La Pagina Umbria maggio 2016

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Numero 21 Maggio 2016 Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

Diritti Umani: La Pagina in Norvegia

• Civile • Lavoro • Famiglia

Corso del Popolo n. 26 - Terni

Lo studio si è trasferito in Telefoni: 0744/58149-58140 Fax: 0744/420166

• Infortunistica • Previdenziale • Commerciale

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2016

Aprile

Anche il mouse è superato Loretta Santini

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Aprile dolce dormire... Fabrizio de Silvestri

10 La Poligamia e le Corna Vincenzo Policreti

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La disabilità e lo sport Polisportiva sociale Baraonda

17 Grand Hotel Europa Progetto Mandela

LA PAGINA UMBRIA Mensile di attualità e cultura Registrazione n. 2/2014, Tribunale di Terni

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Pippo Madè Franca Calzavacca

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Redazione: Terni, Via Anastasio De Filis 12 Tipografia: Federici - Terni

Danni da colpa medica DISTRIBUZIONE GRATUITA Direttore responsabile Alberto Mirimao Direttore editoriale Giampiero Raspetti Grafica e impaginazione Francesco Stufara

Intervista all' avv. Paolo Crescimbeni

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Editrice Projecta di Giampiero Raspetti 348.2401774 info@lapagina.info lapagina.redazione@gmail.com Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.

respublica Liceo Classico

Ottica Molica...............................................pag. 3 PM4 Arredamenti...................................pag. 7

Diritti Umani: La Pagina in Norvegia

La legge sulla poligamia.................pag. 8

Arve Konnestad

Programma

Ass. Culturale La Pagina............................pag.

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Settimana nazionale della bonifica DOVE TROVARE LA PAGINA

TERNI Associazione La Pagina - Via De Filis; AZIENDA OSPEDALIERA Santa Maria; ASL - V. Tristano di Joannuccio; CRDC Comune di Terni; INPS - V.le della Stazione; Libreria ALTEROCCA - C.so Tacito; IPERMERCATO CONAD di Via Montefiorino; Innumerevoli negozi del centro città e della periferia di Terni e tutti i paesini e i borghi intorno alla città.

Consorzio bonifica Tevere Nera............pag. 12

Misericordia di Terni............................pag. 14 ITIS..........................................................................pag. 19 Conad...................................................................pag. 24

www.lapagina.info www.issuu.com/la-pagina



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Bambini digitali e generazione touch

Anche il mouse è superato Loretta Santini

L

’osservazione di bambini, anche piccolissimi a contatto con computer, telefonini, tablet, smartphone e altri congegni “meravigliosi e diabolici”, mi ha indotto a fare alcune riflessioni e, soprattutto, mi ha portato indietro nel tempo. Io ho cominciato a usare il computer non appena giunto sul mercato: era ancora elaboratissimo, pesante, con memoria limitata a soli 11 Mb, ma era una rivoluzione che ho accolto con entusiasmo. Venivo dalla Lettera 32, amica fedele e costante di tanti libri scritti insieme. La prima volta che lo usai, mio figlio mi diede i primi rudimenti che mandai a memoria: per aprire un documento dovevo scrivere “D” (documento appunto); control KD per salvare e control KS per salva e continua. Per memorizzare su dei giganteschi floppy disk dovevo scrivere una sequenza di dati (ricordo solo che cominciavano con copy) che appuntai su un foglietto per non dimenticarli. Sì, un foglietto attaccato con il nastro adesivo perché non esistevano i favolosi, onnipresenti e risolutivi post-it. Non ero tecnologica: lo sono diventata man mano con un’applicazione continua e testarda, tanto che ho imparato diversi programmi anche di grafica e impaginazione. Sono anche passata dal PC al Mac con timore reverenziale. I computer non erano ancora nelle scuole ed io, da insegnante, ne auspicai fermamente l’utilizzo, quando ancora molti pensavano che non era poi tanto differente dalla macchina da scrivere. Non c’erano i telefonini, ma appena usciti, ne volli uno perché mi dava sicurezza se ero fuori casa. Era pesante, ingombrante, ma era un amico fedele. Ora tutto è semplificato: basta trascinare l’icona dove serve e il gioco è fatto, basta spingere un pulsante e tutto è memorizzato e archiviato.

Oggi è superato anche il mouse! E siamo al punto della questione. Osservo mio nipote che non ha ancora 4 anni. Non sa leggere e scrivere, ma sa accendere il telefonino, mettere il pin, sa aprire diverse schermate, sa giocare e vincere; sa usare il computer navigando su Google e You tube, scegliere la canzoncina o il cartone animato, cambiare, alzare il volume, fare foto e filmati. Osservo le dita -una nuova gestualità- che scorrono veloci compiendo gesti che io ancora eseguo in maniera incerta come se quel dispositivo fosse un mostro che potrebbe riservare sorprese e con il timore di fare un gesto che possa compromettere il programma. Come mio nipote sono tanti bambini e soprattutto i giovani. È un altro mondo. C’è una capacità di gestire la tecnologia che mi sorprende. È la generazione touch, quella che con il gesto di un dito si apre su un vasto mondo di conoscenze, di contatti, di giochi, a confronto della quale sento la mia mente arrugginita e la capacità di apprendimento limitata. Tutto questo mi porta a fare alcune riflessioni. Naturalmente la maggior parte delle persone critica ferocemente queste tecnologie definendole diaboliche; altri -in verità pochine evidenziano i vantaggi. A tutti costoro vorrei dire che le tecnologie non sono di per sé buone o cattive: è il loro utilizzo che ne fa la differenza. Mi hanno colpito le considerazioni di uno studioso che ha evidenziato come l’evoluzione della tecnologia e i dispositivi tattili influiscano con il nostro cervello -quante sinapsi nuove si creeranno, quante mappe neuronali!- favorendone l’interazione con il mondo circostante: questa evoluzione è paragonabile alla rivoluzione operata dall’homo primitivo quando, unendo il pollice e l’indice, acquisì quella manualità che fu alla base del suo progresso e dell’interazione sempre più efficace con il mondo circostante. Un tablet, un computer può diventare -anzi è sicuramente diventato- uno strumento didattico importante e soprattutto un modo per interagire col mondo. A questo proposito faccio solo un esempio che però è calzante e importantissimo: l’uso di questa tecnologia per i bambini autistici. Per non parlare

poi dell’apprendimento veloce e anche giocoso dell’alfabeto o della matematica e, soprattutto, per sviluppare la creatività. La critica che una di queste tecnologie isoli il bambino dal mondo è valida quanto fare un disegno con un pennarello. Sicuramente è più passiva la televisione (quanti genitori hanno depositato i figli davanti ai cartoni animati per poter lavorare o riposare!), non certo internet che ti permette di interagire con il mondo. Dopo quanto detto mi faccio alcune domande. La scuola è adeguata a questi cambiamenti? È vero, nelle scuole sono entrati i computer. Ma i metodi di insegnamento sono cambiati? Tengono conto di questa inevitabile -per fortuna- evoluzione delle sinapsi del cervello? Molti ragazzi -lo rivela un recente studiooggi sanno scrivere spesso soltanto tante lettere quante ne entrano in un messaggio del telefonino. Usano abbreviazioni che cambieranno la lingua italiana. Un esempio: la “x” per abbreviare “per”, la “k” per il “ch” e tutto uno slang e simboli che accorciano il messaggio. Possiamo criticare questo, ma dobbiamo tenerne conto, come dobbiamo rallegrarci della ricchezza di informazioni e di possibilità che tali tecnologie ci forniscono. Ebbene, mi ripeto, la scuola è adeguata a questo? Certo è fondamentale fornire le strumentalità di base (leggere, scrivere, far di conto, come si diceva una volta) e soprattutto la capacità di comprendere, analizzare, sintetizzare e quindi formarsi uno spirito critico o quel metodo che porta ad affrontare qualunque problema e situazione. Allora: proibisco l’uso di queste tecnologie o le piego alla mia utilità, a conoscere, comprendere, analizzare, confrontare? I libri hanno ancora senso o piuttosto insegno a navigare in internet, a discernere le notizie, a verificarle? Il supporto cartaceo può essere limitato (povere case editrici!) o lo ritengo insostituibile come quel giudice che ha affermato che non usa il computer perché non può sottolineare (invece si può fare tutto: sottolineare, evidenziare) e non può fare l’orecchietta per tenere il segno!? Io sto con il computer e, se ce la faccio, abbandono il mouse.


