La Pagina Dicembre 2017

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elevatori su misura Numero 150 dicembre 2017

Mensile a diffusione gratuita di attualitĂ e cultura

Buone Feste

° 0 5 1

Fisioterapia e Riabilitazione

Zona Fiori, 1 - Terni - Tel. 0744 421523 - 0744 401882 www.galenoriabilitazione.it Dir. San. Dr. Michele A.Martella - Aut. Reg. Umbria DD 7348 del 12/10/2011


Dicembre

2017

4 6 Largo Volfango Frankl Sergio Anibaldi

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È Natale Loretta Santini

3 OTTICA MARI .....................................................pag. 9

BMP elevatori su misura........................................pag. Mensile di attualità e cultura Registrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni Redazione: Terni, Via Anastasio De Filis, 12 Tipolitografia: Federici - Terni DISTRIBUZIONE GRATUITA Direttore responsabile Michele Rito Liposi Direttore editoriale Giampiero Raspetti Grafica e impaginazione Francesco Stufara Editrice Projecta di Giampiero Raspetti 3482401774 - info@lapagina.info www.lapagina.info Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.

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Economia e Relazioni...

Auguri Giampiero Raspetti

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CMT Cooperativa Mobilitá Trasporti......................pag. Consorzio di bonifica Tevere Nera......pag. Le due mogli di Ahmed F Patrizi. ...............pag. ARCI. ........................................................................pag. Il parcheggio è mio, ho la servitù!

M Petrocchi.................................................................pag.

10 11 12 14 15 16

Memoràndumme de 'n donatore AVISSE

16 AIDO. .......................................................................pag. 17 Bellezza d'inverno A Crescenzi. ...................pag. 17 P Casali.......................................................................pag.

L'uomo che parlava di storia Adalberto Sisalli

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Studio Medico ANTEO

L Fioriti, J Li Gobbi, G Porcaro......................................pag.

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AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA DI TERNI. .............................pag. 20 La linea anche a Natale? E Teodori............pag. 22 VILLA SABRINA.................................................pag. 22 Estetica Evoluta STELLA POLARE. ......pag. 23 Papa Francesco: la svolta PL Seri............pag. 24 Valentino di Terni. ..........................................pag. 26

Pasta all'inglese... e tartufi Vittorio Grechi

Natale in Ucraina T Khoma..............................pag. Quando i fiumi si abbracciano

E Squazzini. ................................................................pag.

Europa dell'est in moto

35 Il cuore ovale del Rugby a Terni Stefano Lupi

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29 Malattie professionali P Crescimbeni..........pag. 30 LICEO CLASSICO...............................................pag. 32 Fondazione Carit. ...........................................pag. 36 Programma Ass.Culturale La Pagina. ..pag. 37 Galleria Roberto Bellucci..........................pag. 38 ALL FOOD.................................................... pag. 39 BRACONI..................................................... pag. 40 P Matteucci e M Quintili. ............................................pag.

Corso Tacito, 29 - 05100 Terni Tel. 0744 409201 - Fax 0744 437602 Email: libreria.alterocca@gmail.com 2

A Melasecche. ............................................................pag.


Anche Babbo Natale prende l'ascensore

elevatori su misura BMP, azienda tutta ternana, dal 1996 progetta e realizza soluzioni su misura per il trasporto verticale e l’abbattimento di barriere architettoniche. I nostri elevatori hanno il comfort e la funzionalità di ascensori tradizionali; si adattano sia all’interno che all’esterno di edifici esistenti o di nuova costruzione, anche in presenza di spazi particolarmente ridotti e stretti.

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Foto centro storico 1939

LARGO VOLFANGO FRANKL - TERNI Sergio Anibaldi Presidente Corso del Popolo Immobiliare

Il grande Parco Urbano di Largo Volfango Frankl realizzato su una superficie di circa 15.000 mq al centro della città di Terni, ha permesso la “Ricucitura Urbanistica” tra il centro, il nuovo complesso residenziale - commerciale - direzionale, il fiume ed il quartiere Città Giardino. L’area rappresenta inoltre un’occasione unica e preziosa per la promozione di progetti di aggregazione e di valorizzazione potendo attrarre eventi di grande qualità.

La realizzazione del complesso di Corso del Popolo - Largo Volfango Frankl, rappresenta uno straordinario intervento di riqualificazione urbana del centro di Terni. L’opera più grande dal passato e dalla storia della città del dopoguerra ad oggi, interpreta in chiave attuale tutti i canoni del vivere moderno. Un intervento che fonda le sue origini su una eredità preziosa, quella lasciata dagli architetti Mario Ridolfi e Wolfang Frankl alla città di Terni ed alla storia dell’architettura in generale. Importanti opere infrastrutturali strategiche ed innovative sono destinate all’intera città: lo spostamento ed interramento in galleria di Via Guglielmi, percorsi pedonali e ciclabili, il grande parco urbano di Largo Volfango Frankl, un’ampia e verde area a ridosso del fiume Nera, una

suggestiva passarella che l’attraversa e che congiunge il centro con Città Giardino, il grande parcheggio interrato pluripiano di 1036 posti auto. Oltre alle opere infrastrutturali, il progetto, partendo dalle peculiarità ambientali, storiche, sociali e morfologiche dell’area “Ex ospedale”, ha previsto la realizzazione del nuovo edificio comunale entrato ormai nella quotidianità ternana come “Il Pentagono” e di edifici commerciali residenziali - direzionali. L’intento riuscito è stato di realizzare, con edifici proposti come elementi qualificanti del territorio, l’integrazione degli stessi all’interno del quadro urbano del centro città e della viabilità riuscendo a garantire elementi di confort, efficientamento in accordo con gli elementi ambientali quali la topografia, l’accessibilità, le visuali panoramiche, l’orientamento solare.

Foto Marco Ilari

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GLI INTERVENTI PORTATI ALLA LORO COMPLETA REALIZZAZIONE SONO: zz Parcheggio multipiano interrato di Via Guglielmi per 1036 posti auto ed interramento di Via Guglielmi zz Parco pubblico urbano zz Passerella sul fiume Nera zz Edificio pubblico per Uffici Comunali zz Sei Edifici privati a destinazione commerciale-direzionale residenziale zz Due piani interrati privati per garage-magazzini-cantine.

Piano di ricostruzione del 1945

L’asse principale di percorrenza, che collega il Viale Lungonera Savoia con il Corso del Popolo, prevede sostanzialmente un elemento morfologico che deve assolvere prevalentemente ad un ruolo funzionale, permettendo le connessioni con tutta l’area, soprattutto con spazi pubblici di relazioni in cui le persone possano passeggiare ed incontrarsi o sostare. Tale asse, infatti, è caratterizzato da una geometria rigorosa, contrapposta ad una regolarità delle sistemazioni a verde e degli spazi attrezzati e da cui si dipartono i percorsi di riconnessione: alla pista ciclabile, al percorso alternativo praticabile dai disabili consentendo così di fruire dell’area a verde pubblico e di

collegarsi con la città storica. Nel parco, realizzato con la filosofia del “verde pensile su impalcato”, sono state previste molteplici varietà di specie arboree e floreali – le cui fioriture si rincorreranno nel corso delle stagioni consentendo di riscoprire la poesia ed il piacere di passeggiate e sostare a ridosso del fiume cittadino. È proprio la consapevolezza della ”Unicità” di questo intervento che ha guidato la Soc. costruttrice a realizzare appartamenti, uffici, negozi con tecniche moderne, innovative ed efficienti garantendo condizioni di antisismicità, in classe A+ con impianti di climatizzazione innovativi e con grandi qualità di finiture interne.

L'apertura di Corso del Popolo. Rivista Urbanistica n. 85 Marzo 1962

Piano particolareggiato di Corso del Popolo di Wolfang Frankl, approvato nel 1997

Foto Marco Ilari

Piano particolareggiato di Corso del Popolo: assonometria

Foto Marco Ilari

CORSO DEL POPOLO IMMOBILIARE srl - Tel. 0744.401618 - corsodelpopolo@tiscali.it Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

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È Natale Loretta Santini

Siamo già entrati in clima natalizio. I negozi hanno addobbato le vetrine con palle colorate, Babbi Natale panciuti, nastri luccicanti dorati e argentati, capi di abbigliamento rigorosamente rossi, pacchetti e pacchettini con enormi fiocchi vivaci e allettanti. Le luminarie sono già tese sulle strade, i mercatini con i soliti gingilli variopinti affollano piazze e strade. L’8 Dicembre si accenderà la grande stella di Miranda che fino a Gennaio sarà visibile da ogni luogo della pianura ternana. Nei negozi ecco a profusione panettoni pandori torroni e dolciumi vari e, soprattutto, il pampepato, dolce tipico ternano, per il quale finalmente è stata attivata la procedura per il riconoscimento dell’IGP. Insomma è Natale, forse la festa più attesa da tutti per quell’atmosfera di gioia, di allegria, di progetti che coinvolge tanti e soprattutto i bambini.

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Le origini del Natale La parola viene dal latino natalis derivato a sua volta da natus (nato). Il 25 Dicembre si celebra il Natale cristiano, cioè la nascita di Gesù. La data è convenzionale in quanto non si ha alcun riscontro nei Vangeli del giorno della sua venuta al mondo. In realtà la festa ha origini precristiane: infatti nella stessa data antiche civiltà ricordavano la nascita dei loro déi e tra questi il più grande fra tutti, il Sole che, legato al ciclo della natura, era considerato il principio della vita sulla terra. Proviamo a spiegare perché. Tra il 21 e il 22 Dicembre il sole tocca il punto più basso dell’orizzonte: è il giorno più corto dell’anno quando la notte prevale sul giorno e quindi il buio sulla luce (l’occaso del sole). È il solstizio d’inverno -dal latino sol (sole) e sistere (stare fermo)il giorno in cui l’astro sembra fermarsi nel suo cammino. La stella nel suo moto apparente sembra ricominciare a salire nel cielo tanto lentamente da non essere percepita che dopo tre giorni, cioè intorno al 24/25 Dicembre. Gli antichi popoli che temevano lo spegnersi della stella a cui era legata la loro sopravvivenza sulla terra, festeggiavano la rinascita del sole come ritorno alla luce della vita. E allora lo personificarono in un dio, anzi nel più grande degli déi. Nell’antica Roma si celebrava il dies natalis Solis invicti (il giorno della rinascita del sole invincibile o Sole Invitto) fissato dall’imperatore Aureliano nel 274 d.C. al 25 Dicembre. Nello stesso periodo si tenevano i Saturnali, festa popolare spesso dal carattere orgiastico durante la quale ci si scambiavano doni, si allestivano sontuosi banchetti e si ribaltavano i ruoli sociali. Non è improbabile pertanto che la data convenzionale del 25 Dicembre fissata per la nascita di Gesù sia riconducibile ai fenomeni di cristianizzazione dei riti pagani operati dalla Chiesa. Ricordiamo altre divinità la cui nascita si fa risalire alla stessa data o allo stesso periodo: il dio Mitra ebbe molti punti in comune con il Cristianesimo con il quale convisse nell’impero per almeno tre secoli. Allo stesso periodo è attribuita la rinascita di Horus, il sole degli Egiziani; in Babilonia si onorava Tammuz, a Petra il dio sole Dusares, in Messico Huitzilopochtli, in Oriente Buddha, in India Krishna.


Disegni di Agnese Sembolini

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Giampiero Raspetti

Auguri In alcuni paesi civili fioriscono le Little free library. Si tratta di casette-vetrine pubbliche in cui deporre e da cui prelevare gratuitamente libri, per ampliare gli orizzonti culturali comuni. In Italia ci sono? Potrebbero avere fortuna o il tutto sarebbe rubato, o, tanto per gradire, incendiato? Mi informano che, in una nazione civile del nord Europa, si trovano di tanto in tanto punti vendita privi di venditore: cassette piene di merce, bilancia per pesare, contenitore per deporre i soldi del pagamento di quello che… pesi, incarti, porti a casa. Potrebbe verificarsi anche in questa nostra Italia? Stendiamo un velo pietoso! Si possono avere, in Italia, strade pulite, vetrine e muri non deturpati da grafomani scemi, assenza di risse tra ubriachi, drogati, delinquenti? Si può avere rispetto per tutti, fare a meno di maghi e streghe, di mistica e fanfalucheria, di superstizione e scaramanzie annesse? Si può fare a meno di parlare, anche da parte di noti personaggi della politica italiana, in modo oltraggioso delle donne? Possiamo liberarci del femminicidio? Si può fare a meno di chi, eletto grazie ai voti ricevuti da candidati non candidi, poi, a immmoralità consumata, dice di voler amministrare solo con gente candidissima? Si può fare a meno… l’elenco dei mali che asfissiano il nostro Paese sarebbe troppo lungo, tanto che mi domando: ma chi ha finora governato, cosa ha governato? Dove stava? Era distratto? Si è mai accorto di alcunché o non si è mai accorto di niente? Molto più breve è l’elenco dei rimedi, in pratica uno solo: la cultura, in particolare la cultura scientifica. Quando si legge (quei pochi che leggono di tali notizie) che dei tre gruppi di cui gli istituti mondiali di analisi, dopo avere esaminato statisticamente sapere e conoscenze di ogni Nazione, stilano graduatoria (sviluppati, in via di sviluppo, sottosviluppati), l’Italia figura, in quanto a capacità di lettura critica di un testo e di conoscenza scientifico-matematica, soltanto nella seconda metà del terzo gruppo, quello dei

