U o m o , a n i m a l e e . . . a l t ro
N° 1 - Gennaio 2010 (71°)
L’uomo è l’unico essere vivente che osserva attentamente ciò che vede. La stupenda paraetimologia di Socrate non vale in assoluto: molti uomini infatti non sanno osservare, altri non lo fanno attentamente. Taluni godono dello stesso intenso, ardimentoso sguardo delle pecore quando sbirciano al di là dello steccato. Ma c’è anche chi vede quel che è invisibile al resto della gente. Quel che appare a me scrutando il cielo non è esattamente quello che vedevano Galilei e Newton e Einstein, allorché sgombravano le vie del firmamento. C’è anche chi, come l’astrologo, pur non vedendo niente di niente, prende ispirazione per abbindolare il prossimo. L’uomo dunque osserva con prospettive diverse, congettura a seconda dei suoi propositi, costruisce, inventa, crea. Molte altre sono le particolarità che distinguono l’uomo dall’animale. La morale nasce per il bene comunitario. Se ci sono regole condivise si sopravvive, altrimenti ci si sbrana. E’ per questo che alcuni uomini-lupo cercano di evadere dalle regole, o di farsene nuove, ad usum lupi. Completamente umana poi quella del sentire, della simpatia, della empatia. Mettersi nei panni degli altri. Senza quella che chiamiamo più propriamente umanità, il genere umano non sarebbe nemmeno riuscito ad allocarsi nelle caverne. L’animale no. E’ diverso. La visione delle cose e degli eventi è in lui ristrettissima: conta la pancia. Non prende insegnamento dalla storia passata, non si preoccupa per il futuro. Vive l’oggi, fieramente. Non crea una morale per la sopravvivenza, affinché non ci si sbrani, anzi... Non si mette nella pelle degli altri; è interessato solo a se stesso. Ci sono alfine dei comportamenti non inscrivibili, né nell’ambito di una becera umanità né in quello di una pura beluinità. Mi riferisco a comportamenti dettati da fredda determinazione: provvedere solo a se stesso, ma con strategia umana. La violenza sui più deboli, come il dar fuoco ai barboni o il picchiare i portatori di disagi, la corruzione delle cose e delle anime, la vendita di organi dopo averli estirpati dalla carne viva, spesso da bambini. Ma anche l’ignobile schiavitù, la putrida vita da lager in cui sono ridotti tantissimi fratelli di colore. La raccolta dei frutti, in quelle terre, è regolata dal caporalato, da sempre longa manus della malavita, e imposta, per meno di un piatto di lenticchie, a migliaia di immigrati, in maggior parte clandestini in quanto più ricattabili. Le Istituzioni responsabili e gli aventi cura, che non hanno saputo vedere, nemmeno distrattamente, fanno finta di accorgersene solo adesso! Non rimane che confidare in qualche umile Don Pino: Se non abbiamo la forza di ribellarci ai soprusi e alle ingiustizie e siamo pronti alle violenze nei confronti dei più deboli, allora non veniamo più in chiesa. Dio saprà giudicare. Saprà chi sono i suoi figli. Giampiero Raspetti
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Il fischio del pastore calabrese - F P a t ri zi Auguri a chi ha idee - A Mel a secch e La terza nazione del mondo - B R a t i n i Oroscopo - P F a b b ri Il piacere - C C a rd i n a l i Diritti umani - M R i cci Un nuovo inizio - C C o l a sa n t i ARABA FENICE - A rch è L’Antimago RASPUS e i suoi discepoli Astrologi razzisti - J D a n i el i MAGICA OLIMPIA Liceo Classico - M F i l i d ei , D L a t t a n zi GIORNO DELLA MEMORIA - Progetto Mandela INTERCRAL TERNI - P R en zi , R N o b i l i RUGBY TERNI - G D i a m a n t i Direttissima Roma-Firenze - A L i b era t i Parcheggiare a New York - A L i b era t i La sfida al labirinto - P S eri MADACASCAR - E B ert i n i Astronomia - T S ca cci a f ra t t e, G C o zza ri Astronomia - P C a sa l i , F Va l en t i n i SUPERCONTI
SOCRATE Ascolta: il nome aànJrwpoj (ànthropos, uomo), significa che, mentre gli altri animali non indagano sulle cose che vedono, non congetturano e non anaqrei= (anathrèi, osservano attentamente), l’uomo nel momento stesso che vede - e cioè o)p / wpe (òpope, ha visto) - anaqrei (anathrèi) ragiona su ciò che oãpwpen (òpopen, ha visto). Di qui perciò all'uomo, unico fra gli animali, è stato correttamente dato nome aànJrwpoj (ànthropos), in quanto a)naqrw=n a(\ o)p / wpe (anathròn à òpope, osserva attentamente ciò che ha visto). Platone, Cratilo, XVII, 399
Il fischio del pastore calabrese errante d’Australia
Auguri a chi ha idee e voglia di competere Il 2010 è il loro anno
Un fischio prolungato, come quello che si sente tra le gole dell’Aspromonte per richiamare le greggi; è il fischio di un pastore calabrese, passa per il telefono, viene dalla Spagna, dalla Cosca del Sol (come l’hanno ribattezzata) e non richiama le pecore a valle… in quel preciso istante salpa un bastimento dalla Colombia, prima dell’approdo in Europa toccherà i porti del Togo, della Guinea, del Senegal, dove altrettante famiglie calabresi smisteranno parte del carico di droga. Un giro di soldi vertiginoso, talmente tanto denaro che si fa fatica a contarlo e sono arrivati a pesarlo sulle bilance. Imprenditori da ogni dove, banche straniere e persino enti governativi vengono a cercare moneta in Calabria, la regione dove si calcola che ci sia la più grande liquidità del mondo. Notizia del giorno: arrestato il superlatitante numero 5, sequestrati due terreni a Crotone… i pastori di Crotone però li trovi a Munster, quelli di Palmi a Norimberga, attenti a non pestare i piedi ai Carelli di Corigliano che hanno in mano il giro di Ludwingsburg. Lassù nessuno sequestra niente. Dopo la strage di Duisburg (la faida tra le famiglie di San Luca del 2007), i tedeschi hanno deciso di introdurre il reato di associazione mafiosa nella loro giurisdizione, perché la Mafia spa, come finalmente è stata rinominata, venga riconosciuta per quello che è, un’organizzazione internazionale che ha il cuore in Italia, ma le mani ovunque. Prendiamo il caso del gruppo Coluccio & Coluccio: sede in Canada, fabbriche nell’ex Germania dell’Est, residence e supermarket a San Pietroburgo e interi quartieri a Belgrado e Praga; lo gestivano due fratelli, uno girava in Ferrari per le strade di Toronto, l’altro si nascondeva in una lavanderia di Roccella Ionica, da dove gestiva i rapporti con i colombiani; con un fischio. Anche l’altra parte dell’oceano bagna la costa calabra. Ogni anno, nel Santuario di Santa Maria di Polsi a San Luca viene nominato il capo che coordina le sei famiglie australiane. Quando due anni fa, a Melbourne, finì in manette Francesco Madafferi, della famiglia di Oppido Mamertina, boss del narcotraffico di ecstasy, la comunità calabrese d’Australia promosse una campagna umanitaria contro la sua estradizione, il governo iniziò le procedure per l’arresto internazionale, fin quando non si insediò il nuovo Ministro dell’Immigrazione, la signora Amanda Eloisa Vanstone, che a sorpresa concesse la cittadinanza australiana a Madafferi. La polizia accertò che la sua campagna elettorale era stata finanziata dai calabresi e la Vanstone si dimise. Oggi è ambasciatrice australiana in Italia e risiede a Roma. Francesco Patrizi A un fischio da San Luca.
Quante volte abbiamo sentito e forse anche partecipato al solito piagnisteo, “Terni è una città che nulla offre ai giovani”, “la Conca è come una palude”. Il principio di Lavoisier qui da noi è declinato in: Nulla si crea, nulla si distrugge… tutto rimane immobile. Vogliamo sfatare questa diceria? Chi ha passione di crescere, per sé e per gli altri, chi vuol dimostrare al mondo di essere all’altezza di situazioni difficili, chi preferisce scommettere su se stesso piuttosto che sognare il posto fisso di papà, chi ha ambizione di fare un passo lungo almeno quanto la propria gamba, ha oggi la possibilità di realizzare il suo sogno. In sostanza chi si sente aspirante imprenditore e ne ha le caratteristiche non sia timido, il 2010 potrebbe essere l’anno della sua vita. Esistono infatti alcune iniziative umbre sul fronte dell’imprenditorialità giovanile da esaminare con attenzione. La prima opportunità si chiama I.TRAS.TE.: un progetto finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico che si colloca a valle del percorso relativo alla valorizzazione della conoscenza che l’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con META Group, ha intrapreso a partire dagli anni novanta e che ha portato alla creazione di strumenti finanziari di capitale di rischio dedicati alle imprese innovative, alla partecipazione a reti europee sull’innovazione, alla stretta collaborazione con gli altri centri di ricerca presenti in Umbria. Ha l’obiettivo di rafforzare e rendere più dinamico il tessuto economico e produttivo umbro, introducendo una logica knowledge based in un territorio votato in gran parte a settori tradizionali ormai maturi. Chi pensa all’assistenzialismo rinunci perché la selezione dei potenziali neoimprenditori è improntata ad una logica market driven, quindi orientata al mercato. I.TRAS.TE. mette a disposizione servizi e strumenti collaudati, creando un sistema esperto capace di affiancare efficacemente i portatori di buone idee e gli imprenditori innovatori. Per saperne di più e accedere all’iniziativa www.itraste.it. La seconda opportunità di chiama IDE-E ed è un’azione pilota finanziata dalla Regione Umbria, per sperimentare un modello di mobilità che dia l’opportunità ad aspiranti e giovani imprenditori umbri di poter trascorrere all’estero, grazie ad una borsa di mobilità un periodo di sei mesi al massimo, presso parchi scientifici, agenzie/centri di ricerca, imprese europee al fine di acquisire nuove conoscenze, strumenti e competenze per finalizzare la propria idea di business e costruire le basi per internazionalizzare la propria attività imprenditoriale attraverso lo sviluppo di relazioni e contatti economici e commerciali con realtà estere. Possono accedere all’iniziativa soggetti inoccupati e disoccupati, occupati, apprendisti, imprenditori e lavoratori autonomi con meno tre anni di esperienza, residenti in Umbria, in possesso del diploma di scuola secondaria superiore e che abbiano una buona conoscenza dell’inglese. E’ possibile registrarsi sul sito www.ide-e.eu e inviare il proprio progetto entro il prossimo 5 febbraio. Buon 2010 a tutti! a.melasecche@meta-group.com
LA
PA G I N A
Mensile di attualità e cultura
Registrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni Redazione: Terni, Vico Catina 13 --- Tipolitografia: Federici - Terni
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La terza nazione del mondo
laboratori
Secondo le stime delle Nazioni Unite, in tutto il mondo le persone disabili sono 650 milioni: un dato che corrisponde al 10 per cento della popolazione globale. Tutti insieme popolerebbero la terza nazione del mondo dopo Cina e India. In Italia, sono circa 6 milioni, la seconda regione dopo la Lombardia. Sono le vittime di malattie congenite o acquisite, traumi psichici, incidenti sul lavoro e stradali, tumori. Così inizia il saggio di Matteo Schianchi, intitolato appunto La terza nazione del mondo. Tuttavia ci permettiamo di ignorare questa realtà. Non la vogliamo guardare. Perché troppo dolorosa, sgradevole, fastidiosa, non conforme ai nostri canoni. E allora via! Largo alla retorica e al luogo comune. Via alle occhiate patetiche. Al poverino che suona tanto come sfigato. Chi si occupa di persone con disabilità viene considerato buono, sensibile, altruista. Ma perché? Non dovrebbe essere normale per una società avanzata, democratica e civile come la nostra, vivere guardando in faccia l’altra persona, chiunque essa sia, senza abbassare gli occhi per imbarazzo, distogliere lo sguardo per pietà o tirare dritto per indifferenza? Riguardo la disabilità manca la cultura, intesa come qualcosa di estremamente pratico: da come interpretiamo la realtà, infatti, dipende il nostro comportamento nei confronti di essa. Il disabile è prima di tutto una persona, tra i cui aspetti c’è anche quello della disabilità. Siamo profondamente convinti che ogni vita è degna di essere vissuta? Rispondere positivamente a questa domanda significa scegliere un approccio ben preciso nei confronti della disabilità. Ogni vita è degna di essere vissuta. Un concetto che devono imparare per primi i disabili stessi; troppe volte si considerano cittadini di serie B, perché sotto sotto sentono di essere un peso per la società, perché è questo che la società trasmette loro. La consapevolezza dei propri diritti è il solo modo per ottenerli. Si dovrebbe sradicare l’approccio assistenzialisticorisarcitorio che deriva proprio dal considerare la disabilità un problema che non si può/non vale la pena risolvere. Al di là dei discorsi infarciti di buonismo, secondo tale impostazione la persona con disabilità rappresenta per la società un costo senza essere produttivo; il passo da qui a considerarla più o meno inconsciamente un problema, è molto breve. Ed ecco che dall’impostazione culturale dipende l’aspetto concreto: le politiche sociali non dovrebbero più porsi l’obiettivo di garantire i servizi già in atto, ma chiedersi se quei servizi finora erogati garantiscano effettivamente i diritti delle persone con disabilità. Beatrice Ratini
Lab
