EUROPA BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture ANNO 1 NUMERO 2 OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 Year 1, Issue n° 2 October - November 2014
Foto di Marco Barcarotti
SUMMARY
GERMANIA Berlino pag.
8
ITALIA
Terni Valnerina pag.
12
MALI
Bamako pag.
22
GRECIA Atene pag.
26
ROMANIA Arad pag.
30
EUROPA Bimestrale di attualità e cultura DISTRIBUZIONE GRATUITA.
Redazione: Terni, Via De Filis 12 Direttore responsabile: Alberto Mirimao Editrice Projecta di Giampiero Raspetti Cell.+39 348.2401774 info@lapagina.info www.lapagina.info Stampa: Tipolitografia Federici - Terni Registrazione presso il Tribunale di Terni autorizzazione 3/2014. Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.
info:
Giampiero Raspetti Direttore editoriale info@lapagina.info
348.2401774
Lettera della Prof. Giorgianna Land
.......................................................................................... pag.
Il tocco di Valentino - Francesco Borzini
Valentine’s touch............................................................ pag.
3 4
Il Cardinal Martini: un Bacone del 21° secolo; ma qui si parla di EUROPA. - Martina Salvati
Cardinal C. M. Martini: Francis Bacon back in the 21st century; but here we’re dealing with Europe. .................................................................... pag.
Senatori della città - GR
.......................................................................................... pag.
San Valentino - GR
St. Valentine.................................................................... pag.
5 6 7
Rosella Mastodonti
Relazioni internazionali
rosella.mastodonti@alice.it
335.5606489
Loretta Santini
Storia e cultura del territorio lorettasantini@gmail.com
328.4736925
www.lapagina.info www.issuu.com/la-pagina
EUROPA
Prof. Giorgianna Land Ufficiale del Ministero degli Affari Esteri Americano Ufficio affari intergovernativi
Caro Giampiero buongiorno, spero che questa mia lettera ti trovi in buona salute così come lo sono io. Ti scrivo per ringraziarti della splendida accoglienza che sapevo sarebbe stata calorosa ma non mi aspettavo fino a questo punto. Durante il viaggio di ritorno negli Stati Uniti e dal mio rientro ho rievocato e rivissuto tutta quella che è stata la mia avventura ternana e ho deciso che presto mi rivedrete per aiutarvi a realizzare i vostri progetti. Non ti nascondo che all’inizio la tua idea di festeggiare San Valentino mi è sembrata un po’ strana ma poi, una volta capita l’importanza della figura di questo santo sia come santo patrono della città di Terni, sia per voi come figura emblematica rappresentante l’Amore tra i popoli e le genti, allora sono riuscita non solo a capire ma ad appassionarmi anch’io alla realizzazione del progetto. Ottima poi mi è sembrata l’idea di collegare l’occasione dei festeggiamenti del santo con l’iniziativa del nostro comune amico Fabrizio rivolta ad aiutare coloro che soffrono di sclerosi multipla. Sarebbe possibile così offrire un’idea del santo che non è semplice amore tra fidanzati ma anche un amore più grande, rivolto verso non solo chi ama ma anche verso chi soffre offrendo loro una luce di speranza. Credo che il mio pensiero sia stato condiviso anche dal vostro sindaco e dal presidente della Fondazione Carit, che ci hanno peraltro ospitati così gentilmente e che ti prego di salutarmi con gratitudine. L’idea che mi sono fatta della città che tanto ami è stata quella di un’incubatrice, nella quale nascono e si sviluppano idee a cui mi par giusto dare tutto il sostegno possibile anche se a onor del vero meriterebbero di essere pubblicizzate maggiormente. Restando a tua piena disposizione per qualsiasi necessità e in attesa di tornare a trovarvi, ti saluto con affetto. Prof. Giorgianna Land
Dear Giampiero hello, I hope that my le tter find I am writing to thank you for th s you in good health as I am. e wonderful wel would be warm bu co During the retu t I did not expect at this point. me that I knew rn trip to the U nited States and have recalled an d re si I decided that so lived all that that was my adve nce my return I nture Ternana an on will see me to help you realize d not deny that at your firs a bit ‘strange, bu t your idea of celebrating Valen projects. I will ti t figure of this sa then, once you understand the ne’s Day seemed int and as the pa importance of th tron saint of the e for you as an em city of Terni, bo bl th peoples and nati ematic figure representative of on th get interested mys s, then they are able not only to e Love between understand but elf to the realizat to seemed the idea ion of the project. of with the initiati linking the occasion of the celebr Excellent and it ve at who suffer from of our mutual friend Fabrizio ge ions of the saint multiple sclerosi ared to help thos s. e It would be poss ible to give an id ea of the saint so love between bo that yf fans but also to riends but also a greater love, fa it is not simple those who suffer cing not only th of e I guess my thou ght was also shar fering them a glimmer of hope. ed by your mayor of the charity fo un an to greet me with dation, we have also hosted so ki d the president ndly and I beg yo gratitude. u The idea that I go t in which arise so much love that the city was th an at possible support d develop ideas to which I seem of an incubator though to tell th e truth deserve to fair to give all We remain at yo be ur full disposal for any need an advertised more. back to see you, d waiting to co I greet you with me affection. Prof. Giorgiann a Land
Cara Terni... Desidero esprimere, anche da questa pagina, il mio totale sostegno al mondo dei lavoratori e la mia incondizionata solidarietà agli operai di Terni oggi in lotta per mantenere il proprio lavoro. Non ho purtroppo altra maniera di star loro vicino, vista la mia ignoranza in merito alle tematiche sindacali e a quelle legate all’acciaio, ma credo che gli operai siano ben protetti: l’intero mondo politico, sindacale, delle amministrazioni locali fa da cordone protettivo. La città tutta si è stretta attorno a loro. C’è solo da augurarsi che gli immancabili minus quam che, non avendo mai fatto alcunché in vita loro se non criticare chi lavora e ci mette la faccia, e alcuni nervosismi non riescano a scalfire l’unità dell’azione operaia. Anche se non posso essere molto utile alla causa, un piccolo granello di sabbia, non legato strettamente alla vicenda, ma riguardante una tematica più generale, vorrei apportarlo anche io. Dal momento che compito di chi è, o si sente, responsabile rimane quello di creare benessere al proprio intorno, nel nostro caso favorire e creare lavoro, mi domando perché la nostra comunità, viste le ricchezze di cui ha da sempre goduto, non sia organizzata per creare posti di lavoro. Non pochi, intendo una quantità industriale di posti di lavoro! Tento di spiegarmi. Quando si parla di villaggio globale, non si usa questa locuzione solo per dar sfoggio di abilità oratorie. Se, come pare da un rapido sguardo d’attorno, l’espansione massima del nostro orizzonte è ancora relativo alle bancarelle per San Valentino, alle quattro baracchette di prodotti non locali o al dileggio da tifo (massima apertura geografico-spaziale) con i cugini perugini, il nostro villaggio non è globale, è solo un villaggio. Se il respiro cosmico che ci anima consiste esclusivamente in manifestazioni per cui, di giorno nero in notte bianca, facciamo passare due euro dal portafogli del dirimpettaio a quello del vicino, moriremo di inedia e di idiozia. Purtroppo sono tanti, anche con incarichi alti, quelli privi di strumenti
per accorgersi e capire come l’Umbria sia un vero e proprio paradiso terrestre e Terni ne sia preziosissima gemma! Invito tutti a leggere l’editoriale della Prof. Loretta Santini ne La Pagina Umbria di ottobre e, se vi avanza tempo, il mio editoriale di settembre ne La Pagina Umbria stessa. Non vivendo con lucidità il villaggio globale, diamo poca importanza al fatto che qualcuno, nel mondo, produca beni materiali, di ogni genere, a prezzi molto diversi dai nostri (e noi non possiamo farci niente!) e che, soprattutto, centinaia di milioni di persone non più povere cerchino, ovunque, beni immateriali, ne vadano anzi ghiotte. La Prof. Georgianna Land, da me e dal mio amico Fabrizio De Silvestri presentata a importanti autorità cittadine, ha ripetuto: Per noi sarebbe molto più facile far giungere nella vostra città valentiniana 500.000 persone piuttosto che 5.000. Ma come siete organizzati, dove li mettete? Ecco il punto. Cominciamo a organizzarci per vendere quello che abbiamo a iosa (a dio sa quanto, cioè!). Ci saranno sacrifici iniziali, certo, ma la strada è del tutto felicemente lastricata, il patrimonio naturale e storico è immenso: non c’è luogo al mondo così pieno di acque (e relativi prodotti) come da noi, non c’è luogo dove storia, sacralità, ambiente, paesaggistica, enogastronomia siano così ricche e così vendibili. Basta accorgersene, basta avere un minimo di intelligenza e, diciamolo pure, un poco di cultura. Allora non solo difenderemmo gli operai, ma creeremmo lavoro, per loro e per i loro figli. Altrimenti staremo sempre in processione, come formiche che svolgono la solita, estenuante azione subalterna. Staremo solo a fare rattoppi su logoratissimi tappeti, che è comunque doveroso fare, mentre altri, a milioni, viaggiano oggi su veri tappeti volanti, desiderosi di visitare la nostra terra, nella speranza di immergersi nel verdeumbria, di sostare in atmosfera pulita e serena, di gustare cibi e storie deliziose, di trovare gente felice, che non debba, ogni anno, cadere in apprensione per il proprio futuro. Giampiero Raspetti
OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
3
EUROPA
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
Il tocco di Valentino Valentine’s touch Francesco Borzini
Roma, 14 febbraio 273. Giulia, figlia di un carceriere, aprì le palpebre che le aveva toccato Valentino e, per la prima volta, riuscì a vedere. Quello che Giulia vide, però, non doveva piacerle affatto. Quello che Giulia vide, aprendo gli occhi alla luce per la prima volta, fu il patibolo su cui veniva accompagnato l’anziano vescovo di Interamna, Valentino, che in ultimo gesto d’amore aveva donato la vista alla figlia del suo carceriere, cieca dalla nascita. Ci piace pensare che gli occhi di Giulia, rinati alla vista grazie a Valentino, non abbiano mai voluto smettere di guardare, di vedere e di capire il mondo che avevano di fronte, le condizioni degradate dei carcerati, la cieca perfidia della tortura, l’abominio delle condanne capitali. Samira Saleh al-Naimi era una avvocatessa impegnata nella difesa dei diritti delle donne, dei detenuti e delle minoranze e nel sostentamento delle famiglie disagiate. Samira viveva a Mosul, nel nord dell’Iraq, dallo scorso giugno sotto il controllo dell’ISIS. Anche i suoi occhi avevano deciso di rimanere ben aperti. Non sappiamo se qualche Valentino li abbia spalancati con un semplice gesto della mano o se questa donna coraggiosa abbia da sempre sentito l’urgenza di guardare dritta negli occhi la realtà della sua terra sciagurata. Quel che è certo è che Samira non ha mai smesso di guardare, di capire e di denunciare al mondo la barbarie inflitta alla sua gente dai miliziani fondamentalisti. Anche la sua, del resto, è una tragica storia d’amore. Il 17 settembre del 2014 l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Ra’ad alHussein, ha annunciato che Samira è stata prelevata dalla sua abitazione a Mosul, dopo aver criticato le azioni di devastazione e distruzione condotte contro santuari e antiche moschee. Accusata di apostasia, Samira è stata torturata per giorni prima di essere giustiziata in piazza da un plotone di esecuzione e il suo corpo martoriato è stato abbandonato in strada. Nonostante le torture subite, Samira si è rifiutata di fare atto di pentimento per le opinioni espresse. Il 25 giugno del 305, a Nisibis, città a cavallo tra la Siria e la Turchia, a non più di 200 chilometri dall’odierna Mosul, anche una donna di nome Febronia rifiutò di abiurare i propri ideali e per questo fu uccisa, dopo torture e mutilazioni atroci, durante la decima persecuzione dell’imperatore Diocleziano. Ancora una volta occhi di donna, aperti
4
Samira Saleh al-Naimi
Santa Febronia
all’amore, furono chiusi dalla violenza di chi non tollera altro che obbedienza cieca. La festa di santa Febronia, in antichità, veniva celebrata proprio il 14 Febbraio, nel periodo in cui gli antichi romani festeggiavano i riti in onore della dea Febris. Quella festività sarebbe poi stata unificata e assorbita dalla festa di san Valentino. Sarebbe bello dedicare il prossimo giorno di san Valentino anche a questo amore, pieno di coraggio e abnegazione. L’amore di chi, come Giulia, ha deciso di aprire gli occhi e
di non girare la testa, di chi, come Febronia, non ha voluto abiurare i propri ideali, di chi, come Samira, ha sacrificato la propria vita per il rispetto dei diritti universali dell’uomo. Ai tanti testimoni dei diritti universali sparsi per il mondo, alla loro memoria, alle loro parole, alle loro lotte, ai loro occhi aperti potremmo e dovremmo dedicare il nostro 14 Febbraio, con la speranza che anche i nostri occhi riprendano finalmente a vedere ciò di cui troppo spesso facciamo finta di non accorgerci.