Maggio 2016

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ACLI SERVICE TERNI SRL

Le Nostre Sedi: TERNI Via M. Carbonario, 16 0744.432174 ORVIETO Piazza Monte Rosa, 56 0763.302461

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ORVIETO Piazza Angelo da Orvieto, Circolo ACLI 0763.393431


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Aprile dolce dormire… Fabrizio de Silvestri

Aprile dolce dormire…così dice un proverbio di saggezza popolare ma non sempre è così. L’intero scorso mese di aprile infatti noi lo abbiamo trascorso indaffarati a presentare il protocollo “seventostand” negli Stati Uniti e a preparare una conferenza internazionale che si terrà a Craiova(Romania). Oggi, mentre sto scrivendo queste poche righe per “la Pagina”, abbiamo preparato due articoli scientifici che dimostrano rispettivamente come i risultati dati dalla combinazione farmacologica da me brevettata abbia avuto esiti positivi in tutti i soggetti trattati il primo e quale sia a livello chimico l’interazione farmacologica tra le varie sostanze, idonea a generare un effetto non solo neuro protettivo ma addirittura sia idonea a ridurre gli effetti della malattia. Nello scorso mese devo dire che ho avuto modo di confrontarmi con esito positivo con svariati medici americani, i quali mi hanno sostenuto anche nel riuscire a dar vita ad una struttura votata al sostegno e il miglioramento della qualità di vita nei pazienti affetti da malattie neurologiche in una località che pare uscita da una favola, Mashpee, Cape Cod, zona balneare sull’oceano immersa nel verde. Il fatto di aver speso tante energie nella ricerca di una soluzione accettabile per aiutare chi, come me, è affetto da una malattia così debilitante come la sclerosi multipla, pare essere stato ricompensato non solo dai risultati ma anche dall’attenzione che(purtroppo all’estero) siamo riusciti ad attrarre. La soddisfazione è data anche dall’aver a dimostrato come la ricerca da noi svolta sia stata non solo esasperata ma anche scientificamente corretta, fattore senza il quale non avremmo potuto pensare ad una pubblicazione su una peer review né di essere chiamati come keynote speaker ad una conferenza di portata internazionale. Per essere riusciti a giungere a tanto devo dire che

fondamentale è stato il supporto di tutti coloro che hanno gravitato intorno al nostro centro di ricerca e tanto ci hanno dato senza nulla pretendere. Ovviamente mi auguro di essere in grado di sviluppare ulteriormente non solo le teorie ma anche le pratiche cliniche. E dulcis in fundo, proprio mentre temevo di dover abbandonare l’avventura italiana a favore di quella ben più promettente oltreoceano, il dottor Pierluigi Proietti mi ha confermato ulteriormente la sua grande apertura mentale, lasciando spazio alla diffusione ulteriore del protocollo da me ideato, volto al miglioramento della qualità della vita nei pazienti affetti dalla sclerosi multipla.



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La legge sulla poligamia La recente legge che liberalizza finalmente la poligamia, approvata a larga maggioranza con la sola astensione dei Veterocattolici, conclude una lunga epoca di lotte contro l’oscurantismo e per la civiltà. Chi, come chi scrive, è molto anziano, ricorda qualcosa che ai più potrà forse apparire bislacca: l’introduzione del matrimonio omosex non ebbe affatto la via spianata, ma dovette subire, per incredibile che possa oggi apparire, aspri contrasti non solo per quanto riguardava il problema dei figli (poi felicemente risolto con l’abolizione della filiazione naturale) ma proprio per il fatto stesso che il matrimonio tra persone dello stesso sesso, a quell’epoca, pareva, chissà perché sconveniente. Correva il lontano 2016. E tuttavia anche i meno anziani ricordano che la legge sulla poligamia non ebbe affatto vita facile come oggi sembrerebbe ovvio: a contrastarla era non tanto una norma del codice penale italiano che considerava reato persino la banale bigamia (!), norma disapplicata nella pratica giudiziaria da decenni, quanto da un lato l’ambiente femminista che –incredibilmente– la considerava un pericolo per l’uguaglianza della donna, anziché, come poi si è visto, un colpo mortale e definitivo al Maschilismo storico; ma dall’altro era poi tenacemente avversata anche dagli ambienti religiosi cattolici, protestanti e persino ebraici, ai quali allora pareva che tanto nella Bibbia quanto nel Vangelo non vi fossero precedenti che l’autorizzassero. Il che, se è vero per il Nuovo testamento, è falso per il Vecchio (s’erano scordati di Salomone?). Quanto ai Musulmani, a quei tempi in

netta minoranza in tutte le regioni italiane, essi erano tenuti in disparte perché ritenuti, nonostante la loro proverbiale mansuetudine, pericolosi. La loro antica tradizione era poligamica, tuttavia alcuni Stati, come la Tunisia, per il timore di non essere al passo con i tempi, l’avevano abolita sulla falsariga degli stati europei e americani che, più che non praticarla, non la conoscevano e che perciò l’avversavano. Può apparire strano, ma che l’uomo, benché sapiens, avversi ciò che non conosce è cosa vecchia quanto i secoli: soltanto una manciata di decenni fa, la provvidenziale immigrazione dei popoli extracomunitari a molti pareva da evitare come la peste con leggi, muri e altre consimili corbellerie. Che un giorno l’Italia potesse, come poi è ovviamente accaduto, avere un Presidente proveniente dal Ciad e un Presidente del Consiglio siriano, non lo immaginava nessuno; e ciò, malgrado la Chiesa cattolica, come sempre in anticipo sui tempi, avesse avuto, già da tempo, papi polacchi, tedeschi e argentini. Soltanto con la perdita di centralità del matrimonio tradizionale, travolto dalle nozze omosessuali, dai figli in provetta e da tutto l’avanzare della civiltà, si è potuta finalmente riconoscere l’assurdità del reato di bigamia (bastava avere anche due soli coniugi per incorrervi!), la cui abolizione, nell’ormai lontano 2026, ha spianato la strada alla legge recentemente approvata con la quale è caduta finalmente l’ultima, oscurantista barriera alla libera espressione delle scelte individuali in materia sessuale (visto tra l’altro che tutte le altre scelte

individuali sono state, una dopo l’altra, giustamente soppresse). Con la nuova legge, approvata dal Consgov (Consiglio del Governo, che da tempo ha sostituito l’obsoleto Parlamento e le sue assurde pretese di rappresentanza popolare) si è finalmente consentito a chiunque, uomo o donna, etero od omosessuale, di prendere legittimamente con sé un numero di coniugi il cui unico limite, con norma di derivazione coranica, è di natura economica. Con questa legge si intende relegare nella soffitta delle anticaglie il concetto di tradimento, con quello strettamente collegato di corna, antichissimo punto di forza del Maschilismo storico (cfr. Otello di Shakespeare). Importante conseguenza ne sarà la caduta totale dei cosiddetti delitti d’onore, già in diminuzione dal tempo in cui la pratica, come suole avvenire nel nostro Paese, aveva ampiamente diffuso una poligamia di fatto, dove donne o uomini, in assoluta parità, tenevano tranquillamente con sé tutti i partner amorosi e sessuali che volevano, senza che più nessuno gridasse allo scandalo. Con la legge recentemente approvata e con il nuovo concetto giuridico di genitorialità collettiva si chiude un periodo di lotte per la civiltà che porta finalmente il nostro Paese al livello di tutte le altre Dittature Economiche Illuminate d’Europa le quali, da quando si è capita l’assurdità del concetto di democrazia, regolano, in ferreo e perfetto ordine, la felicità dei cittadini, al di là delle volontà, spesso illogiche, infantili e contraddittorie, dei cittadini stessi. Quisque De Populo jr.


Maggio 2016

la Poligamia e le Corna Vincenzo Policreti

Negli anni ’50 l’Espresso (allora aveva il formato di una federa) riportò, con tanto di foto, l’intrigante vicenda di un muratore siciliano di mezza età, che viveva more uxorio, con otto donne. I vicini, colti da quegli impulsi, così spesso coincidenti, che sono la morale e l’invidia, denunciarono la cosa alla polizia che intervenne in forze (...ed arrivarono quattro gendarmi con i pennacchi e con le armi…ricordate?). Catturarono il malfattore e lo portarono in commissariato. E là lo rilasciarono (immaginiamo, con scorno dei vicini) in quanto le donne testimoniarono concordemente che avevano accettato tutte quella situazione e che non erano state né raggirate né coartate; che l’uomo le trattava tutte bene e con equità e non faceva mancar loro nulla; che erano libere di andarsene quando volevano, ma che a nessuna di loro ciò passava per l’anticamera del cervello perché stavano bene tanto con lui quanto tra loro. Fu, assai probabilmente, il primo caso italiano di poligamia. Resterà l’ultimo? Probabilmente no. L’arrivo di frotte di migranti è ancora guardata con diffidenza e ostilità; ciò oltre che ingeneroso e ingiusto è inevitabile, ma solo nel primo periodo. Giacché una volta stabilizzato il fenomeno i nuovi popoli entreranno in un processo di integrazione culturale (quella vera, spontanea, non quella forzata da sia pur meritevoli enti benefici). Tuttavia un processo di integrazione non avviene mai a senso unico: anche noi ci integreremo con i nuovi arrivati e la loro cultura. E sarà allora che la cosa diventerà interessante. Infatti ci troveremo a confrontarci non solo con abiti e cibi nuovi (questo avviene già), ma con usi e costumi radicalmente diversi dai nostri, che costituiranno una scommessa per il nostro avvenire. Proprio come avvenne ai Romani quando s’imbatterono nei Greci e viceversa. Una delle scommesse, oggi neppure ipotizzabile, con la quale