OROSCOPO I nati sotto il segno dell’Ariete (19 Aprile-13 Maggio) hanno la testa dura (prova ne siano le possenti corna incurvate) e da testardi continueranno per tutto l’anno a chiedersi come sia possibile che in una civile democrazia occidentale gli elettori non possano scegliere chi votare, ma siano costretti a limitarsi, quasi fossero analfabeti, a crociare con un segno un simbolo di lista precompilata. Quelli del Toro (14 Maggio-19 Giugno), parimenti cornuti, si faranno invece gran vanto dei loro proverbiali attributi maschili nella speranza di attirare l’attenzione dei media, dopo un’annata in cui i riflettori sono rimasti puntati solo sulle controparti dotate di attributi femminili (naturali, artificiali o virtuali che fossero). I Gemelli (20 Giugno-20 Luglio), simbolo di unità di ascendenze e di intenti, auspicheranno il progredire delle connessioni parentali tra mafie e stato, al fine di garantirne stabilità duratura e reciproca. La tripletta zodiacale di mezza estate si apre con il Cancro (21 Luglio-9 Agosto), simbolo del procedere all’indietro, che così fortemente ha caratterizzato gli ultimi mesi di crisi. Nonostante gli esperti si ostinino a prevedere un declino del loro caratteristico incedere, i nati del segno non mostreranno alcuna incertezza: che abbiano ragione loro, e non gli esperti? Il Leone (10 Agosto-15 Settembre), da sempre interessato solo alla salvaguardia della sua proverbiale parte, non avrà di che preoccuparsi: una ridistribuzione equa dei redditi - pardon delle parti - non sembra ancora profilarsi all’orizzonte. Per i nati sotto il segno della Vergine (16 Settembre-30 Ottobre) si prevede un lungo anno deputato alla riscrittura della carta costituzionale, anche se buona parte del resto dello zodiaco continua a sperare che non si trovi l’inchiostro per perpetrare un simile delitto. Per i nati in Bilancia (31 Ottobre-22 Novembre) si prevedono periodi difficili: avere un simbolo di segno così perfettamente coincidente con quello della magistratura e della giustizia pregiudica fortemente l’intesa con i detentori di borsa e potere. In compenso per lo Scorpione (23 Novembre-29 Novembre) si profilano momenti di gloria e di iperattività, poiché gli astri predicono grande abbondanza di lotte al veleno con fatali colpi di coda imprevisti nell’agone politico. I nati in Ofiuco (30 Novembre-17 Dicembre) resteranno come sempre invisibili e nascosti, al pari dei misteriosissimi poteri forti che, saggiamente, preferiscono rimanere come al solito dietro le quinte, nell’ombra. Toccherà quindi ai nati in Sagittario (18 Dicembre-18 Gennaio) fare uso di frecce e frecciate per pungolare e risvegliare il sopitissimo senso italico dello scandalo. Per il Capricorno (19 Gennaio-15 Febbraio), animale mitico e incrocio impossibile di animali reali, ci si aspetta un ruolo importante nel revanscismo del Creazionismo e delle consorterie anti-illuministiche, mentre dai protagonisti dell’Acquario (16 Febbraio-11 Marzo) ci si attendono ripetizioni delle pratiche del sommerso, sia nel senso traslato dell’economia invisibile al fisco, sia nel senso fisico dei premeditati affondamenti in acque territoriali di fetentissimi veleni. Rimangono buoni ultimi i Pesci (12 Marzo-18 Aprile), sotto il cui segno siamo nati tutti, a giudicare dalla dimostrata capacità che abbiamo di rimanere come boccaloni a bocca aperta e di farci pescare in cambio d’uno sciapo vermetto. Del resto, se nel leggere le date associate ai segni di quest’oroscopo aveste inarcato un sopracciglio di perplessità è solo perché i periodi di permanenza astronomica del sole nelle tredici costellazioni zodiacali ci sono molto meno familiari dei corrispondenti periodi di permanenza astrologica della nostra stella madre nei dodici segni, sempre religiosamente riportati in tutti i giornali. E se l’irrazionalità è così universalmente nota da rendere distante e aliena la corrispondente parte razionale, allora sarà del tutto normale, anche in questo novello 2010, riconoscersi nella felice e popolatissima categoria dei pesci facilmente pescabili. Piero Fabbri
P.zza del Mercato Nuovo, 61 - 05100 TERNI www.salvatidiagnostica.it - Dir. Dr. Roberto Salvati
Unità Operative
Settore Medicina di laboratorio Tel. 0744.409341 Patologia Clinica (Ematologia, Chimico-Clinica, Immunochimica, Coagulazione) Microbiologia e Parassitologia Clinica Riproduzione (dosaggi ormonali, valutazione fertilità maschile) Infettivologia - Allergologia - Biologia Molecolare Tossicologica umana e ambientale - Citologia Intolleranze alimentari - Malattie Autoimmuni
Settore AcquAriAlimenti Tel. 0744.406722 Microbiologica e chimica degli alimenti e delle acque Consulenza ed assistenza tecnico-legislativa in aziende alimentari Valutazione, progettazione, implementazione piani HACCP Corsi di formazione ed aggiornamento
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Il piacere Cioccolato! Allusivo, dolce, morbido… è uno dei simboli della trasgressione alimentare. Protagonista indiscusso di celebri film come Chocolate e Lezioni di cioccolato, così pure di molti libri e della manifestazione perugina Eurochocolate. Il naturalista svedese Linneo lo chiamò nel 1750 il cibo degli dei. Il cioccolato ha sedotto prima i Maya, che gli attribuivano il potere di liberare desideri nascosti e di svelare il destino. Dal 600 dC lo usavano come moneta; verso il 1000 lo coltivavano e nelle notti di luna piena sacrificavano animali che avevano delle macchie scure sulla pelliccia, al fine di propiziarne la raccolta. Lo bevevano gli uomini prima di fare la guerra e prima di fare l’amore. Considerandolo un afrodisiaco, Montezuma ne beveva in certi giorni anche 50 tazze per riprenderne il vigore. Poi il cioccolato ha sedotto i religiosi (che allora accompagnavano Fernando Cortez). Poi è toccato agli sportivi, che necessitavano di energia in più. Hillay, il conquistatore dell’Everest, ne consumava ad ogni scalata - trascurando però che il cioccolato causa anche tachicardia. Oggi ci sono i buongustai e numerosi club di assaggiatori di cioccolato. Sesso e alimentazione sono accomunati dall’oscillazione fra libertà e repressione, fra pulsione e controllo. E’ nell’immaginario collettivo l’associazione tra sesso e cibo. Entrambi servono per la socializzazione, per la soddisfazione personale, per la sopravvivenza. Zucchero, grasso, feniletilamina, teobromina (sostanza simile alla caffeina) e magnesio costituiscono i maggiori componenti del cioccolato: gli effetti sono ansiolitici ed edonistici. Esso stimola la produzione di insulina nel pancreas che è a sua volta responsabile dell’aumento di serotonina. Quest’ultima rientra tra le proprietà antidepressive riconosciute al cioccolato: la serotonina è il neurotrasmettitore che presiede allo stato di calma (tanto che una sua diminuzione è in relazione con una maggiore aggressività al suicidio). Per la sua azione da catalizzatore che facilita la produzione di endorfine (gruppo di oppioidi naturali prodotti dal cervello con azione simile alla morfina) le donne consumano più cioccolato nelle fasi premestruali e nei giorni del ciclo perché migliora l’umore, favorisce l’eccitazione, allevia i dolori legati al periodo pre-e ovulatorio (irritabilità, alterazioni del sonno, gonfiore, mal di testa). La feniletilamina (Pea: sostanze simil-lisergiche, simili all’LSD) produce sentimenti di desiderio fisico e di amore (infatti essa viene liberata dall’organismo, naturalmente nelle fasi dell’innamoramento). Sembra peraltro dimostrato che il cioccolato non è il fattore scatenante della comparsa dei brufoli sul viso. Lo sapevate che rinunciare ai dolci può provocare un calo inesorabile del desiderio? E che le probabilità di litigare con il partner sono almeno tre volte superiori a quelle di chi si concede qualche strappo? Molte donne dichiarano di preferirlo al sesso! Con il cioccolato non devi fingere, se non ti piace nessuno si offende; le dimensioni delle tavolette non costituiscono un requisito; e non esiste età per non gustarselo! Certo, occorre astenersi dagli eccessi perché, oltre all’indigestione, si rischia la dipendenza. Della valenza erotica e sessuale dell’oro bruno parleremo nel prossimo numero. Dott.ssa Claudia Cardinali Psicologa Psicoterapeuta - Esperta in Sessuologia Clinica
Diritti Umani Nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 26 Agosto 1789 la presenza dell’Essere Supremo ha un rilievo diverso rispetto alla Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti. In questa si dichiarava esplicitamente che era il Creatore a dotare gli uomini dei diritti, qui invece i diritti sono proclamati solo alla presenza dell’Essere Supremo ovvero non dipendono da esso e la stessa espressione ricorda più la divinità del deismo illuminista che il Dio classico del cristianesimo. Infatti tutto l’impianto ideologico ha come retroterra il giusnaturalismo laico e il contrattualismo di Locke e Rousseau, secondo cui la società non ha origine divina, ma nasce per un contratto volontario tra gli uomini allo scopo di tutelare i diritti naturali di ciascun individuo e creare le condizioni per la felicità di tutti. Il primo e famosissimo articolo: Gli uomini nascono e rimangono liberi ed uguali nei diritti non fa riferimenti a divinità o Creatori. Ma quali sono questi diritti? Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà e la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione. Alla libertà sono dedicati sette articoli. Analizziamo i più importanti. Art. 4: La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce agli altri e i suoi limiti possono essere determinati solo dalla legge e l’art.5 specifica: La Legge ha il diritto di vietare solo le azioni nocive alla società. Tutto ciò che non è vietato dalla Legge non può essere impedito e nessuno può essere costretto a fare ciò che essa non ordina. C’ è qui una definizione generale della libertà, la quale risulta essere non un arbitrio assoluto dove ognuno può fare quello che vuole, ma una limitazione nel comportamento segnata dal riconoscimento del diritto di libertà degli altri. In altre parole la libertà non è un assoluto, ma è relativa alla libertà degli altri. Qui si parla naturalmente di quella libertà che è attinente all’individuo singolo, infatti alla libertà personale sono dedicati l’art. 7: Nessun uomo può essere accusato, arrestato o detenuto se non nei casi determinati dalla Legge, l’art. 8 nel quale si afferma che... nessuno può essere punito se non in virtù di una legge stabilita e promulgata anteriormente al delitto... cioè si afferma un principio fondamentale del diritto secondo il quale la legge non può avere valore retroattivo e l’art. 9 che afferma doversi presumere... innocente ogni uomo fino a quando non sia stato dichiarato colpevole... Naturalmente la Dichiarazione non poteva trascurare la libertà di pensiero e di espressione per le quali il pensiero illuminista aveva fatto memorabili battaglie. Infatti l’art.10 riconosce che Nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose e aggiunge, anche come arma in mano ai futuri governi della ormai dominante borghesia liberale, purché la manifestazione di esse non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla legge. E l’art. 11 in modo ancora più esplicito: La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla legge. Dunque la Dichiarazione fa fare un passo avanti da gigante alla teoria dei diritti di libertà, mentre la loro pratica attuazione conoscerà nel corso della storia successiva progressi e arretramenti continui. Prof. Marcello Ricci
23 gennaio 2010 - ore 17.30 Palazzo Gazzoli - Via del Teatro Romano, 13 - Sala Rossa Video proiezione Segni fuori dal tempo di Donna Reed Presentato dall’Associazione “L’Albero di Antonia” Una storia di solitudine e ricerca: Marija Gimbytas
4 febbraio 2010 - ore 17.00 Biblioteca Comunale - Caffè letterario Pietà popolare e costruzione del sé Incontro con Anna Maria Civico performer, cantante, ricercatrice Dalla vocazione teatrale alla spoliazione della rappresentazione, essere in presenza, riferire il Canto
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Un nuovo inizio Eccoci qui. Anno nuovo, vita nuova! Ci si crede ancora? Ma perché no, dico io? Almeno adesso, almeno in questi momenti che risentono ancora della magia del Natale, delle lucine, delle stelle di Natale, degli angioletti, dei mille regali (e relativo stress annesso) perché non pensare che sia possibile? Non dico certo rivoluzionare per intero le esistenze ormai ben stabili nelle loro ordinarie (e disordinate) quotidianità, ma tentare di avere in sé quella scintilla che, nel periodo natalizio, è così ricercata e così libera di esprimersi, in mezzo a mille altre lucciole dell’anima. Sto parlando di lasciare spazio alle nostre idee più nascoste, a quei pazzi piani che molte volte non abbiamo nemmeno coraggio di formulare, a quei desideri più intimi che ci sembrano così impossibili. Ripeto: perché no? Tutto è possibile, per le cose impossibili ci vuole solo un po’ più di tempo! Non sto inneggiando alla libertà sfrenata, all’abbandono completo ai nostri vizi, all’egoismo completo… sto solo dicendo che farci dei piccoli regali quotidiani ci aiuterebbe a vivere la nostra vita con un po’ più di calma e serenità, che credo siano le due componenti che maggiormente mancano alle nostre moderne esistenze, piene di impegni, doveri e cose assolutamente da fare. Questo periodo dell’anno poi sembra fatto apposta: Quest’anno mi metto a dieta! Da lunedì…; Quest’anno voglio imparare il cinese!; Quest’anno giuro che mi impegno e studio!; Quest’anno voglio divertirmi, dovrò pensare di meno e agire di più!; Quest’anno devo metterci un po’ di testa, sennò finisce che non so più che fare… Insomma, di attitudini e di modi di vivere questa parentesi di tempo che ci è stata data ce ne sono infiniti, non resta che trovare il più adatto a noi e… lasciarci prendere la mano! Ecco il mio augurio per tutti per il nuovo anno… che tutti voi troviate il vostro modus vivendi migliore che potrete e... Chiara Colasanti felice 2010!
