La Pagina Umbria novembre

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Numero 5 novembre 2014

Mensile a diffusione gratuita di attualitĂ e cultura

TERNI

Fot o Al be rto M iri mao


U m bri a nel cuor cuoree Umbria, cuore verde d’Italia: un’espressione pensata e lanciata come slogan anni fa. Sembrava scontata perché tutti l’avevano in mente e davanti ai propri occhi. Fu vincente perché coglieva l’anima della Regione e offriva un’immagine che ha fatto il giro del mondo. Immagine che è rimasta nel cuore di tutti. Ebbene sì: l’Umbria è il cuore d’Italia, non solo perché è al centro della penisola, ma perché ne è l’anima palpitante per arte, per storia, per bellezze, per paesaggi, per rispetto della natura, per spiriualità, per vivibilità. Ed è verde: è il dominio del verde! Il verde intenso e ininterrotto dei boschi, delle colline e della macchia mediterranea che qui permane allo stato puro; quello brillante e sempre cangiante del mare di ulivi; quello inframmezzato dai succosi grappoli d’uva che danno vini eccellenti; quello pacato e rassicurante delle vallate; quello che fa da corona a fiumi, laghi, cascate dalle acque cristalline e limpide. A mezza costa sui rilievi o su un picco roccioso ecco borghi antichi, tanti, raccolti intorno ai loro campanili, superbi per rocche torri e merlature, ricchi di storia e del fascino delle tradizioni: municipalità orgogliose di sé, del proprio passato. In questa terra il Medioevo domina incontrastato: non vi è angolo o paesino che non sia permeato di queste atmosfere. La Regione vanta non solo il maggior numero di borghi medievali in Italia, ma anche alcuni di quelli classificati come più belli. L’Umbria è terra ancora più antica del Medioevo: l’hanno abitata prima Umbri ed Etruschi, divisi e uniti dal biondo Tevere, poi i Romani, popoli che hanno lasciato segni importanti della loro civiltà. L’Umbria è terra spirituale. Non solo perché terra di santi: San Francesco patrono d’Italia, San Benedetto patrono d’Europa, San Valentino patrono dell’amore, sono santi universali. Ma anche Santa Rita, Santa Chiara, Santa Scolastica, Sant’Ubaldo, San Giovenale e lo stuolo immenso di protettori di ogni singolo borgo e, perché no, anche il Sacro Lino di Orvieto. La spiritualità è soprattutto nella sua anima, nella serenità dei paesaggi, nel succedersi di colline e vallate, nell’aprirsi improvviso di panorami superbi e incantevoli, nella natura ancora incontaminata. È nelle antiche chiese, nei monasteri benedettini, negli eremi che accolsero tanti anacoreti. È nei palazzi ingentiliti da bifore o da una teoria di archetti pensili, nelle pitture di Giotto e del Perugino, nell’intrigo silenzioso di piazzette scalinate archi e vicoli che animano i borghi e li rendono unici. È una spiritualità raccolta, limpida, luminosa, dolce, quieta, mistica: è francescana. Ancora una volta ci troviamo ad usare un’espressione abusata, ma non ne abbiamo paura: è una terra a misura d’uomo! Vivibile! Perché qui, immersi nella natura e nelle unicità di questa regione, percorrendola lentamente per assaporare meglio tutte le sfumature del bello, si scende nel profondo del proprio cuore e si riscoprono valori spesso dimenticati o accantonati nella frenetica vita moderna: la serenità, la pacatezza, il rispetto. Loretta Santini

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Calendario eventi ASSOCIAZIONE CULTURALE LA PAGINA Sclerosi multipla, la mia vita per la rinascita - F D e S i l v e s t r i ASSOCIAZIONE CULTURALE LA PAGINA ORNEORE METELLI - F Calzavacca CONSORZIO DI BONIFICA TEVERE NERA AST - L Di Girolamo LICEO CLASSICO - A B reg l i o zzi , E R i cca rdi, S Fabr iz i L a f o n t a n a d i P i a z z a Ta c i t o - P L e o n e l l i MOIRA MICHELINI ARABA FENICE PROGETTO MANDELA Alla scoperta di... - L Santini

PA G I N A

Mensile di attualità e cultura

Registrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni Redazione: Terni, Vico Catina 13 --- Tipolitografia: Federici - Terni

DISTRIBUZIONE GRATUITA Direttore responsabile Michele Rito Liposi Editrice Projecta di Giampiero Raspetti

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Direttore editoriale Giampiero Raspetti

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Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.

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La Pagina

ACQUASPARTA SUPERCONTI V.le Marconi; AMELIA SUPERCONTI V. Nocicchia; ARRONE Superconti Vocabolo Isola; ASSISI SUPERCONTI S. Maria degli Angeli; CIVITA CASTELLANA SUPERCONTI V. Terni; MASSA MARTANA SUPERCONTI V. Roma; NARNI SUPERCONTI V. Flaminia Ternana; ORTE SUPERCONTI V. De Dominicis; ORVIETO SUPERCONTI - Strada della Direttissima; PERUGIA SUPERCONTI Centro Bellocchio; RIETI SUPERCONTI La Galleria; ROMA SUPERCONTI V. Sisenna; SUPERCONTI V. Casilina 1674 (Grotte Celoni); SPELLO SUPERCONTI C. Comm. La Chiona; TERNI Associazione La Pagina - Via De Filis; CDS Terni - AZIENDA OSPEDALIERA - ASL - V. Tristano di Joannuccio; Cral Provincia di Terni; CRDC Comune di Terni; INPS - V.le della Stazione; Libreria ALTEROCCA - C.so Tacito; SUPERCONTI CENTRO; SUPERCONTI Centrocesure; SUPERCONTI C. Comm. Le fontane; SUPERCONTI C.so del Popolo; SUPERCONTI P.zza Dalmazia; SUPERCONTI Ferraris; SUPERCONTI Pronto - P.zza Buozzi; SUPERCONTI Pronto - V. XX Settembre; SUPERCONTI RIVO; SUPERCONTI Turati; TODI SUPERCONTI V. del Broglino; VITERBO SUPERCONTI V. Belluno; VITORCHIANO SUPERCONTI Località Pallone.


Associazione Culturale La Pagina - Terni, Via De Filis 7 07441963037 - 3936504183 - 3465880767 - 3482401774

Non prendere scorciatoie. Se vuoi emozioni, assumi cult u r a . I Giovedì dell’Ateneo 2015 sono dedicati ad Angelo Ceccoli Novembre 2014 Venerdì 14 Martedì 18 Giovedì 20

18/19 17/19 17/19

Martedì 25 Venerdì 28

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Lettu r a d e i c l a s s i ci L’ambiente e i suoi problemi La galaverna e la nebbia a Terni Acque superficiali e sotterranee Liberalismo e tolleranza Lettu r a d e i c l a s s i ci

Re n z o S eg o l o n i Flavio Frontini Vittorio Grechi Pietro Rinaldi S. Mazzilli, M. Ricci Re n z o S eg o l o n i

Dicembre 2014 Martedì 2

17/19

Giovedì 4 Venerdì 12 Sabato 13 Martedì 30

17/19 18/19 17/19 17/19

Capi re l ’ Ac q u a Capi re i l Ci e l o La bellezza di Terni ieri e oggi Lettu r a d e i c l a s s i ci Tecni c h e d i c o mu n i c a z i o n e* Le p o e s i e d i Fl o r i o

Vittorio Grechi Giampiero Raspetti Loretta Santini, Florio Re n z o S eg o l o n i Gi a n l u ca D ’ A m ar i o Le t t o r i v ar i

Dal 1° al 13 dicembre Mostra di pittura Oltre la vita Franco Abbati

Le prenotazioni per trascorrere insieme la fine del 2014 e l’inizio del 1015 terminano il 15 dicembre.

