elevatori su misura Mensile a diffusione gratuita di attualitĂ e cultura
TERNI ha un FUTURO radioso. Fieri di essere i suoi alfieri.
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NUOVA SEDE - Zona Fiori, 1 - 05100 Terni Tel. 0744 421523 - 0744 401882 Dir. San. Dr. Michele A.Martella - Aut. Reg. Umbria DD 7348 del 12/10/2011
Foto di Marco Ilari
Numero 142 febbraio 2017
Buon San Valentino
Ottica Mari Via del Rivo, 247 05100 Terni tel e fax 0744 302521 www.otticamari.it Convenzioni: Comune di Terni, AVIS, ACLI, ASM, CMT, AFW, Ternana calcio spa “insieme protagonisti”, A.S.D. Arcieri città di Terni, A.S.D. Giovanili Campitello, Atelier Musicale Francesco Falcioni
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Febbraio
2017
6 10 Valentino, il santo dell'Amore Loretta Santini
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Programma San Valentino 2017 Terni Progetta - Associazione Culturale La Pagina
24 Mensile di attualità e cultura Registrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni Redazione: Terni, Via Anastasio De Filis, 12 Tipolitografia: Federici - Terni DISTRIBUZIONE GRATUITA Direttore responsabile Michele Rito Liposi Direttore editoriale Giampiero Raspetti Grafica e impaginazione Francesco Stufara Editrice Projecta di Giampiero Raspetti 3482401774 - info@lapagina.info www.lapagina.info Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.
Terni Progetta Miro Virili, Enrico Squazzini, Benito Montesi, , Giampiero Raspetti
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Quando finisce un'amore
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La guerra delle donne soldato
8 CNA Confederazione Nazionale Artigianato...........pag. 9
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QUei passi che possono illuminare
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I rimedi di una volta
Il Condominio M Petrocchi................................pag. 26 Clicca e Sfojs P Casali........................................pag. 26 Il Medico e il vaccino V Policreti...................pag. 27 La lingua di Adamo PF Georgelin..................pag. 28
Progetto Mandela..........................................pag. 30
31 Il terremoto dell'Irpinia PL Seri..................pag. 32 Fondazione CARIT..........................................pag. 33 ARABA FENICE...................................................pag. 37 Lorenzo Pegoraro Francesco Pileri...............pag. 38 GLOBAL SERVICE.............................................pag. 39 RI-FIORITA...................................................................... pag. 40 AUTOIMPORT.....................................................pag.
Valentino, il santo dell’Amore per accompagnare e completare altri regali, poi divenuti simboli della festa: ecco allora scatole di cioccolatini, mazzi di fiori -soprattutto rose rosse- gioielli, gadget, cene a lume di candela. La festa degli innamorati dunque subì, al pari di tanti altri eventi simili come la festa della mamma, del papà o dei nonni, il fascino prepotente della commercializzazione.
Loretta Santini
La tradizione Per comprendere il progetto Terni, Città di San Valentino, capitale dei diritti umani e per spiegare le motivazioni che ci hanno condotto a proporre questa nuova e più alta identità della città e del Santo, dobbiamo ricordare brevemente la tradizione che ha legato l’immagine di Valentino alle leggende e alle icone della festa degli innamorati. Se è vero che partendo dal concetto di amore che ha percorso i secoli, siamo giunti a un più ampio e completo concetto di “amore universale”, è anche opportuno cercare di capire come questo sia nato e si sia sviluppato. L’identificazione di san Valentino come patrono degli innamorati si sviluppa a partire dal Medioevo e soprattutto nel mondo anglosassone, ma la sua festa ha origini più antiche.
Come nasce il Santo dell’Amore? Valentino “riconciliatore” di vicende amorose Il culto di san Valentino nasce nell’ambito dell’ampio fenomeno di cristianizzazione di templi pagani e di feste pagane caratteristica dei primi secoli dC. Esso risale al 496 quando papa Gelasio in una lettera ad Andromaco (princeps Senatus), per porre fine ai Lupercalia (festa pagana celebrativa della fertilità e dell’accoppiamento che si teneva durante le idi di febbraio, quindi tra il 13 e il 15) formalizzò nel 14 febbraio la festa di San Valentino, cogliendo nel Santo la figura di “riconciliatore” di vicende amorose.
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14 febbraio: “il giorno in cui ogni uccello … viene a scegliere il suo compagno” Geoffrey Chaucer, autore dei Racconti di Canterbury, nel suo poema «Parlamento degli uccelli», fa il primo riferimento storico al 14 febbraio e a San Valentino come giorno e santo speciale per gli amanti. Egli associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia (in realtà la data è errata). Quando compare la parola valentino/ valentina sinonimo di amore? Il primo biglietto d’amore «Je suis déjà d’amour tanné, ma très douce Valentinée» (sono malato d’amore, mia dolcissima Valentina). Così, secondo la tradizione, nacque il primo biglietto d’amore scritto da Carlo d’Orléans, prigioniero nella Torre di Londra dopo la sconfitta alla battaglia di Azincourt (1415), a sua moglie Bonne d’Armagnac. Un altro esempio eccellente di associazione dell’amore al nome di Valentino lo troviamo in Shakespeare che, nell’atto IV dell’Amleto, così fa dire a Ofelia: “Sarà domani san Valentino, “ci leveremo di buon mattino, “alla finestra tua busserò, “la Valentina tua diventerò Le icone della festa degli innamorati Con il passare del tempo la tradizione dei bigliettini amorosi divenne solo un modo
Le leggende e i simboli legati alla festa degli innamorati Sono molte le leggende che si legano alla figura di san Valentino. Come tutte le leggende e come pure i miti, esse adombrano sempre un significato che va al di là della semplice narrazione più o meno fantastica: esse prendono lo spunto da un dato reale, lo amplificano, lo trasformano, ma rimangono un modo per spiegare eventi, miracoli, fenomeni, cause. Esse dunque divengono un metro di misura, un simbolo di qualcosa. Così invitiamo a comprendere le leggende legate al Santo. - la leggenda di Sabino e Serapia (i due giovani innamorati contrastati nella loro unione perché lui pagano e lei cristiana e aiutati nella loro unione da san Valentino) è simbolo dell’amore interreligioso e dunque della libertà di religione. - la leggenda della rosa che il Santo donava alle coppie di fidanzati che si presentavano a lui per avere aiuto e dirimere i loro problemi, diventa il simbolo della comprensione, del rispetto, della riconciliazione. - la leggenda del giardino fiorito da cui il Santo prendeva un fiore perché i bambini lo portassero alle loro mamme, simboleggia l’affetto tra genitori e figli. - la colomba a cui san Valentino chiuso in carcere affida un biglietto (un valentino ante litteram) simboleggia il messaggio di pace. La diffusione nel mondo La festa degli innamorati ormai è un fenomeno mondiale: dapprima diffuso soprattutto nel mondo occidentale, ha gradatamente conquistato ogni angolo della terra. Ovunque vengono scambiati biglietti d’amore, rose rosse, dolcezze, gioielli spesso a forma di cuore. Ovunque sono organizzati
incontri romantici, viaggi, fidanzamenti e matrimoni. In molti paesi dell’Asia come Cina, Giappone, la festa di San Valentino si sovrappone e si integra alle loro feste tradizionali e poco si discosta dalle usanze presenti nel resto del mondo. I diritti calpestati Tale ricorrenza è penetrata anche nel mondo arabo, grazie all’informazione globalizzata che avviene tramite i mezzi di comunicazione, internet prima di tutto. Soprattutto nello Yemen, in Arabia Saudita e in Kuwait- ma altri paesi della stessa area geografica non sembrano esenti- la ricorrenza trova una forte resistenza da parte delle autorità, essendo considerata immorale e corrotta come tutto ciò che proviene dall’Occidente. La polizia religiosa sorveglia rigorosamente e vieta la distribuzione di fiori e di gadget che possano ricondurre alla festa. L’imam saudita Mohammad al-Arifi, già noto per le sue posizioni integraliste soprattutto sulle donne, ha ribadito l’immoralità di tale festa. In Pakistan gli estremisti dell’ISIS hanno proibito i festeggiamenti perché minacciano la fede islamica. Gli estremisti indù non sono da meno e affermano che la festa di San Valentino induca alla violenza sessuale e ribadiscono gli effetti perversi dell’evento. Tutto questo ci induce a riaffermare con forza l’identità di san Valentino come patrono dell’Amore, perché amore è un valore universale, perché amore significa innanzi tutto rispetto e, dunque, rappresenta la base imprescindibile dei diritti dell’uomo, della natura e delle cose.
La Basilica di San Valentino Il primo edificio risale al IV sec. e, secondo la tradizione, venne eretto presso un’area cimiteriale proprio sulla tomba del Santo. Distrutto dai Goti, fu ricostruito in due fasi nel VII sec. Nel 742 fu teatro dello storico incontro tra papa Zaccaria e il re Liuprando il quale donò alla chiesa alcuni territori che furono alla base della formazione del Patrimonio di San Pietro. La scelta del luogo fu dettata da più ragioni: l’edificio si trovava a confine tra lo Stato della Chiesa e il ducato Longobardo. Inoltre la presenza delle spoglie del Santo veniva considerata propiziatoria e taumaturgica. Nei secoli successivi la chiesa fu oggetto di scorrerie e cadde in stato di abbandono. Nel 1605 furono riportati alla luce i sacri resti di san Valentino. Dopo un tentativo di traslare la salma in Cattedrale, fu deciso di custodirla sul posto del ritrovamento e ricostruire una basilica degna del Santo martire, anche grazie all’intervento dell’arciduca Leopoldo d’Austria devoto del Santo. La Basilica è a navata unica con cappelle laterali appartenenti alla nobiltà ternana. Lungo la navata destra troviamo San Michele che sconfigge il demonio del Cavalier d’Arpino. Nella cappella di Santa Teresa spicca la Madonna con Bambino e SS. Giuseppe e Teresa, attribuito a Lucas de la Haye. Lungo la navata sinistra nella cappella del Carmine si trova il dipinto del Polinori raffigurante la Madonna con Bambino e SS. Lorenzo, Giovanni Battista e Bartolomeo. La cappella dell’altare maggiore è quella fatta costruire da Lepoldo d’Austria. Dietro l’altare maggiore si trova la Confessione con l’urna del Santo. La abbellisce La Madonna appare a S. Valentino di Lucas de la Haye, che presenta un panorama della città di Terni. Nel presbiterio si ammirano a destra (cappella Sciamanna) la Adorazione dei Pastori e a sinistra la Adorazione dei Magi di Lucas de la Haye. Il Pozzo di San Valentino è nome del coro del XVII sec. che custodisce il dipinto raffigurante il Martirio di S. Valentino. In questo pozzo è consuetudine che vengano raccolti i messaggi d’amore provenienti da tutte le parti del mondo. La cripta del sec. IV sorge probabilmente sul luogo sull’antico oratorio del Santo: in essa è custodita l’urna di marmo che contenne i resti dei discepoli di san Valentino. Adiacente si trova il piccolo Museo che raccoglie reperti rinvenuti nel corso degli scavi succedutisi nel tempo. Le Reliquie del Santo Esse sono custodite entro una statua a sua volta posta entro un’urna realizzata nel 1696 e visibile sotto l’altare maggiore. Le reliquie
Vita vera di San Valentino Di Valentino di Terni avevamo solo il Martirologio Geronimiano: decimo septimo Kalendas Martias Interamnae natale sancti Valentini episcopi et martyris. Poi NULLA, proprio nulla più! Pochi anni fa il Prof. Edoardo D'Angelo ha tradotto e studiato la Passio s.Valentini episcopi (BHL8460). Possiamo dire di conoscere, da allora, la VERA VITA del nostro santo protettore, un santo che non può che inorgoglire i ternani, un prelato ed un uomo che ha sacrificato la propria vita per alti ideali di libertà: libertà di religione, ma soprattutto libertà di cultura e di impegno sociale verso i più sfortunati. In altri termini, un campione dei diritti umani ante litteram, ed è così che bisogna conoscerlo e farlo conoscere. In questoÈsenso, la figura biografica e storica Valentino di abbastanza curioso che una delle di prime asserzioni Terni può perfettamente rappresentare il simbolo della affrontano ricerca e della che si sentono ripetere i giovani quando le basi sia quella che lideiavverte che la democrazia rivendicazione,della fino politica al sacrificio personale, diritti umani, portando è un sistema perfetto,con ma Roma, che è illamigliore che si sia la vis culturalenon dell’Europa a contatto patria europea finora trovato. C’è in questo ammonimento una somiglianza con primi indiscussa del diritto. In più, egli porta con sé valori estranei i alla approcci alla conoscenza scientifica: non ci vuole molto a capire, per uno culturadiromana, solidarietà, l’accoglienza, il diritto alla salute studente scienza, come che la la forza del metodo scientifico non sta nell’esaltazione e alla libertàdi culturale. della capacità conoscere, quanto nel delimitare con esattezza i confini dell’ignoranza. di capire bene i limiti delle nostre conoscenze, Prima di Cerchiamo Francesco sembrano scienziati: è attraverso questa ripetuta azione di d’Assisi ripetersi e al suoglifianco, riduzione chelega potremo essere ragionevolmente Valentino il mondo certi che quel che rimane sia vera conoscenza. antico, romano e pagano, Nell’organizzazione delle società, la forma a quello hamedioevale e ma fronde e frutti democratica radici antiche, moderno, cristiano ed citare le città-stato solo molto recenti. È inevitabile dell’Antica europeo. Grecia, Atene su tutte, come seme storico democrazia, ma nella giusta esaltazione La della nostra cittadinanza e riconoscenza che si deve ai padri fondatori non di può che essere fiera che anche quella spesso dimentica di ricordare poter offrire al embrionale, mondo eradiuna democrazia con suffragio interoa cittadini la vita maschi, vera diin un limitato una società dove -oltre a non degne di parità le donnesantoconsiderare ovunque conosciuto, vivevano schiavi e che erano ben lontani ma non onorato altri per quel dall’avere il diritto di voto. E, soprattutto, che che realmente è stato. diretta, in cui tutti gli quella era una democrazia NOI, nel limite delle aventi diritto ad esprimere un’opinione entravano nostre possibilità, abbiamo comodamente nell’agorà, la piazza della città. stati democratici veri e propri sono molto già Gli iniziato ad essere piùmessaggeri recenti. Appena un verità! secolo fa, l’Europa che veniva di tale fatta a brandelli dalla Prima Guerra Mondiale era un continente pieno zeppo d’imperi più o meno assolutistici, nei e gliresti stati che potevano buon diritto consistono di un cranio astaccato dal busto (ricordiamo che dichiarare di avere una costituzione parlamentare san Valentino venne decapitato), da una mascella e pochi denti. I e democratica non erano davvero molti. sacri resti, in un’arca internamente e contenente Oggi,rinvenuti i giovani che sentono intagliata l’ammonimento un’altra arcaladidemocrazia piombo, vennero lucebuono, nel 1605 gli scavi a considerare come unalla sistema ma durante non perfetto, sono effettuati per volontà del vescovo di Terni Giovanni èOnorati. in genere stupiti dalla limitazione. L’aggettivo democratico connotatoUna da un senso sempre positivo, perché è inevitabilmente paragonato ai suoi opposti reliquia del cranio venne offerta dall’arciduca Leopoldo d’Austria storici: l’autocrazia, la dittatura, l’assolutismo. In che senso, allora, può durante un suo viaggio a Terni nel 1636: egli affermava che si parte considerare solo migliore, e non più semplicemente perfetto? del cranio di san Valentino era da lui conservata nel suo oratorio e In genere, si spiega che il difetto della democrazia sta nel fatto che che gli era stata donata 300 anni dal un per re di Francia le minoranze devono subirecirca la volontà della prima maggioranza: sua natura, ai il suoi antenati. La tradizione vuoleche cheuna le reliquie state meccanismo democratico prevede parte di siano cittadini nonportate vedano aesauditi Terni dai discepoli delTant’è Santovero Cratone, e Proculo, i propri desideri. che la Apollonio, perfettibilitàEfebo della democrazia convertiti Cristianesimo poi uno martirizzati. si misura inal genere sullo sforzoe che stato fa nel cercare di salvaguardare,
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Quei passi che possono illuminare il mondo
Mai pensato che si possa generare energia elettrica attraverso i nostri passi? L’energia, ce lo hanno insegnato a scuola, non si crea né si distrugge, ma può essere trasformata. Nel caso specifico, ogni qual volta muoviamo i piedi, l’energia cinetica prodotta viene dispersa sotto forma di energia termica. Un vero peccato! Esistono infatti diversi modi per convertire l’energia cinetica generata dal calpestio del suolo in energia elettrica utilizzabile per alimentare lampioni, segnaletica e quant’altro. Il gigante delle telecomunicazioni giapponese NTT ha sviluppato scarpe abbastanza potenti per generare 1.2W di elettricità sufficiente a ricaricare un iPod. Le scarpe hanno un’imbottitura d’acqua che, con il moto, fa lavorare delle piccole turbine che generano energia elettrica. Ognuna delle scarpe possiede il proprio piccolo generatore interno in grado di alimentare i dispositivi digitali per tutto il tempo che vogliamo. Unico neo, non ci si può fermare! Ci sono poi le InStep Nanopower, ovvero scarpe che generano 20W di energia elettrica, perché è proprio di 20W l’energia generata dagli esseri umani durante un passo. Un gruppo di ricerca presso l’Università del Wisconsin in USA, ha realizzato questa calzatura innovativa, costituita da un substrato liquido viscoso. Alcune piccole goccioline attraversano il
Francesco Patrizi
Nella foto si vedono flaconi di pillole, antidepressivi e barbiturici gettati alla rinfusa su un tavolo, sembrano i bossoli di uno scontro a fuoco; il fotoreporter canadese François Pesant l’ha scattata su un fronte di guerra che non si trova in Iraq o in Afghanistan, ma nell’abitazione di Melissa, ex soldato dell’esercito americano, impegnata a combattere la sua ultima battaglia contro un nemico chiamato MTS (Military Sexual Trauma). François Pesant sta raccogliendo materiale per un reportage quando si imbatte in una donna che è in corso di disintossicazione da eroina, ha le braccia ricoperte di tatuaggi, lunghi capelli grigi diradati, non le rimangono molti denti in bocca, ma le restano ancora quella tenacia e quella voglia di battersi che facevano dire di lei: sarà un buon soldato. Accoglie il fotoreporter in una roulotte fatiscente, ci sono in terra lattine di birra, cenere, cicche e c’è puzza di marcio. Melissa si reca ogni settimana in un centro di accoglienza dove incontra altre donne ex soldato, insieme riescono a parlare dell’esperienza che si portano dentro. Elisha e Tiffany sono state molestate dallo stesso comandante della compagnia, non hanno fatto rapporto per
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substrato sul lato inferiore delle calzature, sotto pressione, per produrre energia elettrica tramite un processo chiamato di “reverse elettro-bagnante”. La potenza generata da questo metodo può facilmente fornire abbastanza energia per dispositivi elettronici portatili come telefoni cellulari, pc, etc. Ma non è finita qui. Anche il movimento sulla pista da ballo genera energia elettrica. Nel 2008, a Rotterdam in Olanda, è stato aperto un club, il Sustainable dance club, per incoraggiare le persone verso uno stile di vita sostenibile. Un micro-modulo nascosto sotto la pista da ballo raccoglie l’energia cinetica del pavimento e la converte in elettricità. Questa energia, più che sostenibile, è utilizzata per alimentare i sistemi elettrici del club. Gli stessi moduli sono stati recentemente applicati a Tolosa,
Alessia Melasecche alessia.melasecche@libero.it
in Francia, dove hanno installato sistemi di mattonelle che generano energia elettrica. Mentre a Las Vegas utilizzano pannelli fotovoltaici collegati a una batteria che rilascia l’energia accumulata di giorno per accendere le luci durante la notte. Quando invece cala il sole o durante le giornate nuvolose, è ancora una volta la speciale pavimentazione ad assicurare l’approvvigionamento energetico necessario all’illuminazione stradale. Nel frattempo anche i cittadini di Londra si orientano verso questa direzione. L’invenzione è in questo caso di un giovane ingegnere londinese, Laurence Cook, che ha sviluppato il prototipo durante il suo ultimo anno di università: PaveGen System, al passaggio del pedone si alimenta e si illumina una lampada a led incorporata nella piastrella. Un modo per produrre elettricità e allo stesso tempo ribaltare il ruolo passivo della comunità, rendendola parte attiva del processo di produzione di energia. Questo particolare sistema ha costi di produzione e di installazione davvero bassi. Inoltre, la luce emessa consuma solo il 5% del totale di energia prodotta, mentre la restante viene accumulata in una batteria al litio, pronta per poter essere immediatamente utilizzata oppure immagazzinata. Insomma, più le strade saranno affollate di pedoni più energia elettrica verrà prodotta e reimpiegata!
