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ERITAGE
N. 1 OTTOBRE 2016
& TRADITIONS
Supplemento trimestrale di Commodity World Weekly Magazine - Anno I n.1 Registr.Tribunale di Pavia n.673 del 17/5/2007
Eventi Rivista trimestrale web a distribuzione gratuita prodotta e diretta da Katia Ferri Melzi d’Eril www.katiaferri.com
I galà d’autunno
Food
Profumo di tartufo
Viaggio in Italia Lago di Como
Tradizioni di Ottobre Andiamoci in carrozza
Luxury
Accessori fatti a mano
Viaggio in Europa
Eggenberg, il gioiello della Stiria
Guecello DI PORCIA E BRUGNERA
WWW.KATIAFERRI.COM
Editoriale
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eritage & Traditions è nata il 7 ottobre con l’applauso di un pubblico nutrito e illustre nella Sala Promoteca del Campidoglio, nel corso del V Convegno di studi di diritto nobiliare “La Nobiltà Cittadina e di Funzione”, il prestigioso evento ideato prof. Emilio Petrini Mansi della Fontanazza, coordinatore del master di Araldica all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Quando due anni fa gli raccontai di una mia idea di un prodotto editoriale nuovo, che non parlasse solo di nobiltà o alla nobiltà, mi disse semplicemente: vai. Con quel suo sorriso allegro e positivo che tanti apprezziamo, dietro una tenacia inossidabile, tant’è che ogni suo evento è sempre un successo di presenze. In questi anni l’idea è diventata un progetto di magazine web (trimestrale per ora) a distribuzione gratuita, perchè così tutti possono vederlo comodamente, sfogliarlo, condividerlo e commentarlo. E, speriamo, apprezzarne alcuni aspetti: il fatto che non bisogna cercarlo e acquistarlo in edicola. Che chi lo crea con me - un gruppo di amici che amano la scrittura e la fotografia - collaborano senza alcun compenso. Che i numeri arretrati di Heritage & Traditions si possono ritrovare con un clic. E che se proprio si vuole si potranno richiedere copie stampate (queste sì a pagamento). Heritage & Tratidions racconta di personaggi, di eredità valoriali delle grandi famiglie del passato e del presente, di luoghi magnifici carichi di storia che si possono visitare, abitare per un’ora o qualche giorno. Di luoghi che si possono godere e immaginare grazie al lavoro di diffusione e rievocazione della cultura di un tempo e delle tradizioni a cura di tante comunità, tanti volontari di associazioni private ma anche pubbliche, che operano in Italia e in Europa, insieme a municipalità, fondazioni e onlus. Noi ci poniamo a valle di tanti che da poco o tanto tempo svolgono un lavoro eccellente per fare in modo che l’Italia sia percepita come una terra meravigliosa, tutta da visitare, che offre un’ accoglienza unica. Finchè potremo, faremo la nostra parte per divulgarlo e raccontarlo a quanti più si può. Il mio sogno di oggi è poter crescere, trasformare un magazine trimestrale in italiano in un magazine almeno bilingue. E’ un sogno che si può realizzare solo trovando contributors competenti o contributi, anche piccoli, per poter affidare questo lavoro ai dipartimenti di lingue delle nostre università, che hanno tanto bisogno di trovare risorse e che sono centri di profitto perfetti per garantirsi anche una deducibilità fiscale. E’ un sogno, un’idea. Devo parlarne a Emilio. Perchè dopo il suo ‘vai’, anche questo, sicuramente, diventerà un progetto e una realtà. 3
SOMMARIO 3/ EDITORIALE di Katia Ferri Melzi d’Eril
OTTOBRE-DICEMBRE 2016
4/ SOMMARIO Ottobre/ dicembre 2016
24-25/ ARTE: GRANDI MOSTRE D’AUTUNNO di Ada Eva Verbena
5-9/ EVENTI DA NON PERDERE di Sonia Avanzi
26-27/ FOOD: PASSIONE TARTUFO di Sonia Avanzi
10-13/HERITAGE: IL PRINCIPE GUECELLO DI PORCIA E BRUGNERA di Katia Ferri Melzi d’Eril
28/ 29ARALDICA di Emilio Petrini Mansi della Fontanazza 30-35/GRAND TOUR ITALIA: LAGO DI COMO di Katia Ferri Melzi d’Eril
15/ PEOPLE & PARTY di Sonia Avanzi
36/ OPERA di Timur De Angeli
16/LEGGERE Libri, annuari e riviste
37/ IN VIAGGIO CON...ASSOCASTELLI di Alessandro Zanotto
17/IN VIAGGIO CON ..LE DIMORE STORICHE ITALIANE di Alessandro Zanotto
38-39/ LUXURY X 2 di Sonia Avanzi
18-23/TRADITIONS: IN CARROZZA! di Alessandro Zanotto 4
42-46/ GRAND TOUR EUROPA: EGGENBERG di Katia Ferri Melzi d’Eril
Eventi da non perdere
A destra: S.A. il Principe Alberto II di Monaco, presidente dell’Associazione Amitiè Sans Frontiéres Internationale, che quest’anno organizza il Gala in Italia a Firenze, presso l’Educandato SS. Annunziata. A destra vista notturna della Piazza della Vittoria di Pavia, dove era sita la Locanda del Saracino che ospitò Leonardo da Vinci.
Eventi da non perdere by Sonia Avanzi
15-16 ottobre
15 ottobre
FIRENZE Gala dell’ Associazione Amitiè Sans Frontieres Internationale (Presidente S.A. il Principe sovrano Alberto di Monaco II) organizzato dal club di Firenze. h. 19 visita e aperitivo, h. 20.15 dinner. Educandato SS. Annunziata, Piazza del Poggio Imperiale 1, Firenze. Il ricavato della serata, in partenariato con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, sarà impiegato nei progetti “Soccorso ai bambini siriani abbandonati nel campi profughi in Giordania” e all’associazione “Voa voa onlus, amici di Sofia”. Contributo: 100 euro, cravatta nera, abito da sera. Pagamento tassativamente tramite bonifico bancario entro il 10 ottobre sul conto Amitiè Sans Frontieres Banca Prossima, iban I30F0335901600100000142188. Info eugeniovirgillito@commercialisti.fi.it.
PAVIA Prosegue il tour di “Viaggio con Leonardo”, l’ultimo romanzo di Katia Ferri (ed. Univers editrice Pavia, 25 euro) presentato a Vaprio d’Adda, Cortina, Ferrara, Bologna, Forte dei Marmi, Santa Margherita Ligure, con una due giorni di eventi in provincia Il 15 ottobre alle ore 17 al Castello di Belgioioso, durante il salone della moda d’epoca Next Vintage, un laboratorio sulla moda rinascimentale. Il 16 ottobre al Cafè Restaurant Vita di Via Mazzini a Pavia si terrà alle ore 15.00 la Caccia al Tesoro di Leonardo (contributo 10 euro, con merenda) seguita dalla presentazione del romanzo alle ore 18, con relatori don Michele Mosa (Leonardo alla corte pontificia di Leone X) e la prof. Ada Eva Verbena (la rivoluzione pittorica di Leonardo). Per info e prenotazioni chiamare il n. 3296133084. 6
LORD MAYORS SHOW, 12 NOVEMBRE 2016 - LONDRA L’evento annuale gratuito inizia con una sfilata per le vie della capitale mentre il Lord Mayor di Londra appena eletto percorre le strade della città per giurare fedeltà alla Corona. Si conclude con un favoloso spettacolo pirotecnico alle 17:00.
22-24 ottobre
5 novembre
ROMA COOKING FOR ART FINALISSIMA 2016 Presso le Officine 22-23-24 ottobre, in Via dei Monti della Farnesina 77, si terrà la finalissima di Cooking for Art, rassegna di cuochi, vini e prodotti. Come ogni anno la maratona nazionale organizzata da Witaly e Luigi Cremona è arrivata alla sua tappa conclusiva. Un anno fatto di gare e selezioni che hanno visto impegnati tanti giovani talenti nelle gare parallele di cucina e di pizza. A contendersi il premio per la gara Chef saranno: per il Nord-Ovest: Marcello Tiboni - Locanda Walser Shtuba; per il Nord-Est: Francesco Brutto - Undicesimo Vineria; per il Centro, grazie all’ex-aequo: Ciro Scamardella - Metamorfosi e Giuseppe Lo Iudice - Retrobottega; Per il Sud: Isabella Benedetta Potì - Bros.A contendersi il premio per la gara Pizza Chef saranno: per il Nord-Est: Indrit Haraciu - O’Fiore Mio; per il Nord-Ovest: Matteo Moretti- Ristorante Pizzeria Lo Scalo; per il Centro, grazie all’ex-equo, Pier Daniele Seu - Gazometro 38 e Pierluigi Madeo - Pizza Man; Per il Sud, Ex-equo anche qui, Angelo Rumolo - Grotto Pizzeria Castello e Francesco Vitiello - Casa Vitiello.
ROMA X SERATA DI GALA DELLA CONSULTA A Palazzo Ferrajoli, una splendida festa anticipata in onore dei Savoia preceduta dal concerto “ Perle musicali alla Corte del Regno d’Italia” . Al pianoforte il Maestro Leonardo Previero ed il Soprano Sig.ra Patrizia Cigna, che ci condurranno a ritroso nel tempo, quando alla gloriosa corte sabauda nomi come Puccini e D’Annunzio, Tosti e Toselli ammaliavano con le loro produzioni artistiche. Partecipa al concerto anche il tenore Claudio Sassetti. A seguire dinner placè e danze fino all’alba. Cravatta bianca, cravatta nera, abito scuro per lui e abito da sera per lei. Contributo Il contributo per la Serata di Gala di Sabato 5 Novembre (aperitivo, concerto, pranzo e ballo) è di € 100,00 a persona, colazione di domenica 6 novembre 50,00. euro. Due eventi 130 euro. Si formano tavoli solo per le prenotazioni arrivate entro il 23 Ottobre. Bonifico bancario intestato a Consulta dei Senatori del Regno IBAN: IT58 J033 5901 6001 0000 0140 614. A seguire email a della ricevuta a consultadeisenatoridelregno@gmail.com indicando il nome e cognome dei singoli partecipanti. 6
Eventi da non perdere
GALA VIVALDI ,4 Novembre 2016 A Venezia, un dinner con musiche eseguite dall’Orchestra Vivaldi di Venezia, nella splendida cornice di Palazzo Marin.
5 novembre
7 novembre
LONDRA 16° ETOA GALA DINNER Una splendida serata al London Hilton on Park Lane organizzta da Etoa, European Tourism Association. Il Dinner di Gala è un party molto interessante per chi ama conoscere gente nuova in un contesto elegante. I membri di Etoa possono invitare ospiti nella prestigiosa location londinese. La serata prevede intrattenimento musiclae dal vivo, con straordinarie performance tratte da grandi musical di successo come Moulin Rouge, Jersey Boys e Mamma Mia. Ci sarà una band live direttamente dall’ Hard Rock Cafe per allietare il dinner. Per prenotazioni contattare Roisin Donnelly Email: rdonnelly@etoa.org Website: http://www.etoa.org/gem Phone: +44(0) 7290 1208
ROMA ACQUISITION GALA DINNER 2016 L’’Acquisition Gala Dinner è un grande evento annuale con il quale il Museo MAXXI di Roma crea un’ulteriore opportunità di raccolta fondi per incrementare la collezione del Museo attraverso il coinvolgimento straordinario di sostenitori e mecenati. Quest’anno, il MAXXI ha deciso di devolvere il 10% del ricavo dell’evento al restauro del patrimonio culturale delle zone colpite dal terremoto nel Centro Italia.Ad aprire la serata l’anteprima della mostra The Japanese House e la visita esclusiva del capolavoro di Mark Rothko, No.2 (yellow center) 1954, della Collezione del Tehran Museum of Contemporary Art. A seguire un menu speciale pensato e realizzato dallo Chef Moreno Cedroni e la proclamazione dell’artista vincitore del PREMIO MAXXI 2016.Il grande chef Carlo Cracco e la celebre cantante Elisa si sono mobilitati a sostegno del MAXXI per rendere ancora più magico e imperdibile lo scorso Acquisition Gala Dinner, tenutosi il 9 novembre. Per info e acquisto biglietti per il dinner MAXXI Via Guido Reni 4/A Roma Telefono 06 3201954 infopoint@fondazionemaxxi.it
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In alto a sinistra: vista aerea dell’area del Vizcaya Museum & Gardens a Miami, dove si svolgerà il gran ballo del 19 novembre prossimo.