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probabilmente dovremo fare i conti sarà la poligamia. Parlare di poligamia è quasi blasfemo per noi. Ma sta di fatto che nel mondo la poligamia è stata e in parte è ancora praticata da persone che diverse da noi sono non biologicamente, ma solo culturalmente. E dove un fenomeno è solo culturale, esso può venir messo in discussione in qualsiasi momento, giacché se la biologia per le sue mutazioni necessita di tempi biblici, la cultura può essere capovolta nel giro di qualche anno: si pensi al brevissimo tempo che è servito per far sì che le nozze omosessuali passassero dall’assoluta inammissibilità all’accettazione pacifica perfino dei cattolici. E che diranno gli stessi cattolici quando vedranno profilarsi la poligamia? E’ facile prevedere che i conservatori faranno fuoco e fiamme mentre i progressisti troveranno nella Bibbia (e forse, con un certo sforzo, anche nel Vangelo) motivi per dire che sì, insomma, in fondo... ecc. Giacché occorre ammettere, anche se ancora obtorto collo, che la poligamia (attenzione: comprensiva tanto di poliginia quanto di poliandria, su questo non si discute) porterebbe a soluzione problemi che la nostra civiltà si porta dietro da sempre. Tanto per cominciare l’enorme problema del tradimento, incubo sempre strisciante: Pirandello era ossessionato dalle corna, filo conduttore del suo teatro. Nel momento in cui passasse il principio che un soggetto può aggiungere, senza scandalo, un partner ad un altro, la gelosia subirebbe un fiero colpo; e con esso il concetto connesso di corna, che si tentò di eliminare nel ‘68 per via ideologica col risultato che sappiamo. D’altronde la gelosia nasce dal principio di unicità del partner, il quale a sua volta nasce, in larga parte anche se non solo, dalla necessità di dare certezza alla paternità. Ma questo principio ha già, di fatto, iniziato a sgretolarsi con il diffondersi delle adozioni, istituto di diritto romano, che quindi non c’è affatto estraneo. La poligamia porterebbe quindi all’affermarsi di una famiglia cooperativa, una specie di clan, in luogo di quella nucleare, riportando su base totalmente nuova caratteristiche dell’antica famiglia patriarcale, nella quale non mancavano problemi, ma in cui il senso di solitudine e di inefficacia che ci minaccia tutti (e che tanto comodo fa al potere) era assente. Un’Europa poligamica? Hai visto mai?..


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DIVERSABILI e lo

Sport

PRESENTAZIONE DELLA POLISPORTIVA SOCIALE

BARAONDA “ONLUS” Proseguendo nella trattazione dello sport per DIVERSABILI, si vuol dare atto allo sport ternano veramente e meritatamente impegnato in questo ambito dello sport, presentando la storia e l’attività che svolge la Polisportiva Sociale Baraonda, che quest’anno ha festeggiato i suoi 15 lunghi anni di intensa attività, attraverso lo scritto del suo presidente Mauro Nannini. Da un'idea della Cooperativa sociale Actl, sin da subito sostenuta dalla Asl n. 4 e dal Comune di Terni, e successivamente dalla Provincia di Terni e dalla Regione dell’Umbria, nasce, nell’aprile 2001, la Polisportiva Sociale Baraonda, con l’obiettivo di favorire la pratica dello sport per persone che per vari motivi vengono emarginate dai circuiti sportivi ufficiali. Nel gennaio 2005 la polisportiva ha ottenuto l’iscrizione all’albo regionale delle Onlus, n. 460 sett.1. e, dal 2007 è iscritta alla Ce.S.Vol della Provincia di Terni. Gli sport esercitati in prevalenza sono calcio, pallavolo e Tennis-Tavolo, ma vengono praticati anche le bocce, la mountain bike e il tennis, seppur con meno frequenza. La maggioranza dei soci è formata da persone che vivono un disagio psico-sociale, inserite in strutture residenziali o assistite sul territorio dal servizio d’igiene mentale. Partecipano agli allenamenti e alle varie manifestazioni gli operatori delle strutture gestite dalla Coop. Sociale Actl, infermieri del servizio d’igiene mentale, volontari, amici e familiari. Gli allenamenti delle squadre di calcio e pallavolo si svolgono con cadenza settimanale. Attualmente i soci che praticano attività sportiva sono trenta, con partecipazione costante alle varie fasi di allenamento e campionato. I risultati ottenuti in questi anni sul versante della prevenzione sono significativi, in quanto i circa 150 soci che hanno frequentato la polisportiva in vario tempo, hanno diminuito considerevolmente situazioni di TSO pari al 90%, decrementando, sotto la visione dei medici e specialisti di riferimento, l’assunzione di farmaci. Lo sport chiaramente svolge importanti funzioni, raggiungendo tutte le classi sociali e tutti i gruppi d’età della popolazione, è uno strumento essenziale di integrazione sociale e di educazione alla pace per tutti gli individui del mondo, soprattutto per ciò che riguarda l’assunzione di responsabilità che passa attraverso la componente partecipativa. Sotto questo aspetto, lo sport consegue il suo fine quando insegna, educa a maturare e,

in questo caso maturare significa ammettere i propri limiti, costruire il successo sulla fatica fisica, confrontarsi con gli altri con spirito critico e senza considerare l’avversario un nemico da offendere e umiliare. Soggetti che per anni hanno vissuto situazioni di marginalità, legati alla patologia, si sono trovati nelle condizioni di essere protagonisti di momenti legati al gioco, riappropriandosi di situazioni legate ad un protagonismo attivo. Ancora, per favorire i processi di inclusione, la Polisportiva è socia fondatrice dell’Anpis (Associazione Nazionale delle Polisportive per l’ Integrazione Sociale), che raccoglie sul territorio nazionale circa 100 polisportive e che delinea, attraverso i coordinamenti regionali, le attività di tutte le polisportive che insieme decidono le linee guida per l’intero movimento. Inoltre, la polisportiva Baraonda ha anche avuto, in questi anni, un ruolo importante nella creazione del Coordinamento regionale Anpis Umbria, attraverso il suo Presidente che è stato Vicepresidente nazionale Anpis, Presidente regionale Anpis, e dal dicembre 2015 Presidemte Nazionale Anpis. Attualmente in Umbria ci sono 6 polisportive, sparse su tutto il territorio regionale, frutto di un lavoro che ha intrapreso la polisportiva Baraonda, unitamente alla polisportiva Tartaruga di Orvieto nel 2014. Per finire, la Polisportiva Baraonda, in questi 15 anni, ha creato importanti sinergie con società sportive dilettantistiche che operano nel territorio cittadino: rispetto al calcio la collaborazione è con l’Olympia Thyrus, per la pallavolo con la Colleluna volley e la Volley School San Martino, per la mountain bike

con A.S.D Blob Service, per le bocce con la Polisportiva Boccaporco, per il Tennis-tavolo con l’Asd TT Campomagggiore Terni. In tutti i casi, le attività della polisportiva Baraonda si intersecano con quelle delle società sopra citate: allenamenti, campionati, partite, feste, manifestazioni, il tutto vissuto in un clima di scambio reciproco e rispetto assoluto delle diversità, sotto il motto: VOGLIA DI METTERSI IN GIOCO, LIBERI DI GIOCARE. ATTIVITÀ SVOLTE Nei 15 anni di vita della Baraonda le manifestazione sono state tante, di seguito ne elenchiamo le più importanti: • 8 edizioni del trofeo Baraonda di calcio e pallavolo; • 13 partecipazioni alla manifestazione nazionale “SOTTOSOPRA”; • 9 campionati Anpis Umbria di calcio e pallavolo; • 4 edizioni dello Street Soccer; • 3 edizioni del “Marco Cavallo” a Trieste; • 2 edizioni del trofeo “Aurora” a Prato; • 3 campionati interregionali di calcio Umbria- Marche; • 1 edizione del terzo tempo Umbria in gioco; • 4 edizioni di “insieme si può fare gol”; • 5 edizioni di “S-Boccia l’ amicizia”; • 4 edizioni di “Polino nel pallone”; • 3 edizioni della “Tribù del calcio” 24 h di calcio a 5; • 1 partecipazione al “Patassariba” in Argentina; • 1 partecipazione al progetto “Leonardo” in Belgio.