* Dedicato ai giovanissimi intellettuali dell’ATENEO Giovani. Aperto a tutti.

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Sclero la mia vita Come si dice... non c’è il due senza il tre e quindi... siccome le tradizioni meritano rispetto eccoci qui! Oggi, come ormai usanza consolidata nella tradizione holliwoodiana, abbiamo tenuto una conferenza/incontro presso la sede della Associazione Culturale La Pagina, che ha avuto per me lo stesso gusto tanto di una fine quanto di un inizio. La fine di un lungo periodo in cui ho dovuto tenere riserbo per una scoperta che mi ha cambiato (in meglio) la vita, quanto l’inizio di un nuovo corso in cui finalmente potrò liberamente parlare di quanto scoperto e, grazie alla collaborazione di molte persone vicine alla ricerca nonché sostenitori, dare il via ad una serie di incontri volti a scuotere le coscienze. Non voglio tediare chi ci legge ripetendo quanto già in precedenza ed in mille occasioni (oops, forse esagero un poco...) ho detto circa la necessità di alcalinizzare l’organismo, di riuscire ad aiutare la macchina-uomo verso un processo di guarigione, di come certe sostanze e alimenti vadano accuratamente evitati (sostituendoli con altri, non applicando l’ascetismo e privando l’organismo di preziosi nutrienti). Ovviamente siamo rimasti molto colpiti dalla massiccia presenza di persone direttamente coinvolte nel problema di cui si è discusso e speriamo che ne abbiano potuto trarre spunti interessanti e, nonostante molti appartenenti alla classe medica non siano potuti intervenire (contrariamente a quanto auspicato o detto), in ogni caso abbiamo ben compreso come i molteplici impegni e forse una dose di giusta diffidenza, li abbiano trattenuti loro malgrado dal poter essere presenti per capire meglio il frutto delle nostre ricerche (ma credo non mancherà occasione). Peccato perché anche una critica è ben accetta quando costruttiva e viene da chi ne sa di più. Mi sento comunque in dovere di ringraziare quanti con la loro presenza e le loro domande mi hanno consentito di esporre il risultato delle nostre ricerche, nonché di tributare un dovuto quanto sentito omaggio alla prof.ssa Georgianna A. Land, che è venuta per l’ennesima volta dagli Stati Uniti per sostenerci e portare un importante messaggio a tutte le persone cui è rivolta la nostra ricerca. Intendo dire un messaggio di forza, di solidarietà e interesse concreto verso una ricerca che

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si mult per la

ipla, rinascita

con i suoi risultati, oso dire assolutamente concreti, sta giorno per giorno fornendo una nuova speranza di riuscire ad aiutare chi, come colui che scrive, ha dovuto giorno per giorno lottare contro un male subdolo, fastidioso e spesso umiliante come la sclerosi multipla o qualunque altra malattia autoimmune. Per il momento inizieremo in Italia anche con l’aiuto del dott. Petrini, farmacista reatino che ci ha sostenuti dall’inizio ma crediamo che presto ci sarà possibile riuscire ad iniziare una serie di trials clinici in svariate parti del mondo per giungere infine ad una tanto auspicata svolta nel trattamento della malattia. Un ulteriore ringraziamento crediamo vada tributato a tutto il pubblico, che con pazienza si è sorbito una serie di dati tecnici ed ha dimostrato con i fatti di VOLER capire qualcosa di più, in un’ottica di partecipazione attiva e fattiva, non di essere semplice spettatore di quanto gli accade intorno, bensì egli stesso attore sul palcoscenico della vita, la SUA vita. Da ultimo ma certamente non meno importante direi di vero cuore Grazie Giampiero, che da sognatore permetti a tutti di realizzare i loro sogni nel piccolo ma grande Getsemani della cultura che hai saputo creare nel cuore di Terni. Fabrizio De Silvestri, Annalisa Grasso, Edoardo Romani Sento anche io di dover ringraziare, Fabrizio Annalisa Edoardo e Georgianna certamente, ma anche le tante persone che, alla fine dell’incontro, mi hanno regalato graditissime congratulazioni per le attività culturali della Associazione che ho l’onore di presiedere e per il magnifico, così definito da molti, pomeriggio che abbiamo offerto loro. Grazie. G i a m p i ero R a sp et t i

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M e rcoledĂŹ 5 Novembre G i ocand o con la s alute A nnalis a Gras s o

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G i o v e dì 6 No v em b re Te r n i v i s t a a t t r a v e r s o l e m a p p e Loretta Santini Te r n i r a c c o n t a t a d a i v i s i t a t o r i d e l G r a n d To u r Sauro Mazzilli

Martedì 4 Novembre L a s acr alità dei bos c hi Bru no Petrollin i

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M e rc o l e dì 1 5 o t t o b re I m m a g i na r i ( p o st ) co l o n i a l i Giulia Grechi, Viviana Gravano

M ar te d ì 28 ottobre L’ irrazi onale che è in n oi Vince n zo Policreti G i ampiero Ras p etti

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Via Anastasio De Filis La famiglia de Filiis, un tempo appartenente alla stessa casata dei Cesi, se ne era divisa verso la metà del XV secolo, quando Carlo de Filiis de Caesis, conte palatino, si era trasferito da Cesi a Terni ottenendo dall'imperatore, per sé e la sua discendenza maschile, il diritto di essere notari e sindaci ordinari. Anastasio de Filiis nasce a Terni nel 1577. Il padre, Paolo de Filiis, è gonfaloniere della città. Nel 1603 è a Roma, ospite di Federico Cesi, in occasione della fondazione dell'Accademia. In virtù dei suoi interessi per l'astronomia e la sua attitudine alla costruzione di congegni meccanici, Cesi gli chiede di fabbricare un astrolabio, terminato il 22 ottobre 1603, e andato poi perduto. Nello strumento, come riferisce l'Odescalchi, sono “descritti tutti i corpi celesti colle loro dipendenze secondo i più moderni non men che antichi sistemi di filosofia”. Oltre a essere l'esperto del sodalizio in materia di storia, de Filiis è anche Lynceorum secretarius. Anche lui, come gli altri primi soci, è costretto ad allontanarsi da Roma negli anni immediatamente successivi alla fondazione dei Lincei a causa delle persecuzioni del duca di Acquasparta, padre di Federico, che sospetta i quattro giovani di pratiche magiche e di comportamenti immorali. Tra tutti, Anastasio è il meno osteggiato e lo stesso duca lo incarica di rintracciare il figlio scomparso. Il carteggio tra i quattro giovani rivela che in quegli anni (1603-1606), il de Filiis si sposta spesso, dimorando alternativamente a Terni e a Roma. Anche quando è lontano dalla sede romana Anastasio continua a svolgere le funzioni di segretario dell'Accademia. Dopo il 1606, forse perché richiamato dalle lezioni di Giovambattista della Porta, parte alla volta di Napoli, dove muore nel 1608. Delle sue opere, che figuravano fra i manoscritti perduti della Biblioteca Albani, sono rimasti solo due titoli: De arcanis naturalibus e Novae saecundorum notuum tabulae ab Eclipsato Lyncaeo delineatae.

