull’auto del futuro, che sarà totalmente elettrica o almeno ibrida. L’obiettivo sono le emissioni zero, anche se il traguardo arriverà chissà quando. Tutti i costruttori hanno presentato importanti innovazioni sul tema e tutti i Ceo ne hanno parlato nei loro discorsi. Solo in casa Fca il discorso sembra ancora rimandato, si pensa ancora ad emozionare l’acquirente con le prestazioni sportive, per esempio della nuova Giulia Alfa Romeo che sta vendendo molto e naturalmente della Ferrari. La casa di Maranello che si prepara a festeggiare i Vintage suoi primi 70 anni, ha presentato due novità assolute come LaFerrari Aperta e la GTC4Lusso T, con 5 modelli e 70 livree disponibili: un’idea di Flavio Manzoni, responsabile del design delle Ferrari, volta ad accontentare sia gli appassionati di novità sia gli amanti delle linee ‘vintage’. Il sogno del Drake è ancora una vettura elegante e con importanti contenuti tecnici. Ma la Signora al Salone si è misurata con terribili concorrenti, come le novità di Mercedes, Bmw, Audi e Volkswagen,Psa, Renault, ma anche Toyota e Honda, Kia, Tesla e Hunday che stanno già proponendo serie elettriche bellissime, sembrano uscite da film di fantascienza e alcune come Opel Ampera, sono in grado di andare da Londra a Parigi con un solo pieno. Kia nel 2018 abbandonerà i motori diesel per gli ibridi, gli elettrici e gli ibridi plug in. Ammiratissime dal pubblico anche le classe B di Citroen C3, Nissan Micra, Kia Rio, Suzuki Ignis e Toyota C-HR. Partiamo dalle novità presentate nei padiglioni italiani: Abarth, Alfa Romeo, Fiat, Jeep e Ferrari. Il Cavallino ha proposto il fior fiore della tecnologia, con linee raffinate e aerodinamica attiva. La Aperta senza tetto è sostotuita da una capotina in tela o da un sottile hard top in carbonio. Le prestazioni sono da astronave: da 0 a 200 in 7 secondi e velocità massima 350 km, come il treno Italo. Nel cofano rombano 12 cilindri da 800 cv e un nuovo motore elettrico da 120 ks, per un totale di 963 cv. Sono stati previsti 209 esemplari già tutti prenotati, nostante il prezzo di 1,860 milioni di euro. I clienti rimasti fuori dalla gold list hano ripiegato sulla GTC Lusso, la prima 4 posti Ferrari con motore a 8 cilindri, bi turbo da 3,9 litri e un sistema a 4 fuote sterzanti. E’ completamente dotata di dispositivi elettronici di ultima generazione per sospensioni, trazione, differenziale, promette maneggevolezza e precisione a chi la guida, tocca una velocità di 320 km/ h e costa ‘solo’ 233 mila euro. Il gruppo Fca ha proposto, con l’altro marchio di lusso Maserati, la versione aggiornata della Ghibli, uno dei modelli più apprezzati di sempre, disponibile in due varianti (Sport e Luxury), con novità tecniche importanti anche
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Molte case hanno presentato modelli più leggeri e spaziosi , spesso più lunghi, con sistemi che permettono un abbassamento dei consumi E bagagliai ampissimi, che offrono una capacità variabile da 550 a 610 litri, divani abbattibili che permettono di triplicare i volumi di spazio a disposizione in caso di necessità.
