La pagina gennaio 2005

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Dignità vò cercando

Di chi sono i soldi? Raffaela Trequattrini Di chi sono i soldi che le Amministrazioni locali spendono per i vari progetti culturali, turistici, edilizi, ecc… ecc…? I nostri, cari concittadini. I nostri!!! E gli amministratori non sono stati eletti per rappresentare la nostra volontà? A loro indubbiamente, in qualità di esperti delegati, spetta il compito di trovare gli strumenti giusti per realizzare quel modello di città in cui noi vorremmo vivere. Noi tutti!!! A questo punto mi sorge spontanea una domanda: segue a pag. 2

La vera storia di Barbablù Francesco Patrizi Alcuni bambini asiatici, rimasti orfani a causa dello tsunami, sono stati rapiti da ignoti occidentali e destinati ai pedofili, al commercio degli organi e ad altri fini oscuri. Il fenomeno è sempre accaduto. Conoscete la storia dell’Orco che rapisce i bambini? O la storia di Barbablù che uccideva le mogli? Entrambe raccontano una vicenda vera, accaduta molto tempo fa. Barbablù, nella realtà si chiamava Gilles de Rais, venne insignito del titolo di Maresciallo di Francia e salvatore della patria per aver combattuto al fianco di Giovanna D’Arco. Nel 1440 venne mandato al rogo con un’accusa terribile: l’uccisione di circa 400 bambini; il calcolo era molto per difetto. Il signorotto, traviato da un’infanzia difficile, come disse al processo, e dalle atrocità della guerra, aveva preso gusto al sangue e, tornato alla quiete del

N° 1 - Gennaio 2005 (21)

segue a pag. 3

Vogliamo parlarne?

A PAGINA 3

Sandro Tomassini Come diceva il compianto Ennio Flaiano, gli italiani hanno il vizio di correre in soccorso di chi vince, ma in questo momento storico in cui non è agevole individuare il vincente, si vede gente correre di qua e di là senza una mèta precisa e con comprensibile affanno. Per di più tra inciuci e metamorfosi; neo-consociativismi e bipolarità convergenti; falchi e colombe; clonatori e spioni; veleni e antidoti; stupri e violenze varie; mediatori e detrattori; moralisti e buonisti; porti delle nebbie e nebbie del porto, la nostra società sembra diventata una di quelle case che la senatrice Merlin ha voluto inutilmente chiudere giusto cinquant’anni fa (creando forse le premesse del celodurismo bossiano, la cui scaturigine trova legittimo fondamento nella mancanza di sfogo!). Ebbene, in mezzo a questo caleidoscopico intreccio di fili di Arianna, il povero cittadino, quello che non cerca carri di segue a pag. 2

Un infedele alla moschea di Meshad

4

Medea

5

Sorry, Tsunami

7

Abbazia di Farfa

8-9

La Cascata delle Marmore

10-11 Racconti 12-13 Calendario Eventi Valentiniani

Libertà è (anche) partecipazione Francesco Borzini In questi ultimi mesi si sta dibattendo intorno a tre questioni all’apparenza molto diverse, ma che possono essere in un certo senso ricondotte a una matrice comune, in quanto tutte legate a quell’atto di incommensurabile rilevanza democratica, che è il voto. Tutto il mondo ha guardato con ansia allo svolgimento delle elezioni in Iraq, vissute da tanti come un momento catartico, in grado di giustificare e coronare l’intera operazione militare della Amministrazione Bush, che molto probabilmente è stata ispirata da ben altre finalità, di carattere strategico e geopolitico, sapientemente messe in ombra dalla forza retorica delle argomentazioni democraticiste. Nel ben più angusto spazio della politica nazionale, si è parlato invece di un altro segue a pag. 2

Sinistra al governo: miseria, terrore, morte. Lo affermò, domenica 16 gennaio 2005 il Presidente Silvio Berlusconi per ripeterlo poi, in forme più o meno variate, continuamente. Toni apodittici: io sono dalla parte del bene, loro contro l’uomo e contro la bandiera; odiano soltanto, sono mosche impazzite che generano solo caos; hanno cambiato nome ma non metodi. (!) Le affermazioni non provengono da un Carneade perplesso: Chissà se Pippetto ha ancora quella fastidiosa diarrea?, quindi il messaggio è chiaro. Perché lo avrebbe emanato, sennò? E allora... grazie, grazie Signore grazie! Di nuovo una Crociata! Sacra, poiché la perfida rossolandia vorrebbe, è sicuro, intisichirci col discettar de iustitia e seminar zizzania (il diavolo è rosso) evocando povertà effettiva, corruzione corrente, governo inesistente. Ma Sua Apoditticità, bloccando il Supremo Soviet sul bagnasciuga, riapre la caccia ed io, ricercatore del comunista sperduto, redigo la mappatura di possibili covi rossi: spero che Somma Bontà me ne sia grato, magari con un bonifico. Tane certe: il tuorlo, volgarmente detto rosso d’uovo; i semafori, che tingeremo verde lega, blu forzista, grigio pirla; i tramonti (rosso di sera, mal tempo si para); il sangue vivo; i sanguinacci; i boschi di conifere. Peperoni, pomodori e ravanelli al bivio: verdi o gialli. Primule e papaveri all’indice! Particolare cura sarà posta nei rifacimenti estetici: le labbra, o blu o alla Andreotti; i globuli solo bianchi, tipo asceta alla Baget Bozzo o alla Biondi; occhi di chi piange, rossi solo se alla Bondi. Di sanguigno solo il gruppo B, come Bush, Blair... Buttiglione. La Croce Rossa faccia molta ma molta attenzione. Inciampando poi in clavicolette spolpate, perlustreremo puntigliosamente i paraggi: quelli che non massacrano con l’aborto li sbrandellano con la zanna. Rossa, rigorosamente rossa. Altri i problemi, oggi. Troppe le catastrofi, sterminato il terrore. Propiziamo, dalla città di San Valentino fino all’ultima Tule, educazione e cortesia. Non il rimestar dell’odio, ma rispetto, onestà, dignità siano bandiera comune. A destra come a sinistra. Giampiero Raspetti


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