La guerra invisibile delle donne soldato
paura di essere cacciate, ma si sono fatte avanti quando hanno incontrato una terza vittima. Jennifer è stata drogata e violentata dal suo reclutatore dopo essere entrata in Aeronautica, ha denunciato il fatto, ma ha subìto ritorsioni e il superiore che doveva accogliere la sua denuncia le ha fatto delle avances. François Pesant, insieme alla giornalista Alexandra Geneste, ha selezionato undici storie di donne soldato stuprate all’interno dell’esercito americano e le ha pubblicate nel volume An enemy whitin. La dottoressa Nancy Lutwak, medico dei Veterans Affairs, ha dato vita ad uno spazio protetto che consente alle donne di affrontare il loro MTS e intraprendere una terapia, ma
lamenta il fatto che non esistano programmi specifici a favore di queste reduci che spesso tendono ad avere problemi psichici, sviluppare dipendenza da droghe e sono esposte ad un rischio quattro volte maggiore rispetto ad altre donne di essere vittime di emarginazione sociale. Si calcola che ogni anno gli stupri all’interno dell’esercito americano siano 25.000, di cui solo 3.000 vengono denunciati e a mala pena 300 arrivano in un’aula di tribunale. Le donne soldato hanno più probabilità di essere stuprate da un commilitone che di essere uccise dal fuoco nemico, molte di loro abbandonano la divisa, depongono le armi e impugnano quei flaconi fotografati da Pesant per fronteggiare quel nemico interno che non concede tregua. La mattina è afosa, il cielo sembra virato in bianco e nero e minaccia pioggia. Melissa mostra, tra buchi e ammostature, un drago cinese, simboleggia la resistenza e la rinascita, ce l’ha tatuato sull’avambraccio. Si accende una sigaretta e cerca le parole giuste, ma non le vengono, a un soldato non è richiesto di saper parlare bene, poi si perde nei suoi pensieri e si dimentica la sigaretta accesa tra le dita.
L’Associazione artigiana diventa il primo global service partner in Italia di Alibaba.com per il business-to-business
FARE BUSINESS IN MODO SEMPLICE, IN TUTTO IL MONDO Siglato un importante accordo di collaborazione tra CNA Umbria e il gruppo cinese Aiutare le imprese a fare business in modo semplice, in tutto il mondo. Nasce da questo obiettivo condiviso la partnership tra Cna Umbria e Alibaba.com, la divisione di Alibaba Group, leader nel commercio online tra aziende, presentata a Perugia nelle scorse settimane. L’accordo di collaborazione siglato fa di Cna Umbria il primo global service partner italiano di Alibaba.com. “L’obiettivo di Alibaba.com è anche il nostro -ha dichiarato Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria-. Con questo accordo abbiamo voluto porci come interlocutore che può farsi tramite tra la piccola e media impresa italiana e il gruppo cinese, per offrire uno strumento in più alle aziende che intendono affacciarsi su nuovi mercati o consolidare la loro presenza all’estero. Il tessuto imprenditoriale umbro, come del resto quello italiano, è caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese che sempre di più si rivolgono al mercato estero. D’altro canto, la comunicazione digitale si sta rapidamente affermando come lo strumento più rapido e conveniente nella ricerca di nuovi canali di vendita". Alibaba.com è il sito business-to-business più visitato del mondo, con oltre 100 milioni di aziende registrate provenienti da 190 nazioni, dagli Stati Uniti al Brasile, dall’Europa all’Estremo Oriente, dalla Russia all’Australia. Albert Antonini Mangia, marketing manager di Alibaba Italia, ha commentato: “L’Italia è stato il primo paese europeo in cui Alibaba Group ha aperto una controllata: Alibaba Italia, a Milano, operativa ormai da più di un anno. È da qui che viene gestito l’intero ecosistema: dalle piattaforme di e-commerce B2C ad Alipay, il principale sistema di pagamento usato da oltre 450 milioni di consumatori cinesi, da Alitrip, la piattaforma che consente ai turisti cinesi di viaggiare in Italia, ad Alibaba Cloud, per l’accesso a server remoti. Per l’e-commerce B2B, in particolare, stiamo siglando accordi con varie realtà sul territorio italiano e la partnership con Cna Umbria di oggi ne rappresenta il primo e significativo esempio. L’obiettivo è quello di aiutare le piccole e medie imprese ad esportare utilizzando Alibaba.com, tramite il quale le oltre 200 mila aziende italiane possono esportare i propri prodotti e far conoscere in tal modo le eccellenze del Made in Italy nel mondo”. CNA Umbria (www.cnaumbria.it – info@cnaumbria.it – 075 505911) è a disposizione delle imprese per maggiori informazioni, assistenza e supporto nell’utilizzo della piattaforma.
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SAN VALENTINO 2017 Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani
Progetta
Fieri di essere alfieri di Terni capitale dei diritti umani Giampiero Raspetti
Il progetto Terni, città di San Valentino, capitale dei diritti umani, promuove per Terni una buona parte del futuro radioso che la nostra città merita. La sua seconda edizione si sta realizzando. Dobbiamo molto a valentissimi studiosi, nostri appassionati collaboratori: Edoardo D'Angelo e i suoi colleghi del prestigioso Centro italiano di studi sull'alto medioevo di Spoleto, Gianfranco Costa, fondatore e presidente del Centro Internazionale per la Pace tra i Popoli di Assisi, il gruppo di studio e cultura territoriale che dette inizio al progetto: Don Claudio Bosi, Paolo Leonelli, Rosella Mastodonti, Giampiero Raspetti, Loretta Santini, gli eminenti storici studiosi del nostro territorio, Miro Virili e Giovanni Tommasini.
Ringrazio tutti, anche me stesso così, finalmente, ho il piacere di inaugurare, con il presente, il primo ringraziamento in assoluto che mi giunge dalla mia città! Questa seconda edizione si realizza grazie all'azione generosa, intelligente e costruttiva di persone ed Enti che meritano un immenso, non misurabile, appunto, ringraziamento: il Comune di Arrone, nelle persone del sindaco, Loreto Fioretti, del vicesindaco, Giampaolo Grechi, dell'assessore Marsilio Francucci, la signora Gina Vannucci Mattei che generosamente ospita la numerosa delegazione europea, la Pro Loco di Casteldilago, nelle persone del presidente, Leonardo Temperoni, e della vicepresidente, Carla Matteucci, la Pro Loco di Arrone, nelle persone del presidente, Domenico Bordacchini, e del vicepresidente, Paolo Mirabelli, il gruppo Campanari di Arrone, in particolare nella persona del loro Direttore, Maestro Gianluca Saveri, Don Rinaldo Cesarini, parroco di Santa Maria di Ferentillo, Vladimiro Orsi e Sergio Marigliani, preziosi collezionisti. Grazie, a nome mio e della mia città che beneficerà particolarmente di quanto stiamo facendo insieme.
COMUNE DI ARRONE
Venerdì 17 febbraio - Terni
Associazione Cultuale La Pagina
Ore 17,30 Incontro Edoardo D’Angelo - Nuova biografia di San Valentino Miro Virili - Una nuova Terni. Prospettive e Progetti Giampiero Raspetti - San Valentino 2017 - La strada dei Santi: Camminando con Francesco e Valentino
Domenica 19 febbraio - Terni Associazione Cultuale La Pagina
Ore 19,00 Immersione del gruppo di lavoro nella problematica progettuale: Lettura narrativa di passi scelti del ‘Francesco’ di Nikos Kazantzakis, premio Nobel per la Letteratura (in greco – italiano - inglese).
Lunedì 20 febbraio - Casteldilago Casa Mattei
Ore 8,00 Colazione al Bar All’ISOLA. Ore 8,45 Incontro di presentazione delle delegazioni. Ore 9,45 Visita al Borgo di Casteldilago e al Museo delle Ceramiche. Ore 11,00 Visita al Borgo di Arrone e alla Chiesa di San Giovanni. Ore 12,00 GRUPPO CAMPANARI DI ARRONE. Maestro Gianluca Saveri - Concerto per i Diritti Umani Ore 13,00 Pranzo presso il Centro Sociale Valnerina Degustazione prodotti tipici della Valnerina a cura delle proloco di Arrone e Casteldilago. Vino delle cantine Annesanti.
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Museo delle Ceramiche - Casteldilago
Suoniamo i campanili d’Europa per sostenere i Diritti Umani
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito all'edizione 2010 dell'iniziativa "Suoniamo i campanili d'Europa per sostenere i diritti umani" il premio di rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana
Lunedì 20 febbraio - Arrone
DALIDA BORRI
Nata a San Severino Marche, vive e lavora a Terni. Dipinge dal 1980. La sua vicenda artistica nasce dal desiderio di esprimersi senza regole predefinite, senza vincoli di pensiero o stili che possano impedire il libero fluire delle emozioni. Ogni colore che usa, ogni linea che traccia, unite all'uso di materiali come sabbie, gessi, colle, combinati al colore acrilico, si sovrappongono in base all'energia del momento, in un processo continuo di spontaneità e sperimentazione.
Ex convento di San Francesco
Ore 16,00 All’interno: Mostra di Pittura dell’artista Dalida Borri Incontro pubblico Moderatrice: Rosella Mastodonti Edoardo D’Angelo, Miro Virili - La Valle di San Valentino e San Francesco, dai diritti umani all’amore incondizionato per il creato Don Claudio Bosi - San Valentino e San Francesco: caratteri comuni Giampiero Raspetti - Camminando con Valentino e Francesco Ore 18,00 Presentazione Delegazioni Europee: Cipro, Germania, Grecia (Creta), Grecia (Lesbo), Norvegia, Romania, Turchia, Rep. Ceca. Analisi dei planning progettuali delle singole delegazioni. Il salmodiare del Canto Bizantino e del Canto Gregoriano: analisi e confronto. Interviene Don Enzo Cherchi. Ore 20,00 Cena presso il Centro Sociale Valnerina Degustazione prodotti tipici della Valnerina a cura delle proloco di Arrone e Casteldilago. Vino delle cantine Annesanti. Ore 22,00 Confronto tra gli stilemi musicali e coreutici nella tradizione dei popoli del Mediterraneo, dei Balcani, delle aree germanica e scandinava.
Martedì 21 febbraio - Norcia/San Pellegrino Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani Diritto Umano: SOLIDARIETÀ IN VALNERINA
PROGETTO RiFiorita
Ore 8,00 Colazione al Bar All’ISOLA Ore 9,00 Partenza per San Pellegrino di Norcia Ore 9,30 Visita a Scheggino Ore 11,00 Incontro, presso il campo base della Protezione Civile a San Pellegrino di Norcia, dei delegati di istituzioni culturali europee con la popolazione di San Pellegrino. Solidarietà È Amicizia… costituzione di una rete internazionale di solidarietà a supporto delle comunità locali colpite dal terremoto. Impianto di un albero a testimonianza dell’iniziativa. Illustrazione del Progetto di solidarietà RiFiorita a cura dell’Associazione TRACCE/Terniaccessibile. Ore 13,00 PRANZO Ore 15,00 Visita alla frazione di San Pellegrino e al centro di Norcia
Scheggino
Ore 17,30
Ristorante del Ponte
Lavori con delegazioni - Lo sviluppo della problematica dei ‘diritti umani’ nella storia delle culture - La Carta dei diritti fondamentali della unione Europea - Pellegrinaggi, Cammini, Vie nelle terre d’Europa - La centralità del ‘dialogo interreligioso’ nella drammaticità dell’età contemporanea - Il tema della ricostruzione nelle aree colpite da fenomeni tellurici. Ore 20,00 Cena Ore 22,00 Confronto di musiche e danze mediterranee (Grecia/Turchia/Italia/Cipro) statua dalle gambe spezzate, rimessa in piedi...il simbolo della voglia di rinascere della comunità di San Pellegrino di Norcia ...
Via di Borgo, 15, Scheggino Telefono:0743 61253 Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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Mercoledì 22 febbraio - Terni
Ore 9,30 GIARDINO DI SAN VALENTINO Piantiamo gli alberi conferiti dalle Delegazioni Europee Ore 10,00 Visita alla basilica di San Valentino Ore 10.30 SALA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TERNI Presentazione ai Sindaci di Terni, di Arrone e di Scheggino, ai Consiglieri Comunali di Terni, di Arrone e di Scheggino, alla stampa e alla cittadinanza della Delegazione Europea giunta a Terni per conclamare la nostra città come CAPITALE DEI DIRITTI UMANI Saluto delle autorità presenti ai Delegati Europei. Messaggi augurali da parte di Sindaci di città europee per Terni capitale dei Diritti Umani. Annuncio del progetto di Giampiero Raspetti e Paolo Leonelli della Strada Umbra dei Santi: Camminando con Francesco e Valentino Ore 12,30 Tour per: Cascata delle Marmore, Abbazia di San Pietro in Valle, aperipranzo presso HORA MEDIA Ristorante, visita al Museo della Mummie di Ferentillo, Collezione privata di Vladimiro Orsi: UNA FINESTRA SUL ‘900 - Monterivoso (Ferentillo), Piediluco.
Piediluco
San valentino 2017 Arrone / Castel di Lago
PROGRAMMA
Società Canottieri Piediluco
Ore 19,30 Aperitivo. Cerimonia ricomposizione medaglie-simbolo consegnate nel 2016 e consegna di altre mezze medaglie. Annuncio degli studi per il territorio del gruppo di studio e di progetto Terni Progetta. Ore 20,30 Cena: Ricette dal libro Valnerina Golosa di Loretta Santini e Marco Barcarotti rivisitate dallo Chef Matteo Barbarossa. Ore 22,00 Pensiero Acustico in concerto Consegna, da parte delle autorità presenti, ad ogni membro delle delegazioni europee dell’acquaforte Pane quotidiano appositamente creata, quale primo diritto umano, dall’artista ternano Massimo Zavoli per la manifestazione Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani. Marco Turilli: Progetto di solidarietà RiFiorita Edoardo D’Angelo: La Via Valentiniana Paolo Leonelli: Il cammino di San Francesco Don Claudio Bosi: Le vie di Valentino e Francesco Consegna della targa LA PAGINA D’AMORE 2017. Ore 23,00 Brindisi augurali di arrivederci al prossimo anno.
