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LA MEDICINA COM’ERA
LAMEDICINA com’era...
GENNARO CIABURRI, IL PRIMO MEDICO CONTRO LA VIVISEZIONE ANIMALE
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Nato nel 1881 a Cerreto Sannita, Ciaburri fu indirizzato verso gli studi ecclesiastici, carriera molto ben vista nella società di quel tempo. Il giovane Ciaburri però scelse una strada diversa, seguendo la sua passione per la biologia, arrivando a laurearsi presso l’università di Zurigo. L’influenza di docenti illustri, come l’allora celebre chirurgo Sauerbruch, lo motivarono nel proseguire i suoi studi all’università di Bologna, dove conseguì la laurea in medicina e chirurgia. Lavorò per molti anni presso l’Ospedale Maggiore, poi divenne Direttore del Laboratorio di analisi chimiche e microscopiche. Le sue passioni però restavano due: la medicina tradizionale e lo studio degli animali. Durante la sua carriera, a causa della politica imperialistica portata avanti da Mussolini, a partire dal 1928 si dedicò allo studio delle malattie tropicali. Pubblicò nel 1930 i suoi studi sulla malaria, pubblicando sulla ‘Rivista di Malattie Tropicali’ un saggio sulla Istopatologia del sistema nervoso centrale nella malaria perniciosa. Nel 1931 si dedicò allo studio della bilharziosi e i risultati furono pubblicati a Modena, sulla ‘Rivista sintetica di Medicina Tropicale’. Va ricordata anche la sua collaborazione con Gaetano Rummo per la ‘Riforma medica’; nel 1932 pubblicò un articolo dal titolo ‘Un singolare caso di avvelenamento da sublimato’.Scrisse moltissimi altri articoli e saggi, tra cui i volumi ‘Come si cura il raffreddore’ e ‘Medicina d’urgenza’. Oltre ai suoi studi, Ciaburri fu tra i primi medici a combattere la vivisezione. Nel 1929 fondò l’Unione Antivivisezionista Italiana (U.A.I.) ed il periodico trimestrale Scienza e Coscienza, edito dal 1931. Il più importante risultato raggiunto dall’Unione fu la prima legge italiana contro la vivisezione, n. 924 del 12 giugno 1931. Ciaburri continuò i suoi lavori e tenne conferenze in Italia, Svizzera, Francia e Austria. Si spense a Bologna il 16 aprile 1970.
Se la prima donna medico in Italia fu Ernestina Paper nel 1877, in America fu Elizabeth Blackwell nel 1849, prima della sua classe, ma non senza numerose difficoltà. Dopo essersi trasferita da Bristol in America insieme alla numerosa famiglia per cercare fortuna, Elizabeth fatica a trovare la sua dimensione. Inizialmente lavora come insegnante, senza passione. La decisione che la porta a scegliere di affrontare un percorso per l’epoca impensabile e sconsiderato, è da lei raccontato nella sua autobiografia in un aneddoto: una sua amica, dopo una lunga malattia, le confessa che se avesse avuto una dottoressa donna a curarla non avrebbe sofferto così tanto. Inizia così a studiare privatamente con alcuni medici, e nel 1847 cerca di essere ammessa in una scuola di medicina. Viene respinta da tutte, ma è alla fine ammessa, quasi per caso, al Geneva Medical College di New York. I mesi trascorsi nel College vengono da lei raccontati come difficilissimi. Da gran parte dei compagni veniva ostracizzata e all’inizio esclusa dalle dimostrazioni in classe. Perseverò, tuttavia, sino a convincere colleghi e professori della sua serietà e competenza. Nel gennaio 1849, classificatasi prima nella sua classe, divenne la prima donna negli Stati Uniti a laurearsi in medicina. La sua tesi sulla febbre tifoide fu pubblicata sul Buffalo Medical Journal. Ad aprile, divenuta ormai cittadina statunitense naturalizzata, Blackwell si reca in Inghilterra per ulteriore formazione, e in maggio a Parigi, dove frequenta il corso per ostetriche a La Maternité per approfondire tali studi. Nell’estate del 1851 tornò a New York. Lì, la sua carriera subì un forte rallentamento perché nessuno voleva assumerla. Nel 1957 la Blackwell apre a New York la ‘Infirmary for Women’ con la sorella minore Emily. Allo stesso tempo, tiene conferenze alle donne negli Stati Uniti e in Inghilterra sull’importanza dell’educazione delle donne e della professione di medico per le donne. I suoi viaggi in Inghilterra si fanno sempre più frequenti e nel 1874, Blackwell lavora insieme a Florence Nightingale, Sophia Jex-Blake, Elizabeth Garrett Anderson, Emily Blackwell e Thomas Henry Huxley per creare la prima scuola di medicina per donne in Inghilterra, la London School of Medicine for Women, nella quale ricopre la Cattedra di igiene. Fino alla sua morte nel 1910, Blackwell ha lavorato in uno studio attivo a Hastings, in Inghilterra, e ha continuato a tenere conferenze alla School of Medicine for Women.