La Pagina Dicembre 2016

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Numero 140 dicembre 2016

Il più bel regalo che possiamo donarvi

Ricordo di mia Madre Ricordo di te i sofferti racconti. Poco più che bambina invece di cogliere fiori nei prati, andavi per campi a raccogliere olive. Poi, quando giungesti all'adolescenza, lo jutificio Centurini ti prese a filare canapa sui suoi telai, in penose ed infinite giornate di lavoro; con un padrone despota e con guardiani arroganti

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carnali persecutori a toccare tese ragazze timorose di perdere il pane. Poi, sposa, si avverò il tuo sogno d'amore. E da madre, sempre a filare canapa e lavare pavimenti altrui tra guerra e lutti per allevare i figli: i soli fiori che cogliesti. Infine una crudele malattia ti portò alla morte. Solo allora apparve sul tuo volto la "serena quiete".

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Cambio della guardia È abbastanza curioso che una delle prime asserzioni che si sentono ripetere i giovani quando affrontano le basi della politica sia quella che li avverte che la democrazia non è un sistema perfetto, ma che è il migliore che si sia finora trovato. C’è in questo ammonimento una somiglianza con i primi approcci alla conoscenza scientifica: non ci vuole molto a capire, per uno studente di scienza, che la forza del metodo scientifico non sta nell’esaltazione della capacità di conoscere, quanto nel delimitare con esattezza i confini dell’ignoranza. Cerchiamo di capire bene i limiti delle nostre conoscenze, sembrano ripetersi gli scienziati: è attraverso questa ripetuta azione di riduzione che potremo essere ragionevolmente certi che quel che rimane sia vera conoscenza. Nell’organizzazione delle società, la forma democratica ha radici antiche, ma fronde e frutti solo molto recenti. È inevitabile citare le città-stato dell’Antica Grecia, Atene su tutte, come seme storico della democrazia, ma nella giusta esaltazione e riconoscenza che si deve ai padri fondatori spesso di dimentica di ricordare che anche quella era una democrazia embrionale, con suffragio limitato a cittadini maschi, in una società dove -oltre a non considerare degne di parità le donnevivevano schiavi e altri che erano ben lontani dall’avere il diritto di voto. E, soprattutto, che quella era una democrazia diretta, in cui tutti gli aventi diritto ad esprimere un’opinione entravano comodamente nell’agorà, la piazza della città. Gli stati democratici veri e propri sono molto più recenti. Appena un secolo fa, l’Europa che veniva fatta a brandelli dalla Prima Guerra Mondiale era un continente pieno zeppo d’imperi più o meno assolutistici, e gli stati che potevano a buon diritto dichiarare di avere una costituzione parlamentare e democratica non erano davvero molti. Oggi, i giovani che sentono l’ammonimento a considerare la democrazia come un sistema buono, ma non perfetto, sono in genere stupiti dalla limitazione. L’aggettivo democratico è connotato da un senso sempre positivo, perché è inevitabilmente paragonato ai suoi opposti storici: l’autocrazia, la dittatura, l’assolutismo. In che senso, allora, si può considerare solo migliore, e non più semplicemente perfetto? In genere, si spiega che il difetto della democrazia sta nel fatto che le minoranze devono subire la volontà della maggioranza: per sua natura, il meccanismo democratico prevede che una parte di cittadini non vedano esauditi i propri desideri. Tant’è vero che la perfettibilità della democrazia si misura in genere sullo sforzo che uno stato fa nel cercare di salvaguardare,

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per quanto possibile, anche i diritti e la qualità della vita delle minoranze. In questi ultimi tempi, però, c’è un altro difetto proprio dei sistemi democratici che comincia a venire alla luce: e anche questo è inevitabile, ineliminabile. Un difetto che discende direttamente dalla massima virtù della democrazia, ovvero dalla sua caratteristica di rispecchiare la volontà del popolo. Perché in democrazia la maggioranza vince sempre, ma non è garantito che la maggioranza abbia sempre ragione, che per volontà divina sappia sempre optare per la scelta migliore. Ciò non di meno, lo spirito democratico non può che essere sacrosantamente quantitativo, e non può imporre criteri selettivi all’origine: l’unico suffragio veramente democratico è quello universale. La democrazia si fonda sulla speranza che le parti contrapposte siano mediamente ragionevoli, mediamente tolleranti, mediamente civili, e su queste basi premia quelle che raccolgono maggiori consensi; al fine di ridurre il malcontento, proprio come il metodo scientifico cerca di ridurre l’ignoranza. Ma in tempi di crisi, di povertà, di intolleranza, le premesse di ragionevolezza, tolleranza e civiltà possono venir meno, e non c’è rimedio. La democrazia resta il migliore dei sistemi possibili, e quando si ammala non resta altro che sperare che guarisca presto. Gli uomini sono imperfetti, e talvolta anche cattivi: se lo diventano in maggioranza, non si può far altro che confidare nel tempo, nella educazione, e sperare che il vento cambi. Per questo uno degli elementi cruciali dei sistemi democratici è il mandato a termine, la predefinita scadenza dei poteri. Perfino Roma, che democratica non era, sapeva bene che un mandato che dà potere deve avere un termine, e che tanto più potere dà, tanto più breve deve essere la permanenza in carica. I due consoli restavano in carica un anno, il dictator, che governava da solo, soltanto sei mesi. Il cambio ai vertici del potere non garantisce che il successore sia migliore del predecessore: la maggior parte delle persone del mondo, probabilmente, avrebbe preferito avere un terzo mandato presidenziale per Barack Obama piuttosto che veder entrare alla Casa Bianca Donald Trump: ma il principio sacrosanto del cambio della guardia resta un pilastro fondamentale, per il buon funzionamento democratico. E anche su scala davvero più piccola, infinitamente più piccola, il ricambio è necessario e benefico. E nel constatare che questo è ormai il centesimo articolo scritto per questo giornale, e che con questo mese si completa un intero decennio di collaborazione con La Pagina, anche l’estensore di queste note ritiene opportuno e necessario smettere di occupare questo spazio prezioso su queste pagine. Se mi è concesso, in quest’ultimo paragrafo, parlare in prima persona, dirò che vivo lontano da Terni, e per questo scrivere qui mi ha fatto sentire un po’ più vicino alla mia città natale: di questo sono molto grato a questo giornale. Ma, appunto, i rinnovamenti sono spesso salutari, e sempre indispensabili; ed è per questo che serenamente saluto e ringrazio chi ha avuto la voglia e la pazienza di P i e ro F a b b r i leggermi in questi dieci anni.


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CNA- Confederazione Nazionale Artigianato PISCINE DELLO STADIO Cambio della guardia - P Fabbri BMP - Soluzioni tecnologiche per il trasporto verticale Noi e Terni - G Raspetti Orgoglio cittadino - L Santini Lavoro che fai dress code che trovi - A Melasecche I due cadetti di Misurata - F Patrizi CMT- Cooperativa Mobilitá Trasporti PROGRAMMA DELLA A.C. LA PAGINA PER SAN VALENTINO OTTICA MARI Andavamo a letto col prete - V Grechi Pagate i vostri debiti - M Petrocchi L'orba e ll'ùa - P Casali 19 ISTITUTO TECNICO TECNOLOGICO 20 - 21 Studio Medico ANTEO - L Fioriti, G Porcaro, M Martellotti 22 - 23 AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA DI TERNI 27 Intervista a Paolo Crescimbeni 28 Il terremoto del Belice - PL Seri 30 TERNI ACCESSIBILE... verso una città per tutti 31 STIFONE: GOLE 32 PROGETTO MANDELA 33 Vincenzo De Angelis - S Lupi 34 FONDAZIONE CARIT 35 ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE CLASSICO E ARTISTICO DI TERNI 36 - 37 I luoghi dell'anima - LICEO CLASSICO 38 ASSOCIAZIONE CULTURALE LA PAGINA 39 AUDIZIONE IN SALA CONSILIARE DEL COMUNE DI TERNI 40 L'arte di CECILIA PIERSIGILLI 41 VANO GIULIANO - RIELLO 42 PRO NATURA 43 GLOBAL SERVICE 44 MEDICENTER GROUP

Mensile di attualità e cultura Registrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni Redazione: Terni, Via Anastasio De Filis, 12 Tipolitografia: Federici - Terni DISTRIBUZIONE GRATUITA Direttore responsabile Michele Rito Liposi Direttore editoriale Giampiero Raspetti Grafica e impaginazione Francesco Stufara Editrice Projecta di Giampiero Raspetti 3482401774 info@lapagina.info www.lapagina.info Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.

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Noi e Terni! Giampiero Raspetti

Nel dare voce a moltissimi concittadini, nell’accogliere e nel creare dibattito intorno ad interventi specialistici, d’opinione o progettuali, La Pagina cerca di disegnare un possibile futuro per il territorio, in stretta osservanza con le risorse culturali ed ambientali presenti nella nostra terra. Possibile futuro che offre a tutta la cittadinanza, senza attardarsi nelle ideologie o nelle visioni di parte delle problematiche, nella convinzione che chi si impegna in progetti intelligenti non necessariamente debba avere una sua connotazione partitica. Con tali propositi feci nascere La Pagina, 14 anni fa. Arrivato oggi al 140esimo numero, posso ben dire che l’obiettivo non solo è rimasto invariato, ma si è consolidato e fortificato. Leggete ormai di continuo in merito al nostro impegno (riuscitissimo ed esemplare quello di Loretta Santini) per passare da la conca a la corona, da ju lu pozzu a Terni è bella. Ad anno nuovo avrete la gradita sorpresa di poter leggere un libro (Umbria, misura umana, oasi di pace, redatto da più feconde mani, con foto dei migliori fotografi di cui dispone la mia redazione e con interventi di prestigiosi centri culturali e di pace della nostra regione) che dimostrerà urbi et orbi come l’Umbria sia la regione più bella e più ricca del mondo. Abbiamo sempre fatto tutto, c’è da dirlo?... nella più completa solitudine, io e qualche centinaia di donne e uomini di cultura, professionisti che credono fermamente di dover servire il proprio territorio attraverso idee, progetti, programmi e che fanno del loro impegno un dono d’amore per la città. Personalmente offro ai miei lettori il più bel regalo di Natale ch’io possa immaginare: in prima di copertina presento infatti la poesia Ricordo di mia madre di uno dei più umani, colti, morali figli di Terni: Zenobio Piastrella, conosciuto come Florio. Come hanno inizio i doni d’amore in occasione di festività, lo troviamo in Ovidio, Fasti, Libro I, [185, 196], versi in cui il poeta chiede a Giano bifronte, custode delle porte celesti: Cosa significano i datteri, i fichi rugosi e il miele purificato offerto in un candido vaso? È una forma d’augurio disse affinché il sapore si trasmetta alle cose e l’anno trascorra dolce come il suo inizio. Comprendo il perché dei dolci: ma spiegami la ragione del dono in monete, affinché nulla della tua festa mi sfugga. Rise e disse: Oh quanto ti inganni sui tuoi tempi, se pensi che ricever miele sia più gradito che ricever monete! Già, regnando Saturno, ben pochi io vedevo a cui non stesse a cuore la dolcezza del guadagno; col tempo crebbe l’avidià del possedere e ora è arrivata a tal punto che più non potrebbe aumentare. I Romani dissero Strena il regalo di buon augurio che i clienti solevano donare ai loro padroni, i cittadini all’imperatore, in occasione di una solennità, soprattutto a capo d’anno. Alcuni scrittori narrano che, essendo stati presentati per il primo dell’anno a Fazio, re dei Sabini, dei ramoscelli recisi nel bosco sacro a Strenua, dea della forza (da cui l’avverbio strenuamente), egli li accettò come buon augurio e volle che così si facesse per ogni inizio d’anno. Nel corso della giornata si scambiavano auguri di felicità ed era bandita ogni maldicenza perché l’anno cominciasse sotto buoni auspici. Era anche in uso lo scambio di doni, le strenae, consistenti in piccole somme di denaro (stips, monetina, da cui stipendio), ma soprattutto frutta (ricoperta di foglioline d’oro) e focacce dolci, destinate a rendere meno amaro l’anno nuovo. Il san Valentino cattolico nasce nel 496 dC con Papa Gelasio che decide di annullare la festa pagana dei Lupercalia, dedicata alla fertilità ma assai licenziosa, decretando che


venisse seguìto il culto di San Valentino. La festa di San Valentino invece, quella arcinota in tutto il mondo, è stata introdotta come festa degli innamorati grazie al circolo di Geoffrey Chaucer (1343-1400). Nel poema Parlamento degli uccelli egli associa infatti il fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia ad una più generale festa degli innamorati. Già in Francia e in Inghilterra, nel Medioevo, si riteneva che a metà febbraio iniziasse l’accoppiamento degli uccelli, simbolo anche questo di risveglio dell’amore. Nel XIX secolo esplode, ancora nei paesi anglosassoni, la tradizione delle Valentine, cioè di bigliettini d’amore con le sagome di cuori, colombe, Cupidi, simboli tutti dell’amore romantico. La più antica Valentine di cui si abbia traccia risale al XV secolo e fu dedicata alla sua seconda moglie, Bonne di Armagnac, da Carlo d’Orléans figlio di Luigi, duca d'Orléans, e di Valentina Visconti: Je suis déjà d’amour tanné, ma très douce Valentinée. Circa duecento anni fa, poi, negli Stati Uniti d'America, Esther Howland iniziò a produrre, su scala industriale, biglietti d’amore per San Valentino. Alla tradizione dei biglietti amorosi si aggiunse poi lo scambio di scatole di cioccolatini, mazzi di fiori ed anche gioielli. Inizia così l’immagine commerciale di san Valentino, immagine che oggi sostanzia la quasi totalità dei festeggiamenti mondiali ove non v’è alcuna traccia del fatto che Valentino sia Vescovo e Patrono di Terni. Questo fatto interessa pochissime persone e sembra che anche nella nostra città non ci sia l’orgoglio di studiare la vita del santo patrono, di verificare chi davvero sia stato, di proporre al mondo intero la sua vera storia, di esaltare cioè tale ternana identità. Fino ad ora, fatte salve le celebrazioni organizzate dal Vescovo di Terni, in merito alle quali nulla c’è da commentare od obiettare, abbiamo solo saputo scopiazzare qualche evento, dar luogo ad altri di dubbio significato, spettacolizzare, si fa per dire, con musica, cibarie varie (era meglio una volta con bancarelle di semi salati e mosciarelle!) e Tornei di Sanvalentino: bocce, ruzzolone, briscola, burraco, calcetto e via via senza limiti e senza rispetto per la sacralità del santo. Siamo convinti che proprio a partire da preziosissimi elementi patrimonio della nostra terra, in particolare ambiente, arte e santo patrono, sia possibile ridisegnare una

identità vera della città, per consegnarle una sua nuova dimensione, un futuro su cui puntare. In particolare, una recente rivalutazione storico-filologica della figura di Valentino di Terni, effettuata da Edoardo D’Angelo, Docteur de la Sorbonne, professore ordinario di Filologia latina medievale e Presidente del corso di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte presso l’Università di Napoli, ha portato, oltre a ridatarne completamente la cronologia (sec. IV, non III), ad accertare anche e portare alla luce una figura biografica completamente diversa da quella che siamo abituati a conoscere. La figura di Valentino è infatti andata ricoprendosi, nel corso dei secoli, di una ruggine tenacissima, che ne ha fatto un simbolo del romanticismo spicciolo e del consumismo sfrenato. Ai cittadini ternani spetta allora di esaltare e radicare il valore simbolico del culto del santo patrono della città, quel Valentino, vescovo di Terni in età paleocristiana, martire anch’egli per l’impegno profuso nel dialogo tra cristianesimo nascente e paganesimo imperante, in nome della affermazione del diritto degli esseri umani all'autodeterminazione. Questa bellissima figura ha subìto uno snaturamento rispetto alla sua autentica, profonda e consapevole identità di pastore di anime, impegnato, in epoca imperiale romana, in prima linea nella lotta per l'affermazione del diritto alla libertà religiosa e del dialogo tra gli esseri umani, a qualsivoglia religione essi appartengano (precedendo in questo di circa 900 anni lo stesso san Franceco d’Assisi). Valentino di Terni, dunque, è stato un prelato ed un uomo che ha sacrificato la propria vita per alti ideali di libertà: libertà di religione, ma soprattutto libertà di cultura e di impegno sociale verso i più sfortunati.

