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Da dove vengono i rom di Latina F. Patrizi

Da dove vengono i rom di Latina Un ricordo di Antonio Pennacchi

Francesco PATRIZI In seguito alla bonifica dell’Agro Pontino ad opera del governo fascista, vennero create delle città per accogliere gli agricoltori che dovevano lavorare la terra, tra queste Littoria, oggi Latina, che venne popolata con l’esodo forzato di coloni veneti, friulani e ferraresi. Seguirono gli esuli giulianodalmati, a cui si aggiunsero negli anni i rimpatriati di Libia e Tunisia; l’ultimo flusso migratorio è stato quello proveniente dai paesi dell’est, dalla Polonia, dall’India, dal Pakistan e dal Bangladesh. Quando ancora c’erano le paludi, gli unici abitanti della zona erano i nativi dei monti Lepini e, a quanto pare, gli zingari che commerciavano animali. I rom di Latina sono più di 500, su una popolazione totale di circa 150 mila abitanti, dicono di provenire dall’Abruzzo, dove vendevano bestiame, mentre la loro leggendaria discendenza risalirebbe al 1400, quando regnavano in Egitto. La notizia ha un qualche fondamento storico. Nel 1422 si registra la presenza in Italia di tale Andrea, duca d’Egitto, cacciato dal re d’Ungheria insieme alla sua comunità (400 persone circa) con l’accusa di aver rinnegato la religione cristiana. Il duca era venuto in Italia con la sua truppa di accattoni chiedendo perdono al Papa; ottenuta una bolla di libera circolazione, era stato ospitato in varie città europee, dove il suo seguito non lasciò un buon ricordo. Questa abitudine a cambiare città continuamente caratterizzò la comunità, con problemi annessi che portarono, nel 1522, il governatore di Roma ad emanare un editto che proibiva loro l’ingresso in città. Lo storico Istvan Valyi, nel XVIII secolo, smentisce la provenienza della comunità dall’Egitto, forse si trattava dell’Epiro, situato tra la Grecia e l’Albania. L’ipotesi di Valnyi è che, intorno all’anno 1000, questa comunità venne cacciata dall’India all’indomani dell’invasione afgana. La migrazione la portò in Persia e nel Caucaso, da lì in Romania e in Epiro, da loro chiamato Egitto e da cui deriverebbe l’appellativo egiziani-zigani-zingari. Un’altra ipotesi identifica invece il primo nucleo rom nella setta eretica degli Athinganoi, cacciati dall’impero bizantino nel VI-VII secolo con l’accusa di stregoneria. Questa millantata cacciata dall’Egitto non ha portato fortuna ai rom, che sotto il Nazismo hanno condiviso con altri esuli, gli ebrei, la stessa sorte. Di sicuro i rom, in Italia, commerciavano bestiame sin dal 1500 e frequentavano le paludi pontine. Quando un abitante di Latina esclama “ma perché ‘nzene vanno, sti zingari?”, bisognerebbe spiegargli che i rom ci stanno da molto prima di lui. Antonio Pennacchi, scrittore e studioso di Latina scomparso questa estate, autore del celebre romanzo Canale Mussolini, nel convegno La transumanza nel Lazio Meridionale (tenutasi il primo dicembre 2019) ha ricostruito questa vicenda; l’intervento è pubblicato nel numero 6/21 della rivista Limes.

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