La Pagina Maggio 2019

Page 1

elevatori su misura Numero 165 Maggio 2019

Mensile a diffusione gratuita di attualitĂ e cultura

a n n o d a M Va l n e r i n a

IN VISTA DEL FUTURO: primo progetto per un territorio policentrico e unito.

Fisioterapia e Riabilitazione

Zona Fiori, 1 - Terni - Tel. 0744 421523 - 0744 401882 www.galenoriabilitazione.it Dir. San. Dr. Michele A.Martella - Aut. Reg. Umbria DD 7348 del 12/10/2011


Maggio

2019

3 OTTICA MARI. ....................................................pag. 5 BMP elevatori su misura........................................pag.

4 Manuale d'uso per cantar maggio Loretta Santini

L'importanza dell'intelligenza emotiva

10 CMT Cooperativa Mobilitá Trasporti......................pag. 11 Alì in bici sulla rotta artica F Patrizi........pag. 12 ARCI ........................................................................pag. 13 A Melasecche. ............................................................pag.

Il codice della crisi d'impresa

M Petrocchi.................................................................pag.

INSIEME IN VALNERINA..............................pag. La maradona de le acque P Casali...........pag. VILLA SABRINA Residenza protetta................pag. Mensile di attualità e cultura

Registrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni. Redazione: Terni, Via Anastasio De Filis, 12 Tipolitografia: Federici - Terni DISTRIBUZIONE GRATUITA Direttore responsabile Michele Rito Liposi Direttore editoriale Giampiero Raspetti Grafica e impaginazione Francesco Stufara Editrice Projecta di Giampiero Raspetti 3482401774 - info@lapagina.info www.lapagina.info Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.

DOVE TROVARE La Pagina ACQUASPARTA SUPERCONTI V.le Marconi; AMELIA SUPERCONTI V. Nocicchia; ARRONE Massimo Frattesi, P.zza Garibaldi; ASSISI SUPERCONTI S. Maria degli Angeli; CASTELDILAGO ; NARNI SUPERCONTI V. Flaminia Ternana; NARNI SCALO; ORTE SUPERCONTI V. De Dominicis; ORVIETO SUPERCONTI - Strada della Direttissima; RIETI SUPERCONTI La Galleria; SPELLO SUPERCONTI C. Comm. La Chiona; STRONCONE Municipio; TERNI Associazione La Pagina - Via De Filis; CDS Terni - AZIENDA OSPEDALIERA - ASL - V. Tristano di Joannuccio; BCT - Biblioteca Comunale Terni; COOP Fontana di Polo Via Gabelletta; CRDC Comune di Terni; INPS - V.le della Stazione; IPERCOOP Via Gramsci; Libreria UBIK ALTEROCCA - C.so Tacito; Sportello del Cittadino - Via Roma; SUPERCONTI CENTRO; SUPERCONTI Centrocesure; SUPERCONTI C.so del Popolo; SUPERCONTI P.zza Dalmazia; SUPERCONTI Ferraris; SUPERCONTI Pronto - P.zza Buozzi; SUPERCONTI Pronto - V. XX Settembre; SUPERCONTI RIVO; SUPERCONTI Turati; RAMOZZI & Friends - Largo Volfango Frankl.

6 Domīna et Dominus Giampiero Raspetti

La mammografia è dannosa? L Fioriti. .pag. Come scolpire il corpo R Uccellini..............pag. Fibromatosi uterina G Porcaro....................pag.

AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA DI TERNI. .............................pag. 20 Terapia rigenerativa nell'artrosi delle grandi articolazioni V Buompadre...............pag. 22 CASA MIA Servizi residenziali per anziani . ........pag. 22 Estetica Evoluta STELLA POLARE. ......pag. 23 AUDIBEL Apparecchi acustici...............................pag. 23 SIPACE GROUP..................................................pag. 24

7 Madonna Valnerina CONCORSI

La vittoria degli umili...................................pag. 24 La fibrillazione atriale

25 Consorzio Tevere-Nera..............................pag. 26 Convegno: Traumatologia del lavoro...pag. 29 LICEO CLASSICO...............................................pag. 30 PRIMO Laboratori Ortopedici................................pag. 33 Era di maggio V Grechi. ....................................pag. 34 L'opera a Terni C Santulli. ................................pag. 35 Centro di Cardiologia dr. Dell'Uomo...........................pag.

Quando Terni fece un botto fragoroso II

A Marinensi. ...............................................................pag.

28 I dinosauri camminarono anche in Umbria? Enrico Squazzini

www.lapagina.info www.issuu.com/la-pagina

Non accrescere le disuguaglianze!

Info: 348.2401774 - 333.7391222 info@lapagina.info

IBAN: IT66X0622014407000000000993 Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

36

37 L'Europa e i suoi fantasmi PL Seri............pag. 38 ALL FOOD.................................................... pag. 39 ORAL CANCER DAY.........................................pag. 40 G Porrazzini. ...............................................................pag.

Aiutiamo a Vivere La Pagina 2

14 15 16 17 18 19 19



MANUALE D’USO PER CANTAR MAGGIO

Tradizioni e curiosità Loretta SANTINI

Un po’ di storia Le origini del Cantamaggio ternano sono note: nel 1896 il poeta dialettale Furio Miselli, insieme agli amici Pietro Ronconi, Alessandro Turreni, Giuseppe Trinchi, formarono una “cumitìa” con la quale andarono in giro per le case portando un ramo fiorito e, accompagnati da rudimentali strumenti, cantando stornelli che inneggiavano alla natura e alla primavera. Nella città che andava cambiando a causa della rivoluzione industriale, si delineava il desiderio di ritornare agli antichi riti agresti e propiziatori della fertilità e della primavera. È proprio il nuovo assetto economico della città profondamente mutato che influenza la festa che, nata come popolare e campestre, diviene poi urbana coinvolgendo fabbriche e commercianti. Tra le trasformazioni più evidenti c’è quella dei carri: a quelli tirati dai buoi e addobbati con frasche e fiori, si sostituiscono i carri motorizzati e riccamente addobbati provenienti dai rioni cittadini e anche dai paesi limitrofi (“dal tardo asinello si passò al camion, per guadagnar tempo nel giro campestre”). Molti hanno fatto una distinzione delle fasi di sviluppo del Cantamaggio: il Cantamaggio antico, vale a dire quello di Miselli, spontaneo e contadino; il Cantamaggio moderno, che si sviluppa dopo la 2^ guerra mondiale che introduce stornellate improvvisate in una lingua mista con il dialetto, nuovi strumenti musicali e soprattutto i carri costruiti sui camion; il Cantamaggio del cambiamento che, a partire dal 2000, si affida a nuove tecnologie e che, soprattutto, si apre alle nuove esigenze turistico-economiche. Al pari di tante altre feste (ricordiamo il Calendimaggio di Assisi o i Pugnaloni di Allerona) il Cantamaggio ternano, sebbene arricchito di sfilate di carri, di cortei, di fiori e canti, di balli e poesie, di eventi culturali vari, rimane comunque una festa della tradizione e dell’identità cittadina; rimane un rito che esalta la primavera, la fertilità, la gioia di vivere con quel misto di nostalgia per la vita agreste spesso ritenuta quasi un

4

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

eden di felicità. Naturalmente, come sempre, ci sono i detrattori del Cantamaggio e chi invece ne esalta l’importanza e la necessità di continuarne nella tradizione; chi propone trasformazioni radicali, chi vuole tornare a quello degli antichi riti di primavera; chi infine auspica un’interazione più stretta tra la città e il suo territorio mettendo in primo piano i rispetto dell’ambiente e della natura. Dizionario del cantar maggio Maggio: nella tradizione antica è il ramo fiorito o il tronco - in genere un pioppo che veniva tagliato, privato delle fronde, addobbato in cima con un ramo di ciliegio e piantato in piazza. Il nome Maggio secondo alcuni deriva dal latino Maja, la dea della primavera, madre di Mercurio. Per altri da Majus che, secondo Ovidio, avrebbe la sua origine nei majores, vale a dire gli anziani a cui era dedicato il mese. Altri ancora pensano a majus o major, il nome di Giove, il maggiore degli dei. Maio è inoltre il nome del maggiociondolo, il fiore tipico del Cantamaggio. Alla stessa radice appartengono i termini “maggese” che indica la parte di campo lasciata a riposo e, forse, “maiale” che è l’animale sacrificato alla dea Maia. Maggiociondolo: chiamato anche maio, è un fiore con fiori gialli penduli simile alla ginestra; fiorisce a maggio. Piantare il maggio: usanza di piantare rami o giovani alberi davanti alla casa dell’amata. Albero di maggio: è l’albero della fertilità. Nella tradizione popolare esso rappresenta il fallo eretto. “Armitti maggio”: espressione dialettale che invita a piantare il maggio, quindi a unirsi alla propria amata. Cantamaggio: tradizionale sfilata di carri allegorici addobbati con il maggiociondolo per festeggiare la primavera: la festa è accompagnata da balli e canti per le vie cittadine. Si celebra a Terni e in molti altri paesi dell’Umbria. Calendimaggio: primo giorno di maggio (dal latino Kalendae, primo giorno del mese). È noto quello di Assisi caratterizzato da cortei storici, antiche rappresentazioni e una gara tra le due fazioni cittadine (Parte di Sopra e Parte di Sotto) per la conquista di un palio. Maggiaioli - maggianti: coloro che portano il maggio, cioè il ramo fiorito. Pugnaloni: sono i “pungoli”, le punte di ferro usate dai contadini per sollecitare i buoi.

Ad Allerona la Festa dei Pugnaloni è una sfilata di carri che riproducono scene di vita e di lavoro dei campi. Sono sormontati dal caratteristico albero di pioppo ornato di nastri di vari colori. Strumenti musicali: quelli tipici per accompagnare le stornellate erano il triccheballacche, il tamburello, lo scetavaiasse, il puti puti, l’organetto. Stornelli: canzoni d’amore, spiritose e anche licenziose cantate dalle comitive di maggianti. Cumitìa: sorta nel 1896 a Terni consisteva in un gruppo di 4 o 5 cantori che si recavano in giro per le case intonando stornelli e chiedendo come ricompensa uova, formaggio e dolci. La festa di Beltane, il fuoco di Bel. Molti fanno risalire i riti del maggio a Beltane, la festa gaelica che si celebra il 1^ maggio. Festa dell’energia, della vita e dell’amore gioioso. I druidi accendevano dei grandi falò sui colli per la purificazione della natura. Beltane è anche il nome irlandese del mese di maggio. Le dee della primavera Flora: il nome della dea deriva dal latino “flos, floris”, fiore. È la dea della natura e della primavera, di origine italica e si riallaccia alle tradizioni campestri. Ovidio la associò alla greca Clori, la ninfa rapita da Zefiro e poi da lui sposata. Ogni anno a Roma in suo onore si celebravano i ludi Floreales, poi detti Floralia, che si tenevano tra il 28 di aprile e il 3 di maggio. Era consuetudine adornarsi il capo di ghirlande e il corpo di fiori, danzare nudi inneggiando alla natura che si risveglia. Tali danze divennero presto sfrenate e licenziose. Flora è raffigurata nell’arte insieme a Zefiro, un giovane alato che personifica il vento dolce della primavera. Maia Antica dea della fecondità e del risveglio della primavera. Ogni 1^ maggio il dio Vulcano le offriva una scrofa gravida, in modo che anche la terra fosse gravida di frutti. Venere È la greca Afrodite, dea dell’amore, della fertilità, quindi dea della primavera e dei fiori.


Ottica Mari Via del Rivo, 247 05100 Terni tel e fax 0744 302521 www.otticamari.it Convenzioni: Comune di Terni, AVIS, ACLI, ASM, CMT, AFW, A.S.D. Arcieri cittĂ di Terni, A.S.D. Giovanili Campitello, Atelier Musicale Francesco Falcioni


DOMINA ET DOMINUS

Giampiero RASPETTI

Una nuova identità per la Terni del XXI secolo si dovrà e potrà costruire insieme alle comunità della Valnerina e di tutto quel territorio che l'imperatore Ottaviano Augusto (nel 7 dC) chiamò Umbria. Parliamo di uno straordinario e prezioso lembo di terra la cui bellezza è senza pari al mondo: la terra ad Est del Tevere che arriva fino a Pisaurum e Sena Gallica (oggi Pesaro e Senigallia). Attualmente, come avete letto, in particolare nei due numeri del magazine La Pagina Umbria recentemente pubblicati, 15 sindaci hanno aderito al progtto di realizzare manifestazioni che li veda sempre più uniti, come è proprio di un territorio policentrico. Il concetto di policentrismo costituisce, dal punto di vista teorico, una sorta di opposizione all’interpretazione tradizionale della gerarchia urbana riferita semplicemente alle dimensioni e alla massa delle funzioni delle città. Sotto questa luce, il dibattito sul policentrismo urbano non si concentra unicamente sulla differente dimensione dei sistemi territoriali, ma sulla varietà e diversità delle funzioni, la loro distribuzione e le conseguenti relazioni di integrazione e interdipendenza tra i centri. Questo nuovo modello culturale basato sul Policentrismo costituisce una delle politiche di sviluppo della Commissione europea nell’ambito dello Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo (SSSE). In dipendenza ed in funzione di quanto detto, già approvati da 15 sindaci, sono stati realizzati i primi due progetti: Madonna Valnerina e Insieme nella Sesta Regio (visite culturali). Quest'ultime, secondo tentativo, dopo Madonna Valnerina, di unire il territorio, consistono in sei visite guidate (leggi a pagina 15). Sono state promosse per far conoscere Narni ai ternani e Terni ai narnesi (e così via per i restanti Centri), ma anche e soprattutto perché si cominci a fare sì che i cittadini di ogni Centro conoscano il loro Centro stesso, il che, attualmente, avviene in maniera del tutto approssimativa, generica e sbrindellata. Sono sinceramente dispiaciuto per l'assenza (dai 15) del Comune di Terni, città per la quale ho sempre profuso impegno per diffondere cultura e per seminare idee progettuali, senza mai chiedere un euro, specialmente alla partitica, pagando anzi spesso di tasca mia. Città verso la quale moltiplicherò la mia dedizione e le mie modeste conoscenze. Più che chiedere però una decina di volte di essere ricevuto, ottenendo sempre in cambio nessuna risposta, come se io fossi il più becero degli idiotes, i senza diritti civili cioè, non ho potuto proprio fare. Una sola volta ho avuto l'occasione di scambiare due chiacchiere con il vicesindaco ottenendo, in risposta, l'assoluto disinteresse per parlare di Terni capitale dei diritti umani e per ottenere, per l'amministrazione comunale, da quattro a sei pagine gratuite sul magazine La Pagina Umbria per esporre lavori e progetti del Comune di Terni. Me ne sono fatto una ragione e continuo, imperterrito, a lavorare, senza di loro, per la mia città! 6

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

Il primo concorso che lanciamo è pensato in onore della donna, mea-nostra Madonna, una Madonna che ogni anno rappresenterà la terra del Nera. Nella terra sacra di Valentino, Benedetto e Francesco non dobbiamo insediare manifestazioni inadeguate come gare con motore inquinante, casinò per giochi d'azzardo, casinì per cocotte e puttanieri. Da evitare anche le Miss femmina, i cui attributi salienti sono, già dalla sua prima fase, quelli esteriori, la misura cioè di tette, fianchi, glutei ecc ecc. Misure abbondantissime andavano bene per le Veneri del Paleolitico, per i primi simboli cioè indicanti la vita e l'inizio dell'idea di Dea Madre che porterà alle centinaia di Dee Madre, tutte rigorosamente illibate, che hanno creato i vari popoli dell'umanità, proprio al nascere della loro storia. Parlare oggi di misure anatomiche va bene, perché no, ma non coglie l'essenza della donna. Caratterizza piuttosto la femmina: quando si parla di donna si intende tutt'altra faccenda. L'etimologia della parola donna si riallaccia senza dubbio al latino domĭna (femminile di dominus), signora, padrona. Si noti che, mentre l'etimologia della parola uomo rimanda al latino humus (da cui i termini umanità e umile), al contrario, quella della parola donna esprime tutta l'importanza ed il potere che ebbe il matriarcato nelle antiche civiltà. La parola femmina, invece, tanto dalla radice sanscrita dha, allattare, quanto dalla radice sanscrita bhu, nutrire, rimanda allo stesso concetto di fecondità procreatrice. Ad essere precisi e pignoli, questo vale per ogni femmina, per l'oca come per la gallina. Nella Valnerina, terra dell'humus e dell'umiltà, di Benedetto, Francesco, Valentino e di tante altre sacralità, ci sembra molto importante dare giusto rilievo e riferimento alla donna, al suo saper fare, al suo agire, a quei tanti elementi di vera superiorità che essa ha nei confronti dell'umile uomo. Vogliamo dunque fare continuo e annuale riferimento ad un viso di donna libero da cosmesi e da misure, temporali ed anatomiche, ma vincolato all'intelligenza e all'amore per la vita di chi, nascendo femmina, ha saputo diventare donna. Unificare, per noi dell'Associazione Culturale La Pagina, per Fabrizio Pacifici e la sua Fondazione Aiutiamoli a Vivere, per Paola Pignocchi e la sua TernixTerni Donna, e per tutte le altre associazioni unite nella collaborazione, questo nostro meraviglioso lembo di terra, già chiamata sestaregio, significa, in primis, partire dal riconoscimento più alto e sentito che si possa assegnare alla nostra compagna di vita: cogliere nel viso di chi rappresenterà ogni anno la Valnerina, i suoi bagliori, i suoi silenzi, i suoi sapori, la sua musica, l'incanto delle acque.


a n n o d a a n i r M Valne Quella della Valnerina è, per i suoi problemi storici e per le sue inespresse risorse, una “comunità che si cerca” e che prova a costruire un futuro comune. Una grande operazione di identità e di progetto ha bisogno di una icona che ne simboleggi il significato più profondo, con un messaggio che, oltre alla ragione, sappia parlare al cuore, al sentimento, alla fantasia. Madonna Valnerina, nella sua incarnazione reale e pittorica vuol rappresentare simbolicamente

la forza generatrice della donna, da sempre percepita, nell’immaginario, come dea madre ed energia creativa della Terra degli umani. Saranno le due Madonne Valnerina, una sorta di fonte d’ispirazione emotiva ed un segno distintivo di grazia e di bellezza che, evocando i caratteri meravigliosi della Valle della Nera, accompagnerà le sue genti nel percorso di rinascita e di sviluppo lungo il quale sono incamminate. Giacomo Porrazzini

Madonna Valnerina Il Viso della Valnerina

Il viso di chi, ogni anno, rappresenterà la Valnerina sarà “orribilmente bello” e dovrà suscitare le emozioni che evocano la forza e lo spettacolo della Cascata, il silenzio e le suggestioni dei borghi medievali, l’incanto delle acque, la luminosità del Lago, la purezza della natura.

