Come Dio Vuole

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Andrea Morgante

COME DIO VUOLE luci e voci dalla terra di salento a cura di Giulietta Bandiera


Si ringraziano: Giovanna Pepe, Luigi Cosi, Alessandra Avantaggiato, Antonio di Carpegna Falconieri e Clara Winspeare. Fondazione La Notte della Taranta, Affaritaliani.it , «Nuovo Quotidiano di Puglia», «Il tempo», La Repubblica.it, Salento Web Tv, Premio Apollonio, Festival dei Comportamenti Umani di Lodi.

Edizioni Kurumuny Sede legale Via Palermo 13 – 73021 Calimera (Le) Sede operativa Via San Pantaleo 12 – 73020 Martignano (Le) Tel. e Fax 0832801528 www.kurumuny.it • info@kurumuny.it ISBN 978-88-98773-17-6 Editing e progetto grafico: Fabio Chiriatti Chiuso in stampa nel mese di novembre 2014 © Edizioni Kurumuny – 2014


A Giulia. Il giorno che sei nata era un bellissimo giorno di primavera. Andrea

Hai creato, giocato con la luce e fermato il tempo. Insieme abbiamo creato la nostra Giulia: nuovo ponte di luce. Paola Pellegrino



Introduzione

Già prima della Notte della Taranta, delle battaglie sociali del Sud Sound System, del cinema di Edoardo Winspeare, delle sfilate di Costume National e di tutto quanto fa oggi del Salento un brand riconosciuto a livello internazionale, qualcuno già si era accorto del potenziale di quella ‘terra promessa’. Armato soltanto di una Canon EF meccanica, acquistata di seconda mano in un mercatino di Milano, un giovane fotografo si aggirava furtivo, in epoca non sospetta, nei luoghi più ameni di questa penisola estrema e fin nelle rughe più profonde di questa terra antica, ricomponendo poco alla volta, uno scatto dopo l’altro, il formidabile affresco che oggi tutti celebriamo. Era doveroso, dunque, che – nel momento del suo massimo splendore – il Salento restituisse in qualche modo il giusto riconoscimento ad Andrea Morgante, uno dei suoi figli più fedeli, che qui hanno avuto il coraggio di restare, con questo libro che rappresenta il compendio di trent’anni della sua attività artistica. Anni nei quali questo fotografo, ispirato dalla luce, non solo ha inventato un modo nuovo di guardare a questi luoghi, ma ha anche introdotto un nuovo concetto di cartolina illustrata, che da lui in poi è diventata un vero prodotto artistico, il cui taglio e il cui stile inconfondibile e raffinato è stato in seguito adottato in tutto il mondo. Autentiche suggestioni, capaci di fare tendenza e perfino di reggere l’impatto dell’epoca digitale. «Perché non c’è niente da fare – spiega Roberto Romano, fotografo a sua volta e grande estimatore dell’opera di Morgante – quello che Andrea vede,

nessun altro riesce a vederlo. E anche se sei passato un attimo prima, ti accorgi di esserti lasciato sfuggire quel particolare, che a lui invece non è sfuggito e del quale è riuscito a fare un capolavoro». «Il momento decisivo è un piccolo miracolo – spiega Andrea – è una predisposizione d’animo che fa sì che uno sguardo, un moto di gioia, la luce che avevi immaginato, siano proprio lì, davanti alla camera, nell’attimo stesso in cui li avresti voluti. Come doni che avevi in serbo e che ora da te magicamente possono proiettarsi al di fuori, per essere condivisi». Schivo per carattere, di poche parole e refrattario ai clamori, Morgante ha continuato in tutti questi anni a fare il proprio lavoro con lo spirito del ricercatore a oltranza, mai pago dei risultati raggiunti. «Il mio mestiere – rivela – non è altro che l’attesa del miraggio. Un esercizio che mi ha portato, negli anni, a individuare qualche costante nell’ordine caotico delle cose, quasi che, a forza di corrergli dietro e attendere la sua benevolenza, talvolta quel miraggio fosse perfino possibile prevederlo». E in quanto ai luoghi delle sue esplorazioni, gli stessi che il lettore troverà in queste pagine, anch’essi sono per l’autore poco più che pretesti per raccontarsi e per raccontare di noi e di ciò che si impiglia alla nostra memoria, le storie dei nostri amici, degli amori, o quelle del vento di maggio. Lasciamoci trasportare. Giulietta Bandiera


