La pagina gennaio 2008

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Città gemelle

Piero Fabbri

N° 1 - Gennaio 2008 (51°)

Le grandi città, viste sulle mappe, somigliano spesso a macchie di caffè inscatolate in poligoni irregolari di tratti autostradali, con i raccordi a fare da vertici. Torino invece si limita a due sole tratte: la tangenziale Sud, che riceve i flussi di auto dalla penisola e dalla Liguria, e la Nord, che invece si apre verso la direttrice di Milano. Entrambe si adagiano ad ovest della città: il lato orientale rimane del tutto privo d’autostrade, protetto com’è dal Po e dalla collina. Il punto di saldatura delle due tangenziali è il nodo da dove si dipartono i flussi che si dirigono verso la Francia, e questo accavallarsi di infrastrutture è cruciale nell’economia della città: qui si trova una delle uscite più importanti: C.so Regina Margherita, che immette direttamente lungo l’arteria che meglio attraversa la città da occidente a oriente. Entrare in Torino da Ovest significa avere le Alpi alle spalle e la città disposta all’accoglienza di fronte, con un maestoso viale alberato che si restringe man mano che ci si avvicina al centro, pur senza ridursi mai troppo, neppure quando finalmente si adagia in riva al Po. Per un ternano, entrare così era quasi un pellegrinaggio della memoria, perché la città più industriale d’Italia mostrava proprio in quel lungo viale alberato un’industria oriunda e sorprendente, nella patria della Fiat. Fino a pochi anni fa l’insegna recitava Terni Acciai Speciali, e il ternano, turista o emigrato che fosse, non riusciva a trattenere un sorriso di complicità. Terni, la sua città, portata quassù dalla Terni, l’acciaieria. Da un po’ di anni l’insegna è cambiata: Thyssen-Krupp dicono ora le lettere al neon, e il binomio straniero ha rubato un po’ di nostalgia ai pochi umbri che la notano, ma in fondo loro sanno bene che quei nomi sono gli stessi che si vedono in Viale Brin, lungo la strada dritta che esce da Terni in direzione nord-est, pronta a perdersi nella Valnerina selvaggia. E se a Terni, città-fabbrica come nessuna altra, tutti gli abitanti regolavano il ritmo della giornata col suono della sirena che chiamava i turni dell’acciaieria, Torino ha similmente sempre modulato il suo respiro su quello della Fiat, polmone di lamiera e ciminiere che ritmicamente inspirava ed espirava operai e biciclette dai cancelli di Mirafiori. Città scandite dalle fabbriche, unite da una sorellanza industriale che ha marchiato il XX secolo, ma che non marchierà più questo XXI. E come sorelle non vivono la loro familiare intimità mostrandola troppo in giro: c’è, esiste, e tanto basta; chi vuole vederla sa dove guardare. Sta perfino nei due simboli cittadini, apparentemente così diversi - la Mole e la Cascata - eppure magicamente uniti dall’esatta coincidenza dell’altezza, che peraltro è la caratteristica essenziale di entrambe. Centosessantacinque metri da terra a cielo, tutte e due. La sorellanza c’è, c’era già. Non era necessario rinsaldarla così. Occhi ternani imprigionati da un televisore torinese vedono alternarsi immagini di C.so Margherita e di Viale Brin, sentono luttuosi accenti operai e umbri accavallarsi ai toni parimenti luttuosi e operai della parlata torinese; vedono lunghi e mesti cortei fatti da tute blu e manifesti rossi muoversi identici su sfondi diversi e distanti, ma ugualmente familiari per un ternano a Torino. Città-fabbrica, città operaie entrambe; e ormai entrambe pronte a dimenticare la loro natura, per cambiare col mondo che cambia. Città che hanno condiviso buona parte del passato e che sembrano pronte a condividere anche l’immane fatica della reinvenzione del futuro. Città che condividevano già molto, quasi un intero destino: non avevano affatto bisogno di condividere anche un rogo, un inferno, e sette funerali.

Emanuela Ruffinelli

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Giovani lavoratori o razza d’annata, M. Lando N O V E C E N T O , P. S er i U n a m o b i l i t à s o s t e n i b i l e , J . D ’ A n d ri a Diritti Umani, M. R i cci E mo’ sta a rosica’! , F. P a t ri zi La sindrome del Grillo Parlante, S . Mo ro ni I l p i a c e r e , C . C a rd i n a l i Come funziona l’homo sapiens, G. Giorgetti, V. Policreti S c u o l a : I t a l i a o C i n a ? , MR G e m e l l a g g i : c o m e e p e r c h é , A. Melasecche 7 Scuola elementare 8-9 L i c e i 10 S c u o l a m e d i a Grazie , G. Raspetti ACI Terni - Intervista al Sen. MA Bartolini , G R RENATO DONATELLI , A. Ceccoli, L. Barnabei Lettera del Preside Brunero Brunelli P o e s i a m u s i c a e s i l e n z i o , B. Ratini Arte vs razzismo, A. Roscini G i u s e p p e G a r i b a l d i , G . Ta l a m o n t i Morti bianche, GR Al di là della superficialità , C . Ma n t i l a cci D a l l a A a l l a A , F. M. B i l o t t i Lui e lei non si capiscono , S M & G C

Tra di noi DECORRENZA DEI TERMINI Attenzione, non significa ASSOLTO... ma non punibile per ddt. Andranno in galera solo i delinquenti poveri? FALSO IN BILANCIO Pene durissime... in America... da noi è o non è REATO?


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