18 novembre
19 novembre
ROMA RED NIGHT (& WEEK END) SOVRANO ORDINE DI MALTA, DELEGAZIONE DI ROMA Venerdì 18 dalle ore 19, Welcome Eve: Food drinks a Palazzo Braschi, Piazza Navona 2 (dress code: casual chic). Sabato alle 11, visita e brunch nel Chiostro del Bramante, Via Arco della Pace 5 (dress code: casual). Dalle ore 20.00, a Palazzo Ferrajoli, Piazza Colonna 355, The Red Night Dinner ore 20.00 DJ Set ore 22.30. Dress code: cravatta nera, dettaglio rosso. Domenica 20 ore 8.00 Chiusura del Giubileo della Misericordia Piazza San Pietro - biglietto d’ingresso su prenotazione.Welcome Eve €30,00 - Brunch €40,00; The Red Night adulti €120,00 giovani fino a 30 anni €80,00 pacchetto adulti €170,00 giovani €130,00 Extra: tavolo riservato per 12 €480,00. L’iscrizione dovrà essere effettuata entro il 20 ottobre 2016 esclusivamente attraverso il sito www.therednight.org e sarà registrata solo dopo l’accredito del bonifico bancario. Offerte devolute alle opere assistenziali della Delegazione e per il VI Campo Estivo Italia per giovani disabili. info@therednight.org +390665596355 +39 335 5994185.
MIAMI VIZCAYA GALA AL VIZCAYA MUSEUM & GARDENS Il museo storico di Miami, il Vizcaya Museum & Gardens organizza per il suo centenario uno splendido party. Il museo ha sede in quella che era la casa invernale dell’imprenditore agricolo James Deering. La sua costruzione, nel 1916, ha impiegato oltre mille lavoratori, al tempo era il 10% della popolazione di Miami. L’inaugurazione avvenne con un party a tema tutto italiano. Il party del centenario si preannuncia dunque ricco di spettacoli, dal cocktail fino al gran finale con fuochi artificiali. Il dinner placè in giardino con vista sulla baia, gli studenti della scuola di musica dell’Università suoneranno famosissimi pezzi del XX secolo e dedicheranno uno special a Henri Mancini. Saturday, November 19, 2016 at 7 p.m. Vizcaya Museum and Gardens 3251 S. Miami Avenue, Miami 305-860-8404 (Cammy Richards) Cammy.Richards@Vizcya.org VizcayaGala.org
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Eventi da non perdere
26 novembre
5 dicembre
BRUSSELS LE GRAND BAL D’ITALIE, CHARITY GALA CON IL PATROCINIO DELL’AMBASCIATA D’ITALIA IN BELGIO. Una magnifica serata in Rue de la Loi 1000, con la partecipazione di tutta la jet society internazionale. Aperitivo alle 19, concerto di piano di Innocenzo Genna. Il Gala dinner inizia alle 20 e alle 22 si aprono le danze con walzer, standard e danze latine eseguite dall’Orchestra Italiana di Bruxelles. Segue una tombola beneifca. Alle 23. 50 si balla ancora con musiche standard e latine. A mezzanotte e 35 ci sarà il brindisi. A seguire, international disco music e ‘divertentismo italiano. Il party si chiuderà alle 3. Quote di partecipazione: 78 euro a persona incluso welcome cocktail, gala dinner e ballo. Per il solo ballo 30 euro. Per assicurarsi i biglietti è necessario completare la prenotazione con bonifico bancario entro l’11 novembre 2016, specificando il numero dei biglietti e i nomi e cognomi dei prenotati .Il bonifico deve essere fatto a: Com.It.Es. di Bruxelles, Brabante e Fiandre - IBAN: BE56643051401488 BIC: BMPB BE BB.
MILANO TRANSATLANTIC AWARDS GALA DINNER American Chamber of Commerce in Italy organizza quest’anno agli Est end Studios di Milano l’undicesima edizione del TransatlanticAward Gala Dinner. Come da tradizione, verranno consegnati i Transatlantic Awards a importanti personalità americane e italiane dell’imprenditoria e del management che si sono distinti nel favorire lo sviluppo delle relazioni transatlantiche tra Italia e Stati Uniti nel corso dell’anno. L’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America John R. Phillips e l’Ambsciatore d’Italia negli Stati Uniti d’America Armando Varricchio, entrambi Presidenti Onorari di AmCham Italy, saranno presenti all’evento. Come per le edizioni passate, il Transatlantic Award Gala Dinner rappresenta un’occasione per condividere una serata unica in compagnia dei propri ospiti, colleghi, clienti attuali e potenziali circondati da un’atmosfera piacevole e raffinata, grazie alle specialità create da Davide Oldani. Quota di partecipazione: 180 euro + iva. Info e prenotazioni: eventi@amcham.it; tel. 02/8690661.
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Heritage & Traditions - Cover story
VINO E TALENTO NEL WEST FRIULI by Katia Ferri Melzi d’Eril
Uno scorcio del Castello di Porcia, visto dal fiume. Le cantine storiche ospitano eventi e wine tasting di prestigio
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ntrare nelle Cantine storiche del Castello di Por cia nel cuore della notte è impossibile. A meno che non sia il Principe in persona, Guecello di Porcia e Brugnera, a ricevervi. Studi alla Bocconi, esperienze all’estero e fin da giovanissimo anche nelle aziende agricole di famiglia - che oggi guida con successo - ci aspetta per festeggiare con un brindisi la nostra prima cover story. Degustiamo insieme il suo premiatissimo Chardonnay 2015, etichetta Principe di Porcia, nelle stesse stanze percorse da Carlo V nella sua seconda discesa in Italia con gli amici Alessio Trentin e il conte Alessandro Zanotto, appassionato di storia locale, che ci ricorda come Carlo V nella sua
seconda discesa in Italia, avesse circondato il Castello con un enorme esercito di fucilieri, cannonieri e lanzichenecchi. Erano tutti armati adeguatamente per un assedio e l’Imperatore era circondato giorno e notte da una guardia scelta. Ma l’assedio non ci fu perchè l’ospitalità dei Porcia fu magnifica e memorabile. Dunque oggi possiamo ammirare il Castello in tutta la sua imponenza, visitare lo show room nelle antiche cantine e degustare gli spumanti, premiati a livello globale per l’eccellenza e la ecosostenibilità. Oppure spostarci di qualche chilometro e raggiungere Azzano Decimo, dove si trova la struttura produttiva ma anche un altro spazio dedicato alle degustazioni e agli educational, 10
inaugurato lo scorso mese di aprile Le stanze del Castello di Porcia profumano di vino e di questi illustri scorci di storia. Non faremo troppo tardi. Guecello di Porcia e Brugnera, classe 1971, tiene al riposo per partecipare al meglio alla Barcolana, la grandissima kermesse velica che si svolge ogni anno a Trieste, dove ha già fatto portare la sua barca. <<I miei avi hanno accolto qui Enrico III d’Asburgo e l’imperatore Carlo V con grande emozione. Posso parlare per loro, anche per un evento che è successo ben 5 secoli fa. Aver avuto ospite un imperatore del genere era un onore enorme, soprattutto qui in Friuli, una zona di passaggio e di conquista di tanti eserciti: il ricordo di questa visita ha funzionato come una sorta di garanzia>> sorride. <<Ma ora voglio mostrarvi le nostre cantine: hanno quasi 6 secoli, il castello ha quasi 1000 anni, qui si fa vino con tanta passione e con tanto amore, immaginate in queste sale rinascimentali oggi adibite a show room, quanti brindisi sono stati fatti>>. Siamo alla fine della vendemmia, quest’anno di particolare soddisfazione per tutti i produttori in questa zona d’Italia. Gli squisiti vini del Friuli si accompagnano con una cucina regionale molto apprezzata, dai sapori molto forti, dunque i vini delicati di Porcia si sposano bene con tutto. ore Le origini nobiliari del casato di Porcia e Brugnera risalgono al Medio Evo. Oggi è rappresentato dal Principe Guecello, dal Co. Paolo con i figli Manfredo e Giulia e dalle loro rispettive famiglie: un documento del 1181 ne attesta l’investitura comitale e il possesso di quei feudi del Friuli occidentale che avevano il loro centro nell’imponente Castello di Porcía, protagonista, nel corso dei secoli di molti grandi eventi politici e culturali.
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<<Essere agricoltori oggi è un impegno notevole perché il mercato chiede prodotti sempre più stabili nella qualità, tutti gli anni, da che mi ricordo, non si perdona mai niente. Sotto queste antiche volte aperte per visite e degustazioni abbiamo voluto offrire un ambiente che trasmettesse una testimonianza del nostro passato, Qui siamo nella sede agricola storica. In realtà molto del lavoro si fa da un’altra parte: ci siamo attrezzati con macchinari moderni, l’azienda ha una sede a Azzano Decimo, molto all’avanguardia nelle lavorazioni e nella ricerca. Le qualità che si coltivano di più sono chardonnay,sauvignon, pinot grigio, friulano , cabernet franc e refosco>>. Guardando le volte, le enormi botti di legno quasi nero, non si può fare a meno di chiedersi quante persone avranno ragionato in queste stanze prima di Guecello su cosa imbottigliare. O su cosa fare per difendersi... <<Entrambe le cose. Abbiamo oltre 830 vendemmie alle nostre spalle. E mille anni di consigli di difesa. Il Castello di Porcia fa parte di un gruppo di antichi manieri della pianura friulana, sorti alle pendici delle alpi Giulie. Questo, come altri castelli nell’area fino a Trieste, sono nati per difesa da armati in arrivo dal nord. Uno si immagina sempre dei castelli che dall’alto dominano un territorio: noi invece siamo un castello che si difendeva dalle in-
Heritage & Traditions - Il Principe di Porcia
vasioni che arrivavano dai monti. Le origini sono documentate nel 1100: c’è un mastio principale circondato da ali che presentano architetture diverse. <<La mia famiglia è stata molto numerosa, con diversi rami: ognuno dei rami costruiva una parte del castello che si è sviluppato con diversi stili. A vederlo può sembrare un insieme disomogeneo. Ma questi stili diversi sono nati per esigenze diverse nel tempo. Più che le successioni, sono stati i terremoti e invasioni a causare la necessità di ricostruire. Il castello ha sempre resistito anche per un altro motivo: si trova lungo un corso d’acqua che poteva difenderci e rifornirci, c’era anche un ponte levatoio>> Perciò non è mai stato espugnato, neanche durante le grandi invasioni di spagnoli o di Turchi. <<Una parte purtroppo ha preso fuoco nel Cinquecento, proprio nelle stanze in cui è stato ospitato Carlo V, sono rimasti i primi due piani, in passato era molto più alto. Ma di recento ho avuto una bella sorpresa. Spostanto una botte enorme, per cercare la traccia di una porta, ho trovato dei bellissimi affreschi. Carlo V ha lasciato anche un memoriale della visita in Friuli. All’epoca era un grande onore avere ospite l’imperatore, che ha apprezzato la cucina e l’ospitalità della famiglia>>. A proposito di questo, bisogna ricordare la bella rievocazione storica organizzata dalla città, che organizza durante l’anno vari eventi con feste e cerimonie in costume.
<<Io vivo ancor oggi nel mastio, nato come presidio di difesa, trasformato poi in residenza rinascimentale e decorato poi anche in stile veneziano. Nel complesso creatosi nel tempo, è stato costruito anche il palazzo del Vescovo. >> Nel Castello di Porcia quindi, oggi sono scomparse alcune caratteristiche archiettoniche come le mura, però è rimasta una testimonianza concreta dell’architettura generale. E’ inglobato nel paese di Porcia, qui vicino c’è un piccolo Duomo, sempre difeso dai Principi. Molti si domandano come avviene che un giovane educato all’estero possa scegliere di spendere le sue energie nell’imprenditoria agricola. Essere parte della casata in realtà ti porta nel dna anche la passione per l’agricoltura e per le persone che lavorano nell’agricoltura, e per quello che è una tradizione che si rinnova continuamente. Io ho avuto la fortuna di avere tanti componenti della mia famiglia che non sono stati a guardare il mondo che passava, ma sono stati parte attiva di questo mondo in movimento. Io sono cresciuto con questa idea e i miei genitori mi hanno anche spinto negli studi e nelle esperienze all’estero. Io sono stato contento di andare e di tornare, sapendo che questo sarebbe stato il lavoro per me più gradito. >>In questi ultimi anni Guecello di Porcia ha dedicato molte risorse agli investimenti nelle agroenergie,una scelta di diversificazione che ci sta dando molte soddisfazioni. << Non solo produciamo vino, mantenuto
La a<lLa famiglia dei Principi di Porcìa e Brugnera vive qui da 8 secoli. Ha saputo mantenere alto il proprio prestigio e preservare la memoria storica e le tradizioni locali, fondando e potenziando nel tempo una grande azienda agricola, vanto non solo della famiglia stessa ma dell’intera comunità, e parte inte-Le linee di prodotto sono tre: Principe di Porcia, Ca’ Bembo e Fattorie grante della storia friulana.di Azzano. Si acquistano on line Le Riserve del Castello (vini maturati liquamin barriques e affinati in bottiglia) e gli Spumanti “Principe di Porcìa”.
