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Una passeggiata tra gli umani S. Raspetti

PERIFERIA ed ECCELLENZE

Carlo SANTULLI In un suo articolo di qualche giorno fa sul Sole 24 Ore, Ezio Manzini ragionava lucidamente sulle “Risorse progettuali centralizzate per servizi più vicini ai cittadini”. Quindi, i poli sono due, le risorse ed i cittadini. Dove e come allocare (ed anche “collocare”) le risorse in modo che creino il massimo benessere per i cittadini? La risposta è spesso centralizzare o, almeno, oggi come oggi, è scandaloso ritenere che non si debba farlo. Il problema si pone per chi è, o si ritiene che sia, alla periferia del sistema. L’analisi di Manzini è pregnante, nel senso di interrogarsi sulle strutture che verranno create per garantire l’assistenza sanitaria sul territorio e come combinare centralizzazione e localizzazione, dopo decenni di tagli che hanno colpito sempre la dimensione locale. Con un’espressione che trovo molto bella, parla di “adattare questi metaprogetti alle specificità locali”. Nell’ambito sanitario, si parla spesso di “strutture di prossimità”. Ma cosa sono? Esistono davvero? Sono soltanto mega-ambulatori? E le specificità locali, le eccellenze, come per esempio quella riconosciuta qui a Terni nella cura dell’epilessia, lo dico per esperienza personale, che fine fanno in questo fumoso discorso sulla prossimità? Non soltanto nel sistema sanitario, ma anche nell’ambito universitario, che conosco meglio, è un po’ così: dopo un periodo nel quale si pensava di portare le strutture più vicine ai cittadini, ora la tendenza si è chiaramente invertita. È un problema che angustia un po’ tutti noi che viviamo alla periferia di qualcosa, anche rispetto alla nostra Regione. Il centro fagocita e si ammanta di un certo alone di eccellenza non sempre giustificato. Questo oggi lo chiamano “efficientamento”, anche se non efficienta proprio niente, ma trasferisce solo i costi dal centro alle tasche dei cittadini periferici. Ma ammettiamo pure, per ipotesi, che le grandi strutture siano più efficienti, se non altro perché, in casi specifici, dispongono di apparecchiature più moderne e precise. Il nostro ruolo come cittadini diventa quello di ritrovare queste “specificità locali”, di cui parla Manzini, e quindi per prima cosa sapere che ci sono. Lo sappiamo davvero? Dicevo dell’epilessia, che colpisce oltre 500.000 persone all’anno soltanto in Italia, e siamo in molti anche qui. Ma sapete per esempio che a Terni ci si occupa anche di materiali ablativi, cioè quelli che il lancio di un satellite brucia salendo per entrare in orbita? E di satelliti abbiamo bisogno per le comunicazioni, per aumentare per esempio la copertura dei sistemi di orientamento, i GPS, di cui facciamo tanto utilizzo. Ma il discorso che mi interessava fare, è che molte volte le eccellenze sono ignote a noi stessi, e questo è un problema. Anche per questo non faccio nomi e luoghi delle strutture d’eccellenza, proprio perché è importante che le cerchiamo. E ce ne sono senza dubbio molte altre a me ignote, al lettore spetta di evidenziarle e, come meritano, di proteggerle. Perché a Terni in realtà succedono molte cose, ma sono più note fuori città che qui.

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