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La Valle, il Nera, le Mummie, l'Abbazia A. Marinensi
by La Pagina
economiche e sociali, coinvolgendole in un percorso di nuovo sviluppo idoneo ad offrire un valore aggiunto a tutti: nuove produzioni, nuovi servizi, funzioni condivise, nuova identità comune. 4. Occorre ripensare il sistema sanitario regionale, anche alla luce della esperienza drammatica della pandemia, puntando sulla medicina preventiva e territoriale, sulle innovazioni tecnologiche come la telemedicina, le case della salute ed i servizi domiciliari, per salvaguardare non solo la salute dei singoli, in un sistema universalistico, ma anche la “salute pubblica” e la tenuta della stessa economia; come il covid ha drammaticamente evidenziato essere una necessità nazionale. 5. Va affrontata con grande impegno la questione sociale, con i problemi delle nuove povertà, delle disuguaglianze crescenti, della progressiva perdita di peso, nella universalità e selettività delle prestazioni dei servizi del Welfare locale. Il covid ha drammaticamente accresciuto situazioni di sofferenza e di esclusione sociale, portando il numero ufficiale di poveri nella sola città di Terni a 5.000 unità. Istituzioni e forze del volontariato sociale debbono, insieme, provare a fronteggiare una emergenza che sta cambiando il volto e l’identità profonda della città, da sempre solidale ed attenta al valore della giustizia sociale, proveniente dalla scuola del lavoro e dal lungo periodo di guida della sinistra popolare e riformatrice. 6. Affrontare, nella dimensione locale, la grande prova della transizione energetica del paese, in una realtà, come quella ternana che ha una lunga storia quale territorio forte produttore e consumatore di energia, con la sua grande industria pesante.
Ciò vuol dire misurarsi con il tema delle energie rinnovabili, delle
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Smart Grid energetiche territoriali, con l’implementazione di una tecnologia di grande impatto futuro, come la filiera dell’idrogeno, per gli usi industriali e civili, oggi resi possibili dall’avanzamento tecnologico. Terni ha una storia di 70 anni e competenze consolidate nella produzione di idrogeno, dispone di fonti di energia rinnovabile per produrre l’idrogeno verde. La scelta della Regione di collocare altrove l’hub regionale dell’idrogeno, con attività di produzione e ricerca, appare fortemente penalizzante per Terni e le sue risorse in tale campo strategico. 7. Rilanciare la presenza universitaria a Terni, individuando una vocazione distintiva dei corsi ternani, in direzione delle nuove competenze scientifiche connesse al tema della sostenibilità, di una organizzazione dipartimentale, interfacoltà e un maggior rapporto con il territorio e la sua progettualità volta alla
sostenibilità di una indispensabile fase di nuovo sviluppo. Anche l’estensione dei bilanci di sostenibilità alle piccole e medie imprese, per accrescerne la “reputazione ambientale” quale fattore di nuova competitività, potrebbe essere favorita da un più stretto rapporto fra ricerca e imprese. 8. Sperimentare nelle zone agricole più idonee, forme inedite di agricoltura rigenerativa, con l’obiettivo di ridurre là emissioni di CO2, fertilizzare i suoli e riportare il carbonio in eccesso nel terreno. Provare a mettere in sinergia agricoltura rigenerativa e recupero di materia organica dalla raccolta differenziata. 9. Darsi un programma per la decarbonizzazione di tutte le attività umane svolte nel territorio, con tappe di verifica quinquennale, in coerenza con gli obiettivi europei di dimezzamento della emissioni climalteranti al 2030 e di neutralità climatica al 2050. In tale programma dovranno trovare spazio e risposte non solo gli impatti climatici della grande industria, ma anche quelli delle altre attività economiche e civili; dalla mobilità urbana ai trasporti, dal riscaldamento di residenze ed uffici alla riforestazione urbana e territoriale. 10. In tale quadro, è possibile anche ripensare l’organizzazione spaziale della città, la distribuzione delle sue funzioni, al fine di contrastare i processi di densificazione delle residenze e delle attività, riscoprendo anche il ruolo equilibratore degli antichi borghi, oggi potenzialmente tornati centrali per effetto delle infrastrutture di cablaggio e della penetrazione del digitale in molteplici attività, a partire dallo Smart working. 11. Riprendere una ricognizione integrata delle emergenze del patrimonio naturalistico e storico del territorio, per poter impostare programmi di tutela e valorizzazione, a fini culturali e turistici. La Valnerina e il narnese-amerino, in particolare, sono ricchi di tali risorse, da mettere a sistema, sempre in un’ottica di uso sostenibile. 12. Riflettere e sperimentare nuove forme di democrazia dal basso, capaci d’integrare democrazia diretta e democrazia rappresentativa, partecipazione e sussidiarietà, nella progettazione dei driver e dei progetti del nuovo sviluppo. Non è infatti pensabile di promuovere concretamente nuovi modelli di comportamento e di consumo in linea con la sostenibilità, nonché di fare investimenti trasformativi del modello di città, senza un vero e grande coinvolgimento dei cittadini. Lo sviluppo sostenibile è fondato sulla integrazione fra economia, ambiente e società. Un processo così complesso ed impegnativo può essere portato avanti solo a livello territoriale ed urbano, nel vivo della elaborazione e realizzazione di un progetto di sostenibilità. Pertanto un equilibrio ed una sinergia fra “le due democrazie” è pensabile solo nella dimensione locale. Qui possono essere tentate nuove forma di governance, capaci di coinvolgere, per raccordarne le funzioni, i rappresentanti eletti, i social ben utilizzati e le forze vive ed organizzare del terzo settore.
A questi dodici punti possono esserne aggiunti altri o trovare più pertinenti motivazioni. Ciò che, in questa sede, merita di essere sottolineato è il dovere civico di far entrare questi temi nel discorso pubblico della città, al fine di suscitare, sul tema cruciale della sostenibilità dello sviluppo, sia un doveroso impegno delle Istituzioni, oggi inadeguato, sia un impegno corale della comunità locale, per restituirle voce e farla di nuovo essere protagonista delle politiche di sviluppo, cioè del futuro dei giovani e dei cittadini, tutti, di questa terra ternana.