In altri termini, un campione dei diritti umani ante litteram, ed è così che bisogna conoscerlo e farlo conoscere, liberandolo dalla patina di una culturalizzazione popolare e/o commerciale. Invito allora tutti i ternani devoti del loro santo protettore ad impegnarsi per portare finalmente sulla scena del mondo la vera vita di Valentino e farlo così conoscere per quello che realmente è stato, martire per molte libertà, protomartire per i diritti umani. Proprio per questa finalità lo scorso anno abbiamo invitato a Terni molti colleghi, italiani e stranieri. Tutti venuti nella nostra città per conclamarla capitale dei diritti umani. Qualcuno ricorderà che a suggello piantammo, insieme al sindaco Di Girolamo, ricordi arborei dei paesi di provenienza di questi nostri amici che, anche quest’anno, insieme ad altri colleghi, sarebbero disponibili a venire, anche con loro studenti, per affermare che questa città ha tutti i titoli per presentarsi al mondo intero come capitale di diritti umani. Gli incontri e le conferenze che abbiamo organizzato per il periodo dicembre 2016-febbraio 2017 sono esposte a pagina 13. Si tratta di importanti conferenze e incontri sul tema. Porremo anche come diritto umano la solidarietà fattiva con il popolo della Valnerina. Gli incontri però che potremmo avere anche con giovani di altri paesi che ci parlerebbero del rispetto, nelle loro nazioni, dei diritti umani (e questi incontri conclamerebbero ulteriormente la nostra città come capitale dei diritti umani), ebbene questi incontri, non possiamo realizzarli da soli, non avendo altro a disposizione che il nostro misero portafogli, la nostra tenacia, le nostre idee, la nostra capacità progettuale. Ma seguiteremo a dare, generosamente e disinteressatamente.

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Orgoglio Cittadino Loretta Santini

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e qualche viaggiatore di passaggio a Terni chiedesse cosa ha questa città di particolare o unico da conoscere, dato che non è tra le prime in classifica in Italia per numero e bellezza di monumenti e non è mai stata considerata una città turistica, che cosa risponderemmo? Attenzione: l’elenco è più lungo di quello che vi potreste aspettare e ve lo ripropongo con l’orgoglio di ternana, non diversamente da quello che fa ogni buon cittadino amante del proprio paese sempre pronto a rivendicarne la straordinarietà dei suoi monumenti, del paesaggio, di personaggi. Vi racconto l’unicità di Terni, invitando tutti a divenirne orgogliosi e a scrollarci di dosso quella patina, ormai troppo spessa, di città “moderna, ma brutta, piatta, anonima”. Terni ha le sue eccellenze, le sue unicità: il tutto contribuisce a delinearne un’identità che, spero, sarà valorizzata da chi deve concorrere al suo sviluppo culturale e alla sua immagine nel mondo. E allora immaginiamo un itinerario per questo viaggiatore che viene nel nostro territorio attratto dai suoi punti forti, quelli conosciuti in tutto il mondo: il primo è san Valentino, il patrono degli innamorati e di Terni, il campione dell’amore -e noi diciamo dell’amore universale- le cui reliquie sono nella basilica a lui dedicata. La seconda è la Cascata delle Marmore: unica per bellezza e grandiosità, emozionante per il fragore delle acque, per i suoi arcobaleni, per il verde lussureggiante, per i sentieri che la accompagnano a contatto con la natura. Partendo da questi luoghi lo condurrei alla scoperta della città: dalle chiese con i loro cicli pittorici (la Cappella Paradisi in S. Francesco o gli affreschi di S. Pietro o quelli pressoché sconosciuti della chiesa del Cimitero, senza dimenticare il Duomo e San Salvatore), ai bei palazzi nobiliari, ai resti della città romana e medievale, ai vari musei. Tutte eccellenze a cui ho dedicato articoli nel magazine La Pagina. Girerei per le strade della Terni moderna e, alle porte della città, là dove svetta la Lancia di Luce di Arnaldo Pomodoro, uno dei più bei monumenti dell’artista, racconterei come

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l’obelisco narri simbolicamente la nascita dell’industria dei metalli, attraverso quel progressivo affinarsi della materia fino alla cuspide dove la stessa materia sembra prendere fuoco per divenire energia pura. Uno sguardo alla prospettiva di corso del Popolo con il complesso di edifici che da una parte aggettano su largo Frankl ove un colorato ponte-passerella li collega al Lungonera attraversando il fiume, mentre dall’altra lascia intravvedere sul fondo la mole del rinascimentale Palazzo Spada e la modernissima sagoma in vetro -quasi un profilo della Cascata delle Marmore- della Torre della Bibliomediateca, quella che ha preso il posto dell’antica torre dell’orologio distrutta dai bombardamenti. Condurrei poi il nostro amico alla scoperta di altre eccellenze di Terni. Ecco allora il Museo delle Armi Leggere presso la ex Fabbrica d’Armi: una collezione unica al mondo per quantità e qualità dei manufatti, vero fiore all’occhiello della città. Purtroppo visitabile solo una volta al mese e su prenotazione. Per fortuna il Museo archeologico è aperto: qui posso far conoscere i notevoli reperti di una storia antica che fanno di Terni una città singolare e importante. La vasta necropoli dell’Età del Bronzo e del Ferro -Luigi Lanzi parla di ben 2500 tombevenuta alla luce all’epoca della realizzazione delle Acciaierie, è una delle più vaste aree archeologiche d’Italia e d’Europa e tale è stata la sua importanza da far dire allo storico Massimo Pallottino, uno dei massimi studiosi di civiltà antiche, che si può parlare di una vera e propria “Cultura di Terni”. Nel Museo è possibile vedere la ricostruzione di tali tombe e anche, per curiosità, quel sarcofago che contiene i corpi abbracciati di quelli che la tradizione attribuisce a Sabino e Serapia, i due giovani protagonisti della leggenda che san Valentino avrebbe unito nel loro amore. Nella realtà le ricerche effettuate hanno dimostrato che si tratta di corpi dell’VIII sec. a.C. e quindi di molto antecedenti all’epoca del patrono di Terni. Peccato: avremmo preferito continuare a coltivare la leggenda. Sarà piacevole attardarsi nell’adiacente Pinacoteca: dopo aver osservato una raccolta d’arte contemporanea, proprio al termine della scalinata, la grande Pala dei Francescani di Piermatteo d’Amelia appare all’improvviso ed è un tuffo al cuore. Anche il profano d’arte si accorge di essere di fronte a un capolavoro. Un occhio sulla sinistra

alla piccola tavola dello Sposalizio di Santa Caterina di Benozzo Gozzoli, vero gioiello dell’artista, e poi lo condurrei alla scoperta delle opere di Orneore Metelli, il ciabattino ternano considerato uno degli artisti naif più importanti al mondo. Una passeggiata per il centro e poi arriviamo davanti alla stazione ferroviaria, là dove si innalza la Grande Pressa, mostro gigante delle acciaierie e simbolo

La valle di Terni di Josephus Augustus Knip (Museum Historisch, Amsterdam)


dell’archeologia industriale. Ecco un’altra eccellenza della città: infatti siamo a livelli europei come distretto di archeologia industriale, un patrimonio derivato dalla profonda trasformazione economica, sociale, urbanistica della città a seguito dell’industrializzazione della seconda metà dell’800. L’area di Terni con le sue fabbriche dismesse e i macchinari-prototipi, è tra le più vaste e importanti d’Europa. L’interesse per l’archeologia industriale è un interesse specialistico, è un turismo di nicchia. In questo periodo di deindustrializzazione in cui Terni cerca una propria identità culturale, questo patrimonio di fabbriche e di macchinari deve diventare un momento di conoscenza e riflessione. Quell’open museum ipotizzato in passato, può essere ancora realizzato e, accanto ai complessi industriali trasformati e riusati per altri scopi -vedi il Videocentro o il CAOS che è divenuto un polo culturale e museale- altri ne possono sorgere. Molti purtroppo sono in stato di abbandono, anzi di degrado: il pensiero va alla grande struttura di Papigno -lì Benigni girò La vita è bella- e qui mi taccio perché mi piange il cuore a ricordare quante occasioni sprecate si sono succedute nel tempo.

Non si possono buttare via così più di cento anni di storia. Ed ora portiamoci nei dintorni dove c’è tutto da scoprire, non prima di aver ammirato quell’anfiteatro di monti ammantati di ulivi che circonda la città adagiata nella pianura solcata dal Nera che vi serpeggia lento. Il panorama è uno spettacolo e non posso che ricordarmi, con orgoglio, che questo paesaggio fu oggetto di ammirazione da parte di pittori europei che lo hanno riprodotto en plein air e decantato dai viaggiatori del Grand Tour, che in molti lo definirono “un vago giardino”. Indimenticabili le parole di J.J. Wolkmann: “la valle tra Narni e Terni è lo spettacolo più bello che si possa immaginare. La Nera vi serpeggia con le sue anse e i cespugli qua e là la fanno assomigliare a un grande giardino racchiuso tutto intorno da montagne”. Guardiamo tra i boschi e gli oliveti: vedremo spuntare paesini medievali di grande suggestione e ricchi di storia come Cesi, Papigno, Miranda, Collescipoli. Il nostro viaggiatore dovrà conoscerli un per uno, tanto sono ricchi di testimonianze del passato e di bellezze. Non posso escludere il mio visitatore da

“La valle tra Narni e Terni è lo spett acolo più bello che si possa immaginare. La Nera vi serpeggia con le sue anse e i cespugli qua e là la fanno assomigliare a un grande giardino racchiuso tutto intorno da montagne” J.J. Wolkman.

un tuffo nel passato e accompagnarlo a Carsulae, l’area archeologica più importante dell’Umbria che, per i suoi splendidi monumenti, è stata definita la Pompei dell’Italia centrale. Poi un tuffo nella bellezza del paesaggio per conoscere Piediluco con il suo lago pittoresco, con le colorate case di pescatori dominate dai resti della superba Rocca, con il bel monumento alla Libertà di Turcato, con lo specchio d’acqua che per le ottime condizioni climatiche è campo di allenamento e di gara per il canottaggio. C’è un’altra unicità di Terni che mi piace ricordare e che, purtroppo non posso far visitare, perché manca di un luogo fisico che spero ci sarà in futuro. Mi riferisco a Virgilio Alterocca, il padre della cartolina illustrata, nostro illustre concittadino, che ha avuto un ruolo di rilievo anche in campo internazionale. Su di lui ci sono pubblicazioni importanti ed esaurienti. Perché non pensare a un museo -il museo della cartolina illustrata- dedicato a lui e alla ricchissima documentazione fotografica delle cartoline? Magari, per il momento, un museo interattivo, una mostra virtuale che ripercorra l’attività di questo grande uomo e delle sue produzioni. Sarebbe uno strumento conoscitivo di enorme importanza fruibile non solo dal visitatore, ma dai cittadini e dalle scuole che avranno così a disposizione strumenti di studio ben più ampi e approfonditi della storia del territorio. La proposta di un museo interattivo dovrebbe essere allargata anche ai siti di archeologia industriale di cui ho parlato, perché non si perda memoria della storia della città. Questo viaggiatore immaginario che vorrei guidare per la mia città e per il territorio alla scoperta delle sue eccellenze, sostiene il mio messaggio accorato rivolto a chi si deve occupare dello sviluppo culturale di Terni: “Prendiamo coscienza delle eccellenze e delle unicità sommariamente descritte e, se anche questa coscienza-conoscenza esiste, deve obbligatoriamente essere convogliata in un progetto che valorizzi il grande patrimonio storico e culturale e deve, soprattutto, essere spesa sul mercato del turismo. Solo allora torneremo ad essere la città che in passato ammiravano i viaggiatori del Grand Tour che qui, provenienti da tutta Europa, risiedevano per andare a vedere la Cascata delle Marmore. Terni deve e può rivivere la bellezza del passato e diventare il centro di un turismo culturale, naturalistico, gastronomico, religioso che è la chiave di volta per il suo sviluppo futuro e che si integra perfettamente con le moderne esigenze del turismo internazionale che non si accontenta più della visita dei monumenti, ma vuole penetrare nell’identità del luogo. Per fare questo è opportuno ritrovare l’orgoglio cittadino -purtroppo messo a dura prova dai ritardi e dalle pastoie del passatoe spendere tutte le energie possibili per passare dalle parole ai fatti e per attivare i progetti che possano rilanciare l’immagine di Terni nel mondo. È un sogno, ma non è impossibile: se c’è la volontà, potremo tornare a dire “Terni è bella”. Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

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Lavoro che fai dress code che trovi

ress code, ancora una volta un concetto mutuato dall’inglese che, in italiano, si traduce con “codice di abbigliamento”. Strettamente attuale negli ultimi tempi, si pensi a Daria Bignardi neo direttrice di Rai3 che ha introdotto appunto, un dress code, molto rigido, per le conduttrici del telegiornale. Qualche tempo prima di lei, sempre in casa Rai, il direttore di RaiParlamento, Gianni Scipione Rossi, aveva firmato un ordine di servizio imponendo un dress code specifico ai giornalisti che conducono il Tg: giacca tinta unita o un gessato sobrio, di colore blu o grigio. Niente giacche a quadri e cravatte fantasia dai colori sgargianti. Idem per le donne, con l’aggiunta della massima sobrietà anche per orecchini, collane, spille e accessori di ogni tipo. In realtà il dress code è vecchio come il mondo. Tutte le culture hanno il proprio, più o meno severo, e questo riguarda, soprattutto, i vestiti tipicamente professionali, le famose divise da lavoro. A volte il dress code è fondamentale come nel caso delle compagnie aere. Non solo cortesia e padronanza delle lingue straniere, per piloti e assistenti di volo è richiesto un look impeccabile e competenze peculiari. Baffi stile “ferro di cavallo” e assimilabili, sono vietati a bordo degli aerei Qantas, mentre maniche lunghe sono obbligatorie per le hostess Qatar

Francesco Patrizi

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o fatto un sogno, partivamo in guerra tutti e due e tu non tornavi. Jalak è ancora scosso mentre racconta il sogno all’amico Majdi sotto l’acacia nel cortile dell’Accademia Nazionale di Aeronautica di Misurata. È il febbraio del 2011, girano notizie incontrollate, dicono che l’Occidente vuole attaccare la Libia. Una mattina arriva trafelato il pullman della 32° brigata e preleva i cadetti: vi portiamo a Tripoli, il colonnello Gheddafi ci tiene alla vostra sicurezza. Nella scuola militare della capitale, Jalak e Majdi si aggirano annoiati, in tre mesi neanche una notizia dall’esterno. Un giorno il loro amico Mohammed, che lavora per i servizi segreti, gli chiede se conoscono i leader di Misurata, Majdi e Jalak non capiscono, non sanno ancora che i nemici non sono gli occidentali, ma i loro stessi concittadini insorti contro il regime di Gheddafi. Uno di voi due può tornare a casa per qualche giorno, dice Mohammed. Da tre mesi non vedono i genitori, Majdi chiede se può andare, Jalak acconsente a restare a Tripoli, ma il ricordo di quel sogno riaffiora nei suoi occhi e abbraccia forte l’amico come se non dovesse più rivederlo. Majdi viene rilasciato nel deserto fuori da Misurata con dei vestiti sdruciti e delle istruzione precise: racconta che sei scappato

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Airways. Un trucco perfetto è richiesto invece a bordo degli aerei Virgin di Richard Branson. Ma ben altro si chiede in altri casi. Per lavorare con la compagnia brasiliana Tam, occorre aver partecipato a un corso di sopravvivenza nella foresta amazzonica, mentre WestJet chiede di riuscire a sollevare sopra la testa pesi fino a 23 Kg. Non si sa mai cosa occorra sollevare a bordo! C’è poi chi richiede di fare attenzione alla bilancia e al girovita, come Malaysia Airlines, o di riuscire almeno a galleggiare in acqua, nel caso di EasyJet. Attenzione alla dimensione della testa, quelle troppo “ingombranti”, ovvero dotate di pettinature stile anni ’80, non sono consentite se si vuole lavorare a bordo degli aerei American Airlines. Mentre,

Alessia Melasecche alessia.melasecche@libero.it

ovviamente, deve essere tutto assolutamente impeccabile se si viaggia per la compagnia aerea di Sua Maestà, British Airways. Ci sono poi gli inevitabili fattori culturali e religiosi da tenere presenti. Ad esempio, il recente accordo sul nucleare, che ha significato lo stop alle sanzioni contro l’Iran, ha fatto sì che dopo anni di interruzione siano ripresi, proprio quest’anno, i voli di molte compagnie aeree su Teheren. Ma c’è un severo dress code. Le hostess devono infatti indossare pantaloni, giacca lunga che copra i fianchi e il velo. Nonostante le proteste, in particolare delle hostess Air France, le prime soggette al nuovo codice di abbigliamento, quest’ultimo è stato chiaramente applicato a tutte le compagnie aeree aventi quale destinazione la capitale iraniana. Seduti a bordo poi ci sono i passeggeri con cui le compagnie aeree sono comprensibilmente molto più tolleranti in merito all’abbigliamento. Non c’è nessuna imposizione in termini di dress code, neppure nelle classi Business o First, quindi un abbigliamento sciatto e un aspetto disordinato non vi impediranno di volare. Per vedersi negare l’imbarco occorre veramente violare la decenza, insomma presentarsi a dorso nudo oppure non indossare nessun tipo di calzatura!