CONCORSI A - FOTO DELLA MADONNA VALNERINA PREMI 1 – MADONNA VALNERINA VINCENTE 2 – FOTOGRAFO DELLA MADONNA VINCENTE

Aperto a tutti 500 € 500 €

B - RITRATTO PITTORICO DELLA MADONNA VALNERINA Aperto a tutti PREMI 3 – RITRATTO VINCENTE 500 € C - RITRATTO PITTORICO DELLA MADONNA VALNERINA Per S. secondaria di secondo grado PREMI 4 – RITRATTO VINCENTE 200 € in materiale per disegnare D - RITRATTO PITTORICO DELLA MADONNA VALNERINA Per S. secondaria di primo grado PREMI 5 – RITRATTO VINCENTE 200 € in materiale per disegnare


REGOLAMENTO A1 - FOTO DELLA MADONNA VALNERINA

Concorso aperto a tutte le candidate Madonna qualsiasi sia la loro età. a) L’iscrizione è di 10 €; b) Il viso fotografato sarà al naturale, privo cioè di cosmesi; c) Premio per la vincitrice: 500 €.

GIURIA CONCORSI

A1 - FOTO DELLA MADONNA VALNERINA A2 - FOTOGRAFO/A DELLA MADONNA VALNERINA Cecilia Piersigilli (Presidente), Marco Barcarotti, Marco Ilari, Alberto Mirimao, Giampaolo Napoletti.

A2 - FOTOGRAFO/A DELLA MADONNA VALNERINA

Concorso aperto a tutti. a) L’iscrizione è di 10 €; b) La foto sarà priva di ritocco di immagine; c) La foto, scattata alla massima risoluzione disponibile, sarà inviata all’indirizzo mail: info@lapagina.info; d) Premio per il vincitore: 500 €.

GIURIA CONCORSI

B - RITRATTO PITTORICO MADONNA VALNERINA C, D - RITRATTO PITTORICO MADONNA VALNERINA Franca Calzavacca (Presidente), Roberto Bellucci, Loretta Santini, Mino Valeri, Nadia Zangarelli.

TEMPI

C - RITRATTO PITTORICO MADONNA VALNERINA

Concorso aperto a tutti. a) L’iscrizione è di 10 €; b) Il ritratto del viso di donna evocante la Valnerina sarà dipinto, con qualsiasi tecnica pittorica, su tela dalle dimensioni minime 20x20cm e massime 40x40cm; c) Premio per il vincitore: 500 €.

Apertura iscrizioni 10 maggio 2019 Chiusura iscrizioni 01 dicembre 2019 Inizio consegna foto o quadri 10 settembre 2019 Fine consegna foto o quadri 10 dicembre 2019 Comunicazione finalista 10 gennaio 2020 Mostra foto e quadri dei 40 finalisti dal 10 febbraio al 28 febbraio Premiazione 28 febbraio 2020 La partecipazione ai Concorsi è libera, senza limiti di età, senz’altra condizione che il possesso dei requisiti e dei dati richiesti nell’iscrizione e l’accettazione del presente Regolamento. La graduatoria formulata dalle giurie è insindacabile e inappellabile. I nomi, le foto, le opere pittoriche dei vincitori saranno presentati sul magazine La Pagina e sui siti della Associazione culturale La Pagina e de I Giochi della Valnerina. I concorrenti e le concorrenti minorenni devono presentare l’autorizzazione sottoscritta dai genitori. In base a quanto stabilito dalla legge 675/96 (Privacy) la partecipazione al concorso comporta, da parte dei partecipanti, l’autorizzazione al trattamento, con mezzi informatici o meno, dei dati personali e alla loro utilizzazione da parte della organizzazione.

Concorso per pittori/pittrici della Scuola secondaria di secondo grado.

a) L’iscrizione è gratuita; b) Il ritratto del viso di donna evocante la Valnerina sarà dipinto, con qualsiasi tecnica pittorica, su cartoncino telato dalle dimensioni minime 20x20cm e massime 40x40cm; c) Premio per il vincitore: 200 € in materiale per disegnare.

D - RITRATTO PITTORICO MADONNA VALNERINA

Concorso per pittori/pittrici della Scuola secondaria di primo grado.

ISCRIZIONI

Concorso A 10 € di cui 7 € in beneficienza e 3 € per l’organizzazione Concorso B 10 € di cui 7 € in beneficienza e 3 € per l’organizzazione Concorso C gratuito Concorso D gratuito

Associazione Culturale La Pagina Fondazione Aiutiamoli a Vivere O.N.G. TernixTerni Anch’io TernixTerni Donna AISTEL APS Nazionale ANCeSCAO UMBRIA SUD Panathlon Club di Terni

8

B - RITRATTO PITTORICO MADONNA VALNERINA

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

a) L’iscrizione è gratuita; b) Il ritratto del viso di donna evocante la Valnerina sarà dipinto, con qualsiasi tecnica pittorica, su cartoncino telato dalle dimensioni minime 20x20cm e massime 40x40cm; c) Premio per il vincitore: 200 € in materiale per disegnare.

Centro Studi Storici di Terni CIAV-Centro Iniziative Ambiente Valnerina Incontri Fortunati di Narni Museo Diocesano di Terni I Cantori della Valnerina Pro Loco di Ferentillo Pro Loco di Polino


SCHEDA CONSENSO PER LE MINORI PARTECIPANTI

Il/La sottoscritto/a Cognome....................................................... Nome.........................................Data di nascita ........................ che esercita la potestà parentale del minore ............................... ................................................................................................ autorizza la sua partecipazione al concorso MADONNA VALNERINA nei limiti e nelle modalità fissate dal regolamento. Luogo e data Firma ..........................................

.......................................

LIBERATORIA

Il/la sottoscritto/a Cognome ...................................................... Nome.........................................Data di nascita ........................ Dichiara di concedere a titolo gratuito e senza nulla pretendere i diritti di esecuzione, riproduzione e pubblica diffusione della propria foto o della propria opera pittorica presentata in relazione a qualsiasi iniziativa presa dalla direzione del concorso per pubblicizzare e documentare il concorso stesso. Luogo e data Firma ..........................................

.......................................

SCHEDA DI PARTECIPAZIONE Il/La sottoscritto/a Cognome .................................................... Nome......................................... Data di nascita ....................... Indirizzo..................................................................................... Città ......................................Prov...........CAP .......................... Tel/Cell ............................... e-mail .........................................

Chiede di partecipare al concorso Madonna Valnerina Dichiara di aver letto e di accettare il regolamento in ogni sua parte, con particolare riferimento al punto 4: - insindacabilità del verdetto della Giuria e dell’Organizzazione - rinuncia a contestazioni ed azioni legali relative alle decisioni della Giuria e dell’Organizzazione.

Letto, firmato e sottoscritto: Luogo e data Firma .......................................... ...................................... INFO Associazione Culturale La Pagina Via Anastasio De Filis, 7 - Terni 3482401774 AISTEL APS Nazionale 3295343332 Fondazione AIUTIAMOLI A VIVERE 0744279560

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

9


L’importanza dell’intelligenza emotiva Alessia MELASECCHE

alessia.melasecche@libero.it

O

gnuno di noi è provvisto di diverse intelligenze. Gli studiosi le hanno mappate da tempo, e sembra che fra i molti tipi ve ne siano due, in particolare, che ci aiutino a definire chi siamo e come gli altri ci percepiscono. Si parla di intelligenza “verso l’interno” (intrapersonale), che è relativa alla consapevolezza dei nostri sentimenti, valori e obiettivi e di intelligenza “verso l’esterno” (interpersonale), ovvero la consapevolezza di sentimenti, emozioni e motivazioni degli altri. Insieme, determinano l’intelligenza emotiva di ognuno di noi, definita dallo psicologo Daniel Goleman come “la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri e di saper gestire le emozioni in modo efficace”. Secondo questa teoria le emozioni non hanno in assoluto una valenza negativa o positiva, ma è la loro gestione che può renderle positive o distruttive. A quanto pare si tratta però di una qualità più unica che rara ed anche di difficile valutazione, dato che secondo un team di studiosi della Yale University viene sovrastimata dall’80% delle persone. Nonostante ne percepiamo solo una parte, secondo gli stessi studiosi, viviamo oltre

500 “esperienze emotive” al giorno. L’intelligenza emotiva riveste sempre più importanza nel mondo del lavoro, è stata infatti inserita tra le prime 10 competenze richieste entro il 2020 dal World Economic Forum, ricercata dai reclutatori e incoraggiata dagli imprenditori. A dimostrarlo è lo studio Workplace Trend 2018 realizzato dal Gruppo Sodexo, dal quale emerge non solo che il 34% dei “cacciatori di teste” danno molta importanza a questa qualità nelle selezioni, ma anche che creare un ambiente di lavoro in grado di stimolare l’intelligenza emotiva è il trend del momento. Secondo gli esperti questa qualità è vitale per la carriera ed esserne dotati è addirittura più importante rispetto a possedere un alto quoziente intellettivo. L’intelligenza emotiva, secondo Goleman, comprende cinque caratteristiche: autoconsapevolezza, ovvero sapere chi siamo davvero, ma anche avere fiducia in se stessi e sulla possibilità di realizzarsi; gestione di sé, che interessa l’autocontrollo nel riuscire a dominare le emozioni forti e gli scompigli al fine

di indirizzarli verso fini costruttivi; empatia, ossia la capacità di percepire e riconoscere i sentimenti degli altri, di sintonizzarsi emotivamente con loro e di “mettersi nelle loro scarpe”; motivazione, ossia la capacità di guidare e spronare se stessi al raggiungimento dei propri obiettivi; abilità sociali, dunque gestire bene le emozioni nelle relazioni e saper interpretare correttamente le situazioni sociali in modo da trattare con efficacia le interazioni, i conflitti, i problemi di comunicazione. Tutte queste componenti ci permettono di essere in armonia con noi stessi, inoltre costruiscono il presupposto e l’essenza del successo dei rapporti interpersonali, dell’abilità di leggere le reazioni e i sentimenti altrui, della bravura nell’evitare, quando possibile, e risolvere inevitabili conflitti. Grazie all’intelligenza emotiva riusciamo a motivarci, a controllare i nostri impulsi, a regolare gli stati d’animo e ad entrare in empatia con gli altri. È quindi cruciale lavorarci e migliorarla, perché si tratta della sfera che controlla la maggior parte di quello che siamo e di come veniamo percepiti.

Aiutiamo a Vivere La Pagina IBAN: IT66X0622014407000000000993

10

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura



ALÌ IN BICI SULLA ROTTA ARTICA Francesco PATRIZI

C

on due pedalate sotto zero su una pista ghiacciata, sotto un vento che taglia il viso, il poliziotto iracheno Alì è arrivato al confine finlandese, ha esibito un visto turistico e ha superato la frontiera. Uno straniero proveniente da un paese caldissimo che visita il paese più freddo dell’Europa in bicicletta, per i doganieri non è strano, è nella norma. Alì ha pagato il volo per Mosca, per lui e le sue due figlie, 7.500 dollari, poi ha impiegato quasi un anno per raggiungere il porto di Murmansk, vicino al mare di Barents, perché da lì i trafficanti lo potevano far entrare in Europa, ma non a piedi, la legge finlandese non lo prevede, così Alì ha acquistato le biciclette, 200 dollari l’una, e insieme alla famiglia si è unito alla lenta e scomposta fila di ciclisti migranti del Circolo Polare Artico. Fino a qualche anno fa, alla frontiera nordica, si poteva vedere una montagna di biciclette abbandonate in attesa di essere recuperate e rivendute ai nuovi migranti, da quando però la dogana è stata chiusa alle bici, c’è stato un incremento di trabiccoli in grado di fare appena qualche chilometro, anche questi abbandonati poi sul ciglio della strada. A seguire questa Rotta Artica sono migranti

in fuga da Siria, Iraq, Afghanistan, poi a seguire da Nepal, Iran, Bangladesh e, in numero minore, dai paesi africani. Nel 2014 solo cinque persone avevano varcato il confine finlandese, l’anno scorso 72.500. La Rotta Artica è un canale di accesso all’Europa creato dalla mafia russa che, non potendo mettere le mani sul lucroso traffico mediterraneo, ha lanciato sul mercato clandestino la possibilità di entrare nel continente passando per il paese di Babbo Natale. Alì è fuggito dal corpo di polizia iracheno per un caso di corruzione a cui non ha voluto piegarsi ed è stato minacciato di morte. I trafficanti russi gli hanno prospettato un’altra vita in uno dei paese più accoglienti del mondo. La Finlandia è oggi il paese da cui i migranti scappano appena possono: dopo il fallimento della Nokia, è entrata in recessione, il famoso welfare “dalla culla alla tomba”, la previdenza sociale che si prende cura dei cittadini, è in crisi, il famoso reddito di cittadinanza è stata solo una sperimentazione circoscritta e subito archiviata. Per gli stranieri ci sono molte ristrettezze, ad esempio non sono garantite le coperture mediche per le malattie

croniche e quelle dovute al clima, che affliggono chi proviene da paesi molto caldi. Senza contare che la Finlandia è diventata il terzo paese al mondo per possesso di armi e il primo per tasso di omicidi. Il Movimento Nordico di Resistenza, un gruppo ultranazionalista che inneggia alla supremazia della razza bianca, messo al bando dal governo di Helsinki, è in crescita e strana gente comincia a girare con il cappuccio fuori dai centri di accoglienza… La Scandinavia, solo nell’ultimo anno, ha rifiutato il 40% delle richieste di asilo dichiarando che Iraq, Somalia e Afghanistan sono paesi sicuri! Molti richiedenti asilo chiedono il rimpatrio, ma non il poliziotto Alì: in un documentario della tv finlandese ha raccontato che, dopo anni di attesa, una figlia si è sposata e gli ha dato due nipotini, l’altra figlia ha trovato lavoro e presto si sposerà, lui spera di poter restare con la famiglia. Pochi mesi dopo il documentario, hanno comunicato ad Alì che la sua domanda era stata respinta, perché Baghdad è un posto sicuro e la sua incolumità non è a rischio. Così Alì ha salutato le figlie e i nipoti ed è salito sull’aereo. Lo scorso 17 dicembre è stato ucciso.

Consegnando questo Coupon avrai diritto al

10% di Sconto escluso menu fisso ed eventi

Su PRENOTAZIONE si cucina qualsiasi piatto di carne, pesce e cacciagione

Str. delle Grazie, 5 - Terni - Tel. 0744 274412 - Cell. 338 8918108 12

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura


Su terreni confiscati alle mafie, dal 2004 organizziamo, da Aprile a Ottobre, campi di lavoro rivolti a giovani volontari provenienti da tutta Italia, in cui le attività lavorative si alternano a sessioni di studio, informazione e formazione sui temi della lotta alla mafia. Da quando sono iniziati, i campi hanno ospitato migliaia di ragazze e ragazzi e hanno visto impegnati nel lavoro volontario anche tanti anziani, in un’ottica positiva di scambio di memoria e di rapporto intergenerazionale.