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Heritage & Traditions - IL Principe di Porcia
come attività prevalente, alleviamo bovini da latte e abbiamo creato 2 impianti per la produzione di energia elettrica da biogas. Abbiamo una centrale idroelettrica al vecchio mulino, impianti fotovoltaici e altre colture specializzate, come le noci>>. Che consigli dare allora a un giovane che volesse cercare lavoro nel settore agricolo?<<In questi ultimi anni ho avuto modo di vedere un rinnovato interesse dei giovani nei confronti dell’agricoltura, ma anche, in maniera più ampia, da parte di tutte le persone che vivono il nostro Paese >> sottolinea Guecello. <<Ci si rende conto che l’agricoltura è un settore primario non solo parlando di classi di produzione. Ma per le potenzialità lavorative che offre oggi e che offrirà in futuro. Per i giovani è un’opportunità venire a lavorare nel settore agricolo. Che da tempo ha perso quel suo carattere arcaico: oggi è richiesta sempre più specializzazione. L’imprenditore agricolo non può è non potrà fare a meno di sviluppare certe competenze, le macchine non sostituiscono proprio tutto. La potatura è un lavoro che, necessariamente, deve essere ancora fatto a mano. Anche nel settore agroenergie servono varie specializzazioni: bisogna saper usare perfettamente il computer, si impiegano telefoni cellulari, droni, dunque c’è ampio spazio per chi ricerca una occupazione qualificata>>. ectetuer aL’azienda agricola Principi di Porcìa ha ricevuto di recente il Premio Noè. E’ stata premiata dall’European Award come National Champion per il suo business etico e di successo. Il premio concorso European Business Awards 2015/2016 è il programma europeo più ampio e rilevante ideato per riconoscere e premiare l’eccellenza, le migliori pratiche e l’innovazione delle imprese dell’Unione europea. liquam 15
Nel cuore di Porcìa svettano le mura dell’ imponente ed eclettico Castello, composto da un mastio centrale costruito sui resti di un castrum romano e mozzato in seguito ad un terremoto nel XIX secolo; da un’ ala rinascimentale e da un edificio di gusto veneziano. L’ orientamento del Castello riflette la sua originaria funzione militare difensiva: guarda alle montagne da cui arrivavano, temibili, le orde barbariche e “protegge” uno splendido Duomo di stile neo-gotico alle sue spalle. Dal XII secolo il Castello è divenuto dimora permanente della nobile famiglia dei di Porcía e Brugnera, che governò queste terre per ben otto secoli, dando ospitalità a vari re e imperatori A questo proposito il cronista Roberto di Spilimbergo scrive una nota, circa il passaggio dell’Imperatore Carlo V in Friuli nel 1532: “Montava un caval turco bianco non grando, cum strapazzo, cum fornimento stretto di veluto senza oro né argento, el qual cavallo era del Conte Antonio di Porcía: vense senza niuna pompa né de soni, né de canti,. Manzava solo e manzava cum prestezza, toccava in le vivande e metteva in bocca, se non li parea bene presto fea de man (….) mangiava molto: non se fea trinzar in tavola altro che il pan (….) senza il piron manzava. Era de età di anni 32”.
Heritage & Traditions - Libri & Co
Il soldato e il nobile cavaliere by Dorina Cova ANNUARI & CO LIBRO D’ORO DELLA NOBILTA’ ITALIANA - nuova serie corrente L’ultima edizione del Libro d’Oro della Nobiltà Italiana (XXV edizione 2015-2019), è stata pubblicata nel 2016, due tomi [volume XXX (A-L) e volume XXXI (M-Z) della serie]. Sono presenti circa 2500 famiglie. Per ordinazioni: www.collegioaraldicoromano.it/libro-d-oro. LIBRO D’ORO DELLE FAMIGLIE NOBILI E NOTABILI (III° EDIZIONE) Stampato dalla Commissione Araldica dell’Accademia di San Bernardo presieduta da Enzo Modulo Morosini, è un’ opera divulgativa composta da oltre 1000 pagine, che approfondisce in particolare i temi della simbologia araldica degli stemmi. CALENDARIO PONTIFICIO Ettore Gallelli Editore pubblica il “Calendario Pontificio”, una pubblicazione autorizzata dalla Segreteria di Stato Vaticana, riconosciuta dal Ministero per i Beni e Attività Culturali, attraverso registrazione presso l’ufficio pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto d’autore (art. 103 L. 633/1941). E’ un pratico, repertorio, pontificio, statistico, diplomatico, dalla periodicità annuale, creato per celebrare il Giubileo straordinario 2016. RIVISTA ARALDICA, n.115, prossima uscita dicembre 2016. La Rivista Araldica è da oltre 100 anni il forum culturale per eccellenza di storia araldica, genealogia, e diritto nobiliare. SAGGISTICA E NARRATIVA “PICCOLO GRANDE RE” - Guglielmo Bonanno di San Lorenzo, Ed. Edita Taranto Prosegue il ciclo di presentazioni di questo saggio pubblicato da Edita Taranto. Traccia l’aspetto genealogico, caratteriale ed istituzionale del Sovrano, che regnò dal 1900 al 1946. Un affresco del Regno del Sud, dalle leggi razziali all’avvento del fascismo. Prezzo: 15,20 euro “ RICORDO QUASI TUTTO” - Fulco Ruffo di Calabria, Mondadori «Una grande famiglia è una famiglia disseminata, divisa, complicata, persa, ritrovata. L’albero genealogico segna rami che a volte non si sono mai toccati, e a volte si sono uniti indissolubilmente.» Fulco Ruffo di Calabria appartiene a una delle famiglie più antiche e blasonate d’Europa, che vanta fra i suoi membri re e regine, principi e principesse, Con orgoglio ma anche con spontaneità si racconta per la prima volta in una sorta di diario «geografico». 16
In viaggio con ADSI, Dimore Storiche Italiane
Grand Tour in Puglia P
A destra: Gaddo della Gherardesca, presidente di Adsi. A fianco, il rosone del Duomo di Lecce.
ernottare in una villa del Palladio, trascorrere un weekend in un’antica cascina della campagna toscana, sposarsi in una villa storica del lago di Como, soggiornare nei luoghi del Gattopardo, ricevere ospitalità all’interno delle più belle dimore storiche dell’aristocrazia italiana è possibile per chiunque. Basta andare sul sito www.dimore storicheitaliane.it, per scoprire gli itinerari consigliati e anche dei bellissimi viaggi organizzati ai quali ci si può aggregare da soli o con un proprio gruppo di amici, avendo la certezza di essere ospitati nelle dimore storiche aderenti all’Associazione Dimore Storiche Italiane, presieduta da Gaddo della Gherardesca, che organizzera la sua giornata nazionale il 27 maggio prossimo. Per il mese di ottobre, è proposto un Viaggio in Puglia con base nel centro storico di Lecce. I viaggiatori saranno ricevuti da vari soci dell’Associazione che apriranno le loro case facendo scoprire le meraviglie Venerdi 28 ottobre Dopo l’arrivo a Brindisi a fine mattinata accoglienza in una masseria settecentesca. Al pranzo seguirà una visita della citta di Ostuni e nel pomeriggio i Principi Dentice di Frasso riceveranno i partecipanti nel loro castello di San Vito dei Normanni. A fine pomeriggio sistemazione presso l’Hotel Patria nel centro storico di Lecce situato di fronte alla Basilica di Santa Croce, capolavoro del barocco. Per la serata accoglienza in una dimora storica leccese ricevuti dai proprietari. Sabato 29 ottobre Visita di Lecce con i suoi celebri palazzi barocchi e le visite dei principali monumenti saranno alternati con delle visite di giardini storici privati. La colazione sarà in un ristorante leccese, noto per le specialità salentine. Nel pomeriggio si potrà visitare un celebre ipogeo messapico, non aperto al pubblico, che si trova nel giardino di un palazzo privato. La sera cena sarà a Palazzo Balsamo, ricevuti dai proprietari. Domenica 30 ottobre Visita della Cattedrale di Otranto. Aperitivo sulle terrazze sul mare della più celebre casa di gusto eclettico del Salento. Si prosegue verso il Castello di Depressa, residenza dei Baroni Winspeare, per una degustazione dei vini Castel di Salve e un pranzo seguito dalla visita del Castello. Nel pomeriggio visita a Melpignano e Sternatia con apertura del bellissimo frantoio ipogeo e visita delle sale affrescate del palazzo Granafei, ricevuti dai proprietari. Rientro a Lecce e a seguire cena a Palazzo dei Conti di Lecce, ricevuti dai proprietari, il cui giardino affaccia sul teatro romano di Lecce. Lunedi 31 ottobre Giro nell’Alto Salento con la visita di un palazzo storico a Francavilla Fontana. Pranzo alla Masseria Tagliente, esempio intatto di masseria delle Murge. Pranzo nella casa padronale ricevuti dai proprietari. 17
Heritage & Traditions - TRADIZIONI: la carrozza
ANDIAMOCI IN CARROZZA di Alessandro Zanotto
Uno calesse in legno e paglia di proprietà dell’agriturismo La Regina del Bosco a Rivignano che lo utilizza per trasportare i suoi ospiti che, per un week end, vogliono lasciare ferma l’auto e girare il territorio coi mezzi dell’Ottocento
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e vi capita di incontrare qualche rallentamento sulle strade statali durante il week end, portate pazienza. Ottobre, dopo settembre è il mese in cui si vedono in giro più carrozze. Perchè è un periodo ricco di fete e ‘gare di attacchi di tradizione’, così si chiama la discipina che unisce il cavallo alla carrozza, associata alla Federazione Italiana Sport Equestri. L’Italia è piena di carrozze ferme nei musei e nei palazzi privati, dunque è straordinario sapere che ci sono tanti appassionati che non solo le raccolgono, ma le restaurano e soprattutto le utilizzano per eventi e manifestazioni sportive ma anche ludiche e didattiche, offrendo a tutti la possibilità di salire su un mezzo di trasporto tanto antico e tanto speciale. Al Museo delle Carrozze del Quirinale e a quello del Vaticano, ospitato nel Palazzo del Laterano, ce ne sono di preziose e
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di famosissime, utilizzate dai grandi capi di governo e pontefici del passato. Poi ce ne sono al Museo delle Carrozze di Piacenza, il Museo Civico delle Carrozze d’Epoca di Codroipo. Bellissimi esemplari sono conservati al Museo Pignatelli di Napoli e al Museo di Villa Barbaro a Maser, a pochi chilometri da Treviso. Altri sono ammirabili al Museo della Carrozza di Macerata, al Museo delle Carrozze dell’Ottocento di Verona, al Museo di Palazzo Asmundo a Palermo. Oltre ai grandi musei pubblici, ve ne sono di moltissimi Uno degli eventi più attesi di quest’anno è stato il 18 settembre, la giornata che si è tenuta a Parma per rievocare l’arrivo di Maria Luigia d’Austria. Decine di carrozze con dame e cavalieri in costumi d’epoca hanno sfilato tra parchi e boschetti. ùL’infaticabile Pres-
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identessa dell’Arma di Cavalleria di Parma, Paola Mattiazzi, ha organizzato e coordinato come sempre centinaia di persone. A marcare l’importanza della ricorrenza dl bicentenario dell’ingresso in Parma della Duchessa, otto ballerini in costume della Scuola di Danza Venezia Ottocento hanno raggiunto in carrozza il Parco Ducale e lì hanno offerto un intermezzo di danze ottocentesche che solitamente eseguono durante le opere come La Traviata al Teatro La Fenice. Per chi si fosse persa la kermesse parmense, sabato 8 e 9 ottobre, nel cuore della Brianza alla Cascina La Lodovica, si tiene un Concorso Nazionale di attacchi di tradizione, con ingresso libero. I concorrenti sono impegnati un percorso di campagna, seguito da una cosiddetta ‘prova di maneggevolezza’. Anche la cascina La Lodovica raccoglie diversi pezzi unici del XIX secolo, restaurati da esperti artigiani. La rimessa delle carrozze custodisce oltre venti esemplari fabbricati da carrozzieri di Milano, come Sala, Orseniga, Bulli, Ferrari, Castagna. Tra gli esemplari, spiccano una Milord, un Coupé, un Broughman, una Calèche, un Dogcart, un Ducde-Dame, una Charrette, un Phaeton, un Charreà-Banc, un Deux-à-Deux, un Break Vagonette, un Omnibus privato. Per chi volesse accostarsi a questo mondo, il primo
passo è imparare a distinguere una carrozza dall’altra. Le carrozze sono di tipologia diversa a seconda dell’impiego a cui sono adibite. Le carrozze si possono suddividere in carrozze padronali e sportive, carrozze di utilità, carrozze di servizio e a doppio uso. Occorre considerare questa suddivisione per l’accostamento agli elementi che completano l’attacco. Vale a dire il cavallo, i finimenti; l’equipaggio. La berlina chiusa, visibile in tanti film, ja funzione di rappresentanza, così come il coupé, anch’esso chiuso ma a soli due posti. Il calesse aperto di solito si tira fuori per la bella stagione, il landau, dotato di capote o il più lussuoso phaeton, sono paragonabili alle odierne vetture cabriolet e varie altre versioni. I musei più completi conservano anche bellissime slitte antiche trainate da cavalli o da renne. A Codroipo se ne ammira una proveniente da Leningrado, in rosso e oro, utilizzata dagli zar. Le carrozze solitamente sono trainate uno o più cavalli, a seconda della tipologia del mezzo e del suo impiego. Il conducente, detto cocchiere, è sistemato in posizione avanzata o sul retro della carrozza, seduto su un alloggiamento rialzato al di fuori dell’abitacolo destinato ad ospitare i passeggeri, solitamente seduti in configurazione vis-à-vis, l’uno di fronte all’altro. Sulle carrozze vennero per prime sperimentate e uti-
A CODROIPO FRA SPIDER, OMNIBUS, LANDO’ E COCCHIERI Il Museo delle carrozze di Codroipo è uno dei più belli d’Italia. Presenta 44 carrozze storiche (sec. XIX - XX), con 8 cavalli a grandezza naturale in gesso e cartapesta, accessori e finimenti per l’attacco. I modelli sono ancora funzionanti e ripristinati negli interni con rispetto filologico dei materiali in uso all’epoca. Provengono da vari Paesi europei, dal Canada e dal Texas e sono stati fabbricati dalle più note carrozzerie dell’Ottocento italiane ed estere; alcuni esemplari sono appartenuti a re, principi e nobili famiglie d’Europa. Sono esposte quasi tutte le tipologie di carrozze in uso all’epoca: dallo spider di campagna alle vetture di gala e passeggio, dai modelli Omnibus inglesi alla classica Diligenza dell’Ottocento. Completa l’esposizione la collezione di giocattoli storici provenienti da tutto il mondo di fine Ottocento e inizi Novecento, realizzati in vari materiali come legno, latta, gesso, cartapesta, stoffa e porcellana. sit amet, eget 19
Heritage & Traditions - TRADIZIONI: la carrozza
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lizzate le tecnologie che ritroviamo sulle moderne auto, quali le sospensioni a balestra per migliorare il comfort di marcia dei passeggeri. Tuttavia un primo esemplare di carrozza chiusa venne progettato e realizzato nel XII secolo per le nozze di Galeazzo Visconti e di Beatrice d’Este. Da quel momento l’utilizzo della carrozza si diffuse ma restò appannaggio delle sole famiglie nobili; a tal proposito documenti dell’ epoca sembrerebbero testimoniare che Galeazzo Maria Sforza ne possedesse addirittura una dozzina. Fino alla metà del XV secolo andò di moda la veronese, ossia una carretta chiusa con un’unica cassa appoggiata sull’asse. Proprio nel Quattrocento dall’Ungheria si diffuse un modello innovativo che prevedeva la sacca sospesa all’asse tramite cinghie e catene; questo modello prese la denominazione di cocchio proprio dal nome della località ungherese di Kocs in cui nacque. Nel Cinquecento si sperimentarono i primi sistemi di sospensioni a molle, che però per una svariata serie di motivi, tra i quali le strade sconnesse, finirono per creare allora molti inconvenienti. Se in Francia la carrozza si diffuse lentamente e nel 1500 a Parigi se ne contavano soltanto tre esemplari, alla fine del secolo in Inghilterra questo veicolo risultava ancora sconosciuto.