I due Cadetti di Misurata dalla scuola militare, porta sempre in tasca questo cellulare, ti contatterà un agente segreto a cui rivelerai i nomi degli insorti. Dopo ore di cammino, Majdi raggiunge una fattoria, un contadino lo guarda con diffidenza, ma quando il ragazzo dichiara di appartenere alla tribù dei Mangoush, viene accolto a braccia aperte: la tua famiglia lotta per noi! Così Majdi scopre chi sono gli insorti. Trascorrono giorni sospesi nell’angoscia poi la

decisione di confessare tutto al cugino: sono una spia, se vuoi uccidermi, fallo subito. Negli occhi del cugino si accende una luce. Majdi, non capisci? Puoi essere utile alla causa, convoca il tuo agente segreto in un posto sicuro. Presto fatto, la trappola funziona e la spia viene arrestata. Ora bisogna riportare Jalak a casa sano e salvo. A Tripoli la gente festeggia per le strade, Gheddafi è morto, la scuola militare è stata abbandonata, c’è solo un ex soldato spaurito che guarda incredulo Majdi avvicinarsi: mi ricordo di te, sei un cadetto, come fai ad essere ancora vivo? I cadetti erano stati impiegati come bersagli mobili per fare uscire allo scoperto i cecchini e per far saltare le mine anti-uomo. Nessuno è sopravvissuto, se si rifiutavano di fare da esca, venivano colpiti alle spalle dalle milizie di Gheddafi. Al cimitero, il custode indica con disprezzo un viale, quelli di Gheddafi stanno tutti lì, Jalak non compare in elenco, ci sono però quattro tombe senza nome, i loro volti sono sfigurati e non è stato possibile identificarli. Dopo la laurea in ingegneria, Majdi ha provato a cercare lavoro, ma un ex cadetto non lo vuole nessuno, così ha fondato un’associazione per piantare alberi. Oggi un’acacia fa ombra a quelle quattro tombe dove nessuno va mai a pregare.



DALLA CITTÀ DI SAN VALENTINO INSIEME PER VINCERE L'EPILESSIA

Lorenzo Gianfelice

Presidente Regionale AICE Umbria

Degli oltre 500.000 italiani affetti da epilessia, il 40%, risulta, oggi, farmaco resistente. Le crisi si manifestano, cioè, nonostante l'assunzione di terapie. Il "perdere la testa" accomuna gli innamorati e le persone affette da epilessia. Entrambi, da secoli, si rivolgono quale loro protettore a San Valentino, Vescovo di Terni. Per questo motivo l'AICE Onlus (Associazione Nazionale Contro l'Epilessia) ha deciso di istituire a Terni il premio nazionale A SAN VALENTINO, 6 CON NOI! da assegnare a 6 progetti inclusivi per persone con epilessia farmaco resistente. La diagnosi di epilessia -25.000 nuovi casi l'anno di cui 80% in età evulutiva- non è una condanna. La guarigione è, differenziata per singole sindromi, in alcune possibile spontaneamente o tramite terapia farmacologica o chirurgica. A Terni l'associazione, costituita proprio il 14 febbraio 1974 a Milano, organizzerà nel mese di Febbraio anche un convegno nazionale sullo stato dell'arte della ricerca sulla farmaco resistenza e sull'inclusione delle persone con epilessia. AICE Umbria Vico della Fontanella, 29 - Terni Cell. 393.9890599 - email: aiceumbriaepilessia@gmail.com www.aiceumbria-epilessia.blogspot.it

Opere di Silvia Alessandrini Sono nata a Terni il 22 Agosto 1976, dipingo da circa dieci anni. Tra l'altro, faccio anche "Bricolage", portachiavi, quadri, disegni. Ho iniziato questa attività per sviluppare manualità e per comprare il materiale necessario. I miei disegni sono di diverso tipo: figurativo, astratto, con diversi materiali di riciclo. Ho collaborato, circa quindici anni fa, alla riproduzione di un libro per bambini, occupandomi della parte figurativa (i disegni), mentre l'altra ragazza, anche lei disabile, si è occupata della parte testuale. Il ricavato del libro è andato al Centro per l'Autonomia di Terni. Il titolo del libro è "Quella finestra aperta". Circa dieci anni fa ho prodotto/creato una cartolina (sempre con una tecnica del disegno, pastello e acquarello), per una iniziativa della Biblioteca Comunale di Terni (per la sezione "0-6"). Ho fatto due mostre personali: una al Caffè Caruso (bar via Battisti) e l'altra presso il Centro Commerciale Cospea. Ultimamente faccio "collage" su tela e su altri supporti. Con i miei lavori vorrei rappresentare la "dimensione umana", all'interno della società, i valori essenziali della vita. In genere riproduco fiori (con nastri, bottoni, fiocchi, tappi, ecc...). Mi piacerebbe che il mondo tornasse ad un periodo (per me Chernobyl, in questo senso è stato uno spartiacque) dove la natura era genuina, quasi incontaminata. I miei dipinti rievocano quel periodo e sono anche l'espressione del mio desiderio che la società possa cambiare in senso inclusivo, valorizzando il lavoro e la creatività, anche delle persone con disabilità. "Quando creo e dipingo, supero le barriere di ogni tipo"! Se sieti interessati alle mie Opere Artigianali contattatemi Silvia Alessandrini Cell. 348.6611114

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Programma San Valentino 2017

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Intendiamo scoprire e diffondere una nuova identità della città di Terni e di san Valentino. Ci impegniamo per concorrere alla creazione di una coscienza e di una cittadinanza mondiale ispirate alla tolleranza, alla solidarietà, al dialogo interculturale (in questo senso Terni diviene anche una vera e propria capitale della cultura) e a contribuire allo sviluppo di civiltà e

cittadinanza europee e cosmopolite, a partire proprio da quanto lasciato in eredità dal Santo Patrono di Terni. Proprio con preziosissimi elementi quali ambiente, risorse artistiche e santo patrono, sarà possibile ridisegnare una identità vera della città, per consegnarle una sua nuova dimensione, un futuro su cui puntare.

SALA GAZZOLI

A cura di Liceo Classico, AC La Pagina Data Venerdì 20 gennaio 2017 ore 10,00 Moderatore Fausto Dominici8

Monaci e frati umbri di fronte alla scrittura Relatore Massimiliano Bassetti9

Monaci e frati umbri agiografi Relatore

SALA G - ASSOCIAZIONE CULTURALE LA PAGINA

A cura di AC La Pagina Data Martedì 20 dicembre 2016 ore 17,00

Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani - 2017 Moderatore Giampiero Raspetti2 Relatori Edoardo D’Angelo3, Rosella Mastodonti4, Loretta Santini5 Segue Rinfresco e spettacolo

AULA MAGNA VERDE - LICEO CLASSICO

A cura di Liceo Classico, AC La Pagina Data Giovedì 22 dicembre 2016 ore 10,00

San Valentino: tra vita e leggende Moderatore Roberta Bambini6 Relatori Giampiero Raspetti, Loretta Santini

SALA CONFERENZE GUGLIELMI

A cura di ANCESCAO, AC La Pagina Data Sabato 14 Gennaio 2017 ore 17,00

Nuova biografia di Valentino e progetto: Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani Moderatori Lorenzo Gianfelice7 Relatori Edoardo D’Angelo, Giampiero Raspetti

Edoardo D’Angelo

SALA GAZZOLI

A cura di Liceo Classico, AC La Pagina Data Venerdì 27 Gennaio 2017 ore 17,00 Moderatore Edoardo D’Angelo

Gli insediamenti monastici in Umbria meridionale Relatore Claudia Angelelli10

Gli scavi di archeologia religiosa in Umbria Relatore Mario Pagano11

BIBLIOTECA COMUNALE LUCIANO LAMA - AMELIA

A cura di Università Terza Età, AC La Pagina Data Mercoledì 1 febbraio 2017 ore 16,15

Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani: dal “nuovo” san Valentino una nuova città Relatori Edoardo D’Angelo, Giampiero Raspetti Date e contenuti degli incontri con: Fondazione Carit, Un volo per Anna, Panathlon International – Club Terni, Lions Club di Terni, Centro Sociale Quartiere Polymer, Centro Sociale Cesure, Comune di Terni, Comune di Arrone e Proloco di Arrone e di Casteldilago, Ospedale di Terni e CD Sanità di Terni, saranno pubblicati nei magazine di Gennaio e di Febbraio.

INGRESSO LIBERO

1 - Associazione Culturale La Pagina; Ufficio scolastico Provinciale; Istituto di Istruzione Superiore Classico ed Artistico di Terni; Centro italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto; Centro internazionale per la pace tra i popoli di Assisi; CEDRAV - CEntro Documentazione Ricerca Antropologica in Valnerina; Circolo Dopolavoro Sanità Terni; Centro Sociale Culturale Ricreativo Gugliemi; ANCESCAO - Associazione Nazionale CEntri Sociali, Comitati Anziani e Orti; Fondazione Carit, Un volo per Anna, Panathlon International – Club Terni, Lions Club di Terni, Centro Sociale Quartiere Polymer, Centro Sociale Cesure, Comune di Terni, Comune di Arrone e Proloco di Arrone e di Casteldilago 2 - Presidente della Associazione Culturale La Pagina 3 - Docteur de la Sorbonne, professore ordinario di Filologia latina medievale e Presidente del corso di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte presso l’Università di Napoli. Chaire d’excellence presso l’Université de Caen-Basse Normandie 4 - Docente Filosofia / Ricercatore Università La Sapienza di Roma / SV Università Perugia, Specializzazione post lauream – Esperta progettazione UE Comenius / Erasmus / Grundtvig. Organizzazione scambi culturali in ambito europeo ed extraeuropeo 5 - Autrice di innumerevoli libri relativi alla storia del territorio, all’arte in genere, alla cucina tradizionale 6 - Preside dell’Istituto di Istruzione Superiore Classico e Artistico di Terni 7 - Presidente Centro Sociale Culturale Ricreativo Guglielmi, Ancescao, Cesvol 8 - Vicepreside dell’Istituto di Istruzione Superiore Classico e Artistico di Terni 9 - Professore associato di Paleografia latina e membro del Collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in Scienze storiche e antropologiche dell’Università di Verona. Coordinatore scientifico della Fondazione “Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo”, direttore e membro del Consiglio direttivo del “Centro Italiano di Studi sul Basso Medioevo/Accademia tudertina”. Caporedattore della rivista Studi medievali 10 - Specializzata presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia e diplomata in Archivistica, Paleografia e Diplomatica. Addottorata presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, collabora con le Soprintendenze Archeologica e BAAAS dell’Umbria, delle Marche e del Lazio. Partecipa a missioni di ricerca di Università Straniere in Italia (American Academy in Rome - UCLA; University of Tokyo). Ha insegnato Archeologia classica presso l’Università la “Sapienza” di Roma 11 - Direttore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, già Direttore della Soprintendenza archeologica dell’Umbria Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

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FIORI E SAPORI: UN AMBIENTE UNICO PENSATO PER MEETING, INCONTRI, PRANZI O CENE DI LAVORO MA ANCHE PER PASSARE INSIEME LE FESTIVITÀ

VIGILIA CON NOI E IL NATALE PRENDE SAPORE

COCKTAIL APERITIVO: Bombette fritte agli asparagi di mare, cremini e gnocchetti dorati, involtini di salmone con rucola grana e uva passita, crostoni vegetariani. PRIMI: Riso vialone nano alla pescatora con verdure croccanti - Spaghetti alla chitarra al ragù di seppia con pomodorini, olive nere e scaglie di ricotta stagionata. SECONDI&CONTORNI: Trancio di ombrina all’acqua pazza con salsa di agrumi e tortino di cicoria di campo - Frittura mista di calamari, gamberi e paranza con patate al prezzemolo. DOLCE: Mousse al limone con frutti di bosco e cialda croccante. Bevande incluse. 37 euro a persona

NATALE 2016, CON NOI COME IN FAMIGLIA

COCKTAIL DI BUONE FESTE: Parmigiano nella sua forma con crostoni al paté di fegato e tartufo, panini mignon al sesamo e papavero con salumi della nostra terra. ANTIPASTI: Carpaccio d’oca marinato ai 3 pepi con insalatina fantasia noci, melagrana e pompelmo - Zuppa di legumi al tartufo e cubo di polenta al pecorino. PRIMI: Lasagnetta al tartufo con pecorino fresco fuso, piselli, funghi coltivati e cicoria di campo - Tagliolini alla chitarra con ragù d’oca. SECONDI: Filetto di cinta con guanciale nostrano e pera glassata al ciliegiolo - Bocconcini di cinghiale in umido con tortino di patate e timo. DOLCE: Dolci natalizi con coppa di crema calda al torroncino Possibilità di menù vegetariano e menù bimbi. Bevande incluse. 33 euro a persona

IL PANE DI STRONCONE Buongiorno cari amici, oggi parliamo di PANE. Il pane è stato uno dei primi alimenti che uomini di tutte le etnie hanno prodotto per placare le proprie esigenze alimentari e per sfamare famiglie e popolazioni intere. Con il passare del tempo si è andato perfezionando dalla semplice acqua e farina impastata dei tempi antichi, ai moderni filoni, panini, ecc.. dei giorni nostri. In questo articolo vi voglio parlare nello specifico di un pane molto particolare: il pane di Stroncone. Questo pane attualmente viene prodotto in maniera unica dal nostro panificio: il panificio Ventura di Armeni David Matteo, giovane artigiano che con l’aiuto di alcuni collaboratori gestisce una fiorente attività di famiglia. Il pane caratteristico di Stroncone, prodotto con le migliori farine nazionali, viene impastato sulle ceneri del giorno avanti come una volta facevano le nonne, aggiungendo alla farina solo acqua, un po’ di lievito di birra e assolutamente niente sale. Modellato in filoni grandi, medi e piccoli viene fatto lievitare e poi cotto in forno, rigorosamente utilizzando legna dei nostri boschi per riscaldare il forno stesso e prepararlo alla cottura. Il prodotto finale, caldo e croccante, viene proposto ai vari operatori commerciali della nostra Città, per essere venduto e servito sulle tavole dei commensali. Il pane di Stroncone, preparato in maniera salutare e sicura, si sposa molto bene con ogni pietanza salata ma, in special maniera, con i salumi (prosciutto crudo, salame, salsicce, ecc..) prodotti dalle Aziende del territorio limitrofo. Il pane viene fatto tutti i giorni per offrire sempre filoni freschi e appena cotti, ma anche raffermo viene utilizzato in numerose preparazioni grazie alle sue ottime caratteristiche.

CAPODANNO RICCO MI CI FICCO

ANTIPASTO: Quadrato di patate filanti con mozzarella di bufala, Verdure pastellate, Supplì, Strudel di cicoria e salsicce in pasta sfoglia, Tortino di erbe aromatiche, Prosciutto casareccio, Formaggio pecorino sardo, Coratella d’agnello, Fagioli con le cotiche. PRIMI: Strozzapreti con ragù d’anatra Panzarotti con provola e speck in salsa con radicchio. SECONDI: Reale di vitello con funghi porcini e contorno di patate a spicchi. Lenticchie e Salsicce Dolci della tradizione Bevande incluse. 55 euro a persona Accompagnati da musica piacevole - Fuochi d’artificio sul lago e un ingresso presso il locale Don Carlos Via Gabelletta, 32 - 05100 - Terni TR

Cari amici, vi invitiamo dunque a passare al nostro panificio per provare lo squisito pane di Stroncone.

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Vi aspettiamo!

PANIFICIO VENTURA Voc. Cannucciano, 20 Stroncone (TR).


