La Pagina Umbria maggio 2015

Page 1

Numero 11 maggio 2015 Mensile a diffusione gratuita di attualitĂ e cultura

CANTAMAGGIO

TERNI - 11/27 GIUGNO 2015

Via Braccini 30 zeroartracingteam

(reprise)


Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

MAGGIO 2015

2

4 8

Nemo profeta in patria Fabrizio De Silvestri

Il ponte regolatore sul fiume Velino

18

Walter Mazzilli

20

Moira Michelini Pianista Concertista

22

Mare Monstrum LA PAGINA UMBRIA Mensile di attualità e cultura Registrazione n. 2/2014, Tribunale di Terni Redazione: Terni, Via Anastasio De Filis 12 Tipografia: Federici - Terni DISTRIBUZIONE GRATUITA Direttore responsabile Alberto Mirimao Direttore editoriale Giampiero Raspetti Vice Direttore Luisa Romano Grafica e impaginazione Francesco Stufara Editrice Projecta di Giampiero Raspetti 348.2401774 - 331.3010158 info@lapagina.info lapagina.redazione@gmail.com Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.

DOVE TROVARE LA PAGINA

ACQUASPARTA SUPERCONTI V.le Marconi; AMELIA SUPERCONTI V. Nocicchia; ARRONE Superconti Vocabolo Isola; ASSISI SUPERCONTI S. Maria degli Angeli; CIVITA CASTELLANA SUPERCONTI V. Terni; MASSA MARTANA SUPERCONTI V. Roma; NARNI SUPERCONTI V. Flaminia Ternana; ORTE SUPERCONTI V. De Dominicis; ORVIETO SUPERCONTI - Strada della Direttissima; PERUGIA SUPERCONTI Centro Bellocchio; RIETI SUPERCONTI La Galleria; ROMA SUPERCONTI V. Sisenna; SUPERCONTI V.Casilina 1674 (Grotte Celoni); SPELLO SUPERCONTI C. COMM. La Chioma; TERNI Associazione La Pagina Via De Filis; CDS Terni - AZIENDA OSPEDALIERA - ASL V. Tristano di Joannuccio; Cral Provincia di Terni; CRDC Comune di Terni; INPS - V.le della Stazione ; Libreria ALTEROCCA - C.so Tacito; SUPERCONTI CENTRO; SUPERCONTI Centrocesure; SUPERCONTI C. Comm. Le Fontane; SUPERCONTI C.so del Popolo; SUPERCONTI P.zza Dalmazia; SUPERCONTI Ferraris; SUPERCONTI Pronto - P.zza Buozzi; SUPERCONTI Pronto - V. XX Settembre; SUPERCONTI RIVO; SUPERCONTI Turati; TODI SUPERCONTI V. del Broglino; VITORCHIANO SUPERCONTI Località Pallone.

Irene Loesch

Vallantica tra sapori e tradizione culinaria.........................pag. 5

La Prima Guerra Mondiale

C. Bernardinangeli - R. Tessitore - B. Allegretti

Welcom to the Circus................... pag. 6 Immobiliare Battistelli................ pag. 10 Fkt Villa Sabrina............................. pag. 11 I Tuoi Parcheggi Coperti - ATC.... pag. 12 Consorzio di bonifica TevereNera....................................... pag. 14 Associazione Culturale La Pagina........................................... pag. 16 San Valentino Sporting Club..... pag. 19 Farmacia Betti................................. pag. 24

Corso Tacito, 29 - 05100 Terni Tel. 0744 409201 - Fax 0744 437602 Email: libreria.alterocca@gmail.com

www.lapagina.info www.issuu.com/la-pagina


Maggio 2015

3

Davvero un Mare Monstrum!

I

n questi giorni le sollecitazioni emotive a cui siamo sottoposti come conseguenza del fenomeno migratorio ci portano ad avere sentimenti contrastanti e opposti: da una parte le sciagure terribili, con migliaia di persone disperate che affrontano il mare e restano vittime di naufragi fatali; dall'altra, proprio nella nostra città, in poche settimane abbiamo avuto tre ignobili omicidi, tutti compiuti da persone non italiane ai danni di nostri concittadini inermi e pacifici. Nella storia recente della nostra città, mai si erano verificati così tanti fatti gravi in così poco tempo, e ovviamente ciò provoca paura e rabbia. Come orientarsi tra il bisogno di sicurezza e l'accoglienza, che molti di noi considerano un dovere e molti di loro considerano un diritto? A prescindere da quale sia l'opinione di ciascuno di noi su queste vicende, c'è qualcosa che è sempre giusto fare: informarsi. Conseguentemente, nessuno dovrebbe avere la presunzione di offrire soluzioni facili, dato che, purtroppo, non esistono. Ogni fenomeno sociale, quindi anche quello migratorio, non può essere impedito: avviene, che lo si voglia o no; si può soltanto ostacolarlo, con mezzi più o meno violenti ed efficaci, ma mai definitivi. La presenza di delinquenti, tra gli stranieri, è facilitata da lacune legislative che impediscono alle forze dell'ordine di proteggere al meglio i cittadini: la certezza della pena non è fondamentale soltanto per assicurare alla giustizia coloro i quali infrangono le leggi, ma è anche il più importante deterrente per compiere atti illeciti. Dobbiamo pretenderla! Spesso, invece, sentiamo di delinquenti che scelgono l'Italia proprio perché qui è più facile farla franca. I nostri concittadini di origine straniera che, al contrario, conducono una vita onesta e laboriosa, sentono anche più di noi l'urgenza di contrastare la criminalità, perché ad essa si aggiunge un pregiudizio ingiusto nei loro confronti. Dovremmo approfittare di ogni circostanza per dire la nostra e informarci: solidarietà non significa accogliere i criminali. Né essere migranti, o clandestini, di per sé, rende automaticamente degli orchi. Ma come si può sperare di affrontare l'argomento con serietà e metodo se perfino al Progetto Mandela, che da oltre venticinque anni si occupa a Terni di diritti umani e che quest'anno ha dedicato le proprie iniziative al tema dell'immigrazione, viene impedito di lavorare serenamente? Le decine di ragazzi che hanno partecipato ai laboratori hanno potuto incontrare dei migranti che vivono nel nostro territorio e hanno discusso, grazie anche all'ospitalità della Chiesa Valdese, con esperti che li hanno aiutati a inquadrare la questione in termini giuridicamente e storicamente accurati, fatto rarissimo per degli adolescenti. Chi frequenta il Progetto non è meno arrabbiato di altri di fronte alla delinquenza: ma magari è capace di interpretarla in maniera più sofisticata e corretta di chi si limita a prenderserla “con gli stranieri”. Eppure il Consiglio d'Istituto del Liceo Galilei ha tolto all'Associazione la disponibilità di buona parte dei suoi spazi storici; la Rete degli Studenti Medi, pur manifestando stima per il Progetto, ha sostanzialmente ignorato le sue iniziative; Mare Monstrum, lo spettacolo finale, ha segnato un record negativo di presenze nei matinée riservati alle scuole e di autorità locali alla prima. Non che il Progetto sia o debba essere l'unico interlocutore su questi temi, ma di certo è il principale e il più longevo tra quelli rivolti ai giovani ternani e comunque, nel piccolo della nostra comunità, è già un qualcosa di buono, utile e gratuito. Rinunciarvi oggi significa probabilmente moltiplicare i problemi domani. Scrive Lucio Caracciolo nell'ultimo numero di Limes, che l'Europa, prima di ogni altra cosa, ha ragione di esistere per i suoi valori, tra i quali c'è anche quello di trattare i profughi come si deve... L’alternativa è essere inghiottiti dalla marea che si vuole respingere.

Simone Mazzilli

Chi ama davvero la città e la cultura vi ringrazia di cuore


Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

4

NEMO PROFETA IN PATRIA Fabrizio De Silvestri

N

EMO PROFETA IN PATRIA. Frase importante pronunciata nientemeno che da Gesù detto il Cristo per riferirsi all’amarezza che si prova quando proprio chi ci è più vicino non crede alle nostre parole o nelle nostre capacità... Questa frase, unitamente al pensiero di una Cassandra di omerica memoria mi ha dato la forza di proseguire nel cammino per affermare quanto avevo riscontrato nella mia ricerca. E sapete cosa è successo? Cercherò di raccontarvelo nel modo più quieto possibile. Quieto? Che vuol dire quieto, starete pensando. Quieto significa in modo lineare, senza giudizi o rancori, senza rabbie inutili, ma soprattutto senza pretendere di esser creduto proprio da chi già più volte ha cercato il punto debole di quella che è stata ritenuta una ricerca prima e una scoperta poi, in grado di muovere le attenzioni di gente lontana e forse più aperta alle novità, che in un prossimo futuro sarà, credo, apprezzata anche da chi ha voluto girare la testa dall’altra parte. Infatti, salvo poche persone più umili, la maggior parte dei connazionali ha preferito dire figurati o non è possibile o peggio ancora ma che ha studiato? o il mio dottore ha detto che non ci sono basi scientifiche -sempre che ci sia andato davvero dal dottore- e i miei sforzi rischiavano di passare inosservati e restare relegati in un limbo nel quale avrebbero trovato l’oblio. Proprio in questo momento dunque accadeva un fatto strano (ma nemmeno troppo a ben pensarci) ed infatti da oltre 7.000 miglia di distanza ricevevo una telefonata in cui, con accento americano mi si chiedeva se avessi avuto risultati e quali con le mie ricerche. Questo accadeva circa un anno addietro e la voce in questione apparteneva alla prof. Georgianna A. Land, la quale interamente a sue spese si prendeva la briga di attraversare l’oceano in volo per verificare la veridicità delle mie affermazioni, visto che a suo dire sembravano avere un buon fondamento. La Dr. Georgianna Land, oltre ad essere professoressa universitaria in gestione e politiche sociali, ha anche un background quale insegnante di biologia e scoprivo essere un ex “Franklin Fellow” dell’'Ufficio Affari Esteri del Dipartimento di Stato americano e, cosa che mi sembrò sul momento abbastanza strana, è anche un ordained minister e una grande studiosa di testi sacri. Così ha avuto inizio la storia che mi ha portato fino ad oggi. Quando sono andato a prenderla a Fiumicino ero piuttosto nervoso all’idea di esser messo alla prova da una persona così preparata ed importante nel suo paese, che nel corso della vita aveva incontrato chissà quanta gente più preparata ed importante di me. Ad ogni modo, intenzionato comunque a far la migliore figura possibile, decidevo di ospitarla nel migliore albergo della città (chissà se lo avrebbe trovato adatto alle sue aspettative...) e chiamavo più persone possibile legate al mondo della scienza. Immaginate ora come mi sono sentito quando all’aeroporto hanno smarrito il suo bagaglio e l’hanno ritrovato solo il giorno prima del suo rientro (dopo 29 giorni). Ero convinto che si sarebbe infuriata e indignata. Ma no, neanche una lamentela, si è limitata a dire che si vede che doveva andare così. E ancora... il mattino dopo, quando