Associazione Interamnense di Cultura
Che ci sia ciascun lo dice, dove sia… ognun lo sa! Infatti da ormai 13 anni il mitico uccello nidifica nella nostra città, dando vita ad eventi musicali di ottima fattura. Per saperne di più ci siamo rivolti a Bruno Galigani, il sapiente ornitologo che da anni si prodiga affinché la Fenice viva e prosperi qui a Terni dove sembra aver trovato un habitat confacente alle sue esigenze. Archè Grazie Bruno per la gentilezza con cui ci hai accolto. Ci vuoi dire con poche parole quale attività svolge l’Associazione musicale Araba Fenice, e quali sono le aspettative per il suo futuro? Bruno Galigani A noi interessa sviluppare la conoscenza del pianoforte, vero protagonista delle sale da concerto. Infatti, a gennaio, il pianista Giorgio Costa accompagnerà, con musiche di Chopin, Granados, De Falla e Brahms, la voce meravigliosa di Nando Gazzolo che reciterà poesie di Neruda. Avremo poi il pianista tedesco Leonhard
Q U A L ITÀ PREZZO
Westermayr che a soli 34 anni ha già eseguito oltre 1000 concerti dal vivo. A febbraio, nel bicentenario della nascita di Chopin, Marco Podestà eseguirà un recital sul poeta del pianoforte. A marzo il pianista Palmiro Simonini, accompagnato da Stefano Maffizzoni, primo flauto dei Solisti Veneti, sconfineranno nella musica da cinema. La chiusura della stagione vedrà musicisti umbri di chiara fama come la pianista Moira Michelini (Direttrice Artistica dell’Associazione), l’oboista Roberto Romitelli e l’Orchestra da Camera Ensemble Amadeus eseguire i grandi concerti barocchi di J.S. Bach e B. Marcello. A. Che ne pensi della vita musicale di Terni? Gli artisti che ospitate cosa pensano del pubblico ternano? B.G. A Terni c’è una vita musicale attiva e ricca di eventi. Stagioni come quelle di Filarmonica Umbra, Organo Hermans ed altre sono di qualità elevata. C’è una grande vitalità e certamente potenzialità per fare ancora meglio.
Gli artisti che ospitiamo, infine, apprezzano fortemente il nostro pubblico attento, preparato e capace di vivere un concerto come pochi altri nel nostro Paese. La nostra storia, che nasce con l’Opera ed il Concorso Casagrande, ha educato generazioni ed oggi apprezziamo i frutti dei nostri predecessori. A. Tu che con dedizione e sacrificio riesci, ogni anno, a far rivivere dalle proprie ceneri la Fenice, che cosa chiedi alle Istituzioni cittadine? B.G. Partendo dal fatto che la nostra Associazione è l’unica che organizza concerti in ambito Provinciale (Terni, Narni,Amelia, Guardea, Collescipoli), chiedo più equilibrio nella gestione dei contributi economici che si rivolgano prima alle forze organizzative della città per la creazione di spettacoli. In ultimo, ma non per importanza, chiedo la loro presenza ai concerti. I politici mancano! Venite, partecipate e godete dell’armonia e della magia che siamo capaci di creare. www.assarabafenice.it ass_araba@hotmail.com
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L’ An t i m a g o R A S P U S e i suoi discepoli
IN HOC SIGNO
C’AZZECCAS
...si sono riuniti per vaticinare, quindi per mangiare, all’interno di una rettangolare capsula di vetro. Hanno profferito verità a lunga e a breve gittata, durante lo sfizioso pasto. Quanto invece vaticinato post cenam è solo per esoterici, quindi non può essere comunicato a voi, semplici acusmatici. Voi potete solo controllare che NOI c’azzeccamo sempre. PREVISIONI A LUNGA GITTATA - Fenomeni di intolleranza razziale in Sud Africa e a Poggio Bustone - Forte terremoto in Asia e in Europa - Tenuta del governo Berlusconi fino a tutto il secondo millennio - I processi a Berlusconi si faranno... di giovedì (processo brevissimo) - George Clooney sposerà, nel 2010, Claudia, Rosella, Stefania, Emanuela, Maria - La fine del mondo ci sarà nel 153714 dell’era volgare - Imbrogli politici in Italia e in Francia - Imbrogli finanziari in Italia e in Olanda.
PREVISIONI A BREVE GITTATA
(liberamente tratte dal Tetrabiblos di Claudio Tolomeo e da Aforismi astrologici di Gerolamo Cardano)
Chi nasce in - gennaio sarà un venditore di oppio - febbraio chiederà l’elemosina - marzo sarà un castratore di cani - aprile sarà ladro in chiesa - maggio sarà tessitore di rozzi panni di vario colore - giugno sarà ucciso dalla folla - luglio sarà suonatore di flauti funebri - agosto nascerà privo di orifizi - settembre sarà confezionatore di veleni - ottobre sarà ladro di bestiame - novembre soffrirà di impotenza - dicembre morirà in quello stesso anno. Le mie previsioni per il 2010… le mie previsioni per il 2010… Ma dove stava quella bella sfera di cristallo della prozia? Ah, eccola! Allora… mamma quanta polvere! Ecco, tutta quella pubblicità non ha poi così torto… la polvere la tolgono! Uhm… vediamo un po’… nel 2010 cosa ci attende? Vedo tante facce e un nuovo misterioso aggeggio che lascia tutti a bocca aperta… sarà l’ennesimo nuovo computer di Bill Gates…no, sembra… è un televisore? Una navicella spaziale? Oddio, su quale pianeta andremo a cercare spazio da rovinare non accontentandoci più della nostra amatissima e bistrattata Terra? Quanti crateri… sembra… no… è la Luna? Ma su che caspita di anno è sintonizzata questa sfera della prozia? Va bene, lasciamo perdere sfere di cristallo, auspici e oroscopi e abbandoniamoci alla fantasia: l’unica arma che possiamo sfoderare di fronte alla vita che però, tranquilli, ci stupirà sempre un po’ di più, visto che la realtà è più fantasiosa di noi! Non mi resta che abbandonarmi agli auguri… per un 2010 all’altezza delle vostre fantasie! Antimaga Raspa Chiara
Oroscopo semiserio per amministratori inesistenti
Il 2010 sarà un anno strabiliante. L’Assessore al Verde Pubblico smetterà di tagliare i pini maestosi che ancora esistono a Terni. A Roma si continuano a piantarne ovunque, qui da noi Erode ha lasciato traccia e nel dubbio che ne possa cadere qualcuno, meglio segarli tutti quando ancora sono in buona salute. Ma il 2010 sarà diverso… L’Assessore all’Università per sviluppare il Polo esistente chiuderà quasi tutte le sedi dei Corsi di Laurea con buona pace dei giovani che vogliono proseguire gli studi, gettando così al vento milioni fin qui spesi per realizzarle: un ottimo auspicio per il futuro! L’Assessore all’Ambiente tenterà per la terza volta un progetto di raccolta differenziata per i rifiuti, dopo i fallimenti dei primi due: basta girare per il centro e vedere le montagne di sacchetti di immondizia sparsi ovunque: c’è di tutto, manca solo la differenziata. Dopo la spavalda eliminazione delle isole ecologiche impazza il fai da te: ognuno fa ciò che gli pare, ovunque. Ma il 2010 sarà diverso… L’Assessore al Personale tenterà di superare se stesso: meno dirigenti super pagati e super liquidati, più incentivi a chi lavora e produce… ma quale film abbiamo visto? L’Assessore alle Aziende Pubbliche finalmente porterà sia le farmacie comunali che l’ASM agli utili che producono le aziende private ed il Comune navigherà nell’oro, ci saranno soldi per la cultura, per i giovani, per le imprese: chi ha bisogno verrà aiutato concretamente… sveglia ragazzi, quale film avete visto? L’Assessore al Bilancio ha scherzato quando ha dichiarato che “farà tagli sulla carne viva della città” (ma è Jack lo Squartatore?). Sarà invece come Babbo Natale, un pacioccone buono e generoso: una sede a tutti coloro che la desiderano, un’assunzione a tutti coloro che la vogliono, d’altronde, come è stato fatto negli ultimi dieci anni un contributo agli amici non si nega mai… Il Sindaco, questo sì buono e bravo, darà una pacca sulle spalle a tutti coloro che vogliono essere consolati. Una casa popolare per chi l’aspetta da anni forse non si troverà, ma almeno per il prossimo dicembre una capanna ed una mangiatoia si troverà per tutti coloro che ne hanno bisogno, altrimenti se non c’è chi soffre… che Natale sarebbe? Antimaga Raspalexis indovina poco … ma c’azzecca molto
Niente di quanto dai maghi vaticinato è accaduto, anche se era scritto nelle stelle. PREVISIONI (tutte sballate) DEI “MAGHI” Luciano Sampietro: Attentato mortale a papa Ratzinger, il 13 maggio 2009, durante la visita a Betlemme - Johnny Tagliaferri: Attentato contro Barack Obama a opera di Al Qaeda, il 13 marzo - Mago Johnny: Suicidi collettivi; uccisione di un grande uomo della televisione; lutto tremendo nello sport - Teodora Stefanova: Solomon Passy segretario della Nato; Berlusconi trasloca al Quirinale; l’UDC si scioglie; Adriano Galliani ministro dello sport; Franceschini sempre segretario PD - Barbanera: La Cina risolve la situazione nel Tibet; fuoruscita, in aprile, da una petroliera, di greggio nelle acque del Portogallo; epidemia di rilevanti proporzioni, in settembre, in Sudafrica; crisi di governo, in luglio, in Italia - Antonia Bonomi: Problemi di salute, in settembre, per il presidente Napolitano Riccardo Sorrentino: Strabilianti scoperte scientifiche hi-tech per debellare malattie incurabili ma anche per vincere la cecità - Meredith Duquesne: Separazione, in settembre, tra Sarkozy e Carla Bruni - Barbara Massimo: Angelina Jolie adotta altri bambini; Valeria Golino sposa Scamarcio; Leonardo di Caprio sposa Bar Refaeli... e tante altre scemenze.... ma non ne azzeccano una, nemmeno per sbaglio!