B u o n Nata l e

Ottica Mari Via del Rivo, 247 05100 Terni tel e fax 0744 302521 www.otticamari.it Convenzioni: Comune di Terni, AVIS, ACLI, ASM, CMT, AFW, Ternana calcio spa “insieme protagonisti”, A.S.D. Arcieri città di Terni, A.S.D. Giovanili Campitello, Atelier Musicale Francesco Falcioni


Andavamo a letto col prete D’inverno faceva freddo, molto più freddo di quanto non faccia adesso e tale sensazione, nei primi decenni dopo la seconda guerra mondiale, era aggravata dal fatto che la maggior parte delle abitazioni non aveva impianti di riscaldamento. L’unica fonte di calore era il camino situato nella stanza più spaziosa, cioè nella cucina. Accanto al camino c’era il fornello, munito di griglia metallica per sostenere le braci che venivano mantenute roventi agitando un ventaglio fatto con penne di tacchino. Tutti sarebbero stati molto volentieri accanto a queste due fonti di calore ma, dato l’alto numero dei componenti della famiglia media di allora, ciò non era possibile. Al massimo rientrando in casa, uno si poteva avvicinare al fuoco per stiepidirsi le mani infreddolite, facendosi largo tra i vecchi e i bambini piccoli che presidiavano il focolare. Poi c’erano le donne che, preparando la cena, dovevano attizzare il fuoco sotto il caldaio per poter cuocere la pasta e aggiungere ogni tanto un po’ di carboni accesi al fornello per mantenere il sugo in ebollizione. Comunque, vuoi per le legna che bruciavano, vuoi per il consistente numero di persone, nella cucina si stava benino, fatta eccezione per i piedi e gli stinchi, soggetti agli spifferi freddi che venivano dalla porta, sia quando si apriva, perché entrava qualcuno, sia quando era chiusa, perché le ante non combaciavano bene. Studiare o fare i compiti in questo ambiente, senza finire coi piedi gelati, era possibile solo stando in ginocchio sulla sedia impagliata, onde evitare il braciere sotto il tavolo che spesso faceva venire il mal di testa. Per la confusione non c’era rimedio. Tutti parlavano a voce alta nelle case contadine, abituati com’erano nei campi a gridare ordini agli animali da lavoro. C’era poi sempre qualche vicino o vicina che, dopo cena, si aggiungeva ai già tanti per scambiare quattro chiacchiere, contribuendo all’aumento della cacofonia. Un momento di quasi silenzio poteva verificarsi se qualcuno si arrotolava una sigaretta. Dopo averla accesa e fatte un paio di tirate la passava al vicino e così via finché era possibile tenere il mozzicone fra le dita. Il problema del freddo tornava prepotente al momento di andare a letto. Le camere erano così fredde che al mattino poteva capitare di trovare croste di ghiaccio sull’acqua del lavabo. Solo al pensiero di doversi spogliare in un baleno per infilarsi tra le lenzuola gelate, sovrastate da coperte e imbottita, poteva anche bloccarsi la digestione. Se però era stato messo il prete nel letto, la prospettiva diventava quasi rosea. Il prete non era altro che il nome malizioso di una incastellatura porta-braciere in legno, usata per riscaldare il letto. Al mattino, quando la donna rifaceva la camera, infilava tra le lenzuola questo marchingegno, sicché sembrava, a letto rifatto, che qualcuno molto grosso fosse ancora a dormire. Appena cenato la moglie infilava diligentemente nel prete un recipiente metallico con le ultime braci del camino, scegliendo quelle che non facevano più fumo. Infilarsi nel letto dopo aver estratto il prete con molta circospezione per evitare incendi, era un grande piacere goduto dalle generazioni del dopo guerra. Ora quasi tutti stiamo al calduccio d’inverno senza farci troppo caso e i grandi piaceri si vanno a cercare nelle polverine o nell’alcol. Vi t t o r i o G re c h i

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CENTRO ESCLUSIVO PERMAFLEX TERNI

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Pagate i vostri debiti! N

on onorare i propri debiti è divenuta ormai una pratica molto diffusa, vuoi per l’effettiva mancanza di denaro, vuoi per un radicato mal costume che trova supporto, anche, nelle intollerabili lungaggini della giustizia. Tuttavia, le conseguenze del mancato pagamento, pur a distanza di molto tempo, possono essere davvero pesanti essendo molti gli strumenti a disposizione del creditore per trovare soddisfazione delle proprie ragioni. Questo ovviamente sempre che ci sia un patrimonio, anche piccolo da aggredire. Vediamoli: il pignoramento della pensione, art. 545 comma 7 c.p.c. Con riferimento al pignoramento della pensione, «le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza, non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente alla misura massima mensile dell’assegno sociale, aumentato della metà. La parte eccedente tale ammontare è pignorabile nei limiti previsti dal terzo, quarto e quinto comma nonché dalle speciali disposizioni di legge». C’è una parte assolutamente impignorabile della pensione, pari all’importo dell’assegno sociale (€ 5.825,00 annue per il 2016, ossia € 448.07 per tredici mensilità) aumentato della metà. L’importo della pensione, detratto l’assegno sociale aumentato della metà,

Marta Petrocchi

sarà poi pignorabile nel limite del quinto. Quando il pignoramento dello stipendio o della pensione avviene sul conto corrente bancario o postale si applica l’art. 547 comma 8 c.p.c. «le somme dovute a titolo di stipendio, salario, altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, nonché a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione, o di assegni di quiescenza, nel caso di accredito su conto bancario o postale intestato al debitore, possono essere pignorate, quando l’accredito ha luogo in data anteriore al pignoramento; quando l’accredito ha luogo alla data del pignoramento o successivamente, le predette somme possono essere pignorate nei limiti previsti dal terzo, quarto, quinto e settimo comma, nonché dalle speciali disposizioni di legge». La disposizione contiene una deroga al principio di pignorabiltà nei limiti del quinto; e ciò sulla base del principio che il credito vantato dal lavoratore o pensionato nei confronti della Banca si basa su un rapporto avente ad oggetto somme di denaro e non già il rapporto di lavoro o il rapporto previdenziale. Tali strumenti di recupero del credito si aggiungono alle procedure di espropriazione per così dire classica, quella con l’ufficiale giudiziario, per intenderci, che recandosi presso l’abitazione

o l’azienda pignora i beni mobili, oppure notifica l’atto di pignoramento immobiliare che è propedeutico per la vendita degli immobili. È possibile poi pignorare i crediti che il debitore ha nei confronti di altri soggetti, i quali, in forza di un provvedimento giudiziale, saranno tenuti a pagare direttamente il creditore procedente. Capita spesso che nonostante le azioni intraprese non sia possibile recuperare quanto dovuto. In questi casi, però, il debitore è solo momentaneamente liberato del problema atteso che ai sensi dell’art. 2740 c.c. risponde delle obbligazioni assunte con tutti i beni presenti e futuri. In sostanza deve rendersi nullatenente a vita se non vuole essere oggetto di ulteriori dispendiose procedure. Il d.l. n. 83/2015 ha apportato all’art. 480 c.p.c. delle modifiche in materia di precetto (ossia l’ordine di pagare nel termine di 10 giorni). Ed infatti, da oggi il precetto deve contenere l’avvertimento che il debitore può, con l’ausilio di un organismo di composizione della crisi o di un professionista nominato dal giudice, porre rimedio alla situazione di sovra indebitamento concludendo con i creditori un accordo di composizione della crisi o proponendo agli stessi un piano del consumatore. Ne abbiamo già parlato in un precedente articolo! Buona lettura del codice civile!

L’orba e ll’ùa

Paolo Casali

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C’era ‘na vorda ‘n’orba... che ddico ‘n cristianu... unu che non c’era e mmo’ ce sta... che ppenza a cchi sta mejo e ppare stranu se ddice che sse dée vergogna’. Voléa da’ zzampate a lu pallone... c’éa ‘n che mmodu vòja de sfonna’... ma ‘n quillu campu sfuma l’illusione perché toccàa sapecce... pure fa’. E ‘llora quillu rospu vène fòri ...è ‘na vergogna che cco’ ddu’ zzampate ...me riferisco a qquilli cargiatori... se pòle fa’ li sòrdi ggiù a ppalate. Voléa ggiustu èsse... ‘n gran puliticante... p’armette a ppostu tutta la baracca... ma ‘ppena ‘ncuminciatu stessu ‘stante s’accorge che ‘n c’éa voce... battéa fiacca... ...è ‘na vergogna... che ‘lli misticoni che ccercono portrone tutti ‘n còru... ‘na vòrda ppo’ ‘ssettati... me cojoni... ce magnono a fforchetta tutta d’oru.

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Voléa tira’ fòri l’estru de l’artista... p’esprime a arte ‘n munnu de culuri... ma ‘llu talentu forse pe’ ‘na svista... j’è ‘rmastu drento senza vini’ fòri... ...è ‘na vergogna... che cco’ ‘n bo’ de ‘ngegnu e lu cervellu ggiù a ffantastica’... se pòle ‘n quistu munnu senza ‘mpegnu fa’ li quadrini e mmancu fatica’. Voléa pe’ llaoru... chiccosa de concettu... perché dicéa d’avecce la capoccia... se l’è ppijata troppu ‘n bo’ de pettu e ddimo pure... anche llà ‘n saccoccia... ...è ‘na vergogna che cce sta che ttizziu co’ ‘sta micragna certu de laoru... che ‘n s’accontenta armeno pe’ ll’inizziu... tra ppochi posti vòle quillu d’oru. Mo’ bbasta co’ ‘st’orba... e ddico a ‘gni cristiano... ...se qquilli pergorati ce stéono a la mano e ognunu senza sforzu... certu ciarriàa... cojenno ppo’ quill’ùa... ma chi sse vergognàa!?


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Domenica 15 Gennaio La scuola è aperta dalle 15:00 alle 18:30 Domenica 29 Gennaio Domenica 5 Febbraio info: prof. Riccardo Barbieri 347 7521175

Informazioni

Viale C.Battisti,131-Terni Telefono 0744 61241 - Fax 0744 300244

http://ittterni.gov.it email: TRIS012001@istruzione.it - info.itisterni@gmail.com


Dottoressa

Giusi Porcaro Specialista in Ginecologia ed Ostetricia

Dottoressa

Lorella Fioriti

Specialista in Radiodiagnostica, Ecografia, Mammografia Digitale Diretta

Dottoressa

Marzia Martellotti Osteopata D.O. Osteopata della Federazione Italiana di Canottaggio

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DR.SSA Marzia Martellotti Terni - presso lo studio medico Anteo, in via Radice 19 Roma - in via Luca della Robbia 7 Frascati - in via Mentana 40 per appuntamento: Cell. 328.9670207 Mensile a diffusione gratuita di attualitĂ e cultura

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AZIENDA OSPEDALIERA

Struttura Comples

Dott. Carlo Colosimo D i r e t t o r e d ella S t r uttur a C om ple s s a d i N eu ro lo g ia d e lla Az ie nda O s pe dalie r a “ S . M a r ia ” d i Ter ni

La Struttura Complessa (SC) di Neurologia è un reparto dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni che fa parte del dipartimento integrato di Neuroscienze. Svolge attività di ricovero per acuti in regime ordinario o di Day Hospital (DH). Svolge inoltre attività di consulenza ambulatoriale e di servizio di neurosonologia (dove si effettuano ecodoppler dei vasi epiaortici e doppler transcranico) dedicato alle malattie cerebrovascolari. Il personale sanitario che opera nella struttura di Neurologia è in grado di gestire in piena sicurezza un’ampia gamma di situazioni cliniche che includono le urgenze in area neurologica. Elemento qualificante e fondamentale è la formazione continua, che costituisce uno strumento indispensabile per assicurare l’erogazione di cure efficaci e sicure. Nella SC di Neurologia vengono curati pazienti affetti da malattie del Sistema Nervoso centrale, del Sistema Nervoso periferico e muscolari. pazienti possono ricevere i nostri servizi secondo diverse modalità: - Degenza ordinaria - Day Hospital - Ambulatori generali e dedicati a patologie specifiche. Il personale medico e infermieristico della struttura di Neurologia è inoltre costantemente impegnato in attività didattica, in collaborazione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Perugia, sede di Terni. IL REPARTO DI DEGENZA La Neurologia è collocata al quarto piano del blocco principale dell’ospedale di Terni. Essa dispone di 18 posti letto distribuiti in moderne camere a 2 letti; 6 letti hanno la disponibilità di monitor per la rilevazione dei parametri vitali e sono collocati in tre stanze con aspiratori a parete nell’Unità di trattamento neurovascolare, o Stroke Unit, dedicata al trattamento dell’ictus acuto. Ogni camera è dotata di servizi igienici individuali. In particolare la Stroke Unit è un’area di degenza ad alta specialità dedicata specificamente ai pazienti con ictus. Una struttura fondamentale, quindi, in un’epoca in cui la malattia cerebrovascolare rappresenta uno dei maggiori problemi socio-sanitari come seconda causa di morte e prima causa di invalidità a livello mondiale. Nella Stroke Unit opera un team multidisciplinare costituito da un neurologo attivo h24, un fisiatra, terapisti della riabilitazione, logopedisti, specialisti in consulenza (internista, cardiologo, nutrizionista), infermieri qualificati, operatori socio-sanitari dedicati e medici esperti in ultrasonografia carotidea e transcranica. Nel 2015 sono stati ricoverati quasi 1.000 malati di cui il 17% da fuori regione e il 7% provenienti da Perugia e provincia. Il servizio di neurosonologia ha effettuato ben 3.629 prestazioni, tra interne ed esterne. L’equipe neurologica opera in stretta collaborazione con i colleghi della neurofisiopatologia, neurochirurgia e neuroriabilitazione intensiva. DAY HOSPITAL Il Day Hospital comprende 4 posti letto. Il ricovero in regime di DH viene proposto dallo specialista neurologo. Il paziente viene posto in lista d’attesa in base all’urgenza e alla disponibilità di posti letto. Il Day Hospital viene effettuato per: - Esecuzione di rachicentesi per studio liquorale (degenza massima 6 ore); - Terapie infusive (soprattutto per pazienti affetti da sclerosi multipla e polineuropatie croniche); - Trattamento con tossina botulinica: viene praticato in tutte le indicazioni 22

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approvate a livello Ministeriale. Necessita di visita neurologica preliminare. I casi in cui la tossina botulinica viene praticata più frequentemente sono: blefarospasmo, emispasmo facciale, distonie, spasticità di varia natura. A seconda della indicazione, il trattamento può essere praticato con o senza guida ecografica. Il personale infermieristico, inoltre, fornisce supporto ed assistenza tecnica dedicati agli utenti, per una corretta auto somministrazione di farmaci distribuiti in regime di somministrazione diretta.


S A N TA M A R I A D I T E R N I

ssa di Neurologia

(compresa la malattia di Parkinson), la sclerosi multipla, le demenze, le malattie neuromuscolari e le malattie cerebrovascolari. Ambulatorio Generale Vi accedono utenti inviati dal medico di medicina generale o da specialisti ospedalieri per varie patologie neurologiche. Qualora il neurologo ritenesse necessarie ulteriori indagini, provvederà egli stesso a fornire al paziente le necessarie impegnative. La visione degli esami prescritti secondo il criterio della “presa in carico del paziente” verrà concordata con lo stesso neurologo. Ambulatori dedicati Si effettuano visite neurologiche per pazienti affetti da specifiche patologie (Sclerosi Multipla, malattia di Parkinson edisturbi del movimento, SLA, cefalee, disturbi cerebro-vascolari). ATTIVITÀ SCIENTIFICA E DI RICERCA Nel 2016, oltre alla partecipazione attiva a vari congressi nazionali e internazionali, vi è stata una buona attività di ricerca clinica che ha portato a 11 lavori scientifici in lingua inglese pubblicati su riviste internazionali. È attiva anche un’interazione scientifica con vari ricercatori clinici dell’Europa, del Nord-America e dell’Estremo Oriente per studi relativi ai disturbi del movimento.

Équipe

Direttore: Carlo Colosimo Dirigenti medici: Enrica Moschini (responsabile della degenza), Franco Costantini (responsabile della Terapia Sub-Intensiva Neurologica e S.U.), Simonetta Sabatini (responsabile del DH-Day service-Centro sclerosi multipla), Danilo Costanti (responsabile del Servizio di neurosonologia ed emodinamica cerebrale), Andrea Sensidoni, Francesca Paci, Cristina Spera, Elisabetta Manfroi (dir. biologo, neurogenetista), Maria Stefania Dioguardi, Chiara Di Schino, Stefano Caproni, Francesca Galletti Infermieri professionali: Stefano Borghetti (coordinatore infermieristico) Per la degenza e Stroke Unit: Silvia Masci, Gioia Costantini, Claudia Tazza, Beata Nycek, Valentina De Zuane, Simona Bucioaca, Bice Barcaroli, Mario Wirz, GiannaNatali, Vanessa Quondam Angelo, Rossella Fagotti, Cinzia Capoccia, Nikla Giorgione, Roberto Miciano Per il DH neurologico e l’Ambulatorio di neurosonologia: Simonetta Ferracchiato, Stefania Borelli Personale OSS: Maria Monarca, Katia Patacchiola, Stefania Satolli, Maria Teresa Barcherini, Giorgia Cartoni, Germana Quondam Antonio Segreteria (del dipartimento di Neuroscienze): Annarita Stefanelli.