sono andato a prenderla nell’albergo dove era alloggiata mi chiedeva perché avessi deciso di ospitarla in una struttura così, visto che per dormire sarebbe bastato qualcosa di molto più modesto. E poi, incredibile a dirsi, nel giro di pochi minuti, si era creato uno spirito di convivialità che non avrei mai creduto possibile con una persona di quel livello (sociale e culturale). Era diventato naturale parlare come con un’amica di vecchia data, dimenticando completamente la differenza di età, di esperienza e di formazione. Mentre le esponevo le mie teorie, con dovizia e abbondanza di particolari (sono logorroico), lei mi poneva domande tecniche, senza pensare che stava parlando con un avvocato e non con un medico... ma a lei pareva andasse bene così. A questo punto, stupito da quello che stava accadendo, emergeva il mio lato insicuro, quello che mi fa dire: Ma davvero mi crede? E perché? Le chiedevo dunque se quel che le avevo esposto le era piaciuto e l’aveva convinta o se era meglio che lasciassi perdere. Ed ecco il mio sbaglio: non mi fidavo di me stesso! Per la prima volta mi stavo dando la zappa sui piedi per l’aver sentito sempre dire che un avvocato non può occuparsi di medicina o scienza e forse proprio ora che non sarebbe servito, averci creduto. Fortunatamente però mi aveva ascoltato fino in fondo e si era convinta che quanto da me esposto potesse avere un senso compiuto e quindi mi rispondeva semplicemente: credi o no in quello che fai? Come avrei potuto non crederci? Io stesso avevo preso per primo il mix di farmaci messo a punto per cui avevo chiesto anche un brevetto per innovazione d’uso, avevo tutta la ricerca e tanti amici volontariamente, affetti dalla mia stessa patologia, l’avevano provato con effetti sbalorditivi, ma... Di fronte al vortice delle mie spiegazioni ed affermazioni lei restava impassibile, sorridendo e mi chiedeva dunque nuovamente: ma quanto ci credi? E io ripetevo con più forza quello che avevo già detto, affermando che però... chi mi avrebbe ascoltato? A questo punto, dopo una serie di miei “ma” espressi di seguito alle sue esortazioni a proseguire, decideva di esprimersi in modo più imperioso, facendomi ricordare come in ogni caso avrei dovuto cercare di esprimere le mie idee, visti i risultati che lei stessa aveva visto e che a suo dire sembravano più opera di un’Ispirazione che delle capacità di un ragazzo (io per lei, con 35 anni di meno sono un ragazzo anche se avevo 40 anni). Iniziava così un discorso lungo più di un’ora su come lo Spirito agisca per vie a noi ignote, ispirando soluzioni proprio nei momenti più bui della nostra vita (e per me che al momento della ricerca avevo ricevuto una diagnosi di atassia dei 4 arti, vi garantisco era una fase di tenebra più che di buio!). A me comunque l’intera vicenda appariva ancora come avvolta da un velo di incertezza (vero che funzionava e tanto pure ma da lì a poter dire che avevo trovato qualcosa che fior di ricercatori, neurologi e scienziati non avevano capito...), senonché, forse conscia della mia difficoltà, proprio lei decideva di mettersi in gioco dicendo: organizza una presentazione, se vuoi verrò a sostenerti e diffonderò la cosa anche negli USA! SHOCK! Se lei ci credeva ed era disposta a mettere in gioco la sua reputazione per sostenere l’idea di un folle significava che forse non avevo davvero detto troppe fesserie e quindi perché non parlarne apertamente? Da lì iniziavo a parlarne, affinando sempre di più quella che da semplice teoria stava diventando affermazione di una verità sostenuta da prove inconfutabili: le persone provavano e miglioravano sensibilmente. Ovvio che non si poteva parlare di guarigione perché quella avrebbe richiesto tempi e terapie ben più lunghi ma comunque vedere dei miglioramenti nella qualità della vita di persone rassegnate a convivere con una malattia degenerativa ed inesorabile come la sclerosi multipla, mi dava ogni giorno maggior forza e convinzione nelle mie idee.


Maggio 2015

5

VALLANTICA TRA SAPORI E TRADIZIONE CULINARIA

APPUNTAMENTO DA NON PERDERE Venerdì 22 maggio in anteprima il nuovo format "Venerdì Pesce"

I

l ristorante Vallantica Tacconi-Ottelio ha fatto della tradizione gastronomica locale una delle proprie caratteristiche distintive, servendo in tavola il meglio dei sapori tradizionali, uniti alla tecnica culinaria frutto di studio, ricerca e tanta passione. Nell’intervista rilasciata alla nostra redazione, lo Chef del Resort, Vincenzo Serino, spiega come la dedizione e l'attenzione ai prodotti tipici umbro-toscani, la cura nella scelta degli ingredienti in base alla stagionalità e anche l’olio e i vini della cantina diventino i punti di forza del Resort Vallantica Tacconi-Ottelio. La peculiarità della cucina di Vallantica è proprio quella di avvalersi poco o niente dei prodotti industriali; a contraddistinguerla è la genuinità dei cibi, tutti di produzione propria che portano a riscoprire i sapori e le tradizioni passate. Le tartare di chianina alla senape con uova di quaglia e tartufo nero, umbricelli in salsa di funghi porcini e tartufo nero estivo della nostra tartufaia, gorgonzola e pistilli di zafferano, sono solo alcune proposte selezionate dallo Chef che danno alla cucina nuovi profumi per accogliere il cambio di stagione. Ogni mattina a colazione potrete inoltre assaporare torte e biscotti sempre diversi e sempre fatti in casa e poi ancora marmellate e tanto altro. Da non perdere l’appuntamento previsto il 22 maggio con l'anteprima del nuovo format Venerdì Pesce dove le ricette dello Chef partenopeo sono l’inizio di un cammino che ha lo scopo di immergerci nei profumi e nei colori del mare. La serata, come da tradizione del venerdì, si ripeterà il 19 giugno e poi ogni venerdì per tutta l’estate. Vallantica, dunque, si tinge di azzurro riscoprendo la vocazione marinara della regione di origine dello chef e i suoi legami con i prodotti del suo territorio. Ricette e sapori per valorizzare e divulgare la conoscenza dei prodotti ittici delle nostre care coste italiane, abbinati alle produzioni e alle coltivazioni di tutto il comparto agroalimentare, sono la base del menu che prevede:

Carpaccio di seppia grigliato con pomodoro concassè e verdure grigliate, linguine di gragnano con gamberetti, fiori di zucca e pomodori pachino, risotto al ragù di spigola e limoni d’Amalfi, filetto di rombo con patate sautè e julienne di carciofi, bavarese al lime e coulis di mango. Un valore aggiunto del Resort è la sensibilità che lo Chef Vincenzo riserva nei confronti dei soggetti celiaci. Il menù infatti prevede un’ampia scelta alla carta di piatti senza glutine. Vallantica Resort aderisce così al progetto “Alimentazione Fuori Casa – AFC” che l’AIC Associazione italiana Celiachia si è impegnata a creare per poter offrire un servizio idonea alle esigenze alimentari dei celiaci. Immersi nei profumi e negli odori dei vigneti e degli uliveti di “Vallantica”, in uno scenario che sa di un’altra epoca, lo Chef, coadiuvato da Maria Cristina Fusco (2° Chef), vi accompagnerà nel paradiso della buona tavola.

Loc. Valle Antica, 280 - San Gemini (Terni) - Telefono 0744 243454 info@vallantica.com - www.vallantica.com

Luisa Romano


Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

6

“WELCOME TO Il banco alimentare per una

V

enerdì 10 aprile 2015 si è svolta presso il Don Carlos, a Gabelletta di Terni, una manifestazione con cena e festa per i volontari delle Associazioni di Assistenza del Banco Alimentare dell’Umbria e per le famiglie in stato di necessità. L’iniziativa, che ha visto il patrocinio del comune di Terni, è alla seconda edizione e anche quest’anno è stata interamente sponsorizzata da All Foods, azienda nazionale per la ristorazione collettiva con sede a Terni, impegnando per l’organizzazione logistica e strutturale la Verdi Voglie Eventi che ha realizzato una grande festa circense avvalendosi della professionalità e collaborazione di aziende del territorio. I proprietari del Don Carlos hanno messo a disposizione gratuitamente i locali e la Terni Jazz Orchestra, in formazione street band, ha accolto e guidato gli ospiti all’interno del locale. Successivamente i Vip Clown di Terni hanno animato la serata con spettacoli di magia e giocoleria; l’orchestra di Valter Muto ha invece contribuito a far ballare grandi e piccini. Infine una grande torta circense, arrivata dalla Pasticceria Carletti di Terni, ha concluso in dolcezza la serata. “Voglio ringraziare gli organizzatori, il Banco Alimentare e gli sponsors -ha dichiarato il vicesindaco con delega al Welfare Francesca Malafoglia- per questa bella serata di festa che vuole essere un’ulteriore occasione di solidarietà e socializzazione, così come il grande lavoro di volontariato fatto dal Banco Alimentare. Il cuore, la generosità di Terni, la cura di chi è in difficoltà, passa anche attraverso questo sostegno di tipo alimentare dovuto a un impegno che va avanti per tutto l’anno e che vede impegnati tanti cittadini, tante aziende agroalimentari e la grande distribuzione”. Il Banco Alimentare raccoglie ogni anno in Umbria oltre 900 tonnellate di prodotti provenienti dalle aziende, dalla grande distribuzione, dal fondo nazionale ed europeo e li distribuisce alle associazioni di assistenza come la Caritas, la San Vincenzo e la Croce Rossa, dando sostegno a 31 mila persone. Ha due sedi, una a Perugia e l’altra a Terni. Per ulteriore informazioni 075/5928466.