NON PREVISTO DAI MAGHI ... il Nobel per la pace ad Obama, la morte di Michael Jackson, gli scandali in politica, il caso Marrazzo, l’arresto del regista Polanski o l’aggressione di Berlusconi a Milano...
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Fatevi l’oroscopo da soli: avrete probabilità di successo incredibilmente superiori a quelle dei cialtroni.
Magica OLIMPIA La Provincia di Terni per la cultura
Una moneta del 364 aC mostra una personalizzazione di Olimpia: splendidi occhi, naso greco, bocca piccola, labbra ben disegnate. I capelli, raccolti sulla nuca, erano ondulati e acconciati all’indietro.
OLIMPICA I Per Hierone di Siracusa, col corsiero Ottima è l’acqua, l’oro come fuoco acceso nella notte sfolgora sull’esaltante ricchezza: se i premi aneli a cantare, o mio cuore, astro splendente di giorno non cercare più caldo del sole nel vuoto cielo – né gara più alta d’Olimpia celebriamo, onde l’inno glorioso incorona con pensieri di poeti: che gridino il figlio di Kronos, giunti alla ricca beata dimora di Hiéron! Pindaro [scritta nel 476 aC] Così come come l’acqua è prima tra gli elementi, l’oro lo è tra le ricchezze, il sole tra gli astri, la corona olimpica primeggia tra i premi per le gare agonali.
Un Heraion è un luogo di culto dedicato alla dea greca Era. Hanno questo nome numerosi santuari della Grecia antica, dall'epoca arcaica a quella ellenistica, collocati in tutto il bacino del mar Mediterraneo. Heraion di Samo, Heraion di Hera Limenia, presso Corinto Heraion di Hera Acraia, a Corinto Heraion di Olimpia, ad Olimpia Heraion di Argo, ad Argo Heraion alla foce del Sele, presso Paestum Heraion detto Basilica di Paestum Heraion detto di Nettuno a Paestum Heraion di Metaponto Heraion di Hera Lacinia, presso Crotone Heraion di Selinunte Heraion di Agrigento
Era è la figlia primigenia di Crono e di Rea e sorella e moglie di Zeus. Settima moglie (secondo Esiodo) di Zeus perché preceduta da Meti, Temi, Eurinome, Demetra, Mnemosine e Leto. Viene descritta come bellissima e maestosa donna dai neri capelli ondulati e dalle braccia candide e morbide. A lei tornava sempre Zeus, nonostante i mille tradimenti. Fu la protettrice del focolare domestico e del vincolo matrimoniale, nonché di tutti gli avvenimenti capitali nella vita delle donne. Fu simbolo di ogni virtù femminile. Presiedeva dunque ai parti e alle nozze. Il culto di Era (signora argiva, dice Esiodo), il cui centro fu Argo, si estese con l’estendersi del mito che faceva della dea la protettrice del matrimonio; venne in particolare onorata, come tale, e non solo perché sposa di Zeus, anche a Samo, Micene, Olimpia, Sparta, Corinto dove era venerata con l’epiteto di Acraia, a Corcira, nella Beozia, nell’isola di Eubea dove si diceva fosse fuggita una volta, offesa a causa di uno dei tanti tradimenti di Zeus, e in occidente a Crotone con l’appellativo di Lacinia. I luoghi principali del culto di Era furono Argo, dove aveva il suo tempio più celebre e una splendida e colossale statua in oro e avorio1 opera di Policleto2, Micene, Corinto, Sparta, in Samo, Platea, Sicione. I Romani la identificarono con Giunone.
Colline basse ricoperte di pini, piccole spianate con ulivi, densissimi di olive, e vigne, cipressi dalle punte verde scuro. Il bosco sacro ove venivano organizzati i giochi olimpici era denominato Altis. Olimpia è l'antica città greca sede dei giochi olimpici, ma anche santuario, cioè importante luogo di culto. Incastonata lungo la valle del fiume Alfeo, Olimpia era costellata di templi, teatri, monumenti celebrativi e statue, ma anche sede degli alloggi per gli atleti nel periodo delle competizioni sportive. Comprendeva un recinto sacro, l'Altis (200 per 177 metri), in cui crescevano platani, pioppi, pini, olivi selvatici. Sulla parte orientale dell'Altis erano situati lo stadio e l'ippodromo, mentre, verso occidente, erano la palestra e il ginnasio al cui interno gli atleti dovevano allenarsi almeno un mese prima dell'inizio delle gare. Durante lo svolgimento della festa sportivo-religiosa cessavano, in Grecia, tutte le guerre. Secondo Eratostene la prima Olimpiade si svolse nel 776 a.C. L'Heraion , uno dei più antichi edifici dorici di cui si possono ammirare i resti e al cui interno venivano custodite le corone di alloro riservate ai vincitori dei giochi, era il tempio dedicato alla dea greca Era. Eretto verso la fine del VII secolo aC ai piedi del basso colle Cronio, era costituito da 6 colonne nel fronte (17,38 m) e 16 colonne nel lato (48,63 m). Le colonne sono alte 6,20 metri e inizialmente erano lignee, ma successivamente, man mano che il legno si imputridiva, vennero sostituite con colonne lapidee - calcaree.
Omero: Iliade, IV, VIII, XIV, XXI; Esiodo: Teogonia; Ovidio: Fasti, V, Metamorfosi, XV; Virgilio: Eneide, VII; Stazio: Tebaide, I; Dante: Inferno, XXX.
1 - crisoelefantino, d’oro e d’avorio. Composto da xrusoj, chrysos oro e elefantinoj, elephantinos d’avorio, eburneo. 2 - Policleto il Vecchio, attivo in Argo dal 460-420. In Atene fu in contatto con Fidia. Poche le notizie su di lui. Le sue opere sono conosciute solo attraverso copie romane. Vitruvio dice di lui che fu prevalentemente bronzista, in particolare per statue di atleti. I princìpi di proporzione e simmetria da lui applicati, furono espressi nel suo trattato, perduto, Canone.
1° parte
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LICEO CLASSICO
G . C . TA C I T O
Fabbriche e cantieri divenuti luoghi di cordoglio rivelano l’identità dell’Italietta del chiudiamo un occhio, quella che cerca nell’astuzia tutta peninsulare i mezzi per conseguire il miglior risultato con la minor fatica. Così il costume mostra, in questo caso, il suo volto tragico, regalando alla nazione un luttuoso primato a livello europeo: ogni giorno,
I L L AV O R O E L A V I TA : D I R I T T I I N E S T I M A B I L I in Italia, quattro persone perdono la vita sul posto di lavoro. Quale maggiore oltraggio alla dignità dell’uomo, al valore della vita? Il lavoro, infatti, è la più nobile attività dell’uomo, quella che, come afferma Esiodo, lo nobilita; con esso l’individuo può guadagnarsi la propria autonomia e contribuire al progresso umano e sociale. La costituzione lo elegge a fondamento della società e lo definisce dovere e diritto essenziale del cittadino; in quanto tale, il lavoro dovrebbe essere rispettato ed in ogni modo tutelato sia negli aspetti materiali e fisici sia in quelli spirituali e psicologici. Al contrario, il panorama
professionale attuale è del tutto agli antipodi; il settore del lavoro è strozzato dalla disonestà utilitaristica di datori di lavoro e dall’incuria incosciente di dipendenti. Condizioni professionali peggiori delle odierne sono a fatica immaginabili: contratti di lavori a tempo determinato, assunzioni peregrine, criteri fraudolenti hanno creato folle di precari. Tra gli occupati c’è chi non è grato alla sua ormai rara fortuna e trascura norme e leggi e chi, invece, si trova, suo malgrado, a svolgere l’attività alla quale consacra l’intera esistenza tra rischi e insicurezza. Eppure, la produttività non trae affatto giovamento da
condizioni pericolose di lavoro, giacché, come scrivono Berra e Prestipino in Lo studio del lavoro e la psicologia della sicurezza lavorativa, esse comportano un rallentamento nelle lavorazioni, poiché gli operai devono usare maggiore cautela di quanto sarebbe necessaria in assenza del pericolo. Una conferma di ciò è il fatto che al funesto record italiano non corrisponde un primato nella produttività. Il problema è di carattere tecnico, culturale, etico. Benché sia ovvia a tutti la necessità di risolvere l’emergenza, le cifre continuano ad essere alte; né il buonsenso, né gli appelli del Presidente della Repubblica le hanno ridotte.
Tuttavia, lasciar avvenire ogni giorno morti evitabili è un delitto; stringersi al dolore ed al compianto delle famiglie mutilate non basta: occorre mettere da parte ciniche logiche del profitto, superficialità criminali, poiché la vita umana non ha prezzo. Marta Filidei IIIPN
LAVORO: FONTE DI PROGRESSO, NON DI DECESSO La Repubblica Italiana riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro. Il lavoro, tuttavia, non solo è un diritto fondamentale dell’uomo, ma è anche una garanzia imprescindibile di sussistenza di sistemi sociali complessi. Se nel mondo classico il lavoro era concepito come una attività pratica esecrabile perché incompatibile con la promozione morale e culturale dell’individuo, e con l’ideale aureo della vita contemplativa, con la diffusione del Cristianesimo, poi
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del Calvinismo e con le grandi rivoluzioni industriali, il lavoro comincia a mutare fisionomia facendosi condizione essenziale di autonomia, libertà e autorealizzazione oltre che fattore di benessere e sviluppo sociale. Infatti, parallelamente alla complessificazione delle strutture sociali, gli ideali capitalistici di produttività e competitività si sono progressivamente affermati, rendendo così il lavoro e l’impegno professionale del singolo di vitale importanza ai fini del progresso materiale e spirituale della società. La diversificazione del lavoro e la nascita di nuove figure professionali ha ulteriormente reso complessi modi e tempi delle prestazioni lavorative, ponendo così l’annosa questione della sicurezza sul lavoro drammaticamente denunciata dal consistente aumento delle cosiddette morti bianche nell’ultimo decennio. Il problema della tutela della salute psico-fisica dei lavoratori si è posta con maggior urgenza riguardo a quelle categorie professio-
nali più esposte ai rischi, categorie perlopiù che costituiscono nella loro specificità la base del progresso sociale e produttivo. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenuto sul tema a causa dell’ultima vittima sul lavoro, ha insistito sulla necessità di risolvere il problema al più presto, pena la decadenza della civiltà del paese e sono sorte, in relazione alla gravosa questione, numerose iniziative tendenti a risolvere o, almeno, a limitare il numero degli infortuni e decessi sul posto di lavoro; si è, d’altronde, posto il problema della conciliazione del diritto alla sicurezza con la necessità delle imprese di produrre ottimizzando i costi e massimizzando il profitto. Se una accentuazione di questa istanza produttiva ha fatto allarmare gli economisti e i sociologi più lungimiranti soprattutto in direzione delle ripercussioni sociali delle politiche aziendali, facendo percepire la sicurezza sul lavoro come una voce negativa sul bilancio più che come un diritto fondamentale, tutta-
via sono spesso gli stesso soggetti coinvolti in attività professionali ad alto rischio a trascurare le norme. Tale negligenza nell’applicazione delle misure preventive di sicurezza (elmetti, mascherine, tute speciali) è dovuta sia al fatto che, in alcuni casi, la pedissequa osservanza delle norme imposte condurrebbe, secondo quanto dichiarato dai lavoratori stessi, ad una riduzione significativa della dinamicità e dell’efficacia del lavoro, sia ad una leggerezza e incuranza del pericolo da parte dei lavoratori, di cui va presa coscienza. Questi due ultimi aspetti possono forse essere spiegati alla luce di una mancata consapevolezza dei concreti fattori di rischio presenti in attività lavorative considerate pericolose. Con età di pensionamento sempre più ridotte si incorre nella impossibilità pratica di accostare a soggetti inesperti, che si affacciano per la prima volta in un ambiente lavorativo rischioso, figure di salda esperienza professionale che possano essere modelli di una condotta corretta sul
lavoro, indicando le pratiche concrete tese a limitare i rischi ed a garantire la tutela della sicurezza in modo pratico e non solo astrattamente, tramite un elenco di procedure teoriche, spesso purtroppo del tutto ignorate dai loro destinatari. Tramandare un’esperienza lavorativa concreta potrebbe rivelarsi un’ottima opportunità per evitare incidenti drammatici spesso dovuti all’inconsapevolezza professionale in cui versano alcune categorie, a patto che essa sia legata ad una politica delle imprese volta alla tutela del lavoro ed al rigore nel pretendere da parte dei lavoratori l’osservanza delle regole. In questo senso urge riportare al centro il valore della dignità umana facendo prevalere l’uomo sull’economia. Domitilla Lattanzi IIIPN
27 gennaio GIORNO DELLAMEMORIA: per non dimenticare!