Associazione Culturale La Pagina

Via De Filis 7A

TERNI Unione Sportiva Acli di Terni Via De Filis 7C Tel. 0744 422095 FAX 0744 430959 L'Unione Sportiva Acli promuove lo sport per tutti ed è riconosciuta come Ente di Promozione Sportiva e fa parte del Comitato Olimpico Nazionale Italiano - CONI. Costituita a livello nazionale nel 1966, inizia l'attività nella provincia di Terni nel 1974. Associazione specifica delle Acli nazionali ha 350.000 iscritti a livello nazionale e 1992 soci a livello provinciale con 23 società sportive affiliate. 9


Un angolo di cucina, gente per la strada, rituali cittadini e feste pop diario giornaliero che Orneore Metelli ha tracciato soprattutto pe Nel 1981 agli inizi dell’avventura umbra rappresentata da “Arte estate in Acquasparta” ed ospitata nelle sale di Palazzo Cesi, ricco di storia e di tradizioni, a partire dalla nascita fra le sue mura dell’Accademia dei Lincei promossa dal duca Federico Cesi, i critici curatori della manifestazione decisero di affrontare il percorso dell’arte visiva contemporanea locale con quattro esemplari figure: Ugo Castellani, Felice Fatati, Carlo Quaglia ed Orneore Metelli. Ed oggi proprio quest’ultimo autore interessa il nostro servizio giornalistico perché la città sta rendendogli omaggio negli spazi della sede della Fondazione Carit in Corso Tacito, con una copiosa proposta di opere variamente datate a coprire l’intero percorso compiuto dal pittore ternano.

Sono dipinti provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e straniere. I curatori diligenti ed appassionati della mostra, Paolo Cicchini e Maurella Eleonori, hanno chiesto la collaborazione di vari studiosi per la compilazione della monografia che viene a colmare un vuoto a lunga scadenza anche se, dall’iniziativa di Acquasparta in poi, critici e storici locali hanno cercato di ovviare alle dimenticanze cittadine con i loro scritti. Ad esempio, Antonio Carlo Ponti, Mino Valeri, la sottoscritta e così via, percorrendo un itinerario attraverso gli anni sulla figura dell’artista e valorizzando con sollecitazioni sia pubblicistiche che verbali l’interesse plenario e sostanziale promosso da Aurelio De Felice che fece

Le foto, di Alberto Mirimao, sono relative ad opere di Orneore Metelli presenti presso il Museo

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polari, negozi del centro e lavori contadini, uno strip quotidiano, un r se stesso. Un giorno si sarebbe trasformato per futura memoria. conoscere Metelli in tutta Europa accostandolo ai candidi autori di una storia parallela all’ufficialità estetica del ’900. Fu allora che molte firme illustri scrissero su di lui e furono nomi celebri che avevano saputo apprezzare la vivacità intellettuale del negoziante ternano, di giorno impegnato ed attento al suo commercio di calzature e di notte, ma soltanto avanti negli anni, davanti al cavalletto e su supporti di vario genere (ricordiamo la famosa porta, un uscio di casa) dedicato a narrare la sua città operaia, i suoi dintorni sontuosi con il marchio internazionale della Cascata delle Marmore, gli abitanti compositi e le tradizioni secolari con piglio genuino. Per cui l’attuale mostra, che proseguirà fino all’11 gennaio coprendo per intero il periodo delle festività invernali, vuole fissare un momento storico della cultura cittadina proponendo le immagini della “città che c’era”. Una città semplice ma non banale con la sua tradizione siderurgica -le ciminiere e i capannoni a schiera- e con la sua sapienza popolare, intessuta di memorie che si compenetrano e si avvicendano sul palcoscenico ogni giorno rinnovato. L’attuale rassegna si può anche considerare una risposta ad una riflessione di Antonio Carlo Ponti cui era stato affidato il compito di tracciare un rapido profilo di Metelli in occasione di Arte estate in Acquasparta. Il critico perugino, molto attento anche agli eventi ternani, si era domandato

come mai, a eccezione di una snella pubblicazione ad opera di Aurelio De Felice con introduzione di Leonardo Sinisgalli per le edizioni romane di “Carte Segrete” dal titolo “Li stivaletti li più belli li trovamo da Metelli”, datata 1946, non si fosse ancora provveduto a realizzare un catalogo critico per collocare degnamente l’immagine del pittore al posto giusto. L’attuale pubblicazione colma in modo esauriente la lacuna ed accompagna la mostra con una ricca antologia di documenti, testimonianze e con una

vasta serie di riproduzioni delle opere di Metelli commentate ed accompagnate da un corposo apparato scientifico che ne illustra le caratteristiche una per una. Dobbiamo quindi essere grati alla Fondazione Carit per l’attenzione rivolta alla figura di Metelli assumendosi l’onere di storicizzare il ruolo dell’artista nel panorama della cultura internazionale e soprattutto di valorizzare la sua posizione intellettuale anche per gli anni a venire e per gli studiosi di poi. Franca Calzavacca

o d ’ a r t e m o d e r n a e c o n t e m p o r a n e a “ A u r e l i o D e F e l i c e ” - C A O S ( C E N T R O A RT I O P I F I C I O S I R I )

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Cons or zio di B on Piazza E. Fermi 5 - 05100 Terni Tel. 0744. 545711 Fax 0744.545790 consorzioteverenera@pec.it teverenera@teverenera.it - www.teverenera.it

Interventi per la riduzione

L’A.N.B.I. (Associazione Nazionale delle Bonifiche Italiane) rappresenta circa 150 Consorzi di Bonifica, rimasti l’unico presidio territoriale permanente deputato alla salvaguardia idrogeologica del territorio. Annualmente A.N.B.I. presenta il Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico che, per l’anno 2014, prevedeva 3.400 interventi, per un ammontare di circa 8.000 milioni di euro, capaci di attivare circa 50.000 nuovi posti di lavoro. L’aggiornamento 2014 del piano ANBI per la riduzione del rischio idrogeologico viene elaborato mentre le colline drammaticamente si sbriciolano e fiumi di fango invadono pericolosamente le strade. Dal 2002 al 2014 si sono avuti circa 2.000 eventi alluvionali con 293 perdite di vite umane, oltre ad ingenti danni alle attività produttive, alle infrastrutture civili ed al patrimonio artistico nazionale. I dati sono estremamente preoccupanti: 6 milioni di persone abitano in un territorio ad elevato rischio idrogeologico; 22 milioni di persone in zone a medio rischio. Nel nostro Paese vi sono 1.260.000 edifici a rischio idrogeologico, di cui 6.251 sono edifici scolastici e 547 ospedali. Modeste le previsioni di spesa della attuale Legge Finanziaria: 30 milioni di euro per il 2014; 50 milioni di euro per il 2015; 100 milioni di euro per il 2016. L’attuale sistema di difesa idraulica, costituito da reti di scolo ed impianti idrovori, richiede costanti azioni di manutenzione ordinaria e straordinaria per garantire un funzionamento idoneo a ridurre il forte rischio connesso al mutato regime delle piogge ed all’aggravata fragilità del territorio. Il Consorzio Bonifica Tevere Nera ogni anno, sul proprio territorio, effettua la manutenzione di numerosi corsi d’acqua con particolare attenzione a quelli ricadenti nella conca ternana. Una sezione idraulica senza vegetazione infestante e priva di depositi alluvionali consente un normale deflusso delle portate di piena verso valle, prevenendo in tal modo, allagamenti ed alluvioni. Un fosso pulito inoltre, specie in zona urbana, evita il ristagno dell’acqua e quindi la presenza di insetti, zanzare e topi. Il Consorzio Bonifica Tevere Nera lo scorso agosto ha avviato ben 44 cantieri, riguardanti la manutenzione ordinaria di corsi d’acqua ricadenti nei Comuni del comprensorio consortile. Ventidue gli interventi relativi a fossi che attraversano le zone più urbanizzate dei Comuni di Terni e Narni e sono: i fossi di Valenza e Vallecaprina, il fosso di Stroncone, i fossi di Collescipoli Morgnano e Carone della zona Polymer, i fossi Schiglie, Cesi, Tarquinio, Rivo, Calcinare, Brecciaiolo e Lagarello della zona Nord di Terni ed i fossi S.Lorenzo e Fiacchignano in località Narni. Si è intervenuto essenzialmente nel ripristino dell’officiosità idraulica dei corsi d’acqua mediante il taglio della vegetazione e nella rimozione del materiale alluvionale. Il Consorzio è continuamente impegnato con propri mezzi e manodopera