Maggio 2015

7

THE CIRCUS” cena di festa e solidarietà


Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

8

IL PONTE REGOLATORE

S

ul declinare del XVIII secolo si riaccende la lite tra la città di Terni e il Comune di Piediluco riguardo al libero transito sul ponte Regolatore in località le Marmore. 1 Il ponte era stato edificato in concomitanza con il restauro della Cava Curiana nel 1601. Fino al 1639 il manufatto era servito per il transito di persone e cose; tuttavia nel 1640 se ne impose la chiusura mediante l’erezione di un muro perché il ponte era utilizzato da malviventi provenienti dall’Abruzzo che, compiute incursioni nelle terre dello Stato della Chiesa, riguadagnavano da lì la via di fuga nel regno di Napoli. Intercluso l’accesso del ponte, per il trasporto di persone e cose bisognava ricorrere al servizio di traghetto sul fiume Velino, di cui erano comproprietari il Comune di Piediluco e i conti Pianciani e Farrattini2. Finché nell’anno 1783 gli amministratori ternani demolirono il muro per consentire il trasporto di legname; tuttavia i titolari del servizio di traghetto, sentendosi danneggiati nei propri interessi, il 25 Settembre 1784 inviarono un memoriale a Roma e chiesero al Governo di impedire l’innovazione: “Il cavaliere Alessandro Pianciani ed il conte Ubaldo Ferrattini, unitamente alla Communitas di Piediluco, ossequiosamente rappresentano che quantunque da tempo immemorabile abbiano essi nel fiume Velino, e precisamente nella Contrada delle Marmore esistente in detta Terra di Piediluco, tenuta una barca tanto per commodo de’ Papignesi, che per i trasporti dei diversi generi, quali sono stati sempre soliti di affittare con ritrarne un’annua conveniente risposta3; con tutto ciò alcuni uomini di Terni si fecero lecito nell’anno 1586 di turbarli nell’antico loro possesso, avendo fabricato due ponti di legno, de’ quali però essendosi dal cardinal Montalto ordinata la demolizione, fu questa, colla presenza e assistenza del Luogotenente di Rieti, prontamente eseguita e continuò la Communitas di Piediluco nel divisato possesso di affittare la succennata barca sino all’anno 1639. Tutto apparisce dal documento autentico che si dà annesso (Allegati A). Esisteva in quelle vicinanze un altro ponte, fatto edificare dalla Santa Memoria di Clemente VIII, chiamato Regolatore. Ma stante che, a motivo di varie selve circonvicine nelle quali si rifugiavano li malviventi, succedevano continuamente delle crassazioni ed altri delitti, nell’anno 1640 il cardinale Barberini, allora vicecancelliere, commandò che si fabricasse in esso un muro, mediante il quale ristasse impedito il passo, con far ivi apporre la seguente iscrizzione: Ordinandolo il cardinale Barberino, vicecancelliere di Santa Romana Chiesa, fu chiuso il transito di questo ponte sul fiume Velino, affinché fosse non tanto posto un argine alle inondazioni del fiume quanto piuttosto all’audacia di uomini insidiosi. Pietro Ottobono, veneto, referendario delle due segnature, Governatore di Interamna. Con il denaro del Comune, nell’anno 1640. Più oltre si legge, sempre nello stesso documento, che “Clemente con il ponte regola il corso delle acque, mentre sia riconosciuto di più a Urbano che pone un freno ai crimini erigendo il muro”4. Niuna innovazione è seguita nello spazio lunghissimo di circa due secoli, ne’ quali più non si sono intesi quei gravi delitti che succedevano per lo passato e se ardì il Nicoletti, priore di Terni, di aprire negli anni scorsi nel suddetto muro un forame per introdurre in città alcune some di legna, per ordine della Sacra Consulta dal Vicegerente fu processato, e non poco dovette stentare per ottenere l’assolutoria; di modo che hanno sempre gli Oratori continuato nel loro possesso di ritenere la barca, mediante la quale si è riparato a qualunque inconveniente. Altra simile apertura fu fatta altrimenti nello stesso muro, e quantunque dal Governatore di Terni dovesse prontamente ordinarsi che si richiudesse, con tutto ciò nulla da esso è stato possibile di ottenere. Si è intanto saputo dagli Oratori che per parte di zelanti di Terni e Collestatte è stato avanzato all’EE. VV. un ricorso, con cui domandavasi a questo supremo Tribunale, che nel divisato emergente si dassero gli ordini necessari, in vigore de’ quali non si richiudesse l’attentato forame5. Siccome per un tal ricorso è stato dall’EE.VV. rimesso al Governatore di Terni per l’informazione, intese le Communitates interessate, e credesi che quelle di Terni e Collestatte, forse con il pretesto del maggior commodo che risentano li loro abitanti nel passo del Ponte Regolatore, non lasciaranno di fare le loro opposizioni. Supplicano pertanto li succennati Oratori umilmente l’EE.VV. acciò vogliano 1 2 3 4 5

La Veduta del ponte è tratta da “La Caduta del Velino nella Nera” di Francesco Carrara; i documenti sono stati estratti dall’Archivio di Stato di Terni, fondo Pressio Colonnese, 1° elenco, busta n. 9, f. 22. Nel documento sono detti Ferrattini. Introitare il versamento del canone. Traduzione dal latino. La tentata apertura.

degnarsi di ordinare che il forame clandestinamente fatto nel muro dello stesso Ponte Regolatore sia onninamente richiuso. Le Communitates avversarie non possono con le loro risoluzioni spogliare gli Oratori di quel possesso che hanno goduto per un così lungo ed immemorabile tempo e nel recarle il grave pregiudizio della perdita dell’annua risposta, la quale ritraggono dalla barca per il privato commodo ed interesse de loro abbitanti. E deve inoltre considerarsi che se dovesse restare aperto il surriferito forame si tornarebbero presto a sentire li delitti e le crassazioni che accadevano ne’ tempi antichi, nonostante che vi fossero allora in Piediluco li birri ed in Collestatte li soldati corsi, stante il rifugio che potranno avere li malviventi nelle vicine selve. Non vi sono presentemente in Piediluco li birri, chiamandosi alle occorrenze dal vicino castello di Labro e se dovesse rimanere aperto il forame converrebbe necessariamente porre di nuovo in Collestatte o nel ponte la guardia di soldati corsi per assicurare la publica tranquillità. Nella risoluzione consiliare che si è pigliata in Piediluco, copia della quale si dà annessa (Allegati B), si sono posti in veduta gli inconvenienti e li pregiudizi che possono tenersi dalla innovazione”. Allegati A: 1) Il 18 luglio 1541, con atto rogato dal notaio Domenico Pasquetti, l’ill.mo dominus Fabrizio de Podianis affittò a Francesco Antonio Ciavatta di Castelfranco, per la durata di due anni e al prezzo annuo di 24 ducati, il traghetto ovvero la barca di Terria. 2) 15 ottobre 1586. Alessandro Rosci di Montegranaro nelle Marche, luogotenente et uditore di Francesco Bossi di Ravenna, Governatore di Rieti, si portò nella Terra di Piediluco insieme al suo cancelliere, Antonio Petrignani di Spoleto ed al capitano Orazio Ettori da Fermo, baroncello dello stesso Governatore, in compagnia di alcuni soldati. Giunse alla presenza dei Priori delle Terra di Piediluco (Bernardino di Anselmo, Angelo di Felice, Annibale Pasquetti, Dionisio Faseoli) e mostrò la lettera del cardinale Montalto, indirizzata al Luogotenente del Governo di Rieti, in risposta a quella inviata il 6 ottobre e riguardante la violenza fatta dagli uomini di Terni contro la Communitas di Piediluco in località le Cavate. Come chiarisce il mittente, nella lettera non si entra nei particolari, né si parla di due ponti, pensando che fosse sufficiente ordinare al Governatore di far revocare quello che avevano fatto i Ternani. Segue la data e la firma: Roma 11 ottobre 1586. Il cardinale Montalto. Dopo la lettura, Alessandro


Maggio 2015

9

SUL FIUME VELINO di Walter Mazzilli fatto era stato sottoposto a processo”; ma se i Ternani e i Collestattani insistono nel tenerlo aperto devono assumersi insieme ai vantaggi anche gli oneri. Pertanto devono garantire a loro spese la sistemazione della strada che conduce dal ponte a Piediluco “in modo che sia commoda per le vitture e i carri”; ed inoltre sostenere le spese di manutenzione; e corrispondere alla Communitas di Piediluco la somma di 36 scudi annui per compensare la perdita dell’entrata dall’affitto della barca. Infine per garantire la tranquillità deve essere ripristinata la guardia di soldati corsi che prima stava a Collestatte o presso il ponte; mentre a Piediluco si devono mettere i birri fissi.

