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Asteroide Sapiente E. Squazzini
Viviamo in un mondo che cambia
L’Asteroide SAPIENTE
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Enrico SQUAZZINI
La distruzione legata all’impatto di asteroidi non è un fenomeno nuovo sulla superficie del nostro pianeta. Durante il suo passato geologico la Terra è stata letteralmente bombardata e con una frequenza praticamente impossibile da immaginare dato che le cicatrici sulla superficie solida, ossia i crateri, sono state obliterate dai processi erosivi. Del resto questi, prima o poi, spianano e cancellano tutte le forme superficiali precedenti rinnovando costantemente la geomorfologia. Se proprio vogliamo farcene idea possiamo dare un’occhiata alla superficie del nostro satellite naturale, la Luna, dove in assenza totale di erosione non esiste area che non sia occupata da crateri da impatto. Per la verità, sulla Terra si può avere contezza del fenomeno in modo indiretto, attraverso gli effetti che l’impatto di un corpo celeste è in grado di provocare sugli organismi viventi. L’esempio più famoso e che ormai tutti conoscono è quello che ha visto coinvolti i Dinosauri e molti altri gruppi di organismi, marini e continentali, alla fine dell’Era Mesozoica intorno ai 63/65 milioni di anni fa. Questi andarono incontro all’estinzione per una concatenazione di L’opera di monitoraggio di eventi ambientali fra cui la corpi celesti vaganti per il più suggestiva fu, appunto, l’impatto di un grande Sistema Solare non evidenzia asteroide. È presumibile che la possibilità che possano le conseguenze dell’arrivo del verificarsi impatti di vasta portata per il prossimo futuro. corpo celeste costituissero soltanto il colpo di grazia nel quadro di una situazione che per molti gruppi, forse per tutti quelli implicati, era divenuta insostenibile a causa dei profondi cambiamenti climatici ed ambientali in atto già da tempo. Attualmente l’opera di monitoraggio di corpi celesti vaganti per il Sistema Solare, condotta costantemente da astronomi specializzati, non evidenzia la possibilità che possano verificarsi impatti di vasta portata per il prossimo futuro. Eppure noi, che amiamo non farci mancare nulla, nonostante non si intravedano all’orizzonte pericoli immediati siamo piuttosto bravi a procurarci i problemi con le nostre stesse mani. Non a caso, abbiamo imbastito una condizione la cui natura è del tutto diversa rispetto allo schianto di un “masso” spaziale ma che sta arrecando modificazioni così profonde all’ecosistema globale da potersi confrontare con gli stessi effetti provocati dalla caduta di un enorme corpo celeste, e forse anche di più. Siamo noi stessi, con le nostre molteplici attività, ad impersonificare la “roccia cosmica”. Non è tanto il numero di queste attività ma, piuttosto, sono i modi in cui le svolgiamo a deturpare l’ecosistema in modo irreversibile. Le concentrazioni anomale di gas ad effetto serra che continuiamo ad immettere in atmosfera ne modificano i parametri chimici e fisici destabilizzando lo stato di equilibrio dinamico in vigore fino ad oggi, tant’è che l’estremizzazione dei fenomeni climatici è solo una parte delle reali conseguenze che possono derivarne. Le modifiche che induciamo nell’ecosistema, fra occupazione di spazi vitali sottratti agli altri organismi, inquinamento che rende altri spazi invivibili perfino a noi stessi e modificazione della copertura vegetale, inducono anticipatamente molti gruppi sull’orlo dell’estinzione, senza considerare tutti quelli già estinti sempre per colpa nostra. Insomma, mi sembra piuttosto chiaro quale possa essere il giusto appellativo in grado di riflettere le ripercussioni indotte in seno all’ecosistema dalle nostre scellerate attività e nell’arco di appena qualche centinaio di anni. Un asteroide sapiente sembra proprio il termine adatto. Dovremmo interrogarci seriamente sul tipo di pianeta che intendiamo consegnare nelle mani delle giovani generazioni.