Torrente Serra - confluenza fiume Nera

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sul reticolo secondario del fiume Nera, vedi gli interventi sui torrenti Serra e Tescino, che interessano la zona fortemente antropizzata di Borgo Bovio e quelli sul torrente Tarquinio in zona Maratta a Terni. Il Consorzio di Bonifica Tevere Nera rappresenta, in quanto obbligatorio e controllato dalle istituzioni pubbliche, un ente che svolge funzioni pubbliche a

Torrente Serra - fosso di Stroncone


ific a Te v e re Ner a

e del rischio idrogeologico

Torrente Serra - zona Ponte d’Oro favore di proprietà pubbliche e private. Una istituzione moderna nella quale si fondono in modo virtuoso, interessi pubblici e privati. I Consorzi di bonifica e di irrigazione, enti di autogoverno a forte espressione di sussidiarietà, coprono oltre il 50% del territorio del nostro Paese (17 milioni di ettari nei quali rientra tutta la pianura, la maggior parte della

Torrente Tiscino - zona Prisciano

Orario di apertura al Pubblico Lunedì – Venerdì dalle ore 8,30 alle 12,00 Mercoledì dalle ore 15,30 alle 17,00

collina e una parte minore della montagna). Nell’ambito di comprensori idraulicamente definiti hanno realizzato e provvedono alla manutenzione e all’esercizio di un grande patrimonio di impianti, canali ed altre infrastrutture destinate alla difesa del suolo. Gli oneri di manutenzione ordinaria delle opere consortili sono a carico dei consorziati, attraverso l’annuale contributo di Bonifica. Nel 2012 sono ammontati a 575 milioni di euro gli importi versati da parte di 7,78 milioni di contribuenti per la gestione delle opere di bonifica idraulica e di irrigazione. I dati del dissesto idrogeologico: cause ed interventi di riduzione I dati sul dissesto idrogeologico destano vivissima preoccupazione. Oltre al regime di piogge intense concentrate nello spazio e nel tempo, la responsabilità è da attribuire all’impetuosa urbanizzazione ed al disordine nell’uso del suolo. Molte delle calamità sono generate però da eventi idrologici eccezionali. È possibile ridurne l’impatto attraverso azioni volte a rinforzare i territori, consolidare gli argini, assicurare le manutenzioni ed il funzionamento degli impianti idrovori. Manutenzione ed usi del territorio sono un binomio inscindibile cui è subordinata in gran parte la sicurezza territoriale del Paese. L’adeguamento delle opere di bonifica idraulica è condizione fondamentale per la sicurezza territoriale, necessaria non solo all’agricoltura, ma a qualunque attività economica. Si è perciò ritenuto utile proporre, anche nel 2014, un piano pluriennale di interventi per la riduzione del rischio idrogeologico. Tali azioni richiedono la competenza professionale dei Consorzi di bonifica che, presenti capillarmente sul territorio, sono tra i soggetti più idonei a collaborare con le altre istituzioni locali competenti. C o n cer t a z i o n e e s i n er g i e i s t i t u z i o n a l i La sicurezza territoriale richiede azioni coordinate e sinergiche tra i diversi soggetti istituzionalmente competenti, da realizzarsi attraverso gli strumenti previsti, quali protocolli d’intesa e accordi interistituzionali. L’ANBI ha stipulato, già a luglio 2010 ed aggiornato a luglio 2013, un protocollo d’intesa con l’ANCI, finalizzato alla collaborazione sul territorio tra Consorzi di bonifica e Comuni. Il piano proposto dall’ANBI abbisogna, per un più efficiente risultato, degli interventi e delle azioni delle altre istituzioni locali, realizzando il tanto auspicato federalismo cooperativo. I Consorzi di bonifica hanno sottoscritto importanti accordi di programma con le Autorità di bacino nazionali per una collaborazione nel settore della gestione delle acque e della difesa del suolo. Nell’ambito delle indispensabili sinergie istituzionali vanno ricordati i Contratti di Fiume; in alcune regioni (Veneto, Piemonte, Lombardia), dove questo strumento entra a far parte della programmazione per lo sviluppo territoriale, i Consorzi di bonifica figurano tra gli attori principali a fianco delle Autorità di bacino e dei Comuni.

Fosso Rivo - zona La Castellina

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Dopo tre anni di grandi incertezze, con speranze alternate a forti illusioni e preoccupazioni, ora siamo arrivati ad un punto cruciale della vicende AST. Una vicenda segnata da una forte complessità e specificità che credo sia utile rammentare in tutto il suo iter, in modo da avere un quadro preciso che consenta a tutti di capire quanto accaduto, valutarlo e giudicare le responsabilità di tutti i soggetti in campo. La vicenda inizia nel settembre 2011 quando il nuovo amministratore delegato di TK, Heinrich Hiesinger, nel corso delle comunicazioni per la chiusura dell’anno fiscale 2010-2011, fa presente che, a causa delle forti perdite del gruppo, si sarebbe scorporato il settore dell’acciaio inossidabile, costituendo una nuova società, INOXUM, per venderla o trovare un partner industriale. INOXUM rappresentava il primo produttore europeo, con una capacità installata di 2,9 ML/t/anno, di cui 1,5 di AST e con una quota di mercato europeo del 38%, con AST al 13%. Nel gennaio 2012 il gruppo siderurgico finlandese OUTOKUMPU definisce l’acquisto di INOXUM, parte in denaro e parte in azioni, per un valore di 2,7 MLD di euro. Nasce il 1° gruppo mondiale per gli acciai speciali. Il 2 aprile 2012 Mika Seitovirta, amministratore delegato di OUTOKUMPU, presenta a Terni il piano industriale che affida ad AST un ruolo fondamentale: produzione di acciaio fuso ad 1,5 ML/t per rifornire gli stabilimenti tedeschi, dove si sarebbe chiusa la produzione a caldo; aumento a 680.000 t della produzione di laminati piani a freddo; aumento della produzione di tubi. Con la chiusura di due acciaierie in Germania, per un totale di 1 ML/t, si sarebbe anche mitigata la sovracapacità produttiva europea che era dell’ordine di 2 ML/t. Il 21 maggio la Commissione Europea per la Concorrenza avvia una procedura sulla concentrazione ai sensi del regolamento CE n. 139/2004 del Consiglio Europeo. Il 9 agosto 2012 la commissione valuta che l’acquisizione ostacola in modo significativo la concorrenza sul mercato europeo per quanto riguarda i laminati piani a freddo ed invita OUTOKUMPU a presentare un rimedio. Dopo una prima proposta di cessione di attività di laminazione in Svezia e Inghilterra, che la Commissione ritiene inadeguata, i finlandesi, il 19 ottobre 2012, propongono la vendita di AST, escluso il Tubificio, e di alcuni Centri Servizi. Il 25 ottobre la Commissione dà via libera alla cessione di AST ad un soggetto che dovrà necessariamente avere queste caratteristiche: 1) Essere indipendente; 2) Avere sufficienti mezzi finanziari e competenza nel settore, con capacità di mantenere e sviluppare gli assets oggetto di cessione come forza competitiva redditizia ed attiva in concorrenza con gli altri. La vendita si dovrebbe concludere entro la fine di maggio 2013. A quella data OUTOKUMPU dichiara che le offerte vincolanti ricevute sono insoddisfacenti e chiede una prologa, che la Commissione concede.