In Italia possedere una mezzo simile divenne una vera moda e, dalla metà del XVI secolo, le industrie ferraresi divennero le più rinomate produttrici internazionali. A Milano, tuttavia, una legge discriminatoria negava la concessione e l’uso della carrozza ai borghesi, mentre a Roma Sisto V limitò l’uso del mezzo per l’eccessivo rumore che frastornava i cittadini. Malgrado queste imposizioni, l’impiego della carrozza divenne sempre più ricercato e, talvolta, un vero motivo di ostentazione come la carrozza di gala realizzata per le nozze di Odoardo Farnese, che pesava ben sette quintali ed era capace di ospitare a bordo otto passeggeri. Nel 1556 la mania di ostentare carrozze sempre più ricche e impreziosite da bellezze artistiche costrinse le amministrazioni di alcune città come Bologna e Mantova, venticinque anni dopo, a introdurre un’ ordinanza che limitasse l’impiego di ornamenti. In Francia la carrozza si affermò più lentamente ma divenne un mezzo indispensabile ai tempi di Luigi XV e di Luigi XVI, quando dilagò la moda del coupé, una vera e propria evoluzione della vecchia lettiga. Nel Seicento, risentendo dell’influenza barocca, non mancarono ricchissimi esemplari adornati di sculture. E questo sfarzo preoseguì almeno fino alla fine
A BORMIO LA DILIGENZA DELLE ALPI Al Museo storico di Bormio si ammira una particolare tipologia di diligenza da viaggio, che percorreva la strada dello Stelvio, voluta all’inizio dell’Ottocento dall’imperatore Francesco I d’Austria, che volle una nuova direttrice per collegare la val Venosta con Milano, allora territorio austriaco, attraverso la Valtellina. Inaugurata nel 1825, prevedeva una lunga serie di tornanti, oltre che consentire la comunicazione con i paesi d’oltralpe e offriva ai viaggiatori panorami maestosi e mozzafiato. Nel 1831 fu istituito un servizio di trasporto da Milano al Tirolo: in 64 ore si raggiungeva Bormio e in 115 ore si giungeva a Landeck. 21
Col passare del tempo le carrozze divengono sempre più comode e leggere superando i modelli del passato: quella di Odoardo Farnese portava 8 persone ma pesava sette quintali.
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del secolo, quando il miglioramento delle strade favorì lo sviluppo della carrozza da viaggio, sia pubblico che privato, aumentando quindi la semplicità decorativa del mezzo. Secondo attendibili testimonianze storiche la prima carrozza dell’epoca moderna con abitacolo chiuso da sportelli dotati di vetri nacque a Berlino nel 1670, su invenzione dell’architetto piemontese Filippo Di Chiese. Egli, abile progettista che si occupò principalmente di realizzazioni architettoniche tra cui il castello di Klein-Glienicke, fu architetto di corte presso Potsdam, vicino Berlino, al servizio del principe elettore Federigo Guglielmo di Brandeburgo. Per suo volere Filippo Di Chiese realizzò questo primo modello di carrozza che, forse per la vicinanza alla capitale tedesca, venne chiamata “berlina”. Da allora, l’utilizzo della carrozza vide il suo apice divenendo il nuovo simbolo borghese con una diffusione capillare in tutta Europa e nel nuovo mondo in svariate versioni. Sempre alla fine del Seicento, in Italia, Milano conquistò il primato della sua diffusione con oltre 1.600 berline circolanti, costringendo le autorità a formulare i primi regolamenti stradali.
Nel 1662 in Francia apparve per la prima volta una versione di carrozza più lunga, per il trasporto di più persone: l’omnibus, l’antesignano del tram. Trainato da una o due coppie di cavalli, esso consentiva il trasporto di circa una decina di persone grazie ad una carrozza più lunga e dotata di sedili interni rivolti verso il senso di marcia. Il suo successo non fu immediato e tornò alla ribalta a Parigi soltanto nel 1826 quando, grazie alle mutate condizioni sociali, divenne il principale modello di riferimento per i trasporti. In Italia nel 1835 fu inaugurato il primo servizio di omnibus che collegava Torino e Rivoli, mentre a Roma una prima linea di omnibus fu aperta nel 1845, con un tragitto che collegava piazza Venezia alla Basilica di San Paolo. Successivamente nel resto d’Europa gli omnibus assunsero il nome di coach o brougham,[2] vocabolo talora trascritto “broom” e in italiano pronunciato come “brum”, da cui il sostantivo “brumista” utilizzato nella lingua italiana. Alla fine dell’Ottocento, con l’affermarsi dei mezzi di trasporto a motore, l’utilizzo della carrozza e dei mezzi a trazione animale declinò lentamente in favore dell’automobile.
WEEK END IN CARROZZA A VILLA POGGIO BARTOLI Per chi volesse regalare o regalarsi un weekend da sogno con gite in carrozza, l’idea vincente è Villa Poggio Bartoli, una splendida dimora medicea immersa nei colli toscani a circa mezz’ora da Firenze. I proprietari si prendono cura di ogni dettaglio, dalla gita in carrozza al bellissimo spettacolo di falconeria. Poggio Bartoli è una splendida villa d’epoca medicea risalente al XV secolo, situata nelle dolci colline di Vicchio del Mugello. Costruita dalla famiglia dei Bartoli, inizialmente ricopre il ruolo di casa-torrecon scopi bellici ma presto si trasforma in un’elegante e maestosa residenza di campagna dove veniva praticata l’arte venatoria. Villa Poggio Bartoli oggi è un raffinato ed elegante luxury resort /event location con centro benessere dove passare le proprie vacanze in un contesto da favola. Stanze clas- Anche gli interni delle carrozze conservate siche, deluxe o ricavate nella torre sono eleganti ed accoglienti, nei musei sono stati accuratamente restaugli arredi sono antichi ma non mancano tutti i più moderni rati con i materiali dell’epoca. confort. 23
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MOSTRE TOP, DA RUBENS A WEIWEI by Ada Eva Verbena
La mostra di Rubens a Milano, con quella di Basquiat è fra le esposizioni più belle della seconda parte del 2016
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‘autunno si preannuncia ricchissimo di mostre da non perdere, per le quali conviene organizzarsi in gruppi di amici e prenotare online, se si vogliono evitare ore e ore di code. Si può partire dalla piccola mostra di Parma che propone un classico come la serie Ninfee, a cui Claude Monet dedicò gli anni della maturità artistica. Le Ninfee nelle Villa dei Capolavori, sono il nucleo di un’esposizione che è stata allestita fino all’11 dicembre alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo grazie a prestiti italiani e internazionali. Chi ama la pittura rinascimentale, la potente innovazione coloristica e la grazia ritrattistica del grande Tizia24
no, apprezzerà l’operazione geografico-filologica che vede il ritorno del dipinto la “Venere di Urbino”, nella città marchigiana. A quasi cinque secoli dalla committenza di Guidobaldo II Della Rovere, per la prima volta la Venere, dipinta dal maestro veneto nel 1538 e custodita oggi nelle Galleria degli Uffizi, tornerà a risplendere a Urbino. Fino al 18 dicembre prossimo, il Palazzo Ducale di Urbino ospiterà la sensuale e misteriosa donna nuda che fu ammirata da Giorgio Vasari nel guardaroba dei duchi nel 1548 e, dopo un passaggio all’Imperiale di Pesaro dove il capolavoro risultava presente nell’inventario del 1624, giunse Firenze per rimanerci.
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Altri ritratti femminili, ma di importanti donne contemporanee, sono i protagonisti della mostra “Women: New Portraits”, scatti commissionati dal gruppo bancario svizzero UBS alla fotografa Annie Leibovitz per il progetto “Women”. In mostra a Milano presso gli spazi di Fabbrica Orobia 15. A proposito di contemporaneità, Firenze apre le porte di Palazzo Strozzi al popolare artista cinese Ai Weiwei, per la sua prima grande mostra italiana, aperta fino al 22 gennaio. Considerato uno dei più celebri artisti viventi, nel 2011 Ai Weiwei è stato arrestato e trattenuto per 81 giorni. Nel 2015 ha ricevuto da Amnesty International il riconoscimento di Ambassador of Conscience. Propone una vasta selezione di opere e produrrà inoltre una serie di installazioni ideate proprio per Palazzo Strozzi. Atmosfere asiatiche ma provenienti dal Giappone di altri tempi, si possono trovare a Palazzo Reale a Milano con Hokusai, Hiroshige e Utamaro. In esposizione 200 xilografie policrome e libri illustrati, tra cui l’iconica Grande onda e la serie delle Trentasei vedute del monte Fuji di Hokusai, provenienti della prestigiosa collezione della Honolulu Museum of Art. Aperta fino 29 gennaio. Dedicata all’ arte di fine Ottocento, apre a Palazzo Roverella di Rovigo “I Nabis, Gauguin e la pittura TREVISO Occorre aspettare fino a ottobre per ammirare, in un’unica mostra tre grandi dell’arte internazionale: Tiziano, Ruento e Seicento fino al 17 aprile 2017 a Treviso al Museo di Santa Caterina. Si tratta solo di tre capolavori provenienti dalla Scottish National Gallery di Edimburgo,. ROMA Il 30 novembre 2016 a Palazzo Braschi apre la mostra su Artemisia Gentileschi, durerà fino all’8 maggio 2017. L’artista caravaggesca, grazie a un processo per stupro da lei intentato al suo assalitore, divenne un simbolo del femminismo internazionale. liquam 25
italiana d’avanguardia”, con un approccio fortemente emozionale. Fino al 14 gennaio. Grandi celebrazioni perAlberto Burri, le cui celebrazioni del Centenario della nascita si concluderanno con un nuovo straordinario appuntamento espositivo a Città di Castello, suo luogo natale. Con il titolo Alberto Burri: lo Spazio di Materia - tra Europa e U.S.A., dal 24 settembre 2016 al 6 gennaio avrà luogo, presso gli Ex Seccatoi del Tabacco. Presenti opere di autori come Dubuffet, Pollock, Motherwell, Hartung, De Kooning, Calder, Matta, Rauschenberg, Twombly, Johns, Fontana e Manzoni, poste in rapporto dialettico con l’arte del grande artista italiano. Ancora a Milano, le grandi kermesse dedicate a Rubens a Palazzo Reale dal 27 ottonre e Basquiat al Mudec dal 28 ottobre. La mostra “Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco”, (fino al 27 febbraio), metterà in luce l’influenza che il maestro esercitò sugli artisti più giovani, protagonisti del Barocco, come Pietro da Cortona e Bernini. La mostra dedicata a Jean-Michel Basquiat, (aperta fino al 27 febbraio), propone oltre 100 opere provenienti da collezioni private, lo stile di Basquiat, morto a soli ventisette anni, il 12 agosto 1988. Personaggio fondamentale per comprendere l’energia della rivoluzione artistica newyorkese degli anni 70 e 80. Egli ha rinnovato il segno pittorico, facendo scuola con l’essenzialità del graffito urbano.