Traduzione a cura del dott. Claudio Abate
Rome, 14 February 273. Giulia, a jailer’s daughter, opened her eyes after Valentine touched them and she could see for the first time. She must not have liked what she saw though. Opening her eyes for the first time, Giulia saw the gallows where the old bishop from Interamna, Valentine, was taken after gifting her the sight she had never had as his last deed of love. We like the idea that Giulia’s eyes, reborn to life thanks to Valentine, never stopped looking and watching to understand the world around her, the terrible condition of the prisoners, the blind and wicked torture, the abomination of the death penalty. Samira Saleh al-Naimi was a lawyer engaged in defending inmates, supporting poor families and an activist in women’s and minorities’ rights. Samira used to live in Mosul, Northern Iraq, which has been under ISIS’ control since June. She also chose to keep her eyes wide open. We don’t know if a Valentine opened them by a simple gesture of his hand or if this brave woman has always felt the urgency to look straight at the reality of her doomed land. What we know for sure is that Samira was always on the alert to watch and denounce the atrocity suffered by her people because of the fundamentalists. Her experience is also a tragic story of love. On 17 September 2014 the United Nations High Commissioner for Human Rights, Zeid Ra’ad al-Hussein, announced that Samira was taken from her house in Mosul after criticising the devastation
and destruction of shrines and mosques. Samira was accused of apostasy and tortured for days before being executed in a square by firing squad. Her maimed body was left on the street. Despite the torture Samira refused to repent of her opinions. On 25 June 305, in Nisibis, a town between Syria and Turkey, around 200 kilometres from the modern Mosul, another woman, Febronia, refused to forswear her ideals. For this reason she was tortured and suffered great mutilation and was finally killed during the tenth persecution of the emperor Diocletian. Once again the eyes of a woman, open to love, were closed by the violence of those who only pretend blind obedience. In antiquity, Febronia’s day was celebrated on 14 February, when the Romans celebrated the goddess Febris. This celebration was later annexed to Valentine’s day. It would be nice if next Valentine’s day were dedicated to this brave love and this abnegation. We should celebrate the love of people who, like Giulia, decided to open their eyes and not to turn back, of those who, like Febronia, didn’t want to forswear their ideals, and of those who, like Samira, sacrificed their lives for human rights. We could and should dedicate our 14 February to the many witnesses of human rights scattered around the world, to their memory, their fights and open eyes hoping that our eyes will see again what we often pretend not to notice.
EUROPA
Il Cardinal Martini: un Bacone del ventunesimo secolo; ma qui si parla di EUROPA.
Martina Salvati
“C’è bisogno (...) di fondare la costruzione europea su un’unione più solida e sostanziale che attiene ai valori, cioè all’uomo con i suoi diritti e doveri inalienabili.” (C. M. Martini)
D
ura da mandar giù la “pars destruens” del Cardinal Martini; dura, sì, ma anche altrettanto vera. In quella che sta diventando una vera e propria ossessione per l’aspetto economico, l’esemplare di uomo europeo del terzo millennio ha perso la sua trascendenza di uomo, dove per trascendenza intendiamo la consapevolezza di essere stati pensati, voluti e creati da qualcuno di altro alla dimensione terrena, e di aver pertanto in noi qualcosa che prescinda dalla pura immanenza, nonostante siamo tutti parte di un mondo di pragmatismo e immanenza stessa. Insieme all’essenza di se stessi si sono persi, mano a mano, i valori che il vivere civile implica; dove la moralità, la consapevolezza di sé e della propria appartenenza ad una storia culturale e l’impegno civile vengono a mancare, diritti e doveri non sembrerebbero destinati ad una fine migliore. Invece è proprio qui che entra in gioco un diritto fondamentale, quello di avere indietro il sentirsi parte di un tutto e l’essere consapevoli della propria trascendenza. Ma per poter rivendicare questo diritto si rende necessario un dovere ben preciso: scuotersi dal ristagno di una amoralità di fondo (ben distinta e distante dall’immoralità) ed eliminare l’alfa-privativo, per trasformarla in una volontà di investire se stessi nel ricreare quelle condizioni di humanitas, all’interno della propria comunità, che ora sono solo parte di un’astratta utopia. L’esortazione pariniana a diradare quel torpore tra le cui spire siamo avvolti nella società moderna va poi traslata all’Europa, che deve iniziare a fare la differenza, cancellando prima di tutto l’indifferenza nei confronti degli stessi stati di cui essa è madre e fare in modo che essi facciano lo stesso. È questo il vero punto debole: la Francia, l’Italia, la Germania (e tutti gli altri)… ognuno pensa a se stesso e a mantenere la propria sovranità; nulla di diverso fa la Comunità Europea stessa, tanto impegnata a discutere e ad approvare risoluzioni sull’eliminazione dei costi del roaming dati e altrettanto noncurante dell’identità culturale e nazionale del suo costituente fondamentale: gli Stati Membri. E allora, come suggeriva proprio Bacone, valorizziamo la consistente esperienza di questi 60 anni di Europa per andare a ricercare l’essenza ormai perduta dell’Europa stessa; Jean Monnet, fondatore della CECA, quell’essenza l’aveva trovata: “Ripartiamo dalla cultura”, fu la sua dichiarazione. Oggi il motto dell’Unione Europea è “Uniti
nella diversità”: non credo esista nulla di più difficile da realizzare, quando si opera su un fronte di 28 paesi; ma in fondo, ogni religione, pur nella sua peculiarità, è l’espressione di un bisogno comune a tutti gli uomini di tendere al trascendente, la lingua è il bisogno primario quando si parla di comunicazione, e la cultura è la condizione necessaria quando si parla di appartenenza al proprio paese. Introducendo un po’ di matematica, si può ricondurre tutto ad un comune denominatore: alla base c’è l’uomo con le sue “umanissime” esigenze (poter sperare in una dimensione
altra ed eterna che ci attenda nel momento del trapasso, comunicare, amare ed avere la garanzia di essere in questo ricambiati, ed infine il naturale desiderio di poter riflettere noi stessi e il nostro carattere nel sistema culturale, storico, politico ed economico del paese natale). È un’Europa fatta di uomini la nostra, e come tale si pone l’obiettivo di riunirci tutti sotto lo stesso tetto, sotto le stesse esigenze; ma non può farcela da sola. La sinergia tra Stato e Chiesa a cui aspirava Dante nel “De Monarchia” deve attuarsi prima di tutto tra noi Europei; una volta raggiunta la consapevolezza del nostro essere uomo e dunque parte di uni unicum storico, evolutivo, culturale, la nostra istituzione e madre Europa potrà lavorare ed impegnarsi per saldare quella “social catena” che si sarà creata, con l’obiettivo ultimo di portare avanti una storia che possa finalmente essere chiamata NOSTRA.
Cardinal C. M. Martini: Francis Bacon back in the 21st century; but here we’re dealing with Europe.
“Europe needs to be re-established on a more firm and substantial union which complies with worth, that i sto say with man and his inalienable rights and duties. (C. M. Martini) Cardinal Martini’s “pars destruens”1 can be very hard to swallow; hard, yet true just as much. In the current vision of the world, everyday more economy-oriented (economy obsessed), the prototype of the European man of the 21st century has lost its transcendence, meaning by it the awareness of having been thought, wanted and created by someone who is extraneous to the mundane dimension, and having thus something within us that sets aside from pure immanence, although we are all part of a world of pragmatism and immanence itself. Along with the essence of ourselves, gradually, the values implied in the civil society got lost; when morality, self-awareness and the awareness of belonging to a cultural history, and civil commitment go missing, rights and duties aren’t likely to end up so much better. However, this is the moment in which a fundamental right intervenes: the right of having back the feeling of being part of a whole and being aware of one’s own transcendence. But in order to claim this right, a precise duty is necessary: shaking oneself from the stagnation of a background amorality (rather distinct and distant from immorality) and delete the privative alpha, to turn it into the will of investing oneself in recreating, among the other of the community, those conditions of humanitas2 that are now an abstract utopia. Parini’s3 exhortation to dissolve the torpidity whose clutches clasp us in modern society has then to be shifted to Europe, that has to start making the difference, overcoming as a first step the indifference towards the states whose “mother” it is, so that they begin doing the same. This is the actual weakness: France, Italy, Germany… every country thinks for itself and aims to maintain its own sovereignty; nothing different from what the European Community does, so busy discussing and ratify resolutions about the cancellation of roaming data costs and careless just as much to the cultural and national identity of its fundamental basis: member States. Hence, just as Bacon suggested, we have to commend the significant experience of 60 years of Europe to seek for the essence of Europe itself, which is now lost; Jean Monnet, ECSC founder, did find that essence: “Let’s start again from culture”, he stated. Nowadays, European Union’s motto is “Unity in diversity”: I believe there is nothing harder to achieve, when an organisation has to deal with 28 different countries, but every religion, with its own peculiarities, is the expression of a common need of mankind to reach for the transcendent, language is the first need when it comes to communicate, and culture is the sine qua non about belonging to oneself’ country. Introducing some maths, everything can be seen as a common denominator: at the base there is the man with his “humanest” needs: being able to hope in a dimension extraneous and eternal that waits for us when we pass away, communicate, love and knowing to be loved back, and eventually the natural desire to reflect ourselves and our personality upon the cultural, historical, political and economical system of the native country. Our Europe is made of men and women, and for that its purpose is to gather us all up under the same roof, under the same needs; but Europe can’t make it on its own. The synergy between State and Church to whom Dante aimed in “De Monarchia”4 must be carried out among us Europeans as the first and fundamental step; once obtained the awareness of our nature of men and thus part of a historical, evolutionary, cultural whole, our institution and “mother” Europe will be able to operate and strengthen the “social chain”5 that is going to be created. And since then, we can start pursuing the ultimate purpose of carrying on and living a history that we can - in the end - call OURS. 1 Francis Bacon used to call “pars destruens” a part of his phlosophy in which he totally destroyed all the previous philosophical conceptions; here we can talk about “pars destruens” because Cardinal Martini enumerate all the defaults of the European Union. 2 Marco Tullio Cicerone, one of the most famous Latin speakers and writers, called “humanits” the relation-ship that should exist among men; “humanitas” thus represents mutual help and mutual respect. 3 Giuseppe Parini was an Italian poet who had to deal with a corrupt society (the Italian society of the 18th century). He had understood the it was necessary to urge the population so that they could react to the current situation and improve social, political and economical conditions. 4 “De Monarchia” is one of the most famous Dante Alighieri’s works: the poet here aspires to the establishment of single Empire in which the State and the Church cooperates without interfering one with the other. We can thus shift this conception to the European Union, which should tend to be an organ whose duty is to create a single society in which men, institutions and religion work together. 5 Giacomo Leopardi talks about a “social chain” made up of men in his last poem, “La Ginestra”, and defines it as a necessary cooperation among men based on mutual help, love and respect: this is the only way, according to Leopardi, to survive and create a real “human” society. We should follow his advice and thus become aware of our common origins and characteristics as human beings. OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
5
EUROPA
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
Senatori della città
I senatori della città daranno tutto se stessi, con intelligenza ed amore, per il futuro di Terni. Ma sono soli, orribilmente soli!