Venerdì 24 febbraio - Terni
SAN VALENTINO ARTE 2017 DOMENICA 12 Febbraio ore 17.00 DOMENICA 26 Febbraio ore 17.00 Museo della Ceramica – Castel di Lago 50 Artisti provenienti da tutto il mondo insieme per una collettiva d’Amore. Dipinti, Sculture e Fotografie. A cura di Madè Eventi MARTEDÌ 14 Febbraio ore 20.00 Cena Romantica - In tutti i ristoranti di Arrone e Castel di Lago alle ore 23.00 dal Borgo di Castel di Lago tutte le coppie d’innamorati eleveranno delle suggestive lanterne come promessa d’amore. VENERDÌ 17 Febbraio I Borghi più belli d'Italia - Arrone ore 7.30 Buongiorno Regione (in diretta Rai3 Umbria) ore 14.00 Telegiornale SABATO 18 Febbraio ore 9.00 Pedalata ecologica Centro escursioni Arrone Bike tour Blob Service ore 15.00/16.00 Alla scoperta delle bellezze turistiche: La pietra e l’acqua e le Chiese del nostro territorio.
Sala conferenze Camera Commercio
Ore 11,00 A cura della Associazione Culturale La Pagina - TERNI Progetta Incontro Una nuova Terni. Prospettive e Progetti Relatori Edoardo D’Angelo, Sergio Marigliani, Giampiero Raspetti, Loretta Santini, Enrico Squazzini, Miro Virili
Da venerdì 24 febbraio a martedì 7 marzo
DOMENICA 19 Febbraio ore 10.30 Passaggio Maratona di San Valentino ore 15 e ore 16. - Alla scoperta delle bellezze turistiche La pietra e l’acqua e le Chiese del nostro territorio.
MOSTRA
allestita dalla Associazione Culturale La Pagina: La Valnerina - Percorso del Nera - Parco dei sibillibi - Parco fluviale del Nera Arte e Cultura: documenti storici
DELEGAZIONI EUROPEE
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Nome
Cognome
Qualifica
Istituzione
Città
Paese
Arve Athini Bernhard Buket Κατερίνα Διαμαντή Laura Claudius Mr. Nikos Mania Maria Sedat Betul Stella Helena
Konnestad Routzaki Erschens Akkoyunlu Κλωνάρη Ευστρατίου Nădăban Mladin Kostalos Garedaki Kalathaki Ucar Karaduman Maurer Sterbova
Docente/ autore teatrale Docente Docente Docente Nuove tecnologie Department of Geography Department of Geography Inspector școlar General school Inspector Docente di Teologia Chemist responsible teacher School Advisor for Science Associate Prof. Researcher Biology teacher Preside
Associazione culturale Ginnasio Istituto Superiore Hacettepe University University of the Aegean University of the Aegean ISJ ISJ Patriarchal Ecclesiatical School Patriarchal Ecclesiatical School Educational Centre Dep. of Mathematics University Physics Dep. University Kokkinoxoria Gymnasium Liceo Bilingue Italo-Ceco
Grimstad Creta Wittlich Ankara Lesvos Lesvos Arad Arad Creta Creta Creta Adana Adana Frenaros Praga
Norvegia Grecia Germania Turchia Grecia Grecia Romania Romania Grecia Grecia Grecia Turchia Turchia Cipro Rep. Ceca
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Presso
Abbazia San Pietro in Valle info e prenotazioni: 0744.780.950 380.2590551 - 349.3903928 www.horamedia.it
Terni non è solo “la città”... Miro Virili Architetto
Una nuova Terni nei cuori e nei progetti è il titolo che apre il numero di gennaio 2017 de La Pagina. Un titolo che vuole essere una speranza per chi, come noi, non si rassegna a questa fase di contrazione e declino (Shrinking cities) che sta attraversando la nostra città all’inizio del nuovo millennio. Ma prima di parlare di prospettive e progetti, esprimo una mia riflessione su alcuni aspetti della nostra storia e della nostra identità, proprio perché uno dei sintomi della crisi di una comunità è la perdita di “memoria” collettiva e l’indebolimento della propria identità. Terni non è solo “la città” in senso fisico (gli edifici, le strade le piazze, ecc..), ma è anche un sistema di comunità che, all’interno di uno specifico territorio (habitat), si riconoscono in un insieme di atti, di vicende politico-amministrative e si ritrovano in tradizioni, usi, costumi in una parola nella loro “storia”. Noi intendiamo riscoprire la nostra vera identità a partire da quella dell’Umbria che sta proprio nella differenza, nella particolarità delle tante identità delle singole città della Regione. Queste differenze non sono una debolezza, ma un punto di forza; la diversità culturale non è un indicatore negativo, ma, all’opposto, un “valore” da difendere e sviluppare, così come nell’ambiente naturale è un valore la “biodiversità”. Siamo quindi contrari al modello centralistico della “cittàregione” elaborato negli anni ottanta e purtroppo ancora oggi seguito nei fatti dai nostri amministratori, e proponiamo un modello alternativo: l’Umbria come una “regione di città, di comuni e di comunità”. Un modello insediativo policentrico fondato sul “sistema delle reti di città” costituisce la parte strutturante dell’intelaiatura territoriale e identitaria della regione Umbria. Dobbiamo andare oltre il bipolarismo umbro tra Terni e Perugia, che oggi dopo l’abrogazione di fatto delle province rischia di diventare nuovamente un centralismo o un accentramento regionale, a scapito del policentrismo che storicamente ha caratterizzato la nostra regione. La nuova Terni deve essere una città e un territorio intelligente (Smart land), in rete con le altre città della valle del Nera e del Velino (Narni, Amelia, Rieti e Norcia) e nello stesso tempo essere un comune policentrico, fatto dalle tante identità delle diverse città che si sono succedute nel tempo che si intrecciano con le identità delle antiche municipalità (i suoi “castelli”),
Progetta
con il suo spazio rurale e la sua “montagna” dove ancora oggi sono gli usi civici delle comunità (Domini Collettivi, Comunanze ecc..). Tante identità che rendono ogni luogo particolare e degno di essere raccontato e che fanno di Terni una città con elevato indice di diversità culturale. Conoscere, salvaguardare e restaurare la memoria di una parte, significa rafforzare l’identità della nostra città e contribuire a portare materiale e risorse per costruire la nuova Terni del XXI secolo. Per questa ragione è significativo partire proprio dai centri minori del comune e dai piccoli comuni del comprensorio Ternano, per iniziare a rileggere la nostra città all’interno di un'ottica di sistema. Vogliamo iniziare un lavoro complesso per la nostra città, sul suo centro storico, sui centri storici degli antichi castelli (Papigno, Miranda, Cesi, Collestatte, Torre Orsina, Piediluco, Collescipoli, Rocca San Zenone e i borghi della Valdiserra ecc..), sui i beni culturali, materiali e immateriali, più strategici (La Cascata delle Marmore, Carsulae, San Valentino, ecc...), lavorando intorno a tre idee base: 1) Restauro della Memoria, progetti per la conoscenza che prevedano interventi sulla nostra identità, sul paesaggio, sul grande patrimonio immateriale costituito dalla nostra storia, dalle tradizioni, dagli usi e dai costumi (San Valentino, Cascata UNESCO, ecc..). 2) Terni policentrica, progetti e studi sulla realtà sociale, economica, ambientale e culturale della nostra città rapportandola alle altre città della valle del Nera e del Velino (Narni, Amelia, Rieti e Norcia), ricollocandola all’interno del sistema Umbria tenendo presente il ruolo cerniera e la realtà metropolitana di Roma; 3) Terni XXI, redazione di specifici progetti di conservazione, di valorizzazione e di sviluppo all’interno del quadro descritto in tutti i campi che sono stati e saranno individuati (cultura, turismo, natura, sport, avventura, ecc…).
Massimo Zavoli
L'opera RAMI PROSTRATI (http://www.massimozavoli.it/opereacquaforte/rami-prostrati.html), è stata in mostra presso "L'Officina delle zattere", lungo il percorso della Biennale d'Arte di Venezia 2015. Ha vinto il premio Spoleto Festival Art nel 2014, è pubblicata in prima di copertina della rivista EXPO ART n°34 maggio 2016 ed è depositata nell'Archivio di Stato di Terni. Il torchio nella foto apparteneva al Maestro Aurelio de Felice ed è stato donato dai suoi eredi, nel luglio del 2009, al Maestro Massimo Zavoli.
PANE QUOTIDIANO Pane quotidiano, è opera nata nell'ambito della collaborazione tra Massimo Zavoli e Giampiero Raspetti, come primo diritto umano, all'interno del progetto Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani. Pubblicata, in 3a di copertina, nel magazine ExpoART, è esposta, nel mese di febbraio, nella Mostra "Arte Genova". L'opera costituirà uno degli 8 premi assegnati agli 8 migliori progetti di livello europeo. La cerimonia di premiazione avviene il 9 di febbraio presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati. Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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Il futuro è nella conoscenza del Territorio Enrico Squazzini Centro Ricerche Paleoambientali di Arrone
È ormai opinione comune fra gli scienziati di tutto il mondo che nella recrudescenza dei fenomeni climatico-ambientali degli ultimi anni si inserisca una chiara ed evidente componente fondamentale derivante dall’attività umana. Al di là delle questioni di natura etica e morale, è assolutamente paradossale il nostro rapporto malato e dissennato instaurato con l’ambiente in cui viviamo pur consapevoli che fosse la nostra unica fonte di sostentamento. Ma la questione forse più significativa è di natura pratica e sta nella scomoda e pesante eredità che lasceremo a gravare sulle spalle delle nuove generazioni: da un lato, l’ignoranza assai diffusa nella collettività in merito alle leggi che regolano la dinamica ambientale e, dall’altro, la conseguente pressoché totale incapacità nel valutare le conseguenze delle attività umane sugli equilibri ambientali. Due facce della stessa medaglia che determinano un’imbarazzante realtà: la variazione dei parametri ambientali di riferimento, sui quali ci si era basati finora, colgono l’uomo seriamente impreparato, disarmato e completamente privo di strategia. A nulla giova l’ipocrita incredulità di fronte a quelli
che oggi costituiscono, molto probabilmente, solo i primi effetti della risposta ambientale alla nostra sregolata invasività. Le nuove generazioni disporranno di strumenti tecnologici molto avanzati, ma non di criteri di valutazione seri delle conseguenze dell’impatto dei derivati tecnologici sugli equilibri ambientali. In questa carenza consiste tutto il nostro lascito! Ciò conduce ad un fatto incontrovertibile e cioè che, in un futuro ormai molto prossimo, non solo la più grande sfida dell’uomo sarà quella dell’ambiente ma questa si giocherà anche in termini di equilibrio e serenità sociale. È indispensabile, quindi, che le nuove generazioni inizino, fin da ora, ad attrezzarsi in modo adeguato. Strategica sarà la conoscenza dei limiti di intervento delle attività umane nei confronti dell’ambiente; limiti oltre i quali l’intensità di reazione di un mondo in costante evoluzione potrebbe presentarsi così violenta da risultare insostenibile per un organismo vivente quale è l’uomo. Nonostante l’elevata tecnologia. La scienza insegna che ciò che siamo oggi è insito nell’evoluzione ambientale e nel rapporto di convivenza che i nostri avi instaurarono nei territori in cui ci hanno preceduto. È quindi evidente che ciò che saremo è sempre tutto lì, nel territorio, ossia nella nostra capacità di rispondere, ancora una volta, alle pressioni dell’ambiente. Dunque, è indispensabile la promozione di una conoscenza collettiva per la quale ognuno agisca per proprio
conto nel suo territorio, in base ad un codice di comportamento individuale ma condiviso allo stesso tempo. Una reale coscienza per il territorio derivata dalla sua conoscenza. L’asticella si sta alzando e spetterà a noi essere in grado di effettuare, anche questa volta, il salto. L’Umbria è una terra ricca di esempi magnifici di come l’evoluzione territoriale ha agito nel corso del tempo plasmando i diversi aspetti ambientali. Per quel che ci riguarda più da vicino, uno degli splendidi esempi è la Valnerina, la magnifica valle che il Fiume Nera ha modellato nel corso di molte centinaia di migliaia di anni, modificando completamente il suo corso almeno quattro volte. Una storia lunga ed affascinante che detterà i temi di un progetto specifico poiché riteniamo che, se ancora oggi questa perla ambientale continua a restituire spettacoli meravigliosi, conoscere la sua lunga storia per capire come preservarne la purezza sia un nostro dovere.
La conoscenza del territorio e la cultura Benito Montesi Responsabile Nazionale FIPAV
C’è una buona parte di italiani che, pur in presenza di negatività, ha il coraggio di operare per evidenziare le eccellenze che l’Italia presenta a dismisura e che sono apprezzate dagli stranieri, a volte, più che dagli italiani stessi. La conoscenza dei territori dove il cittadino opera può recare un grande miglioramento, dando cognizione di quanto li circonda, della storia, dell’importanza di alcune eccellenze, dell’arte. Tali conoscenze devono costituire ancor più bagaglio obbligatorio di chi vuole amministrare il territorio! Le decisioni che vengono prese devono tener conto proprio della qualità e delle esigenze del territorio stesso, particolarmente delle eccellenze da utilizzare per il suo sviluppo. Volendo entrare nel particolare ternano, è fin troppo ovvio che il suo territorio per oltre un secolo è stato dominato dalla “fabbrica”, dalla quale hanno ottenuto sostentamento molte famiglie, e che ha dato prestigio nazionale e internazionale al territorio. Ma la domanda è: questa sicurezza della vita del popolo lo ha anche portato a non guardarsi intorno e a non impegnarsi nella conoscenza del territorio, tanto da disconoscere quali possibilità di
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ulteriore sviluppo siano possibili? Probabilmente sì, perché ci sono state, più volte, alcune iniziative, proposte da persone e associazioni, per mettere in evidenza queste eccellenze storiche, artistiche, paesaggistiche, dei prodotti. Chi di dovere, però, si è cullato sulla buona situazione della “fabbrica”, spegnendo di fatto le poche passionali iniziative. Qualche esempio ternano. La figura di San Valentino, dichiarato secoli dopo la sua presenza su questa terra “Protettore degli innamorati”, in tale attribuzione si festeggia in tutto il mondo, il 14 Febbraio, con iniziative, particolarmente dal mondo anglosassone, di tipo commerciale. Ma il nome del Santo quale patrono di Terni è sconosciuto. I festeggiamenti ternani sono stati affidati a persone che non sempre hanno a che fare con la cultura. La qualità della Valnerina, dalla sorgente del fiume Nera (Castelsantangelo sul Nera, nelle Marche) alla confluenza con il Tevere ad Orte, presenta delle eccellenze naturali, paesaggistiche e dei prodotti della terra (olio, vino, pesci, ecc), siti sportivi di grande livello (arrampicata, canoa, canottaggio, percorsi per Triathlon, maratone, ecc.), enormi siti religiosi. Scuola, istituzioni, famiglie, non hanno saputo acculturare giovani e figli con la conoscenza del territorio evidenziando le sue eccellenze. È tardi per porvi rimedio? Alcune associazioni si sono meritoriamente sostituite alle istituzioni con iniziative culturali che, però, hanno coperto piccoli spazi della società cosiddetta civile, trovandosi spesso davanti alla sordità degli amministratori
pubblici e privati. Persone in controtendenza che con spirito di servizio si sono messe a disposizione della cittadinanza con scritti, convegni di professionisti della cultura, contatti con prestigiose organizzazioni Europee e mondiali per portare fuori la voce della ternanità. E così si sono interessate alcune Scuole (purtroppo non tutte!) che hanno aderito a questo disegno di acculturazione del territorio, con iniziative anche operative di manifestazioni anche sportive con lo scopo di portare al di fuori le immagini più accattivanti di un territorio, di una regione tra le più ricche di storia e di natura. Il domani è riposto in questa cultura e ci sono ora molti ternani impegnati in questa opera bistrattata (I Senatori della Città!) in modo assolutamente volontaristico, in mezzo ad un silenzio assordante! Ci sarà la possibilità che chi amministra si renda conto di questa ricchezza culturale che potrebbe rappresentare un orgoglio popolare e nel contempo vedere, finalmente, la possibilità di sviluppo sociale ed economico che si annida in queste lodevoli iniziative! L'Associazione Culturale La Pagina da tempo persegue questo obiettivo, senza fondi, in maniera assolutamente volontaristica, ma sta trovando, però, la collaborazione di altri soggetti come alcune Scuole, dei Centri Sociali, qualche Amministrazione Comunale specialmente della Bassa Valnerina (quelli dell’Alta avevano dato la propria disponibilità, ma ora hanno ben altre gravi problematiche!). Che si sia avviato un risveglio delle coscienze? Staremo a vedere... se son rose fioriranno!