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TARTUFO, IL RE DELL’AUTUNNO by Lorem Ipsum Dolor
Il tartufo bianco d’Alba, la golosità più attesa dell’autunno, dal tipico profumo penetrante e persistente
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l tarltufo italiano è un alimento estremamente pregiato, ricercato e molto costoso; è richiesto in Tutto il mondo come quello bianco d’Alba (Piemonte), quelli neri di Norcia (Umbria) e di Acqualagna (Marche) che sono i più apprezzati. La stagione di raccola sta per iniziare e degustarlo è sempre una gioia. Il suo nome è attribuito ad alcuni funghi sotterranei (e al loro corpo fruttifero), appartenenti alla famiglia dei tuberi; questi vivono in simbiosi mutualistica con determinate piante superiori, traendo entrambi vantaggio dalla loro comunità biologica. I tartufi crescono spontaneamente accanto alle radici di alcuni alberi o arbusti, in particolare querce e lecci. 26
La germinazione avviene tramite le spore a riposo nel terreno, si presume con la generale ripresa vegetativa primaverile. È stato verificato che le spore vengono stimolate dal maggior riscaldamento e dall’umidità del suolo, dalla ripresa vegetativa delle piante simbionti e dalla produzione di essudati radicali. Questi funghi sono caratterizzati dalla mancanza assoluta di clorofilla, per cui traggono nutrimento da altri organismi, vivi o morti. Il tipico profumo penetrante e persistente si sviluppa solo a maturazione avvenuta, nonostante la copertura di terra, attirando gli animali selvatici (maiale, cinghiale, tasso, ghiro, volpe), in modo che si spargano le spore, cosiccé perpetuare la specie.
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L’individuazione del tartufo comunemente avviene con l’aiuto di cani e poi è raccolto a mano. Il terreni più adatti per far nascere prevalentemente il tartufo bianco sono quelli originatisi da formazioni calcaree del Terziario e del Quaternario; per trovare il tartufo nero pregiato si deve cercare in quelle più antiche del Secondario. Il tartufo nero estivo e quello uncinato possono invece crescere indifferentemente su terreni calcarei di ciascuna delle quattro ere. Il clima ha notevole importanza. Alcuni tartufi pregiati si sviluppano nelle stagioni a clima sub-continentale o continentale, caratterizzato da estati calde (con molta piovosità), autunni umidi ed inverni freddi. Altri, prediligono il clima di tipo mediterraneo, con estati calde interrotte da radi episodi temporaleschi. La tartuficoltura è possibile in quasi tutto il territorio nazionale (tranne spiagge, zone paludose, aree sopra i 1000 m) ed è anche dovuta al fatto che il tartufo cresce bene anche in terreni poco produttivi per le colture tradizionali (terreni in pendenza e sassosi). I fattori di sviluppo più importanti sono il terreno, il clima e la giusta scelta della pianta simbionte (piante boschive tipiche della macchia mediterranea) risultante da una specifica analisi chimica del terreno. E ora passiamo a un ‘grand tour del tartufo’ un un percorso nazionale tra gli appuntamenti speciali
con le manifestazioni dedicate. Il primo è la Fesima Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba che si tiene quest’anno dall’8 al 27 novembre comprende anche il mercato mondiale del tartufo tipico della regione Piemonte. Durante queste edizioni il consumatore può assistere a presentazioni di libri tematici e può incontrare chef internazionali per assaggiare le loro ricette. Si può assistere a lezioni di analisi sensoriale del tartufo. Spostiamoci verso la Fiera Nazionale del Tartufo di Acqualagna nelle Marche, la quale si tiene dal 30 ottobre al 13 novembre: offre degustazioni guidate, cooking show di grandi chef, sfide in cucina tra vip e presentazioni di libri. Per gli appassionati del profumatissimo tartufo nero occorre invece spostarsi in centro Italia, precisamente in Umbria, regione dove ha sede la Confraternita del Tartufo. LaMostra Mercato del Tartufo pregiato e dei prodotti tipici di Norcia è una tra le più grandi esposizioni agro-alimentari umbre, chiamata “Nero Norcia”. Anche qui non mancano rassegne alimentari collaterali, quali mostre pittoriche e fotografiche, spettacoli teatrali, dimostrazioni delle arti di lavorazione del formaggio e della carne di maiale. I da settembre a marzo per la ricerca delle varietà di tartufo locale. L’Umbria, notoriamente, ospita la Confraternita del Tartufo, creata da Paolo e Bruno Urbani dell’azienda Urbani Tartufi (Perugia) .
LA MIGLIOR TORTA TARTUFATA? ARRIVA DA FIRENZE La famiglia Pistocchi prepara a mano come una volta le sue torte che, per mantenere intatti tutti gli aromi ed i sentori del cioccolato e del cacao, vengono poi confezionate sottovuoto. Le Torte Pistocchi si conservano in frigo per oltre 4 mesi senza perdere alcuna caratteristica. Per gustare appieno tutta la fragranza di una Torta Pistocchi è sufficiente lasciarla a temperatura ambiente per circa 20 minuti, spolverizzarla con il cacao amaro. Un cocktail di sei diversi cioccolati fondenti, cacao amaro in polvere e un goccio di crema di latte. Niente uova né burro né farina e nessuna aggiunta di zuccheri. Morbida al cucchiaio, dal gusto deciso e dal sapore cremoso del cioccolato, la Torta Pistocchi non contiene glutine e gli ambienti di produzione non ne sono contaminati. Conquista la medaglia Gold agli International Chocolate Awards 2013. 27
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Nobiltà civica tra Roma by Emilio Petrini Mansi della Fontanazza
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rande successo, presso la Sala Protomoteca del Campidoglio del V Convegno di studi di Diritto Nobiliare che ha ospitato la presentazione di questo magazine, con oltre 120 ospiti in platea, nonostante la concessione definitiva della sala a pochi giorni dalla data prevista. Coordinato dall’Istitituto Internazionale di Diritto Nobiliare Storia ed Araldica di Viareggio, ha ricevuto il patrocinio del Comune di Roma, dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, dell’Associazione Cavalieri di San Silvestro, dell’Accademia Nazionale Cerimoniale Immagine e Comunicazione,e dell’Annuario della Nobiltà Italiana. Le relazioni sul tema di quest’anno, “La Nobiltà Cittadina e di Funzione” sono state precedute dai saluti istituzionali del Sen. Lucio Barani (Senato della Repubblica - Presidente gruppo Parlamentare AL-A); portati dal prof. Fausto Giumetti, di Mons. Luigi Francesco Can. Casolini di Sersale (Presidente Ass.ne Cavalieri di San Silvestro). Sul “Il Patriziato romano: la genesi storica” ha parlato il Prof. Lorenzo Franchini (Università Europea di Roma). Su “Nobiltà e onore nelle professioni giuridiche” il prof. Enrico Spagnesi (Università di Pisa). “Il feudo come ricompensa: il caso del Marchesato di Cetona” è stato il titolo della relazione dellAvv. Prof. Raffaello Cecchetti (Università degli Studi di Pisa). Il prof. Luca Fusai (Ateneo Pontificio Regina Apostolorum) ha parlato sul caso particolare de “La nobiltà senese”. Sono state poi presentate la tesi di laurea “Ildegarda di Bingen e i primordi della sigillografia” a cura della Dott. Luisa Trovato (Ass.ne Polena), il nuovo Calendario Pontificio dall’editore Ettore Gallelli Benso e “La storia dell’Annuario della Nobiltà Italiana dal 1878 ad oggi” a cura di Andrea Borella (Direttore ed Editore Annuario della Nobiltà Italiana). All’evento tra gli innumerevoli ospiti spiccavano i Principi Carlo ed Elisa Massimo, Pierluigi Brancia d’Apricena, Stefano Pignatelli Di Cerchiara. Nelle prime file, Danilo Moncada-Zarbo Di Soría, Giuseppe Grifeo Di Partanna, Emanuele Bongiorno Di Canigliari, Demetrio Baffa Trasci Amalfitani di Crucoli Dimitri Afanasievič, Giovanni Nicastro Guidiccioni, Alessandro D’Orazio, Comm Donna Annamaria Croce, Luisa Paladini de Mendoza, Carlo Sportelli, Niccolò Bolognini Martinozzi, Laura Azzali, Anna Gnocchi, Antonella Sotira, Ruben Razzante, Filippo Sallusto, Bianca Maria Caringi Lucibelli, Fabrizio Formica di Cirigliano, Claudio Pierri Cecaro, Antonio Bellizzi di San Lorenzo, Ranieri Roda, Giovanni Mascioli, Antonino Lazzarino De Lorenzo, Antonia Manfredi, Davide Colombo, Jenni Rogers, Luca Sbranti, Emanuele Leporelli, Pier Paolo Troccoli, Patrizio Imperato di Montecorvino, Roberto Roberto Di Costanzo, Fabrizio Mechi, Luca Timur de Angeli, Michele Maria Biallo, Enzo Modulo Morosini, Marcello Intotero Falcone, Fabio Cassani Pironti, Carla Zambrini, Cetty Lombardi Satriani di Porto Salvo, Luigi e Gabriella Catemario di Quadri. 28
Heritage & Traditions - Araldica
e Siena, il convegno
Alcune immagini dell V Convegno di Diritto Nobiliare del 7 ottobre, con la presentazione di Heritage & Traditions HERITAGE & TRADITIONS- Supplemento Trimestrale di Commodity World, settimanale finanziario web di Katia Ferri Melzi d’Eril. N 1 Anno I 10-12 /2016 registr. al Tribunale di Pavia n. 673 dell’11/5/2007. Redazione: Villa Melzi d’ Eril, Via Colombarone 13, 27011 Belgioioso (PV). Tel 349 8610239 Tutti i diritti riservati. Per invio comunicati stampa e info sulla stampa delle copie: katiaferri@hotmail.com Tuteliamo l’ambiente! Non stampate se non necessario. Be environmentally friendly! Please do not print this e-mail unless it is entirely necessary. Think of the environment before you print. 1 sheet of paper A4 = 7,5g of CO2 1 kg paper = 1,5kg of CO2 29
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LE NOBILI ACQUE DI COMO by Lorem Ipsum Dolor
Vista aerea di Villa d’Este, il complesso alberghiero di Cernobbio nato sui resti di una grande villa rinascimentale
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ite in battello, visite a musei e antiche ville con giardini trionfanti di colori e profumi, un’ ac coglienza perfetta. Tutto questo è il Lago di Como, un angolo di sogno d’Italia a mezz’ora da Milano, che si visita in primavera o durante un mite autunno quando i colori della vegetazione rendono il panorama ancor più suggestivo. Le mete che vale la pena di visitare sono moltissime, basta fermarsi lungo le antiche vie che sfiorano le acque fin dall’epoca romana. Oppure scoprire i paesini di pescatori che oggi offrono terrazze panoramiche a lago, giardini e parchi, deliziosi ristoranti dove non è difficile incontrare i vip di tutto il mondo, felici di soggiornare qui, protetti dalla riserva-
tezza tipica degli abitanti del lago. Ecco le nostre mete da non perdere. Protetta dalle alture del monte Bisbino e adagiata sulla riva, a pochi chilometri di distanza da Como, Cernobbio è una località rinomata per le sue dimore storiche che presenta caratteristiche molto diverse dal capoluogo, con un paesaggio tutto da scoprire, sia a piedi che in barca. Se si arriva in treno, si può raggiungerla con la passeggiata che collega Como a Cernobbio. E’ una pista ciclabile lunga 5 km, caratterizzata da un incantevole panorama. Altrimenti si può optare per una traversata turistica del lago in battello. Per gli appassionati di trekking, nelle vicinanze della 30
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cima del monte Bisbino, a quota 1225 metri s.l.m., è possibile imboccare la “Via dei monti lariani”, un sentiero che si sviluppa per oltre 100 chilometri sui monti che circondano il Lago di Como e che offre ai visitatori un panorama straordinario. Tra le molte famose ville ottocentesche degne di nota di Cernobbio, spicca la straordinaria Villa d’Este, di notevole interesse artistico. Oggi sede di un hotel di lusso, fu una dimora privata, edificata nel XVI secolo da Pellegrino Tibaldi. E’ da sempre famosa per i suoi bellissimi giardini. In ogni stagione è sempre possibile fermarsi per una sosta al bar con terrazza ‘pied dans l’eau’ e gustare una cucina di eccellenza al ristorante è di altissimo livello. Costeggiando l’insenatura, si raggiunge un promontorio sul quale si erge Villa Pizzo, altro interessante esempio di dimora storica edificata nel XIX secolo. A poca distanza si incontrano Villa Erba, eretta nel XVI secolo come monastero femminile e oggi traformata in centro congressi e Villa Bernasconi, costruita seguendo lo stile Liberty e attualmente sede di mostre d’arte e importanti manifestazioni culturali. Chiamata “La Perla del Lago”, la costa comasca è uno dei posti più romantici d’Italia: nelle mezze stagioni è un vero trionfo di colori e profumi grazie ai molti parchi e giardini che la popolano. Il paese IL LAGO POPOLATO DI VILLE E GIARDINI Sono splendidi molti giardini delle ville d’epoca presenti sul Lago di Como, aperte per visite. Due sono imperdibili: Villa Melzi d’Eril, che appartiene alla famiglia Gallarati Scotti, dalle rigorose linee neoclassiche e circondata da uno grandissimo parco visitabile, con essenze rare di tutto il mondo. Costituisce il primo esempio lariano di giardino all’inglese. Magnifico anche il parco di Villa Serbelloni, sito che negli anni ospitò una quantità impressionante di nomi illustri, da Leonardo da Vinci a Bianca Maria Sforza, fino al Presidente degli Stati Uniti d’America John Fitzgerald Kennedy. 31
offre ai vitatori antiche e suggestive abitazioni, costruite tra misteriosi vicoli e caratteristiche scalinate, oltre a diversi percorsi per scoprire le bellezze storiche e naturali della città. Tra i luoghi da non perdere, le antiche chiese in stile romanico, come la Basilica di San Giacomo, costruita tra il 1075 e il 1125, o la Chiesa di S. Giorgio, al cui interno si può ammirare la statua lignea della “Madonna della Cintura” che viene portata tradizionalmente in processione nel mese di settembre. Bella anche la Chiesa di San Giovanni Battista, una costruzione a navata unica con altare in legno del ‘600. Al suo interno si trovano la “Madonna delle Grazie”, un a resco di scuola lombarda, e la statua dell’”Immacolata” in marmo di Carrara della scuola dei Bernini. I bambini si entusiasmano al Museo degli Strumenti di Navigazione, un’antica abitazione dove si possono ammirare oltre duecento preziosi oggetti che nei secoli passati hanno permesso all’uomo di orientarsi e navigare sul lago e il mare. Villa Olmo è la più famosa e sontuosa tra le dimore storiche visitabili che si trovano nel territorio di Como. Si tratta di un imponente edificio in stile neoclassico, opera dell’architetto Simone Cantoni: fu realizzata alla fine del ‘700 per volere del marchese Innocenzo Odescalchi. Venne costruita sulla riva occidentale lago di Como, con l’intento di diventare la residenIl lago di Como è uno dei posti più romantici dove andare nelle mezze stagioni. Le acque del lago riflettono l’imponenza dei tanti edifici eretti da nobili famiglie che amavano il suo clima fresco e mite.