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riguardo al cambio, divenuto a 8 rapporti. Anche la console dispone di un nuovo diseno ispirato al Suv Levante, che offre una perfetta fruizione dei sistemi di infotainment e connessione. Alfa Romeo ha portato con orgoglio le novità del brand Giulia, la spendida berlina dotata di trazione integrale Q4. Si tratta di un sistema leggero ed efficace, che per utilizzare in sicurezza i nuovi motori con 280 cv del benzina e 220 del diesel, che si comandano con un cambio automatico a 8 marce. La nuova Veloce si caratterizza per paraurti sportivi che dietro sono dotati di estrattore, cerchi in lega, finiture lucide, interni in pelle. Il restyling Abarth propone sulla 595 180 cavalli, impianti frenanti Bembo nella versione competition, scarichi e ammortizzatori speciali. La 124 Abarth con 170 cavalli che diventeranno presto 300 cavalli, nella versione America esce con cambio automatico, interni in pelle tabacco e una finitura bronzo molto accattivante. Tra le piccole da città ecco la Panda con il suo look freschissimo e la nuova 500 Riva ispirata al mitico motoscafo dei cantieri di Sarnico. Per il brand Jeep ecco il nuovo Grand Cherokee, ritoccato sul frontale, con alcune versioni veramente idonee per il fuoristrada. In casa Audi, dove lo scandalo dieselgate pesa ancora molto, si cerca di voltar pagina. Il ceo del gruppo Matthias Muller ha deciso di puntare per altri vent’anni sulla combustione interna a benzina o a gasolio. Poi si vedrà. Ma sono printi già 30 modelli elettrici per il prossimo decennio e 17 ibride plug in arriveranno entro due anni. Per esempio la Panamera E-Hybrid sarà specializzata per rispondere a servizidi di ride sharing e in futuro proporrà flotte autonome. La casa si prepara a varare una nuova piattaforma modulare per vetture elettriche, che sarà pronta nel 2020, con guida autonoma. Il ripensamento degli spazi interni impegnerà il gruppo negli anni futuri. Il volante sarà retrattile, quando non serve sparirà e si useranno i cristalli dell’auto per proiettare immagini. La nuova Q5 che sarà sul mercato all’inizio del 2017, offre una nuova concezione di Suv, con importanti innovazioni tecniche. Tutte le sospensioni sono a controllo elettronico, la trazione è integrale con tecnologia Ultra, il design ricorda la Q7 nel frontale ma assume nella coda un taglio simile alla precedente Q5. L’abitacolo segue la nuova tendenza Audi per ergonomia e disposizione dei comandi principali. Oltre al display centrale a scomparsa, ci sono in opzione un virtual cockpit e un head-up display. La nuova piattaforma Mlb-Evo ha permesso di ridurre la massa frontale a 90 kg, lo spazio intero è maggiore e le dimensioni esterne sono superiori. La nuova Audi Q5 è lunga 4,66 metri, mentre la larghezza è rimasta la stessa. Il nuovo design ha permesso un miglioramento dei consumi. Il bagagliaio offre una capacità variabile da 550 a 610 litri, il divano abbattibile permette di triplicare i volumi di spazio a disposizione in caso di necessità.
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Molte versioni di suv sono più compatte, ma conservano qualcosa di sportivo, ricordano lo stile dei coupè. Raggiungono un alto livello di sintesi stilistica e di robustezza, con griglie, spiler e archi passaruota rivisti
Bmw e Mercedes hanno sfruttato il palcoscenico parigino per presentare novità molto importanti non solo in termini di nuovi modelli ma anche di prospettive. Bmw rinnova la serie 3 Gt e la i3 e amplia la gamma X. La nuova X2 è stata esposta in anteprima mondiale: somiglia a un suv compatto, ma conserva lo stile sportivo di un coupè, raggiunge una sintesi stilistica che coniuga dinamismo e robustezza. I fianchi sono caratterizzati da archi passaruota squadrati, protezioni laterali a contrasto e cerchi da 21 pollici. Anche la griglia del radiatore propone un nuovo design, mentre spiccano i gruppi ottici 3d sul retro, il lunotto spiovente sotto lo spiiler e i due scarichi sistemati nella protezione sotto scocca. L’immagine bassa e sportiva è esaltata dal passo lungo, la linea del tetto allungata, gli sbalzi corti e il posteriore rastremato. In attesa del suo arrivo il prossimo anno, ecco Generation EQ, una gamma che punta al futuro elettrico. Questo nuovo progetto full electric riguarda la nuova concept car un po’ suv e un po’ coupè. La prima a debuttare sarà dotata di due motori elettrici per un totale di 300 kw, che grazie alla trazione integrale permanente, permettono una dinamica di marcia piuttosto sostenuta. Generation EQ viaggia per 500 km con una sola ricarca. Gli interni sono futuristici, con soluzioni innovative e un abitacolo tutto ripensato. Per i più sportivi Bwm propone invece la nuova Gt R, una due posti che più che un coupè sembra un’auto da corsa. Infine, Mercedes ha mostrato in anteprima anche la variante scoperta della sua sportiva Gt, contraddistinta dalla lettera C, che sarà esposta con tutti gli onori al prossimo salone di Los Angeles. Per festeggiare i 100 anni di Bmw, insomma, la casa bavarese sta puntando a tutto gas su Aces, parola inglese che significa assi ma anche acronimo delle 4 strade dell’innovazione pianificata per i prossimi anni: autonomia, perchè sarà la guida nel prossimo decennio, senza mani sul volante se si vuole. Connettività, Elettrificazione e Share, vale a dire condivisione. Bmw sta lavorando molto sul car sharing premium con Sixt, attivo in 10 Paesi. L’Italia e in particolare Milano, sarà l’undicesima nazione in cui si potranno condividere vetture Bmw e Mini. In casa Mini intanto si presenta la versione sportiva della Clubman, in versione John Cooper Works. Ci sono poi le novità francesi con la Renault che si è presentata con una gamma giovane e innovativa. Le media dei modelli supera di poco i tre anni, e ad aprire il valzer delle novità c’è la Trezor Concept., un prototipo estremo che fa restare a bocca aperta chiunque. Innanzitutto mostra le nuove tendenze nello stile. E poi introduce il tema della guida autonoma che vedremo su altre vetture Renault non prima del 2020. Non mancano i dettagli curiosi, come l’apertura della porzione superiore, il volante a dimensione variabile a
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In alto e qui sopra, altri modelli molto ammirati al Salone dell’auto di Parigi. Qui di fianco, lo stand Maserati al Salone dell’auto di Los Angeles dello scorso anno, una vetrina molto importante per tutti i costruttori di supercar.
