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Il grande scarificio
PANDEMIA
IL GRANDE SACRIFICIO
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365 medici hanno dato la vita per garantire la salute di tutti durante la pandemia. L’Ordine ha deciso di rendere onore e ricordare i colleghi morti per Covid in Puglia e nella Provincia di Bari.
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a cura della REDAZIONE
Sono 365 i medici caduti per il Covid - tra cui 15 pugliesi - ricordati sul Portale della FNOMCeO: circa la metà erano medici di medicina generale – che operavano come medici di famiglia, guardie mediche, medici penitenziari, del 118, delle Rsa – o pediatri di libera scelta. È un numero veramente spropositato, una vera e propria strage in questa pandemia, un prezzo altissimo che la professione medica e odontoiatrica ha pagato per garantire la salute di tutti. A loro, che hanno onorato i valori della professione fino a sacrificare la propria vita, va il nostro ricordo e la nostra riconoscenza.
Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei medici di Bari
MARIO LUIGI SALERNO
Fisiatra di 67 anni, lavorava in un centro di riabilitazione. Viveva a Bitritto, ma lavorava a Sannicandro di Bari. Così lo hanno ricordato i suoi colleghi del centro di fisioterapia FisioFarm: “...pilastro della nostra struttura, un medico eccezionale ma soprattutto una persona speciale per tutti noi. Lo ricorderemo sempre per la sua innata eleganza, educazione, disponibilità ed umiltà”. Un altro collega, Vito Lacalaprice, medico di medicina generale a Sannicandro lo ricorda come “una persona splendida, squisita, disponibilissima. Qui noi a Sannicandro ne facevamo largo uso e abuso. Ho visto un suo paziente piangere nel sentire la notizia”.
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Mario Luigi Salerno
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UBALDO AMATI
“Per Ubaldo Amati essere medico voleva dire incarnare l’esempio e lo spirito di servizio che i vecchi medici di famiglia di Locorotondo hanno consegnato a noi generazioni successive. Ci ha inevitabilmente motivato a continuare la loro tradizione e il loro modus operandi. Ubaldo è stato tra gli interpreti più coerenti di questa missione. Con l’arrivo della pandemia, Ubaldo non ha modificato assolutamente il suo modo di essere medico. “Qualcuno doveva esserci”, ecco la frase con cui ci demmo un cambio turno durante il focolaio Covid in una casa di cura. Io particolarmente teso e preoccupato. Lui, dall’alto della sua esperienza, nascondeva il tutto dietro il solito sorriso. Celava l’inevitabile preoccupazione con l’ottimismo che lo ha seguito anche durante la malattia. La sua professionalità è testimoniata da quasi 30 anni di attività sul territorio, dal suo impegno costante e continuativo nella FIDAS, dall’essere stato anche punto di riferimento come sindaco per la popolazione e, non ultimo, dall’aver sacrificato la sua vita nel servire i suoi concittadini. Più che un episodio particolare ricordo e ricorderò per sempre le innumerevoli telefonate giornaliere per informarsi della situazione degli ammalati in struttura e la sua allegria nel minimizzare il suo stato di salute. Erano gli altri che esistevano e per lui tutto si sarebbe risolto. Purtroppo, così non è stato”.
Felice Casavola, collega.
ENRICO PANSINI
Medico di medicina generale di Molfetta, è scomparso il 1° gennaio 2021. “Per nostro padre essere medico voleva dire mettersi a disposizione dei pazienti, ma anche di parenti e di amici. Togliere dubbi, consigliare, confortare, accompagnare il malato in qualsiasi situazione, con professionalità, umanità ed empatia. Di fronte alla pandemia non ricordiamo dimostrasse paura, ma sicuramente preoccupazione per la situazione. Come medico di medicina generale era sempre impegnatissimo, a qualsiasi ora, con telefonate, messaggi di pazienti, parenti ed amici che volevano essere rassicurati, volevano informazioni, chiarimenti, o semplicemente
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una visita, un parere medico. E poi faceva tantissimi ordini su internet per reperire i presidi che sarebbero dovuti arrivare ai medici ma che alla fine si è sempre dovuto preoccupare lui di procurarsi. Senza mai sottrarsi al compimento del proprio dovere. Lui è e sarà per sempre il nostro maestro. Non solo a livello professionale ma anche e soprattutto umano. Dal punto di vista professionale ricordiamo la sua totale disponibilità: le chiamate a casa praticamente ad ogni ora, i rientri dopo le 14 quasi ogni giorno, pranzare, per poi tornare a lavorare subito dopo e fino a sera, indefessamente e con grande abnegazione. Ci ha insegnato l’amore per lo studio e la ricerca applicati in diversi campi. La curiosità e la sete di conoscenza. La voglia continua di arricchirci e migliorarci. Il senso del bello, il sorriso e la positività. L’umanità e l’empatia che devono necessariamente permeare professioni come quelle intellettuali. Ogni giorno applichiamo i suoi insegnamenti, non solo al lavoro, sperando di renderlo orgoglioso di noi. Lui sarà per sempre nel nostro cuore, nel cuore di tutti noi che lo abbiamo conosciuto e gli abbiamo voluto bene, che continuiamo e continueremo a volergli bene per sempre”.