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paesi sottosviluppati, si stenta a crederlo. Ma è così! Questo italico sottosviluppo è regolarmente presente in quello che normalmente accade, cioè demagogia imperante, barbarie, bullismo, femminicidio... soprattutto nella volgarità con cui ancora oggi si trattano le donne, a parole o a fatti. Ricordo ancora la ripugnanza che suscitarono in me le parole di un avvocato difensore degli assassini del Circeo, quarantadue anni fa: "…se quelle ragazze fossero restate a casa, con la loro mamma, non sarebbero state seviziate ed uccise". Ancor oggi qualche misero e indegno rappresentante della legge si esprime, sempre contro le donne, negli stessi termini di invereconda oscenità! Ognuno allora, se ne assuma la responsabilità! Che ci si distacchi definitivamente da quello che fu fiore all’occhiello del ventennio: Donna al fornello, uomo al bordello! Ma davvero pensate che il comportamento di chi ha fatto baldorie indecenti con conventicole di prostitute e che, al contempo, rappresentava le massime, sacre, istituzioni, non arrechi pesantissime conseguenze per quanto riguarda l’idea solenne che si deve avere delle istituzioni stesse e delle donne tout court? Ma davvero pensate che ascoltare le parole tristi, scandalose, offensive che si rivolgono a donne che rappresentano le istituzioni non possa avere incidenza grave più in giù, nel popolo bue? Se lo dicono loro… si pensa! Ma attraverso quali inferni ci toccherà passare per avere nelle istituzioni solo persone serie, adamantine, intelligenti, colte e, soprattutto, senza fatti personali da risolvere con la politica, si trattasse di problemi con la giustizia o di rapporti con sodali ricchi e potenti o, magari, solo per starsene a vita a piedi caldi? Ma davvero pensate che possa essere privo di conseguenze negative il fatto che da decenni molti dei nostri politicanti la fanno franca con leggi ad personam e sfruttano la cosiddetta decorrenza dei termini che, addirittura, normano secondo un loro incombente fabbisogno! Il cittadino deve sapere se quelli che lo rappresentano sono delinquenti

veri o vittime di calunnia. E come fa a saperlo se si rifugiano nella sparizione del processo per decorrenza termini? Certo, il fatto che non rinuncino MAI alla PRESCRIZIONE, come farebbe una persona onesta che, in quanto tale, voglia dimostrare di essere innocente, ma che, al contrario, sappiano solo festeggiare e brindare, la dice lunga sulla loro reità! Una società civile non ammetterebbe mai che i rappresentanti del popolo possano farla franca così! E credete che questa continua lotta, da tale oscurità di fatti appunto alimentata, tra colpevolisti (che poco sanno) e innocentisti (che tutto difendono) faccia del bene al Paese? E credete davvero che la quasi assenza di conoscenze scientifiche, in particolare nei nostri parlamentari, possa dar luogo a qualcosa di serio e di importante e non alle puerilità che oggi sono sotto gli occhi di tutti? Avete certamente assistito alle problematiche emerse nel corso dei decenni da parte dei vari ministri alla educazione scolastica. Abbiamo avuto, quasi sempre, non solo dei completi analfabeti scientifici, ma anche dei semianalfabeti in generale, gente da porre all’indice anche in un condominio grezzo ed ignorante. Che dire poi della pletora di nullità che addirittura accampa crediti per lauree che non ha? Manca la scienza e, quella poca che si impartisce, lo si fa in maniera ridicola. In pratica non si usano i laboratori perché non si sanno utilizzare (con eccezioni lodevolissime, ma sparute), ma anche perché lì ormai c’è un sapere ammuffito, sclerotizzato, sempre uguale, utile, al più, solo come piccolissimo incipit di un vero tragitto scientifico. Si rimane ingabbiati nella concezione di una terra centro dell’universo e creata solo qualche migliaio di anni fa, togliendo così ai giovani la possibilità di capire! La matematica poi, unico linguaggio della scienza, si studia ancora, quasi sempre, in modo catechistico. Si vergano ancora le regole e le si fanno applicare, riciclando al più quella che i greci chiamavano logistica e facevano eseguire dai loro schiavi. Non esiste il problem solving, ma c’è ancora la visione della matematica come ars demonstrandi e non come ars inveniendi, come euristica cioè. Gli analfabeti guastatori si apprestano ora anche a cancellare il latino e il greco, fonti del sapere scientifico-umanistico, il vero sapere o, se volete, il manthano (dalla radice sanscrita ma/ me che racchiude in sé le parole mamma, mente, misura, metro, mano, morale, matematica), la vera misura, il vero apprendimento! Invece di ampliare tale condizione indispensabile per sapere e capire, ora questi apprendisti stregoni propongono di togliere una classe al liceo classico. Ma quanto male vogliono ancora fare al nostro Paese e all’intera umanità?

Buone feste!


Buon Natale

Ottica Mari Via del Rivo, 247 05100 Terni tel e fax 0744 302521 www.otticamari.it

Convenzioni: Comune di Terni, AVIS, ACLI, ASM, CMT, AFW, Ternana calcio spa “insieme protagonisti”, A.S.D. Arcieri città di Terni, A.S.D. Giovanili Campitello, Atelier Musicale Francesco Falcioni


Andavamo a letto col prete D’inverno faceva freddo, molto più freddo di quanto non faccia adesso e tale sensazione, nei primi decenni dopo la seconda guerra mondiale, era aggravata dal fatto che la maggior parte delle abitazioni non aveva impianti di riscaldamento. L’unica fonte di calore era il camino situato nella stanza più spaziosa, cioè nella cucina. Accanto al camino c’era il fornello, munito di griglia metallica per sostenere le braci che venivano mantenute roventi agitando un ventaglio fatto con penne di tacchino. Tutti sarebbero stati molto volentieri accanto a queste due fonti di calore ma, dato l’alto numero dei componenti della famiglia media di allora, ciò non era possibile. Al massimo rientrando in casa, uno si poteva avvicinare al fuoco per stiepidirsi le mani infreddolite, facendosi largo tra i vecchi e i bambini piccoli che presidiavano il focolare. Poi c’erano le donne che, preparando la cena, dovevano attizzare il fuoco sotto il caldaio per poter cuocere la pasta e aggiungere ogni tanto un po’ di carboni accesi al fornello per mantenere il sugo in ebollizione. Comunque, vuoi per le legna che bruciavano, vuoi per il consistente numero di persone, nella cucina si stava benino, fatta eccezione per i piedi e gli stinchi, soggetti agli spifferi freddi che venivano dalla porta, sia quando si apriva, perché entrava qualcuno, sia quando era chiusa, perché le ante non combaciavano bene. Studiare o fare i compiti in questo ambiente, senza finire coi di acquisto solidale, le associazioni cooperare e la vocazione alla reciprocità piedi gelati, era possibile solo sportive dilettanti, coinvolgendo di sono caratteristiche antropologiche stando in ginocchio sulla sedia fatto l’attività quotidiana di decine di fondamentali che rendono possibile sia impagliata, onde evitare il braAlessia milioni di persone, solo in Italia. Non è la vita della famiglia che quella della ciere sotto il tavolo che spesso Melasecche difficile capirne il perché, la relazione società. Andando ancora più indietro nel faceva venire il mal di testa. è, dopotutto, alla base di qualunque tempo, i medesimi concetti si ritrovano Per la confusionealessia.melasecche@libero.it non c’era scambio economico/sociale ed è in nella tradizione italiana dell’economia rimedio. Tutti parlavano a voce Negli ultimi decenni ha preso piede una linea con la prospettiva di un’economia civile, che affonda le sue radici nelle alta nelle case contadine, visione economica alternativa a quella relazionale considerare il lavoro stesso abbazie e nelle città del Medioevo. abituati com’erano nei campi a generalmente diffusa, principalmente come relazione sociale, anziché come Ben prima, Aristotele, nell’Etica gridare ordini agli animali da incentrata sullo scambio in termini prestazione. Relazione dinamica, e Nicomachea, sosteneva “Nessuno lavoro. monetari. Questo filone di pensiero sempre in evoluzione. sceglierebbe di vivere senza amici, C’era poi sempre qualche vicino alternativo viene chiamato economia Come dar torto, quindi, a uno Jacob anche se fosse provvisto in abbondanza o relazionale vicina che, e dopo cena, si studia le materie Viner, noto economista canadese, di tutti gli altri beni”. aggiungeva ai già tanti per economiche dal punto di vista dello quando sosteneva che “l’economia è ciò La felicità è infatti il fine ultimo scambiare quattro chiacchiere, contribuendo all’aumento della cacofonia. Un momento di quasi silenzio poscambio di valore umano, studiando ed che fanno gli economisti”, evidenziando, dell’azione umana e l’economia teva verificarsi se qualcuno si arrotolava una sigaretta. Dopo averla accesa e fatte un paio di tirate la passava operando sia sul lato del creatore del neppure troppo implicitamente, la relazionale rappresenta, in qualche al vicino e così via finché era possibile tenere il mozzicone fra le dita. valore che del ricevente. Più in particolare possibile coesistenza di una pluralità modo, il compendio degli sforzi di Il problema del freddo tornava prepotente al momento di andare a letto. Le camere erano così fredde che si occupa di valorizzare le cosiddette ed eterogeneità di teorie, scuole di dar vita ad un’economia più umana e al mattino poteva capitare di trovare croste di ghiaccio sull’acqua del lavabo. Solo al pensiero di doversi comunità residenziali, le quali oggi pensiero e approcci, anche tra loro responsabile e, quindi, nelle ambizioni, spogliare in un baleno per infilarsi tra le lenzuola gelate, sovrastate da coperte anche e imbottita, poteva anche sono escluse dall’economia “classica”, opposti. più efficace e più efficiente bloccarsi la digestione. era stato messo il prete nel letto, la prospettiva diventava quasi rosea. poiché la loro attività Se di però “produzione” Come spesso accade, pur essendo stata della predominante “joyless economy”, Il prete non era altro che il nome malizioso di una incastellatura porta-braciere in legno, usata per riscaldare non rientra nei calcoli che formano il PIL. in qualche modo meglio codificata ovvero di un’economia definita come il letto. Al non mattino, quando donna rifaceva la camera, infilava tra le lenzuola questo marchingegno, L’elenco è esaustivo, malarientrano di recente, l’economia relazionale si “priva di gioia”. sicché sembrava, a letto rifatto, che qualcuno molto fosse ancora dormire.E Appena cenato la moglie tra le tipologie di aziende relazionali basa su ungrosso filone di pensiero cona radici se la relazione è al centro di tutto, è infilava diligentemente prete un recipiente metallico con le ultime braci del camino, scegliendo più rilevanti: le famiglie,nel i condomini, le antiche, basti pensare a John Stuart Mill, un po’ come dire chequelle per essere felici cheassociazioni non facevano più fumo. Infilarsi nel letto dopo aver estratto il prete con molta circospezione per evitare non riconosciute, i gruppi filosofo ed economista britannico, uno bisogna essere almeno in due, dopotutto incendi, era unaiuto, grande piaceredelgoduto del dopo guerra. e cosa ne sarebbe stato del naufrago auto-mutuo le banche tempo,dalle deigenerazioni massimi esponenti del liberalismo Oralequasi tutti stiamo al calduccio d’inverno senza farciper troppo caso e i grandi piaceri Crusoe si vanno a cercare associazioni non-profit, i gruppi dell’utilitarismo, il quale la capacità di Robison senza Venerdì? Vittorio Grechi nelle polverine o nell’alcol.

Economia e Relazioni…

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Le due mogli di Ahmed Francesco Patrizi

Ossama arriva all’ospedale di Madaoua sulle spalle del padre Ahmed, ha 5 anni e come tutti i bambini del Niger è denutrito. “Non ci credo, deve essere un maleficio” dice il padre “ha sempre mangiato la sua palla di miglio, a volte non la mangio io per darla a lui e ai suoi fratelli”. Il miglio è l’unico prodotto del suo campo. Dovranno spiegargli che sta nutrendo suo figlio a pane e acqua, ma non cresce molto altro nel Sahel, la fascia sub-sahariana che attraversa il nord del Niger. Ahmed vive ai margini della cosiddetta autostrada del deserto, la rotta dove transitano i migranti, dove passa il petrolio e si smerciano le armi e dove i passeurs non si spostano più a dorso di cammello, ma sfrecciano su fuoristrada dotati di gps satellitare. Il traffico di armi ha reso l’area estremamente instabile e da quando la Libia è precipitata nel caos, l’arsenale che era detenuto da Gheddafi è finito nelle mani di gruppi insurrezionali locali, come i ribelli del nord del Mali, Al Qaeda in Mauritania, i jihadisti del

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Burkina Faso, Boko Haram in Nigeria e in Niger, bande un tempo disarmate e tenute sotto controllo che oggi minacciano la sicurezza del Sahel. Ahmed, come altri 250 mila nigerini, ha perso il lavoro in Libia, ma prima di partire è riuscito a trafugare delle torce elettriche che poi ha venduto ai passeurs del deserto, con il ricavato voleva acquistare due buoi e un aratro così da incrementare le sue coltivazioni, ma le cose sono andare diversamente. Per tenere sotto controllo questo corridoio che unisce l’Africa subsahariana al Mediterraneo, nel 2013 gli USA hanno aperto in Niger la prima base per droni ed hanno stanziato ufficialmente 400 soldati, ma la recente imboscata in cui hanno perso la vita quattro militari che non stavano di base ha portato allo scoperto la presenza di un contingente in missione speciale di cui neanche il Senato degli Stati Uniti era al corrente. Dietro alla lotta al terrorismo si possono nascondere altri interessi. Il Niger è il secondo produttore al mondo di uranio e i giacimenti sono gestiti dalla società francese AREVA. Il minerale nigerino è il carburante che manda avanti le centrali nucleari che generano ¾ dell’energia elettrica della Francia. Un nuovo giacimento di

uranio è stato però appaltato ad una società americana, interrompendo così il monopolio francese; ma il PIL del Niger dipende per il 40% dalle sovvenzioni francesi, il che lo rende uno stato soggetto a forti condizionamenti, che ricadono pure sulla salute di Ossama: il presidente Issoufou fino ad oggi non ha voluto (o potuto) lanciare l’emergenza della mortalità infantile perché avrebbe attirato nel paese gli aiuti umanitari internazionali e dietro a questi si potrebbero celare aziende interessate all’uranio, cosa non gradita agli ospiti di casa. Per Ossama gli aiuti si traducono in un biscotto iperproteico, ma Ahmed non può fermarsi di più in ospedale per curare il figlio, deve lavorare il campo, l’aratro e i buoi non li ha potuti comperare e non perché qualcosa glielo abbia impedito, ma per motivi personali. “Tutti i miei amici hanno due mogli e mi prendevano sempre in giro perché io ne avevo una sola, allora ho preso come seconda moglie una mia cugina di 17 anni”. Ahmed ha festeggiato il matrimonio in grande ed ha speso tutti i suoi risparmi, poi si è accorto che mantenere una seconda moglie, a cui ora deve dare dei figli, è più complicato di quello che pensava e le palle di miglio non bastano più.