Terni Progetta Giampiero Raspetti
Progetta
Che un beduino del deserto non riceva dal suo habitat naturale preziosi stimoli creativi, circondato com’è da granelli gialli tutti uguali, da giorni e notti invarianti, con penuria o assenza di acqua e nutrendosi quasi esclusivamente di capre e dei suoi prodotti derivati, lo si capisce per intero. Che gli abitanti delle terre ghiacciate, totalmente immersi in granelli bianchi tutti uguali, in interminabili notti e lunghi giorni invarianti, circondati solo da acqua e pesci e cani da slitta, non abbiano grande variabilità di elementi naturali o culturali ad ispirarli, non si può non capire. All’epoca in cui fiorivano, in Grecia, arte e cultura e nasceva la democrazia e, nella Magna Grecia, nell’Italia illustre cioè, aveva grande sviluppo, particolarmente con Pitagora ed Archimede, la matematica, altri popoli, privi di storia e di cultura, blateravano solo ed erano barbari in tutto e per tutto, mancanti, diciamo, di stimoli generatori. Da allora il mondo occidentale deve la sua civiltà alla cultura greca e latina, è innegabile. Quel che non si riesce a capire, però, è come mai una terra come la nostra, l’Umbria intendo, e particolarmente la Valle del Nera, così ricca di ogni ben di dio, o meglio di tutti i beni che la natura e l’uomo abbiano saputo generare, eccezion fatta per deserti e ghiacciai, sia così tanto trascurata al punto che in troppi non capiscano come essa sia la terra più bella e più ricca del mondo. Penso che chi ha avuto, finora, le chiavi della cultura e della politica territoriali, abbia solo mostrato, urbi et orbi, con pochissime lodevolissime eccezioni, una per tutte Virgilio Alterocca in Terni, di avere conoscenze, percezioni e intuizioni pari a quelle di un beduoeschimese. La nostra terra infatti ha tutte le caratteristiche, importanti ieri e che contano soprattutto oggi: paesaggi,
variabilità di condizioni atmosferiche, variabilità di sali minerali e quindi di ogni sorta di cibo e di acque, arte, cultura, storia, tradizioni, santi, fedi, religioni. Sono dunque i nuovi barbari, fermi solo al bla bla bla, coloro che, pur inseriti in un giardino incantato e ricco come il nostro, non sanno trarre ragno dal buco, privati come sono della possibilità di recepire l'enorme quantità di stimoli che la nostra terra produce. Guai a quel popolo dunque in cui un desso qualunque, mai evidenziatosi nemmeno per un piccolo progetto o gesto d’amore nei confronti della propria terra, totalmente opaco per attività lavorative o culturali o progettuali, che ha condotto insomma una scialbissima vita sociale e culturale, una volta eletto e solo in grazie a questo, si metta in mente, ipso facto, di essere conoscitore, progettatore e, magari, di essere anche intelligente. C’è molto che non va… occorre cambiare le regole del gioco! Noi intanto ci siamo riuniti in un gruppo di studio e di progetto, Terni Progetta, che lavorerà gratuitamente per l'intero territorio, Valnerina in particolare, e sarà sempre e comunque a disposizione di tutta la comunità. Venerdì 24 febbraio, alle ore 11, presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio di Terni, incontreremo la cittadinanza. Vi aspetto.
IMMAGINE della CITTÀ L'A. C. La Pagina si impegna per realizzare corsi di conoscenza del territorio presso le scuole della nostra città. Ci piacerebbe estenderle a tutto il territorio circostante, ma anche qui siamo orribilmente soli.
Non ci è dato osservare uguale sensibilità da parte di chi ha il dovere di far conosce, proteggere, esaltare il nostro territorio. I corsi che sono stati realizzati presso il Liceo Artistico, l'Istituto Tecnologico, il Liceo
Classico di Terni si devono alla sensibilità socio-culturale della FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TERNI E NARNI, cui va un sentitissimo ringraziamento a nome dell'intera cittadinanza.
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San Valentino
Guglielmi
Polymer
Gazzoli
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Amelia - Università 3 età
TERNI - Lions
Foto di Giampaolo Napoletti
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Medicina & Salute
presenta:
Prevenzione al Femminile TERNI
18 MARZO 2017 dalle ore 16.00 alle ore 19.00
Sala Conferenze Ass.ne Culturale La Pagina Via De Filis,7 - TERNI
Incontro gratuito rivolto a tutte le donne per dare informazioni a tutto tondo su come fare una buona prevenzione e avere cura della propria salute. A cura di: Dott.ssa Lorella Fioriti
specialista in radiologia, ecografia e mammografia
Dott.ssa Giuseppina Porcaro ginecologa
Dott.ssa Marzia Martellotti osteopata D.O.
Dott.ssa Aurora Alpini
medico psichiatra, psicoterapeuta
“Il dottore del futuro non darà medicine, ma invece motiverà i suoi pazienti ad avere cura del proprio corpo, alla dieta, ed alla causa e prevenzione della malattia.” Thomas Alva Edison
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Medicina & Salute
ECOGRAFIA MORFOLOGICA: Quando e perchè eseguirla.
L
’ecografia morfologica viene eseguita dalla ventesima alla ventitreesima settimana di gestazione ed è, assieme all’ecografia del primo trimestre, il controllo più importante e complesso di tutta la gravidanza. Questa ecografia viene detta morfologica appunto perché è destinata a studiare la morfologia del feto per escludere, o accertare, la presenza di eventuali malformazioni. La si esegue in questo periodo specifico per due ragioni. Innanzitutto il feto è nelle migliori condizioni per essere studiato, in quanto il rapporto fra le sue dimensioni e la quantità di liquido amniotico è ottimale e poi perché dopo tale epoca la Legge non permette l’interruzione della gravidanza anche se il feto è affetto da gravi malformazioni. L’ecografia morfologica prevede la valutazione delle dimensioni del feto (biometria fetale), dell’impianto e della struttura della placenta, della quantità di liquido amniotico, del collo dell’utero, ma fornisce soprattutto uno studio analitico di tutti i distretti anatomici esplorabili nel feto. Lo studio viene eseguito secondo le linee guida emanate dalla SIEOG (Società Italiana di Ecografia Ostetrica e Ginecologica). In modo particolare viene valutato il cervello fetale e le strutture visibili a quest’epoca, la faccia, il torace con osservazione del
parenchima polmonare e della posizione del cuore, il cuore con studio delle 4 camere cardiache, dell’arco aortico, dell’emergenza dei grossi vasi (assi lunghi), della sezione 3 vasi, della frequenza e ritmicità del battito cardiaco fetale, l’addome, l’apparato genito-urinario, cordone ombelicale con la visualizzazione dei tre vasi che lo compongono e l’inserzione in addome ed in placenta, il sistema scheletrico. L’esame viene completato attraverso lo studio della morfologia dell’onda sanguigna nell’arteria uterina materna. Le arterie sono due, sono poste ai lati dell’inguine della donna ed assolvono all’oneroso compito d’irrorare la placenta e garantirne il corretto funzionamento. Un aumento delle resistenze a livello di queste arterie può essere un indicatore precoce sia di disfunzione placentare, con susseguente difetto di crescita intrauterina del feto, sia di forme precoci di gestosi. Come facilmente si può comprendere tale esame dipende in misura quasi totale dall’esperienza e dalla capacità dell’operatore unitamente all’impiego di un ecografo di qualità elevatissima. Nonostante ciò non tutti i quadri patologici sono diagnosticabili in utero, e ciò dipende anche dall’ecogenicità della paziente (nelle pazienti magre la visibilità è decisamente migliore rispetto alle pazienti robuste),
dalla quantità di liquido amniotico e dalla posizione fetale. L’eventuale identificazione di patologie malformative, compatibili con la vita, risulta determinante al fine di poter far nascere il bambino in strutture particolarmente attrezzate al trattamento dell’eventuale malformazione. È ben noto infatti che le prime ore di vita e le prime cure sono spesso determinanti per il destino del bambino.
DR.SSA GIUSI PORCARO
Specialista in Ginecologia ed Ostetricia USL UMBRIA 2 – Consultorio Familiare di Orvieto CENTRO ANTEO – Via Radice 19 – Terni (0744- 300789) BIOS – Via Linda Malnati 15 - Terni (0744 403904)
OSTEOPATIA: Quando e perché portare un bambino dall’osteopata?
L’Osteopatia pediatrica e neonatale prevede trattamenti manuali, delicati e per nulla traumatici adatti ai disturbi caratteristici dell’età evolutiva. Il compito dell’Osteopata è quello di favorire il meccanismo intrinseco del corpo di autoguarigione, in modo tale da alleviare il trauma che può essere avvenuto nella vita intrauterina, durante la nascita o nei primi mesi e anni di vita. La possibilità di curare sin dalla primissima infanzia eventuali malformazioni, scompensi della struttura ossea e disfunzioni dell’apparato membranoso e legamentoso può evitare dolorosi e lunghi percorsi di cura una volta adulti. Sin dalla vita intrauterina il feto può aver subìto dei condizionamenti che ne hanno provocato delle disfunzioni. Infatti, se durante la gravidanza la mamma soffre di problematiche muscolo scheletriche (sciatalgie o lombalgie), viscerali o sistemiche, probabilmente
tutte le strutture coinvolte non riescono a compensare le richieste di un continuo adattamento dato dalla crescita del feto. Il bacino, non predisponendosi nella migliore condizione per affrontare gestazione e parto, può provocare compressioni anomale e asimmetriche al futuro neonato ancora prima di nascere. Il parto poi è il primo grande trauma che ogni essere umano affronta e le sue dinamiche spesso lasciano lesioni che il neonato non riesce a risolvere spontaneamente. Un parto lungo e difficile, che richiede l’utilizzo di farmaci o strumenti quali forcipe e ventosa, può segnare in modo importante i tessuti così delicati di un neonato. Il cranio infatti ha la notevole capacità di assorbire questi stress durante un parto naturale. Alcuni neonati fanno fronte con serenità ed in maniera eccellente a dure e fissate modellature e compressioni del loro cranio, per altri il percorso è diverso e manifestano alcuni problemi, che l’Osteopatia è in grado di individuare e risolvere. Le sintomatologie più frequenti trattate dall’osteopata sono: Nei neonati: - Plagiocefalia (asimmetrie del cranio e della faccia): gli interventi osteopatici eseguiti con una certa tempestività hanno un’altissima percentuale di completo
successo prevenendo così l’evoluzione di diverse disfunzioni che sfociano in problematiche visive e occlusali, terminando in scoliosi funzionali e strutturate. - Torcicollo miogeno, lesioni del plesso brachiale, reflusso gastro esofageo e rigurgito, difficoltà di suzione, coliche addominali, sonno disturbato/ iperattività/ irrequietezza, stipsi, piede torto. Nei bambini: Piedi piatti o cavi, ginocchia valghe o vare, problemi della sfera orl (otiti e mal di gola ricorrenti), mal di testa, problemi di mal-occlusione e bruxismo, scoliosi, cifosi o lordosi non fisiologiche, problemi respiratori con o senza manifestazioni asmatiche.
Marzia Martellotti Osteopata D.O.
Osteopata della Federazione Italiana di Canottaggio
RICEVE A
Terni presso lo studio medico Anteo, in via Radice 19 Roma in via Luca della Robbia 7 Frascati in via Mentana 40
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AZIENDA OSPEDALIERA
STRUTTURA COMPLESSA D
DIPARTIMENTO CARDIO
Dr. Fiore Ferilli Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Vascolare della Azienda Ospedaliera "S. Maria" di Terni
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a Chirurgia Vascolare è una branca di alta specializzazione della Chirurgia che ha come obiettivo il trattamento delle patologie delle arterie e delle vene. Nell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni la Struttura è attualmente dotata di 12 posti letto di degenza ordinaria e dispone, nell’ambito del Dipartimento Cardio Toraco Vascolare, di posti letto di Terapia Intensiva Postoperatoria. Nella Struttura vengono trattate le patologie aneurismatiche, ostruttive, dissecative e malformative dell’aorta toracica e addominale, con la possibilità di eseguire interventi in circolazione extracorporea. Si effettuano interventi in chirurgia aperta tradizionale e, grazie alla rapida evoluzione della tecnologia ed allo sviluppo di materiali sempre più sofisticati, diventano costantemente più frequenti le procedure di chirurgia mininvasiva ed endovascolare in collaborazione con la Struttura Semplice di Radiologia Interventistica. Una particolare attenzione viene posta alle più moderne tecniche chirurgiche di impianto di endoprotesi aortiche per il trattamento degli aneurismi dell’aorta addominale, dell’aorta toracica e dei vasi periferici. In particolare la Struttura ha acquisito una notevole esperienza nel trattamento endovascolare delle dissecazioni di tipo B dell’aorta toracica e viene considerata uno dei Centri di riferimento nazionale. La necessità di disporre di strumentazioni all’avanguardia per queste complesse procedure terapeutiche ha indotto l’attuale Direzione aziendale a deliberare la realizzazione di una Sala Operatoria Ibrida multidisciplinare, che la Chirurgia Vascolare utilizzerà per la gestione di patologie molto complesse riguardanti soprattutto gli aneurismi toracoaddominali e le dissecazioni aortiche, sotto guida angiografica e TAC contemporaneamente. Tali metodiche consentono di ridurre il ricorso ad accessi vascolari in chirurgia aperta che sono comunque gravati da significative percentuali di morbilità e mortalità. La stessa Sala può essere inoltre utilizzata da altre specialistiche quali la Cardiochirurgia,
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la Neurochirurgia, la Radiologia, l’Ortopedia e l’Urologia, sempre nell’ottica della mininvasività. Per quanto riguarda le malattie cerebro-vascolari, nella struttura di Chirurgia Vascolare di Terni si effettuano interventi per la correzione delle stenosi carotidee e delle patologie dei vasi epiaortici, eseguiti prevalentemente in anestesia locale, sia in elezione che in urgenza. Tali pazienti vengono gestiti in collaborazione con la Neurologia e con i vari reparti medici. L’angioplastica e l’impianto di stent carotidei, utilizzando i vari sistemi di protezione cerebrale,viene riservata a casi selezionati, in accordo con le più recenti indicazioni. La patologia ostruttiva e dilatativa degli arti inferiori viene trattata sia mediante chirurgia tradizionale con confezionamento di by-pass in vena o con protesi sintetiche, sia mediante procedure endovascolari di angioplastica e/o di ricanalizzazione o di impianto di stent. Nella Struttura vengono inoltre effettuati interventi di embolizzazione per patologie malformative vascolari. Altro campo di interesse è costituito dagli accessi vascolari per dialisi. Vengono confezionate e gestite fistole artero-venose dirette o con protesi per i pazienti dializzati sotto la direzione del Dr. Ioannis Delis ed in collaborazione con la Struttura Complessa di Nefrologia.
SANTA MARIA DI TERNI
DI CHIRURGIA VASCOLARE
O-TORACO-VASCOLARE
Struttura Complessa Chirurgia Vascolare L’EQUIPE Direttore Dr. Fiore Ferilli Medici Dr Raimondo Micheli Dr. Ioannis Delis Dr. Paolo Ottavi Dr. Grasselli Francesco Dr. Paolo Bonanno Specializzanda Dr.ssa Francesca De Nigris Infermieri Ambulatorio Vascolare Marisa Aguzzi Sonia Camerieri Tiziana Santini Nel 2016 sono state confezionate 55 fistole artero-venose che hanno consentito una gestione più semplice dei pazienti medesimi. La Chirurgia Flebologica per le varici degli arti inferiori è regolarmente trattata in regime di Day Surgery o Ambulatoriale con oltre 100 interventi anno. Alla Struttura Complessa di Chirurgia Vascolare afferisce la Struttura Semplice di Diagnostica Vascolare Chirurgica diretta dal Dr. Raimondo Micheli. Quest’ultima, dotata di due ambulatori per esterni ed interni, esegue circa 3.500 esami ecocolordoppler e circa 1.000 visite specialistiche ogni anno per la diagnosi delle patologie vascolari ed il follow-up dei pazienti. La struttura è un Centro di riferimento nazionale per l’uso dei mezzi di contrasto ecografici utili soprattutto per il controllo della sacca aneurismatica dei pazienti sottoposti ad impianto di endoprotesi aortiche. Tale metodica consente di ridurre al minimo l’utilizzo dell’angio TC nel follow-up di tali pazienti, riducendo i rischi connessi con l’esposizione alle radiazioni ionizzanti ed ai mezzi di contrasto iodati. Un Ambulatorio per le medicazioni, situato presso la palazzina dei Poliambulatori, è dedicato ai pazienti dimessi dopo le varie procedure ed effettua circa 900 prestazioni anno. Nell’anno 2016, degli oltre 600 interventi maggiori, sono stati eseguiti 44 interventi chirurgici tradizionali per aneurisma dell’aorta
addominale e sono state impiantate 40 endoprotesi nell’aorta addominale e 10 nell’aorta toracica. I pazienti trattati per patologie arteriose degli arti inferiori sono stati più di 200, 171 dei quali sottoposti a trattamento endovascolare. Oltre i compiti istituzionali di assistenza, il Centro, attraverso l’impegno di tutti i componenti, è costantemente presente in attività congressuali in maniera attiva, con presentazioni originali della propria esperienza, e in attività di carattere scientifico. A questo proposito la S. C. di Chirurgia Vascolare fa parte di due importanti trial multicentrici Nazionali per lo studio ed il trattamento delle Dissezioni Aortiche e delle ischemie critiche degli arti inferiori. In questi ultimi anni sono stati pertanto prodotti diversi lavori pubblicati in autorevoli riviste nazionali ed internazionali. Con cadenza annuale, da ormai quattro anni, nell’Azienda Ospedaliera di Terni, organizzato dalla la struttura di Chirurgia Vascolare, si tiene un corso di perfezionamento per medici specialisti provenienti dal territorio nazionale, sull’uso dei mezzi di contrasto ecografici per lo studio delle patologie vascolari. Da quattro anni la struttura di Chirurgia Vascolare organizza nell’Azienda Ospedaliera di Terni, un corso annuale di perfezionamento per medici specialisti provenienti dal territorio nazionale, sull’uso dei mezzi di contrasto ecografici per lo studio delle patologie vascolari. Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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Gli oli essenziali e i loro effetti anche sulla psiche... Il profumo degli oli essenziali raggiunge direttamente, per via olfattiva, i centri nervosi cerebrali e la struttura limbica, modulando così le risposte neurovegetative, autonome e istintive.