Maggio 2016

Programma ASSOCIAZIONE MOSTRA

TUTTI I MARTEDÌ ore 17.00 a cura di Vittorio Grechi

di Miriam VITIELLO

RIUNIONI SCIENTIFICHE CON ARGOMENTI A RICHIESTA

Giovedì 12 MAGGIO 2016 ore 17.00 a cura di Paolo Casali

DAL SOLE ALL'ORA DEGLI OROLOGI

Sabato 14 MAGGIO 2016 ore 17.00

L'Associazione Culturale "La Pagina" Presenta

II° Meeting Olii Puri Terapeutici

Relatrice Alessia Zazza

II° Meeting OLII PURI TERAPEUTICI L'alternativa naturale per la salute e l'armonia

Giovedì 19 MAGGIO 2016 ORE 17 VERNISSAGE - Reading di Renzo Segoloni con le note di Lucia Di Veroli al violino e Paolo Mariani al pianoforte.

L’alternativa naturale per la salute e l’armonia Come possono influire sul benessere e sull’equilibrio psico-fisico Relatrice: Alessia Zazza

Sabato 14 Maggio 2016 ore 17,00 Via De Filis n. 7 – 05100 TERNI INGRESSO LIBERO

Venerdì 20 ore 18 Presentazione libro "Vestito blu" Sabato 21 ore 17 "Thè alla menta e .. " Domenica 22 dalle 16 alle 20 Mostra Aperta Martedì 24 ore 18.30 Conferenza di V. Grechi Mercoledì 25 ore 18.00 FINISSAGE

Venerdì 20 MAGGIO 2016 ore 18.00 PER NON DIMENTICARE presentazione del Libro VESTITO BLU

di Antonio Pecorelli

Partecipano Fabio Pecorell, Agnese Pecorelli, Francesca De Merulis, Ivan Tanderi, Renzo Segoloni, Rufus. "1960-1980. Dentro questo nostro campare ho tentato questi Sonetti. Vent'anni di Sonetti tribolati per imparare ad essere semplici". Antonio Pecorelli

Associazione Culturale La Pagina - Terni, Via De Filis 7 0744.1963037 - 393.6504183 - 348.2401774

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CONSORZIO DI BON Piazza E. Fermi 5 - 05100 Terni Tel. 0744. 545711 Fax 0744.545790 consorzioteverenera@pec.it teverenera@teverenera.it - www.teverenera.it

SETTIMANA NAZIONALE

È partita sabato 23 per terminare il 30 aprile, la Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione del 2016, cofinanziata quest’anno dalla Commissione Europea con il tema “DALL’EUROPA, ENERGIE PER LA CRESCITA E LA BELLEZZA DEI TERRITORI ITALIANI”. Sono decine gli eventi organizzati in tutta Italia, per informare i cittadini sull’attività dei Consorzi di bonifica ed irrigazione. La finalità è quella di comunicare ai cittadini l’importanza della difesa idraulica del territorio ed i benefici della irrigazione, richiamando l’attenzione, anche delle istituzioni europee, sull’importanza dei consorzi. Ciò al fine di creare una corretta percezione della loro importanza nell’ambito della tutela e conservazione ambientale. È giunta alla sua 16esima edizione, la Settimana nazionale della bonifica e dell’irrigazione, promossa dall’Anbi (Associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue). “Anche quest’anno -ha affermato Massimo Manni, Presidente del Consorzio Tevere Nera- cogliamo l’occasione per informare i cittadini riguardo le attività dell’ente svolte quotidianamente al servizio della nostra comunità”. Denso il programma di iniziative: apertura con l’inaugurazione della mostra ospitata al Museo Diocesano con i lavori delle scuole partecipanti al “Progetto Sorella acqua”. Oltre tremila studenti anche quest’anno si diplomeranno “Sentinelle dell’ambiente”. Dal 23 al 25 aprile, il Consorzio è stato presente con un proprio stand ad "Agricollina" a Montecastrilli. Durante la settimana gli alunni delle scuole primarie hanno visitato il fiume Nera, mentre gli alunni delle materne e primarie sono stati accompagnati a Molino Silla di Amelia. Venerdì 29 Aprile presso l’ITIS di Terni, il convegno sul tema "Acqua e Territorio", che ha visto la partecipazione –tra gli altri– dell’assessore regionale Giuseppe Chianella e del presidente della Camera di commercio di Terni Giuseppe Flamini. Con tale Convegno si è affermata la collaborazione del Consorzio con il mondo della scuola. Sono stati presentati infatti dei progetti realizzati dai ragazzi dell’ITIS, del Liceo Scientifico in collaborazione con il polo Universitario di Terni. Il consorzio si pone quindi come riferimento formativo per gli studenti ternani. “Quest’anno –ha precisato Massimo Manni, Presidente del Consorzio Tevere Nera– ci siamo impegnati per la diffusione di un moderno modello culturale per quanto attiene l’ottimizzazione


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IFICA TEVERE NERA DELLA BONIFICA 2016 della risorsa idrica in agricoltura attraverso, ad esempio, la promozione del sistema irriguo Irriframe. La disponibilità dell’acqua è un elemento vitale per la valorizzazione del territorio, non solo agricolo”. Diversi studi hanno evidenziato come l’agricoltura irrigua migliori il reddito delle aziende rurali, incrementandone i livelli occupazionali ed innalzando il valore medio per ettaro coltivato. L’irrigazione, quindi, arricchisce e stabilizza l’economia agricola, riducendone la dipendenza dall’andamento climatico. Garantisce inoltre benefici di natura ambientale, come: il ripristino delle falde acquifere, la conservazione del paesaggio, la riduzione del rischio idrogeologico, il monitoraggio del territorio, la qualità della produzione alimentare. “Al valore economico rappresentato dall’irrigazione –chiosa Massimo Manni– vanno aggiunti i circa 50.000 posti di lavoro, che si

potrebbero creare dall’attuazione del Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico elaborato dall’ANBI: circa 3.300 interventi per oltre 8.400 milioni di euro”. Quotidianamente circa 7.000 dipendenti dei Consorzi di Bonifica lavorano al fine di trasformare la preoccupazione per l’acqua, in opportunità occupazionale.” L’Anbi è da tempo impegnata nell’ottimizzazione della risorsa idrica in agricoltura. Lo sviluppo del sistema esperto irriguo Irriframe è una testimonianza concreta, riconosciuta a livello internazionale. L’obiettivo della Settimana della Bonifica, precisano dal Consorzio, è stato quello di "consolidare una cultura diffusa sul tema acqua che, seppure presente nella coscienza dei singoli, non riesce ancora ad essere protagonista nelle politiche del Paese. Il made in Italy agroalimentare dipende dalla disponibilità d’acqua, “trasportata” da circa 135.000 chilometri di canali e condotte tubate, che servono oltre 3.365.000 ettari. È indispensabile, pertanto, il riavvio del Piano Irriguo Nazionale. Senz’acqua non può esserci agricoltura di qualità".

Orario di apertura al Pubblico Lunedì – Venerdì dalle ore 8,30 alle 12,00 Mercoledì dalle ore 15,30 alle 17,00

Premiazione Progetto

“Sorella Acqua”

A conclusione della Settimana Nazionale della Bonifica e della Irrigazione nel pomeriggio di sabato 30 aprile, presso il sagrato di Piazza Duomo a Terni, il Consorzio di Bonifica Tevere Nera ha premiato i lavori delle scuole che hanno partecipato al progetto educativo “Sorella Acqua”. Tanti bambini e bambine in festa. Tanta vita e gioia con le scolaresche, i genitori e gli insegnanti. Il presidente del Consorzio Massimo Manni, unitamente al direttore Carla Pagliari ed al Vescovo Piemontese hanno premiato le scuole partecipanti, laureando le nuove “Sentinelle dell’Ambiente”. Quest’anno scolastico oltre tremila gli studenti che hanno seguito le lezioni tenute dai tecnici del Consorzio sull’ambiente e la difesa idraulica del territorio. Queste le scuole che hanno vinto : Scuola Materna 1° classificato: Scuola infanzia “G.Rodari” – Narni Scalo 2° classificato: Scuola infanzia Castel dell’Aquila sez. E ed F 3° classificato: Scuola infanzia Marzabotto Scuola Primaria 1° classificato: Scuola XX Settembre sez. 3A e 3B 2° classificato: Scuola “ S. Pertini “ sez. 4A- 4B – 4C- 4D Narni Scalo 3° classificato: Scuola Cianferini sez. 1A