ARCI TERNI L’Arci nasce a Firenze nel 1957 come associazione che riunisce case del popolo, società di mutuo soccorso e associazioni sportive e del tempo libero. Il comitato provinciale di ARCI TERNI, attivo fin dagli anni ’70 è oggi composto da oltre quaranta circoli e cinquemila soci, di cui promuove e sostiene tutte le iniziative e le attività realizzate. Questi i principali settori in cui il comitato è attivo: - Cultura. Realizzazione di festival, rassegne ed iniziative musicali e culturali, prime fra tutte il “Circuito dei club”, realizzato dal 1987 al 1992 e dal 2000 al 2010; “Maree culture in viaggio” che si svolge ogni anno dal 2000; “Stranieri NoStrani” realizzato dal 2016 in collaborazione con il CAOS; produzione di cd musicali: “Sirena dei Mantici” nel 2014 e “Il sole non muore” nel 2016, quest’ultimo in collaborazione con la Casa Circondariale di Terni. - Servizio Civile. Realizzazione di progetti, centrati su temi culturali e sociali, attraverso l’associazione “Arci Servizio Civile”. - Legalità. Promozione dei campi di lavoro ARCI presso le cooperative impegnate nella gestione di terreni e beni immobili confiscati alla mafia. Vendita nei Circoli dei prodotti delle cooperative e dell’Associazione “Fior di Corleone”. Cooperazione internazionale. Realizzazione, insieme ad ARCI Nazionale, del progetto “I giovani e le donne protagonisti del contrasto

all’HIV e dell’empowerment socioeconomico in Zambézia, Mozambico”, sulla prevenzione del virus HIV tra le donne mozambicane; realizzazione, insieme al Circolo ARCI “Radici d’Amore” di Amelia, del progetto “Renè M’Begel”, per la costruzione di pozzi per l’acqua potabile in Senegal. Tutti e due i progetti sopracitati sono stati realizzati con il sostegno della Regione Umbria. - Infanzia e adolescenza. Realizzazione di centri estivi presso i Circoli attraverso il progetto “Gioca in Circolo”, di iniziative per bambini ed adolescenti insieme ad Arciragazzi di Narni e di Amelia; partecipazione a “Micromondi”, manifestazione per i più piccoli organizzata ogni anno dal Comune di Terni. Rassegne cinematografiche per minori realizzate nel 2016 presso il Palazzone e presso il Parco dei Pini di Narni Scalo. - Ambiente. I Circoli di Narni dal 2016 realizzano in rete azioni ed iniziative di buone pratiche ambientali. Il progetto è sostenuto dall’ASM di Terni con la collaborazione del Comune di Narni e del comitato Arci ternano. - Immigrazione. Realizzazione di progetti di accoglienza integrata per richiedenti/ titolari protezione internazionale e umanitaria, nonché di servizi rivolti a tutti gli immigrati. Dal 2006 realizza l’iniziativa “Piazza dei Popoli”, a valere sulle risorse regionali della L. 18/90 festa interculturale realizzata con la collaborazione delle comunità straniere ternane, volta all’incontro tra queste e la comunità autoctona, attraverso lo scambio e la condivisione di cibo, musica, tradizioni. Nelle ultime edizioni, l’iniziativa è diventata “Piazza dei giovani popoli”, attraverso la realizzazione di una manifestazione-spettacolo che ha dato vita ad un evento caratterizzato dalla commistione e condivisione di giochi, musiche, cibi, ritmi e danze delle giovani

comunità migranti, partecipata dai minori seguiti con il Servizio Scuola Mondo, dai minori stranieri inseriti con la propria famiglia nei progetti SPRAR categoria ordinari, nonché dai minori stranieri non accompagnati dei progetti SPRAR MSNA. Dal 2007 il comitato ternano è entrato a far parte della rete SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) in qualità di Ente Gestore, passando dalla gestione di un progetto, categoria ordinari, alla gestione di 8 progetti, 5 categoria ordinari, 2 categoria MSNA, 1 categoria disagio mentale. La titolarità di tali progetti è dei comuni di Terni, Narni, Spoleto, Montefranco e Castel Ritaldi. La gestione è in collaborazione con altri soggetti del terzo settore: Arci Solidarietà Terni, Ass.ne di Volontariato San Martino, Associazione Laboratorio I.D.E.A., Coop. Soc. “Il Cerchio”. Dal 2010 gestisce insieme all’ Ass.ne di Volontariato San Martino, il progetto “TERNI E’… COLORI E CULTURE, Coordinamento di Sportello Immigrati, Corsi di lingua italiana per adulti, Servizio Scuola Mondo”, tramite convenzione annuale con il Comune di Terni. Dal 2011 il Comitato è impegnato nella gestione prima del progetto Emergenza Nord Africa e poi del progetto “Posti straordinari per la prima accoglienza di cittadini stranieri temporaneamente presenti sul territorio della Provincia di Terni”, in convenzione con la Prefettura di Terni. Tutte le info su www.arciterni.it

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Il parcheggio è mio, ho la servitù! Il concetto di servitù è uno di quelli sui quali vi è una conoscenza generalizzata, intuitiva potremmo dire. Il Codice civile la definisce all’art. 1027 come “…peso imposto sopra un fondo per l’utilità di un altro fondo appartenente a diverso proprietario”. Specifica, poi, all’art 1028 c.c., che “L’utilità può consistere anche nella maggiore comodità o amenità del fondo dominante. Può del pari essere inerente alla destinazione industriale del fondo". I caratteri essenziali delle servitù sono: l’inerenza, ossia l’attitudine della servitù a seguire il fondo presso i successivi proprietari; l’immediatezza, ossia il potere di esercitare il diritto di servitù senza bisogno dell’altrui collaborazione; l’assolutezza, ossia la possibilità di escludere tutti gli altri dall’utilità che il fondo attribuisce; l'altruità, nel senso di necessaria appartenenza dei due fondi, quello dominante e quello servente, a due diversi proprietari; l'utilità oggetto della servitù per il fondo dominante. Fino alla sentenza 06-07-2017, n. 16698 della sez. II civile della Cassazione, la giurisprudenza non ha mai voluto riconoscere la configurabilità di una servitù di parcheggio, fedele al principio per cui non possono costituirsi servitù dove l’utilità è tratta dalle persone, come nel caso del parcheggio, e non dai fondi (si parla fondi ma i princìpi valgono

anche per altri beni immobili, come case/ appartamenti): "La mera commoditas di parcheggiare l’auto per specifiche persone che accedano al fondo (anche numericamente limitate) non può in alcun modo integrare gli estremi dell’utilità inerente al fondo stesso, risolvendosi, viceversa, in un vantaggio affatto personale dei proprietari". E ciò per la ragione che la servitù è un diritto prediale, (dal latino praedium = fondo) e pertanto deve essere utile al fondo dominante e non al suo proprietario. Con la pronuncia in esame, invece, la Suprema Corte, ribaltando un orientamento ormai ampiamente consolidato, ha chiarito espressamente che non vi sono, nel nostro ordinamento, ostacoli all'ammissibilità di un tale tipo di servitù, anche se questa non va confusa con il diritto soggettivo di parcheggio: “La servitù può essere costituita anche per garantire, in favore del fondo dominante, il parcheggio sul fondo servente, ciò a condizione che ricorrano tutti i requisiti di struttura del diritto reale minore, in particolare l’altruità della cosa, l’immediatezza, l’inerenza al fondo servente e al fondo dominante, la specificità dell’utilità riservata”. Per la verità, la dottrina aveva cercato di contrastare tale orientamento con diversi argomenti. In primo luogo, osservando come tale conclusione si poneva in contrasto con le definizioni di utilità e inerenza

Avv. Marta Petrocchi

del bene generalmente riconosciute, oltre che con tutte le norme che fanno del parcheggio una pertinenza dell’abitazione. Oltretutto, l’orientamento si poneva in contrasto con altri ordinamenti europei dove, pur partendo da medesimi princìpi generali in tema di servitù, se ne ammetteva senza problemi la costituzione. Oggi, con la sentenza 16698/17 si riconosce la configurabilità della la servitù di parcheggio purché vi sia utilità del fondo dominante "l’utilizzo del parcheggio deve essere, nel contempo, godimento della proprietà del fondo dominante, secondo la sua destinazione". Il cambio di orientamento è rilevante: "il carattere della realità non può essere escluso per il parcheggio dell’auto sul fondo altrui quando tale facoltà sia costruita come vantaggio a favore del fondo, per la sua migliore utilizzazione: è il caso del fondo a destinazione abitativa, il cui utilizzo è innegabilmente incrementato dalla possibilità, per chi sia proprietario, di parcheggiare l’auto nelle vicinanze dell’abitazione". Insomma, sembra che la servitù di parcheggio sia finalmente assurta a diretto reale, seppur minore, al pari della servitù di passaggio, quella di veduta, di presa d’acqua, di non edificare etc. Rimaniamo in attesa degli sviluppi!

Buone Feste e buona lettura del codice civile!

Memoràndumme de ‘n donatore AVISSE Paolo Casali

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1) Circolazzione doppia e ccompleta... ce vòle meno de ‘n minutu a ffalla tutta... lo sangue se sta in “vena” è ‘n piripicchiu; 2) La A e la Vu de AVISSE anche se lo sangue se “caccia” da le vene… no’ stanno pe’ Associazzione venatoria... ma pe’ Vvolontaria; 3) ‘N bravu donatore non dice mai bbuggìe... bbòn sangue no’ mmente; 4) Co’ lo sangue ch’è ssiggillatu dentro de noi ce potemo empi’ ‘n zicchiu de cinque sei litri … ma non ce convène perché sinnò ce svenamo; 5) Lo vino rusciu ‘umenta li globbuli... ‘nfatti se tte “scappa”... la fai jara e lu rusciu ‘n do’ va a ffini’?... Quilli so’ ttutti globbuli; 6) Pe’ ffa’ lu donatore devi èsse ‘ntelliggente… perché da ‘na rapa non ze caccia lo sangue; 7) Li globbuli bbianchi campono sulu pochi ggiorni… ma li globbuli rusci campono tre quattro mesi perché ciànno ‘na “salute de ferro”; 8) ‘N donatore quanno dona lo sangue non ze deve ‘ncavola’… perché sinnò issu je ribbolle; 9) Tra ccristiani de gruppi diversi le trasfusioni so’ ccome certi cunziji… non vanno bbene pe’ ttutti; 10) Dentro lo sangue pe’ ‘gni globbulu bbiancu ce ne stanno mille rusci... ccucì è ppiù difficile

falli spari’ da la “circolazzione”; 11) Li parlamentari non pòzzono fa’ li donatori... perché quilli lo sangue lo “sùgano”; 12) Chi ccià lu gruppu zzeru deve sta’ ‘ttentu a lo grassu su la panza e a lo strèsse… ma chi ccià lo grassu su la panza e è stressatu non è ddittu ch’è dde gruppu zzeru; 13) A unu che ccià lo sangue A pusitivu non tocca metteje lu Bbi negativu perché sinnò pòle mori’ “bissanguatu”; 14) ‘N donatore e ‘n pazziente non pozzono fa’ a ccazzòtti perché sinnò durante la trasfusione non curre bbòn sangue; 15) Li cristiani a sseconda de lo sangue che cciànno so’ “ppiù o meno”... Gruppu A: Sèri, responzabbili e ccapoccioni... Gruppu B: Bbrillanti, ‘nèrgici e ppocu ‘ffidabbili... Gruppu 0: Ottimisti, affettuosi e no’ je piace pèrde... Gruppu AB: Tranquilli, scorderelloni e ppocu disponibbili... ...lu carattere è qquillu che ciànno ma... se sso’ ddonatori... de sicuru so’ ‘ltruisti, ggenerosi, volontari e... ppe’ ddillo ‘n tema... se cacciono lo sangue propiu de còre!


AIDO festeggia i primi 20 anni della propria attività a Terni L'AIDO Comunale, sezione Cristina e Cesare Sensini, compie 20 anni. I Presidenti, Dott.ssa Rita De Ciantis e Sig. Angelo Facchin, e la Presidente Onoraria Paola Sensini ripercorrono alcuni traguardi associativi conseguiti negli anni. Nel 2005 le Poste Italiane hanno emesso un francobollo dedicato all'AIDO, come riconoscimento del lavoro svolto per sensibilizzare i cittadini alla Donazione degli Organi. Le Sezioni Provinciali e Comunali, il 3 Dicembre 2005, hanno organizzato un Convegno d'incontro con la cittadinanza ternana per sensibilizzare alla cultura della Donazione. Tale incontro è stato coordinato dal Prof. Sergio Arzano ed è stata presentata l'emissione dell'annullo postale all'AIDO, emesso il 7 Dicembre dello stesso anno. Nel 2006 abbiamo organizzato un Convegno, presso la Sala delle Conferenze dell'Ospedale S. Maria di Terni, sulle "Nuove acquisizioni sull'Ipertensione Arteriosa Polmonare", all'interno del quale sono stati presentati i progressi di questi ultimi anni nella diagnosi e terapia dell'Ipertensione Arteriosa Polmonare. In occasione delle giornate nazionali della Donazione e del Trapianto d'Organi,

all'Auditorium di Palazzo Primavera il 24 maggio, un cast d'eccezione è intervenuto per parlare dell'importanza della Donazione e del Testamento Biologico: Beppino Englaro, padre di Luana Englaro, insieme alle Istituzioni cittadine. Nel 2010 le città di Terni e Perugia sono state scelte come Comuni Pilota per l'attività "Una scelta in Comune". Chiunque si recherà presso gli Uffici Anagrafici per rinnovare il Documento d'Identità potrà sottoscrivere nell'Informativa l'assenso o dissenso alla Donazione di Organi. L'8 Dicembre 2011, alla Cerimonia di accensione della Stella di Miranda, la Pro Loco di Miranda ed il Comune di Terni hanno insignito con la "Stella d'Oro" la passione civile dell'associazione Provinciale AIDO. Il premio è stato ritirato dal Presidente provinciale dell'AIDO Angelo Facchin. L'AIDO è stato onorato di ricevere il S. Valentino d'Oro, ritirato da Cesare Sensini, fondatore della sezione Aido di Terni.