I figli Antonio ed Elda
“Enrico, per me parente, collega, amico fraterno era l’espressione di una ‘innata positività’, sia nella vita privata che nel suo quotidiano professionale. E una persona positiva ti rimane sempre dentro… Come medico di famiglia, abituato ad affrontare la variegata umanità che gli si presentava, l’essere “positivo” rappresentava un grande vantaggio per chi, preoccupato, si rivolgeva a lui per ottenere conforto, cura e rassicurazione, che Enrico era capace di trasmettere. Per un medico, un medico di famiglia in particolare, competenza e spontaneità nella relazione rappresentano - e così è stato per Enrico - il perfetto connubio per essere amati dai propri pazienti. Davanti alla diffusione della pandemia, lo vedevo, da medico, seriamente impegnato nel trasmettere ai suoi pazienti la serietà del momento; avendo egli stesso grande consapevolezza della brutalità del nemico che quotidianamente affrontava aveva messo in atto una difesa, proteggendosi con vari presidi sanitari, anche per dimostrare visivamente ai suoi pazienti, qualora non lo capissero, che era necessario proteggersi. La competenza professionale di Enrico, come medico di famiglia e come specialista in cardiologia era grande. Non intendeva rinunciare a partecipare al Congresso Nazionale di Cardiologia per conservare e alimentare un costante e continuo aggiornamento e al tempo stesso curava l’aggiornamento in medicina generale sostenendo egli stesso, come docente, frequenti corsi. Ci scambiavamo frequentemente lunghe telefonate riportando pareri su casi clinici che ci capitavano, arricchendoci delle competenze reciproche, lui cardiologo ed io chirurgo.
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Ubaldo Amati
Enrico Pansini
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Ci siamo sentiti spesso integrati appartenendo a due componenti differenti della sanità pubblica, la Medicina di base e quella Ospedaliera, e dalla fusione di vedute ci si sforzava di offrire sempre il meglio. Ho un ricordo indelebile, riferito a pochi giorni prima che mi comunicasse la sua positività, a fine novembre; ci incontrammo una mattina per strada, vicino al suo ambulatorio; non mi vide, era al telefono con un suo assistito; ci fermammo; mi apparve stremato e con uno sguardo che non era il suo; mi manifestò ancora la sua fatica, la preoccupazione, l’angoscia; non aveva più il sorriso che conoscevo; lo invitai a rallentare ma mi rispose che il “da fare era tanto”. Ma Enrico aveva anche la capacità di isolarsi con i propri interessi, coltivando passioni come la musica: si incontrava con gli amici ‘del complesso’, lasciandosi tutto alle spalle, e così, soprattutto negli ultimi tempi, si rigenerava. Ma la rigenerazione vera la otteneva dalla sua famiglia, in particolare quando si riuniva con i figli, Elda e Antonio. Enrico è stato questo: una fonte di aggregazione e positività che coinvolgeva tutti quelli che lo hanno conosciuto e frequentato”.
Giuseppe De Leo, collega
“Per il dott. Enrico Pansini essere medico voleva dire disponibilità pressoché totale, amore per l’aggiornamento scientifico, comunicare in maniera chiara, semplice e proporzionata al livello socio-culturale ed all’emotività dell’interlocutore, condurre un rapporto con il paziente amichevole ma Antonio Le Rose di reciproco rispetto, agire sempre con una diligenza superiore a quella del buon padre di famiglia. Con l’arrivo della pandemia ha operato in prima linea senza sottrarsi alle richieste di assistenza da parte dei pazienti - anche se non pienamente motivate - pur nella consapevolezza di esporsi ad un alto rischio di contrarre l’infezione. Fin dai primi incontri il nostro rapporto è stato di grande stima e fraterna amicizia. I ricordi sono tutti ugualmente belli e struggenti. Posso solo raccontarne l’estrema intelligenza, la sensibilità, l’empatia (reciproca) che hanno sempre caratterizzato il suo modo di relazionarsi in ogni momento ed in qualsiasi situazione”.
Domenico Mongelli, collega
ANTONIO LE ROSE
Medico di otorinolaringoiatria dell’Ospedale Fabio Perinei, è morto a 65 anni dopo un ricovero di un mese all’Ospedale Miulli. Così lo ha ricordato la sindaca di Altamura, Rosa Melodia: “Perdiamo una persona buona e vicina alle persone disagiate”. Le centinaia di messaggi arrivati sulla pagina Facebook della sindaca ricordano un dottore e una persona sempre disponibile, umile e speciale.
MEDICI PUGLIESI DECEDUTI PER COVID 19 DALL’INIZIO DELLA PANDEMIA
Antonio Maghernino † 25 03 2020
Medico di continuità assistenziale - Foggia Mario Luigi Salerno † 28 03 2020
(data segnalazione) Fisiatra - Bari Vincenzo Saponaro † 10 04 2020
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Medico di medicina generale – Brindisi Antonio Le Rose † 20 04 2020
Mauro Cotillo † 19 11 2020
(data segnalazione) Odontoiatra – Foggia Giovanni Bissanti 23 03 1958 † 19 11 2020 (data segnalazione) Medico di continuità assistenziale – Foggia Vito Roberto De Giorgi † 27 11 2020
Anestesista, in pensione. Originario di Lecce, lavorava all’ospedale di Triggiano (BA) Michele Cicchelli, † 06 12 2020
pediatra di Bisceglie
Giuseppe Grosso, † 06 12 2020
Classe 1955, originario di Celenza Valfortore e responsabile della medicina specialistica e protesica presso il Distretto di Lucera Enrico Pansini † 01 01 2021
Medico di medicina Generale, Molfetta
Costantino Ciavarella, † 15 01 2021
65 anni, medico di medicina generale di San Nicandro Garganico, dove rivestiva anche la carica di sindaco
Antonio Cafagna † 31 01 2021
ginecologo in pensione di Barletta Giuseppe Lauriola † 20 12 2020
odontoiatra di San Giovanni Rotondo
Giuseppe Tortorella † 08 01 2021
pediatra di Grumo Appula (BA) Ubaldo Amati † 15 02 2021 65 anni, medico di medicina generale ed ex sindaco di Locorotondo (BA)
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