Dr. Leonardo Paoluzzi
L
’uso degli oli essenziali è ormai uscito, a buon diritto, da quell’alone di mistero e di incertezza che regnava fino a qualche tempo fa e ha raggiunto un'ampia diffusione in vari ambienti, da quello medico a quello estetico, da quello di laboratorio microbiologico a quello clinico terapeutico e perfino domestico culinario. Sta raggiungendo persino le sale parto in ospedale per facilitare il parto favorendo la distensione psichica e muscolare e riducendo la paura dell’evento con tutte le sue complicanze. Ciò si deve senza dubbio ad una sempre crescente attenzione alla qualità e sicurezza del prodotto “olio essenziale” legato ad aziende serie e impegnate a fare ricerca con coltivazioni biologiche in terreni adatti e, inoltre, alla pratica quotidiana di tanti professionisti preparati in Italia e in Europa.
La mia esperienza personale nell’ambito della fitoterapia e dell’aromaterapia in particolare, da oltre venti anni, mi ha portato a fare delle considerazioni che affiancano e ampliano il modo abituale di rapportarsi con gli oli essenziali in quanto, a mio avviso, essendo delle molecole odorose, raggiungono direttamente per via olfattiva i centri nervosi cerebrali e la struttura limbica in particolare, modulando così le risposte neurovegetative, autonome e istintive che sono alla base delle attività spontanee del corpo. Da un punto di vista pratico una volta raggiunta la zona cerebrale emozionale istintiva, queste molecole vanno a regolare la risposta simpatico/parasimpatico, che si manifesta attraverso risposte adrenergiche o colinergiche atte ad influenzare tutto il sistema vita nelle sue funzioni di base, quali, per esempio, la respirazione, la digestione, la secrezione ormonale. Pertanto oltre al campo di applicazione, molto più conosciuto e utilizzato legato alla loro azione antibiotica, antimicotica e antivirale in maniera diretta per via locale (esterna o interna), possono agire su tutto quel complesso di reazioni che si riconducono alla PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia). In parole semplici gli aromi hanno il potere di modulare la psiche, il nostro atteggiamento mentale, il
sistema neurovegetativo autonomo e tutte le reazioni ad esso collegate, il sistema ghiandolare ormonale endocrino e persino l’immunità, rinforzandola e adeguandola alla necessità. Essi rappresentano un formidabile cuscinetto in grado di ammortizzare tutti gli effetti negativi dello stress. Questo allora ci fa capire come mai gli oli essenziali hanno azione sia antidepressiva/ euforizzante che sedativa/rilassante; per quale motivo hanno azione di regolazione estrogenica o androgenica e quindi influiscono sulla sfera sessuale; perché rinforzano il sistema immunitario difensivo nei confronti di batteri, virus, funghi; perché trattano la paura o gli attacchi di panico con effetto miorilassante, ipotensivo o ipertensivo. Queste convinzioni portano necessariamente ad una riclassificazione degli oli poiché non verranno più studiati soltanto per le loro attività legate alle molecole che li compongono, ma se ne dovrà avere una visione generale complessiva di tipo “energetico” ovvero ogni olio potrà essere o simpatico o parasimpatico tonico o litico, intendendo con ciò la possibilità di agire da freno del sistema o da stimolo, tonificando o calmando la risposta neurovegetativa complessiva.
Medicina & Salute
Trucco semipermanente
L’istituto stella polare esegue il trucco semipermanente a tutte quelle donne che vogliono migliorare e ridefinire i tratti e la personalità dal proprio viso. Questa tecnica è nota come dermopigmentazione o trucco semipermanente. Tecnica prettamente estetica di pigmentazione dell’epidermide simile ad un tatuaggio che si esegue tramite l’introduzione di micropigmenti minerali e quindi senza alcun pericolo e controindicazioni per la nostra pelle, nello strato superficiale dell’epidermide. Si otterrà il risultato definitivo dopo due trattamenti a distanza di 30 giorni, essendo come dice la parola stessa semipermanente la durata non e illimitata, la scomparsa e lo scolorimento avviene attraverso il ricambio cellulare che essendo soggettivo rende impossibile quantificare la durata del trattamento stesso. Un trucco semip. ben eseguito si manterrà per circa 12 mesi, prima di necessitare di un ritocco. Il T.s.p. non si rivolge solo a chi ha dei problemi, tipo diradamenti sopraccigliari e cigliari, ipopigmentazione sulle labbra, piccole cicatrici da herpes, asimmetrie della bocca e sopracciglie ecc… Ma può essere utilizzato, con finalità di miglioramento estetico, da tutti UOMINI/DONNE. IL t.p., se eseguito dalla persona giusta, può darti veramente
quel tocco in più che ti farà apparire più bella. Oggi giorno sono rarissime le cause di allergia a questi colori. Attualmente, vengono impiegati prodotti altamente controllati e conformi alle vigenti norme in materia. Il livello tecnico-qualitativo si è alzato molto, quindi, rivolgendosi ad un professionista ed in uno studio abilitato, si può stare tranquilli. Chi non vorrebbe avere sopracciglia perfette ma naturali o una bocca definita e delicatamente enfatizzata? Chi non desidera un occhio più penetrante ed uno sguardo più intenso? Se sei tra queste persone non esitare ad informarti meglio, nel nostro istituto potrai usufruire di una consulenza e prova disegno. Vi aspetto per rispondere ad ogni vostra domanda e richiesta. cordiali saluti. Dott . in magister scientiae in estetologia. Dott.ssa in Estetologia Cinzia DIOTURNI Titolare e responsabile dell’istituto di bellezza STELLA POLARE Specializzata in tecniche di massaggio Professore emerito -ayurveda tecniche per il benessere fisico-
Per informazioni o appuntamento: Sopracciglia Labbra Occhi Aureola mammaria
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Centro Estetica Evoluta «STELLA POLARE di Dioturni Cinzia» Via Mola di Bernardo, 15 - Terni (TR) Tel. 0744/271621 - Cell. 346/0112226
Che tipo di strumento è l’Arci?
“In una delle tante sedute di gruppo per rispondere alla domanda «che tipo di strumento è l’Arci?» si offrivano diverse risposte: si cominciava con «un bisturi da chirurgo per eliminare la parte malata» per finire con «una farfalla per immaginare cose belle», con in mezzo anche «una bottiglia di vino per non pensare alle cose brutte»”. Così Valentino Parlato per “Il Manifesto” parlava dell’Arci raccontando un Congresso nazionale di qualche anno fa. In effetti una grande associazione generalista che raccoglie un milione di soci e più di cinquemila circoli sparsi nel paese, ha per forza profili multiformi e spesso un po’ fuori dall’ordinario. A Terni l’Arci negli ultimi anni è fortemente impegnata sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza. Dal 2007 il comitato ternano è entrato a far parte della rete SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) in qualità di Ente Gestore, passando dalla gestione di un progetto, categoria ordinari, alla gestione di otto progetti: cinque di categoria ordinari, due per minori stranieri non accompagnati, uno per la categoria disagio mentale. La titolarità di tali progetti è dei comuni di Terni, Narni, Spoleto, Montefranco e Castel Ritaldi. La gestione è in collaborazione con altri soggetti del terzo settore: Arci Solidarietà Terni, Ass.ne di Volontariato San Martino, Associazione Laboratorio I.D.E.A., Coop. Soc. “Il Cerchio”. Dal 2011 il Comitato è impegnato anche nella gestione prima del progetto Emergenza Nord Africa e poi del progetto “Posti straordinari per la prima accoglienza di cittadini stranieri temporaneamente presenti sul territorio della Provincia di Terni”. Un impegno che ovviamente incrocia spesso le attività dei nostri Circoli e di tante altre associazioni presenti nel territorio. Proprio per ampliare la nostra base associativa e, allo stesso tempo, promuovere l’aggregazione soprattutto giovanile, in occasione dei sessant’anni dell’Associazione, Arci Terni ha predisposto un bando per i nuovi Circoli (reperibile al nostro sito www.arciterni.it).
Andavamo a letto col prete
I Rimedi di una volta
D’inverno faceva freddo, molto più freddo di quanto non faccia adesso e tale sensazione, nei primifiorellini decennigialli dopo la venivano seconda messi guerrainmondiale, era aggravata dal fatto che una che la maggior partepiccola delle abitazioni non aveva impianti bottiglia, riempita poi di olio d’oliva.di riscaldamento. Doponella alcunistanza giorni, questo infuso era pronto L’unica fonte di calore era il camino situato più spaziosa, cioè nella cucina. per l’uso e veniva riposto nel ripiano più alto Accanto al camino c’era il fornello, munito di griglia metallica per sostenere le braci che venivano della credenza. mantenute roventi agitando un ventaglio fatto con penne di tacchino. Vittorio Grechi Quando qualcuno si procurava una ferita Tutti sarebbero stati molto volentieri accanto a queste due fonti di calore ma, dato l’alto numero dei da taglio con una falce, veniva considerato componenti della famiglia media di allora, ciò non era possibile. Al massimo rientrando in casa, uno si opportuno urinarci sopra per disinfettarla. poteva avvicinare al fuoco per stiepidirsi mani infreddolite, facendosi largo tra i vecchi e i bambini Se le in qualche caso si infettava, formando piccoli presidiavano focolare. opoche la seconda Guerra ilMondiale e la pus, si riteneva “una mano santa” coprirla d’inverno, durante la raccolta delle olive, Poi c’erano donne che, preparando attizzare il fuocotenute sotto il caldaio per epoter cuocere scopertaledella penicillina, andare dalla cena, con undovevano paio di foglie di rovo comune, sulla pianta a terra, anche a causa della medico o chiamarlo per una visita a insieme da una sommaria fasciatura. Erano tramontana, l’epidermide la pasta e aggiungere ogni tanto un po’ di carboni accesi al fornello per mantenere il sugo in ebollizione.disidratata si domicilio incominciò piano piano ache prendere tutti vuoi arciconvinti che tali foglie riuscissero spaccava a sanguinare. Comunque, vuoi per le legna bruciavano, per il consistente numero di persone, nellafino cucina si stava Usare l’olio piede anche nelle campagne. Prima di a estrarre il pus, facilitando una rapida d’oliva per ammorbidire e proteggere la benino, fatta eccezione per i allora se ne faceva a meno nella stragrande guarigione. Se a qualcuno prendeva ’n pelle sembrava a tutti un sacrilegio. Guai a piedi e gli stinchi, soggetti agli maggioranza dei casi per una serie di corbu, la maledizione popolare più usata sprecarne una goccia per un uso diverso da spifferi freddi chedi carattere venivanopratico, - te pozza pija’ ‘n corbu - ovvero un colpo quello alimentare! Il rimedio dei rimedi era ragioni, alcune anche dalla porta, asia quandoesia apriva, altre dovute ignoranza scarsa fiducia apoplettico o ictus, il rimedio dei rimedi quello di strofinare le mani con l’omento di perché entrava Il qualcuno, sia come consisteva nell’applicazione cutanea delle castrato (inservibile per altri usi, fuorché per nella professione. medico condotto l’ostetrica condotta, pagati dal Comune, mignatte o sanguisughe. La mignatta è una la fabbricazione del sapone) che formava quando era chiusa, perché le abitavano nei grossi centri urbani che specie di verme avente bocca circolare a una patina di grasso dall’effetto emolliente ante non combaciavano bene. venivano faticosamente raggiunti a dorso ventosa, provvista di dentelli calcarei. Vive e in più impediva l’evaporazione dell’acqua, Studiare o fare i compiti in d’asina o col carro con le vacche, solo in nelle acque dolci e si attacca al corpo di un favorendo l’idratazione. Tale grasso si questo ambiente, senza finire coi occasione di grandi fiere di merci e bestiame. vertebrato, in genere mammifero, ne incide usava anche per ungere gli scarponi, dopo piedi gelati, era appositamente possibile solo poter la cute e si nutre del suo sangue. Per fare averli lavati e fatti asciugare accanto al Doverci andare stando ginocchio sulla sediavoleva questo senza difficoltà, le sanguisughe fuoco, in modo da rendere il cuoio morbido usufruireindella visita del sanitario impagliata, onde evitare il bradire sprecare un sacco di tempo. La filosofia iniettano nella ferita un potente e impermeabile all’acqua. Quando una ciere sotto il tavolo che spesso che anticoagulante (irudinina), secreto dalle giovenca veniva addestrata a tirare l’aratro, contadina partiva poi dal presupposto tutto si venire aggiustiil con faceva malilditempo testa.e che alla ghiandole salivari, che impedisce al sangue l’attrito del giogo di legno sul collo poteva morte non ci sia scampo. Tutto ciò traeva della vittima di coagularsi. Secondo alcuni, provocare infiammazione e gonfiore. Allora Per la confusione non c’era origine dal vivere a contatto continuo rimedio. Tutti parlavano a vocecon gli secernono anche un anestetico per impedire si ricorreva a massaggi ripetuti con lo stesso animali. Quando un animale si ammalava, alla vittima di provare dolore, cosicché grasso, finché la pelle del collo non induriva, alta nelle case contadine, veniva chiamato il contadino più “esperto”, possono nutrirsi indisturbate. Resistono formando una estesa zona callosa. Certo abituati campi in generecom’erano anche il più nei vecchio, chea aveva a lunghi periodi di digiuno (fino a un anno). l’odore del grasso anche un po’ rancido gridare ordini agli animali da e che Nella tradizione popolare servivano a non era molto piacevole, ma sicuramente fatto tesoro delle passate esperienze lavoro. aveva imparato alcune pratiche da un altro, togliere il sangue cattivo effettuando un era molto meno “intenso” dell’odore che si passatopoi a sempre miglior vita. Se una vacca, per salasso, favorendo il miglioramento delle sprigionava dal letame fresco, trasportato C’era qualche vicino esempio, smetteva di ruminare, condizioni del paziente. Un’altra patologia con la carretta a mano sul letamaio, prima o vicina che, dopo cena, bisognava si farle masticare una pianta grassa simile della quale soffrivano quasi tutti i contadini di rifare la lettiera alle vacche o ai maiali, aggiungeva ai già tanti per di forma alla rosa del deserto, che ogni era la secchezza delle mani callose, perché con paglia pulita, crepitante e dal profumo scambiare quattro chiacchiere, contribuendo all’aumento della cacofonia. Un momento di quasi silenzio poallevatore si premurava di coltivare tra un non c’erano guanti da lavoro. Specialmente di fieno. teva verificarsi si arrotolava sasso e l’altro dise unqualcuno muro a secco. Se un una sigaretta. Dopo averla accesa e fatte un paio di tirate la passava al vicino e così via finché era possibile coniglio mostrava di essere affetto da rogna tenere il mozzicone fra le dita. Il problema freddo tornava prepotente al momento di andare a letto. Le camere erano così fredde che e si spellava adel furia di grattarsi, il rimedio al mattinonell’ungere poteva capitare trovare consisteva la partedicon olio dicroste di ghiaccio sull’acqua del lavabo. Solo al pensiero di doversi oliva, per poi spolverarci sopra un congruo spogliare in un baleno per infilarsi tra le lenzuola gelate, sovrastate da coperte e imbottita, poteva anche quantitativoladidigestione. zolfo. AncheSe perperò le persone bloccarsi era stato messo il prete nel letto, la prospettiva diventava quasi rosea. c’era sempre nella zona “l’esperto” di erbe Il prete non era altro che il nome malizioso di una incastellatura porta-braciere in legno, usata per riscaldare che consigliava infusi con la gramigna, nel il letto. Al mattino, quando la donna rifaceva la camera, infilava tra le lenzuola questo marchingegno, caso di disturbi intestinali, o l’acqua di malva, sicché sembrava, a letto rifatto, che qualcuno molto grosso fosse ancora a dormire. Appena cenato la moglie come lenitivo di varie affezioni, dall’ascesso infilava nel prete recipiente metallico con le ultime braci del camino, scegliendo quelle dentario diligentemente alle bronchiti, dalle afte un alle che non facevano più fumo. Infilarsi nel letto dopo aver estratto il prete con molta circospezione per evitare infezioni delle vie urinarie, come le cistiti. Alcuni rimedi venivano tramandati da madre incendi, era un grande piacere goduto dalle generazioni del dopo guerra. a figlia, cometutti la preparazione un infuso per Ora quasi stiamo al di calduccio d’inverno senza farci troppo caso e i grandi piaceri si vanno a cercare lenire e guarire le scottature. A nelle polverine o nell’alcol. fine estate, Vittorio Grechi
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nel mese di settembre, si raccoglievano certi
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Lettera aperta
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Quando finisce un Amore
o scritto questa lettera di getto, dopo l’ennesimo episodio di violenza accaduto durante una partita di calcio tra bambini. E’ indirizzata idealmente a mio figlio Francesco, calciatore di undici anni, involontario spettatore della follia di alcuni adulti che nulla hanno a che fare con lo sport e che dovrebbero essere allontanati per sempre dai campi di gioco. E’ un modo per chiedere scusa a lui ed agli altri bambini, affinché possano con il tempo dimenticare una brutta giornata, recuperando il gusto e la spensieratezza del gioco. Lo sport è divertimento e valori, non dobbiamo dimenticarlo né farlo dimenticare ai nostri ragazzi. Non c’è nulla di più struggente di un amore che finisce, soprattutto quando la conclusione è particolarmente violenta ed inaspettata. E’ quello che è successo oggi durante una partita di calcio tra giovanissimi. Una rissa
tra allenatori, le urla scomposte di alcuni genitori ed ancora la indegna gazzarra fra opposte tifoserie hanno indotto mio figlio, innamorato del calcio, a dire basta ad 11 anni. Me lo ha detto con gli occhi impauriti di chi non capisce il perché, di chi si è sentito perso ed indifeso in un campo di gioco, di chi ha visto quello che non si sarebbe mai immaginato. E’ uscito dal campo terrorizzato, senza nemmeno spogliarsi, mi ha stretto la mano pregandomi di andar via. Ero sbalordito, incapace di dare spiegazioni a quell’assurdo comportamento. C’era una rete che ci divideva mentre si accendeva una stupida rissa. Da anni mi batto per togliere quelle maledette reti dai campi. Non proteggono appunto, ma dividono. Ho visto un allenatore o comunque un dirigente della squadra avversaria addirittura scavalcarla per scagliarsi contro il pubblico. In quel momento quella stessa rete mi separava da mio figlio, impedendomi di portarlo via e
proteggerlo. Sono arrabbiato e sconfortato. Nel giorno dell’Epifania lui e tutti gli altri bambini delle due squadre hanno ricevuto da noi adulti uno dei doni più brutti: la disillusione verso lo sport che più amano. Tornando a casa mi ha detto che non vuole più giocare, appunto giocare, al calcio. E’ finito un amore, tanto più bello quanto legato alla giovinezza. Non mi interessa ricercare gli odierni colpevoli né citare le società. Non mi rasserena ciò. Oggi il calcio ha perso diversi innamorati. Peccato ! Questo non cambierà le cose ma un amore è comunque finito.