Il 27 Gennaio 2011, nel Quartiere Borgo Bovio, è stata intitolata una via Donatori di Organi ispirata allo stesso sentimento di gratitudine della vicina Via Donatori di Sangue. Alla Cerimonia erano presenti l'Arbitro internazionale ternano Paolo Tagliavento e l'ex giocatore rossoverde Riccardo Zampagna. Le Istituzioni e gli Enti Locali, insieme alle Circoscrizioni sono stati capaci di fornire e trasformare un incontro simbolico in una realtà operativa sul Territorio. Francesco Petrelli La responsabilità di chi muore nei confronti di chi resta: è questo lo spirito della Campagna dell'AIDO "Donazione parliamone oggi", con cui è stato lanciato ai cittadini l'invito ad informarsi e decidere sulla possibilità di consentire l'espianto dei propri organi e tessuti da destinare a successivi trapianti.

AIDO PROVINCIALE TERNI

c/o AVIS - Via Ludovico Aminale, 30 - Terni Tel: 0744.400118 - 333.9101181 - 328.3283276 E-mail: terni.provincia@aido.it

BELLEZZA D’INVERNO Freddo e vento, durante la stagione invernale, possono stressare la nostra pelle al punto di diventare nemici della bellezza. Dott.sa Alessandra Crescenzi Medico chirurgo - Medicina estetica

Terni: Servizi Sanitari via C. Battisti 36 - 0744.59513 Rieti: Nuova PAS - via Magliano Sabina 25 – 0746.480691

È possibile però rivitalizzare il volto stressato con una seduta mensile di acido ialuronico (HA) per due mesi o con un’unica seduta valida nove mesi per riacquistare un volto fresco, giovane e luminoso. Si tratta di iniezioni di HA in diversi punti del volto, collo e decolté per reidratare e ridefinire zone sciupate, grinze e prive di elasticità. I visi più agé possono giovarsi invece del ripristino dei volumi del volto (zigomi, solco lacrimale, solco naso-genieno, regione temporale e mentoniera). Oggi è possibile, in una o due sedute a distanza di quindici giorni l’una dall’altra, in ambulatorio, senza anestesia né bisturi, ridare volume e profondità ad un volto svuotato ed emaciato. Per fare ciò possiamo giovarci anche di un filler di

ultima generazione, anch’ esso addizionato di lidocaina, ossia l’idrossiapatite di Calcio (CaHA) utile anche per il volto maschile e della durata di un anno ed anche più. Se non ci bastano gli skinboosters ed i fillers abbiamo il soft-lifting assolutamente ambulatoriale, indolore, non allergenico, efficace e duraturo per sostenere zone lasse del volto e del corpo (interno cosce, braccia, collo, decolté, addome, glutei), per ripristinare i contorni del volto e migliorare la texture della pelle. Tre tipi di fili in PDO riassorbibili, che non producono intolleranze né meccanismi immunogeni. Si utilizzano degli aghi o cannule sottili in acciaio medicale, di tecnologia brevettata giapponese senza metalli pesanti compreso il Nichel, indolori. Ad ogni viso il suo trattamento adeguato, in base all'età della/del paziente. Il “botulino” rimane sempre il trattamento elettivo e più duraturo nel tempo per correggere le rughe del terzo superiore del volto. L'ultima tendenza oggi è quella

di utilizzare il microbotulino, più diluito, da somministrare in microponfi su tutto il viso collo e decolté, per distendere le rughe più fini della pelle dopo l’eccessiva esposizione solare, senza bloccare alcun muscolo. Nessun problema, quindi, per la bellezza d'inverno: qualche trattamento estetico, unito ad una sana alimentazione e ad una lieve attività fisica, ci aiuta a mantenerci in forma fino all’arrivo dell’estate.


Medicina & Salute

Augura a tutti un felice Natale e un 2018 ricco di serenitĂ .

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Medicina & Salute

Incontinenza urinaria: cos’è e come si cura. L’International Continence Society definisce incontinenza urinaria qualsiasi perdita di urina avvenuta involontariamente nel corso della propria vita (I.C.S.2002). Si stima che solo in Italia ne soffrano almeno 2 milioni di donne, con incidenza maggiore attorno ai 65 anni, ma presente anche in donne più giovani. Esistono differenti tipi di incontinenza urinaria: l’incontinenza urinaria da stress (che si manifesta conseguentemente a uno sforzo eseguito dalla donna, come la risata, il colpo di tosse, lo starnuto, il sollevamento di un peso, il salto, etc…) è la forma più diffusa, tanto che la metà delle donne affette lamenta questa forma. L’incontinenza urinaria da urgenza,

invece, si manifesta come la perdita di urina accompagnata o immediatamente preceduta dallo stimolo a fare pipì (la classica sensazione di dover correre in bagno per urinare). Nel 32% dei casi totali queste due forme compaiono assieme, definendo l’incontinenza urinaria mista. La diffusione del problema è allarmante, soprattutto tenendo conto delle importanti restrizioni che comporta per la vita delle donne, compromettendo la loro serenità e impedendo di trascorrere normalmente le proprie giornate: interferisce negativamente con l’autostima, con la libertà, con i rapporti sociali e col partner. Cosa è possibile fare? Sicuramente è importante chiedere aiuto ai primi segnali: nessuna perdita involontaria di urina dovrebbe essere trascurata. L’International Continence Society raccomanda come primo approccio quello educativo, rieducativo e riabilitativo, ponendo la riabilitazione del pavimento pelvico al primo posto nel management del trattamento dell’incontinenza urinaria. Questa prevede l’educazione della paziente ai corretti stili di vita, la rieducazione vescicale e il miglioramento della performance muscolare, in termini di coordinazione, rapidità di reclutamento, capacità di tenuta e forza.

Quanto tempo occorre per risolvere il problema? Le sedute sono variabili, ma generalmente i risultati sperati iniziano a manifestarsi già ai primi incontri. Quando il trattamento conservativo non procura i miglioramenti sperati nell’arco di 8-12 settimane, potrà essere preso in considerazione il trattamento chirurgico di II livello.

Dr.ssa Jessica Li Gobbi

Ostetrica, specialista in Riabilitazione del Pavimento Pelvico

Attiva su Terni-Rieti-Spoleto Info e prenotazioni: 393 0924006 - jessicaligo91@live.com

Colgo l’occasione di questo Natale per farvi i migliori Auguri, con la speranza che il Nuovo Anno ci veda ancora insieme con articoli sempre interessanti. Ricorda: la miglior cura è la Prevenzione

Dottoressa

Giusi Porcaro Specialista in Ginecologia ed Ostetricia

www.latuaginecologa.it Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

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AZIENDA OSPEDALIERA

Struttura Compless Vi Augura Buone Feste

Direttore Dr. Enrico Poddi

Struttura Complessa di Oculistica Azienda Ospedaliera "S. Maria" di Terni

Una struttura sanitaria moderna si distingue per la capacità di fornire prestazioni mediche e chirurgiche all’avanguardia rispetto agli standard nazionali ed internazionali… Questa l’idea del dott. Enrico Poddi, neo direttore della struttura complessa di Oculistica dell’Azienda Ospedaliera di Terni, che presenta le novità e i progetti del reparto finalizzati al potenziamento dell’offerta e della qualità delle prestazioni.

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Fin dal primo momento in cui sono entrato in servizio presso l’UOC di Oculistica di questa azienda, il primo luglio di quest’anno, ho apprezzato l’intenzione della Direzione di cercare un miglioramento forte del reparto oculistico in toto, a partire dalla necessaria innovazione tecnologica e dall’altrettanto necessario aggiornamento degli spazi dedicati alla chirurgia e alla diagnostica. A gennaio 2018, in tempi che ritengo molto brevi per una struttura pubblica, partiranno i lavori di ristrutturazione di parte del secondo piano della struttura centrale dell’ospedale, che verrà dedicata alla chirurgia oculistica

-con due nuove sale operatorie modernissime, più una dedicata alla chirurgia refrattiva- e al reparto di degenza breve per gli operandi. Dal primo luglio di questo anno abbiamo messo in piedi numerose gare per l’acquisto di nuova tecnologia di ultimissima generazione. Presso la struttura Oculistica di Terni, grazie alle eccellenti risorse umane presenti, medici, tecnici ed infermieri, sto cercando di allineare l’attività a più alti standard diagnostici e terapeutici. I punti di forza della mia strategia sono: 1) Utilizzo di innovativa strumentazione diagnostica, in parte presente e in uso e


SANTA MARIA DI TERNI

sa di OCULISTICA

• •

• •

in gran parte in corso di acquisizione, e chirurgica: facoemulsificatori di ultima generazione per la chirurgia miniinvasiva della cataratta; vitrectomi ad altissima velocità per la più sicura chirurgia delle patologie retino vitreali senili, degenerative, secondarie a diabete, ecc.; laser ad eccimeri di ultima generazione già in uso per la correzione dei difetti refrattivi; Cross linking per rallentare e spesso arrestare la progressione del cheratocono e quindi ridurre drasticamente la necessità di un futuro trapianto di cornea per di più in

pazienti solitamente giovanissimi a partire dai primi mesi del 2018; • Trapianti corneali lamellari, cioè sostituzione dello strato della cornea malato/opaco, oppure a tutto spessore, cioè perforante, per le patologie corneali a tutto spessore; • Sistemi di drenaggio per la chirurgia del glaucoma; • Chirurgia moderna delle vie lacrimali con applicazione di stent e/o sonde dedicate; • Innesto di membrane amniotiche per deficit corneali degenerativi, infettivi, infiammatori, post-traumatici. 2) Iter clinici e chirurgici più snelli con

conseguente riduzione dei tempi di attesa: • opzione preferenziale per interventi di chirurgia ambulatoriale, Day Surgery o ricoveri ordinari; • possibilità di intervento in anestesia locale, assistita dall’anestesista, quindi sicura e “dolce” pressoché per tutte le nostre patologie chirurgiche. 3) Numero elevato di prestazioni ambulatoriali ordinarie (vs oculistica generale) che ci ha permesso di ridurre il tempo di attesa per una visita a meno di un mese, risultato unico nella Nostra Regione. 4) Prestazioni ambulatoriali specialistiche erogate nell’ambito di numerosi servizi organizzati per branche specifiche dell’oculistica mediante personale e strumentazioni dedicati (servizio di oftalmologia pediatrica, cornea, retina, glaucoma, uveiti, dacriologia, oftalmoplastica, acografia A e B scan, perimetria computerizzata ed elettrofisiologia, microscopia confocale, microperimetria, aberrometria, ortottica (con 2 ortottiste esperte in servizio). 5) Prestazioni para-chirurgiche: laser terapia argon verde, giallo (da gennaio 2018) per patologie vascolari, degenerative, miopiche, post-traumatiche e senili della retina; SLTALT-MLT per glaucoma; YAG laser. 6) Prestazioni chirurgiche ad alta specialità: chirurgia della cataratta, della cornea, dei difetti di refrazione, della vitreo retina; terapia iniettiva intravotrale per le maculopatie/retinopatie, del glaucoma, dei tumori, delle palpebre, delle vie lacrimali, dell’orbita (in rapporto con la struttura di Chirurgia Maxillo facciale dell’Azienda), dello pterigion, degli strabismi. 7) La sensibilizzazione alla donazione delle cornee per l’esecuzione dei trapianti. 8) L’applicazione sistematica del consenso informato a tutte le procedure diagnostiche, terapeutiche e chirurgiche. Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

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Medicina & Salute

In linea anche a Natale? SI PUÒ! Dicembre porta con sé le feste natalizie, le serate in compagnia e… molti stravizi alimentari! È il mese che mette più timore a chi segue un regime dietetico e non, nonostante siano ben pochi i pasti “off limits”. La realtà è che uno “sgarro” non può rappresentare un fallimento dietetico, altrimenti si rischia di associare il piano alimentare ad una prigione, ad un motivo di isolamento sociale, ad una fonte di ansia, mentre mangiare è un piacere e tale deve rimanere! Si può dimagrire senza rinunciare al gusto e senza fatica, parola di chi ha fatto della Nutrizione il suo mestiere! A tal proposito, godetevi i vostri pasti natalizi, ma poi seguite questi piccoli accorgimenti, poiché vi aiuteranno a salire sulla bilancia senza timore. Il primo suggerimento comincia dalla colazione: proviamo a sostituire una fetta di panettone con una fetta di pane tostato, meglio se integrale, con un velo di ricotta magra e una spolverata di cacao o di cannella. Alleggeriamo poi gli spuntini (ad esempio mangiando un frutto ed evitandolo a pranzo) ma non saltiamoli: fare delle grosse abbuffate ai pasti ed evitare di fare

merenda per compensare non è affatto produttivo per il nostro metabolismo! Controlliamo l’olio: condiamo con 2 cucchiai al giorno. Ricordiamoci, inoltre, di bere almeno 2 litri di acqua al giorno dopo lo sgarro e insaporiamo i cibi utilizzando delle spezie al posto del sale per liberarci della ritenzione idrica inevitabilmente accumulata. Per chi ha difficoltà a bere, ottimo preparare delle tisane con radice di zenzero o dei minestroni di verdure al posto del contorno. Di seguito una ricetta dietetica, ma gustosa, ideata per un vostro antipasto natalizio o per una cena “post-sgarro”, magari accompagnata da un bel piatto di verdure crude! Si tratta di una simil pasta frolla dalle proprietà ipocolesterolemizzanti, diuretiche, antinfiammatorie e drenanti, proprio quello che ci vuole per depurarci!