Lo sguardo critico

Due caratteri della fotografia di Andrea Morgante mi hanno particolarmente colpito, uno tutto interno alla sua poetica, l’altro più specificatamente legato alle sue scelte stilistico espressive. Il primo è la forte empatia – direi di carattere esistenziale – che lega l’autore con i soggetti che ci propone attraverso il suo obiettivo: soggetti, voglio dire, che si esplicitano come fortemente interiorizzati e che rivelano – in particolare nell’attenzione al dettaglio, al particolare, agli eventi minimi – una lunga frequentazione. Se è vero che in genere si fotografa solo quello che si sa, Andrea Morgante non solo sa, ma ama da lungo tempo, e conosce fin nelle fibre più intime ciò che fotografa. è questo, probabilmente, che gli consente di attendere l’istante più propizio, il “momento decisivo” teorizzato dal mio amico CartierBresson, in cui vengono a condensarsi nell’immagine il senso e la tensione di una scena, di un evento. Che poi si tratti di una spettacolare mareggiata o di una processione spiata attraverso una porta, di una partita a carte tra anziani o di un mosaico, ciò sta a indicare come l’universo di Morgante sia fondamentalmente omogeneo, pur nella sua variegata espressività, e intrinseco alle sue radici. Il secondo aspetto che ritengo peculiare è l’uso che fa della luce e, attraverso il suo trattamento, del colore. Se nel bianconero le sue immagini appaiono fortemente modulate nelle diverse tonalità del grigio, mai bruciate da forti e improvvisi contrasti tonali, allo stesso modo il suo colore appare lentamente

sedimentato sulla pagina in nuances cromatiche che si attraggono alle mode correnti dei colori acidi e supersaturi. Si tratta di un risultato sorprendente, solo se si pensi all’abbacinante sfolgorare della luce del Salento, che Morgante – invece di utilizzare per esercizi di sfrenato cromatismo – modula in tonalità pastellate, quasi da affresco, che richiamano certi lavori di Luigi Ghiri. è un modo preciso di dichiarare la discrezione di un approccio che gode delle minime vibrazioni della luce e ne sa apprezzare e cogliere la valenza narrativa. Un approccio fortemente interiorizzato e un linguaggio discreto: sono, a ben vedere, due aspetti di un’unica poetica che coinvolge direttamente il rapporto dell’autore con il proprio vissuto e il proprio ambiente: in cui ogni passo è un ritorno e ogni parola evoca una storia.

Lanfranco Colombo, 1999 (Critico fotografico per conto della Kodak)


TERRA NERA NERA PIGNATARA PETRUDDHARU CHIANCA PILUMAFU CRITA ARENUSA CRITA BONA CRITA TURCHINA CUZZARU SAPUNARU CRUGNU TUFU NERU TUFU RUSSU PETRA BIANCA

I quattordici modi di chiamare la terra secondo Uccio Aloisi, contadino e cantore popolare (1928-2010).




Questa terra è un museo delle persone, delle storie di vita. Qui le cose non devi farle, ma solo nominarle. PerchÊ ci sono già . Toti Semerano, architetto e designer.

Qui ci sono delle cose veramente difficili, come trovare delle calette a mare che siano solo per noi. Io le mie le ho trovate, ma non ve lo dico dove sono! Alessandro Mannarino, musicista.






Nel Salento le persone sono come pietre al sole: calde, dure e fiere. A un primo approccio altere, ma rivelano nel tempo tenacia e dignitĂ . Silvia Ricciardelli, Koreja.







La mia avventura

«Tutto inizia nel 1975, in piazza De Angeli a Milano, dove compro una Canon EF usata. Passano oltre dieci anni prima di vedere la strada segnata. La fotografia prende il sopravvento solo alla fine degli anni Ottanta, quando decido di dedicarmi totalmente a quell’immagine che si rivela, pian piano, su un foglio di carta bianca».

Andrea Morgante vive e lavora a Casarano (Lecce). La sua avventura di fotografo professionista ha inizio nel 1986, con la produzione di una prima collezione di cartoline, dedicata ai paesaggi e al costume popolare salentino, cui faranno seguito, negli anni, diverse altre serie. Tra il 1992 e il 1995, realizza reportage da Cuba (su commissione della Casa Editrice Cidgraf dell’Avana) e dalla Repubblica Dominicana (in collaborazione con la sede consolare milanese). Ma è soprattutto dell’Albania che segue i rapidi mutamenti sociali nel cruciale biennio 1992-93, realizzando, tre anni più tardi, la mostra Afert (Vicini), durante il Merano TV Festival. Più prettamente artistiche sono invece le monografie: Il Presepe del Seicento e Ottocento in Terra d’Otranto (Libri Scheiwiller, Milano 1997) e I Mosaici di Santa Maria della Croce di Casarano, che daranno poi vita alla mostra Crocevia Eventi del 1998.

Nella primavera 2001 partecipa alla collettiva Oltre il confine del matrimonio a Cisternino (Brindisi). Nel 2002 realizza la mostra Momento Decisivo, in un cantiere edile di Casarano, nell’ambito del progetto Cantieri Visivi. Nello stesso anno è responsabile del settore documentazione di “Initinere”, progetto comunitario di arte contemporanea. Nel 2007 è direttore artistico del progetto comunitario Casarano & Casaranello, producendo un documentario e una pubblicazione su I mosaici di Santa Maria della Croce. Ha inoltre collaborato, come freelance, con diverse riviste nazionali e internazionali, quali “The best of Puglia” (Italia), “Le ali del Levante” (Aeroporti di Puglia), “Real Italian Food” (Nuova Zelanda), “Shotor Travel” (Giappone), ”100 postcards di Yomota Inuhiko” (Daiwa Press). Le sue foto sono state pubblicate in diverse testate giornalistiche, tra cui «La Repubblica», «Il Corriere della Sera», «La Gazzetta del Mezzogiorno», «Il Nuovo Quotidiano di Puglia».