Stefano Lupi Delegato Coni Terni
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Il Condominio Il condominio, si sa, può essere fonte di grandi preoccupazioni. Considerando quante causa abbiano ad oggetto questioni condominiali credo sia utile analizzare alcuni aspetti della disciplina alla luce della più recente giurisprudenza della Corte di Cassazione. L’assemblea dei condomini è l’organo deliberativo del condominio, provvede all’approvazione del preventivo delle spese e alla relativa ripartizione tra i condomini, all’approvazione del rendiconto annuale dell’amministratore e all’impiego delle eventuali somme rimaste disponibili. L’art. 1136 c.c. disciplina la costituzione dell’assemblea e la validità delle sue deliberazioni. Con la sentenza n. 08824/2015, la Cassazione ha chiarito che nelle assemblee condominiali deve essere convocato il condomino, cioè il vero proprietario, e non chi si comporta come tale. Con la sentenza n. 16774/2015, la cassazione ha stabilito che il verbale dell’assemblea costituisce prova dei fatti che attesta essersi verificati durante la riunione; spetterà al condomino che intende impugnare la delibera, contestare la rispondenza a verità di quanto riportato nel verbale, e provare quanto afferma. Quanto ai quorum prescritti dall’art. 1136 c.c. la sentenza 0655272015 ha evidenziato che il verbale deve contenere l’elenco dei condomini intervenuti di persona o per delega, indicando i nomi di quelli assenzienti o dissenzienti, con i rispettivi valori millesimali, rimanendo comunque valido ove, pur riportando l’indicazione
Avv. Marta Petrocchi
nominativa dei soli partecipanti astenuti o che abbiano votato contro, consenta di stabilire per differenza coloro che hanno votato a favore, e senza che neppur infici l’adottata delibera la correzione del verbale, effettuata successivamente alla conclusione dell’assemblea, allo scopo di eliminare gli errori relativi al computo dei millesimi ed ai condomini effettivamente presenti all’adunanza... Ai sensi dell’art. 1137 c.c., le deliberazioni prese dall’assemblea sono obbligatorie per tutti i condomini. Contro le deliberazioni contrarie alla legge o al regolamento di condominio ogni condomino assente, dissenziente o astenuto può adire l’autorità giudiziaria, chiedendone l’annullamento, nel termine perentorio di trenta giorni, che decorre dalla data della deliberazione, per i dissenzienti o astenuti e dalla data di comunicazione della deliberazione per gli assenti. Tuttavia, nessun termine è stabilito per far valere la radicale nullità di tali delibere, vizio che può essere rilevato anche d’ufficio dal giudice. Sulla scorta di tale rilievo, Sentenza n. 12582/2015, ha chiarito che alle deliberazioni prese dall’assemblea condominiale si applica il principio dettato in materia di contratti dall’art. 1421 c.c., secondo cui è attribuito al giudice il potere di rilevarne d’ufficio la nullità. Con riguardo alla legittimazione all’impugnazione dei singoli condomini, la sentenza n. 16562/2015, ha stabilito, cambiando un orientamento in precedenza
assunto, che nel giudizio di impugnazione della delibera il singolo condomino è legittimato ad impugnare la sentenza emessa nei confronti dell’amministratore e da questi non impugnata, anche qualora la delibera controversa riguardi servizi comuni ed incida sull’interesse del condomino soltanto in via indiretta. È poi importante sapere che il singolo condomino può chiedere alla Banca l’estratto conto del suo condominio. Lo ha stabilito il Collegio di Roma dell’Arbitrato Bancario Finanziario, con decisione n. 7960 del 16 settembre 2016 risolvendo, con tale affermazione, la controversia instaurata da una condomina che, dopo aver ripetutamente e senza esito domandato all’amministratore detta documentazione, si era rivolta alla banca. Ogni condomino ha quindi la facoltà di richiedere anche all’intermediario –ossia alla banca– copia dei documenti relativi al rapporto di conto corrente condominiale, superando in tal modo l’eventuale condotta omissiva dell’amministratore di condominio. È facile immaginare l’efficacia di tale strumento di controllo sull’operato dell’amministratore nonché la sua utilità per evitare il verificarsi di situazioni tanto gravi da essere poi difficilmente recuperabili. Basti pensare ad un caso, come quello di cui si è molto parlato in città, in cui al momento della scoperta dei fatti i debiti condominiali erano oramai divenuti davvero esorbitanti. Non sarebbe accaduto se qualche condomino avesse potuto controllare il conto! Buona lettura del codice civile!
Clicca e Sfoja Paolo Casali
L’andru ggiornu stéo a ccommatte co’ li fòji de ggiornale... che tte pozzino guastatte l’éo ridottu propiu male. M’ero missu llì dde fòri tuttu commudu assettatu s’arza ‘n ventu... che ddolori me l’ha tuttu sparpajatu. ‘N pezzu l’éa riggiratu ‘n andru stesu su lu pratu ‘n fòju m’éa ‘npacchettatu e lu restu appallozzatu. Unu... sette... quattro... nòe... non s’artròa ‘n do’ stéo a llègge manca solu che mme piòe ccucì mmèjo me se regge.
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Chi stéa a ddestra mo’ è a ssinistra chi a ssinistra mo’ è dde llà la Ternana l’ho ‘rtroàta tra le squadre ‘n serie A. Tuttu quistu ggiravorda de nutizzie a la rinfusa è ‘n assillu che ‘stavorda m’è ssirvitu come scusa... “Col giornale mejo smette... p’aggiornamme su ogni eventu è ppiù commudu internètte ch’essu è a ppròa de lu ventu”. Quillu a ppròa è ‘ccertamente e ttante cose pòi ‘mpara’... ma tra ‘l clicca’ e rriclicca’ ...quantu è bbellu lo sfoja’!
Il Medico e il Vaccino
Sono uno psicologo, non un medico; della maggiore o minore efficacia dei vaccini non mi intendo. Ma di libertà sì e perciò affronterò la questione vaccini da un punto di vista completamente diverso da quello usuale. Sulla loro efficacia, limiti, pericoli vi sono, (a parte il blaterame che non interessa), anche opere che, scritte da esperti, non si possono non chiamare scientifiche. I medici le leggono, le studiano, le confrontano. Poi si fanno una loro idea. Tale idea non è quella del cliente del barbiere o dell’avventore dell’osteria: è l’opinione di chi, formato da appositi studi regolati da leggi dello Stato, ha legittimo titolo per avere e professare un’opinione scientificamente e tecnicamente valida. E appunto essendo un professionista riconosciuto, su tale opinione deve essere assolutamente libero tanto di esprimersi, quanto di basare il proprio operato. Per cui se crede opportuno consigliare le vaccinazioni le deve poter consigliare, se lo ritiene inopportuno, le deve potere sconsigliare. Nella polemica in materia, tuttavia le cose non vanno affatto così: mentre s’è dato – del tutto giustamente – il crisma di parere scientifico a chi consigliava e praticava le vaccinazioni, lo si è negato a chi, medico o comunque serio studioso, era invece del parere contrario; peggio: pare si sia incredibilmente giunti a minacciarne addirittura la radiazione dall’albo professionale. Un valente scienziato del Nord, autore di un noto e spesso citato libro scritto con assoluto rigore scientifico e legittimamente impegnato a illustrare la propria tesi, sarebbe stato ridotto al silenzio attraverso appunto tale terroristica minaccia. In tutte le trasmissioni radiofoniche e televisive il parere di chi era favorevole è stato definito “scientifico”, quello di chi era contrario, “antiscientifico” o peggio, sottintendendo che se era contrario non poteva che essere disinformato. Allo stesso modo nell’Urss si mettevano in manicomio i dissidenti, sull’assunto che chi non amava un sistema come quello di Stalin non poteva che esser matto.
Vincenzo Policreti
Orbene, io non ho idea se i vaccini siano positivi o negativi, ma un’idea ben precisa ce l’ho: quella che un medico è l’unico abilitato a decidere l’iter terapeutico dei propri pazienti, l’unico nel singolo caso – e, come nel campo psicologico, ogni paziente ha una sua unicità che non necessariamente collima con le statistiche – a decidere se il protocollo di regola seguito per un particolare disturbo vada o meno seguito anche in quel singolo caso o no. Contro questa libertà di scelta terapeutica fa muro un sistema che sta riducendo il medico ad esecutore passivo di protocolli terapeutici decisi, talvolta con criteri discutibili, in altre sedi. Raccolgo personalmente le confidenze di medici i quali mi confessano di seguire a volte, vie che non condividono, perché se hanno insuccessi per aver seguito il protocollo non succede niente, ma se li hanno per aver seguito la loro onestà professionale, rischiano guai seri. A questo punto però nemmeno si vede perché per eseguire protocolli universalmente obbligatori sia necessario un professionista: un algoritmo cibernetico potrebbe vantaggiosamente sostituirlo e, salvo una certa inaffidabilità dell’informatica, in modo più sicuro ed economico. Purtroppo tutto questo non è un fatto isolato, ma s’inserisce in un quadro generale che tende ad eliminare ogni voce discorde (quindi ogni libertà di pensiero) sostituendo appiattendolo, l’Homo, che era sapiens in quanto dotato di facoltà critiche e entro certi limiti di libero arbitrio, con l’Homo patiens, il cui comportamento viene, come previde Huxley già negli anni ‘30, determinato da poteri che, da sempre ma oggi in modo più evidente che mai, sono tali in quanto economicamente solidi, che sono solidi in quanto seguono gl’interessi propri e non quelli altrui e che, rispetto ai totalitarismi del passato, sono quasi impossibili da individuare e ancor più da vincere.
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PERSONE CON DISABILITÀ E VITA INDIPENDENTE Avv. Paolo Crescimbeni
Il 13 dicembre l’Assemblea delle Nazioni Unite approvava la Convenzione dei diritti delle persone con disabilità, successivamente ratificata, il 24 febbraio 2009, dal Parlamento italiano. La Convenzione supera definitivamente lo stereotipo della disabilità, ossia della persona malata da curare ed aiutare, ed affronta decisamente la strada di consentire a tutti i cittadini, quali siano le loro condizioni fisiche, le stesse opportunità di vita. Il passaggio, anche lessicale, da handicap a disabilità è ormai un dato di fatto irreversibile, salvo alcune sacche di resistenza frutto di pigrizia mentale e retaggi culturali per lo più isolati. Ogni cittadino ha diritto allo stesso biglietto di ingresso nella società, ed è questo, a mio avviso, un principio fondamentale, sia che si riferisca all’istruzione, che alla salute,
allo studio, alle disabilità, alla mobilità, alle opportunità di lavoro e, quindi, ad una vita indipendente. Questo biglietto di ingresso non può essere standardizzato, nei contenuti e quindi nei costi, ma deve dare accesso e condurre a risultati con degli standard irrinunciabili per una società civile. Dunque una vita indipendente con le stesse libertà, per tutti, di scelta e di partecipazione per poter essere protagonisti della propria vita. Scegliere e decidere, dunque. Cosa fare, quando fare, come e con chi. Il raggiungimento di un obiettivo prefisso è, per ogni persona, il momento, l'aspetto più qualificante della propria vita e questo non può essere denegato ad alcuno. Costi quello che costi. Questa è la vita indipendente la cui precisa definizione inizia ad aversi negli anni ’60 presso l'Università di Berkeley in California fino all’European Network on Independent Living (ENIL) per concludersi nella sopra citata Convenzione ONU. In questo quadro la figura dell’assistente personale diventa chiaramente quella di uno strumento utile al raggiungimento
Paul François Georgelin
L'ebreo avendo perduto terreno dall'inizio del Rinascimento, il filosofo Gottfried Wilhelm Leibnitz (1646-1716) affermava che la lingua di Adamo era assolutamente irrecuperabile e ci rimarrebbe sempre ignota. Ma la lingua viene considerata come un'invenzione umana e la diversità delle lingue viene dalla natura particolare di ogni popolo, che ha fatto la sua lingua a modo suo. E l'ipotesi della poligenesi umana e linguistica viene formulata e si diffonde durante il XVII secolo. Così. nel 1655, il calvinista Isaac de la Peyrère riconosce una poligenesi dei popoli e delle razze. Ma la conoscenza di altri paesi e di altre lingue apriva allora una nuova fase della ricerca di una lingua originale, con un'apertura verso la poligenesi. Nello stesso tempo ci fu un impulso di studi comparati tra le lingue. L'umanista e filosofo protestante Joseph Scaliger pubblicava, nel 1599, "Diatriba sulle lingue degli Europei", riconoscendo undici famiglie di lingue in Europa. Basandosi sulle etimologie, tentava la classifica di una famiglia comprendendo greco, latino, germanico, slavo e altre lingue. L'inglese John Webb scrisse nel 1699 un "Saggio storico volendo dimostrare che il linguaggio dell'impero della Cina è il linguaggio primitivo", avanzando l'idea che l'arca di Noè fosse appprodata in Cina. Furono formulate le ipotesi più stravaganti. Un filologo olandese indicò il fenicio come una prima forma dell'ebreo. Ma se il fenicio ha prodotto iscrizioni epigrafiche prima di un testo ebreo, ciò non indica un'anteriorità di nascita tra le due lingue sorelle. Furono proposti, come ricevuti da Noè o dai figli di Iafet: l'irlandese, il bretone, una lingua amerindia, il gotico della traduzione del Vangelo del vescovo Wulfila, l'etrusco da cui discende il toscano, il castigliano, lo svedese, l'olandese, il fiammingo, il tedesco, il polacco, l'inglese. L'autore svedese Olaf Rudbeck vedeva nella Scozia l'antica Atlantide al di là delle colonne di Ercole, paese delle Esperidi, le Vergine del paese della Sera (greco "espera", sera), la vera sede originaria e patria dell'uomo. Il filologo svedese Andreas Kempe, riconoscendo tre lingue nell'Eden, affermava nel 1688, con una
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di una vita indipendente e non già di chi si sovrappone alla capacità del disabile di determinarsi in proprio quando questa esista, foss’anche in misura parziale. Vita indipendente e vita autodeterminata sono aspetti dello stesso problema ed il punto chiave dell'autodeterminazione è che anche se un soggetto a livello fisico, sensoriale, psichico o mentale, non è autosufficiente, per quanto possibile deve essere lui ad adottare le decisioni che lo riguardano. Vita indipendente e inclusione sociale sono due aspetti dello stesso problema; sotto un certo aspetto sono anzi la stessa cosa, ed è evidente che stiamo parlando dei fondamentali diritti umani.
6° - Poligenesi e nazionalismi xenofobia evidente, che nel paradiso terrestre Dio parlava svedese, Adamo danese e il serpente francese. Nelle Piccole Scuole di Port-Royal, in Francia, il professore Claude Lancelot pubblicò dal 1644 una serie di grammatiche (greco, latino, italiano, spagnolo e francese) in vista di studi di linguistica comparata. Poi il teologo Antoine Arnaud e lui pubblicarono una "Grammatica generale e ragionata, contenendo le basi dell'arte di parlare spiegate in una maniera chiara e naturale ed i motivi di ciò che è comune a tutte le lingue". Era un tentativo di scoprire, prima dello strutturalismo, i princìpi profondi ai quali ubbidiscono le lingue. Questa grammatica venne imitata in diversi paesi. L'epoca vide anche definizioni del linguaggio e delle lingue che non sempre rispettavano la distinzione tra i due concetti. Il dizionario dell'Accademia francese del 1694 diceva, con una ovvia ambiguità: "Linguaggio: idioma, lingua che parla una nazione". Un'altra definizione diceva più giustamente: "Lingua: idioma, termini e modo di parlare di cui si serve una nazione". Il filosofo Jean d'Alembert, nel discorso preliminare dell'Enciclopedia del 1775, utilizzava l'idea di "collezione abbastanza bizarra di segni di ogni specie" per caratterizzare la natura delle lingue. Nel 1777, il Presidente Charles de Brosses, etnologo e linguista, sosteneva ancora, nel "Trattato della formazione meccanica delle lingue", l'ipotesi di una lingua primitiva comune a tutto il genere umano, che nella sua semplicità originaria costituisce il fondo del linguaggio di ogni paese. Comunque, ancora nel XVIII secolo, alcuni teologi e filosofi attribuivano la comparsa delle lingue al creatore. Ma la discussione era stata troppo lunga e, l'uomo non essendo capace di dare una risposta, nel 1865 la società linguistica di Parigi informava i suoi membri che non avrebbe più accettato nessuna comunicazione sull'origine del linguaggio.