Giampiero Raspetti
Alcuni, autonominatosi Senatori della Città, lavorano alacremente e giudiziosamente per definire e portare a compimento manifestazioni per il bene pubblico mai viste né pensate prima. Mi riferisco alle tante persone che si impegnano all’interno di questo magazine, cittadini senza soldi, né in tasca né in testa, che hanno a cuore solo il futuro di Terni e che non hanno mai avuto, né avranno mai, né vorrebbero mai avere, prebende o ricompense in denaro per quello che fanno. Così, privi di consistenze economiche, costoro fanno dono di se stessi per la buona riuscita di progetti per Terni, si autofinanziano, compiono sacrifici, corrono rischi, chiedono prestiti per produrre e realizzare idee e progetti di altissimo profilo culturale e sociale. Il magazine La Pagina Europa rende un servizio meritorio al nostro territorio: le foto dei più bravi fotografi che è pensabile avere come collaboratori -Marco Barcarotti, Marco Ilari, Alberto Mirimao- non solo sono ammiratissime da centinaia di migliaia di persone del mondo a noi collegate nel web, ma fanno rivedere i luoghi già conosciuti in modo autentico, artistico e diretto anche a chi, indigeno, ha sempre osservato distrattamente, a volte addirittura con lo sguardo spento che la pecora getta al di là dello steccato. I commenti e l’assemblaggio del tutto da parte della Prof.ssa Loretta Santini, un mostro sacro per cultura in genere e per conoscenza dell’intero territorio umbro, sono di una ricchezza assoluta. Le alte capacità relazionali della Prof.ssa Rosella Mastodonti, in grado di calamitare interessi per il nostro territorio grazie ai suoi profondi e fertili rapporti culturali e d’amicizia con centinaia di professionisti della cultura del mondo intero, definiscono un quadro a mio avviso strepitoso! Anche questo è La Pagina Europa! Far conoscere il territorio in forma splendida è solo una piccola parte di quanto stiamo facendo! Stiamo ospitando (insieme alle altre due testate -La Pagina e La Pagina Umbria-), con vero spirito d’amicizia e di curiosità culturale, l’Università Popolare Homo&Natura della quale, a poco a poco, verrete a conoscere notizie portentose, tanto che strutture tra le più alte al mondo stanno interessandosi di quel che qui, in Terni, bolle in pentola. Ed ancora progetti per grandi eventi (Terni Pasticciona) o per la storia scientifica di Terni (I Modelli dei Monelli) o il progetto Terni, città di San Valentino, capitale mondiale dei diritti umani, di cui diamo già brevissimi cenni. Ebbene, noi lavoriamo per la nostra città, e… come vedete... non abbiamo uno sponsor che è uno! Pensavamo infatti che, mostrando al mondo intero tutto il gran bello che mostriamo, dovesse, ab initio, essere scontata la presenza collaborativa di strutture istituzionali... Noi, cittadini normalissimi e semplicissimi, privi di qualsiasi delega esterna, faremo di tutto perché la nostra città diventi una città unica al mondo e riconosciuta come tale, vorremmo però sapere chi sarà nostro compagno di viaggio, chi nutre davvero cioè, al di là delle assordanti ma vane parole, i nostri stessi intendimenti per il bene comune.
6
Some self-appointed Senatori della Città (Senators of the Town), are working hard and judiciously to define and accomplish events for the public good, never seen or thought of before. I am referring to the many people who engage in this magazine, people without money, neither in their pocket nor in their head, who only have the future of Terni at heart, and have never had, nor will ever, or would ever have, prebends or cash rewards for what they do. So, without any financial support, often self-funding, they commit themselves in the success of projects for Terni, make sacrifices, run risks, apply for loans to produce and implement ideas and projects of high cultural and social profile. The magazine La Pagina Europa makes a meritorious service to our territory: the pictures of the most talented photographers that is thinkable to have as collaborators -Marco Barcarotti, Ilari Marco, Alberto Mirimao- are not only admired by hundreds of thousands of people in the world connected to us via the web, but they allow to see the places already known again in an authentic, artistic and direct way also to those who, being natives, have always watched absentmindedly, sometimes even with their glance off like a sheep looking beyond the fence. The comments and assembling of everything by Prof. Loretta Santini, a sacred monster for culture in general and for knowledge of the entire Umbrian territory, are an absolute wealth. The high relational skills of Prof. Rosella Mastodonti, who is able to attract interests for our area, thanks to her deep and fertile cultural and friendship relations with hundreds of professionals in the culture of the whole world, provide a framework which is amazing, in my opinion! Even this is La Pagina Europa! Working to let people know our area in an attractive way is only a small part of what we are doing! With a true spirit of friendship and cultural curiosity, we are hosting (along with the other two magazines -La Pagina and La Pagina Umbria-) the Università Popolare Homo&Natura, of which you will know amazing news little by little, so much that structures among the highest in the world are taking interest in what is going to happen here in Terni. And even more, projects for major events (Terni Pasticciona) or for the scientific history of Terni (I Modelli dei Monelli) or the project Terni, St. Valentine’s town, world capital of human rights of which we can already give you very brief hints. Well, we are working for our city, and ... as you can see... we do not have even one sponsor! In fact we thought that, showing the whole world all the great beauty that we are illustrating, the presence of collaborative institutional structures should be granted ab initio... We, who are ordinary, simple citizens, without any external proxy, will do everything so that our town will become a unique city in the world, recognized as such; however, we would like to know who will be our travel partner, that is, who really shares our own intentions for the common good, beyond the deafening but vain words.
EUROPA
San Valentino St. Valentine Giampiero Raspetti
San Valentino, patrono della città di Terni e protettore degli innamorati, unì in matrimonio la giovane cristiana Serapia e il centurione romano Sabino. L’unione era ostacolata dai genitori di lei perché Sabino non era cristiano. Serapia si ammalò gravemente e il centurione chiamò al suo capezzale il vescovo Valentino che, dapprima battezzò il giovane, quindi lo unì in matrimonio alla sua amata. Entrambi caddero poi in un sonno profondo ed eterno. Da allora l’amore delle e tra le persone, i rapporti umani tra i popoli ed il coerente impegno per una vita solidale con tutti gli uomini di buona volontà, si riferiscono, per credenti e non, oltre a Francesco, il Santo dei Santi, al nostro Santo, la cui festa ricorre il 14 febbraio ed è oggi conosciuta e celebrata in tutto il mondo. San Valentino è da sempre celebrato come protettore dell’amore e degli innamorati. Ed è giusto così. Noi vorremmo però estendere il significato della parola amore. Anzi, non estenderlo, ma coglierlo nella sua pienezza, perché quanto vogliamo esprimere è insito nel concetto stesso di amore: amore valentiniano (quell’amore universale e totalizzante che vedrà poi in San Francesco d’Assisi il più fulgido rappresentante di tutti i tempi), amore né solo cristiano, né solo pagano, amore di tutti e per tutti. Ma, cos’è l’amore se non rispetto per gli altri? Chi ama non può che mettere l’altro sullo stesso suo piano: l’innamorato, l’amico, il vecchio, il bambino, il figlio, il genitore, il diverso, il povero, il portatore di handicap, l’emarginato, il credente e il non credente, l’uomo di un’altra razza o di un’altra religione. Rispetto delle persone, ma anche degli animali, della natura, delle cose, poiché tutto è parte integrante della società e dell’uomo. Amore significa dunque diritti umani (diritti civili, culturali, politici, economici, sociali) e, quindi, libertà e, quindi, pace. Il Santo di Terni, protettore dell’amore e degli innamorati, diviene così Protettore dei diritti umani. Noi desidereremmo celebrare la sacralità del Santo con elementi altrettanto sacrali quali gli interventi, gli studi e gli incontri ispirati alla solidarietà tra popoli. Noi vorremmo che molte persone, in particolare giovani, di nazionalità, tradizioni, storie e religioni diverse, scambiassero, in febbraio a Terni, messaggi culturali, sociali, di solidarietà, di rispetto per gli altri, d’amore cioè, poiché l’amore è rispetto di sé e degli altri e quindi essenza stessa dei diritti umani. Per questo, e al fine dell’interscambio culturale ed educativo, abbiamo già intessuto contatti intensi e proficui con uomini di cultura, insegnanti, associazioni, scolaresche di molte nazioni, europee e non. Tutte le redazioni del bimestrale La Pagina Europa sono parte fondamentale del progetto.
St.Valentine, the patron saint of the city of Terni and the protector of lovers, united in marriage the young Christian Serapia and the Roman centurion Sabino. The union was hindered by her parents, because Sabino was not a Christian. Serapia fell seriously ill and the centurion called to her bedside the bishop Valentine, who at first baptized the young man, and then joined him in marriage to his beloved. Then both fell into a deep, eternal sleep. Since then, the love of and between the people, the human relations among the peoples and the consistent commitment to an integral life with all people of good will refer, for believers and nonbelievers, besides Francesco, the Saint of Saints, to our Saint, whose feast day is celebrated on February 14th and is today known and celebrated all over the world. St.Valentine has always been celebrated as the patron of love and lovers. And rightfully so. However, we would like to extend the meaning of the word love. Indeed, not to extend it, but catch it in its fullness, because what we want to express is inherent in the very concept of love: Valentinian love (that universal, allencompassing love that later will see the most brilliant representative of all times in St. Francis of Assisi); neither just Christian, nor only pagan love, just love of all and for all. What is love if not respect for others? Those who love each other can only put the other person on the same level: the lover, the friend, the old, the child, the son, the parent, the odd, the poor, the handicapped, the outcast, the believer and the non believer, the man of a different race or religion. Respect for people, but also for animals, for nature, for things, because everything is an integral part of society and of man. Love, therefore, means human rights (civil, cultural, political, economic and social rights) and, therefore, freedom, and, in the end, peace. Thus, the Saint of Terni, the patron of love and of lovers, becomes Protector of the human rights. We would like to celebrate the sacredness of the Saint with sacral elements such as actions, studies and meetings inspired to the solidarity among peoples. We would like many people, in particular young people, of different nationalities, traditions, histories and religions, to exchange cultural, social messages, solidarity, respect for others, that is love in Terni in February, because love is respect for the self and for the others, and therefore the very essence of human rights. For this reason, and in order to interchange culture and education, we have already woven intense, effective contacts with intellectuals, teachers, associations, schools of many countries, in and outside Europe. All the newsrooms of the bimonthly La Pagina Europa are a fundamental part of this project. OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
7
EUROPA
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
La mia città My city BERLINO Berlin
Liana Kantowski Funzionaria statale nel Ministero degli Interni della Germania; ispettorato per la tutela del lavoro e la prevenzione degli infortuni nel governo tedesco.