IL SALONE DELL’AUTO DI LOS ANGELES Il Salone di Los Angeles è il terzo appuntamento dell’anno negli States, dopo Detroit e New York. Posizionato strategicamente a fine anno, rappresenta l’occasione da non mancare per lanciare le ultime anteprime, strizzando l’occhio al mercato nordamericano. Tante novità per l’edizione 2015, a partire dalle auto già svelate a Francoforte e pronte per la premiere Oltreoceano. Tra restyling, concept e la sfilza di attesissimi crossover, L.A. Auto Show 2015 non mancherà di catalizzare l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori. Le date del salone prevedono l’apertura alla stampa il 19 e 20 novembre, per poi accogliere i visitatori dal 20 al 29 novembre.
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Qui sopra, LaFerrari, presentata in anteprima in versione aperta. A Fianco le novità 2016 firmate Mercedes e Porsche. seocnda della modalità di guida, il propulsore elettrico da 350 che arriva dritto dritto dalle esperienze della Formula 1. Bella anche la RZ16, nuova monopostoche parateciperà alle competizioni 2016-2017 del campionato mondiale. Ci si aspetta molto dalla Koleos, un suv che punta decisamente sui clienti di fascia premium, grazie al suo stile imponente e la grande abitabilità. Nella configurazione base il bagagliaio ospita 542 litri che diventano 1690 se servono i sedili abbattuti. Le motorizzazioni sono ancora turbodiesel e benzina e il cambio è sia manuale che automatico. Alla trazione ci pensa il sistema intelligente. Tra le versioni disponibili la più ricca è la Initiale Paris, con cerchi da 19 pollici diamantati. Gli interni sono in nappa pieno fiore, anche il volante e la leva del cambio sono rivestiti. Ma non è solo l’attenzione verso il lusso a fare la differenza. Questa vettura è dotata di un equipaggiamento di sicurezza molto completo: con la frenata di emergenza attiva, l’avviso per il superamento della linea di carreggiata, l’allarme per superamento limiti di velocità con riconoscimento della segnaletica, il sensore dell’angolo morto e il sensore di stanchezza. E’ di serie pure il sistema udio Bose con 13 altoparlanti di alte prestazioni e i proiettori
sono full led ‘Pure Vision’. A Parigi Renault ha portato anche il restyling del pick up Alaskan e il restyling della Clio. Peugeot ha debuttato due volte al Salone parigino, con una nuova 3008 e una inedita 5008 che abbandona la linea da movolume e diventa a tutti gli effetti un Suv ma senza le quattro ruote motrici (c’è però l’Adaptiv grip control). La nuova 5008 diventa di fatto, viste le somiglianze, una specie di versione a 7 posti della 3008. E’ un’auto lunga 4,64 metri, con un grande passo, una grande abitabilità interna, il portellone si apre elettronicamente ed ha una capacità di 780 litri. Il design delle due vetture è molto simile sul frontale. Per gli interni si propone una soluzione inedita di i-cockpit, uno schermo di 8 pollici per la strumentazione e da 12 pollici per l’infotainment e la gestione delle funzioni di bordo, con volante di dimensioni minori del solito e pochi comandi sulla plancia. La qualità percepita è migliore e anche l’impianto auto di marca Focal è di miglior qualità. Con il tetto panoramico e il sistema di navigazione 3d, questa vettura offre uno dei migliori sistemi di assistenza alla guida visti a Parigi. Ordinabile dalla prossima primavera, questa vettura verrà proposta sia nelle versione benzina che turbodiesel.