Per maggiori informazioni contatta il Comitato ARCI di Terni

terni@arci.it

I campi sono una conseguenza naturale della filosofia della confisca: restituire i beni alla comunità, renderli vivi, animarli con iniziative culturali, formative e informative sulla difesa della democrazia, della legalità, della giustizia sociale, del diritto al lavoro. Una pacifica ‘occupazione’ di questi spazi, dunque, abitati dalla presenza di centinaia di persone che si spendono con impegno e dedizione per costruire comunità alternative alle mafie. Oltre alla collaborazione alle attività nei terreni e sui beni confiscati, i volontari parteciperanno a incontri con parenti di vittime innocenti e testimoni della lotta alla mafia, attività culturali, presentazioni di libri, laboratori di danze e musica popolare.


Il codice della crisi d'impresa Avv. Marta PETROCCHI

N

ella Gazzetta Ufficiale n. 38 del 14-02-2019 è stato pubblicato il D. L.vo n. 14 del 12 gennaio 2019, che ha dato attuazione alla Legge n. 155 del 19 ottobre 2017. Il provvedimento entrerà in vigore il 15/08/2020, salvo gli artt. 27, comma 1, 350, 356, 357, 359, 363, 364, 366, 375, 377, 378, 379, 385, 386, 387 e 388 che invece sono entrati in vigore il 16/03/2019. Il codice della crisi d’impresa, secondo la definizione in esso contenuta “disciplina le situazioni di crisi o insolvenza del debitore, sia esso consumatore o professionista, ovvero imprenditore che eserciti, anche non a fini di lucro, una attività commerciale, artigiana o agricola, operando quale persona fisica, persona giuridica o altro ente collettivo, gruppo di imprese o società pubblica, con esclusione dello Stato e degli enti pubblici”. Sembrerebbe un’altra rivoluzione nel nostro ordinamento, se lo sarà davvero lo vedremo. Non verranno più utilizzati termini quali: fallito e fallimento, ma debitore e liquidazione giudiziale e ciò al fine di eliminare quella valenza negativa ad essi storicamente collegata ed indurre l’imprenditore ad avere meno resistenze a far emergere, con tempestività, lo stato di crisi della sua impresa. Il ritardo nel riconoscere i segnali di crisi, infatti, porta sovente ad uno stato di irreversibilità della stessa con effetti negativi tanto per i creditori, che vedono annullarsi il valore dell’impresa, quanto per l’impresa che viene eliminata dal mercato. L’obiettivo della riforma sta proprio nel far sì che imprese sane, ma in difficoltà finanziaria, possano ristrutturarsi e proseguire la loro attività. Per far ciò sono stati individuati degli indicatori della crisi: andranno valutati gli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario, in rapporto alle caratteristiche dell’impresa e dell’attività svolta dal debitore, tenendo conto della data di costituzione e di inizio dell’attività. In questa fase il debitore in crisi verrà assistito dall’Organismo di Composizione della Crisi d’Impresa (OCRI) che verrà istituito presso ciascuna Camera di Commercio.

Oltretutto, l’imprenditore che presenti all’OCRI istanza di accesso alla composizione della crisi e che ottemperi in buona fede alle indicazioni fornite ha diritto alle agevolazioni previste negli artt. 24 e 25. La procedura dinanzi all’OCRI avrà una durata di sei mesi. Ove non si sia raggiunto l’accordo e risulti lo stato di crisi dell’impresa, l’OCRI segnalerà il fatto al Pubblico Ministero, il quale avvierà il procedimento giudiziale per accertare lo stato di insolvenza e per l’apertura della procedura liquidatoria. Anche in quest’ultimo caso, comunque, rimane salva la possibilità per l’imprenditore di ricorrere a strumenti alternativi quali il concordato preventivo, i piani di risanamento e gli accordi di ristrutturazione. La procedura fallimentare che verrà denominata “liquidazione giudiziale dei beni”, vede rafforzato il ruolo del curatore. Anche il concordato preventivo è stato profondamente riformato, sia con riferimento a quello in continuità aziendale, sia a quello liquidatorio. La valutazione della fattibilità del concordato è sottratta alla valutazione dei creditori e rientrerà nella sfera del Tribunale. Con l’obiettivo di razionalizzazione dell’intero sistema che aveva perso, a suon di riforme, l’organicità della legge fallimentare del ‘42, l’intervento normativo che ci occupa, composto da ben 391 articoli, ha introdotto nuovi istituti e aggiornato quelli preesistenti. Ciò è avvenuto mediante la contestuale disciplina della crisi dell’impresa e del debitore civile, la semplificazione dei vari riti processuali, il coordinamento tra la disciplina concorsuale e quella societaria, la riduzione delle ipotesi di prededuzione e la riduzione della durata delle procedure concorsuali. Si sottolinea la nuova disciplina della procedura di esdebitazione (ne abbiamo parlato in un precedente articolo) a cui potrà ricorrere il debitore, dopo tre anni dall’apertura della procedura di liquidazione giudiziale, oppure dopo due anni nel caso in cui il debitore abbia tempestivamente proposto istanza di composizione della crisi all’OCRI. Vedremo cosa accadrà.

PER I TUOI EVENTI O I TUOI MEETING

Noi siamo la Soluzione Via Topino, 3 - 05100 Terni cell. 346.5880767 - 329.2259422 email: ec.comunicazione@gmail.com

www.ec-comunica.it 14

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura


Insieme in Valnerina Viaggerete sicuri con:

Mangerete bene con:

Sabato 1 GIUGNO FERENTILLO

8,30 PARTENZA da Terni, Piazzale della Rivoluzione Francese 8,50 Arrivo a Casteldilago di Arrone 9,00 – 10,30 Museo della ceramica; Chiesa di San Valentino 11,15 Ceselli, San Valentino 11, 30 Arrivo a Scheggino 11,30 – 12,40 Chiesa di San Nicolò; Museo del Tartufo 13,15 Arrivo a Ferentillo 13,30 – 15,00 Pranzo presso la Taverna dell'Abbadia 15,00 – 18,20 Veduta della Rocche; Il respiro del Nera; Chiesa di Santa Maria Precetto: Museo delle mummie Monterivoso: Museo della civiltà contadina di Silvano Silvani e Una finestra sul 900 (Collezione privata di Vladimiro Orsi) 19,00 ARRIVO a Terni, Piazzale della Rivoluzione Francese Supporto culturale e assistenza: Adalberto Sisalli, Benito Montesi, Domenico Rosati, Enrico Squazzini, Giacomo Martinelli, Giampaolo Napoletti, Giampiero Raspetti, Loretta Santini, Sandro Pascarelli.

Sabato 22 GIUGNO POLINO 8,30 9,00 9,00 – 9,45 10,10 10,10 – 11,00 11,30 11,40 – 13,00 13,10 15,00 – 17,45 19,00

PARTENZA da Terni, Piazzale della Rivoluzione Francese Arrivo a Piediluco Panoramica del lago Arrivo a Buonacquisto Il respiro del Nera Arrivo a Polino Fontana Monumentale, Cava dei fossili, Chiesa di San Michele Arcangelo Pranzo presso i locali della Pro Loco di Polino La Rocca e il Museo ARRIVO a Terni, Piazzale della Rivoluzione Francese

Supporto culturale e assistenza: Adalberto Sisalli, Benito Montesi, Enrico Pasquali, Enrico Squazzini, Giampaolo Napoletti, Giampiero Raspetti, Loretta Santini, Remigio Venanzi, Sandro Pascarelli.

PREZZI: zz zz zz zz zz zz

1 visita 2 visite 4 visite 6 visite

20 € 35 € 65 € 90 €

Sabato 1 giugno Sabato 22 giugno Sabato 14 settembre Sabato 5 ottobre Sabato 19 ottobre Sabato 2 novembre

INFO e PRENOTAZIONI FERENTILLO POLINO TERNI AMELIA NARNI RIETI

Associazione Culturale La Pagina Fondazione Aiutiamoli a Vivere O.N.G. TernixTerni Anch’io TernixTerni Donna AISTEL APS Nazionale ANCeSCAO UMBRIA SUD Panathlon Club di Terni

Associazione La Pagina Via de Filis, 7 Adalberto Sisalli

3337391222

Centro Studi Storici di Terni CIAV-Centro Iniziative Ambiente Valnerina Incontri Fortunati di Narni Museo Diocesano di Terni I Cantori della Valnerina Pro Loco di Ferentillo Pro Loco di Polino


Aiutiamo a Vivere La Pagina IBAN: IT66X0622014407000000000993

Nel numero di aprile ho esposto l'inserzione, che qui leggete come titolo, per chiedere ai lettori un piccolo contributo al fine di sostenere la vita de La Pagina giacché, da quattro anni, sono più gli euro che escono che quelli che entrano. Non ho partiti o mammasantissime a mio conforto, né mai li vorrei! Mi batto per dimostrare che Terni è bellissima e che la Valnerina è la terra più bella del mondo. Parlo altresì della nostra gente come della gente più solidale, più accogliente, più generosa. Questi sentimenti cerco di evidenziare insieme ad un'alta idealità, quella di far conoscere la mia città come Capitale dei Diritti Umani. E Terni già lo è campione dei diritti, basta aver letto qualche brano della sua storia e possedere un minimo di sale in zucca. Devo però domandare ai miei sapienti ed avveduti detrattori: Che male si farebbe a cercare di cristallizzare questa portentosa immagine per Terni? È solo, il vostro, il solito puerile disprezzo per quello che fanno gli altri? Ci sono invece persone che non detestano il magazine né chi lo conduce. La risposta al messaggio-invito di cui sopra, non eccelle per quantità, ma si fa stupenda per qualità. Il mio barbiere, un uomo semplice, affabile, accurato in tutto, anche nel rapporto sociale ed umano, non vuol essere pagato da me perché, afferma, "Ti devo molto per quello che fai per la mia città". Un signore, un pensionato, un uomo spontaneo, nobile d'animo, è entrato nella mia redazione per ringraziarmi, dichiarando che il mio magazine, da lui sempre letto, è bellissimo e pregandomi di accettare una donazione da parte sua. Io, che non ho mai preso alcunché da alcunchì, ho provato un gran colpo al cuore ed ho accettato, con gioia e riconoscenza, il suo contributo. Proprio adesso, ore 19.13, mentre sto scrivendo questo articolo, un signore, anch'esso semplice e gentile, ha

bussato alla porta del mio ufficio per complimentarsi per il magazine e, come ringraziamento, mi ha donato un quadro che incornicia la mia immagine e quella di molti miei redattori. Tre persone semplici che, con i loro gesti di solidarietà culturale e sociale, mi spingono ad andare avanti, rinvigorendo il fuoco sacro da sempre in me! Persone che incoraggiano decisamente il mio impegno volto a diffondere amore per la cultura e per la conoscenza e per cercare di fare quello che tutti dovrebbero fare: impegnarsi gratuitamente per la propria città! Non si sia, dunque, dei mercenari della politica! Una città più colta, una città in cui lo scambio di idee si fa vivace, una città dove si lavora alacremente e gratuitamente per il futuro di tutti, è una città di cui questi tre amici e i loro figli beneficeranno. Proprio per questo non vogliono starsene immobili alla finestra ad aspettare di godere di vantaggi per i quali niente o solo critiche si è fatto! Grazie a tutti!

LA MARADONA DE LE ACQUE (’Nzieme ne lu còre verde de l’Italia) Paolo Casali

“Ciao vècio friulan t’artròo sembre a ‘sta maradona... ciao…il prin amor nol sciampe mai dal cur!” “Ciao romagna ‘ncora su la bbreccia... ciao…quel ch’né parmess da zuvan l’è parmess da vecc!” “Ciao trentinu…noi vécchi semo più de li ggiovani…ciao…i veci i para via i gioveni!” “Ciao siculo ma llaggiù nun ce l’éte ‘sti gran premi…ciao…picciutteddu tinniriddu ca a Terni megghiu si sta!” “Ciao bbella ligure ‘gni anno ciài l’anca sempre più sciòrda…ciao…a donna che in tel’andà a mescia l’anca l’è mègio!” “Ciao lumbard…te stai oliànno pe’ la gara…ciao…i cadenàzz, s’àn de corr, besogna ongi!” “Ciao venetu…sempre co’ lu barbon…ciao… na barba no l’è sta mai la rovina de nissùn!” “Ciao piemonte sì ‘nnammuratu de Terni…ciao…a i è nen ‘d pi bel!” “Ciao guaglio’ a mmaggiu t’arvedo sembre qqui...ciao… accà truove o paradise!” “Ciao toscanacciu ch’ha datu fòri l’Arnu…ciao…a la Maradona delle Acque noi siamo di hasa!” “Ciao marchiciàna bbella t’artrovo dapértuttu…ciao…la donna fina ch’en ha pres marit en sa mei quella ch’è chesa sua!” “Ciao làzzio… ‘gni annu che ppassa sì sempre er più…ciao…quanno se parte scànsete che t’àrroto!” “Ciao pirugìnu sempre ‘n prima fila…ciao… e mica se pòl dormì cocco!” “Ciao ternàni…ammappece quanti sémo… meno tre…due…unu…VIA!...

16

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

Ma che fferméntu c’è la partenza Accénni de corsa e ffughe veloci Rapidi scatti forse ‘mpazzienza Allegri gruppìtti tante le voci Tanti cristiani tante l’azzioni Ogni chilometru quant’emozzioni Natura servaggia fine l’essènza Attira lu sguardu rubba ‘l penzieru Dei sognatori dorge violenza E lu ricordu bbellu perdèro Lungu ‘l camminu… maradonéti Lisi de forze pàrono ascèti E ‘n bo’ staccati gruppi de amici Amici da tembu o ‘ppena ‘ncuntrati Corrono ‘nzieme stanchi e ffilici Quanno al traguardu doppo ‘rriàti Un grazzie a l’impresa ‘nzieme affrontata E... ce rivedémo a la prossima ‘nnata.


RESIDENZA PROT E T TA

VILLA SABRINA

SOSTEGNO ALLA PERSONA E PROFESSIONALITÀ

Villa Sabrina eroga servizi di assistenza tutelare grazie alla voglia di porgere un particolare interesse ed impegno nell’assistenza agli anziani affetti dalla malattia di Alzheimer ed altre forme di demenza. Nella struttura di Villa Sabrina Residenza Protetta, ambiente accogliente e confortevole, vengono emesse prestazioni sociali: tutto il personale dedica tempo e risorse per aiutare l’ospite, autosufficiente e non, a combattere la solitudine e l’isolamento dovuto all’età avanzata ed a vincere il disagio che alcune limitazioni psicofisiche posso creare nella gestione della vita quotidiana. Vengono offerti agli ospiti i servizi di musicoterapia e terapia occupazionale, attività che, integrate all’interno del piano di trattamento individuale dell’Ospite, concorrono a far evolvere positivamente lo stato psicofisico dell’Ospite stesso. La musicoterapia è particolarmente adatta a pazienti con problemi neurologici. È un’attività che consente di entrare

in una dimensione mentale che permette il contatto con la propria sfera emotiva e di raggiungere un maggiore equilibrio e una migliore armonia psico-fisica. La terapia occupazionale è invece una disciplina riabilitativa che aiuta a recuperare, o mantenere, le competenze della vita quotidiana e lavorativa delle persone con disabilità cognitive, fisiche, psichiche. Il nostro personale altamente qualificato prende in considerazione tutti i bisogni fisici, psicologici, sociali ed ambientali dando un supporto che fa la differenza nella vita degli ospiti, con un rinnovato senso di scopo e aprendo nuovi orizzonti. Quando il recupero non è quello sperato e gli handicap persistono, la struttura cerca di adeguarsi alle esigenze personali, riducendo al minimo il disorientamento di chi si trova privato della propria autonomia. È proprio in tali condizioni che il personale deve dimostrare l’esperienza e l’inventiva ad adattare strumenti ed attrezzature, nel trovare accorgimenti che consentano all’anziano di compensare, almeno in parte, carenza ed inabilità.

OTRICOLI (Terni) - Str. Pareti 34/36 Tel. 0744.709073 - 0744.719757 t.sabrina@libero.it

www.villasabrina.eu


Medicina & Salute

LA MAMMOGRAFIA È DANNOSA?