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CONFRATERNITA di

MISERICORDIA di TERNI La prima Misericordia in Italia viene fondata a Firenze nel 1244 ed oggi ce ne sono oltre 1000 di cui 16 in Umbria, con 100.000 volontari attivi che si impegnano a titolo gratuito soprattutto nel sostegno alla salute verso le persone più deboli e svantaggiate. A Terni viene costituita da un gruppo di persone, tra cui il Dr. Santino Rizzo, attuale Governatore, organizzando i corsi per formare il primo nucleo ed avviando il percorso di riconoscimento, avvenuto ufficialmente nel 2011 dalla Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia. Nel 2012 siamo stati inseriti nel Registro della Regione dell’Umbria delle Onlus. Abbiamo voluto mantenere lo spirito delle origini ed il premio per i nostri volontari è sintetizzato nel motto ribadito dal Presidente nazionale Roberto Trucchi: “Che Iddio te ne renda merito”. La motivazione al nostro agire ricalca umilmente quella che animava

Madre Teresa: ”Ciò che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano ma se non ci fosse quella goccia, all’oceano mancherebbe”. Attualmente effettuiamo un SERVIZIO di TAXI SANITARIO, gratuito per le persone indigenti, sia sul territorio locale che nazionale. Possiamo contare sull’opera di oltre quaranta volontari riuscendo a soddisfare mensilmente le esigenze di oltre 130 utenti, anche grazie ad un efficiente lavoro di coordinamento, con un trend di crescita in aumento. Disponiamo inoltre di un parco mezzi in gran parte donato e messo a disposizione dalla Fondazione Carit e dalla Confartigianato di Terni; il Vescovo di Terni ci ha concesso gli spazi ed i locali della nostra sede operativa; altri soggetti e moltissimi cittadini hanno comunque contribuito con generosità consentendoci di aumentare le nostre prestazioni. I volontari vengono formati tramite un

Misericordia di Terni Organigramma

GOVERNATORE RIZZO SANTINO VICE GOVERNATORE POPONI MARCO SEGRETARIO ZAFFERANI LAURA AMMINISTRATORE MARCHETTI LUCA RESP. MEZZI LITI ROBERTO COORD. GENERALE MELONI CECCONI FRANCESCO 1 CONSIGLIERE BARBUTO NICOLA 2 CONSIGLIERE CRESTA GIORGIO 3 CONSIGLIERE DE ROSA CASTRESE 4 CONSIGLIERE OMICCIOLI EMANUELE 5 CONSIGLIERE ROSATI GIANNI 6 CONSIGLIERE SANTOPIETRO ENRICO 7 CONSIGLIERE SPIRIDIONI MASSIMO

COLLEGIO REVISORI DEI CONTI PRESIDENTE 1 REVISORE 2 REVISORE 3 REVISORE

COPPARONI GOFFREDO MARIA BERSELLI SERGIO BOZZA GIOVANNI LUCIONI MAURO

COLLEGIO PROBIVIRI PRESIDENTE VICEPRESIDENTE 1 COMPONENTE 2 COMPONENTE 3 COMPONENTE

ORSINI CARLO DI MEI GIANLUCA DIOMEDI FRANCO MANCINELLI MAURIZIO MITROVIC SNEZANA

PROTEZIONE CIVILE

1 COMPONENTE 2 COMPONENTE

DIREZIONE TECNICO SANITARIA

DIRETTORE

VENDETTI SANDRO

PADRE CORRETTORE

PADRE CORRETTORE DON ANDREA MORELLI

corso base organizzato in due sessioni annuali e costantemente sono previste delle esercitazioni per qualificare sempre più i volontari e migliorare così la qualità del servizio offerto. Se aumenteranno le risorse ed il numero dei volontari amplieremo le attività previste dallo Statuto nazionale, come ad esempio il telesoccorso e la consegna dei farmaci per le persone sole ed anziane, la protezione civile ed ogni attività che possa essere di supporto alle persone socialmente deboli, con lo stesso spirito che anima le nostre azioni. Per migliorare questo progetto ed ottimizzare le risorse ci auguriamo di collaborare con le altre associazioni che condividono le nostre finalità. Potete raggiungerci presso la nostra sede, ad Acquavogliera nel comune di San Gemini, oppure tramite i nostri contatti: Tel 0744-242611 Cell 366-7767904 email: info@misericordiaterni.it


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Sono aperte le iscrizioni al

ORGANIZZATO DALLA

Per info ed iscrizione contattare la segreteria dell’Associazione in Via Antonio Gramsci, Acquavogliera – San Gemini oppure telefonare ai numeri 0744/242611 366-7767904 e-mail: info@misericordiaterni.it


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Grand Hotel Europa Ultimo spettacolo del Progetto Mandela

Vi salutiamo cosĂŹ!


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P ippo Madè Franca Calzavacca

L

a figura dell’artista Pippo Madè, che vive ed opera a Palermo, ha molti legami con l’Umbria e particolarmente con Terni sia per motivi culturali sia per affetti ed amicizie. Da tempo avevamo intenzione di scriverne ed ora mettiamo in pratica il nostro desiderio aggiornando la conoscenza della sua opera che prosegue nel migliore dei modi, con risultati di grande rilievo. Formatosi in una famiglia di modeste origini, elemento comune a molti personaggi di prestigio soprattutto in ambito culturale, Madè ha iniziato i suoi rapporti con la società e con il lavoro frequentando le officine meccaniche della zona del porto di Palermo. Il suo interesse per questa attività lo ha portato ad occuparsi della preparazione dei motori da competizione facendo anche esperienze come pilota, in sella a Mondial e Moto Guzzi. In questo ambito ha conosciuto sua moglie Savoia Faraco, figlia di Francesco Faraco, pilota automobilistico deceduto con il barone Stefano La Motta a Priolo Garganico al volante dell’Alfa Romeo 1900 nel corso della 10ª edizione del Giro automobilistico di Sicilia. Contemporaneamente è nata in lui la passione per le arti visive approfondendo quindi le sue conoscenze nel settore, fino a raggiungere notevoli risultati, tanto da decidere di affidare la sua vita e quella della sua famiglia arricchitasi di due figli, Rosario e Giuseppina, all’impegno artistico, spaziando dal disegno all’olio, dall’incisione alla litografia, alla maiolica ed alla scultura in vetro che realizzerà a Murano. Il fascino delle sue opere, in particolare dei suoi dipinti, ha tratto ispirazione dal rapporto con intellettuali come Guttuso, Franco Grasso e soprattutto con il letterato Carlo Bo. I soggetti privilegiati sono i rapporti dell’uomo col mondo del lavoro. Ricordiamo un tema quanto mai d’attualità: la tragedia dell’emigrazione. Spesso le sue opere sono state accompagnate da versi in dialetto siciliano scritti da Ignazio Buttitta. I suoi legami di amicizia e di collaborazione gli hanno creato non pochi problemi con la mafia, anche per le sue illustrazioni dei libri di Michele Pantaleone, noto studioso e giornalista sulla cui figura è stato pubblicato recentemente “Il gigante controvento – Michele Pantaleone: una vita contro la mafia” ad opera di Gino Pantaleone, letterato siciliano singolarmente omonimo di Michele. In quella difficile situazione

è stato costretto ad allontanare i figli da Palermo, affidandoli ad amici di Terni, sino a momenti meno turbolenti. Il suo legame con la nostra città non è mai venuto meno, passando molta parte del suo tempo in terra umbra. Con il suo impegno sociale che ha ottenuto consensi di artisti consacrati dalla storia dell’arte quali Guttuso e Purificato ha segnato per sempre la sua espressione visiva. Oltre alla storicizzazione dei drammi della società – ricordiamo le opere dedicate alla strage di Brescia – Madè ha voluto documentare lo spirito della sua Sicilia con le tele raffiguranti i “mestieri scomparsi”, importante testimonianza della cultura popolare. Le maggiori città europee e d’oltre oceano hanno accolto il suo lavoro che ha ottenuto vasti consensi. A partire dal San Valentino d’oro attribuitogli nel 1977, Pippo Madè è sempre stato apprezzato e stimato a Terni che molte volte ha visto la sua presenza affettiva ed intellettuale. Le sue opere che dalla vita sociale hanno tratto stimolo non sono un modello chiuso ma vanno interpretate come un progetto aperto che si rapporta col tempo e con lo spazio, tempo storico e spazio che non vuole confini. Espressionismo e realismo sono le basi fondamentali della sua lezione artistica che poi si amplia in grande libertà. Una lettura esclusivamente politica costringerebbe in limiti troppo rigidi la visione dell’arte che sostiene la tematica di Madè. Ogni opera da lui compiuta tende a realizzare il suo desiderio di rappresentare in maniera organica la totalità dell’uomo e della società che lo esprime. Ed ecco le sue prove e le sue mete che indicano l’unità dello stile che lo distingue, momenti fondamentali di una vita dedicata all’arte ed alla società in cui l’autore è coinvolto. Vogliamo citare suoi interventi di prestigio nel corso della carriera, sempre in fase di accelerazione. Ad Assisi la “Via Crucis” realizzata in maioliche di pietra lavica nel Sacro Convento. A San Giovanni Rotondo e nella Cattedrale di Palermo la sua interpretazione del Vangelo. Il presepio in vetro di Murano in varie prestigiose sedi. Un monile d’oro inciso da Madè che Leoluca Orlando pose nel sarcofago di Federico II. Le sue illustrazioni della Divina Commedia esposte a Ravenna in occasione delle celebrazioni di Dante nel 2013. Numerosi i riconoscimenti fra cui il “Paul Harris Fellow”, la massima onorificenza del Rotary International nel 2012. Concludiamo ricordando il conferimento della laurea magistralis honoris causa in Scienze della formazione continua nel 2015 dall’Università degli Studi di Palermo. È stato per noi un piacere ricordare la lunga carriera di Pippo Madè a cui auguriamo ulteriori importanti sviluppi e soprattutto il suo affettuoso legame con la nostra città, costantemente confermato e confortato dalla sua amicizia.