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za estiva dei marchesi. Cantoni era membro di una classe aristocratica moderna, colta e progressista, abbracciava i principi dell’Illuminismo. Un gigantesco olmo che si stagliava di fronte all’ingresso ha dato il nome a questa bellissima dimora circondata dal verde di uno splendido giardino all’italiana, mentre sul retro si dispiega un grande parco all’inglese. Sia l’uno che l’altro vantano la presenza di piante ad alto fusto e di alberi secolari. L’interno della villa è ricco di affreschi d’epoca, di stucchi, statue, decorazioni e mobilio antichi. Nelle sue stanze alloggiarono Napoleone, Giuseppe Garibaldi e Ugo Foscolo. La permanenza di Garibaldi a Villa Olmo è testimoniata da un piccolo medaglione, posto sul caminetto di uno dei salotti del pian terreno. Nel corso dei decenni, il palazzo ebbe diversi proprietari: dalla famiglia Odescalchi passò ai Raimondi e in seguito ai Visconti di Modrone, che e ettuarono vari interventi di miglioria e di restauro. Furono abbattute le scuderie e il portico che si protendevano verso il lago, venne siste- mato l’accesso e costruito un piccolo teatrino. Lo scalone acquistò maggior pregio, grazie alla realizzazione di una duplice balconata.Nel 1925, la residenza fu rilevata dal comune di Como, che ancora oggi la gestisce e vi ospita manifestazioni culturali, convegni e
mostre d’arte. Argegno è un delizioso paesino posto in un’ampia insenatura sulla sponda occidentale del lago di Como. Le origini romane di Argegno, che non deve il suo nome al console Publio Cesio Archigene, sono testimoniate anche da nu- merosi resti di forti cazioni nel centro storico. Da qui parte una curiosa funivia che in soli cinque minuti porta ai quasi 1000 metri d’altitudine di Pigra, una località dalla quale si può ammirare un’incantevole panorama sul Lario e sulle Prealpi comasche e partire per escursioni sul Monte Galbiga, al Tellero e all’Alpe di Colonno. Da Argegno, inoltre, si parte per la Valle d’Intelvi, le cui strade congiungono il lago di Como a quello di Lugano. L’ abitato è molto pittoresco, caratterizzato da un lungolago con suggestive case a strapiombo sulle rive. L ‘antico borgo è diviso in due parti dal torrente Telo, collegato da un vecchio ponte a sesto acuto di epoca romano-medievale. Le chiese più belle sono la parrocchia della SS. Trinità, costruita in stile neoromanico all’inizio del ‘900, il santuario di Sant’Anna del XVII secolo, che conserva pregevoli opere del Barberini e di Isidoro Bianchi, e la chiesa di San Sisinnio di origine romanica. La passeggiata porta al Vicolo Mulini, dove ol- tre quattro secoli fa venne costruita la cosiddetta “Roggia Molinara”, un ingegnoso sistema di canalizzazione delle acque del
I pittoreschi paesini di pescatori che si specchiano nel Lago di Como, oggi sono dotati di piste ciclabili e porticcioli dove si possono affittare barche a vela, motoscafi e set per sci d’acqua
SAVE THE DATE! Il 2017 vedrà nuovamente proprietari e appassionati di automobili rare e delle più belle motociclette storiche riunirsi da venerdì 26 maggio a domenica 28 maggio. Il Concorso d’Eleganza Villa d’Este vanta una reputazione davvero speciale tra gli eventi più prestigiosi al mondo nell’ambito dei Veicoli d’Epoca. Alcune giornate sono aperte al pubblico. Info: www. concorsodeleganzavilladeste.com 33
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gio è il punto di partenza ideale per intraprendere numerose escursioni in battello o per scegliere i percorsi da percorrere a piedi o in mountain bike in direzione del Parco Val Sanagra. Un percorso di circa sette chilometri che conduce ai luoghi del territorio di Lecco dove trovano vita i “bravi” di don Rodrigo, don Abbondio e la sua Perpetua, di padre Cristoforo e, ovviamente, dei due innamorati, protagonisti dei Promessi Sposi.Partiamo da Olate (Lc): sul promontorio dello Zucco sorge il“palazzotto” di don Rodrigo che “sorgeva isolato a somiglianza di una bicocca, sulla cima di uno dei poggi ond’è sparsa e rilevata quella costiera…”. Fino agli anni ’40 questo “palazzotto” appariva nella identica descrizione tracciata daManzoni, successivamente subì numerosi rifacimenti che ne hanno alterato le linee. Sempre a Olate, discendendo in macchina dal poggio verso il centro del paese si giunge alla chiesa dove Renzo e Lucia avrebbero dovuto celebrare il loro matrimonio. Accanto c’è la canonica di don Abbondio nella quale durante la “notte degli imbrogli” Renzo cercò di costringere don Abbondio a consacrare il matrimonio nonostante l’opposizione di don Rodrigo.Poco più in basso si raggiunge la “presunta” casa di Lucia,una costruzione rurale del Seicento, con scala esterna. Il ficodescritto nel romanzo, che passava il muro, c’è ancora.
Telo per fornire energia idraulica ai quattro mulini del paese, ancora esistenti ma ormai trasformati in abitazioni. Per raggiungere Argegno in auto si prose- gue oltre Como in direzione Menaggio. Ma si arriva facilmente anche dalla vicina Svizzera, dalla Valtellina e dalla Valchiavenna. E ovviamente anche in battello sul tragitto Como-Colico. Menaggio è il gioiello della sponda occidentale del Lago di Como. A differenza di altri piccoli paesi del lungolago, letteralmente “arrampicati” sulle sponde, Menaggio ha occupato le piccole rive sabbiose e ha potuto espandersi meglio sulla riva. Il lungolago offre una piacevole passeggiata se si hanno bambini è l’’ideale, ci sono suggestive piazzette interne, fontane, bar, gelaterie e pizzerie. Il pontile e il piccolo porto, pieno di yacht e barche, sono la gioia dei pescatori e degli appassionati di nautica che possono trovare qui natanti da affittare per godersi una corsa sul lago. Il cuore di Menaggio è Piazza Garibaldi, dalla quale si intravede la facciata della chiesa di Santa Marta, arricchita dalla presenza di una lapide funeraria romana. Bella anche la chiesa medioevale di San Carlo, costruita nel XVIII secolo. Tra le visite da non perdere, quella alla Villa Mylius Vigoni, una casa-museo costruita nella prima metà dell’Ottocento da una famiglia pavese, circondata da un giardino all’inglese di rara bellezza. Menag-
I GIARDINI DI PIETRA Altre immagini degli affascinanti giardini rinascimentali che contornano Villa d’Este, con mosaici di pietra e figure fantastiche inserite tra laghetti e boschetti.
orem ipsum dolor sit amet, eget consectetuer adipisSEGUENDO MANZONI Uno de i tour più interessanti, che si possono percorrere anche in autunno, è l’itinerario manzoniano, a partire dal delizioso borgo di Olate, col sentiero descritto all’inizio del romanzo, dove passeggiava Don Abbondio Poco più in basso si raggiunge la presunta casa di Lucia.
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Heritage & Traditions - Opera Lombardia
Facciamoci in cinque by Luca Timur De Angeli
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cala, Fenice, San Carlo, Regio... ma non solo. Il circuito OperaLombardia propone un unico grande cartellone d’opera nei 5 teatri di tradizione della Lombardia (Fondazione Donizetti di Bergamo, Teatro Grande di Brescia, Teatro Sociale di Como, Teatro Ponchielli di Cremona e Teatro Fraschini di Pavia). Vanno in scena 5 opere liriche che saranno in tour fino al 22 gennaio 2017, nelle città della rete lombarda, con alcuni appuntamenti anche a Modena e Reggio Emilia. Il tavolo artistico di OperaLombardia programma una stagione ricca di progetti con regie innovative e di altissimo livello, una nuova possibilità di far vivere l’opera lirica, anche grazie al contributo della Regione Lombardia ed al sostegno di Fondazione Cariplo. La stagione di OperaLombardia ha aperto i battenti il 30 settembre al Teatro Grande di Brescia con Turandot, la cui regia è affidata a Giuseppe Frigeni, allievo di Bob Wilson, Luca Ronconi, Peter Stein, invitato per la prima volta nei teatri lombardi. Il 6 ottobre debutta al Teatro Sociale di Como l’opera mozartiana Così fan tutte, in un’inedita versione partecipata affidata al regista Francesco Micheli e ai Maestri Gianluca Capuano e Francesco Pasqualetti, in cui gli artisti sono affiancati da 40 ragazzi non professionisti (diversi in ognuna delle città toccate dalla produzione di OperaLombardia) che per mesi hanno seguito un laboratorio teatrale con Eleonora Moro. Seguirà il 7 ottobre al Teatro Ponchielli di Cremona, l’intrigante progetto A Midsummer Night’s Dream, opera di rara bellezza e perfezione, composta da Benjamin Britten, poco frequentata dai cartelloni italiani, allestita da OperaLombardia con la direzione del Maestro Francesco Cilluffo. L’originalità del progetto a doppio filo consiste nell’alternare il titolo operistico (regia di Ferdinando Bruni e Elio de Capitani) alla corrispondente pièce teatrale di William Shakespeare Sogno di una notte di mezza estate (regia di Elio de Capitani). Il 4 novembre è la volta del nuovo allestimento de La traviata in una produzione firmata da Alice Rohrwacher, la cineasta italiana classe 1981, che nel 2014 ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes con il suo secondo film Le meraviglie. E’una sfida ambiziosa e intrigante, quella di OperaLombardia e della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia (con cui nasce il progetto), di far debuttare la regista cinematografica sul palcoscenico lirico con un titolo del grande repertorio verdiano. Una traviata capricciosa, iconica, che sicuramente affascinerà il pubblico lombardo. A guidare la prestigiosa compagnia di canto, il giovane direttore Francesco Lanzillotta. L’ultimo debutto, il 18 novembre, è al Teatro Fraschini di Pavia con Il Turco in Italia e la frizzante regia di Alfonso Antoniozzi (che si trasforma da cantante in regista) e la direzione di Christopher Franklin. 36
Heritage & Traditions - Week end con Assocastelli
Al castello con un clic A sinistra il consiglio direttivo di Assocastelli. A destra, alla presentazione del network. Emanuele Filiberto di Savoia con l’editore e direttore di HeritageTraditions, Katia Ferri Melzi d’Eril e Emilio Petrini Mansi della Fontanazza.