Proseguono gli appuntamenti del Centro per i Diritti Umani: questo mese troviamo in primo piano i diritti dei minori. Gli incontri del Corso introduttivo alla conoscenza dei Diritti umani e delle loro violazioni: Lungo cammino verso la libertà curati dal professor Marcello Ricci, che si tengono presso il Centro socio-culturale in Via Aminale tutti i martedì dalle 15.30 alle 17.00, come di consueto vedranno partecipi molti giovani. Questi gi appuntamenti di gennaio: - 19 Gennaio: Il razzismo, le teorie e la storia, parte I (dal razzismo culturale a quello biologico, i razzismi) - 26 Gennaio: Il razzismo, le teorie e la storia, parte II (dal razzismo biologico al razzismo differenzialista, la Convenzione internazionale sulla discriminazione razziale).
D i rit t i i n sc e n a Il rumore delle ossa scricchiolanti, testo di Suzanne Lebeau, verrà letto al Caffè Letterario della BCT di Terni il 14 gennaio alle ore 17.00 per la rassegna Diritti in scena, a cura di Irene Loesch (Centro per i Diritti Umani). L’opera teatrale tratta la storia di due bambini soldato (Elikia e Joseph, 13 e 8 anni) che facevano parte di quel mezzo milione di minori che al giorno d’oggi è obbligato a combattere in 85 paesi, in eserciti regolari o gruppi armati di opposizione. Vengono raccontate le vicende di bambini strappati alla loro infanzia per essere addestrati a diventare macchine senza sentimenti. Nonostante le difficoltà che comporta trattare un tema delicato come questo, l’autrice riesce ad affrontarlo con un distacco tale da consentire allo spettatore di giudicare oggettivamente un problema così coinvolgente a livello emotivo. Il testo ha ottenuto una menzione speciale dalla Comedié Française e vari premi in Canada.
Il 27 Gennaio di 64 anni fa veniva scoperto l’orrore di Auschwitz. Quando i militari dell’Armata Rossa varcarono i cancelli di Auschwitz, assieme ai pochi superstiti liberarono l’Orrore, ciò che nessuno forse prima di quel giorno avrebbe mai immaginato fosse possibile. Per non dimenticare la Shoah, lo sterminio di tanti milioni di ebrei, zingari, omosessuali, prigionieri di guerra ed oppositori politici, con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 è stata istituita dal parlamento italiano la Giornata della Memoria in commemorazione delle vittime del nazismo, del fascismo, dell’olocausto e in onore di coloro che hanno dato la vita per proteggere i perseguitati. Da 9 anni in Italia il 27 Gennaio si susseguono commemorazioni, iniziative, marce, concerti tutte con un solo obiettivo: non dimenticare! E fare in modo che certe cose non accadano più. Proprio in occasione del giorno della memoria il 26 Gennaio 2009 a Terni, presso il Teatro Verdi, alle ore 9,00 e alle 11,00 per le scuole e alle 21,00 per tutta la città, il Centro per i diritti umani presenterà Ed ecco a voi: Theresienstadt! in collaborazione con il Coro Piccoli Romei di San Michele Arcangelo. Lo spettacolo narra della messa in scena da parte dei prigionieri del campo di “Brundibar”, un’operina per voci bianche e orchestra scritta nel 1941 a Praga dal compositore Hans Kràsa che nello stesso anno venne arrestato e internato a Terezin, anticamera dei campi di concentramento. Costretti a mimare una vita normale, gli ebrei di Terezin cercarono nella cultura e nell’arte la forza per sopravvivere, dando una lezione di civiltà al mondo. Brundibar racconta la storia - metaforica - di due bimbi Aninka e Pepicek che sconfiggono, con l’aiuto degli animali e di tutti gli altri bambini, un prepotente che voleva impedire loro di racimolare i soldi per comprare il latte alla mamma malata. Una bella favola per bambini, ma con un’intensa simbologia: il perfido Brundibar incarna la figura del male (l’oppressore nazista) e i fanciulli rappresentano le inermi vittime dello sterminio, che unendosi solidali fra di loro preludono un futuro riscatto. Il valzer di Brundibar diventò l’inno dei prigionieri di Terezín, la colonna sonora di una residua speranza di libertà. L’operina di Kràsa, con la sua ingenua morale, venne messa in scena a Terezin, il 23 Settembre del ’43 e replicata 55 volte. Nei mesi successivi quasi tutti gli interpreti e il compositore vennero trasferiti e uccisi. Testimonianze di chi è sopravvissuto: Brundibar e tutto ciò che di culturale abbiamo fatto aveva una grandissima importanza per noi (…) Così come gli altri bambini hanno le favole, le principesse e i principi e danno sempre alle lotte cattive nelle favole una visuale positiva, così era per noi Brundibar. Noi potevamo cantare, potevamo lottare contro il cattivo Brundibar, che per noi era come Hitler, un uomo cattivo. Per noi ha avuto un grande significato. Nelle rappresentazioni noi avevamo battuto Hitler, eravamo felici di poter cantare di aver battuto il cattivo Brundibar. Wanda Broccucci e Giulia Angelosanti
Progetto Mandela - La paura mangia l’anima Orari & Corsi RECITAZIONE: Elementi di recitazione dizione, tecniche di improvvisazione ed interpretazione. Martedì: 17.30 – 19.30 Venerdì: 15.30 – 17.30 DRAMMATURGIA: Scrivere per il teatro Martedì e Giovedì: 17.30 – 19.30 COMUNICAZIONE: Radio, web, foto, stampa per raccontare il Progetto Giovedì: 17.00 – 19.00 SCENOGRAFIA: Fantasia e manualità al servizio della messa in scena Giovedì: 15.30 – 17.30 I laboratori partiranno dal 7 Gennaio MUSICA: Ascolto, composizione ed esecuzione Giovedì: 15.30 – 17.30 Le iscrizioni sono aperte a tutti. Sede: Via Camporali 1, Terni
I laboratori sono gratuiti e aperti a tutti. Vi aspettiamo!
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w w w. i n t e rc r a l t e r n i . i t 3356511243 - 3482864978 - 3394330715
Venerdì 29 gennaio
Circolo IL DRAGO - ORE 20
Conferenza del Prof. Paolo Renzi Chiar e , f re sc he e sa n te a c q u e. Dèi, san t i e a c q ue sa c r e in U mb r ia . L’uomo da sempre ha riconosciuto nell’acqua l’elemento principe della vita, tanto che in alcune lingue antiche le parole “acqua” e “vita” hanno origine dalla stessa radice lessicale. L’Umbria, oggi come tremila anni fa, più che essere una regione verde, si caratterizza anzitutto come terra di acque. La stessa origine del nome Umbri anticamente veniva ricollegata in maniera fantasiosa (ma significativa) all’etimo greco òmbros, corrispondente al latino imber (pioggia), ed essi erano Ara di Nettuno - Museo Archeologico di Terni pertanto indicati come una popolazione antichissima, addirittura sopravvissuta al diluvio universale. È frequente nel mondo italico (ma non solo) l’identificazione di antiche popolazioni con il bacino imbrifero di un fiume, nonché la denominazione del centro principale di un ethnos così individuato con il corso d’acqua che lo lambiva. È il caso di quegli Umbri Naharti che adottarono l’antico nome del fiume Nera (Nahar), i quali dettero vita nella valle di Terni ad una fiorente cultura protostorica sviluppatasi per buona parte del I millennio a.C. e che ebbero il loro centro principale in quella che in epoca romana sarà denominata Interamna, “città fra le acque”, affiancata dall’aggettivo Nahars, “del Nera”. Nell’antichità le acque sotto qualsiasi forma (sorgenti, fiumi, laghi, mari) erano considerate sacre e pertanto erano oggetto di culto, specialmente laddove a esse era riconosciuto un particolare valore curativo. In tal senso il Nera doveva essere considerato un fiume particolarmente sacro, per la presenza lungo il suo corso di sorgenti sulfuree salutari che sono all’origine del suo nome: sappiamo infatti da Varrone che in lingua umbro-sabina nahar significa zolfo. Nell’Umbria antica, sia in epoca umbra che in quella romana, è possibile per un osservatore attento individuare numerose testimonianze di culti resi alle acque: tali culti, rintracciabili nei centri maggiori e minori della regione, ci sono noti da varie fonti letterarie di epoca classica, ma anche da evidenze archeologiche di varia natura, talora di carattere estremamente monumentale, altre volte di tipo davvero modesto. Il culto avveniva a seguito della correlazione delle acque ritenute sacre a specifiche divinità maggiori e minori del pantheon umbro e romano: talvolta queste sono ben identificabili, grazie a evidenze epigrafiche, iconografiche, o cultuali, talora sono invece destinate a rimanere sconosciute. Alcuni di questi culti sono evidentemente sopravvissuti alla fine dell’epoca classica, dopo essere stati trasformati a seguito di un processo di cristianizzazione. Proprio in quanto oggetto di culto, le acque e l’ambiente in cui esse si trovavano anticamente venivano rispettate secondo princìpi che oggi definiremmo di ecologia, che purtroppo nei secoli successivi, soprattutto quelli più vicini a noi, sono stati trascurati o addirittura abbandonati. Andare alla ricerca e alla interpretazione di queste antiche testimonianze di religiosità, significa rapportarsi con la storia antica e con l’ambiente di una regione che ha proprio nelle risorse culturali e ambientali il suo punto di forza: se gli umbri moderni avessero maggiore coscienza della loro peculiarità, certamente si adoprerebbero per preservarle, dopo le operate negli ultimi Vico Catina 15/A - Terni 0744471180 distruzioni due secoli. ilconvivioterni@virgilio.it Chiuso di Domenica Paolo Renzi
Anche a casa vostra
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Venerdì 26 febbraio