Rosci ordinò agli uomini di Piediluco di seguirlo in località le Cavate e di portare stumenti di ferro, seghe e scuri per tagliare i ponti fatti dai Ternani e distruggere i muri eretti nell’alveo delle cave. 3) 27 febbraio 1635. Nell’istrumento rogato dal notaio e segretario del comune di Piediluco Giuseppe Laoreti si legge che il priore Alessandro Montani per conto della Comunità affittò il porto del fiume Velino a Giacomo Cioffi per un bienno e al prezzo di 56 scudi. 4) 20 aprile 1637. Atto rogato da Sebastiano Fabrizi, notaio e segretario del Comune. I Priori affittarono portum sive passum per due anni a Prospero di Quinto, al prezzo di 56 scudi. 5) 8 dicembre 1639. Atto rogato dal notaio e segretario comunale Giovanni Battista Elementi. Flaminio Jannini e gli altri Priori affittarono l’esercizio di navigare ossia il fitto del porto delle navi e del fiume Velino per la durata di due anni e al prezzo di 41 scudi, da corrispondere metà alla Communitas e l’altra metà ai signori Podiani e Ferrattini. In un altro libro dello stesso segretario è riportato il testo dell’iscrizione lapidea esistente sulla parete del ponte delle Marmore, che si dice Ponte Regolatorio. Allegati B: Verbale del Consiglio Comunale, celebrato il 20 Agosto 1784 e trascritto da Giulio Valeriano Sassi, segretario del comune di Piediluco. In sintesi gli argomenti trattati: 1) L’anno passato in occasione della visita del segretario della Sagra Congregazione delle Acque fu aperto il muro sul ponte Regolatore delle Marmore. Di conseguenza la Comunità di Piediluco fu costretta a diminuire l’affitto a Carlo Aloisi, affittuario della barca sul fiume Velino, per il danno ricevuto, “essendo minorato il passo delle genti”. 2) Cittadini di Terni e di Collestatte tengono aperto il muro al fine di vendere e comprare a minor prezzo le legna delle loro macchie. 3) Il conte Pianciani che è comproprietario del passo della barca, insieme al conte Ferrattini ed alla Communitas di Piediluco, ha inoltrato supplica alla Sagra Consulta affinché si chiudesse il muro anche per impedire delitti e crassazioni che succedevano in passato, come dimostrano i processi e le lapidi. 4) Il consiglio comunale di Piediluco nomina Carlo Pasquetti e Stefano Petrarca come propri rappresentanti, incaricati di patrocinare gli interessi del comune presso il governo romano. In particolare sottolinea che “il priore di Terni, sig. Nicoletti, si oppone ai ricorrenti perché già in passato aveva fatto aprire il muro per il transito della legna; ma per questo

Il 18 novembre 1784 i Pubblici rappresentanti di Terni, Collestatte e Torre Orsina inviano un memoriale al Vicegerente di Terni “interessante l’affare della demolizione del muro situato sul ponte detto Regolatore sopra il fiume Velino e per rispondere al contrario memoriale inviato alla Sagra Congregazione a nome del cavaliere Alessandro Pianciani, del conte Ubaldo Ferrattini e della Communitas di Piediluco”. I ricorrenti riferiscono che la memoria contraria si fonda su tre punti fondamentali: il diritto antichissimo goduto dalla Communitas e dai Signori di Piediluco di esercitare il trasporto di persone e cose mediante una barca nel fiume Velino; l’introito di una somma annua dalla cessione in appalto del servizio di traghetto. Di conseguenza l’abbattimento del muro e il libero transito del ponte danneggerebbe le loro entrate. Un altro argomento è che il libero transito sul ponte regolatore renderebbe agevole, come per il passato, il transito di malviventi provenienti dal regno di Napoli. Sarebbe stato sufficiente rimarcare che come i Piedilucani erano liberi di esercitare il diritto esclusivo di navigazione e di traghetto nel lago e nel fiume Velino nei tratti pertinenti al territorio del comune di Piediluco, così i Ternani ed i Collestattani potevano fare libero uso del ponte Regolatore che univa le terre dei propri comuni. Invece, secondo la prassi giuridica ed erudita del tempo, le controdeduzioni sono così articolate da risalire a tempi antichissimi. I Ternani cominciano col mettere in discussione il diritto esclusivo di navigazione e di traghetto dei Piedilucani; dichiarano che Terni è più antica di Piediluco e che ha il diritto di navigare e di commerciare fino a Rieti, come prova l’esistenza fin da età romana (?) del porto di Marmore. Pertanto “godano essi del jus della loro barca e lascino Terni godere del commodo del suo porto”. Per suffragare questa tesi citano un’epigrafe, nella quale si menziona il navale (porto) di Terni ed inoltre “ritengono” che il porto in questione sia da identificare con il porto di Marmore. Invece, come è noto, l’iscrizione era un falso che trasse in inganno anche Ludovico Antonio Muratori6. Questa prova (?) è debole anche agli occhi dei ricorrenti che, con più logiche argomentazioni, ricordano che il transito sul ponte Regolatore era stato libero per quaranta anni e che in quel torno di tempo i Piedilucani non ebbero alcunché da dire. “Nel 1641 il Pontefice ordinò la chiusura del transito sul ponte, mediante l’erezione di un muro, con il fine di tutelare la sicurezza dello Stato e dei sudditi. La causa movente il Principe non riguardava affatto la barca e il servizio di traghetto, ma il transito di malviventi”. Oggi, dal momento che per merito “dell’ottimo governo del regnante Pio VI sono cessate le perniciose cause” che determinarono la chiusura del transito, “deve cessare anche l’effetto”. Di più, c’è da dire che “il Sommo Pontefice per favorire le negoziazioni ha abolito il pagamento del pedaggio sulle vie consolari; invece qui, per pochi scudi a vantaggio della Terra di Piediluco, si dovrebbe impedire il commercio di legname tra Terni, Collestatte e Torre Orsina”! La Communitas di Collestatte possedeva una macchia cedua di grande estensione e se obbligata a passare per il transito della barca avrebbe allungato il tragitto e pagato il passo, rimettendo il guadagno. Invece “aprendo il ponte, i poveri di Collestatte potrebbero vendere la legna a Terni, dove c’è richiesta per le fornaci e per la tiratura della seta. I conti Pianciani e Ferrattini e la Communitas di Piediluco pretendono di avere lo jus coattivo di obbligare chiunque a passare il fiume se non con la barca e nel loro territorio. Si tratta di un diritto lesivo della libertà naturale”. I tempi, seppur con timidezza, volgevano a favore della libertà di circolazione, di traffico e di commercio. Il 9 aprile 1785 la Sacra Consulta, accolte le controdeduzioni dei comuni di Terni, Collestatte e Torre Orsina, si esprimeva a favore del libero transito sul ponte Regolatore di Marmore. 6

Vedi, E. Rossi Passavanti, 2002 r. a., Interamna Nahars, Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, Tip. Stella, Terni, p. 373).


Mensile a diffusione gratuita di attualitĂ e cultura

10


Maggio 2015

11

Fkt VILLA SABRINA RIABILITAZIONE POSTURALE GLOBALE

Tecnica che attraverso la correzione della morfologia del corpo mira al ripristino di una condizione di omeostasi dell’organismo e alla rimozione dei compensi, con sedute INDIVIDUALI in virtù della soggettività dell’individuo, che va sempre rispettata e studiata per avere un’azione risolutiva sulla patologia. POSTURA posizione che il nostro corpo occupa nello spazio grazie al tono e al pretensionamento dei muscoli statici; essa dipende dal patrimonio genetico, dalla personalità e dalle afferenze esterne e di adattamento all’ambiente avvenute nel corso della vita. I muscoli statici, o antigravitari, sono sottoposti ad una attività contrattile continua e prolungata sia per assicurare la coattazione articolare dei vari segmenti corporei, sia per mantenere le posture e garantire l’equilibrio generale durante il moto. La nostra struttura mette a disposizione la Postural Bench, uno strumento innovativo che tramite computer evidenzia gli eventuali squilibri di una persona in postura e offre all'operatore una valutazione oggettiva del paziente per impostare successivamente un appropriato intervento riabilitativo. INDICAZIONI per qualsiasi problema che ha origine ed è in relazione ad una biomeccanica alterata: • problemi strutturali di deviazioni della colonna vertebrale come la scoliosi, l’iperlordosi, l’ipercifosi • ginocchio varo o valgo • piede piatto o cavo • problemi che nascono da iperpressioni articolari, schiacciamenti vertebrali, ernie discali • lesioni articolari cervicali, dorsali, lombari • azione sui muscoli respiratori • post trauma e post intervento chirurgico • problemi nello sport, azione sulla patologia e aumento della performance sportiva • patologie neurologiche

VILLA SABRINA RESIDENZA PROTETTA ALZHEIMER La particolare attenzione da sempre rivolta alle necessità della popolazione anziana, ha portato negli anni ad un particolare interesse ed impegno mirato ad un’assistenza sempre più qualificata agli anziani affetti da Alzheimer e da altre forme di demenza. La demenza, in tutte le sue forme, compreso l’Alzheimer, è chiaramente uno dei più grossi problemi per le famiglie, per la società e per i sistemi sanitari ed una delle maggiori motivazioni per cui, dopo aver effettuato tutta una serie di tentativi domiciliari, costringono le famiglie e/o i servizi sociali, a ricercare delle struttura idonee per la corretta e specifica assistenza. Il costo della demenza è particolarmente alto, in quanto include le spese sostenute per curare un individuo disabile per un lungo periodo di tempo ed il sostentamento delle famiglie, che spesso sono costretti ad abbandonare il lavoro per prendersi cura del familiare, per non parlare dello stress, del bisogno di ascolto e di sostegno anche psicologico dei caregiver delle persone affette da demenza, il più delle volte impreparati a dover gestire, nelle 24 ore, una realtà difficilmente accettabile.