M
eine Stadt: Berlin. Hier geboren, habe ich mein ganzes Leben in dieser wunderbaren Stadt verbracht und bin damit keine Ausnahme. Die Berliner sind sehr mit ihrer Stadt verbunden. Aber über die Berliner erzähle ich ein anderes Mal. Wie nähert man sich einer so großen und vielseitigen Stadt am besten an? Nehmen wir den Bus 100 am Bahnhof Zoologischer Garten. Nebenbei bemerkt: davon haben wir in Berlin gleich zwei. Der Bus 100, eine Linie des öffentlichen Nahverkehrs, endet am Alexanderplatz, dem Zentrum der City Ost. Es ist eine gute Gelegenheit für eine erste Stippvisite der Stadt, die 60 Minuten dauert und 2,60 € kostet. Mal sehen, was uns erwartet.
1 - Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche
Erster Halt: die Kaiser-WilhelmGedächtniskirche (1). Diese Kirche, erbaut von 1891 – 1894 im neoromanischen Stil, wurde 1943 zerstört und bis heute so belassen und sie ist wahrscheinlich das bedeutendste Symbol der Stadt für den zweiten Weltkrieg. Gleich dahinter ein Wolkenkratzer, gerade fertig gestellt: Das Luxushotel “Waldorf Astoria” (2). Danach kommen wir am Elefantentor (3) vorbei, einem der zwei Haupteingänge des Zoos, der im Zentrum der City West gelegen ist. Gegründet 1844 als erster Tierpark in Deutschland auf Initiative von Alexander von Humboldt, erstreckt er sich über 34 ha und gilt als der artenreichste Zoo der Welt,
8
ebenso wie das Aquarium nebenan. Durchqueren wir den wunderschönen Großen Tiergarten (4), ein öffentlicher Park mit 210 ha Ausdehnung, der die grüne Lunge der Stadt genannt wird, mit der Siegessäule (5) in der Mitte, einem weiteren Symbol der Stadt. Sehen wir gleich dahinter das Schloss Bellevue (6), Sitz des Bundespräsidenten, und das Haus der Kulturen der Welt, ein Zentrum für interkulturelle Begegnungen (7), erbaut 1957 und im Volksmund bekannt unter dem Namen „schwangere Auster“ (ein bisschen lächerlich, nicht?). Und unvermittelt erscheint der Reichstag (8), das wichtigste Bauwerk, ein Symbol für Vergangenheit, Gegenwart und Zukunft, Sitz des Parlamentes, gelegen zwischen Brandenburger Tor -gleichermaßen berühmt- und dem Sitz der Kanzlerin Merkel (9). Erbaut von 1884 bis 1894, hat ihn der Reichstagsbrand von 1933 fast komplett zerstört. Diese Brandstiftung war ein grundlegender Wendepunkt: die Grundrechte der Weimarer Verfassung wurden praktisch außer Kraft gesetzt und der Weg freigeräumt für die legalisierte Verfolgung der politischen Gegner und die Hitler-Diktatur begründet. Bis zum Zeitpunkt des Mauerfalls war der Reichstag mehr oder weniger verlassen und nur ein Ort für Ausstellungen. Heute, nach der Wiedervereinigung Deutschlands und der Restaurierung und Umgestaltung unter der Leitung des Architekten Sir Norman Foster, ist er wieder, was er immer war: der Sitz des Parlamentes und einer der größten Touristenattraktionen, besonders wegen seiner schönen gläsernen Kuppel. Hinter dem Reichstag und vor dem Brandenburger Tor verlief bis zum 9. November 1989 die berühmte Berliner Mauer. Heute kann man ihren Verlauf auf dem Pflaster (10) verfolgen. Mit dem Blick auf das Brandenburger Tor (11) halten wir an. Das nächste Mal durchschreiten wir es und setzen unseren Weg fort in die City Ost.
GERMANIA
EUROPA
Liana Kantowski
L
a mia città: Berlino. Nata qui, ho passato tutta la mia vita in questa città meravigliosa, e non sono un’eccezione: i Berlinesi sono molto attaccati alla loro città. Ma dei Berlinesi racconterò un’altra volta.
nel 1891-1894 in stile neoromanico, fu distrutta nel 1943 e lasciata così fino a oggi ed è probabilmente il simbolo della tragedia dell’ultima guerra. Dietro di essa un grattacielo, appena finito: l´albergo di lusso “Waldorf Astoria” (2).
Come avviccinarsi ad una città così grande e multiforme? Prendiamo l’autobus N°. 100 alla stazione del parco zoologico. Tra l’altro: ne abbiamo due a Berlino.
Poi passiamo il portone degli elefanti (3, attualmente purtroppo in restauro), una delle due entrate principali dello zoo che si trova al centro della city ovest. Fondato nel 1844 come primo parco zoologico in Germania per iniziativa di Alexander von Humboldt, ha una larghezza di 34 ettari ed è lo zoo con la piu grande ricchezza di specie del mondo, così come il vicino acquario.
L’autobus N°. 100, una linea dei mezzi pubblici, finisce all’Alexanderplatz, il centro della city est. È una buona occasione per una prima visita della città che dura 60 minuti e costa 2,60 €. Vediamo cosa ci presenta. Prima fermata: la Kaiser-WilhelmGedächtniskirche (1). Questa chiesa, costruita
Attraversiamo il bellissimo e grande Tiergarten (4, finisce a destra con la Porta di Brandenburgo), un giardino pubblico di 210 ettari, chiamato il polmone verde della città, e la Siegessäule (5) al centro, un altro dei simboli di Berlino. Vediamo poco dopo il castello Bellevue (6, fotografato durante una festa per cittadini), la sede del presidente della Repubblica e un centro per incontri delle culture del mondo (7), costruito nel 1957 e famoso per il suo nome, in linguaggio popolare: ‘ostrica incinta’ (un po’ ridicolo, vero?). E poi all’improvviso l’apparizione del Reichstag (8), l’edificio più importante, un simbolo del passato, del presente e del futuro, sede del parlamento, situato tra la Porta di Brandeburgo -ugualmente famosae la sede della cancelliera Merkel (9). Costruito tra il 1884 e il 1894, il grande incendio del 1933 l’ha distrutto quasi completamente. Questo incendio doloso costituì una svolta fondamentale nella storia della Germania: i princìpi fondamentali della costituzione di Weimar furono praticamente aboliti e cominciarono la persecuzione legale dell’opposizione e la dittatura di Hitler. Fino al momento della caduta del muro, il Reichstag era più o meno abbandonato e solo un luogo per esposizioni. Oggi, dopo la
2 - Waldorf Astoria
riunificazione della Germania e il restauro del Reichstag sotto la direzione dell’architetto Sir Norman Foster, è di nuovo quello che è sempre stato: la sede del parlamento e una delle più grandi attrazioni per i turisti, soprattutto per la bella cupola di vetro. Dietro il Reichstag e davanti la Porta di Brandeburgo correva, fino al 9 Novembre 1989, il famoso muro di Berlino. Oggi si può seguire il suo tracciato per terra (10). Con la vista sulla Porta di Brandeburgo (11) ci fermiamo. La prossima volta la oltrepasseremo per continuare l’escursione entrando nella city est.
5 - Siegessäule
3 - il portone degli elefanti OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
9
EUROPA
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
Liana Kantowski
M
y city: Berlin. I was born here, I have spent my whole life in this wonderful city, and I am not an exception: the Berliners are very tied to their city. But I will tell you about the Berliners another time. How to approach such a big, multi-faceted city? We take the n° 100 bus at the Zoological Park station. By the way: we have got two of them in Berlin. The n° 100 bus, a line of the public transport, ends in Alexanderplatz, the centre of the east city. This is a good opportunity for a first visit to the city, which lasts 60 minutes and costs € 2.60. Let’s see what it can show us. First stop: the Kaiser-WilhelmGedächtniskirche (1). This church, built in the period 1891-1894 in the Romanesque revival style, was destroyed in 1943 and left that way until today and is probably the symbol of the tragedy of the last war. Behind it there is a just finished skyscraper: the luxury hotel “Waldorf Astoria” (2).
4 - Mappa di Tiergarten
Then we go beyond the elephants’ door (3, unfortunately, it is being restored at the moment), one of the two main entrances to the zoo which is located in the centre of the west city. Founded in 1844 as the first zoological park in Germany on the initiative of Alexander von Humboldt, has a width of 34 hectares and it is the zoo with the largest species richness in the world, as well as the nearby aquarium. We go across the beautiful, large Tiergarten (4, ends with the Brandenburg Gate, on the right), a public garden of 210 acres, called ‘the green lungs’ of the city, and the Siegessäule (Victory Column, 5) in the centre, another of the Berliner symbols. Shortly after we can see the Bellevue Castle (6, photographed during a citizens’ party), the seat of the President of the Republic and a centre for meetings of world cultures (7), built in 1957 and famous for its name, which, in popular language, means ‘pregnant oyster’ (a bit ‘ridiculous, isn’t it?).
6 - Castello Bellevue
8 - Reichstag
10
GERMANIA
9 - Sede della cancelliera Merkel
EUROPA
And then, suddenly, here is the Reichstag (8), the most important building, a symbol of the past, the present and the future, the parliament building, located between the, equally famous, Brandenburg Gate and the headquarters of the Chancellor Merkel (9). Built between the years 1884 and 1894, it was almost completely destroyed by the great fire of 1933. This arson represented a turning point in the history of Germany: the fundamental principles of the Weimar constitution were practically abolished and the legal prosecution of the opposition began, as well as Hitler’s dictatorship. Until the fall of the Berliner Wall, the Reichstag was more or less abandoned and just a place for exhibitions. Today, after the reunification of Germany and the restoration of the Reichstag under the direction of architect Sir Norman Foster, it is again what it has always been: the seat of Parliament and one of the biggest attractions for tourists, especially for the beautiful glass dome.
7 - Sede del Presidente della Repubblica
10 - Tracciato del muro di Berlino
Behind the Reichstag and in front of the Brandenburg Gate, the famous Berlin Wall ran until 9th November, 1989. Today you can follow its path to the ground (10). At this point we stop with the view of the Brandenburg Gate (11). Next time we are going to pass it, to continue our sightseeing tour, coming into the east city.
11 - Porta di Brandeburgo OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
11
EUROPA
12
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
EUROPA
OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
13
EUROPA
14
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
EUROPA
OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
15
EUROPA
16
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
EUROPA
OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
17
EUROPA
18
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
EUROPA
OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
19
EUROPA
20
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
EUROPA
OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
21
EUROPA
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
Come si vive in MALI? How do people live in Mali?