Fotoservizio di Alberto Mirimao

PRESTAZIONI AMBULATORIALI Le prestazioni specialistiche vengono erogate da medici specializzati in neurologia in collaborazione con il personale infermieristico. La Neurologia clinica si occupa prevalentemente di patologie croniche, divenute peraltro più frequenti con l’allungamento della vita media: i trattamenti terapeutici, quando disponibili, richiedono frequenti controlli medici specialistici. La Neurologia di Terni è particolarmente preparata nel trattamento dei disturbi del movimento Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

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Medicina & Salute

Depilazione laser

Dott.ssa in Estetologia Cinzia DIOTURNI Titolare e responsabile dell’istituto di bellezza STELLA POLARE Specializzata in tecniche di massaggio

Oggi più che mai, uomini e donne, sentono l’esigenza di eliminare dal proprio corpo antiestetici peli superflui, sia per motivi estetici, sportivi e sanitari (ferite-interventi-escoriazioni ecc…). Il trattamento laser viene eseguito su tutte le parti del corpo ricoperto da peli superflui. Le zone del corpo non ricoperte da peli sono le regioni palmari, plantari e le mucose. Esistono diversi tipi di epilazione. Il termine DEPILAZIONE sta ad indicare l’eliminazione del pelo dalla superficie della pelle recidendolo, tecnica utilizzata per esigenze igieniche-estetiche. Il termine EPILAZIONE sta ad indicare l’asportazione del pelo nella sua interezza fino al bulbo pilifero e può essere transitoria (cerette) o permanente (laser). Ricordiamo che l’epilazione a ceretta dura in media 20 giorni, in quanto il pelo verrà estirpato fin dalla radice, ma è un trattamento per cui è necessario rivolgersi ad un operatore nel settore estetico. Consiglio di sostituire questa tecnica con l’epilazione con pasta di zucchero, in quanto si allungano i tempi di ricrescita e si elimina il fastidioso inestetismo dei peli sottocutanei. L’epilazione con cera calda è sconsigliata in caso di teleangectasie, vene varicose in superficie e follicoliti topiche da strappo. L’epilazione si esegue con mezzi strumentali come: ELETTROCOAGULAZIONE Attraverso un ago sottilissimo che penetra fino al bulbo pilifero distruggendolo con il passaggio di corrente ad alta frequenza. È indicata per i peli bianchi che il laser non legge. IL LASER come depilazione progressiva si basa, invece, sul concetto di fototermolisi selettiva che emette luce monocromatica ad

Professore emerito -ayurveda tecniche per il benessere fisico-

una determinata frequenza in modo da colpire selettivamente la melanina presente nel bulbo del pelo distruggendolo. L’energia luminosa si trasforma in energia termica provocando una vera e propria esplosione delle cellule del bulbo pilifero per cui il pelo non ricresce. I risultati finali della depilazione laser variano da persona a persona, a seconda del tipo di pelle (fototipo) e colore dei peli che devono essere eliminati e la zona del corpo dove viene eseguito il trattamento. Per questo il trattamento non conferisce a tutti i medesimi risultati. In tal caso, suggerisco di effettuare una approfonditi visita, per definire il numero di sedute necessarie alla risoluzione del trattamento. La seduta può durare da qualche minuto a un’ora e mezza in base alla dimensione della zona da trattare. Il laser interviene sul pelo in fase PRO-ANAGEN e ANAGEN, ovvero di crescita attiva, per cui. quando si effettua il trattamento, si eliminano i peli che si trovano in questa fase. Invece i peli, che al momento del trattamento sono dormienti, verranno trattati nella seduta successiva quando saranno in fase attiva. È sconsigliato abbronzarsi durante il trattamento in quanto può ridurre l’efficacia dello stesso e anche effettuare epilazioni a pinzetta e cerette.Con il trattamento laser si risolvono anche patologie come: IRSUTISMO-IPERTRICOSI-VIRILISMO PILIFERO. Nel nostro istituto si esegue il trattamento laser preceduto da un’accurata visita durante la quale stabiliremo tempi di durata e risultato. Colgo l’occasione per comunicare a coloro che sono interessati che, solo per il primo trattamento, potranno usufruire di uno sconto del 50% Per informazioni o appuntamento: Centro Estetica Evoluta «STELLA POLARE di Dioturni Cinzia»

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Via Mola di Bernardo, 15 - Terni (TR) - Tel. 0744/271621 - Cell. 346/0112226

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ssistenza alle famiglie con badanti e personale domestico

ssistenza alle famiglie con badanti e personale domestico

Con la professionalità e le competenze derivanti da 20 anni di attività, assistiamo le famiglie che si affidano a colf, badanti e personale domestico (baby sitter, dog sitter, giardinieri, autisti, cuochi) per la cura dei propri cari e della propria dimora, tutelando entrambe le parti con la gestione di contratti di lavoro conformi alla normativa esistente.

Con la professionalità e le competenze derivanti da 20 anni di attività, assistiamo le famiglie che si affidano a colf, badanti e personale domestico (baby sitter, dog sitter, giardinieri, autisti, cuochi) per la cura dei propri cari e della propria dimora, tutelando entrambe le parti con la gestione di contratti di lavoro conformi alla normativa esistente.

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Il Nostro Progetto: Le Persone ssistenza ai cittadini che viaggiano all’estero A tutti coloro che si spostano in Europa e nel mondo per motivi di lavoro, studio, vacanza, sia per brevi periodi sia per lassi temporali prolungati, offriamo consulenze dettagliate e coperture assicurative, supporto e disbrigo pratiche per l’ottenimento dei visti e della documentazione necessaria.

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Agenzia affiliata di Terni Via Anastasio De Filis, 6 - 05100 Terni Tel. e Fax 0744 1982591 - Cell. 388 1682882 - terni@gruppoeuropa.net

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ssistenza alle aziende con personale viaggiante e personale straniero Tutte le aziende che hanno rapporti con imprese estere e che hanno proprio personale viaggiante all’estero, che devono portare in Italia partner commerciali per stringere accordi, partecipare a meeting, congressi, fiere, che devono assumere personale straniero o formare presso la sede italiana corrispondenti esteri, possono trovare da noi consulenze personalizzate, qualificate e dettagliate sulle opportunità offerte dalla normativa.

Contratto di assunzione Buste paga CUD e TFR Vertenze domestiche Emissione modello 730 ISEE

• Lavoro subordinato e stagionale • Visto per affari • Carta Blu • Tirocini formativi • Visti in uscita • Sanatoria

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VILLA FLAMINIA REALIZZA UN NUOVO PROGETTO

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VIVERE IN GRUPPO APPARTAMENTO PER CONSERVARE L’AUTONOMIA

l Gruppo Appartamento Villa Flaminia House (adiacente alla struttura protetta “Villa Flaminia”) si configura come un servizio residenziale pensato con lo scopo di garantire agli ospiti, persone anziane autosufficienti, la possibilità di continuare a prendersi cura di se stesse in un ambiente confortevole, protetto e senza barriere architettoniche. In questa realtà gli ospiti possono riscoprire il piacere della vita comunitaria e trascorrere piacevoli giornate tra attività e divertimenti. L’appartamento è destinato a 5 anziani con lievi disautonomie e il suo progetto fa riferimento all’art. 5 del Regolamento Regionale del 7 novembre 2012, n. 16.

Esso ha ottenuto l’autorizzazione al funzionamento dall’ATI con protocollo n. 2044/14 in data 08 luglio 2014. L’appartamento è di circa 97 mq, costituito da tre camere destinate agli ospiti, due bagni di cui uno realizzato secondo le normative che garantiscono l’accesso ai disabili ed un ampio soggiorno con angolo cottura per la preparazione e consumazione dei pasti comuni. L’edificio in cui si trova il gruppo appartamento è collocato nella prima periferia, in zona Polymer, caratterizzata da un contesto urbano semplificato, funzionale al raggiungimento del centro cittadino con autobus o bicicletta. La zona presenta inoltre una discreta ricchezza di servizi quali un centro commerciale, negozi, bar, pizzerie. L’edificio è dotato, infine, di un parcheggio riservato, interamente recintato e provvisto di un cancello d’ingresso, nonché di un ampio giardino. Gli ospiti potranno usufruire dei servizi di un operatore socioassistenziale per almeno tre ore al giorno (l’assistenza è diurna). L’operatore li supporterà nello svolgimento delle attività inerenti la cura di sé, della casa ed altre piccole attività. Lo stesso operatore sarà reperibile per l’intero arco della giornata, notte compresa, per eventuali emergenze. Il gruppo appartamento garantirà, infine, un servizio di lavanderia, di trasporto e di mensa.

Gruppo Appartamento VILLA FLAMINIA HOUSE

Tel. 0744.811058 - Cell. 338.2142250 Via Narni, 145 - Terni

Buone Feste a tutti!

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La pazienza dei Santi

Nomade è la preghiera lungo le valli umbre che le acque percorrono con impeto con ansia poi si placano lente nell’atteso abbraccio offerto dalla storia più giù alle Marmore dividiamo i pensieri in frazioni di tempo in sospetti di giorni occultati da fronde percosse dal vento che accompagna i sussulti di una terra feroce come donna nel parto e si apre il suo grembo per dar spazio ad un figlio che si appresta alla vita come narrano trame di vangeli e profeti un comune tracciato su segnali di morte. Ogni umana ferita ogni squarcio e rovina sovrappongono pietre e memorie e dolori in attesa di aiuto e promesse fraterne ci rimangono ombre da spostar con le mani mentre tracce del fiume ricompongono mappe trafugate ai ricordi. Sono icone violate nel segreto di altari soffocati corrotti nell’angoscia che trema e s’affanna a marchiare i minuti di attesa per cercare nel vuoto la pazienza dei santi come stimmate eterne nella carne dell’uomo. Franca Calzavacca

Impegni ed affanni mi tengono spesso lontano dal piacere di leggere un libro bello e distensivo. Quelle rare volte in cui si apre per me una finestra sul mondo riprendo a leggere e a riconsiderare vecchi trattati di logica, filosofica e matematica, o mi lascio cullare dagli alti contenuti che sempre ritrovo nelle letture di Platone, Kant, Russell ed altri autori che rivisito con immutato piacere. Riesco a leggere quello che esprimono, ma anche ciò che io stesso desidero leggervi, lasciandomi andare a personali considerazione logiche, di consecutio, completezza, coerenza, arguzia… poesia. Ho sempre trovato infatti grande affinità tra la poesia e la matematica e, ovviamente, la logica. Ultimamente ho dovuto, però, fare una eccezione, per queste mie perenni letture: non potevo non leggere il libro, dai contenuti e dagli scopi apparentemente molto diversi dagli altri libri i cui autori ho menzionato. Si tratta del libro

Corso Tacito, 29 - 05100 Terni Tel. 0744 409201 - Fax 0744 437602 Email: libreria.alterocca@gmail.com 26

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lvolume è una raccolta di ricordi, pensieri e testimonianze di coloro che negli anni hanno avuto modo di conoscere il dott. Giampaolo Palazzesi dal punto personale, politico e medico. Un uomo che ha dato sempre un grande valore alle persone, con una spiccata dote umanitaria, credendo fortemente nel servizio pubblico e nella medicina a disposizione di tutti. Nel volume è possibile leggere i racconti di coloro che negli anni hanno collaborato ai progetti che tutt’ora sono innovativi nella filosofia e nell’attuazione; il Servizio Trasfusionale da lui diretto è sempre stato all’avanguardia in centro Italia e ancora oggi si portano avanti procedimenti da lui avviati, rendendo così la struttura sanitaria ternana la più importante in Umbria e tra le prime in Italia. Sua è l’idea di costituire una banca per la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale a Terni negli anni duemila; anni in cui in Italia le banche che si occupavano di questa procedura si potevano contare sulle dita di una mano.

D’amore e corna e poligamia del caro amico Vincenzo Policreti, del quale avevo già pubblicato un avvincente giallo ambientato a Terni, un vero capolavoro di fantasia creativa e, al tempo stesso, di consecutio logica. E così mi accingo alla lettura di questa sua recente opera avendo la certezza di trovare anche lì il fascino della intelligenza creativa, della raffinatezza linguistica, della poesia delle parole e dei fatti. E, ovviamente, non sono stato deluso. Il libro mi ha avvinto tanto che, non di rado, ho rubato, per leggere qualche pagina ancora, del tempo a qualche incombenza “incombente”. Ed ho trovato così non solo quello che speravo, ma molto di più: sentimenti poetici, cura lessicale, ma, soprattutto, logica psicologica, cioè corretto ragionamento nelle vicende, a volte estreme e un po’ fuori dalla norma, della psiche. Grazie Vincenzo. Giampiero Raspetti


DIRITTI DIMENTICATI DIRITTI RECUPERATI L'INTERVISTA A Avv. Paolo Crescimbeni D. Avvocato, nel corso dell’anno le abbiamo fatto alcune interviste sui diritti dei lavoratori e dei cittadini un po’, diciamo, oscurati, o, più semplicemente, non coltivati adeguatamente: danno biologico differenziale spettante a chi ha contratto una malattia di origine professionale, colpa medica nei casi ben precisi in cui essa appare configurabile, problemi derivanti dalla esposizione all’amianto …. ecc. Noi abbiamo avuto riscontri altamente positivi di queste sue notazioni, lei? R. Certamente sì, più di quanto immaginassi, merito anche della qualità e buona diffusione del vostro giornale. D. E anche della chiarezza delle sue esposizioni. R. Pensi che, in tema di colpa medica, alcuni medici, mi hanno cercato per dirmi che avevo fatto finalmente chiarezza, marginalizzando facili suggestioni oggi di moda e nello stesso tempo ribadendo chiaramente quando vi è responsabilità. D. Quale tema trattato lei ha percepito come un tassello importante per un

quadro di giusta consapevolezza dei diritti dei cittadini e dei lavoratori in particolare? R. Sicuramente la esistenza di un danno biologico differenziale, in realtà comprensivo anche di altre voci di danno, di cui molti, troppi, lavoratori, affetti da malattia professionale, ignorano l’esistenza. D. Ci ricordi quale è il presupposto di questo possibile diritto, quando e come si attiva. R. Il presupposto, come ho detto, è l'esistenza di una malattia professionale, meglio se riconosciuta dall’INAIL. La domanda non ha una sede amministrativa specifica, ma data la complessità della stessa e la necessaria acquisizione di prove documentali e supporti peritali complessi, ritengo che l’unica sede sia uno studio legale specializzato. D. Non vorrei innescare polemiche, ma come è possibile che un tale diritto che si concretizza poi con un risarcimento, anche cospicuo, al lavoratore che ha contratto malattia professionale, sia

ignorato dagli interessati? R. Non da tutti, ci mancherebbe! Ma da molti sì. Forse, dico forse, a qualcuno non interessa che si sappia. Anche in altre occasioni mi è capitato, nel corso della mia attività professionale, che diritti a mio avviso chiarissimi non erano tenuti in debito conto. Ricordo, ad esempio la vertenza “del lavoro notturno” quando ci accorgemmo che questa indennità, anche quando afferiva una prestazione assolutamente ciclica e costante, non venisse computata nella paga base, con conseguente abbassamento di tutte le altre indennità che su quella paga base venivano calcolate. Proposi un ricorso al Giudice, piovvero al mio studio in pochi giorni oltre mille ricorrenti! Seguirono i ricorsi anche di altri studi legali. D. Tutte vinte? R. Tutte transatte con reciproca soddisfazione. Idem per i licenziamenti a scaglioni nelle carriere lavorative: operaio, categoria intermedia, impiegati... Lì vi era, a mio avviso e non solo mio, un passaggio del CCNL metalmeccanici contrario alla legge. Il Tribunale ne fece giustizia. Il diritto offre postulati di certezza, la sua interpretazione non sempre; su questo bisogna quindi lavorare bene per ottenere pronunce in consonanza con la Costituzione e, oggi possiamo dire, con le direttive europee; almeno quelle direttamente applicabili. Ogni diritto dimenticato è come una goccia di sudore spesa invano, un sacrificio fatto per nulla, questo non dovrebbe mai mai accadere. D. Avvocato ha mai pensato ad adoperarsi per uno “sportello welfare” per tutti i cittadini? R. Lo sa che ci sto pensando? Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