SONO STATI PROLUNGATI AL 31/12/2017 I TERMINI PER LE DETRAZIONI FISCALI DEL 50% PER INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA E DEL 65% PER INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA
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Parte la raccolta fondi per la produzione della Web-serie Libere di volare su www.produzionidalbasso.com Mentre si sta lavorando per limare il soggetto della web-serie LIBERE DI VOLARE per arrivare alla sceneggiatura definitiva, il laboratorio di video, insieme al laboratorio di recitazione e quello di comunicazione hanno ultimato lo spot per la raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding produzionidalbasso.com. Il progetto web-serie, novità del progetto Mandela di quest’anno, che vede come partner l’Associazione Il Pettirosso, la Casa delle Donne di Terni e l’associazione Per un sorriso Monica De Carlo, è finanziato da un bando regionale e da un contributo della FUIS erogato nell’ambito del concorso d’idee SMART PITCH, ma per poter ultimare la produzione i fondi non bastano. La web-serie prevede 5 episodi che parlano del diritto all’istruzione e all’educazione delle ragazze. All’avvio dei laboratori a novembre il tema, comune anche per la produzione teatrale, è stato analizzato e approfondito con l’aiuto delle esperte della Casa delle Donne. I giovani partecipanti agli incontri hanno definito i punti salienti da trattare nelle puntate e il gruppo di sceneggiatura ha immaginato gli episodi rispettando le indicazioni uscite dal lavoro collettivo sulla tematica. Il risultato è una storia ambientata a Terni tra ragazze e ragazzi tra i 16 e i 18 anni che in una giornata trascorsa insieme si trovano a conoscere e a confrontarsi con le cause che possono ostacolare il percorso di studi di alcune di loro e impedire la realizzazione delle loro aspirazioni e dei loro sogni. Il 18 e 19 febbraio si svolgerà il casting per scegliere tutti gli attori della serie. I provini sono aperti a tutti coloro che avranno piacere di partecipare alla realizzazione di questa nuova avventura del Progetto Mandela che vedrà i ragazzi del gruppo video coprire tutti i ruoli di un set, guidati dai coordinatori Michele Manuali e Lorenzo Bernardini per la parte video e Marco Testa per la parte audio. A marzo poi inizieranno le riprese vere e proprie in tutta la città: in passeggiata, nelle piazze e nelle strade si vedranno i ragazzi del Progetto Mandela impegnati con telecamere, microfoni e luci. La messa in rete è prevista per fine aprile, quando al teatro Secci andrà in scena lo spettacolo teatrale che tratterà lo stesso tema. Sarà interessante osservare in che modo i due linguaggi sapranno raccontare storie di ragazze che lottano per il loro diritto all’istruzione. Fondamentale adesso, per poter produrre la web-serie è il buon esito della raccolta fondi. E lanciamo dalla pagine di questo giornale un appello a tutti di contribuire con una donazione alla realizzazione di questo sogno dei ragazzi di Progetto Mandela. Tutti possono diventare produttori di un lavoro che coinvolge tutta la città. Per chi contribuisce ci saranno ricompense, dai ringraziamenti nei titoli per i contributi più piccoli, a regalo personalizzato per le donazioni più corpose. Al raggiungimento della cifra prevista il 10% sarà devoluto all’associazione Per un Sorriso Monica De Carlo per le scuole che costruisce. C’è possibilità per tutti di contribuire e diventare produttori di questa avventura che parla di temi importanti e coinvolge tanti giovani della nostra città.
Foto di Elena Chiocchia
IL CENTRO PER I DIRITTI UMANI HA TROVATO FINALMENTE UNA SEDE Per ora sono due stanze al pian terreno dell’ex Foresteria della Terni in Corso Tacito e dovranno diventare più di tre per poter sistemare tutto l’archivio del Centro per i Diritti Umani. È un ancora timido, ma speriamo promettente, nuovo inizio dopo la chiusura forzata causa sfatto dal Liceo
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Galilei. In queste settimane si inizierà a fare il trasloco ed a sistemare i libri e i documenti dell’archivio per dare di nuovo la possibilità a insegnanti, studenti e a tutta la cittadinanza di consultare i materiali riguardanti i Diritti Umani, raccolti nei tanti anni di attività.
Nella stagione 2017/2018 cade il 30ennale dell’Associazione e il Centro per i Diritti Umani avrà un ruolo importante nei festeggiamenti di questo traguardo che si sta raggiungendo con affanno e difficoltà ma con grande ostinazione, forti del fatto che i Diritti Umani vanno difesi, giorno per giorno.
Italia Terremotata
(ultima parte)
IL TERREMOTO dell'IRPINIA Pierluigi Seri
Cronaca di un giorno da dimenticare ono le ore 10.20 del 18.01.2017. Accendo il computer per mettermi a scrivere il presente articolo, quando all’improvviso un frastuono simile ad un forte vento poi un tremendo sussulto del pavimento, scricchiolio di pareti, tremolio sinistro di vetri ed infissi. Ecco è lui! Il terremoto… l’Eterno Ritorno direbbe Kundera. In un attimo io e mia moglie ci troviamo fuori casa all’aperto, frastornati per la sorpresa e la paura. Era la prima di uno sciame sismico con scosse di magnitudo superiore a 5 durato fino alle 14.33 quando rieccoci in strada stavolta con figli e nipoti. Intanto dalla tv apprendiamo che l’epicentro si trova tra Amatrice e Pizzoli e che in quelle zone martoriate all’emergenza sismica si aggiunge quella di una anomala bufera di neve con paesi bloccati, persone disperse, emergenza su emergenza… povera gente! Verso sera la tegola finale: la tragedia del resort Rigopiano spazzato da una gigantesca slavina con decine di persone intrappolate e senza scampo vista l’impossibilità dei soccorsi di intervenire in tempi brevi per l’assoluta impraticabilità delle strade. Completa una giornata tutta da dimenticare Bruno Vespa conduttore tuttologo tuttofare della trasmissione Porta a Porta definita non so da quale idiota “il terzo parlamento” come se non bastassero e avanzassero i due che abbiamo e guai a toccarli! Compostezza nell’atteggiamento, voce stentorea di circostanza poi il consueto defilè di esperti, di tecnici, di servizi dai toni drammatici, di politici che non perdono l’occasione per le solite polemiche verbali ecc. Spengo infastidito la tv chiedendomi cosa se ne facciano di questa valanga di chiacchiere gli sventurati che hanno perso familiari, casa, averi e per giunta ora ci si mette anche il meteo! Tragica beffa del destino! Il pensiero mi va subito alle emergenze passate e all’articolo che la scossa mi aveva fatto smettere di scrivere. Quindi, vinta la rabbia, mi armo di coraggio e riprendo a scrivere. Irpinia terremoto e post-terremoto Facciamo un salto indietro di 37 anni e precisamente a domenica 23.11.1980 quando alle 19.34 una forte scossa durata 90 secondi magnitudo 6.5 colpì un’area di 17.000 kmq interessando la Campania e la Basilicata con le province di Salerno, Avellino e Potenza. Interi paesi come Castelnuovo di Consa, S. Angelo dei Lombardi furono duramente colpiti, ma gli effetti si estesero anche ad altri centri della Campania. Gravi crolli si verificarono a Poggioreale con 52 morti, a Balvano nel potentino crollò una chiesa durante una funzione causando 77 morti tra cui molti bambini. Vennero danneggiati 506 comuni su 679 dell’intera area. Le vittime furono 2914. L’Irpinia aveva già in passato subito eventi catastrofici nel 1694, nel 1907, nel 1930 e nel 1962. L’entità drammatica del sisma non fu subito adeguatamente recepita. I primi tg parlarono genericamente di una scossa in Campania. L’interruzione delle linee di comunicazione, aveva impedito di lanciare l’allarme. Solo il 24, dopo una ricognizione aerea, la situazione apparve in tutta la sua drammaticità e il Mattino di Napoli titolò “Un minuto di Terrore. I morti sono centinaia”. Questa volta non si è ripetuto il cosiddetto”Miracolo del Friuli” per una serie di ragioni: l’ampiezza del territorio interessato e per giunta impervio e montuoso, la mancanza di infrastrutture militari tali da poter fornire adeguato supporto logistico, le vie di comunicazione già strette e tortuose in tempi normali, un tessuto socio-economico poco sviluppato, una burocrazia amministrativa inefficiente ed elefantiaca, mancanza di un’organizzazione come la Protezione Civile tale da coordinare risorse e mezzi in maniera tempestiva. Questi furono in sintesi i principali fattori che resero la macchina dei soccorsi lenta e farraginosa. Da subito la situazione
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apparve analoga a quella del Belice. Il primo a farsi interprete di questa mancanza fu il presidente della Repubblica Sandro Pertini che, nonostante il parere contrario del presidente del Consiglio Forlani, il 25 nov. si recò in elicottero sui luoghi del disastro. Di ritorno dall’Irpinia il presidente in un discorso in televisione denunciò con forza i ritardi e le inadempienze. Le dure parole pronunciate ebbero un effetto shok sul mondo politico ed ebbero come ulteriore effetto di mobilitare centinaia di volontari che accorsero con generosità a dare una mano ai soccorsi che in certe zone arrivarono cinque giorni dopo! Tempo prezioso che avrebbe potuto salvare molte vite. Questo terremoto però resta alla storia, più che per i danni e il numero delle vittime, entrambi elevati, per il modo con cui venne avviata la ricostruzione che fu uno dei peggiori esempi di cinica speculazione su una tragedia. Infatti, come testimonia tutta una serie di inchieste, per le quali sono state coniate espressioni come Irpiniagate, Terremotopoli, Terremoto infinito, durante gli anni si sono inseriti loschi interessi che dirottarono i fondi anche in zone che non ne avevano diritto, moltiplicando il numero dei comuni colpiti che da 339 lievitarono fino a 687. Diversi politici locali, spesso in combutta con clan camorristici, avevano tutto l’interesse che i loro feudi elettorali venissero inclusi nelle aree colpite, ma, nonostante il gettito di denaro pubblico, la ricostruzione rimase per decenni incompleta. Sul modello del Friuli la ricostruzione dell’Irpinia venne incentrata sul rilancio industriale senza tenere affatto conto delle differenze storiche, ambientali e socio-economiche delle due zone. Nonostante il territorio non presentasse caratteristiche industriali prima del sisma, la pioggia di contributi costituì una tentazione irrefrenabile per speculatori spregiudicati e gruppi camorristici. Sorsero numerose imprese che fallivano non appena intascati i contributi, altri finanziamenti arrivarono così concentrati da non poter essere spesi. La stima dei danni valutata in 8.000 miliardi di lire lievitò fino 66.000 miliardi. La Guardia di Finanza scoprì abusi a non finire: fienili trasformati in piscine, fattorie in ville sontuose, opere pubbliche iniziate e abbandonate al degrado, al punto che nel 1989 venne costituita una apposita Commissione parlamentare di inchiesta presieduta da Oscar Luigi Scalfaro, a cui seguirono altre inchieste come quella chiamata Mani sul terremoto, filone di Mani Pulite, culminata con un processo terminato nel 1988 che coinvolse 87 tra imprenditori e politici locali che si erano arricchiti con la ricostruzione, tra essi spiccano nomi conosciuti a livello nazionale quali l’on. Ciriaco De Mita, Antonio Gava, Paolo Cirino Pomicino, Vincenzo Scotti. Non mi risulta che qualcuno si sia fatto un giorno di galera! Conclusione: Con il presente articolo termina la serie dedicata alla memoria storica dei terremoti che hanno sconvolto l’Italia. Dei terremoti dell’Umbria e dell’Aquila non parleremo, non per sottovalutazione, assurda ed ingiusta, ma perché vicinissimi alla nostra memoria. Lo scopo di questi articoli non è certo quello di fare "gli uccelli del malaugurio”, cosa distruttiva ed autolesionista, bensì di tener desta la forza della ragione con la consapevolezza che il passato offra un utile insegnamento per il futuro. L’Italia è terra sismica, queste emergenze ci saranno sempre purtroppo! Quindi occorre che tutti si adoperino con sforzo unanime, in particolare la classe politica la smetta con litigi da avanspettacolo e polemiche col senno di poi, mettendosi al servizio dei cittadini, non dei propri interessi personali o di parte, altrimenti la Terremoti s.p.a avrà sempre buongioco.
Se non ne è capace CAMBI MESTIERE O… VADA AL DIAVOLO!!!
Terni - Palazzo Montani Leoni Carsulae 1951 – 2016
Dai grandi scavi di Umberto Ciotti alle ultime ricerche archeologiche A partire dal 1951, sotto la direzione dell’archeologo Umberto Ciotti, iniziarono una serie di scavi che riguardarono l’area dove in epoca romana doveva sorgere il centro di Carsulae e che ebbero il merito di riportare alla luce tutto quello che oggi possiamo ammirare all’interno del parco archeologico. Questi scavi si concentrarono essenzialmente nel riportare alla luce la parte pubblica della città e si protrassero fino al 1973. Dopo molti anni, nel corso del 2012, sotto la direzione dell’allora Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, coordinata dagli archeologi Luca Donnini e Massimiliano Gasperini e finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, le ricerche hanno ripreso il via e stanno ancora oggi riportando alla luce nuove parti della città di Carsulae. In questo anno 2016, in particolare, lo scavo in concessione all’Associazione Culturale ASTRA Onlus, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, si è concentrato sullo scavo e sul restauro delle strutture e dei materiali emersi nel Saggio D del cosiddetto “Quartiere Nord – Est” della città antica. Oggetto della mostra Vista la premessa e visto l’elevato interesse dimostrato dalla Fondazione per la città di Carsulae, è stata progettata questa mostra temporanea che mira ad esporre, presso palazzo Montani Leoni a Terni, una selezione di reperti appartenenti ai vecchi scavi di Umberto Ciotti e un’altra serie proveniente, invece, dalle ricerche di quest’ultimo anno. L’obiettivo è quello di dare visibilità ai vecchi reperti che sono ancora conservati presso il magazzino del Museo Archeologico Nazionale di Perugia, ma che non trovano al momento possibilità di esposizione, e presentare subito quelli provenienti dall’ultima campagna di scavo. Altro obiettivo è anche quello di sottolineare la differenza metodologica utilizzata nelle ultime ricerche e la precisione dei dati scientifici che si possono trarre da ogni singolo reperto, se ben documentato e contestualizzato. La mostra, finanziata dalla Fondazione CARIT, è curata da Ulrico Dragoni, Anna Ciccarelli, Massimiliano Gasperini e Luca Donnini, in collaborazione con l’Associazione ASTRA, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria e il Polo Museale dell’Umbria.