Leonardo Francesco Paoluzzi
L
a risposta non è facile. Credo che il «come si vive», in qualsiasi posto della terra, sia indipendente dai mezzi materiali a disposizione e dipenda soprattutto dall’indole, da uno stato d’animo interiore del tutto soggettivo. Come in qualsiasi altra parte del pianeta, anche il Mali presenta dei pro e dei contro (e, ripeto, del tutto soggettivi). Che il Mali sia uno dei paesi più poveri al mondo, in cui la maggior parte della popolazione non possiede lo stesso tenore, mezzi, agi e comodità, della vita occidentale, è un dato di fatto di cui tutti sono a conoscenza, ma che sia anche uno dei paesi più ricchi in «capitale umano», tradizioni e cultura, e dove in ogni caso non si muore di fame, questo non lo sa praticamente nessuno. È il capitale umano, con le sue ricchezze immateriali, a dettare la qualità della vita in Mali. Basti pensare che nel paese convivono circa 60 etnie diverse, ognuna con la propria lingua e le proprie tradizioni. E Bamako, la capitale, con i suoi mercati e il viavai delle strade trafficate del centro, ne è il concentrato massimo, meglio di qualsiasi museo etnografico. Bambara, peuhl, bozo, somono, bobo, songhai, markalà, touareg, dogon, senoufo, malinké…, possiedono tutti una fortissima identità culturale e una marcata appartenenza etnica, ma che non impedisce loro di sentirsi, prima di tutto, dei maliani (ad eccezione di un ristretto gruppo di separatisti touareg nel deserto, che rivendicano l’indipendenza da centinaia di anni). Per questo non solo convivono pacificamente e nel pieno rispetto reciproco, ma sono animati da un vero e proprio spirito di fratellanza che è uno dei punti di forza della società maliana e che lo rende uno dei paesi più accoglienti al mondo. È questo uno degli aspetti principali che mi ha colpito da subito, facendomi sentire a mio agio in un milieu culturale cosi diverso dal mio. In Mali non ci si sente più un numero su una pratica burocratica, un nome anonimo su una bolletta da pagare, ma un essere umano in mezzo ad altri esseri umani, che si aiutano reciprocamente e vivono assieme in armonia. La solidarietà e il senso comunitario, diametralmente opposto
22
MALI all’individualismo tutto occidentale, è una delle caratteristiche principali di questa cultura. Certo, se trasferita sul piano politico, questa caratteristica puo prendere connotati negativi, essendo spesso alla base di favoritismi nepotisti e microcorruzione difficile da estirpare, nonostante le nuove generazioni stiano sempre più prendendo coscienza del fenomeno. Ma qui in Africa si impara la sacrosanta verità che da soli non si sopravvive. Inizialmente ogni minimo aspetto della quotidianità, dal più banale al più significativo, mi sembrava un’esperienza straordinaria, in positivo e in negativo, che
generava in me sentimenti contrastanti, perchè tutto era talmente diverso dalla realtà con la quale ero abituato a relazionarmi in Italia. Adesso non faccio più troppo caso se un asino mi attraversa la strada in piena zona amministrativa, o se un gregge di pecore bruca indisturbato le aiuole che fanno da spartitraffico di una delle poche strade asfaltate della città. Cosi come anche per i maliani ormai è normale vedere un italiano percorrere ogni mattina in motorino il ponte che attraversa il fiume Niger e rimanere imbottigliato nel traffico come le altre migliaia di motorini. Ho anche imparato a
EUROPA
convivere con le profonde contraddizioni di questa terra e con i disagi più gravi cui ci si imbatte sovente. Ho fatto il callo alle realtà più dure e ingiuste, tipiche di un paese povero. Ma quello che continua ad essere straordinario per me è il contatto costante con la sua enorme ricchezza (e diversità) culturale. Non si capisce subito l’essenza del Mali. Nulla è evidente e mostrato nell’immediatezza, tutto si svolge e esiste «dietro le quinte», esattamente come dietro a un apparentemente fortissimo sentimento religioso, legato all’Islam, si cela ancora un substrato comune, legato invece a credenze ancestrali animiste, ancora più sentite. Cosi, ci vuole un pò di tempo per individuare l’incredibile fermento culturale e sociale che si nasconde dentro i cortili, le piccole botteghe apparentemente tutte uguali e sfornite, i locali e gli espaces culturels che si aprono dietro pareti male intonacate e cancelli arruginiti. Un esempio del tutto significativo, a Bamako le pareti di una casa qualunque possono nascondere un tesoro di inestimabile valore e interesse antropologico e artistico, testimonianza di una delle tradizioni millenarie più radicate del paese: le marionette. A casa del maestromarionettista, stregone, attore, feticheur, artista, musicista e scultore Yaya Coulibaly è conservata la collezione di marionette antiche più grande al mondo. Migliaia di marionette, testimonianza di una delle principali forme d’arte del paese, che normalmente dovrebbero essere esposte in bella mostra, tirate a lucido, in un museo apposito, sono accatastate sotto strati di polvere, in poche stanze. Lo spettacolo è incredibilmente decadente e affascinante allo stesso tempo. L’esempio rispecchia pienamente l’essenza e il potenziale dell’intero paese.
OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
23
EUROPA
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
Leonardo Francesco Paoluzzi
H
ow do people live in Mali? The answer is not easy. I think that “how you live”, is independent of the material resources available anywhere in the world and that it depends mainly on the character, on an inner, totally subjective mood. As in any other part of the planet, Mali also presents its pros and cons (and again, completely subjective). That Mali is one of the poorest countries in the world, where the majority of the population does not have the same standard, means, ease and comfort as Western life is a matter of fact everybody knows, but hardly anyone knows that it is also one of the richest countries in “human capital”, traditions and culture where you do not starve in any case. It is the human capital, with its immaterial wealth, to determine the quality of life in Mali. Suffice it to say that about 60 different ethnic groups live in the country, each one with its own language and traditions. And Bamako, the capital city, with its markets and the hustle and bustle of the busy streets of the centre, is the highest expression of all this, better than any ethnographic museum. Bambara, Peuhl, Bozo, Somono, Bobo, Songhai, Markala, Tuareg, Dogon, Senoufo, Malinke ... all have got a very strong cultural identity and a strong ethnic background, but that does not prevent them from feeling, first of all, Malians (with the exception of a small group of separatist Tuareg in the desert, who have been claiming independence for hundreds of years). For this reason, they not only coexist peacefully and in full mutual respect, but are animated by a genuine spirit of brotherhood, which is one of the strengths of the Malian society and which make it one of the most welcoming countries in the world. This is one of the main aspects that struck me from the start, making me feel at ease in a cultural milieu so different from mine. In Mali you do no longer feel just a number on a bureaucratic practice, an anonymous name on a bill to pay, but a human being among other human beings, who help each other and live together in harmony. Solidarity and a sense of community, completely opposed to a totally Western individualism, are some of the main characteristics of this culture. Of course, if transferred onto a political level, this feature can take negative connotations, often being the basis of nepotist favoritism and micro-corruption which are difficult to eradicate, despite the fact that the new generations are increasingly becoming aware of this phenomenon. But here in Africa you learn the sacred truth that you will not be able to survive by yourself. At the beginning every aspect of daily life, from the most trivial to the most important ones, seemed an extraordinary experience to me (either positive or negative), which aroused mixed feelings in me, because everything was so different from the reality with which I was accustomed to relate in Italy. Now I no longer pay much attention if a donkey crosses the street just in the middle of an administrative area, or if a
24
herd of sheep graze undisturbed flower beds that form the median of one of the few paved roads in the city. So for the Malians also it is now normal to see an Italian on his scooter riding on the bridge that crosses the river Niger and remaining stuck in the traffic every morning, just as the other thousands of scooters. I have also learned to live together with the deep contradictions of this land and with the most serious hardships that we often come across. I have got used to the hardest and most unjust realities, which are typical of a poor country. But what continues to be extraordinary for me is the constant contact with its huge wealth and cultural diversity. You cannot immediately understand the essence of Mali. Nothing is evident and shown in its immediacy, everything takes place and exists “behind the scenes”, just as behind a seemingly very strong religious feeling, linked to Islam, there still lurks a common substrate, instead tied to ancestral animist beliefs, even more heartfelt. Therefore, it takes a bit of time to recognize the amazing cultural and social ferment that is hidden in the courtyards, the small shops (seemingly all the same and lacking items), in the premises of espaces culturels that open behind badly plastered walls and rusty gates. A really significant example can be the fact that, the walls of any house in Bamako can hide a treasure of inestimable value and anthropological, artistic interest, which is evidence of one of the most ancient
MALI
traditions rooted in the country: the puppets. The largest collection of antique puppets in the world is held at the house of the master-puppeteer, magician, actor, feticheur, artist, musician and sculptor Yaya Coulibaly. Thousands of puppets, evidence of one of the major art forms of the country,
EUROPA
which should normally be displayed in full view, well polished in a dedicated museum, are instead stacked under layers of dust, in few rooms. The show is incredibly decadent and fascinating at the same time. The example fully reflects the essence and the potential of the whole country.
OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
25
EUROPA
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
GRECIA Volontariato!