Conferenza del Prof. Renzo Nobili Terni: dallo Stato pontificio al Regno d’Italia Nel 2005 il bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini venne celebrato persino a Belgrado con incontri, dibattiti e pubblicazioni di volumi bilingue, ma in Italia nulla si fece. Nel 2007 il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi fu celebrato in ogni anfratto dell’America latina, ma in Italia venne ricordato solo in qualche paludato e distratto convegno semiclandestino. Abbiamo dunque motivo per temere che anche la straordinaria ricorrenza del centocinquantesimo della nascita dello Stato italiano, che cadrà il prossimo anno, troverà scarsa eco nell’opinione pubblica nazionale. E’ questo il motivo che ci stimola a commemorare un momento storico di straordinaria importanza che cade proprio quest’anno, ma che è, sicuramente, sconosciuto alla gran parte dei cittadini e, forse, anche alle stesse autorità istituzionali. Ci riferiamo alle vicende legate agli ultimi atti dell’amministrazione pontificia a Terni e all’origine del Comune moderno, avvenute nell’autunno del 1860, anno in cui ci si sbarazzò del vecchio e antiquato Consiglio generale, emanazione locale del papa-re, e si elesse il nuovo Consiglio comunale. Un modo, questo, per riscoprire il Risorgimento e, magari, per avviare le celebrazioni dei centocinquant’anni dell’unità d’Italia che, ci auguriamo, rappresenteranno un forte segnale per coloro che nella distruzione del passato intravedono la possibilità di disgregare definitivamente lo Stato italiano e di cancellare l’idea stessa di Repubblica. In questa sede, ci limitiamo a ricordare che l’Unità del nostro Paese si realizzò in un periodo favolosamente breve. Fu tra la primavera del 1859 e l’inverno del 1861 che, da una Italia divisa in sette Stati, nacque un nuovo regno: un percorso che parte dalla vittoria militare degli eserciti francopiemontesi e si conclude con la proclamazione di Vittorio Emanuele II re d’Italia. E’ proprio in questo breve spazio di tempo che, a Terni, in quella che era allora una piccola città, ma che aveva vissuto intensamente il movimento risorgimentale, si realizzò il cambio della guardia nel Palazzo comunale. Infatti il 18 settembre del 1860 si riunì, per l’ultima volta, la magistratura della città, allora composta dal gonfaloniere Ruffini e dagli anziani (assessori) Nicoletti, Setacci, Viviani e il conte Pressio Colonnese. L’11 novembre si insediò la nuova giunta del Comune di Terni. Con regio decreto venne nominato sindaco Giuseppe Nicoletti, già presidente del Circolo popolare di Terni e capitano della Guardia nazionale che aveva combattuto a Roma nel 1849. Renzo Nobili
Cenacolo Culturale ore 20 - Conferenza ore 21 - Cena Conviviale, presso lo stesso Salone Conferenze del Circolo Il Drago. Al termine di quest’ultima, interventi e discussione. PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
Per prenotare: F. De Nardis 3482864978 A. Giocondi 3394330715 S. Pascarelli 3356511243
A t t i v i t à d e l C r a l I n p s Te r n i Sabato 23 gennaio Buonumore in tavola Hotel Valentino, Via Plinio Il Giovane Ristorante Fontanella - ore 20,30 Buongusto & Barzellette Primo appuntamento per i buongustai e per gli appassionati delle “barzellette”, un genere di umorismo che non è mai passato di moda, anzi… Serata conviviale all’insegna del buon cibo e del buonumore. Durante la serata chi lo desidera può raccontare le sue barzellette preferite, quelle che non lo hanno mai tradito. Alla serata possono, ovviamente, partecipare tutti, anche coloro che amano solo ascoltare barzellette. Quota di partecipazione 25 € Prenotazioni per la serata da confermare entro il 16 gennaio 2010. Armando Giocondi info 339.4330715
Rugby una passione che aiuta a vivere meglio Un All Black, Zinzan Brooke, uno dei più grandi giocatori della mitica squadra nazionale neozelandese, su un campetto di periferia, a Vascigliano di Stroncone, che spiega ai ragazzini ternani perché il rugby è lo sport che ti può aiutare a capire la vita. E che, al termine, per la gioia dei bambini e dei grandi, esegue, da solo e con la massima serietà, una perfetta haka, la danza tradizionale dei Maori che precede ogni partita degli All Blacks, anche quella recentemente giocata a San Siro contro gli Azzurri. L’immagine di Zinzan circondato dai bambini e dai giovanissimi del Rugby Terni è una delle più significative della storia breve e bellissima della rinascita del rugby in città. Una vera e propria passione travolgente che in appena quattro anni ha già portato duecento ragazzi (e ragazze) a tesserarsi per giocare a mini-rugby, oppure per scendere in campo nei vari campionati dell’Under 14, dell’Under 16, dell’Under 18 fino alla seniores, in cui sono impegnate le squadre in maglia rossoverde, rigorosamente a strisce orizzontali. Fin dall’inizio - spiega Alessandro Betti, il presidente del CentralMotor Terni Rugby - abbiamo voluto privilegiare e mettere in primo piano i valori che sono legati a questo stupendo sport: lo spirito di gruppo, la lealtà, il rispetto per l’avversario, il sacrificio. Abbiamo cominciato questa avventura con l’obiettivo di toglierci qualche soddisfazione in campo, perché poi vincere piace a tutti. Ma soprattutto l’abbiamo fatto perché crediamo che, in questo momento, il rugby abbia molto da insegnare ai nostri ragazzi sia per l’attività sportiva che per la vita. E in effetti l’associazione sportiva Rugby Terni sta dimostrando particolare attenzione al settore giovanile, con allenatori preparati che in alcuni casi sono anche psicologi dello sport, e agli aspetti sociali. Proprio quest’anno è partito un grande progetto per l’educazione alla pro socialità ai ragazzi delle scuole attraverso il rugby. E’ un progetto che abbiamo preparato e presentato in Regione - spiegano i tecnici Marta Corazzi, Jacopo Borghetti e Valerio Guidarelli - e l’assessorato alle politiche sociali lo ha accolto con grande interesse, sostenendo la nostra attività. E così, non si pensa solo agli allenamenti al campo, ma la mattina si va nelle scuole a raccontare il rugby, a far innamorare di questo gioco i ragazzi. Anche quelli che hanno dei problemi. Anzi, soprattutto loro che imparano così ad indirizzare la propria aggressività all’interno di regole e valori. E soprattutto possono iniziare a capire che nella vita c’è sempre bisogno del sostegno degli altri. Il rugby - spiega il tecnico argentino del Centralmotor Rugby Terni Adrian Di Giusto - è l’unico sport in cui per avanzare bisogna passare la palla indietro. E per farlo hai bisogno che i tuoi compagni siano lì, a darti sostegno: in questo sport non si vince mai da soli. E, a proposito di vittorie, dopo il bellissimo campionato dello scorso anno, che ha portato per la prima volta i Draghi rossoverdi a disputare i play off per l’accesso alla serie B, in questa stagione, dopo un avvio non facilissimo, il Rugby Terni ha ricominciato a vincere. Anche con la prima squadra, dopo le prime tre stagioni, abbiamo deciso di far ripartire una nuova scommessa, spiega il presidente Betti. Abbiamo puntato su un allenatore esperto che viene dall’Argentina e che ha lavorato in diverse piazze, anche a Perugia, in serie B. Adrian ci sta aiutando a far crescere non solo la seniores, ma tutto il settore giovanile. Abbiamo anche deciso di fare una squadra seniores tutta composta di ternani, o di ragazzi provenienti dal nostro vivaio. All’inizio abbiamo pagato pegno per la nostra inesperienza e per la gioventù della squadra, ma il tempo ci sta dando ragione. La prossima gara interna del CentralMotor Rugby Terni nel campionato di serie C si disputerà domenica 24 gennaio alle 14.30 sul campo di Vascigliano di Stroncone che per questa stagione è la casa del rugby ternano in attesa della costruzione del nuovo impianto sportivo a San Valentino. Per informazioni e per iscriversi o iscrivere i propri figli dai 6 anni in su si può telefonare al 392 1010105, oppure scrivere a info@rugbyterni.it anche dopo aver consultato il sito web www.rugbyterni.it Gianluca Diamanti
E anche San Valentino diventa ovale A febbraio, per la terza volta, sarà SantOVALEntino. Il grande torneo di minirugby cresciuto insieme al rugby ternano, sbarcherà di nuovo allo stadio Liberati, dove il 13 febbraio si ritroveranno un migliaio di ragazzini dai 6 ai 13 anni provenienti da tutta Italia. Sarà una festa come lo scorso anno spiegano gli organizzatori - perché i bambini e i loro accompagnatori potranno vivere il clima degli eventi valentiniani ternani alla vigilia del match Italia-Inghilterra del 6 Nazioni che si disputerà il giorno successivo al Flaminio di Roma. Il mini-rugby è prima di tutto un grande gioco che permette ai ragazzi di vivere tutti i valori del rugby dei grandi senza correre alcun rischio fisico. Le regole sono infatti diverse e consentono ai giovanissimi di giocare divertendosi, senza eccessivo agonismo. Soprattutto consentono loro di vivere insieme delle splendide giornate. Come sarà quella del Liberati. Basti pensare che lo scorso febbraio durante e dopo le partite giocate sul manto erboso dello stadio, i volontari del Rugby Terni e i genitori dei ragazzi hanno preparato cibo e bevande per tutti, negli stand appositamente allestiti, per onorare una delle più belle tradizioni del rugby, quella del terzo tempo. Al termine di ogni partita, dalla Nazionale ai bambini, c’è sempre un pranzo o una cena da consumare insieme agli avversari e agli arbitri, e - a volte - anche con il pubblico, per discutere del match e soprattutto per condividere i GD valori di amicizia e di lealtà che animano questo sport.
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DIRETTISSIMA Roma-Firenze, tratta Roma-Orte
PARCHEGGI ARE A N E W Y O R K
Prove ETR600 in Direttissima a 250 km/h
10 milioni di multe nel 2008 $ 620 milioni di incasso!
