N° 5 - Maggio 2010 (75°)
I nostri figli Giampiero Raspetti Le prime mosse, sul cervello-scacchiera di un neonato, le fanno i genitori. La mamma è la prima maestra (vedi riquadro a pag. 6). Poi, cervello e scacchiera vengono, per così dire, consegnati alla scuola dell’infanzia ove il bambino comincia, col differenziare i messaggi, a percepire che le fonti delle informazioni sono, oggi, molteplici e, sovente, oblique, ridondanti, contraddittorie. Si prepara a saper vedere, quindi ad intus legere, o intellegere. Intorno ai 6 anni di età, inopinabilmente, lo rituffano nel seno della maestra unica, ovviamente digiuna di conoscenze simboliche, ma che, per non riciclare il Libro Cuore, viene, con operazione di facciata, battezzata come prevalente. Prevalente rispetto a chi, se non c’è ombra di insegnanti scientifici? Nessun insegnamento qualificato per la vera salute mentale dei nostri figli, per gli apprendimenti cioè legati alla matematica, ovvero al saper vedere. Ma, se saremo bravi e buoni, soprattutto ottimisti, avverrà, vedrete, un intervento magico per effetto del quale anche le maestre prevalenti, diplomate o laureate, saranno colpite dal cosiddetto morbo del calcolo infinitesimale e manifesteranno una autentica predilezione per le geometrie non euclidee. I politici no, ma noi cittadini, ci rendiamo conto di quello che sta avvenendo? La matematica, linguaggio e regina delle scienze, ha bisogno di esperti veri, non di ripetitori di formule, delle formidabili sintesi di pensiero cioè che la maestra unica non può capire se non a costo di poderose specializzazioni. E così la partita a scacchi è, oggi, inesorabilmente compromessa. Per tornare alla metafora della scacchiera, l’insegnante delle elementari si trova, comunque, di fronte ad una partita già avanzata. E’ nel primissimo periodo di vita infatti che il bambino riceve l’impronta di base che conterà non solo sul suo sviluppo psichico equilibrato, ma anche sulla capacità di interessarsi alle cose, memorizzare, attivare i circuiti mentali, costruire la sua attitudine a imparare, immaginare, esplorare, capire. A sviluppare, in definitiva, intelligenza e creatività. E allora, chi insegna alla madre, poiché tutto è delegato, in pratica, all’istinto materno, ad effettuare le prime mosse valide? La mamma è consigliata, in pratica, solo in merito alle virtù di pappe e pannolini! I prodotti reclamizzati riguardano tutti la parte biologica; pochissimo c’è per gli stimoli mentali che, con evidenza, commercialmente non rendono come gli omogeneizzati. Ci dovrebbe pensare lo Stato, in uno Stato civile. Ma i nostri tempi, oltre alla diminuzione della qualità e della quantità della matematica, vedono ormai un impegno quasi totalizzante ad allevar veline, ad inculcare passioni per beni effimeri, ad iniettare menzogne e veleni, a produrre gossip, pettegolezzo cioè. E così dobbiamo pensarci noi, ai nostri figli. Dobbiamo cercare di dare il gusto della ricerca scientifica, l’amore per la scienza e per i suoi linguaggi. Alcuni di noi si stanno dando da fare. E tu?
A PA G I N A . . . 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16
E dopo L’Aquila, una risata... - F P a t ri zi Pausa pranzo a Mumbai - A Mel a secch e Maggio all’Astra - B R a t i n i Stranezze d’aprile - P F a b b ri Liberazione - F B o rzi n i INTERPAN Festa della maternità - G R a sp et t i Il silenzio del colore - B R a t i n i Emozioni - P L i b era t i Liceo Classico - A B a rt o l l i n i , G Mo t t a MANDELA - G A n g el o sa n t i , ML B i a n ch i n i Il mito della razza - P S eri Diritti umani - M R i cci SUPERCONTI - C o n co rso d i d i seg n o Matematica - F N eri Crediamo in quello che diciamo? - C C o l a sa n t i La rivolta delle carriole - A L i b era t i Sicurezza atomica: verso una nuova frontiera - A L Livio Agresti - F o n d a zi o n e C a ri t Astronomia - T S ca cci a f ra t t e, G C o zza ri Astronomia - P C a sa l i , F Va l en t i n i SUPERCONTI
Ci piacerebbe credere che sia l’amore a determinare il nostro destino, o che i veri fattori formativi che dirigono la nostra vita siano i grandi sogni e le passioni dell’anima o i progressi delle scienze tecnologiche. Invece, nel vivere reale, solo le idee del business sono di fatto sempre presenti, dalla soglia di casa alla scrivania in ufficio, dall’alba al crepuscolo. E fra le idee del business, il potere la fa da padrone. J. HILLMAN Forme del potere (1995), p. 9