FKT Villa Sabrina srl - Tel. 0744/709074 Direttore Sanitario: Dott.ssa Federica De Santis

poliambulatorio specialistico di fisiokinesiterapia e medicina dello sport

RESIDENZA PROTETTA VILLA SABRINA

OTRICOLI (TR)- Strada Pareti 34/36 Tel. 0744 709073 - t.sabrina@libero.it Come raggiungerci: Otricoli - SS. Flaminia al Km 73,200 bivio per Strada Pareti

Villa Sabrina

In una struttura immersa nel verde, i nostri ospiti possono godere della tranquillità e serenità che solo la natura sa offrire. Il nostro personale, altamente qualificato, offre continuamente assistenza e compagnia agli ospiti di Villa Sabrina.




Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

14

CONSORZIO DI BON Piazza E. Fermi 5 - 05100 Terni Tel. 0744. 545711 Fax 0744.545790 consorzioteverenera@pec.it teverenera@teverenera.it - www.teverenera.it

Q

uest’anno il tema della Settimana della Bonifica, individuato a livello nazionale, è La terra nutre, l’uomo la divora, e tratta di come il consumo dei suoli e del dissesto idrogeologico nelle zone di pianura e nei territori montani siano quanto mai drammaticamente attuali. Denso il programma allestito dal Consorzio Tevere Nera: Sabato 16 maggio ore 16,00 Inaugurazione della mostra Progetto Sorella Acqua. L’ambiente incontra la scuola, allestita nei locali del Museo Diocesano a Terni. A seguire la premiazione delle scuole partecipanti. La mostra sarà aperta dal 16 al 24 maggio dalle ore 16,00 alle ore 19,00. Martedì 19 maggio ore 16,00 Impianti aperti. Visita guidata Stazione di sollevamento di Baschi.

alla

SETTIMANA DELLA BONIF Mercoledì 20 maggio ore 9,00 Passeggiata sulle sponde del Fiume Nera - tratto Ponte Garibaldi/San Martino. Visita guidata riservata agli studenti della Scuola Primaria. Venerdì 22 maggio ore 16,00 Impianti aperti. Visita guidata degli impianti delle Stazioni di pompaggio di “Le Sore” e “Campoduca” nei Comuni di Terni e Narni. Sabato 23 maggio Gommonata sul Fiume Nera dalle ore 9,00 alle ore 19,00 Solo su prenotazione entro il 21 maggio ore 11,00 la scheda di adesione è scaricabile dal sito www.teverenera.it. “Con l’istituzione di una struttura di missione contro il dissesto idrogeologico ed il programma Italia sicura, il Governo dimostra di aver preso consapevolezza riguardo l’urgenza di affrontare in modo preventivo le problematiche di dissesto in Italia, non più a disastri avvenuti. Per quanto ci riguarda -afferma il direttore del Consorzio Tevere Nera, dott.ssa Carla Pagliaristiamo svolgendo il nostro compito in linea con le direttive dell’ANBI. Tra l’altro, aliquote praticamente inalterate confermano che la copertura dei sempre più gravosi costi li stiamo recuperando abbattendo le spese e recuperando efficienze dell’Ente”. Negli anni i territori urbanizzati sono aumentati in modo disomogeneo rispetto alle dinamiche demografiche, superando di gran lunga la domanda effettiva di insediamenti abitativi, produttivi, di impianti tecnologici e infrastrutture. Non tutti i cambiamenti nell’uso dei suoli sono reversibili: erosione dei suoli, siccità, declino della biodiversità e cambiamenti climatici sono spesso meccanismi permanenti. L’unica seria risposta a tutto ciò è la salvaguardia dei Consorzi quali presìdi atti alla tutela e alla difesa dei territori. Queste strutture garantiscono la presenza costante di tecnici e mezzi sempre al servizio dei cittadini, in un dialogo continuo con gli altri Enti locali e le Unioni dei Comuni.

Massima attenzione quindi ad ogni segnalazione di dissesto proveniente dal pubblico o dai privati cittadini per favorire efficienza e tempestività nella gestione degli interventi. “La politica di tutela del territorio riserva ancora la gran parte delle risorse disponibili, comunque scarse, all’emergenza anziché ad un’effettiva opera di prevenzione. Negli ultimi 5 anni quasi 1.500 milioni di euro sono stati stanziati per l’emergenza a fronte di 2.000 milioni di euro, destinati nell’ultima programmazione 2010-2011 agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.”. A dirlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.).


Maggio 2015

15

IFICA TEVERE NERA ICA E DELL’IRRIGAZIONE

Orario di apertura al Pubblico Lunedì – Venerdì dalle ore 8,30 alle 12,00 Mercoledì dalle ore 15,30 alle 17,00

Il Consorzio Tevere Nera all’Università Nelle scorse settimane, presso la Facoltà di Ingegneria Industriale di Terni, si è svolto un incontro di orientamento per gli studenti delle scuole superiori al quale hanno partecipato i ragazzi del Liceo Scientifico “R. Donatelli”, dell’Istituto Tecnico Industriale di Terni e dell’Istituto Geometri di Perugia. L’iniziativa,organizzatadalPolo Scientifico e didattico di Terni dell’Università di Perugia, è stata presieduta e introdotta dal Prof. Rossi con la presenza di altri docenti universitari. A questo modulo di orientamento è stato invitato il Consorzio di Bonifica Tevere Nera nelle figure del Direttore dott.ssa Pagliari e del geometra Venturi.

IL CONSORZIO TEVERE NERA È PARTICOLARMENTE IMPEGNATO NELLA SUA ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTALE. Ricordiamo: - La sistemazione idraulica del fosso di Stroncone nel tratto tra via Di Vittorio e la confluenza con il fiume Nera a Terni; - La sistemazione idraulica del fiume Nera III Stralcio I Lotto. Gli interventi sono finalizzati alla messa in sicurezza del tratto del fiume compreso tra ponte Allende ed il ponte della ferrovia Terni-L’Aquila; - Il progetto esecutivo di sistemazione idraulica del fiume Nera III Stralcio II

Lotto per la messa in sicurezza del fiume nel tratto compreso tra ponte Romano e l’Officina Micheli a Terni; - Il progetto definitivo di sistemazione idraulica del fiume Nera III Stralcio III Lotto per la messa in sicurezza del fiume nel tratto tra via Vanzetti ed il ponte tra Maratta e la E45 a Terni; - Il progetto definitivo di sistemazione idraulica del fosso di Stroncone II Stralcio.

Il Consorzio Tevere Nera infatti da anni ha avviato un proficuo rapporto con il mondo della scuola (ricordiamo il progetto formativo “Sorella Acqua”) e l’Università di Perugia con la quale ha sottoscritto una Convenzione per definire i criteri di collaborazione tra sapere scientifico ed attività pratica. La dottoressa Pagliari ha illustrato il funzionamento e le attività istituzionali svolte dall’Ente considerando le figure professionali ad esso necessarie mentre il Geometra Venturi ha approfondito gli aspetti legati ai lavori del Consorzio, all’irrigazione e all’energia pulita prodotta con le mini idro. All’incontro erano presenti GreenAsm e Confindustria.

anche


Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

16

Associazione Culturale La Pagina - Terni, Via De Filis 7 07441963037 - 3936504183 - 3465880767

Venerdì 29 Maggio CULTURAL CABARET 8

Presidenza Provinciale di Terni

in via De Filis, il vicolo delle Muse

ore 17.00 - 18.00 ore 18.30 - 19.30 ore 20.00 - 21.15 dalle 21.30

Emozioni luminose Giuseppe Gioacchino Belli Apericena in Via De Filis CULTURAL CABARET

a cura del pittore Giovanni Ferri a cura del prof. Renzo Segoloni

Miniconferenze di Loretta Santini, Francesco Neri, Giampiero Raspetti Miniconcerto di Moira Michelini Brindisi in onore di Moira Michelini

Maggio 2015 Martedì 12 17,00 Carbonio mon amour Sabato 16 18,15 Bottega delle idee I tesori di Galleria Borghese Martedì 26 17,00 Tutto è numero? Da Pitagora ai moderni computer

Vittorio Grechi Paolo Leonelli Apericena ore 20,00 Alberto Ratini Giampiero Raspetti

Giugno 2015 Giovedì 11 21,00

Peculiari aspetti della sessualità animale: l’incesto

Filosofia mon amour Scuola popolare di filosofia di Civiltà Laica a cura del Prof. Marcello Ricci Grandi ideologie e Laicità

Martedì 19 Maggio ore 21.00

Il liberalismo Martedì 26 Maggio ore 21.00

La democrazia Mercoledì 3 Giugno ore 21.00

Il socialismo Martedì 9 Giugno ore 21.00

L'anarchismo

Ivano Mortaruolo


Maggio 2015

17

Associazione Culturale La Pagina - Terni, Via De Filis 7 07441963037 - 3936504183 - 3465880767

17 Aprile 2015

Presidenza Provinciale di Terni

Società e Politica oggi in Italia

O

rganizzato dalle ACLI di Terni si è tenuto il 17 aprile nei locali de La Pagina un proficuo ed interessante incontro, molto partecipato, con la vice-Presidente della Camera dei Deputati on. Marina Sereni, su Politica e società oggi in Italia. Hanno partecipato alla discussione il direttore della Caritas diocesana, il Presidente diocesano della Azione Cattolica, il Presidente regionale delle ACLI, altri esponenti del volontariato. Per una buona politica, è stato detto, occorrono memoria del passato e visione del futuro, buoni cittadini da una parte e buona politica dall'altra: sottrarsi ai doveri reciproci è un danno.

on. Marina Sereni

Flavia Chitarrini - Marina Sereni - Nicola Molè

Per una buona politica occorrono memoria del passato e visione del futuro.


Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

18

La TERNI illustre

Cultural Cabaret 29 Maggio Associazione Culturale La Pagina

Moira Michelini pianista concertista

Festival Internazionale di pianoforte di Tarnow in Polonia, ottenendo ovunque ampi consensi di pubblico e di critica. Ha partecipato inoltre al Festival RAI Internazionale Umbriafiction TV, Festival Valentiniano 2001 dove ha inciso un Cd-Live del Concerto in Fa di G.Gershwin per pianoforte e orchestra, registrazioni radiofoniche per la Radio Nazionale argentina, Festival di Musica del Mediterraneo di Murcia, Festival di piano “Sant Pere de Rodes” Girona, Stagione dei Concerti di Piazza Navona (Roma), Sala dei Notari, ecc. Da dieci anni suona in Duo con il violoncellista Ivo Scarponi, esibendosi in numerose città della Spagna, della Francia, del Belgio e per importanti Associazioni Musicali Italiane. Ha registrato per la RAI-TV ed è regolarmente invitata come membro, in giurie di Concorsi Pianistici. Nel 1998 ha inciso un CD con sonate di D. Scarlatti e dello spagnolo A. Soler esposto al Salone Internazionale della Musica di Parigi. Nel 2006 ha inciso un CD-Live con le Quattro Stagioni di Astor Piazzolla insieme all’Orchestra d’archi Ensemble Metamorfosi. É Direttrice Artistica dell’Associazione Araba Fenice di Terni ed ha fatto parte del Consiglio di Indirizzo della Fondazione “A. Casagrande” per il Concorso Pianistico Internazionale.

Rassegna Stampa Moira Michelini commuove il De La Ville. Il tocco leggero e sicuro di Moira Michelini impressiona per l’accuratezza con cui passa da uno Scarlatti brillante all’intensità di Beethoven, la musicalità ineguagliabile di Schubert, fino ad Albéniz e Liszt, virtuosistico banco di prova a fine concerto. Chopin e ancora Beethoven nel doppio bis fanno esclamare tra il pubblico parole di profonda commozione. Corriere - Aosta … Moira Michelini esegue le sonate per pianoforte di Domenico Scarlatti sicura di se stessa e con presa virtuosa, l’immediatezza della Michelini rende l’esecuzione vivace e simpatica, lei si adopera in effetti di eco graduati con precisione, chiarezza e trasparenza. Nella “Malaguena” e nel “Tango” dalla suite “Espana” di I. Albeniz Moira Michelini sembrava sentirsi a suo agio e si cominciava quasi a perdersi in immagini fantastiche. Suddeutch Zeitung - Monaco

Moira Michelini nasce a Terni ed intraprende gli studi musicali nel Conservatorio “G. Briccialdi” della sua città, diplomandosi in pianoforte sotto la guida del M° Fausto Mastroianni, ottenendo il massimo dei voti, lode e menzione. Debutta al teatro “G. Verdi” di Terni nel 1987 e da allora svolge una intensa attività concertistica sia come solista che in formazioni cameristiche in Italia e all’estero: Germania, Montenegro, Spagna, Francia, Belgio, Austria, Polonia, Portogallo, Svizzera, Malesia, Argentina e Giappone. Numerose le sue collaborazioni con orchestra, tra le quali ricordiamo: l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Malesia, l’Orchestra di Stato della Romania, l’Orchestra Sinfonica di Buenos Aires, l’Orchestra del Conservatorio di Liegi, l’Orchestra BonnerJugend di Bonn, l’Orchestra Sinfonica della Murcia, l’Orchestra da Camera “I Solisti di Perugia”. Ha arricchito la sua formazione musicale perfezionandosi con i Maestri: F. Mastroianni, Lya De Barberiis, O. Frugoni e A. Specchi. Ha frequentato a Bruxelles, a Parigi, Salisburgo e Roma i corsi di alto perfezionamento pianistico del M° Aquiles Delle Vigne. Si è esibita in numerosi Festivals Musicali, suonando in prestigiose sale tra le quali: Monaco, “Sala Gasteig”, Parigi “Eglise S.Merry”, Sala del Conservatorio di Liegi, Museo delle Belle Arti di Buenos Aires, sala “Leopold Mozart” e “Wiener Sall”, Mozarteum di Salisburgo, Teatro Nazionale “Istana Budaya” di Kuala Lumpur, Sala dei Notari di Perugia, Chiesa del Borromini di Roma, Teatro di Molina (Spagna), Toledo, Kotor Festival Internazionale dell’Arte, Sala dell’Università di Messina,

“... scene di caccia e sogni di tango...”; “... atmosfere di musica contagiose e ricche di temperamento, che evocano scenari di caccia in miniatura...”. Rheiner-Neckar – Heidelberg - Germania “... la giovane pianista Moira Michelini ha scatenato un fuoco d’artificio ricco di passaggi incalzanti pieni di delicata malinconia...”. Rheiner-Zeitung - Weinheim - Germania “... Moira Michelini un'artista con temperamento, una interprete vitale e brillante...”. La Opinion - Murcia Spagna “L’artista ha entusiasmato il pubblico con musiche di altissimo livello, trasformando la tastiera in una festa di fuochi d’artificio con colori, suoni e scene di straordinaria bellezza ed armonia”. Corriere Del Giorno – Taranto … Il doppio concerto di Bach per due pianoforti e orchestra BWV 1060, che è seguito dopo l’intervallo è stato eseguito da Moira Michelini dall’Italia con Santiago Casanova Munoz dalla Spagna. Moira Michelini era dinamica e piena di entusiasmo nella sua interpretazione (…). New Straits Time - Kuala Lumpur “La ternana Moira Michelini strega il Teatro Verdi, con una indimenticabile interpretazione del Concerto in Fa di George Gershwin”. Il Messaggero – Terni Intelligenza e grazia… La pianista italiana Moira Michelini, ha offerto una interpretazione del Concerto in Fa di G.Gershwin ricca di eleganza e stile. The Star - Kuala Lumpur Qualità ritmica per il Gershwin Piano Concerto in Fa… esposizione precisa e ricca di accuratezza per la pianista Moira Michelini… New Straits Times - Kuala Lumpur


Maggio 2015

19

CLUB BUSINESS SPORT ARTE E CULTURA

N

ella mia ventennale carriera di imprenditore mi è capitato spesso di essere invitato a parlare di lavoro nei centri sportivi, dove la controparte si dichiarava orgogliosamente “socio”. Ho avuto così la possibilità sia di ammirare circoli storici come il club Savoia di Napoli, il circolo della Stampa di Torino, il circolo Aniene, La Canottieri Lazio, Il Club Lanciani e il Due Ponti di Roma, che di apprezzare l’attivismo sportivo e culturale di questi splendidi club. Nei circoli, culla di veri e propri fenomeni culturali, si sono spesso decise le sorti della nostra nazione, formazioni o cadute di governo, acquisti e vendite di società, strategie politiche. La nostra città non è rimasta insensibile a questo fenomeno anche se con dinamiche diverse dagli esempi sopraccitati. Il Circolo del Dopolavoro della società Terni, il Tennis Club Terni, la Canottieri Piediluco e altre associazioni sono alcuni esempi dove sport, affari, cultura e politica si sono, nel corso della storia, miscelati alimentando un interessante dibattito culturale. La Polisportiva Ternana e l’associazione sportiva dilettantistica da me presieduta, con sede in Via Turati 81 presso il San Valentino Sporting Club, ha mostrato in questo primo anno di vita un attivismo che va oltre il semplice associazionismo sportivo, dove per altro i risultati delle sezioni aderenti sono sotto gli occhi di tutti: Orte Calcio a 5 promosso in serie A, Crediumbria Ternana Pallavolo in lizza per i play-off della serie B2 di Volley femminile, Accademia Drago scherma con la medaglia di argento di Lucia Lucarini ai mondiali cadetti di Sciabola, Steelers Terni in testa alla conference sud di football americano a punteggio pieno. Allo sport in senso lato si è sviluppata un’attività molto interessante di convegnistica sportiva e culturale. Questa gemmazione di iniziative in ambito sportivo e culturale, sulla base di modelli presenti nelle principali città italiane di circoli associativi, porterà alla nascita di un interessante progetto denominato “Club”, presentato nella nuova sala convegni del San Valentino Sporting Club il prossimo 28 maggio alle ore 18. È un servizio rivolto a liberi professionisti, imprenditori e commercianti; una piattaforma dove sport, arte e cultura, con il supporto informatico (sito internet e social network) e luoghi adeguati (sala conferenza e spazi indoor ed outdoor), si fondono per creare un’opportunità di business per i soggetti aderenti. Con l’adesione al “Club” i soci avranno diritto di partecipare agli eventi sportivi, culturali e attività di conferenze, sviluppare pubbliche relazioni tra imprenditori grazie a convention, utilizzare la palestra e la piscina estiva, oltre alla possibilità di organizzare campagne marketing grazie all’utilizzo degli spazi all’interno del centro e alla pagina facebook. Rappresenta inoltre per l’imprenditore una straordinaria vetrina di promozione dei propri beni e servizi e della propria persona, un luogo dove poter sviluppare affari grazie alle pubbliche relazioni. Questo innovativo servizio supera il concetto tradizionale delle sponsorizzazioni in ambito sportivo e permette agli imprenditori di fare sistema tra loro. Il Presidente Maurizio Sciarrini

Via Turati, 81 - 05100 Terni Tel. e Fax 0744.277908 info@sanvalentinosportingclub.com www.sanvalentinosportingclub.com

VI INTERESSA CREARE UNA RETE PER SVILUPPARE IL VOSTRO BUSINESS?

É possibile aderendo al The Club, un circolo sportivo e culturale dove il libero professionista, l'imprenditore ed il commerciante potranno fare pubbliche relazioni, promuovere attraverso campagne pubblicitarie mirate i propri prodotti e generare così nuove opportunità d'affari.