Volunteering! Georgia Kotsiakou
Εθελοντισμός! Πολυδιάστατη δραστηριότητα ή στάση ζωής? Γράφει η Γεωργία Κοτσιάκου Ανταποκρινόμενη στην πρόταση της αγαπητής φίλης, Rosella Mastodonti,να γράψω ένα άρθρο για το περιοδικό “ La pagina Europa”, η ιδέα του εθελοντισμού υπερίσχυσε των άλλων θεμάτων γιατί και αυτή η ίδια προσπάθεια συγγραφικής συνεργασίας σ’ ένα περιοδικό με θέματα πολιτιστικού ενδιαφέροντος είναι εθελοντική. Βέβαια, η εκούσια ατομική ή ομαδική εργασία δεν περιορίζεται σε προσφορές και βοήθεια αδύναμων ατόμων και κοινωνικών ομάδων, αλλά επεκτείνεται και σε δραστηριότητες πολιτιστικές, περιβαλλοντικές και ψυχαγωγικές. Θα μπορούσαμε να υποστηρίξουμε ότι η «Τέχνη» η Καλή που διδάσκει και αντέχει στο χρόνο δεν υπηρετεί κανέναν αφέντη. Είναι ελεύθερη έκφραση του ευαίσθητου δημιουργού που διαθέτει τη δεξιότητα να αναγάγει το αισθητό σε υπεραισθητό. Η προσωπική μου εμπειρία κατά τη μακροχρόνια περίοδο διδασκαλίας σε Λύκειο δείχνει ότι οι πιο θαυμαστές δραστηριότητες, θέατρο, κουκλοθέατρο, ζωγραφική, μουσική, περιβαλλοντική εκπαίδευση, ήταν εκείνες που έγιναν εθελοντικά εκτός σχολικού προγράμματος και χωρίς οικονομικά κίνητρα. Τα κίνητρα ήταν το πάθος και η έμπνευση σε μια συνεργασία μαθητών και καθηγητών όπου κατέθεταν την ψυχή τους. Το αποτέλεσμα ήταν εντυπωσιακό γιατί το δημιούργημα δεν ήταν σύνθεση «αντιγραφής και επικόλλησης», όπως συμβαίνει δυστυχώς τον τελευταίο καιρό, αλλά αυθεντικό και πρωτότυπο γέννημα ιδεών που πηγάζουν από την ίδια την εκπαιδευτική διαδικασία και κυρίως την άτυπη όχι την τυπική. Προς το παρόν, το ζητούμενο είναι ο σκοπός και η απήχηση των εθελοντικών δραστηριοτήτων. Η καλλιέργεια της αλληλεγγύης προς το συνάνθρωπο, η συνεργασία μεταξύ μελών μιας κοινότητας ανεξαρτήτως εθνικής ταυτότητας και η συμμετοχή σε κοινωνικό έργο εξαλείφουν τις διακρίσεις και τα κοινωνικά στερεότυπα με αποτέλεσμα την ισότιμη και αξιοπρεπή αντιμετώπιση των συνανθρώπων μας. Στην
26
Ελλάδα της οικονομικής κρίσης σήμερα έχουν εκδηλωθεί πολλά εθελοντικά κινήματα ως αντίσταση στην εξαθλίωση και ταπείνωση του ατόμου και της κοινωνίας. Η εικονική ευμάρεια που προβάλλουν τα Μέσα Μαζικής Ενημέρωσης δίνοντας υπεραξία στα υλικά αγαθά και στις πλασματικές ανάγκες απομυθοποιείται από τις ενωμένες φωνές και τα ενωμένα χέρια των εθελοντών του κόσμου που μάχονται την απανθρωποποίηση του ανθρώπου! Πολίτες σε κάθε Τοπική Αυτοδιοίκηση πρωταγωνιστούν στην αρχή δειλά- δειλά και δυναμικά στη συνέχεια σε δράσεις περιβαλλοντικές, κοινωνικές και
πολιτιστικές.. Κοινωνικά Ιατρεία, Εθελοντικά φροντιστήρια για μαθητές, φαρμακεία, πρώτες βοήθειες και συμμετοχικά συσσίτια είναι μερικές από τις προσφορές αυτών των εθελοντικών δράσεων. Η πολιτεία αδρανεί ή «αδυνατεί», όπως θέλουν κάποιοι να λένε, να καλύψει βασικές ανθρώπινες ανάγκες. Ωστόσο, κάνει έντεχνη χρήση του δυναμικού «μηχανισμού» της να αποκοιμίζει το λαό με ψευδολογήματα… Είναι γεγονός πως ο άνθρωπος για να μπορέσει να δώσει πρέπει να έχει περίσσεια ψυχής και αυτό προϋποθέτει πνευματική ολοκλήρωση. Ποιος του εξασφαλίζει όμως
GRECIA αυτή την ολοκλήρωση; Φυσικά η παιδεία θα μου πείτε. Μάλιστα. Η ανθρωπιστική όμως και όχι η τεχνοκρατική παιδεία που παρέχεται στην εποχή μας. Η αυτάρκεια απαιτεί ευημερία υλική και πνευματική, διαφορετικά η στέρηση αποδυναμώνει τον άνθρωπο και τον κάνει θηρίο. Η στέρηση από το δικαίωμα στη μόρφωση και την εργασία τροφοδοτεί συναισθήματα ανασφάλειας, φόβου, απομόνωσης και μισαλλοδοξίας. Συναισθήματα διάχυτα στα βλέμματα συνανθρώπων μας στους δρόμους της Αθήνας που είναι άνεργοι και άστεγοι. Άνθρωποι νέοι που επένδυσαν τα όνειρά τους «σ’ ένα πουκάμισο αδειανό», σ’ ένα τραπεζιτικό σύστημα συναλλαγών. Συναλλαγών οικονομικών και ιδεολογικών εκπτώσεων! Οι συμπεριφορές υποδηλώνουν και ψυχολογικές διαθέσεις που δεν είναι ανεξάρτητες από το περιβάλλον, στενότερο και ευρύτερο, όπου ζει κανείς. Ευτυχώς, μέσα σ’ αυτό το «ομιχλώδες» κλίμα οι φυσιολατρικοί και ορειβατικοί σύλλογοι με τις εξορμήσεις στη φύση δίνουν τη δυνατότητα στον άνθρωπο να ξεφύγει από τη μονότονη καθημερινότητα και να αναζωογονηθεί. Εθελοντικά και δω τα μέλη των ορειβατικών συλλόγων προσφέρουν τις υπηρεσίες τους. Πρόκειται για στάση ζωής για τους πιο
πολλούς που συνεχίζουν για πολλά χρόνια την ορειβασία. Δεν είναι τυχαίο το γεγονός που τον τελευταίο καιρό παρατηρείται μεγάλη συμμετοχή πολιτών στις εξορμήσεις αυτές και κάθε φορέας διαθέτει το δικό του φυσιολατρικό σύλλογο. Είναι η ανάγκη του ανθρώπου να «δραπετεύσει» και να «εξυγιανθεί» κοντά στη φύση. Μέσα στα πλαίσια των φυσιολατρικών δράσεων και αποδράσεων ως ενεργό μέλος του Φυσιολατρικού Ομίλου Πειραιά διοργάνωσα σε δύο νησιά, στην Ικαρία και στη Νίσυρο το περασμένο καλοκαίρι, πρόγραμμα εθελοντισμού και εναλλακτικών διακοπών σε συνεργασία με τη Δημοτική Αρχή του νησιού. Ο καθαρισμός, η συντήρηση και η διάνοιξη των παλαιών μονοπατιών στα νησιά μας είναι ο σκοπός αυτών των εξορμήσεων. Ταυτόχρονα ανακαλύπτουμε άγνωστες πτυχές της φύσης και της τοπικής κοινωνίας. Η διαμονή στο Σχολείο του νησιού, σε σκηνές ή σε δωμάτια για κάποιους αποτελεί μοναδική εμπειρία. Είναι η δράση, η ενέργεια, η χαρά της προσφοράς, η κίνηση, το παιχνίδι, ο ρόλος, η εμπειρία, η ζωή, το βίωμα που γίνονται γνώση. Είναι η αισθητηριακή αγωγή, η ομαδική εργασία που γίνονται συμπόρευση, συμμετοχή, αλληλεγγύη, προσφορά, ψυχαγωγία, μέθεξις! Η Ελλάδα γεωγραφικά αποτελεί ένα
EUROPA
σταυροδρόμι Ανατολής και Δύσης. Αυτή η θέση της προσδίδει μια πολύμορφη αισθητικά και πολιτισμικά φυσιογνωμία η οποία δεν εκδηλώνεται μόνο στις εναλλαγές των τοπίων, αλλά και στις αντιφάσεις της ίδιας της πολιτιστικής παράδοσης. Οι τοπικοί χοροί, για παράδειγμα, έχουν μια πολυδιάστατη έκφραση. Ο χειροπιαστός, σφιχτοδεμένος κυκλικός χορός γύρω από το «τραπέζι της παναγιάς» σ’ αυτόν τον κλειστό χώρο είναι εναρμονισμένος με την αρχιτεκτονική της Δωδεκανήσου. Αγκαλιαστά, σφιχτοδεμένα τα σπίτια, ένα κάστρο, μια ασπίδα ενάντια στους «Κύκλωπες» και στις «σειρήνες» αντιστέκονται με τις κεντημένες πόρτες και τα ζωγραφιστά σκαλοπάτια. Έτσι θαρρώ και ο χορός τους γεννιέται αβίαστα από τις ανάγκες τους, τη φυσιογνωμία του τόπου τους, την ιστορία τους και γίνεται τέχνη λαϊκή, παράδοση, πολιτισμός… Στις Κυκλάδες, στα Εφτάνησα, στην Κρήτη, στην Ήπειρο, στη Μακεδονία στην Πελοπόννησο η λαϊκή παράδοση ποικίλει. Στη μουσική, στο Δημοτικό τραγούδι, στους χορούς, στα ήθη και έθιμα, στη λαϊκή Τέχνη, στην αρχιτεκτονική και στα γλωσσικά ιδιώματα είναι χαραγμένα τα σημάδια των αλληλεπιδράσεων λαών και πολιτισμών στο πέρασμα των χρόνων. Τα μονοπάτια υπήρξαν στο παρελθόν ο εμπορικός, κοινωνικός και πολιτιστικός αγωγός σε κάθε περιοχή. Οι πέτρες τους κρύβουν τη σπορά της χαράς και της θλίψης, του ιδρώτα και της δροσιάς, του τραγουδιού και του θρήνου, του κόπου και της ανάπαυλας, του έρωτα και του θανάτου, της δημιουργίας και της καταστροφής. Μόνο ο πεζοπόρος «προσκυνητής», εθελοντής μπορεί να αισθανθεί τη μυσταγωγία τους και να αναγνωρίσει την αξία της διάσωσής τους. Φυσικά, η ευρεία διάσταση του εθελοντισμού σε διεθνές επίπεδο είναι αναμφισβήτητη. Δεν είναι μόνο οι αξίες ζωής που απορρέουν από τον αλτρουισμό και τη συνεισφορά, είναι το ίδιο το ταξίδι γνώση. Η επαφή με διαφορετικούς πολιτισμούς, η εκμάθηση μιας ξένης γλώσσας, η εξοικείωση με νέες συνήθειες, οι άνθρωποι που σε υποδέχονται για να συμπορευτούν μαζί σου, όλα αυτά και τόσα άλλα είναι θησαυρός. Ο Γάλλος ποιητής Joachin du Bellay (1525-1560) στον πρώτο στίχο του σονέτου «Το ωραίο ταξίδι» γράφει: «Ευτυχισμένος όποιος σαν τον Οδυσσέα έκανε ένα ωραίο ταξίδι», “Heureux qui, comme Ulysse, a fait un beau voyage και ο ποιητής μας Γιώργος Σεφέρης αφορμώμενος από αυτόν το στίχο έγραψε το ποίημα «Πάνω σ’ έναν ξένο στίχο» το 1931 στο Λονδίνο. Ανακαλώντας στη μνήμη αυτό το ποίημα του Γιώργου Σεφέρη σκέφτομαι πως ο Οδυσσέας, σύμβολο του ελληνισμού, υπήρξε ένας κοσμοπολίτης. Οι πρώτοι κιόλας στίχοι της Οδύσσειας το δηλώνουν: «ἄνδρα μοι ἔννεπε, μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλὰ πλάγχθη, ἐπεὶ Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν· πολλῶν δ᾽ ἀνθρώπων ἴδεν ἄστεα καὶ νόον ἔγνω,…» Κοσμοπολίτες είναι και οι εθελοντές που ταξιδεύοντας μελετούν τον κόσμο και τους ανθρώπους του. Δεν είναι μόνο οι γιατροί χωρίς σύνορα που έχουν επιλέξει αυτή τη στάση ζωής, είναι και οι λαοί χωρίς σύνορα που αναγνωρίζουν τις ίδιες ανάγκες και τα ίδια δικαιώματα στα πρόσωπα των ανθρώπων μόνο και μόνο γιατί είναι άνθρωποι. Κλείνοντας, θέλω να πιστεύω ότι μέσα από τις σελίδες του περιοδικού αυτού θα «ταξιδεύσουν» ιδέες και προτάσεις, θα αναπτυχθούν συνεργασίες και θα προκύψουν αλληλεπιδράσεις με Ευρωπαϊκή και κοσμοπολίτικη διάσταση. OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
27
EUROPA
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
Georgia Kotsiakou
Volunteering! Multi-dimensional activity or a way of life? Responding to the proposal of my dear friend Rosella Mastodonti to write an article for the magazine La pagina Europa, the idea of volunteering came first and above all, since this effort of cooperation in a magazine about cultural issues is also voluntary. This willingly individual or team project of course, is not restricted in offering and helping weaker social groups but it expands itself in cultural, environmental and entertaining activities. We could say that Art ,which teaches us and lasts through time, does not follow any rules. It is an expression of freedom of the creator who has the ability to promote senses in a higher level. My personal experience as a teacher of high school indicates that the most admirable activities were those done voluntarily out of the school curriculum and with no financial motives at all. The passion and inspiration were the motives for a cooperation between students and teachers who gave their soul into it. The outcome was impressive because it was not just a copy-paste project, something that is happening a lot lately, but an original compilation of ideas that came from the essential, non-typical educational procedure. For the time being, what we ask for is the aim and the responding of voluntary activities. Developing solidarity and cooperation among people regardless national origin and being an active social member of a society eliminates discrimination and social statuses and as a result there is equality and respect among all people. In Greece of financial crisis there are a lot of voluntary programmes as resistance to human and social humiliation and poverty. The superficial wealth that stresses the value of materialism and is promoted by the media is falling apart thanks to the united forces of volunteers all over the world that fight against de-humanization of humans. Citizens in each municipality are participating actively in environmental, social and cultural actions. Social medical clinics, voluntary tutorials for students and providing free food are some of the various voluntary actions. It is claimed that society does not have the ability to cover basic human needs. However, it has the ability to disorientate its citizens with lies….. It is true that in order to be able to give one must have a rich soul and this presupposes mental fulfillment. What ensures, though, this kind of fulfillment? The answer is of course education, you would say. Indeed. But it has to be a humanized kind of education, not the business-oriented one which is provided nowadays. Self-adequacy requires material and mental prosperity; otherwise deprivation weakens people and turns them into a wild