D
al mese di aprile è operativa Assocastelli, Associazione della Proprietà di Castelli, Palazzi e Ville d’Italia, nata con l’obiettivo di valorizzare il vastissimo patrimonio di dimore storiche presente sul territorio italiano. Il Presidente di Assocastelli, barone Ivan Drogo Inglese, ha promosso l’iniziativa con Federico Filippo Oriana, Presidente Nazionale di Aspesi, l’Associazione Nazionale tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare. Alla conferenza di presentazione c’erano anche Emanuele Filiberto di Savoia e Stefan di Montenegro e Macedonia, Oriana ha dichiarato L”’Aspesi nata dall’unione degli sviluppatori immobiliari, lo slogan è quindi la valorizzazione: e quale immobile è più idoneo alla valorizzazione se non quello di natura storica e culturale? Oltre alla importante valenza di arricchimento del sistema Aspesi sul piano associativo - ha concluso Oriana - Assocastelli regala, quindi, alla rappresentanza immobiliare una nuova tipologia di immobili da valorizzare”. “Cosa sarebbe l’Italia senza la sua storia?” ha proseguito Emanuele Filiberto di Savoia. “Era tanto che pensavo al come poter sviluppare questo immenso patrimonio italiano di castelli e palazzi e per questo ho aderito con entusiasmo. I miliardari nel mondo possono comprare tutto ma non la storia: potranno però accedervi tramite la piattaforma di Assocastelli che creerà un circuito di connessione sul modello francese dei castelli della Loira”. Assocastelli ha varato una piattaforma multimediale la cui importanza è stata evidenziata anche nel messaggio di saluto del Sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo On. Dorina Bianchi: “Voglio dare la mia testimonianza e il mio sostegno per una iniziativa lodevole quale è quella che con Aspesi è stata messa in piedi. Dobbiamo tutelarevalorizzare e promuovere tutto il nostro Paese che è un vero e proprio museo a cielo aperto. Particolare importanza riveste l’idea di Assocastelli di creare una piattaforma multimediale sia per la prenotazione dell’ospitalità sia per la vendita on line di prodotti tipici. Si ra orza, infatti, sempre di più il ruolo di internet come strumento di connessione tra strutture ricettive e ospiti, dalle prenotazioni online ai social network”. LA piattaforma multimediale sarà suddivisa in varie aree: Guest Book, per la prenotazione dell’ospitalità nei castelli, nei palazzi e nelle ville d’Italia.Regal Shop per la vendita on line di prodotti provenienti dai castelli, dai palazzi e dalle ville (cosmetica, editoria, gadget, vino). Le attività di Assocastelli interesseranno anche l’ambito assicurativo e bancario.E’ in fase di definizione la Polizza Castelli per la copertura assicurativa degli edifici e il servizio di factoring sui contributi ministeriali destinati agli interventi di conservazione e restauro degli edifici vincolati. Tra i primi eventi di Assocastelli, il convegno “Investire in bellezza” tenutosi il 9 ottobre al Castello di Morsasco (Al) con relazioni di Chiara Modica Donà Dalle Rose (WWISH) e Franca Mollo (Associazione Amici Castelli Aperti). 37
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LA BORSA? E’ IN CASSAFORTE... by Sonia Avanzi
Qui sopra, borsette da mille e una notte. A fianco la Hermes in coccodrillo albino e zaffiri che costa come una casa.
L
? a borsetta è stata un semplice accessorio per molto ma ora è diventata un prodotto iconico, tanto da costituire persino un investimento economico: i prezzi delle borse nuove ormai e le quotazioni dei pezzi vintage sono in contiuna salita. Ma E’ ormai risaputo che le borse di Hermès, modello Birkin, sono le più preziose al mondo, tanto che sarebbe quasi meglio investire i propri risparmi in un accessorio simile piuttosto che nell’oro massiccio. Di recente, è stato raggiunto un nuovo record. Se qualche anno fa una luxury bag era stata venduta alla cifra di 63.800 euro, oggi si sono superati tutti i limiti. Una delle più belle e leggendarie borse Birkin è stata messa all’asta da Christie’s e un anonimo 38
collezionista asiatico se l’è aggiudicata alla cifra di ben 300.168 dollari, diventando così la più cara mai venduta al mondo. Un prezzo che può sembrare decisamente spropositato per un semplice accessorio. Ma i motivi sono molto seri. La borsa venduta è il modello nella versione Nilo Crocodile, in coccodrillo albino rarissimo, definita dalla stessa Maison Hermès un vero e proprio “pezzo della storia del fashion”. In più decorata con 245 diamanti, ha una preziosissima chiusura in oro bianco 18 carati. I il sogno di ogni donna. Non a caso, era stata creata negli primi anni Ottanta appositamente per Jane Birkin, l’artista a cui si ispira il modello Birkin, per poi essere sfoggiata anche da star internazi-
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onali e ricchissime come Victoria Beckham e Kim Kardashian. Chissà ora che uso ne farà l’imprenditore asiatico certo è che non utilizzerà l’iconica e preziosa borsa per uscire tutti i giorni. Idolatrata dalle celebrities, che fanno a gara nel collezionarla, ancora oggi la Birkin risulta inaccessibile ai più: per ottenerla si deve passare per liste d’attesa che sfiorano i sei anni, e il suo prezzo oscilla tra i 6.000 euro (per la versione base) e i 100.000 per i modelli in coccodrillo e struzzo. La Birkin di coccodrillo, con diamanti incastonati nella chiusura costa 120mila dollari (88mila euro). Scorrendo il Guinness dei primati delle borse più care del mondo, scopriamo al decimo posto la borsa Selleria di Fendi, che costa 38mila dollari (circa 28mila euro). Cucita a mano con pellami pregiati, è una delle borse più ambite. Si sale a Gadino di Hilde Palladino, realizzata in pelle bianca di coccodrillo, con rifiniture in oro bianco tempestato diamanti. La borsa Tribute Patchwork di Louis Vuitton è un accessorio-tributo al brand, realizzato mettendo insieme ben 15 borse iconiche. Ne sono stati prodotti soltanto 20 esemplari in tutto il mondo, costa “solo” 42mila dollari (31mila euro). E ora si passa alla clutch in pietre rosa. La Precius Rose di Judith Leiber è’ composta da oltre mille diamanti, oltre mille zaffiri rosa, costa 92mila dollari (circa 68mila euro), e ne esiste soltanto un
esemplare. Salendo nella classifica c’è un’altra borsa-provocazione, realizzata da Louis Vuitton con..la spazzatura. La Urban Satchel è una borsa a secchiello molto, molto particolare: è fatta di rifiuti urbani, quelli che si trov per la strada tutti i giorni, bottiglie di plastica, pacchetti di sigarette, cerotti e scatole di farmaci. Una borsa-provocazione, con un prezzo offensivo, 150mila dollari (110.850 euro).Lana Marks produce una sola borsa Cleopatra all’anno, e ogni anno una sola persona può portarla. Quella che ha avuto più successoè fatta di pelle argentata di coccodrillo, con una impugnatura tempestata di diamanti bianchi e neri fatta di oro bianco 18 carati. Costa 250mila dollari, ovvero quasi 185mila euro. sorpresa Chanel, balza sul podio con una delle borse più costose al mondo, la Diamond Forever. Sembra un classico modello Chanel, ma è anche lei in coccodrillo, tempestata di 334 diamanti, e ha una catenella di oro bianco. Costa 261mila dollari, 192.880 euro. Anche Hermès è presente in classifica con una seconda borsa realizzata dal designer giapponese Ginza Tanaka, che spiazza ogni record. E’ di platino, e sopra ci sono più di duemila diamanti. La tracolla di diamanti può essere rimossa, per farne un bracciale o un collier, e così anche il diamante centrale a forma di pera, che diventa un solitario di 8 carati. Costa 1.9 milioni di dollari.
CHANEL APRE LA F&B BOUTIQUE A VENEZIA Chanel apre a Venezia la seconda fragrance & beauty boutique in Italia. Dopo Firenze, la celebre Maison ha scelto la Laguna per il suo nuovo concept store dinamico, con animazioni ed eventi speciali. E’ un ambiente raffinato e contemporaneo, con mobili in lacca e colori iconici come il beige, il nero e il rouge noir. C’è uno spazio per aggiornarsi sulle ultime tendenze in fatto di beauty e make up. Si svelano le tecniche di maquilllage e le ultime novità, come Chanel Le Rouge 2016. Da provare la speciale App di Virtual Make Up, che offre la possibilità di simulare il look sul proprio viso e ricevere per e-mail le immagini con il dettaglio dei prodotti make up utilizzati. L’area Soin è infatti dedicata alle diverse linee Chanel per la pelle, dove gli esperti aiuteranno a trovare il trattamento che più risponde alle proprie esigenze. 39
A destra nella foto grande: la borsa Hermes che si smonta, con bracciale o collier e solitario da 1,9 milioni di dollari. Qui sopra la fragrance & beauty boutique a Venezia di Chanel, a pochi passi da Piazza San Marco, quasi di fronte all’hotel Bauer.
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GIOIELLI AD AGO, FUOCO E TALENTO by Lorenzo Risetti
L e
e calzature fatte a mano sono una scelta vin cente per chi desidera aggiudicarsi non solo stile o glamour ma anche un ‘pezzo ‘ di tradizione italiana, uniti a un confort mai visto. In molte città le calzolerie artigiane sono tornate a fiorire o a rifiorire, dopo un periodo di declino, grazie allo sviluppo delle vendite online. Sui loro siti è possibile ordinare da tutto il mondo e ci sono istruzioni precise su come prendere le misure del proprio piede, se si vogliono mocassini o stringate su misura. Scopriamo insieme gl indirizzi migliori. Una volta ricevute le meraviglie uscite dalle mani di questi straordinari artigiani, si ha voglia di prendersene cura al meglio. Qualcuno lo
fa anche personalmente, seguendo le precise istruzioni delle migliori calzolerie che realizzano anche libri e manuali di manutenzione. Insomma, quella delle scarpe artigianali è una moda che non tramonta mai. Ecco alcune delle boutique più gettonate, di quelle che hanno resistito di fronte all’avanzata delle griffes. Alvisi, bottega atigiana dagli anni ‘70, ha sede nella zona di Porta Vittoria a Milano e porta avanti una pluridecennale tradizione di famiglia che prosegue da diverse generazioni. InVia Morosini, fin dal dopoguerra era presente la bottega artigiana di Attilio Alvisi, specializzata nella costruzione di calzature su misura da uomo e da donna. Ermanno Alvisi ha aperto l’attuale calzole40
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ria in Via Goffredo Mameli 24 nel 1978, specializzandosi nella risuolatura di calzature con tipica lavorazione “Goodyear”, utilizzata nella realizzazione della maggior parte delle scarpe inglesi e americane di alta qualità (Church’s, Allen Edmonds, Edward Green, Crockett and jones, Clarks, Saxone, Tricker’s, John Lobb, Alden, Grenson ) e nella cura e manutenzione delle calzature. E’ grazie a questa specializzazione che la bottega artigiana Alvisi è divenuta negli anni un punto di riferimento per moltissimi clienti milanesi amanti delle calzature di alto artigianato. Ermanno Alvisi lavora insieme al figlio Luca che, dopo una ultra decennale carriera nell’ambito della consulenza informatica aziendale, ha sfruttato le potenzialità della rete, ha saputo portare i propri servizi e prodotti in tutto il mondo. Mandano a riparare scarpe qui da loro anche dalla Nuova Zelanda. Al vate della riparazione d’élite si affidano anche tutti i fortunati possessori di scarpe John Lobb o Edward Green o le epigoni di Samantha di Sex & The City. Oltre a lavaggio, lucidatura e ceratura sterilizzano le scarpe con un processo messo a punto da loro. Inoltre gli Alvisi effettuano la presa e riconsegna delle scarpe a casa o in ufficio. Anche da Ago e Spago, calzoleria artigiana sin dal
1978 con due punti vendita in Viale Col di Lana 12 o in Via Plinio 16, si realizzano scarpe per uomo e donna di ottima qualità a mano e su misura per uomo. Il cliente può decidere il tipo di pellame, il colore, la lavorazione fino ad arrivare al colore della suola. Si creano scarpe di qualsiasi modello per piedi difficili e delicati, senza limiti di misura, anche con accorgimenti ortopedici personalizzati. Le calzature artigianali su misura di Ago e Spago vengono ancora realizzate secondo le antiche tecniche, con i migliori pellami di primissima qualità, forme comode e flessibili. Anche a Torino ci sono vari indirizzi da scoprire. Fra questi Tip Top, in Corso Brunelleschi 2, specializzato anche in riparazioni e personalizzazioni. Rimette a nuovo scarpe in cuoio di alta qualità ma anche scarpe tecniche. Maestri di incollature, cuciture di cuoio, bufalo e gomma, gli artigiani di Tip Top risuolano dagli scarponi da trekking e da arrampicata alle calzature più classiche con lavorazione Goodyear: Church’s, Allen Edmonds, Crockett & Jones, Saxon, Tricker’s, Edward Green. Grazie alla lunga esperienza, la bottega torinese offre la produzione di scarpe su misura da uomo e donna, con decorazioni dettagliate e di alta qualità, naturalmente con i migliori materiali, una lavorazione precisa e dettagliata, ma sopratutto l’unicità.