Filmato YOUTUBE su cui le FS devono fugare ogni dubbio http://www.youtube.com/watch?v=vIsuMYtJ6fk
Quale appassionato di strade ferrate, ho scovato su Internet un viaggio prova a bordo del treno ETR 600, verosimilmente avvenuto lungo un brano della “Direttissima” Roma-Firenze. Da tale clip, però, si ascoltano parole su cui le FS dovranno spazzare via ogni ombra: parole che sarebbero state pronunciate da personale FS visto che, nel settembre 2008 quando il video fu posto su You Tube, l’ETR 600 non era ancora in servizio ufficiale -sarebbe accaduto in dicembre- e nella cabina di guida non potevano dunque esserci improbabili ospiti in vena di chiacchiere, ma solo personale tecnico FS –ancorché mai inquadrato dalla cinepresa. La “Direttissima” Roma-Firenze, interamente conclusa solo nel 1992, è una linea diversa dalle più moderne Roma-Napoli AV e Milano-Bologna-Firenze AV. La velocità massima, sulla Roma-Firenze, fu pari a 180km/h fino al 1985, poi 200km/h fino all’88 quando venne incrementata a 250km/h grazie all’arrivo dei treni ETR 450. Ecco cosa si dice nel filmato: (voci sovrapposte, incomprensibili) - A Comunque il tratto Orte… Orte-Roma è messo male, eh! - B Sì, eh? - A Sì” - B Non sarebbe proprio un tratto da 250km/h, secondo me! - A No, no. Anche sul 500 (ETR 500, nda) si balla, si… - C No, è che sul 500…- A Essere in vettura si balla che fa paura - B Finché sei seduto là, non te ne accorgi, ma quando sei… - A Sul 500, a essere in vettura, a volte si… (incomprensibile) - B Uhm, uhm. L’ETR 500 è diverso dal 600 perché non pendola (funzione di tilting). Tuttavia l’interlocutore A è perentorio nel sostenere che, sulla specifica tratta Orte-Roma, non solo sul 600 ma “anche sul 500 si balla” in una maniera tale da “far paura” a causa della velocità su un percorso asseritamente “messo male”. Quindi l’assetto variabile di alcuni treni non influenza i ragionamenti di A. A e B si esprimono in un modo che appare meritevole di approfondimento. Per tutti, anche per l’utenza pendolare umbra e laziale che, ogni giorno, percorre quella tratta, è necessario un atto di chiarezza da parte di FS. andrealiberatius@gmail.com
Chi non ricorda il modo magistrale con cui Roberto Benigni raccontò la piaga principale della città di Palermo in Johnny Stecchino? “Il traffico… Troppe, troppe macchine!” Queste amatissime macchine sono un vero e proprio tormento ovunque. Anche a New York, quotidianamente assediata da pendolari in cerca di improbabili parcheggi. I più astuti usano i mezzi pubblici, sicuri e puntuali. Si favoleggia che persino Michael Bloomberg, il sindaco recentemente rieletto, andasse in ufficio in metro. Troppe, troppe macchine anche nella Grande Mela, dove piste ciclabili e aree pedonali faticano a spuntarla. Così, qualche giorno fa, l’Amministrazione municipale decide per la linea dura: multa immediata non appena scade il pagamento del parcheggio. Ma i consiglieri comunali si sono opposti ed è finita in modo diverso. Fino al 2007 gli agenti hanno sempre chiuso un occhio per i primi cinque minuti oltre l’orario pagato. Ma molti automobilisti hanno ignorato le nuove regole. Risultato: delle circa 10 milioni (!) di multe elevate nel 2008 a New York (una pro-capite all’incirca) in tema di parcheggi irregolari, 276.000 riguardavano proprio i primi cinque minuti dopo la scadenza della sosta; 28.000 sono state addirittura elevate nello stesso momento in cui il parchimetro segnava rosso. Ci sono poi fattarelli curiosi come le macchine abbandonate in sosta vietata, multate una volta al giorno. Una collezionò foglietti per 17 mesi e il proprietario avrebbe dovuto pagare $ 32.000 per riscattarla. Sebbene le finanze del municipio di New York risentano della crisi, la voce multe sta rimpolpando pesantemente il bilancio: solo nel 2008 il Comune ha incassato la stratosferica cifra di $ 620 milioni, circa € 400 milioni, il 50% in più rispetto alle cifre del 2003. Forse anche per questo, tutti i 51 consiglieri del City Council hanno preteso più elasticità, con la simbolica opposizione del sindaco Bloomberg che ha messo in guardia sul probabile forte aumento delle contestazioni: In base a quale orologio saranno calcolati i cinque minuti di tolleranza? Nell’attesa di saperlo, se passate da quelle parti evitate di girare per Manhattan con l’auto. Seguite Michael Bloomberg: prendete la metro. O, se proprio non ce la fate, ci sono i taxi, in attesa che, a fine 2010, sbarchi anche qui la Fiat 500. Chissà, allora, che il sindaco stesso non torni al volante?... andrealiberatius@gmail.com
L’ u l t i m a s f i d a Nel 1979 esce il romanzo di maggior successo di Calvino dal titolo molto particolare Se una notte d’inverno un viaggiatore. Questa volta il gioco combinatorio viene applicato alla letteratura, i libri hanno una funzione analoga alle carte dei tarocchi nel Castello dei destini incrociati: creano, accostandosi, relazioni e significati più vari ed imprevedibili. Nel libro si riflette sul senso della scrittura e si analizza soprattutto il rapporto tra l’opera e il lettore. Infatti proprio negli anni settanta la critica aveva spostato la propria attenzione dal testo letterario al pubblico, elaborando con H. R. Jauss (1921-97) l’ Estetica della ricezione, in base alla quale il lettore entra a pieno titolo nell’opera, cessando di avere un ruolo meramente recettivo e contemporaneamente acquistando una funzione attiva e propositiva. E’ proprio un Lettore il protagonista di cui non viene mai detto il nome il quale, entrato in libreria per comperare il romanzo di Calvino,
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si accorge di aver acquistato un copia difettosa composta dalle pagine iniziali del romanzo ripetute per tutto il volume. Inizia così la ricerca di una copia corretta che non viene mai ritrovata a causa di una congiura ideata dal traduttore falsario Ermes Manara che ha una visione mistificatoria della letteratura come meccanismo ingannevole, pasticcio di modelli creativi. Entrano nella vicenda altri due personaggi: Ludmilla, che invece ama gli scrittori che scrivono libri come una pianta di zucche fa le zucche e Silas Flannery scrittore in crisi e controfigura di Calvino, che cerca di difendersi dalle astuzie di Ermes. La trama si dipana attraverso una serie di incipit di romanzi che però restano sospesi. Qui la consueta tensione conoscitiva dell’autore cede il passo al gusto dell’intreccio, della costruzione narrativa, mescolando diversi stili letterari, dal giallo al romanzo erotico, dal thriller al racconto realista. L’opera è un romanzo sulla letteratura o
meglio un iper-romanzo, una riflessione sul valore della scrittura e della lettura, sul rapporto tra queste due facoltà umane e sul ruolo che lo scrittore continua a ricoprire. La sfiducia sulla possibilità di una conoscenza esaustiva del mondo è espressa nell’ultima opera portata a termine da Calvino Palomar (1983), libro eterogeneo e unitario nello stesso tempo che comprende ventisette brani disposti in una struttura ternaria. Le tre parti intitolate Le Vacanze di Palomar, Palomar in città, I silenzi di Palomar, corrispondono a tre aree tematiche e a tre tipi di esperienza. Negli anni delle Cosmicomiche Calvino era interessato a scoprire ciò che si
cela tra gli arabeschi del tappeto, ora sono gli arabeschi a interessarlo nel loro sinuoso intrecciarsi, nel complicato inseguirsi di nodi, di curve e di angoli che nessuno può riprodurre fedelmente. Le osservazioni del signor Palomar (il nome che è quello di un famoso osservatorio astronomico statunitense è chiaramente allusivo), sia quando si confronta con tematiche che coinvolgono tutta la realtà sia quando analizza gli aspetti più semplici della quotidianità, non riescono a giungere ad una organica sistemazione di essa. Lo stesso scacco si riflette nei saggi Collezione di sabbia (1984), raccolta di articoli e memorie su esperienze della sua permanenza parigina e in Sotto il sole giaguaro (1986 postumo) racconti dedicati alla scoperta del mondo attraverso i cinque sensi, solo tre scritti dei cinque progettati. Nel 1985 Calvino accetta l’invito di tenere un ciclo di conferenze sulla letteratura presso l’università americana di Harvard, ma muore improvvisamente poco prima della partenza, quando ha già terminato di scrivere
cinque delle sei lezioni programmate. Le conferenze verranno pubblicate postume nel 1988 con il titolo di Lezioni americane e il sottotitolo assai significativo Sei proposte per il prossimo millennio. Esse costituiscono una sorta di testamento morale. L’autore coglie alcuni valori universali e attorno ad essi struttura le proprie riflessioni sulla modernità e il ruolo della letteratura: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità, manca il testo della Coerenza. Egli ne traccia la storia nella tradizione letteraria e li propone come obiettivi della propria ricerca narrativa; consapevole che nessuna parola potrà dirsi definitiva, ma non per questo l’uomo deve smettere di ricercare un senso nella complessa trama dell’esistenza. Con Calvino si spegne una delle voci più significative della narrativa del secolo scorso, una voce che ha saputo ben interpretare la crisi dell’intellettuale nel passaggio dalla Modernità alla Postmodernità. Prof. Pierluigi Seri
MADAGASCAR
Genéviève Soaritony è una giovane donna malgascia che ha sposato un ternano, Sandro Tedeschi. Di lei il mensile La Pagina ha già parlato nel giugno 2008, nell’articolo intitolato Madagascar: doveva essere solo una vacanza, a proposito dell’iniziativa presa a favore delle ragazze madri in una zona rurale del Madagascar. In base al progetto chiamato Mamme in-formazione sono stati organizzati corsi di cucito, di ricamo, di cucina, di igiene, e sono nate piccole cooperative nei villaggi del nord ovest del paese. Un nuovo progetto, chiamato Mamiko, sposta l’attenzione dalle mamme ai bambini e offre loro un ambiente sano e protetto, in assenza delle mamme impegnate nel lavoro. Genéviève ne ha parlato il 18 giugno del 2009 al Chico Mendes di Maratta Bassa, in occasione di una cena che voleva essere scambio culturale (musica, cucina, artigianato del Madagascar), ma anche raccolta di fondi per il suo nuovo progetto. Si tratta di una scuola materna a favore di circa 50 bambini fra i 2 e i 5 anni, assistiti da due maestre-mamme e da una volontaria, nel comune rurale di Djangoa. Per non escludere i bambini più poveri, la retta mensile richiesta è solo di 1,50 euro, somma che non permette certo di pagare il personale insegnante, né di realizzare una struttura più solida (il materiale utilizzato è il legno, deteriorabile a causa dell’abbondante piovosità della zona). Per questo il progetto ha bisogno di un sostegno economico, o con adozioni a distanza o con altri contributi. Questo sta chiedendo Genéviève, che inoltre spiega le condizioni della popolazione nelle zone rurali del Madagascar: mancanza di energia elettrica, difficoltà di comunicare con l’esterno, analfabetismo, marginalità del ruolo della donna. E delle donne soprattutto si preoccupa lei che ha potuto studiare e viaggiare e si rende conto che le sue connazionali devono fare ancora un lungo cammino. Dice Genéviève: La situazione delle donne è particolarmente dura anche a causa dei costumi tradizionali che assegnano loro un ruolo marginale. Negli ultimi anni è aumentato il numero delle donne che devono provvedere da sole alla propria famiglia o perché abbandonate dal marito o perché vedove. Sono poi numerosi i casi di gravidanza precoce delle ragazze. Se tra le donne sposate sono diffusi i metodi anticoncezionali, vi è un grande pregiudizio per le adolescenti, soprattutto in età scolastica. Purtroppo l’educazione sessuale è ancora un tabù. Per questo motivo molte ragazze si ritrovano sole con i figli a carico senza poter contare sul padre dei propri bambini e senza conoscere i propri diritti. La maggior parte delle donne non ha un lavoro vero e proprio, ma una serie di attività che consente loro di provvedere al cibo per la propria famiglia: pescare a mano i gamberi o raccogliere il cocomero di mare, affumicare i pesci, vendere i dolci tradizionali, coltivare gli ortaggi o il riso, ecc. Lavorare non è quindi una scelta, ma una questione di sopravvivenza. Nonostante la precarietà della vita quotidiana, Genéviève deve riconoscere che in queste zone sono forti i valori della dignità della persona e profondo il senso della comunità e dell’accoglienza. Mi saluta lasciandomi come ricordo un centrino malgascio in cui sono rappresentati con un ricamo a colori i lavori agricoli svolti soprattutto dalle donne della sua terra. Lo custodirò come testimonianza di un’iniziativa coraggiosa che va non solo ammirata ma sostenuta. Elettra Bertini
ADERIRE AL PROGETTO DI SOSTEGNO A DISTANZA Bollettino di c/c postale n. 76916196 intestato all’Associazione Tetezana onlus Bonifico su c/c postale IT53 T076 0103 2000 0007 6916 196 www.tetezanaonlus.org info@tetezanaonlus.org
Analisi della postura Ipertermia Onde d’urto focalizzate Rieducazione ortopedica Rieducazione posturale globale Tecarterapia Test di valutazione e rieducazione isocinetica
Fisioterapia e Riabilitazione Dir. San. Dr. Michele A. Martella - Aut. Reg. n. 8385 del 19/09/01
Terni - Via Botticelli, 17 - Tel 0744.421523 - 401882 13
Parmenide e Eraclito dicono che gli astri sono masse di fuoco condensate.