BUONE FESTE!!!! Dott.ssa Eleonora Teodori Biologa Nutrizionista

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Papa Francesco: la svolta Pierluigi Seri

Roma 16.11.2017 Papa Francesco in un messaggio al convegno promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita chiede di sospendere le cure non proporzionali invitando a “un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona”. Come in tutti i suoi interventi Francesco esprime con un linguaggio semplice e disadorno una complessità che non si può sottovalutare. Nelle sue parole c’è la sintesi tra l’uomo di fede, la delicatezza del governo pastorale e perfino un po’ di astuzia politica. Egli è intervenuto su una vexata quaestio qual è il problema del fine vita. Proprio per questo motivo le sue parole sono un riferimento essenziale nel marasma intellettuale e civile di questo tempo. L’intervento del Pontefice, pur rivolto all’intera umanità, ha inevitabilmente riacceso il dibattito sul disegno di legge sul biotestamento fermo da tempo al Senato per le solite schermaglie politiche a cui purtroppo siamo ormai abituati, ma non certo vaccinati. Se però Francesco non si intromette nelle vicende italiane, tuttavia non si può non notare una certa sintonia tra le sue parole e il testo della legge bloccata in Senato.

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Un fatto è innegabile: il messaggio dice di una maggiore consapevolezza della Chiesa sull’accanimento terapeutico e insieme sulla possibilità di ciascun malato di autodeterminarsi. Ovviamente nessun cambiamento dei princìpi della dottrina cattolica che difende la vita ad oltranza, ma una chiara attenzione ai cambiamenti storici avvenuti specie nel secolo scorso. È senz’altro una presa di distanza da una parte del mondo cattolico integralista che cerca scudo nel Papa stesso. In breve il messaggio suona così: “no” all’eutanasia, “no” al suicidio assistito, “no” all’abbandono terapeutico, ma “sì” ad umanizzare il fine vita. Egli indica una strada precisa che rifiuta l’abbandono e l’accanimento terapeutico e propone che il malato venga accompagnato al fine vita nel rispetto della dignità della persona senza accelerare la morte. In questo ultimo periodo la Chiesa è stata attendista, ma non inattiva. Francesco ha incontrato molte persone coinvolte nel problema, ha ascoltato le loro storie, le loro esperienze e tra questi Michele Gesualdi, allievo di Don Milani malato di Sla, mentre su L’Avvenire intervenivano esperti, scienziati, di diversa formazione politico-religiosa. Se si dà un breve sguardo alla storia passata si nota che altri papi si erano espressi in merito. Nel 1957 Pio XII aveva dichiarato che ”non c’è obbligo di impiegare tutti i mezzi terapeutici… in casi determinati è lecito astenersene”, ancora Paolo VI “pur escludendosi l’eutanasia, ciò non significa obbligare il medico a utilizzare tutte le tecniche di

sopravvivenza che gli offre la scienza”, Giovanni Paolo II “si può rinunciare a trattamenti che procurerebbero solo un prolungamento precario e penoso della vita”, infine Benedetto XVI “la ricerca medica si trova talora di fronte a scelte difficili, ma serve un giusto equilibrio tra insistenza e desistenza”. Significativa è la testimonianza del sacerdote-teologo Alberto Maggi lasciata nel suo libro Chi non muore si rivede, scritto dopo un rischioso intervento chirurgico prima del quale aveva espresso la volontà di essere lasciato morire se avesse subìto danni irreversibili. In un passo si chiede: È sacro l’uomo o la vita? Nel primo caso bisogna riconoscergli la dignità, e in alcuni casi aiutarlo ad andarsene serenamente. Vi ricordate il caso di Eluana Englaro e tutte le polemiche sollevate e tutti i discorsi, anche a sproposito, fatti? Il padre Beppino, laico e agnostico, ha affermato che ”il Papa è andato più avanti di tutti” e che “è arrivato il momento di capire che lasciar morire non nasce dalla cultura della morte, ma dall’amore della vita”. Parole sacrosante specie per chi come il sottoscritto ha visto due genitori ridotti dalla malattia a larve impotenti spegnersi come candele fino alla fine che li ha liberati dalla sofferenza. Speriamo che le parole del Papa stimolino la classe politica trincerata dietro la barriera di privilegi e benefit a decidere in merito e ad abbandonare, almeno una volta, i gretti giochi politici fatti di alleanze, compromessi, strategie elettorali.


L’UOMO CHE PARLAVA DI STORIA C’è stato un periodo non tanto lontano, in cui anche la nostra città ha avuto il suo narratore: ANGELO CECCOLI. Adalberto Sisalli

L’uomo, da quando ha incominciato a parlare, ha trasmesso le sue conoscenze, ma anche quando la scrittura diventa patrimonio comune si è seguitato a tramandare oralmente i fatti della vita, considerando predominante l’uso della parola sulla scrittura. In effetti le opere di Omero, l’Iliade e l’Odissea, furono trasmesse all’umanità verbalmente tramite i rapsodi. Per molteplici motivi questa abitudine è andata decadendo e sempre più l’uso della scrittura (libri e giornali) ha preso il sopravvento sul racconto, infine la radio e la televisione hanno occupato ogni spazio.

Moltissimi ternani, fortunati, hanno potuto ascoltare i racconti di Angelo Ceccoli e fare passeggiate con lui per le vie cittadine, dando vita a momenti di cultura con il racconto di avvenimenti storici, dialoghi e ricerche bibliografiche; le sue erano lezioni all’aperto sempre documentate e piene di novità, come fosse tornato Aristotele con le sue lezioni peripatetiche, chiamate da Angelo “LE CECCOLATE”. Gli amici raccontano che si trovavano ogni giorno lungo Corso Tacito e precisamente presso un sedile di travertino posizionato davanti alla storica pasticceria Pazzaglia e in quello spazio intratteneva chi desiderava sentir parlare di palazzi, vie, strade, piazze e vecchie famiglie patrizie ternane. Metteva passione e profonda conoscenza, non lo faceva per fama o gloria o denaro, ma solo per amore della città. L’improvvisa morte ha colpito tutti e gli amici si sono sentiti come defraudati di un bene, di una fonte dalla quale ogni giorno attingevano notizie sia nuove sia vecchie, ma sempre utili per rinverdire la memoria della Città, oltre alla piacevole compartecipazione di parlare con un uomo profondamente innamorato del luogo in cui viveva. Con Angelo mi sono rivisto dopo tanti anni, in gioventù abitavamo nella stessa via e lui giocava a pallone con i miei due fratelli minori. Mi ferma, si fa riconoscere e iniziamo a parlare del tempo passato e la memoria ci porta a fatti accaduti in quella lontana giovinezza. Nel salutarci

Angelo CECCOLI

con il preciso impegno di frequentarci mi porge il suo biglietto e sotto il nome Angelo Ceccoli, dove comunemente si riporta la professione, leggo “apprendista storico”. Lo guardo in modo interrogativo, non comprendo e lui con semplicità e sorriso sornione mi fa capire che si tratta di una sua “civetteria”, un prendersi per scherzo. Passa il tempo, ci vediamo occasionalmente per le vie della città o in compagnia o da soli, parliamo genericamente degli avvenimenti della vita, qualche battuta, un ciao e ciascuno per la sua strada. Vengo a sapere delle cosiddette CECCOLATE e della tanta attenzione che raccoglie intorno a sé, quindi sorge in me un maggiore interesse e il pensiero di entrare a far parte della fortunata cerchia dei suoi “amici”. Una volta, davanti alla farmacia dell’ospedale lungo il corso, mi chiese se conoscevo il senso delle due linee bianche parallele inserite sul piano stradale che da via Galvani conduce in via Angeloni e dividono la strada in due. Ovviamente risposi di non conoscerlo e la sua risposta fu: Sono il tracciato delle vecchie mura medioevali della città di Terni poste ad indicare una linea ideale che si congiunge con i resti delle mura più o meno ancora visibili. Questo era Angelo. Agosto 2014 Angelo decide di lasciarci. Solo, si era incamminato per quelle strade che amava. Non ho potuto iniziare con lui le passeggiate come desiderato. Ho perduto una grande occasione…… All’amico della mia lontana gioventù dedico questo pensiero e sono felice di farlo da La Pagina; nel contempo la mia mente ripercorre a ritroso il passato, al giorno in cui mi ha invitato a frequentare l’Associazione Culturale La Pagina, nei cui locali ha trascorso, in vera amicizia e rispetto e tenendo anche conferenze, molta parte degli ultimi anni della sua vita. Grazie Angelo.

• Civile • Lavoro • Famiglia

• Infortunistica • Previdenziale • Commerciale

Corso del Popolo n. 26 - Terni

Lo studio si è trasferito in Telefoni: 0744/58149-58140 Fax: 0744/420166 Indirizzo mail: avvocati@crescimbenilavari.it Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

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Benedetto di Norcia - Francesco d'Assisi

Valentino di Terni Associazione Culturale La Pagina

A.T.I. 165m Marmore Falls Gestione Servizi Turistici Cascata delle Marmore Centro Iniziative Ambiente Valnerina - Terni Centro italiano di studi sull’alto medioevo - Spoleto Centro per la Documentazione e la Ricerca Antropologica in Valnerina e nella dorsale appenninica - Cerreto Centro Studi Storici di Terni

Società e Associazioni in elenco, da sempre impegnate negli studi storici ed ambientalistici, si uniscono con la finalità di apportare un significativo contributo culturale e progettuale per il miglioramento del territorio stesso. A tal fine, per una analisi più profonda ed ampia delle problematiche, organizzano l’incontro di lavoro e di progetto IL FUTURO DEL NOSTRO TERRITORIO, incontro che si terrà venerdì 12 gennaio 2018 presso la Sala del Consiglio Comunale di Terni. All'incontro, propedeutico e di preparazione per due giornate di relazioni, confronti, elaborazioni, progetti che si terranno in febbraio 2018, saranno invitati: associazioni culturali e di servizio, ordini professionali, mondo della scuola, cittadinanza. Quale l'identità, oggi, della nostra città? sarà il tema di fondo. La conoscenza dell'esistente, insieme a quella del passato, potrà aiutarci ad intervenire culturalmente e progettualmente per il futuro di Terni e del nostro territorio.

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Distretto Integrato Turistico Umbria Experience Terni Progetta Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Terni-Narni-Amelia


Natale in UCRAINA Un silenzio complice avvolge la stanza nella notte del 6 Gennaio, mentre le famiglie ucraine ortodosse, radunate intorno alla tavola, dopo aver ingerito un pezzo di pane benedetto immerso nel miele, ringraziano Dio per il cibo a loro donato ed invocano i parenti ormai defunti a partecipare alla “Sviatá Veciéria”, collimante con la nostra Vigilia di Natale, che si festeggia secondo il calendario giuliano. Conformemente alla tradizione, il tavolo è ricoperto da due tovaglie sotto le quali è posta una manciata di fieno: simbolo della mangiatoia dov’è nato Gesù Bambino. Accanto ad esso ve ne è un altro: imbandito per il servirsi dei famigliari periti. Dietro la porta di casa vi è “didukh”, un mazzo di steli di grano misto, in cui, secondo le usanze, risiede l’anima e lo spirito dei vecchi padri di famiglia. La luce color giallo dahlien, invece, proveniente dallo stoppino di una candela posta alla finestra, indica ai viaggiatori di trovarsi di fronte ad una casa accogliente, che ha accantonato una sedia ed un piatto in più in caso dell’arrivo imprevisto di un ospite inatteso, e che è pronta ad alloggiare chiunque bussi alla porta. Non manca nulla; tantomeno il senso di pace, beatitudine e letizia che siffatta festività, ricca di antiche tradizioni, sa trasmettere. Ormai anche la prima stella è apparsa alta nel cielo, dando il permesso alle famiglie ortodosse di incominciare a mangiare. Sul tavolo vengono posti 12 pasti diversi, né uno in più, né uno in meno, che rappresentano i 12 apostoli o, secondo un altro racconto, i 12 mesi dell’anno. Tali pasti sono rigorosamente di verdure, legumi e pesce, in qualsiasi forma e di ogni tipo, ma mai di carne. La portata principale, sempre presente ed immancabile, é la “kutia”. La preparazione di essa è elementare e consiste nell’inumidire con l’acqua l’uva sultanina, in modo da farla diventare morbida, per poi aggiungerci il grano cotto e le noci tritate, mentre in un mortaio si schiacciano i semi di papavero ormai bolliti fino a ricavarne una pasta bianca. Infine, si unisce tutto e lo si condisce con il miele, aggiungendo a piacere l’acqua di cottura, per rendere il pasto più liquido. Una vera delizia antichissima che, inoltre, possiede un ruolo

Tetiana Khoma

fondamentale in vari rituali svolti per la fertilità dell’anno prossimo, il benessere e la prosperità della famiglia. Durante la Santa Cena, non possono mancare nemmeno le squisitezze come “borshch”, una zuppa rossa a base di barbabietola, “vushka”, gli gnocchi ripieni di funghi e cipolle, “vareneki”, i ravioli con patate, e “holubtsi”, gli involtini di cavolo ripieni di riso. Al centro del ricchissimo tavolo delle famiglie ucraine si pone il “kolach”, un tipo di pane natalizio a forma circolare, con dentro altri tre anelli più piccoli, che simboleggiano l’eternità e la Trinità. La cena prosegue in una atmosfera di risate ed allegria, per poi concludersi con “uzvar”, una bevanda di frutta sciroppata. Nonostante la cena sia finita, non lo è il festeggiamento. I ragazzi, a differenza della tradizione occidentale, non scartano i regali, perché essi non ci sono, ma vanno di casa in casa, travestiti con i tradizionali abiti del “vertep”, cantando “koliadki”, ovvero i canti augurali. I padroni di casa ringraziano i giovani con doni, offrendo loro dolci o soldi. A mezzanotte in punto, le campane delle chiese iniziano la loro dolce serenata: “DON-DON, DON-DON”, accompagnando i fedeli ad assistere alla messa Santa. Il giorno dopo la festa prosegue con il “Santo Natale”, celebrato con un pranzo ricco di ogni prelibatezza. Vi sono poi altre festività natalizie, come ad esempio quella del 13 Gennaio, in cui sia gli adulti che i bambini, tornando a mascherarsi da animali, bussano alle porte degli amici, facendo scherzi e giochi di vario genere. Il 14, invece, è la festa di San Basilio, che gli ucraini tendono a chiamare “vecchio capodanno”, durante la quale i bambini cospargono il grano sul pavimento delle case dei vicini, augurandogli pace e gioia. Il vero termine dei festeggiamenti si colloca il giorno del 18 gennaio con la festa chiamata “vodocrestya”, durante la quale si va in chiesa per benedire l’acqua, con la quale, poi, si benedice l’intera casa. È così, dunque, che il popolo ucraino, legato e fedele alle proprie tradizioni, festeggia le proprie feste... magiche, perché prive di consumismo.

