Relativismo: l’unica realtà
Liberi di parlare
Raffaela Trequattrini
Giampiero Raspetti
Aprirò il 2006 con un commento al pensiero di Einstein riportato al centro di questa pagina, sotto la foto. La sua validità non è relativa soltanto al settore scientifico, ma può essere estesa a qualunque campo della conoscenza e del comportamento umano. Cosa significa dimenticare l’origine umana di un concetto ed accettare lo stesso come invariabile? Nel corso della storia gli uomini, per quella necessità legata ad una tranquilla convivenza di trovare regole comunemente accettate, hanno stabilito di considerare attendibili alcune idee o teorie e di assumerle come princìpi fondamentali per l’assetto delle loro società.
Che vale la libertà di parola senza libertà di pensiero? Solo l’uomo colto è libero, già ammoniva Epitteto nelle sue Dissertazioni. Politici, mistici, moralisti, venditori, corruttori, intellettuali affiliati a politica nostra, disperdono parole ai quattro venti. Non trovano alveo né giusta risonanza poeti, letterati, scienziati, filosofi, artisti. Difficile allora farsi delle sensate opinioni, così sommersi dalla maniera stessa di co(g)itare di tal gentarella se, soprattutto, non si hanno i mezzi culturali per capire, per decriptare... Risulterà sempre più arduo articolare delle tesi in modo coerente e compiuto, sia per poterle discutere
N° 1 - Gennaio 2006 (31)
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Noi e le nostre certezze
L’università che si consolida...
Vincenzo Policreti
Alessia Melasecche
Se, Dio non voglia, vi dovesse un giorno capitare di trovare il partner, in cui avevate riposto ogni vostra fiducia, in un colloquio inammissibilmente confidenziale con la vostra migliore amica o amico, l’esplosione della vostra gelosia - mostro mordace quanto inutile - sarebbe probabilmente il vostro problema più acuto, ma non quello più grave. Il più grave sarebbe la completa ristrutturazione cognitiva ed emotiva che sareste costretti a operare rispetto al mondo che vi circonda. Infatti nella nostra vita vi sono alcuni punti fermi, sui quali poggia la tranquillità della nostra esistenza. Ci attendiamo, p. es., di ritrovare la nostra casa dov’era; di essere riconosciuti dalle figure di riferimento; di essere in grado, quando ci alziamo al mattino, di fare i soliti movimenti (importantissimo quello di prepararci il caffè!); poggiamo insomma la nostra tranquillità, sul (credere di) sapere com’è fatto il nostro ambiente. Ma proviamo a immaginare, per un attimo, che un giorno
Ho recentemente rivisto un film da me particolarmente amato, L’attimo fuggente, nel quale, nell’autunno 1959 all’Accademia Welton, una scuola elitaria e conformista, i metodi assolutamente insoliti di un nuovo insegnante di materie umanistiche, affascinano la classe: l’attività didattica è il fulcro per far nascere e sviluppare lo spirito creativo e per liberare nei ragazzi tutte le premesse
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Relativismo..., chi era costui? Sandro Tomassini Ad una tizia che gli chiedeva di spiegarle con parole semplici la teoria della relatività, Einstein rispose con la solita graffiante ironia: Pensi, cara signora, a quanto debba sembrare lungo un solo minuto seduti sopra una stufa accesa e a quanto possa sembrare invece breve, un’ora seduti su di una panchina con una bella ragazza!
I concetti che si siano dimostrati utili nell'ordinare le cose acquistano facilmente una tale autorità su di noi che ne dimentichiamo l'origine umana e li accettiamo come invariabili. Allora essi diventano necessità del pensiero, dati a priori, ecc. La vita del progresso scientifico resta allora sbarrata da tali errori per lungo tempo. Albert Einstein
Scrivi come bevi Giampaolo Gravina Considerazioni semiserie di un critico enologico sul vino e le sue parole. Talvolta sotto i sedimenti del luogo comune c’è ancora qualche piccola perla di verità da riportare a galla. Così, nella perlustrazione di alcuni dei più battuti e saccheggiati fondali linguistici, càpita di imbattersi in parla come mangi: un detto logorato e quasi tradito dall’accezione comune, un piccolo gioiello di allusività prigioniero della sua gabbia di invettiva pseudo-popolare. E se parla come mangi non fosse solo un invito alla semplicità e alla concretezza? Se in questo monito, spesso benvenuto, a segue a pag. 3
Il paese più povero d’Italia
I diritti delle donne
Francesco Patrizi
Monica Tarani
Con un reddito annuo di 3.000 € procapite, il paese di Nardo di Pace, in provincia di Vibo Valentia, è il più povero d’Italia del 2005. Eppure gli anziani abitanti del paesino non si sentono tali, tanto che, al giornalista che li ha intervistati, hanno risposto: ma quali poveri, qui tutte le famiglie hanno due automobili! In effetti, i parametri della cosiddetta percezione del
Lo Stratega non aveva mai dovuto fronteggiare una situazione così difficile: ai margini del campo di battaglia le vittime degli scontri precedenti giacevano inermi. Fanti, armigeri e cavalieri dell’uno e dell’altro esercito si erano affrontati senza tregua per tutta la notte e rimanevano sul campo i pochi componenti ancora integri, pronti a darsi battaglia
Tutto è relativo, vale a dire che ogni cosa può essere osservata da vari punti di vista, ognuno dei quali le conferisce un determinato valore. Così, il giovanotto di un metro e ottantacinque che in Italia è considerato uno stangone, in Svezia sarà sì e no nella media; le ciccione come me in Libia saranno delle bonazze paurose, e così fino ad arrivare ad argomenti più sostanziosi, a proposito dei quali non si parla più di gusto ma di morale, che altro non è se non un punto di vista condiviso da più persone sulle categorie del bene e del male. E’ evidente, quindi, che la morale non è un principio assoluto e prova ne sia il fatto che ne esistono tante quanti sono i punti di vista: rapporti sessuali no, rapporti sessuali sì; infibulazione no, infibulazione sì; matrimoni gay no, matrimoni gay sì... Ora, poiché non si può dire la mia morale è più morale della tua, è impensabile in uno Stato moderato organizzare la vita pubblica basandosi su opinioni che stabiliscano ciò che è bene e
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Giochi proibiti Michele Di Lando