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Italia Terremotata

(parte III)

IL TERREMOTO del BELICE Pierluigi Seri

C

ari lettori, mente scriviamo la terra continua a tremare nelle zone terremotate tra Lazio, Umbria e Marche. Uno sciame sismico che sembra non aver fine. L’ultima scossa violentissima del 30.10.16 magnitudo 6.5 che ha fatto sobbalzare anche lo scrivente, ha ampliato la sua scia di distruzione su molti comuni della Valnerina tra cui Norcia, Cascia, Castelluccio, Visso e la città di Tolentino. Questa volta fortunatamente senza vittime, ma le case distrutte non si contano, gli sfollati sono migliaia e il loro calvario è solo all’inizio. Tuttavia proseguiamo il nostro viaggio nel tempo e, come avevamo preannunciato nell’articolo precedente, ci trasferiamo dalla Marsica in Sicilia con un salto di ben 53 anni, quando nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 un violento sisma colpì la Sicilia occidentale e precisamente la valle del fiume Belice con magnitudo 6.1 causando gravi danni e vittime a Ghibellina, Salaparuta e Poggioreale. Si trattò della più grave calamità del secondo dopoguerra. Ma durante questo mezzo secolo il sottosuolo italico è stato fermo? Manco per idea! Abbiamo già detto e ripetuto che l’Italia è territorio prevalentemente sismico. Diamo quindi un breve elenco dei terremoti avvenuti tra i due eventi catastrofici della Marsica e del Belice. Il 26.04.1917 un sisma interessò in piena guerra Umbria e Toscana distruggendo Montevarchi e Sansepolcro; 07.09.1920 fu colpita la Toscana con 170 morti; 26.12.1927 furono interessati Roma e i comuni laziali con molti danni; 23.07.1930 un forte sisma devastò la zona del monte Vulture con 1400 vittime; 03.10.1943 fu colpita la provincia di Ascoli Piceno, altri eventi si verificarono nel 1951 e nel 1962. Negli stessi anni tra lungaggini burocratiche, sprechi, speculazioni varie proseguiva l’odissea della ricostruzione dei paesi della Marsica durata 70 anni! Alla prima scossa ne succedettero, dopo poche ore, altre tre che sbriciolarono le vecchie e deboli case costruite in tufo e pietra. Ma dieci giorni dopo il 25 gennaio alle 10.56 si registrò una nuova potentissima scossa che completò la distruzione, coinvolgendo anche le squadre di soccorso. I morti furono circa 350 tra cui 10 soccorritori, gli sfollati 70.000. Anche questa volta la gravità dell’evento non fu recepita subito dagli organi di governo, il 15 gennaio i giornali parlavano genericamente di feriti e case lesionate. Ancora una volta furono perse ore preziose. Solo quando giunsero nella zona i primi soccorsi la realtà si manifestò con tutta drammatica evidenza: strade interrotte, paesi ridotti a cumuli di macerie, sfollati che vagavano come fantasmi tra le macerie. “Ho volato su un inferno!” dichiarò un pilota impegnato in una ricognizione aerea. Fu però grazie al coraggio di alcuni giornalisti e alle immagini trasmesse dalla Rai che gli italiani conobbero in diretta il dramma della popolazione sicula e videro le immagini della devastazione e delle condizioni di estrema indigenza degli sfollati. Il terremoto mise a nudo lo stato di arretratezza di quelle zone della Sicilia occidentale la cui popolazione era composta da vecchi, donne e bambini, mentre i giovani erano da tempo emigrati all’estero per lavoro. Questo dato rappresentava il disagio sociale che lo stato conosceva e trascurava così come fu uno dei primi e tristemente noti casi italiani del dopoguerra. Molte cose erano cambiate in Italia: al Regno d’Italia si era sostituita la Repubblica Italiana, il regime fascista era caduto, ma alcuni fatti restavano: l’impreparazione logistica, l’inerzia iniziale dello stato, i ritardi e le speculazioni sulla ricostruzione, le popolazioni costrette all’emigrazione, lo squallore delle baracche per i superstiti. Un mese dopo il sisma 9000 senzatetto alloggiavano in edifici pubblici, altri 9000 in tende militari con pagliericci e scarsi servizi, 5000 in carri

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ferroviari, migliaia avevano raggiunto parenti o conoscenti all’estero. In queste condizioni vissero poi per lungo tempo le solite baracche di legno, mentre la ricostruzione procedeva con la solita lentezza studiata ad arte, basata sul gioco dei rinvii, ostacoli burocratici, rifinanziamenti sui quali si scontravano interessi politico-economici di potentati locali e in primis la longa manus di Cosa Nostra. Nel 1976 i baraccati erano ancora 47000! Solo nel 2006 furono smantellate le ultime 250 baracche col tetto in eternit, materiale altamente nocivo alla salute. Proprio i baraccati del Belice trovarono un loro valido sostenitore nella persona di don Antonio Riboldi ora vescovo emerito di Acerra, sacerdote militante che perorò la loro causa davanti alle più alte cariche dello stato ricevendo molti consensi, ma anche intimidazioni e minacce. La vicenda che rese unico questo terremoto non furono tanto le morti e le devastazioni (quelle purtroppo non si cancellano) quanto quello che accadde nei decenni successivi e tutto il business che fu montato durante la lunga ricostruzione. Fu dato inizio ad opere faraoniche e spesso inutili come la cittàmuseo all’aperto sulle rovine di Ghibellina portata come simbolo della ricostruzione in quanto progettata da famosi architetti ed artisti, ma assolutamente inutile ai fini di una rinascita economica ed occupazionale degli abitanti del luogo. Invece di migliorare la viabilità ordinaria tra i vari comuni, opera più essenziale ed urgente, venne finanziata e costruita l’autostrada Palermo-Mazara del Vallo, senza ricostruire la ferrovia Salaparuta-Castelvetrano che era importante per congiungere i paesi dell’interno con quelli della costa. Questo per citarne solo alcune, quanto al resto, tutto si disperde in appalti, subappalti, fallimenti, nuovi finanziamenti, proclami, viaggi elettorali di On. di vari partiti e infiltrazioni mafiose. Fu l’inizio della Terremoti s.p.a usurpando il titolo del celebre libro di Antonello Caporale. Restano emblematiche le lotte su versanti opposti di Don Riboldi e di Danilo Dolci contro il malaffare politicomafioso. Dopo decenni di interminabili lavori la Valle del Belìce si è risollevata, i paesi sono stati ricostruiti in zone diverse da quelle originarie, le condizioni di vivibilità sono migliorate, ma il volto della Valle è stato completamente cambiato. Dei vecchi paesi restano cumuli informi di macerie coperte di erbacce e muri scalcinati su cui ignote mani hanno scritto: la burocrazia uccide più del terremoto. La storia continua purtroppo, nel prossimo articolo ci occuperemo del terremoto che colpì il Friuli nel 1976.


Paul François Georgelin

La leggenda dice che il fenicio Cadmo portò questo alfabeto in Grecia, quando suo padre lo mandò a cercare sua sorella Europè, rapita da Zeus. Adattandola alla loro lingua, i Greci ebbero l’idea geniale di prendere i caratteri consonantici fenici inutili per il greco, con il fine di rappresentare le vocali della loro lingua. Poi gli Etruschi, i Romani e gli Slavi adattarono l’alfabeto greco alle loro lingue, sicché noi Occidentali l’abbiamo ereditato dai Romani. Ma l’evoluzione non si ferma qui e ogni paese ha dovuto adattare, con segni diacritici e altri segni vocalici e consonantici, questo alfabeto alla propria lingua. Quanto all’alfabeto pinyin cinese, con caratteri latini per la trascrizione degli ideogrammi e l’insegnamento del cinese agli stranieri, di latino non ha quasi più che il nome. Ma questo accadeva in società sedentarizzate e urbanizzate, dove le regole sociali dovevano essere fissate: così il codice di leggi di Hammurabi sulla pietra e la comparsa di testi sacri con Davide nel regno di Giuda. La scrittura era allora l’arte degli scribi dei palazzi e dei preti dei templi. E questi, essendo i soli a poter leggere e interpretare le corrispondenze, avevano dunque una grande influenza nelle decisioni di un potere che potevano ingannare. Ma le società nomadi non scrivevano e la storia del gruppo era affidata alla memoria e alla fedeltà dei trasmettitori successivi. Ed è così che il Rigveda, composto oralmente un millennio a.C., venne trasmesso oralmente fino al 500 d.C., quando il vedico era stato dimenticato ed i trasmettitori non capivano più ciò che trasmettevano. Anche così comparvero gli aedi ed i rapsodi dopo la fine della civiltà micenea, durante l’età oscura della storia greca fino al periodo di Omero. Quanto alla storia di molti paesi africani,

Civile

Infortunistica

Lavoro

Previdenziale

Famiglia

Commerciale

4° - Memoria delle Parole esiste ancora solo nella forma di leggende trasmesse oralmente durante lunghi secoli. Nel 1983 stavo a Cuzco nel Perù, nella bella Piazza d’armi, inquadrata a nord dalla cattedrale, questa fiancheggiata da due chiese, ed a est dalla chiesa della Compagnia di Gesù, che ha la più bella facciata di arte barocca di America. Vidi arrivare un uomo in poncho che, aedo o rapsode in modo suo, cominciò a recitare in quechua, di memoria e di viva voce. Attorno a lui venne ad accalcarsi gente, di cui molti non sapevano leggere il proprio idioma. Quando se ne andavano, gettevano qualche moneta davanti a lui. Ma la scrittura era anche considerata come indiscreta e minacciosa per le dottrine esoteriche con fondo religioso mistico della Grecia del VI secolo a.C., come i misteri d’Eleusi, l’orfismo e il pitagorismo, il cui insegnamento era unicamente orale, per proteggerlo dalle menti non iniziate e accettate. Anche i druidi consideravano la scrittura, greca o latina, indegna di esporre il loro insegnamento, per lo stesso motivo. Dopo questa immensa evoluzione, una cosa che ci può sorprendere è la rinascita della scrittura pittografica in tempi relativamente recenti. Nel XV secolo della nostra era, ai tempi della conquista spagnola di una parte dell’America, vediamo nascere i bei disegni della scrittura dei Maja e degli Aztechi. Più vicino a noi, ci sono i detti “Winter counts” su pelli di bufalo dei Dakota e la scrittura sintetica degli Eschimesi dei due secoli precedenti. Consistevano in disegni di personaggi i cui gesti e attitudini suggerivano un’azione, uno spostamento, e di animali, cose o segni simbolici che ne indicavano la natura o lo scopo.

Lo studio si è trasferito in

Corso del Popolo n. 26 - Terni Telefoni: 0744/58149 – 58140 - Fax: 0744/420166 Indirizzo mail: avvocati@crescimbenilavari.it

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Terni accessibile... verso una città per tutti

urbano e territoriale, partecipati da migliaia di persone, dove la solidarietà e l’inclusione sono stati protagonisti, in un clima di grande convivialità e collaborazione. Il primo evento è stato AMAtrice… il cuore grande dei Ternani, che il 16 ottobre 2016 ha raccolto TRACCE - Terni Accessibile è un’associazione nata per promuovere il miglioramento dell’accessibilità e della comunicatività ambientale e dell’inclusione sociale. E' costituita da sette associazioni locali: Un Volo per Anna ONLUS, U.N.M.I.L., Naiadi, Umbria Lab, Utilità Manifesta, Open Training, I Barbazza.Ilsuooperatoveicolaedàattuazione al principio di accessibilità ambientale, in ragione della sua utilità sociale e culturale e del valore strategico che può apportare ai fini del miglioramento della qualità urbana e nell’inclusione sociale, attraverso azioni di natura inclusiva e integrata. Agisce tramite iniziative multidisciplinari che interessano prioritariamente beni e spazi pubblici e ad uso pubblico, promuovendone l’accessibilità, la fruibilità, la comunicatività, la capacità di inclusione sociale, facendo di eventi e manifestazioni momenti fondamentali di partecipazione e coinvolgimento. L’associazione raccoglie l’approccio innovativo dei Patti di Collaborazione per il miglioramento dell’accessibilità urbana sottoscritti con le Amministrazioni comunali di Terni e Narni in base ai Regolamenti per la gestione dei beni comuni. Tali Patti di collaborazione consentono di sviluppare, in aree strategiche degli stessi comuni, studi, ricerche, progetti di dettaglio al fine di rigenerare beni comuni urbani attivando sinergie progettuali/realizzative e di comunicazione per intercettare opportunità di finanziamento per la realizzazione di opere volte a rendere le città e il territorio più belle, accoglienti, fruibili e comunicative. L’associazione ha quindi inaugurato il proprio percorso organizzando alcuni eventi di livello

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a Terni, a Largo Frankl, circa 5.000 persone coinvolgendole in una festa di piazza aperta alla città, fatta di musica, spettacoli, giochi e attività per piccoli e grandi con ricavato interamente devoluto alla città di Amatrice. La grande macchina organizzativa di AMAtrice è stata possibile grazie all’adesione di decine di associazioni ternane che, partecipando con entusiasmo, hanno contribuito con le proprie specificità ad animare e promuovere l’evento. AMAtrice è stata anche un’importante occasione di valorizzare un ampio spazio pubblico quale Largo Frankl, che seppure collocato centralmente nella città di Terni, è vissuto e percepito come luogo di passaggio marginale. Con l’evento si è dimostrato uno spazio pubblico flessibile e accogliente, in diretto rapporto con il fiume Nera, caratteristiche che lo hanno fatto apprezzare e rivalutare nella percezione comune. L’attività dell’associazione è continuata immediatamente a seguire, con l’organizzazione e promozione, insieme al Comune di Narni, dell’evento di inaugurazione del percorso ciclo pedonale delle Gole del Nera previsto il 12- 13 novembre 2016. Qui l’associazione ha messo a disposizione le proprie capacità di coinvolgimento, di animazione e di “fare rete”, affinché la notizia dell’apertura della pista potesse raggiungere il massimo numero di persone possibile. Il percorso ciclopedonale è infatti una strategica e molto attesa opera di miglioramento dell’accessibilità e della fruibilità di uno straordinario brano del nostro paesaggio, che rappresenta una preziosa opportunità di rigenerazione e valorizzazione per l’intero territorio ternano e regionale. L’efficacia dell’azione di promozione sviluppata da Tracce è stata confermata dalla grandissima affluenza di visitatori nei due giorni di inaugurazione (molti provenienti dalla Regione e dal Lazio), con un flusso di presenze che di fatto continua tutt’oggi, in particolare nei fine

settimana, a conferma dell’importanza di temi quali la qualità e la fruibilità degli spazi pubblici e la capacità di comunicarne e veicolarne l’immagine. Nelle due occasioni di Amatrice e delle Gole del Nera, si sono manifestate e mobilitate le tante risorse attive, creative, umane presenti nel territorio ternano e narnese, che hanno dato dimostrazione di una grande capacità di coesione a fronte di obiettivi e azioni chiari e di interesse per la comunità. Per questo, a seguito degli ultimi eventi sismici che hanno toccato direttamente e tragicamente il territorio umbro, devastando interi centri abitati dell’area nursina e dei Sibillini e investendo con la loro onda lunga il territorio ternano, l’associazione Tracce ha lanciato una ulteriore iniziativa benefica. È nata così RiFiorita, pensato come un progetto di rinascita dei luoghi e delle comunità umbre colpite dal terremoto, ma anche di rinascita personale di tutti coloro che, coinvolti nel progetto, danno vita alla costruzione di una rete di relazioni solidali che possa fronteggiare la sempre più diffusa tendenza allo scontro e alla sfiducia verso l’altro. Nel progetto la cultura dell’inclusione, la valorizzazione dell’uomo e dei diritti, così come del territorio, sono individuabili idealmente nell’acqua del fiume che, come il Nera, collega Terni a Castelluccio di Norcia, in un percorso a ritroso nella valle verso la sorgente. Lo strumento utilizzato per raccogliere fondi sarà una lotteria benefica “partecipata” che si svolgerà dal 13 dicembre 2016 al 25 febbraio 2017, attraverso l’attivazione di un’estesa rete di associazioni che organizzeranno iniziative tra loro correlate, una vera e propria staffetta di azioni declinate a seconda dei linguaggi, della sfera di interesse e delle attività specifiche di tutti i soggetti coinvolti, con l’idea di rendere virale il prezioso messaggio di solidarietà e collaborazione alla base del progetto, veicolandolo con ogni strumento convenzionale o innovativo a disposizione. Alla proposta di aggregarsi intorno a un’azione benefica semplice, ma ben comprensibile e condivisa, hanno già risposto più di 50 associazioni, che promuoveranno la lotteria ciascuno con propri mezzi o all’interno di propri eventi o iniziative, e la possibilità di aderire alla staffetta rimarrà aperta anche in itinere a chi vorrà partecipare.