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Viviamo in un mondo che cambia

Quando i fiumi si abbracciano Enrico Squazzini Centro Ricerche Paleoambientali di Arrone

L

a storia di un territorio consiste in una interminabile catena di eventi, legati l’uno all’altro, che si susseguono nel corso del tempo. Quando questa storia riguarda le fasi più antiche dell’evoluzione territoriale, ciò su cui ci si può basare, in un’eventuale opera di ricostruzione, sono soltanto alcuni dettagli, testimoni dei principali fenomeni avvenuti, che si conservano impressi nel contesto ambientale di oggi. Come antichi relitti di un tempo passato, questi dettagli, sotto forma di un deposito sedimentario, o di una particolare conformazione geomorfologica, o anche di testimonianze fossilizzate, costituiscono il risultato parziale del verificarsi di eventi naturali che hanno lasciato traccia di sé. Un fatto incontrovertibile è che, al di là di ogni ragionevole dubbio, essi sono la prova tangibile che il mondo intorno a noi si evolve costantemente. Queste testimonianze rimangono impresse sul territorio per un tempo finito, prima di essere completamente cancellate dalla sovrapposizione di eventi successivi, cioè da quella che di solito viene definita la dinamica ambientale. La loro rintracciabilità si basa su una complessa attività di ricerca scientifica che, generalmente, coinvolge diversi rami della scienza contemporaneamente; una metodologia, questa, attraverso la quale si opera, con gradualità, ad imbastire una linea logica e consequenziale degli eventi che nel tempo hanno caratterizzato questo o quel territorio. Ecco quali sono i motivi che rendono la ricostruzione dell’antica storia di un territorio una faccenda che si prolunga nel tempo protraendosi per decenni. Non c’è altro modo. Tant’è che, man mano che progredisce l’attività di ricerca scientifica, questa storia si arricchisce sempre di più di nuovi dettagli e di nuove visioni che vanno a definire un quadro generale degli avvenimenti passati sempre più nitido. Ad onor del vero, più che un quadro, la lunga e complessa storia di un territorio

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è assimilabile ad un vero e proprio film. Il più lungo e durevole lungometraggio che si possa mai realizzare! I nuovi dati che emergono e si aggiungono, a volte possono risultare talmente significativi da gettare le basi per una visione del tutto innovativa nel suo complesso, fino al punto di rendere evidenti anche aspetti di cui prima non si aveva avuto modo di sospettare l’esistenza. Una situazione di questo tipo si è verificata di recente per quanto riguarda il nostro territorio, l’Umbria meridionale. In particolare, in merito agli aspetti che attengono all’evoluzione dei principali corsi d’acqua che, ancora oggi, caratterizzano quel tratto della Valnerina compreso fra la stretta di Ferentillo e la conca di Terni. In questa porzione di territorio è compresa anche quella grandiosa e magnifica espressione della natura che è la Cascata delle Marmore la quale ha visto, in una fase recente della storia ambientale, anche l’intervento della mano dell’uomo. Un intervento importante che prende avvio con la pionieristica opera di ingegneria idraulica condotta dai Romani. Venendo al dunque, un’approfondita analisi delle evidenze sedimentarie affioranti su questo territorio, in particolare lasciate dal Fiume Nera, hanno consentito di ripercorrere l’evoluzione del tracciato di questo corso d’acqua e di rilevare i suoi stretti rapporti con il Fiume Velino il quale, già a partire da circa 600.000 anni fa, sfrutterà un passaggio aperto fra le montagne nell’area de Le

Marmore dove imposterà una prima caduta d’acqua in forma di rapide. Poi il medesimo fiume, a distanza di qualche centinaio di migliaio di anni, si troverà direttamente coinvolto nella formazione di una straordinaria cascata. Dal canto suo il Fiume Nera è stato artefice, nel corso del tempo, di un’autentica danza territoriale attraverso la quale ha modificato profondamente il suo corso, cambiando radicalmente la posizione del suo alveo almeno quattro volte negli ultimi 3 milioni di anni. Questi profondi mutamenti negli assetti ambientali furono indotti dall’evoluzione della catena appenninica che ha determinato, ogni volta, la cattura e la deviazione del fiume da parte delle faglie attive, responsabili della dislocazione delle masse rocciose nelle continue fasi di modellamento dei rilievi montuosi e delle depressioni vallive associate. Insomma una storia complessa ed affascinante allo stesso tempo che ci consente di conoscere più da vicino la nostra terra. In effetti, le nuove evidenze scaturite da questo recente studio sono da ritenersi un elemento ulteriore che si aggiunge nella lunga opera di ricostruzione degli avvenimenti che hanno plasmato il territorio in cui oggi viviamo. Fenomeni che seguono le medesime leggi naturali che plasmeranno anche il mondo di domani. È per questo che tali tipi di conoscenza del territorio, insieme ad altri, sono da considerarsi strategici per comprendere in quali condizioni ambientali le nuove generazioni si troveranno a vivere.


GIRO EUROPA DELL'EST in MOTO Centauri protagonisti : Pietro Matteucci e Marcello Quintili.

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FRAMMENTI DIARIO DI BORDO

Le industrie nella prima parte dell’A1 per Lamia abbondano, poi c’è solo terra e terra e terra da coltivare. Immense distese di terra lavorata fanno da cornice ideale al paesaggio greco. Nelle strade, che io definisco provinciali per intenderci, il traffico scorre bene e non esiste l’automobilista “maleducato e irriguardoso” verso le due ruote, cosa che invece in prossimità di Atene abbiamo notato.

Verso le 15,30 siamo arrivati prima a Kalambaka poi a Meteora, per osservare lo stupendo spettacolo delle “Meteore”. Esse si ergono sulla cittadina di Kalambaka, sono luoghi a dir poco bellissimi e forse considerati i più belli della terra! È tutto mozzafiato!

Esplorare e vedere i 6 monasteri cristiano ortodossi, uno dei quali lo abbiamo visitato, mentre gli altri visti da lontano, senti dentro di te, senti nell’animo un desiderio di stare solo e di riconciliarti ed appacificarti con te stesso prima che con gli altri esseri umani…

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MALATTIE PROFESSIONALI

Avv. Paolo Crescimbeni

Il tema delle malattie professionali in Umbria è sempre di drammatica attualità. DATI INAIL RELATIVI ALLE DENUNCE PER MALATTIE PROFESSIONALI NELLA REGIONE UMBRIA: 1416 denunce nel 2012; 1442 nel 2013; 1626 nel 2014; 1872 nel 2015; 1897 nel 2016; 1°semestre 2017 in crescita! Spetta ad ASL, Regione, Arpa, Comune, D.T.L. ecc. il compito di vigilare sul rispetto delle norme e di trovare soluzioni per il risanamento ambientale; il cittadino-lavoratore invece si chiede spesso quali diritti a lui competono quando gli viene diagnosticata una malattia di origine professionale. Ritenendo che sussistano diritti previdenziali e risarcitori più noti e altri meno noti, abbiamo intervistato in proposito l’Avv. Paolo Crescimbeni di Terni, esperto in materia, giuslavorista e previdenzialista. Avvocato quali prestazioni offre oggi l’INAIL a chi risulta affetto da una malattia professionale o tecnopatia che dir si voglia? Le prestazioni sono di vario tipo: economiche, sanitarie, integrative. Quelle economiche vanno dall'indennizzo o rendita per lesioni alla integrità psicofisica e danno biologico, alle indennità giornaliere e integrative di vario tipo, fino all'assegno funerario, rendita e prestazioni una tantum ai superstiti; dal 2008 è stato istituito anche il fondo per le vittime dell'amianto. Quelle sanitarie sono essenzialmente rivolte al massimo recupero della capacità lavorativa e vanno dalle prestazioni mediche e chirurgiche, alle protesi e agli ausili, alla riabilitazione, fino alle cure idrofangotermali, ove necessarie. Tra le prestazione integrative ricordo l'assegno di incollocabilità, l'erogazione integrativa di fine anno ai grandi invalidi, il brevetto e distintivo d'onore (che comporta anche un emolumento) ai grandi invalidi e mutilati del lavoro. Carrellata ampia ma sintetica; c'è molto altro ed all'uopo gli sportelli INAIL e i patronati possono e devono dare delucidazioni di maggior dettaglio. Ma oltre a queste prestazioni che riteniamo spettino indistintamente a quanti subiscano un infortunio sul lavoro o contraggano una malattia professionale, che cosa si intende per danno differenziale? Per parlare di danno differenziale dobbiamo uscire dall’ambito INAIL ed entrare

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in quello dei rapporti tra lavoratore e azienda. Trattasi di un diritto di cui non tutti i lavoratori hanno piena contezza e che nasce dal presupposto che, in particolare in presenza di malattia professionale, l’evento (cioè la malattia) si sia prodotto per responsabilità esclusiva o concorrente della azienda. In tal caso al lavoratore spetta anche la differenza tra il danno indennizzato dall'INAIL e quello, di solito più alto, calcolato secondo le norme e i criteri della responsabilità civile. Le circostanze che danno luogo all’insorgere di tale diritto si verificano spesso? Sì. Secondo me non è molto improbabile che una malattia professionale insorga per colpa esclusiva del lavoratore... o di nessuno. Se questa si è contratta in ambito lavorativo e per cause riferentesi al lavoro svolto è impensabile che l'azienda non avrebbe potuto evitarlo, prevenirlo o fare più solleciti e risolutivi interventi per scongiurarlo. Naturalmente esistono sempre nuove patologie... fattori morbigeni fino ad allora sconosciuti, ecc… ma sono casi limite. A chi si rivolge il lavoratore in questi casi per ottenere questo ulteriore indennizzo “differenziale”? Non certo all’INAIL, cui non compete questa voce di danno, ma alla azienda dove lavora o lavorava, entro 10 anni dalla conoscenza della origine professionale della malattia di cui è sofferente. La richiesta alla azienda, quasi sempre assicurata per simili evenienze, va inoltrata in via diretta, ma deve essere ben proposta e ancor meglio documentata con l’ausilio di esperti. Altrimenti si rischia che non venga presa nella dovuta considerazione. Queste procedure, a Terni, hanno luogo in gran numero? Non direi. E la ragione è nella poca conoscenza e poca consapevolezza di questi diritti. Anche chi dovrebbe parlarne di più, spesso non lo fa.


Insomma Lei vuole dire che tutti coloro che hanno contratto una malattia professionale, riconosciuta o meno dall’INAIL, possono proporre questa azione risarcitoria? No. Non ho detto tutti, ma buona parte sicuramente sì. E se l’azienda o la sua assicurazione non accede bonariamente alla richiesta risarcitoria si deve proporre un giudizio? Certamente. E gli esiti quali sono? Per quanto mi riguarda tutte le richieste giudiziali sono state conciliate. Naturalmente sono state fatte delle selezioni e, soprattutto, la domanda è stata istruita accuratamente sotto un profilo probatorio e documentale. È interesse reciproco delle parti in causa conciliare. Il lavoratore, o i suoi aventi causa, per accelerare i tempi di questo indennizzo, le aziende per non disperdere energie in vicende giudiziarie. Infine, solo per fare chiarezza, si possono proporre azioni per ottenere il danno differenziale da parte dell’azienda solo a seguito di riconoscimento INAIL? No. Il riconoscimento INAIL non è un presupposto necessario per questo tipo di azione anche se, il più delle volte, esso precede l'azione risarcitoria di cui stiamo parlando e ciò è tanto vero in quanto molti lavoratori contraggono malattie, soprattutto all'apparato respiratorio, all'apparato digestivo e osteo-articolare, malattie spesso anche gravi, e non sanno, né alcuno ha certificato loro in prima battuta, che tali malattie derivano da esposizioni a fattori morbigeni esistenti per lo più

in ambito lavorativo. Ad esempio: a chi potrebbe venire in mente che il tumore dell’ovaio e del testicolo possono essere correlati all’esposizione all’amianto? Quindi molti lavoratori, o ex lavoratori in quanto ora pensionati, sono portatori di malattie professionali in modo del tutto inconsapevole? Sì, e ciò può accadere per difetto di informazione e di certificazione ma, come dicevo, a questo si può porre rimedio, quantomeno in termini di indennizzo, previa un'accurata indagine in sede clinica e lavorativa.

Buone Feste con

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I GRANDI PROBLEMI DEL NOSTRO PIANETA NEL CUORE VERDE D’ITALIA Il Liceo Classico “Tacito” e l’organizzazione del “YounG7 Regional edition” Nelle giornate del 17, 18 e 19 Novembre 2017, la città di Terni ha fatto da sfondo a un evento di rilevanza nazionale: lo “YounG7 Regional edition”. Questa iniziativa, promossa dal MIUR e voluta dalla Ministra Fedeli, è una simulazione dei lavori e delle attività di negoziato del G7, ma invece di vedere coinvolti i Capi di Stato delle sette potenze mondiali, ha visto come protagonisti ragazzi dai 15 ai 17 anni di alcune regioni e province dell’Italia centrale, accolti a Terni dall’impeccabile organizzazione del Liceo Classico “Tacito”, che per tre giorni hanno vestito gli abiti dei “delegati” delle sette potenze mondiali e si sono riuniti nell’accogliente location del CAOS. Ma cosa é il “G7”? Il G7 è un Summit, nato nel 1975, e consiste in una riunione di carattere informale, in cui le sette grandi potenze economiche del mondo discutono a proposito di rilevanti temi d’attualità alla ricerca di soluzioni comuni. L’Italia ha avuto, in questo 2017, un ruolo fondamentale, essendo stata designata per la presidenza di turno ed avendo quindi ospitato, nella città siciliana di Taormina, i rappresentanti di Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti d’America e Canada. Il suo "doppio" giovanile, l'edizione nazionale dello YounG7 si è tenuta a Catania il maggio scorso, ma i lavori degli studenti italiani non si sono interrotti, visto che i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado continuano a confrontarsi nelle varie edizioni regionali. Per l’edizione del centro Italia, è stata scelta come sede la nostra città e gli studenti e le studentesse del Liceo Classico “Tacito” di Terni sono stati chiamati ad organizzare e a coordinare i lavori di questa edizione regionale del G7 delle scuole e ad accogliere gli ospiti di altre 18 scuole secondarie superiori provenienti da Abruzzo, Marche, Umbria e dalle province di Rieti e Viterbo. È stata per i ragazzi delle classi I C, II B e II D del Classico un’occasione eccezionale di Alternanza Scuola Lavoro, che ha consentito loro di mettersi alla prova come organizzatori di un grande evento, coordinati dai loro docenti e dall’agenzia “Leonardo – Formazione, Educazione, Lavoro”, e con l’attenta supervisione della Dirigente Scolastica dell’IISCA, la Prof.ssa Roberta Bambini, giustamente orgogliosa dei risultati raggiunti. Il nostro liceo è infatti stato designato come sede della manifestazione grazie ai riconoscimenti ottenuti dai suoi studenti durante l’edizione nazionale dello YounG7 di Catania, che ha visto vincitori del premio di “Best school” gli alunni Flavia De Angelis (II A) e Marco Bressi (II C) mentre Giacomo Giombolini (II C) ed Elena Gigli (II C) hanno vinto come “Miglior Commissione”.