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Il 30 novembre 2013, OUTOKUMPU, ritenendo insufficienti le offerte dei possibili acquirenti, con il rischio di provocare una grave crisi finanziaria, cede a Thyssenkrupp sia AST che VDM in cambio di crediti per un ammontare di 1,269 MLD di euro. Nella successiva dichiarazione di TK del 6 dicembre si chiarisce che l’operazione è puramente finanziaria, che non c’è interesse a rimanere nel settore degli acciai speciali e che, una volta migliorati valore e bilanci, AST sarebbe stata messa sul mercato. Il tempo previsto era di 2-3 anni. Il 17 luglio, dapprima alla Presidenza del Consiglio e poi al Ministero dello Sviluppo Economico, TK presenta un Piano Industriale che sostanzialmente prevede la chiusura di uno dei due forni di colata, la piena capacità di produzione di LAF, a 530.000 t, l’aumento della produzione di tubi, la riduzione dei costi sulle forniture, gli appalti, la struttura del gruppo, la disdetta del contratto aziendale ed il licenziamento di 550 lavoratori. Quel piano viene considerato irricevibile sia dalle istituzioni, da quelle locali al governo nazionale, che dalle rappresentanze sindacali. A settembre partono i confronti, prima in sede locale e poi presso il MISE, segnati da grandi difficoltà, sia nel merito che nel metodo. Ad ottobre, dopo diversi incontri, il governo prova a definire una proposta che però viene considerata insoddisfacente e non sottoscrivibile da entrambe le parti. C’è la rottura della trattativa e l’azienda fa partire le azioni previste dal proprio piano industriale comprese le procedure per i licenziamenti. E siamo alle cose di questi giorni recenti: la grande imponente manifestazione di venerdì 17 ottobre, lo sciopero ad oltranza, i presidi alla fabbrica e nelle istituzioni che, in segno di attenzione hanno ridotto la propria attività politica ed amministrativa, il viaggio alla Leopolda per incontrare il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, la manifestazione davanti all’Ambasciata Tedesca a Roma con gli incidenti che ne sono seguiti e l’eco che hanno avuto in Parlamento e nel Paese. Non possiamo accettare quel primo piano industriale perché, oltre a comportare una insopportabile perdita di posti di lavoro, ridurrebbe la capacita produttiva di AST in maniera tale da comprometterne il futuro. Quello che dobbiamo costruire insieme (Governo, Istituzioni Locali, Aziende e Lavoratori) è un vero e proprio accordo quadro che abbia i seguenti punti caratterizzanti:


a) Mantenimento delle capacità produttive dell’area fusoria a 1.200.000 t/anno; b) Potenziamento delle lavorazioni a freddo attraverso l’installazione della linea 5 di Torino ed un nuovo laminatoio Sendzimir in modo da raggiungere una produzione di LAF superiore alle 650.000 t; c) Creazione di una rete commerciale autonoma, basata principalmente sui Centri Servizi e gli stocchisti, ma in relazione con quella del gruppo TK; d) Investimenti in Ricerca e Sviluppo, innovazione tecnologica, miglioramento ambientale, logistica (realizzazione della bretella Prisciano-S.Carlo ed attivazione della Piattaforma logistica di Maratta, completamento Orte-Civitavecchia); e) Riduzione dei costi del rottame, della energia, del personale attraverso lo strumento dei contratti di solidarietà, che non farebbero perdere alcun posto di lavoro; f) Impiego di parlamentari europei sulla riforma degli strumenti di difesa commerciale, i cosiddetti TDI-Trade Defense Instruments in modo da regolare correttamente il mercato e le importazioni; g) Eventuale impegno finanziario del Fondo Strategico Italiano. In questo modo tutti gli attori porterebbero un contributo ad una soluzione utile al Paese. Dal Governo, attraverso gli impegni sui costi energetici, sulla logistica nazionale, sul Fondo Strategico, alle istituzioni locali riguardo alla logistica territoriale, alla qualificazione delle risorse umane, al finanziamento della ricerca e della innovazione tecnologica in materia ambientale, all’azienda riguardo agli investimenti impiantistici, ai lavoratori attraverso la riduzione dei propri salari. Sarebbe un messaggio importante per il Paese. Quello che attraverso una azione sinergica e cooperativa, a cui tutti contribuiscono, si può evitare la perdita di un patrimonio importante per il paese e rilanciare l’industria nazionale. Dobbiamo provarci fino all’ultimo! Leo Di Girolamo

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Le vite parallele d Tra musica e parole

È stato un pomeriggio di cultura e creatività giovanile quello che abbiamo vissuto, grazie all’ospitalità della Fondazione CARIT, nella Sala delle Cascate di Palazzo Montani Leoni lo scorso 20 ottobre. Un pomeriggio in cui protagonisti sono stati nove giovani studenti (per la verità, piuttosto studentesse…) che sono stati premiati dal Presidente della Fondazione CARIT, dott. Mario Fornaci, dal D.S. del Liceo Classico Tacito, Prof.ssa Maria Rita Chiassai, come vincitori della quinta edizione del concorso per le scuole indetto dall’AICC di Terni: Vite parallele: personaggi a confronto. La piccola folla che si è raccolta intorno a questi giovanissimi è stata allietata non solo dalla lettura davvero emozionante che dei brani prescelti hanno fatto alcuni studenti del Liceo Classico, ma anche dalle note di un eccezionale quartetto d’archi, composto da Giulia Piantoni (violino), Niccolò Ceccarelli (violino), Livia De Paolis (viola) e Elisa Ciuffetti ( violoncello) che ha accompagnato le fasi salienti della premiazione con l’interpretazione di splendide musiche da film. I vincitori ve li abbiamo presentati nello scorso numero (ed anzi approfitto per scusarmi con Valeria Croce, il cui nome era sbagliato per un refuso…); ora non resta che farvi leggere gli elaborati che hanno ottenuto il primo premio (Dall’antica Grecia alla Nigeria, di Elena Riccardi, Classe IV C del Liceo Tacito di Terni) e il secondo premio (“Gnoti seauton”: conservare il passato per conoscere noi stessi, di Sofia Fabrizi, classe V B del liceo Tacito di Terni) della sezione Letteraria BIENNIO. Un ringraziamento speciale va al Presidente dott. Mario Fornaci che, squisito ospite, ci ha accolto con grande cortesia, sostenendo ormai da molti anni le attività dell’Associazione, così come al Dirigente Scolastico Maria Rita Chiassai che accoglie e supporta le attività dell’AICC presso l’I.I.S. Classico e Artistico di Terni.