Passando a Citroen, ecco la sua nuova proposta di Concept Experience. Una berlina a 5 porte lunga 4,85 metri e larga 2 metri che dimostra la volontà di realizzare una vettura di alta gamma, erede dell’attuale C5. La silhouette segna una nuova tappa per la casa francese che ha intenzione di lanciare 4 nuovi modelli nei prossimi 18 mesi. L’abitabilità interna è ampia, grazie al passo di 3 metri e l’altezza ridotta. La vettura è equipaggiata con un motore ibrido plug in che prevede un benzina con potenza variabile da 150 a 200 cx. E’ prevista la disponibilità di trazione integrale e trasmissione a 8 marce. Può essere utilizzata in città in modalità elettrica per oltre 60 km, in autostrada si passa invece al motore termico a benzina che offre prestazioni anche sportive grazie ai suoi 300 cv. Passando alle novità giapponesi, vale la pena di parlare di Honda che ha presentato la nuova Civic nella variante due volumi, una compatta a 5 porte basata su una piattaforma inedita. Pi grande di 30 mm e più bassa di 20 mmm, offre uno stile molto più aggressivo. L’auto pesa 16 kg di meno ma offre una guida molto più sicura grazie anche a un centro di gravità più basso. Gli interni sono più razionali e confortevoli.
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Lexus chiama Law
Per il lancio del nuovo Hybrid, un reality show che porta l’attore inglese a compiere curiose ‘mssioni’ per The Box nel centro di Londra
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a casa automobilistica Lexus e l’attore Jude Law sono coinvolti un evento legato alla campagna ‘The Lif RX’: la performance dell’attore trasmessa in streaming, è stata completamente improvvisata nella zona dei principali teatri londinesi. Ripreso al volante del nuovo Lexus RX Hybrid, la leggenda del cinema e del teatro Jude Law è stato il protagonista di un viaggio straordinario per le strade di Soho, un percorso scelto in base al suo istinto e alle indicazioni in tempo reale da parte del regista e del pubblico. All’apertura del sipario del “The Box”, uno dei più rinomati cabaret di Londra, Jude Law è salito sul palco raccontando alla platea come nei seguenti 45 minuti la sua vita sarebbe stata decisa da utenti di tutto il mondo invitati a scegliere il tessuto narrativo della serata. Appena sceso dal palcoscenico le mosse di Jude sono state telecomandate da casa in un susseguirsi di eventi che hanno dato vita a un’avventura inedita. La trama interattiva ha seguito l’attore nella ricerca di un cast da mettere insieme per una performance, unica nel suo genere. Per farlo l’attore ha ricevuto istruzioni ‘on the road’ sulla regia e sulla sceneggiatura da parte degli spettatori, i quali lo hanno sfidato ad affinare le sue capacità artistiche lungo la strada. L’attore è quindi salito sul suo RX Hybrid puntando dritto da Zima, un ristorante in stile ‘speakeasy’, reclutando uno dei membri del cast per la performance serale. Nel locale ha incontrato Alexei Zimin, Chef e presentatore TV russo il quale, prima che Jude riuscisse a congedarsi dal ristorante, ne ha chiesto il prezioso aiuto in cucina. La tappa successiva è diventata quindi il leggendario Ronnie Scott’s Jazz Club, nel quale l’attore ha scelto il compositore per la pièce teatrale. La penultima scena ha visto Jude mettere alla prova le sue capacità artistiche nel tentativo di reclutare Jorge Rodriguez-Gerada,street artist e designer cubano-americano di fama mondiale. La performance ‘on the road’ è proseguita in crescendo quando l’attore ha fatto il suo ritorno al The Box con il cast e la troupe al seguito per preparare l’intenso finale ‘multi-disciplina’, per il quale era in attesa anche la popolare cantautrice Laura Mvula, che ha concluso la performance raggiungendo Jude ed i suoi collaboratori sul palco per cantare il suo ultimo singolo, Overcome. Il tessuto narrativo è stato ispirato alla ‘Life RX’, uno stile di vita unico, emozionante e all’insegna dell’eccellenza riassunto nello spot TV dell’RX 2016 interpretato dallo stesso Jude Law. Questa partnership artistica ha visto inoltre la partecipazione dell’attore ad un’esclusiva performance di teatro immersivo all’inizio del 2016. Il commento di Jude Law a proposito dell’evento: “Non capita spesso l’opportunità di far parte di qualcosa che ti consenta di essere assolutamente spontaneo e sviluppare una storia in base all’improvvisazione. E’ questo che ha caratterizzato la partnership sin dall’inizio: dare vita ad esperienze innovative e consentire alla gente di esserne parte integrante, questa volta, scegliendo una storia che si sviluppa in diretta, permettendo al pubblico di creare qualcosa di straordinario.”Anche Laura Mvula parlando di live streaming, ha detto: “E’ stato fantastico essere coinvolti in un’esperienza unica e salire sul palco al fianco di Jude. Inoltre, la diretta streaming in tutta Europa ha veramente arricchito l’atmosfera in teatro”.Spiros Fotinos, Head of Marketing di Lexus Europe: “All’inizio dell’anno, nell’ottica della campagna Lexus RX abbiamo messo in scena insieme a Jude Law un’esperienza di teatro immersivo senza precedenti. Questo nuovo approccio narrativo ha lasciato i partecipanti a bocca aperta, quindi ci siamo chiesti: cosa possiamo inventarci adesso? Jude condivide in pieno la nostra passione per l’innovazione e il coraggio di stupire, quindi la collaborazione è proseguita in maniera del tutto naturale portandoci a ideare questa nuova, straordinaria esperienza.”Il video della performance di Jude Law è ancora disponibile sul sito Lexus Italia al seguente indirizzo:http://www. lexus.it/#IntroductionLe immagini dell’evento sono disponibili sulla Newsroom Lexus all’indirizzo: www.newsroom.lexus.eu Lo spot televisivo ‘The Life RX’ è disponibile all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=qF9NTslNGpY.