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I ragazzi che hanno vinto a Catania hanno passato il testimone, in questa edizione regionale, a quattro altri colleghi del liceo Classico: Chiara Cippitelli e Massimo Bartolucci della classe II A, Lorenzo Gimona della II C e Costanza Maria Morcella della II E, i quali sono riusciti a svolgere egregiamente il ruolo di delegati nelle varie commissioni, in cui si sono discusse tematiche di stringente attualità come la gestione della mobilità umana e la conseguente crisi migratoria, la prevenzione del terrorismo, la sicurezza alimentare e l’alimentazione e la situazione delle donne e delle ragazze oggi nel mondo. Ovviamente, tutto in lingua inglese. Gli studenti hanno dimostrato uno spiccato spirito di collaborazione e, attraverso dibattiti a volte anche accesi, si sono messi in gioco per tentare di risolvere quelle problematiche che ancora affliggono la nostra società moderna. Le tre giornate di lavoro si sono concluse con una cerimonia finale nella quale è stato assegnato il premio per la “Best delegation” che è andato alla delegazione sui diritti della donna, quello per la “Best school”, attribuito al liceo scientifico Galileo Galilei di Perugia, ed il prestigioso titolo di “Best delegate” conferito ad uno studente dell’Istituto Rosatelli di Rieti. Questa esperienza ha dato la possibilità ai futuri cittadini del mondo, di potersi muovere tra le domande e i bisogni di oggi per poter trovare risposte valide per un domani migliore. Si è cosí concluso questo evento che, anche nel nostro piccolo, è stato davvero grande. Anche per il Liceo Classico e l'intera città di Terni. La nostra città ha infatti accolto gli studenti ospiti con una emozionante cerimonia di apertura che si è tenuta al Teatro Secci il 17 novembre, conclusasi con la visita straordinaria alla cascata delle Marmore, aperta appositamente per l’occasione, e, nei giorni a seguire, con visite guidate alle bellezze artistiche e architettoniche della nostra città, molto apprezzate sia dagli studenti che dai docenti accompagnatori. Non sono mancati momenti di svago e di aggregazione, come il Gran ballo del sabato sera, occasione in cui, smessi gli abiti formali di delegati, i ragazzi si sono potuti conoscere meglio e divertire insieme. È stata davvero un'esperienza che ha visto menti e cuori di tanti ragazzi scambiarsi idee e progetti per il futuro, fare esperienze uniche tra magnifiche cascate sotto cieli stellati, vivere momenti di comunione e condivisione, balli scatenati e momenti di forti emozioni, ma sopratutto portare con sé insegnamenti che, ne siamo certi, rimarrano impressi nella memoria di tutti coloro che hanno partecipato. Virginia Venturi, classe II D


SICUREZZA ALIMENTARE E NUTRIZIONE

Nella commissione ”Food Security and Nutrition” i delegati delle 7 nazioni dello YounG7, assieme a quelli della Commissione Europea e del Consiglio Europeo, hanno discusso di vari problemi legati al cibo e alla nutrizione, sia dei paesi più ricchi che di quelli in via di sviluppo. Se, infatti, nei paesi più poveri si deve cercare una soluzione al problema della fame, uno dei problemi emergenti nei paesi occidentali è, al contrario, l’obesità. Si è iniziato da quest’ultimo tema e, come possibili soluzioni, sono state proposte, da un lato l’informazione, anche con campagne pubblicitarie dirette a giovani e famiglie, se possibile con l’aiuto di celebrità, per avvicinare la gente a stili di vita più sani ed equilibrati, dall’altro, tassazioni più alte per i produttori di cibo spazzatura e agevolazioni a coloro che producono alimenti salutari, così come la distribuzione di questi nelle mense scolastiche e nei posti di lavoro. Successivamente si è discusso sul come aiutare i paesi più poveri, in particolare con gli approvvigionamenti idrici indispensabili allo sviluppo agricolo, e l’innovazione tecnologica è parsa la strada da seguire, ad esempio con l’originale idea del Canada e dell’Italia, ovvero una torre in un materiale speciale e molto abbordabile (la Wood Waka Water, ideata da un ingegnere italiano) che può, attraverso la condensa, produrre acqua autonomamente e, con l’aggiunta di pannelli solari, produrre anche energia elettrica da distribuire nei villaggi più poveri, oppure l’utilizzo di droni per la semina di terreni impervi e inaccessibili. Oltre all’acceso dibattito sugli OGM, su cui si è faticosamente tentato di trovare una mediazione tra posizioni opposte, la commissione si è infine concentrata sul diffuso problema dello spreco alimentare, da gestire incentivando le donazioni alle ONG in modo che alimenti ancora validi e fruibili vadano ai bisognosi, mentre i rifiuti alle aziende agricole che li potrebbero usare come fertilizzanti. Probabilmente non si potranno risolvere i problemi del mondo, ma di certo questa è stata un’esperienza eccezionale di confronto democratico e una lezione concreta di Cittadinanza attiva per tutti i partecipanti. Alessio Feliziani II B

LOTTA AL TERRORISMO

Nella Commissione n. 2, nell’ambito di questa Simulazione YounG7, si è analizzato il problema del terrorismo e come combatterlo. Secondo i membri di questa Commissione un intervento fondamentale di contrasto e prevenzione alterrorismo consiste nella sensibilizzazione delle nuove generazioni. I delegati del Canada hanno proposto di promuoverla in primis attraverso l’educazione impartita nelle scuole, dove costruire le basi per un vero dialogo interculturale e la reciproca conoscenza. I giovani delegati della Francia e del Giappone scongiurano azioni violente di reazione agli attacchi terroristici, proponendo di combattere il fenomeno pacificamente, ad esempio introducendo nell’ambito dell’insegnamento della religione a scuola un programma volto a far conoscere la storia delle altre religioni. Anche lo sport potrebbe avere un ruolo non secondario per costruire la conoscenza e l’amicizia tra i popoli, ad esempio insegnando nelle scuole la pratica di specialità originarie di culture diverse. Sul piano politico, secondo gli stessi delegati, sarebbe opportuna la creazione di un database utile a veicolare informazioni relative al terrorismo, del quale potrebbero usufruire tutti gli Stati. Non saranno gli studenti a trovare la soluzione a un problema così grave e così complesso, ma di certo parlare e confrontarsi civilmente con coloro che hanno idee e visioni diverse dalle nostre è il miglior antidoto ad ogni integralismo. Zenoni Sawan e Filippo Del Signore, I C

DIRITTI E SALUTE DELLE DONNE

La condizione femminile nel mondo, i diritti delle donne, il contributo che possono dare nel mondo del lavoro e l’attenzione che va riservata alla salute femminile. Questi i temi trattati nella tre giorni dello YounG7 di Terni. Per quanto riguarda la questione delle condizioni di vita delle donne nel mondo, la commissione ha riflettuto sul fatto che nascere donna in un Paese musulmano implica, in una buona parte dei casi, vivere una vita fatta di mancanza di libertà e di autonomia. Per questo alcuni delegati hanno proposto delle soluzioni: trovandoci di fronte a un problema culturale, è necessario del tempo e bisogna puntare sull’educazione, dal momento che solamente insegnando a rispettare le donne si possono cambiare veramente le cose. In seguito, si è discusso a proposito del contributo femminile nel mondo del lavoro. Attualmente, anche nel mondo occidentale, molte volte le donne vengono ancora discriminate sul luogo di lavoro, ad esempio, molto spesso percepiscono uno stipendio inferiore rispetto a quello dei loro colleghi uomini e devono considerare la maternità un ostacolo alla carriera lavorativa. Infine, i delegati hanno affrontato il tema della salute femminile. Purtroppo, ancora oggi non viene posta abbastanza attenzione alla salute delle donne e non viene considerata l’accessibilità economica dei presìdi sanitari specifici, nonostante l’encomiabile lavoro delle associazioni che aiutano le donne a gestire in serenità e sicurezza la propria salute. Una riflessione importante per tutti, soprattutto per i ragazzi “delegati”, un momento di autoconsapevolezza per le numerose ragazze presenti nelle Commissioni del G7 Young. Camilla Moretti II D

GESTIONE DELLE MIGRAZIONI

La Commissione Management of human mobility dello YounG7 Regional edition di Terni ha discusso sul tema delle migrazioni, un problema molto attuale che divide l’opinione pubblica e al quale anche i grandi del G7 hanno cercato di trovare risposte al fine di elaborare un piano d’azione comune per poter agire al piú presto. I temi principali trattati dai giovani delegati sono stati l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati, ma anche la sensibilizzazione riguardo la questione dell’inclusione, per contrastare il razzismo, l’esclusione e l’emarginazione del “diverso”, “dell’altro” che, purtroppo, vediamo troppo spesso come l’”anormale”, il “dissonante”, il “disuguale”. Tra le proposte che gli studenti della simulazione hanno espresso, c’è stata quella di puntare su una migliore informazione: progetti e corsi, ma sopratutto educazione alla convivena democratica che abbia inizio dalla scuola primaria, che formi futuri cittadini più consapevoli e che riesca a combattere l’ombra dell’ignoranza che incombe ancora e da cui scaturiscono razzismo, xenofobia e odio. Accoglienza è stata l’altra parola chiave del dibattito e, nonostante le diverse posizioni dei vari paesi rappresentati dai nostri delegati, una delle modalità piú condivise da tutti i ragazzi è stata la cooperazione. Lo YounG7 è la prova che insieme possiamo fare la differenza, anche nel nostro piccolo, elaborando idee e progetti anche essendo dei giovani delegati, soprattutto oggi, soprattutto ora. Virginia Venturi II D Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

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Vittorio Grechi

Pasta all’inglese… e tartufi E

ra un venerdì del dicembre 1970 e Remo stava usufruendo di uno stage in fabbrica per studiare sperimentalmente gli equilibri di tintura di una fibra tessile sintetica. Il lavoro era molto interessante, ma al pensiero dell’imminente fine settimana tutto l’interesse sembrava scemare. A casa c’era Bobi, un bellissimo piccolo bastardo, incrocio fra un setter e un bassotto, di colore bianco e nero con una simpatica e ridicola coda ritta, con pennacchio sopra, nella forma non certo ereditata dall’antenato cane cacciatore. Bobi smaniava di andare a trovare una beccaccia o almeno stanare un merlo da un folto cespuglio e sentirlo schioccolare di irritazione mentre frettolosamente volava via. Il cucciolo lo aveva regalato a Remo lo zio Nino ed era un trovatello. Remo lo aveva addestrato da piccolo a ritrovare un tartufo che aveva raccolto in una tartufaia. Per ogni ritrovamento il cane riceveva, oltre ai complimenti e alle carezze, un pezzetto di formaggio fresco di cui era molto goloso. Anche nella ricerca vera di tartufi nel bosco si comportava bene, anzi aveva scoperto un paio di tartufaie estive nuove di zecca. Unico problema, gli scoiattoli: li inseguiva da terra mentre balzavano da un ramo all’altro dei grandi pini e quando si fermavano abbaiava loro contro. Bobi era anche un equilibrista nato. Si trovava a proprio agio seduto sulla canna della bicicletta, una zampa a sinistra e l’altra a destra, e con le anteriori poggiate sul manubrio. Idem sopra al serbatoio della moto ma nelle curve, mostrando paura, si buttava dal lato opposto appoggiandosi al braccio del guidatore. Era anche un grande giocherellone come tutti i cani della sua età. Era diventato adulto da poco quando si

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aprì di nuovo la caccia. Remo, che non aveva ancora la patente ma ambiva a prenderla appena possibile, chiese e ottenne di accompagnare suo zio Settimio a caccia e Bobi, senza chiedere permessi a nessuno, li seguì, anzi li precedette, correndo per i campi e annusando a destra e a manca. Da lontano videro venire verso di loro due splendidi bracchi seguiti dai rispettivi padroni cacciatori. Nell’incrociarsi, tutti abbassarono i fucili e alla vista di Bobi, setter nano e con la coda a pennacchio, gli altri cacciatori scoppiarono a ridere come matti, sostenendo che quello era un cane da circo equestre e non da caccia come i propri, che erano stati comprati in un famoso canile! Lo zio farfugliò qualche scusa dicendo che il cagnolino li aveva seguiti e non voleva tornarsene a casa. A questo punto i due continuarono per la loro direzione ridendo e motteggiando, mentre i nostri entrarono nel pezzo di terreno appena attraversato dai superbi cani. Fu un attimo: Bobi si fermò di scatto, col naso e la coda tesi, e all’ordine di Settimio fece frullare nell’aria una quaglia. Pam… pam, due colpi e la quaglia cadde a terra subito preda delle fauci del piccolo cane. Al momento degli spari i “veri” cani da caccia si rigirarono e in un baleno furono nei pressi di Bobi, che ringhiava per mantenere il possesso della preda. Era una bella quaglia adulta, in gergo una matricina. I due cacciatori che si erano allontanati un po’ richiamarono i loro splendidi animali che, una volta giunti a tiro di scarpone, si presero un paio di calci a testa per la brutta figura che avevano fatto fare ai loro padroni. Della serie: l’abito non fa il monaco! Ma torniamo a quel fine settimana di dicembre così piovigginoso e freddo che Remo e Bobi riuscirono solamente a fare una puntatina in una tartufaia invernale scoperta di recente. Il viaggio non fu infruttuoso: il cane trovò subito un bel tartufo nero, non molto grande ma profumatissimo, sufficiente a condire due piatti di spaghetti. Il prezioso tubero fu spazzolato, lavato, poi grattugiato e messo in un barattolino di vetro coperto di olio d’oliva extravergine. Il lunedì successivo, Remo invitò un collega a pranzo nel ristorante dirimpetto alla fabbrica chimica. Fuori era freddo ma dentro, stracolmo di gente vociante, si stava al calduccio, anche se le vetrate del locale erano appannate dalla condensa. Ordinarono due piatti di spaghetti all’inglese, cioè sconditi. Appena arrivarono le portate fumanti, vi rovesciarono sopra il contenuto del barattolino e incominciarono a mescolare. Fu un attimo: tutti i commensali dei tavoli vicini, inebriati dal profumo, chiedevano ai camerieri porzioni di spaghetti al tartufo. Appurata mestamente l’assenza di questo fungo ipogeo nella pur fornita dispensa del locale, alcuni si informarono discretamente con i due commensali privilegiati, se era possibile in futuro assaggiarlo, dietro pagamento s’intende. Remo fece il prezioso sostenendo che conosceva una sola tartufaia invernale e Bobi al massimo estraeva da essa solo un paio di tartufi ogni tanto, bastanti appena per l’uso familiare. La delusione di tutti gli astanti fu palpabile ma più attenuata in quelli che riuscirono ad ascoltare dalla viva voce del padrone la storia di Bobi, cane bastardo tuttofare.