GLI SPLENDIDI BLEND DI MAIER: PARCO PALLADIANO’’ Grande successo di Bottega Veneta con Parco Palladiano, un bouquet di sei diverse fragranze innovative. Tomas Maier, il direttore creativo di Bottega Veneta, ha seguito da vicino la nascita di questi profumi ideati a Vicenza, la capitale di Palladio, da maestri profumieri: Michel Almairac, Daniela Andrier, Alexis Dadier. I profumi Parco Palladiano, che hanno richiesto due anni intensi di lavoro, sono contraddistinti solo da numeri romani I, II, III, IV, V, VI. “Per me Palladio è una fonte inesauribile d’ispirazione. Mio padre, architetto, ha studiato il lavoro di Palladio, i suoi insegnamenti sono stati parte della mia vita. Palladio era un artigiano, ma anche un architetto che ricercava in ogni cosa equilibrio e armonia. “ 41
A fianco, la fragranza n. V di Parco Palladiano, la novità di Bottega Veneta, idata a Vicenza nella città più ricca di operedel celebre architetto
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EGGENBERG: DEI, PRINCIPI E NUMERI by Katia Ferri Melzi d’Eril
E’
il Castello barocco più importante della Stiria, la regione austriaca che si trova alla periferia occidentale della città di Graz. Il castello di Eggenberg è un gioiello senza pari, oggi parte del Museo Regionale della Stiria (Landesmuseum Joanneum). E’ inserito in un vasto territorio che al tempo della sua fondazione apparteneva al Principe Hans Ulrich von Eggenberg (1568-1534), un prezioso consigliere personale dell’arciduca Ferdinando II d’asburgo. Era un genio della politica, capace di muovere eserciti e denaro, rimanendo sempre nell’ombra. Nel 1625, Ferdinando II lo elevò da barone alla dignità di Principe, senza dotarlo però del diritto di voto alla Dieta Imperale. Al suo ritorno a Graz da Vienna, con in 42
dote il titolo di Governatore dell’Austria Interna, Hans Ulrich Von Eggenberg volle trasformare il semplice castello di famiglia in una dimora degna del suo nuovo status. Queste mura maestose furono erette da Giovanni Pietro de Pomis, architetto e pittore lodigiano, era una star dell’architettura di quel secolo. Egli investì una cifra pari a 56 milioni di euro di oggi per realizzare l’ampliamento e l’imponente ristrutturazione. Fu purtroppo stroncato dalla gotta e dall’ulcera prima di vederlo finito, nel 1634. Gli succedette l’unico figlio Johann Anton, amante delle arti, cancelliere imperiale, governatore della Carniola e ambasciatore a Roma. Egli morì a soli 39 anni, lasciando il Castello e tutti i suoi possedimenti alla moglie Anna Maria e ai due
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giovanissimi figli, Johann Christian e Johann Sayfried. L’ eredità fu equamente divisa, ma nel 1717 la casata si esaurì. Il castello passò quindi ai conti Herbstein che nel 1939 lo vendettero al Land della Stiria. Costruito tenendo conto di grandi modelli come l’Escorial spagnolo e Palazzo Thiene, Eggenberg fu un’espressione potente e fortemente simbolica del pensiero umanista del Principe. Il Castello è infatti la riproduzione architettonica dell’universo, secondo le idee del tempo, che allora erano quelle sull’armonia cosmica divulgate da filosofi come e studiosi Giovanni Keplero e Giordano Bruno. Egli immaginò un luogo ideale per ospitare l’espresione simbolica del passare del tempo, la meccanica celeste, la gerarchia terrestre, la forza della fede, la storia universale nonchè le idee alchimistiche e astrologiche concernenti la struttura misteriosa dell’Universo. Un luogo mastodontico: con oltre un chilometro quadrato di affreschi, 2,5 chilometri di stucchi e dorature, 450 tra sedie, poltroncine e divani, 565 metri quadrati di pavimento in marmo e 173 tra porte e portoni. Gli stucchi furono opera del comasco Alessandro Sereni, mentre agli affreschi lavorò soprattutto il pittore tedesco Johann Melchior Otto. L’ edificio, che oggi ospita l’Alte Galerie, il Gabinetto IL GIOIELLO DI GRAZorem ipsum dolor sit Graz raddoppia. Dopo il centro storico cittadino, entrato nel siti tutelati dall’ Unesco nel 1999, ha ottenuto lo stesso riconoscimento anche per il Castello di Eggemberg, che si trova alle porte della città. L’ampliamento della tutela premia la passione di Graz per la cultura, l’arte, la propria storia. Il Castello è circondato da un parco di 90 mila mq, nel quale spicca il prezioso “Giardino dei Pianeti”, con uno straordinario roseto. Il maestoso giardino all’inglese popolato dai pavoni è stato impiantato dopo il 1820: con il suo ricco patrimonio arboreo, è uno dei monumenti naturali più famosi dell’Austria. 43
Numismatico, il Museo Archeologico e il Lapidarium Romano, si presenta maestoso, con torri angolari e un cortile interno con tre ordini di arcate. Le torri sono 4, quante le stagioni. Il maniero possiede 365 finestre, come i giorni dell’anno, 12 sono invece i portoni (come i mesi dell’anno), sette dei quali sono orientati verso la città e sono i 24 saloni di rappresentanza (come le ore del giono). Su ogni lato dell’edificio si affacciano 12 Prunkraume, cioè sale festose, come il numero delle ore in un giorno, a rappresentare il giorno e la notte. Ma non basta. Le sale festose hanno in tutto 52 finestre, come il numero delle settimane in un anno. Aggiungendo le 8 finestre della Sala dei Pianeti, il cuore del Castello, si va a 60. Cioè il numero dei secondi in un minuto o dei minuti in un’ora. Infine, nel Parco dedicato ai pianeti, sono state create 7 aiuole (quanti erano allora i pianeti conosciuti). A destra dell’ingresso si erge la ‘collina delle rose’, una postazione panoramica da cui ammirare i giardini. Il Castello venne progettato e iniziato nel 1625 dal De Pomis, che fu allievo di Andrea Palladio. Egli portò avanti la costruzione di Eggemberg fino alla sua morte, nel 1631. Per due anni, dopo la morte del De Pomis, il cantiere venne affidato al fiammingo Laurenz van de Suppei. In seguito vi misero mano Pietro Valnegro e Antonio Pozzo nel 1635-36. Dal 1641 al 1646
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si proseguì con l’allestimento degli interni e - fra il 1666 e il 1685 - fu eseguita la fastosa decorazione barocca che ancor oggi si ammira nelle sale. Tra il 1754 e il 1762 fu intrapresa una completa ristrutturazione del Castello ad opera del conte Johann Leopold Herberstein, marito dell’ultima principessa Eggenberg, con decori in stile rococò. Furono rinnovati il mobilio del Castello e le sale dell’ala nord. L’architetto Joseph Hueber, allievo di Johann Lucas Von Hildebrandt, demolì il teatro per costruire la cappella del castello. Tra le aree più interessanti da visitare sui 3 piani, il piano nobile, formato da 24 stanze fastose, arredate con un gusto ricco e originale. Esso conserva oltre 600 dipinti, racchiusi da sofisticate cornici di stucco. Questo ciclo pittorico, il più importante di tutta l’Austria, è un pout-pourri barocco a tema storico, che contiene sia scene della mitologia classica che scene bibliche, eventi memorabili della civiltà occidentale. Non mancano neanche le più famose fiabe orientali. L’ arredo di queste stanze, allietato da preziose decorazioni murali, stufe in maiolica e mobili, risale al periodo rococò. Le sale del castello oggi si visitano solo con visita guidata in tedesco o inglese. Nelle 500 pitture che si ammirano sui soffitti sono rappresentate le virtù regali e civiche e i vizi umani. Sono impersonate da personaggi bibli-
ci, eroi dell’antichità e figure mitologiche. Dopo l’estinzione dei principi di Eggenberg nel 1717, i nuovi signori del Castello, la famiglia Herbestein, commissionò unn nuovo rinnovamento. A loro si devono alcune modifiche, che non sovvertirono tuttavia la simbologia di tutti i numeri in esso contenuti. Per esempio l’introduzione di tre stanzette in stile orientale, le cosiddette sale indiane con dipinti cinesi su seta e quadri giapponesi su carta. Lo studiolo giapponese invece ha un pavimento byobu del ‘600, con rare rappresentazioni di Osaka. In altre cinque stanze rinnovate nello stesso periodo, sono presenti alcune pitture murali firmate Johann Anton Baptist Raunacher. Egli rappresentò la società nel tempo, dedita a divertimenti come la caccia, il gioco d’azzardo, la vita in campagna, le feste in giardino, le rappresentazioni della commedia dell’arte. La Planetensaal, la sala dei Pianeti contiene un ciclo di dipinti barocchi, opera del pittore Salisburghese Hans Adam Weissenkircher, che lo eseguì tra il 1678 e il 1685. I dipinti, di grande valore simbolico, collegano i 7 pianeti allora conosciuti con i 12 segni zodiacali che dominano il destino dell’uomo e il tempo, con le idee filosofiche riguardanti lo sviluppo dell’animo umano, che viene purificato dal piombo di Saturno e - come nelle trasformazioni degli antichi alchimisti - si trasformava in oro. L’ oro La grandiosità dei saloni del Castello di Eggemberg, con oltre 500 dipinti contornati da chilometri di magnifici stucchi, una profusione di affreschi illuminati da grandi lampadari e arredi preziosi.
I NUMERI DI EGGEMBERG Le torri sono 4, quante le stagioni. Il maniero possiede 365 finestre; 12 sono invece i portoni (come i mesi dell’anno), sette dei quali sono orientati verso la città e sono i 24 saloni di rappresentanza (come le ore del giono). Su ogni lato dell’edificio si affacciano 12 sale festose, come il numero delle ore in un giorno. Le sale fFAstose hanno in tutto 52 finestre, come le settimane in un anno. 45
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del Sole, con i membri della famiglia Eggemberg rappresentati come divinità, insieme ai simboli del loro stemma, mentre regnano sul cielo e sulla terra, nel loro personalissimo universo. Dal 1999, anno in cui è arrivata la prestigiosa tutela dell’Unesco, il Castello di Eggenberg è diventato un sito vivo, vivace e coinvolgente, che accoglie ogni anno migliaia di visitatori interessati soprattutto alle sale festose e alla Alte Galerie, una raccolta d’arte che conserva una buona dote di capolavori. Tra le sale festose più belle ricordiamo la sala romana e le camere da letto di Maria Teresa, dove si conservano i ritratti dei suoi figli e di suo marito Francesco I. In una camera dormì Luigi Bonaparte, del periodo è ancora presente un prezioso orologio a intarsio. Tra le opere d’arte più preziose, la Madonna di Admont del XIII secolo, una delle principali sculture lignee del gotico europeo, datata 1260 e proveniente dalla regione francese della Borgogna. Notevole anche la porta della sagrestia di Friesach con iscrizione e San Nicola, le vetrate del XIII secolo e il busto di S. Osvaldo, un’ opera quattrocentesca proveniente dalla Stiria. Infine il Grande altare dei Miracoli di Mariazell, del Maestro della Tavola di S. Martino a Bruck e la tavola della Leggenda di S. Martino intitolata “S. Martino e il mendicante”,
con dietro uno scorcio di città. i quadrì rococò di Platzer e il manierismo di Brueghel il Giovane, di cui si ammira il bel dipinto “Kermesse”, mentre di J. Bruethel il Vecchio è esposto il famosissimo “Trionfo della Morte”. Nella sezione Rinascimento, Manierismo e Barocco, posta nell’ala est e nord del Castello, le opere più rilevanti sono: “Marte, Venere e Amore” di B. Spranger, “Venere, Cerere e Bacco” di J.G.Platzer, una “Scena mitologica con Apollo e Bacco”, “L’Arciduca Fernando combatte contro l’Eresia”, di Giovanni Piero de Pomis, il “Trionfo della Morte” di G.B. Brueghel il Vecchio, “Kermesse” di P. Brueghel il Giovane, il “Giudizio di Paride di Luca Cranach, un “Ercole tra i Pigmei” di Dosso Dossi. Vale la pena anche di scoprire la collezione numismatica donata dall’Arciduca Giovanni Battista Asburgo al Museo nel 1811. Si tratta della seconda collezione di monete di tutta l’Austria. E’ dedicata in particolare ai conii stiriani: si va dalle monete d’’oro della romana Flavia Solva alle monete rinascimentali volute dall’arciduca Carlo II. E’ interessante pure la collezione archeologica, con i reperti del Noricum, la provincia romana che copriva l’attuale Stiria. Sono esposte una ricca collezione di lapidi e gli arredi funerari recuperati nei siti di Strettweg e Kleinklein, databili fra l’VIII e il VI secolo a.C. Balli, concerti, eventi: il Castello di Eggenberg ospita le manifestazioni più raffinate della Stiria. Vale la pena di scoprire anche l’esposizione numismatica, con monete romane d’oro e monete rinascimentali.
orem ipsum dolor sit amet, ù+ IL MONDO DEL PRINCIPE Costruito nel 1625 da Pietro de Pomis come residenza del governatore imperiale Hans Ulrich von Eggenberg, il palazzo doveva simboleggiare l’universo e contenere le rappresentazioni del mondo ideale del Principe. I saloni di gala si possono vistitare da Pasqua fino alla fine di ottobre mentre il vasto e romantico parco è aperto tutto l’anno.
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