beast. Deprivation from the rights of education and employment causes feelings of insecurity, fear, isolation and intolerance. Such feelings you can see in the eyes of our fellow citizens who are unemployed and homeless. Young people who used to have dreams and believed in a fake reality based on the bank system of financial transactions and consumerism. Fortunately, despite this gloomy mood, nature-friendly and mountainhiking clubs gives us the opportunity to escape from the daily routine and somehow reborn. Members of these mountain clubs also offer their services voluntarily. For those who have been hiking for years it is a way of life. It is being noticed lately the fact that a lot of citizens participate in these outings and each community has its own nature-friendly club. This happens due to the need of humans to come closer to nature. As an active member of the nature-friendly club of Piraeus I organized a voluntary program of alternative vacations in two greek islands, Ikaria and Nisyros, in cooperation with the local communities last summer. Cleaning, maintaining and opening the old mountain pathways of the greek islands is the aim of these outings. At the same time we discover unknown aspects of nature and local communities. Staying at the schools of the islands, in tents or in rooms is a unique experience. It is the action, energy, joy of offering, motion, playing, and experience that all become knowledge. Your senses are developing in nature; the group work becomes participation, solidarity, entertainment, and communion. Greece is a geographical crossroad between east and west. Due to this position Greece is characterized by a multi-shaped cultural identity which cannot only be seen in the various landscapes, but also in the contradictions of our cultural tradition. Local dances, for example, have a multi-dimensional character. For example, a local dance of the greek islands is characterized by its circular shape with its dancers holding hands, just like the shape of the islands and their architecture. Houses close to each other with a castle that protects the people from the “Cyclopes” and the “sirens” is somehow related to their local, traditional dances. These dances
28
depict the people’s needs, their identity, their history and they become culture and tradition. In Kyclades, Eftanisa, Crete, Epirus, Macedonia and Peloponesos the folk tradition varies. You can see the signs of the various influences among people and cultures everywhere, in folk music and dances, in customs and tradition, in art, architecture and in language. The pathways were the only commercial, social and cultural means in each region. Their rocks conceal joy and sadness, songs of joy and mourning, tiredness and rest, love and death, creativeness and destruction. Only a mountain hiker, volunteer can feel their secrets and recognize the value of their preservation. Of course, volunteering is now known worldwide. It is not only the values of life that come from altruism and contribution, but the “journey” itself to knowledge. The contact with different cultures, learning a foreign language, getting familiar with new habits and people who are willing to stand by you, all these can be called treasure. The French poet Joachin du Bellay (1525-1560) in the first line of the sonnet called “a nice journey” wrote “pleased may be whoever made a nice journey just as Odysseus did” and the greek poet George Seferis was inspired by this sonnet and wrote the poem “Upon a foreign line” in London, in 1931. Bearing in mind this poem of George Seferis, I think that Odysseus, who was a symbol of Hellenism, was a cosmopolitan. The first lines of Odyssey suggest this idea: «ἄνδρα μοι ἔννεπε, μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλὰ πλάγχθη, ἐπεὶ Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν· πολλῶν δ᾽ ἀνθρώπων ἴδεν ἄστεα καὶ νόον ἔγνω,…» cosmopolitans are also the volunteers who observe the world and the people by travelling. It is not only the doctors without borders who have chosen this way of life, but also the people without borders who can see the same needs and the same rights in the face of people just because they are humans. In conclusion, I believe that through the pages of this magazine, ideas and suggestions will “travel” and new collaborations and partnerships will come up with a European and cosmopolitan dimension.
GRECIA
EUROPA
Georgia Kotsiakou
Volontariato! Attività multi-dimensionale o stile di vita? Accogliendo la proposta della mia cara amica Rosella Mastodonti di scrivere un articolo per il magazine La Pagina Europa, l’idea di scegliere il ‘volontariato’ quale tema del mio contributo mi è balenata prima di ogni altra, soprattutto, dal momento che questo prodotto di collaborazione riguarda un magazine dedicato a questioni culturali e basato su azioni di volontariato. Questo progetto spontaneo individuale o, naturalmente, di squadra non si limita a sostenere ed aiutare fasce sociali più deboli ma espande il suo campo di azione in attività culturali, ambientali e di svago. Potremmo dire che l’Arte, che ci educa e dura nel tempo, non segue alcuna regola. Si tratta di una espressione di libertà del creativo che ha la capacità di promuovere i sensi al più alto livello. La mia esperienza personale come insegnante di scuola superiore indica che le attività più mirabili erano quelle svolte volontariamente al di fuori del curriculum scolastico e del tutto prive di motivazioni finanziarie. La passione e l’ispirazione sono state le motivazioni per una cooperazione tra studenti e docenti che hanno in essa impegnato le loro anime. Gli esiti sono stati impressionanti, perché non eravamo in presenza di un progetto ‘copia-incolla’, cosa che sta accadendo spesso ultimamente, ma di una elaborazione originale di idee scaturenti da una procedura educazionale essenziale, non tipicizzata. In questa fase ciò che chiediamo è la finalità ed il livello di risposta delle attività di volontariato. Sviluppare la solidarietà e la cooperazione tra i popoli indipendentemente dalla provenienza nazionale ed essere membro sociale attivo di una comunità elimina la discriminazione e gli stati sociali e come conseguenza produce uguaglianza e rispetto tra tutte le persone. Nella Grecia della crisi finanziaria sono attivi molti programmi di volontariato come resistenza alla umiliazione umana e sociale ed alla povertà. La ricchezza esteriore che enfatizza il valore del materialismo ed è promossa dai media sta andando in frantumi grazie alle forze unite di volontari che lottano in tutto il mondo contro la de-umanizzazione degli esseri umani. I cittadini in ciascuna municipalità stanno partecipando attivamente ad azioni di volontariato ambientali, sociali e culturali. Cliniche mediche, tutori di volontariato per studenti e distributori di cibo gratuito sono alcune delle varie azioni di volontariato. Si è proclamato che la società non ha la capacità di soddisfare i bisogni umani fondamentali. Tuttavia, essa ha la capacità di disorientare i suoi cittadini con la menzogna .... È vero che, per esser capaci di dare, occorre possedere una anima ricca e ciò presuppone profondità mentale. Cosa garantisce, però, questo tipo di pienezza? La risposta è certamente educazione, potremmo dire. Infatti. Ma deve trattarsi di una sorta umanizzata della educazione, non quella business-orientata che viene fornita
oggigiorno. La sicurezza psicologica richiede prosperità materiale e mentale; d’altro canto, la deprivazione indebolisce le persone e le trasforma in bestie selvagge. La privazione dei diritti all’istruzione ed alla occupazione produce sentimenti di insicurezza, paura, isolamento ed intolleranza. Questi sentimenti si possono leggere negli occhi dei nostri concittadini che sono disoccupati e senza tetto; nei giovani, che sono abituati a sognare e credere in una falsa realtà basata sul sistema bancario delle transazioni finanziarie ed il consumismo. Fortunatamente, nonostante questo cupo stato d’animo, l’ambiente e i clubs escursionistici degli ambienti montani, ci danno l’opportunità di fuggire dalla routine quotidiana e in qualche modo rinascere. Anche i membri di questi clubs alpinistici offrono i loro servizi su base volontaria. Per coloro che sono stati escursionisti per anni, questo è uno stile di vita. Viene sottolineato ultimamente il fatto che un sacco di cittadini partecipano a queste escursioni ed ogni comunità ha il suo club di vicinanza alla natura. Questo accade a causa della necessità degli esseri umani di avvicinarsi sempre più alla natura. In qualità di membro attivo del club ambientale del Pireo ho organizzato un programma, basato sul volontariato, di vacanze alternative in due isole greche, Ikaria e Nisyros, in collaborazione con le comunità locali, la scorsa estate. Pulizia, manutenzione ed apertura di antichi sentieri delle isole greche di montagna sono lo scopo di queste uscite. Allo stesso tempo, noi scopriamo aspetti sconosciuti della natura e delle comunità locali. Soggiornare presso le scuole delle isole, in tende o in camere è un’esperienza unica. È l’azione, l’energia, gioia dell’offerta, il movimento, il gioco e l’esperienza… tutti elementi che diventano conoscenza. I tuoi sensi si stanno sviluppando nella natura; il lavoro di gruppo diventa partecipazione, solidarietà, divertimento, e comunione. La Grecia è un crocevia geografico tra est e ovest. Grazie a questa posizione la Grecia è caratterizzata da una identità culturale multiforme che non può essere vista solo nei vari paesaggi, ma anche nelle contraddizioni della nostra tradizione culturale. Le danze locali, per esempio, hanno un carattere multi-dimensionale. Ad esempio, una danza locale delle isole greche si caratterizza per la sua forma circolare con i suoi ballerini che si tengono per mano, proprio come la forma delle isole e la loro architettura. Case vicine le une alle altre con un castello che protegge il popolo dai “Ciclopi” e le “sirene” è in qualche modo legato alle loro locali, tradizionali danze. Queste danze rappresentano i bisogni della gente, la loro identità, la loro storia e diventano cultura e tradizione. In Kyclades, Eftanisa, Creta, Epiro, Macedonia e Peloponesos la tradizione popolare muta. È possibile vedere ovunque i segni delle varie influenze tra le persone e le culture, nella musica folk e nelle danze, nei costumi e nelle tradizioni, nell’arte, nell’architettura e nel linguaggio. I sentieri erano gli unici legami commerciali, sociali e culturali in ogni regione. Le loro rocce nascondono gioia e tristezza, canti di gioia e di lutto, la stanchezza e il riposo, l’amore e la morte, creatività e distruzione. Solo un volontario escursionista di montagna può cogliere i loro segreti e riconoscere il valore della loro conservazione. Naturalmente il volontariato è ormai noto in tutto il mondo. Non sono solo i valori della vita che derivano dall’ altruismo e dall’offrire il proprio contributo, ma il “viaggio” stesso verso la conoscenza. Il contatto con culture diverse, imparare una lingua straniera, familiarizzare con nuove abitudini e persone disposte a stare con voi, tutto ciò può essere considerato un tesoro. Il poeta francese Joachim du Bellay (1525-1560) nel primo verso del sonetto intitolato ‘Un bel viaggio’ ha scritto ‘…lieto può essere chiunque abbia fatto un bel viaggio proprio come fece Ulisse’ e il poeta greco Giorgio Seferis è stato ispirato da questo sonetto e scrisse il poema ‘Su una linea straniera’ a Londra, nel 1931. Tenendo presente questo poema di Giorgio Seferis, penso che Odisseo, che fu un simbolo della civiltà ellenica, era un cosmopolita. I primi versi della Odissea suggeriscono questa idea: ««ἄνδρα μοι ἔννεπε, μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλὰ πλάγχθη, ἐπεὶ Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν· πολλῶν δ᾽ ἀνθρώπων ἴδεν ἄστεα καὶ νόον ἔγνω,…» cosmopoliti sono anche i volontari che osservano il mondo e le persone viaggiando. Non sono solo i medici senza frontiere ad aver scelto questo stile di vita, ma anche persone prive di frontiere che possono leggere gli stessi bisogni e gli stessi diritti nei volti di altri solo in quanto esseri umani. In conclusione, credo che attraverso le pagine di questo magazine, idee e suggestioni ‘viaggeranno’ e nuove collaborazioni e partnership matureranno in una dimensione europea e cosmopolita. OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