AD MAIORA, MELIORA, ALTIORA! Prof.ssa Annarita Bregliozzi Presidente dell’AICC – Terni

Sezione riservata al biennio della Scuola Secondaria di secondo grado. Tema: Un personaggio del mondo classico a te noto commenta una questione di attualità dei giorni nostri, fornendone un’interpretazione alla luce della propria cultura, della propria personalità e della propria esperienza di vita.

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Dall’antica Grecia alla Nigeria: nonostante i millenni i fatti si ripetono ... 223 studentesse rapite da un gruppo di integralisti islamici e vendute al mercato per 12 dollari l’una Indignazione, ecco cosa provo; mi sento offesa, turbata, addolorata, in primo luogo come donna, poi in quanto madre. Non pensavo che si dovesse ancora parlare di αρπαγη nel 2014, eppure sono qui, nella redazione della “Gazzetta degli dei” intenta a scrivere queste dolorose parole. Mi sono recata personalmente in Nigeria come reporter ed ho appreso la vicenda. Lo scorso aprile sono state rapite 223 studentesse in una scuola nigeriana dal gruppo integralista islamico BokoHaram. La “colpa” delle ragazze? STUDIARE! La vicenda, devo dire, mi colpisce particolarmente poiché anche mia figlia è stata rapita. Un giorno, infatti, mentre la mia cara bambina era intenta a raccogliere dei fiori con le sue ancelle, un uomo (un dio per di più) la notò e se ne invaghì. Con l’aiuto di Zeus fece spuntare un bellissimo narciso in un luogo appartato, Persefone allora (questo è il nome di mia figlia), raccogliendolo, fu risucchiata nelle viscere della terra con una sconcertante crudeltà. Il motivo di un’azione tanto atroce? La bellezza della ragazza. Ora, non si deve pensare alla bellezza come unica dote estetica e ininfluente sulla persona stessa; nell’Antica Grecia, infatti, essere belle era una prerogativa fondamentale per le donne (guardate per esempio Era, Atena e Afrodite che sono ancora in conflitto tra loro…) e spesso associata ad altre qualità morali. Nella società attuale, invece, è la cultura che consente l’emancipazione della donna perché fornisce la chiave per trovare la propria individualità e per prendere consapevolezza di ciò che accade nel mondo. Istruendosi, infatti, quelle ragazze nigeriane stavano scoprendo una filosofia di vita lontana dalla loro, quella della cultura occidentale in cui si è quasi giunti alla parità dei sessi, e questo non piace a BokoHaram. Tra le ragazze rapite, tutte giovanissime, alcune sono riuscite a fuggire e ad evitare il dramma, proprio come le ancelle di mia figlia (forse più note con il nome di Sirene); ma queste ultime a causa della grande sofferenza causata dalla perdita della loro compagna hanno deciso di seguirla nell’Ade e di condividere la sua stessa sorte. Ebbene, provate ad immaginare lo stato d’animo di quelle ragazze sopravvissute che hanno visto delle coetanee (forse compagne di classe, sorelle o amiche) portate via con la forza da un gruppo di uomini sconosciuti. Eppure tutto ciò non bastava, la crudeltà della situazione si è spinta oltre. Le ragazze, infatti, probabilmente sono state VENDUTE al mercato per 12 dollari l’una. Vendute come oggetti privi di anima, come bestie, in quanto considerate elementi poco importanti in una società tanto meschina quanto primitiva. Forse sono cadute in mano a uomini violenti, oppure sono diventate vittime di un giro di prostituzione o ancora alcune potrebbero essere state uccise. E cosa raccontare ai genitori delle vittime? Come giustificare il non ritorno delle proprie figlie? Semplice, spiegare la causa del rapimento in un video di cinquantasette minuti in cui compare il leader di BokoHaramche che quasi con scherno informa le famiglie che le loro figlie sono diventate delle schiave o saranno sposate a forza. E cosa credete che possano provare le madri delle ragazze guardando quel video provocatorio? Io lo so: rabbia, disperazione, disprezzo… io l’ho vissuto. Allora, anche in una società come quella nigeriana, queste mamme indignate hanno avuto il coraggio di manifestare per denunciare la grande ingiustizia subita. E, finalmente, dopo molto tempo sono arrivati i primi segni di compassione da parte del mondo occidentale: “È un crimine contro l’umanità” dice l’ONU. Non è facile ribellarsi, e non lo è stato neanche per me tra gli dei in cui dominava Zeus e la figura maschile in generale; cosi, dopo aver cercato mia figlia a lungo ma inutilmente, ho deciso di allontanarmi dall’Olimpo. La terra allora è diventata sterile e il cosmos, tanto amato dai miei “colleghi”, è stato sconvolto. Alla fine ho stipulato un accordo con Zeus ed ora posso vedere mia figlia per sei mesi l’anno. Una sola donna è riuscita a creare una piccola frattura su quel muro costruito nei secoli con la ferocia maschilista, una sola donna è stata riconosciuta elemento indispensabile per l’ordine del mondo perché una sola donna si è ribellata rivendicando i propri diritti. Oggi, 223 donne unite che denunciano a gran voce la loro situazione, possono raggiungere una forma di emancipazione simile a quella occidentale. Persefone è stata condotta nell’Ade, il luogo più buio, triste e arido della terra; le anime dei defunti vi si affollano e tutto permea un senso di morte; e quella stessa ragazza vitale che raccoglieva fiori nelle pianure siciliane è stata rapita e portata ai confini di Oceano, in quel regno omonimo del suo re di cui mia figlia è diventata la sposa. Ecco, allo stesso modo, le 223 ragazze nigeriane sono state strappate dal luogo della conoscenza e portate nel moderno Ade, diventando vittime di soprusi e ingiustizie, umiliate senza motivo. Persefone, nell’orrore della sua vicenda, è diventata una regina; le studentesse, sottoposte ad una pena ancora più grande, sono diventate schiave. E ricordate: #bring back ourgirls Demetra Elena Riccardi IV C