È meglio non fare la mammografia perché sono solo radiazioni? L'esame espone ad una quantità di raggi X che, grazie ai progressi tecnologici, è stata ormai drasticamente ridotta. Inoltre, la periodicità consigliata per la mammografia (ogni uno o due anni) è stata stabilita in modo tale che i benefici di una diagnosi precoce sovrastino i possibili rischi legati alle radiazioni. C'è chi pensa che lo screening mammografico sia inutile perché, a volte, vengono diagnosticate, come pericolose, lesioni che in realtà non lo sono o possono essere comunicate false positività che turbano profondamente la paziente oppure, ancora, perché si utilizzano radiazioni che di per sé possono contribuire a sviluppare un tumore. Il tumore al seno è il più frequente nella donna (48.000 su 365.500 diagnosi totali, nel 2014) ed è la seconda causa di morte per cancro nella popolazione generale. Se la mammografia è dannosa, quale l'alternativa proposta? Non fare nulla ed aspettare che il tumore divenga palpabile? No… Si deve cercare il tumore quando è in fase iniziale e non ha ancora provocato molti danni. La mammografia ce lo consente in quanto identifica noduli anche di piccole dimensioni (inferiori a 1 cm). Se il tumore è piccolo aumentano le possibilità di guarigione e l'intervento chirurgico è meno aggressivo. Con la diagnosi precoce muoiono meno donne… donne molto più attente alla loro salute e molto più informate rispetto al passato! Al netto delle controversie sulla percentuale di vite salvate attraverso la diagnosi precoce dei programmi di screening e nonostante il noto rischio di trattamenti "eccessivi" (overdiagnisis, overtreatment)

e delle conseguenti semplificazioni anche dei media, pur di far notizia ("contrordine: da "la mammografia sconfiggerà il cancro al seno" a "la mammografia non serve a niente, anzi, è potenzialmente dannosa"), io faccio costantemente la mia mammografia perché sono consapevole che lo screening mammografico non salva da solo la vita della maggioranza delle donne che vi si sottopongono, se svilupperanno un tumore al seno, però ne salva -secondo studi differenti- il 15-20-30%. Non male, in cambio di un esame di 10 minuti ogni uno o due anni.

iniziali (dette anche neoplasie in situ), QUALI non evolveranno davvero e, finché la ricerca non lo chiarirà con certezza, preferisco sapere se compaiono nel mio seno e decidere come trattarle.

Inoltre la diagnosi precoce dà maggiori possibilità di trattamenti meno aggressivi, il che si traduce in miglior qualità di vita. So perfettamente che c'è la possibilità che venga individuata una lesione che non sarebbe mai evoluta fino a mettere a rischio la mia vita, ma da professionista del settore so anche che non conosciamo ancora con certezza, nemmeno tra le lesioni davvero Dott.ssa Lorella Fioriti Specialista in Radiodiagnostica, Ecografia, Mammografia e Tomosintesi Mammaria

18

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura


COME SCOLPIRE IL CORPO

OTTENENDO RISULTATI SODDISFACENTI Molte persone si domandano se esistono dei metodi efficaci per eliminare in breve tempo gli accumuli adiposi tenaci localizzati in alcune parti del corpo come fianchi, braccia, cosce, eccetera... Ciascun individuo ha la predisposizione genetica ad accumulare il grasso in determinate sedi e vita sedentaria e cattive abitudini alimentari non aiutano. La paziente nelle immagini a fianco combatteva da tempo con accumuli adiposi persistenti che appesantivano la sua figura. Aveva tentato diverse strategie di trattamento con risultati non soddisfacenti, tuttavia era molto motivata a migliorare il proprio aspetto. Fortunatamente i suoi tessuti presentavano ancora un buon grado di elasticità, fattore che, sapevo, avrebbe contribuito considerevolmente al buon esito dell’operazione. Abbiamo quindi pianificato un intervento di liposcultura delle braccia, dei fianchi e del dorso che ho eseguito in sola anestesia locale, in day surgery. Il rimodellamento è stato fin da subito piuttosto evidente così che la paziente, incoraggiata dal buon esito dell’operazione, ha adottato nei mesi successivi uno stile di vita sano, effettuando attività fisica regolare e osservando una dieta adeguata, fino a raggiungere il suo peso-forma. Questa è la strada giusta per ottenere i risultati migliori dalla chirurgia plastica. Le immagini a fianco mostrano il risultato sei mesi dopo l’intervento, dove si può notare un rimodellamento estremamente soddisfacente di tutto il profilo corporeo.

PRIMA

DOPO

TERNI - Viale della Stazione, 63 ROMA - Via Frattina, 48 LONDRA “The private Clinic” - 98 Harley Street PER APPUNTAMENTI: Office Manager Raffaella Pierbattisti Tel 0744.404329 - 329.20.06.599 - 329.23.32.450 robertouccellini@gmail.com

FIBROMATOSI UTERINA

nuove strategie terapeutiche I fibromi dell’utero sono formazioni tumorali benigne molto frequenti soprattutto dopo i 30 anni. Sono neoformazioni costituite da tessuto muscolare e fibroso e sono caratterizzati da dimensioni variabili, da pochi centimetri fino alla grandezza dell’utero. L’evoluzione di questa lesione verso una condizione maligna è un evento piuttosto raro che si verifica all’incirca nello 0,2% dei casi. Il fibroma uterino molto spesso non presenta sintomi iniziali e viene scoperto casualmente durante una normale visita ginecologica, tuttavia, potrebbe manifestarsi in maniera differente a seconda della localizzazione: mestruazioni molto abbondanti, anemia, sanguinamento nel periodo intermestruale, pressione pelvica, dolore o fastidio durante i rapporti sessuali. A seconda dello strato uterino interessato e della direzione in cui si sviluppano, i fibromi si possono distinguere in fibromi sottosierosi, sessili o peduncolati (circa il 70% dei fibromi), fibromi intramurali o interstiziali, (circa il 20% dei fibromi) e fibromi sottomucosi (circa il 10% dei fibromi). Molto spesso non viene eseguita alcuna terapia e la paziente viene solo monitorizzata ecograficamente.

DR.SSA GIUSI PORCARO Specialista in Ginecologia ed Ostetricia

www.latuaginecologa.it USL UMBRIA 2 – Consultorio Familiare di Orvieto STUDIO MEDICO ANTEO – Via Radice 19 – Terni (0744- 300789) COMEDICA - Via Gabelletta, 147 - Terni (0744 241 390)

Il trattamento della fibromatosi uterina può prevedere l’uso di farmaci (progesterone, analoghi del GnRH), l’embolizzazione dell’arteria uterina, il trattamento mediante tecnica HIFU o l’intervento chirurgico. Un aiuto terapeutico importante può venire anche dalle terapie naturali con integratori. A tal proposito vorrei soffermare l’attenzione sul nuovo integratore a disposizione per il trattamento della fibromatosi uterina: DELPHYS® (Vitamina D, Epigallocatechina Gallato, Vitamina B6). Studi scientifici recenti hanno dimostrato come alcune sostanze naturali come le epigallocatechine gallato contenute nel tè verde e la vitamina D possono aiutare a mantenere una struttura uterina fisiologica e a controllare la crescita dei fibromi. L’epigallocatechina gallato è una importante componente polifenolica del tè verde. I polifenoli del tè verde possiedono delle proprietà biochimiche antimutageniche e antiproliferative e sono quindi dei potenti antiossidanti, in grado di neutralizzare i radicali liberi, impedendo così il danneggiamento cellulare. Gli studi circa la somministrazione orale di EGCG in donne con fibroma uterino sintomatico ha fornito dati molto interessanti: donne che ricevevano 360 mg di EGCG per 4 mesi hanno avuto una riduzione significativa del fibroma e un miglioramento della sintomatologia rispetto al controllo. In un recente studio del 2019 è stato dimostrato che la Vitamina D è in grado di controllare la proliferazione delle cellule di leiomioma umane attraverso l’arresto del ciclo cellulare. La vitamina D, inoltre, riduce l’infiammazione e la fibrosi mediata dal recettore VDR. Emerge, quindi, da questi studi clinici, come alcune sostanze naturali, quali l’epigallocatechina gallato e la vitamina D, insieme ad un corretto stile di vita, possano essere un valido aiuto nel mantenimento della fisiologia dell’apparato riproduttivo femminile. Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

19


AZIENDA OSPEDALIERA STRUTTURA COMPLESSA

CARDIOLOGIA

Direttore f.f. Prof. Marcello Dominici Struttura Complessa di Cardiologia

Azienda Ospedaliera "S. Maria" di Terni

Nella struttura complessa di Cardiologia dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, afferente al Dipartimento Cardio-toracovascolare, dalla fine del 2018 è in atto una vera e propria rivoluzione organizzativa finalizzata a rendere sempre più efficiente ed efficace l’attività dei vari reparti e dei servizi. E in poco tempo i risultati già sembrano dar ragione alle scelte fatte. Infatti la struttura, che negli ultimi anni già vantava dati di attività estremamente lusinghieri, nei primi 4 mesi del 2019 ha registrato una crescita di tutte le attività. In particolare l’Emodinamica ha raddoppiato le procedure di interventistica strutturale (valvuloplastiche TAVI e MitraClip), che in termini assoluti potrebbe arrivare a fatturare 8 milioni di euro nell’anno, e l’Aritmologia è cresciuta del 20% e potrebbe superare i 3 milioni di fatturato annuo. Contestualmente al miglioramento del tempo di ospedalizzazione è aumentato anche il numero dei ricoveri complessivi con un ulteriore incremento di quelli extraregionali, a conferma di come la Cardiologia ternana rappresenti un importante riferimento per un ampio territorio dell’Italia centrale. IL PROCESSO DI RIDEFINIZIONE ORGANIZZATIVA E LOGISTICA La riorganizzazione, promossa con determinazione dal prof. Marcello Dominici, che dall’inizio del 2019 è alla direzione

20

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

della struttura di Cardiologia come facente funzione, ha coinvolto tutte le strutture della Cardiologia, dai reparti di ricovero (Unità di Terapia Intensiva, degenza, week Hospital) alla Sala di Aritmologia e a tutti i servizi, con una ristrutturazione totale di tutti gli ambulatori. Il rinnovamento ha interessato l’organizzazione, il clima generale e i percorsi logistici, intervenendo sul numero e sulla disposizione degli ambulatori e in generale sulla location di tutte le attività. È stato potenziato il confronto clinico quotidiano tra tutti i cardiologi, infermieri e altri professionisti sanitari con meeting giornalieri e Audit periodici, con revisione regolare e sistematica della propria attività clinica al fine di individuare quali aree della pratica professionale devono o possono essere oggetto di miglioramento attraverso l’identificazione delle inappropriatezze, l’attuazione di piani di cambiamento e la condivisione di strategie efficaci. Questo sforzo da parte di tutti i professionisti coinvolti è stato accompagnato dal supporto della direzione aziendale, che ha sostenuto le iniziative e, per far fronte ai pensionamenti e assenze per puerperio, ha anche assunto due nuovi giovani cardiologi con competenze specifiche in elettrofisiologia, rafforzando la già qualificata equipe dell’Aritmologia. Nell’ambito di questa riorganizzazione uno straordinario risultato è stato il completamento del Sistema di Informatizzazione di tutte le attività della Cardiologia. INFORMATIZZAZIONE COMPLETA Dal mese di febbraio 2019 tutte le attività svolte in Cardiologia sono infatti informatizzate e integrate digitalmente, e sappiamo quanto la medicina moderna ritenga l’informatizzazione indispensabile per il miglioramento gestionale dei pazienti sotto un profilo organizzativo e clinico. L’avvio di questo progetto è stato intrapreso nel mese di novembre scorso su proposta del neodirettore Dominici ed ha comportato l’estensione a tutta la Cardiologia del programma di archiviazione e refertazione già in uso nella struttura di Emodinamica dal 2002 e il più diffuso nelle Emodinamiche in Italia. In accordo con la direzione aziendale il progetto mirava ad estendere il software

di gestione alle molteplici e complesse attività cliniche e strumentali della Struttura Complessa di Cardiologia, che si rivolgono ad una vasta popolazione, in continua crescita e punto di attrazione locale ed extraregionale. Tale programma gestionale, che da diciotto anni in Emodinamica archivia e referta le procedure di coronarografia, angioplastica coronarica e interventistica cardiaca, è stato esteso dapprima all’Aritmologia, dove ora consente la gestione di tutti i dati dei pazienti sottoposti ad esami elettrofisiologici, ad interventi di ablazione o di impianto di PaceMaker e/o defibrillatore e la gestione informatica del proprio magazzino che consentirà di avere in tempo reale il materiale a disposizione e quello utilizzato, permettendo una più facile programmazione ed un uso razionale delle risorse all’interno del proprio budget. Il sistema informatico è stato poi esteso a tutte le altre attività e quindi ora è disponibile


SANTA MARIA DI TERNI per l’ambulatorio delle visite cardiologiche, consulenze, ecocardiografia, ecocardiografia trans-esofagea, eco-stress, prove da sforzo, controllo e programmazione pacemaker etc. Questa integrazione digitale globale di tutte le attività permette ai cardiologi di avere in tempo reale tutte le informazioni necessarie per un inquadramento clinico completo di ogni singolo paziente, compresi tutti i referti e le procedure precedenti, migliorando così il percorso diagnostico-terapeutico e permettendo di seguire i pazienti nel tempo nel loro follow-up clinico. Questo ambizioso programma è stato attuato in soli tre mesi ed ha visto, insieme alla disponibilità della direzione aziendale, la collaborazione di tutto il personale della Cardiologia in un complesso percorso di addestramento. Un lavoro intenso e sapiente che ha coinvolto tutta la Cardiologia e ha richiesto una stretta collaborazione tra cardiologi e tecnici informatici dell’Azienda ospedaliera e della ditta fornitrice del programma, con un impegno meticoloso nella creazione di moduli personalizzati, configurati con le apparecchiature disponibili e adattati alle esigenze specifiche della Cardiologia. Con questo traguardo la Cardiologia di Terni è tra le poche in Italia ad avere un tale tipo di

organizzazione informatica che gestisce tutte le proprie attività e rappresenta un esempio di efficienza ed efficacia fondamentale per il miglioramento del servizio offerto ai pazienti. Tutto ciò in linea con l’alto gradimento che i cittadini di tutta la provincia ternana hanno recentemente espresso sull’ospedale e in particolare sulle strutture di Cardiologia e Cardiochirurgia nel sondaggio sulla qualità percepita effettuato da MG Research per conto della direzione aziendale. DATI DI ATTIVITÀ Ogni anno in Cardiologia vengono effettuati circa 2.500 ricoveri, il 30% dei quali per residenti fuori provincia e in altre regioni. L’UTIC registra 700 ricoveri in regime di emergenza e urgenza. Oltre 60.000 prestazioni ambulatoriali vengono erogate nell’ambito degli ambulatori dedicati ad alta specialità per esterni, consulenza cardiologica per interni e diagnostica non invasiva. Inoltre vengono eseguiti 10.000 ecocardiogrammi e 70.000 elettrocardiogrammi. L’Aritmologia, che è centro di riferimento per estrazioni elettrodi, esegue annualmente circa 700 procedure di elettrofisiologia ed elettrostimolazione, inclusi gli impianti di defibrillatore sottocutaneo, ablazioni di aritmie complesse.

L’Emodinamica esegue ogni anno 1.600 procedure di diagnostica ed interventistica, incluso il trattamento dei difetti strutturali (chiusura percutanea di PFO e Auricola Sinistra, TAVI, Mitra-Clip). Impianto di dispositivi di supporto ventricolare come l’Impella per le procedure complesse e/o su pazienti instabili. La Cardiologia di Terni ha funzione Hub della rete per l’infarto acuto STEMI per la provincia di Terni e circondario ed ha consolidato la collaborazione con la Struttura complessa di Cardiochirurgia con costante interazione e concreto Heart Team. DIDATTICA La Cardiologia di Terni è coinvolta nella didattica del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia di Terni. Fa parte della rete della Scuola di Specializzazione in Cardiologia dell’Università di Perugia. Ha fornito materiale per le Tesi di Laurea e di Specializzazione. Svolge funzioni di Tutor valutatore per la prova di Tirocinio per gli esami di stato di abilitazione all’esercizio della professione di Medico Chirurgo. In questi anni ha contribuito alla formazione di futuri medici e cardiologi fornendo tutte le basi della Cardiologia e può essere segnalata come un esempio di sana integrazione tra Università e Ospedale.

ÉQUIPE Direttore f.f.

Prof. Marcello Dominici

UTIC dr.ssa Paola Mezzetti, dr. Paolo De Bonis, dr.ssa Caterina Milici, dr.ssa Giulia Camilli, dr.ssa Elisa Allegra, dr. Marco Patella, dr. Marcella De Paolis Cardiologia degenza dr. Marco Castronuovo, dr. Giovanni Giannini, dr.ssa Michelle Adam, dr.ssa Georgette Khoury Aritmologia dr. Giovanni Carreras, dr. Stefano Donzelli, dr. Marco Maria Pirrami, dr.ssa Chiara Marini, dr.ssa Alessandra Tordini, dr. Ludovico Lazzari Emodinamica dr. Carlo Bock, dr. Alessio Arrivi, dr. Matteo Casavecchia, dr. Marco Bazzucchi Caposale Iole Cattin Cosso, Virginia Minicucci, Laila Sapora, Oriana Spera.