29
EUROPA
BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture
ROMANIA VARA ÎN ARAD Laura Nădăban – Inspector şcolar limbi moderne, Inspectoratul Şcolar Judeţean Arad, România/ profesor de limba engleză- limba romană la Liceul Pedagogic „Dimitrie Ţichindeal” Absolventă a facultăţii de litere şi filosofie din cadrul Universităţii de Vest din Timişoara, MA în Management Educaţional şi Limba engleza în afaceri
Ce poţi face în Arad când eşti tinar şi hotărat să te distrezi sau doar să te relaxezi după o săptămână de muncă? Unde mergi într-o seară de vară când majoritatea prietenilor sau cunoştinţelor tale au plecat deja în vacanţă? Din fericire, în această vară, oraşul Arad oferă mult şi multe locuitorilor săi. Aşadar, ai toate motivele şi oportunităţile să-ţi trăieşti clipa cu intensitate. Într-adevar, la fiecare sfârşit de săptă-mână, cluburile, cafenele, cinematografele, sălile de concert, chiar şi sălile vechiului teatru sunt pline de tineri-tineri şi tineri în suflet în căutarea unor distracţii, nerăbdători să petreacă şi să se bucure de viaţă. Arădenilor le place să iasă în oraş cu prietenii. Majoritatea cluburilor organizează evenimente muzicale live la fiecare sfârşit de săptămână, în plus faţă de oferta obişnuită de muzică de toate felurile, de la dance, salsa sau blues până la rock sau jazz. Ziua Internaţională a Jazzului, Millenium Garden Party, Festivalul Internaţional de muzică americană şi jazz, Muzica Folk, Motorock, Zilele Prieteniei, Festivalul verii 2014 (iniţiat de către studenţii Universităţii „Aurel Vlaicu”din Arad) sunt doar câteva dintre evenimentele dedicate iubitorilor de muzică din oraş, în această vară. Majoritatea concertelor sunt organizate în aer liber pe malurile râului Mureş sau la lacul Padurice. Multe dintre acestea sunt sponsorizate de catre Primăria Arad, oferind acces liber tuturor celor interesaţi. Printre cele mai populare evenimente de acest gen care au avut loc în oraş trebuie menţionat, în primul rând, spectacolul in-titulat „Viva Verdi”. Pe scena plutitoare de la lacul Padurice, corul Orchestrei Filar-monicii din Arad a interpretat arii celebre din repertoriul marelui compozitor italian. De asemenea, concertul extraordinar susţinut de Claudia Iuga şi Quaternion Band, acompaniaţi de Orchestra Filarmo-nicii din Arad s-a bucurat de un bine -meritat succes. Arădenii adoră restaurantele care oferă muzica tradiţională live la fiecare sfârşit de săptămână. Nu numai muzica, dar şi meniul atractiv sau atmosfera autentică contribuie la popularitatea acestor restau-rante. Moara cu Noroc, un han situat la intrarea în oraşul Ineu, în judeţul Arad este foarte apreciat pentru calitatea servicilor sale, pentru programele muzicale, atmosfera autentic românească şi, nu în ultimul rând, pentru felurile de mâncare gătite „ca la mama acasă.”. De asemenea, restaurantul
30
Curtea Veche, situat pe bulevardul principal al oraşului, merită, vizitat dacă vă interesează un meniu sofisticat şi muzica bună. Totuşi, se întâmplă mult mai multe in Arad, pe lângă concertele de tot felul şi ocaziile de a experimenta atmosfera diverselor restaurante, cluburi sau cafenele. De exemplu, în 24 iunie, multe arădence s-au alaturat mişcării iniţiată de o comunitate online, numită „Bluza Românească”. Scopul acestei mişcări, aparută în 2013, este de a promova iile tradiţionale româneşti ca simbol al mândriei naţionale, atât în ţară cât şi pretutindeni în lume, unde există comunităţi de români. Tot în această vară a avut loc un eveniment interesant, dedicat arădencelor de toate vârstele. Intitulat „Skirtbike”, evenimentul a atras un număr impresionant de parti-cipante, care, cu aceasta ocazie, s-au îmbrăcat elegant, şi-au împodobit bicicle-tele cu flori şi baloane si au făcut o plimbare pe bicicletă pe un circuit din centrul oraşului. Skirtbike se adresează femeilor active, elegante, optimiste, interesate de un stil de viaţă sănătos şi modern în acelaşi timp. Bicicleta ca mijloc de transport obisnuit în peisajul citadin a devenit, cu acest prilej, un simbol al libertăţii de mişcare şi un accesoriu al frumuseţii.
ROMANIA
EUROPA
Laura Nădăban
SUMMER IN ARAD What can you do in Arad when you are young and determined to have fun or relax after a hard week’s work? Where do you go on a warm summer day when most of your friends or aquiantances have gone on holiday? Fortunatelly, this summer, Arad has a lot to offer to its people and there is no reason why you do not live the moment to the full. And indeed, every weekend the clubs, the cafés, the cinemas, the concert halls, even the old theatre halls, are full of young or young at heart people in search of some form of entartainment, eager to party and enjoy life. Most people prefer going out with friends. There are many clubs organizing live musical events at weekends, in addition to their usual offer of various music styles, from dance, salsa or blues to rock and jazz. The International Jazz Day, Millenium Garden Party, Folk Artists in Arad, Motorock, the International Festival of American Music and Jazz, Friendship Days, Summer Fest 2014 (initiated by the students of Aurel Vlaicu University of Arad) are just some of the events dedicated to music lovers in Arad this summer. Many concerts are organized in the open, on the banks of the river Mures or on Little Forest Lake and most of them are sponsored by the City Hall, providing free access to all music lovers in the community. Two of the most popular events have been “Viva Verdi” with the choir of the Philharmonic Orchestra of Arad performing on the floating stage at the Lake, and an extraordinary concert by Claudia Iuga & Quaternion Band, accompanied by the same Philharmonic Orchestra of Arad. The people of Arad also enjoy going to restaurants that provide live traditional music every weekend. Combining music and food in an authentic atmosphere is an opportunity that cannot be missed. “The Lucky Mill”, a restaurant located outside the city of Arad, is representative in this respect. “The Old Court” Restaurant, on the main boulevard of the city is also worth visiting if you feel like eating in style and listening to good music. However, there is more going on in Arad, besides concerts of all kinds and the pleasure of experiencing the atmosphere of the various restaurants, clubs or cafés. For instance, on June 24th, lots of women in Arad joined the movement initiated by an online community called “The Romanian Blouse”. The aim of this movement is to promote the traditional Romanian blouses as a symbol of national pride. Since 2013 the day has been celebrated by many Romanians all over the world. Earlier this summer, women of all ages also participated in an interesting event, called SkirtBike. On this occason, they had to dress in style and decorate their bikes for a ride in the city. SkirtBike is addressed to active, smart and optimistic women dedicated to a healthy and modern lifestyle. Beyond being a useful means of transport, bikes have come to symbolise freedom of movement and are perceived as a beauty accesory.
ESTATE IN ARAD Che cosa puoi fare in Arad, se sei giovane e determinato a divertirti oppure a rilassarti dopo una settimana di duro lavoro? Dove puoi andare in una calda serata d’estate quando la maggior parte dei tuoi amici o conoscenti sono partiti per le vacanze? Fortunatamente, questa estate, Arad aveva molto da offrire ai suoi abitanti e non sussisteva alcun motivo per non vivere in pieno il momento. Ed infatti, ogni fine settimana i club, i caffè, i cinema, le sale da concerto, anche i vecchi teatri sono pieni di giovani o comunque di persone dal cuore giovane in cerca di una qualche forma di intrattenimento, desiderosi di festeggiare e godersi la vita. La maggior parte delle persone preferisce uscire con gli amici. Ci sono molti club che organizzano eventi musicali dal vivo durante i fine settimana, in aggiunta alla loro consueta offerta di vari stili musicali, dalla danza, salsa o blues al rock e jazz. La ‘Giornata Internazionale del Jazz’, il ‘Millenium Garden Party’, ‘Artisti popolari in Arad’, il Motorock, le Giornate dell’Amicizia, il Summer Fest 2014 (iniziato dagli studenti della Università Aurel Vlaicu di Arad) sono solo alcuni degli eventi dedicati agli amanti della musica in Arad in questa estate. Molti concerti sono organizzati all’aperto, sulle rive del fiume Mures o nel Little Forest Lake e la maggior parte di essi sono patrocinati dal Comune, che fornisce accesso gratuito a tutti gli amanti della musica nella comunità locale. Due degli eventi più popolari sono stati “Viva Verdi” con il coro dell’Orchestra Filarmonica di Arad che si esibisce nel palco galleggiante sul lago ed un concerto straordinario di Claudia Iuga & Quaternione band, accompagnati dalla stessa Orchestra Filarmonica di Arad. Gli abitanti di Arad amano anche frequentare ristoranti che offrono musica tradizionale dal vivo ogni fine settimana. La combinazione di musica e cibo in una autentica atmosfera è una opportunità che non si può perdere. “The Lucky Mill”, un ristorante collocato fuori città, è a tal proposito rappresentativo. Vale anche la pena di visitare il ristorante “The Old Court”, sul viale principale della città, se amate mangiare con stile e ascoltando buona musica. C’è tuttavia ancor più da vivere in Arad, oltre i concerti di tutti i tipi ed il piacere di sperimentare l’atmosfera dei vari ristoranti, club o caffè. Ad esempio, il 24 giugno, molte donne ad Arad si sono unite al movimento iniziato da una comunità online chiamato “The Romanian Blouse”. Scopo di questo movimento è promuovere le tradizionali camicie rumene come simbolo di orgoglio nazionale. Dal 2013, la giornata è stata celebrata da molti rumeni in tutto il mondo. All’inizio di questa estate, donne di tutte le età hanno inoltre partecipato a un evento interessante, chiamato SkirtBike. In questa occasione, hanno dovuto vestirsi in stile tradizionale e decorare le loro biciclette per un giro in città. SkirtBike è rivolto a donne attive, intelligenti ed ottimiste impegnate in uno stile di vita sano e moderno. Oltre ad essere un utile mezzo di trasporto, le biciclette sono giunte a simboleggiare la libertà di movimento e sono percepite come un aiuto per la bellezza.
OTTOBRE - NOVEMBRE 2014 October - November 2014
31
Valnerina
Paradiso per tutti , anche per i peccatori .
Vi aspettiamo
Foto di Marco Ilari