dei ragazzi di oggi “Gn o t i se a u to n ” : c o n s erva re i l pa ssa t o pe r c onoscere noi s tes s i “Cosa hai fatto?! Non ti perdonerò mai, Apollo! Ti odio! Oh, se quel giorno non avessi aiutato nostra madre a partorirti a quest’ora…” “Sorellina cara, hai fatto tutto da te. Sei stata tu ad accettare la gara e a lanciare la freccia!”, disse ridacchiando Apollo, fiero di aver raggiunto il suo scopo. “È colpa tua se hai ucciso quello sciocco cacciatore! Come hai detto che si chiamava?”, continuò il dio per far soffrire ancora di più sua sorella Diana. “Non osare parlare in questo modo di Orione, disgraziato che non sei altro! Godi nel vedermi disperata! Non puoi neanche immaginare quanto lo amav…”. La Signora delle Selve si morse improvvisamente le labbra. Sapeva benissimo che era stata lei stessa a chiedere a suo padre Giove il permesso di restare nubile e aveva giurato a se stessa che non si sarebbe mai innamorata di nessun dio o mortale. “Attenta sorellina che se continui a dare la colpa a me andrò al cospetto del nostro onnipotente padre Giove e mi lascerò casualmente sfuggire qualche parola sulle tue passeggiatine con Orione. A proposito, vogliamo invece parlare di quel pastore? Si chiama Endimione se non sbaglio…”. “Oh, per tutti i cervi dei boschi! Non farlo ti scongiuro! Cosa gli dirò…?”, la dea non riuscì neanche a completare la frase, venendo sopraffatta da un violento scoppio di pianto. Le lacrime le scorrevano senza sosta lungo la pelle candida come la luna e i suoi singhiozzi divennero così forti che Febo Apollo, mosso a compassione, non poté fare a meno di pentirsi per il dolore arrecato alla gemella. “Su, sorellina, coraggio! Mi dispiace moltissimo che tu stia così. Ti prometto che troverò un modo per far rimanere un ricordo di Orione sulla terra! Magari la risposta è nelle stelle… Anche tu, però, devi imparare a mantenere le promesse, soprattutto se fatte al padre degli dei!”. “Hai ragione, ma non potevi parlarmi in modo civile per rendermi consapevole dei miei errori?”. “Lo so, sono stato uno sciocco. Ma…”, Apollo si fermò un attimo a riflettere su come potesse farsi perdonare. “Che ne dici se oggi ti porto sul mio splendente carro e andiamo a fare una gita?”. “Una gita? Ma dove mi vuoi portare in queste condizioni?! Ho il viso pallidissimo e gli occhi rossi. Per non parlare dei capelli: guarda in che stato sono!”. “Neanche fossi la Citerea Venere! Diana, andiamo a fare una gita mica alle nozze di Teti e Peleo! Ti porterò in un luogo meraviglioso, che fa invidia alla bellezza delle Sette Meraviglie del Mondo! La patria degli uomini che, ormai molti anni orsono, conquistarono tutto il Mediterraneo. Andremo in una terra piena di colori, la culla delle arti e della storia del mondo intero”, disse Apollo in tono fiero guidando con maestria il suo carro splendente nel cielo e facendo attenzione a non far cadere Diana. “Guarda laggiù, Diana, siamo quasi arrivati! È la terra che i greci chiamavano Hesperia. Adesso i mortali sono soliti chiamarla Italia”, continuò Apollo che non era stanco di illustrare le sue conoscenze. “Italia! Ma è un nome veramente musicale! Non trovi anche tu?”, chiese Diana Saettatrice appellandosi alla cultura musicale del fratello. “Vero. Molto più musicale di Hesperia!”, disse Apollo Musagete, “Ma adesso siamo arrivati. Mi sono permesso di scegliere la zona più bella di questa penisola, siamo nel sud. Questa è Pompei e fu la città più florida dell’area sia a livello commerciale che culturale. Fu sommersa dall’esplosione del Vesuvio sotto l’imperatore Tito, che a quel tempo veniva da tutti chiamato Delizia del genere umano”. Detto ciò si incamminarono insieme verso il centro dell’antica città, dove il cardo e il decumano si incontrano. Di tanto in tanto Apollo cantava, suonava la sua lira o narrava le sue passate e presenti avventure amorose mentre la sorella accarezzava un cervo che le si era avvicinato. All’improvviso, mentre Apollo raccontava di quando il piccolo Mercurio rubò il suo gregge, Diana lanciò un urlo. “Per tutte le Muse del Parnaso! Cosa c’è? La storia di Mercurio non

ti ha sempre fatto ridere?...”. “Guarda!!”, lo interruppe disperata. “Cosa dovrei guardare di così scandaloso? Qui è tutto bello, curato… Oh madre Latona! Cos’è quello scempio?!”. “Apollo, ti prego, dimmi che non è reale quello che sto vedendo… un mortale sta rubando un affresco in mio onore!! Ma come si permette?! Fare un simile affronto a me: dispensatrice di sovranità, figlia di Giove Tonante! Non sa di certo quante sono state le vittime della mia collera! Apollo, non stare lì impalato, passami l’arco e la faretra: gliela farò pagare a quest’uomo irrispettoso degli dèi, avrà lo stesso destino delle figlie di Niobe!”. “Diana, non si può far più nulla: ormai è scappato! Ma la cosa che più mi sconvolge è che non ci sia nessuno a controllare! E poi perché ci sono così pochi mortali in giro da queste parti?...”. “Perché a loro non interessa nulla di noi, capisci?!! La cosa più importante in questa nuova epoca sono i sesterzi… anche se credo che abbiano fatto qualche modifica al nome ultimamente”, esclamò Diana ancora rossa per la rabbia. “Non credevo che potesse accadere una cosa simile! Questi mortali sono davvero dei buoni a nulla! I loro rappresentanti si vantano sempre nel dire: ‘Per il nostro Paese attueremo numerose riforme in ambito economico, amministrativo, giuridico...’. A loro piace utilizzare i paroloni, e poi? Dell’arte, della cultura neanche il minimo interesse! Se ne parla sempre sottovoce. Devo dire che rimpiango i consoli! Io lo dico sempre: chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quello che lascia e…”, disse Apollo con aria molto contrariata. “Hai proprio ragione! E non è finita qui: guarda laggiù! È crollato un intero muro! E poi, quella domus? Credono che sia indistruttibile solo perché è rimasta in piedi per duemila anni? Secondo loro basta transennare e tutto è risolto! Cosa aspettano a sistemare? Ti giuro, era meglio se lasciavano tutto sotto la cenere del Vesuvio. Come minimo mi risparmiavo questo triste spettacolo!”. Detto ciò, la dea si chinò a raccogliere un foglio di giornale che, sollevato dal vento, le si era impigliato tra i piedi. “Questo poi è proprio il colmo!”, esclamò lei leggendo quello che vi era scritto. “Leggi Apollo! Non so molto bene questo latino moderno che si parla oggi in Italia, ma è abbastanza simile a quello antico e non dovresti trovare molte difficoltà. Qui dice che ci sono stati 29 crolli in 5 anni! È incredibile! Questi mortali sono specializzati nel far crollare le cose! Non solo fanno crollare l’economia ma anche il loro passato!”. “E questo non accade solo qui a Pompei”, continuò Apollo irritato quanto la sorella “ma ovunque! Leggi a fondo pagina: dicono che a Volaterrae, che oggi si dovrebbe chiamare Volterra se non erro, è andato distrutto un muro medievale lungo ben trenta metri! Non so veramente più cosa dire! Spero solo che in futuro il Fato riserverà una sorte migliore a tutta questa cultura.”. “Ho sentito dire da Mercurio, che ancora si diverte a viaggiare per il mondo con i suoi sandali alati, che esistono scuole in cui si insegna ancora la nostra antica cultura e i bei tempi passati. Lì i giovani studiano ancora il latino e addirittura il greco, anche se spesso vengono derisi per questo. Certo che il mondo sta andando proprio alla rovescia! Adesso la conoscenza, lo studio e la cultura sono cose di cui ci si deve vergognare! Comunque penso che dovremmo affidare tutto nelle loro mani.” “Hai ragione Diana. Noi ormai non possiamo fare più nulla. Quando ancora ero un dio molto venerato, sulla porta del mio tempio, a Delfi, avevo fatto incidere una frase: ‘Gnoti seauton’, ‘Conosci te stesso’. Penso che dovrebbe essere incisa sulla porta di tutte le sedi delle istituzioni attuali, perché i rappresentanti dello Stato non dimentichino che, senza la cultura e la conoscenza delle proprie radici, non si può conoscere se stessi e comprendere il presente.”. Sofia Fabrizi V B