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L'INTERVISTA

DANNI DA COLPA MEDICA Avv. Paolo Crescimbeni

Ma questa "colpa medica", per l'esattezza, questi danni da colpa medica, sono davvero così frequenti o sono una moda, un portato di atteggiamenti protestatari fini a se stessi? Premetto subito che la sanità italiana, ed in particolare la classe medica di Terni, sono di altissimo livello; il nostro ospedale è tra i più gettonati dell'Italia centrale ed è noto che in esso si riscontrino punte di eccellenza riconosciute come tali anche sul piano nazionale. Tuttavia, come a volte accade, si può verificare che un danno al paziente scaturisca da un errore umano, da una sottovalutazione, da una dimenticanza del medico o del paramedico, non sempre scusabile. Sento tuttavia il dovere di precisare che, in molti casi, l'errore, pur sempre riconducibile ad una condotta umana, è in realtà il portato di difetti organizzativi, spesso di un cattivo utilizzo delle risorse umane. Quando è configurabile la colpa medica? Si ha colpa medica ogni qualvolta il sanitario ponga in essere una condotta negligente, imprudente o imperita, intendendosi per negligenza non solo la mera trascuratezza, ma anche la violazione di regole sociali; per imprudenza la violazione di regole tecniche di settori determinati, con esposizione a rischio dell’assistito; per imperizia la violazione delle modalità imposte dalle regole di condotta relative all'espletamento di determinate attività. Più in particolare, la diligenza esigibile da parte del medico nell'adempimento della sua prestazione professionale non è sempre la medesima, ma varia a seconda del grado di difficoltà della problematica esaminata. Ed invero, nelle ipotesi in cui il sanitario sia richiamato a risolvere problemi tecnici di speciale difficoltà, risponderà del danno solo per dolo e colpa grave; in tutte le altre ipotesi risponderà anche per colpa lieve. Ed ancora, la diligenza esigibile dal medico nell’adempimento della sua prestazione varia anche col variare del grado di specializzazione di cui sia in possesso il medico stesso e del grado di efficienza della struttura in cui si trova ad operare. Da ultimo, il tanto discusso Decreto Balduzzi sembrerebbe aver

Corso Tacito, 29 - 05100 Terni Tel. 0744 409201 - Fax 0744 437602 Email: libreria.alterocca@gmail.com

imposto al magistrato il compito di verificare, al fine di accertare la sussistenza di una responsabilità medica, se il sanitario abbia o meno dimostrato di conoscere e di avere adeguatamente applicato le "Linee guida e buone pratiche accreditate dalla Comunità Scientifica". Qual è il titolo di responsabilità imputabile ai sanitari? Nonostante i dubbi ed i contrasti interpretativi sorti a seguito della introduzione del già richiamato Decreto Balduzzi, a distanza di quasi quattro anni dalla entrata in vigore dello stesso, la prevalente dottrina e giurisprudenza continuano a ricondurre la responsabilità civile dei medici e delle strutture sanitarie nell'area della responsabilità contrattuale: sarebbe a dire che chi si rivolge all'ospedale stipula un contratto che deve essere bene adempiuto. Quali sono i danni risarcibili? Il paziente avrà diritto ad un risarcimento ogni qualvolta, in conseguenza del trattamento sanitario ricevuto, la patologia per la quale è stata chiesta la prestazione permanga o subisca un aggravamento, ovvero qualora da essa derivi una nuova patologia di cui sarebbe stato doveroso impedire la insorgenza. In dette ipotesi, molteplici sono i danni che il paziente può subire: 1. il danno biologico inteso come danno alla salute medicalmente accertabile; 2. il danno morale-esistenziale latu sensu inteso (sofferenza interiore, mutamento delle abitudini/condizioni di vita, compromissioni della qualità della vita, etc.); 3. il danno da cd perdita di chance ravvisabile laddove la condotta inadempiente dei sanitari abbia ridotto o compromesso le possibilità di guarigione del paziente; 4. il danno da lesione del diritto di autodeterminazione terapeutica: il paziente, per prestare un valido ed effettivo consenso alla prestazione sanitaria, deve essere adeguatamente informato. Il Codice Deontologico dei Medici Chirurghi prevede, infatti, che il medico deve fornire al paziente la più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle prospettive e le eventuali alternative diagnosticoterapeutiche e sulle prevedibili conseguenze delle scelte operate; 5. il danno patrimoniale consistente, ad esempio, nell’esborso di spese medico-sanitarie e/o assistenziali; 6. il danno patrimoniale da lesione della capacità lavorativa qualora la lesione derivante dalla condotta negligente del sanitario abbia compromesso le capacità lavorative del paziente riducendone le capacità di guadagno. Chi può richiedere il risarcimento del danno ed entro quanto tempo? In primo luogo, trattandosi come detto, di responsabilità contrattuale, il termine per azionare il diritto è quello ordinario di dieci anni dal momento in cui si acquisisce conoscenza - o si è posti in grado di acquisire conoscenza - della riferibilità causale dell'evento dannoso al comportamento colposo del sanitario. Legittimati a richiedere il risarcimento dei danni sono: il paziente, gli eredi del paziente, i prossimi congiunti in presenza di determinate condizioni. E come si può richiedere? Nelle forme ordinarie del risarcimento dei danni: lettera con messa in mora e quindi azione giudiziaria risarcitoria in sede civile. Tempi del processo? Nella maggior parte dei casi interviene una conciliazione, favorita dal fatto che strutture sanitarie e sanitari stessi sono tutti assicurati. Se invece si va a sentenza, sarà una causa con i tempi ordinari. A Terni i tempi sono sufficientemente veloci.



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respublica: UN ESERCIZIO ES Nell’ambito dell’attività promossa dall’Associazione Res Publica –la simulazione di sedute parlamentari– alcuni nostri studenti per tre giorni (dal 18 al 20 aprile), a Roma, si sono costituiti in gruppo parlamentare e ne hanno svolto le funzioni, scrivendo un progetto di legge, discutendolo con gli altri gruppi all’interno della Commissione Cultura e Istruzione, preparando emendamenti e approvandoli, fino all’elaborazione di un testo condiviso, con le stesse norme applicate nella realtà dai parlamentari e codificate nel Regolamento della Camera dei Deputati. L’esperienza si è rivelata un’occasione preziosa per approfondire la conoscenza delle istituzioni della democrazia rappresentativa, con un approccio che non si limitasse a descriverle dall’esterno ma consentisse di saggiarle dall’interno. I ragazzi hanno risposto con passione. Insomma, un esercizio esemplare di partecipazione democratica su un tema –quello dell’integrazione dei giovani stranieri nelle scuole italiane– di urgente attualità! Prof.sse Laura Crovari e Marisa D’Ulizia

PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA DEI DEPUTATI PULCIANESE IRENE, GIGLI MARTA, SAVELLI LAVINIA, SAVELLI LUCREZIA, SAVERI GIANLUCA, DI NICOLA ANASTASIA, SILVESTRI DESIREE PARIS Disposizioni per l’integrazione linguistico-culturale degli studenti stranieri nelle scuole dell’obbligo, presentata il 1° aprile 2016. ONOREVOLI COLLEGHI! – A causa dell’aumento del fenomeno migratorio verso l’Italia, gli alunni con cittadinanza non italiana continuano a crescere. I dati forniti dall’ISTAT per l’anno 20132014 segnalano un aumento significativo degli studenti stranieri o figli di immigrati. In particolare, si registra la presenza di 800.785 studenti stranieri; dunque 16.155 in più rispetto all’anno precedente. La società di oggi è una società multiculturale, che impone ad ogni cittadino il confronto con la diversità. L’inter-culturalità è, allora, un valore ed una risorsa che deve essere coltivata e favorita, partendo da strategie pedagogiche e didattiche di integrazione nell’ambito scolastico, riconoscendo la diversità come strumento di arricchimento del sapere. La presente proposta di legge si propone, quindi, di velocizzare e favorire l’apprendimento della lingua italiana ad ogni grado. Il codice linguistico del paese ospitante è da considerarsi, infatti, il più saldo strumento di integrazione culturale, che evita la paura del diverso, sentimento che induce ad atteggiamenti di diffidenza e rifiuto. La presente proposta di legge consta di 5 articoli e muove dall’ipotesi che la scuola costituisca un ambiente favorevole per l’apprendimento dei minorenni non italofoni se li include in classi comuni, eterogenee per genere, etnia, lingua e cultura, promuovendo apprendimento, socializzazione e scambio. Un’accoglienza che integra ed arricchisce ambedue le parti della relazione. A tal fine, nell’articolo 2 si prevede l’insegnamento dei princìpi costituzionali nelle scuole primarie e secondarie di primo grado e, nelle scuole secondarie di secondo grado e fino al raggiungimento dell’età dell’obbligo scolastico, l’insegnamento dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Vista la necessità di promuovere l’integrazione e garantire la piena comunicazione all’interno delle classi, si prevede la presenza di tutor idonei a gestire eventuali problemi comunicativi e/o culturali. Inoltre, nei casi di maggiore criticità, si dispone l’inserimento di corsi pomeridiani volti a garantire il perfezionamento delle competenze linguistiche e che permettano altresì allo studente di colmare le proprie lacune didattiche per raggiungere il livello del gruppo classe di cui fa parte. Nell’articolo successivo, data l’importanza della lingua italiana come veicolo di integrazione, si prescrive l’inserimento di corsi pomeridiani e

serali rivolti ai genitori degli studenti iscritti nelle singole scuole. Infine, il presente progetto di legge si propone di coinvolgere gli studenti, che partecipano ai progetti curriculari di integrazione di cui all’articolo 3, nella realizzazione di campagne informative volte alla sensibilizzazione e alle tematiche in oggetto. PROPOSTA DI LEGGE ART. 1 (Finalità e definizioni) 1. Chiunque ha diritto a ricevere un’istruzione. Il diritto allo studio è riconosciuto e garantito dalla Repubblica che assicura la promozione e lo sviluppo della personalità dello studente senza discriminazione di sesso, razza, convinzioni filosofiche o religiose, di nazionalità o di condizione sociale o economica e nel rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo ai sensi degli articoli 2 e 3 della Costituzione e delle disposizioni della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e sulle libertà fondamentali. 2. L’organizzazione del sistema scolastico deve rispondere a tali princìpi e deve garantire la gratuità e l’obbligatorietà dell’istruzione di base, e consentire l’accesso senza discriminazione alcuna ai gradi più alti degli studi a tutti i capaci e i meritevoli, come stabilito dall’art. 34 della Costituzione. 3. La presente proposta di legge promuove la piena attuazione del principio di parità di trattamento e delle pari opportunità nei confronti di tutti i bambini e gli adolescenti. Agli studenti stranieri e agli studenti figli di immigrati si applicano tutte le norme in materia di diritto all’istruzione previste dall’ordinamento italiano. 4. In coerenza con tali obiettivi, la presente proposta di legge è finalizzata a promuovere la piena integrazione scolastica degli studenti stranieri e figli di immigrati. A tale scopo individua nella lingua italiana lo strumento principale di integrazione. 5. In ossequio a tali princìpi, le istituzioni scolastiche, nell’esercizio della propria autonomia, organizzano le attività didattiche tenendo conto delle disposizioni della presente proposta di legge. ART. 2 (Insegnamento dei princìpi costituzionali e dei diritti fondamentali) 1. Le istituzioni scolastiche, nell’ambito della propria autonomia, aggiornano i rispettivi programmi didattici, inserendo l’insegnamento dei diritti e delle libertà fondamentali, quale essenziale strumento di integrazione e in particolare favorendo l’insegnamento: a) nelle scuole primarie e secondarie di primo grado dei princì; b) nelle scuole secondarie di secondo grado dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo riconosciute dalla Costituzione italiana e dalle convenzioni internazionali cui l’Italia aderisce.


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SEMPLARE DI PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA ART. 3 (Indicazioni pedagogico-didattiche ai fini dell’integrazione scolastica degli studenti stranieri che non conoscono la lingua italiana) 1. Gli istituti scolastici, nell’ambito della propria autonomia, aggiornano l’attività didattica al fine di adeguare l’offerta formativa ai fini della presente legge. In coerenza con tale obiettivo essi predispongono: a) l’istituzione di progetti curriculari di integrazione volti ad accogliere lo studente non italofono, senza svuotarlo della propria identità, e a permettere la conoscenza di nuove culture da parte degli studenti italofoni; b) la presenza di un tutor, che coadiuvi nel corso delle attività didattiche gli studenti non italofoni recentemente introdotti nel sistema scolastico italiano e privi delle necessarie capacità di comunicazione. La funzione del tutor sarà svolta da studenti universitari nell’ambito delle attività di tirocinio curriculare previste dal piano di studi della propria facoltà. Il tutor fungerà da mediatore per eventuali problemi comunicativi tra gli alunni stranieri e i docenti italiani. c) l’utilizzo, per l’organizzazione di corsi pomeridiani integrativi, dei docenti assunti per il potenziamento.

ART. 4 (Rapporto tra famiglie e istituzioni scolastiche) 1. Le scuole coinvolgono nei percorsi di integrazione anche i genitori degli studenti non italofoni mediante l’organizzazione di corsi pomeridiani di lingua italiana a loro dedicati che abbiano come obiettivi: a) favorire il rientro del cittadino non italofono nel sistema formale di istruzione e formazione professionale; b) favorire l’acquisizione di specifiche competenze connesse al lavoro e alla vita sociale. ART. 5 (Utilizzo di mezzi di comunicazione di massa) 1. Gli istituti scolastici, nell’ambito della propria autonomia, possono formulare proposte di campagne di comunicazione, finalizzate alla sensibilizzazione e all’approfondimento delle tematiche relative all’integrazione dello straniero all’interno del contesto culturale e scolastico nazionale. 2. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, seleziona i progetti ritenuti più idonei allo scopo e ne promuove la diffusione materiale, mediante la programmazione radio-televisiva pubblica e mediante l’utilizzo di piattaforme pubblicitarie e piattaforme informatiche.


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Diritti Umani: La Pagina in Norvegia La Pagina rivolge cordiali saluti ad Arve, co-fondatore della manifestazione Terni, città di San Valentino capitale dei Diritti Umani, e ai suoi collaboratori, intenti a studi ed analisi relativi ai Diritti Umani.

Arve Konnestad insegnante presso il Centro immigrati e rifugiati per adulti in Grimstad. Co-compositore del musical "Valentine's secret" eseguito a Terni nel giugno 2015.

Isabel and Jorge Dinis from Portugal. She is a nurse and he is psychologist. They came to Norway in 2009.

Sima Saljoughinejad from Iran. She is a bioengeneer and came to Norway in 2015.

Rafik B.A. Lajili from Tunisia. He is a hair dresser and came to Norway in 1990.

