La pagina ottobre 2009

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Ci ao

N° 8 - Ottobre 2009 (68°)

No, non si tratta certo di ipocrisia, è solo un malinteso. Niente più di un fraintendimento; anzi, di una vera e propria illusione. Un’illusione potente, consolatoria, importante; ma certo un’illusione. Perché è indubitabile che, ogni volta che si commemora qualcuno, il ricordo e la consolazione siano diretti sempre e soltanto a chi resta, non a chi se ne è andato. Ci si ritrova tutti insieme per tornare a dare del tu a chi non sente più, per tornare a sorridere a chi non vede più i sorrisi: ma la verità è che parliamo a noi stessi, sorridiamo a noi stessi, ed è noi stessi che proviamo a consolare. E accade allora questa strana e ulteriore magia, che chi non c’è più riesce ancora a donarci la convinzione di star facendo qualcosa di utile, di nobile, di altruistico: mentre in realtà siamo noi a ricevere qualcosa. Stiamo prendendoci l’estremo regalo di chi non abita più questo mondo. Però è un regalo prezioso, importante, e infatti non ci vergogniamo affatto di volerlo ancora. Ed è per questo che oggi torniamo a darti del tu, a parlarti come se potessi sentire, a raccontarti cose che sono con ogni probabilità del tutto distanti da te. E’ solo per dirti che è passato un anno, e che non dimentichiamo. Senza sapere se per te parole come un anno significano ancora qualcosa o no, senza sapere se per te ha davvero senso e utilità il ricordo. Ma lo abbiamo detto subito, no? Questo ricordo serve a noi, non a te: ci prendiamo il tuo ricordo per scaldarci il cuore, rubiamo spazio a questo foglio per salutarti, ben consci che siamo noi a consolarci nel ricordo del tuo sorriso, della tua voce e dei tuoi consigli. Usiamo te come scusa, come alibi, come pretesto per ricordarci delle cose belle del mondo. Salutiamo te per ricordarci di salutare noi stessi, di sorridere agli amici, di scherzare con il prossimo. E’ passato un anno, forse tu non lo sai neppure. Ma noi ci ricordiamo di te, e ti rubiamo il ricordo, per dividerci ancora un po’ di allegria. Ciao, Roberto.

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Hegel e il burro d’arachidi - F P a t ri zi Senso civico, questo sconosciuto - A Mel a secch e Festival italiano dei giovani sordi - B R a t i n i Astrazione, non castrazione - G R a sp et t i La solitudine dei numeri primi - C C o l a sa n t i L’esercizio fisico... fa bene - G Ta l a m o n t i A proposito di febbre suina - J D a n i el i FONDAZIONE CARIT DANESI Una mobilità sostenibile - J D ’ A n d ri a Il piacere - C C a rd i n a l i Diritti umani - M R i cci PROGETTO MANDELA SANTORINI Liceo Classico - C Frezza, B La Guardia PAZZAGLIA I N T E R PA N OSPEDALE SANTA MARIA - E Ruffinelli, D Ghione ARCHE’ GALENO Astronomia - T S ca cci a f ra t t e, G C o zza ri Astronomia - P Casali, F Valentini, F Guerri SUPERCONTI

... Non c’è vita che almeno per un attimo non sia immortale. La morte è sempre in ritardo di quell’attimo. Invano scuote la maniglia d’una porta invisibile. A nessuno può sottrarre il tempo raggiunto. Wisława Szymborska Sulla morte, senza esagerare.


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