Servizio Fotografico Alberto Mirimao

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

21


TERAPIA RIGENERATIVA NELL’ARTROSI DELLE GRANDI ARTICOLAZIONI L’artrosi è la patologia più diffusa dopo le patologie cardiovascolari e la sua incidenza aumenta con l’età. Questa patologia ha inizio colpendo il tessuto cartilagineo per poi coinvolgere tutti i tessuti articolari. Il primo sintomo è il dolore, spesso scatenato dal sovraccarico articolare, al quale successivamente si associa la rigidità articolare ed il gonfiore. Il trattamento dipende dalla gravità della patologia e dall’entità dei sintomi delle patologie associate. Esso prevede: modificazioni dello stile di vita, fisiokinesiterapia, uso di tutori, terapia farmacologica (antidolorifici, anti-infiammatori), terapia infiltrativa (cortisonici, acido ialuronico). Fino a poco tempo fa, quando tutte queste terapie non davano beneficio, si consigliava il trattamento chirurgico di artroprotesi. Da alcuni anni, invece, la ricerca in campo biomedico ha proposto il trattamento dell’artrosi delle grandi articolazioni con soluzioni biologiche preparate a partire dal sangue o dal tessuto adiposo (terapia rigenerativa). Il plasma ricco di piastrine (PRP) è un concentrato di piastrine a partire dal sangue

periferico che ha dimostrato l’efficacia nel controllo dei sintomi soprattutto in pazienti giovani con patologia in fase non molto avanzata. La durata dell’effetto è spesso inferiore ad un anno. Il PRP si è dimostrato utile anche nel trattamento della patologia tendinea. Sempre dal sangue periferico possono venire isolate le cellule mononucleate (monociti, granulociti, linfociti-PB-MNC) che hanno azione anti-infiammatoria, angiogenetica e capacità di trasformarsi in varie linee cellulari. Altra metodica è il concentrato osteomidollare che viene preparato prelevando del sangue dal midollo osseo. Esso viene centrifugato e vengono isolate cellule staminali adulte che vengono poi impiantate nell’articolazione. Più recentemente sono state introdotte le cellule mesenchimali multipotenti stomali (MSCS) prelevate dal tessuto adiposo. Dalle prime pubblicazioni scientifiche emerge un importante controllo dei sintomi dell’artrosi sia in fase iniziale che avanzata di malattia; un elevato peso del paziente, inoltre, non riduce significativamente la qualità dei

GRUPPO APPARTAMENTO

ABITAZIONI COLLABORATIVE: SEMPRE PIÙ PERSONE SCELGONO DI INVECCHIARE TRA AMICI Il Co-housing è nato in Olanda ed in Danimarca negli anni ’70 e si è esteso rapidamente in molti Paesi del Nord Europa come la Svezia e la Germania, ma anche negli Stati Uniti e nel Canada. Da qualche anno questa realtà ha raggiunto anche le regioni del Nord Italia. Il Progetto del Co-housing nasce partendo dalle reali necessità delle diverse persone all’interno

delle famiglie moderne in cui si evidenzia che le esigenze delle persone anziane sono necessariamente diverse da quelle dei figli e/o dei nipoti ed a causa della necessità del lavoro della famiglia, la persona anziana si trova spesso sola in casa e la famiglia, per conciliare le diverse necessità, è costretta a ricorrere alla badante o alla casa di riposo.

Dott. Vincenzo Buompadre

Spec. Ortopedia e Traumatologia Spec. Medicina dello Sport - Terni Murri Diagnostica, v. Ciaurro 6, 0744.427262 int.2 - Rieti Nuova Pas, v. Magliano Sabina 25, 0746.480691 - Foligno Villa Aurora, v. Arno 2, 0742.351405

www.vincenzobuompadre.com

risultati a differenza degli altri trattamenti. Le metodiche descritte hanno lo scopo di controllare i sintomi e vi riescono nel 50-65% dei casi trattati. Le varie metodologie tra loro non si escludono ma possono integrarsi. Nessuna di esse ha dimostrato la capacità di far regredire la malattia nell’uomo, ma dagli studi di laboratorio l’utilizzo di MSCS è la terapia più promettente.

ASSISTENZA E SERVIZI RESIDENZIALI PER ANZIANI Nel Gruppo appartamento "Casa mia" non c’è gerarchia ma un’organizzazione naturale dei diversi ruoli, a seconda delle predisposizioni personali, secondo un’intenzione di vita collaborativa e di aiuto reciproco, con il desiderio di ritrovare le proprie passioni e di "far parte" di una nuova famiglia, un invecchiamento attivo, un supporto emotivo da parte di una comunità in cui ci si senta inclusi, oltre ad un risparmio economico nella gestione quotidiana. Molto importante è la presenza e supervisione di personale specializzato OSS di aiuto per le piccole gestioni domestiche come le pulizie e i pasti, la presenza di un medico specializzato, di terapisti occupazionali, animatori e fisioterapisti con i quali poter costruire progetti mirati al benessere della persona. La Struttura effettua servizio di portierato notturno.

In questo nuovo progetto l’anziano si trova a vivere quotidianamente con persone affini, della stessa età e con le stesse esigenze, con conseguente abbattimento della solitudine e dell’isolamento permettendo un invecchiamento più sereno e dignitoso in appartamenti che garantiscono uno spazio ad uso privato, ma al contempo di poter condividere attività come l’organizzazione della giornata, i lavori di casa ed una maggiore condivisione dei progetti del territorio.

22

OPERATORI SOCIO ASSISTENZIALI QUALIFICATI IN PRESENZA ED IN Mensile REPERIBILITÀ a diffusione gratuita di attualità e cultura

L'ALTERNATIVA

Piazza Dino Risi, 2 - Narni Scalo (TR) cell. 349.4034801 / 339.6705704 facilmente raggiungibile dall'uscita E45 Narni- San Gemini COME A CASA TUA


Medicina & Salute

Sei ancora in tempo per la prova bikini Solo per questo MESE

4 Lipolaser + 4 Trattamenti Global Ultra Definizione del valore di € 640,00 a soli

€ 560,00

Il trattamento Global Ultra Definizione consiste nel trattare gli inestetismi di adiposità localizzata, cellulite e rassodamento coinvolgendo il corpo nella sua totalità, eseguendo al termine un massaggio finale. Sarai così rimodellata eliminando contemporaneamente problematiche tipo: ritenzione idrica, rassodamento, cellulite, adiposità localizzata e gambe pesanti. Alterneremo questo trattamento ad uno di Lipolaser dove si andranno ad eliminare in centimetri, il grasso localizzato. Contattaci per ulteriori informazioni per quanto riguarda lo svolgimento dei trattamenti, saremo a tua completa disposizione per rispondere ad ogni tua domanda.

visita il nostro sito

www.esteticaevolutaterni.it Dott.ssa in Estetologia

Cinzia DIOTURNI Titolare e responsabile dell’Istituto di bellezza

Per informazioni o appuntamento:

Centro Estetica Evoluta «STELLA POLARE di Dioturni Cinzia» Via Mola di Bernardo, 15 - Terni (TR) Tel. 0744/271621 - Cell. 346/0112226

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

23


SIPACE GROUP SI PRENDE CURA DELLA TUA AUTO Con un’esperienza che si rafforza anno dopo anno dal 1974

QUALITÀ AL PRIMO POSTO LA QUALITÀ È IL PUNTO FORTE DI QUESTO GRUPPO DI APPASSIONATI DELLE MACCHINE CHE, NELL’ARCO DEGLI ANNI, SI È SEMPRE PIÙ STRUTTURATO, IN MODO DA CORRERE ALLO STESSO TEMPO DELL’INNOVAZIONE E PRESENTARE AI PROPRI CLIENTI, VOLTA PER VOLTA, UN SERVIZIO AGGIORNATO E COMPETITIVO, GRAZIE AD UNO STAFF ALTAMENTE FORMATO.

Sipace Group s.r.l. tanti servizi, un’unica carrozzeria OFFRE ANCHE SERVIZIO DI NOLEGGIO AUTO E PROPONE SVARIATE CONVENZIONI CON ASSICURAZIONI.

CHIAMA OGGI OPPURE SCRIVI PER RICEVERE INFORMAZIONI

VIA ENRICO FERMI, 20 San Gemini - TR Tel. 0744.241761 Cell. 392.9469745 Fax 0744.244517

V

! i o N a ie n i d

info@sipacegroup.com www.sipacegroup.com

La vittoria degli umili

I

n un teatro Secci gremito, nonostante ponti festivi e tradizionali celebrazioni per il primo di Maggio, si è svolto un evento spettacolo che con il Cantamaggio ternano non ha nulla a che fare, ma che ha inteso celebrare anche a Terni, città ricca di musica e di cantanti, patria di Umbria Jazz, il ventennale della morte di Fabrizio De André. Lo spettacolo è nato dall'idea di un musicista ternano, Adriano Bernardini, che ha voluto ricordare questo grande artista. Il tema della rappresentazione era La voce degli ultimi in quanto volta a celebrare quanto Faber amasse ricordare nelle sue canzoni i poveri, i vinti, i diseredati, gli offesi. Come da questa sua pietas e partecipazione alla vita degli ultimi egli abbia creato dei tipi: la prostituta, il pescatore, l'assassino, il bombarolo, il ladro, vivi e ancora attuali nella società odierna. Attraverso una critica sottile e precisa sono stati presentati i capolavori di De André suonati in modo trainante dal gruppo ternano Amico Fragile, ma cantati, anche in chiave diversa e particolarissima, dal coro

polifonico Aurora di Bastia Umbra o recitati con l'abituale maestria da Stefano De Majo. L'apice della serata si è toccato nel momento in cui il maestro Bernardini ha cantato Girotondo, canzone kafkiana che per contrasto parla della guerra, insieme ad un coro di bambini, o quando vestendo il famoso frac faberiano, ha duettato cantando Ottocento! Una magnifica serata, un evento particolare e culturale che nasce da un atto d'amore verso la nostra città, in questi giorni in cui si celebra il suo Cantamaggio!

GRAZIE per il vostro contributo volontario del 5xmille. Indicate sul vostro Mod. 730 / UNICO il codice fiscale dell'Associazione Culturale La Pagina 01484960552.

24

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura


LA FIBRILLAZIONE ATRIALE La fibrillazione atriale è la più comune aritmia cardiaca che affligge circa 600.000 individui in Italia. Durante questa aritmia, gli atri (le due camere superiori del cuore che fungono da serbatoio) si attivano con una elevatissima frequenza ed in maniera scoordinata generando un battito cardiaco irregolare e veloce. Tra le persone di età maggiore di 40 anni, una su quattro potrà presentare nel corso della restante vita un episodio di fibrillazione atriale. A volte questo rimane l’unico evento, mentre in altri casi l’aritmia tende a ripresentarsi. Soprattutto nelle fasi iniziali, gli episodi tendono ad interrompersi spontaneamente, di solito nel giro di un paio di giorni (fibrillazione atriale parossistica); successivamente, la loro durata aumenta e potranno essere necessari degli interventi (cardioversione) per determinarne l’arresto (fibrillazione atriale persistente). Quando invece non si ritengano più opportuni tentativi di interruzione e l’aritmia viene definitivamente accettata dal medico e dal paziente, la forma si definisce permanente. La trasformazione di una forma nell’altra dipende dal tempo, dalle alterazioni delle proprietà elettriche del cuore (in parte generate dalla stessa aritmia), nonché dalla presenza e gravità di una concomitante malattia cardiaca. Quali sono le cause della fibrillazione atriale? Nella maggior parte dei soggetti la fibrillazione atriale si manifesta in presenza di condizioni o malattie predisponenti: • Età (il rischio aumenta con l’invecchiamento) • Malattie cardiache (infarto pregresso,

volte molto rapida (tachicardia) o troppo lenta (bradicardia), può determinare un inadeguato flusso di sangue nel corpo e quindi produrre dei sintomi avvertiti dal paziente. I principali sintomi sono: • palpitazioni (sensazione di battito accelerato ed irregolare)

• debolezza o incapacità di eseguire la normale attività fisica • affanno • sensazione di “testa vuota” • sensazione di mancamento • svenimento Quali sono le conseguenze della fibrillazione atriale? Durante la fibrillazione atriale la contrazione degli atri perde enormemente vigore e questo causa un ristagno di sangue che può essere a sua volta responsabile della formazione di un coagulo all’interno

della camera. Successivamente, questo coagulo (embolo) può spostarsi dal cuore e viaggiare all’interno dei vasi con il sangue fino a raggiungere il cervello (o un altro organo) interrompendone l’irrorazione e causando l’ictus. Il rischio di avere un ictus non è uguale in tutti i soggetti ed aumenta con l’età avanzata, la presenza di diabete mellito, ipertensione arteriosa, riduzione della funzione di pompa del cuore, malattia delle arterie o in coloro che hanno già presentato una ischemia cerebrale. Un’altra possibile conseguenza negativa della fibrillazione atriale è rappresentata dalla riduzione più o meno grave della funzione di pompa del cuore (insufficienza cardiaca). Questo avviene solitamente in soggetti predisposti e soprattutto quando la frequenza di contrazione del cuore rimane a lungo molto elevata.

insufficienza cardiaca, malattia valvolare, ecc.)

• Ipertensione arteriosa • Malattie extra cardiache (polmonari, tiroidee, apparato digerente)

• Abuso di alcol In un numero ridotto di casi (uno su dieci all’incirca), l’aritmia si manifesta senza una causa apparente e viene pertanto definita come “isolata”. Nei soggetti predisposti spontaneamente o per effetto delle condizioni precedentemente elencate, la fibrillazione atriale viene quindi scatenata da una serie di impulsi elettrici ad elevata frequenza che, nella maggior parte dei casi, originano dalle fibre muscolari che rivestono la parte iniziale delle vene polmonari (condotti che portano il sangue dai polmoni all’atrio sinistro). Quali sono i sintomi della fibrillazione atriale? La contrazione irregolare del cuore, a

Per informazioni e appuntamenti: CENTRO DI CARDIOLOGIA DR. DELL'UOMO: Via Linda Malnati 15/B - Terni Telefono 0744/083165 - info@centrocardiologiaterni.com

www.centrocardiologiaterni.com

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

25


CONSORZIO DI BON

Piazza E. Fermi 5 - 05100 Terni Tel. 0744. 545711 Fax 0744.545790 consorzioteverenera@pec.it teverenera@teverenera.it www.teverenera.it

SETTIMANA NAZIONA E DELLA IRRIGAZIONE –

LE ATTIVITÀ CONSORTILI La Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione “È l’occasione per illustrare tutti i lavori fatti e da fare a favore della sicurezza idraulica, dei cittadini e dello sviluppo economico”. A dirlo è il Presidente del Consorzio di bonifica Tevere-Nera a proposito della Settimana della Bonifica che quest’anno si svolge dall’11 al 19 maggio e alla quale anche il Consorzio ternano aderisce per la settima edizione. Fra i tanti interventi fatti, spiccano, ad esempio, i 9 milioni di euro investiti negli ultimi anni per mettere in sicurezza l’area del Nera a Terni città, operando in prossimità di numerosi ponti, strade e scuole. Per quest’anno il Consorzio sta predisponendo il programma di manutenzione sui corsi d’acqua, dando priorità a quelli ricadenti nelle aree urbanizzate della Conca ternana per una lunghezza complessiva di circa 40 chilometri. Relativamente al servizio irriguo, il Consorzio distribuisce l’irrigazione nella conca ternana per 2.000 ha di terreno agricolo, tra pioggia e scorrimento, e per altri 500 ha circa, a pioggia, sul bacino del Tevere. La rete è dota di un sistema di “telecontrollo” e “telegestione” che consente di prevenire rischi di esondazione nelle zone dei canali ad alto rischio smaltendo le acque meteoriche recapitate nella stessa da alcune aree urbane della città di Terni.

PROGRAMMA APPUNTAMENTI

26

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura


IFICA TEVERE NERA

ALE DELLA BONIFICA – 11/19 maggio 2019

Orario di apertura al Pubblico Lunedì - Venerdì dalle ore 8,30 alle 12,00 Mercoledì dalle ore 15,30 alle 17,00

Si dà rilevanza ad alcuni appuntamenti programmati quali il convegno del giorno 15 maggio, che sarà un’occasione per illustrare al meglio le attività svolte dall’Ente, con interventi anche di carattere scientifico, oltre alla partecipazione di ordini professionali, autorità istituzionali e contribuenti. Si evidenzia la giornata del 17 maggio per l’inaugurazione di lavori sul Fiume Nera Tratto di Via Vanzetti e le due iniziative del giorno 18 maggio: a partire dalle ore 9.00 la gommonata sul Fiume Nera, evento già apprezzato in passato, e la mostra e la relativa premiazione in Piazza Duomo della VII edizione del Progetto Sorella Acqua.