Il cuore ovale del rugby a Terni

I

l 1 Novembre del 1823 il giovane William Webb Ellis, durante una partita di calcio giocata nella cittadina inglese del Warwickshire, prese la palla con le mani e cominciò a correre fino alla linea di fondo dove la depositò: secondo la leggenda così nasce il rugby. La storiografia ufficiale data invece nel 1866 l’avvio di questo sport, facendolo coincidere con la fondazione dell’International Rugby Board. Dall’Inghilterra, dove lo giocava l’aristocrazia, il rugby passò rapidamente in Galles dove i praticanti erano perlopiù minatori e contadini. Marcate ed evidenti differenze sociali riflesse nelle modalità di gioco: ruvidi e fisici i gallesi, più plastici ed eleganti i “gentlemen” inglesi. Ben presto anche la Scozia e l’Irlanda furono contagiate dalla febbre ovale. La passione emigrò quindi nelle nazioni che ancora oggi dominano il panorama rugbistico internazionale: Nuova Zelanda, Sud Africa e Australia. Il rugby arriva in Italia sul finire del ‘800, precisamente a Genova, portato dalla comunità inglese. La prima partita ufficiale di una squadra italiana risale al 1911, gara tra US Milanese ed i francesi del Voiron. Il 28 settembre del 1928 viene istituita la F.I.R (Federazione Italiana Rugby). In quell’anno ci sono 16 società di cui sei parteciperanno al primo campionato italiano che si disputerà nel ’29, anno di esordio della nazionale italiana. A Terni il rugby approda nel 1936, portato dal bolognese Massoli, che lo introdusse come attività sportiva del dopolavoro dell’acciaieria. Il ternano Aristide Proietti fu il primo vero pioniere della palla ovale in città. Aristide, grande ed indimenticato sportivo, nel 1939/40 e nel 1940/41 fu capitano della squadra Gil Terni Rugby che colse brillanti risultati nei campionati nazionali ai quali prese parte, confrontandosi con le compagini di L’Aquila, Roma, Perugia e Fermo. Si giocava

allo stadio di Viale Brin. L’esperienza rugbystica ternana fu purtroppo interrotta dalla guerra. Proietti con immutata passione, nel 1958 e nel 1969/70, provò a far rinascere il rugby a Terni, organizzando la squadra della Fiamma Rugby che affrontò il campionato di serie C. Poi di nuovo il silenzio fino al 2006, allorché la Polisportiva San Giovanni Bosco si iscrive al campionato di serie C con il coach Mario Pariboni. Il campionato si gioca con squadre delle Marche, dell’Abruzzo e dell’Umbria. La Sgb Rugby Terni chiude al settimo posto. Nella seconda stagione l’asd Rugby Terni guidata dal presidente Alessandro Betti, staccatasi dalla polisportiva Sgb, affronta il campionato di C Elite finendo all’ottavo posto. La stagione 2007/2008 vede i ternani al secondo posto in Coppa Umbra. Poi una serie di stagioni agonistiche in serie C sino al 2012/13. In quella stagione la squadra dei Draghi, diretta dal coach Mauro Antonini, conquista il campionato di serie B battendo in finale il Paganica. Sul campo di San Carlo a Terni circa mille spettatori per festeggiare la storica promozione. Nella stagione 2012/2013 nasce la squadra Umbria Rugby Ragazze con il determinante contributo delle Iguane del Terni Rugby. Una compagine composta da atlete di Perugia e Terni, iscritta da subito nella serie A Femminile. Per sancire un eguale senso di regionalismo le ragazze indossano un calzettone rossoverde e

l’altro biancorosso. Al termine della stagione Umbria Rugby Ragazze si classificherà al terzo posto. Il primo campionato di serie B (stagione 2013/14) viene disputato dal Terni Rugby nel rinnovato impianto sportivo Virgilio Maroso di Borgo Rivo. In tutti questi anni il team guidato con capacità ed impegno dal presidente Alessandro Betti ha fatto sacrifici enormi per garantire la pratica del rugby. Innumerevoli i trasferimenti da un campo all’altro ad ogni inizio stagione, alla ricerca di una sistemazione dignitosa. Nonostante le tante difficoltà, grazie al meraviglioso lavoro di tanti volontari, tecnici e dirigenti abbiamo in città una seria società di rugby con un buon settore giovanile. Il rugby ternano, in tutti questi anni ha scritto belle pagine di sport ed amicizia. Penso al capitano di sempre, l’amico Andrea Piccioli. Un ragazzo perbene che ha giocato sino al limite massimo dell’età consentita dalle norme federali, incarnando appieno l’esempio di sportivo rigoroso. Ringrazio Andrea per l’esempio dato con la sua carriera. Il Terni Rugby si è distinto in ambito nazionale anche per l’impegno sociale profuso. Tante le iniziative avviate, tra queste la significativa esperienza presso il carcere di Terni con il progetto denominato “Ka mate Ka Ora”. La palla ovale come strumento fondamentale nel percorso di recupero dei detenuti. Uno di loro, ottenuto il regime di semilibertà, impiegato presso il campo di mini rugby ha addirittura esordito in prima squadra con il Terni Rugby. Una bella soddisfazione per Rosario. Attraverso il rugby ha saputo trovare le giuste motivazioni per rivedere se stesso, nell’intimo di un rinnovato rapporto con lo sport. Intense emozioni costruite dalla generosità di “giganti” dal grande cuore ovale come i nostri ragazzi ternani. Con loro il terzo tempo è davvero speciale, non termina mai !!!

Stefano Lupi Delegato Coni Terni

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Natale a palazzo Montani Leoni

TADDEO GADDI E LIVIO AGRESTI TRA RECUPERO E VALORIZZAZIONE 15 dicembre 2017 28 gennaio 2018 Terni, palazzo Montani Leoni

venerdì-sabato-domenica ore 11-13/17-19

L

a Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, in occasione delle festività natalizie, ha voluto organizzare a palazzo Montani Leoni un evento di arte sacra per la città di Terni con l’intento di portare un momento di serenità nella nostra comunità gravata ormai da tante difficoltà sociali ed economiche. Una piccola presentazione di opere d’arte che la Fondazione ha “restituito” al territorio nell’ambito del suo ruolo istituzionale e attraverso le attività più rappresentative per il settore dell’arte: il restauro e l’acquisizione di beni storico artistici. “Restituire”, riportare all’antico splendore con il restauro e riportare in Italia opere d’arte che sono state allontanate dal nostro Paese. Questa la filosofia della Fondazione. Da oltre venticinque anni la Fondazione cura direttamente gli interventi di restauro di opere d’arte di proprietà delle Diocesi territoriali e/o degli enti pubblici, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, che si ringrazia per la proficua collaborazione. Dal 1992 al 2016 la Fondazione ha impiegato per interventi di restauro oltre 6 milioni di Euro, restituendo alla comunità dell’Umbria meridionale un patrimonio immenso, che è stato conservato e valorizzato. Un lavoro importantissimo, che ha interessato sia il settore dell’arte che quello dello sviluppo locale. Con il restauro è stato creato un gruppo di professionisti che nel corso degli anni è cresciuto e si è specializzato, ottenendo propri riconoscimenti e generando in taluni casi scuole di formazione. Sono state riaperte al pubblico molte chiese e luoghi di culto sia nel capoluoghi che nei centri minori, incidendo sul flusso turistico di alcuni tra i più belli borghi umbri; sono stati potenziati i poli museali e le aree archeologiche, con particolare attenzione per Carsulae e Otricoli; sono stati valorizzati i parchi monumentali, le fontane, le torri medievali e i palazzi nobiliari pubblici del territorio. La Fondazione, fin dalla sua costituzione, è inoltre particolarmente attiva nell’ambito dell’acquisizione di opere d’arte per la propria Raccolta. Dopo essere entrata in possesso, infatti, nel 1992, all’atto dello scorporo, di parte del patrimonio artistico della banca conferitaria, ha proseguito nell’attività di ricerca di opere, prevalentemente attraverso primarie case d’aste europee, cercando di riportare in Italia pregevoli beni a beneficio della comunità. In questi 25 anni ha raccolto, pertanto, un ricco patrimonio che conta almeno 222 opere di artisti locali del XX e del XXI secolo (O. Metelli, A. Bartoli, C. Spaziani, U. Castellani, I. Ciaurro,

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U. Prencipe, A. Campriani, S. Bini), nonché di alcuni tra gli interpreti più significativi della storia dell’arte italiana quali Antiveduto Gramatica, Raffaellino del Garbo, Girolamo Genga, Gian Domenico Cerrini, Abrahm Louis Rodolphe Ducros, Franz Keisermann. Ad aprile del 2017 è entrata a far parte della collezione della Fondazione anche una splendida tela raffigurante Piazza san Marco a Venezia di Francesco Guardi, andando così a colmare un periodo artistico, quello del vedutismo veneziano del Settecento, non ancora presente. Alle opere acquisite si aggiungono poi quelle pervenute alla Fondazione grazie alla liberalità di alcuni cittadini: si tratta in particolare della copiosa donazione di dipinti di Guido Mirimao (930 circa tra oli su tela e tavola, disegni, acquerelli) e della “Collezione Patumi Simone” (5.000 cartoline databili tra la fine dell’Ottocento e i giorni nostri raffiguranti il territorio umbro). L’ultima acquisizione e il completamento di un intervento di restauro particolarmente complesso, hanno fornito l’ispirazione per l’ideazione del presente evento. A palazzo Montani Leoni sono esposte due tavole, frammenti di pannelli di un trittico, raffiguranti San Pietro e San Giovanni della cerchia di Taddeo Gaddi (Firenze fine del Duecento, primi anni del secolo successivo - 1366), acquistate all’asta Dorotheum tenutasi il 17 ottobre 2017 a Vienna unitamente alla preziosa tavola raffigurante la Decollazione del Battista di Livio Agresti (1571), proveniente dall’omonimo oratorio di Amelia, restaurata dalla Fondazione. A corredo di quest’ultima opera, è esposta anche la tela, sempre dell’Agresti, proveniente dalla collegiata di Lugnano in Teverina e raffigurante la medesima Decollazione (1573). Un’attività laboriosa, quella del restauro e del recupero delle opere d’arte, che ogni anno vede impegnato il Consiglio di Amministrazione e che, nell’intento di poter arricchire e valorizzare sempre di più il territorio di intervento, porterà avanti anche nel prossimo triennio 2018-2020 come stabilito nel Programma pluriennale. Anna Ciccarelli - Fondazione CARIT


Programma Associazione Culturale La Pagina Martedì 18 dicembre ore 16.30 Presentazione libro

TRILLURÌ, TRILLURÀ... VITTORIO GRECHI Martedì 12 dicembre dalle ore 16.00 alle ore 17.00 IL MARTEDÌ DEI CURIOSI

Duemila proverbi ternani di FLAVIO FRONTINI

presso Palazzo Gazzoli sala blu

RENZO SEGOLONI Venerdì 15 dicembre dalle ore 17.30 alle ore 19.00 LE CANTICHE DELLA DIVINA COMMEDIA - INFERNO

Mercoledì 20 Dicembre alle ore 17

“Occhio alla truffa! la Polizia incontra i cittadini” Presso Associazione Culturale La Pagina sala G - via De Filis, 7 - Terni

Giovedì 21 Dicembre ore 18 Tutti insieme per gli auguri natalizi con i Cantori della Valnerina e i fini dicitori del dialetto ternano

APERICENA E BRINDISI Presso Associazione Culturale La Pagina sala G - via De Filis, 7 - Terni

MIRIAM VITIELLO Tutti i Lunedì dalle ore 18.30 alle 20.00

Corso di lingua INGLESE

EDUARDO TOBIA Tutti i Mercoledì dalle ore 17.00 alle 18.30

Corso di lingua CINESE

NADIA ZANGARELLI Tutti i Lunedì dalle ore 15.30 alle 18.00

Corso di PITTURA

Associazione Culturale La Pagina - Terni, Via De Filis 7 0744.1963037 - 393.6504183 - 348.2401774

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Galleria

Roberto BELLUCCI - Periodo anni sessanta -

...sur l'aube de jour... - 1965 - acrilico su tela - 75x100 cm

Canto Francescano Gregoriano - 1961 - 50x35 cm

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Luogo immaginario con luce improvvisa n°2


1987-2017 un nuovo vestito per proseguire una storia lunga trent'anni. 2017 Nasce la All Food SPA

CAMPAGNA ANNO SCOLASTICO 2017-18 CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE



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