Progetto The Club Partecipate all'inaugurazione della sala convegni e alla presentazione del progetto The Club:

28 maggio 2015 ore 18.00 presso il San Valentino Sporting Club seguirà verso le 19.00 un aperitivo cena


Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

20

MARE MONSTRUM Migrazioni, razzismo, intolleranza, accoglienza, uguali diritti per tutti: questi sono i temi che Progetto Mandela tratta da oltre 25 anni nei suoi laboratori e nelle sue produzioni teatrali, perché parlarne continua ad essere profondamente necessario. Il fenomeno delle migrazioni, che con i conflitti, le guerre e la miseria nel “Sud” del mondo stanno aumentando di giorno in giorno, nel “Nord” genera paure, chiusure, rigurgiti razzisti e reazioni irrazionali e incontrollate. Gli stati europei non esprimono princìpi condivisi e le frontiere sono muri invalicabili. Nonostante questo, il flusso di chi fugge alla ricerca di pace, lavoro e diritti è inarrestabile. Per quanti partono, troppi non arrivano, inghiottiti dal deserto e dal mare o uccisi dalla violenza dei trafficanti. Centinaia di migliaia sono le vittime di questa catastrofe, tanti senza volto, senza nome e senza sepoltura se non in fondo al mare, diventato una fossa comune. Con Mare Monstrum volevamo raccontare questa realtà, con uno sguardo a chi fugge e si imbarca dall’altra sponda del Mediterraneo alla ricerca di una vita dignitosa e uno sguardo a chi sta da questa parte, spesso distratto, ignaro, insofferente, ostile e troppo occupato a preservare i propri privilegi per vedere la catastrofe umanitaria che si svolge davanti ai propri occhi. Ci siamo documentati, abbiamo raccolto storie, abbiamo cercato di aprire gli occhi e il cuore e inclinato lo sguardo, moltiplicato i punti di osservazione per riflettere ciò che spesso rimane celato, e lo abbiamo voluto raccontare con ironia, una dose di cattiveria e molta empatia. Non abbiamo inventato nulla, abbiamo costruito la narrazione drammaturgica su ciò che è reale, solo il montaggio è frutto di immaginazione. E il risultato è nel titolo: Mare Monstrum perché è semplicemente mostruoso ciò che accade nell’indifferenza dei più. Irene Loesch

FONTI E ISPIRAZIONI Il testo dello spettacolo è basato su storie di vita di migranti, su testimonianze raccolte da Amnesty International nel rapporto “Lives Adrift”, sulle informazioni dettagliate riprese dal Blog “Fortress Europe” di Daniele del Grande, su enunciazioni di politici nazionali ed europei, su documenti e direttive, su interviste a richiedenti asilo realizzate dai ragazzi, su articoli di giornale, interviste radiofoniche e notiziari televisivi. Abbiamo preso ispirazione dal film “Io sto con la sposa” e ringraziamo Antonio Augugliaro e Tasneem Fared per la loro preziosa testimonianza. Abbiamo citato parte della poesia del poeta siriano Khaled Soliman Alnassiry “Diario di un uomo dietro la finestra” e versi di Erri De Luca da “Solo andata”.


Maggio 2015

21

MARE MONSTRUM

Durante l’anno PROGETTO MANDELA ha organizzato incontri e seminari di approfondimento Per tutti i laboratori sulla tematica: Ti presento un rifugiato a cura di Valentina Itri in collaborazione con ARCI Io sto con la sposa incontro con Antonio Augugliaro e Tasneem Fared in occasione della presentazione del film a Terni in collaborazione con Terni Donne e Il Pettirosso. Per il Laboratorio di Recitazione: Gli strumenti dell’attore: dalla voce al gesto a cura di Marina Luisa Zanchi I doni dell’Arte a cura di Ivan Tanteri Per il Laboratorio di Scene e Costumi: Le suggestioni della scena a cura di Rosita Rossi Il linguaggio della luce in scena a cura di Iuraj Saleri I LABORATORI HANNO CURATO INOLTRE:

Una performance in piazza in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un corteo nuziale in occasione della proiezione del film “Io sto con la sposa” in collaborazione con Terni Donne, una trasmissione settimanale “Allarmi siam razzisti” a Radio Galileo. IL CENTRO PER I DIRITTI UMANI HA ORGANIZZATO

Lungo cammino verso la libertà Corso introduttivo ai diritti umani e le loro violazioni in 25 incontri. E PRODOTTO

Coraggio e a presto dalle lettere di Louise Jacobson spettacolo teatrale per la Giornata della Memoria

PROGETTO MANDELA 2014/2015: LUCI E OMBRE Con lo spettacolo MARE MONSTRUM si concludono i laboratori di Progetto Mandela 2014/2015, riaperti dopo 1 anno di chiusura, grazie al finanziamento ottenuto tramite il Bando dell’8x1000 della Chiesa Valdese, finanziamento che ha permesso a un centinaio di giovani di lavorare insieme per 6 mesi nei laboratori di drammaturgia, recitazione, scenografia e costumi, musica e comunicazione attorno al tema della lotta al razzismo e all’intolleranza. Con il metodo consolidato in 28 anni di attività, che vede la partecipazione attiva dei giovani attorno a una tematica urgente con gli strumenti del teatro, i partecipanti si sono misurati con professionisti del teatro per costruire insieme uno spettacolo molto apprezzato dal pubblico numeroso e attento. Peccato che in tutto questo l’associazione non ha più una sede perché il Liceo Galilei non concede più gli spazi che da sempre sono usati dall’associazione per offrire ai giovani attività creative alternative al vuoto che li circonda. I ragazzi sono stati costretti a incontrarsi sempre in luoghi diversi, cosa che ha complicato non poco l’incontro e la collaborazione tra i gruppi e di conseguenza il lavoro. Solo grazie all’impegno instancabile e appassionato dei coordinatori Luisa Contessa, Michele Meschini, Simone Mazzilli, Marzia Keller, Eleonora Saracchi, Rea Picchiarati, Lorenzo Francioli, Donatella Calamita, con la direzione di Irene Loesch e Marcello Ricci, il Progetto Mandela ha saputo superare questa enorme problematica e non farla pesare troppo sui ragazzi che hanno come sempre risposto con entusiasmo alle attività proposte. La questione della sede è diventata centrale. Senza sede adeguata il Progetto Mandela non potrà continuare. L’appello va alle istituzioni che hanno espresso un rinnovato appoggio a Progetto Mandela, ma che ora sono chiamate ad agire fattivamente per permettere a questa esperienza di continuare a dare il suo contributo alla vita culturale e sociale della nostra città. RIMANIAMO IN ATTESA!


Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

22

Centenario italiano della Grande Guerra (1915 - 2015)

La prima guerra “Noi vogliamo glorificare la guerra -sola igiene del mondo-, il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore”: queste parole, contenute nel Manifesto del Futurismo Italiano del 1909 ad opera di Filippo Tommaso Marinetti, aprono e caratterizzano, tristemente, il XX secolo, il quale offrirà occasioni di “glorificare la guerra” e la violenza come mai in precedenza era stato possibile osservare. Di lì a pochi anni, infatti, il desiderio di nazionalisti e futuristi verrà esaudito: nel giugno del 1914 l’attentato a Sarajevo, da parte di uno studente serbo ai danni dell’erede presuntivo al trono d’Asburgo Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia, farà collassare l’ormai da lungo tempo precario sistema degli equilibri europei in un vortice senza fine di battaglie, sangue e stragi, offrendosi ottimamente come pretesto per lo scoppio della prima Grande Guerra a dimensioni mondiali. A preannunciare questo evento epocale, che segnerà talmente a fondo la storia da cambiarne definitivamente le coordinate, non c’erano (e non bastano) solo gli incrinati rapporti tra Austria e Russia per il controllo dei Balcani, tra Germania e Inghilterra per il dominio commerciale dei mari. Non basta ricordare che l’Europa era divisa in due schieramenti, la Triplice Intesa e la Triplice Alleanza. Bisogna anche considerare che le parole di Marinetti, sopra riportate, altro non sono che l’espressione di un sentimento comune largamente diffuso in Italia, così come in tutto il continente, soprattutto negli schieramenti della destra e basato sull’esaltazione irrazionale della violenza, delle armi, del sangue come fonti di godimento estetico. In altre parole, non importava che la guerra fosse eticamente buona o malvagia. Era bella, e tanto bastava. Il diffondersi di tale ideologia presso gruppi di intellettuali, chiaramente, non fece altro che alimentare ancor di più le scintille scoppiate presso nazionalisti e, in Italia, anche irredentisti: di lì a poco, tutti avrebbero voluto la magnifica guerra. E chi ancora non la voleva sembrò rimanere in silenzio. “Finalmente è arrivato il giorno dell’ira dopo i lunghi crepuscoli della paura” scriveva G. Papini su “La Voce” il 1 ottobre 1914, quando ancora l’Italia non era entrata nel conflitto. E ancora: “Ci voleva una bella innaffiatura di sangue per l’arsura dell’agosto […], i fratelli son sempre buoni ad ammazzare i fratelli; i civili son pronti a tornar selvaggi; gli uomini non rinnegano le madri belve”. Queste parole permettono di comprendere al meglio gli umori, le aspirazioni e l’attrazione che si facevano largo negli animi di molti e che, al di là di motivazioni di carattere politico ed economico, non potevano non portare l’intero globo al conflitto. Sono la voce di coscienze assetate di azioni efferate, eroiche, belle perché estreme. E, davanti a tutto ciò, quale potenza poteva avere il grido disperato di chi invocava la pace, se, come scrive sempre Papini, neanche le lacrime delle madri potevano convincere i popoli belligeranti a smettere? “Lasciamole piangere: dopo aver pianto si sta meglio”, afferma infatti a questo proposito il giornalista. Non bisogna pensare, però, che il diffondersi di tali atteggiamenti bellicisti e di tali esaltazioni della ferinità insita nell’animo umano portassero ad un apprezzamento incondizionato del conflitto. Essi, infatti, costituirono soltanto il principale fattore ideologico per cui la Guerra divenne tanto “Grande”, non solo nelle sue dimensioni, ma nella fama che si trascinava e si trascina tutt’ora dietro. I socialisti turatiani in Italia, i bolscevichi in Russia, i liberali giolittiani e i cattolici rimasero sempre al di fuori di questo coro inneggiante alla morte purificatrice e alla stupenda Grande Guerra. Già dal 1915, anno in cui si tenne a Zimmerwald il convegno che riunì i

"

UN’EUROPA ACCECATA DAL BAGLIORE DELLE ARMI

"