Terni, palazzo Montani Leoni
20 gennaio - 19 febbraio 2016
ogni venerdì - sabato - domenica ore 11-13/17-20
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Giorno della memoria 2017 “Ausmerzen”
Vite indegne di essere vissute STUTTGART, 30 novembre 1935 Ore 8.00. Stracciare le sottili ragnatele di sonno, sforzarsi di comporre il volto sonnolento ad uno stanco sorriso, avviarsi all’entrata del liceo, raggiungere la seconda classe a destra, girare la maniglia e… “Ausmerzen” Una parola che risuona dolce e allo stesso tempo aspra e dolorosa, e che le orecchie del giovane alunno del liceo Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda inviano al sistema nervoso centrale. È come se la sua mente ripercorresse le sillabe che compongono tale parola ad una ad una, cercasse di penetrarle per analizzarle e comprenderne il significato. Ogni suo neurone è teso a trasmettere all’altro le informazioni di cui dispone, ma il sistema nervoso centrale sembra disturbato da questo grumo di sillabe per lui destabilizzante e che insistentemente riaffiora reclamando il proprio diritto di esistere. “Ausmerzen” Poi un’immagine squarcia il buio della sua mente e si riflette nei suoi occhi. “Merzen” … estirpare: il suono di questa parola materializza in lui il verde brillante della natura rigenerata di marzo, che emana un senso di pace, di fiducia nel presente e di speranza nel futuro, ma che è pure lo stesso tempo in cui gli agnelli troppo deboli per affrontare la transumanza sono condotti al macello. Dunque: “ebrei carne da macello”. “Ausmerzen”- Quando Hans entra in classe questa parola turbina ancora intorno a lui. La svastica d’argento che i professori avevano preso a portare emana un bagliore intenso che ferisce e sembra squarciare le sue pupille. Tutti lo squadrano. Ha l’impressione che ogni singolo compagno di classe lo fissi come se non lo avesse mai visto prima. Nemmeno i suoi amati compatrioti Goethe e Kant sarebbero accorsi in suo aiuto, neppure lo stoico Seneca avrebbe potuto ispirargli la capacità di sopportazione alla vista del Mein Kampf incollato sul suo banco da un compagno. “L’ebreo è e rimane un tipico parassita, che si spande a guisa di bacilli dannosi”. “Poiché il giudaismo non dovrà mai più radicarsi nei sentimenti del nostro popolo, devi prenderti cura di contrastarlo. Riconosci il tuo vero nemico!”. “Gli Ebrei sono pidocchi e portano il tifo”. Così recitano anche le didascalie che campeggiano sui manifesti all’esterno della scuola e che Hans si limita ad osservare con volto assente. Eppure, non è possibile chiudere gli occhi dinanzi alla cruda realtà di una Germania che sostiene un uomo capace di ridurre gli ebrei ad una “questione”. Avverte ancora quella parola che gli impasta la gola e la bocca con un sapore quasi di sangue. Si sente troppo vuoto per soffrire veramente, sul suo volto non si legge alcuna traccia di pensiero. Il pezzo di cielo caduto nei suoi occhi riflette l’immagine di quell’uomo che non sarà mai: il suo cuore, però, batte al ritmo delle sillabe della parola maledetta che risuona nella sua mente come i rintocchi di un campanile stanco di suonare. TERNI, 27 gennaio 2017 Ore 10.00. Liceo Classico Tacito. Giorno della Memoria. Davide, un giovane studente della terza E è teso nello sforzo di recitare la “parte” assegnata. Ecco, manca ancora una parola, che tarda a comporsi nella sua mente. Perché il suo cervello sembra rifiutarsi di percorrere quest’ultimo passaggio che lo sottrarrà alla tortura dei riflettori? Ma all’improvviso “Ausmerzen” - la parola ricompare ed egli la
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cattura, pronunciandola quasi in un soffio. (Forse ritornano frasi pronunciate in casa sottovoce tra nonni e genitori?). Piovono gli applausi, che sembrano scivolare sul suo corpo scarno, fronte china e spalle curve. I genitori rivolgono uno sguardo apprensivo al proprio figlio che ha fatto rivivere il passato. Le parole della recita sembrano avvolgerli in un turbinio di ricordi, che riportano alla mente i racconti dei propri genitori, costretti ad espiare la “colpa di essere ebrei”. Per Davide, la recita è terminata: quell’ultima parola però ha fatto scattare in lui uno strano meccanismo che lo porta a prendere consapevolezza dell’importanza della MEMORIA. “Ausmerzen”. Non solo oggi, 27 gennaio, dobbiamo ricordare gli scarti di umanità stipata e accartocciata nel buio di un carro merci in partenza per il mattatoio, i dimenticati dalla speranza. Non solo “noi” dobbiamo trattenere ogni lembo del ricordo per provare a ricostruire una vita e una serenità mutilate dallo sterminio. Perché non ci siano altri Hans con il terrore e l’incertezza incollati sulla pelle, altri a cui è vietato studiare e avere un futuro, a cui è vietato vivere. Altri la cui vita quotidiana è sgretolata e fatta affondare nella penombra dei tribunali per la vita o per la morte. “Tu sì, tu no.”- E per chi si ritrova vivo, almeno per il momento, con la sola compagnia dell’ombra, non resta che lasciarsi trascinare con le altre mandrie umane lungo il corteo di fantasmi annientati allo stremo delle forze. Perché nessuna cosa umana può essere cancellata completamente: qualcuno resterà sempre in vita per raccontare. “Ausmerzen” - è bastato un bambino come Hans per far crollare come un castello di carta il mito della razza ariana. Colpevole di aver rubato un pezzo di cielo per i suoi occhi e l’oro più lucente per i suoi capelli? Colpevoli di vivere e di ricordare? “Merken” - Se ricordare è un peccato, allora siamo tutti colpevoli. Alessandra Rosati, classe III D
I giovani ricordano la Shoah. La discriminazione razziale nella scuola fascista “Aule e banchi, trincee della razza” di Valerio Riorsi
da “La Garitta”, giornalino d’istituto del Liceo Classico “Tacito” di Terni - Febbraio 1939 Gioisci italico cuore! La più Fascista fra le leggi, la razzista, ti rivela la natura del sangue che in te pulsa e che da te in ogni membra si propaga, la ragione di quel primato che in ogni secolo fu tuo e fu storico, civile e insieme morale. No, non per disposizione del fato risplende il tuo genio in ogni dove, non per volontà del caso fosti fondatore di imperi: la tua grandezza, ora in atto, da sempre era in potenza nell’elezione della tua origine caucasica e financo ariana, nella predestinazione biologica che ti dà il privilegio e il dovere di dominare e guidare le inferiori etnie, le inferiori razze. Fin dall’anno primo dell’era nostra Fascista il germe insterilito della coscienza razziale iniziò a destarsi, infinite volte il Capo del Fascismo e l’uomo di cui questa è l’era, Mussolini, si è appellato ad essa con parole di verità adamantina e perfetta. La pace con onore e con giustizia è la pace romana, quella che dominò nei secoli dell’Impero di cui vedete qui attorno le formidabili vestigia. Pace conforme al carattere e al temperamento della nostra razza latina e mediterranea, che voglio esaltare innanzi a voi, perché è la razza che ha dato al mondo, fra mille altri, Cesare, Dante, Michelangelo, Napoleone. Razza antica e forte di creatori e costruttori, determinata e universale ad un tempo, che ha dato tre volte nei secoli e darà ancora le parole che il mondo inquieto e confuso attende: così Egli si esprimeva nell’anno undicesimo, così Egli ricordava al popolo che guida quel passato grandioso che è la prova della missione cui siamo votati dai nostri natali, dell’egemonia che pure un giorno eserciteremo sul mondo e che è il nostro inevitabile destino. Ma non ci è consentito rimanere nel torpore di una placida attesa: il futuro che luminoso ci attende pretende da noi il mantenimento della purezza che la scienza ci attesta e se fin dal suo inizio il Governo del Duce ha propugnato politiche razziste, ad esse se ne devono oggi aggiungere di nuove in nome del progresso che non aspetta. Più non basta l’incentivo alla natalità e al matrimonio, più non basta la cura del fisico e del corpo che la società moderna ci offre, è giunta l’ora di tradurre in pratica le disposizioni ideali del Manifesto della razza e quelle legali del Gran Consiglio del Fascismo, è questa l’ora di discriminare e distinguere le minoranze etniche a noi inferiori eppure nella nostra nazione frammiste, soprattutto, sventiamo la minaccia giudaica all’integrità della nostra razza ariana, che come uovo di serpe in un nido di uccelli attende di schiudersi per avvelenare gli abitatori della sicura casa che infesta. A tal fine, necessitiamo di educare gli Italiani al razzismo, alla consapevolezza della nobiltà che è implicita nella nostra genìa e che merita d’essere dal nostro univoco sentire protetta. Ed è così che i banchi e i libri delle nostre scuole divengono le trincee della nostra guerra per la purezza, il luogo ove le nuove generazioni si istruiscono al culto del loro primato e divengono consce della straordinarietà dell’italico intelletto che nelle loro menti alberga, delle capacità tecniche che la mano mirabilmente esprime. La prima frontiera del conflitto ormai prossimo è quella per la soppressione degli elementi di impurità giudaica nel nostro sistema didattico, ancora insidiato da troppi residui di quell’ingenua e deleteria tolleranza etnica che è una delle peggiori eredità della scuola borghese. Già molto il Fascismo ha fatto in questo senso: agli ebrei si vieta finalmente di sedere nei banchi fianco a fianco con quegli ariani di cui non sono degni, essi sono relegati in scuole dedicate che fin troppo generosamente si ispirano alla segregazione nei ghetti ove il loro sangue non dà scandalo, agli insegnanti di quell’immonda razza si nega la docenza libera e indipendente, i libri di testo scritti dagli Israeliti sono banditi.
Davvero fino ad ora non si è temuto il plagio e la corruzione delle menti ad opera di siffatti individui, davvero la storia non ci ha insegnato le loro capacità di deviazione ideologica e spirituale? I Protocolli dei Savi di Sion ci hanno rivelato il complessivo e malato progetto di dominazione che persegue questo popolo di inferiori che si dicono eletti, i fatti ce lo dimostrano pernicioso. Quale la razza di Carlo Marx, l’iniziatore della piaga comunista, quale quella di Emma Goldman, Rosa Luxemburg, Leone Trockij e Vladimiro Lenin? Sapere che lo stesso sangue di questi guastatori dei destini umani scorreva nelle vene di ministri dei templi dell’educazione non ci impensieriva, ma l’illuminata determinazione del Duce ha aperto i nostri occhi e ogni tentativo di infiltrazione si è reso vano. Il razzismo trionfa nelle scuole d’Italia. Strappato dalla leva a quella scuola che ambiva riformare, Valerio avrebbe trovato il dinamismo cui aspirava nella guerra mondiale. Distrutto moralmente e psicologicamente per gli orrori del conflitto, avrebbe rinnegato ogni passata illusione unendosi ai gruppi partigiani, forse nel tentativo di redimersi, forse animato da nuovi ideali. Sarebbe morto nel 1944 difendendo l’Italia. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA elaborato da Francesco Neri, classe II C
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La sterilizzazione della cagna
L’ovarioisterectomia o sterilizzazione della cagna consiste nella rimozione chirurgica, in anestesia generale, degli organi riproduttivi della cagna in modo da eliminare i calori e la possibilità di riprodursi in modo definitivo. Dr. Marco Cozza Noi raccomandiamo di sterilizzare le cagne che non si intende far riprodurre ad una età compresa tra i sei ed i nove mesi. Per la sterilizzazione di cagne anziane si dovrà procedere dopo una valutazione dello stato di salute ed una accurata visita cardiologica ed anestesiologica in modo da ridurre gli eventuali rischi connessi con l’anestesia. Che cosa significa sterilizzare una cagna? Il nome tecnico è ovarioisterectomia e consiste nella rimozione chirurgica delle ovaie, delle salpingi e dell’utero. Nei giorni precedenti l’intervento la cagna verrà portata in ospedale per la visita pre-operatoria (visita ed esami ematologici di base). La sera precedente l’intervento verrà somministrato un pasto leggero entro le ore 21, da questo momento in poi non dovrà più mangiare nulla, l’acqua dovrà naturalmente essere lasciata a disposizione. L’intervento prevede una preanestesia seguita, dopo qualche tempo, da una anestesia generale con anestetico gassoso. Durante tutto l’intervento verranno monitorizzate la frequenza cardiaca (HR) e respiratoria (BR), l’elettrocardiogramma (ECG), la saturazione di ossigeno (pO2) e la pressione, la quantità di anestetico e di ossigeno somministrata. La chirurgia (celiotomia) inizia con l’incisione della parte centrale dell’addome nei pressi dell’ombelico (linea alba) di cute, sottocute, muscoli dell’addome e del peritoneo. Una volta inciso il peritoneo si procede all’asportazione delle ovaie, con la borsa ovarica e dell’utero. L’intervento termina con la sutura di peritoneo, muscoli addominali e a livello cutaneo si apporranno alcuni punti che verranno asportati dopo circa 8 giorni. A casa la cagna dovrà essere controllata per evitare che si tolga i punti di sutura, oppure potrà essere messo un collare elisabettiano. Una terapia antibiotica profilattica verrà somministrata per 6 giorni. quali sono i vantaggi ... zz Si previene la nascita di cuccioli indesiderati, risolvendo così il problema di dover sistemare i cuccioli nati. zz Si eliminano i problemi legati ad eventuali gravidanze isteriche (pseudogravidanza). zz La sterilizzazione in età precoce riduce il rischio di tumori mammari.
Il rischio di tumori aumenta ad ogni calore. Si evita anche il rischio di infezione uterina (metrite-piometra), patologie frequenti nella cagna anziana. zz Si evita l’estro o calore. Nella cagna il ciclo estrale dura 2 settimane circa, quindi, se non si è accoppiata, riprende dopo un intervallo di 6 mesi. Il calore è caratterizzato da scolo vulvare ematico, particolarmente fastidioso per il proprietario se il cane vive in casa. ... e gli svantaggi zz L’ovarioisterctomia è da considerarsi un intervento di chirurgia maggiore in quanto prevede l’apertura del cavo addominale in anestesia generale. zz Viene spesso erroneamente affermato che a causa dell’ovarioisterectomia le cagne diventano obese. Questo non è vero. Le cagne sterilizzate necessitano di meno cibo rispetto alle cagne normali in quanto hanno un metabolismo più ridotto. Una quantità di cibo adeguata o un cibo dietetico eliminano completamente questo problema. zz La sterilizzazione è un intervento irreversibile pertanto le cagne sterilizzate non potranno più avere cuccioli. Le cagne, così come le gatte, destinate alla sterilizzazione, vengono ricoverate in day hospital per almeno 4 ore e dopo 12 di digiuno (niente cibo, solo acqua). Alla dimissione sono quasi nelle stesse condizioni che erano all’ingresso, ovvero sveglie ed autosufficienti e non necessitano di accortezze particolari se non l’evitare corse e salti per 7 giorni ed il leccamento ossessivo della ferita. Generalmente il trattamento antidolorifico e la copertura antibiotica fatti in sede operatoria sono sufficienti ed i punti cutanei, intradermici e riassorbibili, non vanno asportati. Detto questo mi sento in obbligo di concludere ricordando anche che la maternità non va assolutamente considerata una malattia, rimane sempre una esperienza fantastica, non solo per i cani, ma anche per i loro padroni, soprattutto se bambini. Mi assumo la responsabilità di consigliarla, ovviamente a patto che ci si prenda poi l’impegno, anzi l’obbligo, di assicurare ai piccoli un’adeguata sistemazione. zz
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Rubrica Motori
di Francesco Pileri
Pegoraro, Terzo alla 24h di Dubai Stupenda performance del ternano Lorenzo Pegoraro che nello scorso week-end, al primo appuntamento del 24h Series, ha raggiunto uno strepitoso terzo posto al volante della Lotus del Team PB-Racing nel massacrante circuito di Dubai. Lorenzo ha iniziato la sua carriera alla guida di una Bmw serie 3 in Coppa Italia con il Team dell'altro ternano eccellente, Marcello Gunnella. La peculiarità del nostro concittadino è che, durante la sua sfavillante carriera, ha trovato il tempo di laurearsi a Londra in Business Administration International e in Economia, Finanza e Diritto per la gestione d'impresa alla Sapienza di Roma. Tra un esame e l'altro e una tesi e l'altra, ha comunque trovato il tempo, dal 2012 ad oggi di partecipare al monomarca Mini Cooper con il Team Progetto E20, alla coppa Italia con la Bmw (N2) ottenendo importanti vittorie nelle tappe del Mugello e di Vallelunga. Nel 2013 gareggia con il Team Drive Tecnology
alla Peugeot Rcz Cup, campionato che annovera, nelle sue griglie di partenza, piloti di grande qualità, uno per tutti Ivan Capelli. Ottiene numerosi podi e un lusinghiero 3° posto nella classifica finale. Siamo al 2014, Lorenzo partecipa al Renault Clio Cup Italia in forza al Team Oregon e qui c'è la svolta nella sua carriera di pilota. Lorenzo esordisce in quello che viene definito per antonomasia il campionato dove "farsi le ossa" per raggiungere lo standard che un pilota completo e vincente deve ottenere. Il livello altissimo dei partecipanti, specialisti del campionato e drivers professionisti di tutta Europa, non impediscono a Lorenzo di ottenere lusinghieri piazzamenti durante l'arco della stagione e vincere brillantemente il Campionato Italiano Juniors. Il 2015, anno delle due lauree, trova comunque il tempo e le risorse mentali (lo stress delle competizioni motoristiche è elevatissimo) per aggiudicarsi le due gare di Lotus Cup Italia alle quali partecipa. Trionfa sia sul prestigiosissimo
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tracciato di Monza sia a Misano, dimostrandosi velocissimo tanto con la trazione anteriore che con la posteriore. Venendo ai giorni nostri, la scorsa stagione, con i colori del Team Aggressive Italia, si classifica secondo nel Campionato italiano Lotus Cup, ottenendo 3 vittorie sulle piste di Monza, Mugello ed Imola. Chiude partecipando alla 25h di Thunderhill in California, la gara endurance più lunga e difficile di tutto il Nord America, con il Team Ufficiale Lotus, ottenendo un magnifico terzo posto. Dopo la gara di Dubai, per la stagione 2017, Lorenzo indosserà i colori della PT line e disputerà il campionato italiano Seat Leon che dividerà con gli impegni all'interno delle concessionarie di famiglia, capitanate da 50 anni dal papà, l'ingegner Paolo, il suo più accanito tifoso e dalla sorella Ludovica. È anche da ricordare che la sua famiglia ha fatto la storia dell'automobilismo sportivo e dell'automotive a Terni con il nonno Ferruccio protagonista negli anni cinquanta di sei mille miglia... insomma buon sangue non mente.
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TUTTI I LUNEDÌ
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Giovedì 23 FEBBRAIO ore 16.00 a cura di Vittorio GRACHI L'ULIVO e L'OLIO (III parte)
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LUNEDÌ 20 febbraio
LUNEDÌ 24 febbraio
dalle 8.20 alle 10.50
MERCOLEDÌ 13 marzo dalle 8.20 alle 11.00
dalle 9.30 alle 12.00
VENERDÌ 17 marzo dalle 9.20 alle 11.50
Associazione Culturale La Pagina - Terni, Via De Filis 7 0744.1963037 - 393.6504183 - 348.2401774
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Estrazione 20.02.2017