Acqua sulla luna? Un litro ogni tonnellata di regolite! Nel mese di ottobre, su questo mensile, avevo fatto il punto sui futuri programmi spaziali delle varie nazioni a proposito di ritornare sul nostro satellite per installarvi una base permanente entro il 2020. Punto basilare di questo ambizioso progetto è quello di avere acqua a disposizione in loco. Acqua significa idrogeno ed ossigeno, ovvero vita per l’uomo e propellente per i razzi. La ricerca di questo elemento è iniziata da un paio di decenni, con differenti strumentazioni e per mezzo di numerose sonde spaziali. Le missioni più importanti e in ordine cronologico sono: la sonda Clementine (USA) lanciata nel 1994, la quale rileva con il radar, nei pressi del polo sud, onde di riflessione simili al ghiaccio d’acqua; la sonda Lunar Prospector nel 1998 scopre quantità significative di idrogeno verso i poli lunari; la sonda Cassini, (USA - Italia) lanciata per andare su Saturno, nel 1999, mentre effettua dei giri intorno alla Luna per aumentare la propria velocità di viaggio (effetto fionda), invia verso la terra i risultati dello spettrometro di bordo che rileva presenze di molecole d’acqua e di idrossile (-OH); nel 2007, lo spettrometro EPOXI, a bordo della sonda Deep Impact, in transito ravvicinato sulla Luna mentre viaggia a cercare la cometa Hartley-2 conferma tali rilevazioni. I risultati più importanti si ottengono però in questi ultimi due anni, con la sonda indiana Chandrayaan-1 che dopo ben 3000 orbite intorno alla Luna, evidenzia la presenza di molecole d’acqua e con la missione LRO (USA) che manda ad impattare la sonda LACROSS all’interno del cratere lunare Cabeus in prossimità del polo sud ed analizza subito dopo sia le polveri sollevate che il terreno sotto la superficie. Ebbene, alla luce dei risultati ottenuti, e parliamo di dichiarazioni fatte dalla NASA solo un mese fa circa, si è dimostrato che l’acqua sulla Luna c’è ed anche in misura notevole! Non immaginatevi laghi, fiumi e nemmeno pozzanghere: le condizioni ambientali in assenza di atmosfera e con temperature medie che vanno dai meno centocinquanta gradi centigradi all’ombra ai più cento gradi al sole, le molecole con idrogeno ed ossigeno, si trovano solo allo stato solido, inglobate nella regolite (materiale di cui è composto il suolo lunare) nella misura di circa un litro ogni metro cubo, abbondante verso i poli e in maniera decrescente verso l’equatore, se ne trova fino a circa 60 gradi di latitudine. Quale è l’origine di queste molecole d’acqua? L’ipotesi più accreditata al momento, suffragata con i dati ottenuti dalla strumentazione SARA a bordo della sonda indiana, ci dice che i nuclei di idrogeno contenuti nel vento solare vengono intrappolati nella regolite del suolo lunare e gli ossidi metallici contenuti nella regolite stessa forniscono l’ossigeno necessario alla formazione di queste molecole. Grande soddisfazione dunque tra gli scienziati di tutto il mondo che sono già all’opera per progettare sistemi idonei all’estrazione di questo prezioso liquido. Se, da una parte, questa scoperta accelera la corsa per la colonizzazione del nostro satellite assorbendo le sempre più risicate risorse finanziarie, per contro dovremmo aspettarci un rallentamento delle missioni spaziali verso Marte… quanti lustri passeranno ancora per vedere in diretta il primo uomo lasciare l’impronta sulla rossa sabbia di questo pianeta? Tonino Scacciafratte Presidente A.T.A.M.B. - tonisca@gmail.com
Una
costellazione
al mese
Ed eccoci arrivati alla costellazione di Perseo, l’eroe che salva la principessa Andromeda. E’ facile da rintracciare: si trova sul prolungamento delle stelle di Andromeda. Viene rappresentato mentre tiene in mano la testa di Medusa, una terribile gorgone che l’eroe era riuscito ad uccidere con l’aiuto degli dei prima di salvare Andromeda. In corrispondenza dell’occhio della Medusa troviamo Algol, conosciuta come stella del diavolo (per gli astrologi la più nefasta del cielo) che certamente si comporta in modo molto insolito: per gran parte del tempo brilla come la Stella Polare (mag. 2,1) ma ogni 2,9 giorni la sua luminosità diminuisce in modo sensibile (mag. 3,4). La variabilità è evidentissima anche per un osservatore distratto. E’ classificata come variabile ad eclisse. A metà strada tra la stella delta (d) di Cassiopea e alfa (a) di Perseo c’e il famoso ammasso doppio di Perseo, visibile anche ad occhio nudo come una flebile nebulosità simile a quella della Via lattea. Si trova a circa 7000 a.l. di distanza e le componenti (circa 200 uno e circa 120 l’altro) sono stelle molto giovani nate appena qualche milione di anni fa. Nei pressi della stella g si trova il radiante legato alla più famosa pioggia meteorica, quella appunto delle Perseidi. Giovanna Cozzari
Osservatorio Astronomico di S. Erasmo
Pillole di Astronomia
Osservazioni per il giorno Venerdì 29 Gennaio 2010 In prima serata, alta nel cielo troviamo una bella congiunzione tra la Luna, il pianeta Marte e l'ammasso aperto M44 Il Presepe al centro della costellazione del Cancro. La Luna piena rischiara tutto il cielo lasciando intravvedere ad occhio nudo solo le stelle principali, quelle più luminose. Con il telescopio, la visione della nebulosa di Orione (M42) sarà comunque sempre spettacolare, come pure l'ammasso aperto delle Pleiadi nel Toro. La spiegazione dei principali movimenti della volta celeste e la simulazione al computer TS faranno da corollario alla serata osservativa.
Le variabili ad eclissi sono coppie di stelle che ruotano attorno al comune baricentro. Se il piano orbitale contiene la nostra visuale, ogni volta che le due stelle vengono a trovarsi allineate con l’osservatore avremo un’eclissi dell’una ad opera dell’altra. Il sistema Algol, che dista circa 95 a.l., è costituito da una stella circa 100 volte più brillante del Sole e da una stella 30-50 volte più debole che orbitano vicinissime, a circa 10 milioni di Km l’una dall’altra. GC
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Aëtius, II 3, 8 [Doxographi graeci 342]
L’ a s t r o f i l i L’andra sera... pe’ ffamme ‘mbresta’ lu telescopiu da Zzichicchiu... ch’è ttantu gelosu... ho duvutu faje ‘na lagna che a la fine pe’ ddisperazzione ha cidutu... ma mesà sulu perché stevo ‘nzieme co’ l’amicu suu fidatu ... che ffa’ lu pompiere. M’ha datu però... quillu che addoprava de meno... lu rifrattore senza motore de ‘nseguimentu e ppo’… m’ha sciurinatu ‘n saccu de cunziji e dde raccomannazzioni che quasi quasi m’era vinuta voja d’ardajelu subbitu. Co’ l’amicu miu semo arrivati su ppe’ li Prati... su lu Ruschiu... quanno ggià era tuttu scuru… ce semo ‘ncollati lu strumentu ch’era tuttu bellu che montatu e seguenno li cunziji de Zzichicchiu… l’emo piazzatu ‘n mezzu a ‘n pratu co’ la montatura rivorda verso la Stella Polare… Guarda’ ‘n bo’ se qquante stelle se vedono!... A ‘n certu puntu… sentenno ‘n muvimentu ‘ntornu a noi… l’amicu miu t’ha ‘ccesu ‘n faru che mme parea giornu fattu… Smorza ‘n bo’ ‘sta luce… so’ ssulu ‘n brancu de cavalli… e ppo’ cercamo de fa’ pocu muvimentu pe’ no’ ‘nnervusilli!… Co’ ‘llu po’po’ d’abbajamentu… non ze vedeva più ‘na stella… e doppo che j’ho fattu spegne ‘lla luce... ‘emo duvutu ‘spetta’ ‘n quartu d’ora p’arbituacce l’occhi e arvede’ de novu ‘che astru! Era ora d’annaccene quanno semo riusciti a manovra’ ‘llu tubbu lungu lungu che mme paréa ‘n cannone. Non è che cciavevamo tanta dimestichezza e credenno de falla meno cumplicata ce semo divisi pure li compiti. Io guardavo su lu puntatore… ch’è qquillu binoculittu ‘n do’ ce devi guarda’ pe’ pprimu sinnò n’artrovi gnente… e ppo’ tenevo le ddu’ manopole de spostamentu de diclinazione e dde ascensione retta che sso’ pe’ le curdinate de le stelle… e quill’andru ‘nvece c’eva l’occhi su l’oculare e ‘na mano su la rotella de la messa a ffocu. Avemo ‘ncuminciatu ‘na specie de mitrajata su lu celu… Più ssu… più ggiù… più llà… più qqua... ecco mo’ mitti a ffocu... l’amicu miu me tt’ha fattu… Già lu fattu che mme dici ccucì… a mme che sso’ ppompiere... me fa’ ‘n certu effettu ma ppo’… pe’ ffurtuna che no’ stò su l’aronatica... sinnò co’ ‘sta contraerea!?... A ‘llu puntu… come se c’esse paura de li cavalli t’ha ‘ncuminciatu a ‘ccenne e smorza’ ‘llu torcione che cc’eva che mme pareva ‘n semafuru... M’hai fattu vini’ lu mar de capoccia e ‘gni vorda ce vedo sembre de meno e ppo’... m’hai fattu ‘nnervusi’ pure ‘lle pòre bbestie... ‘n senti che sse stanno a ‘vvicina’!? Co’ lu core che mme batteva come ‘n tamburu... t’ho abbraccicatu lu telescopiu e ho ‘ncuminciatu a ‘llontanamme... l’amicu miu no’ lu vedevo più... Che tte pozzi guastatte... mo’ che ddéi fa luce no’ la fai?... Da lontanu sento ‘na voce... A Lunardi’... chissà come sarà contentu Zzichicchiu che mmo’ su lu telescopiu suu... senza faje spènne gnente... ji cc’emo missu pure l’inseguimentu!? paolo.casali48@alice.it
ASTROrime... Eclisse solare La Luna un po’ birbante… ruotando ci risulta… che l’astro più brillante a volte Lei ci occulta... e quella Luna Nuova lo copre parzialmente (eclisse parziale) e a volte si ritrova a farlo totalmente. (eclisse totale) E’ notte anche se è giorno… il cielo si è stellato… ma presto tutto intorno di nuovo è illuminato. PC
Accadde a Betlemme... Fu una cometa? Chi di noi non ha posto almeno una volta una stella cometa sulla punta dell’albero o nel cielo stellato del presepe? La cometa, il simbolo di un evento ed un messaggio di pace. Dal punto di vista astronomico si possono fare molte considerazioni sul fatto che si possa trattare del ricordo di un evento veramente accaduto e l’interesse degli astronomi per la Stella di Betlemme è sempre stato molto vivo. Fu una cometa o qualche altro fenomeno celeste, come una La congiunzione che si verificò il 9 dicembre del 6 aC supernova o l’allineamento di più pianeti? L’unico Evangelista che riferisce di una stella nel racconto della Natività è Matteo: … Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo” e inoltre: ...Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Matteo non fa cenno ad una cometa, ma parla di una stella. In effetti si cominciò a definirla cometa solo dopo il 1300, quando Giotto, testimone oculare del passaggio della cometa di Halley il 25 ottobre 1301, nel suo dipinto L’Adorazione dei Magi, conservato nella Cappella degli Scrovegni di Padova, raffigurò la stella con una chioma. Prima di Giotto altri artisti, ispirandosi al Vangelo di Matteo, avevano raffigurato la Natività ponendo nel cielo una semplice stella, come ad esempio in un mosaico bizantino del VI sec. che si trova nella Basilica di S.Apollinare Nuovo a Ravenna, o in uno dei pannelli in bronzo della Janua Major, la porta di bronzo della cattedrale di Benevento. L’attenzione degli storici andò alla cometa di Halley, che si mostrò nei cieli nell’ottobre del 12 aC e della quale abbiamo testimonianze scritte dagli astronomi cinesi, che riferirono che fu la cometa più luminosa apparsa in un lasso di tempo di quindici anni prima e dopo il 12 aC. Dobbiamo quindi escludere che la nostra Stella di Betlemme sia Halley, poiché il periodo della sua apparizione e quello della nascità di Gesù non coincidono. Il grande Keplero, che nel 1604 fu testimone di una grande esplosione di una supernova che brillò nel cielo per poche settimane, pensò che quello poteva essere un avvenimento molto simile a quello descritto da Matteo nel Vangelo, ma la durata del fenomeno osservato dai Magi fu di alcuni mesi e quindi anche questa ipotesi venne a traballare. Lo stesso Keplero si rese conto dell’incongruenza e ipotizzò un’alternativa. Avendo egli stesso osservato, alla fine del 1803, anche una rara congiunzione (si verifica all’incirca ogni 800 anni) tra Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci, calcolò con cura che tale eventò si verificò nel 700 (periodo di Carlo Magno) e nel 6 aC (periodo della nascita di Cristo secondo molti studiosi). Nel 6 aC (molti dicono 7 aC perché non conteggiano l’anno 0) tale congiunzione si verificò addirittura per ben tre volte, vale a dire che tra maggio e dicembre i due pianeti si erano avvicinati e allontanati per ben tre volte. I Babilonesi, luogo dal quale provenivano i Magi, erano dediti allo studio dell’astronomia, astrologia e divinazioni e videro in quel segno l’evento straordinario della nascita di un Re. E’ ragionevole dunque immaginare che intrapresero il viaggio alla prima congiunzione e, percorsi circa mille chilometri, giunsero a Betlemme dopo alcuni mesi. In generale per tutti gli esseri umani, al di là delle religioni, le stelle hanno un significato particolare, un valore simbolico: in Alaska i bambini, portando una figura a forma di stella, vanno di casa in casa intonando canti natalizi, sperando di ricevere in cambio regalini; in Polonia, dopo il pasto della vigilia, il parroco del villaggio si traveste da Uomo della Stella e interroga i bambini sulla religione; in Uruguay viene considerata di buon auspicio una stella disegnata all’interno di una mela. E per quanto riguarda la Stella di Betlemme ci auguriamo che presto si possa chiarire scientificamente la sua misteriosa apparizione, ma ci piace comunque considerarla il simbolo Fiorella Isoardi Valentini di un evento, un simbolo ed un messaggio di pace.
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