STIFONE - GOLE DEL NERA

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Con LIBERE DI VOLARE PROGETTO MANDELA si occupa del

Diritto all’istruzione delle bambine e delle ragazze

Progetto Mandela quest’anno si fa in due e propone ai giovani due percorsi differenti legati dalla stessa tematica. Venerdì 28 ottobre sono partiti i laboratori gratuiti per i giovani che affrontano i vari ambiti della produzione teatrale, e, come novità di quest’anno, della produzione di una Web-serie. La tematica presa in esame è il diritto all’istruzione delle bambine e delle ragazze nel mondo, diritto ancora troppo spesso negato. Con il titolo LIBERE DI VOLARE verrà portata come esempio la storia di Malala Yousafzai, giovane attivista pachistana insignita nel 2014 del Premio Nobel alla Pace, e si farà un quadro sulla situazione mondiale e nazionale cercando, attraverso la narrazione artistica, di stimolare una riflessione sui diritti fondamentali e la loro applicazione in tutti gli ambiti. Progetto Mandela propone da 28 anni il teatro come strumento e luogo di comunicazione di valori e con la produzione di una web serie sperimenta ora un altro linguaggio per la diffusione di una cultura dei diritti. I laboratori teatrali di drammaturgia, recitazione, scenografia, costumi e di comunicazione si concluderanno a fine aprile con uno spettacolo teatrale. I laboratori godono del patrocinio dell’Ufficio scolastico Regionale, sono finanziati dai fondi dell’8x1000 della Chiesa Valdese, contano sul contributo del Comune di Terni e dell’Arci e vedono la collaborazione del CAOS. Il progetto Web-Serie è stato elaborato e verrà realizzato insieme a Il Pettirosso, e vede come partner la Casa delle Donne, Monimbò e l’Associazione “Per un sorriso Monica De Carlo” che faranno da consulenti, supervisori e testimoni per la tematica trattata nei laboratori di video, audio, sceneggiatura e comunicazione. La serie sarà messa on line a partire da maggio 2017. Il progetto è finanziato dalla Regione dell’Umbria, ed è reso possibile anche grazie al contributo de Il Pettirosso e della FUIS erogato nell’ambito del concorso d’idee SMART PITCH. Progetto Mandela dimostra ancora una volta di essere sempre più una realtà che collabora e mette in rete competenze e energie d’eccellenza del territorio. Da sottolineare la collaborazione con l’Arci per quanto riguarda il coinvolgimento di giovani profughi ospitati a Terni, che fin dall’anno scorso hanno preso parte a un percorso di integrazione attraverso le pratiche teatrali che ha portato alla realizzazione non solo dello spettacolo finale di Progetto Mandela 2015/2016, “Grand Hotel Europa”, ma ha

realizzato con “Nel Mare di mezzo”, uno spettacolo teatrale per la stagione estiva di Carsulae. Questo cammino congiunto prosegue e si rafforza con la collaborazione in vari ambiti che vanno dalla costruzione delle scenografie all’organizzazione di seminari musicali. Capitolo ancora non del tutto risolto è la questione spazi, ma si sta trovando una soluzione provvisoria con l’aiuto della Provincia, Il Comune di Terni dovrebbe risolvere la collocazione del Centro per i Diritti Umani.

Orari dei laboratori Comunicazione (Lunedì e Mercoledì 15,30/17,30 presso la Casa delle Donne in Via Aminale). Il laboratorio è incentrato sulla comunicazione verso l’esterno dei lavori e della tematica attraverso i social, la stampa e la radio. Recitazione (Lunedì/Giovedì 15,30/17,30 presso Caos). In questo laboratorio i ragazzi imparano i rudimenti delle tecniche della recitazione. Video e audio (Sabato 15,30/17,30 presso la Casa delle Donne in Via Aminale): una vera e propria ventata d’aria fresca è portata al Mandela da questo nuovo laboratorio che realizzerà la webserie Free to fly. Drammaturgia (Lunedì 17,30/19,30 - Venerdì 15,30/17,30 presso la Casa delle Donne in Via Aminale). Nel Laboratorio viene scritto lo spettacolo teatrale. Sceneggiatura (Lunedì 15,30/17,30 - Venerdì 17,30/19,30 presso la Casa delle Donne in Via Aminale). Nel Laboratorio viene scritta la WebSerie. I laboratori di Scenografia e Costumi inizieranno a Dicembre con orari e giorni da stabilire. L’iscrizione a questi laboratori, che come tutti gli altri sono gratuiti, è ancora aperta. Per informazioni e iscrizioni: progetto.mandela@gmail.com - tel. 3279326990

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VINCENZO DE ANGELIS Nelle sue caricature lo sport ternano Ho conosciuto Vincenzo de Angelis nella vecchia e polverosa sede del Psi ternano in Corso Tacito. Ero un giovanissimo studente universitario affascinato da una certa idea riformista della società. Vincenzino, così veniva affettuosamente chiamato, era un uomo senza tempo, di una eleganza antica, istintivamente simpatico ed affabile, con un inconfondibile accento campano che lo rendeva unico, così come i capelli con la riga a sinistra, il naso adunco, la bocca sottile ed un paio di occhialoni da vista calati su di un viso vispo ed allegro. Mi accolse seduto alla sua scrivania, zeppa di giornali e disegni, in un confuso rincorrersi di penne, colori e matite: era il responsabile della comunicazione del partito. Mi piaceva intrattenermi con lui. Con cadenze regolari venivo investito dai suoi rimbrotti bonari, inseriti in un effluvio di discorsi lunghissimi e mai banali, sciorinati in uno slang stranissimo. Iniziai a scrivere sul glorioso periodico socialista La Turbina da lui diretto per tanti anni. Mi entusiasmai molto quando Vincenzo, corrispondente de L’Avanti da Terni, scrisse di una mia iniziativa politica. Che emozione! Vedevo per la prima volta il mio nome su di un giornale, come segretario della Federazione Giovanile Socialista. Con Vincenzo non parlavo solo di politica ma anche di sport, della Ternana principalmente. Lui, originario di Scafati, era un fervente sostenitore delle Fere. Amava disegnare, o meglio tratteggiare delle caricature ironiche e sornione, riflesso del suo carattere. I soggetti riguardavano calciatori e dirigenti della Ternana,

immortalati nelle loro espressioni caratteristiche. Non mancava mai la battuta. Vincenzo collaborava con le emittente locali, arricchendo le trasmissioni sportive con commenti tecnici, ma soprattutto con le sue vignette. Vincenzo ci ha lasciato ormai da qualche anno, con nostro immenso dispiacere. Recentemente suo figlio Antonio, anch’egli valente giornalista, mi ha regalato un libro su suo padre. Al paese natio hanno inteso omaggiarlo, riconoscendogli una grande statura intellettuale e morale. Sì, perché De Angelis appartiene a quella categoria di persone perbene, che con la politica non si è arricchito, vivendo la militanza ed il lavoro con dignità e rigore. A Scafati, sua città di origine, laddove “ha lasciato un segno indelebile”, come sottolinea Francesco Donnarumma, il curatore del volume (Omaggio a Vincenzo De Angelis, Ed. Scafati 2015), ancora lo ricordano, nonostante si fosse trasferito a Terni nel 1962, rimanendovi per il resto della vita. Leggendo quanto scritto nel libro ripenso agli anni trascorsi, al profondo legame con la sua famiglia, ad un uomo semplice e colto che nell’arte, nel giornalismo e nello sport ha trasferito la sua intima personalità. Tolleranza, ascolto, comprensione, magari anche scontri verbali, ma sempre conditi di amichevole ironia, era questo il metodo politico di Vincenzo, racconta il fratello Antonio. Quanti lunedì mattina trascorsi in Federazione a Terni ad analizzare le partite, rubandogli tra il fascio di giornali l’immancabile “Corriere dello Sport”. Quando si infervorava, il dialogo slittava nel dialetto campano spinto, con una mia evidente difficoltà di comprensione. Poi magari si estraniava, realizzando una delle tante caricature calcistiche che andavano ad arricchire il suo personale album di calciatori. Dal libro esce il bell’affresco di un uomo che ha attraversato il proprio tempo con grande dignità, sentendosi appagato dalla ricchezza del sapere e dell’intelletto. Indubbiamente un esempio, nel quale la modestia è unita al forte impegno sociale e profonda coerenza umana. La vita di un funzionario di partito non era facile negli anni ’60 ed in seguito. Pochi soldi e tutele minime. Tutto ciò per seguire la passionaccia della politica. A Scafati, con questa pubblicazione, hanno voluto perpetuarne il ricordo raccogliendo opere grafiche e pittoriche, ricordi e testimonianze: i racconti di gente che gli ha voluto bene. Anche a Terni dovremmo pensare di allestire una bella mostra delle sue immagini, ripercorrendo in tal modo circa cinquanta anni di storia e costume della nostra comunità. Passeggiando per il centro cittadino ripenso a quando lo incontravo nei pressi della sua abitazione in Corso Vecchio: andatura caracollante e giornali sotto il braccio. Mi manchi caro Vincenzo! Con te se ne è andato un modo ironico e romantico di intendere la vita, la politica e lo sport. Stefano Lupi Delegato Coni Terni

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La Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni in occasione Sinfonica della Radio Nazionale Ucraina, delle festività natalizie, rinnova il proprio impegno offrendo alla il violinista Stefan Milenkovich. Talento precoce del panorama classico, cittadinanza due prestigiosi concerti.

Milenkovich inizia a suonare il violino a tre anni, a sei anni debutta per la prima volta da solista con l’orchestra e a soli nove anni si esibisce alla Casa Bianca di fronte al Presidente degli Stati Uniti Ronald Regan dando così inizio a una carriera strabiliante. La grande Musica Classica, promossa da Visioninmusica grazie al sostegno della Fondazione Carit e delle Casse di Risparmio dell’Umbria, vuole essere anche per l’anno 2016 la protagonista di un evento che da un decennio si caratterizza per la sua elevata qualità artistica. Prestigiose orchestre del centro Europa e solisti di rilievo internazionale, diretti da maestri di assoluta fama, si esibiscono e si sono esibiti nella suggestiva cornice romanica della Sabato 10 dicembre 2016, alle ore 17, nella chiesa di San Francesco a chiesa di San Francesco, rendendo il Terni, si terrà il consueto concerto di Natale organizzato da Visioninmusica Concerto di Natale uno degli appuntamenti con il finanziamento della Fondazione Carit e delle Casse di Risparmio culturali più attesi nel panorama degli dell’Umbria. Saranno l’Orchestra Sinfonica della Radio Nazionale di Kiev, eventi cittadini. diretta da Vladimir Sheiko e uno tra i più apprezzati violinisti contemporanei, Stefan Milenkovich, i protagonisti del concerto che renderà omaggio a Pyotr Ilyich Tchaikovsky, autore le cui composizioni risultano tra le più note del repertorio classico. “Tutto Tchaikovsky” è il titolo scelto da Visioninmusica per un concerto che racchiude l’essenza di un compositore figlio del tardoromanticismo, di cui le sue opere sono incarnazione. Diretta da Vladimir Sheiko, suo direttore principale e direttore artistico dal 2005, l’Orchestra Sinfonica della Radio Nazionale di Kiev, con all’attivo oltre 85 anni di storia e grandi successi in tournée realizzate in tutto il mondo, eseguirà un repertorio dedicato al grande compositore russo. Ad affiancare l’Orchestra Domenica 4 dicembre alle ore 19, nell’ex fabbrica d’Armi di Terni, il primo concerto prevede la presenza di Leonora Armellini al pianoforte, Stefano Borghi al clarinetto e Lorenzo Fuoco al violino, accompagnati da “I Cameristi del Maggio musicale fiorentino” diretti da Domenico Pierini. In programma il concerto numero 1 per pianoforte e orchestra di Fredryk Chopin, il preludio atto primo I dell’opera “La Traviata”, l’assolo per violino e Orchestra dell’opera “I lombardi alla prima crociata” di Giuseppe Verdi e di George Gershwin i tre preludi per violino e orchestra, i Blues di “Un americano a Parigi” e Summertime del Porghi and Bess. L’evento, organizzato da “Omaggio all’Umbria” e sostenuto dalla Fondazione Carit e da Banca Mediolanum, con l’ospitalità della Fabbrica d’Armi, si presenta di notevole livello artistico per la presenza di un’orchestra prestigiosa e di tre giovani musicisti di eccellenza che si esibiscono in importanti manifestazioni nel mondo e che hanno beneficiato di premi in competizioni internazionali.

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ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE CLASSICO ED ARTISTICO TERNI CHI SIAMO, COSA VOGLIAMO? L'Istituto di Istruzione Superiore Classico ed Artistico quale luogo di formazione civile e culturale, da sempre promuove la crescita personale, culturale, professionale e sociale dei giovani cittadini, basandosi sui principi di democrazia, uguaglianza e laicità della Carta costituzionale. L'istituzione scolastica al fine di rendere l'apprendimento dei discenti interessante e significativo, ha inteso potenziare le metodologie progettuali, valorizzare le diverse identità degli studenti rendendo il piano dell' offerta formativa, a livello di scelte curricolari, extracurricolari, didattiche, organizzative, rispondente agli obiettivi istituzionali e coerente con la domanda di formazione del territorio e con il quadro determinato a livello nazionale. Pertanto, si propone la realizzazione di una Scuola capace di ampliare e a potenziare gli orizzonti della sua “mission” formativa in ambito anche internazionale per realizzare progetti capaci di favorire la crescita di giovani candidati ad essere cittadini d'Europa e del Mondo potenziando le competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, impegnata a trasmettere i valori umani e sociali della democrazia, della legalità, volta al potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economico-finanziaria e capace di proporsi per l'attivazione di percorsi /indirizzi scolastici non presenti nel territorio. UNA SCUOLA TRA PASSATO, PRESENTE E…FUTURO Grazie alla collaborazione attiva di tutto il personale Docente, si è promossa la costruzione di una scuola dinamica, democratica e partecipata, di una scuola quale “comunità che apprende” , una scuola di qualità che educa, istruendo lo studente e il cittadino e accompagnandone il processo di crescita nelle sue molteplici dimensioni. Sono curati i saperi di base ponendo lo studente al centro delle decisioni e perseguendo, progressivamente, la costruzione delle conoscenze, l'acquisizione di capacità, di abilità e di competenze trasferibili, stimolando il saper fare, il saper essere, il saper stare con gli altri, anche nella prospettiva dell'integrazione delle differenze. L'Istituto promuove, inoltre competenze professionalizzanti, descritte nel profilo educativo, culturale e professionale sia generale, che relativo ai singoli indirizzi dei due percorsi liceali. Al tempo stesso, considerate le specificità e le complessità delle strutture didattico-educative, in continuità con le azioni e le iniziative già avviate negli anni passati, si continua ad operare motivando gli studenti, rinforzando gli importanti risultati conseguiti, rendendo rispondenti agli obiettivi istituzionali il piano dell' offerta formativa, a livello di scelte curricolari, extracurricolari, didattiche, organizzative, con la domanda di formazione del territorio e con il quadro determinato a livello nazionale. UNA SEZIONE “SPECIALE” In tale contesto, pur consolidando i percorsi di potenziamento dell'offerta formativa di “Arte e Musica” e di “Scienza forte”, è stato elaborato presso il Liceo Classico “G.C. Tacito” il percorso Giuridico–Internazionale, un percorso di studi che vede l'inserimento a partire dalla classe IV ginnasiale di un'ora di diritto e l'integrazione di un'ora di inglese. Grazie all'integrazione di un'ora di lingua inglese, gli studenti potranno affrontare tematiche di diritto internazionale calandosi “nei panni” di ambasciatori e diplomatici, affrontando temi della politica internazionale legati all'attualità più stringente secondo il metodo del learning by doing. L'introduzione di questo percorso , che richiede un rinnovamento delle metodologie tradizionali e del modo di “fare scuola”, rendendo necessaria sia una stretta interazione tra i docenti, sia il cambiamento di comportamenti didattici consolidati nel tempo, realizza una Scuola che, pur conservando una precisa fisionomia culturale e strutturale, educa, favorisce la formazione dell'uomo e del cittadino consapevole dei suoi diritti e doveri, garantisce un sereno ambiente educativo avendo cura dei rapporti umani e delle problematiche adolescenziali. Il corso intende qualificarsi non solo come un ottimo avviamento agli studi universitari in ambito giuridico ed internazionale ma anche come uno strumento utile alla comprensione critica delle dinamiche che governano il mondo attuale. LATINO E INGLESE, INGLESE E LATINO:LA SEZIONE CAMBRIDGE Inoltre, per il prossimo anno scolastico a seguito dell'accreditamento dell'Istituzione scolastica come Scuola Cambridge International, saranno inserite, nel normale corso di studi, insegnamenti che seguono i programmi della scuola britannica in preparazione per gli esami IGCSE e A-level. Le sigle IGCSE-International General Certificate of Secondary Education- e A-Level- Advanced Level indicano le certificazioni internazionali rilasciate a seguito di un esame finale dal Cambridge International Examinations (CIE), un ente dell'Università di Cambridge e sono, attualmente, la certificazione internazionale più riconosciuta al mondo rivolta agli studenti tra i 14 ed i 19 anni. La preparazione ad alcuni esami Cambridge International nel nostro liceo è stata già inserita in due sezioni nel curricolare e offerta anche in corsi extracurricolari pomeridiani. A partire dall'anno scolastico 2017-18, il programma Cambridge, oltre ad essere un elemento caratterizzante della sezione Giuridico-Internazionale, verrà offerto in una sezione Cambridge International, dedicata esclusivamente ad esso e quindi particolarmente ricca di materie svolte secondo tale prospettiva, mentre continuerà, anch'essa arricchita, l'offerta extracurricolare, che consentirà agli studenti di altre sezioni di accedere ad alcuni esami, ma soprattutto darà la possibilità, a chi già frequenta il Cambridge curricolare, di sostenere l'esame in un numero maggiore di insegnamenti. Al riguardo, si propone l'attivazione di un percorso formativo di eccellenza in una prospettiva internazionale attraverso l'insegnamento delle seguenti materie IGCSE durante l'orario scolastico che consentirà agli studenti di diventare parte di una vasta comunità e di proseguire gli studi in Italia e all'estero: 1. English as a Second Language 2. Latin 3. Maths 4. English Literature Sarà inoltre possibile per tutti gli studenti frequentare anche corsi extracurricolari pomeridiani per la preparazione degli esami Cambridge in altre materie: • Geography • Biology • Physics Me