www.morgantephoto.com


Indice dei nomi

Uccio Aloisi Martin Andrade Michele Baccarini Giulietta Bandiera Giovanna Bandini Don Tonino Bello Carmelo Bene Airan Berg Alessandro Bergonzoni Vittorio Bodini Ennio Bonea Ennio Capasa Antonio Caprarica Vinicio Capossela Franca Capoti Raffaele Casarano Elisabetta Casto Sonia Cataldo Giorgia Cecere Fabio Chiriatti Luigi Chiriatti Girolamo Comi Antonio Conte, in arte Dj War Stewart Copeland Maria Corti Luigi Cosi Roberto Cotroneo Serena Dandini Nicola G. De Donno Ernesto de Martino Giuseppe Maria Desa da Copertino Rina Durante Isa Ferilli Vittorio Fiore Gabriele Fonseca Fabrizio Manco Alessandro Mannarino

Neri MarcorÊ Andrea Mariano, in arte Android Cinzia Marzo Paolo Mele Maria Luisa Morroy Capasa Fabio Novembre Enza Pagliara Giovanna Pepe Paolo Perrone Stefania Pinto Giusi Portaluri Federico Primiceri Giorgio Primiceri Maria Rainò Silvia Ricciardelli Alessandra Rizzo Giovanni Rizzo Giovanni Rollo, in arte Papa Gianni Giovanni Francesco Romano Patrizio Romano Antonella Ruggiero Giuliano Sangiorgi Roberta Saracino Riccardo Scamarcio Tito Schipa Jr. Raffaele Schito Toti Semerano Vittorio Sgarbi Giovanni Sollima Roberto Vecchioni Nichi Vendola Antonio Verri Edoardo Winspeare Pino Zimba


Bibliografia

Martin Andrade, Sotto il ponte del tempo, Edizioni Il Laboratorio, Parabita (Le), 2004. Michele Baccarini, Infinitamente meno, Lupo, Copertino (Le) 2011. Carmelo Bene, Sono apparso alla Madonna, Bompiani, Milano 1983. Vittorio Bodini, La Luna dei Borboni, Edizioni della Meridiana, Milano 1952. Vittorio Bodini, Tutte le poesie (1932-70), a cura di Oreste Macrì, Mondadori, Milano 1983. Ennio Bonea, Ho cercato altri cieli, Rebellato Editore, Padova 1959. Luigi Chiriatti (a cura di), I cantori di Martano, Kurumuny, Calimera (Le) 2006. Girolamo Comi, Sonetti e poesie, Ceschina, Milano 1960. Maria Corti, L’ora di tutti, Bompiani, Milano 1962. Roberto Cotroneo, Otranto, Mondadori, Milano 1997. Nicola G. De Donno, La guerra de Utràntu, Libri Scheiwiller, Milano 1988. Ernesto de Martino, La terra del rimorso, Il Saggiatore, Milano 1961. Rina Durante, La malapianta, Rizzoli, Bologna 1964. Rina Durante, L‘oro del Salento, postumo a cura di Massimo Melillo, Besa, Nardò (Le) 2005. Vittorio Fiore, Ero nato sui mari del tonno, Schwarz Editore, Milano 1954. Adelmo Gaetani, Il mio Salento, la mia Puglia, Affari ltaliani, Milano 2013. Pierfrancesco Pacoda, Salento amore mio. Viaggio nella musica, nei luoghi e tra i protagonisti del rinascimento salentino, Kowalski, Milano 2011. R. Raheli, V. Santoro, S. Torsello (a cura di), I colori della terra. Canti e racconti di un musicista popolare, Aramirè, Lecce 2004. Giovanni Francesco Romano, Superstite, io rammento, Manni, Lecce 1993. Vittorio Sgarbi, L’Italia delle meraviglie. Una cartografia del cuore, Bompiani, Milano 2009. Antonio Verri, Il pane sotto la neve, Kurumuny, Calimera (Le).

Affaritaliani.it del 14.05.2012 e del 13.12.2012, per le testimonianze di Enza Pagliara, Fabio Novembre ed Ennio Capasa. Apolloniovini.it, sito del Premio Apollonio, per la testimonianza di Neri Marcoré. Comportamentiumani.org, sito del Festival dei Comportamenti Umani di Lodi, edizione 2013, per la testimonianza di Giuliano Sangiorgi. «Il Fabrizio Manco tempo» del 30.06.2009, per la testimonianza di Stewart Copeland. La Repubblica.it del 23.08.2013, per la testimonianza di Serena Dandini. «Nuovo Quotidiano di Puglia» del 14.08.2011 e del 19.11.2011, per le testimonianze di Tito Schipa Jr. e di Vinicio Capossela. Salento Web Tv, per la testimonianza di Antonio Caprarica.



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