NOVE RIFLETTORI SULLA NORVEGIA

Questa primavera ho invitato a casa mia nove persone che conosco da diverso tempo, immigrate in Norvegia per diverse ragioni. I loro paesi di origine sono l’Italia, l’Iran, la Palestina, la Bosnia, il Guatemala, la Tunisia, la Germania e il Portogallo. Oggi, alcuni di loro vivono nella mia stessa città, Grimstad, mentre altri in una cittadina vicina che si chiama Arendal. Lo scopo dell’incontro è stato quello di avere un’idea generale riguardo a come i miei amici intellettuali sono stati accolti dalla nuova nazione in quanto immigrati, conoscere le loro esperienze, la possibilità di essere parte attiva politica e cosa cambierebbero del sistema politico attuale. È stato inoltre chiesto loro di mettere in evidenza quali fossero gli aspetti positivi e negativi della Norvegia. NO STRANIERI… Nel 1939 mia madre andò, in autobus, dalla cittadina sulla costa di Grimstad ad una città limitrofa chiamata Arendal. Qualcuno le aveva detto che lì viveva un uomo con la pelle scura. Mia mamma a quel tempo aveva solo 12 anni e, passeggiando per strada insieme ad una sua amica, cercava di intravedere questa “strana persona”. Alcuni mesi dopo ritornarono di nuovo ad Arendal curiose ancora di vedere quest’uomo, ma trovarono solo norvegesi dalla pelle bianca che condividevano con loro la stessa religione, gli stessi cibi e vestiti. Io nacqui in questa società ed ho conoscenza di persone immigrate dalla fine degli anni ’60, lavoratori che dal Pakistan arrivarono fino ad Oslo. Oggi la Norvegia, e in particolare Oslo, è diventata una città multiculturale, sebbene il numero degli immigrati sia minore del 15%. COME SEI STATO ACCOLTO E TRATTATO I PRIMI GIORNI E MESI CHE SEI ARRIVATO IN NORVEGIA? Jorge and Isabelle - Noi siamo stati senza dubbio ben accolti. Per integrarci velocemente abbiamo provato ad essere coinvolti in attività sociali esterne al lavoro e questo è stato davvero apprezzato. Andrea - Mi sono trasferito in Norvegia

perché ho sposato una donna norvegese e sono stato fin da subito accettato da tutte le persone che ho incontrato in Oslo. Sima - Conosco pochi norvegesi, ma ho ottime esperienze con le insegnanti nella scuola. Rafik - Sono stato accettato in modo davvero positivo. Kathrin - Non ricordo di essere stato accolto in un particolare modo positivo o negativo. Ho trovato lavoro in pochissimo tempo e lì ho conosciuto persone carine e gentili. Otoniel - Sono stato accolto con calore e ospitalità, ma la mancanza di conoscenza della mia cultura e della mia nazione ha portato a pregiudizi. Ho sentito dire che le persone originarie del Guatemala non sono cristiane per la loro adorazione nei confronti della Vergine Maria. Josef - Sono stato accolto con gran rispetto, sebbene sia stato faticoso conoscere la nuova nazione, le leggi, imparare a leggere e a scrivere. Ho avuto l’opportunità di far parte di diverse organizzazioni durante il lavoro di volontariato. Ho incontrato molte persone che mi hanno aperto la porta e fornito una larga rete di conoscenza. Ma ancor più importante è che ho avuto un ottimo insegnamento della nuova lingua. Amira - All’inizio è stato abbastanza difficile poiché arrivai come rifugiato della guerra in Bosnia ed Erzegovina. Mi sentivo come se fossi un numero in un grande sistema e c’è stato bisogno di molto tempo per dimostrare che potessi fare qualcosa di utile. Tuttavia dal punto di vista personale sono stati tutti davvero socievoli, interessati ad ascoltare la mia storia e pronti ad aiutarmi.


Maggio 2016

23 POLITICA Ad un cittadino immigrato è concesso prendere parte alle elezioni locali (cittadine e nazionali) dopo tre anni. Per avere il permesso di voto al parlamento europeo è necessario essere cittadino norvegese, diritto che si ottiene dopo un minimo di sette anni. Gli abitanti della zona della Schengen così come Andrea, Jorge e Isabel non sono sicuri di voler cambiare la loro cittadinanza, per cui sono interessati solo alla politica locale. Amira, invece, appassionata di politica vorrebbe addirittura essere membro di un partito politico. Josef, Otoniel, Kathrin e Rafik partecipano attivamente alla politica così come all’elezione dei politici stessi. Ho chiesto a tutti se e cosa cambierebbero nel sistema politico. Andrea, con immediato fervore, prende la parola, vorrebbe che in Norvegia si fermasse la vendita delle armi che conducono alla guerra. Kathrin esprime la sua felicità per il fatto che il governo stia ora valutando la possibilità di dare la doppia cittadinanza. Rafik invece sostiene che tutte queste decisioni necessitano di troppo tempo. Otoniel e Amira sono felici dell’attuale funzionamento del sistema politico. ASPETTI NEGATIVI DELLA NORVEGIA Ho chiesto al gruppo di enunciare tutti gli aspetti negativi riguardanti la Norvegia. Andrea ed Amira sostengono che i processi decisionali siano troppo lenti. Per di più Andrea fa considerazioni sull’uso di monopòli. Amira - Le decisioni necessitano di un lungo processo dal momento in cui le idee da ipotesi vengono poi accettate e promosse. Se da un lato è positivo il fatto che tutti possano esprimere la propria opinione dall’altro è davvero troppo lungo il processo che porta alla decisione definitiva. Andrea - I monopòli sono inefficienti. Questo è il risultato di chi ha voluto massimizzare il profitto, il che significa che il prezzo supera il costo marginale e medio della produzione. (I problemi sorgono quando gli ostacoli della concorrenza bloccano l’ingresso di merci tanto da costringere il monopolista a diventare sempre più innovativo e produttivo). Gli utenti che dipendono da un particolare servizio hanno molta probabilità di subire “i servizi perennemente poveri”. I governi hanno stabilito i limiti di prezzo, deregolamentato e investigato i monopòli, ma l’efficacia di queste misure sono ancora discutibili. Otto – Oltre ai periodi bui e freddi dell’anno non ho molti aspetti negativi da riportare, anche se con il passare del tempo ho notato uno strano comportamento nei confronti degli immigrati del terzo mondo. Mentre persone provenienti dall’Europa, dall’Australia o dagli Stati Uniti sono stati accolti con grande rispetto, io, originario del Guatemala, sono stato guardato con più curiosità. Essendo un pittore, ci sono voluti ben dieci anni perché la mia arte fosse valutata e rispettata. INCONTRARE NORVEGESI ORGANIZZATI… Un luogo comune sui Norvegesi è che sono caratterialmente freddi ed è molto difficile conoscerli. È stato più volte detto che è difficile farci amicizia sia da parte di stranieri che per migranti interni. I norvegesi prendono parte ad un gran numero di attività; basta solo

pensare che i genitori spesso si uniscono ai loro figli durante i corsi sportivi di formazione. Ci vuole sicuramente del tempo affinché ci si possa sentire realmente integrati nel sistema, ma questo accade a tutti coloro che immigrano in un altro paese. Jorge, Isabelle, Rafik e Kathrin sostengono per loro esperienza personale che è difficile socializzare se non si condividono specifici interessi e che a volte potrebbe essere difficile conoscere ed entrare in simpatia dei norvegesi. ASPETTI POSITIVI DELLA NORVEGIA Fortunatamente è stato semplice per il gruppo trovare molti aspetti positivi della nazione in cui vivono attualmente: Andrea - La maggior parte delle volte le persone sono trattate nel modo giusto. Il sistema di assistenza sociale funziona bene per i bambini, i disoccupati e i rifugiati/richiedenti asilo. Jorge and Isabelle - I norvegesi hanno una mentalità molto aperta e accolgono differenti culture, contesti ed esperienze passate. La nazione offre buone opportunità di sviluppo sia a livello personale che professionale. Amira - Mi preme segnalare la libertà di parola e posizione delle donne nella società. Sima - Le donne possono vivere serenamente nella società norvegese. Rafik - I diritti umani sono tutelati, la natura è stupenda e la giornata nazionale, celebrata il 17 maggio, è davvero stupenda. Kathrin - Mi piacciono i norvegesi anche se non mi interessa molto del loro status sociale; c’è un alto grado di uguaglianza a prescindere dal lavoro/titoli. La società fornisce buone opportunità di vita e il ritmo è più tranquillo che nelle altre nazioni. La parità tra uomini e donne è stata raggiunta già da molto tempo. La natura è fantastica e offre eccellenti possibilità per le attività all’aria aperta. Oltretutto le persone sono davvero carine! Otto - Mi piace il fatto che il sistema di assistenza sociale sia stabile, le differenze tra le classi sociali sono davvero minime, ripercorrendo le tradizioni democratiche; la piattaforma economica è sicuramente solida. Un altro aspetto positivo è la fruttuosa cooperazione tra i sindacati, l’organizzazione per i datori di lavoro e dei politici. Josef - Ci sono grandi possibilità in Norvegia in materia di istruzione, salute, etc. È stato considerato buon costume aprire i consigli locali in contee e comuni per gli immigrati. Si tratta di uno strumento buono per l’integrazione essere accettato ed ascoltato. NON AVER BISOGNO DI ANDARE IN UN’ALTRA CITTÀ La Norvegia è stata una società multiculturale da quando mia madre prese il bus nel lontano 1939. Non c’è bisogno di andare altrove per incontrare persone provenienti da altre culture. Nella piccola città di Grimstad si possono incontrare persone provenienti da ogni angolo del mondo. Una università, un aeroporto internazionale a 30 minuti di distanza, un settore del trasporto marittimo ben attivo sono solo alcuni degli esempi del perché si possa sperimentare un ambiente tranquillo internazionale in una piccola città di costa con appena 22 mila abitanti. Arve



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