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Agent Provocateur
Niente gioielli col nonno... by Amir Hussein Barouh
Papa Francesco ‘brucia’ (è il caso di dirlo) le tappe: sì alla cremazione, purchè fatta secondo il volere cattolico. Dunque no alle ceneri al vento, al mare, sui monti. E soprattutto no ai diamanti e ai gioielli ‘della memoria’
Sopra, Papa Francesco. Di fianco un ‘diamante della memoria’ ricavabile dalle ceneri di un defunto
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ibaltone in Vaticano. La cremazione non è più osteggiata dalla Chiesa, come dal 1963 ad oggi. M non è permessa la dispersione delle ceneri «nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo» né la loro conversione «in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, come i diamanti pubblicizzati da aziende svizzere e prodotti con i resti del caro estinto. Papa Francesco non apre ai divorziati risposati, ma apre alla pratica post mortem. Una scelta da agent provocateur, secondo alcuni. Ed eccolo dunque guadagnarsi gli onori di questa rubrica. La maggior parte dei fedeli però apprezza la novità resa nota attraverso il documento intitolato “Ad resurgendum cum Christo”, annunciato in Vaticano dal cardinale Gerhard Mueller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede di padre Serge-Thomas Bo-
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nino, dal segretario della Commissione Teologica Internazionale, di monsignor Angel Rodríguez Luno, Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede. Prima regola, niente ceneri all’aria. “Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista”, si legge nell’istruzione dell’ex Santo Ufizio, “ non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione. Nel caso che il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede cristiana si devono negare le esequie. Seconda regola, niente urne a casa. Se viene scelta la cremazione
“per motivazioni legittime, le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, nei cimiteri”. La conservazione delle ceneri in un luogo sacro può contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana. In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di dimenticanze e mancanze di rispetto, specia una volta passata la prima generazione. Nonché pratiche sconvenienti o peggio ancora superstiziose. Resta il fatto che, “seguendo l’antichissima tradizione cristiana, la Chiesa raccomanda insistentemente che i corpi dei defunti vengano seppelliti nel cimitero o in altro luogo sacro”, si legge nell’Istruzione. “Nel ricordo della morte, sepoltura e risurrezione del Signore, mistero alla luce del quale si manifesta il senso cristiano della morte, l’inumazione è innanzitutto la forma più idonea per esprimere la fede e la speranza nella risurrezione corporale”,
perché “seppellendo i corpi dei fedeli defunti, la Chiesa conferma la fede nella risurrezione della carne, e intende mettere in rilievo l’alta dignità del corpo umano come parte integrante della persona della quale il corpo condivide la storia”. Quindi “non può permettere atteggiamenti e riti che coinvolgono concezioni errate della morte, ritenuta sia come l’annullamento della persona o la fusione con la Madre natura o con l’universo, sia come una tappa nel processo della reincarnazione, sia come la liberazione definitiva della prigione del corpo”. Dal IV al XIX secolo l’incenerizione dei cadaveri era prevista nei paesi cristiani nei casi di epidemia o guerre, senza che si ponessero particolari problemi teologici. Verso la fine del XIX secolo, anticattolica favorita dalla massoneria, fu invece pesantemente censurata dalla Chiesa.