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

27


Viviamo in un mondo che cambia

I Dinosauri camminarono anche in Umbria? U

na domanda a dir poco intrigante. Non tanto per la smisurata “simpatia” che questi animali, da tempo famosi, riscuotono nell’ambito dell’opinione pubblica. Piuttosto, tali antichi protagonisti di un’ampia fase dell’evoluzione biologica del nostro pianeta, che copre gran parte dell’era Mesozoica, tendono ad assumere un ruolo primario nell’ambito di una questione ben più seria, dagli importanti risvolti scientifici e legata alla conoscenza delle antiche fasi di evoluzione del nostro territorio. Date le sue caratteristiche geologiche, particolarmente coinvolto in questa faccenda è il settore meridionale dell’Umbria. Per molti la domanda posta risulta priva di senso giacché convinti che il territorio umbro al tempo dei Dinosauri fosse un ambiente marino caratterizzato, complessivamente, da profondità dei fondali troppo elevate già in partenza e, comunque, con una tendenza al progressivo approfondimento. Caratteri che sicuramente appaiono del tutto incompatibili con la presenza di organismi viventi, come i Dinosauri, adattati a vivere esclusivamente sulla terraferma. In effetti, di primo acchito, siamo di fronte a due “mondi” opposti, due contesti ambientali dalle caratteristiche inconciliabili sotto ogni aspetto: in estrema sintesi, da una parte siamo sott’acqua e dall’altra all’aria aperta, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista evoluzionistico ed adattativo. Le prove geologiche, in generale, appaiono inoppugnabili e parlano chiaro. In primo luogo, gli strati rocciosi sovrapposti che oggi costituiscono la potente impalcatura dei rilievi montuosi che delinea il settore umbro dell’Appennino sono di natura prevalentemente calcarea. Ciò significa che, nel complesso, la loro origine è legata alla lenta ma prolungata sedimentazione del carbonato di calcio sul fondo di un antico mare. Inoltre il contenuto paleobiologico, cioè i resti fossilizzati degli antichi organismi viventi che oggi troviamo inglobati in questi strati rocciosi, non lascia spazio a dubbi in merito allo stretto legame

28

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

con l’ambiente marino. È per tali motivi che, alla fine, a taluni la domanda appare quasi sfacciatamente impertinente, poiché mette in dubbio e mina una visione del nostro territorio consolidata ormai da tempo ed in cui, date le evidenze scientifiche a disposizione, non vi è stato mai spazio per presenze di questo tipo. Come la mettiamo? Be’, posta così, non sembra vi sia granché spazio di manovra. Eppure chi ha un po’ di dimestichezza con la ricerca scientifica ha anche ben chiaro che la visione delle cose rimane tale fino a prova contraria. Nel senso che i nuovi dati che possono scaturire da nuove ricerche condotte nel corso del tempo consentono sempre di arricchire, calibrare meglio e a volte anche modificare, la visione delle cose in vigore fino a quel momento. Del resto in campo scientifico questo è sempre accaduto. E la cosa straordinaria che avviene è che di nuovi dati ce ne siano sempre da reperire. Sono proprio le nuove fasi di analisi territoriale, mosse da concetti innovativi, alla ricerca di elementi a sostegno di una visione basata su nuove sensazioni e nuovi ragionamenti, a fornire i nuovi dati. Nel nostro caso si è partiti dalla riconsiderazione di una serie di osservazioni particolarmente approfondite, condotte in questo territorio anni or sono, ad opera di un nutrito gruppo scientifico multidisciplinare. Tali studi si orientarono soprattutto verso quella che in gergo tecnico si definisce “analisi di facies”. Ossia il complesso dei caratteri geologici delle rocce e del loro contenuto in fossili visti come l’insieme delle espressioni intrinsecamente legate alle caratteristiche dell’ambiente e alle sue dinamiche. Cioè i medesimi elementi che si interconnettono nella intricata rete che tiene in piedi un ecosistema vivente e quindi lo caratterizza. Né più e né meno di quanto avviene negli ambienti attuali. È evidente che in tali contesti tutto, necessariamente, si giochi nei dettagli. Fedeli a tali princìpi di base si è operato, negli ultimi anni, nella ricerca mirata di elementi

Enrico SQUAZZINI Centro Ricerche Paleoambientali di Arrone

che fossero particolarmente significativi e in accordo con quelli già rilevati. Tre gli aspetti fondamentali presi in considerazione, fra i più dibattuti dagli studiosi dell’Appennino: la presunta profondità delle acque in alcune aree particolari, il significato di importanti vuoti nella sedimentazione per prolungate fette di tempo, l’evidenza di avvenute variazioni del livello del mare nel corso del periodo geologico considerato. Ebbene, quanto scaturito dalle prime ricerche è a dir poco straordinario con la scoperta di evidenze di notevole interesse. Il lavoro sarà ancora lungo, ma già le prime testimonianze propendono inequivocabilmente per una visione del tutto rinnovata di questo settore dell’Appennino centrale. Si afferma sempre di più la presenza diffusa di formazioni legate ad organismi biocostruttori, cioè di scogliere coralline, mari sottili di tipo lagunare e di aree dal carattere francamente emerso. Questi elementi cambiano letteralmente le carte in tavola nell’ambito della ricostruzione dell’antica geografia della Tetide, l’ampio golfo che durante l’era Mesozoica comprendeva anche la nostra futura piccola parte di mondo, il territorio umbro. E chissà se in questo nuovo contesto, nel corso delle ricerche, troveranno spazio anche animali come i Dinosauri. Magari di passaggio, che si spostano dalle antiche terre del Nord Africa a quelle del Sud Europa approfittando di una lingua di mari tropicali sottili e punteggiati qua e là da isolotti corallini. Perché scaldarsi tanto per tali ricerche? È presto detto. La conoscenza sempre più dettagliata delle antiche fasi di evoluzione del nostro territorio ci consente di conoscere ed inquadrare meglio le dinamiche del mondo in cui viviamo. Soltanto queste conoscenze ci potranno porre in condizione di prevedere gli accadimenti futuri. È evidente oggi che la scarsa conoscenza delle dinamiche ambientali determina una nostra pericolosa incapacità di adattamento alle mutabili condizioni ambientali.


CON IL PATROCINIO DI

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA

6 crediti ECM

TRAUMATOLOGIA DEL LAVORO

15 GIUGNO 2019 Auditorium AST - Viale B. Brin, 163 - Terni PROGRAMMA

Responsabile scientifico e moderatore Dr. Sandro Latini Segreteria scientifica Dr. Fabio Lamperini

ore 8.00 Registrazione dei partecipanti

ore 10.55 Coffee break

ore 8.15 Apertura dei lavori e saluto delle autorità

ore 11.25 “Traumi del bacino” – Dr. Fabio Lamperini

ore 8.45 “Valutazione del rischio infortunistico in ambiente di lavoro”– Dr. Andrea Silvestrelli e Dr. Roberto Merlini

ore 11.50 “Falsi negativi radiologici e nuove

tecnologie” – Dr. Gaspare Fortunato

ore 9.15 “Primo soccorso in traumatologia” - Dr.ssa Erminia Carbone

ore 12.15 “Patologie ortopediche professionali”

ore 9.40 “Traumi della mano” – Dr. Luca Braghiroli

ore 12.40 “La riabilitazione Post Trauma”

ore 10.05 “Traumi degli arti superiori” – Dr. Mauro Casavecchia

– Dr. Roberto Triola

ore 10.30 “Traumi degli arti inferiori” – Dr. David D’Eramo

– Prof. Pierluigi Antinolfi

ore 13.05 conclusioni e discussione ore 13.30 compilazione questionario ECM


COS’È LA FELICITÀ? «Bisogna proporre un fine alla propria vita per viver felice. O gloria letteraria, o fortune, o dignità, una carriera in somma. Io non ho potuto mai concepire che cosa possano godere, come possano viver quegli scioperati e spensierati che (anche maturi o vecchi) passano di godimento in godimento, di trastullo in trastullo, senza aversi mai posto uno scopo a cui mirare abitualmente, senza aver mai detto, fissato, tra se medesimi: a che mi servirà la mia vita? Non ho saputo immaginare che vita sia quella che costoro menano, che morte quella che aspettano. Del resto, tali fini vaglion poco in sé, ma molto vagliono i mezzi, le occupazioni, la speranza, l’immaginarseli come gran beni a forza di assuefazione, di pensare ad essi e di procurarli. L’uomo può ed ha bisogno di fabbricarsi esso stesso de’ beni in tal modo.». G. LEOPARDI, Zibaldone di pensieri, in Tutte le opere, a cura di W. Binni, II, Sansoni, Firenze 1988, p. 4518,3 Le parole di Leopardi, erroneamente considerato un cupo pessimista, al contrario perpetuamente teso alla ricerca di quel quid che possa dare pienezza alla vita, hanno suscitato la riflessione dei nostri ragazzi su un tema che li interroga, ci interroga in quanto uomini e donne, giovani e meno giovani…

LA QUESTIONE “FELICITÀ” AL GIORNO D’OGGI Quando Pier Paolo Pasolini scrisse i versi «desidero senza desiderio» (da “Dansa di Narcìs”, ne “La Meglio Gioventù”, 1954) molto probabilmente colse, da grande visionario, la contraddittoria natura della gioventù del XXI secolo. D’altra parte era per bocca di Narciso che venivano pronunciate queste parole: quel Narciso vanesio cui moltissimi hanno fatto riferimento per descrivere una gioventù sempre più vuota ed egotista che sta virando (e in parte lo ha già fatto) verso un esasperato solipsismo. Tale condizione è poi drasticamente aggravata da una miriade di distrazioni che impediscono ai giovani (non che gli adulti ne siano immuni) di perseguire uno scopo, approdando dunque alla tanto agognata felicità. Ma talvolta ad essere impossibilitata è la stessa formulazione del suddetto scopo, perché il vero problema non è tanto nelle deviazioni, nei “divertissements” pascaliani, ma nell’idea stessa di felicità, che è percepita in modo fondamentalmente sbagliato dalla gioventù. Si tende a credere che felicità significhi piacere, che esso sia effimero o duraturo non importa; si pensa che il piacere soltanto possa condurre alla felicità, in un rapporto di stretta dipendenza tra i due. Ma, premettendo doverosamente che il piacere non va assolutamente esecrato come è stato ignobilmente fatto plurime volte nel corso della storia dell'uomo, non va senz'altro innalzato al valore massimo di felicità. Sarebbe grave confondere i due su un piano ideologico, dal momento che le conseguenze concrete (che sono già ben visibili) danneggerebbero un sistema compromesso ormai da tempo, invertendo vizi e virtù. Con ciò non è in alcun modo mia intenzione esaltare l’importanza delle virtù nel percorso verso la felicità: la prospettiva stoica è alquanto anacronistica al giorno d’oggi in questo campo. Ma è anche innegabile che valori e virtù abbiano la loro parte nel conseguimento di un obiettivo così anelato. Si viene quindi a formare una questione complessa: come si arriva alla felicità, se non con il piacere o la virtù? Per rispondere è innanzitutto necessario affermare che quella della felicità è un’arte: nello specifico la ricerca della felicità, che si compone di mezzi più o meno convenzionali, tocca livelli di complessità tali (oltre a richiedere abilità e sforzi) da poter essere considerata “arte”. In questo senso è ravvisabile in Leopardi un’importanza non indifferente data ai suddetti mezzi. L’attenzione viene spostata dal fine ultimo (che per natura è la fine, l’elemento che sancisce un percorso progressivo) ai mezzi adottati per raggiungerlo.

30

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

Leopardi compie quindi un passo avanti che tuttora molti non hanno saputo compiere: matura l’idea secondo cui la felicità può essere conquistata volta per volta, ad ogni passo che si compie credendo di essere ancora lungi dal raggiungerla. Che questo graduale avvicinamento, che è al tempo stesso raggiungimento, sia o meno la chiave per la felicità autentica e pura che Leopardi bramava è incerto; è invece sicuro che in questo modo una felicità (seppure contaminata, frammentaria e talvolta un po’ deludente, in definitiva umana) si raggiunge. Ad essere gravemente carente è la consapevolezza, nella gioventù, di quanto detto finora; la presa di coscienza della natura particolare della felicità. Insorge quindi un secondo dubbio, dal momento che in qualche modo la suddetta consapevolezza deve essere acquisita. Resta da chiarire il come. 
 È sempre in Leopardi la risposta, nella dimensione sensibile ovvero in ciò che la gioventù percepisce del poeta, ciò che le arriva. Se infatti non tutti sanno apprezzare una disamina degli scritti leopardiani, chiunque può recepire anche solo alcuni aspetti del pensiero del poeta, perché è la sensibilità e non la mente razionale a fare propri quei sentimenti e quelle passioni che i versi emanano. Procedendo per antonomasia, è a tutti i grandi poeti e scrittori che si estende questa funzione, dal momento che un tema così ampio come quello della felicità è stato proposto milioni di volte nella letteratura, dando vita ad opere di evidente spessore letterario e, soprattutto, umano. La felicità si configura innegabilmente come motore dell’agire umano. Il suo dispiegarsi (talvolta inconsapevolmente, come dimostra il deviare giovanile) e le sue molteplici facce non ne compromettono in toto il raggiungimento, perché non è di “raggiungimento” che si deve parlare, ma di mezzo, ovvero processo. Infatti solo sapendo che la felicità è un’Itaca, una meta che è pretesto per un viaggio emozionante oltre che educativo, allora soltanto la si possiede, nonostante le difficoltà che la condizione umana porta con sé. In ciò, ovvero nello sviluppare questa consapevolezza, la letteratura giova all’uomo (soprattutto se giovane) purché venga percepita e non mnemonicamente assorbita. Che l’oggetto di questa interazione debbano essere Leopardi, Pasolini, o l’innumerevole schiera di autori che hanno ancora oggi qualcosa da dire dovrebbe essere lampante tanto ai soggetti (i giovani) quanto a chi li aiuta in questa interazione. In definitiva, la mia speranza è che l’asfissiante vacuità della gioventù possa essere nei modi già citati colmata, in modo tale che Narciso possa finalmente «desiderare» davvero di essere felice e conseguentemente esserlo. Francesco Zago, classe II sez. D