Non v'è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo. Manifesto del Futurismo Le Figaro - 20 febbraio 1909

socialisti dissidenti d’Europa, hanno inizio le cosiddette “offensive di pace”. Nel Manifesto redatto in occasione di tale convegno, i socialisti affermano di intraprendere una lotta che “è al tempo stesso per la libertà e la fraternità dei popoli e per il socialismo […] per una pace senza annessioni né indennità”, sottolineando così la loro volontà di battersi per promuovere la pace pur senza ostacolare il proprio paese nella partecipazione al conflitto, proposto anche dal più radicale Lenin, come occasione per l’instaurazione del socialismo. “Mai fu nella storia una missione più nobile e più urgente”, si legge ancora nel documento: “non vi sono sforzi e sacrifici troppo grandi per raggiungere questo scopo: la pace fra gli uomini”. Nel 1917, nella “Nota di pace”, il pontefice Benedetto XV farà eco alle parole dei socialisti definendo la guerra “un’inutile strage” ed invitando i paesi belligeranti a porre termine a quello che a lui appariva come un “suicidio” dell’intera Europa. Anche il presidente statunitense Wilson aveva lanciato un appello ai popoli in guerra, invitandoli a sedersi a un tavolo e a chiarire pacificamente le ragioni del conflitto. In ultima istanza, dunque, non mancarono coloro che levarono la propria voce al di sopra di quella carneficina invocando la pace. Il problema fu che, data la semplicità con cui i più si erano convinti della necessità di una grande strage, costruire questa pace fu difficilissimo. Nonostante la loro autorità, il papa, Wilson e i socialisti furono tutti impotenti finché di fronte alle stragi del 1916 di Verdun e di La Somme, a quella del 1917 di Caporetto e al numero esorbitante di vittime che ogni battaglia comportava, di fronte all’esasperazione e alla stanchezza dei soldati che da una guerra di pochi mesi si erano ritrovati a combattere per quattro anni, coloro che prima erano stati tanto entusiasti del conflitto finalmente decisero di aprire gli occhi. Per utilizzare una metafora impiegata dal professore di Storia Contemporanea Giovanni De Luna in una conferenza tenutasi a Terni il 12 febbraio 2015, non fu possibile iniziare a parlare di pace finché il grande Titanic del progresso, della potenza economica e dell’imperialismo che veleggiava verso il nuovo secolo non si scontrò con l’iceberg costituito dalla Grande Guerra. E capì che invece che approdare a nuovi porti stava affondando. In conclusione, è possibile affermare che il primo conflitto mondiale fu tanto estremo, definitivo, cruciale ed inevitabile perché non solo fu sin troppo facile da mettere in atto, considerati sia il clima politico-economico, sia quello ideologico, ma anche perché la pace che doveva fargli seguito fu dura da comprendere e realizzare per uomini tanto accecati dalla psicosi bellicista da interpretare gli appelli al pacifismo come esortazione per i soldati ad abbandonare il fronte, tradendo la propria Patria. In altre parole, la guerra e le armi piacquero così tanto all’Europa da renderle impossibile controllare un fenomeno che le sarebbe sfuggito di mano. Il bagliore dei fucili e delle baionette incantò tanto i popoli da renderli incapaci di vedere. E, quando poterono tornare a farlo, non poterono far altro che aprire gli occhi sulla morte che avevano creato e costruire un’improbabile pace tra le macerie. Camilla Bernardinangeli Classe III D


Maggio 2015

23

FINALMENTE UN PO’ DI PACE!

mondiale MAI PIÙ Novembre 1918 – La “Grande Guerra” è finalmente finita. L’armistizio è stato firmato. Tra breve cominceranno le trattative di pace che riporteranno la pace in questa Europa straziata, mutilata, satura di sangue e morte. Si sa che per giudicare un evento in modo freddo ed imparziale è necessario che passi del tempo, ma di fronte a questo flagello abbattutosi su di noi, il silenzio sembra quasi una colpa, un peccato. Anche perché né silenzio né freddezza ci sono stati al momento dello scoppio di questa guerra che, invece, è stata voluta ed agognata da milioni di interventisti di tutti i paesi poi coinvolti nel conflitto. Primi tra tutti, qui in Italia, i Futuristi, guidati ed ispirati dalle parole di Filippo Tommaso Marinetti che nel 1909 scrive: “Noi vogliamo glorificare la guerra, -unica igiene del mondo- […] le belle idee per cui si muore”. A ciò, si aggiunge l’orazione di Giovanni Papini che, allo scoppio della guerra, afferma: “Finalmente è arrivato il giorno dell’ira dopo i lunghi crepuscoli di paura […] per la ripulitura della terra”. E non solo i Futuristi, ma anche il grande Gabriele D’Annunzio, ormai un mito per i giovani italiani, li spinge alla battaglia, al gesto eroico, per se stessi e per la propria gloriosa patria. Dopo il dolore, l’angoscia e lo strazio vissuti in questi cinque lunghissimi anni di guerra, ascoltare queste parole fa quasi male alle orecchie. Ma quali sono, in realtà, queste “belle idee per cui si muore” di cui parla Marinetti? Semplicemente non sono mai esistite. Non esiste nessuna idea o azione portata sul campo di battaglia che possa essere definita “bella”. La guerra è stata per chi l’ha combattuta solo dolore, mancanza, tanfo di sangue e morte in cunicoli scuri e freddi di agonia. E questi gesti eroici di D’Annunzio? Quali sono? Uccidere con un colpo di fucile un uomo che dista da te qualche misero metro? No, questo è omicidio mascherato da gesto glorioso solo perché vige lo stato di guerra. Ma, ovviamente, non solo teste calde hanno preso parte alla “battaglia verbale” di questo conflitto. Molti hanno provato a porvi fine. Il papa Benedetto XV, ad esempio, che, nel 1917 si è appellato alle autorità europee per mettere definitivamente un punto fermo a questa guerra, definendola “un’inutile strage”, o i socialisti riuniti a Zimmerwald che, rimasti fedeli al principio dell’internazionalismo proletario, hanno cercato di dissuadere i loro compagni in trincea dal farsi la guerra tra di loro e di farli unire, invece, per costruire la pace. Tuttavia, i fatti dimostrano che il desiderio di battaglia, di rivalsa, di sopraffazione era talmente forte e radicato nelle più alte sfere politiche che questi appelli di pace e fratellanza passarono quasi sotto silenzio. Dunque, alla fine, i soldati di tutti gli Stati sono coloro che hanno pagato il prezzo più alto. Milioni di loro non sono tornati più a casa, milioni di loro non si riprenderanno mai più dagli orrori visti e vissuti, milioni di loro rimarranno per sempre ai piedi di quelle montagne che li hanno visti morire. Con lo specchio di ciò che è accaduto, ora bisogna guardare avanti e fare in modo che un evento di tale drammaticità non capiti nuovamente sul suolo europeo. É tempo che l’uomo si faccia davvero portatore di quella superiorità razionale che da sempre vanta sul resto delle creature viventi e che si innalzi al di sopra della loro ferinità. É tempo che l’umanità, in coro, guardando agli eventi della “Grande Guerra” dica: “Mai Più”. Raffaela Tessitore Classe III D

15 febbraio 1919 - Ieri a Parigi, in occasione della Conferenza dei preliminari di pace, finalmente ha preso forma il tanto sperato organismo internazionale, che ha assunto il nome di “Società delle Nazioni”. Secondo la dichiarazione rilasciata dal delegato italiano Vittorio Emanuele Orlando, tale organismo che, a sua detta, è stato frutto di un accordo relativamente rapido e semplice, ha il compito di farsi promotore della pace comune tra gli Stati, per la quale ogni Nazione ricorrerà al principio di autocostrizione, sotto la pressione dell’opinione pubblica universale. Ebbene, una gran bell’idea! Anzi, non un’idea, ma «la prova di una tangibile realtà», come ha tenuto a sottolineare Orlando. Sicuramente questa volta funzionerà. Deve funzionare, dopo tutte le offensive di pace fallite, dopo la scarsa fortuna e, forse, l’eccessivo ottimismo del convegno di Zimmerwald. Questa volta la pace sarà definitiva, vero? Finalmente potremo piangere in pace i nostri morti. Certo, la grande Società delle Nazioni non ce li darà mai indietro, ma ormai quel che è fatto è fatto. Ci volevano oltre dieci milioni di morti, affinché eminenti signori quali Papini, Marinetti e chissà quanti altri, esasperati dalla pienezza del mondo, potessero respirare un po’. Ora saranno felici di poter sguazzare in un caldo bagno di sangue appena versato. Chissà se adesso possono godersi il silenzio del mondo depurato da quegli «antipatici, coglioni, farabutti, idioti, odiosi, sfruttatori, disutili, bestioni», o se rimbomba nelle loro orecchie il fastidioso lamento di quelle stupide madri che si prendono anche la briga di piangere simili individui. La guerra che si è appena conclusa era inevitabile. Idee di misantropia e sfrenato nazionalismo avvelenavano gli animi. E c’è da chiedersi: un organismo sovranazionale, pur correttamente funzionante (come sarà senz’altro la Società delle Nazioni), avrebbe davvero potuto fare la differenza? Io credo di no; oltre agli interessi delle singole nazioni, erano in troppi a volere un nemico da uccidere, nascondendo il gusto per la violenza dietro ideali patriottici ed eroici. Ma allora, se, come ci insegna la storia, l’animo umano di tanto in tanto si accende di desideri distruttivi ed autodistruttivi, sarà mai possibile la pace? La Società delle Nazioni ci proverà, come ci si è sempre provato, con ottimismo, dopo ogni guerra. C’è solo da sperare che gli animi si siano calmati e che le trattative di pace non suscitino grandi rancori, perché la prossima guerra potrebbe essere più sanguinosa dell’ultima. Beatrice Allegretti Classe III D

I delegati alleati dopo la firma dell'armistizio di Compiègne



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.