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La fontana di Piazza Tacito La Piazza Tacito è uno spazio della nostra città che ha subìto, a partire dall’800, sostanziali modifiche funzionali ed estetiche, documentate da una infinita carrellata fotografica. Ultimamente invero la situazione è del tutto anomala per non dire caotica, specie se si considera il ruolo e la godibilità della bella fontana dell’architetto Mario Ridolfi. Negli anni recenti, ed anche oggi, si opera con innovazioni: il parcheggio sotterraneo, restauri e arredi urbani, rirestauri e riarredi urbani, senza mai tener conto dell’intero spazio e quindi senza un progetto unitario, in sostanza senza assolutamente una idea di piazza. Considerato lo stato di fatto, la situazione davvero compromessa, si propone un piccolo intervento che consenta almeno una parziale godibilità della fontana e un maggior ordine dei flussi veicolari, tramite una rotatoria che permetterebbe anche di togliere il pesante ingombro delle auto parcheggiate. In sostanza una doppia seduta protetta, nel semicerchio nord ed una verde rotatoria in sostituzione del parcheggio centrale. L’altezza del manufatto, di due sole sedute ed una protezione in vetro risultano tali da non limitare la vista e la godibilità del famoso calamaro. Paolo Leonelli

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Progetto Mandela riapre i laboratori di teatro e parlerà di migrazioni e accoglienza, ma il Liceo Galilei non concede più la sede storica Dopo un anno di sospensione e rischio di chiusura definitiva, Progetto Mandela riapre i laboratori gratuiti di teatro per i giovani della città grazie al finanziamento ottenuto dal bando OPM della Tavola Valdese e un rinnovato appoggio del Comune di Terni. Lunedì 27 ottobre, alle ore 16.00 al CAOS sono stati presentati i laboratori ad una platea di 70 giovani tra nuovi volti e vecchi affezionati e il 3 novembre sono iniziati i lavori veri e propri. Tra tante novità e nuovi volti, il metodo rimane quello sperimentato da oltre 25 anni dal Progetto Mandela, più volte premiato da riconoscimenti nazionali e internazionali: una attività di laboratorio sperimentale in cui i giovani lavorano fianco a fianco con professionisti in un continuo scambio di stimoli e competenze tramite la partecipazione attiva, il learning by doing e la presa di coscienza delle problematiche legate ai Diritti Umani in un contesto di alto valore formativo e artistico. Nei laboratori di drammaturgia, recitazione, scenografia, costumi, musica e comunicazione si lavora per creare insieme eventi e spettacoli e per promuovere e comunicare il lavoro svolto. Il tema principale che quest’anno tutti i laboratori sono chiamati ad elaborare artisticamente è l’accoglienza del diverso, dello straniero: sono i viaggi della speranza, i sogni di chi prova a fuggire dalla miseria e dalle guerre e solca il mare cercando un futuro. L’incontro con chi in prima persona ha intrapreso questo viaggio, le loro testimonianze e i troppi sogni naufragati nel Mediterraneo saranno il punto di partenza. Fare i conti con il proprio razzismo più o meno nascosto, scovare e smascherare l’intolleranza verso chi è diverso è il filo rosso che lega tutte le attività che si concluderanno con la messa in scena dello spettacolo finale ad Aprile

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al teatro Secci. Ma anche se i presupposti finanziari garantiti dall’OPM della Chiesa Valdese e l’appoggio del Comune di Terni permettono di ridare nuova vita ad una delle esperienze culturali più longeve e complesse della città, rimane irrisolta la questione logistica. Il Liceo Galilei, incurante dell’importanza e del valore culturale e formativo dell’iniziativa, non intende più concedere gli spazi che l’Associazione usa da 25 anni e nei quali è stata messa in atto quella socializzazione degli spazi scolastici così spesso richiamata da direttive ministeriali. Le trattative sono in corso, ma il rischio di non poter svolgere al meglio il lavoro nei laboratori non è ancora scongiurato. Intanto però l’Associazione Progetto presenta un nutrito calendario di attività ed eventi culturali integrati tra Progetto Mandela e Centro per i Diritti umani, con tante collaborazioni con Istituzioni e Associazioni del territorio: il 25 Novembre Progetto Mandela sarà artisticamente a fianco di Terni Donne per la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il 5 dicembre il laboratorio di recitazione curerà una performance in occasione della proiezione del film Io sto con la sposa, di cui il Progetto è promotore insieme a Terni Donne e Il Pettirosso. Storie di donne migranti saranno presentate in occasione dell’8 marzo; e, per ricordare l’orrore della 1° Guerra Mondiale, a maggio 2015 è prevista una lettura scenica. Il Centro per i Diritti Umani organizza, come ogni anno, il Corso “Lungo cammino verso la libertà”, che dal 14 ottobre si svolge con cadenza settimanale ogni martedì dalle ore 15.30 all’Auditorium di Palazzo Primavera e conta oltre 200 studenti iscritti. Il Centro produrrà anche quest’anno uno spettacolo teatrale per la Giornata della Memoria del 27 gennaio e svolgerà la sua attività di consulenza in attesa di poter allestire la nuova sede che ospiterà un vasto archivio multimediale dedicato ai diritti umani.


Programma Novembre - Dicembre 2014 Lungo cammino verso la libertà Corso introduttivo alla conoscenza dei diritti umani e delle loro violazioni Terni, Palazzo di Primavera ogni martedì dalle 15.30 alle 16.30 18 novembre - 6° Incontro I DIRITTI DELLA DONNA, parte I: Le donne e la politica, le donne e il lavoro, la caccia alle streghe 25 novembre - 7° Incontro I DIRITTI DELLA DONNA, parte II: La donna e l’istruzione, la donna nell’Islam 2 dicembre - 8° Incontro I DIRITTI DELLA DONNA, parte III: La donna e la mutilazione genitale, la Convenzione sui diritti della donna (1979), la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne (2011), la risoluzione ONU contro le MGF (2012) 9 dicembre - 9° Incontro I DIRITTI DEL FANCIULLO, parte I: la Convenzione sui diritti del fanciullo (1989), Il monello di C. Chaplin 16 dicembre - 10° Incontro I DIRITTI DEL FANCIULLO, parte II: Sfruttamento, negazione e violazione dei diritti dell’infanzia Eventi pubblici 25 novembre ore 18.30 Piazza della Repubblica - Happening in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. In collaborazione con Terni Donne. 5 dicembre Rappresentazione di un corteo nuziale in occasione della proiezione di Io sto con la sposa presso il Cityplex di Terni (ore 19.30 ca. - Via Roma). In collaborazione con Terni Donne e Il Pettirosso.

Studenti delle scuole superiori di Terni affollano l’Auditorium di Palazzo di Primavera per il Corso sui Diritti Umani Orari dei laboratori Recitazione Lunedì dalle 15.30 alle 17.30 (presso la tettoia al CAOS) Giovedì dalle 15.30 alle 17.30 (luogo da definire) Musica Lunedì dalle 16.30 alle 18.30 (sede:Via Camporeali 1) Drammaturgia Martedì dalle 17.00 alle 19.00 (sede:Via Camporeali 1) Scenografia e costumi Mercoledì dalle 15.30 alle 17.30 (sede:Via Camporeali 1) Comunicazione Giovedì dalle 17.30 alle 19.30 (sede:Via Camporeali 1) I laboratori sono gratuiti (si richiede un contributo una tantum di €10,00 per iscrizione e assicurazione) e aperti a tutti. Per informazioni ed iscrizioni: progetto.mandela@gmail.com

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