TUTTI ABBIAMO PAURA Facciamo un gioco? Sì, lo so, probabilmente non ricordavate neppure come risuonassero queste parole. L’ultima volta che avrete sentito porgervi una domanda del genere sarà stato da bambini, quando il mondo sembrava così bello ed enorme, ammirato dai vostri occhi ricolmi di un perpetuo stupore. Oramai siamo grandi e il giocare sembra non essere più un nostro diritto. Ma infrangiamo le regole per una volta. Fidatevi di me. Abbandonate tutti i pensieri che vi affollano la mente e ritornate ad essere quei piccoli fanciulli di tanti anni fa. Bene. Ora rispondetemi esattamente come avreste fatto quando qualsiasi cosa era possibile, nulla irrealizzabile. Cosa sognate di fare da grandi? Non posso parlare per voi, quindi vi dovrete accontentare di sentire la mia voce. Stilista, biologa marina, organizzatrice di eventi, pittrice, dottoressa. Questi sono solo alcuni dei mestieri che nel corso dei miei appena diciotto anni di vita ho ipotizzato di fare. Volavo con la fantasia, a cuor leggero. Mi concedevo il lusso di cambiare idea di giorno in giorno, di ora in ora, di minuto in minuto. Nessuno mi avrebbe impedito di essere quello che con la mia immaginazione mi prefiguravo. Ora invidio tanto la me bambina. Non sapete cosa darei per ancora un istante di quella spensieratezza. La domanda adesso non è più “chi sogni di essere?”, ma “a che mi servirà la mia vita?”. La differenza è immensa. La differenza si misura nella quantità di paura che mi raggela il sangue ogni volta che ci penso. Quanto siano distanti un quesito dall’altro sta nell’entusiasmo di cercare la risposta più astrusa e stravagante per il primo, contrapposto all’angoscia soffocante di non trovare un responso per il secondo. Non so quando l’inquietudine dei grandi mi abbia investito, ma so per certo che mi ha preso di petto e non mi ha più lasciato andare. Una magra consolazione c’è però: molti altri ragazzi miei coetanei versano esattamente nella medesima condizione. Mal comune mezzo gaudio direbbero i Latini. Oppure, sempre cercando di trarre del positivo da tutto questo, possiamo chiamare in causa Kierkegaard con la sua idea che l’angoscia sia caratteristica degli animi grandi. Insomma più sei angosciato, più sei grande. Non so quanto aiuti,

però almeno puoi dire “va be’ sono depresso, ma allora sono figo.”. Pensandoci bene forse una soluzione a quel quesito ci sarebbe. E forse la sottoscriverebbero anche tutti gli altri che cercano un po’ di ossigeno insieme a me per tornare a respirare. Chi non vorrebbe essere felice nella propria vita? Breve, lunga, difficile, piena di insidie o tranquilla ai limiti della noia che sia, un’esistenza può reputarsi vissuta bene solo se sia stata felice nel complesso. Dunque il problema da porsi è un altro: come si può essere felici? Be’, dalla padella alla brace oserei dire. Filosofi, scrittori, sapienti di tutte le epoche si sono interrogati su quest’essere che sembra avere tratti chimerici piuttosto che realistici e ognuno di loro ha scovato una propria arte di vivere per raggiungerlo. Ma abbiamo la certezza che, perseguendo ciascuno una via diversa, costoro siano riusciti ad assicurarsi la felicità? Aristotele riteneva che dei quattro possibili atteggiamenti che l’uomo è in grado di tenere nel corso della sua breve permanenza sulla Terra fosse da perseguire quello del saggio. Saggio che vivendo secondo virtù può arrivare ad uno stato equipollente per beatitudine a quello di una divinità. Leopardi diceva che l’unico modo per trovare un senso agli anni datici in comodato d’uso sia porsi degli obiettivi da cercare di conseguire. E aggiungeva che rinunciando a questa ricerca diverremmo solo gli abitanti di una “nuda vita” fatta esclusivamente di superficialità e vuotezza. Dalla invece - e sì permettetemi di accostare Lucio Dalla a Leopardi e Aristotele - sentenziava così, con pochi, potentissimi versi: “Ah felicità su quale treno della notte viaggerai lo so... che passerai... ma come sempre in fretta non ti fermi mai” Insomma gli esempi potrebbero essere infiniti e tutti degni di essere citati perché, essenzialmente, qualunque tentativo di donare almeno un apparente senso a questo magnifico e spaventoso regalo chiamato vita, che ci è giunto senza che noi lo chiedessimo, sarebbe in grado di rincuorarci e aiutarci a non aver timore di un qualcosa che noi possiamo plasmare a nostro piacimento. Dunque l’unico consiglio che voglio dare a me stessa e a tutti quei ragazzi che proprio come me talvolta hanno timore di sbagliare, di deludere qualcuno che gli è attorno, di fare una scelta che possa segnare in negativo il loro avvenire, è tenere a mente le parole di Orazio: “Laetus deget cui licet in diem dixisse: vixi.”. Ogni singolo individuo sulla faccia del pianeta da millenni si è percepito fragile ed indifeso di fronte alla vastità sconfinata del mondo. Dalle celeberrime “φύλλα” di Mimnermo nel VII-VI secolo a.C. ci sentiamo inadeguati a fronteggiare la realtà circostante. Questa però non può e non deve essere una scusa per gettare la spugna in partenza. Restando costretti dalla morsa del timore di non raggiungere una felicità totale o apparente non riusciremmo a divincolarci mai e rinunceremmo ad ogni possibilità di vivere anche solo dei piccoli sprazzi di pura contentezza. Perciò, per quanto possa sembrare banale ed inflazionata come affermazione, l’unica cosa da fare è saltare all’interno di quel Paese delle meraviglie degno di Alice che è l’esistenza e lasciarsi trasportare dagli eventi per poi arrivare ad un certo punto in cui fare un lieve passo indietro e compiere un breve bilancio degli episodi che ci avranno visti protagonisti. Scommetto che almeno un momento per il quale spontaneamente un sorriso sboccerà sui nostri volti ci sarà ed in funzione anche di quel solo istante saremo contenti di aver vissuto piuttosto di rimanere intrappolati in una gabbia autoinflittaci. Costanza Maria Morcella, classe III sez. E Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

31


AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA DI TERNI

MALATTIE INFETTIVE REPARTO DI DEGENZA

ALLA PROF.SSA DANIELA FRANCISCI, AL SUO SOSTITUTO MICHELE PALUMBO E AI LORO COLLABORATORI Dedico a Voi, sempre, i miei pensieri più belli, sia quando la malattia attenua i dolori sia quando questi si fanno lancinanti. Il Vostro sapere e la Vostra capacità mi hanno salvato la vita, in quel frangente drammatico, per me. Ma non è solo per questo che vi ringrazio. Io Vi ricordo per come mi avete trattato, per la Vostra competenza, la Vostra familiarità, la Vostra umanità. Affido così i miei pensieri alla lettura di tanti concittadini perché tutti sappiano e tutti si sentano, anche grazie a Voi, più protetti. PROF.SSA DANIELA FRANCISCI

GRAZIE

Giampaolo Napoletti


LABORATORI ORTOPEDICI

Sede e Laboratorio: RIETI - Via Liberato Di Benedetto, 42/A Tel. 0746.271753 - 496753 Fax 0746.270768 le nostre Filiali:

BASTIA UMBRA (PG) - Via A. De Gasperi, 1 Tel. 075.7825568 Roma - Via Monte Cervialto, 18/22 - Tel. 06.8171077 Passo Corese (RI) - Via G. Garibaldi, 56 - Tel. 0765.488169 Poggio Mirteto (RI) - Via G. Matteotti, 85 - Tel. 0765.22380 Osteria Nuova (RI) - Viale Europa, snc - Tel. 0765.841200 Corvaro (RI) - Via Costantini Colonnello, 25 - Tel. 0746.496753

PLANTARI SPORTIVI RIEQUILIBRIO POSTURALE TENDINITE METATARSALGIA SPINA CALCANEARE PIEDI DOLOROSI PIEDE DIABETICO

ESAME BAROPODOMETRICO DEL PASSO ESAME DELLA COLONNA FORMETRIC 4D

Il sistema innovativo FORMETRIC 4D permette una misurazione non invasiva per l’analisi della colonna vertebrale e l'analisi della postura. Con questo sistema viene effettuata una rilevazione fotometrica del dorso con il metodo della video-rasterstereografia. I dati elaborati forniscono un preciso modello tridimensionale della superficie del dorso che permette la misurazione e l’analisi della postura senza contatto fisico in modo tridimensionale (3D) e dinamico (4D).


ERA DI MAGGIO Vittorio GRECHI

N

el mese di maggio c’è una tale esplosione di luce, di colori e di effluvi odorosi che stentiamo a renderci conto del brulicare della vita che si moltiplica. Api che volano indefessamente dalla mattina alla sera per riempire l’alveare di tutti i nutrienti necessari a moltiplicare la specie, farfalle multicolori impegnate sugli stessi fiori e per gli stessi motivi, uccelli occupati a sfamare la covata. Anche i contadini del tempo passato non scherzavano in quanto ad attivismo. Falciavano la biada, i prati di lupinella, di trifoglio e di erba medica con l’apposita falce fienaia, in dialetto chiamata lu fargione, lasciandosi dietro una striscia di erbe recise che aspettavano il sole di maggio per asciugare in un paio di giorni e trasformarsi in fieno. Appena asciugata la parte superiore della striscia, la famiglia al completo, ragazze e ragazzi compresi, armata di forcine di legno, la rovesciava in modo da permettere un’asciugatura completa anche sotto, cosicché il fieno, profumato e asciutto, poteva essere raccolto e conservato per l’inverno, costruendo con esso i grandi pagliai che si ergevano sulle aie. Spesso in questo mese capitava anche la festa dell’Ascensione, che comportava la lunga preparazione delle luminarie. Era compito delle donne organizzarsi per approntare tutto il necessario prima che facesse buio. Durante tutto l’anno precedente avevano messo da parte le scatolette vuote delle sardine, del tonno o dello sgombro e qualche piccolo barattolo di conserva di pomodoro. In ogni casa c’era sempre una buona scorta di stoppini, così come di lumi a olio artigianali o a carburo, perché spesso l’energia elettrica, dove c’era, andava via a causa del vento, per un temporale o per cause ignote. Con un chiodo e un martello si faceva un buco sul coperchio di latta delle suddette scatolette, ci si infilava uno stoppino della giusta lunghezza, poi si riempiva per tre quarti con acqua il piccolo recipiente e sopra si aggiungeva un dito di fondi di olio di oliva. I fondi dell’olio di oliva e l’olio che aveva preso sapori cattivi, come il rancido o la muffa, venivano messi da parte per fare il sapone e per alimentare i lumi. L’acqua si metteva nei barattoli onde non sprecare l’olio, che doveva bastare almeno fino a mezzanotte. La sacralità dell’olio che, oltre a essere utile per gli scopi sopra detti, non godeva di una produzione costante,

34

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

faceva sì che non se ne dovesse sprecare nemmeno una goccia. All’imbrunire, dopo aver sistemato due lumini per ogni finestra, se ne accendeva uno e con quello poi si accendevano tutti gli altri. Questo sempre nell’ottica del risparmio, perché i fiammiferi e il sale erano monopolio di Stato ed erano fuori dall’autarchia contadina. Affacciarsi sulla valle e vedere tutte le case con le finestre luccicanti di tremolanti fiammelle era uno spettacolo indimenticabile per un bambino di quell’epoca, specie se unito ai profumi della campagna maggiaiola. E non mancava nemmeno il sottofondo musicale dell’usignolo, che gorgheggiava nascosto chissà dove, e dell’assiolo che calava il suo “chiù” a intervalli regolari. Un giorno di un mese di maggio qualsiasi si sparse nel circondario la voce che una fresca e consolabile vedova -dal funerale del marito erano passati sì e no tre mesisi era portata in casa alla chetichella un aspirante sostituto, senza passare attraverso un matrimonio. Prima ancora che incominciasse a fare buio, la valle iniziò a riempirsi di gemiti e ululati ad alta voce che aumentavano di numero e di tono man mano che scendevano le tenebre. Tra i giovani buontemponi che si esercitavano a motteggiare l’unione vedovile, c’era più di qualcuno che si era munito del grosso imbuto di alluminio usato nelle cantine. Attraverso tale rustico altoparlante cercava di amplificare frasi scurrili nei confronti della nuova e illegittima coppia. Era un rimbombo continuo tra una valle e l’altra e pure l’eco ci si metteva ad aumentare la confusione. Non tutto quello che usciva dagli imbuti

era comprensibile ma le mamme accorte sprangarono subito le finestre e spinsero a letto anzitempo femminucce e maschietti, onde evitare spiegazioni imbarazzanti. Col passare delle ore il coro polifonico tendeva a specializzarsi: da una collina a sinistra uno chiedeva a gran voce, tramite imbuto, a che punto fossero gli amanti, e dalla valle opposta arrivava una sguaiata risposta baritonale. Si inseriva allora un altro che con la voce in falsetto cercava di imitare la vogliosa ritrosia della matura vedovella. Questo botta e risposta durò tutta la notte come quando si faceva l’ennerata, rituale paesano per canzonare la ragazza che era stata fidanzata, poi abbandonata, mentre l’ex fidanzato convolava a nozze con un’altra. Altrettanto si poteva fare se era il ragazzo a essere stato abbandonato ma, in entrambi i casi, per non correre rischi, i motteggiatori si tenevano a debita distanza da eventuali e probabili fucilate.


L’OPERA A TERNI, TRA TRILLI, SOGNI E REALTÀ: Stanislao Falchi (1851-1922) Carlo SANTULLI

S

e c’è qualcosa, tra le tante, che noi italiani possiamo vantarci di aver inventato, è il melodramma. Genere d’immensa popolarità per oltre un secolo, dove ci si radunava per ascoltare un racconto, non sempre coerente, anzi a volte decisamente sconclusionato. Le differenze di classe erano presenti, in funzione del posto occupato, se in un palco privato, in platea o nel loggione. E quando oggi si eseguono le opere facendo riferimento ad un’improbabile condizione di silenzio quasi etereo e di attenzione spasmodica, non c’è nulla di più lontano dal vero. Si faceva fatica ad ottenere attenzione, perché si giocava a carte nei palchi, si corteggiavano le dame, in generale si commentava e si applaudiva o disapprovava rumorosamente, molto più simile ad un cinema del dopoguerra che ad una sala da concerti di oggi. E l’enfasi di cui certe opere sono piene, rispondeva anche al criterio di farsi ascoltare. Non è lontano dal vero, nel periodo d’oro dell’opera, immaginare che ogni città di qualche importanza, avesse avuto un operista di una certa popolarità, almeno per un periodo, che avesse portato almeno un titolo alla ribalta. In un’epoca in cui il successo decretato, in modo anche fracassone, dal pubblico, era il principale requisito che consentiva all’opera di durare, e non era infrequente che, se la produzione

non piaceva, venisse ritirata dopo soltanto una sera. E Terni? Anche Terni aveva il suo compositore, Stanislao Falchi, che scrisse anche delle opere, tra le quali “Il trillo del diavolo” (1899), opera sulla vita del violinista Tartini, che ebbe la prima al teatro Argentina, col protagonista interpretato da Giuseppe Borgatti, tenore “importante”, che qualche anno prima era stato il primo Andrea Chénier. L’opera durò sui palcoscenici per qualche anno, prevalentemente a Roma, ma fu ripresa anche, per esempio, alla Fenice di Venezia. A Falchi, che si spense nel 1922, è dedicato il largo del Politeama e la farmacia attigua, che egli, morendo senza eredi, donò alla città. Come osservato anche nelle attente ricerche di Silvia Paparelli del “Briccialdi”, non rimane molto della sua eredità, ma questa sembra un po’ una caratteristica di molte eccellenze ternane. Trovate online un delicato Notturno per pianoforte e voce, che ancora viene eseguito a volte. E, pensate, ne trovate anche una riduzione per canto e pianoforte che è in una biblioteca australiana, perché l’opera di Falchi era nel repertorio anche di Nellie Melba, la celebre soprano (magari avete sentito nominare, o gustato, la “pesca Melba”, che uno chef

francese che lavorava a Londra, Georges Auguste Escoffier, le dedicò). Falchi nacque in un’epoca in cui gli operisti erano tantissimi e la concorrenza, come dicevo, spietata, ma cercò senz’altro la sua strada: i contemporanei lodarono molto, ne “Il trillo del diavolo”, l’assolo di violino del II atto per esempio, suonato ovviamente da Tartini. Nell’ultimo atto, che si svolge ad Assisi, s’immagina che all’interno della basilica si coroni l’amore tra Tartini e l’amata Zuana, ed il canto del violino sia in certo senso “redento”, non più diabolico, come l’abilità dell’esecutore faceva sospettare. Anche se l’opera, a quell’implacabile critico teatrale romano che era Gabriele D’Annunzio non piacque (poco dannunziana quella redenzione finale, in effetti). Rimangono anche il libretto, locandine e figurini per le rappresentazioni, come quelli ad opera di Alfredo Edel che vi riporto nella figura allegata. Ma per ascoltare l’assolo di violino e magari l’intera opera, renderci conto per bene, e chissà dar torto a D’Annunzio, mi sa che dovremo aspettare. Anche se sognare non costa nulla. A noi purtroppo, oggi come oggi, manca anche un teatro. Ma questa è un’altra storia. O forse no?

Dal 1904 il gusto della tradizione

Terni - Strada di San Martino, 44 - Tel. 0744.421256 - Cell. 349 7825692

www.trattorialamora.it

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

35


QUANDO TERNI FECE UN BOTTO FRAGOROSO Adriano MARINENSI

II Parte

D

unque, la birba di Pinocchio, nato a Velletri il 3 febbraio 1914 - che s’era “fumata” la giacca del babbo Geppetto bietolone (leggi "Autorità" dello Stato) per gozzovigliare nel Paese dei balocchi – lo presero i Carabinieri all’alba del 9 novembre 1962 (io, a chiedere informazioni, nell’Ufficio di Terni, c’ero andato quattro giorni prima) e lo iniziarono a processare l’8 maggio 1963. Fu un dibattimento spettacolare, animato da alcuni “principi del foro” e seguito dagli inviati speciali dei principali organi di informazione nazionale. Una specie di cartina di tornasole del moralismo burocratico italiano, turlupinato e chiamato a fare i conti con lo scarso decoro di un “impiccio” che lo aveva terremotato. Il signor Direttore lo accusarono di 22 diversi reati per avere, “in tempi diversi e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in Terni e in date imprecisate”, realizzato la truffa ai danni dell’Erario. Tre, disse il Ministro, furono i sistemi escogitati. A pensarci bene (con il senno di poi), altre mistificazioni potevano essere possibili. In udienza giurò di aver fatto tutto da solo, senza complicità alcuna; si prese premura di sottolineare che, se fosse stato lui al posto dei suoi controllori, avrebbe scoperto il broglio in pochissimo tempo. E il “malloppone” che fine aveva fatto?”. Scomparso. Furono fatte diverse ipotesi nell'inseguimento della intrigante verità. A Roma, un paio di anni prima, c'erano state le Olimpiadi e un bel po’ di opere nuove; si disse di rilevanti investimenti arrischiati dal signor Direttore e andati a finire malamente. Non bastarono i 116 testimoni escussi per svelare il mistero. E rispondere all'interrogativo: "Si può dilapidare, in soli 4 anni, un fiume di denaro contante di quella turbinosa portata?" Boh!