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RE PERIO E SU N IO Z ISTRU TISTICO ITO UTO ISTIT ICO E AR G.C. TAC S O CLAS CLASSIC atti n. 12 r LICEO viale A. F i i o: n r 0 s e T ola tic a Bambin re 11,3 nte Sc rt alle o 0 ,3 Dirige sa Robeto: 0 0 re 1 273 Profio.sricevimeonledì dalle aolle ore 16,3 4.401 orar dì e merc re 15,00 o 074 n o f o e le lun dì dalle : Te zioni marte forma ov.it in i r io tr.g lter erni.it Per u www.tacitooartisticot : ic Sito .iisclass www

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I L uoghi dell'Anima C’E’ UN LUOGO, IN FONDO AL CUORE, CHE AMIAMO CHIAMARE CASA C'è un luogo, in fondo al cuore, che amiamo chiamare casa. Non ha niente a che vedere con un focolare e quattro mura, né con una mamma e con un papà; non si sente il profumo di torta di mele la domenica mattina e c'è poca compagnia. Anzi, spesso nella casa del cuore c'è molto silenzio e in alcune stanze il sole non entra mai. C'è parecchio caos e nessuna voglia di mettere in ordine. In qualche cantuccio, invece, le finestre sono sempre aperte e lasciano entrare brezze fresche di primavera. Di solito ci sono tanti libri, storie d'amore e d'avventura, grandi classici posti in bella vista per poter essere consultati in ogni momento. Non mancano libri di poesie, care e consacrate da una lunga tradizione oppure inedite, qualche verso lasciato scritto su pagine bianche e profumate. C'è un luogo, infondo al cuore, che amiamo chiamare casa e il saggio, per esser felice, non deve far altro che abitarla e trovare in essa tutta la ricchezza necessaria a vivere e non semplicemente a sopravvivere, si badi bene, in un mondo sempre più deludente ed infelice. Quello che cerchiamo lo abbiamo nel cuore e dobbiamo impegnarci ad ascoltarlo e ad andare alla ricerca, nel mondo, di quei piccoli brandelli di anima che abbiamo sicuramente lasciato in qualche posto ben preciso, in certi sentieri, scorci, paesaggi, che riflettono la nostra intimità e ci ricordano chi siamo e cosa stiamo cercando. E quando questo accade, quando in un odore, in un canto, in un sapore ritroviamo noi stessi e ci sentiamo leggeri ed appagati, allora ci sembra di aver raggiunto una sorta di comunione spirituale con un dato luogo, sensazione transitoria ma che è ciò per cui viviamo. Ed ecco che “quella che tu credevi un piccolo punto di terra, fu tutto” (da L’Isola di Arturo di E. Morante); ed ecco come un ermo

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colle ed una siepe divengono cari al poeta Giacomo Leopardi, il quale, prestando ascolto alla voce del vento e contemplando la natura, in cui è immerso con tutto se stesso, si perde in un infinito che, gettando l'amara infelicità nel silenzio dell'oblio, consente al poeta di approdare, attraverso l'immaginazione, anche solo per pochi istanti, ad una realtà finalmente serena, profondamente umana ed in perfetta armonia con le corde del proprio essere: Così tra questa/immensità s'annega il pensier mio:/ e il naufragar m'è dolce in questo mare. È una sensazione sublime quella che si prova quando si viene assorbiti dalla suggestione evocata da un contesto a noi familiare, a tal punto da non capire più dove terminano i confini concreti e dove cominciano i sentieri della nostra anima. La conseguenza più immediata di un'esperienza così totalizzante consiste nella sensazione di profondo smarrimento e di angoscia, che ci assale quando ci allontaniamo dal nostro "sentiero dei nidi di ragno". La percezione è quella di uno straziante esilio, il quale acquista, come testimoniano anche i versi di Ugo Foscolo, una connotazione non solo fisica ma anche e soprattutto esistenziale. L’allontanamento fisico, infatti, corrisponde quasi ad un allontanamento da noi stessi, in quanto ci sembra di perdere tutte le coordinate, i punti di riferimento, i fari che guidano le nostre rotte e senza i quali ci sentiamo smarriti. Per questo siamo condannati all'inquietudine e all'insoddisfazione, perché proiettiamo la nostra felicità in un contesto che, per la sua concretezza e finitudine, sentiamo sfuggirci ogni volta che non possiamo viverlo con tutti i nostri sensi, dimenticandoci che quel cantuccio di terra che ci è tanto caro, non è altro che la materializzazione della meraviglia e dell’immenso tesoro che sono custoditi nel nostro cuore e che niente e nessuno potrà mai sottrarci. Giorgia Rosati - Classe III D


DOVE FANNO IL NIDO I RAGNI Luoghi dell'anima. Difficile descriverne i caratteri generali, proprio perché luoghi scelti e non condivisi, spesso neppure rivelati, frutto di una ricerca personale e depositari di un intimo ed individuale sentire. Luoghi che l’anima sceglie, scelta a sua volta proprio dall’anima del luogo. Un ambiente così speciale, a cui sentiamo di appartenere e che, in quanto tale, ci appartiene. Luoghi su cui siamo inciampati accidentalmente e di cui non possiamo più fare a meno; porto sicuro in cui chiedere asilo, in fuga da una realtà divenuta ingombrante, scomoda; luoghi reali ma lontani e costretti, quindi, a vivere nel ricordo, in pensieri nostalgici che ci permettono di visitarli ancora, anche solo per trarne temporaneo sollievo; luoghi che solo nell'immaginazione trovano forma, grazie a quella facoltà irrazionale che culla l'animo, dondolandolo nell’illusione di un piacere. Piacere che non è reale, ma di cui, credendolo tale, l'uomo può godere. E di quello non potremo mai essere privati, quel sollievo non ci sarà negato, perché custodito in noi e, al momento della nostra morte, quei castelli si sgretoleranno, quella natura sfiorirà, quel cielo di carta incupirà, quel meccanismo che teneva vivo lo spettacolo si fermerà e, con esso, il sipario verrà chiuso. Per sempre. Ma, d'altra parte, poco importa se quel mondo sia privo di consistenza. Anche l'anima, principio vitale dell'uomo, non è materia tangibile, aggregazione di atomi inseriti in una rigida struttura anatomica. Un luogo dell'anima, quindi, che non sempre coincide con il luogo dell'uomo che quell'anima rende tale. Tutto risiede nella scelta, la scelta del singolo. Perché soggettivi sono il bello, il bene, la serenità. Universale è la necessità di soddisfarli, ma individuale la modalità con cui riuscirci. I personaggi frutto dell'ingegno di grandi poeti e scrittori, le illustri personalità del passato ce lo dimostrano. C'è chi rintraccia il proprio posto nel mondo della quiete, che consente silenziosa riflessione, e chi nelle città caotiche, in grado di offrire opportunità, speranze, ma, tentacolari, capaci anche di suscitare paura e dolore. Quelle città a cui gli uomini sentono di appartenere, perché rese vive grazie a loro. Calvino, con "Le città invisibili", dichiara di aver scritto un ultimo poema d'amore per le città, in un momento in cui queste sono ridotte al mero sfruttamento utilitaristico, spogliate del legame indissolubile che le lega a chi le abita, tanto che gli uomini, ora, sembrano fare fatica a riconoscervisi. La città che, nel passato più di oggi, è stata un posto per l'anima, nata dalla volontà degli uomini di unirsi, unirsi intorno ad un agglomerato urbano per vivere insieme, condividere emozioni, paure e sogni. Quegli organismi che ami o rifiuti, di cui ricerchi o soffri l’allontanamento. “Non esiste mondo al di fuori delle mura di Verona. Essere esiliato di qui vuol dire essere esiliato dal mondo e l’esilio dal mondo è la morte" dice il Romeo shakespeariano a Frate Lorenzo. Romeo sente di appartenere a Verona, teatro del suo primo, tenero amore. Si addolora all’idea di lasciarla. Di doverla lasciare e non potervi fare ritorno. La condizione dell’esilio non viene mai accettata, proprio perché imposta. Una mancanza che si fatica a colmare, forse a causa della stessa persistente volontà di non dimenticare, di mantenere vivo quel luogo dentro di sé, attraverso immagini che percorrono ricordi e ricordi che inseguono altre evanescenti immagini. Foscolo rappresenta l’esempio di un poeta sentitosi esule per tutta la vita. A lui, “pien del natio aër sacro", è consentito fare ritorno a Zacinto solo attraverso "l'arcana armonïosa melodia pittrice” dei suoi versi, parole che disegnano un affresco nostalgico. Woody Allen ha dichiarato di chiedersi spesso se il ricordo sia qualcosa che l'uomo ha o ha perso. Si è perso il contatto fisico con quei luoghi, per molti, ma il ricordo è sempre vivo, perché impresso nel tessuto umano dell'anima. Un mare su cui navigare dolcemente o, dolcemente, lasciarsi naufragare. Possibilità di fuga dal presente in cui si è costretti a vivere per approdare ad una dimensione ideale,

1° premio ad Azzurra LELLI, studentessa del Liceo Artistico "O. Metelli" di Terni dove anche la morte appare meno dolorosa, come lo stesso Petrarca dichiara nei suoi versi: "ché lo spirito lasso non poria mai in più riposato porto né in più tranquilla fossa fuggir la carne travagliata e l'ossa" . C'e anche chi rintraccia il luogo della propria anima in un luogo reale e, nonostante tutti i possibili impedimenti, sceglie di rendere quello anche il luogo dell'uomo nel quale l'anima abita. Nel romanzo "Il barone rampante", Cosimo sente di essere stato scelto dalla natura, in cui la libera espressione di sé ha sfogo, e prende una decisione, vista con sospetto da coloro che lo circondano, ma che, a differenza degli altri, lo renderà felice. Permetterà allo spirito di vivere. Libero. Cosimo, con coraggio, abita il suo luogo dell'anima: trascorrerà i suoi giorni sugli alberi, a contatto con la natura, non più maligna degli uomini che tentano di governarla. Il luogo dell'anima può essere rintracciato, allora, in un ambiente naturale, ma anche in uno fisicamente chiuso, come una stanza. È il caso della poetessa statunitense Emily Dickinson, che ha consapevolmente scelto di vivere in una stanza. Il luogo in cui, come scrive, è se stessa, vive in simbiosi con la sua anima e, paradossalmente, sente di essere in grado, come Cosimo, di osservare la realtà in modo critico. Non rinuncia alla vita, sceglie di viverla intensamente. Scelte, quindi, che condivideremo o ci limiteremo ad apprezzare, concordi nel ritenerle uniche. Luoghi unici, come uniche le persone che vi si riconoscono, o meglio deve la loro anima vive. Per davvero. Marta Gigli , classe III D

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Mercoledì 14 Dicembre 2016 ore 17,15

Biblioteca Comunale Luciano Lama, piazzale Boccarini, Amelia Organizzazione Unitre Amelia

Matematica, non puoi non capirla

Moderatore: Edoardo D’Angelo Relatore: Giampiero Raspetti

TESSERAMENTO SOCIALE 2017

! e i z a Gr

Programma ASSOCIAZIONE TUTTI I LUNEDÌ a cura di Nadia Zangarelli CORSI DI PITTURA PER ADULTI Martedì 20 DICEMBRE 2016 ore 17.00 Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani a seguire scambio di auguri con piccolo momento musicale e cena conviviale. Il “Pensiero Acustico” ci allieterà con musiche di loro interpretazione.

Mercoledì 18 GENNAIO 2017 ore 17.00 a cura di Giampiero Raspetti presentazione del libro D'AMORE, CORNA E POLIGAMIA di Vincenzo POLICRETI Giovedì 19 GENNAIO ore 20.00 BUFFET ore 21.00 SESTO SENSO: IL MONDO PERCETTIVO DEL CANE a cura della Prof.ssa Silvana Diverio Venerdì 20 GENNAIO 2017 ore 18.00 Tirocini Formativi: un'opportunità per le Aziende

Associazione Culturale La Pagina - Terni, Via De Filis 7 0744.1963037 - 393.6504183 - 348.2401774

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Incontro felicissimo e ben augurante, per il futuro culturale di Terni, tra cittadini e amministratori

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Cecilia P iersigilli Ritmo della Vita

Nudo di schiena con panneggio

Meditazione

IL NUDO È una pittura del vero quella di Cecilia Piersigilli che oggi si usa chiamare “figurativa”. Non è mimetica o soltanto una copia del soggetto prescelto. Ciò è testimoniato da ogni dipinto, ma ancor più quando l'impegno è rivolto alla donna, sia essa nuda o vestita. Il linguaggio è sempre lo stesso, a garanzia di una conquistata

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maturità tecnica. Sorprende quel disegno che non si nota, ma è sotteso. Rivela talento ed esercizio. Risulta spontaneo, come fosse facile, essenziale eppure scolpisce i corpi e le espressioni. La luce si frantuma in miriadi di faville sulle membra dove batte in maniera diretta, ne esalta l'aspetto estetico e la sensualità... FRANCO RUINETTI 2005 gall. Malatestiana RN

Assisi - olio su tela materica 30x40 cm

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Cecilia Piersigilli pittrice ternana, inizia a dipingere negli anni '60. Ancora adolescente incontra Il grande M° Ilario Ciaurro che la incoraggia a proseguire nella pittura. Sono anni di studio e di applicazione e la sua formazione avviene nelle “botteghe” di noti artisti umbri. Con passione e determinazione la ricerca va avanti e trova così una propria identità. Da allora sono seguite numerose mostre collettive e personali in Italia e all'estero. Il grande Carlo Rambaldi ha scritto: “le visioni di Cecilia Piersigilli di atmosfere infinite che lo spettatore contempla da luoghi chiusi, suscitano sentimenti di evasioni verso orizzonti irraggiungibili, perciò fortemente affascinanti”. Ed ancora, Gilberto Madioni: “la pittrice, che fa parte della scuola “ternana”, basa la sua ricerca in pittura in cinque elementi: essenzialità, silenzio, atmosfere, introspezione, tecnica, doti con le quali costruisce tutti i suoi lavori. Le visioni delle sue città viste in maniera totale, escono dal pennello della pittrice in una sintesi, con pochi tocchi essenziali, che danno una visione della rappresentazione di cui l'artista riesce a carpire”. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia, Francia, Belgio, Brasile, California e Russia, pubblicate su riviste specializzate e cataloghi internazionali. Vive e lavora a Terni. www.ceciliapiersigilli.it ceciliapiersigilli@gmail.com cell. 3281763380

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