36

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

Certo, a far saltare la mosca al naso degli ambienti romani, avrebbe dovuto concorrere la vita da nababbo apertamente vissuta in provincia, dove la città è piccola e la gente mormora. La casa di riguardo, ospitale per sfarzose feste con gli amici, la Maserati bianco latte alla moglie, la Jaguar nera alla ventottenne “carissima amica” e, ad entrambe, eleganti boutique d’alta moda. Non era certo di braccino corto il signor Dottore. Neppure con i camerieri al bar che arrivavano di rincorsa –come l’ultimo cavallo alla partenza del Palio di Siena– quando lo vedevano avvicinarsi al bancone, per agguantare l’immancabile lauta mancia. La assortita coppia di consorte e vispa morosa finì con lui nella gabbia degli imputati, secondo la maldestra logica del “non potevano non sapere” dei suoi maneggi. Invece, non sapevano proprio nulla. “Queste donne -affermò cavallerescamente l'imputato in aula– non c’entrano nella faccenda. Esse hanno avuto una sola colpa, quella di avermi voluto bene”. Lui volle bene pure alla “Ternana calcio” e ne divenne Vice Presidente e Amministratore. Con qualche rischio di troppo per i colori rosso – verdi. A detta del Ministro, a carico del signor Direttore, poteva esserci un sospetto in più. Disse: "Agli inizi della carriera, il Funzionario ebbe la punizione per uno smarrimento di somme non sufficientemente giustificato" (si trattò di 5.000 lire ch’erano mancate alla Dogana di Trieste). Poi però, visto lo zelo e la competenza dimostrata nel lavoro, le voci di dentro, nelle note di qualifica, lo classificarono “funzionario modello di elevate capacità professionali, adempie, con onestà e scrupolosa osservanza, l'incarico al quale è preposto". E, intorno a quel piedistallo, il signor Direttore costruì

la fiera degli inganni. Violentando l’Erario e mettendo in scena, da primo attore, una telenovela grottesca con risvolti rosa, sullo sfondo grigio di un florilegio di grandi e piccole furbate. In verità, da Roma, un controllo lo avevano disposto. Ancora Trabucchi in Parlamento riferì che l'Ispettore, incaricato dell’indagine extra ufficio, ebbe a constatare alcune vincite al Totocalcio per un ammontare complessivo di 62.449.577 (pure gli spiccioli erano precisati nel verbale). Forse il controllore avrebbe dovuto accertare l'entità delle giocate necessarie per conseguire tutti quei brillanti successi. Non poteva essere tutto dipendente dal “fattore C”. Comunque, la conclusione fu che il bilancio poteva considerarsi chiuso in attivo. Il 13 luglio 1963, al termine del processo, la Corte riconobbe il signor Direttore Cesare Mastrella (alla fine il nome mi tocca rivelarlo per forza) colpevole dei seguenti reati ascritti: peculato continuato e aggravato, malversazione, appropriazione indebita, falso per occultamento di atti pubblici, falso materiale e ideologico ecc. ecc. Poiché, come sosteneva Totò, è la somma che fa il totale -tanto per questo, tanto per quello e per quell'altro- l' Ispettore miliardo (è la qualifica giornalistica che lo rese famoso) subì la condanna a 20 anni di reclusione (24 in Appello). Manco avesse rifatto la strage degli innocenti. Per l'età che teneva, una sorta di fine pena mai. Infatti, il reo morì in prigione, il 6 aprile 1976, senza lasciare eredità alcuna. Salvo la traccia prodotta a danno dell'Amministrazione finanziaria: la regina delle gabelle, lui l'aveva gabellata alla grande, con 'scuorno' e disdoro. Forse proprio per questo delitto di lesa maestà burocratica, si beccò la 'condanna esemplare'. FINE


NON ACCRESCERE LE DISUGUAGLIANZE! Giacomo PORRAZZINI

L

a nostra casa planetaria brucia, ha detto al mondo degli adulti Greta Thunberg, seguita da milioni di ragazzi, preoccupati ed arrabbiati per la crisi climatica e ambientale globale e per l’incertezza sul loro domani. La nostra casa europea bolle, si potrebbe aggiungere, pensando ai quasi 100 milioni di cittadini europei a rischio di esclusione sociale e povertà; bolle, la casa europea, di disillusione e di rabbia: i gilet gialli in Francia ne sono una spia evidente, come lo sono, da noi, gli episodi di malessere sociale e intolleranza disumana verso i diversi, immigrati o rom che siano. Che vi siano forze politiche pericolose, al fondo antidemocratiche, che speculano e lucrano consensi su tale malessere non può essere un alibi per non provare a capire il perché di tanto malessere, rabbia e disincanto. La casa europea, allontanatasi dal progetto originario federalista, è diventata, per responsabilità dei Governi degli Stati membri, una specie di condominio confederale rissoso, con qualcuno, come l’Inghilterra della Brexit, che ha sbattuto la porta per andarsene, rendendo ancora più fragile l’immagine che l’Unione Europea da di sé, sia ai suoi abitanti, sia, al mondo. Negli anni terribili della crisi scatenatasi nel 2008, chi guidava l’Europa, cioè la Germania della Merkel, ha pensato di affrontarla con misure di austerità, per il controllo dei conti pubblici e dell’inflazione; poco o nulla si è preoccupata di capire gli effetti che tale linea avrebbe prodotto negli strati più deboli

e nel ceto medio della società europea. La stessa introduzione della moneta comune, l’Euro, ed il suo consolidamento erano basati sul raggiungimento di un obiettivo fondamentale, come ricordava spesso Ciampi: la convergenza delle economie e delle condizioni sociali dei singoli paesi, avvicinando quelli più deboli e arretrati al gruppo di testa, guidato dalla Germania. Anzi, la situazione è peggiorata, evidenziando maggiore divergenza, come dimostra il diverso costo della moneta “comune”, l’Euro, nei vari paesi europei; per non parlare della differenza nei redditi da lavoro e dei regimi fiscali nazionali, con i quali i paesi della “casa comune europea”, invece di cooperare ed integrarsi, si fanno una feroce concorrenza. L’idea di mettere in comune almeno una parte dei debiti sovrani degli Stati, al fine di sterilizzare il costo degli interessi sul debito pubblico che ostacola politiche di sviluppo e, quindi, di convergenza dei paesi più deboli, è stata respinta dalla Germania. L’idea di emettere Bond europei per un grande piano di investimenti, orientati al sociale, alle infrastrutture moderne ed alla sostenibilità è stata, ugualmente, fatta naufragare. Lo sfilacciamento del corpo sociale europeo che sta aprendo spazi politici e culturali enormi alle forze sovraniste e nazionaliste che vogliono disintegrare l’Europa e affermare modelli di democrazia “illiberale”, è dovuto, non soltanto all’aumento delle disuguaglianze tra i paesi dell’Unione, ma anche alle disuguaglianze crescenti all’interno dei singoli paesi. La crisi ha modificato profondamente la distribuzione della ricchezza fra i diversi ceti sociali; il reddito reale del ceto medio, in Italia ed in Europa, è cresciuto assai di meno di quello dei redditi alti; una quota di almeno il 10% della richezza si è trasferita dalle tasche dei lavoratori a quelle del capitale finanziario; la richezza privata, sia nei redditi, sia nei

patrimoni, si sta concentrando, sempre di più, in poche mani. Rilanciare un’idea di Europa, come spazio geopolitico di una maggiore uguaglianza e solidarietà sociale, richiede ai governi ed alle Istituzioni comunitarie, misure urgenti a favore di una redistribuzione della ricchezza. A tal fine, dato che la base dell’uguaglianza delle opportunità è il lavoro, è necessario un piano straordinario d’investimento, in attività innovative e ambientalmente sostenibili, capace di creare posti di lavoro e di ridurne la precarietà; un piano capace di affrontare, anche, il grande impatto che le nuove tecnologie avranno sulla riduzione dei tradizionali posti di lavoro. Poiché le politiche di sviluppo possono produrre effetti positivi solo nel medio lungo termine, nell’immediato sono necessarie misure straordinarie di equità sociale per garantire la tenuta del patto sociale, non solo fra Stato e cittadini, ma, anche, fra i cittadini, in base alle rispettive capacità di reddito e patrimoniali. Non è infatti sostenibile una incisiva azione di redistribuzione per la giustizia e la solidarietà sociale che pretenda di basarsi su risorse ricavate da un ulteriore aumento del debito pubblico. Da qui l’esigenza di una vera e seria riforma del complessivo sistema fiscale nazionale ed europeo. Le tasse non possono essere usate dai paesi europei per farsi la concorrenza sleale, favorendo la delocalizzazione delle imprese nazionali e offrendo alle grandi Piattaforme della rete, da Google ad Amazon, a Facebook, vergognosi privilegi da paradiso fiscale. Il principio base di una riforma fiscale non può che essere quello costituzionale del contrasto all’evasione e della progressività dell’imposizione su redditi e patrimoni; ciò comporta di rivedere la curva delle aliquote, eventualmente aumentandone il numero, senza cadere nell’inganno della tassa piatta, pensata solo per favorire i redditi più alti. Già, oggi, i regimi di tassazione separata di alcune fonti di reddito (da quelle finanziarie agli affitti) tolgono alle casse dello Stato circa 15 miliardi di euro all’anno. Qualunque versione della “tassa piatta”, non farebbe altro che accrescere le disuguaglianze, le storture sociali e lo squilibrio dei conti pubblici, dando un colpo mortale allo Stato sociale. C’è solo da sperare che tali temi, nella loro reale portata siano approfonditi e discussi nella campagna elettorale europea. La nuova Europa di cui v’è bisogno non potrà che basarsi sulla loro soluzione. Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

37


L’Europa e i suoi fantasmi Pierluigi SERI

M

anca meno di un mese alle prossime elezioni europee che dovrebbero segnare una svolta significativa nella conformazione politica di quella che già viene sbandierata come la Nuova Europa. Il mondo politico europeo è già in subbuglio, specie nei paesi fondatori. La Francia a guida Macron, nonostante il rogo di Notre Dame, ha lo spinoso problema interno dei Gilet Jaunes, movimento dalle varie anime che rischia di essere incontrollabile, la Spagna con la questione intricata dell’indipendenza della Catalogna, la “locomotiva tedesca” a guida Merkel, non spinge più con gli HP di un tempo. Nella nostra Italia sotto la doppia guida di due “amici discordi” per usare una celebre definizione del poeta latino Orazio a proposito di Ottaviano e Antonio. Gli “amici discordi” nostrani hanno due nomi ben noti : Matteo Salvini e Luigi Di Maio, tanto sono onnipresenti, visto che la moderna tecnologia dei media permette loro il miracolo della ubiquità. Dovunque, in tv, nei social, nei tweet ce li troviamo sempre davanti a sbandierare il “cambiamento” divenuto grazie a loro una vera e propria categoria filosofica. I due, come da copione consumato, si scontrano sui social, nelle dichiarazioni ufficiali per poi arrivare al chiarimento dopo il solito faccia a faccia. L’indomani naturalmente risiamo da capo a dodici e via col tango! Dovunque, specie nei paesi dell’est, rispuntano i nazionalismi sotto la moderna vernice del Sovranismo e del Populismo. A complicare un quadro già complesso ci sono: la questione dell’immigrazione con la polveriera libica a due passi pronta a saltare in aria e l’incognita della famosa Brexit con il rischio, già evidente, di innescare la miccia del terrorismo dell’IRA. Il progetto europeo mostra i segni di una crisi profonda che abbiamo già segnalato qualche mese fa nell’articolo “La notte dell’Europa”. È difficile capire la crisi europea senza coglierne le radici, assai precedenti al 2008, anno della grande recessione e al progressivo ingigantirsi dei flussi migratori. I suoi prodromi erano già evidenti negli anni del ”grande trionfo” dal 1989, con il crollo del Muro, al 1992 con Maastricht, dal 1998 dell’euro al 2004 con l’allargamento dell’Unione a dieci nuovi paesi. Sembrava che il “sogno europeo” stesse eclissando il “sogno americano”, invece le avvisaglie della crisi, oggi venute al pettine, erano già presenti. Nel 1990 uno dei leader di Solidarnosc, il polacco Bronislaw Geremek vedeva profilarsi nei paesi ex comunisti i rischi del nazionalismo e del populismo a causa della fragilità delle loro tradizioni democratiche. Esprimeva inoltre la necessità di una attenta gradualità nella transizione. Nello stesso anno il ceco Vaclav Havel notava che le strutture europee esistenti erano europee-occidentali e che quindi andavano ripensate in vista della nuova situazione geo-politica venutasi a creare. Ancora, lo smantellamento del sistema comunista avvenne identificando in modo arbitrario la democrazia liberale con il liberismo economico.

38

Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

In quel passaggio ci furono anche altri errori, in particolare dove il dissenso ai regimi comunisti fu debole o addirittura inesistente, i problemi si amplificavano. A questo proposito si pensi alla parabola paradossale del gruppo di Visegrad, nato nel 1991 per favorire il “ritorno in Europa” di quei paesi. Una questione importante riguarda l’unificazione monetaria, avvenuta con l’avvio dell’euro. Ci si illuse sul fatto che la nuova moneta avrebbe trasformato lo spirito di un popolo, le cicale sarebbero diventate formiche. Non è accaduto. All’indomani di esso Carlo Azelio Ciampi faceva notare che per l’Italia era stato essenziale trovarsi tra i ”paesi fondatori”, ma che era necessario un rinnovamento complessivo capace di coinvolgere non solo l’economia, ma anche la cultura, i costumi, lo stile di vita. Bisogna riconoscere che è stato inevitabile avviare l’unificazione attraverso l’unico denominatore possibile, quello della moneta, ma bisognava dare un contesto istituzionale, culturale e politico a questa moneta unica. Essa avrebbe dovuto rappresentare l’Europa e non un gruppo di paesi comandati da una banca. Insomma l’unione monetaria doveva poggiare anche su basi culturali, politiche e non solo su quelle economiche. Questo è decisamente mancato. Si aggiunsero altri rischi e sottovalutazioni come l’allargamento ad altri paesi visto come un bene in sé, senza verifiche reali della situazione economico-finanziaria dei paesi inclusi nella Comunità Europea. In questa ottica va visto il tracollo della Grecia che ha avuto origini lontane: da un ingresso in Europa nel 1981 senza accurati controlli fino ad un’inclusione precoce nella zona euro. Inoltre si sono aggiunti i processi collegati alla globalizzazione con i prezzi pagati dalle fasce più deboli dei paesi sviluppati e il crescere nell’interno di questi ultimi delle disparità sociali. Sotto questo profilo diventa comprensibile l’avanzata progressiva dei partiti populisti e antieuropei nelle aree periferiche impoverite dalle smobilitazioni industriali. Su questo scenario cade come un macigno la crisi finanziaria del 2008; allo sconvolgimento finanziario si aggiunge l’amarezza delle aspettative deluse. Si incrina il mito dell’Occidente e l’Europa appare sempre più matrigna, addirittura tiranna. Lo scenario è profondamente mutato. La crisi del 2008 ha mostrato tutta la fragilità di un progetto basato su processi economici, con l’illusione che avrebbero favorito l’unificazione politica. In questa situazione ci sono stati due grandi assenti: la politica e soprattutto la cultura. Infatti solo quest’ultima è il terreno su cui tenere aperto un confronto serrato e continuo per andare oltre. Questi sono alcuni dei fantasmi che incombono foschi sulle elezioni europee di maggio e che rischiano di vanificare i progetti di Altiero Spinelli e degli altri “padri fondatori”. Verità e giustizia per Giulio Regeni


1987-2017 un nuovo vestito per proseguire una storia lunga trent'anni. 2017 Nasce la All Food SPA

CAMPAGNA ANNO SCOLASTICO 2018-19 CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE


Apri la bocca e apri gli occhi. UNITI CONTRO IL CARCINOMA ORALE: SCOPRI CON I DENTISTI ITALIANI QUANTO È IMPORTANTE LA BOCCA PER LA TUA SALUTE Per una visita gratuita dal 13 maggio al 14 giugno

800 058 444

FONDAZIONE

ONLUS

www.oralcancerday.it

Associazione Nazionale Dentisti Italiani

Ordine dei Medici Commissione Albo Odontoiatri

L’11maggio maggio insieme insieme nelle L'11 nelle principali principalipiazze piazzeitaliane italiane a TERNI in Piazza della Repubblica


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.